Amministrative 2021, "Pronto a scendere ancora in campo per il bene della mia comunità"

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Amministrative 2021, “Pronto
a scendere ancora in campo
per   il   bene  della   mia
comunità”
di Erika Noschese

Un quinquennio fruttuoso ma difficile sotto tanti punti di
vista, soprattutto dovendo fare i conti con Quota 100 e “altre
iniziative bizzarre”. A circa sei mesi dalle elezioni
amministrative il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli fa un
primo bilancio del suo mandato e si dice pronto a scendere
nuovamente in campo. Ma, precisa il primo cittadino, “non ho
primazie per una eventuale ricandidatura né mi traggo
indietro”.

Primavera 2021, la città di Salerno sarà chiamata al voto per
il rinnovo dell’amministrazione comunale. Un bilancio di
questo quinquennio?

“E’ stato un quinquennio fruttuoso e difficile perché ci sono
state queste situazioni imponderabili: abbiamo dovuto
combattere, nell’arco della consiliatura, con un grandissimo
deficit di personale, grazie a Quota 100 ed altre iniziative
bizzarre: noi abbiamo i nostri organici dimezzati, il lavoro
c’è, va fatto ma sempre con minore unità, considerando anche
il blocco del lockdown. Fortunatamente, il presidente De Luca,
con la sua lungimiranza, ha fatto questa azione di recupero di
personale a cui far fare stage presso l’amministrazione
comunale con la speranza – e la certezza possiamo dire – di
essere poi recuperati per intero. Ci sono state difficoltà
specifiche, il blocco delle assunzioni e il turn over hanno
creato difficoltà importanti; abbiamo vigili ultra 60enne,
dimezzati; uffici desertificati da queste contingenze. Noi
abbiamo uffici dell’anagrafe che apriamo a giorni alterni
perché non c’è materialmente chi va ad aprire. Ci sono state
delle criticità affrontate dignitosamente. Abbiamo messo in
cantiere opere pubbliche importanti: tra poco si potranno
vedere gli esiti del ripascimento; abbiamo difficoltà perché
si sa che in Italia per fare un’opera pubblica è un’impresa:
non basta fare la gara, individuare il vincitore, consegnare i
lavori perché poi c’è il ricorso al Tar, al Consiglio di Stato
e al presidente della Repubblica. Abbiamo fatto il piano delle
Periferie, ci sono lotti di manutenzione in corso: non sono
fatti vistosi, sono concreti e servono alla cittadinanza. Da
questo punto di vista io mi sento moderatamente soddisfatto
per quanto si è fatto. Noi abbiamo fatto quanto nelle nostre
umane possibilità viste le contingenze, abbiamo svolto con
onore la nostra funzione ed io ringrazio i consiglieri
comunali, gli assessori perché hanno svolto, ciascuno dal
canto suo, un ruolo a cui la città li hanno chiamati e lo
hanno fatto con onore e dignità. Per quanto riguarda la
candidatura alla prossima tornata elettorale io sono un uomo
animato da spirito di servizio: quello che faccio è perché
credo ci sia un dovere morale. Siccome non me lo ha
consigliato il medico di fare la carriera delle candidature
politiche, l’ho fatta al meglio delle mie possibilità e mi
sforzo di dare quanto posso. Detto questo, abbiamo una tornata
elettorale complicata nella prossima primavera, io non pongo
nessun problema: non ho primazie per una eventuale
ricandidatura né mi traggo indietro; sarà nell’intelligenza
collettiva che in questi anni ha animato l’azione del gruppo
intorno al presidente De Luca e pare che le scelte adottate
hanno avuto sempre il conforto dei cittadini. Io non pongo
assolutamente nessuna primazia: non né ho alcun diritto, sono
al pari degli altri. Bisogna individuare, allo stato
dell’arte, quale può essere la squadra e la persona che può
rappresentare degnamente una situazione che va governata con
grande senso del futuro”.

Lei si ritiene soddisfatto del lavoro portato avanti dai suoi
consiglieri in questi 5 anni?

“Molto soddisfatto no, non lo sono neanche di me francamente.
Sono soddisfatto perché è stato fatto quanto era nelle nostre
umane possibilità ma si può fare sempre meglio ma anche
peggio. Sono soddisfatto perché abbiamo dato un nostro
contributo – credo e spero – disinteressato e attento alla
città e per questo il mio plauso va sia ai consiglieri
comunali che alla giunta”.

Coronavirus:   ritardi   per
accertamenti, sindaco scrive
a procura
Una nota alla procura di Lagonegro perche’ faccia luce su un
presunto ritardo nelle comunicazioni di un caso positivo di
coronavirus a Vibonati, nel Salernitano, e sulla disposizione
di quarantena obbligatoria per i familiari dell’uomo, un
medico in servizio a Salerno. Ad inviarla agli inquirenti, il
sindaco di Sapri, Antonio Gentile, spiegando che la famiglia
in questione risiede in una zona piu’ vicina al comune da lui
amministrato che a Vibonati. L’amministrazione comunale di
Vibonati, il 3 aprile scorso, confermando il contagio del
medico, precisava, pero’, “che il sindaco, il responsabile
della Protezione civile comunale ed il comandante della
stazione dei carabinieri di Vibonati non erano stati messi al
corrente della quarantena adottata nei confronti del
contagiato da parte della responsabile dell’Uopc, ne’
tantomeno informati dal medico di base del contagiato”. Una
quarantena obbligatoria che sarebbe stata avviata gia’ nella
seconda meta’ di marzo e della quale non avrebbe ricevuto
alcuna comunicazione il primo cittadino saprese che, all’AGI,
sottolinea un “corto circuito informativo perche’ noi non
abbiamo saputo niente e Vibonati sostiene di non aver saputo
niente”. Ci sono “troppe cose che non mi quadrano”. “Non so
chi e se qualcuno ha sbagliato a non fare comunicazioni. Non
sono io a deciderlo. So solo che si tratta di una abnorme
quanto potenziale pericolosa distrazione”. Da qui, l’invio
della nota “alla procura di Lagonegro dove spiego velocemente
i fatti e chiedo a loro di ricostruirli. Mi sono comunque
attivato per cercare di ricostruire in anticipo i contatti
verosimili tra i familiari di questa persona”.

Coronavirus:contagiato
sindaco Auletta, chiese a De
Luca tampone
Il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, è risultato positivo
al Covid-19. Lo annuncia lui stesso in una diretta Facebook
poco fa. Questa mattina, l’esito dei tamponi. “Il bollettino
ha portato altri due positivi e, tra i due, ci sono io”, dice.
“Non sapevo come avrei reagito alla notizia. Ora che il
risultato è confermato, mi sento ancor più motivato. E’ vero
che con il Covid si può morire, ma e’ anche vero che si puo’
guarire. Non posso, non voglio e non mi abbattero'”, promette.
Poi, rivolgendosi ai suoi concittadini, aggiunge che
l’auspicio e’ che “quanto successomi vi convinca a restare a
casa perché e’ l’unico modo per vincere la battaglia. A chi
puo’ succedere? E’ successo a me che non sono restato a casa”.
Il primo cittadino, in un’altra diretta social delle scorse
ore, aveva comunicato che e’ risultato positivo anche il suo
vicesindaco. Qualche giorno fa, proprio Pessolano aveva
lanciato l’appello al ‘governatore’ della Campania, Vincenzo
De Luca, perche’ facesse eseguire i tamponi sulla giunta
comunale di Auletta.

“Isolati    tre    ceppi   di
coronavirus”         Nicholas
Esposito (Lega) nella bufera
di Erika Noschese

Il coordinatore provinciale della Lega Salerno, Nicholas
Esposito nella bufera. Al centro della questione una foto
diffusa, a mezzo social, nella serata di giovedì che
raffigurava il presidente della Repubblica Francese Emmanuel
Macron salutare, sorridente, il governatore della Regione
Campania Vincenzo De Luca e il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte. Una sorta di black humor mal riuscita per
Esposito che ha scritto “isolati tre ceppi di coronavirus”,
con i loghi della Lega Salerno e Lega Giovani. Tanto è
bastato, non solo a livello locale, per scatenare una vera e
propria polemica. Solo dopo diverse ore la “presa di
coscienza” di Esposito che – sempre ha messo social – ha
tentato goffamente di correre ai ripari: “Il mio banner voleva
essere ironico ma evidentemente è stato un errore. Per questo
ho provveduto a cancellarlo e me ne scuso”, ha infatti scritto
il coordinatore provinciale. Tutto tace, al momento,
all’interno della Lega che preferisce, evidentemente, lasciare
che la questione finisca nel dimenticatoio nonostante la
caduta di stile del loro numero uno. «Il fatto che la Lega
abbia lanciato questa provocazione – e che al seguito ci sia
anche la Lega giovani quindi ragazzi e ragazze che
probabilmente non ricordano o poco peso danno a quello che la
Lega ha sempre pensato e, in alcuni casi, continua a pensare
del nostro territorio – fa semplicemente sorridere», ha
dichiarato il segretario del Psi giovani Salerno, Vittorio
Cicalese. «Mettere alla berlina il premier francese può essere
o meno discutibile ma non vedo argomentazioni, se non una mera
provocazione, a mò di meme come si fa quando non si ha nulla
da dire e in questo la Lega è particolarmente brava – ha
aggiunto Cicalese – Mentre per Macron il giudizio può
risultare più o meno fuori dalla loro portata, semplicemente
perchè si tratta di politica estera, Conte è stato il premier
della Lega e ora non va più bene semplicemente perchè ha fatto
una scelta politica; De Luca è la parte più divertente perchè
è candidato presidente sostenuto dal centro sinistra (Psi
compreso) ma ora stiamo ancora aspettando il nome che il
centro destra vorrà tirare fuori dal cilindro per andare
contro un presidente che in 5 anni ha rilanciato in molti
settori la Regione Campania». Cicalese invita poi i giovani
leghisti ad un dibattito pubblico affinchè si riesca a
comprendere il vero senso della politica. Attacchi anche dal
segretario dei giovani democratici Marco Mazzeo: «Giovedì il
coordinatore provinciale della Lega e dei giovani leghisti
campani, aveva pubblicato una foto del Presidente della
Regione Campania, del Presidente del Consiglio e del
Presidente francese con la scritta “Isolati tre ceppi di
Coronavirus“. È semplicemente vergognoso – ha dichiarato Marco
Mazzeo – Un post che assolutamente non andava fatto. Basta.
Stop immediato a ogni polemica. In queste ore non ci possono
essere maggioranza e opposizione, destra e sinistra, Regioni e
Governo. Dobbiamo solo tutti insieme lavorare per proteggere
le persone e superare l’emergenza coronavirus. Il resto dopo».
«Ora – conclude Marco Mazzeo, Segretario dei Giovani
Democratici di Salerno – la cosa più importante è riaccendere
l’economia del Paese e ricreare fiducia, speranza. Spetta a
tutte e a tutti ora collaborare, lontani dalle polemiche e
vicini alle persone. L’Italia ce la farà, ci rimetteremo in
moto».
La replica del sindaco Pino Palmieri: «Ragazzetti di 28 anni
non possono fare politica»

«Ci vuole maturità per fare politica, non possono mettere i
ragazzetti di 28 anni». Lo dichiara il sindaco di Roscigno
Pino Palmieri, esponente della Lega Salerno, dopo la battuta
infelice del coordinatore provinciale della Lega Salerno
Nicholas Esposito. «Non ti puoi mettere a fare ironia in un
momento così delicato, la gente è confusa e non ha certezze
chiare – ha poi aggiunto il primo cittadino – Bisogna tutelare
chi opera sui territori». Per Pino Palmieri, dunque, è
necessario lavorare, in questo momento così delicato per
l’intero Paese, «le responsabilità si vedranno alla fine
dell’emergenza ma io ora non posso essere fermato da
giornalisti o cittadini che mi chiedono di questo post e se
condivido la posizione assunta dal mio coordinatore
provinciale. Questa cosa non sta nè in cielo nè in terra, non
è il momento di mettersi a fare ironia, nè il momento di
scherzare». Il sindaco di Roscigno ha poi aggiunto che, in
questo momento, «bisogna tutelare chi lavora sul territorio,
le forze dell’ordine, polizia e carabinieri così come i
sindaci che fronteggiano l’emergenza da un punto di vista
amministrativo ma non possiamo fare queste esternazioni».

L’appello di don Antonio:
“Fermatevi a riflettere”
di Giovanna Naddeo

Preghiera ed estrema commozione nella serata di ieri a San
Mango Piemonte, quando la comunità picentina si è stretta al
dolore della famiglia La Rocca. Alle ore 20 il primo rintocco
delle campane, poi la veglia di preghiera presso la chiesa
“Santa Maria”, gremita per l’occasione, per far sentire
affetto e vicinanza a papà Vinicio, mamma Maddalena e al
fratello Giuseppe. “Questa sera, fermiamoci” è l’esortazione
del parroco, don Antonio Romano. “Mettiamo da parte il
chiacchiericcio, i social network e abbandoniamoci al silenzio
della preghiera e della riflessione”. Tra i presenti, anche il
sindaco di San Mango Piemonte, Francesco Di Giacomo, e Nicola
Annunziata, dirigente scolastico dell’istituto frequentato da
Melania. “N essuna parola e nessun pensiero sarebbero in grado
di descrivere una così grande sofferenza che mai dovrebbe
accadere a un genitore, né a un fratello. Una disgrazia
terribile, la peggiore che la vita possa infliggere” ha
dichiarato il primo cittadino. “P ossiamo solo stringerci in
silenzio intorno alla famiglia e al loro dolore”. In
sottofondo, il pianto sommesso dei parenti e della comitiva di
amici di Melissa. “Vorremmo salire fin lassù e abbracciarti
un’ultima volta” recita lo striscione affisso accanto al
portone centrale della chiesa. Al termine della veglia, una
fiaccolata silenziosa ha accompagnato la famiglia di Melissa a
casa. Una scia luminosa, raccolta ed intensa, per rendere
omaggio al sorriso splendente e luminoso di Melissa. Un ultimo
momento di preghiera nel cortile di casa, poi il silenzio
della sera avvolge il paese, ancora sotto choc per la dolorosa
perdita.

Salerno               Pulita,   l’unico
Raffaele               Fiorillo  si   è
dimesso
di Erika Noschese

Raffaele Fiorillo lascia la società Salerno Pulita. Nella
serata di ieri, infatti, l’amministratore unico della società
che gestisce la raccolta differenziata, lo spazzamento e la
pulizia di varie aree e zone nella città di Salerno ha
protocollato, tramite pec – e che pertanto risultano già
protocollate – le sue dimissioni al sindaco Vincenzo Napoli.
Già nella mattinata di oggi il primo cittadino dovrà
comunicare le due decisioni in merito a questo cambio al
vertice, forse per molti inaspettato. Alla base della scelta
dell’amministratore unico di Salerno Pulita ci sarebbero le
tante critiche ricevute in questi mesi, a causa del degrado in
cui versa la città capoluogo. Numerose infatti sono state le
accuse rivolte alla società e soprattutto agli operatori
impegnati nello spazzamento e che non farebbero del tutto il
loro dovere. Per Fiorillo, forse, inaccettabili sono state le
accuse lanciate dal governatore della Regione Campania
Vincenzo De Luca che nel corso del consueto appuntamento con
LiraTv delle scorse settimane aveva utilizzato toni duri
proprio nei confronti della società e, di conseguenza, del
loro numero uno: «L’8% (dei lavoratori ndr) compie il proprio
dovere ma c’è un 20% che non fa il proprio lavoro con fenomeni
di assenteismo ripetuti», aveva infatti dichiarato il
governatore della Campania. E non solo. Il presidente di
Palazzo Santa Lucia era stato chiaro: «Lavorate altrimenti si
sbaracca». E a sbaraccare, almeno per ora, è l’amministratore
unico ma – a quanto pare – per sua scelta. Ora è già scattato
il totonome: chi sarà il successore di Fiorillo? A chi
spetterà l’arduo compito di ripristinare la pulizia nella
città capoluogo? Per il momento non è dato saperlo ma è
probabile che i diretti interessati abbiano già un’idea.
Raffaele Fiorillo, di fatti, da settimane sembrava essere
assente, nonostante precedenti impegni presi con associazioni
o privati cittadini. Intanto però non si fermano le
segnalazioni da parte dei cittadini che chiedono maggiore
pulizia soprattutto nelle zone centrali di una città sembre
più degradate.

Una bravata di sei minori ed
un maggiorenne
Prima della denuncia da parte del primo cittadino in Procura
le forze dell’ordine hanno già ottenuto il risultato
dell’identificazione e denuncia a piede libero di 6 minorenni
ed un maggiorenne ritenuti i responsabili del rogo del Saretto
di Sarno. I ragazzi sono stati inchiodati alle loro
responsabilità grazie alle telecamere di sorveglianza presenti
sul territorio. Dopo le perquisizioni presso le abitazioni,
effettuate, ieri mattina, i ragazzi sono stati ascoltati dagli
inquirenti e e dal magistrato titolare del fascicolo, il
sostituto procuratore presso il tribunale di Nocera Inferiore,
Fasano. Alla base del disatro vi sarebbe una semplice bravata.
Ci è voluta un’intera giornata, l’ausilio di 3 elicotteri, un
canadair, 8 mezzi antincendio della Protezione civile
nazionale e delle associazioni presenti sul territorio e 7
autobotti dei vigili del fuoco per un complessivo di cento tra
uomini e donne, per domare l’incendio al Saretto. Duecento i
cittadini sfollati di cui venti sono stati ospiti del plesso
scolastico “Baccelli” nei pressi di Palazzo di Città.
“Balordi, cretini, stupidi ed irresponsabili, inconsapevoli
del danno che potevano arrecare prima a loro stessi e poi alle
persone” ha commentato amaro il primo cittadino Giuseppe
Canfora che ha seguito del centro di coordinamento presso il
Comune le operazioni, “Ci vogliono 40 anni per rendere un
bosco rigoglioso, nel giro di una notte poi va tutto
bruciato”. Non ci si spiega ancora cosa ha spinto i piromani
ad appiccare le fiamme e rendere Sarno un vero e proprio
inferno con la gente in strada a respirare cenere e vedere i
propri monti bruciare avendo l’impressione di essere quasi
inghiottiti dalle fiamme visto che l’incendio grazie alle
forti raffiche di vento si è spinto a poco meno di 500 metri
dal centro abitato. “Quella di venerdì è stata una notte
drammatica al Saretto – ha commentato il primo cittadino – una
notte intensa nel salvaguardare la popolazione e le abitazioni
e per questo abbiamo evacuato circa 200 persone residenti
nella fascia pedemontana più prossima alle fiamme”. Con il
pericolo cessato alle prime ore del mattino: “Grazie alla
forza delle braccia dei tanti volontari che ringrazio
singolarmente – dice Canfora – che hanno raggiunto il mio
territorio da diverse zone della provincia, che con le pale
hanno arginato le fiamme, un ringraziamento alla stazione dei
carabinieri, agli agenti del commissariato ai Vigili del
fuoco, ai Vigili urbani ed alla Protezione civile che hanno
evitato il peggio. Un atto al mille per mille doloso. Il
Saretto è zona rossa, in gran parte proprietà privata, è una
zona demaniale, non ci sono pascoli, non è edificabile, e
quindi non è ipotizzabile nessun oscuro disegno, è solo una
grande cavolata da parte di non so di chi, una balordaggine”.
Domani mattina dunque le contromisure amministrative da parte
di Palazzo di Città. “Ci sono delle cose molto serie da fare –
conclude il primo cittadino – spenti tutti i focolai dovremo
bonificare tutta l’area, circa 10 ettari e bonificata la zona
passeremo agli atti amministrativi con una delibera per
dichiarare lo stato di calamità e sicuramente trovando sponda
in Regione per le coperture economiche per far fronte
all’emergenza”.

«Abbiamo rivissuto l’ansia dell’alluvione»

“Vivere le ore dell’incendio è stato drammatico. Abbiamo
rivissuto gli stessi momenti dell’alluvione del 5 maggio
1998”. Parola di Alfonso Bonaiuto, figlio di una coppia di
sfollati sia undici anni fa che l’altra sera. Ieri mattina
Alfonso era dinanzi Palazzo di Città a seguire le ultime fasi
di spegnimento dopo una notte insieme agli anziani genitori.
“E’ stato drammatico ed ancora una volta si presenta un danno
alla natura ed all’uomo ad opera di delinquenti sicuramente,
squallidi personaggi irrecuperabili”. Alfonso però non si
scaglia solo contro i responsabili del devastante incendio ma
ha da recriminare anche la mancata prevenzione
all’amministrazione: “Ci sono responsabilità legate alla
prevenzione che molto probabilmente né la Protezione civile né
l’Ente parco di cui fa parte il Saretto e l’amministrazione
comunale non hanno fatto”. Un j’accuse molto duro verso le
autorità competenti che in ogni caso per tutto il corso delle
operazioni di spegnimento sono state impegnate in loco ed in
ogni caso non avrebbero potuto nulla contro la mano criminale
che ha agito. “Devo dire che non ci sono controlli – continua
Alfonso – sul territorio ci sono ancora abitazioni abusive che
si costruiscono. Io non ho nulla contro l’amministrazione ma
la prevenzione quando viene fatta viene fatta per
salvaguardare gli interessi del territorio e del cittadino,
quindi quando emergono fatti di questo tipo legati ad una
situazione gravissima a danno della natura e dell’uomo
bisognerebbe prendere provvedimenti, organizzare la Protezione
civile in termini seri con l’Ente parco a fare prevenzione”.
Alfonso ha avuto i suoi genitori sfollati l’altra sera grazie
all’ordinanza sindacale firmata da Giuseppe Canfora: “Sì la
mia famiglia è stata sfollata da via San Martino e via
Mortari, la mia famiglia, la famiglia De Vivo, io ho cercato
di ospitarli a casa mia ma per la paura hanno preferito il
centro di accoglienza allestito nel presso scolastico
“Baccelli” “. La paura è stata tanta dunque con le ferite del
‘98 che hanno ripreso a sanguinare anche se per poche ore, con
persone che hanno preferito lasciare la città, città che è
tornata a pululare di mezzi della Protezione civile e Vigili
del fuoco a difesa delle abitazioni che già una volta sono
state violentate dall’acqua, scampando in queste ore alla
furia delle fiamme.
Ferrentino:«Ora comincerà la dura fase del monitoraggio e
intervento»

Circa 200 evacuati con un territorio già fortemente a rischio
idrogeologico ed ulteriormente violentato con relativa
maggiorazione dei pericoli per i cittadini. La tabella di
marcia è dunque scandita dall’assessore ai lavori pubblici
Gaetano Ferrentino: “Adesso inizierà la dura fase di
monitoraggio ed intervento tenendo presente che le competenze
non sono solo del Comune ma anche della Provincia e degli
uffici Regionali che insieme dovranno avviare la fase di
monitoraggio e programmare gli investimenti per risanare il
Saretto”. La “fortuna” della città di Sarno in questa
circostanza è quella di essere già inserita all’interno della
piattaforma “Italia Sicura”: “A breve ci sarà un progetto
esecutivo – continua Ferrentino – per la messa in sicurezza
generale del territorio visto che in ogni caso siamo ancora
reduci della vicenda frana ed i fondi mano mano arrivano e
speriamo adesso che ci sia un’attenzione particolare da parte
della Regione in quanto al di là del Saretto e di quello che
si prospetta dopo questo incendio c’è tutto il discorso
manutenzione delle opere idrauliche post frana che potrebbe
diventare importante dopo tutto quello che è successo che ha
danneggiato l’intero arco montuoso del Sarno”. Nessun danno
alle condotte idriche ed alle abitazioni, strutture
salvaguardate dai Vigili del fuoco visto che il fuoco è
arrivato quasi a valle. Adesso dunque la priorità è mettere in
sicurezza la montagna e rimboschire onde evitare il cedimento
del terreno. “Prima c’è bisogno di un monitoraggio di
carattere geologico – conclude Ferrentino – per capire la
tenuta e poi infine rimboschire”. A coordinare le operazioni
da Palazzo di Città anche il vicesindaco Roberto Robustelli,
scampato miracolosamente già all’alluvione del 5 maggio ‘98
dopo 72 ore trascorse nel fango: “Ci siamo accorti che
qualcosa non andava e ci siamo preoccupati di capire cosa
stesse succedendo. Sono state ore frenetiche e vista la
situazione abbiamo deciso di evacuare le abitazioni della
fascia pedemontana del monte Saretto”. Un ricordo indelebile
quello dell’emergenza alluvione del ‘98 che ha spinto il
vicesindaco ed assessore all’ambiente a lavorare alacremente
per i suoi concittadini coinvolti in questo ulteriore dramma
ambientale vissuto dalla città di Sarno.

Costa,   il  sindaco  Somma
presenta esposto in Procura
di Erika Noschese

Una diffida alla Regione Campania e un esposto alla Procura
della Repubblica. Il sindaco di Mercato San Severino Antonio
Somma sembra intenzionato a mettere la parola fine ai forti
miasmi che ogni giorno vivono i residenti di Mercato San
Severino, a causa del malfunzionamento del depuratore di Costa
e del torrente Solofrana. «Miasmi irrespirabili – ha attaccato
il primo cittadino di Mercato San Severino – La Regione ha
deliberato lo stanziamento di 5 milioni du euro nell’ottobre
2018 ma, ad oggi, nulla è stato fatto». Somma, già dallo
scorso anno, lamenta infatti il malfunzionamento del
depuratore di Costa e le criticità che si registrano sul
torrente Solofrana che sono oggetto di costante preoccupazione
in quanto metterebbero in pericolo anche la salute dei
cittadini che, invece, sostiene il sindaco «è e deve essere al
primo posto». L’amministrazione comunale di fatti lamenta i
ritardi della Regione nel dare concretezza a provvedimenti
deliberati oramai da dieci mesi. Il primo cittadino,
riferendosi ai miasmi nell’area del depuratore della frazione
Costa, ha inoltrato un circostanziato esposto alla Procura
della Repubblica di Nocera Inferiore, chiedendo di verificare
eventuali profili di illecito e perseguire responsabilità
soggettive. «La salute dei cittadini non può aspettare.
Persistono a Costa cattivi odori irrespirabili, certificati
dalle relazioni di sopralluogo dei tecnici comunali e della
polizia municipale, le cui cause vere non è dato conoscere,
potenziale pericolo per la salute dei cittadini e fonte di
inquinamento ambientale – ha dichiarato il sindaco che già lo
scorso anno ha presentato un esposto – Gli organismi
competenti devono assumersi le proprie responsabilità ed
adottare soluzioni urgenti ed efficaci. Nonostante siano stati
approvati dalla Regione Campania, da circa un anno,
provvedimenti che prevedono lo stanziamento di ben cinque
milioni di euro – una somma che rende l’idea dell’entità della
questione e dell’urgenza ad oggi – incredibilmente nulla è
stato fatto». Con l’esposto in Procura presentato lo scorso 27
agosto, dopo giorni di odori insopportabili, il primo
cittadino ha preparato anche una lettera indirizzata alla
Direzione Regionale del Ciclo integrato delle acque e dei
rifiuti, all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania,
alla Gori, all’Arpac, alla Cogei (soggetto gestore del
depuratore), e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente,
ribadendo quanto più volte richiesto, a partire dal luglio
2018. Perentorie richieste, ad horas, inviate da Antonio Somma
ai competenti uffici regionali di interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria del complesso, di ammodernamento
impiantistico e tecnologico, oltre al cronoprogramma di
gestione, all’avvio della lotta agli scarichi illegali, con il
controllo, costante e metodico, delle immissioni delle acque
reflue nei corpi idrici superficiali. Note, quelle del luglio
2018, allora seguite dal sequestro preventivo dell’impianto il
9 agosto 2018 da parte del Nucleo Operativo Ecologico di
Salerno dei Carab i n i e r i (con sollecito di trasferimento
dalla Reg i o n e C a m p a – nia, proprietaria d e l l ’ i m
– pianto, delle risorse necessarie per completare i lavori di
adeguamento), e dall’interrogazione parlamentare del 25
settembre 2018, che richiamava le gravi inadempienze della
Regione, responsabile del funzionamento del Depuratore. «Il 24
ottobre 2018 una deliberazione di Giunta Regionale dispone il
finanziamento di due interventi per circa 5 milioni di euro
complessivi : uno per il controllo delle emissioni in
atmosfera provenienti dal depuratore (3 milioni e trecento
mila euro), l’altro per ottimizzare i processi produttivi di
realizzazione di centrifuga e silos di stoccaggio fanghi (1
milione e cinquecentomila euro circa)», ha poi aggiunto il
primo cittadino secondo cui gli stanziamenti disposti da
Palazzo Santa Lucia sarebbero ancora nelle casse regionali,
poiché non sono stati adottati i provvedimenti attuativi.
Inerzia che ci ha costretti alla più recente diffida, quella
del 27 agosto scorso, diretta alla Direzione regionale del
Ciclo integrato delle acque, con la quale abbiamo chiesto
anche un controllo straordinario degli scarichi industriali
degli opifici per verificare i dati con la portata idrica
all’ingresso dell’impianto di Costa, ed alla nota diretta
all’Arpac, «per il monitoraggio delle acque del torrente
Solofrana, interessato da degrado ed inquinamento provocati
dalle attività industriali e dagli insediamenti urbani», come
ha spiegato il sindaco. «La Procura accerterà le eventuali
responsabilità ed il perché dei silenzi. Noi non ci fermeremo.
Continueremo ad essere pronti, attenti e vigili, a tutela
della salute dei concittadini e della pubblica e privata
incolumità, attendendo dai competenti uffici regionali gli
interventi programmati, che sono, lo ribadiamo con forza,
urgenti ed indifferibili», ha poi aggiunto.

Devastata da imbecilli la
tomba di Francesco Cacciatore
di Erika Noschese

Oltraggiata la tomba di Francesco Cacciatore. A fare la
macabra scoperta un amico del noto esponente politico, morto
negli anni ’80, il socialista Lucio Russomando, ex segretario
della Camera del Lavoro di Battipaglia. Francesco Cacciatore,
meglio conosciuto come Cecchino, è stato fondatore ed
importante esponente del Partito Socialista Italiano di Unità
Proletaria è nonno dell’avvocato salernitano Cecchino
Cacciatore. Quest’ultimo ha infatti scoperto l’accaduto
tramite la segnalazione, su facebook, dello stesso Russomando
che nei giorni scorsi ha fatto visita ai suoi cari e ha notato
quanto accaduto al monumento funebre. I fatti potrebbero
risalire alla scorsa settimana quando ignoti si sarebbero
introdotti all’interno del cimitero di Salerno e,
verosimilmente con una fiamma ossidrica, avrebbero divelto il
busto – realizzato da uno scultore cavese – del monumento,
eretto dopo la morte avvenuta – come già anticipato – nel 1983
– all’interno del Famedio degli uomini illustri. Intanto,
proprio questa mattina la famiglia Cacciatore sporgerà
regolare denuncia contro ignoti.

IL PRECEDENTE

Circa sei anni fa, la medesima sorte è toccata a Luigi,
deputato alla Costituente ed ex vicesegretario nazionale del
Psi oltre che sindacalista della Cgil. Esperti ladri di bronzo
anche in quell’occasione avevano trafugato non solo il busto
bronzeo ma anche uno dei 4 bassorilievi che circondavano la
statua, tanto da costringere la famiglia Cacciatore – ed in
particolare la figlia Anna – a ritirare gli altri
bassorilievi. Intanto, la famiglia di Francesco Cacciatore
avrebbe già contattato l’amministrazione comunale per metterli
al corrente dei fatti.

Cecchino Cacciatore: «L’ho scoperto per caso ed è un atto
grave», polemiche sul sistema di sicurezza del camposanto

«Io l’ho scoperto per caso ed è questa la cosa poco seria
perché un vecchio amico di mio nonno, evidentemente, facendo
visita al cimitero sarà passato davanti alla tomba di mio
nonno e si è accorto che il busto è stato divelto, sembrerebbe
tolto con la fiamma ossidrica». Parla così l’avvocato
salernitano Cecchino Cacciatore, nipote di Francesco –
anch’esso meglio conosciuto come Cecchino – dopo la
segnalazione di Lucio Russomando che, con tanto di foto, ha
denunciato sul profilo facebook del legale salernitano quanto
accaduto al monumento funebre del nonno. «A parte il
dispiacere personale, io pongo una questione di sicurezza e di
sorveglianza: di sicurezza perché si è consentito che
qualcuno, in modo indisturbato riuscisse ad asportare un
monumento anche con degli attrezzi che non possono entrare in
un luogo del genere e di sorveglianza perché a distanza di una
settimana nessuno se ne è accorto», ha poi aggiunto Cecchino
Cacciatore.

Peppino Cacciatore: «Necessario implementare il sistema di
sicurezza e video sorveglianza all’interno del cimitero»

Abbiamo scoperto cose assurde». Parole amareggiate quelle
espresse dal professor Peppino Cacciatore che ieri ha
contattato telefonicamente il direttore del cimitero di
Salerno, Filomeno Di Popolo, per chiedere delucidazioni in
merito a quanto accaduto alla tomba del suo parente. Secondo
quanto riferisce Peppino Cacciatore il fatto sarebbe accaduto
la scorsa settimana ma sarebbe stato reso noto solo nella
giornata di ieri dopo la visita alla tomba del noto esponente
politico dal compagno socialista. «E’ grave che i responsabili
del cimitero non sentano il dovere di chiamare i familiari»,
ha poi aggiunto il professore che conferma la teoria della
fiamma ossidrica. Resta da capire, ad oggi, come è stata poi
trasportato il busto della statua dal luogo sacro. Peppino
Cacciatore chiede ora al direttore Di Popolo di migliorare il
sistema di controllo all’interno dello stesso cimitero, da
mesi ormai vittima di malviventi. «Occorre una maggiore
vigilanza. Mi hanno detto che le telecamere ci sono ma dopo
soli 6 giorni le immagini vengono cancellate, non è possibile
– ha poi aggiunto Peppino Cacciatore, docente di storia della
Filosofia presso l’Università Federico II di Napoli – E’ un
gesto vile soprattutto perchè hanno attaccato un simbolo per
la città di Salerno». Ad oggi non si conoscono i responsabili
del vile atto ma si ipotizza che il furto possa essere stato
commesso dai “classici” ladri di bronzo per rivenderlo per
poche centinaia di euro.

LE REAZIONI/ L’intervento del sindaco Napoli: “Vicini alla
famiglia”

«La Civica Amministrazione di Salerno, certa di interpretare i
sentimenti dell’intera Cittadinanza, esprime sdegno per la
profanazione della tomba della Famiglia Cacciatore». Lo dichia
il sindaco Vincenzo Napoli.«A tutti i congiunti un abbraccio
di fraterna solidarietà. Piena disponibilità del Personale e
dei Servizi Cimiteriali per contribuire allo svolgimento delle
indagini che si confida possano individuare presto i
responsabili e la matrice del vile episodio», ha poi aggiunto
il primo cittadino. «Totale e incondizionata solidarietà
dell’associazione Memoria in Movimento e mia personale alla
famiglia Cacciatore». Lo ha dichiarato il presidente
dell’associazione, Angelo Orientale, secondo cui «questi
oltraggi alla memoria antifascista e del movimento operaio
salernitano devono finire. Anche in città abbiamo un’emergenza
fascista. Tutte le forze democratiche se ne devono farsi
carico e intervenire per una vigilanza costante».
L’associazione Memoria in Movimento aveva già deciso per il
prossimo 6 dicembre, nell’ambito della propria programmazione,
un momento seminariale di riflessione sui temi del fascismo e
antifascismo     oggi    con   il   presidente     nazionale
dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre, dottor
Saverio Ferrari. «Riconfermiamo anche pubblicamente la nostra
disponibilità e volontà a organizzare tale evento
unitariamente con le associazioni partigiane e dei
perseguitati politici», ha poi aggiunto Orientale. Parla di un
oltraggio «vergognoso e inquietante» alla memoria di Cecchino
Cacciatore il deputato di Forza Italia Gigi Casciello che
esprime sincera solidarietà alla famiglia Cacciatore. «Una
figura simbolo della storia e della politica non solo
cittadina al di là delle specifiche appartenenze politiche che
pure mi vedono distante – ha poi aggiunto il parlamentare –
Difficile pretendere rispetto dai ladri. Doveroso, invece, è
invocare controlli e attenzione, nella struttura di Brignano,
da parte di chi è preposto a garantire la sicurezza, per fare
in modo che in questo tempo disadorno si lascino in pace
almeno i morti»

Vietri sul Mare, il Comune
omaggia la pianista Marina
Pellegrino
Lunedì 10 giugno, alle ore 10, al Comune di Vietri sul Mare,
riconoscimento per la pianista vietrese Marina Pellegrino,
vincitrice del premio Sinopoli, consegnato dal Capo dello
Stato lo scorso 5 giugno. “Il premio ricevuto dalla nostra
concittadina Marina Pellegrino, componente del quartetto
Felix, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, è motivo di
soddisfazione ed orgoglio – dice il sindaco di Vietri sul
Mare, Giovanni De Simone – Aspettiamo Marina al Comune per
festeggiare con lei questo ambizioso risultato. Vietri sul
Mare si conferma terra di artisti e di talenti”.
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