Record di casi positivi in Puglia: persone contagiate in corsia - Il Corriere del Giorno

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Record di casi positivi in Puglia: persone contagiate in corsia - Il Corriere del Giorno
Record di casi positivi in Puglia:
persone contagiate in corsia

di REDAZIONE CRONACHE

Quando si andava alla riapertura dopo il “lockdown” lo scorso 3
maggio, in Puglia c’erano 2.955 positivi al Covid-19, numero che fu il
picco raggiunto nella prima ondata della pandemia. I 196 contagi in un
giorno solo non raccontano tutto, infatti lentamente i numeri dei casi
positivi sono scesi, sino all’annuncio trionfale di Emiliano e Lopalco
di “Puglia regione Covid free“.

Ai nostri giorni cinque mesi dopo la riapertura delle frontiere
nazionali e dei confini regionali e la ripresa delle scuole e di tutte
le attività economiche, il bollettino regionale segnala 3.133
positivi. Il numero dei contagi è aumentato in misura esponenziale
nonostante ci si trovi soltanto all’inizio della seconda fase prevista
della pandemia.
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Va segnalata una valutazione rilevante che può confortare in merito ai
dati dei ricoveri: lo scorso 3 maggio negli ospedali pugliesi erano
410 i casi positivi , dei quali 40 erano i ricoverati nei reparti di
terapia intensiva Covid; oggi sono 251 di cui 23 quelli in
rianimazione, grazie al fatto che sono numerose le persone giovani
contagiate .

Esiste però il pericolo ed il rischio che i casi possano crescere,
come verificatosi la scorsa primavera, alimentando una nuova epidemia
tra malati cronici e persone anziane, che costituiscono i soggetti più
fragili ed esposti. La situazione negli ospedali al momento appare
ancora sotto controllo, ma non è da sottovalutare in quanto il quadro
potrebbe mutare rapidamente.

“Il virus circola e circola con grande intensità . È evidente che la
ripresa di tutte le attività in tempo di pandemia, la riapertura delle
scuole, il ritorno delle vacanze, hanno determinato un innalzamento
dei contagi. La struttura ospedaliera pugliese, comunque, sta reggendo
bene anche se, com’è ovvio, c’è grande attenzione nel rafforzarla
ulteriormente. Si tratta in gran parte di persone asintomatiche o
paucisintomatiche, quindi al momento non c’è uno stress della
struttura ospedaliera e nessuna particolare preoccupazione” ammette
Michele Emiliano riconfermato presidente della Regione Puglia.
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Pierluigi Lopalco e Michele Emiliano

Sono però necessari interventi correttivi, soprattutto in alcuni
settori come i trasporti: “Bisognerà prendere dei provvedimenti non
solo mettere la mascherina sempre quando c’è un contatto ravvicinato
con altre persone. Bisognerà fare in modo, ad esempio, che il
trasporto scolastico possa essere meno stressato, ipotizzando anche
orari delle lezioni sfalsati” dice Il presidente Emiliano che critica
il Governo Conte: “I mezzi pubblici non sono aumentati anche perché il
governo non ha ritenuto di stanziare nemmeno un euro per rafforzare il
sistema“.

Oltre ai contagi è aumentata parallelamente anche la possibilità di
effettuare tamponi in Puglia. Ieri ne sono stati effettuati 4.822, ed
anche questo numero rappresenta un record. 68 dei nuovi casi,
riguardano la provincia di Bari, 7 la provincia Bat, 80 i casi nella
provincia di Foggia, 3 nella provincia di Brindisi, 10 nella provincia
di Lecce, e 27 nella provincia di Taranto.

I pazienti guariti sono 4.883 (+54 rispetto a martedì) mentre sono
3.133 i casi attualmente positivi (+142), 274 dei quali ricoverati
(+9) e 2859 a domicilio (+ 133). Soltanto lo 0,7% degli attuali
positivi, è ricoverato nelle terapie intensive e l’8% negli altri
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reparti. “Come abbiamo imparato in tanti mesi di esperienza non è il
dato di una giornata che deve essere valutato, ma l’andamento della
curva nel suo complesso. Il dato di ieri è legato alla casuale
coincidenza di un aumento di casi in due province. È una situazione da
monitorare attentamente che deve comunque invitare tutti noi alla
massima attenzione e prudenza” commenta il professore Pierluigi
Lopalco, ex-consulente di Emiliano che lo ha nominato nuovo assessore
regionale alla Salute.

I casi aumentano a partire dagli ospedali alle scuole, senza
tralasciare le Rsa, : sono stati 17 dipendenti tra medici e infermieri
del reparto di Riabilitazione della clinica “Mater Dei” di Bari a
risultare positivi al Covid-19. Nel capoluogo regionale, sono stati
accertati 35 contagi nella Rsa “Oasi Santa Fara“, 20 dei quali
riguardano degli anziani ospitati nella struttura, mentre sono 15 i
contagiati tra gli operatori sanitari .

Una pizzeria a Bari è stata costretta alla chiusura dopo la positività
riscontrata a due dipendenti, e la ASL sta cercando di ricostruire la
catena dei contatti richiamando anche i clienti. Ranieri Guerra,
direttore aggiunto dell’OMS l’ Organizzazione Mondiale della Sanità,
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presente ieri a Bari in occasione del Forum “Mediterraneo Sanità” che
si è tenuto presso la Fiera del Levante ha ricordato che “Gli ospedali
non possono essere la prima linea di una risposta di una pandemia del
genere, ma non dovevano essere la prima linea neanche come risposta
alla normale influenza negli anni passati».

Guerra ha lanciato l’allarma anche per il rischio di contagi nelle
scuole: “Siamo all’inizio, è fondamentale che le misure di sicurezza
predisposte all’interno degli istituti vengano garantire anche nel
tragitto casa-scuola e viceversa“.

La politica tenga giù le mani dalla
Banca Popolare di Bari

di ANTONIO PINTO

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dopo 5 anni di
disinteresse verso 70.000 azionisti truffati e azzerati nei loro
risparmi, ha riferito che “la Regione chiede di entrare nel capitale
sociale della Banca Popolare di Bari con 60 milioni di euro, per poter
dare serenità e certezze agli imprenditori pugliesi che intendono
lavorare con questa banca”.
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Il rieletto Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano

Questo progetto del Presidente Emiliano è inaccettabile per i 70.000
azionisti e per le loro famiglie per le seguenti ragioni:

1)      il Presidente Emiliano vorrebbe spendere ben 60 milioni di
euro pubblici per avere voce in capitolo all’interno della BPB e
rischiare così di continuare nello stesso sistema di gestione che ha
causato il crollo: ossia soldi prestati a imprese, persone e progetti
che non avevano reale merito creditizio, ma avevano solo relazioni
giuste. Come giustamente ha dichiarato Visco il Governatore della
Banca d’Italia: “L’esperienza delle gestioni bancarie pubbliche è
stata spesso caratterizzata per gravi inefficienze nei processi di
allocazione delle risorse e inoltre non va dimenticato che più che del
supporto di una grande banca pubblica, l’economia italiana
beneficerebbe innanzitutto di una pubblica amministrazione
efficiente”.
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Anche noi pensiamo che la politica dentro una banca genera il rischio
di sperperare risorse. E che i soldi pubblici per aiutare davvero le
imprese (tutte, non solo quelle vicine al politico di turno), vadano
spesi per rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione e
renderla amica del cittadino, anche con giusti incentivi economici a
favore degli impiegati della Pubblica Amministrazione.

2)      Di chiunque sia la proprietà di una banca, questo non cambia
le regole di gestione e di erogazione del credito: pertanto, è
irrilevante che vi sia o non vi sia la Regione fra i proprietari.
Comunque i soldi potranno esser concessi solo in base alla stringente
disciplina vigente e non in base alla discrezionalità
della governance.

3)      Il piano industriale attuale, redatto da persone oneste e
competenti quali sono i Commissari della BPB, grazie al lavoro di
tutte le Associazioni dei consumatori pugliesi, prevede formalmente –
fra gli altri elementi – che la nuova governance istituisca un tavolo
di conciliazione nel quale esaminare le posizioni degli azionisti
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truffati, al fine di valutare e risarcire le posizioni di chi dimostri
di aver subìto violazioni di regole in sede di vendita delle azioni.

E’ su questa iniziativa che una Regione seria avrebbe dovuto sostenere
in tutti i modi gli azionisti. Avrebbe dovuto.

*presidente Federconsumatori Puglia

Fitto positivo al Covid19: negativi
i primi 120 tamponi allo staff e
giornalisti

A seguito di un primo screening eseguito dalle ASL di Bari, di Lecce e
della BAT dopo che il candidato del centrodestra alla presidenza della
Regione Puglia è risultato positivo al Covid, sono stati effettuati,
ad oggi, complessivamente oltre 120 tamponi tra giornalisti e staff
dell’europarlamentare Raffaele Fitto, e sono tutti risultati negativi.
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L’indagine epidemiologica è ancora in corso e si sta allargando a
coloro che hanno avuto contatti con l’europarlamentare nei 14 giorni
precedenti alla sua positività. Fitto e sua moglie, entrambi
asintomatici, sono in isolamento domiciliare e le loro condizioni sono
buone.

Sono circa 60 i tamponi eseguiti all’ Ospedale Di Venere di Carbonara
(Bari) 25 presso il CTO di Bari, una quindicina tra Lecce e Barletta e
la restante parte effettuati con l’impiego delle Unità Speciali di
Continuità Assistenziale.

Emiliano si ripete, con il sostegno
di De Caro e Boccia

di REDAZIONE POLITICA

Il governatore uscente   Michele Emiliano si salva e rinconquista la
poltrona di presidente   della Regione Puglia. Una vittoria contro i
pronostici, contro gli   esponenti del Movimento Cinque Stelle ed Italia
Viva, entrambi alleati   nel governo nazionale ma avversari alle
Regionali.

Emiliano vince anche contro l’opinione di molti elettori di sinistra
delusi ma costretti al “voto utile” per fronteggiare l’avanzata del
centrodestra e lo spauracchio di Matteo Salvini. Sfavorito nei
sondaggi pre-elettorali che ancora una volta si rivelano inaffidabili,
dato in pareggio all’exit poll, alle 2 di notte mentre scriviamo,
quando sono state scrutinate 3.144 sezioni su 4.026 Emiliano è in
netto vantaggio al 46,77 distanziando Fitto di quasi sette punti,
fermo al 38.96%.
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Michele Emiliano ha ringraziato i suoi sostenitori visibilmente
emozionato, con accanto i due “pilastri” della sua campagna
elettorale: il sindaco di Bari, Antonio Decaro e il ministro Francesco
Boccia: “Non mi hanno mai mollato mi hanno sostenuto nei momenti più
difficili e voglio soprattutto dire che il popolo pugliese ci ha anche
perdonato le tante cose che avremmo potuto fare meglio”

“Dovete sapere che questa serata non scavalca e non cancella tutte le
cose che dobbiamo migliorare”, – ha aggiunto Emiliano – siamo
consapevoli di dovere migliorare tantissime cose contemporaneamente
abbiamo fatto una campagna elettorale per spiegare che eravamo in
grado di imparare dagli errori che avevamo commesso , quindi
grandissima umiltà di noi tutti e grande voglia di andare avanti ,
siamo però consapevoli che la Puglia non ha piegato la schiena davanti
a nulla e davanti a nessuno, e sta continuando il cammino verso il
futuro“.
“La sconfitta della destra sovranista è una ottima notizia per la
Puglia che non vuole tradire se stessa e il Sud. Il lifting elettorale
con cui Raffaele Fitto ha cercato di camuffarsi non ha ingannato i
pugliesi che hanno ricordi precisi dell’arroganza e del malgoverno di
cui Fitto fu campione” ha dichiarato Nichi Vendola di Sinistra
Italiana.

“Non c’è il salto nel passato e Salvini non viene a ballare in Puglia
e per Emiliano oggi c’è il dovere di rilanciare la sfida
meridionalista, anche ascoltando le critiche a volte sacrosante che
hanno riguardato l’azione del governo regionale.” – ha proseguito l’ex
governatore pugliese concludendo   “La Puglia ha dato fiducia al
centrosinistra abbiamo tutti il compito di non tradire quella
fiducia“.

 “Vendola è stato spartiacque della campagna elettorale, le sue
dichiarazioni, le sue parole al convegno della Cgil a Bari, nel teatro
Petruzzelli, hanno dato la carica al centrosinistra” ha affermato il
sindaco di Bari, Antonio Decaro commentando l’esito del voto
elettorale in Puglia che ha visto la vittoria e riconferma di Michele
Emiliano. “Sono convinto che in quel momento è arrivata la spinta per
il centrosinistra. Poi per fortuna i pugliesi hanno voluto guardare
avanti, hanno voluto guardare in maniera positiva a questa esperienza
di governo lunga ormai 15 anni della Puglia, ci hanno dato fiducia”.
A casa 27 parlamentari pugliesi

I dati che arrivano dalle urne sul referendum costituzionale sono
inequivocabili: i pugliesi con una larghissima maggioranza di oltre il
75 per cento approvano il taglio dei parlamentari favorevoli a dare un
poderoso taglio al numero dei deputati e senatori.

Il dato pugliese ha superato di cinque punti quello registrato a
livello nazionale (69,5 per cento). Le ragioni del No, invece, sono
state sostenute e votate da poco più di 460 mila elettori pugliesi,
ovvero quasi il 25 per cento di chi è andato alle urne.

Quindi partire dalla prossima legislatura, i deputati passeranno da
630 a 400 ed i senatori da 315 a 200 e la Puglia con il rinnovo delle
due assemblee parlamentari avranno meno rappresentanti da leggere.
Alla Camera dei Deputati ci sarà posto soltanto per 27 pugliesi
(anziché 42), mentre invece al Senato, i seggi per i rappresentanti
eletti nelle circoscrizioni della regione scendono da 20 a 13.

Regionali Puglia. Fitto sconfitto:
“Auguri ad Emiliano. Io ho dato il
massimo”

Raffaele Fitto candidato del centrodestra alla Regione Puglia, in
conferenza stampa a Bari ha ammesso la sconfitta a favore del
presidente uscente. “Auguri a Michele Emiliano – ha detto Fitto – sono
caduto e mi sono rialzato diverse volte, lavorerò con lo stesso
entusiasmo con il quale ho lavorato in passato. Non voglio fare
polemica, lo dico come dato di fatto: tutta la giunta e tutte le
articolazioni della Regione hanno lavorato in campagna elettorale come
se fossero un comitato elettorale“.

“Lo esprimo come un giudizio di comportamento molto discutibile –
aggiunge Fitto – e ne prendo atto. Penso che questo abbia inciso in
modo abbastanza sostanziale su quello che è accaduto, soprattutto
negli ultimi giorni“.

“Grazie a chi ha sostenuto questa campagna elettorale e a chi mi ha
voluto come candidato presidente – ha aggiunto Fitto – Ci abbiamo
messo tutto quello che potevamo. Il dato nazionale, sicuramente, parte
da una valutazione legata alla gestione del Covid che ha rafforzato in
modo importante i presidenti in carica. La nostra è stata la migliore
campagna elettorale possibile. Ho dato il massimo dell’impegno e delle
mie possibilità».

Fitto commentando, a scrutinio ancora in corso, la sua sconfitta alle
elezioni Regionali in Puglia ha dichiarato: “Sicuramente il dato
nazionale parte da una valutazione collegata alla gestione
dell’emergenza Covid, una visibilità che ha rafforzato in mondo
assolutamente importante tutti i presidenti di Regione in carica e
questo ha rappresentato sicuramente un punto di forza”.

“Adesso dobbiamo ripartire . Il centrodestra analizzerà i dati di
questa sconfitta e ragioneremo su questo anche per il futuro. Io darà
sempre la mia disponibilità in spirito di collaborazione per lavorare
con tutti” ha continuato Raffaele Fitto commentando la sconfitta:
“Sicuramente quando si perde degli errori si commettono e li avremo
commessi anche noi, però penso di aver dato il massimo” aggiungendo
“Il mio futuro personale sarà quello di proseguire nell’impegno
politico, valuterò anche con gli esponenti mio partito il percorso da
portare avanti“.

“Ho sentito Giorgia Meloni che mi ha ringraziato e mi ha incoraggiato
ad andare avanti nel lavoro che faremo. Sentirò anche gli altri leader
per ringraziarli per il supporto che mi hanno garantito in tutta la
campagna elettorale, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Lorenzo Cesa”
ha detto Raffaele Fitto commentando dal suo quartier generale barese
la sconfitta del centrodestra alle elezioni in Puglia. “Li ho sentiti
tutti molto vicini fino ai giorni scorsi quindi sono stati molto
leali, molto corretti ed esprimo a loro un sentito ringraziamento” ha
aggiunto Fitto.
la delusione “pugliese” di Matteo Salvini

In conferenza stampa nella sede della Lega in via Bellerio a Milano ,
il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato “Pensavo e speravo
qualcosa di più in Puglia. La partita della Campania era segnata per
mille ragioni, speravo in una differenza minore in Puglia“.

“Non ho elementi per dire che gli elettori leghisti non abbiano votato
per me. La Lega l’ho vista in campagna elettorale leale al mio fianco.
Salvini è stato più volte in Puglia, non ho motivi per dire cose
diverse e non ho alcuna esigenza di immaginare polemiche strumentali
di questo tipo» ha detto Fitto in conferenza stampa rispondendo e
commentando la sconfitta alle elezioni regionali in Puglia, alla
domanda dei giornalisti sul possibile voto disgiunto da parte degli
elettori leghisti.

Regionali 2020, i curricula dei
candidati Presidenti: le loro vere
competenze

di REDAZIONE POLITICA

Con il voto di oggi 20 e domani 21 settembre i cittadini pugliesi
decideranno a chi consegnare il timone della guida della Regione
Puglia. Nessuno ha sinora spiegato agli elettori quali sono i veri
poteri del Presidente che andranno ad eleggere.

A partire dalla riforma costituzionale del 1999 con cui è stata decisa
la sua elezione diretta e con la modifica del Titolo V del 2001, il
Presidente eletto che guida una Regione di fatto incide pesantemente
sulle vite di tutti noi.
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I poteri del Presidente

Il bilancio regionale della Puglia vale 14 miliardi. Un bilancio che
all’80% viene speso per la Sanità che significa poter decidere quali
ospedali aprire e quali chiudere, chi metterne alla guida, se, quando
e come potenziarli per ridurre i tempi di attesa o allargare gli
accreditamenti agli operatori ed imprenditori della sanità privata,
quali servizi sociosanitari garantire sul territorio, ed infine chi
deve ricevere i soldi per la ricerca.

Subito dopo c’è il trasporto pubblico locale il cui funzionamento
dipende dalle gare indette per selezionare le società che lo devono
gestire, come vengono definite le tratte di percorrenza, i
trasferimenti dei finanziamenti ai Comuni (metro e gomma) o alle
società che gestiscono i treni regionali.

La Regione finanzia il sostegno alle imprese, alle start up,
all’agricoltura e agroalimentare, decide gli incentivi al commercio,
artigianato, turismo, finanzia i corsi di riqualificazione
professionale, e la formazione per chi non fa il liceo o gli istituti
tecnici. Decide le politiche di contrasto alla povertà e offre i
servizi di collocamento lavoro con l’incrocio della domanda e
dell’offerta.
Spetta alla Regione decidere come spendere i finanziamenti europei:
quello del Fondo sociale, quello per lo sviluppo regionale e
dell’agricoltura. E in ballo ci sono miliardi di euro. Ha competenza
sulle valutazioni di impatto ambientale, sul controllo della qualità
di aria e acque, autorizzazioni alle bonifiche, leggi urbanistiche,
condizioni di accesso e finanziamento dei servizi sociali, compresa
l’edilizia popolare.

I requisiti di un candidato

Dovrebbe essere scontato che i candidati posseggano competenze ed
esperienze riconosciute e imprescindibili. Sicuramente sono questi i
principali requisiti: alta reputazione, ottimo titolo di studio,
nessuna pendenza con la giustizia, conoscenza profonda della macchina
politica e amministrativa, zero conflitti di interesse. Tutto ciò in
pratica vuol dire aver fatto almeno il sindaco di una grande città
(non di un piccolo paese) o aver già gestito organismi complessi, e in
entrambi i casi prodotto risultati noti.

Per quanto riguarda la Puglia, i due candidati più “forti” in
competizione sono già stati entrambi presidenti della Giunta
Regionale, e si ricandidano, e quindi i cittadini hanno già degli
indicatori e strumenti per poter valutare se hanno amministrato la
Regione pugliese, bene o male.
Contro Michele Emiliano (Pd) il centrodestra in Puglia ha
schierato Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), laureato in
Giurisprudenza, già deputato, ministro per gli Affari regionali,
eurodeputato, ma anche presidente della Puglia dal 2000 al 2005. Per
il M5S è scesa in campo per la seconda volta Antonella Laricchia, 34
anni, laureanda in architettura, guida turistica, volontaria per la
Pro loco, dopo le elezioni regionali di maggio 2015 quando si era
candidata alla presidenza risultando il secondo candidato più votato.
Da allora è capogruppo del movimento in Consiglio regionale. Per
Italia Viva ha corso Italia Viva, laurea in Giurisprudenza, consulente
strategico nel campo delle Risorse Umane e del Ivan Scalfarotto
Management, deputato dal 2013, tre volte sottosegretario, oggi agli
Esteri.

Le Regioni al voto

Delle sei Regioni che vanno al voto, tre non hanno conosciuto
l’alternanza tra centrodestra e centrosinistra: Veneto (centrodestra),
Toscana e Marche (centrosinistra). Oggi 13 Regioni sono amministrate
dal centrodestra, 6 dal centrosinistra e 2 (Valle d’Aosta e Provincia
autonoma di Bolzano) da partiti regionalisti. Ormai da anni, il
risultato elettorale delle Regionali è considerato anche un banco di
prova per la tenuta del Governo.

Massimo D’Alema perdendo alle Regionali del 2000 per 8-7 contro il
centrodestra, si dimise da presidente del Consiglio, definendolo un
«atto di sensibilità politica». A quel tempo il centrosinistra guidava
comunque 8 regioni, 2 in più rispetto ad oggi. Nel 2005 fu una
sconfitta ancora più rovinosa, pari 12 a 2, che portò Silvio
Berlusconi a procedere a un rimpasto di governo.

A causa delle regionali sarde del 2009 Walter Veltroni si dimise da
segretario nazionale del Pd, mentre il Governo Conte grazie a quelle
emiliano-romagnole dello scorso gennaio ha tirato un sospiro di
sollievo.
’articolo 51 della Costituzione stabilisce che «Tutti i cittadini
possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in
condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge»,
ovvero aver compiuto 25 anni per i deputati e 40 per i senatori.

Ci sono poi vigenti delle cause di incompatibilità (doppi incarichi) e
ineleggibilità (condanne con interdizione dai pubblici uffici),
incandidabilità (legge Severino). Non è prevista una norma che imponga
di accedere alle alte cariche dopo aver percorso tutte le tappe:
consiglio di zona, comunale, regionale, parlamento. Così come non è
richiesta la produzione di risultati oggettivi nel corso della propria
attività politica, tantomeno di aver svolto con successo mansioni di
alta responsabilità nel caso di reclutamento dalla società civile.

I partiti hanno da tempo abdicato alla responsabilità di formazione
della propria classe dirigente, candidando spesso soggetti privi di
esperienze adeguate, oppure scommettendo sull’impatto mediatico di
volti noti. In politica ai nostri giorni non contano i requisiti
richiesti in qualunque altro settore, e poco importa ai partiti se da
loro poi dipendono le sorti di un Paese.
Il “verginello” Travaglio guru
pluricondannato vuole aiutare
Emiliano e diffama Fitto. Poverino…

di ANTONELLO de GENNARO

C’era una volta un giornalista piemontese tale Marco Travaglio
cresciuto alla “corte” di Furio Colombo ed Antonio Padellaro, che deve
il suo successo esclusivamente alla sua partecipazione ed ai programmi
televisivi di Michele Santoro in onda su RAIDUE all’epoca dei fatti
diretta dal leghista “maroniano” Antonio Marano.

Leggere oggi questo arrogante e presuntuoso giornalista mentre
pretende di influenzare gli elettori sul referendum, criticare uno dei
“leader” del M5S Alessandro Di Battista, per essersi permesso di
“arringare bla folla pentestellata di Bari contro il mio consiglio
agli elettori di ‘turarsi il naso e votare disgiunto’ mette
tristezza“, induce le persone intelligenti a fare esattamente il
contrario. Non è con i “consigli” di Travaglio che Michele Emiliano
riuscirà a far dimenticare i suoi 5 anni disastrosi anni di presidenza
della Regione Puglia ed i 10 anni del suo predecessore Nichi Vendola (
imputato a Taranto nel processo “Ambiente Svenduto” !)
Michele Emiliano ( a sx) e Raffaele Fitto ( a dx)

Perchè chi mette tanta tristezza, in realtà è proprio il travagliato
direttore del Fatto Quotidiano, giornale in crisi indebitato e con
oltre un milione e mezzo di perdite nell’ultimo bilancio “salvato” da
un finanziamento di Unicredit Banca garantito dallo Stato
(fidejussione del Medio Credito Centrale, grazie all’emergenza
Covid19), che si affanna a fare il ventriloquo di Rocco Casalino e
“Giuseppi” Conte, il premier non eletto dagli italiani !

Travaglio scrive il falso, attaccando Di Battista perchè”per Di
Battista Emiliano e Fitto pari sono. Anche se uno faceva il
magistrato, e l’altro l’imputato“. Ancora una volta il giornalista
“travagliato” dimostra di essere poco informato sulle vicende
pugliesi. Infatti mentre l’imputato in realtà è Michele Emiliano, e
non Raffaele Fitto assolto dalla Suprema Corte di Cassazione !
Il “manettaro-gistizialista” Travaglio dimentica la sua lunga serie di
condanne subite che potete trovare e leggere grazie a questo link
(vedi QUI) . Per vostra comodità ve le riassumiamo noi qui di seguito:

    Nel 2000 Travaglio è stato condannato in sede civile, dopo essere
    stato citato in giudizio da Cesare Previti a causa di un articolo
    in cui Travaglio aveva definito Previti «futuro cliente di procure
    e tribunali» su L’Indipendente, Previti era effettivamente
    indagato. Il giornalista fu obbligato al risarcimento del danno
    quantificato in 79 milioni di lire.
    Il 4 giugno 2004 Travaglio è stato condannato dal Tribunale di
    Roma in sede civile a un totale di 85.000 euro (più 31.000 euro di
    spese processuali) per quanto contenuto nel libro “La Repubblica
    delle banane” scritto assieme a Peter Gomez e pubblicato nel 2001;
    in esso, a pagina 537, si attribuiva erroneamente all’allora neo-
    parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Fallica, una condanna per
    false fatture che aveva invece colpito un omonimo funzionario
    di Publitalia. L’errore era poi stato ripubblicato anche
    su L’Espresso, il Venerdì di Repubblica e La Rinascita della
Sinistra, per cui la condanna in solido, oltreché alla Editori
Riuniti, è stata estesa anche al gruppo Editoriale L’Espresso. Nel
2009, dopo il ricorso in appello, la pena è stata ridotta a 15 000
euro.
Il 5 aprile 2005 Travaglio è stato condannato in sede civile dal
Tribunale di Roma , assieme all’allora direttore dell’Unità, Furio
Colombo, al pagamento di 12.000 euro più 4.000 di spese
processuali a Fedele Confalonieri (Mediaset) dopo averne associato
il nome ad alcune indagini per ricettazione e riciclaggio, reati
per i quali, invece, non era risultato inquisito. Travaglio in un
articolo per giustificarsi…. dichiarerà che aveva scritto che “era
coimputato con Berlusconi, ma usando un’espressione giudicata
insufficiente a far capire che lo era per un reato diverso da
quello contestato al Cavaliere“.
Il 20 febbraio 2008 questa volta è stato il Tribunale di Torino in
sede civile a condannare Travaglio a risarcire Fedele Confalonieri
e Mediaset con 26 000 euro, a causa di una critica ritenuta
«eccessiva» nell’articolo Piazzale Loreto? Magari pubblicato nella
rubrica Uliwood Party su l’Unità il 16 luglio 2006[senza fonte][94]
Il 21 ottobre 2009 Travaglio viene condannato in Cassazione (Terza
sezione civile, sentenza 22190) al risarcimento di 5.000 euro nei
confronti del giudice Filippo Verde che era stato da lui definito
«più volte inquisito e condannato» nel suo libro Il manuale del
perfetto inquisito, affermazioni giudicate diffamatorie dalla
Corte in quanto riferite «in maniera incompleta e sostanzialmente
alterata» visto il «mancato riferimento alla sentenza di
prescrizione o, comunque, la mancata puntualizzazione del
carattere non definitivo della sentenza di condanna, suscitando
nel lettore l’idea che la condanna fosse definitiva (se non
addirittura l’idea di una pluralità di condanne)».
Il 18 giugno 2010 è stato condannato dal Tribunale di Torino – VII
sezione civile – a risarcire 16.000 euro al Presidente del
Senato Renato Schifani per diffamazione avendo evocato la metafora
del lombrico e della muffa a “Che tempo che fa” il 10 maggio 2008.
L’11 ottobre 2010 Travaglio è stato condannato in sede civile per
diffamazione dal Tribunale di Marsala, per aver dato del
“figlioccio di un boss” all’assessore regionale siciliano David
Costa, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione
mafiosa e poi assolto in appello. Travaglio è stato condannato a
pagare 15 000 euro.
Il 23 gennaio 2018 è stato condannato per diffamazione dal
Tribunale di Roma in merito ad un editoriale su Il Fatto
Quotidiano contro tre magistrati siciliani, riguardo alla
latitanza di Bernardo Provenzano; la provvisionale disposta
ammonta a 150.000 euro. Il 15 ottobre 2013 in un articolo
intitolato “La cluster-sentenza”, Travaglio scrisse: “…nelle prime
845 (pagine) non parlano del reato contestato ai loro imputati:
cioè la mancata cattura di Provenzano” e aggiunge: “Si avventurano
    invece nella storia delle stragi e delle trattative del 1992-’93,
    oggetto degli altri due processi”.
    Travaglio è stato recentemente citato in giudizio per diffamazione
    nei confronti di Tiziano Renzi (il padre di Matteo Renzi), per due
    editoriali su Il Fatto Quotidiano riguardanti un processo penale
    per bancarotta che ha visto lo stesso imputato assolto con formula
    piena.Nel primo articolo, parlando dell’indagine in corso a Genova
    sulla azienda Chil Post controllata dalla famiglia di Tiziano
    Renzi , Travaglio aveva usato il termine “fa bancarotta“; nel
    secondo articolo Tiziano Renzi era stato accostato per “affarucci”
    a Valentino Mureddu, iscritto, secondo le cronache, alla P3. Il 22
    ottobre 2018, il tribunale civile di Firenze lo ha condannato in
    solido con la giornalista Gaia Scacciavillani e con la Società
    Editoriale Il Fatto), al pagamento di una somma di 95.000 euro a
    titolo di risarcimento per diffamazione.
    Travaglio è stato condannato dal Tribunale di Firenze il 16
    novembre 2018, in un procedimento (relativo alle parole
    pronunciate nel corso di un’ospitata nella trasmissione “Otto e
    mezzo“), al pagamento di 50.000 euro per diffamazione nei
    confronti di Tiziano Renzi. Travaglio disse che “Il padre del capo
    del governo si mette in affari o s’interessa di affari che
    riguardano aziende controllate dal governo” .Travaglio scrisse nel
    suo editoriale su Il Fatto Quotidiano del 17 novembre 2018 che
    “Tiziano Renzi era ed è indagato dalla Procura di Roma per
    traffico d’influenze illecite con la Consip, società controllata
    dal governo, ai tempi in cui il premier era il figlio Matteo” e
    che “Tiziano Renzi si era messo in affari con un’altra società
    partecipata dal governo, Poste Italiane, ottenendo per la sua
    “Eventi 6” un lucroso appalto per distribuire le Pagine Gialle nel
    2016“.

Ma cosa aspettarsi da un giornalista passato dalla redazione torinese
del quotidiano LA REPUBBLICA, al quotidiano comunista L’UNITA’, per
finire al FATTO QUOTIDIANO dove i giornalisti veri , quelli che hanno
fondato il giornale) rimpiangono ancora il giornalismo serio
equilibrato e non fazioso dell’ ex direttore Antonio Padellaro ?

Ma esiste ancora qualcuno che vuole dare credibilità giornalistica e
politica a questo signore ? Pensate cari lettori, che per colpa sua
oggi mi tocca persino difendere il “grillino” Di Battista… !
Quindi cari lettori votate secondo coscienza e sopratutto coerenza. E
senza tapparvi il naso.

Fitto: “smonterò pezzo dopo pezzo
la giostra di Emiliano”

di REDAZIONE POLITICA

“Questo non è il mio programma. Ma il programma dei pugliesi!” ha
esordito Raffaele Fitto candidato del centrodestra alla presidenza
della Regione Puglia “Quelli veri, in carne e ossa. Quelli che ho
incontrato percorrendo migliaia e migliaia di chilometri, quelli che
ho guardato negli occhi in centinaia e centinaia di incontri, quelli
che mi hanno chiesto di cambiarla questa Puglia che noi amiamo così
tanto!”

Raffaele Fitto, dopo aver incassato la fiducia della Meloni, Salvini,
Taiani e Cesa potendo quindi contare sul sostegno unitario del
centrodestra, sceso a a Bari sabato scorso per la manifestazione
unitaria al molo San Nicola, ha iniziato con la manifestazioni di oggi
l’ultima settimana della campagna elettorale per presentare il
programma per cambiare la Puglia, e lo ha fatto attaccando
frontalmente il suo avversario Michele Emiliano.

“Dobbiamo rompere lo schema di potere della sinistra, un meccanismo
perverso che non ci porta da nessuna parte. Il nostro programma si
poggerà su due gambe, ovvero una diagnosi approfondita su tutto quello
che non è accaduto in questi 15 anni perchè vi possa essere una
lettura attenta di ciò che potrà accadere in futuro e una rivoluzione
per modificare l’assetto della Regione“.“

“Non voglio diventare il nuovo giostraio della Regione Puglia al posto
di Emiliano, io smonterò pezzo dopo pezzo questa giostra che il
centrosinistra pugliese ha creato per dare risposte alle richieste dei
cittadini” ha aggiunto Fitto durante la conferenza stampa organizzata
a Bari per presentare il programma di coalizione, con un chiaro
esplicito riferimento alle Agenzie regionali attivate da Emiliano nel
corso dell’ultima legislatura .
“Ogni sei mesi in questa regione si è dato vita ad un’Agenzia per
risolvere i problemi che sono rimasti irrisolti. E’ accaduto, ad
esempio, con i rifiuti: l’Ager in piena campagna elettorale, 10 giorni
fa, ha messo in campo consulenze per 300mila euro” – ha continuato
Fitto – Questa è la fotografia della Puglia. Vogliamo fare una
riorganizzazione totale, Ager ha distribuito solo incarichi politici.
Dobbiamo rompere questo meccanismo, al di là della formula, rompere
questo schema di potere della sinistra in Puglia“.

“Sicuramente un governo nazionale che è diviso su tutto, in Puglia lo
dimostra con più candidati” – ha proseguito Raffaele Fitto – “è un
governo che non ha nessun collante, stanno insieme solo per non andare
a votare e impedire che vinca il centrodestra. Dal punto di vista
programmatico sono divisi su tutto”.

“Non sono favorevole all’utilizzo dei fondi del Mes nella sanità,
perché la percentuale di spesa di risorse nazionali dedicata alla
sanità e non utilizzata è del 13%, lo dice la Corte dei Conti.
Cerchiamo di capire come spendere le risorse che abbiamo e che da
molti anni non spendiamo, piuttosto che andare a impelagarci nel Mes
visto che nessuno Paese europeo ha accettato il Mes, ci sarà una
ragione“.
“Sfido chiunque a trovare un solo ospedale chiuso da me. Diverso è
dire che sono stati chiusi alcuni reparti per aprirne altri. A
chiudere gli ospedali sono stati Vendola ed Emiliano. Il Covid lo si
sta utilizzando per coprire i problemi della sanità pugliese, penso
alla medicina territoriale, ad esempio“

“Il tema delle liste di attesa è davanti a noi, se chiamiamo oggi il
Cup, ammesso che ci rispondano, una visita specialistica ci viene
prenotata nel 2021 se non nel 2022. – ha proseguito Fitto – La
mobilità passiva costa oltre 206 milioni alla Puglia, parliamo di
cittadini che vanno a curarsi fuori perché non trovano risposte qui.
Girando la Puglia ho visto solo una grandissima insoddisfazione per
quanto accaduto in questi ultimi 5 anni, non ci sono infrastrutture
realizzate negli ultimi 15 anni».

“Si polemizza spesso sul passato, omettendo di dire – ha ricordato il
candidato Presidente del centrodestra – quanto accaduto negli ultimi
15 anni. Alenia, fiore all’occhiello di cui si vanta la sinistra, gli
Aeroporti di Bari e Brindisi , altro fiore all’occhiello, sono le
ultime infrastrutture strategiche. Indovinate quando sono nate? Prima
del 2005, con me” (ultimo anno della giunta regionale guidata da Fitto
n.d.r.).

Raffaele Fitto ha evidenziato il ricorso della sinistra alle accise
applicate a spese dei pugliesi “Nel 2005 non c’erano tasse. Negli
ultimi 15 anni vi è stato un aumento continuo di addizionali. Tutto
questo in una regione ultima in Italia per utilizzo delle risorse
europee in agricoltura e pesca, con lunghe liste di attesa della
Sanità e dove non sono state realizzate infrastrutture“.

Per Fitto l’aumento della spesa pubblica improduttiva è servita alla
sinistra ad alimentare “le società degli amici degli amici,
personalità con ruolo politico“. Non è mancato, un attacco alla
gestione della Sanità degli ultimi due governatori di centrosinistra:
“C’è una situazione assurda. Sfido chiunque a dirmi un solo ospedale
chiuso dal nostro piano. In quello di Vendola c’era un dimezzamento,
in quello di Emiliano le chiusure. Da parte nostra la Sanità va
rafforzata, dando centralità al ruolo dei nostri medici. E’ davvero
ridicolo il tentativo di Emiliano di parlare di 20 anni senza tenere
conto degli ultimi 15″.
Raffaele Fitto ha parlato anche del problema della Xylella: “La
malattia ha distrutto gli ulivi del Salento e i focolai sono a
Monopoli e Fasano. Dobbiamo indicare la soluzione assieme alle
associazioni di categoria” attaccando anche la politica della sinistra
sulla formazione: “Basta soldi a pioggia, serve creare un contesto che
sviluppi le possibilità dei giovani. I fondi vanno dati alle aziende
per sostenere tirocini formativi e consentire all’impresa di formare
le figure, trasformando il contratto in uno a tempo indeterminato“.

 “Il 20 e 21 settembre votiamo per il governo della Puglia, poi
vedremo se questo risultato possa incidere concretamente per cambiare
le sorti anche del governo nazionale lo vedremo” ha dichiarato Fitto a
margine della conferenza stampa per presentare il programma di
coalizione a Bari rispondendo alle domande dei giornalisti.

Fitto ha concluso spiegando perchè il voto regionale può avere un peso
nazionale in caso di vittoria del centrodestra in Puglia: “Vedremo se
inciderà. E’ un governo, quello a Roma, che non ha nessun collante.
Sono divisi su tutto. Non vedo come Emiliano possa convincere i
pugliesi se non ha convinto neppure il Pd e il M5S nazionali“

Taranto, Covid “zero” ? Il solito
bluff elettorale della sinistra

di Redazione Cronache

Nelle scorse settimane abbiamo letto di tutto e di più, amplificato
dagli implacabili osservatori sui socialnetwrok, E come al solito il
più colpito e ridicolizzato è Michele Emiliano, il quale onnipresente
in televisione ed ai tagli del nastro inaugurale di qualsiasi cosa
possibile ed immaginabile, a giugno diceva “Apriamo tutto, venite in
Puglia, è la regione più sicura del mondo” per poi cambiare idea nei
giorni scorsi “Chiudiamo tutto. Troppi contagio Puglia”, incalzato
dallo sfidante Raffele Fitto “E’ necessario togliere immediatamente la
gestione di questa fase sanitaria del Covid dalla campagna
elettorale!“

Lopalco consulente “a peso d’oro” della Regione Puglia ed Emiliano

“Rinnovo la mia richiesta al Governo” aggiunge Fitto “usi i poteri
sostitutivi conferiti dall’art 120 della Costituzione e nomini un
terzo (un commissario ad hoc) che non abbia obiettivi elettorali. Il
duo Emiliano-Lopalco, ormai, è totalmente in confusione e non ha più
la la lucidità necessaria per mettere in atto tutti i provvedimenti
conseguenti per salvaguardare la salute dei pugliesi“.

Non meraviglia quindi il fatto che a Taranto dove tutti si beavano di
essere come sempre (ma questa volta per fortuna !) l’ultima ruota del
carro pugliese, all’improvviso vi sono stati 5 nuovi casi di infezione
da Covid19 durante il ponte di Ferragosto, nel silenzio imbarazzante
di un ASL Taranto sempre più genuflessa ai voleri di Emiliano che alle
necessità del territorio.
Sarebbe bastato fare un giro come abbiamo fatto noi nei centri
commerciali aperti nell’ hinterland tarantino per verificare la totale
assenza di controlli ed il totale menefreghismo della gente che
circola quando tutto va bene, al massimo con la mascherina sulla
bocca, che in realtà non serve a nulla se non forse a coprire sorrisi
ingialliti o denti mancanti ! Ben altri controlli vengono fatti in
tutt’ Italia dove il personale di vigilanza controlla con telecamere o
puntatori laser la temperatura di tutti gli avventori.
dalla pagina Facebook del Comune di Taranto,dove bloccano i commenti
di chi critica !

Per non parlare poi dell’affluenza incontrollata sulle spiagge libere,
mentre il Comune di Taranto spacciava come “controlli” delle inutili
passeggiate all’ora del tramonto, cioè quando praticamente le folle di
bagnanti erano andate via. Alla vigilia di Ferragosto infatti, abbiamo
personalmente verificato e controllato tutta la litoranea jonica da
Capo S. Vito a Campomarino e constatato la totale assenza della
Polizia Locale di Taranto, il cui Comune guidato dal sindaco Melucci,
ribattezzato “Maluccio” dalla cittadinanza, ha dimostrato solo
interesse a piazzare cartelli “Marina di Taranto” appropriandosi di
coste che invece appartengono ai comuni limitrofi (Leporano, Pulsano,
Lizzano ecc.) invece di effettuare i dovuti controlli a tutela della
salute pubblica.
Ma anche in provincia, in occasione del concerto di Diodato, il
cantante tarantino vincitore dell’ultima edizione del festival di
Sanremo, le Autorità locali non hanno assolutamente vigilato e lo
dimostrano le fotografie che pubblichiamo di seguito. Come
meravigliarsi quindi se vi è stata la ripresa dei contagi ?
E come non ridere (o piangere…) dell’ordinanza del Ministero della
Salute che a partire da ieri ha chiuso le discoteche il giorno dopo
Ferragosto, re-introducendo l’obbligo di mascherina anche all’aperto,
circoscrivendolo però alle ore serali, come se con il Corona virus
appaia e si diffonda come ad un appuntamento !

E questa volta non si può dare torto ai ragazzi provenienti da una
vacanza in Grecia rientrati sani e salvi senza aver subito alcun
contagio. mentre rimane estremamente difficoltoso effettuare i dovuti
controlli per i pugliesi al loro ritorno da vacanze in Grecia, Spagna
e Malta, a causa della vaghezza e disorganizzazione della ASL per
effettuare i tamponi.

La barzelletta finale è la “distribuzione” annunciata dal Comune di
Taranto ai 250mila residenti di altrettante mascherine chirurgiche
(che durano appena 3/4 ore e poi non possono essere più utilizzate !),
con appena…5 mesi e mezzo di ritardo sull’emergenza ! Solo propaganda
elettorale a circa un mese dalle Regionali.
Chiaramente tutto questo non lo leggerete sui quotidiani locali e siti
e sitarelli vari, tacitati e ricompensati come le solite “mancette” (e
“markette”) pubblicitarie dispensate dal Comune di Taranto. Con la
connivenza e complicità di giornalisti a capo di redazioni,
profumatamente ricompensati dal sindaco con affidamenti pubblicitari
“privati” per diverse migliaia di euro.

Anche in Puglia per le Regionali in
vigore la doppia preferenza
(uomo/donna)

di REDAZIONE POLITICA

Dopo la settimana “bollente” delle ripicche e delle polemiche, preso
atto dell’inerzia del Consiglio regionale che è durata ben cinque
anni, è arrivato il decreto del Governo che ha affidato al prefetto di
Bari, Antonella Bellomo, il compito di applicare in Puglia le norme
sulla doppia preferenza .
A questo punto il presidente uscente della Regione dovrà firmare entro
giovedì il decreto di convocazione dei comizi elettorali, in vista
delle elezioni che si svolgeranno il 20 e 21 settembre. Il decreto
dovrà indicare il rimando alla legge elettorale pugliese emendata con
la doppia preferenza di genere.

Questo l’iter amministrativo in fase di avvio: il prefetto di Bari
Bellomo, modificherà nelle prossime ore su mandato del Governo, la
legge regionale pugliese con diretto rimando alla Legge nazionale
20/2016. Dopodichè il presidente uscente Emiliano potrà e dovrà
firmare il decreto di convocazione dei comizi. Il governatore compierà
quest’ atto tra domani e dopodomani, e da giovedì prossimo nelle sedi
dei Comuni pugliesi dovranno già essere affissi i manifesti di
convocazione delle elezioni settembrine.

Rimane però ancora un problema da risolvere , e di non poco conto,
cioè quello del 60-40%, ovvero il vincolo di rappresentanza dei due
generi nelle composizione delle liste. Il documento finale del Governo
infatti non prevede l’obbligatorietà più rigorosa, che comporterebbe
il taglio dei candidati in lista eccedenti la percentuale di genere.
Infatti nei tre articoli del decreto emanato dal Governo non viene mai
citato l’obbligo di prevedere nella legge elettorale pugliese anche il
60-40, e quindi c’è anche chi pensa che poichè il decreto cita
testualmente la legge 165 del 2004, modificata dalla 20 del 2016, è
implicito che insieme alla doppia preferenza debba essere prevista il
60-40% nella sua massima estensione.

Una tesi contestata, in quanto il vincolo del 60-40% è previsto, ma in
una interpretazione tutt’altro che rigida e rigorosa, e quindi il
vincolo potrà essere aggirato versando una penale. Chiaramente c’è
anche chi già ipotizza ricorsi, come il consigliere regionale Fabiano
Amati ( Pd) che allerta tutti: “Parliamoci chiaro e a scanso di ogni
equivoco sarà impugnabile il provvedimento del prefetto Bellomo, per
violazione del decreto legge, qualora non contenga l’inammissibilità
delle liste che non rispettino il rapporto di genere 60/40 o un
meccanismo di riduzione dei candidati così come avviene per i Comuni.
E quel ricorso, a tutela delle donne, lo potrei presentare io come
cliente e avvocato“

Replica Patrizia Del Giudice, presidente della Commissione Pari
opportunità della Puglia, improntata al realismi: “Si ricordano
solamente ora che esiste la proporzione 60-40 nelle liste e
l’inammissibilità per chi non la rispetta? Ovviamente noi saremmo
state contente, ma adesso è tardi, stiamo a 45 giorni dalle Regionali
e bisogna indire le elezioni” ed aggiunge “Sono irricevibili i
commenti e le minacce dei rappresentati di un Consiglio che hanno
avuto cinque anni per cambiare la storia e non lo hanno fatto,
nonostante tutti gli incontri che abbiamo organizzato e svolto“. “Il
decreto non è perfetto? Lo sappiamo, continueremo a lavorare per
perfezionarlo” conclude la Del Giudice.

In realtà il vincolo del 60-40%, che era già presente anche alle
elezioni politiche, ha interessato ben poco i partiti: bastava pagare
una penale per chi lo violava. In Puglia avrebbero potuto applicare la
legge del 2016, ma in Consiglio la maggioranza uscente di sinistra, in
realtà ha utilizzato la questione della parità di genere per bloccare
delle nuove norme che avrebbero impedito la candidatura di Lopalco, e
la sospensione del seggio da consigliere per chi diventa assessore.

Il M5S verso il voto alle regionali
in Puglia

Alle ore 14 di venerdì 31 luglio 2020, si è conclusa la consultazione
sulla piattaforma Rousseau attraverso la quale gli iscritti abilitati
al voto residenti in Puglia, hanno potuto esprimere la loro opinione
sulla proposta effettuata dalla candidata Presidente Antonella
Laricchia di concorrere alle prossime elezioni regionali nell’ambito
di una coalizione composta dal MoVimento 5 Stelle e liste civiche.

Sono state espresse complessivamente 1.505 preferenze da parte degli
aventi diritto al voto.Questo l’esito della votazione certificata dal
Notaio che ne ha garantito la regolarità (i risultati saranno
depositati presso due notai): per il SÌ hanno votato 1.179 iscritti
(78.3 %), mentre per il NO solo 326 (21.7 %).
“Sono felice che i nostri attivisti abbiano detto sì alla mia proposta
di correre con una lista civica – dichiara la candidata presidente del
M5S alla Regione Puglia Antonella Laricchia – per la cui composizione
stiamo lavorando da tempo e abbiamo coinvolto tutti: portavoce
comunali, parlamentari, europarlamentari, sindaci e consiglieri
regionali, chiedendo a tutti di condividere quei contatti preziosi che
spesso hanno arricchito le nostre proposte politiche nelle
istituzioni.”

“La lista si chiamerà Puglia Futura e tutti i candidati, così come
quelli della lista del MoVimento 5 Stelle, dovranno firmare il
programma elettorale che presenteremo a breve e che abbiamo realmente
scritto con i pugliesi in un anno di lavoro. Un impegno solenne a fare
le cose insieme, a superare le differenze di carattere, di modi di
porsi, quando si condividono i principi di base e cioè la visione
della Puglia e la strategia per realizzarla. Abbiamo aperto anche alla
possibilità di autocandidature che stanno continuando ad arrivare
all’indirizzo listeciviche@antonellalaricchiapresidente.it. C’è grande
entusiasmo del mondo agricolo, delle imprese, del sociale e dello
sport. Chiamiamo persone con la fedina penale pulita, sconosciuti alle
Procure per fatti contro la pubblica amministrazione, che siano dei
punti di riferimento importanti nei loro ambiti, in cui hanno raccolto
esperienze e si sono dedicati con amore e spirito di servizio agli
altri. Chiediamo loro di raccontarci chi sono e cosa fanno in una
lettera di presentazione. La selezione sarà serena, condivisa e
nell’esclusivo interesse del potenziamento della squadra. Nessuna
alleanza con i partiti ma solo con i cittadini che vogliono dare il
loro contributo per cambiare la nostra regione”.

La consigliere regionale uscente Antonella Laricchia che si ricandida
per la seconda volta per la presidenza della Regione Puglia ha anche
commentato la decisione di Palazzo Chigi sul voto di genere: “Il
commissariamento da parte del Governo è l’ennesima prova
dell’incapacità di Emiliano di governare la Puglia. Non è riuscito a
emanare un provvedimento per introdurre la doppia preferenza di genere
nella legge elettorale, nonostante fosse al primo punto del suo
programma e ora invece di chiedere scusa e ammettere la sua disfatta
ringrazia il Governo per aver rimediato al suo fallimento“

“Per 5 anni Emiliano si è dimenticato delle donne, per poi ricordarsi
nelle ultime settimane di legislatura, non riuscendo a mettere insieme
i pezzi di quello che rimane della sua maggioranza. Il tempo per
convocare un altro consiglio ci sarebbe stato, il problema era che
approvando il disegno di legge della Giunta sarebbe stato valido
l’emendamento che non permetteva a Lopalco di candidarsi senza aver
rassegnato le dimissioni da capo della task force per l’emergenza
Covid. Pur di pensare alla sua campagna elettorale Emiliano ha
sacrificato le donne pugliesi. Segno di quanto poco le consideri
nonostante le belle parole”.
Palazzo Chigi .il CdM “commissaria”
la Puglia sul voto con la parità di
genere

Il Consiglio dei ministri convocato alle 16 di oggi aveva all’ordine
del giorno un decreto legge con misure urgenti in materia di parita’
di genere nelle consultazioni elettorali regionali. Ieri il premier
Conte aveva avvertito che il Governo non può “accettare che la Regione
Puglia non recepisca il principio fondamentale di parità tra uomo e
donna per l’accesso alle cariche elettive. Lo Stato non può
retrocedere sul punto“.

Le presidenti di Rete per la Parità e DonneinQuota, Donatella Martini
e Rosanna Oliva erano allineate nel definire «penosa» la vicenda
pugliese. “Noi andremo avanti anche se si dovesse prospettare un
ricorso alla Corte costituzionale», afferma Oliva. «I consiglieri
pugliesi non hanno neanche considerato che questo tentativo di
mantenere la politica in mani maschili costituisce un autogol, perché
finisce per rafforzare le polemiche e le perplessità provocate in
questa fase di pandemia in merito alle competenze regionali e a quella
sulla sanità».

Secondo le due associazioni, non deve comunque venire meno la fiducia
nelle istituzioni democratiche ad adeguarsi ai princìpi costituzionali
e alle leggi nazionali in materia di rappresentanza paritaria. «Con la
diffida – spiegano Martini e Oliva – abbiamo avuto il primo esempio
nella storia repubblicana in cui il governo eserciterà nei confronti
di alcune regioni il proprio potere sostitutivo. Questione da tempo
all’attenzione della dottrina, che proprio in questi giorni è stata
approfondita dalla costituzionalista Tania Groppi che ha esposto i
motivi a favore di tale possibilità».

In serata è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri al
decreto sull’adeguamento del sistema elettorale nella Regione Puglia
alla doppia preferenza di genere.

Il Governo ha nominato come commissario straordinario il prefetto di
Bari, Antonia Bellomo con la funzione di provvedere “agli adempimenti
strettamente conseguenti” per l’attuazione del decreto sulla doppia
preferenza di genere nelle Regionali in Puglia. E’ quanto prevede il
testo del provvedimento varato nel Consiglio dei ministri.

Berlusconi-Meloni-Salvini: ‘Precedente pericoloso’– “In Puglia si sta
giocando con le istituzioni, piegandole ad interessi di una parte
politica. Per responsabilità del presidente uscente, il Consiglio dei
Ministri si è preso la responsabilità di scrivere un provvedimento che
rischia di compromettere il libero esercizio del voto in Puglia e
rappresenta una gravissima ingerenza politico-elettorale. Il rischio
evidente e’ quello di creare un precedente pericolosissimo ed un
incidente istituzionale finalizzato a far saltare le elezioni“. Lo
scrivono in una nota congiunta Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e
Matteo Salvini.

“Chiediamo che su questa situazione vigili il Presidente della
Repubblica. Il centrodestra ha già comunicato più volte che e’
disponibile subito a votare in Consiglio Regionale il testo di legge
che prevede la preferenza di genere. L’altra notte è mancato il numero
legale in aula perché la maggioranza ha abbandonato. Noi ci siamo, nel
rispetto delle regole. Si convochi il Consiglio e si metta fine a
questa farsa. Non accetteremo in alcun modo ulteriori forzature e
chiediamo che vengano salvaguardate la libertà e l’autonomia della
Puglia” aggiungono i tre leader del centrodestra.
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