Anita Garibaldi - Camicia Rossa
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ANNO XXXVIII - N° 2-3 MAGGIO-DICEMBRE 2018 Firenze - Piazza S. Martino 1 POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (Conv. in L. 27.2.2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Firenze TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI Anita IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL'UFFICIO P.T. C.M.P. FIRENZE DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA ANNA MARIA DE JESUS RIBEIRO 30 AGOSTO 1821 4 AGOSTO 1849 Garibaldi VERSO IL BICENTENARIO
IN QUESTO NUMERO SOMMARIO Approssimandosi la ricorrenza dei 200 anni dalla nascita di Anita EDITORIALE Garibaldi si apre con questo numero il ricordo dell’eroina dei due mon- Ricordare Anita di, raffigurata nell’immagine di copertina ed alla quale sono dedicate Annita Garibaldi Jallet pag. 3 diverse pagine, oltre all’editoriale della presidente della nostra Asso- ciazione nonché discendente di Giuseppe e Anita. Prendendo spunto PRIMO PIANO da una bella biografia di recente pubblicazione, ne parla la nostra Anna Un libro per conoscere Anita e i Maria Lazzarino Del Grosso in un articolo che va oltre una recensio- percorsi della sua memoria ne per assumere il carattere di un approfondito saggio critico sul per- Anna Maria Lazzarino Del Grosso 4 sonaggio. Gli anni della speranza Abbiamo voluto mettere “in primo piano” anche un contributo sul Edmondo Paolini 7 tema dell’Europa – oggetto di così tante critiche politiche in questi ul- timi tempi – fornito da Edmondo Paolini, europeista della prima ora, Sulle tracce dei garibaldini che ci ricorda come nell’immediato secondo dopoguerra si sia persa la di Domokos 8 prima occasione di unificare l’Europa sotto la spinta unitaria della Re- sistenza e ci fa intravvedere la strada per il rafforzamento dell’Unione STORIA Europea a dispetto di chi oggi la vuole smontare. La Repubblica Romana del 1849 Dopo aver commemorato personaggi e fatti della “primavera dei po- Gian Biagio Furiozzi 9 poli”, il 1848, ci prepariamo a celebrare i 170 anni della Repubblica Ro- mana del 1849 e questo ci da motivo per pubblicare, già a partire da LIBRI RICEVUTI 10 questo fascicolo, sia contributi di carattere storico, sia l’articolato pro- Francesco Cattaneo gramma di iniziative culturali proposto dalla neonata Federazione Cen- Donato D’Urso 11 tro Italia della nostra ANVRG e che, auspichiamo, sia d’interesse an- che per la Regione Lazio, destinataria del progetto. Il capitano garibaldino Giuseppe Non potevano mancare i resoconti più significativi di quanto le no- Scarperia stre sezioni organizzano sul territorio – dai tradizionali appuntamenti Angelo Grimaldi 12 rievocativi alle iniziative in ricordo della fine della Grande Guerra e del- la partecipazione dei volontari garibaldini alle campagne risorgimentali Mazzini e la Banda Nathan e resistenziali - a dimostrazione di una vivacità associativa che fa ben Giovanni Zannini 13 sperare. (s.g.) Una lettera di Jessie White Mario a Carducci I NOSTRI CONTATTI ONLINE Antonello Nave 15 Sito internet dell’Associazione: anvrg.org Robespierre Caponi Sito internet di “Camicia Rossa”: camiciarossa.org Andrea Spicciarelli 17 Sito internet dell’Ufficio Storico: memoriegaribaldine.org INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA BIBLIOTECA GARIBALDINA 18 -presidenza nazionale: anvrgpres@libero.it -direzione dell’Ufficio Storico: ufficiostoricopsp@gmail.com NOTIZIARIO -direzione di “Camicia Rossa”: camiciarossa@anvrg.org Due libri a Caprera 23 camiciarossa@virgilio.it Romagna e Brasile nel ricordo di Anita 24 Camicia Rossa Organo ufficiale dell'ANVRG - Largo Porta S. Pancrazio 9 - 00153 Roma A Modigliana celebrato il 1848 27 Direttore responsabile - Sergio Goretti Direzione, redazione e amministrazione - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze Curtatone e la Romagna Toscana Sottoscrizione permanente - versamenti in c/c postale n. 10420529 intestato a «Ca- Alessandro Minardi 27 micia Rossa» - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze - Codice IBAN per bonifici: IT68S0760102800000010420529 - Gratis ai soci dell'ANVRG La Grande Guerra vista dalla La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Non si restituiscono manoscritti, anche Romagna Toscana 28 se non pubblicati. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli proposti con le modifiche e la veste grafica che ritiene più opportune. È consentita la riproduzione di articoli o parte di Per il 170° della Repubblica essi solo se ne viene citata la fonte. Ogni forma di collaborazione è assolutamente gratuita. Romana 29 Impaginazione e stampa - ITS Sarnub Autorizzazione del Tribunale di Arezzo n. 5/84 del 15.3.1984 - Iscrizione R.O.C. n. 9708. Partizani a La Maddalena 30 Il numero è stato chiuso il 30-11-2018 L’immagine di copertina del busto di Anita Garibaldi è tratta RICORDIAMOLI 31 da: Giuseppe Guastalla “Garibaldi nel bronzo e nel marmo” p.178 – Silvana Ed. Milano 2012. Elaborazione grafica a cura di Simone Zappaterreno 2 CAMICIA ROSSA
RICORDARE ANITA La decisione del direttore della nostra rivista di dedicare molta attenzione ad una delle rare figure femminili del nostro Risorgimento, una combattente veramente speciale, Anita Garibaldi, cavalca l’interesse nascente di studiosi e animatori culturali per la giovane brasiliana della quale nel 2021 ricorrerà il duecentesimo anniversa- rio della nascita. E’uscito da poco un libro importante a lei dedicato, ad opera della prof. Silvia Cavicchioli, og- getto in questo stesso numero di una recensione della prof. Anna Maria Lazzarino Del Grosso. La stessa au- trice del libro, e altre autorevoli studiose del Risorgimento come la prof. Eva Cecchinato, hanno già esposto le loro interpretazioni della figura della sposa dell’Eroe dei due mondi nei salotti più importanti della RAI. Su un al- tro registro, il Museo Renzi ha dedicato studi e ricerche alla creazione di un romantico omaggio, una rosa, che porta il nome di Anita. All’iniziativa ha aderito con entusiasmo l’Istituto Culturale Anita Garibaldi di Laguna, che ha fatto visita alla nostra Associazione a Roma ed è stato accolto fraternamente dalla Romagna garibaldina. L’Istituto è presieduto da Adilcio Cadorin, già sindaco di Laguna nel 1982. Egli dedicò, nel centenario della mor- te di Giuseppe Garibaldi un omaggio altrettanto sentito alla sua consorte, così come fu fatto in tutto lo stato del Santa Catarina e del Rio Grande do Sul, quelle terre attraversate dalla Rivoluzione Farroupilha dove Garibal- di e Anita si sono conosciuti ed hanno combattuto per la prima volta fianco a fianco. E’ stato il sindaco Cadorin ad attribuire, dopo approfondite ricerche, una data di nascita ad Anita, venuta alla luce a Morrinhos ora Lagu- na. E’ attendibile la data del 30 agosto 1821. A Porto Alegre il primo monumento a Giuseppe e Anita assieme è del 1913. L’immigrazione europea, tedesca, italiana soprattutto, ha fatto del Sud del Brasile una terra aperta ai contatti internazionali, in un momento in cui il grande paese di lingua portoghese cercava la sua identità na- zionale. Le idee di Livio Zambeccari, l’eredità della Rivoluzione francese testimoniata dal berretto frigio sulla bandiera del Rio Grande do Sul che porta la data del 20 settembre 1836, hanno pervaso la giovane nazione come il nostro Risorgimento. Questo era il contesto nel quale maturarono idee, valori e sentimenti di Giuseppe e Anita. Molto più tardi fu l’incontro temporale tra il dittatore brasiliano originario del Rio Grande do Sul, Getulio Vargas, e l’omologo italiano Benito Mussolini a far sì che, ognuno per le proprie ragioni, si esaltasse la figura di una donna, celebre nei due mondi. Non erano mancati gli autori italiani per ricordare la consorte del Generale, sua pari nel coraggio e nel sacrificio. Il testo più importante rimane quello di Giuseppe Bandi, edito nel 1889. Bandi è il primo a dedicare un libro ad Anita in prima persona, non nel contesto di una biografia del Generale. Il libro conosce riedizioni nel 1908 e successivamente, fino al 2014. Ma fu soprattutto in Romagna che rimase vivo, dopo la sua morte, il culto di Anita, lì sepolta frettolosamente nel 1849 nella terra della fattoria Guiccioli per approdare al cimitero di Nizza nel 1859, e infine nel suo monumento a Roma. Da quella fedele e generosa ter- ra è nato il mito che avvolge la giovane donna. Ha incontrato altro terreno fertile in Brasile, ha seguito il fiume dell’emigrazione italiana nel mondo, superando assieme allo sposo, per i valori che incarnano e per quello che di misterioso hanno i simboli e i miti, la sola rappresentazione dell’identità italiana per elevarsi a mito universale. Esiste un solo ritratto dal vivo di Anita, quello realizzato dal pittore Gallino a Montevideo, ma sono stati tanti i pittori e scultori tentati di ritrarla, da Giuseppe Ferrari a Giuseppe Guastalla, a Mario Rutelli, autore del monu- mento già approntato nel 1906 e realizzato con una pistola in meno ed il bimbo in più, diremo ingentilito. Il pro- nipote dello scultore, Francesco, ha voluto testimoniare per noi in occasione di un convegno romano nel 1999, che il volto dell’Anita al Gianicolo è quello della sua bisnonna Graziella. Un cavallo rampante comunque, ad onorare i morti in combattimento, per la donna che ha combattuto da soldato in Brasile, nella Repubblica Ro- mana, che ha vissuto il calvario della ritirata da Roma verso Venezia, non una fuga ma la speranza di altra resi- stenza, senza voler raggiungere i figli a Nizza e lasciare il suo Generale che forse non avrebbe rivisto mai più. Noi non imbastiremo romanzi attorno alla figura di questa donna simbolo del nostro Risorgimento, attorno ad una donna che ha saputo interpretare il suo ruolo con una modernità straordinaria, ponendosi a fianco del- lo sposo per combattere la sua stessa battaglia. Del resto è come soldato che nelle sue Memorie Garibaldi la ricorda. Evocheremo la sua storia, il superamento della condizione, bella ma riduttiva per lei, di donna unita all’uomo del quale ha sposato la vita per sempre, e madre che dedica l’ultimo pensiero ai figli lontani affidando- li a lui. Ricorderemo che nella lotta per la libertà fu simbolo della Resistenza, di tutte le resistenze, tanto quan- to lui. La sua figura non si è mai fatta strumentalizzare, muta davanti all’omaggio del 1932, ben più longeva sul colle degli eroi di chi l’ha voluta. Come nella bella epigrafe di un monumento di Romagna, ricorderemo che “fu per Garibaldi, Anita, la vivente immagine della libertà”. E non solo per lui. Per i 500 anni della sua nascita, nel 2000, il -per noi- giovane Brasile l’ha ricordata ed ancora la ricorderà nei suoi 200 anni, assieme all’Uruguay dove seppur fosse moglie di un ufficiale combattente per la difesa di Mon- tevideo, conobbe la dolcezza di una modesta casa dove dare vita ai suoi figli, dopo la terribile avventura del- la nascita di Menotti, nella fuga a cavallo davanti alle truppe dell’Imperatore portoghese, ai piedi di un grande albero nei pressi della piccola Mostardas. La ricorderemo non come rituale omaggio ma pensando alle donne coinvolte come lei nell’orrore delle guerre, separate dai loro figli, con il marito combattente lontano. Anche se non ha superato l’ostacolo della scrittura, accoglieremo il suo messaggio: assumere pienamente la scelta fatta, i valori sposati, l’amore donato, per valori che ancora oggi assieme a lei dobbiamo onorare e forse riscoprire. Annita Garibaldi Jallet CAMICIA ROSSA 3
PRIMO PIANO UN LIBRO PER CONOSCERE ANITA GARIBALDI E I PERCORSI DELLA SUA MEMORIA di Anna Maria Lazzarino Del Grosso Meritatamente ospitato nella prestigiosa collana nazifascismo e dalla realizzazione, nella seconda pa- “Einaudi Storia”, il volume di Silvia Cavicchioli dal tito- tria che aveva fatto propria, del sogno repubblicano e lo Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi (Torino, 2017) democratico che li aveva uniti. costituisce un contributo d’ora in poi ineludibile per chi Emblematiche dell’incompatibilità dell’Anita reale voglia approfondire sulla base dei dati storici ad oggi con i tentativi di ingabbiamento in icone precostituite, disponibili la conoscenza della figura umana e della in questo caso platealmente funzionali a obiettivi po- vicenda biografica di Anita Garibaldi, così come le cir- litici contingenti del tutto opposti a quelli perseguiti da costanze e i protagonisti delle operazioni di memoria Garibaldi e appassionatamente fatti propri dalla giova- pubblica che, con varietà di registri, intonazioni e in- ne brasiliana, sono le parole con le quali la Cavicchio- tenzioni, legati ai tempi e agli ambienti, nel corso del li conclude il libro, a commento del discorso che Anio primo secolo seguito alla sua tragi- Bignardi, segretario dell’Unione La- ca morte, ne hanno alimentato, in voratori dell’Agricoltura, pronunciò il Italia come nel natio Brasile, un mito 20 dicembre 1939 in occasione della di risonanza mondiale. Basta scorre- posa della prima pietra di un borgo re velocemente (ma chi ha interessi agricolo del Ferrarese a lei intitolato, studiosi non potrà non farne oggetto pretendendo di accostarne il marti- di vaglio minuzioso e fruttuoso) il ric- rio a quello di quattro fascisti morti co apparato di note posto in coda al in uno scontro con i socialisti: “ogni testo (scelta editoriale consolidata, tentativo per semplificare la sua vi- che tuttavia un po’ sacrifica l’imme- cenda umana, per stereotiparne diata fruizione del patrimonio di sa- l’immagine, ieri come oggi, sembra pere che lo sorregge), per avere con- infrangersi di fronte allo spirito indo- tezza dell’immane lavoro di ricerca e mito di Anita, donna forte, coraggio- scandaglio di fonti, in particolare me- sa, libera”. morialistiche, epistolari, documenti, Fortezza, coraggio e anelito alla giornali, prodotti dell’arte figurativa, libertà, individuale e collettiva, sono letteratura critica o popolare, sotteso infatti le caratteristiche salienti del- a ciascuno dei quattro capitoli in cui la sua personalità, non solo come il volume si articola. Intento dell’au- consegnata al mito, ma anche reale, trice è sia, in primo luogo, sceverare che emergono nel corso dello svolgi- dall’immaginario mitografico e all’in- mento del primo denso capitolo del terno di una tradizione storiografica libro, inteso a restituirne il ritratto di- in parte spuria e imprecisa, i fatti e namico attraverso il susseguirsi del- le testimonianze che consentono di scrivere la “vera le notizie fattuali fornite da una molteplicità di testimo- storia” di Anita, sia ricostruire e spiegare i tanti per- nianze. Vi sono ripercorsi alla luce della storiografia corsi della memoria a lei dedicati, in Italia, Brasile e più attendibile, brasiliana per quanto riguarda le po- non solo, nel periodo che corre tra la metà del secolo che notizie disponibili sulla famiglia e sui primi diciotto XIX e le celebrazioni mussoliniane del 1932, ispirate anni della sua vita a Laguna, fino al suo incontro con dalla ricorrenza del cinquantenario della morte di Giu- Garibaldi, e prevalentemente italiana con riferimento seppe Garibaldi e orientate da finalità connesse agli al decennio successivo, integrata dal vaglio diretto di obiettivi propagandistici del regime. L ‘inaugurazio- una quantità significativa di fonti e documenti, i diver- ne a Roma del monumento equestre di Mario Rutel- si passaggi della breve e avventurosa esistenza del- li, il 4 giugno 1932, posto sul Gianicolo vicino a quello la giovane catarinense. La narrazione, che si avvale del suo sposo, e l’inumazione solenne, avvenuta due di una scrittura avvincente e capace di sapienti effet- giorni prima, delle sue tormentate spoglie alla base di ti visivi, con una precisione descrittiva che ne assimi- esso, intesero cristallizzare in senso fascista la nazio- la il risultato a un efficace “reportage” giornalistico, si nalizzazione della sua figura eroica e già popolarissi- fa sempre più dettagliata nel dipanarsi dell’ ultimo de- ma, ma al tempo stesso senza volerlo l’hanno conse- cennio della vita di Anita, indissolubilmente intreccia- gnata, così innalzata in un luogo simbolo di interesse ta a quella di Garibaldi e proprio per questo assai me- universale, al futuro di libertà finalmente consono agli glio illuminata rispetto alla ancor oggi alquanto oscura ideali e al segno principe del suo sodalizio amoroso fase precedente. con l’Eroe dei due mondi, dischiuso dalla caduta del È l’epopea brasiliana, che la vede, tra l’agosto del 4 CAMICIA ROSSA
1839 e i primi mesi del 1841, condividere senza esi- scelte, così in contrasto con il cliché ottocentesco, e in tazioni, a fianco del suo uomo, combattimenti, rischi parte ancora odierno, dei doveri femminili e materni in drammatici e penosi disagi a sostegno della rivoluzio- particolare, è la sua sola volontà ad imporsi, incuran- ne “farroupilha” della Repubblica del Rio Grande do te persino, nelle ore più difficili, delle preoccupazioni Sul, dopo la caduta di quella catarinense, a mettere e delle preghiere del marito, e però coerente, come si in luce il suo spirito libero, indomito, la sua audacia esalterà specialmente nella prima fase della costru- e determinazione, il suo coraggio eroico e un amore zione della sua memoria, ad opera in primo luogo di assoluto per colui che ha scelto di seguire a dispetto Garibaldi ma anche di molti altri protagonisti della di- di ogni convenzione, come anche la sua sollecitudine fesa della Repubblica romana, con il supremo valore materna per il piccolo Menotti, messo al mondo nel- garibaldino del sacrificio di sé fino al martirio per la le più difficili circostanze. Ce ne informano soprattutto causa della libertà della patria e dei popoli fratelli. i brevi ritratti usciti dalla penna di Garibaldi negli anni Al canone letterario del martirologio, inaugurato al immediatamente successivi alla sua morte, e le varie tempo della Rivoluzione francese, e rimesso in voga redazioni delle sue Memorie, compresa naturalmente nell’Italia risorgimentale, soprattutto dai democrati- la fortunata versione di Dumas, anche se all’interno di ci, anche grazie al diffondersi dell’editoria popolare e esse - avverte la Cavicchioli - bisogna saper distingue- all’accesso ad essa di un numero sempre più alto di re “il grano dal loglio”, ovvero verità fattuali e leggenda lettori e lettrici, è dedicato il secondo capitolo del vo- agiografica. Questi tratti della sua figura, confermati lume, che passa in rassegna la produzione letteraria dalla sua partecipazione alle vicende del 1848-49 e e ogni altra modalità di comunicazione al pubblico in- dal suo drammatico epilogo, risultano indiscutibili. Nel tesa a promuovere, facendone il veicolo di un mes- periodo uruguayano, malgrado le migliorate condizio- saggio patriottico, il culto dell’eroina, la cui tragica fine ni di vita (una vita comunque modesta e ai limiti della è addebitata ai nemici dell’Italia: l’Austria, il Papato, povertà) e l’ortodossia sociale assicuratale dal matri- la monarchia borbonica, e naturalmente anche una monio certo più sofferto per le lunghe lontananze di Francia traditrice dei valori repubblicani. E’ lo stesso Garibaldi impegnato a sostenere la lotta della Repub- Garibaldi a inaugurare questo filone commemorativo, blica Orientale contro gli attacchi delle forze rosiste, è esercitando fino alla fine – rileva l’Autrice – uno stretto la cifra della maternità, destinata anch’essa a divenire controllo sulla memoria di Anita, volutamente lascian- parte del suo mito, a contrassegnarla. In questi anni do in ombra due momenti cruciali della sua storia: le nascono a Montevideo gli altri suoi figli, Teresita, Ro- circostanze iniziali della loro relazione, che ponevano sita e Ricciotti, ed a loro Anita si dedica interamente. il problema del matrimonio di Anita col calzolaio Ma- La morte della piccola Rosita, il 23 dicembre 1845 - noel Duarte, e quelle, tanto discusse dai denigratori racconterà Garibaldi nelle Memorie - rischia di farla del Generale, della sua morte e sepoltura presso la impazzire dal dolore: per consolarla egli la fa venire al Fattoria Guiccioli. La novità è rappresentata - nota la campo dove è di stanza con la Legione Italiana, all’in- Cavicchioli, che del resto ha già menzionato nel capi- domani della glorioso battaglia di San Antonio del Sal- tolo precedente la partecipazione di molte donne alla to, ma non risulta una sua partecipazione alle attività difesa della Repubblica romana, a vario titolo, compre- militari di quei mesi. se, come nel caso della giovane umbra Colomba An- Cavicchioli mette l’accento sul rapporto di parità tonietti, uccisa sui baluardi di San Pancrazio, le azioni che ha caratterizzato in tutta la sua durata la relazio- belliche - dall’estensione al femminile dell’immagina- ne tra Giuseppe e Anita, una parità conforme al carat- rio del martire patriota, di cui Anita diventa il simbolo tere di lei ma anche alle convinzioni di lui sul valore, per eccellenza. In ciò l’Autrice evidenzia un momento sul ruolo e sui diritti della donna. Rapporto che viene “di modernizzazione della politica e dei linguaggi nel ulteriormente in luce nella fase italiana della vita di campo dell’editoria e della letteratura”. La rappresen- Anita: è sposa, madre, ma anche collaboratrice politi- tazione di Anita resta peraltro e resterà ancora a lungo ca, come mostra la lettera che, appena giunta a Ge- subordinata a quella di Garibaldi, e il mito che preco- nova, sebbene analfabeta, si fa scrivere, probabilmen- cemente ne risulta si condensa tutto nella scena del te dal suo ospite Giuseppe Matteo Antonini, console suo calvario finale, dando luogo a una figura di eroi- dell’Uruguay, per il marito rimasto ancora a Montevi- smo romantico, che si consolida e resiste nel tempo, deo, e nel corso della ritirata da Roma di nuovo pre- divenendo icona universale del martirio democratico ziosa collaboratrice militare, quasi fosse uno dei suoi dell’Ottocento, e che si riverbera sullo stesso Garibal- ufficiali. Dopo la nuova separazione seguita alla par- di, martire nel dolore della sua perdita e in tutte le al- tenza di Garibaldi, poco dopo il suo arrivo a Nizza, per tre sofferenze patite per la causa nazionale. Al canone unirsi con i suoi volontari alla forze rimaste in guerra martirologico si associano le liturgie funerarie, volte a contro l’Austria, l’ Anita amante avventurosa e quando dare degna sepoltura ai corpi dei caduti, istanza mol- necessario intrepida guerriera al fianco del suo Ge- te volte espressa da Garibaldi nei confronti dei propri nerale, sprezzante del pericolo e pronta a ogni sacri- compagni: un tema acutamente sviscerato nel volume ficio, riprende il sopravvento e la nuova maternità che per introdurre il racconto delle peripezie dei resti di si annuncia nell’ultima fase è vissuta, fino alla malattia Anita, dal primo luogo di frettolosa sepoltura, che die- e malgrado essa, con la stessa nonchalance di quan- de origine ad orribili sospetti, alla traslazione nel cimi- do portava in grembo Menotti, certo fiduciosa che tut- tero di Sant’Alberto, poi nel sacello della vicina Chiesa to sarebbe andato bene come allora. Anche in queste parrocchiale di San Clemente, in attesa dell’arrivo di CAMICIA ROSSA 5
Garibaldi, che con i figli Menotti e Teresa e con l’amica no le è intitolato a Ravenna nello stesso anno. Accan- Speranza von Schwartz, Bixio e Bonnet, nel settem- to al cliché sacrificale, che permane, si fa strada una bre 1859 si reca a rilevarli per trasferirli al cimitero di raffigurazione più variegata, che comprende gli episo- Nizza, dove rimarranno fino al 1931, allorché ha inizio di della sua vita di eroina guerriera, in Sudamerica, e l’ultimo e definitivo viaggio, dapprima a Genova e poi, il suo duplice ruolo di compagna devota dell’eroe dei sfumata la destinazione di Caprera, a Roma. due mondi e di madre virtuosa, da erigere a modello. Dell’eco internazionale dell’immagine di Anita mar- Cavicchioli rileva come entrambe le caratterizzazioni, tire diffusa da Garibaldi e dai suoi compagni, trasfi- popolarissime, si siano affiancate nella seconda metà gurata in eroina romantica soprattutto dalla penna di dell’Ottocento, ciascuna prevalendo sull’altra a secon- Dumas, eco amplificata dalla popolarità conquistata da del contesto storico, e ne analizza il riflesso nell’ab- dal Generale con l’impresa dei Mille, la Cavicchioli bondante iconografia del periodo, in pagine di grande si occupa nel terzo capitolo, dal titolo “Modelli di rap- interesse, specie per il lettore non specialista di storia presentazione di un’eroina internazionale”. Garibaldi dell’arte. Un altro tema sviscerato è quello del valore e la sua compagna, rappresentati pedagogico attribuito all’icona di in chiave romantica, si “popola- Anita in questi anni di costru- rizzano” grazie a una serie di zione del carattere nazionale operazioni editoriali, puntual- nella sua versione femmini- mente richiamate e illustrate le; non manca il rilievo del- nel volume, anche nell’opinio- la sua eccentricità rispetto ne pubblica inglese e france- al modello di virtù domesti- se, oltre che in Italia, nonché ca, sottomissione al marito grazie al diffondersi di nuovi e totale dedizione all’educa- dispositivi mediatici “a forte zione dei figli diffuso in Italia impatto visuale”. dalla classe dirigente post-u- Con la morte di Garibaldi nitaria, che spiega l’assenza inizia il periodo della gestio- di riferimenti al suo nome, a ne pubblica della memoria volte dovuti anche alla sua risorgimentale e di Anita in condizione di “straniera” o particolare; si fa strada nel- alla sua condizione di incolta, le versioni ufficiali l’immagi- in diversi repertori di donne ne conciliatoria dell’Eroe dei esemplari della storia, pun- due mondi, “rivoluzionario di- tualmente richiamati nel volu- sciplinato” ormai assunto nel me, dall’esplicito intento pe- Pantheon dei padri della pa- dagogico. Tra le collaboratrici tria. Inizia però anche un in- del giornale mazziniano “La teresse propriamente storio- Donna”, che anch’esso mira- grafico per la sua biografia e va a formare le nuove citta- per quella di Anita, al riguar- dine italiane, solo Anna Ma- do non più frenato dai veti di ria Mozzoni e Giulia Cavallari Garibaldi o dal timore di “mac- Cantalamessa la menzionano chiare” la fama di virtù di entram- in termini lusinghieri, esaltandone, bi, in particolare sulla questione del primo matrimo- come fa in particolare quest’ultima, la specificità fem- nio e sulle congetture malevole concernenti la morte minile, mentre Garibaldi ne aveva soprattutto elogiato e la sepoltura della giovane, del resto sfatate da un’in- le qualità virili tipiche del soldato. chiesta giudiziaria. Sono così passate in rassegna e Sarebbe invece spettato al fascismo proporre alle confrontate fra loro le principali biografie dedicate a giovani italiane l’immagine di un’Anita moglie e ma- Garibaldi negli ultimi due decenni dell’Ottocento, com- dre amorevole, depotenziandone ogni carica eversi- prendenti diverse pagine su Anita: da quella di Guer- va del modello femminile tradizionale. Alla storia e alle zoni, a quelle di Jessie White Mario e di Speranza von modalità di questa operazione, che ebbe tra i prota- Schwartz. Nell’opera della White Cavicchioli scorge gonisti il nipote Ezio Garibaldi, generale della Milizia l’emergere, con la sua sottolineatura del ruolo di Ani- e magna pars delle celebrazioni del 1932, è dedicato ta nelle vicende garibaldine, di una volontà di esalta- l’ultimo capitolo del libro, aperto da un diffuso para- zione dell’apporto femminile alle lotte risorgimentali, grafo sulle molteplici iniziative di conservazione del- e rileva anche il primo palese accenno all’esistenza la memoria di Garibaldi e di Anita nei luoghi della loro di un primo marito di Anita. Ma inizia anche negli anni sofferta e infine tragica ritirata da Roma e in particola- ‘80 dell’Ottocento la serie delle pubblicazioni, dei mo- re a Ravenna e in tutta la Romagna, dove si afferma numenti, delle vie, piazze e delle produzioni iconogra- un radicato culto popolare, con vere e proprie liturgie, fiche a lei esclusivamente dedicati: la prima biografia, vivo ancor oggi, alimentato dai prevalenti sentimenti di Giuseppe Bandi esce nel 1889, sotto lo pseudoni- democratici e repubblicani dei suoi abitanti. Sulle li- mo di “Piccione Viaggiatore”, nel cinquantenario della turgie funerarie utilizzate dal regime fascista per ac- morte, celebrato a Livorno; il primo monumento italia- crescere il consenso al progetto di un’Italia “grande” 6 CAMICIA ROSSA
e collegare le onoranze ai caduti della Grande Guer- ra, ai martiri del Risorgimento e ai camerati della pri- GLI ANNI DELLA SPERANZA ma ora, all’affermazione della continuità tra il volonta- di Edmondo Paolini rismo patriottico garibaldino, l’eroismo risorgimentale e il volontarismo delle camicie nere l’Autrice si soffer- Alla fine della guerra, la spartizione del mondo in ma nelle suggestive pagine finali del volume, che illu- due sfere di influenza, quella americana e quella rus- strano con ricostruzioni di grande efficacia, fondate su sa, fecero cadere le illusioni di un ruolo autonomo documentazione di prima mano e su testimonianze di dell’Europa nel contesto della politica mondiale. osservatori diretti, sia la complessa vicenda dell’ere- Malgrado le solenni dichiarazioni di unità di inten- zione del monumento romano e delle trasformazioni ti, espresse durante la guerra nelle conferenze dei tre subite dall’originario progetto presentato dallo stesso Grandi, Churchill, Stalin, Roosevelt, a Teheran nel no- Rutelli nel 1907 per approdare alla versione definitiva, vembre 1943 e a Yalta nel febbraio 1945, il clima di sia tutto l’iter della traslazione dei resti di Anita fino al collaborazione si deteriora rapidamente: fra Gran Bre- loro approdo finale. tagna e Stati Uniti da una parte e Unione Sovietica Come già nel primo capitolo, con le straordinarie dall’altra (ma soprattutto fra questi due ultimi paesi) pagine che, sulla scorta dei dati forniti dalla memoria- nascono i primi contrasti a proposito dell’applicazione listica e soprattutto del risultato dell’appassionato la- degli accordi di Yalta e dei negoziati di pace con i tre voro di ricerca “sul campo” svolto nell’ultimo decennio paesi sconfitti, Italia, Germania ed Austria. dell’Ottocento da Raffaele Belluzzi, consentono al let- Questa ripartizione in due zone di influenza assu- tore di seguire quasi ora per ora, il percorso e le soste meva anche connotazioni diverse, dovute a motivazio- di Anita e Garibaldi, da Roma alle Mandriole, e qua- ni obiettive: mentre l’Unione Sovietica, per la sua pre- si di vederla, come in un filmato, persino nel suo ab- senza fino al cuore della Germania, sviluppava una bigliamento, dapprima ancora amazzone intrepida e egemonia di tipo militare (e la soffocazione della rivol- focosa e poi via via trasformarsi in una maschera di ta cecoslovacca nel 1948 ne è un esempio, destina- sofferenza, anche quest’ultima parte chiama ad as- to, purtroppo, ad essere seguito negli anni successivi) sistere allo scenario dinamico che conclude la “vera gli Stati Uniti d’America, distanti dall’Europa migliaia storia” dell’Anita mortale, con il particolareggiato re- di chilometri, si orientavano per una egemonizzazione soconto dell’ultimo viaggio delle sue povere spoglie di tipo economico, anche se il possesso della bomba da Nizza fino al monumento destinato ad accoglierle, atomica permetteva loro di operare una dipendenza delle sue tappe, del corteo che l’accompagna, della militare (l’ombrello atomico). cerimonia di inumazione, il 2 giugno 1932, definita dai Era questo il quadro politico nel quale i federalisti giornali, per la sua trionfalità e partecipazione popola- europei si ritrovarono, dopo la constatazione di aver re, “apoteosi di Anita”, e di quella, più severa e riserva- perduto la prima grande occasione per unificare l’Eu- ta, dello scoprimento del monumento, il 4 giugno, per ropa sulla spinta ideale unitaria della Resistenza. Scri- mano della regina Elena. Il discorso di Mussolini, tutto veva «L’Unità europea» dell’agosto 1943, sotto il tito- teso alla riaffermazione della continuità tra garibaldi- lo «Le tendenze federaliste»: «… Alla fine di questa nismo e fascismo, nel solco di una lettura già afferma- guerra si presenterà una situazione favorevole come tasi nella storiografia del tempo, che la voleva “eroina non mai alla formazione di una unità federale euro- dell’amore” per il marito e i figli, oscurando i tratti liber- pea. Ma questa situazione non durerà a lungo. Se non tari e anticonvenzionali della sua biografia, conferiva sapremo profittarne, se lasceremo trascorrere aspet- alla sua icona destinata a rinverdirne il mito, in accor- tando che tutti i paesi del continente si formino una co- do con la raffigurazione che gli stesso aveva voluto, scienza europea tanto forte da tradursi nella volontà imponendo allo scultore l’aggiunta del figlioletto sul della maggioranza della popolazione, daremo il tem- braccio, il carattere sublime di moglie e madre esem- po alle vecchie formazioni degli Stati sovrani di ricon- plare nella sua disponibilità sacrificale, perfettamente solidarsi …». in linea con l’ideale femminile proposto dal fascismo. Si è cercato di trovare le cause di questa sconfitta: Cavicchioli rileva tuttavia come l’Anita reale, ribelle, alcuni storici, come Andrea Chiti-Batelli, la fanno risa- forse bigama, rivoluzionaria, straniera, e come Gari- lire alla scarsa incidenza dell’insegnamento federali- baldi appassionata internazionalista, rappresentasse sta degli uomini della Resistenza sulle realtà nazionali pur sempre un personaggio scomodo per il regime, e e sui partiti nati dopo il fascismo: «… Per quanto i Mo- come al di là delle intenzioni che le avevano determi- vimenti che costituirono, nei vari paesi, la Resisten- nate, quelle celebrazioni abbiano avuto l’effetto sia di za, avessero formazione ideologica e di conseguen- riattizzarne la memoria presso gli eredi della tradizio- za, obiettivi molto diversi fra loro, la lotta comune al ne democratica, sia di proporla come simbolo di forza di sopra delle frontiere nazionali, contro l’oppressione e coraggio alle donne italiane, per la prevalente imma- nazi-fascista generò un sentimento spontaneo di soli- gine di ardimento che la statua equestre di Rutelli era darietà e di fratellanza europea nello sforzo concorde riuscita comunque a comunicare e per lo stupefacente verso un’Europa libera e democratica, e fece fin da al- esempio di successo postumo toccato a una donna, lora comprendere ai più illuminati ed acuti fra i com- umile nelle sue origini, ma, come la definisce l’Autrice, battenti per la libertà che appunto l’unità europea do- “donna di ideali”. veva essere la premessa perché l’instaurazione di un o ordine libero e di una società democratica fosse in Eu- CAMICIA ROSSA 7
ropa solida e definitiva … Nel complesso tuttavia il ca- grafo, nel Movimento Federalista Europeo. Fa parte del Consiglio rattere del tutto estraneo alla tradizione storica euro- Italiano del Movimento Europeo. E’ membro per merito dell’ANPI e pea dell’idea, politica e giuridica, dello Stato federale per la sua lunga attività federalista, nel 1997 è stato insignito dell’or- e il carattere solo marginale che ebbe la nota federali- dine di Cavaliere al merito della Repubblica. Oggi vogliamo proporre sta nella stessa Resistenza, fece sì che l’europeismo alla riflessione dei nostri lettori un estratto dal suo volume “L’idea di spontaneo dei momenti eroici non poté coagularsi e Europa” ed. La Nuova Italia. Che al di sopra della scelta istituzionale consolidarsi in istituzioni durevoli. per l’Unione Europea che continuiamo a perseguire attraverso la Ma noi riteniamo che la sconfitta fu dovuta, piutto- lotta esemplare del Movimento Federalista Europeo, ci indica l’ir- sto, alla rapida e imprevista mutazione, con la guerra rinunciabile strada, attraverso l’Unione, della pace e della crescita fredda, del quadro politico e alla paura dell’estender- culturale e sociale del popolo europeo. (Letizia Paolini) si del comunismo, per cui gli americani si affrettaro- no subito a ripristinare le vecchie strutture nazionali. Appello ai soci e alle sezioni Anvrg Inoltre era convinzione, in quegli anni, che la realiz- zazione dell’unità europea dovesse avvenire da par- SULLE TRACCE DEI te delle potenze vincitrici. Difatti, nel già citato articolo GARIBALDINI DI DOMOKOS di «L’Unità europea» si affermava: «… O si ritiene che gli Stati Uniti d’Europa devono nascere “spontanea- Da tre anni il Museo Civico del Risorgimento di Bo- mente” dal libero accordo di tutti i popoli europei – e in logna è promotore di una serie di ricerche, di carat- tal caso occorre limitarsi ad un’opera di propaganda e tere storico-biografico, sulle spedizioni garibaldine di di educazione a lunghissima scadenza, e difendere il fine Ottocento-inizio Novecento. Organizzate attorno principio del non intervento, opponendosi all’intromis- alla figura di Ricciotti Garibaldi senior e dei suoi figli, sione dei governi stranieri negli affari interni di qualsi- nonché a tutta una serie di personaggi della varie- asi paese, oppure si ritiene che gli Stati Uniti d’Europa gata Estrema del tempo, queste campagne ebbero debbano sorgere nell’immediato dopoguerra essen- come luogo di elezione, in nome della solidarietà fra zialmente per opera delle potenze vincitrici … Noi sia- i popoli, la penisola balcanica e quella ellenica, per mo per il secondo atteggiamento, non per il primo, che poi virare l’attenzione sulla Francia allo scoppio della crediamo produttore di pericolose illusioni e di nuovi Prima guerra mondiale. disastri». Dopo la pubblicazione del numero monografico Il declino degli Stati belligeranti, sia vincitori che del “Bollettino del Museo del Risorgimento” intera- vinti, alcuni dei quali avevano perduto anche i loro im- mente dedicato alla spedizione nelle Argonne del 1914-1915 (voll. LVIII-LXI, 2013-2016) corredato dal- peri coloniali, ridavano spazio ai movimenti federalisti le biografie di 143 volontari repubblicani e garibaldi- già operanti e a quelli che si erano andati costituendo ni emiliano-romagnoli che vi presero parte – e che alla fine della guerra. presto saranno rese disponibili online (con le ulte- A questo rilancio contribuì in parte il discorso che riori informazioni reperite dopo la pubblicazione del Winston Churchill pronunciò all’Università di Zurigo il volume) sul portale www.storiaememoriadibologna. 19 settembre 1946 «… Fra i vincitori, una Babele di it – in questi mesi ha preso il via una nuova indagine voci confuse. Fra i vinti, il triste silenzio della dispera- riguardante la campagna di Grecia del 1897. Poiché zione. Ecco a cosa sono arrivati gli europei raggrup- uno dei maggiori fondi archivistici che venne interro- pati in tante nazioni e Stati … Esiste tuttavia un ri- gato nel corso della precedente ricerca fu quello del- medio che, se fosse generalmente e spontaneamente la sezione bolognese dell’ANVRG – che raccoglie in adottato dalla maggioranza dei popoli in molti paesi, sé anche le carte di alcuni volontari di Domokos – i ri- potrebbe, come per miracolo, trasformare completa- cercatori del Museo del Risorgimento di Bologna fan- mente la situazione e rendere tutta l’Europa, libera e no appello a tutte le sezioni ANVRG d’Italia per una felice come la Svizzera attuale … Dobbiamo creare ricognizione delle carte d’archivio dell’Associazione, una sorta di “Stati Uniti d’Europa”». La statura dell’uo- al fine di condurre uno studio il più possibile appro- mo politico (che aveva ceduto però da poco ad Attlee fondito su quei garibaldini di Grecia che da tutte le la carica di primo ministro), le solennità del linguaggio parti della Penisola conversero ad Atene per portare e l’importanza del luogo hanno indotto molti a consi- il loro sostegno spirituale e materiale alla causa elle- derare questo discorso una svolta determinante per nica: dal trentino Ferruccio Tolomei al laziale Filippo il rilancio dell’idea federalista: non possiamo condivi- Troya, dalla comunità triestina ai forlivesi riuniti attor- dere questa opinione poiché le affermazioni unitarie no al più famoso caduto del ‘97, il deputato Antonio venivano dal rappresentante di un paese che aveva Fratti, fino ad arrivare agli imolesi del gruppo di An- selmo Marabini ed agli anarchici di Amilcare Cipriani. sempre boicottato tutti i tentativi di istituzioni sovrana- Chiediamo pertanto la collaborazione di tutte le zionali, per cui la stessa «sorta di Stati Uniti d’Euro- sezioni ed i soci dell’ANVRG: archivi, studi locali, do- pa» auspicata assumeva più il carattere di una «Euro- cumenti conservati dalle famiglie... Tutto ciò che può pa delle patrie» che non di federazione. o contribuire ad una più precisa ricostruzione di quegli eventi può esserci utile. In questo caso si può contat- *Edmondo Paolini, nostro socio, si è formato culturalmente e poli- tare Mirtide Gavelli presso il Museo del Risorgimento ticamente, agli inizi degli anni ‘50, con Adriano Olivetti ed Umberto di Bologna al seguente indirizzo mail: museorisorgi- Serafini nel Movimento di Comunità (di cui è stato membro del Co- mento@comune.bologna.it. (Andrea Spicciarelli) mitato centrale) e con Altiero Spinelli, del quale è noto come bio- 8 CAMICIA ROSSA
STORIA I 170 anni della “Primavera dei popoli” LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849 di Gian Biagio Furiozzi Negli ultimi tempi si è parlato molto delle cosiddette zione di organizzare il consenso, favorendo la libera “Primavere Arabe”. discussione e fungendo anche da Comitati elettora- Ebbene, anche la Repubblica Romana del 1849 è li. Rappresentarono un pungolo e un incoraggiamen- stata definita una primavera: “La Primavera della Na- to continuo, con i loro tanti documenti, appelli, volan- zione” in quanto ha significato il risveglio del popolo tini, diffusi in grande quantità. Nelle loro riunioni essi italiano. Essa è durata solo 5 mesi: dal 9 febbraio al 4 trattarono temi come le leggi elettorali, quelle fiscali e luglio 1849. Ne riassumo brevemente i fatti principali. il federalismo: tutte questioni di cui si parla anche ai A seguito dell’insurrezione del 1848, Pio IX era fuggito giorni nostri! da Roma travestito da semplice prete in una carrozza Il 9 febbraio, su proposta di Quirico Filopanti, fu chiusa, accompagnato dall’ambasciatore della Bavie- emesso dunque il Decreto Fondamentale della Re- ra, mentre gli agenti di guardia al Quirinale erano svia- pubblica, il cui primo articolo proclamava: “Il papato ti dall’ambasciatore francese che, uscito dal Quirinale è decaduto di fatto e di diritto dal Governo temporale dopo una visita, si diresse verso Civitavecchia, mentre dello Stato Romano”. A questo punto, Pio IX chiese il Papa prese la Via Appia, in direzione di Gaeta. l’intervento delle Potenze cattoliche. Il 5 marzo giun- Il 12 dicembre ‘48 fu nominata una Giunta di Stato, se a Roma Giuseppe Mazzini, chiamatovi dal famoso che deliberò la convocazione di un’Assemblea Costi- dispaccio di tre parole di Goffredo Mameli: “Roma Re- tuente. Il 1° gennaio 1849 il Papa decretò la scomu- pubblica. Venite!”. nica contro coloro che l’avevano indetta, e contro tutti Il 25 aprile sbarcò a Civitavecchia il primo contin- quelli che avessero partecipato al voto. Il 21 genna- gente militare francese (6.000 uomini), comandato dal io, comunque, si tennero le elezioni, che decretarono gen. Oudinot. Questo in violazione, va detto, dell’art. la vittoria dei democratici, in quanto i legittimisti non 5 della Costituzione francese, che vietava espressa- si recarono ai seggi. Andarono a votare ben 250.000 mente ogni intervento “contro la libertà di altri popo- persone, su una popolazione di tre milioni. Votarono li”. Tanto è vero che sulla strada da Civitavecchia a solo i maschi (anche se, in teoria, non vi era un divieto Roma i romani issarono centinaia di cartelli con que- esplicito per le donne). Ma non era previsto neppure sta sola scritta: “Art.5”. La Francia disse che interve- nello Statuto albertino, dove si diceva semplicemente niva per “prevenire” un intervento dell’Austria. In prati- che il voto era riservato ai “regnicoli”. ca, è stato il primo caso di “intervento preventivo” nella Un ruolo importante nelle vicende della Repubbli- storia d’Europa. ca venne svolto dai Circoli popolari, sorti a centina- In tutto, i militari a disposizione della Repubblica ia in tutte le città grandi e piccole del Lazio, Umbria, erano 20.000, di cui 10.000 a difesa di Roma e gli altri Marche ed Emilia Romagna a partire dalla metà del dislocati nelle altre province. Il territorio della Repub- 1848. In assenza dei partiti politici, essi ebbero la fun- blica comprendeva il Lazio, le Marche e la Romagna. Ai soldati francesi si aggiunsero quelli inviati dall’Austria, dalla Spagna e dal Go- verno di Napoli. Il 30 aprile il primo assalto dei Francesi venne respinto sotto le mura di Roma. Il 9 maggio Giuseppe Garibal- di batteva i napoletani a Palestrina. Ma Roma fu attaccata in forze, e iniziò la stre- nua difesa della città, soprattutto sul Gia- nicolo e a Villa il Vascello. Il 2 luglio Garibaldi dovette annunciare il ritiro da Roma, con un famoso discor- so tenuto in Piazza S. Pietro, che iniziava così: “Io esco da Roma: chi vuol continua- re la guerra contro lo straniero, venga con me...Non prometto paghe, non ozi mol- li. Ma acqua e pane quando se ne avrà”. Proclamazione della Repubblica Romana nel 1849 in Piazza del Popolo – Lit. Rossetti (it.wikipedia.org) CAMICIA ROSSA 9
Questo discorso è stato paragonato a quello fatto da minazione verso di loro. Churchill nel maggio 1940, per incitare gli inglesi alla Nel biennio 1848-49 si ebbe a Roma una grande resistenza contro Hitler. Lo seguirono 4.000 volontari, diffusione della stampa: ben 75 tra giornali, riviste, nu- armati con 800 cavalli e un cannone. Vi erano anche meri unici, tra politici, economici e satirici. La caduta la moglie Anita e il famoso Ciceruacchio con i suoi due della Repubblica segnò l’inizio del cosiddetto “decen- figli. Tutti inseguiti dagli Austriaci. La Repubblica fu nio di preparazione”. Ma anche un decennio di reazio- sconfitta - dunque - da ben quattro eserciti: francese, ne, di condanne e di esilio per migliaia di patrioti. La austriaco, spagnolo e borbonico, nonostante la fiera liberazione di Roma, dopo i due generosi e sfortunati resistenza soprattutto sul Gianicolo e a Villa il Vascel- tentativi di Garibaldi del 1862 e del 1867, sarebbe av- lo. Essa fu una Repubblica parlamentare, presieduta venuta solo il 20 Settembre 1870. Sappiamo che Ga- da un Triumvirato (Mazzini, Saffi e Armellini). Il Gover- ribaldi ebbe con Mazzini degli scontri sulla tattica mili- no era composto da sette ministri. La sua moneta era tare da seguire nella difesa di Roma. Ma, nonostante il baiocco. La sua religione prevalente, il cattolicesimo. ciò, egli volle che nell’immenso corteo funebre che ac- Ma non c’era nessuna religione di Stato. La principale compagnò l’Esule genovese nel 1872, fosse presente religione minoritaria era quella ebraica. Aveva un mot- anche la bandiera dei Mille. o to: “Dio e Popolo”. Aveva un suo Inno: “Il Canto degli Italiani”, di Goffredo Mameli”. Anche se non era pro- LIBRI RICEVUTI prio un inno ufficiale, esso era utilizzato dai soldati vo- lontari come inno di guerra. Del resto, esso è stato di- Guglielmo ADILARDI, Massoneria, società e politi- chiarato ufficialmente inno nazionale della Repubblica ca (1717-2017). Profilo storico dalla fondazione ad Italiana solo pochi mesi or sono. oggi, Istituto Lino Salvini, Firenze, 2018 La Costituzione era composta di 69 articoli. Era ba- Guglielmo ADILARDI, Carlotta LENZI IACOMELLI, sata sulla sovranità popolare. Le elezioni erano pre- Accademie, salotti, giochi di società e amori segreti viste ogni tre anni. Essa proclamava: la libertà politi- nella Firenze del Settecento, Angelo Pontecorboli ca e quella religiosa, il principio della laicità, il diritto Editore, Firenze, 2017 di proprietà individuale. L’esproprio per pubblica utili- tà era previsto solo previo indennizzo. La libertà d’in- Per Anna Maria, amica e maestra, ANVRG, Paolo segnamento, il segreto della corrispondenza, la liber- Sorba Editore, La Maddalena, 2018 tà di associazione. Era previsto il diritto di petizione, sia individuale che collettivo. Un articolo diceva che “A Terni dove fu l’appuntamento”. Gli avvenimenti la Repubblica promuoveva il miglioramento delle con- politico-militari del 1867 a Terni e nell’Agro Roma- dizioni morali e materiali di tutti i cittadini. Era sanci- no, Atti del Convegno di studio di Terni del 21 otto- ta l’indipendenza della magistratura. Veniva istituito il bre 2017, a cura di Zefferino Cerquaglia, Edizioni giudice di pace per le controversie civili. L’esercito do- Thyrus, Arrone, 2018 veva essere composto da volontari, ma tutti i cittadi- Claudia FAVILLI, Anita. Parte prima: La vita in Su- ni dovevano far parte della Guardia Nazionale. Veniva damerica, Biblioteca dei Leoni, Castelfranco Vene- prevista un’indennità per i deputati, a cui non si pote- to, 2018 va rinunciare. Nel Regno d’Italia verrà introdotta solo ai primi del ‘900. Diversi princìpi sono stati ripresi dal- La Sanità Militare e la Croce Rossa Italiana nella la nostra attuale Costituzione. L’originale è conservato Grande Guerra a cura di Riccardo Romeo Jasinski nella Biblioteca Augusta di Perugia, portatovi da Gio- e Maria Enrica Monaco, Atti del Convegno naziona- vanni Pennacchi. le di storia, Vallombrosa 16-18 giugno 2017, Comu- Durante l’assedio di Roma venne istituito il servizio ne di Reggello, 2018 delle “ambulanze”, veri e propri piccoli ospedali mobi- li che prestavano le prime cure ai feriti. Erano guida- Saperi per la nazione. Storia e geografia nella co- te da Cristina Trivulzio di Belgioioso. Vi furono addette struzione dell’Italia unita, a cura di Paola Pressen- molte centinaia di popolane romane, che, dopo il ritor- da e Paola Sereno, Olschki, Firenze, 2017 no di Pio IX, furono subito scomunicate e definite tut- Gabriella FANELLO MARCUCCI, Pier Luigi GUA- te prostitute. In realtà, queste ultime erano solo una STINI, Filippo MAZZONI, All’alba della Costituzio- piccola parte di esse. Tra le vivandiere vi era la roma- ne italiana, Istituto Storico della Resistenza a Pi- na Adeodata Frigeri, moglie del mazziniano perugino stoia, 2018 Giovanni Sebastiani. Avrebbe poi fatto la vivandiera anche nella guerra di Crimea e nella seconda guer- Lorenzo PERA, Squadrismo in grigioverde. I batta- ra d’Indipendenza. Va poi ricordata Colomba Antoniet- glioni squadristi nell’occupazione balcanica (1941- ti di Bastia Umbra, che morì combattendo accanto al 43), Istituto Storico della Resistenza a Pistoia, 2018 marito Luigi Porzi sulle mura di Roma. Fu l’unica don- Caro nemico. Soldati pistoiesi e toscani nella Re- na a morire in difesa della Repubblica Romana. La li- sistenza in Albania e Montenegro 1943-1945, Atti bertà religiosa favorì la completa emancipazione degli delle giornate di studi Pistoia 8 novembre 2014, 17 ebrei, molti dei quali presero parte agli avvenimenti ri- ottobre 2015, 11 marzo 2017, a cura di Lia Tosi, voluzionari. Due ebrei furono eletti anche nell’Assem- Edizioni ETS, Pisa, 2018 blea Costituente. Dopo la sua caduta, riprese la discri- 10 CAMICIA ROSSA
Un triste caso al tempo della Spedizione dei Mille FRANCESCO CATTANEO di Donato D’Urso Francesco Cattaneo era nato a Novi (l’odierna Novi Rientrato a casa, riprese il lavoro di negoziante, Ligure in Piemonte) il 17 ottobre 1835. Esentato dagli sempre presente in ogni cerimonia patriottica, unico obblighi di leva perché un fratello serviva nell’esercito, novese dei Mille superstite, dopo la morte in giovane lavorava nel campo del commercio. Nella primavera età di Paolo Giuseppe Punta. Cattaneo era presidente del 1860 si trovava a Genova, quando apprese dell’im- della locale sezione della Società Carabinieri Italiani e minente spedizione garibaldina. Lasciata ogni cosa si socio dell’Accademia filarmonica, artistica, letteraria. presentò volontario, sebbene non avesse esperienza Nel 1878, dopo il fallito attentato al re di Giovanni militare, e fu imbarcato a Quarto sul vapore Lombardo. Passannante, che invece ferì seriamente il presiden- Durante la sosta a Talamone in Toscana, Cattaneo fu te del Consiglio Benedetto Cairoli, già mazziniano e assegnato alla 1ª compagnia agli ordini di Nino Bixio. garibaldino, Cattaneo fece parte della delegazione Bixio era valoroso ma anche irascibile e duro. che si recò a Roma per consegnare a Cairoli un Famose le parole pronunziate sulla nave in indirizzo di omaggio, accompagnato da una navigazione verso la Sicilia: «Qui io sono medaglia d’oro e da un album di firme di tutto, lo Czar, il Sultano, il Papa, sono estimatori novesi: «A Voi, ferito a Paler- Nino Bixio! Dovete obbedirmi tutti; guai mo per la redenzione d’Italia, ferito a chi osasse un’alzata di spalla, guai chi Napoli per la salvezza del Re, fra le pensasse di ammutinarsi! Vi uccide- schiere di Garibaldi sul banco dei rei tutti». A Palermo prese a schiaffi ministri nella reggia, patriota sem- Carmelo Agnetta, che aveva porta- pre, della patria benemerentissimo, to essenziali rifornimenti con l’Utile, i cittadini di Novi Ligure in segno di solo perché non l’aveva riconosciuto ammirazione e di affetto». al funerale dell’ungherese Tüköry L’anno dopo (1879), cogliendo (Camicia Rossa, febbraio/aprile l’occasione del transito alla stazione 2004, pp. 25-26). di Novi Ligure dello stesso Cairoli, Cattaneo passò alla 9ª compagnia Cattaneo gli consegnò la pergame- comandata dal pavese Giacomo Gri- na di nomina a presidente onorario ziotti. Nello scontro di Calatafimi ripor- della Accademia citata in precedenza. tò tre ferite, al collo, all’orecchio sinistro Nel giugno 1882 l’ex-garibaldino ferito tre e all’avambraccio destro. Riparato dietro un volte a Calatafimi commemorò l’Eroe morto muro ricevette le prime cure da Rose Mont- Francesco Cattaneo a Caprera, anche se non era un forbito ora- masson, allora compagna di Francesco Cri- tore. Cattaneo è ricordato come «un uomo spi, unica donna presente sul campo di battaglia. alla buona, senza ostentazione del dovere compiuto, Le ferite per fortuna non erano gravi e in qualche senza acredine di fronte ad avversi denigratori, sem- settimana Cattaneo guarì, tanto che poté rientrare a plice, cordiale e schietto» (da uno scritto di Serafino casa per una breve licenza. A luglio era di nuovo in Si- Cavazza del 1960). cilia. Dai Carabinieri Genovesi fu trasferito, col grado Colpito da grave malattia, Francesco Cattaneo morì di sottotenente, alla 17ª divisione, brigata Basilicata. non ancora cinquantenne il 15 novembre 1884. Al termine della campagna meridionale fu congedato Sin qui la biografia, semplice e compiuta di uno dei da luogotenente e gli fu conferita la medaglia dei Mille Mille. E tuttavia un triste caso macchiò quell’esaltante con relativo diploma: «A Voi, Cattaneo Francesco, uno esperienza e sicuramente amareggiò la memoria di dei mille prodi sbarcati con Garibaldi a Marsala il dì 11 quell’onest’uomo. maggio 1860, il Senato di Palermo questo attestato Ha narrato i fatti Giuseppe Bandi, gli altri memoria- rilascia, accompagnato dalla medaglia che decretava listi garibaldini tacciono al riguardo. Bandi pubblicò I la nostra cittadina rappresentanza, e che oggi il Mu- Mille nel 1886 (quando Cattaneo era già morto) sul nicipio vi conferisce. Palermo il dì 24 ottobre 1860». Messaggero di Roma e sul Telegrafo di Livorno. Nel Nel 1866 Cattaneo corse di nuovo alle armi con 1902 quelle pagine di ricordi furono raccolte in un vo- Garibaldi e partecipò alla III guerra d’indipendenza, lume postumo. comandando la 3ª compagnia del 9° reggimento vo- Dunque, nella fase finale dell’impresa dei Mille, lontari. Si distinse nella battaglia di Bezzecca. Nel quando si combatteva sotto Capua, fu segnalato che gennaio 1867 fu nuovamente congedato. tale Raffaele Garofolo (Garofalo secondo altre fonti) CAMICIA ROSSA 11
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