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Rivista Ufficiale dell’Anbima - Via Cipro, 110 int. 2 - 00136 ROMA
                                       POSTE ITALIANE - Spedizione in Abbonamento Postale
                                       D.L. 353/2003 (Conv.in L. 27/02/2004, n.46)
                                       Art. 1 Comma 1 - DCB Roma

                      ANBIMA
                  aderisce a questo
                importante progetto!
                                                                                                                         Musicale
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Risveglio Musicale
                                        Bande Musicali Italiane...
                                   L’indifferente silenzio che annienta

Da oltre un anno il mondo delle Bande italiane è fermo, pressochè immobile in tutte le sue numerose at-
tività, da quelle didattiche a quelle musicali e nessuna misura politica sembra correre in soccorso a
questo stop forzato. Pur comprendendo la difficile situazione sanitaria legata all’emergenza Covid19 mi
trovo, altresì, testimone di un’altra grande emergenza, quella sociale, quella di una lenta, progressiva e
catastrofica dispersione di un patrimonio secolare qual è la tradizione della Banda musicale italiana.
Sono Presidente Nazionale di Anbima dal 2012 e la nostra Associazione raccoglie circa 1.500 formazioni
musicali e di majorettes costrette, da quasi un anno, a questo status. Nessun Governo ha mai posto at-
tenzione a questo settore, segno di una totale mancanza di competenza in materia, sia di formazione sia
musicale, e di volontà, fatto assai più grave. Come hanno già sottolineato note personalità del nostro
mondo, a partire dal M° Muti che ha sempre creduto e sostenuto il ruolo della Banda quale portavoce di
identità nazionale, sono anch’io a denunciare con forza la progressiva e silenziosa morte di una parte
storica della cultura italiana, quella bandistica. Ribadisco fortemente che l’attività formativa e quella mu-
sicale svolte dai nostri associati tutti non sono superflue, come hanno affermato certi politici, ahimè,
ignoranti, ma sono entrambe dei diritti dei cittadini italiani sanciti dalla nostra Costituzione, diritti che
ci permettono di evitare quell’imbarbarimento, quell’impoverimento, quella decadenza civile, prima ancora
che culturale, che spesso è sfociata, sfocia e sfocerà in incultura, intolleranza, mancanza di sensibilità.
La Banda è espressione di identità culturale, tanto quanto il calcio, tanto quanto l’enogastronomia, tanto
quanto il Festival di Sanremo, perché è collante sociale e spirituale. Non è un passatempo inutile, non
siamo coloro “che tanto ci fanno divertire”, ma siamo un alimento prezioso del corpo e dello spirito; senza
cultura ci si abbruttisce. La cultura aiuta ad evadere dal carcere dell’ignoranza. Desta preoccupazione
anche il termine “distanziamento sociale” tanto in voga in questa pandemia, concetto che va oltre l’emer-
genza sanitaria. Come possiamo notare, tutti i giorni ci vengono sottratte tutte quelle attività di socializ-
zazione, tutti quei presidi di socialità culturale, di arricchimento, di fondamento della nostra comunità.
Manteniamo, purtroppo, aperti solo i luoghi del consumismo. La storia ci insegna che le epidemie portano
ad una chiusura della società, veicolata anche dai poteri forti che, per prima necessità, bloccano cultura
ed educazione, lasciando terreno fertile ai più violenti crimini contro l’umanità; le menti deboli richiedono
uomini forti che li guidino e il rischio è, nuovamente, alto. Da un anno a questa parte non abbiamo mai
avuto personalità politiche dell’ambito culturale capaci di sanare questi grossi problemi; nessuno ha mai
dato voce a questo settore che ha una fetta preponderante del PIL nazionale, nessuno ha mai indicato
una data certa per la ripartenza, nessuno mai si è preoccupato di ascoltarci, di sedersi ad un tavolo co-
mune per trovare possibili linee guida di rilancio. Così muore una comunità, una società, una patria, un
Paese. Quella Patria sì bella e perduta, sottolineato dal Nabucco verdiano, che ha nelle Bande il suo più
vivo presidio di socialità, di aggregazione. Si sono annientati i rapporti sociali e umani, quell’unione ma-
gica di giovani ed anziani, quella preziosa officina di agenzie didattiche, educative e formative che, da se-
coli, contribuiscono alla crescita musicale dei giovani, favorendo la nascita di quelle grandi professionalità
che occupano le fila dei fiati delle più prestigiose orchestre lirico sinfoniche delle Fondazioni nazionali,
europee ed internazionali. Per non parlare, poi, delle manifestazioni regionali, nazionali, europee e mon-
diali nelle quali Anbima è coinvolta, dai Concorsi per bande giovanili, a quelli per formazioni bandistiche
e per majorettes, a quelle per direttori d’orchestra per fiati, a quelli per compositori, alle masterclass, alle
settimane di formazione, alle pubblicazioni di settore. È un indotto vitale fatto di vere conoscenze e com-
petenze che si sta, pian piano, sgretolando, sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, senza che nessun
politico, nessun partito se ne sia fatto, finora, carico, proponendo possibili e concrete soluzioni per ria-
prire, ricreare e riappropriarsi delle ricchezze culturali e sociali, base della nostra comunità e dell’identità
nazionale italiana. La cultura non è solo un utile passatempo ma è una vera e propria industria, una
vera e propria macchina di volontari e lavoratori professionisti che sono il volano del Paese, come ci hanno
insegnato i padri del Rinascimento e del Risorgimento italiano con il loro mecenatismo. Un volano che
può rendere, ancora una volta, grande e unica la nostra nazione. Ma per questo deve esserci la volontà
delle istituzioni di farsi portavoce della Costituzione e dei nostri diritti, volontà che, ad oggi, è pressoché
assente e nulla.
                                                   Il Presidente, M° Giampaolo Lazzeri
                                                                                                               3
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già Risveglio Bandistico
                                                          dal 1946
Rivista ufficiale dell’Anbima
(Associazione Nazionale delle Bande                              Anno 40 - nuova serie
Italiane Musicali Autonome, Gruppi
Corali e Strumentali e Complessi
Musicali Popolari)
                                                              Gennaio - Febbraio 2021
                 Associato
                 all’Unione
                 Stampa
                 Periodica
                                                           SOMMARIO
                 Italiana
                                                               del n.1/2021
Direttore Responsabile:
Giampaolo Lazzeri
                                                     4 Editoriale
Caporedattore:
Massimo Folli                                        6 La Banda Musicale dell’Esercito

In redazione:                                        14 L’esperienza religiosa in Stravinskij a cinquant’anni
Franco Bassanini, Roberto Bonvissuto,                dalla morte
Franco Botticchio, Manuela Fornasiero
Gianluca Messa, Gianni Paolini Paoletti              21 Recensione del Film: SWING KIDS
Andrea Petretti, Guerrino Tamburrini
Anna Maria Vitulano, Ernesto Zeppa                   22 La Musica ai tempi del Nazismo

Progetto / Realizzazione Grafica:                    27 La prossima banda
Andrea Romiti / Andrea Petretti
                                                     28 Le Interviste di Giuseppe Testa: Andrea Fallico
Hanno collaborato a questo numero:                   31 Majorettes on line
Miriam Martegani, Anna Maria Vitulano                32 Troppo facile puntare l’indice solo contro la tv spaz-
Giuseppe Testa, Andrea Romiti,
Franco Bassanini, Massimo Folli,                     zatura
Guerrino Tamburrini, Giovanni De Socio
                                                     34 Nasce Fisp: Federazione Italiana dello Spettacolo Po-
Amministrazione, Direzione e Redazione:
Via Cipro, 110 int. 2                                polare. Anbima uno dei soci fondatori
00136 Roma - Tel/Fax 06/3720343                      35 “Mr. Tuba” l’autobiografia di Harvey Phillips tradotta
sito web: www.anbima.it
e-mail: caporedattore@anbima.it                      da Domenico Zizzi
ufficio.nazionale@anbima.it - presidente@anbima.it
segretario@anbima.it                                 36 Riforma in movimento

Abbonamenti:                                         37 Campagna tesseramento 2021
abbonamento ordinario euro 11,00
abbonamento sostenitore euro 14,00                   40 VI° Premio Nazionale di composizione "Musica nella
Per abbonarsi servirsi del                           città"
c.c.p. n. 53033007, intestato a ANBIMA
                                                     42 Enore Zaffiri, addio al pioniere dell’elettronica in Ita-
Stampa:
STR Press s.r.l.                                     lia
Via Carpi 19
00040 Pomezia (RM)                                   44 La scomparsa di Sammy Nestico
Email: info@essetr.it
Autorizzazione del tribunale di Roma n. 361/81.      46 Parole dalla memoria
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento
Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004
n° 46) art. 1 comma 1-DCB LO/MI.
Pubblicazione solo per abbonamenti.
Pubblicità in gestione diretta.                                         Chiuso per la tipografia il 12/02/2021

                                              Risveglio Musicale
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Editoriale

Poeta, musicologo, critico letterario e narra-       vare al cuore delle altre persone… Gente cui i
tore brasiliano, ritenuto uno dei fondatori del      duri colpi della vita, abbiano insegnato a cre-
modernismo brasiliano. Mario de Andrade              scere con dolci carezze nell’anima. Sì… ho
(1893 - 1945) fu grande amico di Ungaretti,          fretta… per vivere con l’intensità che niente
del quale certamente avrà condiviso l’amore          più che la maturità ci può dare. Non intendo
per l’essenziale.                                    sprecare neanche una sola caramella di
C’è una poesia in particolare che lo rende           quelle che ora mi restano nel sacchetto.
amico a ognuno di noi: s’intitola “Ho contato        Sono sicuro che queste caramelle saranno più
i miei anni”. Non servono argute esegesi. E’         squisite di quelle che ho mangiato finora.
evidente, eloquente, importante: va letta e ri-      Il mio obiettivo alla fine, è andar via soddi-
letta, meditata e fatta propria.                     sfatto e in pace con i miei cari e con la mia co-
                                                     scienza. Ti auguro che anche il tuo obiettivo
«Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho        sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche
meno tempo da vivere da ora in avanti, ri-           tu te ne andrai…»
spetto a quanto ho vissuto finora… Mi sento
come quel bimbo cui regalano un sacchetto di         Letto così questo scritto pare uno dei tanti
caramelle: le prime le mangia felice e in fretta,    verbali redatti dopo lo svolgimento di un con-
ma, quando si accorge che gliene rimangono           siglio nazionale della nostra Associazione An-
poche, comincia a gustarle profondamente.            bima. Ore di tempo prezioso ad ascoltare
Non ho tempo per riunioni interminabili, in cui      titolari di friggitorie d’aria che alla fine non
si discutono statuti, leggi, procedimenti e re-      portano a nulla di utile e di concreto se non
golamenti interni, sapendo che alla fine non si      cercare di reclamizzare il loro prodotto che
concluderà nulla.                                    con convinzione proseguono a cercare di ven-
Non ho tempo per sopportare persone assurde          dere ai pazienti (non più per molto) ascolta-
che, oltre che per l’età anagrafica, non sono        tori e colleghi.
cresciute per nessun altro aspetto.                  Altrettanti individui che provano a mettere i
Non ho tempo, da perdere per sciocchezze.            puntini sulle “i”, ma mentre sono alla ricerca
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano     delle “i” si perdono in altri argomenti che
solo “Ego” gonfiati.                                 nulla servono al bene e alla crescita dell’An-
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti,      bima. Tempo prezioso che periodicamente è
né gli approfittatori. Mi disturbano gli invi-       bruciato per interminabili discussioni che
diosi, che cercano di discreditare i più capaci,     non portano all’evoluzione dell’Anbima verso
per appropriarsi del loro talento e dei loro ri-     un cambiamento di mentalità e di progresso.
sultati.                                             La ricetta è semplice, i personalismi e le ve-
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che       trine individuali che lasciano il tempo che
genera la lotta per un incarico importante. Le       trovano è necessario non contemplarle. La-
persone non discutono sui contenuti, ma solo         vorare solo per il bene degli associati e delle
sui titoli…                                          unità di base, con un occhio di riguardo co-
Ho poco tempo per discutere di beni materiali        stante all’evoluzione musicale, al migliora-
o posizioni sociali. Amo l’essenziale, perché la     mento e alla crescita del repertorio originale
mia anima ora ha fretta… E con così poche ca-        da proporre ai nostri maestri evitando di la-
ramelle nel sacchetto… Adesso, così solo, vo-        sciarli in balia di editori senza scrupoli che
glio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.   proseguono indisturbati a distribuire pro-
Gente che sappia amare e burlarsi dell’inge-         dotti musicali di scarsa qualità. Sostituire
nuo e dei suoi errori. Gente molto sicura di se      senza indugio i “Venditori di fumo” che pro-
stessa, che non si vanti dei suoi lussi e delle      seguono nel loro intento continuando a far
sue ricchezze. Gente che non si consideri            perdere tempo a chi la pazienza l’ha termi-
eletta anzitempo. Gente che non sfugga alle          nata e non ha più voglia di stare ad ascoltare
sue responsabilità. Gente molto sincera che          chi insiste a parlare senza argomentazioni
difenda la dignità umana. Con gente che de-          utili all’Associazione. Buon lavoro alle per-
sideri solo vivere con onestà e rettitudine. Per-    sone volonterose, le altre sono pregate di la-
ché solo l’essenziale è ciò che fa sì che la vita    sciare libero il passaggio…
valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arri-                                         Massimo Folli

                                                                                                    5
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Bande musicali delle Forze Armate e di Polizia.
                 La Banda Musicale dell’Esercito
                                                                                   di Giovanni De Socio
La storia della banda                                    tipici della vita di caserma, sia una funzione di
                                                         tipo ricreativo quale sollevare l’animo dei soldati
Il termine “banda”, indicativo di una formazione         con interventi propriamente musicali.
di strumenti a fiato e a percussione, non consente       Per questo motivo le bande costituite nei singoli
di determinare una datazione precisa riguardo            reparti delle varie armi e specialità dell’Esercito
alle sue origini. Tale terminologia, infatti, inco-      sono sicuramente le più antiche tra le formazioni
minciò a circolare nel Medioevo probabilmente            musicali militari, perdendo la loro origine con la
come derivazione dalla parola gotica bandwa, che         storia stessa di questi reparti.
significava “insegna”, per denominare appunto            Nel nostro paese, però, nessuna di queste bande
complessi strumentali contraddistinti da un              era rappresentativa dell’intera Forza Armata, per
drappello o stendardo utilizzati per esigenze mili-      cui nel 1964 fu fondata quella che è l’attuale
tari e manifestazioni religiose o civili che rappre-     Banda dell’Esercito Italiano.
sentavano una delle poche occasioni di spettacolo        Tra le bande ministeriali italiane “consorelle”, ri-
musicale per le classi popolari. Ma al di là del ter-    sulta la più giovane nonostante l’Esercito, se con-
mine, le origini del gruppo strumentale, possono         sideriamo le origini dell’Armata Sarda, sia la
risalire all’antichità classica, quando formazioni       Forza Armata più antica e ciò perché, mentre gli
di strumenti in ottone e percussione venivano fre-       altri complessi sono stati costituiti negli anni im-
quentemente impiegate in battaglia, soprattutto          mediatamente successivi alla nascita della rispet-
negli eserciti greci e romani, allo scopo di incitare    tiva Forza Armata o Corpo di appartenenza, per
i soldati e intimorire i nemici.                         la nostra Banda ciò non è avvenuto per varie ra-
Non è errato, quindi, affermare che le prime for-        gioni.
mazioni bandistiche nella storia furono utilizzate       Innanzitutto per la struttura stessa dell’Esercito
per finalità militari. Ogni esercito, infatti, ha sem-   che risulta articolata in più Corpi e Armi, ognuna
pre avuto necessità, nel proprio ambito, di com-         di queste ultime presenta una molteplicità di re-
plessi musicali in grado di seguire i reparti in         parti spesso dotati di bande o fanfare rappresen-
armi, svolgendo sia una funzione di tipo stretta-        tative; nello specifico si rilevano oggi dieci Bande,
mente militare quale portare il passo ed effettuare      sei Fanfare dei Bersaglieri e una Fanfara a ca-
segnali per il coordinamento e il movimento dei          vallo. In secondo luogo, fino al 1948, un ruolo im-
reparti e per la scansione di momenti quotidiani         portante nel panorama bandistico dell’Esercito,
                                                         era rivestito dalle Bande Presidiarie, complessi
                                                         musicali di notevole organico, che erano a dispo-
                                                         sizione dei Presidi militari, estese unità territoriali
                                                         nelle quali era articolata la Forza Armata. Infine,
                                                         ultima causa di questo “ritardo”, potrebbe attri-
                                                         buirsi alla presenza, nell’Arma dei Carabinieri –
                                                         all’epoca prima Arma dell’Esercito Italiano – di
                                                         una Banda di grande organico che svolgeva anche
                                                         le funzioni di rappresentanza musicale dell’intero
                                                         Esercito.
                                                         Da un estratto delle Memorie storiche della Banda
                                                         dell’Esercito, si legge: «il 27 dicembre 1963, con fo-
                                                         glio n. 2050 – R/15228, lo Stato Maggiore del-
                                                         l’Esercito – III Reparto – Ufficio Ordinamento
                                                         dispone che, a partire dal 1 febbraio 1964, venga

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costituita in Roma la Banda dell’Esercito. Il nuovo
reparto viene posto alle dipendenze del Comando
Divisione f. “Granatieri di Sardegna” e l’incarico di
provvedere alla sua costituzione viene affidato
all’VIII Comando Militare Territoriale di Regione».
La neo costituita Banda dell’Esercito fu ubicata
temporaneamente nella Caserma di Castro Preto-
rio “Macao” in Roma ed il personale militare sot-
tufficiale e di truppa venne fatto affluire da vari
Enti militari, in particolar modo dalle disciolte
Bande Presidiarie.
Le selezioni del personale musicante furono effet-
tuate presso l’attuale ex Distretto Militare di
Roma da una commissione costituita dal Magg.
Giovanni Ragusi del VII C.M.T., presidente, il
Magg. Domenico Fantini, maestro direttore della
Banda dei Carabinieri e il Magg. Alberto Di Mi-
niello, maestro direttore della Banda dell’Aero-
nautica Militare. La stessa commissione, in data
20 febbraio 1964, presso i locali della Banda
dell’Arma dei Carabinieri, sottopose ad una prova
di concertazione e direzione il Mar. Magg. Pelle-
grino Caso al quale, per l’esito positivo di tale
prova, fu affidata temporaneamente la direzione                        Il Maestro Amleto Lacerenza
della Banda dell’Esercito.                                                     in uniforme.
Successivamente la Direzione Generale del Perso-
nale Ufficiali dello Stato Maggiore dell’Esercito no-      militari e, dulcis in fundo, il suo galantomismo ed
minò come Maestro Direttore il Tenente della               attaccamento al dovere, per cui mi è stato sempre
riserva Amleto Lacerenza, il quale era stato fino          possibile affidargli incarichi delicati e di fiducia».
al 1948 Maestro della Banda del Presidio di Ca-            La presentazione ufficiale del complesso, si ebbe
gliari. Questi venne richiamato in servizio il 13          in occasione delle celebrazioni della Festa della
maggio 1964 ed in seguito a tale provvedimento,            Repubblica il 2 giugno 1964.
il Mar. Magg. Caso divenne il più stretto e fidato         L’anno successivo la Banda dell’Esercito assunse
collaboratore del Maestro, non essendo ancora              la fisionomia di Ente militare autonomo costi-
prevista la figura del vice direttore.                     tuendo distaccamento amministrativo del Depo-
Come si evince da una lettera di elogio del 10             sito D. f. “Granatieri di Sardegna” e ottenendo dal
maggio 1965 del M° Lacerenza nei confronti del             giorno 8 aprile del 1965 una sede propria nel fab-
M° Caso, redatta in occasione del congedo di que-          bricato n. 909 di via Giorgio Pelosi n. 22 della
st’ultimo, tale nomina avvenne solo per ragioni            Città Militare “Cecchignola”, la sede attuale.
inerenti al grado rivestito al tempo delle disciolte       Lo stesso anno si ebbe la prima trasferta estera
Bande Presidiarie e quindi per “ragioni di forma           con una tournée di concerti a Nancy in Francia e
giustificate da spirito di corpo, orgoglio e prestigio     ad Arnhem in Olanda. La Banda, pertanto, sin dai
nei confronti delle altre bande consorelle della ca-       primi mesi dalla sua costituzione, ha iniziato
pitale, dirette da Maestri con il grado di Ufficiali Su-   un’intensa attività concertistica sia nazionale che
periori”.                                                  internazionale, merito, senza dubbio, della sa-
Grande era infatti la stima che legava il Maestro          piente ed esperta guida del Maestro A. Lacerenza,
Direttore al suo più importante collaboratore              compositore e direttore di banda tra i più emi-
come si evince da tale scritto: «egli mise tutto a         nenti del XX secolo. Alcune sue composizioni, in-
mia disposizione: la sua solida preparazione cul-          fatti, sono diventate veri fondamenti del repertorio
turale nel campo dell’arte bandistica (dirige e com-       musicale militare e più in generale di quello ban-
pone magnificamente), le sue eccellenti qualità            distico italiano: si pensi alle marce Fanteria, 2

                                                                                                               7
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2 giugno 1964 il debutto ufficiale della Banda dell’Esercito

Giugno, Bianco Rosso e Verde, I Lancieri del Ben-       nel 1931 è destinato alla Reale Scuola Tecnica di
gala, ma anche brani sinfonici quali Gabbacom-          Polizia, sede della banda, con la qualifica di Musi-
pagno, Meridione, Vittorio Veneto, Cori in Caserma,     cante e vi rimane fino al 1 gennaio 1942. Dopo es-
Marsia, Canti regionali, ecc… musiche presenti          sersi brillantemente affermato in quest’ambito
anche nei programmi concertistici odierni. In tal       quale strumentista, viene nominato Sottotenente
senso, il contributo musicale lasciato dal grande       Maestro Direttore di Banda ed assegnato al Corpo
Maestro all’archivio della Banda dell’Esercito è        d’Armata del Presidio di Cagliari, dove rimane sino
davvero notevole. La Banda, da sempre grata al          alla soppressione del ruolo dei Maestri di Banda
suo primo Maestro, ha intitolato il suo Auditorium      Presidiaria, avvenuta nel 1948. Eseguì con il suo
proprio alla memoria del Magg. Amleto Lacerenza.        complesso militare numerosi concerti nei maggiori
                                                        centri della Sardegna e alla radio, riscuotendo
“Amleto Lacerenza nacque a San Severo, comune           sempre e ovunque lodi e unanimi consensi.
della provincia di Foggia, il 13 giugno del 1910. Fi-   Nel 1945 fu invitato dall’Istituzione dei Concerti Vi-
glio del musicista Giacomo, ebbe alcuni fratelli, tra   valdi ad adempiere al ruolo di Maestro sostituto in
i quali due divennero anch’essi affermati musicisti:    una delle più importanti stagioni liriche dirette dal
Rosario (direttore e compositore) e Michele (celebre    M° U. Berrettoni. Ebbe l’incarico, in seguito a con-
trombettista che diede il suono della sua tromba ai     corso, per l’Insegnamento della Strumentazione e
western musicati da Ennio Morricone).                   Composizione per Banda presso il Conservatorio di
Iniziato alla musica giovanissimo sotto la guida pa-    Stato “G. P. da Palestrina” di Cagliari e nello stesso
terna, Amleto perfezionò gli studi musicali nella Ca-   anno accademico fu dichiarato idoneo all’insegna-
pitale con i maestri A. Palombi, C. Dobici, B.          mento di Strumentazione per Banda, Solfeggio e
Somma, E. Cavallini e G. Petrassi. Si diplomò in        Musica d’assieme presso il Conservatorio di Stato
Composizione e Direzione d’Orchestra, Strumenta-        “G. Rossini” di Pesaro.
zione per Banda, Musica Corale e Flauto; in seguito     Dopo la seconda guerra mondiale per qualche anno
frequentò corsi straordinari di Armonia Pluricroma-     si reca a Manduria (Taranto) dove dirige la banda
tica e di Composizione Polifonica Vocale.               cittadina, apportandovi rinnovamento nel reperto-
All’età di venti anni si arruolò presso la Scuola di    rio e nell’organico strumentale, aggiungendo al con-
Pubblica Sicurezza di Roma, e terminato il Corso,       sueto repertorio lirico- sinfonico una copiosa

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presenza di brani originali.                            la crisi pandemica, non si sono potute celebrare
Il 13 maggio 1964 fu richiamato in servizio e asse-     alcune manifestazioni previste in occasione del
gnato, in seguito al superamento dell’apposito Con-     110° anniversario dalla sua nascita.
corso Nazionale (Decreto Min. 15/09/1965),              Alla morte del Maestro Lacerenza, vi fu un periodo
Maestro Direttore della Banda dell’Esercito, assu-      di tre anni in cui il sottufficiale più anziano, Mar.
mendo il grado iniziale di Capitano.                    Magg. Francesco Sgritta, assunse la direzione del
Amleto Lacerenza rimase alla guida della suddetta       complesso fino al 1975 quando lo Stato Maggiore
Banda fino alla sua prematura scomparsa, avve-          dell’Esercito nominò quale consulente artistico il
nuta il 3 settembre del 1972 dopo un periodo di         Maestro Direttore della Banda della Guardia di Fi-
malattia.                                               nanza, Ten. Col. Olivio Di Domenico, per verificare
Unitamente alla professione di musicista e militare,    le effettive possibilità di impiego della Banda del-
Lacerenza svolse anche attività di pubblicista e at-    l’Esercito. La presenza del Maestro Di Domenico,
tento critico musicale nel settore bandistico.          fu occasione di stimolo e di intenso studio per il
Vincitore di numerosi concorsi di composizione ri-      personale orchestrale che fu impegnato in un con-
cevette la carica di Consigliere Nazionale del-         certo presso la Basilica di Sant’Ignazio a Roma e
l’Anima,      all’epoca    nascente     Associazione    in una registrazione di un disco LP di marce e
Nazionale delle Bande, che contava nelle sue fila i     brani sinfonici per la casa editrice Tevere. Inoltre
più importanti nomi del panorama bandistico ita-        il Maestro pose le condizioni per una più efficiente
liano. Tra le altre cose scrisse su “Risveglio Bandi-   gestione del personale riformando in maniera de-
stico”.” (estratto dalla Tesi di Laurea “Amleto         terminante l’organizzazione interna del reparto.
Lacerenza, la vita, formazione e carriera militare”,    Sulla base dei notevoli risultati conseguiti, lo SME
di Salvatore Farina).                                   autorizzò per l’anno successivo (1976) il concorso
                                                        per il nuovo Maestro Direttore, che vide l’afferma-
Questo breve approfondimento sulla vita del Mae-        zione del Mar. Magg. dell’Aeronautica Marino Bar-
stro Lacerenza, ci è sembrato un atto dovuto alla       toloni (n. 1936).
sua memoria, anche perché lo scorso anno, causa         Bartoloni rimase in servizio fino al 1994 conse-

                                      Torino Piazza San Carlo 1980

                                                                                                           9
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guendo successi di assoluto rilievo sia in ambito        aderente alla partitura autografa (per voce e pia-
nazionale, con una copiosa produzione discogra-          noforte) di Michele Novaro, è stata inserita tra i
fica e un’intensa attività concertistica nei teatri      simboli della Repubblica, alla voce “Inno Nazio-
più prestigiosi, sia in ambito internazionale con        nale”, sul sito internet del Quirinale.
tournée realizzate in quasi tutti i paesi europei,       Il Maestro Creux, inoltre, è l’autore della Marcia
nei quali la Banda si è contraddistinta parteci-         militare 4 Maggio scelta dallo SME quale Marcia
pando ai Festival di bande Militari, per la forma-       d’Ordinanza dell’Esercito.
lità delle esibizioni e la qualità dei suoi caroselli.   Riguardo le esibizioni all’estero, di particolare ri-
Nel 1997, dopo un periodo di sede vacante nel            lievo sono risultati i successi per le Celebrazioni
quale la Banda è rimasta sotto l’autorevole dire-        del Columbus Day a New York nel 2004 e per il
zione del Maestro vice direttore Cap. Domenico           Festival Internazionale H. Berlioz in Francia nel
Cavallo, diviene Maestro direttore il Magg. Fulvio       2012.
Creux, compositore, direttore e saggista, la cui         Lasciando il servizio attivo nel 2013, la Banda è
fama professionale è riconosciuta a livello nazio-       stata diretta fino al 2019 dal Maestro Vice Diret-
nale ed internazionale. La Banda sotto la sua            tore Magg. Antonella Bona, prima e unica donna
guida ha allargato l’orizzonte musicale eseguendo        a livello europeo a dirigere una compagine musi-
programmi moderni e innovativi caratterizzati            cale militare. In tale arco temporale la Banda è
dalla scelta di musiche originali per banda. A ciò       stata protagonista su palcoscenici di grande ri-
è seguita sia una riscoperta del repertorio origi-       lievo: Festival di Sanremo, Festival Pucciniano,
nale italiano sia, in occasione delle celebrazioni       Festival dei Due Mondi di Spoleto, EXPO di Mi-
per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, un’at-     lano e Celebrazioni per il Centenario della Grande
tività di studio sull’Inno Nazionale e sul patrimo-      Guerra riscuotendo sempre grandi consensi di
nio musicale risorgimentale, che è stato oggetto di      pubblico e di critica.
rivalutazione e divulgazione anche mediante le-          Tornando alla storia del Reparto e alla sua orga-
zioni didattiche per le scuole. La strumentazione        nizzazione, la prima regolamentazione normativa
dell’Inno Nazionale Italiano realizzata dal Maestro      risale al 15 giugno 1975, quando lo Stato Mag-
Creux ed eseguita dalla Banda dell’Esercito, più         giore dell’Esercito, mediante il Foglio d’ordini n.

                                               2 giugno 2005

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Risveglio Musicale
11, emanò la circolare su “Istruzione per l’organiz-     qualità di Allievo Musicante e sostenere prelimi-
zazione e l’attività della Banda dell’Esercito”.         narmente un esame musicale in Banda, presso la
Rispetto all’attuale ordinamento, vi sono sostan-        quale una commissione presieduta dal Maestro
ziali differenze. L’art. 1 comma 2 recita:               Direttore valutava i candidati. Successivamente
«il complesso bandistico, in particolare, è composto     gli idonei si recavano a Viterbo per sostenere un
da:                                                      corso di sette mesi con programmi relativi alle ma-
n. 1 ufficiale maestro direttore                         terie militari e alla cultura generale. Il corso ter-
n. 1 maresciallo maggiore vice direttore                 minava con un esame finale, superato il quale il
n. 102 sottufficiali, graduati e militari di truppa,     personale transitava nell’organico della Banda
musicanti.»                                              dell’Esercito con il grado di Caporal Maggiore,
Il maestro vice direttore, pertanto, non era un uf-      svolgendo le attività della Banda relative agli
ficiale bensì un maresciallo maggiore e il perso-        aspetti istituzionali e cerimoniali nonché quelle di
nale musicante era composto da marescialli,              supporto e logistiche. Dopo cinque mesi si soste-
sergenti, graduati e militari di truppa.                 neva un esame musicale per l’acquisizione del
Nel capitolo “Doveri e attribuzioni dei militari della   grado di Sergente in ferma volontaria “musi-
Banda” vengono descritti in maniera minuziosa i          cante”. Il passaggio in Servizio Permanente era
compiti di ciascun componente del complesso, di-         previsto dopo due anni mediante un esame musi-
versificati a seconda delle funzioni e del grado ri-     cale per l’acquisizione del grado di Sergente Mag-
vestito.                                                 giore.
Una curiosità si rileva dagli art. 10 e 11 e riguarda    Nel 1979, a partire dal 40° Corso Allievi Musi-
la cooperazione alla copiatura della musica a cui        canti, lo Stato Maggiore dell’Esercito, introdusse
erano tenuti i marescialli e i sergenti. In un pe-       delle modifiche per semplificare la procedura di
riodo, infatti, in cui non esistevano i moderni soft-    reclutamento riducendo i periodi di corso.
ware e strumenti informatici i “musicanti” della         Ma la vera e propria riforma riguardante lo sta-
Banda, tra le altre mansioni, lavoravano alla ste-       tus del personale delle Bande Ministeriali, si
sura a mano delle partiture e delle singole parti        ebbe nel 1995 con il Decreto Legislativo 12
musicali. Questo lavoro che richiedeva tanta pa-         maggio 1995, n.196.
zienza e precisione, ha contribuito in maniera de-       Il Capo VI relativo esclusivamente alla Bande Mi-
terminante alla costituzione dell’Archivio musicale      litari prevede all’art. 33 comma 1: “Le bande mu-
della Banda dell’Esercito.                               sicali dell’Esercito e dell’Aeronautica, sono
La procedura di arruolamento del personale mu-           complessi organici destinati a partecipare alle ce-
sicante fino al 1979 (39° Corso Allievi Musicanti)       lebrazioni più importanti della vita della Forza ar-
era articolata in diverse fasi. Innanzitutto era ne-     mata di appartenenza…”. Di seguito lo stesso
cessario inoltrare la domanda di arruolamento            articolo recita “vengono istituiti per ciascuna Forza
presso la Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo in     armata i ruoli dei musicisti, cui appartengono i

                                 Roma Auditorium Parco della Musica 2010

                                                                                                          11
componenti delle bande musicali con qualifica di         zamento, ecc… del personale orchestrale, norma-
orchestrali e archivisti”.                               tive raccolte nell’attuale corpus giuridico vigente:
Questo comma segna il passaggio storico dalla            il Decreto Legislativo 15 marzo 2010 n. 66, “Co-
qualifica di “musicante” a quella di “orchestrale”,      dice dell’ordinamento militare”, normativa di rife-
valorizzando a livello giuridico il lavoro del musi-     rimento in materia militare e il D.P.R. 15 marzo
cista militare con l’istituzione di un vero e proprio    2010 n. 90 che dedica espressamente alle Bande
ruolo al quale si accede con concorso nazionale          musicali il Titolo X, Capo I. Sulla base della nor-
esterno. Nell’ambito militare, essere un orche-          mativa citata, il complesso musicale è formato da
strale non può non tener conto di un dato ogget-         esecutori diplomati al Conservatorio e reclutati at-
tivo ossia la mancanza di una “Scuola militare di        traverso concorsi nazionali.
musica”. Ciò comporta che tale qualifica è una           La dotazione organica di ciascuna banda musi-
delle pochissime nell’ambito della Forza Armata          cale di Forza Armata è così determinata:
per cui il soggetto dimostra di essere già “specia-      - un maestro direttore;
lizzato” prima ancora di essere assunto. L’iter per      - un maestro vice direttore;
diventare orchestrale infatti, oltre a seguire le pro-   - centodue orchestrali;
cedure ordinarie per la verifica dell’attitudine psi-    - un archivista.
cofisica (visite mediche), consta anche di un            Attualmente la Banda dell’Esercito è un Ente mi-
selettivo concorso per esami e titoli, con prove di      litare autonomo comandato dal Colonnello Ales-
carattere generale per tutti gli strumenti e prove       sandro Giaconia e posto alle dipendenze del
specifiche per ogni singolo strumento. Ogni orche-       Comando Militare della Capitale e, funzional-
strale, quindi, è pienamente operativo (musical-         mente, del V Reparto Affari Generali dello Stato
mente parlando) fin dal primo istante in cui entra       Maggiore dell’Esercito. La struttura organizzativa
a far parte della Banda, senza che l’Amministra-         del reparto prevede il Comando, il Plotone Co-
zione di Forza Armata debba aggiungere nulla alla        mando e Servizi e il Complesso Musicale diretto
sua preparazione musicale.                               dal Maestro Direttore Magg. Filippo Cangiamila.
Le novità introdotte dal Decreto proseguono con
la regolamentazione inerente le modalità di reclu-                          (continua sul prossimo numero)
tamento, l’attribuzione dei gradi, lo stato di avan-

                                    Spoleto Festival dei Due Mondi 2019

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Con riferimento all’accordo tra la Casa Editrice M. Boario e l’Anbima, al fine di venire incontro
alle Bande Musicali seriamente danneggiate dalla Pandemia di Coronavirus, La Casa Editrice
M.Boario, specializzata in Musica per Banda dal 1923, è lieta di comunicare la seguente scontistica
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                                                    ###
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              a cinquant’anni dalla morte
                                                                             di Guerrino Tamburrini
La bomba lanciata da Stravinskij il 29 maggio Stravinskij non accetterà e rifiuterà per tanti anni
1913 con la Sagra della Primavera aveva col- il serialismo, nato nel 1923 con il Valzer op. 23 di
pito non solo il pubblico, ma anche molti musici- Schönberg. Solo a settant’anni si dedicherà alla
sti, suoi contemporanei. Alcuni la videro come musica seriale senza accettarne tuttavia i postu-
l’inizio di una nuova era musicale, altri come la lati: non rinnegherà la musica del passato, man-
negazione della vera musica. Le Figaro la definì terrà un carattere quasi diatonico e rifiuterà i
una “puerile barbarie”. Debussy la difese, anche divieti della ripetizione, del raddoppio d’ottava
se la definì “musica da selvaggi”. Neanche Ravel ecc., garantendo la coesistenza di due mondi ri-
e il Gruppo dei sei (Milhaud, Poulenc, Auric, Ho- tenuti inconciliabili, quello seriale e quello tonale.
negger, Durey e Germaine Tailleferre) ne subirono Stravinskij non si piegherà al serialismo, ma lo
influenze, anche se Stravinskij riferisce che Ravel trasformerà e lo assoggetterà al suo progetto. Il
fu l’unico musicista a capirla. D’Annunzio e Ca- suo concetto di libertà non sarà solo quello di sot-
sella, presenti alla prima, la difesero strenua- trarsi al potere imperante, ma anche quello di non
mente. Solo in Varèse                                                          sottomettere alcuno.
(Hyperprism del 1922) e in                                                     Stravinskij, a partire dal
Bartòk (Il mandarino meravi-                                                   1910, attraversò una crisi
glioso del 1926) ritroviamo                                                    religiosa che lo portò ad al-
qualche traccia della Sagra.                                                   lontanarsi dalla chiesa or-
Schönberg e i suoi allievi,                                                    todossa,        per       poi
impegnati nel formulare un                                                     riavvicinarsi intorno al
nuovo linguaggio musicale,                                                     1926, quando compose il
l’ammireranno da molto lon-                                                    Pater noster, la prima delle
tano. Più tardi Messiaen,                                                      sue composizioni sacre, se-
Boulez e Vlad studieranno e                                                    guita da un Credo e da
analizzeranno a fondo la                                                       un’Ave Maria, destinate
Sagra, anche se le loro opere                                                  alla     liturgia     russa.
rimarranno molto lontano                                                       Un’esperienza        mistica
dalla sua tecnica e dalla sua                                                  avuta nel 1926 durante
poetica.                                                                       una visita al Santuario di
Ma Stravinskij non si rite-                                                    Sant’Antonio a Padova, che
neva un sovversivo e nel suo                                                   lo stesso compositore defi-
libro Poetica musicale dice di                                                 nirà come “l’esperienza più
essere stato trattato come                     Igor Stravinskij                reale della mia vita”, e l’in-
un rivoluzionario, suo mal-                                                    contro amicale col filosofo
grado. Le opere successive di                                                  cattolico Jacques Maritain
Stravinskij sono quasi una reazione alla Sagra: la lo portarono ad avvicinarsi al cattolicesimo, anche
scrittura a blocchi si farà più lineare, le armonie se non abbraccerà mai la religione cattolica. Così
sovrapposte diventeranno più semplici, le linee descrive egli stesso questo momento particolare:
melodiche più diatoniche e le folgoranti innova- “Già da qualche anno prima della conversione
zioni ritmiche si ridurranno a strutture lapidarie. avevo coltivato uno stato d’animo di accettazione,
                                                      leggendo i Vangeli e la letteratura di argomento re-
Con Les Noces (1917-23) avviene un deciso cam- ligioso. Tornai alla chiesa russa piuttosto che a
biamento nella poetica stravinskiana: al posto del quella romana, perché mi sentivo legato a quella
lirismo e del gusto del divertimento diventa deter- lingua, a quelle preghiere che appartenevano alla
minante nella sua musica una ritualità sacra, mia infanzia”.
profondamente interiore e misteriosa.                 La religiosità di Stravinskij nelle future opere si fa

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Risveglio Musicale
sempre più trasparente e il suo universalismo cat-     voci bianche dei bambini. Era dai tempi di Bach
tolico lo porta a conciliare musicalmente le chiese    che non trovavamo sulla partitura la dedica a glo-
cristiane d’Oriente e d’Occidente. L’idea di alimen-   ria di Dio, così come era dal Cinquecento che nella
tare la sua ispirazione religiosa nasce in Stravin-    Cappella Sistina non cantavano le donne.
skij nel 1929, quando riceve dalla Boston              Stravinskij qui non cerca di esprimere la sua fede,
Symphony Orchestra la proposta di scrivere una         ma di inventare forme musicali religiose, alta-
composizione sinfonica per i cinquant’anni del         mente significative: non esprime la sua, ma la re-
prestigioso complesso. Per aggirare lo schema          ligiosità degli altri, quella di un coro immaginario,
della sinfonia romantica Stravinskij pensò ad un       rappresentato dal coro che effettivamente canta.
organico corale strumentale con pari dignità tra i     Il Salmo 150, che è il centro e il punto di partenza
due gruppi; così poteva rifarsi agli antichi maestri   dell’opera, è stato scelto per il suo respiro univer-
dell’arte contrappuntistica che li trattavano alla     sale, ma anche per la sua tematica musicale: “Lo-
pari, senza ridurre i cori ad un canto omofonico e     date Dio nel suo santuario… nel suo maestoso
l’insieme strumentale ad un semplice accompa-          firmamento… per le sue imprese… per la sua im-
gnamento. Da qui l’idea di utilizzare i Salmi di Da-   mensa grandezza… lodatelo con tutti gli stru-
vide ed in particolare l’intero e breve Salmo 150 e    menti”.
frammenti dei salmi 38 (versetti
13 e 14) e 39 (versetti 2, 3 e 4).
La prima esecuzione della Sinfo-
nia di Salmi avvenne a Boston il
13 dicembre 1930. Solo da al-
lora Stravinskij comincerà a ma-
nifestare      uno       sporadico
interesse nei confronti della mu-
sica sacra e liturgica.

Sinfonia di Salmi (1930)
In una condizione di “esalta-
zione religiosa e musicale”, come
scriverà più tardi lui stesso,
nasce dunque la Sinfonia di
Salmi, composta a gloria di Dio
nel 1930 a Nizza e dedicata alla
Boston Symphony Orchestra, in
occasione del cinquantesimo an-
niversario. Scartata l’idea di
comporre una Sinfonia classico-
romantica, Stravinskij riesuma
il concetto antico di sinfonia,
come “unione armonica di voci e
strumenti”, così com’era ai tempi
dei Gabrieli e Schütz. In que-
st’opera è assente ogni idea di
organizzazione formale e di svi-
luppo; la composizione è come
un grande polittico, in tre pan-
nelli, nei quali la musica si fa ie-
ratica      sacralità    liturgica,
sottraendosi alla storia e al
tempo. Nel coro è assente la se-
zione femminile, sostituita dalle

                                                                                                        15
La composizione si articola in tre movimenti,           dit mihi. Dopo l’esposizione dei due soggetti, affi-
senza soluzione di continuità, e dura circa 22 mi-      dati rispettivamente agli strumenti e al coro,
nuti.                                                   segue uno stretto della seconda fuga che porta a
Lo stile è quello della salmodia ebraica, con inse-     una sezione per coro a cappella, che è un fidente
rimenti contrappuntistici e fugati, mentre l‘armo-      atto di speranza nella misericordia divina. Lo
nia ruota spesso intorno alla triade con la sesta       stretto della prima fuga conclude il movimento.
aggiunta.                                               Stravinskij non vuole sottolineare immagini e/o
Ecco i testi completi dei Salmi, scelti dalla tradu-    concetti, ma vuole solo esprimere la suprema ten-
zione latina della Vulgata.                             sione dell’uomo temporale nel suo viaggio verso il
Primo movimento - Preghiera                             raggiungimento dell’eterno.
Exaudi orationem meam, Domine,                          Terzo Movimento - Adorazione
et deprecationem meam,                                  Alleluja!
auribus percipe lacrymas meas.                          Laudate Dominum in sanctis eius,
Ne sileas, quoniam advena ego sum apud te,              laudate eum in firmamento virtutis eius.
et peregrinus sicut omnes patres mei.                   Laudate eum in virtutibus eius,
Remitte mihi, ut refrigerer priusquam abeam,            laudate eum secundum multitudinem magnitudini
at amplius non ero.                                     eius.
Il primo movimento è un Preludio. Dopo accordi          Laudate eum in sono tubae,
netti di tutta l’orchestra, il coro, sostenuto dagli    laudate eum in psalterio et cithara.
oboi, sussurra la preghiera Exaudi orationem            Laudate eum in tympano er chori,
meam (dal Salmo 38): è una preghiera che, ini-          laudate eum in chordis et organo.
ziando con toni pacati, si evolve fino a diventare      Laudate eum in cymbalis bene sonantibus,
una drammatica invocazione dell’uomo solo da-           laudate eum in cymbalis jubilationis;
vanti a un Dio inflessibile. Il coro interviene ripe-   omnis spiritus laudet Dominum.
tendo ostinatamente due note: è un’invocazione          Alleluja!
molto incalzante che culmina sulle parole Ne si-        L’ultimo movimento è il più esteso ed è una lode
leas. L’effetto di angoscia dell’uomo peregrinus        a Dio di intensa e particolare espressività. L’Alle-
viene realizzato con la tecnica dell’eterofonia (un     luia, che dà inizio al Canticum novum, non è rea-
piccolo disegno musicale presentato da tutti gli        lizzata con scoppiettanti esplosioni di giubilo, ma
strumenti attraverso cellule sovrapposte e con          è una sommessa meditazione che, pian piano, a
ritmi diversi).                                         seguito di impulsi ritmici, marcati e frenetici, va
Secondo Movimento - Ringraziamento                      a confluire nel canto pacato delle parole Laudate
Expectans expectavi Dominum,                            eum in cymbalis. L’intero brano si chiude con una
et intendit mihi.                                       suggestiva e breve melodia dell’Alleluia, quasi bi-
Et exaudivit preces meas;                               sbigliata.
et eduxit me de lacu miseriae,                          Dall’analisi della composizione emerge la predile-
et de luto faecis.                                      zione di Stravinskij per gli strumenti a fiato, in
Et statuit supra petram pedes meos;                     quanto nell’organico mancano i violini e le viole
et direxit gressus meos.                                nella sezione degli archi e i clarinetti in quella dei
Et immisit in os meum canticum novum,                   legni. Imponente è invece la sezione degli ottoni,
carmen Deo nostro,                                      oltre alle percussioni, all’arpa e a due pianoforti.
Videbunt multi et timebunt;                             Il coro a 4 voci dispari ha le voci bianche al posto
et sperabunt in Domino.                                 dei soprani e dei contralti.
Il secondo movimento è una complessa doppia             Siamo di fronte ad un grande romanzo sonoro,
fuga strumentale e corale, basata su un contrap-        popolato di luci e di ombre, dove un tempo immu-
punto che si rifà ai modelli classici e che può fi-     tabile evoca la solenne maestosità di immagini bi-
gurare alla pari con i più grandi capolavori del        zantine che convivono con i ritmi arcaici e
contrappunto barocco. Qui Stravinskij dimostra          primitivi che avevano caratterizzato le prime
una grande perizia tecnica. La prima fuga in Do         opere.
minore è solo strumentale, mentre la seconda in         La Sinfonia di Salmi può essere annoverata tra le
Mi bemolle minore è riservata al coro, che canta        composizioni di musica sacra, non solo perché
le parole Expectans expectavi Domiunum et inten-        esprime contenuti religiosi e spirituali, ma soprat-

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Risveglio Musicale
tutto perché si configura essa stessa come testo         gliere l’attualità di Stravinskij scrivendo il famoso
sacro, come un monumento che possiamo scru-              saggio Stravinskij è vivo in contrapposizione all’al-
tare a lungo e che ci spinge ad attivare un pro-         tro saggio Schönberg è morto.
cesso di interrogazione, di ricerca e di senso           Stravinskij nella Messa non si accontenta di ri-
dell’eterno. L’ascolto della Sinfonia di Salmi folgorò   creare qui il contrappunto, più o meno organiz-
ed influenzò anche Petrassi e la sua ammirazione         zato, del periodo medioevale, ma di tornare
per quest’opera si concretizzò nelle composizioni        addirittura alle origini, alle prime forme di polifo-
Salmo IX del 1936, Magnificat del 1940 e Coro di         nia, come il discanto. Per lui il carattere proprio
morti del 1941.                                          della musica non è quello dell’espressione o di
                                                         quale linguaggio usare, ma quello della costru-
La Messa (1948)                                          zione.
Nel 1943 Stravinskij scovò in un negozio d’occa-         Il Kyrie e il Gloria vennero composti nel 1944,
sioni a Los Angeles alcune Messe di Mozart e rac-        mentre le altre parti negli anni 1947/48. Lui
conta che, dopo aver suonato al pianoforte quelle        aveva confidato allo scrittore britannico Evelyn
sdolcinature operistiche-rococò, si convinse che         Waugh che la sua Messa era liturgica e priva di
doveva scrivere una sua Messa, ma una Messa              abbellimenti, perché aveva salvaguardato il testo,
vera, che doveva essere consona alla funzione li-        soprattutto quello del Credo. Da sensibile cono-
turgica. Per questo prenderà le distanze dalle           scitore di teologia sapeva che il Credo era il punto
grandi composizioni non liturgiche del passato: la       centrale e basilare della fede cattolica.
Messa in Si minore di Bach, la Grande Messa in           La sua Messa, con un linguaggio atemporale, con
do minore di Mozart e la Missa so-
lemnis di Beethoven. Più tardi sco-
prirà     con    amarezza      che   la
destinazione liturgica non sarà, pur-
troppo, la sorte della sua Messa,
perché la Chiesa ne prenderà le di-
stanze. La Messa rimane una delle
poche opere di Stravinskij scritta
senza commissione.
Stravinskij non era cattolico e la sua
fede oscillava tra convinzioni sogget-
tive, mediate da suggestioni pagane
derivate dalla cultura greca e una
generica adesione alla chiesa orto-
dossa. L’approfondimento letterario
e filosofico e soprattutto lo scambio
di opinioni col filosofo cristiano Jac-
ques Maritain, lo avvicinarono alla
religione cattolica e lui era perfetta-
mente a conoscenza degli stilemi
classici coi quali si doveva affrontare
un testo sacro come quello della
Messa cattolica. I critici non seppero
cogliere la profonda trasformazione
che stava avvenendo nella musica di
Stravinskij, contrassegnando le sue
nuove composizioni col termine di
neoclassicismo, senza capire che egli
stava compiendo le più ardite inno-
vazioni del proprio stile partendo da
testi quasi sempre religiosi e per lo
più funebri. Fu Pierre Boulez a co-

                                                                                                          17
una strumentazione lontana dalle orchestre sin-         nella Messa Stravinskij prevede un’ampia forma
foniche, composta da soli dieci fiati (2 oboi, corno    simmetrica, con Kyrie e Agnus Dei, all’esterno,
inglese, 2 fagotti, 2 trombe, 3 tromboni e niente       che hanno frasi corali omofoniche, Gloria e San-
archi), sfugge alla categoria neoclassica ed è sem-     ctus, in posizione simmetrica, che alternano linee
plicemente un capolavoro. Vengono esclusi i corni       solistiche e frasi corali, e al centro il Credo, il mo-
e i clarinetti, per il loro timbro sensuale, a van-     vimento più importante sul quale si basa tutta
taggio del suono nasale degli oboi, privilegiando i     l’opera.
tromboni, con l’effetto di ottenere un timbro ar-       Il Kyrie è rigorosamente conforme alla triparti-
caico, simile a quello istaurato dai Gabrieli a Ve-     zione liturgica del testo: per tre volte Kyrie eleison,
nezia. Stravinskij cerca di evitare ogni melisma e      tre Christe eleison e tre Kyrie eleison. La scrittura
ogni fioritura, scegliendo l‘essenzialità della scan-   corale è polifonica, l’orchestra fa da cornice alle
sione sillabica di tipo salmodico, proprio per non      voci più che accompagnarle. Ricorre spesso nel
offuscare la comprensione delle parole, mentre          corso della composizione l’indicazione agogica
l’orchestra funge da cornice al testo, più che da       poco sfp, con lo scopo di ottenere un suono per-
effettivo accompagnamento.                              cussivo, ma subito seguito dal suo riverbero,
Come avverrà per il Canticum Sacrum del 1955,           quasi fosse il rintocco di una campana.
                                                                           Il Gloria inizia con una fanfara
                                                                           di stampo arcaico, con una scrit-
                                                                           tura polifonica a due parti. Le
                                                                           voci di fanciulli e di solisti dialo-
                                                                           gano con lunghi vocalizzi, per
                                                                           gradi congiunti, mentre il coro, a
                                                                           mezza voce fa eco a queste glori-
                                                                           ficazioni. Questo principio antifo-
                                                                           nale solisti-coro prosegue per
                                                                           tutto il Gloria, che risulta molto
                                                                           lontano dalle grandi masse corali
                                                                           e orchestrali usate nel classici-
                                                                           smo e nel romanticismo.
                                                                           Il Credo è il centro della compo-
                                                                           sizione in senso liturgico, musi-
                                                                           cale e temporale. L’intonazione
                                                                           del Credo è affidata al sacerdote,
                                                                           senza accompagnamento, così
                                                                           come avveniva col canto grego-
                                                                           riano. Il canto corale scandisce il
                                                                           testo quasi sillabandolo, mormo-
                                                                           rando, senza alzare la voce, ad
                                                                           eccezione di qualche passo. Le
                                                                           quattro voci enunciano tutte in-
                                                                           sieme il testo, senza ripetizioni,
                                                                           sullo sfondo di accordi tenuti dai
                                                                           fiati. Alle parole cuius regni non
                                                                           erit finis c’è un crescendo con
                                                                           una corona finale che ci orienta
                                                                           verso il giudizio universale. Su-
                                                                           bito dopo ritorna l’accordo ini-
                                                                           ziale con la scansione sillabica
                                                                           che conferisce al brano un ince-
                                                                           dere solenne e ieratico. Una se-
                                                                           conda elevazione della voce
                                                                           avviene alla parola ecclesiam, a

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Risveglio Musicale
conferma del dogma cattolico. Il Credo si conclude        bern, ma questo percorso di avvicinamento al se-
con l’Amen cantato a cappella.                            rialismo sarà molto cauto e non abbandonerà to-
La struttura simmetrica della Messa, con al cen-          talmente le sue caratteristiche stilistiche di un
tro il Credo, diventa evidente con il Sanctus,            tonalismo polare. La composizione dove troviamo
dove, come nel Gloria, ritorna l’alternanza antifo-       il primo tentativo di adottare, sia pur parzial-
nale delle voci soliste e il coro. Sul pleni sunt caeli   mente e liberamente il serialismo, è la Cantata.
c’è una fuga a 4 voci, con moti retti e contrari che      Stravinskij, infatti, qui usa una serie di sole dieci
caratterizzano l’Hosanna. Una polifonia più libera        note anziché dodici, molti intervalli sono uguali,
contraddistingue il Benedictus, mentre la conclu-         quando invece dovrebbero essere tutti diversi, e
sione, con coro e orchestra in blocchi omofoni, as-       non utilizza tutti i modi possibili della serie. Si
sume la sonorità di un grande organo. Nelle               tratta quindi di un primo tentativo di composi-
invocazioni del Sanctus vanno annotate le con-            zione seriale, che inaugura un gruppo di compo-
trapposizioni di valori cortissimi e lunghissimi.         sizioni dell’ultimo periodo della sua vita che
L’Agnus Dei alterna orchestra e coro in una               segnano una graduale acquisizione della tecnica
struttura antifonale simmetrica, come era avve-           dodecafonica.
nuto nel Kyrie (da qui la simmetria concentrica           La Cantata per soprano, tenore, coro femminile e
dell’intera opera). Da notare l’arte suprema dei          complesso strumentale (2 flauti, 2 oboi e violon-
terrazzamenti che crea inaudite e inimitabili so-         celli) composta negli anni 1951/52 segna il desi-
norità. La Messa si chiude in un clima di purifi-         derio di tornare a comporre su versi inglesi in
cazione e di decantazione.                                maniera più pura, dopo aver composto l’opera La
Il ricorso alla modalità, alla salmodia, al melisma       carriera di un libertino. Stravinskij sceglie testi
e all’antifona non è solo la ricerca di arcaismi, ma      anonimi inglesi del XV e XVI secolo, “versi che mi
la scelta di forme e stilemi che fanno parte della        attraevano non solo per la loro grande bellezza e
tradizione e della perennità della Chiesa. Sono           per la loro rigida sillabazione, ma anche per la loro
forme che in seguito diventeranno i cardini del-          costruzione che suggeriva una costruzione musi-
l’ispirazione stravinskiana.                              cale”. Sono poesie semi-sacre che esprimono un
La Messa cattolica di Stravinskij, così come quella       sentimento religioso contemporaneo.
del luterano Bach, si basa su principi arcaici e          La composizione ha la seguente forma simme-
dogmatici del cattolicesimo. Stilisticamente indica       trica, con al centro Ricercare II:
un momento di passaggio e segna l’inizio della            Versus I (Preludio – Canto funebre) - Coro
maturazione del tema religioso, che sarà domi-            Ricercare I (The Maidens – Le Vergini) - Soprano
nante nell’ultimo suo periodo, e la svolta verso la       Versus II (Interludio – Canto funebre) - Coro
dodecafonia, passaggio che sconcerterà ancora             Ricercare II (Sacred History – Storia sacra) - Te-
una volta i contemporanei e i suoi ammiratori.            nore
La Messa vedrà la prima esecuzione il 27 ottobre          Versus III (Interludio – Canto funebre) - Coro
1948 al teatro alla Scala di Milano, sotto la dire-       Ricercare III (Westron Wind – Vento dell’Ovest) -
zione dello svizzero Ernest Absermet, ma non avrà         Soprano e Tenore
quell’utilizzo liturgico che Stravinskij sperava e        Versus IV (Postludio – Canto funebre) - Coro
vivrà, purtroppo, solo nelle programmazioni con-          Quello della simmetria, che ritroviamo spesso
certistiche internazionali.                               nelle Cantate di Bach, è un concetto che piace
                                                          molto a Stravinskij, perché gli dà la possibilità di
La Cantata (1952)                                         conferire un’importanza particolare al brano cen-
Stravinskij prima degli anni Cinquanta non aveva          trale e trattare le ali con il principio dell’alter-
mai adottato la tecnica seriale della Scuola di           nanza simmetrica. Il termine Ricercare viene
Vienna e non aveva mai incontrato Schönberg,              adoperato da Stravinskij nel significato antico del
neanche quando, ambedue in America, abitavano             termine, di composizione polifonica molto elabo-
a poca distanza, ma lo aveva sempre rispettato.           rata. I Versus sono affidati al coro, hanno un ma-
Dopo la morte di Schönberg (1951) e dei due suoi          teriale musicale identico e disposizioni ritmiche e
maggiori allievi Berg (1935) e Webern (1945),             melodiche variabili. Il centro (Ricercare II), che ha
Stravinskij, grazie soprattutto ai consigli del-          come testo una Sacred History del tempo elisabet-
l’amico Robert Craft, si avvicina al serialismo e         tiano, è il brano più lungo ed ha una struttura se-
inizia a studiare e ad ascoltare le partiture di We-      riale.

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