Record di casi positivi in Puglia: persone contagiate in corsia - Il Corriere del Giorno
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Record di casi positivi in Puglia: persone contagiate in corsia di REDAZIONE CRONACHE Quando si andava alla riapertura dopo il “lockdown” lo scorso 3 maggio, in Puglia c’erano 2.955 positivi al Covid-19, numero che fu il picco raggiunto nella prima ondata della pandemia. I 196 contagi in un giorno solo non raccontano tutto, infatti lentamente i numeri dei casi positivi sono scesi, sino all’annuncio trionfale di Emiliano e Lopalco di “Puglia regione Covid free“. Ai nostri giorni cinque mesi dopo la riapertura delle frontiere nazionali e dei confini regionali e la ripresa delle scuole e di tutte le attività economiche, il bollettino regionale segnala 3.133 positivi. Il numero dei contagi è aumentato in misura esponenziale nonostante ci si trovi soltanto all’inizio della seconda fase prevista della pandemia.
Va segnalata una valutazione rilevante che può confortare in merito ai dati dei ricoveri: lo scorso 3 maggio negli ospedali pugliesi erano 410 i casi positivi , dei quali 40 erano i ricoverati nei reparti di terapia intensiva Covid; oggi sono 251 di cui 23 quelli in rianimazione, grazie al fatto che sono numerose le persone giovani contagiate . Esiste però il pericolo ed il rischio che i casi possano crescere, come verificatosi la scorsa primavera, alimentando una nuova epidemia tra malati cronici e persone anziane, che costituiscono i soggetti più fragili ed esposti. La situazione negli ospedali al momento appare ancora sotto controllo, ma non è da sottovalutare in quanto il quadro potrebbe mutare rapidamente. “Il virus circola e circola con grande intensità . È evidente che la ripresa di tutte le attività in tempo di pandemia, la riapertura delle scuole, il ritorno delle vacanze, hanno determinato un innalzamento dei contagi. La struttura ospedaliera pugliese, comunque, sta reggendo bene anche se, com’è ovvio, c’è grande attenzione nel rafforzarla ulteriormente. Si tratta in gran parte di persone asintomatiche o paucisintomatiche, quindi al momento non c’è uno stress della struttura ospedaliera e nessuna particolare preoccupazione” ammette Michele Emiliano riconfermato presidente della Regione Puglia.
Pierluigi Lopalco e Michele Emiliano Sono però necessari interventi correttivi, soprattutto in alcuni settori come i trasporti: “Bisognerà prendere dei provvedimenti non solo mettere la mascherina sempre quando c’è un contatto ravvicinato con altre persone. Bisognerà fare in modo, ad esempio, che il trasporto scolastico possa essere meno stressato, ipotizzando anche orari delle lezioni sfalsati” dice Il presidente Emiliano che critica il Governo Conte: “I mezzi pubblici non sono aumentati anche perché il governo non ha ritenuto di stanziare nemmeno un euro per rafforzare il sistema“. Oltre ai contagi è aumentata parallelamente anche la possibilità di effettuare tamponi in Puglia. Ieri ne sono stati effettuati 4.822, ed anche questo numero rappresenta un record. 68 dei nuovi casi, riguardano la provincia di Bari, 7 la provincia Bat, 80 i casi nella provincia di Foggia, 3 nella provincia di Brindisi, 10 nella provincia di Lecce, e 27 nella provincia di Taranto. I pazienti guariti sono 4.883 (+54 rispetto a martedì) mentre sono 3.133 i casi attualmente positivi (+142), 274 dei quali ricoverati (+9) e 2859 a domicilio (+ 133). Soltanto lo 0,7% degli attuali positivi, è ricoverato nelle terapie intensive e l’8% negli altri
reparti. “Come abbiamo imparato in tanti mesi di esperienza non è il dato di una giornata che deve essere valutato, ma l’andamento della curva nel suo complesso. Il dato di ieri è legato alla casuale coincidenza di un aumento di casi in due province. È una situazione da monitorare attentamente che deve comunque invitare tutti noi alla massima attenzione e prudenza” commenta il professore Pierluigi Lopalco, ex-consulente di Emiliano che lo ha nominato nuovo assessore regionale alla Salute. I casi aumentano a partire dagli ospedali alle scuole, senza tralasciare le Rsa, : sono stati 17 dipendenti tra medici e infermieri del reparto di Riabilitazione della clinica “Mater Dei” di Bari a risultare positivi al Covid-19. Nel capoluogo regionale, sono stati accertati 35 contagi nella Rsa “Oasi Santa Fara“, 20 dei quali riguardano degli anziani ospitati nella struttura, mentre sono 15 i contagiati tra gli operatori sanitari . Una pizzeria a Bari è stata costretta alla chiusura dopo la positività riscontrata a due dipendenti, e la ASL sta cercando di ricostruire la catena dei contatti richiamando anche i clienti. Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS l’ Organizzazione Mondiale della Sanità,
presente ieri a Bari in occasione del Forum “Mediterraneo Sanità” che si è tenuto presso la Fiera del Levante ha ricordato che “Gli ospedali non possono essere la prima linea di una risposta di una pandemia del genere, ma non dovevano essere la prima linea neanche come risposta alla normale influenza negli anni passati». Guerra ha lanciato l’allarma anche per il rischio di contagi nelle scuole: “Siamo all’inizio, è fondamentale che le misure di sicurezza predisposte all’interno degli istituti vengano garantire anche nel tragitto casa-scuola e viceversa“. La politica tenga giù le mani dalla Banca Popolare di Bari di ANTONIO PINTO Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dopo 5 anni di disinteresse verso 70.000 azionisti truffati e azzerati nei loro risparmi, ha riferito che “la Regione chiede di entrare nel capitale sociale della Banca Popolare di Bari con 60 milioni di euro, per poter dare serenità e certezze agli imprenditori pugliesi che intendono lavorare con questa banca”.
Il rieletto Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano Questo progetto del Presidente Emiliano è inaccettabile per i 70.000 azionisti e per le loro famiglie per le seguenti ragioni: 1) il Presidente Emiliano vorrebbe spendere ben 60 milioni di euro pubblici per avere voce in capitolo all’interno della BPB e rischiare così di continuare nello stesso sistema di gestione che ha causato il crollo: ossia soldi prestati a imprese, persone e progetti che non avevano reale merito creditizio, ma avevano solo relazioni giuste. Come giustamente ha dichiarato Visco il Governatore della Banca d’Italia: “L’esperienza delle gestioni bancarie pubbliche è stata spesso caratterizzata per gravi inefficienze nei processi di allocazione delle risorse e inoltre non va dimenticato che più che del supporto di una grande banca pubblica, l’economia italiana beneficerebbe innanzitutto di una pubblica amministrazione efficiente”.
Anche noi pensiamo che la politica dentro una banca genera il rischio di sperperare risorse. E che i soldi pubblici per aiutare davvero le imprese (tutte, non solo quelle vicine al politico di turno), vadano spesi per rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione e renderla amica del cittadino, anche con giusti incentivi economici a favore degli impiegati della Pubblica Amministrazione. 2) Di chiunque sia la proprietà di una banca, questo non cambia le regole di gestione e di erogazione del credito: pertanto, è irrilevante che vi sia o non vi sia la Regione fra i proprietari. Comunque i soldi potranno esser concessi solo in base alla stringente disciplina vigente e non in base alla discrezionalità della governance. 3) Il piano industriale attuale, redatto da persone oneste e competenti quali sono i Commissari della BPB, grazie al lavoro di tutte le Associazioni dei consumatori pugliesi, prevede formalmente – fra gli altri elementi – che la nuova governance istituisca un tavolo di conciliazione nel quale esaminare le posizioni degli azionisti
truffati, al fine di valutare e risarcire le posizioni di chi dimostri di aver subìto violazioni di regole in sede di vendita delle azioni. E’ su questa iniziativa che una Regione seria avrebbe dovuto sostenere in tutti i modi gli azionisti. Avrebbe dovuto. *presidente Federconsumatori Puglia Fitto positivo al Covid19: negativi i primi 120 tamponi allo staff e giornalisti A seguito di un primo screening eseguito dalle ASL di Bari, di Lecce e della BAT dopo che il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia è risultato positivo al Covid, sono stati effettuati, ad oggi, complessivamente oltre 120 tamponi tra giornalisti e staff dell’europarlamentare Raffaele Fitto, e sono tutti risultati negativi.
L’indagine epidemiologica è ancora in corso e si sta allargando a coloro che hanno avuto contatti con l’europarlamentare nei 14 giorni precedenti alla sua positività. Fitto e sua moglie, entrambi asintomatici, sono in isolamento domiciliare e le loro condizioni sono buone. Sono circa 60 i tamponi eseguiti all’ Ospedale Di Venere di Carbonara (Bari) 25 presso il CTO di Bari, una quindicina tra Lecce e Barletta e la restante parte effettuati con l’impiego delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Emiliano si ripete, con il sostegno di De Caro e Boccia di REDAZIONE POLITICA Il governatore uscente Michele Emiliano si salva e rinconquista la poltrona di presidente della Regione Puglia. Una vittoria contro i pronostici, contro gli esponenti del Movimento Cinque Stelle ed Italia Viva, entrambi alleati nel governo nazionale ma avversari alle Regionali. Emiliano vince anche contro l’opinione di molti elettori di sinistra delusi ma costretti al “voto utile” per fronteggiare l’avanzata del centrodestra e lo spauracchio di Matteo Salvini. Sfavorito nei sondaggi pre-elettorali che ancora una volta si rivelano inaffidabili, dato in pareggio all’exit poll, alle 2 di notte mentre scriviamo, quando sono state scrutinate 3.144 sezioni su 4.026 Emiliano è in netto vantaggio al 46,77 distanziando Fitto di quasi sette punti, fermo al 38.96%.
Michele Emiliano ha ringraziato i suoi sostenitori visibilmente emozionato, con accanto i due “pilastri” della sua campagna elettorale: il sindaco di Bari, Antonio Decaro e il ministro Francesco Boccia: “Non mi hanno mai mollato mi hanno sostenuto nei momenti più difficili e voglio soprattutto dire che il popolo pugliese ci ha anche perdonato le tante cose che avremmo potuto fare meglio” “Dovete sapere che questa serata non scavalca e non cancella tutte le cose che dobbiamo migliorare”, – ha aggiunto Emiliano – siamo consapevoli di dovere migliorare tantissime cose contemporaneamente abbiamo fatto una campagna elettorale per spiegare che eravamo in grado di imparare dagli errori che avevamo commesso , quindi grandissima umiltà di noi tutti e grande voglia di andare avanti , siamo però consapevoli che la Puglia non ha piegato la schiena davanti a nulla e davanti a nessuno, e sta continuando il cammino verso il futuro“.
“La sconfitta della destra sovranista è una ottima notizia per la Puglia che non vuole tradire se stessa e il Sud. Il lifting elettorale con cui Raffaele Fitto ha cercato di camuffarsi non ha ingannato i pugliesi che hanno ricordi precisi dell’arroganza e del malgoverno di cui Fitto fu campione” ha dichiarato Nichi Vendola di Sinistra Italiana. “Non c’è il salto nel passato e Salvini non viene a ballare in Puglia e per Emiliano oggi c’è il dovere di rilanciare la sfida meridionalista, anche ascoltando le critiche a volte sacrosante che hanno riguardato l’azione del governo regionale.” – ha proseguito l’ex governatore pugliese concludendo “La Puglia ha dato fiducia al centrosinistra abbiamo tutti il compito di non tradire quella fiducia“. “Vendola è stato spartiacque della campagna elettorale, le sue dichiarazioni, le sue parole al convegno della Cgil a Bari, nel teatro Petruzzelli, hanno dato la carica al centrosinistra” ha affermato il sindaco di Bari, Antonio Decaro commentando l’esito del voto elettorale in Puglia che ha visto la vittoria e riconferma di Michele Emiliano. “Sono convinto che in quel momento è arrivata la spinta per il centrosinistra. Poi per fortuna i pugliesi hanno voluto guardare avanti, hanno voluto guardare in maniera positiva a questa esperienza di governo lunga ormai 15 anni della Puglia, ci hanno dato fiducia”.
A casa 27 parlamentari pugliesi I dati che arrivano dalle urne sul referendum costituzionale sono inequivocabili: i pugliesi con una larghissima maggioranza di oltre il 75 per cento approvano il taglio dei parlamentari favorevoli a dare un poderoso taglio al numero dei deputati e senatori. Il dato pugliese ha superato di cinque punti quello registrato a livello nazionale (69,5 per cento). Le ragioni del No, invece, sono state sostenute e votate da poco più di 460 mila elettori pugliesi, ovvero quasi il 25 per cento di chi è andato alle urne. Quindi partire dalla prossima legislatura, i deputati passeranno da 630 a 400 ed i senatori da 315 a 200 e la Puglia con il rinnovo delle due assemblee parlamentari avranno meno rappresentanti da leggere. Alla Camera dei Deputati ci sarà posto soltanto per 27 pugliesi (anziché 42), mentre invece al Senato, i seggi per i rappresentanti eletti nelle circoscrizioni della regione scendono da 20 a 13. Regionali Puglia. Fitto sconfitto: “Auguri ad Emiliano. Io ho dato il massimo” Raffaele Fitto candidato del centrodestra alla Regione Puglia, in conferenza stampa a Bari ha ammesso la sconfitta a favore del presidente uscente. “Auguri a Michele Emiliano – ha detto Fitto – sono caduto e mi sono rialzato diverse volte, lavorerò con lo stesso entusiasmo con il quale ho lavorato in passato. Non voglio fare polemica, lo dico come dato di fatto: tutta la giunta e tutte le articolazioni della Regione hanno lavorato in campagna elettorale come se fossero un comitato elettorale“. “Lo esprimo come un giudizio di comportamento molto discutibile –
aggiunge Fitto – e ne prendo atto. Penso che questo abbia inciso in modo abbastanza sostanziale su quello che è accaduto, soprattutto negli ultimi giorni“. “Grazie a chi ha sostenuto questa campagna elettorale e a chi mi ha voluto come candidato presidente – ha aggiunto Fitto – Ci abbiamo messo tutto quello che potevamo. Il dato nazionale, sicuramente, parte da una valutazione legata alla gestione del Covid che ha rafforzato in modo importante i presidenti in carica. La nostra è stata la migliore campagna elettorale possibile. Ho dato il massimo dell’impegno e delle mie possibilità». Fitto commentando, a scrutinio ancora in corso, la sua sconfitta alle elezioni Regionali in Puglia ha dichiarato: “Sicuramente il dato nazionale parte da una valutazione collegata alla gestione dell’emergenza Covid, una visibilità che ha rafforzato in mondo assolutamente importante tutti i presidenti di Regione in carica e questo ha rappresentato sicuramente un punto di forza”. “Adesso dobbiamo ripartire . Il centrodestra analizzerà i dati di questa sconfitta e ragioneremo su questo anche per il futuro. Io darà sempre la mia disponibilità in spirito di collaborazione per lavorare con tutti” ha continuato Raffaele Fitto commentando la sconfitta: “Sicuramente quando si perde degli errori si commettono e li avremo commessi anche noi, però penso di aver dato il massimo” aggiungendo
“Il mio futuro personale sarà quello di proseguire nell’impegno politico, valuterò anche con gli esponenti mio partito il percorso da portare avanti“. “Ho sentito Giorgia Meloni che mi ha ringraziato e mi ha incoraggiato ad andare avanti nel lavoro che faremo. Sentirò anche gli altri leader per ringraziarli per il supporto che mi hanno garantito in tutta la campagna elettorale, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Lorenzo Cesa” ha detto Raffaele Fitto commentando dal suo quartier generale barese la sconfitta del centrodestra alle elezioni in Puglia. “Li ho sentiti tutti molto vicini fino ai giorni scorsi quindi sono stati molto leali, molto corretti ed esprimo a loro un sentito ringraziamento” ha aggiunto Fitto.
la delusione “pugliese” di Matteo Salvini In conferenza stampa nella sede della Lega in via Bellerio a Milano , il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato “Pensavo e speravo qualcosa di più in Puglia. La partita della Campania era segnata per mille ragioni, speravo in una differenza minore in Puglia“. “Non ho elementi per dire che gli elettori leghisti non abbiano votato per me. La Lega l’ho vista in campagna elettorale leale al mio fianco. Salvini è stato più volte in Puglia, non ho motivi per dire cose diverse e non ho alcuna esigenza di immaginare polemiche strumentali di questo tipo» ha detto Fitto in conferenza stampa rispondendo e commentando la sconfitta alle elezioni regionali in Puglia, alla domanda dei giornalisti sul possibile voto disgiunto da parte degli elettori leghisti. Regionali 2020, i curricula dei
candidati Presidenti: le loro vere competenze di REDAZIONE POLITICA Con il voto di oggi 20 e domani 21 settembre i cittadini pugliesi decideranno a chi consegnare il timone della guida della Regione Puglia. Nessuno ha sinora spiegato agli elettori quali sono i veri poteri del Presidente che andranno ad eleggere. A partire dalla riforma costituzionale del 1999 con cui è stata decisa la sua elezione diretta e con la modifica del Titolo V del 2001, il Presidente eletto che guida una Regione di fatto incide pesantemente sulle vite di tutti noi.
src='https://video.corriere.it/video-embed/e2acb38c-f5d5-11ea-9237-257 205f52e6d?playerType=article&autoPlay=false&playerType=embed&tipo_vide o=embed_norcs' width='640' height='360' allowfullscreen> I poteri del Presidente Il bilancio regionale della Puglia vale 14 miliardi. Un bilancio che all’80% viene speso per la Sanità che significa poter decidere quali ospedali aprire e quali chiudere, chi metterne alla guida, se, quando e come potenziarli per ridurre i tempi di attesa o allargare gli accreditamenti agli operatori ed imprenditori della sanità privata, quali servizi sociosanitari garantire sul territorio, ed infine chi deve ricevere i soldi per la ricerca. Subito dopo c’è il trasporto pubblico locale il cui funzionamento dipende dalle gare indette per selezionare le società che lo devono gestire, come vengono definite le tratte di percorrenza, i trasferimenti dei finanziamenti ai Comuni (metro e gomma) o alle società che gestiscono i treni regionali. La Regione finanzia il sostegno alle imprese, alle start up, all’agricoltura e agroalimentare, decide gli incentivi al commercio, artigianato, turismo, finanzia i corsi di riqualificazione professionale, e la formazione per chi non fa il liceo o gli istituti tecnici. Decide le politiche di contrasto alla povertà e offre i servizi di collocamento lavoro con l’incrocio della domanda e dell’offerta.
Spetta alla Regione decidere come spendere i finanziamenti europei: quello del Fondo sociale, quello per lo sviluppo regionale e dell’agricoltura. E in ballo ci sono miliardi di euro. Ha competenza sulle valutazioni di impatto ambientale, sul controllo della qualità di aria e acque, autorizzazioni alle bonifiche, leggi urbanistiche, condizioni di accesso e finanziamento dei servizi sociali, compresa l’edilizia popolare. I requisiti di un candidato Dovrebbe essere scontato che i candidati posseggano competenze ed esperienze riconosciute e imprescindibili. Sicuramente sono questi i principali requisiti: alta reputazione, ottimo titolo di studio, nessuna pendenza con la giustizia, conoscenza profonda della macchina politica e amministrativa, zero conflitti di interesse. Tutto ciò in pratica vuol dire aver fatto almeno il sindaco di una grande città (non di un piccolo paese) o aver già gestito organismi complessi, e in entrambi i casi prodotto risultati noti. Per quanto riguarda la Puglia, i due candidati più “forti” in competizione sono già stati entrambi presidenti della Giunta Regionale, e si ricandidano, e quindi i cittadini hanno già degli indicatori e strumenti per poter valutare se hanno amministrato la Regione pugliese, bene o male.
Contro Michele Emiliano (Pd) il centrodestra in Puglia ha schierato Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), laureato in Giurisprudenza, già deputato, ministro per gli Affari regionali, eurodeputato, ma anche presidente della Puglia dal 2000 al 2005. Per il M5S è scesa in campo per la seconda volta Antonella Laricchia, 34 anni, laureanda in architettura, guida turistica, volontaria per la Pro loco, dopo le elezioni regionali di maggio 2015 quando si era candidata alla presidenza risultando il secondo candidato più votato. Da allora è capogruppo del movimento in Consiglio regionale. Per Italia Viva ha corso Italia Viva, laurea in Giurisprudenza, consulente strategico nel campo delle Risorse Umane e del Ivan Scalfarotto Management, deputato dal 2013, tre volte sottosegretario, oggi agli Esteri. Le Regioni al voto Delle sei Regioni che vanno al voto, tre non hanno conosciuto l’alternanza tra centrodestra e centrosinistra: Veneto (centrodestra), Toscana e Marche (centrosinistra). Oggi 13 Regioni sono amministrate dal centrodestra, 6 dal centrosinistra e 2 (Valle d’Aosta e Provincia
autonoma di Bolzano) da partiti regionalisti. Ormai da anni, il risultato elettorale delle Regionali è considerato anche un banco di prova per la tenuta del Governo. Massimo D’Alema perdendo alle Regionali del 2000 per 8-7 contro il centrodestra, si dimise da presidente del Consiglio, definendolo un «atto di sensibilità politica». A quel tempo il centrosinistra guidava comunque 8 regioni, 2 in più rispetto ad oggi. Nel 2005 fu una sconfitta ancora più rovinosa, pari 12 a 2, che portò Silvio Berlusconi a procedere a un rimpasto di governo. A causa delle regionali sarde del 2009 Walter Veltroni si dimise da segretario nazionale del Pd, mentre il Governo Conte grazie a quelle emiliano-romagnole dello scorso gennaio ha tirato un sospiro di sollievo. ’articolo 51 della Costituzione stabilisce che «Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge», ovvero aver compiuto 25 anni per i deputati e 40 per i senatori. Ci sono poi vigenti delle cause di incompatibilità (doppi incarichi) e ineleggibilità (condanne con interdizione dai pubblici uffici), incandidabilità (legge Severino). Non è prevista una norma che imponga di accedere alle alte cariche dopo aver percorso tutte le tappe: consiglio di zona, comunale, regionale, parlamento. Così come non è richiesta la produzione di risultati oggettivi nel corso della propria attività politica, tantomeno di aver svolto con successo mansioni di alta responsabilità nel caso di reclutamento dalla società civile. I partiti hanno da tempo abdicato alla responsabilità di formazione della propria classe dirigente, candidando spesso soggetti privi di esperienze adeguate, oppure scommettendo sull’impatto mediatico di volti noti. In politica ai nostri giorni non contano i requisiti richiesti in qualunque altro settore, e poco importa ai partiti se da loro poi dipendono le sorti di un Paese.
Il “verginello” Travaglio guru pluricondannato vuole aiutare Emiliano e diffama Fitto. Poverino… di ANTONELLO de GENNARO C’era una volta un giornalista piemontese tale Marco Travaglio cresciuto alla “corte” di Furio Colombo ed Antonio Padellaro, che deve il suo successo esclusivamente alla sua partecipazione ed ai programmi televisivi di Michele Santoro in onda su RAIDUE all’epoca dei fatti diretta dal leghista “maroniano” Antonio Marano. Leggere oggi questo arrogante e presuntuoso giornalista mentre pretende di influenzare gli elettori sul referendum, criticare uno dei “leader” del M5S Alessandro Di Battista, per essersi permesso di “arringare bla folla pentestellata di Bari contro il mio consiglio agli elettori di ‘turarsi il naso e votare disgiunto’ mette tristezza“, induce le persone intelligenti a fare esattamente il contrario. Non è con i “consigli” di Travaglio che Michele Emiliano riuscirà a far dimenticare i suoi 5 anni disastrosi anni di presidenza della Regione Puglia ed i 10 anni del suo predecessore Nichi Vendola ( imputato a Taranto nel processo “Ambiente Svenduto” !)
Michele Emiliano ( a sx) e Raffaele Fitto ( a dx) Perchè chi mette tanta tristezza, in realtà è proprio il travagliato direttore del Fatto Quotidiano, giornale in crisi indebitato e con oltre un milione e mezzo di perdite nell’ultimo bilancio “salvato” da un finanziamento di Unicredit Banca garantito dallo Stato (fidejussione del Medio Credito Centrale, grazie all’emergenza Covid19), che si affanna a fare il ventriloquo di Rocco Casalino e “Giuseppi” Conte, il premier non eletto dagli italiani ! Travaglio scrive il falso, attaccando Di Battista perchè”per Di Battista Emiliano e Fitto pari sono. Anche se uno faceva il magistrato, e l’altro l’imputato“. Ancora una volta il giornalista “travagliato” dimostra di essere poco informato sulle vicende pugliesi. Infatti mentre l’imputato in realtà è Michele Emiliano, e non Raffaele Fitto assolto dalla Suprema Corte di Cassazione !
Il “manettaro-gistizialista” Travaglio dimentica la sua lunga serie di condanne subite che potete trovare e leggere grazie a questo link (vedi QUI) . Per vostra comodità ve le riassumiamo noi qui di seguito: Nel 2000 Travaglio è stato condannato in sede civile, dopo essere stato citato in giudizio da Cesare Previti a causa di un articolo in cui Travaglio aveva definito Previti «futuro cliente di procure e tribunali» su L’Indipendente, Previti era effettivamente indagato. Il giornalista fu obbligato al risarcimento del danno quantificato in 79 milioni di lire. Il 4 giugno 2004 Travaglio è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile a un totale di 85.000 euro (più 31.000 euro di spese processuali) per quanto contenuto nel libro “La Repubblica delle banane” scritto assieme a Peter Gomez e pubblicato nel 2001; in esso, a pagina 537, si attribuiva erroneamente all’allora neo- parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Fallica, una condanna per false fatture che aveva invece colpito un omonimo funzionario di Publitalia. L’errore era poi stato ripubblicato anche su L’Espresso, il Venerdì di Repubblica e La Rinascita della
Sinistra, per cui la condanna in solido, oltreché alla Editori Riuniti, è stata estesa anche al gruppo Editoriale L’Espresso. Nel 2009, dopo il ricorso in appello, la pena è stata ridotta a 15 000 euro. Il 5 aprile 2005 Travaglio è stato condannato in sede civile dal Tribunale di Roma , assieme all’allora direttore dell’Unità, Furio Colombo, al pagamento di 12.000 euro più 4.000 di spese processuali a Fedele Confalonieri (Mediaset) dopo averne associato il nome ad alcune indagini per ricettazione e riciclaggio, reati per i quali, invece, non era risultato inquisito. Travaglio in un articolo per giustificarsi…. dichiarerà che aveva scritto che “era coimputato con Berlusconi, ma usando un’espressione giudicata insufficiente a far capire che lo era per un reato diverso da quello contestato al Cavaliere“. Il 20 febbraio 2008 questa volta è stato il Tribunale di Torino in sede civile a condannare Travaglio a risarcire Fedele Confalonieri e Mediaset con 26 000 euro, a causa di una critica ritenuta «eccessiva» nell’articolo Piazzale Loreto? Magari pubblicato nella rubrica Uliwood Party su l’Unità il 16 luglio 2006[senza fonte][94] Il 21 ottobre 2009 Travaglio viene condannato in Cassazione (Terza sezione civile, sentenza 22190) al risarcimento di 5.000 euro nei confronti del giudice Filippo Verde che era stato da lui definito «più volte inquisito e condannato» nel suo libro Il manuale del perfetto inquisito, affermazioni giudicate diffamatorie dalla Corte in quanto riferite «in maniera incompleta e sostanzialmente alterata» visto il «mancato riferimento alla sentenza di prescrizione o, comunque, la mancata puntualizzazione del carattere non definitivo della sentenza di condanna, suscitando nel lettore l’idea che la condanna fosse definitiva (se non addirittura l’idea di una pluralità di condanne)». Il 18 giugno 2010 è stato condannato dal Tribunale di Torino – VII sezione civile – a risarcire 16.000 euro al Presidente del Senato Renato Schifani per diffamazione avendo evocato la metafora del lombrico e della muffa a “Che tempo che fa” il 10 maggio 2008. L’11 ottobre 2010 Travaglio è stato condannato in sede civile per diffamazione dal Tribunale di Marsala, per aver dato del “figlioccio di un boss” all’assessore regionale siciliano David Costa, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e poi assolto in appello. Travaglio è stato condannato a pagare 15 000 euro. Il 23 gennaio 2018 è stato condannato per diffamazione dal Tribunale di Roma in merito ad un editoriale su Il Fatto Quotidiano contro tre magistrati siciliani, riguardo alla latitanza di Bernardo Provenzano; la provvisionale disposta ammonta a 150.000 euro. Il 15 ottobre 2013 in un articolo intitolato “La cluster-sentenza”, Travaglio scrisse: “…nelle prime 845 (pagine) non parlano del reato contestato ai loro imputati:
cioè la mancata cattura di Provenzano” e aggiunge: “Si avventurano invece nella storia delle stragi e delle trattative del 1992-’93, oggetto degli altri due processi”. Travaglio è stato recentemente citato in giudizio per diffamazione nei confronti di Tiziano Renzi (il padre di Matteo Renzi), per due editoriali su Il Fatto Quotidiano riguardanti un processo penale per bancarotta che ha visto lo stesso imputato assolto con formula piena.Nel primo articolo, parlando dell’indagine in corso a Genova sulla azienda Chil Post controllata dalla famiglia di Tiziano Renzi , Travaglio aveva usato il termine “fa bancarotta“; nel secondo articolo Tiziano Renzi era stato accostato per “affarucci” a Valentino Mureddu, iscritto, secondo le cronache, alla P3. Il 22 ottobre 2018, il tribunale civile di Firenze lo ha condannato in solido con la giornalista Gaia Scacciavillani e con la Società Editoriale Il Fatto), al pagamento di una somma di 95.000 euro a titolo di risarcimento per diffamazione. Travaglio è stato condannato dal Tribunale di Firenze il 16 novembre 2018, in un procedimento (relativo alle parole pronunciate nel corso di un’ospitata nella trasmissione “Otto e mezzo“), al pagamento di 50.000 euro per diffamazione nei confronti di Tiziano Renzi. Travaglio disse che “Il padre del capo del governo si mette in affari o s’interessa di affari che riguardano aziende controllate dal governo” .Travaglio scrisse nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano del 17 novembre 2018 che “Tiziano Renzi era ed è indagato dalla Procura di Roma per traffico d’influenze illecite con la Consip, società controllata dal governo, ai tempi in cui il premier era il figlio Matteo” e che “Tiziano Renzi si era messo in affari con un’altra società partecipata dal governo, Poste Italiane, ottenendo per la sua “Eventi 6” un lucroso appalto per distribuire le Pagine Gialle nel 2016“. Ma cosa aspettarsi da un giornalista passato dalla redazione torinese del quotidiano LA REPUBBLICA, al quotidiano comunista L’UNITA’, per finire al FATTO QUOTIDIANO dove i giornalisti veri , quelli che hanno fondato il giornale) rimpiangono ancora il giornalismo serio equilibrato e non fazioso dell’ ex direttore Antonio Padellaro ? Ma esiste ancora qualcuno che vuole dare credibilità giornalistica e politica a questo signore ? Pensate cari lettori, che per colpa sua oggi mi tocca persino difendere il “grillino” Di Battista… !
Quindi cari lettori votate secondo coscienza e sopratutto coerenza. E senza tapparvi il naso. Fitto: “smonterò pezzo dopo pezzo la giostra di Emiliano” di REDAZIONE POLITICA “Questo non è il mio programma. Ma il programma dei pugliesi!” ha esordito Raffaele Fitto candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia “Quelli veri, in carne e ossa. Quelli che ho incontrato percorrendo migliaia e migliaia di chilometri, quelli che ho guardato negli occhi in centinaia e centinaia di incontri, quelli che mi hanno chiesto di cambiarla questa Puglia che noi amiamo così tanto!” Raffaele Fitto, dopo aver incassato la fiducia della Meloni, Salvini, Taiani e Cesa potendo quindi contare sul sostegno unitario del
centrodestra, sceso a a Bari sabato scorso per la manifestazione unitaria al molo San Nicola, ha iniziato con la manifestazioni di oggi l’ultima settimana della campagna elettorale per presentare il programma per cambiare la Puglia, e lo ha fatto attaccando frontalmente il suo avversario Michele Emiliano. “Dobbiamo rompere lo schema di potere della sinistra, un meccanismo perverso che non ci porta da nessuna parte. Il nostro programma si poggerà su due gambe, ovvero una diagnosi approfondita su tutto quello che non è accaduto in questi 15 anni perchè vi possa essere una lettura attenta di ciò che potrà accadere in futuro e una rivoluzione per modificare l’assetto della Regione“.“ “Non voglio diventare il nuovo giostraio della Regione Puglia al posto di Emiliano, io smonterò pezzo dopo pezzo questa giostra che il centrosinistra pugliese ha creato per dare risposte alle richieste dei cittadini” ha aggiunto Fitto durante la conferenza stampa organizzata a Bari per presentare il programma di coalizione, con un chiaro esplicito riferimento alle Agenzie regionali attivate da Emiliano nel corso dell’ultima legislatura .
“Ogni sei mesi in questa regione si è dato vita ad un’Agenzia per risolvere i problemi che sono rimasti irrisolti. E’ accaduto, ad esempio, con i rifiuti: l’Ager in piena campagna elettorale, 10 giorni fa, ha messo in campo consulenze per 300mila euro” – ha continuato Fitto – Questa è la fotografia della Puglia. Vogliamo fare una riorganizzazione totale, Ager ha distribuito solo incarichi politici. Dobbiamo rompere questo meccanismo, al di là della formula, rompere questo schema di potere della sinistra in Puglia“. “Sicuramente un governo nazionale che è diviso su tutto, in Puglia lo dimostra con più candidati” – ha proseguito Raffaele Fitto – “è un governo che non ha nessun collante, stanno insieme solo per non andare a votare e impedire che vinca il centrodestra. Dal punto di vista programmatico sono divisi su tutto”. “Non sono favorevole all’utilizzo dei fondi del Mes nella sanità, perché la percentuale di spesa di risorse nazionali dedicata alla sanità e non utilizzata è del 13%, lo dice la Corte dei Conti. Cerchiamo di capire come spendere le risorse che abbiamo e che da molti anni non spendiamo, piuttosto che andare a impelagarci nel Mes visto che nessuno Paese europeo ha accettato il Mes, ci sarà una ragione“.
“Sfido chiunque a trovare un solo ospedale chiuso da me. Diverso è dire che sono stati chiusi alcuni reparti per aprirne altri. A chiudere gli ospedali sono stati Vendola ed Emiliano. Il Covid lo si sta utilizzando per coprire i problemi della sanità pugliese, penso alla medicina territoriale, ad esempio“ “Il tema delle liste di attesa è davanti a noi, se chiamiamo oggi il Cup, ammesso che ci rispondano, una visita specialistica ci viene prenotata nel 2021 se non nel 2022. – ha proseguito Fitto – La mobilità passiva costa oltre 206 milioni alla Puglia, parliamo di cittadini che vanno a curarsi fuori perché non trovano risposte qui. Girando la Puglia ho visto solo una grandissima insoddisfazione per quanto accaduto in questi ultimi 5 anni, non ci sono infrastrutture realizzate negli ultimi 15 anni». “Si polemizza spesso sul passato, omettendo di dire – ha ricordato il candidato Presidente del centrodestra – quanto accaduto negli ultimi 15 anni. Alenia, fiore all’occhiello di cui si vanta la sinistra, gli Aeroporti di Bari e Brindisi , altro fiore all’occhiello, sono le ultime infrastrutture strategiche. Indovinate quando sono nate? Prima del 2005, con me” (ultimo anno della giunta regionale guidata da Fitto n.d.r.). Raffaele Fitto ha evidenziato il ricorso della sinistra alle accise applicate a spese dei pugliesi “Nel 2005 non c’erano tasse. Negli ultimi 15 anni vi è stato un aumento continuo di addizionali. Tutto questo in una regione ultima in Italia per utilizzo delle risorse europee in agricoltura e pesca, con lunghe liste di attesa della Sanità e dove non sono state realizzate infrastrutture“. Per Fitto l’aumento della spesa pubblica improduttiva è servita alla sinistra ad alimentare “le società degli amici degli amici, personalità con ruolo politico“. Non è mancato, un attacco alla gestione della Sanità degli ultimi due governatori di centrosinistra: “C’è una situazione assurda. Sfido chiunque a dirmi un solo ospedale chiuso dal nostro piano. In quello di Vendola c’era un dimezzamento, in quello di Emiliano le chiusure. Da parte nostra la Sanità va rafforzata, dando centralità al ruolo dei nostri medici. E’ davvero ridicolo il tentativo di Emiliano di parlare di 20 anni senza tenere conto degli ultimi 15″.
Raffaele Fitto ha parlato anche del problema della Xylella: “La malattia ha distrutto gli ulivi del Salento e i focolai sono a Monopoli e Fasano. Dobbiamo indicare la soluzione assieme alle associazioni di categoria” attaccando anche la politica della sinistra sulla formazione: “Basta soldi a pioggia, serve creare un contesto che sviluppi le possibilità dei giovani. I fondi vanno dati alle aziende per sostenere tirocini formativi e consentire all’impresa di formare le figure, trasformando il contratto in uno a tempo indeterminato“. “Il 20 e 21 settembre votiamo per il governo della Puglia, poi vedremo se questo risultato possa incidere concretamente per cambiare le sorti anche del governo nazionale lo vedremo” ha dichiarato Fitto a margine della conferenza stampa per presentare il programma di coalizione a Bari rispondendo alle domande dei giornalisti. Fitto ha concluso spiegando perchè il voto regionale può avere un peso nazionale in caso di vittoria del centrodestra in Puglia: “Vedremo se inciderà. E’ un governo, quello a Roma, che non ha nessun collante. Sono divisi su tutto. Non vedo come Emiliano possa convincere i pugliesi se non ha convinto neppure il Pd e il M5S nazionali“ Taranto, Covid “zero” ? Il solito bluff elettorale della sinistra di Redazione Cronache Nelle scorse settimane abbiamo letto di tutto e di più, amplificato dagli implacabili osservatori sui socialnetwrok, E come al solito il più colpito e ridicolizzato è Michele Emiliano, il quale onnipresente in televisione ed ai tagli del nastro inaugurale di qualsiasi cosa possibile ed immaginabile, a giugno diceva “Apriamo tutto, venite in Puglia, è la regione più sicura del mondo” per poi cambiare idea nei giorni scorsi “Chiudiamo tutto. Troppi contagio Puglia”, incalzato dallo sfidante Raffele Fitto “E’ necessario togliere immediatamente la
gestione di questa fase sanitaria del Covid dalla campagna elettorale!“ Lopalco consulente “a peso d’oro” della Regione Puglia ed Emiliano “Rinnovo la mia richiesta al Governo” aggiunge Fitto “usi i poteri sostitutivi conferiti dall’art 120 della Costituzione e nomini un terzo (un commissario ad hoc) che non abbia obiettivi elettorali. Il duo Emiliano-Lopalco, ormai, è totalmente in confusione e non ha più la la lucidità necessaria per mettere in atto tutti i provvedimenti conseguenti per salvaguardare la salute dei pugliesi“. Non meraviglia quindi il fatto che a Taranto dove tutti si beavano di essere come sempre (ma questa volta per fortuna !) l’ultima ruota del carro pugliese, all’improvviso vi sono stati 5 nuovi casi di infezione da Covid19 durante il ponte di Ferragosto, nel silenzio imbarazzante di un ASL Taranto sempre più genuflessa ai voleri di Emiliano che alle necessità del territorio.
Sarebbe bastato fare un giro come abbiamo fatto noi nei centri commerciali aperti nell’ hinterland tarantino per verificare la totale assenza di controlli ed il totale menefreghismo della gente che circola quando tutto va bene, al massimo con la mascherina sulla bocca, che in realtà non serve a nulla se non forse a coprire sorrisi ingialliti o denti mancanti ! Ben altri controlli vengono fatti in tutt’ Italia dove il personale di vigilanza controlla con telecamere o puntatori laser la temperatura di tutti gli avventori.
dalla pagina Facebook del Comune di Taranto,dove bloccano i commenti di chi critica ! Per non parlare poi dell’affluenza incontrollata sulle spiagge libere, mentre il Comune di Taranto spacciava come “controlli” delle inutili passeggiate all’ora del tramonto, cioè quando praticamente le folle di bagnanti erano andate via. Alla vigilia di Ferragosto infatti, abbiamo personalmente verificato e controllato tutta la litoranea jonica da Capo S. Vito a Campomarino e constatato la totale assenza della Polizia Locale di Taranto, il cui Comune guidato dal sindaco Melucci, ribattezzato “Maluccio” dalla cittadinanza, ha dimostrato solo interesse a piazzare cartelli “Marina di Taranto” appropriandosi di coste che invece appartengono ai comuni limitrofi (Leporano, Pulsano, Lizzano ecc.) invece di effettuare i dovuti controlli a tutela della salute pubblica.
Ma anche in provincia, in occasione del concerto di Diodato, il cantante tarantino vincitore dell’ultima edizione del festival di Sanremo, le Autorità locali non hanno assolutamente vigilato e lo dimostrano le fotografie che pubblichiamo di seguito. Come meravigliarsi quindi se vi è stata la ripresa dei contagi ?
E come non ridere (o piangere…) dell’ordinanza del Ministero della Salute che a partire da ieri ha chiuso le discoteche il giorno dopo Ferragosto, re-introducendo l’obbligo di mascherina anche all’aperto, circoscrivendolo però alle ore serali, come se con il Corona virus appaia e si diffonda come ad un appuntamento ! E questa volta non si può dare torto ai ragazzi provenienti da una vacanza in Grecia rientrati sani e salvi senza aver subito alcun contagio. mentre rimane estremamente difficoltoso effettuare i dovuti controlli per i pugliesi al loro ritorno da vacanze in Grecia, Spagna e Malta, a causa della vaghezza e disorganizzazione della ASL per effettuare i tamponi. La barzelletta finale è la “distribuzione” annunciata dal Comune di Taranto ai 250mila residenti di altrettante mascherine chirurgiche (che durano appena 3/4 ore e poi non possono essere più utilizzate !), con appena…5 mesi e mezzo di ritardo sull’emergenza ! Solo propaganda elettorale a circa un mese dalle Regionali.
Chiaramente tutto questo non lo leggerete sui quotidiani locali e siti e sitarelli vari, tacitati e ricompensati come le solite “mancette” (e “markette”) pubblicitarie dispensate dal Comune di Taranto. Con la connivenza e complicità di giornalisti a capo di redazioni, profumatamente ricompensati dal sindaco con affidamenti pubblicitari “privati” per diverse migliaia di euro. Anche in Puglia per le Regionali in vigore la doppia preferenza (uomo/donna) di REDAZIONE POLITICA Dopo la settimana “bollente” delle ripicche e delle polemiche, preso atto dell’inerzia del Consiglio regionale che è durata ben cinque anni, è arrivato il decreto del Governo che ha affidato al prefetto di Bari, Antonella Bellomo, il compito di applicare in Puglia le norme sulla doppia preferenza .
A questo punto il presidente uscente della Regione dovrà firmare entro giovedì il decreto di convocazione dei comizi elettorali, in vista delle elezioni che si svolgeranno il 20 e 21 settembre. Il decreto dovrà indicare il rimando alla legge elettorale pugliese emendata con la doppia preferenza di genere. Questo l’iter amministrativo in fase di avvio: il prefetto di Bari Bellomo, modificherà nelle prossime ore su mandato del Governo, la legge regionale pugliese con diretto rimando alla Legge nazionale 20/2016. Dopodichè il presidente uscente Emiliano potrà e dovrà firmare il decreto di convocazione dei comizi. Il governatore compierà quest’ atto tra domani e dopodomani, e da giovedì prossimo nelle sedi dei Comuni pugliesi dovranno già essere affissi i manifesti di convocazione delle elezioni settembrine. Rimane però ancora un problema da risolvere , e di non poco conto, cioè quello del 60-40%, ovvero il vincolo di rappresentanza dei due generi nelle composizione delle liste. Il documento finale del Governo infatti non prevede l’obbligatorietà più rigorosa, che comporterebbe il taglio dei candidati in lista eccedenti la percentuale di genere. Infatti nei tre articoli del decreto emanato dal Governo non viene mai citato l’obbligo di prevedere nella legge elettorale pugliese anche il 60-40, e quindi c’è anche chi pensa che poichè il decreto cita testualmente la legge 165 del 2004, modificata dalla 20 del 2016, è implicito che insieme alla doppia preferenza debba essere prevista il 60-40% nella sua massima estensione. Una tesi contestata, in quanto il vincolo del 60-40% è previsto, ma in una interpretazione tutt’altro che rigida e rigorosa, e quindi il vincolo potrà essere aggirato versando una penale. Chiaramente c’è anche chi già ipotizza ricorsi, come il consigliere regionale Fabiano Amati ( Pd) che allerta tutti: “Parliamoci chiaro e a scanso di ogni equivoco sarà impugnabile il provvedimento del prefetto Bellomo, per violazione del decreto legge, qualora non contenga l’inammissibilità delle liste che non rispettino il rapporto di genere 60/40 o un meccanismo di riduzione dei candidati così come avviene per i Comuni. E quel ricorso, a tutela delle donne, lo potrei presentare io come cliente e avvocato“ Replica Patrizia Del Giudice, presidente della Commissione Pari opportunità della Puglia, improntata al realismi: “Si ricordano
solamente ora che esiste la proporzione 60-40 nelle liste e l’inammissibilità per chi non la rispetta? Ovviamente noi saremmo state contente, ma adesso è tardi, stiamo a 45 giorni dalle Regionali e bisogna indire le elezioni” ed aggiunge “Sono irricevibili i commenti e le minacce dei rappresentati di un Consiglio che hanno avuto cinque anni per cambiare la storia e non lo hanno fatto, nonostante tutti gli incontri che abbiamo organizzato e svolto“. “Il decreto non è perfetto? Lo sappiamo, continueremo a lavorare per perfezionarlo” conclude la Del Giudice. In realtà il vincolo del 60-40%, che era già presente anche alle elezioni politiche, ha interessato ben poco i partiti: bastava pagare una penale per chi lo violava. In Puglia avrebbero potuto applicare la legge del 2016, ma in Consiglio la maggioranza uscente di sinistra, in realtà ha utilizzato la questione della parità di genere per bloccare delle nuove norme che avrebbero impedito la candidatura di Lopalco, e la sospensione del seggio da consigliere per chi diventa assessore. Il M5S verso il voto alle regionali in Puglia Alle ore 14 di venerdì 31 luglio 2020, si è conclusa la consultazione sulla piattaforma Rousseau attraverso la quale gli iscritti abilitati al voto residenti in Puglia, hanno potuto esprimere la loro opinione sulla proposta effettuata dalla candidata Presidente Antonella Laricchia di concorrere alle prossime elezioni regionali nell’ambito di una coalizione composta dal MoVimento 5 Stelle e liste civiche. Sono state espresse complessivamente 1.505 preferenze da parte degli aventi diritto al voto.Questo l’esito della votazione certificata dal Notaio che ne ha garantito la regolarità (i risultati saranno depositati presso due notai): per il SÌ hanno votato 1.179 iscritti (78.3 %), mentre per il NO solo 326 (21.7 %).
“Sono felice che i nostri attivisti abbiano detto sì alla mia proposta di correre con una lista civica – dichiara la candidata presidente del M5S alla Regione Puglia Antonella Laricchia – per la cui composizione stiamo lavorando da tempo e abbiamo coinvolto tutti: portavoce comunali, parlamentari, europarlamentari, sindaci e consiglieri regionali, chiedendo a tutti di condividere quei contatti preziosi che spesso hanno arricchito le nostre proposte politiche nelle istituzioni.” “La lista si chiamerà Puglia Futura e tutti i candidati, così come quelli della lista del MoVimento 5 Stelle, dovranno firmare il programma elettorale che presenteremo a breve e che abbiamo realmente scritto con i pugliesi in un anno di lavoro. Un impegno solenne a fare le cose insieme, a superare le differenze di carattere, di modi di porsi, quando si condividono i principi di base e cioè la visione della Puglia e la strategia per realizzarla. Abbiamo aperto anche alla possibilità di autocandidature che stanno continuando ad arrivare all’indirizzo listeciviche@antonellalaricchiapresidente.it. C’è grande entusiasmo del mondo agricolo, delle imprese, del sociale e dello sport. Chiamiamo persone con la fedina penale pulita, sconosciuti alle Procure per fatti contro la pubblica amministrazione, che siano dei punti di riferimento importanti nei loro ambiti, in cui hanno raccolto esperienze e si sono dedicati con amore e spirito di servizio agli altri. Chiediamo loro di raccontarci chi sono e cosa fanno in una lettera di presentazione. La selezione sarà serena, condivisa e
nell’esclusivo interesse del potenziamento della squadra. Nessuna alleanza con i partiti ma solo con i cittadini che vogliono dare il loro contributo per cambiare la nostra regione”. La consigliere regionale uscente Antonella Laricchia che si ricandida per la seconda volta per la presidenza della Regione Puglia ha anche commentato la decisione di Palazzo Chigi sul voto di genere: “Il commissariamento da parte del Governo è l’ennesima prova dell’incapacità di Emiliano di governare la Puglia. Non è riuscito a emanare un provvedimento per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale, nonostante fosse al primo punto del suo programma e ora invece di chiedere scusa e ammettere la sua disfatta ringrazia il Governo per aver rimediato al suo fallimento“ “Per 5 anni Emiliano si è dimenticato delle donne, per poi ricordarsi nelle ultime settimane di legislatura, non riuscendo a mettere insieme i pezzi di quello che rimane della sua maggioranza. Il tempo per convocare un altro consiglio ci sarebbe stato, il problema era che approvando il disegno di legge della Giunta sarebbe stato valido l’emendamento che non permetteva a Lopalco di candidarsi senza aver rassegnato le dimissioni da capo della task force per l’emergenza Covid. Pur di pensare alla sua campagna elettorale Emiliano ha sacrificato le donne pugliesi. Segno di quanto poco le consideri nonostante le belle parole”.
Palazzo Chigi .il CdM “commissaria” la Puglia sul voto con la parità di genere Il Consiglio dei ministri convocato alle 16 di oggi aveva all’ordine del giorno un decreto legge con misure urgenti in materia di parita’ di genere nelle consultazioni elettorali regionali. Ieri il premier Conte aveva avvertito che il Governo non può “accettare che la Regione Puglia non recepisca il principio fondamentale di parità tra uomo e donna per l’accesso alle cariche elettive. Lo Stato non può retrocedere sul punto“. Le presidenti di Rete per la Parità e DonneinQuota, Donatella Martini e Rosanna Oliva erano allineate nel definire «penosa» la vicenda pugliese. “Noi andremo avanti anche se si dovesse prospettare un ricorso alla Corte costituzionale», afferma Oliva. «I consiglieri pugliesi non hanno neanche considerato che questo tentativo di mantenere la politica in mani maschili costituisce un autogol, perché finisce per rafforzare le polemiche e le perplessità provocate in questa fase di pandemia in merito alle competenze regionali e a quella
sulla sanità». Secondo le due associazioni, non deve comunque venire meno la fiducia nelle istituzioni democratiche ad adeguarsi ai princìpi costituzionali e alle leggi nazionali in materia di rappresentanza paritaria. «Con la diffida – spiegano Martini e Oliva – abbiamo avuto il primo esempio nella storia repubblicana in cui il governo eserciterà nei confronti di alcune regioni il proprio potere sostitutivo. Questione da tempo all’attenzione della dottrina, che proprio in questi giorni è stata approfondita dalla costituzionalista Tania Groppi che ha esposto i motivi a favore di tale possibilità». In serata è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto sull’adeguamento del sistema elettorale nella Regione Puglia alla doppia preferenza di genere. Il Governo ha nominato come commissario straordinario il prefetto di Bari, Antonia Bellomo con la funzione di provvedere “agli adempimenti
strettamente conseguenti” per l’attuazione del decreto sulla doppia preferenza di genere nelle Regionali in Puglia. E’ quanto prevede il testo del provvedimento varato nel Consiglio dei ministri. Berlusconi-Meloni-Salvini: ‘Precedente pericoloso’– “In Puglia si sta giocando con le istituzioni, piegandole ad interessi di una parte politica. Per responsabilità del presidente uscente, il Consiglio dei Ministri si è preso la responsabilità di scrivere un provvedimento che rischia di compromettere il libero esercizio del voto in Puglia e rappresenta una gravissima ingerenza politico-elettorale. Il rischio evidente e’ quello di creare un precedente pericolosissimo ed un incidente istituzionale finalizzato a far saltare le elezioni“. Lo scrivono in una nota congiunta Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. “Chiediamo che su questa situazione vigili il Presidente della Repubblica. Il centrodestra ha già comunicato più volte che e’ disponibile subito a votare in Consiglio Regionale il testo di legge che prevede la preferenza di genere. L’altra notte è mancato il numero legale in aula perché la maggioranza ha abbandonato. Noi ci siamo, nel rispetto delle regole. Si convochi il Consiglio e si metta fine a questa farsa. Non accetteremo in alcun modo ulteriori forzature e chiediamo che vengano salvaguardate la libertà e l’autonomia della Puglia” aggiungono i tre leader del centrodestra.
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