Editoriale DOPO LE ELEZIONI - Comunita degli Italiani ...
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SETTEMBRE - OTTOBRE 2014 NUMERO 17 ANNO XXIV FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO Editoriale DOPO LE ELEZIONI di Kristjan Knez I l 29 giugno e il 5 ottobre 2014, i conna- zionali sono stati invitati al voto per il rinnovo di tutte le cariche decisionali della Comunità nazionale italiana; all’ini- zio dell’estate per l’Assemblea della Comu- nità degli Italiani “Giuseppe Tartini” (CI), per i tre rappresentanti di quest’ultima all’Assemblea dell’Unione Italiana, per il presidente della medesima, nonché per il presidente della sua Giunta esecutiva; nella tornata elettorale autunnale, invece, oltre all’elezione del sindaco (vi è stato un doppio appuntamento, con il ballottaggio due settimane più tardi) e del consiglio co- munale, inclusi i membri al seggio specifi- co, siamo stati chiamati ad esprimerci an- che a favore dei candidati per il Consiglio della Comunità autogestita della naziona- lità italiana (CAN) e dei rappresentanti I colori dell’autunno italiani nei Consigli delle Comunità locali e i suoi frutti della municipalità piranese. (Foto: Kristjan Knez) Per quanto attiene il nostro microcosmo, la campagna elettorale è stata civile, paca- ta, democratica, con un sano confronto, e pg. 4-6 L’Istria di Fulvia Zudič non abbiamo assistito a sterili polemiche La pittrice accademica ha esposto i suoi lavori o a cadute di stile. Abbiamo riscontrato in Toscana e in Portogallo un certo interesse, manifestato da quan- Daniela Sorgo ti si sono canditati, cosa molto positiva, perciò l’elettore ha trovato sulle schede un pg. 12-13 Raccontiamo il mare per viverlo meglio numero superiore di nominativi rispetto Continuano gli incontri del progetto ai posti da ricoprire. Alla fine, e non pote- dedicato alla dimensione marittima va andare diversamente, ci sono stati i vin- Amalia Petronio citori e gli sconfitti. A parte questa distin- zione, dobbiamo essere consapevoli che pg. 14-15 Il piroscafo “San Marco” d’ora in poi – e non è certo una novità – il I ricordi sulla tragedia del 1944 lavoro che svolgeremo conoscerà dei risul- Mario Bonifacio tati soddisfacenti, solo se imposteremo un discorso corale, plurale e contraddistinto pg. 18-21 SPECIALE 1954 e dintorni dalla sinergia. Poiché, l’obiettivo comune A sessant’anni dal Memorandum di Londra è l’impegno a favore della Comunità ita- Le testimonianze di una comunità (continua a pag. 2) a cura di Kristjan Knez
liana, in tutti i suoi segmenti, e venire progressive nel tempo. D’altra parte non della CI e della CAN, a quelli comunali e incontro alle sue aspettative e ai suoi si può ottenere tutto e subito e non pos- in seno all’Assemblea dell’Unione Italia- problemi. La linea che dovremo adotta- siamo neanche pretenderlo, sempre che na, riconfermati o al loro primo mandato, re, o che riprenderemo in mano, giacché non si viva nell’eterna illusione. Il voto, vadano le nostre vive congratulazioni, con in buona parte continueremo quanto già pertanto, è stato meritocratico e ha mani- l’auspicio che il quadriennio iniziato sia avviato, sarà vincente solo grazie all’ap- festato l’apprezzamento per ciò che è stato ricco di soddisfazioni e che porti a risulta- porto di tutti, a prescindere dai risultati fatto. Ma non si dovrà riposare sugli allo- ti tangibili. Per una Comunità nazionale elettorali. A Pirano non vi sono stati dei ri, i prossimi quattro anni non saranno fa- italiana orgogliosa, al passo con i tempi, ‘terremoti’; chi oggi occupa un posto in cili, dovremo continuare a fare i conti con a capo di istituzioni che osino e propon- seno all’Assemblea della CI e al Consi- la recessione e con i relativi tagli alle risor- gano idee dai vasti orizzonti, che esca dal glo della CAN comunale, lo deve al voto se. Finché sarà possibile, e senza indugia- proprio recinto e mostri la sua vitalità di quei connazionali che hanno premia- re, lavoreremo con meno e ci sforzeremo ed esistenza, ma sia anche sensibile al re- to il lavoro svolto, l’impegno dimostrato a mantenere inalterata la qualità dei con- taggio del passato. Perché la componente e un progetto concreto, il più delle vol- tenuti proposti. Ma ogni prodotto di buo- italiana di questa parte dell’Istria non è te espresso mediante piccole azioni, ma na fattura costa, sia chiaro! Ai consiglieri folclore! LA NOTA di Luciano Monica L ’inizio di novembre conflitto balcanico. Tutti, a prima di andarsene. Il timore me ricevuta come, oramai ex in Slovenia è il giorno loro modo, vogliono ricorda- è la verità. Timore di dover consigliere comunale, ad un’in- delle rimembranze; il re. Spesso in segno di affettto, ammettere che il vincitore non terpellanza posta al penultimo giorno in cui persone singole altre volte per riconoscimento ha sempre ragione, di dover Consiglio della appena conclu- ricordano i loro cari defunti, altre a monito per il futuro, ammettere che mezzo secolo fa sa legislatura. Riprendo parte associazioni varie ricordano altre ancora a gloria perenne non è stata una libera e incon- della risposta... “Su proposta i loro morti, lo stato le vitti- di eroi, di martiri di santi, di dizionata scelta a svuotare case dell’Ente per la tutela dei beni me delle guerre e i suoi eroi personaggi celebri. Passeggian- e scuole, cantieri e osterie, stra- culturali... il cimitero è iscrit- nazionali, la chiesa cattolica i do per i nostri cimiteri invece de e piazze, campagne e saline. to nel registro del patrimonio suoi santi. Visite ai cimiteri, assisto ad una continua ma Verità per verità. C’erano an- dei beni immobili... Tuttavia l’acquisto di fiori e accesso- inesorabile distruzione di mo- che coloro che vollero o dovet- nei piani di programmazione ri vari sono abitudini che si numenti funebri siano que- tero andarsene dopo la follia territoriale non è stato ancora radicano sugli antichi riti de- sti più o meno artistici, più o fascista della prima metà del previsto un regime di tutela dicati ai defunti che, in varie meno significativi per la storia secolo scorso. Ora però non particolareggiato per simile de- forme, si tramandano, da ge- locale, più o meno curati da capisco il motivo per cui è an- stinazione. Si dovrà pertanto nerazione in generazione, da mani vicine o lontane. Si dirà cor sempre difficile convincere avviare il relativo procedimen- popolo a popolo, da cultura a che gli interventi sono dovuti la maggioranza dei cittadini, la to il cui iter risulta abbastan- cultura, da religione a religio- alla mancanza di spazio; ed è classe dirigente, che tutelare il za articolato... Dobbiamo far ne. Tutti hanno un luogo de- vero. Ma questa verità non è cimitero da ulteriori scempi è presente però che le necessarie dicato a quelli che furono. Ci sufficiente a giustificare il se- come salvaguardare noi stessi e procedure ed attività potranno sono esempi mirabili di mo- gno della barbarie che cancel- le generazioni che verranno, è essere avviate dal detto Istituto numentalità e talvolta di arte la il passato. L’ignoranza del come salvare una civiltà dalla solo dopo che sarà adottata da nella costruzione di tombe a passato debitamente nascosta sua decadenza. Lo stesso di- parte del Consiglio comunale ricordo di coloro che, come ai più, porta all’ossessiva te- scorso vale per la cancellazione la delibera con cui lo stesso de- scrisse Fulvio Tomizza, sono stardaggine a voler recidere le dei toponimi e dei nomi degli ciderà l’avvio della procedura passati a miglior vita: dalle radici, a tagliare con l’accetta abitati. L’intento all’origine è per la designazione del cimite- piramidi dell’antico Egitto, secoli di faticosa e travagliata lo stesso: cancellare il passato. ro di Pirano a monumento di al sacrario di Redipuglia, dai esistenza di generazioni e gene- A qualcuno, questo pream- importanza locale”. Sorvolan- tumuli etruschi al cimitero razioni che hanno lasciato se- bolo, potrà sembrare pesan- do sul burocratese addoperato di Harlington negli USA, dal gni visibili sulla superficie del- te come una pietra tombale per dire che poco o niente è sta- cimitero di Staglieno a Ge- la terra e sulle sponde del mare (rimanendo in tema). A me to fatto finora, direi che le indi- nova alle fosse scavate nello dove hanno lavorato, sperato sembra la necessaria riflessio- cazioni sono chiare e la strada stadio di Sarajevo nell’ultimo e sognato un futuro migliore ne in seguito alla risposta da da percorrere ugualmente. 2
ELEZIONI DEL 5 OTTOBRE 2014 I RISULTATI DELLE AMMINISTRATIVE L a partecipazione alle elezioni è stata del (249), Giorgio Rosso (226), Daniela Sorgo Sicciole: non ci sono state candidature valide. 44,18%. (212), Valter Lovrečič (208), Andrea Bar- Il 23 ottobre scorso si è costituito il Consi- I rappresentanti della Comunità na- tole (199), Luciano Monica (195), Onelio glio della Comunità autogestita della nazio- zionale italiana eletti in qualità di membri Bernetič (186), Gianfranco Giassi (182). nalità italiana di Pirano. I consiglieri han- del Consiglio comunale del Comune di Pira- Nei Consigli delle Comunità locali nel co- no eletto il presidente e il vicepresidente, no sono: Bruno Fonda (261 voti), Manuela mune di Pirano sono stati eletti i seguenti rispettivamente Nadia Zigante e Andrea Rojec (217) e Daniela Sorgo (191). rappresentanti della Comunità nazionale Bartole nonché proposto il vicesindaco del Per il rinnovo del Consiglio della Comunità italiana: Comune di Pirano, Bruno Fonda. autogestita della nazionalità italiana di Pira- Pirano: Daniela Paliaga Janković. I rappresentanti piranesi nel Consiglio no sono stati eletti i seguenti undici mem- Portorose: Aldo Zigante. della Comunità autogestita costiera della bri: Kristjan Knez (271 voti), Bruno Fonda Strugnano: Marina Knez. nazionalità italiana sono invece: Valter (260), Nadia Zigante (249), Manuela Rojec Lucia: Daniela Sorgo. Lovrečič, Manuela Rojec e Nadia Zigante. FISARMONICHE A CASTELFIDARDO L’argento a Manuel Šavron e a Rok Kleva Ivančić I l 18 settembre scorso nel piccolo paese risultati della giuria, nella quale abbiamo con nomi come Andrea Capezzuoli, Na- di Castelfidardo (in provincia di Anco- conosciuto e fatto amicizia con tantissimi talino Marchetti, Mika Väyrynen, Jerome na) si è dato inizio alla 39esima edizione musicisti del posto e altri dalla Francia, Richard, Simone Zanchini e molti altri, del Premio internazionale della fisarmoni- dall’Argentina e dall’Ucraina. Dopo diver- che sono i massimi della musica del pano- ca. Un grande e prestigioso evento, che per si concerti finalmente la tabella dei risultati rama fisarmonicistico a livello mondiale. una cittadina come Castelfidardo significa era esposta e su di essa la nostra seconda È stata un’esperienza incredibile e il fatto molto e con il quale si può vantare di una posizione d’argento nella nostra categoria. che abbiamo fatto amicizia e suonato con tradizione quasi quarantennale. Quest’an- Naturalmente seguirono festeggiamenti, e a artisti provenienti da tutto il mondo è una no con l’apertura di nuove categorie hanno Castelfidardo non era difficile trovare cosa delle soddisfazioni principali che un musi- voluto espandere ancora di più lo spettro di fare con un programma ricco di concerti cista può avere. Rok Kleva Ivančić musiche internazionali variegate ed unirle sotto lo stesso festival. Così, alle tradizionali categorie di musica classica e varietè si è ag- giunta ancora la categoria world music (che comprende un misto di folk, jazz e musica d’autore e tradizionale) e Manuel mi ha con- vinto ad andare a provare. Manuel aveva già suonato più volte in questa piccola città, ma come concertista, mai ha invece partecipato nelle catego- rie di questo tipo, come io che non avevo partecipato a gare da almeno dodici anni. Ed eccoci là, in mezzo alla folla di musici- sti che aspettano in fila per potersi esibire (nella bellissima sala dell’auditorium di San Francesco). Gruppi professionali o ac- cademici provenienti dal Portogallo, dalla Russia, dall’Italia, dall’Argentina, dalla Cina e molti altri...; e noi due, unici dalla Slovenia partecipanti in tutto il concorso. I due premiati Dopo l’esibizione seguiva la lunga attesa dei Manuel Šavron e Rok Kleva Ivančič ritirano il premio (foto: FotoNisi, Castelfidardo) 3
In Toscana e in Portogallo L’ISTRIA DI FULVIA ZUDIČ AL FESTIVAL SETE SÓIS SETE LUAS I l Festival Sete Sóis Sete Luas, Centro per le Arti del Mediterraneo e del mondo lusofono è una rete culturale di trenta città in tredici paesi che privi- legia relazioni vive e dirette con i piccoli centri e con gli artisti. Promotore di luo- ghi d’incontro tra culture e genti diverse, il Festival dalla sua fondazione nel 1993 diretto da Marco Abbondanza, diventa una manifestazione internazionale. In questo spirito interculturale e di siner- gia tra arte, musica, turismo culturale e promozione del territorio, è stata invitata al Festival, la nostra pittrice accademica Fulvia Zudič. Con le sue esposizioni di pittura e sculture, e con i laboratori di creatività dalla Toscana al Portogallo, l’evento ha portato alla nascita del “Ca- talogo N. 67”, Fulvia Zudič, Istria 2014. Fulvia Zudič a Ponte de Sôr Critica artistica di Enzo Santese e foto- Alle sue spalle si notano i disegni realizzati nei laboratori per i bambini. grafia di Mojca Gyorek. Ho incontrato In basso: a sinistra, la scuola elementare della località portoghese; a destra, le ‘pupe’ Fulvia in una breve pausa di lavoro dalla di Fulvia all’ingresso dello spazio espositivo (foto: Dragan Klarica) quale è nata questa intervista a ‘fiume’: “... tutto è iniziato a novembre dell’anno mio catalogo, realizzato con il contributo mia offerta, inizialmente a tema secondo scorso, quando il Comune mi ha invitato dell’UI e dell’UPT, e la cosa che più mi l’idea del sale e delle saline. Un tema non a incontrarmi col direttore artistico Mar- ha sorpreso è stato incontrare il maestro nuovo per il direttore Abbondanza che du- co Abbondanza del Festival Sete Sóis Sete Sergio Bernich di Umago, che aveva inizia- rante una sua permanenza alla “Residenza Luas per una futura collaborazione con la to la collaborazione col Festival a Rovigno Čeligo” di Lucia aveva apprezzato le mie nostra municipalità e i miei lavori. In se- due anni fa, e mi è sembrato di parlare con opere, ancora oggi in esposizione, e che guito, quando mi sono presentata all’ap- gente che conosco da tanti anni, di essere anni prima aveva portato il primo concer- puntamento in Comune, ho portato il tra amici. Col catalogo ho presentato la to del Festival a Portorose, e poi ancora 4
l’esposizione delle ceramiche al Palazzo comunale con il quadro di una figura fem- minile del palazzo piranese. È bastato un giorno perché arrivasse la conferma del di- rettore del Festival che mi aveva scelto con le mie opere a rappresentare la nostra cit- tadina. Quando personalmente ho ricevu- to l’invito a presenziare al Festival con una serie di dipinti di figure femminili dell’ar- chitettura istriana ho cominciato a preoc- cuparmi. Come avrei fatto a presentarmi al pubblico toscano, nel mese di maggio 2014 a Pontedera, quando non avevo il nu- mero richiesto di quadri, e quando avrei trovato il tempo per farne altri? Intanto, l’anno vecchio era passsato e con il nuo- vo mi sono messa subito al lavoro. Dopo anni ho ripreso la ceramica divertendo- A Pontedera mi di nuovo e con l’aiuto di Apolonija I poster, Rudi con la sua Krejačič del gruppo di ceramica, ho creato musica e Fulvia con la le sculture femminili riprese dai quadri sua arte. che avevo preparato. In tutto una ventina A lato: Cavedini tra quadri e ceramiche erano pronte per la col sal (2011), tecnica partenza in Toscana, e per l’inaugurazione mista su tela della mostra del 10 maggio a Pontedera. (foto: Dragan Klarica) Un’esperienza unica e bellissima nel suo insieme, trovarmi in una città che non ra, ho avuto l’occasione conoscevo, essere presente in uno spazio d’incontrare i ragazzi espositivo recuperato da un ex stabilimen- dell’Istituto d’arte, di to della Piaggio che non potevo nemmeno quello alberghiero e del immaginare la sua esistenza, ma che ho ap- Liceo classico dove in prezzato ancora di più per il lavoro di recu- tre giorni dedicati pie- pero e l’idea di dar vita e anima attraverso namente all’arte con il la cultura ai vecchi edifici e palazzi disabi- loro spiccato interesse tati e agli ex stabilimenti industriali chiusi. nel farmi domande sui Nello specifico, in questo spazio grandissi- nostri luoghi e ambien- mo del Centro del Festival di Pontedera, te, abbiamo parlato di senza pannelli espositivi, ho cominciato a storia e di tradizioni, di pensare quale sarebbe stato il ‘mio’ spazio architettura e di cultura e di geografia. In superata dal prezioso aiuto di Elisa Tarzia espositivo: all’interno: le tele con le mie quei giorni ho proposto la visione di un dell’ufficio stampa, traduttrice per l’occa- ‘donne dei palazzi’ e quelle in ceramica, dvd realizzato da TV Capodistria e cura- sione, che mi è stata vicina all’inaugura- che amorevolmente chiamo le ‘mie pupe’ to da Branka Preden che racconta la mia zione della mostra, e per il contatto con i e all’esterno le figure femminili nelle/dalle vita accademica e artistica e quella priva- bambini che ho incontrato nei giorni dei saline, un altro, intimo e ricorrente tema ta in riferimento ovviamente al territorio laboratori di creatività. Nei tre giorni in- delle mie opere. Il risultato è stata una istriano. Dialogando con i ragazzi ne sono tensivi con i bambini dai 6 agli 11 anni, festa istriana in terra toscana. Ancora di uscite tre giornate bellissime vissute d’arte durante la residenza estiva, così chiamata più con l’arrivo di un pullman da Pirano e di pittura. per il periodo delle vacanze scolastiche con le autorità piranesi, conoscenti, amici Pensavo che il viaggio della ‘mia’ Istria si mentre i genitori ancora lavorano, nelle e familiari e con il nostro cantautore folk sarebbe concluso in Toscana. Invece, ho ore della siesta (dalle 14,30 alle 17,30) i istriano Rudi Bučar, che, alla sera in con- dovuto ricredermi con un’altra sorpresa bambini si sono divertiti con pennelli e certo con la sua vivacità d’interpretazione ed esperienza bellissima che ho vissuto in disegni, anche nell’ascoltarmi a modo delle sue composizioni, ha presentato una Portogallo, a Ponte de Sôr, Alentejo. La- mio per creare insieme e riproporre le sfumatura della cultura multietnica nel- sciata la Toscana, senza alcuna difficoltà facciate curiose delle case che a vevo fo- la quale siamo nati e cresciuti entrambi: per la lingua e la comunicazione, pensavo tografato e poi disegnato, appena giunta Rudi con la musica ed io con l’arte. Nei a come cavarmela a luglio con i portoghesi. a Ponte de Sôr. Ma anche finestre, porte, giorni della mia permanenza a Pontede- Ebbene, ogni mia preoccupazione è stata muri, soffitti, pavimentazioni con decori 5
e stucchi, tanta ceramica e piastrelle dap- soddisfazione e la possibilità di conoscere “... La presenza significativa di bambini pertutto che li rendono unici. Il desiderio diverse realtà culturali, e che qualunque che hanno partecipato ai laboratori di dei bambini era di realizzare dei disegni luogo e spazio è adatto a ‘fare cultura’ privi- creatività nei giorni che precedevano l’e- rappresentanti gli animali, e così è stato, legiando i piccoli centri. È un’idea da adot- sposizione dimostra che il lavoro svolto indirizzandoli sulla realizzazione di tante tare e da trasmettere. da Fulvia con gli alunni è stato eccellen- piastrelle che sono diventate un grande Un viaggio così lungo fino in Portogallo, te; i lavori sorti dalle esperienze di labo- puzzle colorato. Nelle stesse giornate ho nella regione dell’Alentejo meritava una ratori sono stati poi esposti in una sala incontrato alcune signore dell’Università settimana in più alla scoperta del territorio antistante a quella della mostra di Fulvia. della Terza età che insieme ad alcuni stu- e della sua gente solare che ho ritrovato an- Durante l’inaugurazione Fulvia ha presen- denti abbiamo realizzato dei lavori bellis- che nel modo di allestire le mostre. Un’altra tato il suo stile, esprimendo grande apprez- simi riproponendo le figure femminili e esperienza e un’altra concezione di esposi- zamento per le architetture alentejane, che chiacchierando con loro, ho fatto capire zione che ho appreso tramite il lavoro di un l’hanno ispirata nella creazione di nuove che forse non si rendono conto della bel- operatore del centro: primo spazio destina- ‘Pupe’, le figure femminili che più caratte- lezza e ricchezza che li circonda, il verde to ai lavori dei 35 bambini partecipanti ai rizzano il linguaggio pittorico di Fulvia. Al- e le piantagioni di sughereti. Sono alberi laboratori con parete divisoria contenente cune di queste ‘Pupe’ sono state regalate ai rappresentanti del Comune di Ponte de Sôr. L’inaugurazione ha avuto luogo durante i primi giorni del mese di luglio, quando le scuole sono ormai chiuse. Tuttavia, la gran- de affluenza di pubblico conferma l’apprez- zamento nei confronti delle opere e dell’ar- tista stessa, che ha indubbiamente lasciato una traccia importante a Ponte de Sôr”. Nei giorni in più di ‘vacanza’ con la fami- glia alla scoperta di altri luoghi suggestivi, ci siamo fermati a Cascais, alla residenza dei nostri amici artisti Cveto Marsič e sua moglie Paula. E per la strada di ritorno, ancora col cuore gonfio di tanta esperienza ed emozione, tappa obbligatoria del nostro viaggio è stata Lisbona. Indimenticabile la visita alla Fondazione Saramago, sebbene di mezza giornata ma tanto intensa che ho voluto approfondire col suo libro Memoria- A Ponte de Sôr le del Convento, dal quale infatti il Festival L’inaugurazione della mostra. internazionale prende il nome dai suoi per- A lato: Si riconosce la facciata della scuola elementare della cittadina lusitana sonaggi, Sete Sóis Sete Luas. Il Festival nato (foto: Dragan Klarica) nel 1993 con la collaborazione del Premio Nobel Josè Saramago che ne è stato il pri- che assomigliano ai nostri uliveti, ma ve- i disegni su carta, alla galleria invece tut- mo presidente onorario, continua il proprio dere la parte spoglia del tronco di questi ta l’Istria con i quadri intorno collegati ai viaggio tra le culture del mondo mediterra- alberi per i miei occhi è stata una mera- quadri delle saline e in mezzo le ceramiche. neo e lusofono, e questa volta per portare viglia. Un altro esemplare di meraviglia Uno spettacolo che non dimenticherò mai l’Istria di Fulvia Zudič a Odemira, piccola per me, è stato sempre a Ponte de Sôr, il è stata l’inaugurazione della mostra presso cittadina tipicamente alentejana, di sicuro centro culturale del Festival, ricavato da la sala della biblioteca del Centro de Artes fascino e ispirazione artistica per la nostra un’antica fabbrica di riso rimessa a nuovo e Cultura/ Centrum Sete Sóis Sete Luas di connazionale e i suoi allievi del laboratorio con tanti spazi a disposizione: una grande Ponte de Sôr con i bambini accompagna- creativo in programma l’ultima settimana biblioteca, due gallerie per le mostre, resi- ti dai genitori curiosi di vedere la bravura di ottobre. denze artistiche per gli ospiti del festival dei loro figli, la presentazione di un libro Riprendendo le parole di Fulvia durante per lavorare sul posto, mini appartamenti sulla tradizione, uso e lavoro del sughero e l’intervista: “una volta entrati nel meravi- per la durata dell’ospitalità, l’auditorio at- l’inaugurazione della mostra alla presenza glioso circuito del Festival, si ha solo voglia trezzattissimo per i concerti, senza alcun dell’Assessore alla Cultura Sergia Betten- di continuare il viaggio, ogni volta nuovo, problema per il parcheggio e il giardino court, del Sindaco Hugo Hilario, del diret- diverso e autentico...” mi sento di aggiun- per staccare e rilassarsi a contatto con la tore della Biblioteca Pedro Goncalves e di gere in risposta le frasi dello scrittore Sara- natura. Che cosa si può volere di più? Per- Elisa Tarzia responsabile della comunicazio- mago: “... bisogna ricominciare il viaggio. sonalmente ringrazio tutti gli organizzato- ne dell’Ass. Cult. Sete Sóis Sete Luas che mi Sempre. Il viaggiatore ritorna subito”. ri del Festival che mi ha dato un’immensa ha mandato le sue impressioni: Daniela Sorgo 6
Riflessioni FREQUENTARE LA COMUNITÀ E COINVOLGERE I CONNAZIONALI V orrei in questa sede, partendo Un impiegato, un farmacista, un medico, nale? Pensano forse i maestri, i medici, dall’eterna domanda “perché gli un ingegnere, un commesso, un operaio, i farmacisti, i contabili, gli archivisti, i insegnanti non (se sì, poco) fre- un artigiano, tutti hanno un orario di 8 pescatori, i contadini, i commessi…. ecc., quentano la Comunità?” analizzare questo ore al giorno, con i tempi che corrono ecc. non posso nominarli tutti ma penso problema. In questa riflessione per Comu- spesso minime, qualcuna anche in più a a tutti i nostri connazionali, che senza la nità si intendono la sede e le sue manife- seconda del posto di lavoro, comunque Comunità ci sarebbe la Scuola e vicever- stazioni. 40-42 ore settimanali, senza fallo. Molte le sa? Forse frequentandola di più si potreb- La domanda è ricorrente, da quando io ho ore per chi occupa un posto di dirigente o be scoprire che un concerto ci ha rasse- consapevolezza di me. Ero piccola che sen- chi lavora nel turismo, ma entriamo in un renati, una conferenza ci ha informati, e tivo rimproverare di essere “tiepidi, poco altro settore. Giustamente queste persone poi abbiamo rivisto amici e conoscenti, attivi” gli insegnanti e i maestri da parte pensano che una volta arrivate a casa, ri- cari alla nostra lingua e al nostro cuore… di mio padre, allora attivista. Oggi sento manendo poco tempo a disposizione per un segno di solidarietà, una speranza di spesso porre questa domanda dai nostri la famiglia, è utile impiegarlo per i propri poter dire e fare le cose anche in un altro soci che non sono insegnanti. Apro dun- cari o in altre cose, non quelle della Co- modo. que questa discussione, perché mi sento munità. Altrettanto pensano gli insegnan- Ma per farlo bisogna esserci. un po’ coinvolta visto che appartengo alla ti, gli educatori, i professori, i bibliotecari E ora l’altro versante: per esserci bisogna categoria. che avendo già ‘svolto’ l’obbligo, dedicano che anche la Comunità offra un volto di Facciamo un po’ di conti. Un insegnante quanto resta alla famiglia, ai propri inte- maggior collaborazione e partecipazione, o maestro deve svolgere ogni settimana ressi, che non necessariamente sono quelli di condivisione, di coinvolgimento… an- un minimo di 23 ore di lezione in classe della Comunità. che attraverso le persone ivi impiegate (prendo solo la scuola elementare) che cor- Dunque, in genere ci aspettiamo che gli (che sono dipendenti pubblici). Un sorri- risponderebbero a 19 ore di 60 minuti, a insegnanti siano più sensibili alle attività so, un’informazione in più possono solo questi andrebbero sommate circa 2,5 ore culturali della Comunità. Non rimprove- favorire lo scambio e la comunicazione. dei cosiddetti riposi degli alunni e degli in- riamo mai i medici… per dire, o altri pro- E cercare forme di aggregazione e di coin- segnanti quando è necessario svolgere an- fessionisti, perché non sono presenti. Ma volgimento dei soci, meno istituzionali, che turni di sorveglianza. Un insegnante i maestri sì. Una volta c’erano sempre… una più agili e con scadenze regolari per an- coscienzioso inoltre ha bisogno di prepa- volta organizzavamo i balli, una volta si veniva corarli, per creare senso di appartenenza rare le sue lezioni, di correggere i compiti in Comunità a guardare la TV, ecc. ognuno e di partecipazione. Far circolare le idee, assegnati, di pianificare attività sia didat- parte dai propri ricordi, belli e gioiosi di le decisioni, le valutazioni, aprendoci-si a tiche sia interdisciplinari in accordo con un tempo lontano, povero ma felice. tutti, ascoltando tanto, confrontandoci- altri docenti, per una media di 2-3 ore al E la domanda è: è giusto svolgere tante si, non chiudendoci-si nelle abitudini e giorno (per un impegno settimanale totale attività e non avere almeno la partecipa- nelle consuetudini… e unire le forze, ri- variabile da 32 a 36 ore). Poi ci sono gli zione, la presenza degli altri soci (penso ai sparmiando energie, scegliere bene, poco attivi degli insegnanti, i gruppi di studio, professionisti e altri lavoratori non della ma di qualità. le riunioni dei collegi insegnanti, le riunio- scuola), e quella degli insegnanti, dei di- Proposte e idee di tanti per poter far af- ni dei genitori, un’ora di colloquio con i pendenti della scuola (segretari, contabili, fiorare le più innovative, quelle originali, genitori alla settimana, occhio e croce al il cui orario è come per tutti gli altri di- al passo anche con i cambiamenti della mese, forse anche altre 10. Ci si dovrebbe pendenti pubblici) condividendo con gli nostra società. La Comunità non deve es- pure aggiornare, continuare a leggere e a attivisti i risultati, esprimendo opinioni, sere lasciata da sola proprio, perché non studiare, ma lo fanno pure altre profes- applaudendoli, in modo da offrire loro diventi una cosa privata. Già è difficile sioni… Summa summarum, un lavoro inte- queste piccole soddisfazioni dalle quali si senza un vero ricambio generazionale. La ressante, vario, con l’unico inconveniente trae la forza, l’entusiasmo per andare avan- Comunità è di noi tutti, tutti siamo la degli orari spezzati e frammentati. Tutti ti, per dare segno della nostra presenza, Comunità. però dovrebbero raggiungere le 40-42 ore per mantenere viva quella cultura che ci La discussione è aperta, i contributi ben- settimanali. identifica e fa di noi una comunità nazio- venuti. Daniela Paliaga Janković 7
Iniziativa della CI “Giuseppe Tartini” ESCURSIONE A CERVIA Per conoscere i legami tra le due sponde L a storia del sale è antica come l’u- manità, e l’arte di produrre il sale è frutto di un lento apprendimento, che spesso veniva trasmesso da generazio- ne in generazione. La città di Pirano, deve molto all’‘oro bianco’ delle sue saline, allo stesso modo lo sviluppo di Cervia, oggi centro balnea- re e naturalistico, è stato favorito proprio dal sale. La nostra CI, da sempre molto attenta alla tradizione salinara della no- stra zona, ha perciò organizzato un’escur- sione alla Salina di Cervia e al Museo del Sale per approfondire ulteriormente le conoscenze. La Salina di Cervia, compresa nel Parco del Delta del Po, è stata riconosciuta dal- la Convenzione di Ramsar quale Zona Umida di importanza internazionale per il suo valore naturalistico e paesaggistico. Il gruppo di gitanti Dal 1979 è Riserva naturale dello Stato. Con la guida in mezzo alle saline La prima tappa dell’escursione è stata il In basso: gli attrezzi del salinaio nel Museo del Sale (foto: Lara Sorgo) Centro Visite all’interno della Salina, dove la guida ha approfondito le tema- nell’abitato di Ficocle, il suo nome origina- aveva preso il nome di Cervia Vecchia, tiche relative alla produzione del sale di rio, sorto all’interno dei bacini saliferi, la venne ‘smontato’ in seguito alla diffusione Cervia, con riferimenti alla storia e alla cui etimologia permette solo alcune con- della malaria, e ricostruito di sana pianta cultura del luogo. La storia delle saline getture riguardo al significato: ‘posto cele- a 2 km di distanza, più vicino al mare in cervesi è molto antica. Già in epoca ro- bre per le alghe’. Sede vescovile in seguito, un’area salubre e favorevole ai commerci. mana la produzione del sale era presente nel Medioevo l’antico borgo che ormai Ma la particolarità della salina cervese è soprattutto il metodo di raccolta e il pro- dotto finale, il cosiddetto sale ‘dolce’. Fino agli anni Sessanta, la raccolta del sale avve- niva secondo l’antico sistema artigianale, ovvero l’estrazione del sale si effettuava a raccolta multipla, cioè tutti i giorni. Oggi tale sistema viene adottato solo nell’antica Salina Camillone, chiamata così in onore del suo ultimo proprietario Camillo, che è l’unica superstite delle 149 che un tempo formavano lo stabilimento cervese. I sali- nari dividono i bacini di raccolta in settori e ogni giorno raccolgono il contenuto di un settore in modo da effettuare la raccol- ta in tutta la salina. Questo metodo riduce al minimo la formazione dei sali più ‘ama- ri’, favorendo la fama del sale di Cervia, come sale ‘dolce’ che per la sua qualità è apprezzato nella gastronomia. Oltre alla 8
Camillone, a Cervia esiste oggi solo un’al- tra salina industriale, che utilizza i mezzi meccanici per la raccolta. La visita all’interno del parco naturalistico è stata non solo interessante, ma soprattut- to divertente, perché per arrivare ai bacini di raccolta si è effettuato uno spostamento in barca in cui tutti dovevano indossare un elmetto di protezione e inginocchiarsi quando si passava sotto alla strada, con non poca paura di sbattere la testa. Il giorno dopo si è visitato il Museo del Sale, Musa, fondato a metà anni Ottan- ta da un gruppo di appassionati che ini- ziarono a recuperare materiali, attrezzi e documenti relativi alla figura del salinaro. La campagna salifera iniziava in primave- ra, con la preparazione dei bacini. Il sale che ogni giorno veniva raccolto, veniva Paesaggio familiare ammassato e messo a scolare sulla sponda La saline industriale (foto: Lara Sorgo) dei cavedini. In autunno, terminata la sta- gione, aveva luogo l’ultima fase, ovvero il zato le visite e le spiegazioni, avendo modo saline di casa nostra sono molto più belle trasporto del sale attraverso i canali fino ai di gustare anche i prodotti tipici della e spettacolari e che spesso ci dimentichia- magazzini su imbarcazioni di legno a fon- zona, quali salumi e formaggi e soprattut- mo del patrimonio naturale e culturale do piatto, le burchielle. to la piadina. Al ritorno in autobus, sono che abbiamo a portata di mano. I partecipanti all’escursione hanno apprez- tutti stati concordi nell’affermare che le Lara Sorgo GITA IN UMBRIA VIAGGIO NEI LUOGHI DELLA CERAMICA L a tradizione ceramistica in Umbria assunse l’impianto medievale che ha avuto una fioritura eccezionale in ancora oggi la caratterizza. La co- numerosi centri, che ancora oggi do- mitiva ha iniziato la passeggiata per cumentano i caratteri originari di questo le vie della città, fermandosi dap- artigianato, valorizzando la specificità loca- prima alla Chiesa di San France- le della produzione. sco, che sorge sull’antica casa degli La gita, voluta da Apolonija Krejačič, men- Spadalonga, la famiglia che ospitò tore del gruppo di ceramica, e dalle signo- e rivestì Francesco quando lasciò re che frequentano il corso, ha toccato Assisi e si spogliò di tutti i beni ma- proprio i luoghi principali dello sviluppo teriali, arrivando poi al complesso e dell’evoluzione dell’arte ceramica nella urbanistico formato da Palazzo dei regione. Consoli, da Palazzo Pretorio e dalla Dopo quasi nove ore di viaggio, la prima Piazza pensile. Dopo aver cammina- meta, venerdì 3 ottobre, è stata la cittadina to in salita, si è arrivati al Palazzo di Gubbio. Situata alle pendici del monte del Bargello con la famosa fontana Ingino, sulla cui vetta domina la cattedra- dei matti, dove ancora oggi con tre le di S. Ubaldo, patrono della città, ha giri intorno e venendo bagnati dal- un’origine antica testimoniata dalle Tavole la sua acqua, è possibile ottenere Eugubine, tavole bronzee scritte in lingua la ‘patente’ di matto, diventando umbra, etrusca e latina. La città raggiunse Forme e colori il massimo splendore nei secoli XIV-XV, Bottega di ceramica a Deruta periodo in cui si arricchì di monumenti e (foto: Lara Sorgo) 9
ventuale di San Francesco. La collezione museale è ordinata in un percorso crono- logico che indaga lo sviluppo e l’evoluzione della tradizione ceramica dal Medioevo al Novecento, con particolare interesse alla storia della tradizione ceramica derutese grazie all’esposizione di oltre 6000 ope- re. Dopo la pausa pranzo e la visita delle botteghe di ceramica, si è proseguiti per Perugia, capoluogo dell’Umbria. Fondata dagli Etruschi, passerà sotto al dominio di Roma e poi degli Ostrogoti e dei Bizantini. Diventata Comune nel XII secolo, estende la sua sfera d’influenza sulle altre cittadine limitrofe. A causa delle lotte interne e del tentativo di sottrarsi al dominio papale, si succedono diverse signorie, ma è soprattut- to con i Baglioni nel XV secolo che la città diventa un forte centro artistico e cultura- le. Nel XVI secolo invece, dopo aver perso la guerra contro papa Paolo III Farnese, la città perde le libertà civiche e la sua auto- nomia, passando di nuovo sotto la Chiesa. È proprio papa Paolo III a volere la costru- zione della Rocca Paolina, che aveva come obiettivo quello di proteggere i cittadini dagli eventuali invasori. La Rocca venne distrutta in tempi più recenti, lasciando oggi una bellissima città sotterranea che si può ammirare perché vi sono state poste le scale mobili che collegano due zone del- la città. Dalla Rocca Paolina, il gruppo ha fatto una passeggiata verso la Cattedrale di San Lorenzo. Luogo di culto importante, sia per la storia che per le opere artistiche all’interno, custodisce una reliquia molto venerata, il Santo Anello. Secondo la tra- dizione, si tratterebbe dell’anello che Giu- seppe avrebbe regalato a Maria di Nazareth per il loro matrimonio e che sarebbe arriva- to in Italia con le Crociate. Nei borghi dell’Umbria Domenica 4 ottobre, il gruppo ha fatto vi- In alto: la Rocca Flea a Gualdo Tadino. sita all’ultima tappa della gita, Gualdo Ta- In basso: il gruppo a Deruta con la guida che illustra il suo patrimonio storico-artistico dino. Altro piccolo borgo ricco di storia e (foto: Lara Sorgo) dalle origini antiche, oggi è noto per la pro- duzione ceramica e per la Rocca Flea, che cittadino onorario della città. Ultima tap- Torre sono esposte anche antiche armatu- domina l’abitato dalla sommità del monte. pa a Gubbio, la torre medievale di Porta re, spade, balestre e mappe geografiche. La fortezza fu nel corso del tempo residen- Romana in cui ha sede il Museo della Ce- Il giorno dopo, il gruppo ha raggiunto De- za di legati pontifici e infine carcere, oggi è ramica a Lustro. All’interno è stato possi- ruta, piccolo centro noto per la produzio- sede del Museo Civico con sale relative alla bile ammirare una raccolta di maioliche ne delle ceramiche artistiche. Dapprima è ceramica e una pinacoteca che raccoglie le dal Rinascimento al Novecento, decorate stata fatta una visita alla Scuola interna- opere di Matteo da Gualdo, il capostipite con motivi floreali o allegorico-mitologici, zionale di arte ceramica, da cui ogni anno della scuola locale del Quattrocento. tra le quali le più famose sono quelle di escono ceramisti da ogni parte del mondo, Alla fine della visita, si è partiti per tornare Mastro Giorgio Andreoli, inventore della per poi proseguire verso l’antico borgo a casa, ma con la promessa di ritornare a tecnica a lustro che crea dei riflessi iride- e visitare il Museo Regionale della Cera- visitare questa splendida regione italiana. scenti sulla superficie. Negli interni della mica, ospitato nell’antico complesso con- Lara Sorgo 10
In via Salvore IL PALAZZETTO BAROCCO A proposito di una bizzarria N ella primavera di quest’anno è na’ in piazza Primo Maggio. Al secondo uscito sulle “Primorske novice” un piano, una graziosa finestra con ‘sburto’, articolo a suo modo curioso. Vi si come tante una volta a Pirano, per far sosteneva che, a detta di un filatelista loca- scendere il cestello o per conversare senza le, sul portale della casa barocca che si trova fare le scale. in via Salvore num. 9 a Pirano, era raffigu- Le parti in legno, le ante, le imposte e gli rato nientemeno che Shakespeare. Sì, avete infissi sono dipinti di un bel colore cele- letto bene, proprio un ritratto del grandis- stino che fa da delicato contrasto con la simo tragediografo dell’epoca elisabettiana: facciata bianca del palazzetto. Una targa William Shakespeare, autore di notissime lo indica semplicemente come edificio ba- tragedie, drammi e commedie. Ma non sta- rocco della prima metà del XVII secolo. rò qui a raccontarvi la sua storia. Nell’arti- Uno dei gioiellini della città storica. At- colo, inoltre, si riportavano le affermazioni tira sempre l’attenzione dei turisti e dei del filatelista il quale sosteneva che, oltre al passanti. Avrebbe bisogno di una ripulitu- ritratto del poeta sull’arco del portone di ra e restauro nelle sue parti in pietra del accesso anche i due mascheroni del piano portale in particolare, e nel mascherone di nobile, raffiguranti in modo più che evi- Marte. Sarebbe bene togliere l’elenco degli dente la dea Diana, con la luna sui capelli, inquilini con citofono dall’anta sinistra e Marte con tanto di elmo, erano invece del portone, collocandolo sulla parete di addirittura Desdemona e Otello. Queste lato, così pure per i fili della TV via cavo. affermazioni sono senza dubbio una bufala Daniela Paliaga Janković che non ha avuto nessuna conferma né da parte degli esperti del Museo del mare né da parte dell’Istituto per la tutela dei beni culturali che opera in città. Edificio piranese Di questo bel palazzetto che è la sede della L’ingresso con il balconcino. Procura distrettuale dello Stato, divisione In basso: il palazzetto di via di Pirano, non ho trovato date di costru- Salvore (foto: Daniela Paliaga zione, né del costruttore o architetto. Nel Janković) censimento catastale fatto dall’Austria nel 1818 risulta che in questa casa di 3 piani scanalate e lesene, concluse con abitava, allora, una certa Antonia Dapretto, stilizzati capitelli e fantasioso arco bottegaia (!). Il numero della casa era il 274 con al centro il mascherone baffuto. e lei era proprietaria di soli 30 metri quadri. Potrebbe essere il ‘panduro’, molto I dati mi sono stati forniti dall’Istituto per diffuso nei palazzi contemporanei la tutela dei beni culturali di Pirano, che della regione, oppure, come in altri ringrazio. Forse se ne possono trovare altri palazzi, poteva trattarsi del ritratto presso la sezione piranese dell’Archivio re- un po’ caricaturale del proprietario gionale di Capodistria. dell’edificio. Al piano nobile, un L’edificio è abbastanza grande, elegante, di- grazioso balconcino e doppia porta viso in tre parti da lesene che arrivano fino vetrata ad arco con i volti delle due al tetto, con capitelli stilizzati, molto sempli- divinità su indicate. I volti sono dol- ci, e sopra un grazioso lucernario della ex ci e graziosi, come quelli della For- soffitta, oggi probabilmente una bella man- tezza e Temperanza che sorvegliano sarda. Il portone è incorniciato da colonne la prima scala di accesso alla ‘cister- 11
Incontri a Casa Tartini RACCONTIAMO IL MARE PER VIVERLO MEGLIO Progetto dedicato alla dimensione marittima I n casa Tartini, quest’anno abbiamo le relazioni dell’essere umano con il mare nomia per calcolare l’alternarsi delle alte e dedicato all’universo mare una serie nei vasti contesti temporali, culturali e basse maree. di incontri riusciti molto bene, grazie commerciali. Pirano deve tutta la sua ricca La sensazione del navigare a vela, pare qua- alla collaborazione della Comunità degli evoluzione sociale al mare. Fin dai tempi si di volare con il vento a favore, questo sia Italiani “Giuseppe Tartini”, della Comu- più antichi si pescava, si produceva sale si con la vela tradizionale e pure con la vela nità autogestita della nazionalità italiana commerciava e si navigava anche per am- di nuova generazione. La vela ed il vento di Pirano e della coordinatrice culturale pliare le proprie conoscenze. hanno portato l’uomo a scoprire mondi Fulvia Zudič. Il progetto mare è stato rea- La capacità di comprendere il mare si basa nuovi, a vivere il mare bene in armonia lizzato con il coinvolgimento della Biblio- sulle genti che lo abitano, sui racconti dei con la fauna e la flora, senza inquinarlo teca civica di Pirano, del Circolo “Istria” marinai, e sull’esperienza di andar per con i rumori dei motori e le fuoriuscite di Trieste, del Museo del mare “Sergej mare. Prima di intraprendere la navigazio- della nafta. Mašera” di Pirano, dell’Istituto di biolo- ne, a terra c’erano prove di addestramen- In Casa Tartini a Pirano, il 26 settembre a gia marina di Pirano, dell’Istituto per la to, l’effettiva esperienza veniva trasmessa, parlare di vela abbiamo invitato ospiti vera- pesca della Slovenia, della Scuola elemen- si apprendeva la sequenza crescente delle mente eccezionali: Ugo Pizzarello e Bruno tare “Vincenzo e Diego de Castro” e dei stelle e dei loro movimenti nell’arco del Antonac. Ugo Pizzarello è nato a Trieste, gruppi di pittura e ceramica della Comu- cielo notturno e tant’altro. A Pirano fino ma le sue origini sono capodistriane. Vive nità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di agli anni ’80 si calcolava l’epatta, relativa e lavora a Venezia, dove si è laureato in ar- Pirano. A tutti un sentito grazie. ad un determinato anno, che è l’età della chitettutura, alternando progettazione e la- La cittadina di Pirano ha un contesto luna al 31 dicembre dell’anno precedente. voro editoriale, con numerose pubblicazio- marittimo molto ricco e dialogarne con Una regola che serve a calcolare l’epatta di ni su Venezia e le imbarcazioni tradizionali tanti interlocutori, aiuta a comprendere un anno gregoriano. Conoscenze di astro- dell’alto Adriatico, corredate da un’attenta documentazione grafica. Innamorato della vela al terzo, della vela latina forza motrice fondamentale per le imbarcazioni tradizio- nali, un viaggiatore instancabile, che ci ha illustrato tecnicamente e praticamente il funzionamento della vela. La vela al terzo, dipinta con i colori della terra e raffiguran- ti simboli distintivi di riconoscimento fra le diverse famiglie di pescatori-marinai, ha una forma a trapezio. La vela al terzo o da trabaccolo è un tipo di vela aurica, con il lato superiore inferito ad una antennella e la mura bordata o sulla prua o a piè d’al- bero. Questo tipo di vela veniva issata su un albero o due asseconda della grandezza dell’imbarcazione; usata per tutti i tipi de batela, per la batana, per la maona, per il topo, per il bragozzo, per il pielego. Uno spettacolo unico anche nel porto di Pira- Incontro dedicato alla vela Da sinistra: Ugo Pizzarello, Amalia Petronio e Bruno Antonac (foto: Jadran Rusjan) 12
no, fino ad una sessantina di anni fa, orna- Tante sono le avventure i racconti della to di imbarcazioni tradizionali in legno, di gente che il mare lo ama e lo vive vera- 12 o 15 e 18 metri di lunghezza, 5 metri di mente per questa volta ci fermiamo qui. larghezza e con le coloratissime vele spiega- Con una raccomandazione che ci viene te, manufatti di grossa tela che dovevano dai ragazzi della Scuola elementare “Vin- venir spesso asciugate al sole. cenzo e Diego de Castro” e che io rivolgo Di Ugo Pizzarello voglio suggerirvi di sfo- a tutti noi fruitori di un bene immenso gliare il libro, che si trova in Biblioteca che rispettiamo troppo poco. centrale a Capodistria, Le barche a Venezia- SALVAGUARDIAMO IL MARE The boats of Venice (editrice Il leggio), un IL MARE È IMPORTANTE libro bilingue con delle bellissime grafiche IL SUO STATO È ALLARMANTE di barche tradizionali a vela al terzo in uso AIUTATECI A RIMEDIARE nell’alto Adriatico o golfo di Venezia. La Amalia Petronio relazione tra uomo e mare ha creato dei termini marinari particolari raccolti dallo Un invito rivolto stesso autore insieme ad Aldo Baradel e alle donne di Pirano Luigi Divari in un Dizionario illustrato stori- co tecnico dei principali termini di costruzione Prendiamoci una pausa dai nostri im- navale e marineria Veneziana per l’edizione pegni, da dedicare ai remi una tradizio- di Mare di carta. ne ormai in disuso, ma vivace ancora a Sulle traversate marittime abbiamo dialo- Venezia e nei comuni vicini, io invito le gato insieme allo skipper Bruno Antonac, Un volume specifico donne di Pirano di tutte le età di rivolger- nato a Pirano, giovanissimo si accosta al Repertorio dei termini veneziani relativi si a me, al numero telefonico +386 (0)40 mare ed alla vela. All’età di 10 anni, siamo alla costruzione navale e alla marineria 840863. Insieme formiamo un gruppo di nel 1970-71, lo troviamo nella categoria dei In basso: vele latine in uso anche a donne rematrici, ci si allena per fare delle cadet (natante a vela da regata), già molto Pirano, esposte nel magazzino del sale semplici traversate a remi nelle vicinanze. promettente. A 16 anni diventa campione Monfort (foto: Vinko Oblak) Chiamate e ci organizziamo. A Venezia nazionale jugoslavo. Dopo aver conseguito il signor Ugo Pizzarello ha prenotato per il quarto posto ai campionati europei, ca- conosciuta con il nome di America’s cup. noi un’imbarcazione a remi, la “Caorli- det, eccolo al suo primo viaggio in India Invece la prima partecipazione dei velisti na”. Gentilmente invitate. insieme a Sandro Kravanja, per partecipa- alle olimpiadi l’abbiamo avuta nel 1900. Amalia Petronio re ai campionati mondiali di Bombay, oggi Mumbai. Siamo nell’anno 1976 e per la prima volta la Jugoslavia invia dei velisti in rappresentanza ad un campionato così importante. Al campionato mondiale in India, Bruno Antonac e Sandro Kravanja conquistano il 14esimo posto. Attraverso lo scorrere delle immagini vediamo Bruno Antonac veleggiare su svariate imbarcazio- ni; partecipa a diversi campionati europei e mondiali, avventure di viaggi interessan- ti, tra cui nel 2007 la traversata oceanica. Attualmente veleggia con le barche di al- tura (per capirci, tipi di barche che incon- triamo alla “Barcolana” di Trieste), per lui veleggiare è diventata una professione, si occupa di trasferimenti d’imbarcazioni, organizza piccole crociere per persone che amano trascorrere le proprie vacanze in stretto contatto con il mare, la vela, le onde ed il sole. Ancora una precisazione da parte del no- stro velista: la prima competizione agoni- stica sportiva della vela, si è svolta nell’an- no 1851, la coppa delle 100 ghinee, oggi 13
Colpito dall’aviazione alleata IL PIROSCAFO “SAN MARCO” I RICORDI sulla tragedia del 1944 È stato scritto molto su questa vicen- attaccavano un incrociatore ausiliario te- seriamente danneggiata da un siluro ingle- da, una delle più tragiche che han- desco a mezzo miglio da Salvore, il quale se che le asportò tutta la prua e fece epoca no colpito la nostra terra, come rispondeva con tutta la sua contraerea. Si il suo viaggio a marcia indietro da Bengasi pure sull’importanza che quel piroscafo trattava della nave RAMB III, cioè Reale a Bari. Ormai riparata, cadde in mani te- aveva per i collegamenti tra l’alta Istria Azienda Monopolio Banane, la quale, ne- desche a Trieste il 9 settembre 1943 e ri- e Trieste. Infatti, da decenni serviva la gli anni successivi alla “conquista dell’im- battezzata “Kiebitz” venne utilizzata preva- linea Umago-Salvore-Pirano-Isola-Trieste pero”, aveva fatto costruire quattro ‘bana- lentemente quale posamine. Appunto in e ritorno. Era il ‘nostro’ vapore, utilizza- niere’, veloci motonavi frigorifere, per il quella notte tra l’8 e il 9 settembre aveva to da tutti (i collegamenti via terra con trasporto delle banane dalla Somalia in posato un banco di mine fuori Salvore. Trieste dopo la fine della “Parenzana” nel Italia (allora fu la prima volta che vedem- Venne affondata a seguito di un bombar- 1935 non esistevano), la nave della nostra mo le banane sulle nostre tavole). Si trat- damento aereo su Fiume nel novembre comunità, e tanti piranesi hanno assisti- tave di navi medio-piccole, di circa 3.600 del 1944. Recuperata nel dopoguerra col to con sgomento, con le lacrime agli oc- tonn. SL che entrarono in funzione tra il nome di “Mornar” fu inizialmente utilizza- chi, alla sua fine. 1937 e il 1938. Fin dalla loro progettazione ta dalla marina jugoslava come nave scuo- Se sulle rive di Pirano ci furono tanti te- era stata prevista la futura trasformazione la per poi diventare, ribattezzata “Galeb”, stimoni di quella tragedia si deve ad un in incrociatori ausiliari. Tre di queste uni- il panfilo di Tito (ora sembra sia prevista antefatto che invece è stato visto da po- tà all’atto della dichiarazione di guerra si la sua utilizzazione quale ristorante galleg- chissimi e quasi mai ricordato. La massa trovavano nel Mar Rosso e andarono per- giante nel porto di Fiume). degli spettatori venne svegliata ed aller- se per fatti di guerra. La RAMB III venne Chi scrive non aveva bisogno di vestirsi e tata, indotta a vestirsi e recarsi sulle rive, prontamente trasformata in incrociatore scendere in strada per vedere quanto acca- dal rumore degli aerei, una squadriglia di ausiliario con la sistemazione di cannoni e deva, poiché la finestra della mia camera sei bimotori inglesi Bristol Beaufighter mitragliere antiaeree. Prestò servizio come dava sulla ‘Riva nova’, bastava alzassi la te- (forse gli stessi che il giorno prima aveva- scorta nei collegamenti con l’Albania, la sta dal cuscino e vedevo Salvore. no affondato il “Rex”) che, verso le 6.40, Grecia e l’Africa settentrionale. Qui venne Era una bella mattinata di estate, ma in mare, al largo, c’erano ancora banchi di foschia e la nave, sempre sparando, a tutta velocità e procedendo a zig zag si diresse verso uno di questi banchi. Andava don- dolando, rollando, inclinandosi su un lato e sull’altro in conseguenza delle improvvi- se violente virate impresse dal timone. En- trata nella zona della foschia, forse dopo tre o quattro minuti dall’inizio dell’attac- co, la nave si rese invisibile agli aerei che però rimasero a sorvolare la zona. Dopo alcuni minuti apparve il “S. Marco” e gli aerei si avventarono contro questa nuova preda e fu la strage alla quale assistemmo impotenti, sgomenti, con la morte nel cuo- In prossimità della costa Durante l’attacco, il capitano Milos Rassevi, prima di morire, fece manovra per condurre la nave verso la terraferma (foto: collezione di Giulio Zottich, Salvore) 14
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