Amministrative 2021, "Pronto a scendere ancora in campo per il bene della mia comunità"
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Amministrative 2021, “Pronto a scendere ancora in campo per il bene della mia comunità” di Erika Noschese Un quinquennio fruttuoso ma difficile sotto tanti punti di vista, soprattutto dovendo fare i conti con Quota 100 e “altre iniziative bizzarre”. A circa sei mesi dalle elezioni amministrative il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli fa un primo bilancio del suo mandato e si dice pronto a scendere nuovamente in campo. Ma, precisa il primo cittadino, “non ho primazie per una eventuale ricandidatura né mi traggo indietro”. Primavera 2021, la città di Salerno sarà chiamata al voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Un bilancio di questo quinquennio? “E’ stato un quinquennio fruttuoso e difficile perché ci sono state queste situazioni imponderabili: abbiamo dovuto combattere, nell’arco della consiliatura, con un grandissimo deficit di personale, grazie a Quota 100 ed altre iniziative bizzarre: noi abbiamo i nostri organici dimezzati, il lavoro c’è, va fatto ma sempre con minore unità, considerando anche il blocco del lockdown. Fortunatamente, il presidente De Luca, con la sua lungimiranza, ha fatto questa azione di recupero di personale a cui far fare stage presso l’amministrazione comunale con la speranza – e la certezza possiamo dire – di essere poi recuperati per intero. Ci sono state difficoltà specifiche, il blocco delle assunzioni e il turn over hanno creato difficoltà importanti; abbiamo vigili ultra 60enne, dimezzati; uffici desertificati da queste contingenze. Noi
abbiamo uffici dell’anagrafe che apriamo a giorni alterni perché non c’è materialmente chi va ad aprire. Ci sono state delle criticità affrontate dignitosamente. Abbiamo messo in cantiere opere pubbliche importanti: tra poco si potranno vedere gli esiti del ripascimento; abbiamo difficoltà perché si sa che in Italia per fare un’opera pubblica è un’impresa: non basta fare la gara, individuare il vincitore, consegnare i lavori perché poi c’è il ricorso al Tar, al Consiglio di Stato e al presidente della Repubblica. Abbiamo fatto il piano delle Periferie, ci sono lotti di manutenzione in corso: non sono fatti vistosi, sono concreti e servono alla cittadinanza. Da questo punto di vista io mi sento moderatamente soddisfatto per quanto si è fatto. Noi abbiamo fatto quanto nelle nostre umane possibilità viste le contingenze, abbiamo svolto con onore la nostra funzione ed io ringrazio i consiglieri comunali, gli assessori perché hanno svolto, ciascuno dal canto suo, un ruolo a cui la città li hanno chiamati e lo hanno fatto con onore e dignità. Per quanto riguarda la candidatura alla prossima tornata elettorale io sono un uomo animato da spirito di servizio: quello che faccio è perché credo ci sia un dovere morale. Siccome non me lo ha consigliato il medico di fare la carriera delle candidature politiche, l’ho fatta al meglio delle mie possibilità e mi sforzo di dare quanto posso. Detto questo, abbiamo una tornata elettorale complicata nella prossima primavera, io non pongo nessun problema: non ho primazie per una eventuale ricandidatura né mi traggo indietro; sarà nell’intelligenza collettiva che in questi anni ha animato l’azione del gruppo intorno al presidente De Luca e pare che le scelte adottate hanno avuto sempre il conforto dei cittadini. Io non pongo assolutamente nessuna primazia: non né ho alcun diritto, sono al pari degli altri. Bisogna individuare, allo stato dell’arte, quale può essere la squadra e la persona che può rappresentare degnamente una situazione che va governata con grande senso del futuro”. Lei si ritiene soddisfatto del lavoro portato avanti dai suoi
consiglieri in questi 5 anni? “Molto soddisfatto no, non lo sono neanche di me francamente. Sono soddisfatto perché è stato fatto quanto era nelle nostre umane possibilità ma si può fare sempre meglio ma anche peggio. Sono soddisfatto perché abbiamo dato un nostro contributo – credo e spero – disinteressato e attento alla città e per questo il mio plauso va sia ai consiglieri comunali che alla giunta”. Coronavirus: ritardi per accertamenti, sindaco scrive a procura Una nota alla procura di Lagonegro perche’ faccia luce su un presunto ritardo nelle comunicazioni di un caso positivo di coronavirus a Vibonati, nel Salernitano, e sulla disposizione di quarantena obbligatoria per i familiari dell’uomo, un medico in servizio a Salerno. Ad inviarla agli inquirenti, il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, spiegando che la famiglia in questione risiede in una zona piu’ vicina al comune da lui amministrato che a Vibonati. L’amministrazione comunale di Vibonati, il 3 aprile scorso, confermando il contagio del medico, precisava, pero’, “che il sindaco, il responsabile della Protezione civile comunale ed il comandante della stazione dei carabinieri di Vibonati non erano stati messi al corrente della quarantena adottata nei confronti del contagiato da parte della responsabile dell’Uopc, ne’ tantomeno informati dal medico di base del contagiato”. Una quarantena obbligatoria che sarebbe stata avviata gia’ nella seconda meta’ di marzo e della quale non avrebbe ricevuto
alcuna comunicazione il primo cittadino saprese che, all’AGI, sottolinea un “corto circuito informativo perche’ noi non abbiamo saputo niente e Vibonati sostiene di non aver saputo niente”. Ci sono “troppe cose che non mi quadrano”. “Non so chi e se qualcuno ha sbagliato a non fare comunicazioni. Non sono io a deciderlo. So solo che si tratta di una abnorme quanto potenziale pericolosa distrazione”. Da qui, l’invio della nota “alla procura di Lagonegro dove spiego velocemente i fatti e chiedo a loro di ricostruirli. Mi sono comunque attivato per cercare di ricostruire in anticipo i contatti verosimili tra i familiari di questa persona”. Coronavirus:contagiato sindaco Auletta, chiese a De Luca tampone Il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, è risultato positivo al Covid-19. Lo annuncia lui stesso in una diretta Facebook poco fa. Questa mattina, l’esito dei tamponi. “Il bollettino ha portato altri due positivi e, tra i due, ci sono io”, dice. “Non sapevo come avrei reagito alla notizia. Ora che il risultato è confermato, mi sento ancor più motivato. E’ vero che con il Covid si può morire, ma e’ anche vero che si puo’ guarire. Non posso, non voglio e non mi abbattero'”, promette. Poi, rivolgendosi ai suoi concittadini, aggiunge che l’auspicio e’ che “quanto successomi vi convinca a restare a casa perché e’ l’unico modo per vincere la battaglia. A chi puo’ succedere? E’ successo a me che non sono restato a casa”. Il primo cittadino, in un’altra diretta social delle scorse ore, aveva comunicato che e’ risultato positivo anche il suo vicesindaco. Qualche giorno fa, proprio Pessolano aveva
lanciato l’appello al ‘governatore’ della Campania, Vincenzo De Luca, perche’ facesse eseguire i tamponi sulla giunta comunale di Auletta. “Isolati tre ceppi di coronavirus” Nicholas Esposito (Lega) nella bufera di Erika Noschese Il coordinatore provinciale della Lega Salerno, Nicholas Esposito nella bufera. Al centro della questione una foto diffusa, a mezzo social, nella serata di giovedì che raffigurava il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron salutare, sorridente, il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una sorta di black humor mal riuscita per Esposito che ha scritto “isolati tre ceppi di coronavirus”, con i loghi della Lega Salerno e Lega Giovani. Tanto è bastato, non solo a livello locale, per scatenare una vera e propria polemica. Solo dopo diverse ore la “presa di coscienza” di Esposito che – sempre ha messo social – ha tentato goffamente di correre ai ripari: “Il mio banner voleva essere ironico ma evidentemente è stato un errore. Per questo ho provveduto a cancellarlo e me ne scuso”, ha infatti scritto il coordinatore provinciale. Tutto tace, al momento, all’interno della Lega che preferisce, evidentemente, lasciare che la questione finisca nel dimenticatoio nonostante la caduta di stile del loro numero uno. «Il fatto che la Lega abbia lanciato questa provocazione – e che al seguito ci sia anche la Lega giovani quindi ragazzi e ragazze che
probabilmente non ricordano o poco peso danno a quello che la Lega ha sempre pensato e, in alcuni casi, continua a pensare del nostro territorio – fa semplicemente sorridere», ha dichiarato il segretario del Psi giovani Salerno, Vittorio Cicalese. «Mettere alla berlina il premier francese può essere o meno discutibile ma non vedo argomentazioni, se non una mera provocazione, a mò di meme come si fa quando non si ha nulla da dire e in questo la Lega è particolarmente brava – ha aggiunto Cicalese – Mentre per Macron il giudizio può risultare più o meno fuori dalla loro portata, semplicemente perchè si tratta di politica estera, Conte è stato il premier della Lega e ora non va più bene semplicemente perchè ha fatto una scelta politica; De Luca è la parte più divertente perchè è candidato presidente sostenuto dal centro sinistra (Psi compreso) ma ora stiamo ancora aspettando il nome che il centro destra vorrà tirare fuori dal cilindro per andare contro un presidente che in 5 anni ha rilanciato in molti settori la Regione Campania». Cicalese invita poi i giovani leghisti ad un dibattito pubblico affinchè si riesca a comprendere il vero senso della politica. Attacchi anche dal segretario dei giovani democratici Marco Mazzeo: «Giovedì il coordinatore provinciale della Lega e dei giovani leghisti campani, aveva pubblicato una foto del Presidente della Regione Campania, del Presidente del Consiglio e del Presidente francese con la scritta “Isolati tre ceppi di Coronavirus“. È semplicemente vergognoso – ha dichiarato Marco Mazzeo – Un post che assolutamente non andava fatto. Basta. Stop immediato a ogni polemica. In queste ore non ci possono essere maggioranza e opposizione, destra e sinistra, Regioni e Governo. Dobbiamo solo tutti insieme lavorare per proteggere le persone e superare l’emergenza coronavirus. Il resto dopo». «Ora – conclude Marco Mazzeo, Segretario dei Giovani Democratici di Salerno – la cosa più importante è riaccendere l’economia del Paese e ricreare fiducia, speranza. Spetta a tutte e a tutti ora collaborare, lontani dalle polemiche e vicini alle persone. L’Italia ce la farà, ci rimetteremo in moto».
La replica del sindaco Pino Palmieri: «Ragazzetti di 28 anni non possono fare politica» «Ci vuole maturità per fare politica, non possono mettere i ragazzetti di 28 anni». Lo dichiara il sindaco di Roscigno Pino Palmieri, esponente della Lega Salerno, dopo la battuta infelice del coordinatore provinciale della Lega Salerno Nicholas Esposito. «Non ti puoi mettere a fare ironia in un momento così delicato, la gente è confusa e non ha certezze chiare – ha poi aggiunto il primo cittadino – Bisogna tutelare chi opera sui territori». Per Pino Palmieri, dunque, è necessario lavorare, in questo momento così delicato per l’intero Paese, «le responsabilità si vedranno alla fine dell’emergenza ma io ora non posso essere fermato da giornalisti o cittadini che mi chiedono di questo post e se condivido la posizione assunta dal mio coordinatore provinciale. Questa cosa non sta nè in cielo nè in terra, non è il momento di mettersi a fare ironia, nè il momento di scherzare». Il sindaco di Roscigno ha poi aggiunto che, in questo momento, «bisogna tutelare chi lavora sul territorio, le forze dell’ordine, polizia e carabinieri così come i sindaci che fronteggiano l’emergenza da un punto di vista amministrativo ma non possiamo fare queste esternazioni». L’appello di don Antonio: “Fermatevi a riflettere” di Giovanna Naddeo Preghiera ed estrema commozione nella serata di ieri a San Mango Piemonte, quando la comunità picentina si è stretta al dolore della famiglia La Rocca. Alle ore 20 il primo rintocco
delle campane, poi la veglia di preghiera presso la chiesa “Santa Maria”, gremita per l’occasione, per far sentire affetto e vicinanza a papà Vinicio, mamma Maddalena e al fratello Giuseppe. “Questa sera, fermiamoci” è l’esortazione del parroco, don Antonio Romano. “Mettiamo da parte il chiacchiericcio, i social network e abbandoniamoci al silenzio della preghiera e della riflessione”. Tra i presenti, anche il sindaco di San Mango Piemonte, Francesco Di Giacomo, e Nicola Annunziata, dirigente scolastico dell’istituto frequentato da Melania. “N essuna parola e nessun pensiero sarebbero in grado di descrivere una così grande sofferenza che mai dovrebbe accadere a un genitore, né a un fratello. Una disgrazia terribile, la peggiore che la vita possa infliggere” ha dichiarato il primo cittadino. “P ossiamo solo stringerci in silenzio intorno alla famiglia e al loro dolore”. In sottofondo, il pianto sommesso dei parenti e della comitiva di amici di Melissa. “Vorremmo salire fin lassù e abbracciarti un’ultima volta” recita lo striscione affisso accanto al portone centrale della chiesa. Al termine della veglia, una fiaccolata silenziosa ha accompagnato la famiglia di Melissa a casa. Una scia luminosa, raccolta ed intensa, per rendere omaggio al sorriso splendente e luminoso di Melissa. Un ultimo momento di preghiera nel cortile di casa, poi il silenzio della sera avvolge il paese, ancora sotto choc per la dolorosa perdita. Salerno Pulita, l’unico Raffaele Fiorillo si è
dimesso di Erika Noschese Raffaele Fiorillo lascia la società Salerno Pulita. Nella serata di ieri, infatti, l’amministratore unico della società che gestisce la raccolta differenziata, lo spazzamento e la pulizia di varie aree e zone nella città di Salerno ha protocollato, tramite pec – e che pertanto risultano già protocollate – le sue dimissioni al sindaco Vincenzo Napoli. Già nella mattinata di oggi il primo cittadino dovrà comunicare le due decisioni in merito a questo cambio al vertice, forse per molti inaspettato. Alla base della scelta dell’amministratore unico di Salerno Pulita ci sarebbero le tante critiche ricevute in questi mesi, a causa del degrado in cui versa la città capoluogo. Numerose infatti sono state le accuse rivolte alla società e soprattutto agli operatori impegnati nello spazzamento e che non farebbero del tutto il loro dovere. Per Fiorillo, forse, inaccettabili sono state le accuse lanciate dal governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che nel corso del consueto appuntamento con LiraTv delle scorse settimane aveva utilizzato toni duri proprio nei confronti della società e, di conseguenza, del loro numero uno: «L’8% (dei lavoratori ndr) compie il proprio dovere ma c’è un 20% che non fa il proprio lavoro con fenomeni di assenteismo ripetuti», aveva infatti dichiarato il governatore della Campania. E non solo. Il presidente di Palazzo Santa Lucia era stato chiaro: «Lavorate altrimenti si sbaracca». E a sbaraccare, almeno per ora, è l’amministratore unico ma – a quanto pare – per sua scelta. Ora è già scattato il totonome: chi sarà il successore di Fiorillo? A chi spetterà l’arduo compito di ripristinare la pulizia nella città capoluogo? Per il momento non è dato saperlo ma è probabile che i diretti interessati abbiano già un’idea. Raffaele Fiorillo, di fatti, da settimane sembrava essere assente, nonostante precedenti impegni presi con associazioni
o privati cittadini. Intanto però non si fermano le segnalazioni da parte dei cittadini che chiedono maggiore pulizia soprattutto nelle zone centrali di una città sembre più degradate. Una bravata di sei minori ed un maggiorenne Prima della denuncia da parte del primo cittadino in Procura le forze dell’ordine hanno già ottenuto il risultato dell’identificazione e denuncia a piede libero di 6 minorenni ed un maggiorenne ritenuti i responsabili del rogo del Saretto di Sarno. I ragazzi sono stati inchiodati alle loro responsabilità grazie alle telecamere di sorveglianza presenti sul territorio. Dopo le perquisizioni presso le abitazioni, effettuate, ieri mattina, i ragazzi sono stati ascoltati dagli inquirenti e e dal magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore presso il tribunale di Nocera Inferiore, Fasano. Alla base del disatro vi sarebbe una semplice bravata. Ci è voluta un’intera giornata, l’ausilio di 3 elicotteri, un canadair, 8 mezzi antincendio della Protezione civile nazionale e delle associazioni presenti sul territorio e 7 autobotti dei vigili del fuoco per un complessivo di cento tra uomini e donne, per domare l’incendio al Saretto. Duecento i cittadini sfollati di cui venti sono stati ospiti del plesso scolastico “Baccelli” nei pressi di Palazzo di Città. “Balordi, cretini, stupidi ed irresponsabili, inconsapevoli del danno che potevano arrecare prima a loro stessi e poi alle persone” ha commentato amaro il primo cittadino Giuseppe Canfora che ha seguito del centro di coordinamento presso il Comune le operazioni, “Ci vogliono 40 anni per rendere un bosco rigoglioso, nel giro di una notte poi va tutto
bruciato”. Non ci si spiega ancora cosa ha spinto i piromani ad appiccare le fiamme e rendere Sarno un vero e proprio inferno con la gente in strada a respirare cenere e vedere i propri monti bruciare avendo l’impressione di essere quasi inghiottiti dalle fiamme visto che l’incendio grazie alle forti raffiche di vento si è spinto a poco meno di 500 metri dal centro abitato. “Quella di venerdì è stata una notte drammatica al Saretto – ha commentato il primo cittadino – una notte intensa nel salvaguardare la popolazione e le abitazioni e per questo abbiamo evacuato circa 200 persone residenti nella fascia pedemontana più prossima alle fiamme”. Con il pericolo cessato alle prime ore del mattino: “Grazie alla forza delle braccia dei tanti volontari che ringrazio singolarmente – dice Canfora – che hanno raggiunto il mio territorio da diverse zone della provincia, che con le pale hanno arginato le fiamme, un ringraziamento alla stazione dei carabinieri, agli agenti del commissariato ai Vigili del fuoco, ai Vigili urbani ed alla Protezione civile che hanno evitato il peggio. Un atto al mille per mille doloso. Il Saretto è zona rossa, in gran parte proprietà privata, è una zona demaniale, non ci sono pascoli, non è edificabile, e quindi non è ipotizzabile nessun oscuro disegno, è solo una grande cavolata da parte di non so di chi, una balordaggine”. Domani mattina dunque le contromisure amministrative da parte di Palazzo di Città. “Ci sono delle cose molto serie da fare – conclude il primo cittadino – spenti tutti i focolai dovremo bonificare tutta l’area, circa 10 ettari e bonificata la zona passeremo agli atti amministrativi con una delibera per dichiarare lo stato di calamità e sicuramente trovando sponda in Regione per le coperture economiche per far fronte all’emergenza”. «Abbiamo rivissuto l’ansia dell’alluvione» “Vivere le ore dell’incendio è stato drammatico. Abbiamo rivissuto gli stessi momenti dell’alluvione del 5 maggio 1998”. Parola di Alfonso Bonaiuto, figlio di una coppia di
sfollati sia undici anni fa che l’altra sera. Ieri mattina Alfonso era dinanzi Palazzo di Città a seguire le ultime fasi di spegnimento dopo una notte insieme agli anziani genitori. “E’ stato drammatico ed ancora una volta si presenta un danno alla natura ed all’uomo ad opera di delinquenti sicuramente, squallidi personaggi irrecuperabili”. Alfonso però non si scaglia solo contro i responsabili del devastante incendio ma ha da recriminare anche la mancata prevenzione all’amministrazione: “Ci sono responsabilità legate alla prevenzione che molto probabilmente né la Protezione civile né l’Ente parco di cui fa parte il Saretto e l’amministrazione comunale non hanno fatto”. Un j’accuse molto duro verso le autorità competenti che in ogni caso per tutto il corso delle operazioni di spegnimento sono state impegnate in loco ed in ogni caso non avrebbero potuto nulla contro la mano criminale che ha agito. “Devo dire che non ci sono controlli – continua Alfonso – sul territorio ci sono ancora abitazioni abusive che si costruiscono. Io non ho nulla contro l’amministrazione ma la prevenzione quando viene fatta viene fatta per salvaguardare gli interessi del territorio e del cittadino, quindi quando emergono fatti di questo tipo legati ad una situazione gravissima a danno della natura e dell’uomo bisognerebbe prendere provvedimenti, organizzare la Protezione civile in termini seri con l’Ente parco a fare prevenzione”. Alfonso ha avuto i suoi genitori sfollati l’altra sera grazie all’ordinanza sindacale firmata da Giuseppe Canfora: “Sì la mia famiglia è stata sfollata da via San Martino e via Mortari, la mia famiglia, la famiglia De Vivo, io ho cercato di ospitarli a casa mia ma per la paura hanno preferito il centro di accoglienza allestito nel presso scolastico “Baccelli” “. La paura è stata tanta dunque con le ferite del ‘98 che hanno ripreso a sanguinare anche se per poche ore, con persone che hanno preferito lasciare la città, città che è tornata a pululare di mezzi della Protezione civile e Vigili del fuoco a difesa delle abitazioni che già una volta sono state violentate dall’acqua, scampando in queste ore alla furia delle fiamme.
Ferrentino:«Ora comincerà la dura fase del monitoraggio e intervento» Circa 200 evacuati con un territorio già fortemente a rischio idrogeologico ed ulteriormente violentato con relativa maggiorazione dei pericoli per i cittadini. La tabella di marcia è dunque scandita dall’assessore ai lavori pubblici Gaetano Ferrentino: “Adesso inizierà la dura fase di monitoraggio ed intervento tenendo presente che le competenze non sono solo del Comune ma anche della Provincia e degli uffici Regionali che insieme dovranno avviare la fase di monitoraggio e programmare gli investimenti per risanare il Saretto”. La “fortuna” della città di Sarno in questa circostanza è quella di essere già inserita all’interno della piattaforma “Italia Sicura”: “A breve ci sarà un progetto esecutivo – continua Ferrentino – per la messa in sicurezza generale del territorio visto che in ogni caso siamo ancora reduci della vicenda frana ed i fondi mano mano arrivano e speriamo adesso che ci sia un’attenzione particolare da parte della Regione in quanto al di là del Saretto e di quello che si prospetta dopo questo incendio c’è tutto il discorso manutenzione delle opere idrauliche post frana che potrebbe diventare importante dopo tutto quello che è successo che ha danneggiato l’intero arco montuoso del Sarno”. Nessun danno alle condotte idriche ed alle abitazioni, strutture salvaguardate dai Vigili del fuoco visto che il fuoco è arrivato quasi a valle. Adesso dunque la priorità è mettere in sicurezza la montagna e rimboschire onde evitare il cedimento del terreno. “Prima c’è bisogno di un monitoraggio di carattere geologico – conclude Ferrentino – per capire la tenuta e poi infine rimboschire”. A coordinare le operazioni da Palazzo di Città anche il vicesindaco Roberto Robustelli, scampato miracolosamente già all’alluvione del 5 maggio ‘98 dopo 72 ore trascorse nel fango: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava e ci siamo preoccupati di capire cosa stesse succedendo. Sono state ore frenetiche e vista la situazione abbiamo deciso di evacuare le abitazioni della
fascia pedemontana del monte Saretto”. Un ricordo indelebile quello dell’emergenza alluvione del ‘98 che ha spinto il vicesindaco ed assessore all’ambiente a lavorare alacremente per i suoi concittadini coinvolti in questo ulteriore dramma ambientale vissuto dalla città di Sarno. Costa, il sindaco Somma presenta esposto in Procura di Erika Noschese Una diffida alla Regione Campania e un esposto alla Procura della Repubblica. Il sindaco di Mercato San Severino Antonio Somma sembra intenzionato a mettere la parola fine ai forti miasmi che ogni giorno vivono i residenti di Mercato San Severino, a causa del malfunzionamento del depuratore di Costa e del torrente Solofrana. «Miasmi irrespirabili – ha attaccato il primo cittadino di Mercato San Severino – La Regione ha deliberato lo stanziamento di 5 milioni du euro nell’ottobre 2018 ma, ad oggi, nulla è stato fatto». Somma, già dallo scorso anno, lamenta infatti il malfunzionamento del depuratore di Costa e le criticità che si registrano sul torrente Solofrana che sono oggetto di costante preoccupazione in quanto metterebbero in pericolo anche la salute dei cittadini che, invece, sostiene il sindaco «è e deve essere al primo posto». L’amministrazione comunale di fatti lamenta i ritardi della Regione nel dare concretezza a provvedimenti deliberati oramai da dieci mesi. Il primo cittadino, riferendosi ai miasmi nell’area del depuratore della frazione Costa, ha inoltrato un circostanziato esposto alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, chiedendo di verificare eventuali profili di illecito e perseguire responsabilità
soggettive. «La salute dei cittadini non può aspettare. Persistono a Costa cattivi odori irrespirabili, certificati dalle relazioni di sopralluogo dei tecnici comunali e della polizia municipale, le cui cause vere non è dato conoscere, potenziale pericolo per la salute dei cittadini e fonte di inquinamento ambientale – ha dichiarato il sindaco che già lo scorso anno ha presentato un esposto – Gli organismi competenti devono assumersi le proprie responsabilità ed adottare soluzioni urgenti ed efficaci. Nonostante siano stati approvati dalla Regione Campania, da circa un anno, provvedimenti che prevedono lo stanziamento di ben cinque milioni di euro – una somma che rende l’idea dell’entità della questione e dell’urgenza ad oggi – incredibilmente nulla è stato fatto». Con l’esposto in Procura presentato lo scorso 27 agosto, dopo giorni di odori insopportabili, il primo cittadino ha preparato anche una lettera indirizzata alla Direzione Regionale del Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, alla Gori, all’Arpac, alla Cogei (soggetto gestore del depuratore), e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente, ribadendo quanto più volte richiesto, a partire dal luglio 2018. Perentorie richieste, ad horas, inviate da Antonio Somma ai competenti uffici regionali di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso, di ammodernamento impiantistico e tecnologico, oltre al cronoprogramma di gestione, all’avvio della lotta agli scarichi illegali, con il controllo, costante e metodico, delle immissioni delle acque reflue nei corpi idrici superficiali. Note, quelle del luglio 2018, allora seguite dal sequestro preventivo dell’impianto il 9 agosto 2018 da parte del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno dei Carab i n i e r i (con sollecito di trasferimento dalla Reg i o n e C a m p a – nia, proprietaria d e l l ’ i m – pianto, delle risorse necessarie per completare i lavori di adeguamento), e dall’interrogazione parlamentare del 25 settembre 2018, che richiamava le gravi inadempienze della Regione, responsabile del funzionamento del Depuratore. «Il 24 ottobre 2018 una deliberazione di Giunta Regionale dispone il
finanziamento di due interventi per circa 5 milioni di euro complessivi : uno per il controllo delle emissioni in atmosfera provenienti dal depuratore (3 milioni e trecento mila euro), l’altro per ottimizzare i processi produttivi di realizzazione di centrifuga e silos di stoccaggio fanghi (1 milione e cinquecentomila euro circa)», ha poi aggiunto il primo cittadino secondo cui gli stanziamenti disposti da Palazzo Santa Lucia sarebbero ancora nelle casse regionali, poiché non sono stati adottati i provvedimenti attuativi. Inerzia che ci ha costretti alla più recente diffida, quella del 27 agosto scorso, diretta alla Direzione regionale del Ciclo integrato delle acque, con la quale abbiamo chiesto anche un controllo straordinario degli scarichi industriali degli opifici per verificare i dati con la portata idrica all’ingresso dell’impianto di Costa, ed alla nota diretta all’Arpac, «per il monitoraggio delle acque del torrente Solofrana, interessato da degrado ed inquinamento provocati dalle attività industriali e dagli insediamenti urbani», come ha spiegato il sindaco. «La Procura accerterà le eventuali responsabilità ed il perché dei silenzi. Noi non ci fermeremo. Continueremo ad essere pronti, attenti e vigili, a tutela della salute dei concittadini e della pubblica e privata incolumità, attendendo dai competenti uffici regionali gli interventi programmati, che sono, lo ribadiamo con forza, urgenti ed indifferibili», ha poi aggiunto. Devastata da imbecilli la tomba di Francesco Cacciatore di Erika Noschese Oltraggiata la tomba di Francesco Cacciatore. A fare la
macabra scoperta un amico del noto esponente politico, morto negli anni ’80, il socialista Lucio Russomando, ex segretario della Camera del Lavoro di Battipaglia. Francesco Cacciatore, meglio conosciuto come Cecchino, è stato fondatore ed importante esponente del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria è nonno dell’avvocato salernitano Cecchino Cacciatore. Quest’ultimo ha infatti scoperto l’accaduto tramite la segnalazione, su facebook, dello stesso Russomando che nei giorni scorsi ha fatto visita ai suoi cari e ha notato quanto accaduto al monumento funebre. I fatti potrebbero risalire alla scorsa settimana quando ignoti si sarebbero introdotti all’interno del cimitero di Salerno e, verosimilmente con una fiamma ossidrica, avrebbero divelto il busto – realizzato da uno scultore cavese – del monumento, eretto dopo la morte avvenuta – come già anticipato – nel 1983 – all’interno del Famedio degli uomini illustri. Intanto, proprio questa mattina la famiglia Cacciatore sporgerà regolare denuncia contro ignoti. IL PRECEDENTE Circa sei anni fa, la medesima sorte è toccata a Luigi, deputato alla Costituente ed ex vicesegretario nazionale del Psi oltre che sindacalista della Cgil. Esperti ladri di bronzo anche in quell’occasione avevano trafugato non solo il busto bronzeo ma anche uno dei 4 bassorilievi che circondavano la statua, tanto da costringere la famiglia Cacciatore – ed in particolare la figlia Anna – a ritirare gli altri bassorilievi. Intanto, la famiglia di Francesco Cacciatore avrebbe già contattato l’amministrazione comunale per metterli al corrente dei fatti. Cecchino Cacciatore: «L’ho scoperto per caso ed è un atto grave», polemiche sul sistema di sicurezza del camposanto «Io l’ho scoperto per caso ed è questa la cosa poco seria perché un vecchio amico di mio nonno, evidentemente, facendo visita al cimitero sarà passato davanti alla tomba di mio
nonno e si è accorto che il busto è stato divelto, sembrerebbe tolto con la fiamma ossidrica». Parla così l’avvocato salernitano Cecchino Cacciatore, nipote di Francesco – anch’esso meglio conosciuto come Cecchino – dopo la segnalazione di Lucio Russomando che, con tanto di foto, ha denunciato sul profilo facebook del legale salernitano quanto accaduto al monumento funebre del nonno. «A parte il dispiacere personale, io pongo una questione di sicurezza e di sorveglianza: di sicurezza perché si è consentito che qualcuno, in modo indisturbato riuscisse ad asportare un monumento anche con degli attrezzi che non possono entrare in un luogo del genere e di sorveglianza perché a distanza di una settimana nessuno se ne è accorto», ha poi aggiunto Cecchino Cacciatore. Peppino Cacciatore: «Necessario implementare il sistema di sicurezza e video sorveglianza all’interno del cimitero» Abbiamo scoperto cose assurde». Parole amareggiate quelle espresse dal professor Peppino Cacciatore che ieri ha contattato telefonicamente il direttore del cimitero di Salerno, Filomeno Di Popolo, per chiedere delucidazioni in merito a quanto accaduto alla tomba del suo parente. Secondo quanto riferisce Peppino Cacciatore il fatto sarebbe accaduto la scorsa settimana ma sarebbe stato reso noto solo nella giornata di ieri dopo la visita alla tomba del noto esponente politico dal compagno socialista. «E’ grave che i responsabili del cimitero non sentano il dovere di chiamare i familiari», ha poi aggiunto il professore che conferma la teoria della fiamma ossidrica. Resta da capire, ad oggi, come è stata poi trasportato il busto della statua dal luogo sacro. Peppino Cacciatore chiede ora al direttore Di Popolo di migliorare il sistema di controllo all’interno dello stesso cimitero, da mesi ormai vittima di malviventi. «Occorre una maggiore vigilanza. Mi hanno detto che le telecamere ci sono ma dopo soli 6 giorni le immagini vengono cancellate, non è possibile – ha poi aggiunto Peppino Cacciatore, docente di storia della
Filosofia presso l’Università Federico II di Napoli – E’ un gesto vile soprattutto perchè hanno attaccato un simbolo per la città di Salerno». Ad oggi non si conoscono i responsabili del vile atto ma si ipotizza che il furto possa essere stato commesso dai “classici” ladri di bronzo per rivenderlo per poche centinaia di euro. LE REAZIONI/ L’intervento del sindaco Napoli: “Vicini alla famiglia” «La Civica Amministrazione di Salerno, certa di interpretare i sentimenti dell’intera Cittadinanza, esprime sdegno per la profanazione della tomba della Famiglia Cacciatore». Lo dichia il sindaco Vincenzo Napoli.«A tutti i congiunti un abbraccio di fraterna solidarietà. Piena disponibilità del Personale e dei Servizi Cimiteriali per contribuire allo svolgimento delle indagini che si confida possano individuare presto i responsabili e la matrice del vile episodio», ha poi aggiunto il primo cittadino. «Totale e incondizionata solidarietà dell’associazione Memoria in Movimento e mia personale alla famiglia Cacciatore». Lo ha dichiarato il presidente dell’associazione, Angelo Orientale, secondo cui «questi oltraggi alla memoria antifascista e del movimento operaio salernitano devono finire. Anche in città abbiamo un’emergenza fascista. Tutte le forze democratiche se ne devono farsi carico e intervenire per una vigilanza costante». L’associazione Memoria in Movimento aveva già deciso per il prossimo 6 dicembre, nell’ambito della propria programmazione, un momento seminariale di riflessione sui temi del fascismo e antifascismo oggi con il presidente nazionale dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre, dottor Saverio Ferrari. «Riconfermiamo anche pubblicamente la nostra disponibilità e volontà a organizzare tale evento unitariamente con le associazioni partigiane e dei perseguitati politici», ha poi aggiunto Orientale. Parla di un oltraggio «vergognoso e inquietante» alla memoria di Cecchino Cacciatore il deputato di Forza Italia Gigi Casciello che
esprime sincera solidarietà alla famiglia Cacciatore. «Una figura simbolo della storia e della politica non solo cittadina al di là delle specifiche appartenenze politiche che pure mi vedono distante – ha poi aggiunto il parlamentare – Difficile pretendere rispetto dai ladri. Doveroso, invece, è invocare controlli e attenzione, nella struttura di Brignano, da parte di chi è preposto a garantire la sicurezza, per fare in modo che in questo tempo disadorno si lascino in pace almeno i morti» Vietri sul Mare, il Comune omaggia la pianista Marina Pellegrino Lunedì 10 giugno, alle ore 10, al Comune di Vietri sul Mare, riconoscimento per la pianista vietrese Marina Pellegrino, vincitrice del premio Sinopoli, consegnato dal Capo dello Stato lo scorso 5 giugno. “Il premio ricevuto dalla nostra concittadina Marina Pellegrino, componente del quartetto Felix, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, è motivo di soddisfazione ed orgoglio – dice il sindaco di Vietri sul Mare, Giovanni De Simone – Aspettiamo Marina al Comune per festeggiare con lei questo ambizioso risultato. Vietri sul Mare si conferma terra di artisti e di talenti”.
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