Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino
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Il futuro sul web di Mediaset Spagna nella mani del "tarantino" Massimo Musolino ROMA – Uno dei dati che emerge dalla presentazione agli analisti dei risultati di quest’anno, di Mediaset España la controllata spagnola di Cologno Monzese, che prevede di non aumentare le spese operative con una previsione di costi di 720 milioni ed anche di aumentare i ricavi nel 2019 dalla diversificazione non strettamente televisiva, con il rafforzamento del digitale, del progetto di produzione ‘Mediterraneo’ e della presenza nel cinema. E’ stato il tarantino Massimo Musolino, managing director di Mediaset España ad annunciarlo in conference call “Vedo un’ampia area di possibile collaborazione” con i ‘partner’ europei “a partire dal fatto che costruire una piattaforma Ott da soli non è la soluzione migliore: meglio ovviamente investire insieme”, ha spiegato citando la partnership con la tedesca ProSiebenSat1, la francese Tf1, l’inglese Channel 4 ed ovviamente la controllante italiana Mediaset. “Stiamo incontrando ogni mese gli altri broadcaster europei e ci sono soprattutto due argomenti che discutiamo con loro: lo sviluppo tecnologico e il mercato pubblicitario- ha proseguito Musolino – oltre all’analisi delle diverse produzioni”, a partire dalla fiction.
Massimo Musolino, direttore generale di Mediaset España Mediaset España nel frattempo prepara anche l’acquisizione a breve di testate giornalistiche ‘locali’ on line, puntando soprattutto sulle aree di Madrid e Barcellona. “La prima dovremmo definirla entro la fine di marzo, stiamo stilando i contratti”, ha spiegato Musolino “Non si tratta di investimenti ingenti, ma puntiamo all’aumento degli utenti unici di Internet e a rafforzarci nel digitale”, ha concluso. Al momento l’intesa è su un laboratorio digitale che ospita canali web e video, ma nei progetti potrebbe diventare a breve la base per un’alleanza molto più strutturata, anche se per ora non parla di scambi azionari. Il riferimento da parte dei manager di Mediaset España a progetti per una piattaforma Over the top – che attraverso Internet fornisce in genere servizi, contenuti e applicazioni – è una sostanziale novità dopo la rottura con i francesi di Vivendi e fornisce altri elementi alla prosecuzione di contatti tra il Gruppo Mediaset e i suoi possibili ‘partner’ europei .
il quartier generale di Mediaset España a Madrid Osservando i numeri del bilancio 2018, la società spagnola del Gruppo Mediaset ha registrato un utile netto di 200 milioni, in crescita rispetto ai 197 del 2017 ottenendo “il miglior risultato degli ultimi 10 anni”. I ricavi sono aumentati raggiungendo quota 981 milioni, con la redditività in aumento: il margine operativo lordo è salito del 4,5% a 274 milioni ed il risultato prima degli oneri finanziari è cresciuto del 4,7% a quota 257 milioni. I costi operativi sono in calo del 3,6% rispetto al 2017, con una posizione finanziaria netta positiva a fine dicembre di 167 milioni, una generazione di cassa di 223 e la distribuzione di un dividendo totale di 197,5 milioni. Molto bene il solo quarto trimestre: l’utile netto è stato di 53,4 milioni e la riduzione dei costi dell’11%. La madre di Matteo Renzi rinviata a giudizio a Cuneo
ROMA – Si apre un processo, il primo, per la mamma dell’ex premier arrivato a seguito del rinvio a giudizio per Laura Bovoli, la mamma di Matteo Renzi, deciso questa mattina dal giudice per le udienze preliminare del Tribunale di Cuneo, Emanuela Dufour. La madre di Renzi verrà sottoposta a processo il 19 giugno per “concorso in bancarotta documentale” per i rapporti intrattenuti con la società Direkta srl di Mirko Provenzano, con sede a Cuneo, fallita nel 2014, attraverso la società Eventi 6 di Rignano sull’Arno (FI) , di cui era amministratrice all’epoca dei fatti (2012) Secondo il pm Pier Attilio Stea titolare del fascicolo d’indagine nato dall’esposto di uno dei suoi creditori, usufruì di tre note di credito fasulle, pianificate a tavolino con Laura Bovoli, per fronteggiare le richieste di pagamento da parte di quattro cooperative creditrici. Si conclude così la tormentata udienza preliminare su questa vicenda, la prima dalla quale sono partite le indagini sui coniugi Renzi. Tormentata in quanto inizialmente la stessa giudice si era dichiarata incompatibile. venendo persino ricusate anche dalle difese (per essere stata in passato giudice in un processo collegato), ma la Corte d’Appello di Torino ha invece ritenuto che non ci fosse alcun ostacolo a che decidesse. Altri imputati nel processo sono Paolo Buono, di San Secondo di Pinerolo, anche lui cliente di Direkta, e Franci Peretta, di Rivalta Bormida il quale teneva la contabilità per Provenzano. Si è costituita parte civile la curatela fallimentare della Direkta attraverso l’avvocato Vittorio Sommacal ed un creditore. Laura Bovoli, interrogata prima del marito, aveva detto di essersi “dimessa dalla Eventi 6” il 20 febbraio, società nella quale compariva come amministratrice. Il marito invece ha detto di essersi “cancellato dall’iscrizione agli agenti di commercio”. “Non le amministriamo più, siamo fuori da ogni incarico“, era stata nei giorni scorsi la difesa di entrambi genitori dell’ex premier.
M5S, Rocco Casalino: "Sarti si è nascosta dietro il mio nome". L'ex compagno: "Falso, sapeva". ROMA – Il “caso” di Giulia Sarti diventa sempre più imbarazzante per il Movimento 5Stelle. E sopratutto per il loro capo della comunicazione Rocco Casalino attuale portavoce del presidente del Consiglio, che interviene sul caso della deputata Giulia Sarti, coinvolta nella “Rimborsopoli” a 5Stelle. “Sarti si è probabilmente coperta dietro il mio nome con l’allora compagno, se avessi saputo di questi ammanchi o di giri strani l’avrei immediatamente riferito al capo politico e ai probiviri. Io non tutelo i parlamentari, ma il Movimento, come sanno tutti“, sostiene Casalino in una nota. Interviene sulla vicenda anche il vicepremier Luigi Di Maio. che è lapidario: “Giulia Sarti si è dimessa dalla presidenza della Commissione Giustizia, e si autosospesa. Ora il Movimento dovrà decidere l’espulsione, che credo doverosa“. Nel frattempo però Casalino viene smentito dall’ex compagno della Sarti: “Ora fa lo gnorri ma sapeva”. Il caso “Rimborsopoli” del M5S
Un caso complicato quello di Giulia Sarti. Ieri aveva dichiarato: “Preciso che né Ilaria Loquenzi (altra responsabile comunicazione M5S, ndr ) né Rocco Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si sono limitati a starmi vicino“. Allora perché sono tirati in ballo Casalino e la Loquenzi? E in cosa consiste lo scandalo dei rimborsi? Proviamo a ricostruire i fatti. Il caso era scoppiato nel febbraio 2018 quando – in seguito a un servizio delle Iene – era emerso che alcuni parlamentari, tra cui proprio la Sarti, non avevano restituito parte dello stipendio, come invece previsto dal regolamento interno M5S. La Sarti non contenta… di aver mentito, presentò una denuncia “strumentale” nei confronti del suo ex-compagno Bogdan Andrea Tibusche accusandolo di appropriazione indebita: Una denuncia a cui ha fatto seguito un’indagine della Procura di Rimini, avviata un anno fa e che ora si è definita con una richiesta di archiviazione per l’ ex compagno della Sarti . Dalle indagini svolte secondo i magistrati, non fu lui a rubare soldi dai conti della parlamentare riminese. Né tantomeno fu lui a impedirle di restituire i rimborsi. La denuncia altro non è stato stata quindi che soltanto uno squallido tentativo, da parte della deputata “grillina”, di salvare la propria reputazione e probabilmente anche il suo personale futuro politico.
Ilaria Loquenzi Il coinvolgimento della Sarti di Casalino e Loquenzi Dalle chat verificate dai magistrati di Rimini emerge che c’era un accordo tra Sarti e il suo ex compagno Bogdan Andrea Tibusche (che in rete si fa chiamare Andrea De Girolamo) per far ricadere su di lui la colpa dei mancati versamenti. Ma non soltanto. Secondo quanto riferito dalla stessa parlamentare M5s
nella sua chat via Telegram con Bogdan, la richiesta di sporgere denuncia nei suoi confronti sarebbe arrivata proprio dai responsabili della comunicazione del movimento, Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. “Le Iene hanno i nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché mi stanno chiedendo come uscire da questa storia“(…) “me l’ha chiesto Ilaria con Rocco. Per salvarmi la faccia…Cinque sono fuori ma ho detto di no. Però tesoro è finita, ora devo restituire quei 23.500 euro. Stasera ho parlato con la comunicazione. Domattina devo fare un post su Facebook, avrò lo stesso trattamento di Cecconi e Martelli”. Tibusche: “Io mi sparo”. Sarti: “No è inutile che fai così forza dai, si affronta. Devo firmare il foglio in cui rinuncio ad essere eletta. Cioè tutto il restituito non conta nulla?”. Tibusche: “Sono penosi mi dispiace tesoro, sono a pezzi”. Giulia Sarti: “Devo scrivere un post domattina e Ilaria lo controlla. Nei Tg è già uscito il mio nome stasera. Mi stanno tempestando. Ora bisogna capire come tutelare Marco e tutto il gruppo di Rimini. Faccio quello che mi ha detto Ilaria. Un post su Facebook domattina” Poi arriva la denuncia e tra i due scoppia la guerra. Nelle carte dei magistrati di Rimini che hanno indagato e scagionato Tibusche dal reato di appropriazione indebita in realtà viene alla luce il “mea culpa” della deputata grillina. In una mail indirizzata a Luigi (Di Maio), la Sarti scriveva: “La situazione è molto grave e io mi scuso per non averla mai controllata prima di oggi (…) Ora ho 9mila euro sul mio conto ma mi farò aiutare dai miei per fare domani mattina tutti i bonifici. Il totale che manca è 23.443,81 euro“.
In una chat del 15 febbraio del 2018 tra Giulia Sarti e Casalino, che pare dare ragione a quest’ultimo. “Sei sicura che sia stato lui? Sei sicura al 100% della sua colpevolezza? Perché se denunci un innocente commetti reato“, si legge in messaggio inviato dal portavoce del premier all’ex presidente della commissione Giustizia. Nelle chat, il cui testo è stato visionato dall’Ansa, l’allora portavoce del M5S chiedeva all’esponente pentastellata se fosse sicura della colpevolezza dell’ex fidanzato. “Se è stato davvero lui è giusto che denunci, ma se non è così stai facendo una cosa grave“, scriveva Casalino in un altro messaggio inviato sempre il 15 febbraio dello scorso anno. Messaggi che si aggiungono a quelli scambiati dalla deputata 5 Stelle con il suo ex e visionati dai magistrati riminesi. “Le Iene hanno i nomi da mesi e mi hanno chiesto se denuncio te perché mi stanno chiedendo come uscire da questa storia“(…), scriveva la Sarti via Telegram. Tibusche: “Denunciare me… Te l’hanno chiesto le Iene?“. La Sarti: “No no, me l’ha chiesto Ilaria con Rocco. Per salvarmi la faccia…” L’ex compagno della Sarti accusa Casalino A tenere aperto il “caso” arrivano le accuse a Casalino dall’ex compagno di Sarti : “Ho letto sui giornali che Casalino fa lo gnorri e scarica la Sarti. Sapete qual è il bello? Il messaggio con il quale mi si informava che sarebbero stati lui e Ilaria a spingere la querela, Casalino lo ha avuto (screeshots), da me, il 15 febbraio del 2018. Ho sempre lo stesso
vizio: salvo e registro tutto. Non sapeva nulla fino ad oggi? Lo sapeva eccome“. Tibusche lo scrive su Facebook, poi cancella il post. Casalino si arrampica sugli specchi: “Non c’è stata alcuna richiesta da parte mia, o di Ilaria Loquenzi, di denunciare l’ex fidanzato. La Sarti all’epoca si proclamava innocente e scaricava tutte le colpe sull’allora compagno. Se è così denuncialo“, ed aggiunge “Gentilmente pubblichi cosa ti ho risposto“. Quindi apre il fronte alla lite social. “Ma chi se ne frega? Perché non ti sei mosso un anno fa e lo fai ora?“, domanda Tibusche. “Tu – obietta il portavoce del presidente del Consiglio – avevi una tua versione. Lei una versione totalmente diversa. Non spettava a me decidere di chi fosse la ragione. La cosa più giusta era che fosse la magistratura a valutare“. “Fare il finto tonto può funzionare con i più ma non con me. – contro- replica l’ex compagno della Sarti – Tu oggi caschi dal pero accusando lei ma di tutto questo eri a conoscenza da oltre 1 anno. E non hai detto/fatto nulla. Qui non si discute sul cosa ma sul come. Il cosa arriva dopo”. Il post (con tutto il botta e risposta) poi all’improvviso sparisce, ma oramai è troppo tardi. E le menzogne grilline continuano. Carmine Esposito è il nuovo questore di Roma. Succede a Guido Marino che va in pensione
Carmine Esposito ROMA – Come preannunciato il Consiglio dei ministri ha nominato come nuovo questore di Roma il dottor Carmine Esposito fino ad oggi questore di Bari, che sostituirà l’attuale questore Guido Marino, che va in pensione. Il nuovo questore di Roma, Carmine Esposito 62 anni, è nato a Napoli, dove si laurea in Giurisprudenza e in Scienze delle Pubbliche amministrazioni. Dal 1988 è in servizio alla Squadra Mobile di Napoli e, successivamente, al Centro Interprovinciale Criminalpol del capoluogo campano, dove rimane fino al 1994. E’ proprio in questi anni che riesce a mettere a segno una serie di arresti importanti: da Rosetta Cutolo, superlatitante e sorella del noto boss della camorra Raffaele Cutolo, al luogotenente dei cutoliani Sergio Marinelli, preso in Venezuela. In carcere finiscono anche numerosi affiliati al “clan” La Torre e il capo clan Augusto La Torre, tra i più potenti della provincia di Caserta. Proprio per questa operazione a gennaio del 1991, Esposito viene promosso per merito straordinario alla qualifica di vice questore aggiunto. Dall’ottobre del 2000 viene trasferito in questura a Salerno con l’incarico di capo di gabinetto. Promosso Primo dirigente dal 10 gennaio 2001, nel febbraio dell’anno successivo assume le funzione di capo di gabinetto della questura di Palermo e, dall’agosto 2004, anche l’incarico di funzionario addetto alla sicurezza. Nel 2005, dopo l’istituzione della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia, Esposito viene incaricato di curare le attività connesse all’ufficio Affari Generali. Nell’aprile del 2008, gli vengono conferite le funzioni di direttore reggente del Servizio Affari Generali della Direzione Centrale per gli Affari generali della Polizia di Stato.
Dal marzo 2009, il capo della Polizia lo nomina capo ufficio di staff del vice direttore generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale, con l’incarico di fornire diretta collaborazione al vice capo della Polizia nelle attività di verifica dell’efficacia delle misure di contrasto messe in atto dalle forze di Polizia, sotto il profilo sia preventivo che repressivo. Nel maggio del 2010 consegue la promozione al grado di dirigente Superiore della Polizia e viene chiamato a guidare prima la questura di Trapani e poi, dall’agosto 2014, la questura di Brescia. Al dottor Esposito il benvenuto nella Capitale, ed al dottor Marino che ha sempre prestato la massima attenzione e collaborazione all’operato dei giornalisti i migliori auguri per il godimento di una meritata raggiunta pensione dalla Direzione e redazione del nostro quotidiano Vendola ai giudici di Taranto: "Ilva unica colpevole dell'inquinamento"
TARANTO – Si è svolto oggi dinanzi alla Corte d’assise di Taranto l’interrogatorio di Nichi Vendola, l’ ex presidente della Regione Puglia, seduto sul banco dei 47 imputati del processo, responsabili secondo i magistrati di Taranto per il presunto disastro ambientale dell’Ilva . Vendola è accusato di concussione aggravata in concorso per presunte pressioni sull’ Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa Puglia) in favore dell’Ilva. Fatti che risalgono al periodo compreso tra il 22 giugno 2010 e il 28 marzo 2011. L’ex governatore pugliese ha declinato ogni responsabilità ipotizzata dall’accusa di aver assunto un atteggiamento “morbido” nei confronti dell’ex proprietà dello stabilimento siderurgico, ed ha precisato di non aver mai pensato di non voler confermare l’ex direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato, e tantomeno di voler “ammorbidire” i rilievi e le relazioni sull’attività ispettiva condotta nei confronti dell’Ilva, come invece sostenuto dalla procura tarantina, che in questo processo, udienza dopo udienza sta vendendo sgretolarsi il proprio castello accusatorio.
Accuse queste che Vendola ha nettamente respinto, e ricordato rispondendo alle domande del pm Remo Epifani, di aver voluto lui sia il rilancio dell’Arpa che l’insediamento di Assennato proprio per tenere sotto controllo in modo efficace le questioni ambientali. Vendola è stato interrogato sia da due avvocati delle parti civili che dal suo stesso avvocato di fiducia. Quella dell’Iva non è l’unica disavventura giudiziaria per Vendola. Infatti nel 2009, venne indagato con l’accusa di aver esercitato pressioni per ottenere le nomine di alcuni dirigenti della sanità pugliese, venendo prosciolto dal Giudice per le Udienze Preliminari che ritenne che non vi fossero profili “penalmente rilevanti”. Vendola ha aggiunto che, nel corso del suo mandato di Governatore, la Regione ha prodotto leggi regionali all’avanguardia per il contrasto dell’inquinamento
ambientale a Taranto. Nel processo è coinvolto anche un assessore di Vendola, Nicola Fratoianni, attuale deputato, che è accusato di “favoreggiamento”. Secondo l’accusa, Fratoianni avrebbe fornito ai magistrati una versione dei fatti favorevole a Vendola, per nascondere le sue responsabilità; contestazione per la quale risponde in giudizio anche l’ex dg di Arpa Puglia, Assennato. L’ onorevole Fratoianni verrà sottoposto ad interrogatorio nell’udienza del prossimo 4 marzo ed Assennato il giorno dopo, il 5 di marzo. Di tutto di più … La nuova invettiva del Cav. Silvio Berlusconi contro i cittadini che votano 5Stelle e non lui “Italiani, siete tutti fuori di testa. Come si fa a ragionare così? Svegliatevi, siete una vergogna!” (fonte: Stasera Italia, Rete 4) Momenti di imbarazzo e nervosismo a Di Martedì, su La7, quando l’esponente 5 Stelle Alessandro Di Battista si lamenta della mancanza di calore da parte del pubblico… “Ma oggi non applaudite nessuno? Eh? Si può? Lo potete fare un applauso? Eh? Grazie! Stasera non v’hanno dato (fa il gesto dell’applauso, ndr)... non v’hanno dato… io non lo so” Il ministro dell’Interno Matteo Salvini interroga i propri follower, su Twitter “Stasera sto leggero: pizza salame piccante e cipolle!! Voi non esagerate, mi raccomando”…”Pranzetto leggero a La Maddalena: gnocchetti sardi con funghi, zafferano, salsiccia, aggiungo pecorino! Mi volete bene anche se ingrasso??”
Fulvio Collovati ex campione del mondo di calcio nel 1982 ed opinionista sportivo a Quelli che il calcio, su Rai 2 “Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare” Il senatore Pd Matteo Renzi apre il suo nuovo libro con una citazione di Michael Jordan, il più forte giocatore della storia Nba “Nella mia vita ho sbagliato più di 9mila tiri, ho perso quasi 300 partite, 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto“ Enrico Letta ex premier del Pd sul titolo del secondo volume scritto da Renzi, “Un’altra strada” “Il vero titolo del libro di Renzi? #Nonhoimparato ….ops! #sischerza” (fonte: Twitter) Il direttore di Libero Vittorio Feltri sbrocca a La Zanzara, su Radio 24 “Ho lavorato da stamattina alle dieci fino alle venti, dov’è il problema? Non sarò libero di andare a mangiarmi un boccone e bere un po’ di champagne? Alla faccia di Parenzo. Ma che te frega, Parenzo, perché voi ebrei non bevete lo champagne? Bevetelo ‘sto champagne, così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più!“
Dopo essersi autopromosso “Presidente della Repubblica”, davanti al Parlamento europeo il premier Giuseppe Conte incappa nello stesso svarione compiuto durante il discorso d’insediamento al Senato “… società off-shore dislocate in PARADISI ARTIFICIALI” (fiscali, ndr) Durante un durissimo intervento all’Europarlamento, Guy Verhofstadt il leader dei liberali dell’Alde si rivolge così al premier italiano Giuseppe Conte “Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da Di Maio e Salvini?“ Sanremo 2019, Virginia Raffaele accusata di satanismo. L’esorcista: ‘Ha invocato Satana’. Ed il ministro dell’Interno Matteo Salvini rilancia su Facebook “Capisco e condivido le preoccupazioni espresse da don Aldo Buonaiuto. Non bisogna sottovalutare il problema delle sette sataniche e serve affidarsi agli esperti che ci aiutano a combatterlo. È un fenomeno preoccupante, molto più vicino e più frequente di quanto si pensi“ In uno sketch di Sanremo, fingendosi un grammofono rotto, Virginia Raffaele ha pronunciato per 5 volte il termine “Satana”. Dopo le accuse dell’esorcista Buonaiuto e di una fetta importante della politica italiana, ecco la difesa affidata al Fatto Quotidiano Pronto, Virginia Raffaele? “Sì, un attimo soltanto ché c’ho una vergine sul fuoco e non vorrei si scuocesse. Da piccola riuscivo pure a girare i piedi all’incontrario. Tant’è che ho ancora le rotule allentate”
Le grandi proposte della Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini vuole che “in radio una canzone su tre sia italiana”. Spiega il leghista Alessandro Morelli, dopo aver presentato una proposta di legge “per obbligare le radio in Italia a dedicare “almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana”: “La vittoria di Mahmood a Sanremo dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica. Io preferisco aiutare gli artisti e i produttori del nostro paese…” ( fonte: Il Post ) Christophe Chalençon, uno degli esponenti di punta del movimento francese dei Gilet Gialli – recentemente incontrato da una delegazione 5 Stelle capitanata da Di Maio e Di Battista – a margine di un’intervista trasmessa da Piazzapulita (La7) “Io so che rischio molto. Posso prendermi una pallottola in testa in qualsiasi momento. Ma me ne fotto. Andrò in fondo a quello in cui credo. Perché se mi ficcano una pallottola nella testa il popolo… Macron finirebbe sotto la ghigliottina. Oggi siamo arrivati a un tale livello di scontro che se mi colpiscono cade anche Macron, perché il popolo irrompe nell’Eliseo e distrugge tutto: lui, sua moglie e tutta la sua cricca. Abbiamo delle persone, dei PARAMILITARI pronti a intervenire perché anche loro vogliono far cadere il governo. Oggi è tutto calmo ma siamo sull’orlo della guerra civile” Il ministro dell’Interno Matteo Salvini dal palco di Ozieri, in provincia Sassari, dove si trovava per un comizio in vista delle regionali in Sardegna “In campo musicale non sono fortunatissimo: il festival di Sanremo lo ha vinto Mahmood, ma io preferisco Vasco, De André e i Tazenda. Una trasmissione ha fatto invece l’elenco di quelli a cui non piaccio io: Fazio, Saviano, Balotelli… C’è anche una pornostar: le piacciono tanti altri uomini ma non le piaccio io“
Il giornalista Telese vs. Mussolini durante la puntata di Non è l’Arena, su La7 “Io sto ammirando gli stivali di Alessandra Mussolini… sei un’eurodeputata, copriti, copriti!“. E la Mussolini: “Ma che siamo nel Medioevo? In Arabia Saudita? Noi donne possiamo fare quello che vogliamo!“ Renzi vs. Travaglio a Firenze, durante la presentazione del nuovo libro dell’ex premier, sul maxischermo compare un fermo immagine del direttore del Fatto Quotidiano… Renzi: “Questo signore si chiama Marco Travaglio, si definisce giornalista, e questa è la trasmissione Tagadà di La7. Nella giornata del 12 febbraio Travaglio si è fatto riprendere con alle spalle un rotolo di carta igienica con il mio volto sopra. Non riesce a stare senza di me. Siamo arrivati a questo. Il 22 febbraio presenteremo querele e azioni civili”. E Travaglio, sul Fatto: “Comunque, in segno di rispetto, non l’ho mai usata” Marattin vs. Zolezzi. Scene dal Parlamento: durante una bagarre scoppiata alla Camera, mentre alcuni deputati dem lanciavano fascicoli verso il banco della presidenza colpendo Roberto Fico… – Marattin (Pd) dà due buffetti in faccia al deputato Zolezzi (M5s). Lui denuncia: “Aggredito verbalmente e fisicamente: improvvisamente Marattin si è avvicinato a me offendendomi a muso duro, tirandomi due schiaffi ed esclamando ‘questo cellulare te lo metto su per il XXX‘” – (fonte: HuffPost) Paolo Furia segretario Pd del Piemonte intervistato dal Corriere Torino Alla convention con cui Sergio Chiamparino ha aperto la campagna elettorale per la rielezione “c’erano pochissimi giovani: dobbiamo
cambiare format. Io propongo il ‘Conosci Chiampa’, aperitivi tematici dove sfruttare l’empatia di Sergio“ Persino Beppe Grillo il fondatore dei 5 Stelle sfotte pubblicamente il quesito della piattaforma Rousseau sul caso Diciotti- Salvini “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!“ La senatrice M5S Elena Fattori su Facebook “L’associazione Rousseau usufruisce di 90.000 euro di soldi pubblici, versati dai parlamentari, dal mese di Marzo 2018. Quindi ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Dovrebbe funzionare come un orologio svizzero, e non riesco neanche a connettermi“ Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli poco prima di entrare alla riunione del M5S “Il sito è sicuro e tutte le votazioni di Rousseau sono certificate da un ente esterno”. Quale? “Ma che… il nome non lo so il nome ma è sempre stato così“ Il senatore M5S Ettore Licheri poco prima del #salvaSalvini, su Twitter “Chi parteciperà domani alla votazione su #Rousseau si sentirà per un attimo senatore della sua Repubblica. Si sentirà Stato, si sentirà elettore ed eletto, parte delle Istituzioni e ne avvertirà tutto il peso e l’emozione. Domani scriveremo insieme un’altra pagina di democrazia“
La base grillina dice No al processo del ministro Salvini e lo salva. Ecco alcuni post del leader M5s Luigi Di Maio sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, pubblicati negli ultimi anni “L’immunità parlamentare va abolita. È un privilegio” (24.6.2014). “Forza Italia, Pd e Lega al Senato hanno appena votato per il ritorno all’immunità parlamentare. Un voto da brividi. Pd, Lega e Fi non sono uguali ai cittadini italiani davanti alla Legge” (1.7.2014). “Questa maggioranza a guida Pd ha appena confermato l’immunità parlamentare per Deputati e Senatori. Bene hanno fatto i nostri ad uscire dall’Aula. Le riforme costituzionali se le facciano tra indagati, delinquenti e immuni. Noi stiamo tra la gente normale” (4.8.2014). “@matteorenzi: è il Pd che con immunità salva da galera senatori come Azzolini. #M5S non la userà mai. Ti chiedo confronto pubblico sul tema” (21.5.2016) Il senatore 5 Stelle Emanuele Dessì sfotte su Facebook i genitori di Renzi, dopo aver appreso la notizia degli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni “Due genitori insieme è record” Il parlamentare renziano Luciano Nobili, su Twitter “Prima un vero e proprio colpo di stato per farlo fuori da Palazzo Chigi. Ora, addirittura, vengono arrestati i suoi genitori. Vicende che fanno paura, indegne di un paese civile. Ha provato a cambiare davvero le cose, vogliono fermarlo ad ogni costo. #siamotuttiMatteoRenzi“ Il ministro M5s delle Infrastrutture Danilo Toninelli annuncia sui social la sua nuova, grande battaglia “Grazie a @virginiaraggi per importante segnalazione su problema che riguarda i RISCIÒ a #Roma: mezzi a vocazione turistica che oggi sono
inquadrati come #ncc. Seguirò la questione e inseriremo soluzione in imminente riforma #codicedellastrada” A Olbia, durante una tappa elettorale di Silvio Berlusconi a sostegno del candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Sardegna, Christian Solinas “Un gruppo di pensionati sardi di recente ha visitato il mio parco a Villa Certosa. Nell’area delle 120 piante medicinali uno di loro ha scoperto in un riquadro un cartello con la scritta ‘viagra’. Alla fine hanno lasciato il terreno nudo: hanno mangiato tutte le foglie o se le sono portate via! Ora ne va ordinato dell’altro“. Poi, rivolgendosi direttamente a Solinas: “Te lo volevo dire… Se per caso ci vai, non mangiare viagra, ti regalo io le pillole che ho… Bene, ho detto due cazzate, ora vai avanti tu!“ Il sottosegretario leghista Massimo Bitonci su Twitter “Riaprire le case chiuse è una buona idea? La Lega ci riprova: c’è il disegno di legge! CHE NE PENSI???” L’attore comico Lino Banfi intervistato dal Corriere della Sera Tre settimane fa la nomina all’Unesco. Lino Banfi ha iniziato a lavorare alla tutela del patrimonio dell’Umanità? “Noo… mi sono presentato al presidente della commissione Franco Bernabè. Ho detto: che vogliamo fare? Mi ha spiegato: ‘Fino a ora abbiamo fatto una riunione con tutti i membri nel 2017, una nel 2018. Ce ne sarà un’altra nel 2019’. Porca puttena, ho pensato, si lavora tanto. Mi ha detto solo: ‘Abbiamo grandi obiettivi per l’Agenda 2030’. E io: mi dovete dire già da ora se vi servo di mattina o di pomeriggio. E che chevolo!“
Pd) dà due buffetti in faccia al deputato Zolezzi (M5s). Lui denuncia: “Aggredito verbalmente e fisicamente: improvvisamente Marattin si è avvicinato a me offendendomi a muso duro, tirandomi due schiaffi ed esclamando ‘questo cellulare te lo metto su per il XXX‘” – (fonte: HuffPost) Consob, Savona presidente: semaforo verde.... (a rischio) dal Senato
ROMA – Via libera alla nomina di Paolo Savona alla presidenza della Consob, la commissione che vigila sui mercati finanziari. E’ arrivato il parere favorevole dalla Commissione Finanze del Senato sulla proposta di nominare l’ex ministro all’Autorità , indicato dal Governo composto dalla Lega e Movimento 5 Stelle . La decisione è arrivato con 12 voti a favore , 9 contro ed un astenuto, come ha reso noto la senatrice Laura Bottici (M5s) al termine dei lavori della commissione Dopo l’ufficializzazione della votazione, Fratelli d’Italia ha chiamato in causa la presidente del Senato Elisabetta M. Casellati segnalando che “il presidente Bagnai con il voto di oggi in Commissione Finanze sul parere alla nomina del professor Savona alla presidenza della Consob si è assunto una grande responsabilità“. A sostenerlo è il senatore FdI, Andrea de Bertoldi. Secondo Fratelli d’Italia, il voto della commissione al Senato “rischia non soltanto di essere invalidato ma di esporre le future decisioni della Commissione nazionale per le società e la Borsa al rischio di ricorsi e di annullamenti, qualora venissero confermati i dubbi di compatibilità del professor Savona con la nomina a presidente Consob sulla base dei suoi incarichi pregressi. Dubbi che non sono stati fugati e che proprio l’audizione della scorsa settimana del professor Savona aveva rafforzato. Per questo avevo chiesto al presidente Bagnai di soprassedere al voto e di audire enti pubblici ed esperti della materia, al fine di verificare la sussistenza o meno di cause di incompatibilità. Cosa che purtroppo non è avvenuta”. Savona in audizione avuta al Senato, ha ricorda come la Consob “non è l’unica istituzione che presiede alla tutela del risparmio” e la definisce una organizzazione “ben strutturata mi dicono con punte di eccellenza“. “Ritengo che il Governo e il Parlamento – continuò Savona – abbiano legali capaci di rispondere” ai dubbi sorti sulla legittimità della nomina a presidente della Consob: se dovesse arrivare un via libera “sarò orgoglioso” di assumere l’incarico, “altrimenti non brigherò, come non ho brigato per mantenerlo. Dopo aver ribadito di essere “sempre al servizio degli interessi del Paese”, Savona aveva concluso : “Non sono assolutamente attaccato
all’incarico proposto, non mi resta che aspettare il giudizio“. E circa la “potenziale influenza per le mie passate esperienze” di governo, Savona ha contestato “che ci sono altri 4 membri in commissione; non potrei mai far passare una delibera che no fosse nell’interesse generale“. Infine, “quanto all’età, facendo i debiti scongiuri. me la sento“. La grillina Giulia Sarti si dimette da presidente della Commissione Giustizia: aveva fatto una denuncia falsa al fidanzato per nascondere i suoi finti rimborsi ROMA – “A seguito delle notizie riportate sulla stampa in merito alla richiesta di archiviazione per la querela da me sporta nei confronti di Andrea Tibusche Bogdan, annuncio le mie dimissioni da presidente della Commissione giustizia della Camera e, a tutela del M5S, mi autosospendo“. Così, in una nota, Giulia Sarti, deputato del M5S e presidente della Commissione Giustizia. “Preciso che né Ilaria Loquenzi né Rocco Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si sono limitati a starmi vicino nell’affrontare una situazione personale e delicata“.
A renderlo noto è la stessa deputata grillina, finita nella bufera nel febbraio 2018 per il cosiddetto scandalo rimborsopoli, quando il suo nome era comparso nell’elenco dei grillini finiti nel mirino per i mancati versamenti al fondo per il microcredito, destinato a piccole e medie imprese. Esploso il caso, la Sarti aveva sistemato subito la sua posizione con il MoVimento, versando le somme dovute, circa 23mila euro. Ma il passo successivo era stato quello di denunciare l’ex fidanzato, imputando a lui non solo i bonifici mancati, ma anche l’appropriazione di altre somme dal suo conto corrente. Tutto falso ! La deputata Giulia Sarti, non ha avuto vita facile nel movimento 5 Stelle. Entrata in Parlamento nel 2013, circondata dai sospetti: era stata la fidanzata di Giovanni Favia, cacciato l’anno prima dal Movimento, ed era considerata vicina a Federico Pizzarotti. Nel 2013, quando alcune sue foto private e intime vengono scaricate e diffuse, si accusano fantomatici «hacker del Pd». Poi Angelo Tofalo (componente del Copasir) le suggerisce di usare le competenze di Bogdan. Il quale all’epoca si faceva chiamare Andrea De Girolamo e dal suo canale Social Tv diffondeva bufale, alcune a sfondo razzista. Per la Procura di Rimini la deputata M5s Giulia Sarti non fu ‘derubata’ dall’ex fidanzato Andrea Tibusche Bogdan, 32enne consulente informatico di origini romene, alias Andrea De Girolamo che ha rilanciato a muso duro: “Vedremo come va a finire perché la verità è tutta un’altra, usciranno diverse conversazioni e forse non vi conviene esporvi ora. Vedrai che fine fa la querela. Vedrai i messaggi e le email, io in pubblico non rilascio nulla ma dritto in procura,
perché ho un brutto vizio: Andrea De Girolamo“. La Sarti ostentava “massima tranquillità“, ma la questione si è tramutata in una resa dei conti personale, senza esclusione di colpi. E l’ ex-fidanzato ha avuto ragione e sbugiardato la parlamentare grillina. Come riporta la stampa locale è stata infatti depositata la richiesta di archiviazione del fascicolo, per appropriazione indebita, nato dalle denuncia della presidente della commissione Giustizia della Camera alla Squadra Mobile di Rimini, con una particolareggiata querela in cui si ipotizzava la responsabilità di Bogdan su mancati bonifici al fondo per il micro credito. La vicenda era emersa dopo che il nome di Sarti era spuntato nell’elenco delle ‘Iene’ di deputati M5s che da eletti non avevano restituito gli stipendi al fondo. Sette i bonifici partiti dal conto della Sarti, destinati a quello del Mef, che però risultavano annullati. Quando fu interrogato dal pm Davide Ercolani, un anno fa, Bogdan spiegò che se aveva agito, sul conto corrente online della deputata, lo aveva fatto con la consapevolezza di lei e avendone le password. Inoltre consegnò alla Procura una chat in cui Sarti gli annunciava la querela per togliersi dall’imbarazzo delle restituzioni ‘fantasma’. Ieri scoppia il caos. Viene a galla la versione del fidanzato. E vengono fuori le chat, con molti particolari pericolosi e inquietanti
che coinvolgono i massimi rappresentanti della Comunicazione del Movimento. Succede infatti che in una chat tra i due, la Sarti avverte che ha intenzione di denunciare il fidanzato. Il quale replica, stupito: «Te l’hanno chiesto le Iene?». E lei risponde: «No no, me lo ha chiesto Ilaria (Loquenzi n.d.r.) con Rocco (Casalino n.d.r.). Per salvarmi la faccia». Frase che sembrerebbe alludere al fatto che i due responsabili della Comunicazione fossero al corrente delle responsabilità della Sarti. Che però li difende: «Non mi hanno spinto a denunciare nessuno. Si sono limitati a starmi vicino nell’affrontare una situazione personale e delicata». Filippo Roma l’inviato delle Iene, nel pomeriggio, intercetta Casalino, lo incalza e gli chiede di mostrare le chat tra loro. Lui lo fa, ma le chat risultano cancellate: «Le cancello tutte, anche quelle con mia madre». Poi chiama la Sarti e lei dopo qualche secondo di conversazione, una volta messa in viva voce, scopre di essere ascoltata dalle Iene e scoppia in lacrime. Il resto sono le dimissioni, l’autosospensione e la comunicazione del capogruppo Francesco D’Uva che «è già stato avviato l’iter per la sostituzione» (compito che, in realtà, spetta al presidente della Camera). Il Pd chiede le dimissioni di Casalino. Per il procuratore capo di Rimini, Elisabetta Melotti e il pm Ercolani, che hanno firmato la richiesta di archiviazione, dunque non vi furono reati. Ora sarà il Gip a decidere e al momento non ci sono opposizioni alla richiesta. Taranto, pubblicata la graduatoria per l'area di crisi industriale complessa ROMA – È stata pubblicata online la graduatoria dalle imprese che hanno presentato domanda ad Invitalia per accedere ai 30 milioni di euro messi a disposizione delle imprese dalla Legge 181/89. Il bando per la presentazione delle domande è stato chiuso, infatti, il 26 gennaio 2019. Delle 11 domande pervenute allo sportello di Invitalia, 8 sono state considerate valide ai fini dell’inserimento nella graduatoria di ammissione alla fase istruttoria. Ora si parte con le attività di
valutazione che dovranno concludersi entro 90 giorni dalla presentazione della domanda, e che verranno svolte secondo le modalità e i criteri stabiliti dalla circolare attuativa. Le domande valutate positivamente saranno ammesse alle agevolazioni fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Lo rende noto l’ufficio stampa di Invitalia. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un “Avviso pubblico per la selezione di 5 esperti a supporto dell’elaborazione della strategia di riconversione economica della città di Taranto e del suo territorio”. Il MiSE prevede la realizzazione di un Piano, ispirato all’innovazione e alla diversificazione delle attività produttive del luogo, che ha l’obiettivo di ridisegnare il modello socio-economico della città, finora incentrato sulla siderurgia. Per coordinare questo piano di cambiamento, il MiSE si avvale di una “Commissione Speciale per la riconversione economica di Taranto”. La Commissione Speciale e’ presieduta dal Ministro Luigi Di Maio e si compone di ulteriori dieci membri, dei quali cinque scelti tra il personale del MiSE e cinque selezionati attraverso una call internazionale per esperti. I soggetti interessati a presentare la propria candidatura possono consultare l’Avviso per la manifestazione d’interesse e il format per la presentazione della domanda, che dovrà essere inviata entro le ore 24.00 del giorno 15 marzo 2019.
Cominceranno domani mattina le operazioni di svuotamento del carburante della nave Efe Murat di Donatella Lopez Sarà impiegato un motopontone a scafo piatto, una specie di chiatta operativa galleggiante, per svuotare il carburante contenuto all’interno del mercantile turco arenato a ridosso della barriera frangiflutti della spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro a Bari. Cominceranno domani mattina alle 6 le operazioni propedeutiche allo svuotamento del carburante, mentre da giovedì, dal lato sinistro della nave, si procederà a insufflare l’acqua nelle cisterne per estrarre dall’interno il gasolio. Operazioni per le quali, è stato stimato, occorreranno in totale circa 4 giorni. Il ricorso al motopontone anticipato qui ieri, è stato deciso questa mattina durante una riunione del comitato tecnico che si è svolta in Capitaneria di Porto. Intanto a Bari è giunto un rimorchiatore dalla Grecia funzionale al recupero del relitto; lavorerà assieme a quello partito da Augusta. Quanto all’equipaggio a bordo del rimorchiatore intervenuto per cercare di disincagliare la Efe Murat, arenatosi a pochi metri dalla spiaggia di Pane e Pomodoro, da terra viene fornito loro tutto ciò di cui hanno bisogno e al momento non si registrano preoccupazioni di alcun tipo. Dopo il naufragio della nave turca, molti baresi si sono portati sul lungomare per scattare qualche foto con l’insolito sfondo del mercantile. Tutto ciò ha creato
problemi al traffico cittadino. Il sindaco di Bari Antonio Decaro, d’intesa con la Capitaneria di Porto di Bari, in attesa dell’avvio dei lavori per lo svuotamento del carburante dal serbatoio dell’imbarcazione, previsto per giovedì 28 febbraio, ha interdetto l’accesso all’arenile per ragioni di sicurezza emettendo una ordinanza con la quale è stato vietato il passaggio di pedoni e veicoli nel tratto di costa tra via Caduti del 28 luglio 1943 e i giardini Veterani dello sport. Il transito sulle strade invece è regolarmente garantito. Nell’ordinanza viene riportato in evidenza che “la complessità e la specificità delle operazioni di recupero dell’imbarcazione richiedono uno stretto raccordo di tutti gli enti, e la garanzia della tutela e la salvaguardia delle persone” al fine di “consentire la regolare esecuzione dei lavori“. L’ordinanza resterà pertanto in vigore fino al completamento della messa in sicurezza dell’area. Passaggio di testimone alla presidenza del Consorzio del Primitivo di Manduria TARANTO – II Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, eletto a giugno 2018, ha oggi un nuovo presidente: Mauro di Maggio, direttore di Cantine San Marzano. Una decisione dovuta al forte impegno a livello mondiale del Consorzio, sia in termini di promozione sia in termini di tutela a livello italiano, europeo e mondiale contro le crescenti attività di contraffazione. Di Maggio sostituisce così Roberto Erario che, proprio per garantire la continuità istituzionale dell’ente di Tutela, ne diventa vicepresidente. Mauro di Maggio, classe 75, è attualmente direttore generale di Cantine San Marzano e membro del Comitato di Certificazione dei vini doc e igp presso la Camera di commercio di Taranto.
“Un cambio di timone tra due professionisti che collaborano in modo sinergico da tanti mandati. – afferma il neo presidente di Maggio– Ringrazio Erario per il forte impegno, la grande umanità e di aver guidato con massima lungimiranza il Consorzio Tutela del Primitivo di Manduria verso obiettivi sempre più importanti. Continueremo, insieme al Cda, a sostenere le grandi iniziative promozionali, a puntare sulla sostenibilità, ad aiutare le imprese, ad essere proattivi nella promozione, nel controllo e nel racconto del territorio”. Ad affiancare di Maggio, i vice presidenti Roberto Erario e Paolo Leo e i consiglieri Eleonora Brunetti, Giovanni Dinoi, Francesco Filograno, Felice Mergè, Vittorio Moscogiuri ee Antonio Resta. Roberto Erario durante l’ultimo Consiglio di Amministrazione, dopo aver descritto la sua eccellente attività di presidenza di questi anni che ha riguardato anche la promozione della doc nei nuovi mercati all’estero e, in vista dell’ingresso di nuovi consiglieri che hanno evidenziato nuove politiche e prospettive sempre più crescenti, ha espresso la sua incompatibilità professionale. “Nuove attività per il Consorzio di Tutela – dichiara Roberto Erario – che comportano un maggiore impegno incompatibile con il mio attuale operato nell’impresa familiare ma continuerò, come vicepresidente, quanto fatto sinora. Il mio senso del dovere mi impone di continuare ad apportare il mio contributo di esperienza, tenuto conto anche dei legami istituzionali maturati a favore del nostro Consorzio di Tutela. Passo la guida ad un grande uomo di vino e di marketing, conoscitore da anni del nostro ente e messaggero del Primitivo di Manduria in tutto il mondo”. La denominazione del Primitivo di Manduria comprende una superficie totale di 3.140 ettari e sono 18 i comuni tra Taranto e Brindisi che producono la grande doc. Il Consorzio attualmente conta 50 soci e
circa 1000 viticoltori. Mauro di Maggio eredita la guida di una realtà forte e sana, con un export in crescita costante. Sono 20 milioni, infatti, le bottiglie prodotte di cui il 70% è destinato all’estero. Regionali Sardegna: vince il centrodestra, crisi profonda nel Movimento 5 Stelle ROMA – In Sardegna vince l’alleanza che un tempo aveva Berlusconi come “leader” incontrastato. Oggi lo scettro del comando è passato a Salvini, impegnato a governare a Roma assieme al Movimento Cinque Stelle, e nello stesso tempo in perfetta sintonia con i vecchi partner del centrodestra nei Comuni e nelle Regioni. Un’ anomalia che secondo molti analisti politici alla lunga non può durare. Il centrodestra ha vinto nettamente sia dove Salvini ha sfondato, come in Abruzzo (27,5%), sia dove non ha affatto sfondato, come in Sardegna (11,5%)
Il centrodestra ha vinto anche le Regionali in Sardegna. Dunque sarà Christian Solinas il nuovo governatore. “Oggi ha vinto la Sardegna. Ringrazio i sardi della fiducia, è stato premiato il progetto di governo che abbiamo presentato. Non ho mai visto un testa a testa, che non rispondeva al vero, 14 punti di vantaggio rappresentano un dato incontrovertibile“, dice subito dopo la vittoria. Ad ammettere la sconfitta è il candidato del centrosinistra, Massimo Zedda, che sottolinea, comunque, il buon risultato del Pd nella competizione, primo partito e sopra il Movimento cinque stelle nelle preferenze. “Il risultato dà la vittoria al centrodestra – dice in conferenza stampa Zedda quando lo spoglio era oltre la metà – Ho provato a chiamare Christian Solinas e gli ho già mandato un messaggio per augurargli buon lavoro“. Sono 1731 su 1.840 le sezioni scrutinate alle 13 di questa mattina in Sardegna per l’elezione del Consiglio regionale, mancano solo 109 delle sezioni complessive. I dati sono stati diffusi dalla Regione:
Christian Solinas (centrodestra) è in vantaggio con il 47,8%. Poi Massimo Zedda (Centrosinistra) al 32,9%, e Francesco Desogus (M5s) con il 11,2%. Seguono Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) con il 3,4%, Mauro Pili (Sardi Liberi) con il 2,3%, Andrea Murgia (Autodeterminazione) con l’1,8% e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) con lo 0,63%. Il nuovo consiglio regionale sardo avrà quindi 60 seggi, grazie alla percentuale dei vincitori che supera il 40 per cento, vedrà il centrodestra accomodarsi in aula con 36 rappresentanti: il presidente Christian Solinas insieme a 35 consiglieri della sua maggioranza. Alla minoranza andranno 18 seggi al centrosinistra e 6 ai Cinquestelle. Nella maggioranza 8 seggi alla Lega, 6 al Partito sardo d’azione (più Solinas), 6 a Forza Italia, 3 ciascuno a Udc, Sardegna 20Venti, Riformatori, Fratelli d’Italia, 1 a Uds, Sardegna Civica e Forza Paris. Nel centrosinistra oltre a quello per Zedda, 8 seggi al Partito Democratico, 2 ciascuno a Leu, Campo progressista, Noi La Sardegna e Futuro Comune, 1 a Sardegna in Comune. Soltanto 6 seggi infine all’M5S. “Dalle politiche a oggi se c’è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali. Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia“. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini ha commentato il voto in Sardegna.
Di professione fa il bibliotecario e anche questa mattina a spoglio in corso è andato a lavoro: “Non sono una persona che vive di politica ma io ci ho messo la faccia sin dall’inizio. Di Maio ha preferito non competere con Salvini“. Così risponde al telefono ai giornalisti Francesco Desogus, il candidato presidente del Movimento 5 Stelle in Sardegna, quando i dati lo danno intorno all’11%. Il quadro che emerge dal voto della Sardegna, consente di ricavare alcune indicazioni utili. Sebbene divisi sul territorio, M5S e Lega hanno sempre ottenuto, come pura somma numerica, la maggioranza dei consensi. Finora è andata così. Stavolta invece i due partiti di governo, affiancati in via ipotetica, raggiungono a mala pena un quarto dei voti. Non è un dato banale. Sì è votato per la Regione, ma l’elettorato comunque ha sancito una bocciatura di questa stramba dinamica – tra centro e periferia – dei partiti attualmente alla guida della nazione. Al di là dei sondaggi, il dato elettorale non permette di rintracciare un “blocco di maggioranza” in grado virtualmente d’imporsi malgrado le divisioni sul territorio.
Ma Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni vanno in pressing su Matteo Salvini che rivendica il risultato del centrodestra. Berlusconi è talmente felice per il naufragio grillino in Sardegna che presta poca attenzione a mediocre risultato di Forza Italia. E tantomeno va cercando scuse, tipo prendersela col fido Cappellacci che, per una serie di vendette barbaricine, si è scontrato con l’altro “capobastone” Floris; uno scontro interno in Forza Italia che ha causato una mini-scissione ed, invece di raggiungere il 12 per cento, ha portato a casa appena l’ 8%. Che dire, sul fronte opposto, del risultato del Pd? È vero, si può registrare una tenuta elettorale. Non siamo al tracollo annunciato, alla pratica liquidazione di un progetto ambizioso, nato nel 2007, sebbene i problemi rimangano e siano davvero grandi. L’illusione che il crollo del M5S giovi al Pd s’infrange però sugli scogli dei numeri elettorale. Evidentemente la proposta dei riformisti risulta tuttora alle prese con un deficit di credibilità. Si tratta, quindi, di capire e conseguentemente predisporre una strategia che riporti in campo aperto una funzione politica equilibrante, capace di rendere operativa e credibile una nuova alleanza democratica, nuova soprattutto nel modo di concepire la collaborazione tra centro e sinistra. Il Pd ha questo compito, altrimenti non risponde alla sua originaria ambizione. E può morire. Da rosse ad azzurre: la mappa delle Regioni dopo il voto in Sardegna Nel 2014 ben 16 regioni erano di centrosinistra e soltanto 3 di centrodestra. Oggi l’equilibrio è di 10 a 9, in attesa del voto in Basilicata del prossimo 24 marzo e di quello, entro l’anno, in Piemonte, Calabria e Emilia
Gianni Alemanno condannato a sei anni per corruzione e finanziamento illecito per l'inchiesta "Mafia Capitale" ROMA – L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato in primo grado a 6 anni reclusione – un anno in più rispetto alla richiesta della Procura – per i reati di “corruzione” e “finanziamento illecito”, nel processo stralcio di Mafia Capitale. L’accusa mossa dal pm Luca Tescaroli della Procura di Roma, nei confronti dell’ ex-ministro ed ex-sindaco di Roma Capitale, è quella di aver percepito da Salvatore Buzzi e da soggetti che agivano in suo accordo , soldi in contanti ed erogazioni alla Fondazione Nuova Italia, da lui presieduta, per un ammontare totale di lui 298mila e 500 euro. Carminati e Buzzi
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