Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino

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Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
Il futuro sul web di Mediaset
Spagna nella mani del "tarantino"
Massimo Musolino

                                           ROMA – Uno dei dati che
emerge dalla presentazione agli analisti dei risultati di quest’anno,
di Mediaset España la controllata spagnola di Cologno Monzese, che
prevede di non aumentare le spese operative con una previsione di
costi di 720 milioni ed anche di aumentare i ricavi nel 2019 dalla
diversificazione non strettamente televisiva, con il rafforzamento del
digitale, del progetto di produzione ‘Mediterraneo’ e della presenza
nel cinema.

E’ stato il tarantino Massimo Musolino, managing director di Mediaset
España ad annunciarlo in conference call “Vedo un’ampia area di
possibile collaborazione” con i ‘partner’ europei “a partire dal fatto
che costruire una piattaforma Ott da soli non è la soluzione migliore:
meglio ovviamente investire insieme”, ha spiegato          citando la
partnership con la tedesca ProSiebenSat1, la francese Tf1, l’inglese
Channel 4 ed ovviamente la controllante italiana Mediaset. “Stiamo
incontrando ogni mese gli altri broadcaster europei e ci sono
soprattutto due argomenti che discutiamo con loro: lo sviluppo
tecnologico e il mercato pubblicitario- ha proseguito Musolino –
 oltre all’analisi delle diverse produzioni”, a partire dalla fiction.
Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
Massimo Musolino, direttore generale di Mediaset España

Mediaset España nel frattempo prepara anche l’acquisizione a breve di
testate giornalistiche ‘locali’ on line, puntando soprattutto sulle
aree di Madrid e Barcellona. “La prima dovremmo definirla entro la
fine di marzo, stiamo stilando i contratti”, ha spiegato Musolino
“Non si tratta di investimenti ingenti, ma puntiamo all’aumento degli
utenti unici di Internet e a rafforzarci nel digitale”, ha concluso.

Al momento l’intesa è su un laboratorio digitale che ospita canali web
e video, ma nei progetti potrebbe diventare a breve la base per
un’alleanza molto più strutturata, anche se per ora non parla di
scambi azionari. Il riferimento da parte dei manager di Mediaset
España a progetti per una piattaforma Over the top – che attraverso
Internet fornisce in genere servizi, contenuti e applicazioni – è
una sostanziale novità dopo la rottura con i francesi di Vivendi e
fornisce altri elementi alla prosecuzione di contatti tra il Gruppo
Mediaset e i suoi possibili ‘partner’ europei .
Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
il quartier generale di Mediaset España a Madrid

Osservando i numeri del bilancio 2018, la società spagnola del Gruppo
Mediaset ha registrato un utile netto di 200 milioni, in crescita
rispetto ai 197 del 2017 ottenendo “il miglior risultato degli ultimi
10 anni”. I ricavi sono aumentati raggiungendo quota 981 milioni, con
la redditività in aumento: il margine operativo lordo è salito del
4,5% a 274 milioni ed il risultato prima degli oneri finanziari è
cresciuto del 4,7% a quota 257 milioni. I costi operativi sono in calo
del 3,6% rispetto al 2017, con una posizione finanziaria netta
positiva a fine dicembre di 167 milioni, una generazione di cassa di
223 e la distribuzione di un dividendo totale di 197,5 milioni. Molto
bene il solo quarto trimestre: l’utile netto è stato di 53,4 milioni e
la riduzione dei costi dell’11%.

La madre di Matteo Renzi rinviata a
giudizio a Cuneo
Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
ROMA – Si apre un processo,
il primo, per la mamma dell’ex premier arrivato a seguito del rinvio a
giudizio per Laura Bovoli, la mamma di Matteo Renzi, deciso questa
mattina   dal giudice per le udienze preliminare del Tribunale di
Cuneo, Emanuela Dufour. La madre di Renzi verrà sottoposta a processo
il 19 giugno per “concorso in bancarotta documentale” per i rapporti
intrattenuti con la società Direkta srl di Mirko Provenzano, con sede
a Cuneo, fallita nel 2014, attraverso la società Eventi 6 di Rignano
sull’Arno (FI) , di cui era amministratrice all’epoca dei fatti (2012)

Secondo il pm Pier Attilio Stea titolare del fascicolo    d’indagine nato
dall’esposto di uno dei suoi creditori, usufruì di tre   note di credito
fasulle, pianificate a tavolino con Laura Bovoli, per    fronteggiare le
richieste di pagamento da parte di quattro cooperative   creditrici.

Si conclude così la tormentata udienza preliminare su questa vicenda,
la prima dalla quale sono partite le indagini sui coniugi Renzi.
Tormentata in quanto inizialmente la stessa giudice si era dichiarata
incompatibile. venendo persino ricusate anche dalle difese (per essere
stata in passato giudice in un processo collegato), ma la Corte
d’Appello di Torino ha invece ritenuto che non ci fosse alcun ostacolo
a che decidesse.

Altri imputati nel processo sono Paolo Buono, di San Secondo di
Pinerolo, anche lui cliente di Direkta, e Franci Peretta, di Rivalta
Bormida il quale teneva la contabilità per Provenzano. Si è costituita
parte civile la curatela fallimentare della Direkta attraverso
l’avvocato Vittorio Sommacal ed un creditore.          Laura Bovoli,
interrogata prima del marito, aveva detto di essersi “dimessa dalla
Eventi 6”    il 20 febbraio, società nella quale compariva come
amministratrice. Il marito invece ha detto di essersi “cancellato
dall’iscrizione agli agenti di commercio”. “Non le amministriamo più,
siamo fuori da ogni incarico“, era stata nei giorni scorsi la difesa
di entrambi genitori dell’ex premier.
Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
M5S, Rocco Casalino: "Sarti si è
nascosta dietro il mio nome". L'ex
compagno: "Falso, sapeva".

                                           ROMA – Il “caso” di Giulia
Sarti diventa sempre più imbarazzante per il Movimento 5Stelle. E
sopratutto per il loro capo della comunicazione        Rocco Casalino
attuale portavoce del presidente del Consiglio, che interviene sul
caso della deputata Giulia Sarti, coinvolta nella “Rimborsopoli” a
5Stelle. “Sarti si è probabilmente coperta dietro il mio nome con
l’allora compagno, se avessi saputo di questi ammanchi o di giri
strani l’avrei immediatamente riferito al capo politico e ai
probiviri. Io non tutelo i parlamentari, ma il Movimento, come sanno
tutti“, sostiene Casalino in una nota. Interviene sulla vicenda
 anche il vicepremier Luigi Di Maio. che è lapidario: “Giulia Sarti si
è dimessa dalla presidenza della Commissione Giustizia, e si
autosospesa. Ora il Movimento dovrà decidere l’espulsione, che credo
doverosa“. Nel frattempo però Casalino viene smentito         dall’ex
compagno della Sarti: “Ora fa lo gnorri ma sapeva”.

Il caso “Rimborsopoli” del M5S
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Un caso complicato quello
di Giulia Sarti. Ieri aveva dichiarato: “Preciso che né Ilaria
Loquenzi (altra responsabile comunicazione M5S,      ndr ) né Rocco
Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si sono limitati a
starmi vicino“. Allora perché sono tirati in ballo Casalino e la
Loquenzi? E in cosa consiste lo scandalo dei rimborsi? Proviamo a
ricostruire i fatti.

Il caso era scoppiato nel febbraio 2018 quando – in seguito a un
servizio delle Iene – era emerso che alcuni parlamentari, tra cui
proprio la Sarti, non avevano restituito parte dello stipendio, come
invece previsto dal regolamento interno M5S. La Sarti non contenta… di
aver mentito, presentò una denuncia “strumentale” nei confronti del
suo ex-compagno Bogdan Andrea Tibusche accusandolo di appropriazione
indebita: Una denuncia a cui ha fatto seguito un’indagine della
Procura di Rimini, avviata un anno fa e che ora si è definita con una
richiesta di archiviazione per l’ ex compagno della Sarti . Dalle
indagini svolte secondo i magistrati, non fu lui a rubare soldi dai
conti della parlamentare riminese. Né tantomeno fu lui a impedirle di
restituire i rimborsi. La denuncia altro non è stato stata quindi che
soltanto uno squallido tentativo, da parte della deputata “grillina”,
di salvare la propria reputazione e probabilmente anche il suo
personale futuro politico.
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Ilaria Loquenzi

Il coinvolgimento della Sarti di Casalino e Loquenzi

                                              Dalle chat verificate dai
magistrati di Rimini emerge che c’era un   accordo tra Sarti e il suo ex
compagno Bogdan Andrea Tibusche (che in    rete si fa chiamare Andrea De
Girolamo) per far ricadere su di lui la    colpa dei mancati versamenti.
Ma non soltanto. Secondo quanto riferito   dalla stessa parlamentare M5s
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nella sua chat via Telegram con Bogdan, la richiesta di sporgere
denuncia nei suoi confronti sarebbe arrivata proprio dai responsabili
della comunicazione del movimento, Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino.
“Le Iene hanno i nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché
mi stanno chiedendo come uscire da questa storia“(…) “me l’ha chiesto
Ilaria con Rocco. Per salvarmi la faccia…Cinque sono fuori ma ho detto
di no. Però tesoro è finita, ora devo restituire quei 23.500 euro.
Stasera ho parlato con la comunicazione. Domattina devo fare un post
su Facebook, avrò lo stesso trattamento di Cecconi e Martelli”.
Tibusche: “Io mi sparo”. Sarti: “No è inutile che fai così forza dai,
si affronta. Devo firmare il foglio in cui rinuncio ad essere eletta.
Cioè tutto il restituito non conta nulla?”. Tibusche: “Sono penosi mi
dispiace tesoro, sono a pezzi”. Giulia Sarti: “Devo scrivere un post
domattina e Ilaria lo controlla. Nei Tg è già uscito il mio nome
stasera. Mi stanno tempestando. Ora bisogna capire come tutelare Marco
e tutto il gruppo di Rimini. Faccio quello che mi ha detto Ilaria. Un
post su Facebook domattina” Poi arriva la denuncia e tra i due scoppia
la guerra.

                                         Nelle carte dei magistrati di
Rimini che hanno indagato e scagionato Tibusche dal reato di
appropriazione indebita in realtà viene alla luce il “mea culpa” della
deputata grillina. In una mail indirizzata a Luigi (Di Maio), la Sarti
scriveva: “La situazione è molto grave e io mi scuso per non averla
mai controllata prima di oggi (…) Ora ho 9mila euro sul mio conto ma
mi farò aiutare dai miei per fare domani mattina tutti i bonifici. Il
totale che manca è 23.443,81 euro“.
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In una chat del 15 febbraio del 2018 tra Giulia Sarti e Casalino, che
pare dare ragione a quest’ultimo. “Sei sicura che sia stato lui? Sei
sicura al 100% della sua colpevolezza? Perché se denunci un innocente
commetti reato“, si legge in    messaggio inviato dal portavoce del
premier all’ex presidente della commissione Giustizia. Nelle chat, il
cui testo è stato visionato dall’Ansa, l’allora portavoce del M5S
chiedeva all’esponente pentastellata se fosse sicura della
colpevolezza dell’ex fidanzato. “Se è stato davvero lui è giusto che
denunci, ma se non è così stai facendo una cosa grave“, scriveva
Casalino in un altro messaggio inviato sempre il 15 febbraio dello
scorso anno.

Messaggi che si aggiungono a quelli scambiati dalla deputata 5 Stelle
con il suo ex e visionati dai magistrati riminesi. “Le Iene hanno i
nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché mi stanno
chiedendo come uscire da questa storia“(…), scriveva la Sarti via
Telegram. Tibusche: “Denunciare me… Te l’hanno chiesto le Iene?“. La
Sarti: “No no, me l’ha chiesto Ilaria con Rocco. Per salvarmi la
faccia…”

L’ex compagno della Sarti accusa Casalino

                                           A tenere aperto il “caso”
arrivano le accuse a Casalino dall’ex compagno di Sarti : “Ho letto
sui giornali che Casalino fa lo gnorri e scarica la Sarti. Sapete qual
è il bello? Il messaggio con il quale mi si informava che sarebbero
stati lui e Ilaria a spingere la querela, Casalino lo ha avuto
(screeshots), da me, il 15 febbraio del 2018. Ho sempre lo stesso
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vizio: salvo e registro tutto. Non sapeva nulla fino ad oggi? Lo
sapeva eccome“. Tibusche lo scrive su Facebook, poi cancella il post.
Casalino si arrampica sugli specchi: “Non c’è stata alcuna richiesta
da parte mia, o di Ilaria Loquenzi, di denunciare l’ex fidanzato. La
Sarti all’epoca si proclamava innocente e scaricava tutte le colpe
sull’allora compagno. Se è così denuncialo“, ed aggiunge “Gentilmente
pubblichi cosa ti ho risposto“. Quindi apre il fronte alla lite
social. “Ma chi se ne frega? Perché non ti sei mosso un anno fa e lo
fai ora?“, domanda Tibusche. “Tu – obietta il portavoce del presidente
del Consiglio – avevi una tua versione. Lei una versione totalmente
diversa. Non spettava a me decidere di chi fosse la ragione. La cosa
più giusta era che fosse la magistratura a valutare“.

“Fare il finto tonto può funzionare con i più ma non con me. – contro-
replica l’ex compagno della Sarti – Tu oggi caschi dal pero accusando
lei ma di tutto questo eri a conoscenza da oltre 1 anno. E non hai
detto/fatto nulla. Qui non si discute sul cosa ma sul come. Il cosa
arriva dopo”. Il post (con tutto il botta e risposta) poi
all’improvviso sparisce, ma oramai è troppo tardi.

E le menzogne grilline continuano.

Carmine Esposito è il nuovo
questore di Roma. Succede a Guido
Marino che va in pensione
Carmine Esposito

ROMA – Come preannunciato il Consiglio dei ministri ha nominato come
nuovo questore di Roma il dottor Carmine Esposito fino ad oggi
questore di Bari, che sostituirà l’attuale questore Guido Marino, che
va in pensione.

Il nuovo questore di Roma, Carmine Esposito 62 anni, è nato a Napoli,
dove si laurea in Giurisprudenza e in Scienze delle Pubbliche
amministrazioni. Dal 1988 è in servizio alla Squadra Mobile di Napoli
e, successivamente, al Centro Interprovinciale Criminalpol del
capoluogo campano, dove rimane fino al 1994. E’ proprio in questi anni
che riesce a mettere a segno una serie di arresti importanti: da
Rosetta Cutolo, superlatitante e sorella del noto boss della camorra
Raffaele Cutolo, al luogotenente dei cutoliani Sergio Marinelli, preso
in Venezuela. In carcere finiscono anche numerosi affiliati al “clan”
La Torre e il capo clan Augusto La Torre, tra i più potenti della
provincia di Caserta. Proprio per questa operazione a gennaio del
1991, Esposito viene promosso per merito straordinario alla qualifica
di vice questore aggiunto.

Dall’ottobre del 2000 viene trasferito in questura a Salerno con
l’incarico di capo di gabinetto. Promosso Primo dirigente dal 10
gennaio 2001, nel febbraio dell’anno successivo assume le funzione di
capo di gabinetto della questura di Palermo e, dall’agosto 2004, anche
l’incarico di funzionario addetto alla sicurezza. Nel 2005, dopo
l’istituzione della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia,
Esposito viene incaricato di curare le attività connesse all’ufficio
Affari Generali. Nell’aprile del 2008, gli vengono conferite le
funzioni di direttore reggente del Servizio Affari Generali della
Direzione Centrale per gli Affari generali della Polizia di Stato.
Dal marzo 2009, il capo
della Polizia lo nomina capo ufficio di staff del vice direttore
generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia
Criminale, con l’incarico di fornire diretta collaborazione al vice
capo della Polizia nelle attività di verifica dell’efficacia delle
misure di contrasto messe in atto dalle forze di Polizia, sotto il
profilo sia preventivo che repressivo. Nel maggio del 2010 consegue la
promozione al grado di dirigente Superiore della Polizia e viene
chiamato a guidare prima la questura di Trapani e poi, dall’agosto
2014, la questura di Brescia.

Al dottor Esposito il benvenuto nella Capitale, ed al dottor Marino
che ha sempre prestato la massima attenzione e collaborazione
all’operato dei giornalisti i migliori auguri per il godimento di una
meritata raggiunta pensione dalla Direzione e redazione del nostro
quotidiano

Vendola ai giudici di Taranto:
"Ilva unica colpevole
dell'inquinamento"
TARANTO – Si è svolto oggi dinanzi
alla Corte d’assise di Taranto l’interrogatorio di Nichi Vendola, l’
ex presidente della Regione Puglia, seduto sul banco dei 47 imputati
del processo, responsabili secondo i magistrati di Taranto per il
presunto disastro ambientale     dell’Ilva . Vendola è accusato di
concussione aggravata in concorso per presunte pressioni sull’ Agenzia
regionale per l’ambiente (Arpa Puglia) in favore dell’Ilva. Fatti che
risalgono al periodo compreso tra il 22 giugno 2010 e il 28 marzo
2011.

L’ex governatore pugliese ha declinato ogni responsabilità ipotizzata
dall’accusa di aver assunto un atteggiamento “morbido” nei confronti
dell’ex proprietà dello stabilimento siderurgico, ed ha precisato di
non aver mai pensato di non voler confermare l’ex direttore generale
di Arpa Puglia Giorgio Assennato, e tantomeno di voler “ammorbidire”
i rilievi e le relazioni sull’attività ispettiva condotta nei
confronti dell’Ilva, come invece sostenuto dalla procura tarantina,
che in questo processo, udienza dopo udienza sta vendendo sgretolarsi
il proprio castello accusatorio.
Accuse queste che Vendola ha nettamente respinto, e         ricordato
rispondendo alle domande del pm Remo Epifani, di aver voluto lui sia
il rilancio dell’Arpa che l’insediamento di Assennato proprio per
tenere sotto controllo in modo efficace le questioni ambientali.
Vendola è stato interrogato sia da due avvocati delle parti civili che
dal suo stesso avvocato di fiducia. Quella dell’Iva non è l’unica
disavventura giudiziaria per Vendola. Infatti nel 2009, venne indagato
con l’accusa di aver esercitato pressioni per ottenere le nomine di
alcuni dirigenti della sanità pugliese, venendo prosciolto dal Giudice
per le Udienze Preliminari che ritenne che non vi fossero profili
“penalmente rilevanti”.

                                           Vendola ha aggiunto che,
nel corso del suo mandato di Governatore, la Regione ha prodotto leggi
regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento
ambientale a Taranto. Nel processo è coinvolto anche un assessore di
Vendola, Nicola Fratoianni, attuale deputato, che è accusato di
“favoreggiamento”. Secondo l’accusa, Fratoianni avrebbe fornito ai
magistrati una versione dei fatti favorevole a Vendola, per nascondere
le sue responsabilità; contestazione per la quale risponde in giudizio
anche l’ex dg di Arpa Puglia, Assennato. L’ onorevole Fratoianni verrà
sottoposto ad interrogatorio nell’udienza del prossimo 4 marzo ed
Assennato il giorno dopo, il 5 di marzo.

Di tutto di più …

         La nuova invettiva del Cav. Silvio Berlusconi contro i
cittadini che votano 5Stelle e non lui

“Italiani, siete tutti fuori di testa. Come si fa a ragionare così?
Svegliatevi, siete una vergogna!” (fonte: Stasera Italia, Rete 4)

         Momenti di imbarazzo e nervosismo a Di Martedì, su La7,
quando l’esponente 5 Stelle Alessandro Di Battista si lamenta della
mancanza di calore da parte del pubblico…

“Ma oggi non applaudite nessuno? Eh? Si può? Lo potete fare un
applauso? Eh? Grazie! Stasera non v’hanno dato (fa il gesto
dell’applauso, ndr)... non v’hanno dato… io non lo so”

         Il ministro dell’Interno Matteo Salvini interroga i propri
follower, su Twitter

“Stasera sto leggero: pizza salame piccante e cipolle!! Voi non
esagerate, mi raccomando”…”Pranzetto leggero a La Maddalena:
gnocchetti sardi con funghi, zafferano, salsiccia, aggiungo pecorino!
Mi volete bene anche se ingrasso??”
Fulvio Collovati ex campione del mondo di calcio nel 1982 ed
opinionista sportivo a Quelli che il calcio, su Rai 2

“Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco.
Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non
puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non
c’è niente da fare”

         Il senatore Pd Matteo Renzi apre il suo nuovo libro con una
citazione di Michael Jordan, il più forte giocatore della storia Nba

“Nella mia vita ho sbagliato più di 9mila tiri, ho perso quasi 300
partite, 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e
l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine
ho vinto tutto“

         Enrico Letta ex premier del Pd sul titolo del secondo volume
scritto da Renzi, “Un’altra strada”

“Il vero titolo del libro di Renzi? #Nonhoimparato ….ops! #sischerza”
(fonte: Twitter)

        Il direttore di Libero   Vittorio Feltri sbrocca a La Zanzara,
su Radio 24

“Ho lavorato da stamattina alle dieci fino alle venti, dov’è il
problema? Non sarò libero di andare a mangiarmi un boccone e bere un
po’ di champagne? Alla faccia di Parenzo. Ma che te frega, Parenzo,
perché voi ebrei non bevete lo champagne? Bevetelo ‘sto champagne,
così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la
Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma
basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più!“
Dopo essersi autopromosso “Presidente della Repubblica”,
davanti al Parlamento europeo il premier Giuseppe Conte incappa nello
stesso svarione compiuto durante il discorso d’insediamento al Senato

“… società off-shore dislocate in PARADISI ARTIFICIALI” (fiscali, ndr)

         Durante un durissimo intervento all’Europarlamento, Guy
Verhofstadt il leader dei liberali dell’Alde si rivolge così al
premier italiano Giuseppe Conte

“Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da Di Maio e
Salvini?“

         Sanremo 2019, Virginia Raffaele accusata di satanismo.
L’esorcista: ‘Ha invocato Satana’. Ed il ministro dell’Interno Matteo
Salvini rilancia su Facebook

“Capisco e condivido le preoccupazioni espresse da don Aldo Buonaiuto.
Non bisogna sottovalutare il problema delle sette sataniche e serve
affidarsi agli esperti che ci aiutano a combatterlo. È un fenomeno
preoccupante, molto più vicino e più frequente di quanto si pensi“

         In uno sketch di Sanremo, fingendosi un grammofono rotto,
Virginia Raffaele ha pronunciato per 5 volte il termine “Satana”. Dopo
le accuse dell’esorcista Buonaiuto e di una fetta importante della
politica italiana, ecco la difesa affidata al Fatto Quotidiano

Pronto, Virginia Raffaele? “Sì, un attimo soltanto ché c’ho una
vergine sul fuoco e non vorrei si scuocesse. Da piccola riuscivo pure
a girare i piedi all’incontrario. Tant’è che ho ancora le rotule
allentate”
Le grandi proposte della Lega. Il partito guidato da Matteo
Salvini vuole che “in radio una canzone su tre sia italiana”.

Spiega il leghista Alessandro Morelli, dopo aver presentato una
proposta di legge “per obbligare le radio in Italia a dedicare “almeno
un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione
musicale italiana”: “La vittoria di Mahmood a Sanremo dimostra che
grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla
musica. Io preferisco aiutare gli artisti e i produttori del nostro
paese…” ( fonte: Il Post )

         Christophe Chalençon, uno degli esponenti di punta del
movimento francese dei Gilet Gialli – recentemente incontrato da una
delegazione 5 Stelle capitanata da Di Maio e Di Battista – a margine
di un’intervista trasmessa da Piazzapulita (La7)

“Io so che rischio molto. Posso prendermi una pallottola in testa in
qualsiasi momento. Ma me ne fotto. Andrò in fondo a quello in cui
credo. Perché se mi ficcano una pallottola nella testa il popolo…
Macron finirebbe sotto la ghigliottina. Oggi siamo arrivati a un tale
livello di scontro che se mi colpiscono cade anche Macron, perché il
popolo irrompe nell’Eliseo e distrugge tutto: lui, sua moglie e tutta
la sua cricca. Abbiamo delle persone, dei PARAMILITARI pronti a
intervenire perché anche loro vogliono far cadere il governo. Oggi è
tutto calmo ma siamo sull’orlo della guerra civile”

         Il ministro dell’Interno Matteo Salvini dal palco di Ozieri,
in provincia Sassari, dove si trovava per un comizio in vista delle
regionali in Sardegna

“In campo musicale non sono fortunatissimo: il festival di Sanremo lo
ha vinto Mahmood, ma io preferisco Vasco, De André e i Tazenda. Una
trasmissione ha fatto invece l’elenco di quelli a cui non piaccio io:
Fazio, Saviano, Balotelli… C’è anche una pornostar: le piacciono tanti
altri uomini ma non le piaccio io“
Il giornalista   Telese vs. Mussolini durante la puntata di Non
è l’Arena, su La7

“Io sto ammirando gli stivali di Alessandra Mussolini… sei
un’eurodeputata, copriti, copriti!“. E la Mussolini: “Ma che siamo nel
Medioevo? In Arabia Saudita? Noi donne possiamo fare quello che
vogliamo!“

        Renzi vs. Travaglio a Firenze, durante la presentazione del
nuovo libro dell’ex premier, sul maxischermo compare un fermo immagine
del direttore del Fatto Quotidiano…

Renzi: “Questo signore si chiama Marco Travaglio, si definisce
giornalista, e questa è la trasmissione Tagadà di La7. Nella giornata
del 12 febbraio Travaglio si è fatto riprendere con alle spalle un
rotolo di carta igienica con il mio volto sopra. Non riesce a stare
senza di me. Siamo arrivati a questo. Il 22 febbraio presenteremo
querele e azioni civili”. E Travaglio, sul Fatto: “Comunque, in segno
di rispetto, non l’ho mai usata”

         Marattin vs. Zolezzi. Scene dal Parlamento: durante una
bagarre scoppiata alla Camera, mentre alcuni deputati dem lanciavano
fascicoli verso il banco della presidenza colpendo Roberto Fico…

– Marattin (Pd) dà due buffetti in faccia al deputato Zolezzi (M5s).
Lui denuncia: “Aggredito verbalmente e fisicamente: improvvisamente
Marattin si è avvicinato a me offendendomi a muso duro, tirandomi due
schiaffi ed esclamando ‘questo cellulare te lo metto su per il XXX‘” –
(fonte: HuffPost)

         Paolo Furia segretario Pd del Piemonte intervistato dal
Corriere Torino

Alla convention con cui Sergio Chiamparino ha aperto la campagna
elettorale per la rielezione “c’erano pochissimi giovani: dobbiamo
cambiare format. Io propongo il ‘Conosci Chiampa’, aperitivi tematici
dove sfruttare l’empatia di Sergio“

         Persino Beppe Grillo il fondatore dei 5 Stelle sfotte
pubblicamente il quesito della piattaforma Rousseau sul caso Diciotti-
Salvini

“Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma
22 e la sindrome di Procuste!“

         La senatrice M5S    Elena Fattori su Facebook

“L’associazione Rousseau usufruisce di 90.000 euro di soldi pubblici,
versati dai parlamentari, dal mese di Marzo 2018. Quindi ha ottenuto
circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Dovrebbe
funzionare come un orologio svizzero, e non riesco neanche a
connettermi“

        Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli poco prima
di entrare alla riunione del M5S

“Il sito è sicuro e tutte le votazioni di Rousseau sono certificate da
un ente esterno”. Quale? “Ma che… il nome non lo so il nome ma è
sempre stato così“

         Il senatore M5S    Ettore Licheri poco prima del #salvaSalvini,
su Twitter

“Chi parteciperà domani alla votazione su #Rousseau si sentirà per un
attimo senatore della sua Repubblica. Si sentirà Stato, si sentirà
elettore ed eletto, parte delle Istituzioni e ne avvertirà tutto il
peso e l’emozione. Domani scriveremo insieme un’altra pagina di
democrazia“
La base grillina dice No al processo del ministro Salvini e lo
salva. Ecco alcuni post del leader M5s Luigi Di Maio sull’uguaglianza
dei cittadini davanti alla legge, pubblicati negli ultimi anni

“L’immunità parlamentare va abolita. È un privilegio” (24.6.2014).
“Forza Italia, Pd e Lega al Senato hanno appena votato per il ritorno
all’immunità parlamentare. Un voto da brividi. Pd, Lega e Fi non sono
uguali ai cittadini italiani davanti alla Legge” (1.7.2014). “Questa
maggioranza a guida Pd ha appena confermato l’immunità parlamentare
per Deputati e Senatori. Bene hanno fatto i nostri ad uscire
dall’Aula. Le riforme costituzionali se le facciano tra indagati,
delinquenti e immuni. Noi stiamo tra la gente normale” (4.8.2014).
“@matteorenzi: è il Pd che con immunità salva da galera senatori come
Azzolini. #M5S non la userà mai. Ti chiedo confronto pubblico sul
tema” (21.5.2016)

          Il senatore 5 Stelle Emanuele Dessì sfotte su Facebook i
genitori di Renzi, dopo aver appreso la notizia degli arresti
domiciliari per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni

“Due genitori insieme è record”

         Il parlamentare renziano Luciano Nobili, su Twitter

“Prima un vero e proprio colpo di stato per farlo fuori da Palazzo
Chigi. Ora, addirittura, vengono arrestati i suoi genitori. Vicende
che fanno paura, indegne di un paese civile. Ha provato a cambiare
davvero    le   cose,   vogliono    fermarlo    ad   ogni   costo.
#siamotuttiMatteoRenzi“

        Il ministro M5s delle Infrastrutture Danilo Toninelli annuncia
sui social la sua nuova, grande battaglia

“Grazie a @virginiaraggi per importante segnalazione su problema che
riguarda i RISCIÒ a #Roma: mezzi a vocazione turistica che oggi sono
inquadrati come #ncc. Seguirò la questione e inseriremo soluzione in
imminente riforma #codicedellastrada”

         A Olbia, durante una tappa elettorale di Silvio Berlusconi a
sostegno del candidato di centrodestra alla presidenza della Regione
Sardegna, Christian Solinas

“Un gruppo di pensionati sardi di recente ha visitato il mio parco a
Villa Certosa. Nell’area delle 120 piante medicinali uno di loro ha
scoperto in un riquadro un cartello con la scritta ‘viagra’. Alla fine
hanno lasciato il terreno nudo: hanno mangiato tutte le foglie o se le
sono portate via! Ora ne va ordinato dell’altro“. Poi, rivolgendosi
direttamente a Solinas: “Te lo volevo dire… Se per caso ci vai, non
mangiare viagra, ti regalo io le pillole che ho… Bene, ho detto due
cazzate, ora vai avanti tu!“

         Il sottosegretario leghista Massimo Bitonci su Twitter

“Riaprire le case chiuse è una buona idea? La Lega ci riprova: c’è il
disegno di legge! CHE NE PENSI???”

         L’attore comico Lino Banfi intervistato dal Corriere della
Sera

Tre settimane fa la nomina all’Unesco. Lino Banfi ha iniziato a
lavorare alla tutela del patrimonio dell’Umanità? “Noo… mi sono
presentato al presidente della commissione Franco Bernabè. Ho detto:
che vogliamo fare? Mi ha spiegato: ‘Fino a ora abbiamo fatto una
riunione con tutti i membri nel 2017, una nel 2018. Ce ne sarà
un’altra nel 2019’. Porca puttena, ho pensato, si lavora tanto. Mi ha
detto solo: ‘Abbiamo grandi obiettivi per l’Agenda 2030’. E io: mi
dovete dire già da ora se vi servo di mattina o di pomeriggio. E che
chevolo!“
Pd) dà due   buffetti in faccia al deputato Zolezzi (M5s). Lui denuncia:
“Aggredito   verbalmente e fisicamente: improvvisamente Marattin si è
avvicinato   a me offendendomi a muso duro, tirandomi due schiaffi ed
esclamando    ‘questo cellulare te lo metto su per il XXX‘” – (fonte:
HuffPost)

Consob, Savona presidente: semaforo
verde.... (a rischio) dal Senato
ROMA – Via libera alla
nomina di Paolo Savona alla presidenza della Consob, la commissione
che vigila sui mercati finanziari. E’ arrivato il parere favorevole
dalla Commissione Finanze del Senato sulla proposta di nominare l’ex
ministro all’Autorità , indicato dal Governo composto dalla Lega e
Movimento 5 Stelle . La decisione è arrivato con 12 voti a favore , 9
contro ed un astenuto, come ha reso noto la senatrice Laura Bottici
(M5s) al termine dei lavori della commissione

Dopo l’ufficializzazione della votazione, Fratelli d’Italia ha
chiamato in causa la presidente del Senato Elisabetta M. Casellati
segnalando che “il presidente Bagnai con il voto di oggi in
Commissione Finanze sul parere alla nomina del professor Savona alla
presidenza della Consob si è assunto una grande responsabilità“. A
sostenerlo è il senatore FdI, Andrea de Bertoldi.

Secondo Fratelli d’Italia, il voto della commissione al Senato
“rischia non soltanto di essere invalidato ma di esporre le future
decisioni della Commissione nazionale per le società e la Borsa al
rischio di ricorsi e di annullamenti, qualora venissero confermati i
dubbi di compatibilità del professor Savona con la nomina a presidente
Consob sulla base dei suoi incarichi pregressi. Dubbi che non sono
stati fugati e che proprio l’audizione della scorsa settimana del
professor Savona aveva rafforzato. Per questo avevo chiesto al
presidente Bagnai di soprassedere al voto e di audire enti pubblici ed
esperti della materia, al fine di verificare la sussistenza o meno di
cause di incompatibilità. Cosa che purtroppo non è avvenuta”.

Savona in audizione avuta al Senato, ha ricorda come la Consob “non è
l’unica istituzione che presiede alla tutela del risparmio” e la
definisce una organizzazione “ben strutturata mi dicono con punte di
eccellenza“. “Ritengo che il Governo e il Parlamento – continuò Savona
– abbiano legali capaci di rispondere” ai dubbi sorti sulla
legittimità della nomina a presidente della Consob: se dovesse
arrivare un via libera “sarò orgoglioso” di assumere l’incarico,
“altrimenti non brigherò, come non ho brigato per mantenerlo. Dopo
aver ribadito di essere “sempre al servizio degli interessi del
Paese”, Savona aveva concluso : “Non sono assolutamente attaccato
all’incarico proposto, non mi resta che aspettare il giudizio“. E
circa la “potenziale influenza per le mie passate esperienze” di
governo, Savona ha contestato “che ci sono altri 4 membri in
commissione; non potrei mai far passare una delibera che no fosse
nell’interesse generale“. Infine, “quanto all’età, facendo i debiti
scongiuri. me la sento“.

La grillina Giulia Sarti si dimette
da presidente della Commissione
Giustizia: aveva fatto una denuncia
falsa al fidanzato per nascondere i
suoi finti rimborsi
ROMA – “A seguito delle notizie riportate sulla stampa in merito alla
richiesta di archiviazione per la querela da me sporta nei confronti
di Andrea Tibusche Bogdan, annuncio le mie dimissioni da presidente
della Commissione giustizia della Camera e, a tutela del M5S, mi
autosospendo“. Così, in una nota, Giulia Sarti, deputato del M5S e
presidente della Commissione Giustizia. “Preciso che né Ilaria
Loquenzi né Rocco Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si
sono limitati a starmi vicino nell’affrontare una situazione personale
e delicata“.
A renderlo noto è la stessa deputata grillina, finita nella bufera nel
febbraio 2018 per il cosiddetto scandalo rimborsopoli, quando il suo
nome era comparso nell’elenco dei grillini finiti nel mirino per i
mancati versamenti al fondo per il microcredito, destinato a piccole e
medie imprese. Esploso il caso, la Sarti aveva sistemato subito la sua
posizione con il MoVimento, versando le somme dovute, circa 23mila
euro. Ma il passo successivo era stato quello di denunciare l’ex
fidanzato, imputando a lui non solo i bonifici mancati, ma anche
l’appropriazione di altre somme dal suo conto corrente. Tutto falso !

La deputata Giulia Sarti, non ha avuto vita facile nel movimento 5
Stelle. Entrata in Parlamento nel 2013, circondata dai sospetti: era
stata la fidanzata di Giovanni Favia, cacciato l’anno prima dal
Movimento, ed era considerata vicina a Federico Pizzarotti. Nel 2013,
quando alcune sue foto private e intime vengono scaricate e diffuse,
si accusano fantomatici «hacker del Pd». Poi Angelo Tofalo (componente
del Copasir) le suggerisce di usare le competenze di Bogdan. Il quale
all’epoca si faceva chiamare Andrea De Girolamo e dal suo canale
Social Tv diffondeva bufale, alcune a sfondo razzista.

Per la Procura di Rimini la deputata M5s Giulia Sarti non fu
‘derubata’ dall’ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan, 32enne consulente
informatico di origini romene, alias Andrea De Girolamo che ha
rilanciato a muso duro: “Vedremo come va a finire perché la verità è
tutta un’altra, usciranno diverse conversazioni e forse non vi
conviene esporvi ora. Vedrai che fine fa la querela. Vedrai i messaggi
e le email, io in pubblico non rilascio nulla ma dritto in procura,
perché ho un brutto vizio: Andrea De Girolamo“. La Sarti ostentava
“massima tranquillità“, ma la questione si è tramutata in una resa dei
conti personale, senza esclusione di colpi. E l’ ex-fidanzato ha avuto
ragione e sbugiardato la parlamentare grillina.

Come riporta la stampa locale è stata infatti depositata la richiesta
di archiviazione del fascicolo, per appropriazione indebita, nato
dalle denuncia della presidente della commissione Giustizia della
Camera alla Squadra Mobile di Rimini, con una particolareggiata
querela in cui si ipotizzava la responsabilità di Bogdan su mancati
bonifici al fondo per il micro credito.

La vicenda era emersa dopo che il nome di Sarti era spuntato
nell’elenco delle ‘Iene’ di deputati M5s che da eletti non avevano
restituito gli stipendi al fondo. Sette i bonifici partiti dal conto
della Sarti, destinati a quello del Mef, che però risultavano
annullati. Quando fu interrogato dal pm Davide Ercolani, un anno fa,
Bogdan spiegò che se aveva agito, sul conto corrente online della
deputata, lo aveva fatto con la consapevolezza di lei e avendone le
password. Inoltre consegnò alla Procura una chat in cui Sarti gli
annunciava la querela per togliersi dall’imbarazzo delle restituzioni
‘fantasma’.

Ieri scoppia il caos. Viene a galla la versione del fidanzato. E
vengono fuori le chat, con molti particolari pericolosi e inquietanti
che coinvolgono i massimi rappresentanti della Comunicazione del
Movimento. Succede infatti che in una chat tra i due, la Sarti avverte
che ha intenzione di denunciare il fidanzato. Il quale replica,
stupito: «Te l’hanno chiesto le Iene?». E lei risponde: «No no, me lo
ha chiesto Ilaria (Loquenzi n.d.r.) con Rocco (Casalino n.d.r.). Per
salvarmi la faccia». Frase che sembrerebbe alludere al fatto che i due
responsabili della Comunicazione fossero al corrente delle
responsabilità della Sarti. Che però li difende: «Non mi hanno spinto
a denunciare nessuno. Si sono limitati a starmi vicino nell’affrontare
una situazione personale e delicata».

Filippo Roma l’inviato delle Iene, nel pomeriggio, intercetta
Casalino, lo incalza e gli chiede di mostrare le chat tra loro. Lui lo
fa, ma le chat risultano cancellate: «Le cancello tutte, anche quelle
con mia madre». Poi chiama la Sarti e lei dopo qualche secondo di
conversazione, una volta messa in viva voce, scopre di essere
ascoltata dalle Iene e scoppia in lacrime. Il resto sono le
dimissioni, l’autosospensione e la comunicazione del capogruppo
Francesco D’Uva che «è già stato avviato l’iter per la sostituzione»
(compito che, in realtà, spetta al presidente della Camera). Il Pd
chiede le dimissioni di Casalino.

Per il procuratore capo di Rimini, Elisabetta Melotti e il pm
Ercolani, che hanno firmato la richiesta di archiviazione, dunque non
vi furono reati. Ora sarà il Gip a decidere e al momento non ci sono
opposizioni alla richiesta.

Taranto, pubblicata la graduatoria
per l'area di crisi industriale
complessa
ROMA – È stata pubblicata online la graduatoria dalle imprese che
hanno presentato domanda ad Invitalia per accedere ai 30 milioni di
euro messi a disposizione delle imprese dalla Legge 181/89. Il bando
per la presentazione delle domande è stato chiuso, infatti, il 26
gennaio 2019.

Delle 11 domande pervenute allo sportello di Invitalia, 8 sono state
considerate valide ai fini dell’inserimento nella graduatoria di
ammissione alla fase istruttoria. Ora si parte con le attività di
valutazione che dovranno concludersi entro 90 giorni dalla
presentazione della domanda, e che verranno svolte secondo le modalità
e i criteri stabiliti dalla circolare attuativa.

Le domande valutate positivamente saranno ammesse alle agevolazioni
fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Lo rende noto l’ufficio
stampa di Invitalia.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un “Avviso
pubblico per la selezione di 5 esperti a supporto dell’elaborazione
della strategia di riconversione economica della città di Taranto e
del suo territorio”. Il MiSE prevede la realizzazione di un Piano,
ispirato all’innovazione e alla diversificazione delle attività
produttive del luogo, che ha l’obiettivo di ridisegnare il modello
socio-economico della città, finora incentrato sulla siderurgia.

Per coordinare questo piano di cambiamento, il MiSE si avvale di una
“Commissione Speciale per la riconversione economica di Taranto”. La
Commissione Speciale e’ presieduta dal Ministro Luigi Di Maio e si
compone di ulteriori dieci membri, dei quali cinque scelti tra il
personale del MiSE e cinque selezionati attraverso una call
internazionale per esperti.

I soggetti interessati a presentare la propria candidatura possono
consultare l’Avviso per la manifestazione d’interesse e il format per
la presentazione della domanda, che dovrà essere inviata entro le ore
24.00 del giorno 15 marzo 2019.
Cominceranno domani mattina le
operazioni di svuotamento del
carburante della nave Efe Murat
di Donatella Lopez

Sarà impiegato un motopontone a scafo piatto, una specie di chiatta
operativa galleggiante, per svuotare il carburante contenuto
all’interno del mercantile turco arenato a ridosso della barriera
frangiflutti della spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro a Bari.
Cominceranno domani mattina alle 6 le operazioni propedeutiche allo
svuotamento del carburante, mentre da giovedì, dal lato sinistro della
nave, si procederà a insufflare l’acqua nelle cisterne per estrarre
dall’interno il gasolio. Operazioni per le quali, è stato stimato,
occorreranno in totale circa 4 giorni.

Il ricorso al motopontone anticipato qui ieri, è stato deciso questa
mattina durante una riunione del comitato tecnico che si è svolta in
Capitaneria di Porto. Intanto a Bari è giunto un rimorchiatore dalla
Grecia funzionale al recupero del relitto; lavorerà assieme a quello
partito da Augusta.

Quanto all’equipaggio a bordo del rimorchiatore intervenuto per
cercare di disincagliare la Efe Murat, arenatosi a pochi metri dalla
spiaggia di Pane e Pomodoro, da terra viene fornito loro tutto ciò di
cui hanno bisogno e al momento non si registrano preoccupazioni di
alcun tipo.

                                           Dopo il naufragio della
nave turca, molti baresi si sono portati sul lungomare per scattare
qualche foto con l’insolito sfondo del mercantile. Tutto ciò ha creato
problemi al traffico cittadino. Il sindaco di Bari Antonio Decaro,
d’intesa con la Capitaneria di Porto di Bari, in attesa dell’avvio dei
lavori per lo svuotamento del carburante dal serbatoio
dell’imbarcazione, previsto per giovedì 28 febbraio, ha interdetto
l’accesso all’arenile per ragioni di sicurezza         emettendo una
ordinanza con la quale è stato vietato il passaggio di pedoni e
veicoli nel tratto di costa tra via Caduti del 28 luglio 1943 e i
giardini Veterani dello sport. Il transito sulle strade invece è
regolarmente garantito.

Nell’ordinanza viene riportato in evidenza che “la complessità e la
specificità delle operazioni di recupero dell’imbarcazione richiedono
uno stretto raccordo di tutti gli enti, e la garanzia della tutela e
la salvaguardia delle persone” al fine di “consentire la regolare
esecuzione dei lavori“. L’ordinanza resterà pertanto in vigore fino
al completamento della messa in sicurezza dell’area.

Passaggio di testimone alla
presidenza del Consorzio del
Primitivo di Manduria
TARANTO – II Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela del
Primitivo di Manduria, eletto a giugno 2018, ha oggi un nuovo
presidente: Mauro di Maggio, direttore di Cantine San Marzano. Una
decisione dovuta al forte impegno a livello mondiale del Consorzio,
sia in termini di promozione sia in termini di tutela a livello
italiano, europeo e mondiale contro le crescenti attività di
contraffazione. Di Maggio sostituisce così Roberto Erario che, proprio
per garantire la continuità istituzionale dell’ente di Tutela, ne
diventa vicepresidente. Mauro di Maggio, classe 75, è attualmente
direttore generale di Cantine San Marzano e membro del Comitato di
Certificazione dei vini doc e igp presso la Camera di commercio di
Taranto.
“Un cambio di timone tra due professionisti che collaborano in modo
sinergico da tanti mandati. – afferma il neo presidente di Maggio–
Ringrazio Erario per il forte impegno, la grande umanità e di aver
guidato con massima lungimiranza il Consorzio Tutela del Primitivo di
Manduria verso obiettivi sempre più importanti. Continueremo, insieme
al Cda, a sostenere le grandi iniziative promozionali, a puntare sulla
sostenibilità, ad aiutare le imprese, ad essere proattivi nella
promozione, nel controllo e nel racconto del territorio”. Ad
affiancare di Maggio, i vice presidenti Roberto Erario e Paolo Leo e
i consiglieri Eleonora Brunetti, Giovanni Dinoi, Francesco Filograno,
Felice Mergè, Vittorio Moscogiuri ee Antonio Resta.

Roberto Erario durante l’ultimo Consiglio di Amministrazione, dopo
aver descritto la sua eccellente attività di presidenza di questi anni
che ha riguardato anche la promozione della doc nei nuovi mercati
all’estero e, in vista dell’ingresso di nuovi consiglieri che hanno
evidenziato nuove politiche e prospettive sempre più crescenti, ha
espresso la sua incompatibilità professionale. “Nuove attività per il
Consorzio di Tutela – dichiara Roberto Erario – che comportano un
maggiore impegno incompatibile con il mio attuale operato nell’impresa
familiare ma continuerò, come vicepresidente, quanto fatto sinora. Il
mio senso del dovere mi impone di continuare ad apportare il mio
contributo di esperienza, tenuto conto anche dei legami istituzionali
maturati a favore del nostro Consorzio di Tutela. Passo la guida ad un
grande uomo di vino e di marketing, conoscitore da anni del nostro
ente e messaggero del Primitivo di Manduria in tutto il mondo”.

La denominazione del Primitivo di Manduria comprende una superficie
totale di 3.140 ettari e sono 18 i comuni tra Taranto e Brindisi che
producono la grande doc. Il Consorzio attualmente conta 50 soci e
circa 1000 viticoltori. Mauro di Maggio eredita la guida di una realtà
forte e sana, con un export in crescita costante. Sono 20 milioni,
infatti, le bottiglie prodotte di cui il 70% è destinato all’estero.

Regionali Sardegna: vince il
centrodestra, crisi profonda nel
Movimento 5 Stelle

                                           ROMA – In Sardegna vince
l’alleanza che un tempo aveva Berlusconi come “leader” incontrastato.
Oggi lo scettro del comando è passato a Salvini, impegnato a governare
a Roma assieme al Movimento Cinque Stelle, e nello stesso tempo in
perfetta sintonia   con i vecchi partner del centrodestra nei Comuni e
nelle Regioni. Un’ anomalia che secondo molti analisti politici alla
lunga non può durare. Il centrodestra ha vinto nettamente sia dove
Salvini ha sfondato, come in Abruzzo (27,5%), sia dove non ha affatto
sfondato, come in Sardegna (11,5%)
Il centrodestra ha vinto anche le Regionali in Sardegna. Dunque sarà
Christian Solinas il nuovo governatore. “Oggi ha vinto la Sardegna.
Ringrazio i sardi della fiducia, è stato premiato il progetto di
governo che abbiamo presentato. Non ho mai visto un testa a testa, che
non rispondeva al vero, 14 punti di vantaggio rappresentano un dato
incontrovertibile“, dice subito dopo la vittoria. Ad ammettere la
sconfitta è il candidato del centrosinistra, Massimo Zedda, che
sottolinea, comunque, il buon risultato del Pd nella competizione,
primo partito e sopra il Movimento cinque stelle nelle preferenze.

                                     “Il risultato dà la vittoria al
centrodestra – dice in conferenza stampa Zedda quando lo spoglio era
oltre la metà – Ho provato a chiamare Christian Solinas e gli ho già
mandato un messaggio per augurargli buon lavoro“.

Sono 1731 su 1.840 le sezioni scrutinate alle 13 di questa mattina in
Sardegna per l’elezione del Consiglio regionale, mancano solo 109
delle sezioni complessive. I dati sono stati diffusi dalla Regione:
Christian Solinas (centrodestra) è in vantaggio con il 47,8%. Poi
Massimo Zedda (Centrosinistra) al 32,9%, e Francesco Desogus (M5s) con
il 11,2%. Seguono Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) con il 3,4%,
Mauro Pili (Sardi Liberi) con il 2,3%, Andrea Murgia
(Autodeterminazione) con l’1,8% e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) con
lo 0,63%.

Il nuovo consiglio regionale sardo avrà quindi 60 seggi, grazie alla
percentuale dei vincitori che supera il 40 per cento, vedrà il
centrodestra accomodarsi in aula con 36 rappresentanti: il presidente
Christian Solinas insieme a 35 consiglieri della sua maggioranza.
Alla minoranza andranno 18 seggi al centrosinistra e 6 ai
Cinquestelle.

Nella maggioranza 8 seggi alla Lega, 6 al Partito sardo d’azione (più
Solinas), 6 a Forza Italia, 3 ciascuno a Udc, Sardegna 20Venti,
Riformatori, Fratelli d’Italia, 1 a Uds, Sardegna Civica e Forza
Paris. Nel centrosinistra oltre a quello per Zedda, 8 seggi al Partito
Democratico, 2 ciascuno a Leu, Campo progressista, Noi La Sardegna e
Futuro Comune, 1 a Sardegna in Comune. Soltanto 6 seggi infine
all’M5S.

“Dalle politiche a oggi se c’è una cosa certa è che su sei
consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in
Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo i
cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo
anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali.
Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia“. Così il
segretario della Lega, Matteo Salvini ha commentato il voto in
Sardegna.
Di professione fa il
bibliotecario e anche questa mattina a spoglio in corso è andato a
lavoro: “Non sono una persona che vive di politica ma io ci ho messo
la faccia sin dall’inizio. Di Maio ha preferito non competere con
Salvini“. Così risponde al telefono ai giornalisti Francesco Desogus,
il candidato presidente del Movimento 5 Stelle in Sardegna, quando i
dati lo danno intorno all’11%.

Il quadro che emerge dal voto della Sardegna, consente di ricavare
alcune indicazioni utili. Sebbene divisi sul territorio, M5S e Lega
hanno sempre ottenuto, come pura somma numerica, la maggioranza dei
consensi. Finora è andata così. Stavolta invece i due partiti di
governo, affiancati in via ipotetica, raggiungono a mala pena un
quarto dei voti. Non è un dato banale. Sì è votato per la Regione, ma
l’elettorato comunque ha sancito una bocciatura di questa stramba
dinamica – tra centro e periferia – dei partiti attualmente alla guida
della nazione. Al di là dei sondaggi, il dato elettorale non permette
di rintracciare un “blocco di maggioranza” in grado virtualmente
d’imporsi malgrado le divisioni sul territorio.
Ma Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni vanno in pressing su Matteo
Salvini che rivendica il risultato del centrodestra. Berlusconi è
talmente felice per il naufragio grillino in Sardegna che presta poca
attenzione a mediocre risultato di Forza Italia. E tantomeno va
cercando scuse, tipo prendersela col fido Cappellacci che, per una
serie di vendette barbaricine, si è scontrato con l’altro
“capobastone” Floris; uno scontro interno in Forza Italia che ha
causato una mini-scissione ed, invece di raggiungere il 12 per cento,
ha portato a casa appena l’ 8%.

Che dire, sul fronte opposto, del risultato del Pd? È vero, si può
registrare una tenuta elettorale. Non siamo al tracollo annunciato,
alla pratica liquidazione di un progetto ambizioso, nato nel 2007,
sebbene i problemi rimangano e siano davvero grandi. L’illusione che
il crollo del M5S giovi al Pd s’infrange però sugli scogli dei numeri
elettorale. Evidentemente la proposta dei riformisti risulta tuttora
alle prese con un deficit di credibilità. Si tratta, quindi, di capire
e conseguentemente predisporre una strategia che riporti in campo
aperto una funzione politica equilibrante, capace di rendere operativa
e credibile una nuova alleanza democratica, nuova soprattutto nel modo
di concepire la collaborazione tra centro e sinistra. Il Pd ha questo
compito, altrimenti non risponde alla sua originaria ambizione. E può
morire.

Da rosse ad azzurre: la mappa delle Regioni
dopo il voto in Sardegna

Nel 2014 ben 16 regioni erano di centrosinistra e soltanto 3 di
centrodestra. Oggi l’equilibrio è di 10 a 9, in attesa del voto in
Basilicata del prossimo 24 marzo e di quello, entro l’anno, in
Piemonte, Calabria e Emilia
Gianni Alemanno condannato a sei
anni per corruzione e finanziamento
illecito per l'inchiesta "Mafia
Capitale"
ROMA – L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato in
primo grado a 6 anni reclusione –      un anno in più rispetto alla
richiesta della Procura –        per i reati di “corruzione” e
“finanziamento illecito”, nel processo stralcio di Mafia Capitale.
L’accusa mossa dal pm Luca Tescaroli della Procura di Roma, nei
confronti dell’ ex-ministro ed ex-sindaco di Roma Capitale, è quella
di aver percepito da Salvatore Buzzi e da soggetti che agivano in suo
accordo ,   soldi in contanti ed erogazioni alla Fondazione Nuova
Italia, da lui presieduta, per un ammontare totale di lui 298mila e
500 euro.

Carminati e Buzzi
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