IN COMUNIONE costruire legami sociali - CHE FATICA PREGARE INSIEME IO SON O I MIEI INCONTRI - Equipe Notre Dame
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EQUIPE NOTRE DAME ITALIA #215 - Ottobre Novembre 2021 IN COMUNIONE costruire legami sociali CHE FATICA PREGARE INSIEME IO SON O I MIEI INCONTRI SAPER SI ACCOGLIERE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, LOM/VA/707 - nr. 215 anno 2021
EQUIP E NOT R E DAM LIA E ITA TE S TI MO #214 - Lugli NI o Settembre 2021 D EL L'A CC segno per OG LIE NZ i fratelli A AS CO LT A, IS RA EL E LETTERA DELLE ÉQUIPES NOTRE-DAME UN O SG CH E VA UA RD O LO RI ZZ A BR Periodico bimestrale della “Associazione Équipes Notre-Dame” IC IO LE DI RE LA ZI ON E lettera.end@equipes-notre-dame.it FA RE SP AZ IO Direttore responsabile: Alessandro Boriani Poste Italiane S.p.A. Spedizion Équipe di redazione: Patrizia e Valter Scalco, Fra Pier Angelo Manenti, Oriana e Antonio Andolfatto, e in abbonam ento postale D.L. 353/200 3 (conv. in L. 27/02/20 04 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, LOM/VA /707 - nr. 214 anno 2021 Rosalba e Fabrizio Brazzorotto, Chiara e Paolo Consolaro, Silviana Paganini, Flavia e Piergiorgio Praderio Lettera 214: 4.825 inviate per posta Reg. SICID n. 1354/2018 del Trib. di Torino il 18/01/2018 Numero 215, ottobre - novembre 2021 Chiusura redazionale Lettera 214: 15 settembre 2021 Associazione Équipes Nôtre-Dame www.equipes-notre-dame.it - segritalia@equipes-notre-dame.it Stampa: Azienda Grafica Q-PRINT • Gallarate (VA) 2 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
sommario Editoriale # Interindipendenti, appunto! 5 In Movimento 215 Matrimonio cristiano, lievito del mondo Eventi 8 Un’eco di grazie - Collevalenza agosto 2021 - Sessione estiva 10 Formazione La compagnia dell’anello 12 Fidarsi dell’amore 18 La nostra sete di Dio 20 Museo Grévin 24 Costruire relazioni 29 Spreco e soffio nella vita di comunione 34 Insieme verso un prossimo futuro 36 Testimonianze Letizia 38 Un dono inatteso 42 Creati per conoscerci 44 L’evangelizzazione è prima di tutto una questione di amicizia 46 Pellegrini...amo le vie del servizio 48 Sì, viaggiare... 50 Cari figli e nipoti 52 Un’èquipe d’argento per coppie d’oro 54 Nessuno si salva da solo 55 Intercedere 57 (Tu + io) x ∞ = noi 58 Sestante Educare alla fede oggi 62 Rupnik 62 4 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
editoriale Interindipendenti, appunto! T ra le tante “novità” che la pandemia ci ha fatto conoscere vi è la scoperta che siamo tutti autonomi e allo stesso L’esperienza scioccante del lockdown (confinamento), che ha investito l’inte- ro pianeta nei primi mesi del 2020, ha tempo tutti dipendenti. Ciò che pare una contraddetto tale dinamica, imponendo contraddizione logica è la realtà concreta un’inversione radicale della logica sociale, della nostra esistenza. con effetti che rimangono tutti da capire. La globalizzazione dei social ci aveva por- Da un giorno all’altro, tutto si è fermato: ci tato a credere nella possibilità di essere siamo ritrovati bloccati in casa, senza po- connessi sempre e ovunque. In un mondo terci spostare, senza poter viaggiare, con iperconnesso i singoli individui sono liberi soli contatti virtuali. di muoversi, di avere scambi, di incontrarsi, La forzata immobilità non è stata solo in uno spazio omogeneo in grado di gene- privazione, ma anche occasione di con- rare sempre nuove possibilità. Una condi- sapevolezze nuove. Per esempio, scoprire zione che permette un numero sempre più che si può vivere anche senza i ritmi a cui elevato di interazioni, in qualunque angolo eravamo abituati e che ci parevano essen- del pianeta, con grande facilità e minimi ziali. Per due mesi non abbiamo consuma- investimenti dal punto di vista relazionale to, salvo i beni di prima necessità. Non ab- e culturale. biamo fatto shopping e le nostre agende Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 5
si sono svuotate. Molti dei nostri sposta- che il ministro chiede è “Che nome date al menti sono improvvisamente apparsi per vostro bambino?”. Dare un nome significa quel che effettivamente erano: non neces- individuare una identità di persona diver- sari. Abbiamo scoperto che molte faccen- sa da noi. Questo riconoscimento ci dona de possono essere sbrigate anche da casa. la possibilità di un punto di contatto nel Soprattutto abbiamo scoperto che sia- quale le nostre individualità si incontrano mo insieme indipendenti e legati gli uni ciascuna con le proprie unicità; il contatto agli altri. Una relazione paradossale che (con-tatto) richiede vicinanza (il senso del Raimon Panikkar definisce con un neo- tatto) ed anche attenzione e rispetto della logismo: interindipendenza, termine che diversità dell’altro (aver tatto). indica simultaneamente una libertà e un Ricominciare a vivere la distanza nel- legame. L’interindipendenza non è né l’e- la prossimità, per permettere di avere teronomia, né l’autonomia, ma un’artico- di nuovo uno sguardo che scopre l’Al- lazione tra sé e altro da sé: la relazione tra tro nell’altro. Da questa distanza nasce due entità - meglio due soggettività - che quello spazio libero nel quale ognuno di sono e restano differenti, noi può essere se stesso, definite, ma che al tempo scoprendosi e scopren- stesso riconoscono che il contatto (con-tatto) do l’altro per quello che l’una è la condizione per lo richiede vicinanza è, rendendo sempre più sviluppo dell’altra. (il senso del tatto) viva la relazione. Interin- Siamo allora obbligati a ed anche attenzione dipendenti appunto! coniugare vicinanza e di- e rispetto della diversità Ricominciamo a vivere stanza, non tanto come dell’altro (aver tatto). l’attenzione e il prendersi due opposti, ma come due cura gli uni degli altri, in facce della relazione. quel rapporto che fa delle Non esistono individui o luoghi isole, ep- nostre debolezze, dei nostri limiti la pos- pure abbiamo bisogno di luoghi e momen- sibilità di camminare insieme, al passo del ti di intimità, protezione, raccoglimento. più debole. Nessun angolo del mondo è immune da Ricominciare a vivere quell’intimità che questa realtà (come dal contagio, ma an- non fa perdere la propria identità, ma che che dal riscaldamento globale, dalla reces- permette di estendersi fino all’altro uscen- sione economica o dalle grandi migrazio- do da sé. Si riscopre la tenerezza, quella ni); abbiamo bisogno di livelli intermedi di voglia dell’abbraccio che tanto abbiamo organizzazione (come la casa, la famiglia, desiderato in questo periodo, abbraccio l’associazione, le istituzioni politiche, i che rende il confine del nostro corpo non gruppi religiosi) per proteggerci e anche muro ma luogo di incontro. per poter stare in relazione col mondo che ci circonda. Ricominciare a vivere il Movimento come Senza gli altri non possiamo vivere. È da luogo della condivisione di un cammino qui che dobbiamo ricominciare. comune. Durante il lockdown abbiamo Ricominciare a vivere l’alterità come avuto il tempo di attuare il metodo nel- dono e non come pericolo. le nostre case, tempo per approfondire i Nel rito del battesimo, la prima domanda punti di impegno... ora ci è chiesto il co- 6
raggio di cercare soluzioni per ritrovare fia e dello spazio. Qui egli dichiara beato la possibilità dello scambio, del contat- colui che ama l’altro «quando fosse lonta- to che va oltre la parola. no da lui, quanto se fosse accanto a lui».2 Ricominciare a vivere la comunità cristiana Queste poche e semplici parole ha spiega- e i suoi momenti, non più come obbligo, to l’essenziale di una fraternità aperta, che ma come possibilità di relazioni tra noi e permette di riconoscere, apprezzare e ama- con il Dio di Gesù. re ogni persona al di là della vicinanza fisica, Credo che la strada maestra, oltre ovvia- al di là del luogo del mondo dove è nata o mente dal Vangelo, ci sia venuta da quelle dove abita. [FT 1] parole che Papa Francesco ci ha indirizzato: ricominciare a vivere come fratelli, Fratelli tutti. «Fratelli tutti»,1 scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio Padre Mart evidenziarne uno, nel quale invita a un amo- in o Bonazzett i Équipe Itali re che va al di là delle barriere della geogra- a 1 Ammonizioni, 6, 1: FF 155. 2 Ibid., 25: FF 175. Gli stimoli della prima parte dell’editoriale sono tratti da Giaccardi, Magatti, “Nella fine è l'inizio”, il Mulino, 2020 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 7
in movimento Matrimonio cristiano, lievito del mondo C on l’eucarestia celebrata dal vesco- vo dom Moacir, consigliere spirituale della super Regione Brasile, si è aperto il distanze e i fusi orari diversi, è stato dav- vero un College ricco di sorprese. Grazie al lavoro meticoloso e instancabile che si è college internazionale, nuovamente in protratto in questi mesi, l’ERI ci ha offerto modalità virtuale a causa della precaria si- in apertura un video dove ognuno di loro, tuazione sanitaria nel mondo, che ancora dalla loro casa, mostrava un gesto di cura. non consentiva gli spostamenti necessari Abbiamo piacevolmente visto piantare un per l’annuale appuntamento delle coppie piccolo seme, impastare il pane, dare luce responsabili delle super regioni e regio- ad una pianta in sofferenza... tutto con ni con l’ERI. Le semplici parole che dom sottotitoli appositamente pensati perché Moacir nell’omelia ci ha offerto sono state tutti potessimo comprendere. incoraggianti e stimolanti: “Affrontiamo in La gioia, la cordialità non sono mancate, mezzo a questa pandemia l’opportunità di nonostante le circostanze di non potersi trovare modi per vivere con più consapevo- incontrare di persona come avremmo tutti lezza la nostra vocazione e portare avanti la desiderato. nostra missione di amore, curare e costrui- Questo calore e questa cordialità hanno re relazioni che donano vita ai fratelli e alle sicuramente contribuito a creare il senso sorelle che avviciniamo. Il cristiano è chia- di fraternità che deriva dal condividere il mato ad essere luce non solo per se stesso, cammino, gli stessi ideali, la stessa fede ma ad irradiare luce e calore che vengono e lo stesso Spirito. Il fil-rouge di questo dall’incontro con il Cristo”. college Internazionale è stato “Matri- Nonostante l’équipe internazionale, ERI, monio cristiano, lievito del mondo” in non si sia potuta riunire in presenza dal sintonia con l’orientamento 2021-2022 lontano novembre 2019, nonostante le che è “Coppia cristiana, fermento di rin- 8 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
novamento per la famiglia e la società”. Équipes pedagogia: ha come obiettivo di Un invito per questo anno a riflettere strutturare una “nuova proposta” di pilo- all’interno del Movimento sulla coppia taggio rendendo i libretti di pilotaggio più che ascolta la voce di Dio facendo sue le semplici e attraenti nel linguaggio e nella preoccupazioni della Chiesa e del mondo presentazione. contemporaneo. Équipe coppie giovani: ha come finalità La Laudato Sì è stata la base sulla quale si l’elaborare un programma di accompagna- sono sviluppate la liturgia e le preghiere di mento delle coppie giovani. ogni giorno. Équipe seconda unione: nata per pro- Tanti sono stati gli stimoli e le video testi- porre programmi o incontri per accom- monianze che ci hanno aperto facilmente pagnare le coppie in seconda unione, che al confronto tra noi due e padre Martino, possono essere messi a disposizione delle che ha vissuto i cinque giorni del College a parrocchie e delle diocesi che non abbiano casa nostra e successivamente, ogni sera, questi programmi. nel collegamento virtuale con la nostra Équipe ricerca e riflessione: ha come Équipe di Zona di lingua francese e, novi- obiettivo l’elaborare due progetti di rac- tà di quest’anno, per due sere, nell’équipe colta dati e informazioni nel movimento mista, per noi di lingua spa- per migliorare i rapporti con Curare e proteggere, gnola. le super Regioni. È un lavoro seminare e costruire, Un giorno è stato dedicato al fatto a livello internazionale compatire e amare, ricordo di Padre Caffarel e di per supportare e offrire ma- riconoscere quanto lui ritenesse impor- teriale a quelle realtà che non e soccorrere, preparare tante e vitale la preghiera sia hanno strumenti e cammini. un avvenire migliore personale che di coppia. Il prossimo appuntamento, sono stati i verbi Abbiamo potuto fare espe- speriamo tutti in presenza, che hanno fatto rienza di questo modo di sarà nella terra di san France- da contenitore pregare grazie all’ausilio di un sco, in Assisi, dal 13 al 18 mar- a questo college audio che ci ha condotto pas- zo 2022. In quell’occasione so passo per trenta minuti. oltre al College, si terrà l’incontro di tutti Curare e proteggere, seminare e costruire, i Responsabili Regionali del mondo. Tutti i compatire e amare, riconoscere e soccor- preparativi per l’accoglienza si stanno at- rere, preparare un avvenire migliore sono tivando grazie alla disponibilità di alcune stati i verbi che hanno fatto da contenitore coppie della regione Centro. Sarà bello po- a questo college e che ogni giorno medita- ter ripartire e vivere questi giorni insieme vamo, invitati a vivere un punto concreto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in ser- di impegno. Le équipes satelliti che sono vizio, accolti in questo luogo significativo state lanciate a Fatima per il periodo 2018- per tutti. 2024 stanno procedendo nel loro servizio. Saranno pronti per l’anno prossimo alcuni documenti che poi potranno essere con- sultati e anche utilizzati a seconda dei bi- sogni e delle esigenze delle Super regioni o regioni. Gia con padre nni e Clelia Passoni Ricordiamo brevemente gli ambiti. Martin o Bo nazzett i Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 9
eventi Un’eco di grazie Collevalenza agosto 2021 - Sessione estiva C ara End e carissime amiche e amici, un sincero, infinito e profondo grazie. Grazie per l’opportunità che ci date e che aiuta ad accettare, o meglio ancora ad ac- cogliere, gli eventi della vita con la giusta calma e questo alla fine non può che por- ci avete dato in questi giorni di incontrare tare pienezza e profondità. persone con il cuore aperto, e vederne così Abbiamo dialogato a lungo tra noi come tante insieme con i bambini ci ha ridato coppia ma anche con tanti amici nuovi che speranza. abbiamo incontrato sul nostro cammino, La condivisione dei propri vissuti e la pos- così ci siamo arricchiti, abbiamo visto la sibilità di raccontarci e stimarci a vicenda vita da punti di vista diversi e abbiamo sono un grandissimo dono, che ci ricarica ampliato i nostri orizzonti. e ci aiuta a riprendere, ricominciare il cam- Ora contempliamo con stupore, gioia mino con nuove energie, immensa gioia e e gratitudine infinita i momenti vissuti, sicura fiducia che la vita è un’opportunità le opportunità donate e le belle persone continua, una ricchezza di relazioni positi- incontrate e vi diciamo ancora una volta: ve…il dono più grande! grazie! Già lunedì sera e martedì mattina quando siamo arrivati in anticipo, abbiamo perce- pito il vostro impegno nell’organizzare così bene la sessione e in seguito la disponibili- tà di tutti i partecipanti a lasciarsi coinvol- gere dal percorso creato e con gli stimoli interessantissimi e continui offerti. Abbiamo imparato che attendere è una Valentina e Lu Équipe Pord ca Tazzioli costante della vita che ci arricchisce e ci en one 8 (T v) 10
o l t o i n c ontro Te Nell'asc Colomb o) fan o (don Ste Ch iam i fram ati come cr m i d ella v enti e trov s tiani ad a b ita un a it (Dalla signifi re nelle crep are relazio cato p ne di A ntone rezios e lla Ma o. r in oni) g l i s c hemi pe P a ro la rom po donato oi. La em n l a fe s ta è t grat uita tra telli) e e lazion di Luca Mosc a a l l a r e relaz ione (Dalla
formazione è importante sapere “come andare” la compagnia d ell’anello I l tema che questa volta voglia- mo affrontare è quello della missionarietà, cioè della chiama- scepoli. I numeri non sono casua- li: 12 rimanda alle tribù di Israele, mentre 72 nella tradizione vetero- ta che ogni famiglia e ogni équipe testamentaria indica l’intera uma- riceve a portare la Buona Novella nità. Questo mandato missionario del Vangelo nel contesto sociale ha dunque un respiro universale. in cui è inserita. Anche l’essere inviati a due a due Approfondiamo contenuti e mo- ha rimando alla tradizione giudai- dalità di vivere il mandato missio- ca: due infatti sono i testimoni in- nario. dispensabili per risolvere i conflitti Il brano evangelico a cui faccia- quando insorgono. La tradizione mo riferimento è Lc 10,1-16 ove patristica poi ha investito questa si narra dei 72 discepoli di Gesù indicazione di forte connotato spi- mandati a due a due per ogni rituale: due è il numero minimo di dove, avanti a Sé. Esso fa seguito a persone per poter vivere la carità e quello dei Dodici, narrato nel ca- per poter dar vita a una fraternità, pitolo precedente (9,1-6). Questo in piena armonia con il Comanda- a immediata testimonianza che, mento Nuovo di Gesù. se gli apostoli sono essenziali, Nel brano si parla poi di messe: c’è non meno importanti sono i di- una chiara allusione ai profeti - Is
17,9 e Ger 13,24 -, ma il contesto non è della convivialità - il mangiare e il bere qui tanto sul giudizio dell’ultimo giorno, insieme - assurgono al significato della quanto piuttosto sulla necessità di edi- gioia del Regno. ficare il Regno di Dio già qui sulla terra: L’annuncio non è tanto pubblico, quan- per questo sono necessari gli operai, da to contatto personale: ecco perché si chiedere come dono al Padre! Questi resta in una casa specifica. Soltanto in 72 si dice che vengono mandati da Gesù un secondo momento ci si apre all’in- “avanti a Sé”. L’interpretazione può es- tera comunità. Tale annuncio non è un sere su due livelli: il primo, prettamente discorso intellettuale, quasi fosse una storico, in cui questi anticipano l’arrivo pseudo-filosofia alla maniera dei filoso- fisico; il secondo, escatologico, in cui a fi itineranti greci. Al contrario, la parola essere anticipato è il ritorno glorioso è accompagnata da gesti concreti, quali di Gesù. Quest’ultima interpretazione per esempio la guarigione dei malati, potrebbe agganciarsi poi a Lc 12,35-48. che testimoniano l’effettiva presenza Come sempre, le interpretazioni posso- del Regno. no sussistere contemporaneamente. La missione, dunque, è parte costitutiva Per restare nella concretezza, Luca af- dell’essere cristiani. Noi stessi siamo il ferma che la missione non è semplice: frutto di un annuncio e dell’opera evan- non solo si è mandati “come agnelli in gelizzatrice che qualcuno ha esercitato mezzo ai lupi”, ma anche sprovvisti del nei nostri confronti. Ora spetta a noi minimo indispensabile che il viaggiatore fare lo stesso, con la medesima disponi- dell’antichità portava con sé. C’è poi la bilità e con il cuore aperto alle esigenze strana proibizione, assurda in Oriente, che il Vangelo chiede. Invio missionario di non scambiare saluti lungo la via: è non alle folle, ma alle persone, una per una interdizione estrema per sottoli- una, dentro una relazione personale si- neare che l’obiettivo primo è quello di gnificativa. giungere a destinazione per evangeliz- Ma andare non basta! È importante zare. La missione è esigente: l’urgenza sapere “come” andare. Caffarel è stato del Regno è più forte delle esigenze so- molto chiaro: Al termine di una giornata ciali, ma soprattutto è necessario sta- di riposo, un amico medico mi confidava: bilire contatto con le persone, il breve “Ho deciso di dedicare due ore in più ogni saluto lungo la via non è assolutamente settimana alla lettura delle mie riviste sufficiente. mediche”. Quando si giunge nel contesto fissato, Il mio amico assiste alla messa tutte le allora si iniziano a stabilire relazioni mattine e trova sempre il tempo, nella personali e significative, che prendono sua pesantissima vita di medico parigino, l’umano e lo elevano. Questo il signi- di fare ogni giorno una visita al Santissi- ficato della pace da augurare, che non mo. Fui felice della sua decisione, molto è semplice formula di gentilezza, ma più che se avesse scelto un’ulteriore de- invocazione dello shalom di Dio, pie- vozione e mi congratulai con lui (…) nezza che è frutto della Sua presenza. La vita spirituale dei laici non consiste A partire da quest’ultima anche i gesti nel fare il monaco, ma vuol dire vivere la
carità nella loro situazione di vita; e che certi ambienti, l’unico testimone di Dio proprio questa carità è quella cui sono che avrà autorità. Laddove la predicazio- tenuti, il dovere di dedicarsi ai loro com- ne non è ascoltata, la virtù non è com- piti con una competenza sempre mag- presa né apprezzata, spesso si imporrà la giore, competenza che è anch’essa una competenza. forma di carità. Essere competenti infatti vuol dire amare Tutto questo è bellissimo, perché ci fa i propri fratelli. Chi applica la sua intel- stare in maniera sempre più adulta nella ligenza e le sue forze a scoprire i segreti vita che già conduciamo: professionisti della natura o a ricercare le leggi migliori cristiani competenti! per la città, chi diventa capace di curare i corpi sofferenti oppure di alleviare l’an- goscia degli uomini non mette in pratica l’amore fraterno in modo eccelso? Essere competente significa anche amare Dio. “Non chiunque dice: Signore, Signo- re …” lo ama di più, ma colui che fa la sua volontà e collabora alla sua opera. Per- ché Dio ha avuto tanta fiducia negli uo- mini da aver bisogno del loro contributo (…) Amare il Signore significa rendergli testi- monianza: il cristiano competente è, in Fra della Lettera
Il dovere della competenza A l termine di una giornata di ripo- so, un amico medico mi confidava: “Ho deciso di dedicare due ore in più società. Ma ci pensate? Sarebbe motivo d’orgoglio. Ha letto e riletto che cin- que minuti di preghiera valgono più di ogni settimana alla lettura delle mie ri- vent’anni di vita operosa. Oggi, grazie al viste mediche”. suo saggio impiego del tempo, è un’o- Certo, avrei preferito sapere che aveva ra, domani saranno due, forse tre quelle deciso di andare a messa tutte le do- che potrà dedicare alla preghiera. Sem- meniche, se avesse dimenticato di farlo. bra quasi un monaco. Come concilierà Ma non era così; il mio amico assiste la sua spiritualità con il trambusto delle alla messa tutte le mattine e trova sem- riunioni? Già sua moglie e suoi figli lo pre il tempo, nella sua pesantissima vita distolgono dalla meditazione - ci manca di medico parigino, di fare ogni giorno il fastidioso brusio dei colleghi! Ah! se una visita al Santissimo. Fui felice della fosse solo al mondo, si accontenterebbe sua decisione, molto più che se avesse del cibo del certosino. Che non può im- scelto un’ulteriore devozione e mi con- porre ai suoi. La famiglia, succursale del gratulai con lui. convento, che sogno!” Molti medici, sono certo, leggono ri- Tali errori di comportamento rendono viste mediche. Sono spinti da motivi sospette le proposte o le riviste di spiri- diversi: ambizione, amore per la scien- tualità agli occhi di quelli che non riflet- za, dedizione per i propri tono. Parlare ai laici di pazienti. Nel caso del mio la vita spirituale vita interiore, di unione amico, sono stati la fede dei laici non consiste con Dio significa, imma- e la preghiera ad ispirare nel fare il monaco, ginano loro, incoraggiar- questa decisione. Questo ma vuol dire vivere li a sminuire le loro re- merita una riflessione. la carità nella sponsabilità e ad evitare Esiste infatti un dovere loro situazione di vita i propri doveri familiari, di competenza. Molti cri- professionali, cattolici. stiani lo dimenticano: forse presumono A dar retta a loro chi si occupa di Dio che basti loro la dedizione. Il loro ritrat- è inadatto ad occuparsi delle cose del- to è ben descritto - o per meglio dire, la terra. Non hanno capito che la vita la loro caricatura - dalla penna di spirituale dei laici non consiste nel fare M. Paul Chanson, in un recente quader- il monaco, ma vuol dire vivere la cari- no dell’A.M.C.: “Un facoltoso cristiano, tà nella loro situazione di vita; e che il che va solo a suo onore, è diventato proprio questa carità è quella cui sono credente. Ma eccolo geloso del racco- tenuti, il dovere di dedicarsi ai loro com- glimento monacale. Il suo lavoro gli piti con una competenza sempre mag- pesa. E poi a che pro arricchirsi? È intel- giore, competenza che è anch’essa una ligente, diplomato e buon oratore. Lo si forma di carità. spinge a diventare presidente della sua Essere competenti infatti vuol dire ama-
re i propri fratelli. Chi applica la sua in- l’uomo e talvolta verso Dio presente nel telligenza e le sue forze a scoprire i se- cuore di quell’uomo. Davanti a lui ci si greti della natura o a ricercare le leggi stupisce: il cristiano non cerca soltanto migliori per la città, chi diventa capace il Regno di Dio! di curare i corpi sofferenti oppure di al- Si appassiona anche ai problemi sociali, leviare l’angoscia degli uomini non met- all’arte, alla scienza! Sarà che il Dio dei te in pratica l’amore fraterno in modo cristiani si interessa davvero del nostro eccelso? pianeta, delle nostre povere storie di Essere competente significa anche ama- uomini? L’apologetica della competen- re Dio. “Non chiunque dice: Signore, Si- za, specialmente quando è accompa- gnore…” lo ama di più, ma colui che fa gnata dell’apologetica della dedizione, la sua volontà e collabora alla sua ope- si afferma laddove altri falliscono. ra. Perché Dio ha avuto tanta fiducia ne- Amici, quando attuate “il dovere di se- gli uomini da aver bisogno del loro con- dersi”, interrogatevi sul dovere di com- tributo: la terra non porterà frutto senza petenza. il lavoro del contadino, il bambino non diventerà uomo senza l’educazione ma, senza competenza, contadini o genitori non sono altro che servi inutili. Amare il Signore significa rendergli te- stimonianza: il cristiano competente è, in certi ambienti, l’unico testimone di Dio che avrà autorità. Laddove la predi- cazione non è ascoltata, la virtù non è compresa né apprezzata, spesso si im- porrà la competenza. Quando un’assi- stente sociale, un agricoltore o un pro- fessore sono competenti, quelli che li circondano, attratti dalla reputazione di questa competenza, sono mossi verso Henri Caffarel
Fidarsi dell’amore “Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni…” gliere abbracciati l’uno all’altra, sostenen- Ct. 2, 10b do uno sguardo che è capacità di guardarsi negli occhi, capacità di stare senza resi- L’uomo e la donna, l’amato e l’amata del stenze in una dinamicità di relazioni che Cantico, dominano la scena mentre si la- li proietta contemporaneamente nella di- sciano trasportare sul dorso di Pegaso, il mensione orizzontale (verso l’altro) e ver- cavallo alato che aveva dato da bere alle ticale (verso Dio). Muse; per la prima volta i loro volti si guar- dano, i loro occhi si scrutano. Sono rap- E di lì, da quel luogo in cui insieme si eleva- presentati in volo in uno spazio che è a no, è più possibile vedere e distinguere la metà tra cielo e terra, in quello spazio che vita del quotidiano, qui simboleggiata dal- è a metà tra il mondo di Dio e il mondo la città di Gerusalemme, e quella dei moti degli uomini, come per dire che, viven- dello spirito, rappresentati dal cielo, e con- do abbandonati l’uno accanto all’altra il siderare come entrambi i luoghi possono loro amore nella verità dei loro sguardi e trasformarsi in luoghi di salvezza se li si nell’affidamento reciproco dell’abbraccio, sanno far interagire con vigilanza. possono elevarsi per arrivare ad intuire e assaporare un frammento dell’amore di Questo può accadere quando abbando- Dio per l’umanità. niamo ogni tensione e ci lasciamo andare con l’altro in quello spazio che è luogo di A farli volare dunque è il loro sapersi acco- un incontro senza tempo (il cavallo vola in 18
senso antiorario), senza gravità (il gallo è Dal quadro all’interiorizzazione: girato al contrario), dove ci viene voglia di Lo sguardo: spesso fatichiamo a guardarci elevarci per sentirci più vicini a Dio (la don- negli occhi perché ci lasciamo confonde- na sulla destra che si tira su per i capelli re da fatiche, ferite, fragilità. Ma quando per superare la sua “terrestrità”). invece assaporiamo quei momenti in cui c’è armonia di relazione, di sguardi e di Lì, in quello spazio, ci è possibile vivere con corpi che si fanno docili e accoglienti in l’altro in un rapporto di complicità, di reci- una complicità che è unica e peculiare per proco sostegno, abbandonati l’uno all’al- ciascuna coppia, riusciamo ad intuire che tro nella fiducia, in un rapporto reso vivo davvero possiamo essere capaci anche di dal saper guardare l’altro negli occhi e volare, di superare stanchezze, ostacoli, lasciarsi guardare lontani da ogni sterile paure? volontà di giudizio. L’importante è che ci si lasci orientare dallo Spirito, come Pegaso si lascia orien- tare nel suo viaggio da un mazzo fiori, em- blema del profumo e della bellezza. Così diventa possibile assaporare quanto l’a- more sia un mistero che va al di là della nostra conoscenza, della nostra capacità ad amare. Lasciarsi andare affidandosi: quando riu- sciamo a mollare le redini, come fa l’amato Ecco allora che Dio si fa presente per fe- nel quadro che non si preoccupa di indi- steggiare il loro desiderio di elevarsi in- rizzare il tragitto di Pegaso, e affidiamo il sieme percorrendo la strada che porta al nostro amore e la nostra coppia a Dio, e Suo amore, inviando un angelo a suonare i nostri mille ragionamenti provano a la- lo shofar, il corno suonato alle feste nuzia- sciare spazio alla poesia (Pegaso), i nostri li che riecheggia la voce stessa di Dio che calcoli pianificatori vengono sostituiti dal benedice l’uomo. lasciarci guidare dal profumo dei fiori... ri- usciamo a percepire anche noi il profumo di Dio che orienta i nostri moti del cuore e i nostri passi? Affido in preghiera quanto è emerso. Maria Grazi Centro di sp a e Umberto Bovani Santuario d irit ualità i S. Antonio domestica - Boves (Cn ) Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 19
La nostra sete di Dio N el Crocefisso incontriamo Dio nella sua sete, ma, al contempo, il Dio di Gesù Cristo si lascia incontrare nella no- sete di te, e la mia carne nella sua fragilità (basar) è protesa verso di te, nel paesaggio interiore dell’ansia di Dio, che si rispecchia stra sete. “Chi ha sete, venga; chi vuole, nel paesaggio esteriore della terra deser- prenda gratuitamente l’acqua della vita” tica, bruciata dal sole e priva di ruscelli. (Ap22,17). Da questa landa desolata, dal deserto, dal È l’Assetato che ci disseta. A noi - spinti vuoto, dal nulla, dalla morte sale questa dal bisogno che ci abita, segno del limite ansia di pienezza, questa inestinguibile e, al contempo, di quel desiderio che ci sete di Dio. Si profila così un altro nome portiamo dentro, di quel desiderio che noi di Dio: il Desiderato, colui che “atten- siamo - è chiesto soltanto di presentargli diamo con l’intenso desiderio del cuore”, il nostro desiderio, la nostra sete, e poi mentre abitiamo una stagione dell’u- di lasciarlo entrare nei nostri desideri in- manità segnata da una nuova malat- teriori, che invocano quell’acqua che dis- tia, che si potrebbe chiamare “estinzione, seta. spegnimento, tramonto del desiderio”, O Dio, tu sei il mio Dio, a causa di una perenne insoddisfazione dall’aurora io ti cerco, dell’uomo. Paradossalmente, però, fac- ha sete di te l’anima mia, ciamo anche la contemporanea esperienza desidera te la mia carne di vivere oggi in una società del desiderio, in terra arida, assetata, senz’acqua (Sal 63,2). in un clima di desiderio indotto, soprat- Questo salmo è la preghiera del Cristo tutto all’interno di dinamiche economi- assetato di Dio e di noi, ma anche la pre- co-commerciali, dato che è sul piano del ghiera dell’uomo assetato di Dio: “Dio, desiderio che competono oggi le potenze Dio mio, dall’alba io desidero te solo” del mondo. Nella loro etimologia, in veri- recita letteralmente il v.2, mentre la mia tà non del tutto chiara, i termini de-side- gola (nepes), cioè il mio essere vitale, ha rium e de-siderare manifestano un legame 20 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
lessicale con le stelle (sidera), quasi che la dell’aria da respirare. Dalla concretezza dei nostra origine sarebbe inscritta nel mon- bisogni, il desiderio trascolora rapidamen- do delle stelle. Noi che proveniamo dalle te nell’intenzionalità, nella tensione inte- stelle e ne siamo ormai lontani patiamo riore e trova la sua sede nel cuore, dove fortemente la nostalgia, velata di rimpian- solo Dio e, a tratti, la propria coscienza to, per una bellezza che abbiamo perduto. possono leggere. Naturalmente, anche un Ma il verbo “desiderare” (il prefisso “de” lato oscuro è contemplato nella pluralità inteso come privazione) potrebbe indicare dei moti che abitano l’uomo; non a caso il anche un passaggio dalla verticalità dello comandamento divino ha anche un impe- sguardo - l’uomo che leva il capo e guarda rativo negativo al riguardo: “Non deside- le stelle - a uno sguardo orizzontale, che rerai” (Es 20,17; Dt 5,21). si distoglie dalla contemplazione del cielo. La Scrittura, quindi, descrive Dio come co- Tale interpretazione vorrebbe che “de-si- lui che conosce il desiderio e il gemito di derando si smetta di guardare le stelle, ogni uomo (Sal 37,10). dunque si decida di non affidarsi più al loro In una pagina del libro di Daniele, l’ange- corso sicuro e sempre uguale, di non rego- lo Gabriele dice al profeta: Tu sei uomo di lare la vita sulla base di un desideri (Dn 9,23). Il testo destino verticale, che cala l’uomo desidera Dio, ebraico, a questo proposi- dall’alto. Si passerebbe questo slancio to, è assai chiaro e vuole così a conservare invece verso un Altro, semplicemente indicare lo sguardo teso nella di- questa tensione verso che Daniele è “l’uomo mensione orizzontale del un Oltre, inscritti prediletto” da Dio. Da- mondo, a sfidare quello niele costituisce l’oggetto nell’umano, sono forse che dovrebbe essere il fu- dei desideri di Dio e in tal dovuti al fatto che l’uomo turo stabilito per cercar- senso è prediletto. Ma la ne un altro, passando dal “è icona di un Dio tradizione, che riceve un sapere al fare. O ancora, che lo desidera” testo e se ne appropria si può pensare che si trat- (H. Debbrasch). nelle interpretazioni - nel- ti di usare il sapere tratto la versione latina - fa di dalle stelle per agire nel mondo”. (U. Volli) Daniele il soggetto del desiderio, “uomo L’homo desiderans è abitato da un de- di desideri” in quanto uomo che desidera siderio che, se autentico, è insaziabile, Dio. perché l’oggetto desiderato non spegne Insomma, il desiderio di Dio è inscritto la fame e la sete del desiderio, ma la ap- nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è profondisce, la scava. stato creato da Dio e per Dio e Dio non L’esperienza biblica del desiderio ci testi- cessa di attirare a sé l’uomo. In altre paro- monia la complessità e la ricchezza di que- le, se l’uomo desidera Dio, questo slancio sta dimensione umana, che investe simul- verso un Altro, questa tensione verso un taneamente emozione, pensiero e azione, Oltre, inscritti nell’umano, sono forse do- cioè la sfera emotiva, affettiva, razionale, vuti al fatto che l’uomo “è icona di un Dio insieme a quella estetica e a quella valo- che lo desidera” (H. Debbrasch). riale, con un profondo radicamento nella Al desiderio (ultimo) di Dio si perviene corporeità: dire desiderio significa evocare anche con l’aiuto dei desideri penultimi: la “gola”, “l’alito”, i luoghi fisici attraver- desiderio di felicità, di verità, di bellezza, sati dalla fame, dalla sete, dalla necessità di speranza. Allo stesso tempo, la crea- Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 21
zione stessa può diventare una scuola del re non è né abbastanza grande né abba- desiderio, come pure la cultura può susci- stanza puro per dargli ospitalità (questo tare desideri e aspirazioni che inducono a suppone anche un lavoro: l’atto di evacua- perseguire la sapienza con cuore ardente; e re dal proprio cuore tutto quello che lo in- poi naturalmente le pagine della Scrittura gombra, lo intralcia e tutto quel ciarpame ci conducono per mano verso Dio. che noi confondiamo con la vita interiore). Il desiderio è dunque L’uomo desiderante si sen- una passione: l’amore che te incapace e inadatto ad l’oggetto del desiderio, aspira a possedere l’ogget- accogliere un Ospite che lo rispetto a noi, to amato è desiderio, che supera e lo sovrasta sotto diviene gioia nell’incontro rimane sempre in tutti i punti di vista. L’unica e timore di fronte alla pos- una posizione di libertà, possibilità per questa ospi- sibilità della perdita. raggiungibile talità sta proprio nel fatto Il desiderio inoltre è ma non catturabile, che è Dio stesso a siste- sempre apertura, spor- conoscibile mare le condizioni del suo genza su una assenza: “Con ma non esauribile ricevimento, allargandoci e il desiderio si bramano le dilatandoci. cose assenti” (S. Agostino). Il desiderio abita dunque Quest’assenza, avvertita, sperimentata, il nostro limite umano, la nostra umanità patita come mancanza, come lontananza, creaturale limitata. Il desiderio fiorisce soprattutto quando si muove verso Dio, nell’orizzonte del provvisorio e non del infonde un’energia desiderativa, suscita compimento definitivo: è anticipazione di il desiderio, infiamma il cuore. E questo una realtà che non esiste ancora, è sguar- desiderio che infiamma l’intimo dell’uo- do che intravede ciò che già c’è, ma quale mo è, in fondo, un’eco della precedenza germe, quale cominciamento di un’intui- dell’amore donato all’uomo: chi ha fatto zione che attende di essere sviluppata e esperienza dell’amore desidera vivere di approfondita. Così, l’oggetto del deside- quell’amore, custodirlo, riamarlo e comu- rio, rispetto a noi, rimane sempre in una nicarlo. L’uomo che ama e desidera si ri- posizione di libertà, raggiungibile ma non conosce, dunque, come amato e amante. catturabile, conoscibile ma non esauribi- Quell’abisso che è l’uomo stesso è dun- le. E questo vale nell’amore, nell’amicizia, que un infinito di desiderio, e il desiderio nella vita fraterna, nei rapporti familiari, è sempre desiderio infinito. Questo vale nella ricerca di Dio. per i desideri penultimi: desideri inseguiti fino al possesso; possesso che in qualche modo spegne ed esaurisce il desiderio, che però emerge subito insaziabile, puntando lo sguardo su altri oggetti desiderabili. Ma questa dinamica pervade anche il movi- mento del desiderio ultimo, quello verso Dio: dato che Dio non potrà mai essere posseduto e compreso. “Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarci: sia dunque da te dilatata” (S.Agostino). Emanuele B ors Comunità d otti Il desiderio di Dio scopre che il nostro cuo- i Bose 22 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
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Museo Grévin L a sposa è bella, bellissima. E per man- tenerla com’è, c’è una possibilità, una sola. O, almeno, è l’unica che io conosca. Durante tutto il giorno e da tutte le parti affluiscono parenti e amici; e i domestici in livrea, al segnale del maggiordomo i cui In un castello vicino, la guida racconta gesti energici, eleganti e precisi sono quelli sempre la stessa storia, e giustamente, di un direttore d’orchestra, si passano di poiché è una storia abbastanza tremenda mano in mano le pesanti valigie e le borse perché uno se ne possa staccare. E ciò che di broccato, alla maniera dei muratori che apprezzo di questa storia è che descrive un fanno la catena, collegando in lunghe file dramma senza l’ombra di un colpevole - le carrozze ferme davanti al peristilio e la un dramma di un classicismo senza sbava- monumentale scalinata del vestibolo. ture e che insomma si autofeconda come Nel boudoir degli appartamenti di sua ma- un’orchidea. dre, al secondo piano, attorniata da tre zie, Il giorno delle nozze tra Alioscia, il pri- dalla nutrice che le accarezza la mano, e mogenito d’una famiglia di antica nobiltà da una mezza dozzina di domestiche, Ines della Slesia, e Ines, la figlia più giovane del è radiosa di quella bellezza delle giovani conte C., il castello di Nimac, una delle spose che non è, propriamente parlando, più belle fortezze della Moravia, feudo da bellezza d’alcuno - e che l’attenzione e la seicento anni della famiglia, è tutto in agi- meraviglia di tutti secernono in modo mi- tazione. sterioso. 24 Lettera End • Ottobre - Novembre 2021
Ogni volta che la porta si socchiude, grap- Nella sua camera, dove innanzitutto la si poli pressati di cugini e cugine, di zie e pa- cerca, nessuna traccia - né nella cappella renti si producono in esclamazioni sonore attigua, né nel suo boudoir, né in tutte le e vanno intorno spargendo la voce che stanze di quest’ala dell’edificio. mai c’è stata sposa più bella. Né in nessun’altra parte del castello. Le donne si danno da fare attorno a lei. Si comincia prima a cercarla in silenzio. A Una le mette tra le labbra una zolletta di lungo. Poi chiamando il suo nome. Lunga- zucchero imbevuta di succo di menta, l’al- mente. tra le unge l’incavo dell’orecchio con un Poi con forti grida. olio di cui vanta le proprietà, la terza le fis- Da ogni parte, fino all’estremità del par- sa sui capelli la corona di fiori con l’aiuto co, fino allo stagno, fino al limitare della di lunghi spilloni muniti d’ali appuntite e foresta. diafane, e tanto fastidiosi da maneggiare Poi, anziché chiamare, alcuni hanno inizia- quanto magnifici d’effetto, un’altra am- to a pregare. morbidisce tra le mani una delle scarpette Si ha sempre più freddo. È calata la notte. di velluto di cui Ines si è un po’ lamenta- A lungo i violini tzigani ingaggiati per le noz- ta. Intorno a lei è un balletto incessante di ze hanno continuato a suonare tra i grandi andirivieni come quello che tesse attorno alberi del parco: prima perché passasse il alla regina il suo popolo tempo, poi per accom- d’api. Quando il matrimonio pagnare l’agitazione ge- Un momento prima d’es- non lascia che i venti folli nerale e infine per soste- sere condotta via, la gio- della vita nere la gente che a poco a vane chiede che la lascino e del rinnovamento poco s’accascia. Si ripren- ritirarsi nella sua camera lo scuotano, dono, si variano all’infi- - solo un piccolo istante - quando la chiesa nito quei grandi fraseggi per raccogliersi, prima che non si lascia spettinare sublimi e appassionati che si fissino le cascate di pizzi dai sismi salutari martellano il cuore degli del suo velo. dell’esperienza mistica, uomini quanto un intero Ella si scrolla come una essi diventano branco di cavalli bradi sulle gatta che ha avuto la sua regno dei morti terre dell’Europa centrale. parte di palpeggiamenti - Di quei canti che non co- e, afferrando le sottane, che solleva con noscono confine tra le esplosioni di gioia e un gesto veloce, eccola girarsi sui tacchi e l’esplosione della tristezza - quei canti che allontanarsi correndo. La voce della nutri- mettono al vivo la carne - perché risveglia- ce “Non correre! Bada alla corona”, un riso no in ciascuno la memoria accuratamente cristallino, e la più gracile, la più graziosa sepolta che non esiste frontiera tra gioia delle silhouette scompare tra i colonnati e tristezza, che l’una confluisce nell’altra dell’interminabile corridoio. come nei grandi estuari naturali il fiume Ed è già tanto lontana che non è possibi- nel mare e il mare nel fiume. le seguirla. Quel che segue è così spietato Ed è per rimuovere questa terrificante proprio perché non ci sarà seguito alcuno. evidenza che gli uomini inventano leggi e Nulla. civiltà e arruolano eserciti, fanno guerre o Il filo si spezza. magari si aggrappano alla scienza come, Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 25
nel buio, i bambini alla loro balia. un pezzo di muro si schiude e, prima anco- E gli zingari suonano finché il conte e la ra di darsi conto dell’accaduto, intravede contessa C. chiedono loro di allontanarsi nel bugigattolo che gli si apre davanti una per poter piangere in pace. sposa addossata al muro dentro un’ondata Ines è scomparsa. di sete immacolate. Realtà subito dissolta La notte è scesa e nell’oscurità si avviano dall’aria che penetra nell’antro fino a quel le prime carrozze. momento ermeticamente chiuso. Questo luogo segreto, che Ines sola cono- Quattro anni dopo, Alioscia sposa la se- sceva e dove senza dubbio andava a intrec- conda figlia del conte C. Nella più stretta ciare i suoi segreti di ragazza, si era quella intimità. volta - per lo scherzo di un meccanismo E gli anni passano. diabolico - richiuso su di lei. E la vita di tutti fa un lungo giro attorno a questa macchia bianca, simile a un occhio Come dicevamo all’inizio? bianco in un volto. Per mantenere una sposa bella, bellissima, E ormai più nessuno ne parla ad alta voce. non c’è che una possibilità. Una sola. Al- E vengono le guerre, le valanghe d’orrore meno è l’unica che io conosca. che ricoprono gli antichi ricordi. I castelli Murarla viva nel giorno delle sue nozze. perdono i loro signori e sono come cani abbandonati, impauriti, col fianco cavo per Spesso nella mia cerchia di conoscenze mi scaricare le pedate. si rimprovera di esagerare. Negli anni Sessanta il governo comunista Ma in questo caso specifico io sono al di decide di sistemare quella proprietà come sotto della verità. residenza di stato. Ciò che certi nostri contemporanei chia- Un giovane apprendista muratore inav- mano matrimonio non è che una notoria vertitamente si appoggia all’angolo di un anomalia che ha prodotto l’occidente. concio. La volta trema fra i pilastri, tutto Essendosi il rapporto con la morte sempre 26
più deteriorato con l’ideologia borghese, come dall’istituzione della Chiesa che li abbiamo cominciato a utilizzare tecniche proteggano dai disordini dell’amore e del- che in altre civiltà servivano al culto dei la fede. morti - come la mummificazione, l’essic- Questo tentativo disperato di tenere in cazione, l’imbalsamazione - per conservare vita la luce originaria del lampo, disinne- i vivi. E uno dei campi di sperimentazione scandone il pericolo mortale, avrebbe un tra i più diffusi e più gratificanti per ridurre che di quasi commovente se non avesse la la vita allo stretto necessario senza tutta- pretesa di riuscirvi davvero! via doverla abbandonare del tutto, è stato L’istituzione che mantiene il lampo sotto per molto tempo il matrimonio. una campana, lo custodisce fissato dentro Molti hanno creduto che un buon matri- un reliquario, lo difende come un bottino monio fosse la mutua promessa che nulla di rapina, si rende colpevole verso la vita. più sarebbe successo né per l’uno né per La speranza che lo stesso bagliore possa l’altra. conservarsi è la radice del dramma. Come Una mini-dependance del museo Grévin, se il fuoco del cielo si potesse tenere sono per la quale non è escluso che si possano un coperchio di tabernacolo! E sotto un ricevere sovvenzioni dallo Stato - con tre globo di vetro, come una corona di sposa, o quattro spuntini di compleanno, infatti, la fiaccola dell’amore. Come se potessero e qualche giorno di festa di fine d’anno, perdurare in altro luogo che non sia il cuo- l’affluenza dei visitatori è troppo ridotta re acceso degli uomini e delle donne viven- perché la cosa possa autofinanziarsi. ti! Quando il matrimonio non lascia che i Soprattutto non muoversi, non respirare, venti folli della vita e del rinnovamento lo non guardare né a destra né a sinistra, e scuotano, quando la Chiesa non si lascia l’effetto sarà perfetto. spettinare dai sismi salutari dell’esperien- Esistono degli sposi-fossili, come esisto- za mistica, essi diventano regni dei morti. no dei credenti-fossili. Sono coloro che Consegnato corpo e anima all’istituzio- aspettano dall’istituto del matrimonio ne, il matrimonio perde il filtro mortale e Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 27
il nettare. Spogliato, dettato, vaccinato, giorno delle nozze! messo sottovuoto, non fermenterà, non Sono fredde le gabbie di vetro, quando la conoscerà l’alto processo di distillazione luce delle vetrine si spegne! che attraverso i mosti e le melasse rag- Il matrimonio ha per noi altre ambizioni. giunge, all’altra estremità dell’alambicco Il matrimonio non ci vuole presentabili, l’oro di distillati preziosi. Se l’istituzione ci vuole vivi! - e ci farà perdere la fac- è anche ferocemente mortifera, è perché cia fino a che, sotto le nostre maschere, teme il cambiamento, lotta contro di esso, appariranno i nostri veri volti. e con ciò agisce contro la natura della vita Non dimentico il racconto che la mia ami- che è incessante metamorfosi. Ogni istitu- ca e guida H.G. mi fece dell’incontro con zione finisce, presto o tardi, per affogare il Muktananda. figlio dell’amore nell’acqua sporca del ba- Una crisi profonda scuoteva questa sposa gno. e madre di tre figli e le procurava i sintomi La sola maniera che abbiamo di onorare di tutte le immaginabili malattie. la vita è di osare affrontarla di nuovo ogni Dopo aver chiesto lungamente di incon- giorno, senza gravarla delle nostre attese - trare il Maestro, ebbe una mattina la sod- osare l’unicità del giorno nuovo! disfazione di sapere che l’aspettava. Infatti, il disastro non deriva forse dal Si affrettò a esporgli tutte le angosce che nostro attaccamento a questa o a quella provava nell’anima e nel corpo e a doman- forma che l’amore ha assunto in un dato dargli consiglio. momento della nostra vita - il più delle Egli l’ascoltò attentamente e mormorò a volte al suo inizio - e dal nostro desiderio mo’ di risposta una frase sibillina ch’ella di conservarlo tale a ogni costo? dovette fargli ripetere. Ma lo spirito è pura fluidità. Era: “Are you afraid to die?”. Non smette di passare da una forma all’al- Con queste parole, un gesto della mano, tra, sparisce di là, risorge qui, imprevisto, terminò il loro incontro. argento vivo, dove noi non l’aspettiamo Quando ci s’impegna in una sacra avven- - e le vecchie forme alle quali ci attacchia- tura - e in un’avventura sacra - non c’è più mo sono proprio quelle che lui ha abban- spazio per l’ipocondria. donato da tempo! “Ha paura di morire?». E magari aspettiamo tutta una vita in piedi Il rischio è totale. Semplicemente. Limpido davanti alla casa abbandonata dall’ (dalla) e totale. amato (a) quando qualche via più in là, lei (lui) ci attende invano, ogni giorno, a un nuovo balcone. Pietà per coloro che si sposano per esse- re felici. Pietà per coloro che, per disgrazia, saranno troppo a lungo contenti di quella felicità anodina che si è Ioro augurata nel giorno delle nozze - troppo a lungo amanti dell’amore inoffensivo delle lune di miele! Pietà per coloro che saranno troppo a Christiane lungo fotogenici e presentabili come il Singer 28
Costruire relazioni A mo molto il disegno che trovi qui to me stesso. Nell’incontro emerge la mia avanti. È di un mio caro amico, Rober- identità. Io sono grazie ad altro, grazie ad to. Un bravo pittore. È la risposta alla do- altri. Io sono grazie alle cose, agli eventi, manda: “Perché dobbiamo costruire rela- alle persone, a Dio. La relazione non è un zioni?”. Lo so, spesso viene da chiedercelo. optional. Io sono ciò a cui appartengo, io Soprattutto quando qualcuno ci delude. sono ciò a cui mi dedico: una famiglia, un Abbiamo dato fiducia ad una persona, ab- ideale, una fede, una città… È vera la fa- biamo speso tempo ed energia per costru- mosa affermazione: “Un volto non rivolto ire una relazione con lei ed è finito tutto. non è disegnabile”. A tutti è capitato di in- Ci chiediamo: “A che serve spendersi negli contrare volti spenti. Sono volti di persone affetti?”. Oppure stiamo faticando in un’a- senza passioni, senza attesa, senza inquie- micizia, in coppia, sul lavoro. Una determi- tudine, senza stupore. Volti che non hanno nata relazione è diventata pesante, non ci relazioni. Hanno staccato la spina, si sono capiamo, non ci sopportiamo, litighiamo, staccati dagli altri e dal mondo. Sono volti ci facciamo soffrire. Ci chiediamo: “Perché senza luce. Volti senza espressione, senza spendere energie per costruire relazioni?”. un’identità. Il disegno che ti ho proposto Oppure vediamo l’indifferenza di questa illustra proprio questa verità: “Ho bisogno società, vediamo che mol- di altro per essere me”. ti pensano semplicemente ai Si mangia condividendo. Infatti, il volto centrale, fatti propri, cercano di usarti, Per imparare che si vive totalmente bianco, assu- ti sfruttano, ti emarginano, ti non solo di pane, me il suo contorno grazie evitano. ma di condivisione. a ciò che lo circonda. Se Ci chiediamo: “Perché costrui- togli i vari oggetti il volto re relazioni?”. scompare. Quel volto è “delineato” da ciò Siamo chiamati a costruire relazioni per- che gli sta intorno. ché noi “siamo relazione”. La relazione è Esiste perché è rivolto verso qualcosa. Il il nostro DNA. Abbiamo bisogno dell’al- volto emerge grazie ai vari oggetti. Ecco tro. Nessuno basta a se stesso. Chiuso in la risposta alla domanda: “Perché costru- sé l’uomo soffoca, si spegne. Abbiamo ire relazioni?”. Perché tu sei grazie alla re- bisogno dell’ossigeno della relazione. lazione, tu esisti nella relazione, tu sei in Abbiamo bisogno degli altri per essere quanto ti giochi nelle relazioni. davvero noi, per raggiungere la nostra Diventa interessante allora andare a cer- identità. La verità di me sta nel noi, la care ciò che sta attorno a quel volto. Par- verità di me la trovo giocandomi. È la re- tendo da destra in alto troviamo un libro. lazione che mi identifica, delinea la mia Dice la nostra cultura, fatta di pensieri, immagine. Chi sono io? Io sono ciò che ho usi, costumi, modi di pensare, leggi. Dice incontrato. Io sono ciò che apprezzo. Io mi l’arte, la scienza, la cucina, le istituzioni, muovo, mi entusiasmo, mi arrabbio, scel- la poesia. Dice la politica, le istituzioni. Io go, sogno, amo, penso… perché incontro sono impastato dalla cultura che respiro. qualcosa o qualcuno. Nell’incontro diven- La mia identità è fatta dalla cultura che Lettera End • Ottobre - Novembre 2021 29
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