Cardinali del Marketing - Smart Marketing
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La Copertina d’Artista – Le 4 Virtù cardinali del Marketing Un’impronta, o meglio un’orma, stilizzata fa mostra di sè sulla Copertina d’Artista di questo numero di Aprile 2021, dedicato alle 4 (+1) Virtù cardinali del Marketing. Perché orma e non impronta, visto che, se interrogate il “Thesaurus” del Word del vostro pc, sicuramente ve li propone come sinonimi? La risposta è nell’etimologia delle parole: impronta devirerebbe dalla variante dell’antico imprentare, che deriva dal francese empreindre, imprimere, a sua volta dal latino imprimere, che significa lasciare un segno. Invece orma, secondo la maggior parte degli studi, deriverebbe da ormare, forse dal greco ὀσμάω, cioè “fiutare”, ma anche “odore”.
Ed infatti l’immagine, più che imprimersi nella nostra mente, ci lascia una traccia, forse un odore o un profumo, che, in un accesso di sinestesia, interroga altri sensi oltre la vista.
L’immagine infatti è densa e stratificata, c’è come detto l’impronta stilizzata, resa con solo tre colori dalle partiture piatte e in tinte piene, ma c’è dell’altro, ci sono cinque grandi iniziali, e altre scritte che compongono l’immagine, e, se guardiamo con più attenzione, vi scoviamo altre piccole impronte, di uccello, al centro dell’orma più grande e un curioso sfondo che emerge qua e là, composto da celle esagonali. Certo, l’impresa di sintetizzare 4 + 1 Virtù cardinali del Marketing in una sola immagine non era un compito facile, e l’artista, Feny Parasole, ha deciso di ricercare le cinque virtù nel mondo animale. Ed allora, quasi come in un’opera concettuale, i concetti e le idee diventano più importanti di un supposto e spesso frainteso senso estetico. L’opera è, come il nostro numero, un vero manifesto per una nuova etica del marketing, un programma, anche politico, di concetti ed idee che dobbiamo non solo conoscere, ma sforzarci di applicare nelle nostre vite non solo lavorative. “ P u r a v a n i t à ” ( 2 0 1 8 ) , P r e m i o a l l a carriera della Camera dei Deputati a Montecitorio.
Pazienza, Sostenibilità, Gentilezza e Perseveranza (+ coraggio) diventano allora nell’interpretazione dell’artista altrettanti animali che biologicamente e metaforicamente rappresentano al meglio quelle stesse virtù. Chi è più paziente di un Asino? Animale allevato da millenni proprio per la sua pazienza ed estrema docilità, tanto da renderlo uno degli animali più utilizzato nella pet therapy con soggetti affetti dal disturbo dello spettro autistico. Animali come la Gazza, la Cornacchia e la Volpe sono spesso definiti dagli ambientalisti “animali sentinella”, poiché, vivendo nelle vicinanze di agglomerati urbani piccoli e grandi, sono non solo i primi garanti dell’ecologia dei quei territori ma, ahimè, anche i primi vettori delle malattie, che spesso insorgono in quegli stessi luoghi. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Chi mai potrebbe essere più gentile di una Mucca, selezionata e allevata per millenni dall’uomo per il suo latte, la sua carne e la sua pelle? Animale così simbiotico con l’uomo da essere diventato un simbolo di brand e loghi di importanti aziende (Milka, Fruttolo, etc.). La perseveranza è rappresentata dal Mulo, un animale ottenuto incrociando un asino e una cavalla, per ottenere ibridi più robusti dell’asino, più docili del cavallo, ma con accentuate le caratteristiche positive di entrambi gli animali. Infine il Tasso del miele, animale poco conosciuto, ma che gli etologi di tutto il mondo ritengono l’animale più coraggioso di tutti. Un’animale, per capirci, lungo poco più di un metro, coda compresa, alto una trentina di centimetri e del peso raramente superiore ai 15 kg, che non ha paura ad affrontare predatori 2 o 3 volte più grosse di lui. E sembra quasi di vederli, adesso, questi animali, sentirne il calore, annusarne l’odore, rinvenirne le orme. Orme che, secondo i linguisti, hanno un significato figurativo più profondo e con un senso più accentuato e individualizzante rispetto a traccia e impronta. Gli animali lasciano orme nel mondo, sembra dirci Feny Parasole, mentre noi umani lasciamo impronte, alle volte ferite, e siamo l’unico animale che sta rischiando di distruggere lo stesso pianeta che lo ospita.
“ I n t e r n o c o r t i l e ” ( 2 0 1 8 ) , P r e m i o alla carriera della Camera dei Deputati a Montecitorio. Forse, sembra il suggerimento dell’artista, dovremmo ispirarci alla natura, agli animali, perché solo in questo modo lasceremo dietro di noi, come singoli e come specie, delle impronte significative, che rappresentino il meglio di ciò di cui siamo capaci. È lei stessa ad affermarlo, in un breve scritto che mi ha inviato insieme all’opera stessa e che io vi riporto integralmente: Mi ispirano le quattro virtù da voi proposte perché secondo me il marketing del futuro deve seriamente trovare il coraggio e la perseveranza di affondare le sue nuove radici nelle virtù che rendono l’uomo nobile e felice. Deve farlo con e per gentilezza verso se stesso e il Mondo, in modo sostenibile, affinché tutto duri e dia certezze, soprattutto ai giovani. Deve riuscire a regalare impronte positive e indelebili, in memoria di un nuovo cammino etico, consapevole e onesto, che basi le sue scelte sulla libertà consapevole e non sulla gestione degli impulsi.
Feny Parasole, classe 1965, di Cherasco (Cn), ma nata a Bra (Cn) e di origini siciliane. Dalle radici sicule eredita una grande passione per l’arte e la manualità. Il lavoro e la vita, in qualche modo, riescono a distrarla dalla sua “natura”, ma solo temporaneamente: all’inizio degli anni ’90, insieme ad una socia, apre un laboratorio di ceramiche artistiche, “Pane, amore e fantasia”, che di lì a 5 anni riceve un prestigioso riconoscimento: Premio di Imprenditoria Artigiana – Anno 1997, conferito dalla Confartigianato di Bra. Nel 2001 il suo laboratorio aderisce al Marchio Eccellenza Artigiana – 2001 della Regione Piemonte, un marchio doc delle lavorazioni artigiane che tutela le peculiarità e la qualità; inoltre il marchio le garantisce la partecipazione a fiere ed eventi nei quali entra in contatto con colleghi ed aziende e si fa conoscere su tutto il territorio nazionale. Partecipando ad una di queste fiere, Restructura 2002, organizzata dalla Confederazione Nazionale dell’’Artigianato (C.N.A.) di Torino, aderisce ad un concorso interno, la 1ª Edizione del Premio «Artigianato d’eccellenza e artistico», classificandosi al primo posto con un’opera, “Libero l’anima”, che rappresenta una donna in creta che esce dalla terra. La sua attività di ceramista si fonde totalmente con quella di pittrice, sperimentando avidamente tecniche e materiali alla ricerca di un eclettismo duro e puro. Per informazioni e per contattare l’artista: feny.sole@gmail.com Ultime mostre ed attività: 2015 candidata al premio alla Cultura a Palermo con Sgarbi e Paolo Levi; 2016 catalogata da Vittorio Sgarbi nel filone “dalla figurazione al concettuale”; 2017 partecipa alla Triennale di Arti Visive di Roma su selezione di comitato scientifico a cui partecipa Achille Bonito Oliva; 2018 premio alla Carriera presso la sala stampa della Camera dei Deputati a Montecitorio; 2019 quotata nell’Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini; 2020 Selezionata fra i centocinquanta artisti per il Tributo ad Amedeo Modigliani dalla Fondazione Modigliani; 2021 Scelta dal Consorzio Roero per la realizzazione delle etichette istituzionali. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Le 4 virtù cardinali del Marketing - L'editoriale di Ivan Zorico Nell’era della tecnica, degli automatismi e della velocità, c’è sempre meno spazio per il pensiero, il metodo e la strategia. Siamo affascinati dal tutto e subito, dalle incredibili potenzialità dell’ultimo tool, dai progressi dell’intelligenza artificiale nel campo del marketing, dal raggiungere velocemente migliaia di persone, dal contare il numero di follower, dal nuovo video virale, e così via. Tutta questa disponibilità di strumenti, e la voglia di arrivare per primi (o anche solo di bruciare le
tappe), spesso ci fa dimenticare una regola abbastanza semplice, ed anche per questo molto sottovalutata: senza una vera conoscenza della materia, difficilmente riusciremo a raggiungere quello che ci siamo prefissati (e soprattutto confermarlo nel tempo). Uno strumento, per quanto performante che sia, agisce sempre secondo le indicazioni che riceve. La mano fa quello che le dice il cervello, non viceversa. Per dirla in altri termini, “La potenza è nulla senza il controllo”. Prendendo in prestito un’espressione calcistica, potremmo dire che bisogna (ri)partire dai fondamentali. Se guardiamo i casi di successo, se li analizziamo in profondità e non ci facciamo abbagliare da quello che fa più luce – il successo stesso –, ci accorgeremo che dietro c’è sempre uno studio, un disegno, un lavoro. Poi certo, oggi disponiamo di strumenti in grado di amplificare (se usati correttamente) in tempi abbastanza brevi la portata delle nostre azioni, ma non dobbiamo commettere l’errore di scambiare l’effetto con la causa. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Mi rendo conto che, nel tempo in cui viviamo, c’è sempre meno spazio per la preparazione e l’attesa. Proprio per questo motivo credo sia giusto prendersi del tempo per ritracciare le coordinate e individuare dei punti – o virtù – cardinali in grado di guidarci in questo mare magnum informativo e di stimoli continui. I punti cardinali sono principalmente quattro, e al pari delle più alte virtù, sono direzioni e pilastri da tenere sempre a mente per non sbagliare la rotta (o magari per ritrovarla se smarrita) e per indirizzare correttamente le nostre azioni. Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le nostre 4 virtù cardinali del marketing. Pazienza La pazienza viene spesso confusa con l’attesa inattiva dell’ineluttabile. Ossia una virtù all’apparenza non proprio positiva perché in qualche modo riconduce ad un altro concetto, quello della passività. Se fosse così, o se la intendessi così, di certo non l’avrei inserita tra le virtù a cui tendere. Ben altro è il senso da cogliere. Affinché un progetto cresca, sia esso di natura personale o professionale, ha bisogno di tempo. Questo aspetto dobbiamo averlo sempre presente. Sviluppare la virtù della pazienza, ci permetterà di fissare degli obiettivi e di avere la capacità di portarli avanti nel tempo. Quante volte hai lasciato perdere troppo in fretta un progetto perché quello che volevi richiedeva più tempo di quanto pensavi o, meglio, di quanto eri disposto a sopportare? Come vedi la pazienza non è sinonimo di passività, ma di azione ponderata.
Perseveranza Agganciata alla pazienza, c’è un’altra virtù troppo spesso bistratta: la perseveranza. Perseverare non è affascinante (come la pazienza) e non crea titoli di giornale. Hai mai visto un titolo del genere: “Grande successo ottenuto dopo dieci di lavoro costante”? Molto più facilmente avrai visto questo: “Grande successo ottenuto in soli sei mesi”. È proprio nella perseveranza che si trova invece la chiave per raggiungere i propri obiettivi. Poniamo il caso che vuoi scrivere un libro per poi magari pubblicarlo in self-publishing e promuoverlo sulle varie piattaforme social. Scrivere 200/300 pagine non è cosa semplice: come puoi riuscirci? Ecco, perseverare significa mettersi ogni giorno a scrivere un certo quantitativo di pagine. Anche se non ne hai voglia, anche se quel giorno non sei ispirato. Se l’obiettivo è chiaro – scrivere un libro – è con la perseveranza che sarai in grado di farlo. Sostenibilità Se c’è un tema che ci porteremo avanti a lungo, certamente sarà quello della sostenibilità. Una sostenibilità non solo legata alla cura dell’ambiente, ma ampliabile a tutta una serie di altre situazioni. La nostra società sta cambiando e le spinte di rinnovamento arrivano da più parti. Oggi le persone pretendono prese di posizioni forti da parte delle aziende. Il marketing e la comunicazione sono chiamati ad un cambio di passo vero. I maggiori brand lo hanno capito, e sembrerebbe anche le istituzioni. Non si può più pensare di continuare a perpetrare logiche passate: dalla realizzazione del prodotto allo scaffale, passando per la sua promozione. Tutto deve essere rivisto secondo un approccio sostenibile (e aggiungerei anche etico). Se vuoi fare la differenza nei prossimi anni, non puoi prescindere da tutto questo. Gentilezza Al pari della pazienza, anche la gentilezza non sempre ha goduto di ottimi favori. Diciamoci la verità: preferiamo essere considerati forti piuttosto che gentili. Una persona gentile spesso viene definita buona, se non addirittura buonista (nel suo senso più negativo). Nulla di più sbagliato. Dal mio punto di vista, una persona gentile è una persona sicura di sé, che non ha bisogno di alzare la voce perché crede in quel che dice ed è anche una persona capace di creare un clima disteso e collaborativo intorno a sé. E, tra parentesi, se anche fosse buona, o buonista, non ci vedrei nulla di male, anzi. In un ambiente dove viene promosso questo approccio (che per essere efficace deve essere vero e non soltanto fintamente riprodotto), le idee affiorano ed il confronto attivo diventa di uso comune. In un mondo sempre più inondato dai dati, sarà proprio la capacità di discernerli a fare la differenza. La componente umana quindi risulterà, quasi contro intuitivamente, oltremodo centrale. Se poi riportiamo la gentilezza più propriamente al marketing e alla comunicazione, ti chiedo… cosa preferisci: una azienda/professionista che strilla e che cerca di convincerti a tutti i costi, o una azienda/professionista capace di parlarti e che cerca di persuaderti della bontà della sua soluzione? Credo già di conoscere la risposta… Prima di salutarci, permettetemi una piccola nota: se non ve ne siete accorti questo è il nostro 84simo numero in pubblicazione: abbiamo terminato il settimo anno di pubblicazione e Smart Marketing sta per entrare nel suo ottavo anno di vita. Per restare in tema con l’argomento del mese, essere arrivati sin qui è un reale piccolo segno di pazienza e perseveranza. Ma anche di sostenibilità ed etica: abbiamo sempre lavorato applicando rigorosamente le regole giornalistiche, anche in un periodo in cui le fake news e il clickbait sono ampiamente utilizzati per fare “numeri”, a tutti i livelli. E, infine, è un esempio di gentilezza: non alziamo mai i toni nei nostri contenuti e
cerchiamo di spiegare ed approfondire con un linguaggio semplice (ma non banale) temi anche complessi. Spero che tutto questo sia visibile, ma soprattutto apprezzato da ognuno di voi. In tal caso, lasciami un commento…te ne sarei grato. Buona lettura, Ivan Zorico Ti è piaciuto? Hai qualche considerazione in merito? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre. Se vuoi rimanere in contatto con me questo è il link giusto: www.linkedin.com/in/ivanzorico Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Le 4 virtù cardinali del Marketing - L'editoriale di Raffaello Castellano Con questo numero del nostro magazine, che è l’84°, festeggiamo il nostro ottavo anno di vita, costellata da 1362 articoli pubblicati (conteggiati al 26 aprile 2021), con una redazione di collaboratori doc di circa 10 elementi, prevalentemente donne, e questo, permettetemi una nota di orgoglio, molto prima che fosse di moda. Inutile dire che il tutto era nato un po’ per gioco, un po’ per sfida al tavolino di un bar di Taranto nel Febbraio del 2014, quando il mio amico Ivan Zorico mi propose questa sua idea, un poco bislacca ma anche parecchio attrattiva, di mettere su un mensile online che trattasse i temi del marketing e della comunicazione e che strizzasse l’occhio ai social
network ed alle nuove tecnologie che da qualche anno si stavano diffondendo a macchia d’olio e promettevano una terra promessa ricca di opportunità. La proposta di fondare un mensile coincise con la partenza di Ivan Zorico verso quel di Milano, e da allora la nostra amicizia e collaborazione professionale è continuata a distanza, in qualche maniera siamo riusciti, non senza qualche burrasca e qualche cedimento, a far funzionare la “nostra storia”, alla faccia di chi dice che i rapporti a distanza sono destinati a naufragare. Smart Marketing in qualche maniera è, e lo è da 8 anni, la dimostrazione che volere è potere! Ma c’è di più, e credo che l’argomento scelto per questo numero lo dimostri in maniera lampante: a guidarci, sostenerci e spronarci a non mollare sono stati una serie di valori condivisi, che quest’anno
di pandemia e lockdown hanno portato allo scoperto più che mai.
Pazienza, Sostenibilità, Gentilezza, Perseveranza (+ coraggio) hanno rappresentato le nostre stelle polari, il nostro nord magnetico, la nostra utopia, la terra promessa oltre l’orizzonte. Cosa mai avremmo fatto in un mondo iperconesso e frenetico come quello in cui viviamo ed operiamo se a guidare i nostri passi non fosse stata la pazienza? Come ci saremmo rapportati con le generazioni future e con il nostro ambiente se a sostenere i nostri progetti non ci fosse stata una chiara e profonda idea di sostenibilità? Come avremmo superato momenti di stallo e piccole e grandi crisi, e come avremmo mai potuto costruire e interagire con una redazione prevalentemente “rosa” se a dettare il nostro comportamento non fosse stata la gentilezza? Ed infine, quanti anni avremmo resistito, quando sarebbe fallito Smart Marketing, se il nostro progetto non fosse stato all’insegna della perseveranza e del coraggio contro tutto e tutti? Una perseveranza ed un coraggio spesso irrazionali, quasi all’insegna di una fede cieca e sorda, che rigetta ciò che è perché crede senza ritegno e paura alcuna in ciò che sarà. Il nostro percorso, intendo quello di Smart Marketing, è il manifesto di questi 4 + 1 valori che noi abbiamo avuto ed in cui abbiamo creduto negli ultimi 8 anni. Ed è con molto orgoglio e una puntina di timidezza che vogliamo condividere questi 4+1 valori con i nostri lettori, perché siamo convinti che queste 4 +1 virtù cardinali (come abbiamo ribattezzato quei valori) siano tutto ciò che occorre per riuscire nei vostri progetti, per diventare esseri umani migliori, cittadini più consapevoli. F o t o d i А н н а Р ы ж к о в а d a Pexels.
Questo almeno è quello che è successo a noi, a tutta la redazione, al mensile stesso, che, come una cosa viva, si è evoluto nel tempo, diventando altro, senza tradire le radici da cui partiva. Allora, fidatevi! Per noi ha funzionato, Smart Marketing in un certo senso ha consolidato i valori da cui siamo partiti, codificandoli nelle 4+1 virtù, e forse in una sorta di dottrina, che ci permette di guardare al futuro con fiducia e speranza. Io, Ivan e la redazione tutta vi invitiamo a seguire queste nuove quattro virtù del marketing, Pazienza, Sostenibilità, Gentilezza, Perseveranza (+ coraggio), perché è tutto ciò che vi occorre per diventare, come direbbe il grande poeta greco Pindaro, ciò che siete. E se non avete la possibilità di fondare un vostro giornale o non avete ancora un vostro progetto continuate a seguirci; chissà che, sulle nostre pagine, non troviate prima o poi l’ispirazione giusta. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Permettetemi un’ultima digressione: questo traguardo dell’ottavo anno e dell’84° numero è stato possibile grazie a due elementi fondamentali, la nostra redazione e gli artisti che da 7 anni e più ci regalano la loro ispirazione per gli articoli e per la Copertina d’Artista. Non posso chiudere questo editoriale senza nominare gli uni e gli altri. La nostra redazione è composta da Stefania Alvino, Cristina Scarabot, Alessandra Zarzana, Simona De Bartolomeo, Maddalena D’Amicis, Anna Carla Cunego, Ilenia Valleriani, Ilaria Caroli, Fiorella Campagna, Oriana Giraulo, Roberta Acanfora, (l’ho detto che sono quasi tutte donne), Domenico Palattella, Armando De Vincentiis, Christian Zorico e Luca Battista, ai quali va il mio personale e sincero ringraziamento: “Grazie, senza di voi nulla di tutto questo sarebbe stato possibile!” Per gli artisti ringrazierò, come rappresentante, quella di questo ultimo numero, Feny Parasole, che si è ispirata al mondo animale per rappresentare le nostre 4+1 virtù del marketing: “Grazie Feny (e tutti gli altri artisti), senza l’arte e la cultura che trasudano dalle vostre splendide copertine Smart Marketing non sarebbe quello che è!” Buona lettura.
Raffaello Castellano Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Pari opportunità, il mondo del lavoro che non rende giustizia alla donna, anche nel mondo del marketing. Giustizia, un termine dibattuto sin dall’antichità, considerata dalla religione Cattolica come una delle virtù cardinali, ossia le virtù morali di una vita dedicata al bene, alle quali fa riferimento anche Dante nel primo canto del Purgatorio. “La giustizia” secondo la definizione del dizionario Treccani, “è la virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui, attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge”. È curioso riflettere sull’iconologia classica del termine, rappresentata da una donna bendata che tiene in una mano una bilancia, e nell’altra una spada. La benda rappresenta l’imparzialità (che non guarda in faccia nessuno); la bilancia è simbolo di equità (la base del diritto); e la spada indica il potere nel far rispettare i propri giudizi. Se riflettiamo, però, appare curioso che il simbolo della giustizia sia proprio una donna. Perché è curioso? Perché la donna stessa è, in realtà, vittima delle principali ingiustizie, nel
mondo del lavoro e nel sociale, da sempre, e in quasi tutte le civiltà. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. L’attuale situazione italiana non appare particolarmente rosea, secondo uno studio di Global Gender Gap Report 2018 condotto dal World Economic Forum, l’Italia occupa la 70° posizione su 149 Paesi nella capacità di colmare le differenze di genere, e il 17° posto su 20 Paesi dell’Europa Occidentale. Nell’innovativo settore del Digital Marketing, ad esempio, c’è una chiara disparità fra il nostro Paese e il livello europeo, a dimostrazione del fatto che, anche nei campi emergenti, la donna continua a vivere le problematiche tipiche. Il gap non riguarda il percorso di studi, ma specificatamente l’entrata nel mondo del lavoro. Secondo lo studio di Gender in marketing, le donne che aspirano ad un impiego nel marketing sono il 21%, rispetto al 16% degli uomini, ma una volta trovato il posto sorgono dei problemi. È ancora ben radicata in Italia la cultura del “presenzialismo”, idea stereotipata secondo la quale per fare carriera occorra una presenza sul posto di lavoro che abbia una durata pressoché giornaliera, cioè dal mattino alla sera, è difficile che le aziende consentano di raggiungere posizioni senior a chi non lavora più di 8 ore al giorno. Secondo la ricerca di GWPR Annual Index 2000 le donne che lavorano incontrano difficoltà nella cura dei figli (78%), nel mantenere un equilibrio tra vita privata e lavoro (70%) e ritengono che il lavoro sia poco flessibile rispetto alle proprie esigenze di donna (67%). Lo studio Gender in Marketing ha evidenziato che i responsabili marketing sono uomini nel 62% dei casi, e le donne che ricoprono posizioni manageriali nel medesimo settore, guadagnano l’11% in meno rispetto ai colleghi uomini, come espresso dal Marketing Week 2020 Carrer and Salary Survey. Anche nell’ultimo nefasto anno, quello della pandemia, nel quale sono stati persi molti posti di lavoro, notiamo che a farne le spese sono state soprattutto le donne, l’Istat ha stimato che a gennaio 2021 su circa 101.000 posti persi, 99.000 erano occupati da donne. In una società nella quale abbiamo ancora bisogno di imporre quote rosa sul lavoro, forse, tanta giustizia per la donna non c’è. Ed è in una citazione di Albert Einstein che troviamo lo spunto per riflettere su quanta tenacia occorra ancora per migliorare la situazione, perché essere giusti non vuol dire necessariamente promuovere giustizia: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai delinquenti, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Marketing in love, la perseveranza è la leva dell’acquisto. Cos’è l’amore? In realtà, non ne esiste una reale definizione perché si tratta di una esperienza talmente personale, che si differenzia per ciascuno e l’unica cosa che accomuna tutti sta nel suo bisogno e nel suo desiderio. L’amore non è, ma si vive e come cita un proverbio inglese “fa girare il mondo” e se lo vediamo da un punto di vista di marketing, fa girare anche l’economia. Ottenere più vendite prevede sicuramente delle buone azioni di marketing e ottime strategie ma a nulla servono se non si “vende” con il cuore. Capire cosa c’è nella testa e nel cuore delle persone, accettarne i bisogni, stimolarli, significa entrare in sintonia raccogliendo emozioni, le stesse che ci colpiscono mentre guardiamo una campagna pubblicitaria. Lo spot ci piace se ci emoziona, se ci coinvolge, se ci fa immedesimare a tal punto da comprendere che quell’oggetto deve far parte della nostra vita, perché ne troviamo una qualche necessità, compiendo una scelta: l’acquisto. Dietro l’oggetto desiderato in realtà si cela il bisogno, il desiderio ma spesso è molto di più: è il sogno. Regalare un sogno è possibile se si riescono a toccare quelle leve giuste, capaci di generare emozioni. I mezzi a disposizione sono diversi, a partire dai tanti canali disponibili che sfruttano le
diverse tecniche di coinvolgimento, tra le più innovative esistenti. La vera chiave di lettura è far vivere una esperienza: sia essa sensoriale (sense experience), fatta di emozioni e sentimenti (feel experience), di pensieri stimolanti (think experience) e di azioni (act experience) utili a raggiungere lo scopo. Poiché l’amore è un sentimento che appartiene ad ogni persona e quindi a ciascun cliente, che dovrebbe essere al centro di qualsiasi strategia e obiettivo di vendita, dovrebbe prevedere nel suo “disegno” ampio spazio al suo ascolto e alla sua comprensione, coltivando quella caratteristica che è l’empatia, che come l’amore non dovrebbe avere limiti e andare oltre ogni confine. Il consumatore ha bisogno dell’amore, dei piccoli gesti e delle piccole cose, e quando chi ascolta riesce a percepire le sue necessità e tenta di realizzare quanto di più vicino al suo pensiero, rendendolo maggiormente rispondente, ma soprattutto più personale e quindi facilmente acquistabile, smuove le corde giuste. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Quando ce l’hai difronte, fermati e ascolta il tuo cliente, spesso ha semplicemente il desiderio di parlare con te di sé, di aprirsi a te, di raccontarti ciò che vorrebbe; riuscire ad entrare in sintonia in questo momento magico permetterebbe maggiore accoglienza, maggiore ascolto ma soprattutto creerebbe la magia della differenziazione che porta il cuore a scegliere lì, dove c’è più amore. Molto spesso l’errore che molti brand e aziende commettono nello strutturare una strategia di comunicazione e di marketing è il non pensare al proprio target e ai propri clienti come persone, con interessi ben specifici, esigenze proprie e bisogni da soddisfare, rischiando di focalizzarsi troppo sul proprio prodotto dimenticandosi di concentrarsi su chi, invece, dovrà comprarlo e soprattutto sul perché dovrebbe farlo. Le regole per “farlo innamorare” sono semplici e possono sembrare anche banali ma in realtà sono profonde e ricche di significato che se pur scontato, ma complesse e non per tutti. Partiamo dall’ascolto del cliente, la regola d’oro; corteggiandolo nel modo più corretto offrendogli ciò di cui ha più bisogno captando e conoscendo le sue abitudini più comuni, creando interesse nei vostri riguardi. Una volta che sarete riusciti ad attirare la sua attenzione, fate in modo che si fidi di voi, colpendolo attraverso una comunicazione mirata e specifica, come se stesse parlando esclusivamente a lui e a nessun altro. Una volta che il gioco di seduzione è completato va preparata la giusta atmosfera fatta dei canali giusti per cavalcare l’onda delle
emozioni: un sito ben fatto, una comunicazione ingaggiante, una vetrina accattivante, servizi utili, essere sempre sul pezzo e sapersi differenziare, per dare l’impressione continua che sia stata fatta la scelta giusta: voi e nessun altro, migliore di voi! Ma è qui che comincia bello, quando sembra che il più è fatto, che la scintilla sia scattata, è proprio adesso che il gioco si fa duro, l’innamoramento può essere passeggero ma la relazione, quella se basata su solide basi è duratura nel tempo e può essere per sempre. Qui entra in gioco la parte più romantica dell’amore ma anche la più tenace: la PERSEVERANZA! Rendere partecipe il cliente, farlo diventare protagonista ma allo stesso tempo al centro di ogni iniziativa e attività lo farà sentire speciale. Se vi ha detto si, quel “matrimonio” va continuamente coltivato con proposte accattivanti, promozioni, offerte speciali che gli faranno capire quanto ci tenete, senza mai smettere di sussurrare loro il vostro interesse. Mai commettere l’errore di sottovalutare e di pensare che si può essere “fedeli” sempre, per far si che ciò avvenga la fiamma della passione non deve mai essere placata mantenendo continuamente alta l’attenzione con messaggi consueti, ricordi continui, e dimostrazioni frequenti di attenzione, per rafforzare la relazione L’amore è perseveranza perché dal seme cresce il frutto, solo quando con perseveranza lo si accudisce giorno dopo giorno, con attenzione e sentimento. La voglia di perseverare è spesso la differenza tra il fallimento e il successo perché è l’ingrediente nascosto che da sapore e senso a ciò che sarà. Non si può fare a meno della perseveranza, strettamente connessa alla pazienza e alla gentilezza nell’idea più elevata dell’amore, virtù che concatenate l’una con le altre, permettono di fare breccia nei cuori e migliorano la vita. Se non provi amore, non amerai le cose che fai. Sarai anche bravo a farle, ma le farai con cinismo. L’amore più forte che puoi provare è perseverare nell’atto stesso di amare con passione, con trasporto con quella scintilla che dall’altro lato si sente forte come un cazzotto nello stomaco, arriva dentro, appare, fa innamorare e lascia il segno! Per Amore non c’è ostacolo di pietra, e ciò che Amore può fare, Amore tenta. (William Shakespeare) Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome
Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter La miniserie "Anna", scritta e diretta da Niccolò Ammaniti, è il gioiello imperdibile di questo 2021 Quando iniziamo a guardare “Anna”, la miniserie Sky Original scritta e diretta dallo scrittore Niccolò Ammaniti, un senso di angoscia ci assale, perché ritroviamo delle immagini a noi molto familiari. Si parla di un potente virus, di persone in quarantena, di una malattia che dilaga ma non tocca i bambini, di gente che si infetta semplicemente stando a contatto l’uno con l’altro e il senso di smarrimento aumenta, perchè abbiamo davanti a noi ciò che stiamo vivendo nella realtà. All’inizio di ogni episodio una scritta ci fa venire i brividi, il romanzo omonimo di Ammaniti, da cui lui stesso ha tratto la serie, è stato scritto nel 2015, quindi stiamo per assistere non ad una storia inventata che ha preso ispirazione dalla pandemia dei nostri giorni, ma una storia immaginata prima dell’inizio di quest’incubo, le cui riprese sono iniziate sei mesi prima dell’inizio della pandemia e sono poi terminate dopo il lockdown del 2020, ma il racconto è assolutamente degno di un
preveggente. Nella serie vediamo luoghi abbandonati e deserti, come erano le nostre città nei mesi di marzo e aprile in cui eravamo tutti chiusi in casa e le città vivevano in un silenzio forzato e spaventoso. Avevamo paura, ora forse non ne abbiamo più, visti i numerosi atteggiamenti irresponsabili o forse ci siamo stancati o semplicemente ci siamo abituati, esattamente come si sono abituati i bambini protagonisti della serie, rimasti gli unici al mondo, a vivere da soli sulla terra, a non poter più contare sul conforto dei propri genitori e sulla sicurezza che solo un adulto può dare ad un bambino. Siamo in Sicilia nel 2020, “la Rossa” è il nome del virus che viene dal Belgio e che pian piano stermina “i Grandi”, gli adulti, e che silente vive anche nei bambini per poi manifestarsi solo dalla pubertà, iniziando con la comparsa di macchie rosse sulla pelle. Le analogie con il covid ci sono tutte, compresa l’esistenza di un vaccino di cui si sente tanto parlare, invece, per fortuna, nella nostra realtà esistere davvero, ma quello che la protagonista Anna non perde mai per tutta la durata della narrazione è sicuramente la speranza; lei è forte, risoluta, capace di grandi gesti di dolcezza verso il fratellino Astor che ha dovuto crescere da sola dopo la morte della mamma, ma determinata e astuta nei momenti in cui bisogna lottare per sopravvivere. Un grande personaggio, un grande insegnamento, un grande racconto che, a prescindere dalla forza narrativa legata alla similitudine con il periodo attuale, è capace di coinvolgere, rapire ed emozionare. Se finora vi ho suggerito che la bellezza di questa miniserie è all’80% merito della trama, ho sbagliato, perché, accanto ad una narrazione meravigliosa, c’è un quadro fatto di scenografie, costumi, musiche, atmosfere e fotografia, che rendono questa favola dark post apocalittica un vero capolavoro da non lasciarsi sfuggire. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del
Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Le fantastiche location naturali sono i luoghi della Sicilia, una Sicilia che si respira nelle scenografie e nell’accento dei protagonisti, piccoli e così capaci di emozionare con un solo sguardo. In questa terra abbandonata, piena di immondizia e cibo vecchio che bisogna rimediare per sfamarsi (merito del grande lavoro dello scenografo Mauro Vanzati), protagonisti sono anche gli splendidi costumi, fatti a volte di numerosi strati di vestiti, a volte costruiti dai personaggi con i rifiuti, come nel caso del costume da istrice del piccolo Astor, tutto frutto dell’immenso lavoro della costumista Catherine Buyse. I sei episodi si sviluppano in un’atmosfera surreale, resa magica dalla bellissima colonna sonora (presente su Spotify) realizzata dal compositore spagnolo Rauelsson e iniziano con la canzone “Settembre”, della famosa cantautrice Cristina Donà. Niccolò Ammaniti ci aveva già abituati a racconti con protagonisti i bambini, pensiamo al romanzo “Io non ho paura” del 2001, narrati con la sua particolare sensibilità verso il mondo dell’infanzia e questo potrebbe forse derivare dal fatto che suo padre, Massimo Ammaniti, è uno psicologo dell’età evolutiva, con cui ha anche scritto il saggio “Nel nome del figlio. L’adolescenza raccontata da un padre e da un figlio”, in cui viene analizzata la difficile fase adolescenziale, la crescita, l’educazione, da due punti di vista molto diversi.
Lo scrittore Ammaniti, dopo averci appassionato con la serie drammatica “Il Miracolo” del 2018 da lui ideata, è tornato per incollarci allo schermo con questa storia capace di unire alla bellezza delle immagini la potenza del racconto, dando vita ad un prodotto davvero imperdibile. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Ci può essere una relazione tra etica, brand, e influencer? Intervista a Omar Rossetto autore di "Influencermania". In occasione dell’uscita del libro “Influencermania” di Omar Rossetto, edito da Hoepli, abbiamo rivolto alcune domande all’autore in merito al binomio tra etica e social network, anche alla luce delle figure professionali degli influencer. Si parla spesso di responsabilità sociale delle imprese, di etica e approccio sociale legato alle aziende ma quanto è importante per un influencer questo aspetto per mantenere i follower? L’aspetto etico è fondamentale per mantenere saldo il vincolo fiduciario che sta alla base della relazione follower-influencer. Un influencer senza una community attiva non si può definire tale. Fortunatamente negli ultimi anni, dopo un iniziale vuoto normativo, si sono instaurate delle pratiche di buona condotta nella comunicazione della natura commerciale di taluni contenuti da parte degli
influencer (la più nota è la presenza dell’hashtag #adv et similia tra i primi tre # di un contenuto). L’altro aspetto da tenere in considerazione è quello della responsabilità sociale di queste figure, mi spiego meglio. Molti influencer hanno audience che sono paragonabili e talvolta superiori a quelle di un qualsiasi altro mezzo di comunicazione di massa (radio, tv, giornali) e proprio per la loro natura di opinion leader dovrebbero tener conto del loro ruolo sociale nei messaggi che condividono. Per fortuna da questo punto di vista ci sono molti esempi virtuosi (ad esempio Chiara Ferragni l’anno scorso su invito del Presidente del Consiglio ha sensibilizzato il suo pubblico sull’utilizzo corretto della mascherina). Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Una fake news ben costruita può far aumentare l’engagement anche nel lungo periodo? Si suol dire che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e credo che questo detto popolare riassuma in qualche modo la risposta alla sua domanda. Innanzitutto non credo sia compito dell’influencer diffondere notizie. Un’attività che molti fanno è quella di commentare le notizie prendendo una posizione a riguardo e in questo caso vale la considerazione di prima circa la responsabilità sociale. Ad ogni modo gli utenti nei social diventano ogni giorno più consapevoli e tradire la loro fiducia può semplicemente trasformarsi in un boomerang che distrugge la credibilità dell’influencer con tutte le conseguenze del caso. Ci sono dei temi di sicuro successo sui social? Quando si utilizzano questi canali con delle finalità di business, come nel caso degli influencer, ma la stessa cosa vale anche per i brand, non esiste il contenuto perfetto e di successo che funziona a priori. Funziona quello che il nostro pubblico vuole vedere o si aspetta di ricevere da noi. Il fine ultimo di qualsiasi piattaforma (Facebook, instagram, youtube ecc..) è il mantenimento dell’utenza per il maggior tempo possibile all’interno della piattaforma stessa quindi ogni contenuto va pensato e concepito con questa ottica. Tanti utenti connessi per tanto tempo vuol dire più spazio per gli inserzionisti e per la pubblicità che è la principale fonte di reddito dei social media. C’è un’etica anche nelle comunicazioni social, sia commerciali che non? Cambia in base al social (es. Instagram o TikTok?) Personalmente credo che l’etica debba essere insita nei brand, negli influencer e negli utenti che popolano i social media. Spesso si tende a demonizzare i social ritenendoli “colpevoli” di casi di violenza, bullismo o qualsiasi altra cosa deprecabile. Non sono i social il problema, è l’utilizzo sconsiderato e poco consapevole che le persone ne fanno. Poi ovviamente l’attività di monitoraggio deve essere intensificata, ma eticamente sta a chi crea il contenuto.
Classe 1991, è nato a Montebelluna. Laureato in comunicazione all’Università degli Studi di Padova, è Head of Social Media in Velvet Media Italia, agenzia di marketing di Castelfranco Veneto. È co-founder di Just X, startup innovativa, attraverso cui ha sviluppato progetti come trovainfluencer.com, piattaforma-database di oltre 2.000 nano e micro influencer geolocalizzati in Veneto per campagne di influencer marketing, e All Stars For Good, piattaforma charity che mira alla valorizzazione del grande seguito delle social media celebrity a fin di bene. E’ autore di Influencermania. La storia, le novità e le strategie della più proficua attività media degli ultimi anni, Hoepli, 2020. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Musica a impatto 0: la nuova sfida
sostenibile Pochi si chiedono se il fruire la musica possa essere dannoso per l’ambiente, eppure il costo dell’impatto ambientale dell’industria musicale è una realtà con cui dovremo misurarci quando finalmente si riprenderà a godere della musica dal vivo. Se movimentare persone e cose, consumare elettricità e accumulare rifiuti stressando l’ambiente circostante può essere immaginabile e prevedibile quando ci si appresta a fruire di concerti dal vivo, molto meno lo è capire che i supporti sui quali la musica viene incisa, e persino lo streaming, possono essere fonte di inquinamento. Anche se adesso il comparto dell’industria musicale, soprattutto quello che riguarda gli spettacoli dal vivo, è fermo da oltre un anno, forse è giusto fare una riflessione sull’impatto ambientale anche alla luce di una possibile ripresa. Uno studio del 2019 dell’Università di Glasgow insieme all’Università di Oslo, intitolato “the cost of music”, pone l’evidenza sui costi della musica in termine di inquinamento. P h o t o b y J o n a t h a n D u b o n on Unsplash. L’analisi prende in considerazione un arco temporale abbastanza lungo e sottolinea l’enorme spreco di materiali, per lo più non riciclabili per gli alti costi di lavorazione; ad esempio, analizzando i picchi delle vendite dei principali supporti musicali, si è evidenziato che in termini di consumo, nel 1977, quando in voga erano gli LP in vinile, l’industria discografica ha utilizzato 58 milioni di chilogrammi di plastica, mentre nel 1988, quando a spopolare erano le musicassette, si è passati a
56 milioni di chilogrammi e a poco più di 61 milioni nel 2000, quando il supporto che andava per la maggiore era il CD. Questi dati, per niente confortanti, si riferiscono soltanto al mercato degli Stati Uniti, e per vederli abbassare drasticamente si è dovuto aspettare l’avvento dello streaming (nel 2016, si stima che il consumo di plastica sia calato ad 8 milioni di chilogrammi). Seppur con meno impatto, anche lo streaming è fonte inquinante ed ha un grave effetto sull’ambiente, che si può sintetizzare nel grande dispendio di energia elettrica, soprattutto per alimentare i server e potenziare le reti; quindi, se da una parte vengono consumati meno plastica e meno metalli difficilmente riciclabili, dall’altra parte vi è dispendio di energia con conseguente rilascio di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Ma come ridurre l’impatto ambientale dei nostri ascolti? Possiamo fare qualcosa anche noi o dobbiamo aspettare che l’industria musicale inventi un supporto ad impatto 0? La risposta è tanto semplice quanto banale, basterebbe modificare il nostro comportamento di consumo valutando la frequenza di ascolto per scegliere il supporto meno impattante. Se si ascolta la musica sporadicamente, sicuramente lo streaming avrà un minore impatto ambientale, se invece siamo assidui consumatori e riproduciamo soprattutto sempre gli stessi brani, allora il supporto materiale, CD o vinile che sia, farà al caso nostro. Ma basta questo a ridurre l’impatto ambientale dell’industria musicale? Sicuramente no, ma è un piccolo passo per un mondo più green; semmai, la vera sfida sta nel creare eventi musicali ad impatto 0 che siano sostenibili nel lungo periodo. Le soluzioni, tanto scontate quanto di difficile attuazione perché dipendono dal comportamento di tutti, ci sarebbero, e gli organizzatori si dicono pronti ad attuarle. In fondo, basterebbe svolgere concerti e festival in aree servite dal trasporto pubblico o predisporre delle navette così da limitare l’impatto degli spostamenti di tanta gente con mezzi privati, oppure utilizzare energia elettrica creata da fonti rinnovali per abbassare il livello di CO2 nell’ambiente, e poi eliminare la plastica monouso per servire cibo e bevande ed incentivare il riciclo dei rifiuti. Ultimamente, qualcuno si è spinto ancora oltre, immaginando di dover restituire all’ambiente una parte di quello consumato: nasce forse così l’esperimento che vede sostituire l’acquisto del classico biglietto per usufruire di un concerto con un TreeTicket, un certificato di adozione di un albero che riserverà l’accesso esclusivo all’evento. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni.
L’evento in questione, organizzato da Etifor (spin-off dell’Università di Padova specializzato in consulenza, progettazione, ricerca e formazione in ambito ambientale), si svolgerà in Trentino il prossimo 25 maggio e vedrà come protagonisti Mario Brunello, noto violoncellista, e Stefano Mancuso, botanico e saggista che già molte volte ha legato progetti di divulgazione scientifica alla musica. La loro opera, definita “musical-vegetale”, nasce dall’ultimo movimento della Seconda Partita in Re minore per violino solo di Bach e sarà pagata, in termini ambientali, piantumando gli alberi adottati per compensare le emissioni di Anidride Carbonica nell’ambiente che verranno prodotte con l’evento, avvalendosi dell’approccio MARC (Measure Avoid Risk Communicate), metodo sviluppato da Etifor per valutare e ridurre l’impatto ambientale accompagnando persone ed organizzazioni lungo un percorso di responsabilità ambientale e sociale. Recentemente, lo scorso 18 aprile, un evento-test similare è stato organizzato in Sicilia con protagonisti Roy Paci e Angelo Sicurella, ma in questo caso non c’era la possibilità di acquistare un accesso esclusivo all’evento, bensì di prolungare la durata della performance. Adottando, infatti, degli alberi che poi sarebbero stati piantati nel luogo del concerto, si acquistavano secondi in più sulla durata complessiva della performance, una sorta di jukebox green i cui gettoni erano proprio gli alberi piantumati. Questo tipo di approccio, che potrebbe essere replicato in altri eventi, oltre a fare qualcosa di concreto per il nostro pianeta dona anche il benefico immediato di sensibilizzare i fruitori degli eventi, richiamandoli ad avere cura dei luoghi di cui fruiscono durante le performance e, più in generale, sicuramente sviluppano una più ampia coscienza sui temi ambientali nel lungo periodo. P h o t o b y J o n a t h a n D u b o n on Unsplash.
L’auspicio che ci facciamo è che queste buone pratiche non si concretizzino soltanto in progetti sporadici ed eventi pilota, ma che diventino la prassi di ogni evento, piccolo o grande che sia; per far sì che questo avvenga, è necessario uno sforzo comune che sicuramente deve partire da chi organizza gli eventi, ma deve essere anche supportato dalle istituzioni locali che devono creare le condizioni adatte a metterlo in pratica. Un ruolo importante in questa partita, che ci vede tutti giocare per salvaguardare il pianeta, lo giocano senz’altro i performer, che sono in grado di influenzare le masse dei propri fan, ma tocca ad ognuno di noi impegnarsi per lasciare ai posteri un mondo migliore di quello che abbiamo trovato, non dimenticandoci mai che siamo tutti parte dell’ecosistema e dobbiamo fare tutti la nostra parte per salvaguardarlo. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Marketing e gentilezza: due termini che devono andare d’accordo Sentire parlare di marketing e gentilezza ti fa storcere il naso e pensi che essere gentile non convenga ad un’azienda. Allora sappi che nel 2021 è arrivato il momento di cambiare idea dato che: “Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, lavorare insieme un
successo.” Henry Ford Il marketing del 2021, complice anche la pandemia da COVID-19 vede la gentilezza non come un segno di debolezza e accondiscendenza, ma come una filosofia di vita e una forma di cultura. Cosa significa oggi essere gentili? gentilezza /gen·ti·léz·za/ sostantivo femminile 1. 1. Cortesia, amabilità. 2. 2. Finezza scevra di affettazione: g. di modi; delicatezza, grazia. “g. di sentimenti” Essere gentili significa essere equilibrati e sapersi relazionare con gli altri attori del business: clienti, fornitori e dipendenti. Una buona qualità della vita dipende dalla capacità di gestire emozioni e relazioni interpersonali e non esiste una sfera lavorativa fatta solo di compiti da portare a termine e privata della sua componente emotiva, in questo caso della gentilezza. Diceva sempre Henry Ford “insieme un successo” ed è stato dimostrato che un clima di lavoro basato su un atteggiamento gentile ed empatico è anche più efficiente. Ogni azienda è fatta di persone e la chiave del successo è l’equilibrio psico-fisico di tutte le parti coinvolte, lavorando al fare squadra per raggiungere gli obiettivi aziendali. Scopri il nuovo numero: “Le 4 Virtù cardinali del Marketing” Pazienza, Perseveranza, Sostenibilità e Gentilezza, sono le 4 virtù cardinali del marketing che vi proponiamo. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla velocità, queste virtù ci permettono di non sbagliare la rotta (o magari di ritrovarla se smarrita) e di indirizzare correttamente le nostre azioni. Gentilezza e marketing: il caso di Svizzera e Norvegia A confermare l’importanza della gentilezza nel clima di lavoro ci sono due Paesi come Norvegia e Svizzera, che hanno un welfare da primato e che sono conosciuti come i Paesi più felici secondo l’indice globale di prosperità pubblicato dal Legatum Institute di Londra. L’Italia, per fare un paragone, è al 37° posto. Tuttavia, il nuovo modello people oriented si sta diffondendo anche da noi e sempre più aziende italiane scelgono di affidarsi a veri professionisti della gentilezza e business coach per
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