Anita Garibaldi - Camicia Rossa

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Anita Garibaldi - Camicia Rossa
ANNO XXXVIII - N° 2-3
                                                                                                                                                                                                                          MAGGIO-DICEMBRE 2018
                                                                                                                                                                                                                          Firenze - Piazza S. Martino 1
                                                                                                                                                                                                                          POSTE ITALIANE S.p.A.
                                                                                                                                                                                                                          Spedizione in abbonamento postale
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                                                                                                                                                                                                                          n°46) art. 1, comma 1, DCB Firenze
                                                                                                                                                                                                                          TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

                                                                                                                                                                      PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI

                                                                                                                                                                             Anita
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL'UFFICIO P.T. C.M.P. FIRENZE DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

                                                                                                                                                                                                ANNA MARIA DE JESUS RIBEIRO
                                                                                                                                                                                                             30 AGOSTO 1821
                                                                                                                                                                                                             4 AGOSTO 1849

                                                                                                                                                                                                            Garibaldi

                                                                                                                                                                             VERSO
                                                                                                                                                                             IL BICENTENARIO
Anita Garibaldi - Camicia Rossa
IN QUESTO NUMERO
    SOMMARIO
                                              Approssimandosi la ricorrenza dei 200 anni dalla nascita di Anita
EDITORIALE                                 Garibaldi si apre con questo numero il ricordo dell’eroina dei due mon-
Ricordare Anita                            di, raffigurata nell’immagine di copertina ed alla quale sono dedicate
Annita Garibaldi Jallet        pag.    3   diverse pagine, oltre all’editoriale della presidente della nostra Asso-
                                           ciazione nonché discendente di Giuseppe e Anita. Prendendo spunto
PRIMO PIANO                                da una bella biografia di recente pubblicazione, ne parla la nostra Anna
Un libro per conoscere Anita e i           Maria Lazzarino Del Grosso in un articolo che va oltre una recensio-
percorsi della sua memoria                 ne per assumere il carattere di un approfondito saggio critico sul per-
Anna Maria Lazzarino Del Grosso 4          sonaggio.
Gli anni della speranza                       Abbiamo voluto mettere “in primo piano” anche un contributo sul
Edmondo Paolini                        7   tema dell’Europa – oggetto di così tante critiche politiche in questi ul-
                                           timi tempi – fornito da Edmondo Paolini, europeista della prima ora,
Sulle tracce dei garibaldini               che ci ricorda come nell’immediato secondo dopoguerra si sia persa la
di Domokos                             8   prima occasione di unificare l’Europa sotto la spinta unitaria della Re-
                                           sistenza e ci fa intravvedere la strada per il rafforzamento dell’Unione
STORIA                                     Europea a dispetto di chi oggi la vuole smontare.
La Repubblica Romana del 1849                 Dopo aver commemorato personaggi e fatti della “primavera dei po-
Gian Biagio Furiozzi          9            poli”, il 1848, ci prepariamo a celebrare i 170 anni della Repubblica Ro-
                                           mana del 1849 e questo ci da motivo per pubblicare, già a partire da
LIBRI RICEVUTI                        10   questo fascicolo, sia contributi di carattere storico, sia l’articolato pro-
Francesco Cattaneo                         gramma di iniziative culturali proposto dalla neonata Federazione Cen-
Donato D’Urso                         11   tro Italia della nostra ANVRG e che, auspichiamo, sia d’interesse an-
                                           che per la Regione Lazio, destinataria del progetto.
Il capitano garibaldino Giuseppe              Non potevano mancare i resoconti più significativi di quanto le no-
Scarperia                                  stre sezioni organizzano sul territorio – dai tradizionali appuntamenti
Angelo Grimaldi                  12        rievocativi alle iniziative in ricordo della fine della Grande Guerra e del-
                                           la partecipazione dei volontari garibaldini alle campagne risorgimentali
Mazzini e la Banda Nathan                  e resistenziali - a dimostrazione di una vivacità associativa che fa ben
Giovanni Zannini                      13
                                           sperare. (s.g.)
Una lettera di Jessie White Mario a
Carducci                                                      I NOSTRI CONTATTI ONLINE
Antonello Nave                    15
                                              Sito internet dell’Associazione: anvrg.org
Robespierre Caponi                            Sito internet di “Camicia Rossa”: camiciarossa.org
Andrea Spicciarelli                   17      Sito internet dell’Ufficio Storico: memoriegaribaldine.org
                                              INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA
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                                              -direzione dell’Ufficio Storico: ufficiostoricopsp@gmail.com
NOTIZIARIO                                    -direzione di “Camicia Rossa”: camiciarossa@anvrg.org
Due libri a Caprera                   23      camiciarossa@virgilio.it

Romagna e Brasile nel ricordo
di Anita                              24                        Camicia Rossa
                                            Organo ufficiale dell'ANVRG - Largo Porta S. Pancrazio 9 - 00153 Roma
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La Grande Guerra vista dalla                La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Non si restituiscono manoscritti, anche
Romagna Toscana                       28    se non pubblicati. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli proposti con le modifiche
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Romana                                29    Impaginazione e stampa - ITS Sarnub
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Partizani a La Maddalena              30    Il numero è stato chiuso il 30-11-2018
                                            L’immagine di copertina del busto di Anita Garibaldi è tratta
RICORDIAMOLI                          31    da: Giuseppe Guastalla “Garibaldi nel bronzo e nel marmo”
                                            p.178 – Silvana Ed. Milano 2012. Elaborazione grafica a cura
                                            di Simone Zappaterreno

2                                                                                                                 CAMICIA ROSSA
Anita Garibaldi - Camicia Rossa
RICORDARE ANITA
    La decisione del direttore della nostra rivista di dedicare molta attenzione ad una delle rare figure femminili
del nostro Risorgimento, una combattente veramente speciale, Anita Garibaldi, cavalca l’interesse nascente di
studiosi e animatori culturali per la giovane brasiliana della quale nel 2021 ricorrerà il duecentesimo anniversa-
rio della nascita. E’uscito da poco un libro importante a lei dedicato, ad opera della prof. Silvia Cavicchioli, og-
getto in questo stesso numero di una recensione della prof. Anna Maria Lazzarino Del Grosso. La stessa au-
trice del libro, e altre autorevoli studiose del Risorgimento come la prof. Eva Cecchinato, hanno già esposto le
loro interpretazioni della figura della sposa dell’Eroe dei due mondi nei salotti più importanti della RAI. Su un al-
tro registro, il Museo Renzi ha dedicato studi e ricerche alla creazione di un romantico omaggio, una rosa, che
porta il nome di Anita. All’iniziativa ha aderito con entusiasmo l’Istituto Culturale Anita Garibaldi di Laguna, che
ha fatto visita alla nostra Associazione a Roma ed è stato accolto fraternamente dalla Romagna garibaldina.
L’Istituto è presieduto da Adilcio Cadorin, già sindaco di Laguna nel 1982. Egli dedicò, nel centenario della mor-
te di Giuseppe Garibaldi un omaggio altrettanto sentito alla sua consorte, così come fu fatto in tutto lo stato del
Santa Catarina e del Rio Grande do Sul, quelle terre attraversate dalla Rivoluzione Farroupilha dove Garibal-
di e Anita si sono conosciuti ed hanno combattuto per la prima volta fianco a fianco. E’ stato il sindaco Cadorin
ad attribuire, dopo approfondite ricerche, una data di nascita ad Anita, venuta alla luce a Morrinhos ora Lagu-
na. E’ attendibile la data del 30 agosto 1821. A Porto Alegre il primo monumento a Giuseppe e Anita assieme
è del 1913. L’immigrazione europea, tedesca, italiana soprattutto, ha fatto del Sud del Brasile una terra aperta
ai contatti internazionali, in un momento in cui il grande paese di lingua portoghese cercava la sua identità na-
zionale. Le idee di Livio Zambeccari, l’eredità della Rivoluzione francese testimoniata dal berretto frigio sulla
bandiera del Rio Grande do Sul che porta la data del 20 settembre 1836, hanno pervaso la giovane nazione
come il nostro Risorgimento. Questo era il contesto nel quale maturarono idee, valori e sentimenti di Giuseppe
e Anita. Molto più tardi fu l’incontro temporale tra il dittatore brasiliano originario del Rio Grande do Sul, Getulio
Vargas, e l’omologo italiano Benito Mussolini a far sì che, ognuno per le proprie ragioni, si esaltasse la figura di
una donna, celebre nei due mondi. Non erano mancati gli autori italiani per ricordare la consorte del Generale,
sua pari nel coraggio e nel sacrificio. Il testo più importante rimane quello di Giuseppe Bandi, edito nel 1889.
Bandi è il primo a dedicare un libro ad Anita in prima persona, non nel contesto di una biografia del Generale.
Il libro conosce riedizioni nel 1908 e successivamente, fino al 2014. Ma fu soprattutto in Romagna che rimase
vivo, dopo la sua morte, il culto di Anita, lì sepolta frettolosamente nel 1849 nella terra della fattoria Guiccioli per
approdare al cimitero di Nizza nel 1859, e infine nel suo monumento a Roma. Da quella fedele e generosa ter-
ra è nato il mito che avvolge la giovane donna. Ha incontrato altro terreno fertile in Brasile, ha seguito il fiume
dell’emigrazione italiana nel mondo, superando assieme allo sposo, per i valori che incarnano e per quello che
di misterioso hanno i simboli e i miti, la sola rappresentazione dell’identità italiana per elevarsi a mito universale.
    Esiste un solo ritratto dal vivo di Anita, quello realizzato dal pittore Gallino a Montevideo, ma sono stati tanti
i pittori e scultori tentati di ritrarla, da Giuseppe Ferrari a Giuseppe Guastalla, a Mario Rutelli, autore del monu-
mento già approntato nel 1906 e realizzato con una pistola in meno ed il bimbo in più, diremo ingentilito. Il pro-
nipote dello scultore, Francesco, ha voluto testimoniare per noi in occasione di un convegno romano nel 1999,
che il volto dell’Anita al Gianicolo è quello della sua bisnonna Graziella. Un cavallo rampante comunque, ad
onorare i morti in combattimento, per la donna che ha combattuto da soldato in Brasile, nella Repubblica Ro-
mana, che ha vissuto il calvario della ritirata da Roma verso Venezia, non una fuga ma la speranza di altra resi-
stenza, senza voler raggiungere i figli a Nizza e lasciare il suo Generale che forse non avrebbe rivisto mai più.
    Noi non imbastiremo romanzi attorno alla figura di questa donna simbolo del nostro Risorgimento, attorno
ad una donna che ha saputo interpretare il suo ruolo con una modernità straordinaria, ponendosi a fianco del-
lo sposo per combattere la sua stessa battaglia. Del resto è come soldato che nelle sue Memorie Garibaldi la
ricorda. Evocheremo la sua storia, il superamento della condizione, bella ma riduttiva per lei, di donna unita
all’uomo del quale ha sposato la vita per sempre, e madre che dedica l’ultimo pensiero ai figli lontani affidando-
li a lui. Ricorderemo che nella lotta per la libertà fu simbolo della Resistenza, di tutte le resistenze, tanto quan-
to lui. La sua figura non si è mai fatta strumentalizzare, muta davanti all’omaggio del 1932, ben più longeva sul
colle degli eroi di chi l’ha voluta. Come nella bella epigrafe di un monumento di Romagna, ricorderemo che “fu
per Garibaldi, Anita, la vivente immagine della libertà”. E non solo per lui.
    Per i 500 anni della sua nascita, nel 2000, il -per noi- giovane Brasile l’ha ricordata ed ancora la ricorderà nei
suoi 200 anni, assieme all’Uruguay dove seppur fosse moglie di un ufficiale combattente per la difesa di Mon-
tevideo, conobbe la dolcezza di una modesta casa dove dare vita ai suoi figli, dopo la terribile avventura del-
la nascita di Menotti, nella fuga a cavallo davanti alle truppe dell’Imperatore portoghese, ai piedi di un grande
albero nei pressi della piccola Mostardas. La ricorderemo non come rituale omaggio ma pensando alle donne
coinvolte come lei nell’orrore delle guerre, separate dai loro figli, con il marito combattente lontano. Anche se
non ha superato l’ostacolo della scrittura, accoglieremo il suo messaggio: assumere pienamente la scelta fatta,
i valori sposati, l’amore donato, per valori che ancora oggi assieme a lei dobbiamo onorare e forse riscoprire.
                                                                                                Annita Garibaldi Jallet

CAMICIA ROSSA                                                                                                         3
Anita Garibaldi - Camicia Rossa
PRIMO PIANO
    UN LIBRO PER CONOSCERE ANITA GARIBALDI
         E I PERCORSI DELLA SUA MEMORIA
                                        di Anna Maria Lazzarino Del Grosso
    Meritatamente ospitato nella prestigiosa collana          nazifascismo e dalla realizzazione, nella seconda pa-
“Einaudi Storia”, il volume di Silvia Cavicchioli dal tito-   tria che aveva fatto propria, del sogno repubblicano e
lo Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi (Torino, 2017)     democratico che li aveva uniti.
costituisce un contributo d’ora in poi ineludibile per chi        Emblematiche dell’incompatibilità dell’Anita reale
voglia approfondire sulla base dei dati storici ad oggi       con i tentativi di ingabbiamento in icone precostituite,
disponibili la conoscenza della figura umana e della          in questo caso platealmente funzionali a obiettivi po-
vicenda biografica di Anita Garibaldi, così come le cir-      litici contingenti del tutto opposti a quelli perseguiti da
costanze e i protagonisti delle operazioni di memoria         Garibaldi e appassionatamente fatti propri dalla giova-
pubblica che, con varietà di registri, intonazioni e in-      ne brasiliana, sono le parole con le quali la Cavicchio-
tenzioni, legati ai tempi e agli ambienti, nel corso del      li conclude il libro, a commento del discorso che Anio
primo secolo seguito alla sua tragi-                                               Bignardi, segretario dell’Unione La-
ca morte, ne hanno alimentato, in                                                  voratori dell’Agricoltura, pronunciò il
Italia come nel natio Brasile, un mito                                             20 dicembre 1939 in occasione della
di risonanza mondiale. Basta scorre-                                               posa della prima pietra di un borgo
re velocemente (ma chi ha interessi                                                agricolo del Ferrarese a lei intitolato,
studiosi non potrà non farne oggetto                                               pretendendo di accostarne il marti-
di vaglio minuzioso e fruttuoso) il ric-                                           rio a quello di quattro fascisti morti
co apparato di note posto in coda al                                               in uno scontro con i socialisti: “ogni
testo (scelta editoriale consolidata,                                              tentativo per semplificare la sua vi-
che tuttavia un po’ sacrifica l’imme-                                              cenda umana, per stereotiparne
diata fruizione del patrimonio di sa-                                              l’immagine, ieri come oggi, sembra
pere che lo sorregge), per avere con-                                              infrangersi di fronte allo spirito indo-
tezza dell’immane lavoro di ricerca e                                              mito di Anita, donna forte, coraggio-
scandaglio di fonti, in particolare me-                                            sa, libera”.
morialistiche, epistolari, documenti,                                                 Fortezza, coraggio e anelito alla
giornali, prodotti dell’arte figurativa,                                           libertà, individuale e collettiva, sono
letteratura critica o popolare, sotteso                                            infatti le caratteristiche salienti del-
a ciascuno dei quattro capitoli in cui                                             la sua personalità, non solo come
il volume si articola. Intento dell’au-                                            consegnata al mito, ma anche reale,
trice è sia, in primo luogo, sceverare                                             che emergono nel corso dello svolgi-
dall’immaginario mitografico e all’in-                                             mento del primo denso capitolo del
terno di una tradizione storiografica                                              libro, inteso a restituirne il ritratto di-
in parte spuria e imprecisa, i fatti e                                             namico attraverso il susseguirsi del-
le testimonianze che consentono di scrivere la “vera          le notizie fattuali fornite da una molteplicità di testimo-
storia” di Anita, sia ricostruire e spiegare i tanti per-     nianze. Vi sono ripercorsi alla luce della storiografia
corsi della memoria a lei dedicati, in Italia, Brasile e      più attendibile, brasiliana per quanto riguarda le po-
non solo, nel periodo che corre tra la metà del secolo        che notizie disponibili sulla famiglia e sui primi diciotto
XIX e le celebrazioni mussoliniane del 1932, ispirate         anni della sua vita a Laguna, fino al suo incontro con
dalla ricorrenza del cinquantenario della morte di Giu-       Garibaldi, e prevalentemente italiana con riferimento
seppe Garibaldi e orientate da finalità connesse agli         al decennio successivo, integrata dal vaglio diretto di
obiettivi propagandistici del regime. L ‘inaugurazio-         una quantità significativa di fonti e documenti, i diver-
ne a Roma del monumento equestre di Mario Rutel-              si passaggi della breve e avventurosa esistenza del-
li, il 4 giugno 1932, posto sul Gianicolo vicino a quello     la giovane catarinense. La narrazione, che si avvale
del suo sposo, e l’inumazione solenne, avvenuta due           di una scrittura avvincente e capace di sapienti effet-
giorni prima, delle sue tormentate spoglie alla base di       ti visivi, con una precisione descrittiva che ne assimi-
esso, intesero cristallizzare in senso fascista la nazio-     la il risultato a un efficace “reportage” giornalistico, si
nalizzazione della sua figura eroica e già popolarissi-       fa sempre più dettagliata nel dipanarsi dell’ ultimo de-
ma, ma al tempo stesso senza volerlo l’hanno conse-           cennio della vita di Anita, indissolubilmente intreccia-
gnata, così innalzata in un luogo simbolo di interesse        ta a quella di Garibaldi e proprio per questo assai me-
universale, al futuro di libertà finalmente consono agli      glio illuminata rispetto alla ancor oggi alquanto oscura
ideali e al segno principe del suo sodalizio amoroso          fase precedente.
con l’Eroe dei due mondi, dischiuso dalla caduta del              È l’epopea brasiliana, che la vede, tra l’agosto del

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1839 e i primi mesi del 1841, condividere senza esi-          scelte, così in contrasto con il cliché ottocentesco, e in
tazioni, a fianco del suo uomo, combattimenti, rischi         parte ancora odierno, dei doveri femminili e materni in
drammatici e penosi disagi a sostegno della rivoluzio-        particolare, è la sua sola volontà ad imporsi, incuran-
ne “farroupilha” della Repubblica del Rio Grande do           te persino, nelle ore più difficili, delle preoccupazioni
Sul, dopo la caduta di quella catarinense, a mettere          e delle preghiere del marito, e però coerente, come si
in luce il suo spirito libero, indomito, la sua audacia       esalterà specialmente nella prima fase della costru-
e determinazione, il suo coraggio eroico e un amore           zione della sua memoria, ad opera in primo luogo di
assoluto per colui che ha scelto di seguire a dispetto        Garibaldi ma anche di molti altri protagonisti della di-
di ogni convenzione, come anche la sua sollecitudine          fesa della Repubblica romana, con il supremo valore
materna per il piccolo Menotti, messo al mondo nel-           garibaldino del sacrificio di sé fino al martirio per la
le più difficili circostanze. Ce ne informano soprattutto     causa della libertà della patria e dei popoli fratelli.
i brevi ritratti usciti dalla penna di Garibaldi negli anni       Al canone letterario del martirologio, inaugurato al
immediatamente successivi alla sua morte, e le varie          tempo della Rivoluzione francese, e rimesso in voga
redazioni delle sue Memorie, compresa naturalmente            nell’Italia risorgimentale, soprattutto dai democrati-
la fortunata versione di Dumas, anche se all’interno di       ci, anche grazie al diffondersi dell’editoria popolare e
esse - avverte la Cavicchioli - bisogna saper distingue-      all’accesso ad essa di un numero sempre più alto di
re “il grano dal loglio”, ovvero verità fattuali e leggenda   lettori e lettrici, è dedicato il secondo capitolo del vo-
agiografica. Questi tratti della sua figura, confermati       lume, che passa in rassegna la produzione letteraria
dalla sua partecipazione alle vicende del 1848-49 e           e ogni altra modalità di comunicazione al pubblico in-
dal suo drammatico epilogo, risultano indiscutibili. Nel      tesa a promuovere, facendone il veicolo di un mes-
periodo uruguayano, malgrado le migliorate condizio-          saggio patriottico, il culto dell’eroina, la cui tragica fine
ni di vita (una vita comunque modesta e ai limiti della       è addebitata ai nemici dell’Italia: l’Austria, il Papato,
povertà) e l’ortodossia sociale assicuratale dal matri-       la monarchia borbonica, e naturalmente anche una
monio certo più sofferto per le lunghe lontananze di          Francia traditrice dei valori repubblicani. E’ lo stesso
Garibaldi impegnato a sostenere la lotta della Repub-         Garibaldi a inaugurare questo filone commemorativo,
blica Orientale contro gli attacchi delle forze rosiste, è    esercitando fino alla fine – rileva l’Autrice – uno stretto
la cifra della maternità, destinata anch’essa a divenire      controllo sulla memoria di Anita, volutamente lascian-
parte del suo mito, a contrassegnarla. In questi anni         do in ombra due momenti cruciali della sua storia: le
nascono a Montevideo gli altri suoi figli, Teresita, Ro-      circostanze iniziali della loro relazione, che ponevano
sita e Ricciotti, ed a loro Anita si dedica interamente.      il problema del matrimonio di Anita col calzolaio Ma-
La morte della piccola Rosita, il 23 dicembre 1845 -          noel Duarte, e quelle, tanto discusse dai denigratori
racconterà Garibaldi nelle Memorie - rischia di farla         del Generale, della sua morte e sepoltura presso la
impazzire dal dolore: per consolarla egli la fa venire al     Fattoria Guiccioli. La novità è rappresentata - nota la
campo dove è di stanza con la Legione Italiana, all’in-       Cavicchioli, che del resto ha già menzionato nel capi-
domani della glorioso battaglia di San Antonio del Sal-       tolo precedente la partecipazione di molte donne alla
to, ma non risulta una sua partecipazione alle attività       difesa della Repubblica romana, a vario titolo, compre-
militari di quei mesi.                                        se, come nel caso della giovane umbra Colomba An-
   Cavicchioli mette l’accento sul rapporto di parità         tonietti, uccisa sui baluardi di San Pancrazio, le azioni
che ha caratterizzato in tutta la sua durata la relazio-      belliche - dall’estensione al femminile dell’immagina-
ne tra Giuseppe e Anita, una parità conforme al carat-        rio del martire patriota, di cui Anita diventa il simbolo
tere di lei ma anche alle convinzioni di lui sul valore,      per eccellenza. In ciò l’Autrice evidenzia un momento
sul ruolo e sui diritti della donna. Rapporto che viene       “di modernizzazione della politica e dei linguaggi nel
ulteriormente in luce nella fase italiana della vita di       campo dell’editoria e della letteratura”. La rappresen-
Anita: è sposa, madre, ma anche collaboratrice politi-        tazione di Anita resta peraltro e resterà ancora a lungo
ca, come mostra la lettera che, appena giunta a Ge-           subordinata a quella di Garibaldi, e il mito che preco-
nova, sebbene analfabeta, si fa scrivere, probabilmen-        cemente ne risulta si condensa tutto nella scena del
te dal suo ospite Giuseppe Matteo Antonini, console           suo calvario finale, dando luogo a una figura di eroi-
dell’Uruguay, per il marito rimasto ancora a Montevi-         smo romantico, che si consolida e resiste nel tempo,
deo, e nel corso della ritirata da Roma di nuovo pre-         divenendo icona universale del martirio democratico
ziosa collaboratrice militare, quasi fosse uno dei suoi       dell’Ottocento, e che si riverbera sullo stesso Garibal-
ufficiali. Dopo la nuova separazione seguita alla par-        di, martire nel dolore della sua perdita e in tutte le al-
tenza di Garibaldi, poco dopo il suo arrivo a Nizza, per      tre sofferenze patite per la causa nazionale. Al canone
unirsi con i suoi volontari alla forze rimaste in guerra      martirologico si associano le liturgie funerarie, volte a
contro l’Austria, l’ Anita amante avventurosa e quando        dare degna sepoltura ai corpi dei caduti, istanza mol-
necessario intrepida guerriera al fianco del suo Ge-          te volte espressa da Garibaldi nei confronti dei propri
nerale, sprezzante del pericolo e pronta a ogni sacri-        compagni: un tema acutamente sviscerato nel volume
ficio, riprende il sopravvento e la nuova maternità che       per introdurre il racconto delle peripezie dei resti di
si annuncia nell’ultima fase è vissuta, fino alla malattia    Anita, dal primo luogo di frettolosa sepoltura, che die-
e malgrado essa, con la stessa nonchalance di quan-           de origine ad orribili sospetti, alla traslazione nel cimi-
do portava in grembo Menotti, certo fiduciosa che tut-        tero di Sant’Alberto, poi nel sacello della vicina Chiesa
to sarebbe andato bene come allora. Anche in queste           parrocchiale di San Clemente, in attesa dell’arrivo di

CAMICIA ROSSA                                                                                                            5
Garibaldi, che con i figli Menotti e Teresa e con l’amica     no le è intitolato a Ravenna nello stesso anno. Accan-
Speranza von Schwartz, Bixio e Bonnet, nel settem-            to al cliché sacrificale, che permane, si fa strada una
bre 1859 si reca a rilevarli per trasferirli al cimitero di   raffigurazione più variegata, che comprende gli episo-
Nizza, dove rimarranno fino al 1931, allorché ha inizio       di della sua vita di eroina guerriera, in Sudamerica, e
l’ultimo e definitivo viaggio, dapprima a Genova e poi,       il suo duplice ruolo di compagna devota dell’eroe dei
sfumata la destinazione di Caprera, a Roma.                   due mondi e di madre virtuosa, da erigere a modello.
   Dell’eco internazionale dell’immagine di Anita mar-        Cavicchioli rileva come entrambe le caratterizzazioni,
tire diffusa da Garibaldi e dai suoi compagni, trasfi-        popolarissime, si siano affiancate nella seconda metà
gurata in eroina romantica soprattutto dalla penna di         dell’Ottocento, ciascuna prevalendo sull’altra a secon-
Dumas, eco amplificata dalla popolarità conquistata           da del contesto storico, e ne analizza il riflesso nell’ab-
dal Generale con l’impresa dei Mille, la Cavicchioli          bondante iconografia del periodo, in pagine di grande
si occupa nel terzo capitolo, dal titolo “Modelli di rap-     interesse, specie per il lettore non specialista di storia
presentazione di un’eroina internazionale”. Garibaldi         dell’arte. Un altro tema sviscerato è quello del valore
e la sua compagna, rappresentati                                                       pedagogico attribuito all’icona di
in chiave romantica, si “popola-                                                          Anita in questi anni di costru-
rizzano” grazie a una serie di                                                             zione del carattere nazionale
operazioni editoriali, puntual-                                                             nella sua versione femmini-
mente richiamate e illustrate                                                                le; non manca il rilievo del-
nel volume, anche nell’opinio-                                                               la sua eccentricità rispetto
ne pubblica inglese e france-                                                                al modello di virtù domesti-
se, oltre che in Italia, nonché                                                              ca, sottomissione al marito
grazie al diffondersi di nuovi                                                               e totale dedizione all’educa-
dispositivi mediatici “a forte                                                               zione dei figli diffuso in Italia
impatto visuale”.                                                                            dalla classe dirigente post-u-
   Con la morte di Garibaldi                                                                nitaria, che spiega l’assenza
inizia il periodo della gestio-                                                             di riferimenti al suo nome, a
ne pubblica della memoria                                                                   volte dovuti anche alla sua
risorgimentale e di Anita in                                                                condizione di “straniera” o
particolare; si fa strada nel-                                                              alla sua condizione di incolta,
le versioni ufficiali l’immagi-                                                             in diversi repertori di donne
ne conciliatoria dell’Eroe dei                                                              esemplari della storia, pun-
due mondi, “rivoluzionario di-                                                              tualmente richiamati nel volu-
sciplinato” ormai assunto nel                                                               me, dall’esplicito intento pe-
Pantheon dei padri della pa-                                                                dagogico. Tra le collaboratrici
tria. Inizia però anche un in-                                                              del giornale mazziniano “La
teresse propriamente storio-                                                                Donna”, che anch’esso mira-
grafico per la sua biografia e                                                              va a formare le nuove citta-
per quella di Anita, al riguar-                                                             dine italiane, solo Anna Ma-
do non più frenato dai veti di                                                             ria Mozzoni e Giulia Cavallari
Garibaldi o dal timore di “mac-                                                           Cantalamessa la menzionano
chiare” la fama di virtù di entram-                                                  in termini lusinghieri, esaltandone,
bi, in particolare sulla questione del primo matrimo-         come fa in particolare quest’ultima, la specificità fem-
nio e sulle congetture malevole concernenti la morte          minile, mentre Garibaldi ne aveva soprattutto elogiato
e la sepoltura della giovane, del resto sfatate da un’in-     le qualità virili tipiche del soldato.
chiesta giudiziaria. Sono così passate in rassegna e              Sarebbe invece spettato al fascismo proporre alle
confrontate fra loro le principali biografie dedicate a       giovani italiane l’immagine di un’Anita moglie e ma-
Garibaldi negli ultimi due decenni dell’Ottocento, com-       dre amorevole, depotenziandone ogni carica eversi-
prendenti diverse pagine su Anita: da quella di Guer-         va del modello femminile tradizionale. Alla storia e alle
zoni, a quelle di Jessie White Mario e di Speranza von        modalità di questa operazione, che ebbe tra i prota-
Schwartz. Nell’opera della White Cavicchioli scorge           gonisti il nipote Ezio Garibaldi, generale della Milizia
l’emergere, con la sua sottolineatura del ruolo di Ani-       e magna pars delle celebrazioni del 1932, è dedicato
ta nelle vicende garibaldine, di una volontà di esalta-       l’ultimo capitolo del libro, aperto da un diffuso para-
zione dell’apporto femminile alle lotte risorgimentali,       grafo sulle molteplici iniziative di conservazione del-
e rileva anche il primo palese accenno all’esistenza          la memoria di Garibaldi e di Anita nei luoghi della loro
di un primo marito di Anita. Ma inizia anche negli anni       sofferta e infine tragica ritirata da Roma e in particola-
‘80 dell’Ottocento la serie delle pubblicazioni, dei mo-      re a Ravenna e in tutta la Romagna, dove si afferma
numenti, delle vie, piazze e delle produzioni iconogra-       un radicato culto popolare, con vere e proprie liturgie,
fiche a lei esclusivamente dedicati: la prima biografia,      vivo ancor oggi, alimentato dai prevalenti sentimenti
di Giuseppe Bandi esce nel 1889, sotto lo pseudoni-           democratici e repubblicani dei suoi abitanti. Sulle li-
mo di “Piccione Viaggiatore”, nel cinquantenario della        turgie funerarie utilizzate dal regime fascista per ac-
morte, celebrato a Livorno; il primo monumento italia-        crescere il consenso al progetto di un’Italia “grande”

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e collegare le onoranze ai caduti della Grande Guer-
ra, ai martiri del Risorgimento e ai camerati della pri-
                                                                   GLI ANNI DELLA SPERANZA
ma ora, all’affermazione della continuità tra il volonta-                          di Edmondo Paolini
rismo patriottico garibaldino, l’eroismo risorgimentale
e il volontarismo delle camicie nere l’Autrice si soffer-            Alla fine della guerra, la spartizione del mondo in
ma nelle suggestive pagine finali del volume, che illu-          due sfere di influenza, quella americana e quella rus-
strano con ricostruzioni di grande efficacia, fondate su         sa, fecero cadere le illusioni di un ruolo autonomo
documentazione di prima mano e su testimonianze di               dell’Europa nel contesto della politica mondiale.
osservatori diretti, sia la complessa vicenda dell’ere-              Malgrado le solenni dichiarazioni di unità di inten-
zione del monumento romano e delle trasformazioni                ti, espresse durante la guerra nelle conferenze dei tre
subite dall’originario progetto presentato dallo stesso          Grandi, Churchill, Stalin, Roosevelt, a Teheran nel no-
Rutelli nel 1907 per approdare alla versione definitiva,         vembre 1943 e a Yalta nel febbraio 1945, il clima di
sia tutto l’iter della traslazione dei resti di Anita fino al    collaborazione si deteriora rapidamente: fra Gran Bre-
loro approdo finale.                                             tagna e Stati Uniti da una parte e Unione Sovietica
   Come già nel primo capitolo, con le straordinarie             dall’altra (ma soprattutto fra questi due ultimi paesi)
pagine che, sulla scorta dei dati forniti dalla memoria-         nascono i primi contrasti a proposito dell’applicazione
listica e soprattutto del risultato dell’appassionato la-        degli accordi di Yalta e dei negoziati di pace con i tre
voro di ricerca “sul campo” svolto nell’ultimo decennio          paesi sconfitti, Italia, Germania ed Austria.
dell’Ottocento da Raffaele Belluzzi, consentono al let-              Questa ripartizione in due zone di influenza assu-
tore di seguire quasi ora per ora, il percorso e le soste        meva anche connotazioni diverse, dovute a motivazio-
di Anita e Garibaldi, da Roma alle Mandriole, e qua-             ni obiettive: mentre l’Unione Sovietica, per la sua pre-
si di vederla, come in un filmato, persino nel suo ab-           senza fino al cuore della Germania, sviluppava una
bigliamento, dapprima ancora amazzone intrepida e                egemonia di tipo militare (e la soffocazione della rivol-
focosa e poi via via trasformarsi in una maschera di             ta cecoslovacca nel 1948 ne è un esempio, destina-
sofferenza, anche quest’ultima parte chiama ad as-               to, purtroppo, ad essere seguito negli anni successivi)
sistere allo scenario dinamico che conclude la “vera             gli Stati Uniti d’America, distanti dall’Europa migliaia
storia” dell’Anita mortale, con il particolareggiato re-         di chilometri, si orientavano per una egemonizzazione
soconto dell’ultimo viaggio delle sue povere spoglie             di tipo economico, anche se il possesso della bomba
da Nizza fino al monumento destinato ad accoglierle,             atomica permetteva loro di operare una dipendenza
delle sue tappe, del corteo che l’accompagna, della              militare (l’ombrello atomico).
cerimonia di inumazione, il 2 giugno 1932, definita dai              Era questo il quadro politico nel quale i federalisti
giornali, per la sua trionfalità e partecipazione popola-        europei si ritrovarono, dopo la constatazione di aver
re, “apoteosi di Anita”, e di quella, più severa e riserva-      perduto la prima grande occasione per unificare l’Eu-
ta, dello scoprimento del monumento, il 4 giugno, per            ropa sulla spinta ideale unitaria della Resistenza. Scri-
mano della regina Elena. Il discorso di Mussolini, tutto         veva «L’Unità europea» dell’agosto 1943, sotto il tito-
teso alla riaffermazione della continuità tra garibaldi-         lo «Le tendenze federaliste»: «… Alla fine di questa
nismo e fascismo, nel solco di una lettura già afferma-          guerra si presenterà una situazione favorevole come
tasi nella storiografia del tempo, che la voleva “eroina         non mai alla formazione di una unità federale euro-
dell’amore” per il marito e i figli, oscurando i tratti liber-   pea. Ma questa situazione non durerà a lungo. Se non
tari e anticonvenzionali della sua biografia, conferiva          sapremo profittarne, se lasceremo trascorrere aspet-
alla sua icona destinata a rinverdirne il mito, in accor-        tando che tutti i paesi del continente si formino una co-
do con la raffigurazione che gli stesso aveva voluto,            scienza europea tanto forte da tradursi nella volontà
imponendo allo scultore l’aggiunta del figlioletto sul           della maggioranza della popolazione, daremo il tem-
braccio, il carattere sublime di moglie e madre esem-            po alle vecchie formazioni degli Stati sovrani di ricon-
plare nella sua disponibilità sacrificale, perfettamente         solidarsi …».
in linea con l’ideale femminile proposto dal fascismo.               Si è cercato di trovare le cause di questa sconfitta:
   Cavicchioli rileva tuttavia come l’Anita reale, ribelle,      alcuni storici, come Andrea Chiti-Batelli, la fanno risa-
forse bigama, rivoluzionaria, straniera, e come Gari-            lire alla scarsa incidenza dell’insegnamento federali-
baldi appassionata internazionalista, rappresentasse             sta degli uomini della Resistenza sulle realtà nazionali
pur sempre un personaggio scomodo per il regime, e               e sui partiti nati dopo il fascismo: «… Per quanto i Mo-
come al di là delle intenzioni che le avevano determi-           vimenti che costituirono, nei vari paesi, la Resisten-
nate, quelle celebrazioni abbiano avuto l’effetto sia di         za, avessero formazione ideologica e di conseguen-
riattizzarne la memoria presso gli eredi della tradizio-         za, obiettivi molto diversi fra loro, la lotta comune al
ne democratica, sia di proporla come simbolo di forza            di sopra delle frontiere nazionali, contro l’oppressione
e coraggio alle donne italiane, per la prevalente imma-          nazi-fascista generò un sentimento spontaneo di soli-
gine di ardimento che la statua equestre di Rutelli era          darietà e di fratellanza europea nello sforzo concorde
riuscita comunque a comunicare e per lo stupefacente             verso un’Europa libera e democratica, e fece fin da al-
esempio di successo postumo toccato a una donna,                 lora comprendere ai più illuminati ed acuti fra i com-
umile nelle sue origini, ma, come la definisce l’Autrice,        battenti per la libertà che appunto l’unità europea do-
“donna di ideali”.                                               veva essere la premessa perché l’instaurazione di un
                                                           o     ordine libero e di una società democratica fosse in Eu-

CAMICIA ROSSA                                                                                                           7
ropa solida e definitiva … Nel complesso tuttavia il ca-                grafo, nel Movimento Federalista Europeo. Fa parte del Consiglio
rattere del tutto estraneo alla tradizione storica euro-                Italiano del Movimento Europeo. E’ membro per merito dell’ANPI e
pea dell’idea, politica e giuridica, dello Stato federale               per la sua lunga attività federalista, nel 1997 è stato insignito dell’or-
e il carattere solo marginale che ebbe la nota federali-                dine di Cavaliere al merito della Repubblica. Oggi vogliamo proporre
sta nella stessa Resistenza, fece sì che l’europeismo                   alla riflessione dei nostri lettori un estratto dal suo volume “L’idea di
spontaneo dei momenti eroici non poté coagularsi e                      Europa” ed. La Nuova Italia. Che al di sopra della scelta istituzionale
consolidarsi in istituzioni durevoli.                                   per l’Unione Europea che continuiamo a perseguire attraverso la
    Ma noi riteniamo che la sconfitta fu dovuta, piutto-                lotta esemplare del Movimento Federalista Europeo, ci indica l’ir-
sto, alla rapida e imprevista mutazione, con la guerra                  rinunciabile strada, attraverso l’Unione, della pace e della crescita
fredda, del quadro politico e alla paura dell’estender-                 culturale e sociale del popolo europeo. (Letizia Paolini)
si del comunismo, per cui gli americani si affrettaro-
no subito a ripristinare le vecchie strutture nazionali.                       Appello ai soci e alle sezioni Anvrg
Inoltre era convinzione, in quegli anni, che la realiz-
zazione dell’unità europea dovesse avvenire da par-                           SULLE TRACCE DEI
te delle potenze vincitrici. Difatti, nel già citato articolo              GARIBALDINI DI DOMOKOS
di «L’Unità europea» si affermava: «… O si ritiene che
gli Stati Uniti d’Europa devono nascere “spontanea-                          Da tre anni il Museo Civico del Risorgimento di Bo-
mente” dal libero accordo di tutti i popoli europei – e in               logna è promotore di una serie di ricerche, di carat-
tal caso occorre limitarsi ad un’opera di propaganda e                   tere storico-biografico, sulle spedizioni garibaldine di
di educazione a lunghissima scadenza, e difendere il                     fine Ottocento-inizio Novecento. Organizzate attorno
principio del non intervento, opponendosi all’intromis-                  alla figura di Ricciotti Garibaldi senior e dei suoi figli,
sione dei governi stranieri negli affari interni di qualsi-              nonché a tutta una serie di personaggi della varie-
asi paese, oppure si ritiene che gli Stati Uniti d’Europa                gata Estrema del tempo, queste campagne ebbero
debbano sorgere nell’immediato dopoguerra essen-                         come luogo di elezione, in nome della solidarietà fra
zialmente per opera delle potenze vincitrici … Noi sia-                  i popoli, la penisola balcanica e quella ellenica, per
mo per il secondo atteggiamento, non per il primo, che                   poi virare l’attenzione sulla Francia allo scoppio della
crediamo produttore di pericolose illusioni e di nuovi                   Prima guerra mondiale.
disastri».                                                                   Dopo la pubblicazione del numero monografico
    Il declino degli Stati belligeranti, sia vincitori che               del “Bollettino del Museo del Risorgimento” intera-
vinti, alcuni dei quali avevano perduto anche i loro im-                 mente dedicato alla spedizione nelle Argonne del
                                                                         1914-1915 (voll. LVIII-LXI, 2013-2016) corredato dal-
peri coloniali, ridavano spazio ai movimenti federalisti
                                                                         le biografie di 143 volontari repubblicani e garibaldi-
già operanti e a quelli che si erano andati costituendo
                                                                         ni emiliano-romagnoli che vi presero parte – e che
alla fine della guerra.                                                  presto saranno rese disponibili online (con le ulte-
    A questo rilancio contribuì in parte il discorso che                 riori informazioni reperite dopo la pubblicazione del
Winston Churchill pronunciò all’Università di Zurigo il                  volume) sul portale www.storiaememoriadibologna.
19 settembre 1946 «… Fra i vincitori, una Babele di                      it – in questi mesi ha preso il via una nuova indagine
voci confuse. Fra i vinti, il triste silenzio della dispera-             riguardante la campagna di Grecia del 1897. Poiché
zione. Ecco a cosa sono arrivati gli europei raggrup-                    uno dei maggiori fondi archivistici che venne interro-
pati in tante nazioni e Stati … Esiste tuttavia un ri-                   gato nel corso della precedente ricerca fu quello del-
medio che, se fosse generalmente e spontaneamente                        la sezione bolognese dell’ANVRG – che raccoglie in
adottato dalla maggioranza dei popoli in molti paesi,                    sé anche le carte di alcuni volontari di Domokos – i ri-
potrebbe, come per miracolo, trasformare completa-                       cercatori del Museo del Risorgimento di Bologna fan-
mente la situazione e rendere tutta l’Europa, libera e                   no appello a tutte le sezioni ANVRG d’Italia per una
felice come la Svizzera attuale … Dobbiamo creare                        ricognizione delle carte d’archivio dell’Associazione,
una sorta di “Stati Uniti d’Europa”». La statura dell’uo-                al fine di condurre uno studio il più possibile appro-
mo politico (che aveva ceduto però da poco ad Attlee                     fondito su quei garibaldini di Grecia che da tutte le
la carica di primo ministro), le solennità del linguaggio                parti della Penisola conversero ad Atene per portare
e l’importanza del luogo hanno indotto molti a consi-                    il loro sostegno spirituale e materiale alla causa elle-
derare questo discorso una svolta determinante per                       nica: dal trentino Ferruccio Tolomei al laziale Filippo
il rilancio dell’idea federalista: non possiamo condivi-                 Troya, dalla comunità triestina ai forlivesi riuniti attor-
dere questa opinione poiché le affermazioni unitarie                     no al più famoso caduto del ‘97, il deputato Antonio
venivano dal rappresentante di un paese che aveva                        Fratti, fino ad arrivare agli imolesi del gruppo di An-
                                                                         selmo Marabini ed agli anarchici di Amilcare Cipriani.
sempre boicottato tutti i tentativi di istituzioni sovrana-
                                                                             Chiediamo pertanto la collaborazione di tutte le
zionali, per cui la stessa «sorta di Stati Uniti d’Euro-
                                                                         sezioni ed i soci dell’ANVRG: archivi, studi locali, do-
pa» auspicata assumeva più il carattere di una «Euro-                    cumenti conservati dalle famiglie... Tutto ciò che può
pa delle patrie» che non di federazione.                  o              contribuire ad una più precisa ricostruzione di quegli
                                                                         eventi può esserci utile. In questo caso si può contat-
*Edmondo Paolini, nostro socio, si è formato culturalmente e poli-       tare Mirtide Gavelli presso il Museo del Risorgimento
ticamente, agli inizi degli anni ‘50, con Adriano Olivetti ed Umberto    di Bologna al seguente indirizzo mail: museorisorgi-
Serafini nel Movimento di Comunità (di cui è stato membro del Co-        mento@comune.bologna.it. (Andrea Spicciarelli)
mitato centrale) e con Altiero Spinelli, del quale è noto come bio-

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STORIA
                                I 170 anni della “Primavera dei popoli”

               LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849
                                               di Gian Biagio Furiozzi
    Negli ultimi tempi si è parlato molto delle cosiddette   zione di organizzare il consenso, favorendo la libera
“Primavere Arabe”.                                           discussione e fungendo anche da Comitati elettora-
    Ebbene, anche la Repubblica Romana del 1849 è            li. Rappresentarono un pungolo e un incoraggiamen-
stata definita una primavera: “La Primavera della Na-        to continuo, con i loro tanti documenti, appelli, volan-
zione” in quanto ha significato il risveglio del popolo      tini, diffusi in grande quantità. Nelle loro riunioni essi
italiano. Essa è durata solo 5 mesi: dal 9 febbraio al 4     trattarono temi come le leggi elettorali, quelle fiscali e
luglio 1849. Ne riassumo brevemente i fatti principali.      il federalismo: tutte questioni di cui si parla anche ai
A seguito dell’insurrezione del 1848, Pio IX era fuggito     giorni nostri!
da Roma travestito da semplice prete in una carrozza             Il 9 febbraio, su proposta di Quirico Filopanti, fu
chiusa, accompagnato dall’ambasciatore della Bavie-          emesso dunque il Decreto Fondamentale della Re-
ra, mentre gli agenti di guardia al Quirinale erano svia-    pubblica, il cui primo articolo proclamava: “Il papato
ti dall’ambasciatore francese che, uscito dal Quirinale      è decaduto di fatto e di diritto dal Governo temporale
dopo una visita, si diresse verso Civitavecchia, mentre      dello Stato Romano”. A questo punto, Pio IX chiese
il Papa prese la Via Appia, in direzione di Gaeta.           l’intervento delle Potenze cattoliche. Il 5 marzo giun-
    Il 12 dicembre ‘48 fu nominata una Giunta di Stato,      se a Roma Giuseppe Mazzini, chiamatovi dal famoso
che deliberò la convocazione di un’Assemblea Costi-          dispaccio di tre parole di Goffredo Mameli: “Roma Re-
tuente. Il 1° gennaio 1849 il Papa decretò la scomu-         pubblica. Venite!”.
nica contro coloro che l’avevano indetta, e contro tutti         Il 25 aprile sbarcò a Civitavecchia il primo contin-
quelli che avessero partecipato al voto. Il 21 genna-        gente militare francese (6.000 uomini), comandato dal
io, comunque, si tennero le elezioni, che decretarono        gen. Oudinot. Questo in violazione, va detto, dell’art.
la vittoria dei democratici, in quanto i legittimisti non    5 della Costituzione francese, che vietava espressa-
si recarono ai seggi. Andarono a votare ben 250.000          mente ogni intervento “contro la libertà di altri popo-
persone, su una popolazione di tre milioni. Votarono         li”. Tanto è vero che sulla strada da Civitavecchia a
solo i maschi (anche se, in teoria, non vi era un divieto    Roma i romani issarono centinaia di cartelli con que-
esplicito per le donne). Ma non era previsto neppure         sta sola scritta: “Art.5”. La Francia disse che interve-
nello Statuto albertino, dove si diceva semplicemente        niva per “prevenire” un intervento dell’Austria. In prati-
che il voto era riservato ai “regnicoli”.                    ca, è stato il primo caso di “intervento preventivo” nella
    Un ruolo importante nelle vicende della Repubbli-        storia d’Europa.
ca venne svolto dai Circoli popolari, sorti a centina-           In tutto, i militari a disposizione della Repubblica
ia in tutte le città grandi e piccole del Lazio, Umbria,     erano 20.000, di cui 10.000 a difesa di Roma e gli altri
Marche ed Emilia Romagna a partire dalla metà del            dislocati nelle altre province. Il territorio della Repub-
1848. In assenza dei partiti politici, essi ebbero la fun-   blica comprendeva il Lazio, le Marche e la Romagna.
                                                                                Ai soldati francesi si aggiunsero quelli
                                                                            inviati dall’Austria, dalla Spagna e dal Go-
                                                                            verno di Napoli. Il 30 aprile il primo assalto
                                                                            dei Francesi venne respinto sotto le mura
                                                                            di Roma. Il 9 maggio Giuseppe Garibal-
                                                                            di batteva i napoletani a Palestrina. Ma
                                                                            Roma fu attaccata in forze, e iniziò la stre-
                                                                            nua difesa della città, soprattutto sul Gia-
                                                                            nicolo e a Villa il Vascello.
                                                                                Il 2 luglio Garibaldi dovette annunciare
                                                                            il ritiro da Roma, con un famoso discor-
                                                                            so tenuto in Piazza S. Pietro, che iniziava
                                                                            così: “Io esco da Roma: chi vuol continua-
                                                                            re la guerra contro lo straniero, venga con
                                                                            me...Non prometto paghe, non ozi mol-
                                                                            li. Ma acqua e pane quando se ne avrà”.

                                                                              Proclamazione della Repubblica Romana
                                                                              nel 1849 in Piazza del Popolo – Lit. Rossetti
                                                                              (it.wikipedia.org)

CAMICIA ROSSA                                                                                                            9
Questo discorso è stato paragonato a quello fatto da            minazione verso di loro.
Churchill nel maggio 1940, per incitare gli inglesi alla           Nel biennio 1848-49 si ebbe a Roma una grande
resistenza contro Hitler. Lo seguirono 4.000 volontari,         diffusione della stampa: ben 75 tra giornali, riviste, nu-
armati con 800 cavalli e un cannone. Vi erano anche             meri unici, tra politici, economici e satirici. La caduta
la moglie Anita e il famoso Ciceruacchio con i suoi due         della Repubblica segnò l’inizio del cosiddetto “decen-
figli. Tutti inseguiti dagli Austriaci. La Repubblica fu        nio di preparazione”. Ma anche un decennio di reazio-
sconfitta - dunque - da ben quattro eserciti: francese,         ne, di condanne e di esilio per migliaia di patrioti. La
austriaco, spagnolo e borbonico, nonostante la fiera            liberazione di Roma, dopo i due generosi e sfortunati
resistenza soprattutto sul Gianicolo e a Villa il Vascel-       tentativi di Garibaldi del 1862 e del 1867, sarebbe av-
lo. Essa fu una Repubblica parlamentare, presieduta             venuta solo il 20 Settembre 1870. Sappiamo che Ga-
da un Triumvirato (Mazzini, Saffi e Armellini). Il Gover-       ribaldi ebbe con Mazzini degli scontri sulla tattica mili-
no era composto da sette ministri. La sua moneta era            tare da seguire nella difesa di Roma. Ma, nonostante
il baiocco. La sua religione prevalente, il cattolicesimo.      ciò, egli volle che nell’immenso corteo funebre che ac-
Ma non c’era nessuna religione di Stato. La principale          compagnò l’Esule genovese nel 1872, fosse presente
religione minoritaria era quella ebraica. Aveva un mot-         anche la bandiera dei Mille.                            o
to: “Dio e Popolo”. Aveva un suo Inno: “Il Canto degli
Italiani”, di Goffredo Mameli”. Anche se non era pro-                        LIBRI RICEVUTI
prio un inno ufficiale, esso era utilizzato dai soldati vo-
lontari come inno di guerra. Del resto, esso è stato di-         Guglielmo ADILARDI, Massoneria, società e politi-
chiarato ufficialmente inno nazionale della Repubblica           ca (1717-2017). Profilo storico dalla fondazione ad
Italiana solo pochi mesi or sono.                                oggi, Istituto Lino Salvini, Firenze, 2018
    La Costituzione era composta di 69 articoli. Era ba-         Guglielmo ADILARDI, Carlotta LENZI IACOMELLI,
sata sulla sovranità popolare. Le elezioni erano pre-            Accademie, salotti, giochi di società e amori segreti
viste ogni tre anni. Essa proclamava: la libertà politi-         nella Firenze del Settecento, Angelo Pontecorboli
ca e quella religiosa, il principio della laicità, il diritto    Editore, Firenze, 2017
di proprietà individuale. L’esproprio per pubblica utili-
tà era previsto solo previo indennizzo. La libertà d’in-         Per Anna Maria, amica e maestra, ANVRG, Paolo
segnamento, il segreto della corrispondenza, la liber-           Sorba Editore, La Maddalena, 2018
tà di associazione. Era previsto il diritto di petizione,
sia individuale che collettivo. Un articolo diceva che           “A Terni dove fu l’appuntamento”. Gli avvenimenti
la Repubblica promuoveva il miglioramento delle con-             politico-militari del 1867 a Terni e nell’Agro Roma-
dizioni morali e materiali di tutti i cittadini. Era sanci-      no, Atti del Convegno di studio di Terni del 21 otto-
ta l’indipendenza della magistratura. Veniva istituito il        bre 2017, a cura di Zefferino Cerquaglia, Edizioni
giudice di pace per le controversie civili. L’esercito do-       Thyrus, Arrone, 2018
veva essere composto da volontari, ma tutti i cittadi-           Claudia FAVILLI, Anita. Parte prima: La vita in Su-
ni dovevano far parte della Guardia Nazionale. Veniva            damerica, Biblioteca dei Leoni, Castelfranco Vene-
prevista un’indennità per i deputati, a cui non si pote-         to, 2018
va rinunciare. Nel Regno d’Italia verrà introdotta solo
ai primi del ‘900. Diversi princìpi sono stati ripresi dal-      La Sanità Militare e la Croce Rossa Italiana nella
la nostra attuale Costituzione. L’originale è conservato         Grande Guerra a cura di Riccardo Romeo Jasinski
nella Biblioteca Augusta di Perugia, portatovi da Gio-           e Maria Enrica Monaco, Atti del Convegno naziona-
vanni Pennacchi.                                                 le di storia, Vallombrosa 16-18 giugno 2017, Comu-
    Durante l’assedio di Roma venne istituito il servizio        ne di Reggello, 2018
delle “ambulanze”, veri e propri piccoli ospedali mobi-
li che prestavano le prime cure ai feriti. Erano guida-          Saperi per la nazione. Storia e geografia nella co-
te da Cristina Trivulzio di Belgioioso. Vi furono addette        struzione dell’Italia unita, a cura di Paola Pressen-
molte centinaia di popolane romane, che, dopo il ritor-          da e Paola Sereno, Olschki, Firenze, 2017
no di Pio IX, furono subito scomunicate e definite tut-          Gabriella FANELLO MARCUCCI, Pier Luigi GUA-
te prostitute. In realtà, queste ultime erano solo una           STINI, Filippo MAZZONI, All’alba della Costituzio-
piccola parte di esse. Tra le vivandiere vi era la roma-         ne italiana, Istituto Storico della Resistenza a Pi-
na Adeodata Frigeri, moglie del mazziniano perugino              stoia, 2018
Giovanni Sebastiani. Avrebbe poi fatto la vivandiera
anche nella guerra di Crimea e nella seconda guer-               Lorenzo PERA, Squadrismo in grigioverde. I batta-
ra d’Indipendenza. Va poi ricordata Colomba Antoniet-            glioni squadristi nell’occupazione balcanica (1941-
ti di Bastia Umbra, che morì combattendo accanto al              43), Istituto Storico della Resistenza a Pistoia, 2018
marito Luigi Porzi sulle mura di Roma. Fu l’unica don-           Caro nemico. Soldati pistoiesi e toscani nella Re-
na a morire in difesa della Repubblica Romana. La li-            sistenza in Albania e Montenegro 1943-1945, Atti
bertà religiosa favorì la completa emancipazione degli           delle giornate di studi Pistoia 8 novembre 2014, 17
ebrei, molti dei quali presero parte agli avvenimenti ri-        ottobre 2015, 11 marzo 2017, a cura di Lia Tosi,
voluzionari. Due ebrei furono eletti anche nell’Assem-           Edizioni ETS, Pisa, 2018
blea Costituente. Dopo la sua caduta, riprese la discri-

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Un triste caso al tempo della Spedizione dei Mille

                             FRANCESCO CATTANEO
                                                  di Donato D’Urso
    Francesco Cattaneo era nato a Novi (l’odierna Novi        Rientrato a casa, riprese il lavoro di negoziante,
Ligure in Piemonte) il 17 ottobre 1835. Esentato dagli sempre presente in ogni cerimonia patriottica, unico
obblighi di leva perché un fratello serviva nell’esercito, novese dei Mille superstite, dopo la morte in giovane
lavorava nel campo del commercio. Nella primavera età di Paolo Giuseppe Punta. Cattaneo era presidente
del 1860 si trovava a Genova, quando apprese dell’im- della locale sezione della Società Carabinieri Italiani e
minente spedizione garibaldina. Lasciata ogni cosa si socio dell’Accademia filarmonica, artistica, letteraria.
presentò volontario, sebbene non avesse esperienza            Nel 1878, dopo il fallito attentato al re di Giovanni
militare, e fu imbarcato a Quarto sul vapore Lombardo. Passannante, che invece ferì seriamente il presiden-
Durante la sosta a Talamone in Toscana, Cattaneo fu te del Consiglio Benedetto Cairoli, già mazziniano e
assegnato alla 1ª compagnia agli ordini di Nino Bixio.     garibaldino, Cattaneo fece parte della delegazione
    Bixio era valoroso ma anche irascibile e duro.              che si recò a Roma per consegnare a Cairoli un
Famose le parole pronunziate sulla nave in                           indirizzo di omaggio, accompagnato da una
navigazione verso la Sicilia: «Qui io sono                              medaglia d’oro e da un album di firme di
tutto, lo Czar, il Sultano, il Papa, sono                                  estimatori novesi: «A Voi, ferito a Paler-
Nino Bixio! Dovete obbedirmi tutti; guai                                    mo per la redenzione d’Italia, ferito a
chi osasse un’alzata di spalla, guai chi                                     Napoli per la salvezza del Re, fra le
pensasse di ammutinarsi! Vi uccide-                                            schiere di Garibaldi sul banco dei
rei tutti». A Palermo prese a schiaffi                                          ministri nella reggia, patriota sem-
Carmelo Agnetta, che aveva porta-                                               pre, della patria benemerentissimo,
to essenziali rifornimenti con l’Utile,                                          i cittadini di Novi Ligure in segno di
solo perché non l’aveva riconosciuto                                             ammirazione e di affetto».
al funerale dell’ungherese Tüköry                                                   L’anno dopo (1879), cogliendo
(Camicia Rossa, febbraio/aprile                                                 l’occasione del transito alla stazione
2004, pp. 25-26).                                                              di Novi Ligure dello stesso Cairoli,
    Cattaneo passò alla 9ª compagnia                                          Cattaneo gli consegnò la pergame-
comandata dal pavese Giacomo Gri-                                           na di nomina a presidente onorario
ziotti. Nello scontro di Calatafimi ripor-                                 della Accademia citata in precedenza.
tò tre ferite, al collo, all’orecchio sinistro                           Nel giugno 1882 l’ex-garibaldino ferito tre
e all’avambraccio destro. Riparato dietro un                          volte a Calatafimi commemorò l’Eroe morto
muro ricevette le prime cure da Rose Mont- Francesco Cattaneo a Caprera, anche se non era un forbito ora-
masson, allora compagna di Francesco Cri-                             tore. Cattaneo è ricordato come «un uomo
spi, unica donna presente sul campo di battaglia.          alla buona, senza ostentazione del dovere compiuto,
    Le ferite per fortuna non erano gravi e in qualche senza acredine di fronte ad avversi denigratori, sem-
settimana Cattaneo guarì, tanto che poté rientrare a plice, cordiale e schietto» (da uno scritto di Serafino
casa per una breve licenza. A luglio era di nuovo in Si- Cavazza del 1960).
cilia. Dai Carabinieri Genovesi fu trasferito, col grado      Colpito da grave malattia, Francesco Cattaneo morì
di sottotenente, alla 17ª divisione, brigata Basilicata. non ancora cinquantenne il 15 novembre 1884.
Al termine della campagna meridionale fu congedato            Sin qui la biografia, semplice e compiuta di uno dei
da luogotenente e gli fu conferita la medaglia dei Mille Mille. E tuttavia un triste caso macchiò quell’esaltante
con relativo diploma: «A Voi, Cattaneo Francesco, uno esperienza e sicuramente amareggiò la memoria di
dei mille prodi sbarcati con Garibaldi a Marsala il dì 11 quell’onest’uomo.
maggio 1860, il Senato di Palermo questo attestato            Ha narrato i fatti Giuseppe Bandi, gli altri memoria-
rilascia, accompagnato dalla medaglia che decretava listi garibaldini tacciono al riguardo. Bandi pubblicò I
la nostra cittadina rappresentanza, e che oggi il Mu- Mille nel 1886 (quando Cattaneo era già morto) sul
nicipio vi conferisce. Palermo il dì 24 ottobre 1860».     Messaggero di Roma e sul Telegrafo di Livorno. Nel
    Nel 1866 Cattaneo corse di nuovo alle armi con 1902 quelle pagine di ricordi furono raccolte in un vo-
Garibaldi e partecipò alla III guerra d’indipendenza, lume postumo.
comandando la 3ª compagnia del 9° reggimento vo-              Dunque, nella fase finale dell’impresa dei Mille,
lontari. Si distinse nella battaglia di Bezzecca. Nel quando si combatteva sotto Capua, fu segnalato che
gennaio 1867 fu nuovamente congedato.                      tale Raffaele Garofolo (Garofalo secondo altre fonti)

CAMICIA ROSSA                                                                                                      11
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