EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
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N°12/1 - dic. 2018 - gen. 2019 - ANNO LI - CONTIENE I.P. E I.R. - Una copia € 6,00 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A:P: D:L: 353/2003 (conv.in 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 Roma EBRAICO L’ALFABETO DELLA CREAZIONE dicembre• gennaio|2018-19
L’A L T R A C O P E R T I N A EDITORIALE www.positivoagency.com DICEMBRE 2018-GENN A IO 2019 Gli ebrei profughi di ieri e gli immigrati di oggi Molto, moltissimo è stato raccontato e scritto sulla Shoah, su come nacque il progetto della ‘Soluzione finale’, sull’acquiescenza dei più e sulla bestialità dei tanti che consentirono la realizzazione del più grande crimine che l’umanità abbia subito. Ci sono le testimonianze dei sopravvissuti e di coloro che hanno voluto capire cosa fu quell’universo concentrazionario che si alimentava di fame, freddo, botte, violenza, intimidazioni, umiliazioni e ovviamente LASCIA di morte. Forse non potremo mai sapere tutto, ma molto si conosce grazie ai tanti storici, ai centri di ricerca e ai Musei (in primis Yad Vashem e poi quelli di Berlino, di Washington). Anche a Roma un piccolissimo Museo - nella Casina dei Vallati - presieduto da Mario Venezia e diretto da Marcello Pezzetti da anni propone con mostre fotografiche e documentaristiche una narrazione degli anni ‘bui’ e dell’antisemitismo, con un approccio moderno, rivolto UN BUON SEGNO soprattutto ai giovani e alle scolaresche. In questi anni la Fondazione ha organizzato numerose mostre tra le quali: ‘La razzia del 16 ottobre’, ‘La propaganda antisemita’, ‘1938 La storia’, ‘Lo sport nell’Europa in guerra’, ‘Anna Frank, una storia attuale’. Non c’è solo l’approccio divulgativo per i giovani che non conoscono la storia moderna, c’è soprattutto il bisogno di svelare e far comprendere quei meccanismi psicologici della ricerca del consenso, della propaganda, che consentirono ad intere nazioni di essere acquiescenti verso chi voleva trovare il nemico nel ‘diverso’, nell’accettare le dittature e nel diventare silenziosi complici TESTAMENTI di persecuzioni, deportazioni e omicidi. Raccontare questi meccanismi è utile non solo per raccontare la Storia di ottanta anni fa, ma anche estremamente educativo per interpretare I progetti di Lasciti e Donazioni danno pieno valore alle storie personali e collettive degli amici del popolo Una vita ricca il presente, per sensibilizzare i giovani ad essere attenti a qualsiasi deriva populista. ebraico. Un testamento è una concreta possibilità per di valori lascia Questo filo cortissimo che unisce il passato con il presente si percepisce con potenza nell’ultima mostra - aperta fino al 13 gennaio - “Dalla Terraferma alla Terra Promessa. aiutare oggi e domani l’azione del Keren Hayesod. il segno anche Aliya Bet dall’Italia a Israele, 1945-1948", curata da Rachel Bonfil e Fiammetta Martegani. FONDI nelle vite degli altri. Si tratta di una pagina di storia ancora poco conosciuta: l’odissea di migliaia di ebrei che, sopravvissuti ai campi di concentramento e privi di tutto e di ogni sostentamento, Il nostro buon nome dipende dalle nostre buone azioni. Un fondo a te dedicato o alla persona da te designata, Nel presente cercarono alla fine della seconda guerra mondiale di far ritorno clandestinamente in è la migliore maniera di lasciare una traccia duratura e nel futuro. Palestina, all’epoca Mandato Britannico. Le circa 70 fotografie in mostra (accanto a filmati e documenti originali) raccontano le difficoltà - ma anche i grandi slanci umanitari di associandola ad un ambito di azione da te prescelto. I temi ed i progetti non mancano. molti italiani - di questo “movimento di ritorno illegale” del popolo ebraico verso la Terra Promessa: transitando e sostando nel nostro Paese dal 1945 al 1948, migliaia di superstiti all’Olocausto trovarono rifugio, ricominciarono a vivere e si prepararono a partire verso PROGETTI la Palestina. Sfuggendo ai controlli britannici, in Italia vennero utilizzate 34 navi (alcune Il KH ha tanti progetti in corso, tra gli altri; progetti dei semplici pescherecci) che salparono clandestinamente da diversi porti della penisola - per Anziani e sopravvissuti alla Shoah - Sostegno Tu con il Keren Hayesod dalla Liguria alla Puglia - portando a casa circa 21 mila ebrei. negli ospedali - Bambini disabili - Sviluppo di energie È una storia di profughi, di accoglienza e di speranze - temi di una attualità stringente - alternative - Futuro dei giovani - Sicurezza e soccorso - Restauro del patrimonio nazionale. Progetti delicati, protagonisti di una storia che dice ai visitatori: gli occhi dei profughi di allora sono gli stessi di quelli che vediamo nelle cronache di oggi; il Mediterraneo è ancora un mare da attraversare per conquistarsi dedicati, duraturi nel tempo. Di cui sei l’artefice. millenaria la possibilità di un futuro degno di essere vissuto; i rifugiati scappano dalla povertà, dalla fame e dalle violenze. “Questa mostra racconta solo 3 anni, ma che bastano a far capire tutta la storia di Israele e il ruolo avuto dall’Italia nel costruire un ponte sul Mediterraneo”, ha spiegato la curatrice Fiammetta Martegani, “abbiamo voluto creare un messaggio di speranza: la storia degli ebrei non è diversa da quella degli immigrati di oggi. Se c’è impegno Giliana Ruth Malki - Cell. 335 59 00891 KEREN HAYESOD tutto è possibile”. L’importante è non volgere lo sguardo, non girare la testa e non ignorare Responsabile della Divisione Testamenti Lasciti Milano, Corso Vercelli, 9 - Tel. 02.4802 1691/1027 chi soffre. Perché l’indifferenza - ha detto recentemente la senatrice a vita e sopravvissuta e Fondi del Keren Hayesod Italia vi potrà dare Roma, C.so Vittorio Emanuele 173, - Tel. 06.6868564 ad Auschwitz, Liliana Segre - è peggio della violenza. maggiori informazioni in assoluta riservatezza Napoli, Via Cappella Vecchia 31, tel. 081.7643480 Giacomo Kahn Enrica Moscati - Responsabile Roma gilianamalki@kerenhayesod.com 2 SHALOM MAGAZINE
COPERTINA COPERTINA Italiano ed ebraico: quante inaspettate somiglianze Originali contaminazioni tra le due lingue anche con elaborazioni etimologie fantastiche e fantasiose. I l rapporto tra lingue diverse è un tema che ha affascinato un certo punto ha influenzato un po’ l’ebraico. studiosi di tutti i livelli per secoli. Non ci sono solo differenze Per rispondere a queste domande fermiamo l’attenzione tra le lingue, ma anche somiglianze, e capire come mai ci sulle parole comuni nelle due lingue. Prima che gli esperti siano, tra le varie somiglianze (grammatica, strutture sin- giustamente si scandalizzino per un uso disinvolto della lin- tattiche, ecc.), dei vocaboli comuni, può aiutare a ricostruire guistica, si precisa che qua si farà solo una rapida (e spero la storia delle lingue e di chi le ha parlate, le origini condi- divertente) carrellata per segnalare dei dati, senza alcuna vise, le ramificazioni e gli intrecci. La linguistica oggi è una pretesa di interpretazione e di esposizione scientifica. Da te- scienza raffinata, ma anche lei ha una storia, con tante teorie ner presente poi che quando si passa da una lingua all’altra, interpretative elaborate nei secoli, e in ogni modo di questo usando una radice comune o una parola, si compie spesso si occupano molti curiosi e dilettanti. una trasformazione e un adattamento, sostituendo ad esempio La lingua ebraica, per il ruolo che occupa nella Bibbia, testo una consonante con un’altra o invertendo l’ordine di alcune sacro per milioni di fedeli, è stata sempre al centro di questi consonanti. Le due parole non saranno identiche ma molto studi. In che rapporto sta con le altre lingue, anche al di fuori simili. La trasformazione sarà ancora maggiore se il passag- della “famiglia” semitica? È davvero la lingua primordiale del- gio avviene attraverso varie lingue, ad esempio dal greco al la creazione del mondo? E come si spiegano le parole comuni latino e dal latino all’italiano. all’ebraico e altre lingue di paesi lontani dalla terra d’Israele? Un primo gruppo di queste somiglianze viene messo in evi- Chi ha influenzato chi, o esiste un progenitore comune? denza rilevando radici comuni. In alcuni casi la parentela Ad esempio in inglese terra si dice earth, e non può sfuggire è effettivamente esistente, in altri è un caso. Di questo si la somiglianza con l’ebraico èretz; specchio mirror, con marà, occupano gli studiosi della etimologia, che nell’ambito della manager con manhig, mucca, heifer con parà, chiamare, call, linguistica è una disciplina che richiede il massimo rigore, con qol (voce). Ma perché? perché di ogni affermazione bisogna portare le prove (cosa Un confronto che ci riguarda da vicino è quello che si può che non faremo qui). fare tra l’ebraico e l’italiano. Tenendo presente una prima Passando a qualche esempio di somiglianze di parole, nel difficoltà: l’ebraico si parla e si scrive da millenni, l’italiano mondo animale: toro con shor; vacca con baqàr; sciacallo con è una lingua “nuova”, con poco più di un millennio di età. shu’àl (volpe); volpe con kèlev (cane); asino con atòn; gatto Sappiamo che deriva in gran parte dal latino popolare, e che con chatùl; corvo con ‘orèv; scorpione con ‘aqràv; cervo con e massà, coprire e kpr, maschera e masàkh, copia e qof (la giudeo, osanna, alleluia, amen, messia, geenna, serafino, che- ha avuto numerosi altri influssi. Quindi la domanda dovrebbe tzevì; corno con qèren. Termini agricoli: orzo con sÈorà; grano scimmia, copia dell’uomo), aura e orà, mistero e sèter, sfera rubino, satana, giubileo. Poi ci sono tutti i nomi di persona, essere: in che modo l’ebraico, preesistente, ha influenzato il e granaio con gòren; vino con yain; frutto con prì. Più labili e sefirà, virile (da vir latino) e governo e ghèver, scettico (dal latinizzati e poi italianizzati: Gabriele, Samuele, Abramo, Gia- giovane italiano? In realtà come vedremo anche l’italiano a i legami tra contaminare e tamè, simbolo e sèmel, massa greco skepticòs) e safèq (dubbio), acqua e miqwè, clemente e cobbe-Giacomo-Jacopo, Giuseppe, Miriam-Maria ecc. chamàl, calza e chalàtz, terapia e terufà. Con i nomi curiosamente è successo anche un fenomeno in- Tutte queste e altre somiglianze hanno fatto per secoli par- verso: fino al medioevo Chayym (vita, viventi) non era un nome lare di influsso ebraico sul greco e sul latino. Tra gli ultimi a di persona. Lo è diventato probabilmente per un passaggio scriverne è stato il nostro avv. Arturo Di Porto, che pubblicò in spagnolo dove Yaacov-Jaime, pronunciando la J aspirata, nel 1964 un libro dal titolo Linfa semitica, che ebbe un discre- ricordava la parola ebraica chayym. to successo, ma anche critiche durissime da uno scienziato Un'altra serie di termini simili all’ebraico, ma passati all’ita- come Benvenuto Terracini che rifiutò in toto le sue teorie. In liano da altre lingue semitiche (erano parole internazionali e compenso due anni dopo Di Porto fu ben trattato da Guido neppure semitiche in origine) sono quelli di spezie e profumi: Ceronetti che pubblicò un articolo di lode, erudito e garbato, nerd, nardo; karkos, croco; qanè, cannella; qinnamon, cinna- sulla Rassegna Mensile di Israel, ammesso con riluttanza mono; levonà, olibano; tzippòren zafferano; bosem balsamo. dal direttore Josef Colombo. Una delle ipotesi che piaceva E poi ci sono i casi rari e famosi di fasullo, da pasùl (invali- a Ceronetti era quella dei Pelasgi, popolo del mare (pèleg, do) e marachella da meraghèl (spia, esploratore). Sicuramen- palghè maym) che approdarono da queste parti e su una al- te ebraico è il romanesco fare o stare “a gazzìm”, da chatzì tura (Ramà, che è anche un toponimo biblico), che avrebbero (metà). Dubbia l’origine di ingarellare, che a noi ricorda tanto chiamato Roma, costruirono un luogo di rifugio (palàt, peletà) ‘arèl, pronunicato ngarèl, ma che potrebbe avere altre origini. che chiamarono Palatium e Palatino. Chiunque sia stato sulle Alpi ha sentito parlare della baita, che La passione a trovare somiglianze a tutti i costi con l’ebraico significa la stessa cosa di bayit, e chissà come ci è arrivata. coinvolse nostri studiosi che arrivarono a elaborare etimo- Ma anche l’italiano ha influito sull’ebraico, quello più recente, logie fantastiche; per dare un’idea basti citare gli esempi di come nell’antichità avevano fatto latino e greco. Prima di tutto Calliope, da Kol Yafè (tutto bello) e ospedale da osèf dal (che con il vocabolario musicale: basso, duetto, primadonna, balle- raccoglie il misero). rina, cembalo ecc., e poi con studio, pasta, cantina, pizza. Per Completamente diversa la serie di termini che sono sicura- gli appassionati, segnalo che “pizza” compare nel commento mente derivati dall’ebraico. Sono termini religiosi di origine di Rashì a Ezechiele 4:16 (“pizza di pan”) e in TB Bekhorot 38b. biblica: Sabato, Pasqua (da Pèsach a Pascha aramaico), ebreo, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma 4 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 5
COPERTINA COPERTINA L’alfabeto che scrive l’universo Zamenhof e Ben Yehuda: Le parole descrivono il mondo. Per costruirlo bastano 22 mattoni. creatori di parole e sogni L a tradizione ebraica, si sa, alla risposta giusta antepo- si avvale della parola, e ogni parola è formata di lettere ne e preferisce la domanda intelligente. “Intelligente”, che rappresentano un suono. Perché i suoni si trasformino A loro si deve l’invenzione dell’esperanto e la rinascita dell’ebraico moderno. “pertinente”, “spiazzante”. Parole importanti, aggettivi in discorso occorrono almeno due interlocutori. Anzi tre, P nei quali il participio presente che li connota vuole sottoli- Creatore e creature, che devono possedere elementi di so- uò una lingua nascere dal nulla? È possibile invece stanze. Da qui il sogno di far tornare l’ebraico una lingua neare la continuità dell’azione. Ma di fronte a uno tsunami miglianza poiché altrimenti non potrebbero reciprocamente che venga riportata in vita dopo secoli in cui è rima- viva e parlata in Palestina, un obiettivo che perseguì con di banalità sull’eccesso di intelligenza degli ebrei, di luoghi intendersi. sta in uso solo nelle preghiere e presso piccoli gruppi? non poche difficoltà per tutta la sua vita, ben prima che comuni del tutto fantasiosi e colorati di pregiudizio positi- Per Adamo ed Eva i suoni si organizzano, definitivamente, La storia ha proposto alcuni esempi in tal senso. Protago- nascesse lo stato di Israele. Nel 1922, l’amministrazione vo, resta la constatazione più semplice: sono le domande in parole. Il Creatore parla alle creature, e parla in lingua nisti non casuali due ebrei, sebbene con progetti differenti. britannica della Palestina riconobbe l’ebraico tra le lingue sciocche, almeno in apparenza, quelle che richiedono ri- ebraica. La storia delle lingue è ormai scienza quasi esatta. Il primo caso è quello dell’esperanto, lingua creata a fine ufficiali; proprio quell’anno Ben Yehuda morì, lasciando sposte complesse, esaustive. E talvolta la risposta non c’è, Così sappiamo benissimo che quella ebraica è soltanto una ‘800 con l’intento di facilitare la comunicazione tra gruppi però un’importante eredità. né potrebbe esserci. delle lingue cosiddette semitiche, e non la più antica. Sap- diversi come presupposto per la pace mondiale. Alla base Esiste un’analogia tra la genesi dell’ebraico moderno e Certamente non sarà stato per caso se Isaac Bashevis Sin- piamo benissimo che “alfabeto” è un termine greco, mutuato vi era la volontà di superare le barriere culturali partendo l’esperanto: entrambi sono stati segni di apertura alla ger volle intitolare con “Gimpl tam” la sua prima raccolta da due lettere - appunto - dell’alfabeto dei Fenici. Ma per la proprio dall’ostacolo linguistico. Il suo ideatore fu l’oculi- modernità e all’universalità. Zamenhof e Ben Yehuda fu- di racconti yiddish. Tradotto in inglese da Saul Bellow nel Torà di Mosè il Creatore sceglie di rivelare in lingua ebraica sta ebreo polacco Ludovico Lazzaro Zamenhof (Bialystok, rono interpreti di uno stesso sentimento: ambivano ad 1953, Gimpel l’idiota (“Gimpel the Fool”) consacrò l’autore a la propria esistenza come unico, e in solitudine assoluta. 15 dicembre 1859 - Varsavia, 14 aprile 1917). Questi già una lingua universale, alla creazione di uno strumento di una fama forse inaspettata. Iniziando a proporre questioni Sappiamo anche che quella dell’alfabeto fonetico è stata da ragazzo si interessò alla linguistica e alla glottologia, comunicazione nel senso etimologico del termine, ossia legate alla tradizione, chi non è di studi rabbinici deve a una rivoluzione fondamentale nelle vicende dell’umanità. influenzato anche dall’ebraismo come dimostrano le sue che consentisse di scambiare concetti preziosi, di entrare maggior ragione premettere: con il permesso dei Maestri. Noi abbiamo 22 lettere che costituiscono le 22 tipologie di traduzioni della Torà in età giovanile. Era nato in un con- nella sfera dell’altro, di raggiungere l’unità nella diversità. Tam è lemma ben conosciuto da tutti i bambini ebrei che mattoni necessarie per costruire e descrivere l’universo nel testo plurilinguistico, che lo suggestionò fin da piccolo: nel Tuttavia, l’ebraico aveva alle spalle un movimento di rina- leggono la Haggadà di Pesach. Si può tradurre così: ingenuo, quale viviamo. Tuttavia l’alfabeto ebraico che va a compor- 1887, pubblicò una sorta di manuale dell’esperanto, inizio scita nazionale quale il sionismo, mentre l’esperanto era sciocco, sempliciotto. Il termine è trasmigrato nello yiddish. re le parole con le quali viene formulata la rivelazione del di un impegnativo esperimento. L’esperanto è una lingua di destinato a tutta la comunità internazionale, e le lingue per Viene reso normalmente con una locuzione complessa. E Sinai si riserva degli spazi vuoti. Le vocali non ci sono, e facile apprendimento in virtù di una struttura grammati- conservarsi hanno bisogno di un motore sociale e politico. allora diciamo che è arrivato il momento di colui che non compariranno soltanto come segni minimali da porre sotto cale simile all’inglese, con forme regolari senza eccezioni; L’esperanto ha così perso la spinta iniziale, pur rimanendo sa porre domande. Quando si ha sotto gli occhi il testo del o accanto alle lettere. Resta un margine di ambiguità non del il lessico deriva da una miscellanea di diversi idiomi con oggetto di studio; la rinascita dell’ebraico è stata non solo rituale della Pasqua ebraica, le due lettere che compongono tutto decidibile, ma è la stessa ambiguità che rende possibile una prevalenza delle lingue neolatine, non senza alcuni in- il frutto dell’opera di Ben Yehuda, ma un processo globale la parola, con il diacritico che segnala la vocale sotto la tav, il procedere della scienza e della conoscenza escludendo flussi delle lingue di ceppo germanico e una lieve influenza che si è sposato con fenomeni politici e sociali. acquistano un rilievo particolare e molto evidente. ogni risposta definitiva. delle lingue orientali (russo e polacco) e di qualche idioma [Daniele Toscano] La letteratura esegetica non ha perduto l’occasione per sof- Un passo celebre del Pentateuco, la nostra Torà, scrive in non indoeuropeo (arabo, giapponese). L’aspetto religioso fermarsi sulla fondamentale importanza di chi le domande Devarim (Deuteronomio) 29,28 (Parashà Nitsavim, nella fu assai rilevante nel progetto di Zamenhof: l’essere ebreo neppure è in grado di formularle. Ai perché fondamentali traduzione di Rav Dario Disegni z.l.): “Le cose occulte ap- infatti lo stimolò notevolmente, secondo una tendenza assai non si può dare risposta, oppure si dà la risposta più facile partengono al Signore nostro Dio e quelle rivelate toccano diffusa tra la fine dell’’800 e l’inizio del ’900 che sull’onda intuitiva. Anche perché la volontà che ha deciso, e decide, si a noi e ai nostri figli in eterno, onde possiamo attuare tutte dell’emancipazione animò in molti ebrei un forte senso di colloca al di là, non è in una dimensione per noi compren- le parole di questa legge”. Ancora i 22 mattoni. L’interpre- europeismo. Zamenhof individuò nell’esperanto un tassello sibile. Alle origini di tutto c’è un fare e un agire. Vengono tazione accettata comunemente è quella più intuitiva, ma di di un disegno più vasto: nel 1915 affermava che solo la creati il cielo e la terra. Lo spazio e la materia, dunque. Solo implicita complessità. La mente umana conosce e descrive nascita degli “Stati Uniti d’Europa” avrebbe potuto evitare nella fase immediatamente successiva compare la parola: per mezzo di parole, che sono formate da lettere. Tutto il le imminenti catastrofi. Le difficoltà di un progetto così “Disse: sia la luce”. conoscibile e il computabile (così si preferisce definirlo in ambizioso, i nazionalismi esasperati e le guerre mondiali Spiega la tradizione rabbinica che nell’eternità pensare, logica matematica) del nostro universo non possiamo, né frenarono sul nascere questa lingua, che è comunque ar- dire e creare coincidono istantaneamente. Spazio, materia, potremo, renderlo accessibile in altro modo. rivata fino a noi, tanto che è in uso presso alcune zone ed Pub_Shalom_18,5x7,2.qxp_Layout 1 03/04/18 13:04 Pagina 2 energia: può avviarsi il meccanismo del tempo. Il Creatore [Piero Di Nepi] è anche presente su Google Translate. Nel XIX secolo partì anche una riscoperta dell’ebraico, inteso come patrimonio linguistico paragonabile alle altre culture. Fino a quel momento era relegato ad alcuni conte- sti specifici e comunque privo di un territorio dove potesse essere lingua nazionale: in questa nuova fase, venne col- tivato prima dal movimento della Haskalah, poi dal sioni- smo, che lo adottò all’interno del suo progetto di offrire una soluzione collettiva al problema identitario ebraico. Questo atteggiamento nei confronti dell’ebraico non deve essere sottovalutato: una lingua usata quasi esclusivamente nella sfera del sacro doveva adattarsi alla vita quotidiana e alle necessità più materiali, una sfida non da poco. Padre dell’ebraico moderno è considerato Eliezer Ben Yehu- Villa Borghese da, giornalista e insegnante. Nato nel 1858 in Bielorussia, Piazza Bucarest 00187 Roma a Luzhky, a 23 anni si trasferì nella Palestina ottomana. La EV E NT I KOSH ER PRIVATI E AZ IE NDALI , R IC EV IMEN TI , MATRI M ON I, T +39 06 69922090 F +39 06 6791280 comunità di Gerusalemme era povera e soprattutto divisa C OM P LEA N NI, MISHMAR OT, M ILO T, BAR E B AT MI TZ VA H E info@casinavaladier.it W casinavaladier.com tra i gruppi nazionali che la componevano: la lingua era sicuramente uno degli elementi che amplificavano le di- 6 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 7
COPERTINA COPERTINA Per studiare l’ebraico ci vogliono tre C: Alfabeto ebraico: ogni lettera consapevolezza, conoscenza e cultura è un mattone della Creazione È la lingua della Torà che unisce ebrei di Israele ed ebrei della diaspora. Nessuna altra lingua è intrisa di storia, di senso, di materia dell’uomo e di presenza divina. Lo spiega Yarona Pinhas studiosa della Kabbalà L’ identità individuale, di un gruppo e di un popolo è fluenza delle varie Diaspore, è il luogo in cui si crea l’unità V composta da vari elementi fra cui la lingua. La lingua, ed è il luogo dove ci si guarda negli occhi, chiedendosi: chi iaggio nel mondo affascinante e a tratti misterioso da 1 a 10. oltre ad essere mezzo di comunicazione, è veicolo di sono io e chi sei tu? dell’alfabeto ebraico: lo scrigno che contiene la storia Le lettere raccontano e contano: dalle infinite combinazio- cultura, quindi un popolo lontano dalla propria lingua è Ora, lo spazio dedicato allo studio della lingua ebraica nelle millenaria del popolo del Libro. Un antico Midrash ni di segni associati a numeri nasce la “ghematria” (parola lontano dalla sua cultura e dalla sua identità più profonda. nostre Comunità è davvero troppo ristretto per poter rag- narra che il Signore creò prima l’alfabeto e poi, con esso, greca che indica il valore numerico della terza lettera: gam- Nel caso della lingua ebraica, la questione è ancora più com- giungere un livello necessariamente alto per capire un com- creò il cielo e la terra. Ogni lettera secondo un racconto ma= tria, tre): un sistema di interpretazione biblica basato plicata; storicamente, nella Diaspora, l’identità si è conserva- mento a un testo sacro, un articolo, una poesia di un autore talmudico, è un mattone della Creazione: il mondo na- sul computo dei valori di parole e frasi e sul confronto con ta proprio attraverso la ritualità e la lettura dei testi scritti in contemporaneo, un racconto mediamente alto, per vedere un sce dalla parola che significa “Dio disse”, ripetuta dieci parole o frasi di pari valore. È una chiave di analisi ricca di Leshon HaKodesh, l’ebraico, elemento unificante del popolo film in ebraico. A scuola si studia l’ebraico fin dalla prima volte, all’inizio della Torah. La lingua biblica si basa su fascino e suggestioni che fa parte del misticismo ebraico. ebraico, e quindi l’ebraico è stato l’unico spazio fisico di un classe e al Liceo, dove insegniamo secondo il programma ventidue consonanti, da Alef a Tav, ognuna con una vita Forse non è un caso che in ebraico, ma anche in italiano, popolo lontano dalla propria terra, unico luogo possibile dell’Università Ebraica di Gerusalemme, la quale certifica propria fatta di un nome - non solo un suono come a, b, contare e raccontare abbiano la stessa radice. per mantenere viva la memoria del passato e per continuare i nostri ragazzi con diplomi universitari, le ore a nostra di- c - un significato simbolico e un valore numerico. Per que- «Il mondo - commenta ancora Yarona Pinhas - è una com- ad esistere, nonostante i numerosi e continui tentativi di sposizione sono troppo poche per far acquisire agli alunni la sto l’alfabeto ebraico è da sempre oggetto di studio: dal binazione di lettere e numeri così come vengono studiati cancellazione. Da un centinaio di anni, però, e soprattut- sicurezza necessaria per immergersi nella cultura israelia- Talmud al Midrash alla Kabbalà, la mistica dello Zohar, anche da scienziati, matematici, fisici e chimici, che si to dalla nascita dello Stato di Israele, l’ebraico rinnovato e na. Eppure, molti dei nostri ragazzi, durante e dopo il liceo, ma soprattutto del Sefer Yetzirà, il libro della creazione, occupano del corpo umano. Facciamo un esempio. Il DNA parlato si è affermato come lingua nazionale di un popolo vanno in Israele per studiare o per arruolarsi nell’esercito tradizionalmente attribuito ad Abramo. Dovunque, nell’a- presenta, nell’individuo ancora indistinto, 22 cromosomi, che parla la sua lingua nel suo spazio fisico. Terra e lingua e ciò a riprova del riferimento culturale che Israele rappre- nalisi del testo biblico c’è un rimando all’interpretazione 22 come le lettere dell’alfabeto ebraico - fa notare ancora si sono ritrovate e in Israele si parla, si scrive, si studia, si senta per tutti noi. E allora, ancora una volta, e proprio per delle singole lettere e dell’alfabeto nel suo complesso. Ogni la Pinhas. Ora, se c’è uno squilibrio di cromosomi, di un inventa, si commercia, si crea tecnologia in ebraico. Esiste il bene delle nostre Comunità, potenziamo l’ebraico, in modo lettera esprime significati profondi capaci di influenzare solo cromosoma, l’organismo è malato. La cosa interes- un intero mondo espresso in ebraico, eppure la distanza con da creare una vera fusione fra noi e Israel. Se non capiamo i la vita dell’uomo, ogni segno si sviluppa autonomamente sante è che la Torah, l’intero organismo della Torah, se ha gli ebrei della Diaspora continua ad esserci, proprio perché testi sacri che leggiamo, come è possibile sentirci forti della creando sempre nuove sfumature di significato, dal punto una sola delle 22 lettere mancante o danneggiata, diventa non si parla, letteralmente, la stessa lingua. Si dice spesso nostra identità culturale, riconoscendo, anche, le tendenziose di vista linguistico, talmudico o mistico. In ogni lettera c’è pasùl, non più utilizzabile, almeno nella lettura collettiva. che l’ebraico di Israele è un altro ebraico rispetto a quello traduzioni e interpretazioni, che hanno creato una cultura un aspetto spirituale e ogni parola, condensandosi diventa Come nella scienza, la Torah, l’insieme delle lettere che che si conosce qui, ma non è così. L’ebraico è una unica lin- antisemita? Se non capiamo la lingua dei parlamentari isra- una cosa: “Davar”, parola, significa anche cosa, come dire la compongono è un sistema intatto. Come un hard disk». gua, con i suoi registri e le sue contaminazioni, come tutte eliani, come facciamo a capire la loro politica e a formarci un pensiero che si rivela al mondo. In nessun’altra lingua l’alfabeto è intriso di storia, di senso, le lingue vive. una coscienza critica? Come possiamo apprezzare le parole «La parola è una tevà, un’arca che viaggia nel tempo». Alla di materia dell’uomo e di presenza divina: «studiando la Come insegnante di lingua ebraica al Liceo Renzo Levi, al delle canzoni, se non le capiamo? Cosa sappiamo della zavà e scoperta dell’arca ci accompagna Yarona Pinhas, studio- Torah e le lettere che la compongono da ogni singola parola Collegio Rabbinico e ai corsi online dell’Ucei per le Comunità della storia di Israele? Che mezzi abbiamo per spiegare cosa sa della mistica ebraica, docente e scrittrice. Originaria si possono costruire mondi. Da una parola, attraverso il di tutta Italia, posso testimoniare lo stupore di molti studenti succede in Israele a chi non lo sa, se le nostre fonti di infor- dell’Eritrea, ha studiato a lungo in Israele e insegnato in significato letterale ci si può addentrare nella parte più giovani e meno giovani nel ritrovare in testi contemporanei mazione sono quelle locali, censurate o manipolate? Spesso varie università anche in Italia. Attualmente vive a Londra segreta, più intima del racconto biblico, che si spoglia di vocaboli o espressioni conosciuti nella Torah, nella Tefillah ci difendiamo con argomentazioni retoriche e zoppicanti. ed è autrice, tra gli altri, del libro “Le lettere del Cielo. fatti e personaggi per arrivare al senso più profondo. Lo o nella Mishnah e collocati in altri contesti, più discorsivi. Ma la retorica è facilmente attaccabile da altre retoriche, Da Alef a Tav dall’infinito al finito”. «Il mondo nasce con studio di ogni parola della Torah - tiene a precisare Pinhas La lingua ebraica, infatti, è impregnata di citazioni e di mentre la cultura è la sola risposta del popolo del libro. È il la Bet di Bereshìt, “in principio” l’incipit del primo libro - è l’unico percorso di verità, che, spogliato dal racconto riferimenti biblici e questo proprio in virtù del fatto che la vero orgoglio ed è l’unica, vera hasbarà. della Torà. È il simbolo di berachà, benedizione, e con le ti fa capire che tutto è parte di te, racchiuso nelle lettere, lingua rinnovata da Eliezer Ben Yehuda e dagli altri, non [Luisa Basevi, Insegnante Scuole Ebraiche Roma] parole “Dio disse: sia luce. E luce fu”. Se non ci fosse stato ogni lettera ti regala una cosa e piano piano ti accompagna meno importanti, appassionati sostenitori dell’ebraico come quel “disse” e le lettere di quelle parole, il nulla sarebbe alla radice. Dove ogni lettera è maestra di vita». unica lingua del popolo ebraico in Terra di Israele, è la lingua rimasto nulla». A cominciare dalle lettere che compongono la parola “Sha- della Torah. L’ebreo diasporico continua ad avere il cuore e Nel Midrash si racconta di una disputa durata per ben lom”, la più frequente e confidenziale della lingua, forse la mente rivolti verso Sion e l’amore per Israele è un dato di ventisei generazioni, tra le lettere dell’alfabeto: la prima, l’unica conosciuta anche nel mondo non ebraico: oltre ad fatto, ma tale sentimento, seppur nobile, non basta. Bisogna Alef è offesa, perché sarebbe stato giusto che il mondo essere un saluto, significa pace. «Shalom viene dalla radice mettere in campo le tre C: consapevolezza, conoscenza e cul- iniziasse con lei. E allora «Il Santo benedetto egli sia, ha shalem che significa essere completo, integro, perché solo tura, che vanno alimentate attraverso lo studio della lingua. il suo bel da fare a convincerla, e infine la consola dicen- la completezza porta ad uno stato di equilibrio e pace, fisi- La consapevolezza della propria posizione nel mondo è di dole che quando darà la Torah sul Monte Sinai comincerà ca e spirituale, nell’individuo e nell’universo. Dalla stessa sicuro il primo passo per non perdere l’identità ebraica. Chi con lei come è detto: “’Anoki’adonaj ’eloheka” “ Io sono il radice discende il nome Salomone, re simbolo d’integri- sono io, da dove vengo, dove sono. Signore Dio tuo”». tà e saggezza, che edificò il Tempio, in un’epoca appunto La conoscenza della storia e delle regole della vita ebraica Nella vita millenaria delle lettere dell’alfabeto, poi, Alef di pace, shalom. E anche “Jerushalaim”, Gerusalemme, consolida la posizione dell’ebreo e lo differenzia dagli altri. sarà, in un futuro molto lontano, ai tempi nostri, l’unica la città della pace, dove fu eretto il santuario. Ancora: Questo sono io, in qualsiasi parte del mondo. lettera presente nel mondo non ebraico: il suo segno gra- nell’ebraico moderno come stai si dice “Ma shlomchà?”, : La cultura, infine, è la risposta più completa per costruire fico figura anche nelle tastiere dei computer perché usato qual è la tua pace e quanto completa ti senti? Insomma il un’identità individuale e collettiva. nella matematica moderna (è il simbolo del primo numero mondo delle lettere è un portale che ti fa entrare in mondi Nel corso dei secoli è stata prodotta una quantità infinita di transfinito). meravigliosi: le lettere hanno un nome proprio, che è come scritti, musiche, poesie, e, in epoca più moderna, in Terra di Sulla tastiera della creazione oltre alle ventidue consonanti una qualità, ogni lettera è un concetto, un simbolo, un Israele e nello Stato di Israele, pièce di teatro, film; dunque figurano altri 10 tasti, come spiega il Sefer Yetzirà, che archetipo del mondo». la cultura in lingua ebraica in Israele è la cultura di con- oltre ad essere le mistiche sefiròt rappresentano i numeri Un esempio? L’iniziale del nome Yarona, Yod: «È la Yod di 8 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 9
COPERTINA COPERTINA Il miracolo di una lingua Israel, di Itzchak (Isacco). Secondo la Kabbalà, è il seme che la dolcezza”. Ecco, con questo metodo dolce, s’inaugurava c’è in ogni cosa. Yod è un trattino, un puntino, un punto l’inizio del legame con le lettere e la Torah, nettare di vita, di partenza da cui si possono scrivere altre lettere. Come che doveva durare per tutta l’esistenza». che 100 anni fa sembrava morta il popolo di Israele è un puntino nell’umanità, ma simbo- Per concludere, una storia che racconta tutta la forza delle leggia la globalità del popolo. Nel seme c’è già l’albero: è lettere dell’alfabeto: una volta Rabbì Izhak Luria, conosciu- la lettera che forma il tempo futuro, che guarda al futuro to come Arì ha kadosh, aveva avuto la rivelazione che le sue come il popolo ebraico, che ha seminato in una terra dove preghiere di Kippur erano state gradite nei mondi superio- non c’era nulla e l’ha fatta fiorire». ri, ma non quanto quelle di un altro uomo. Quando, dopo E si potrebbe moltiplicare per ventidue, ma ci limitiamo molte ricerche, riuscì finalmente a trovarlo fu sorpreso di Oggi ci sono più persone che parlano ebraico che danese o lituano. Le considerazioni e alle lettere madri dell’alfabeto, che sono tre: Alef, l’infini- trovarsi di fronte un uomo molto semplice, un contadino. l’analisi dell’evoluzione della lingua in un saggio di Amos e Fania Oz, ‘Gli ebrei e le parole' to, il principio delle cose. Mem, la lettera mediana, Tav: la Il rabbi gli chiese: «Che cosa hai fatto il giorno di Kippur?» finale, il finito. «Tutte e tre le lettere combinate assieme e lui «Rabbi, io sono ignorante e conosco l’alfabeto solo T formano la parola “Emet”, verità». fino alla Yod. Quando ho visto tutti che pregavano con ra i tanti testi che si sono occupati coniano questa eredità in questo modo: che terminare in quella che sia dive- E sono proprio Alef, Mem, Tav, secondo la tradizione, le grande fervore, io non riuscivo a seguirli. Allora ho letto le della relazione tra il popolo ebrai- “Mentre altre società premoderne con- nuta la lingua israeliana. Scrivono gli prime lettere che nell’antichità s’insegnavano ai bambini. lettere dell’alfabeto: solo quelle che conoscevo e ho detto: co e il suo alfabeto va segnalato servano la propria memoria secondo autori: “L’ebraico moderno è dunque «Nell’“Inizio della sapienza”, Reshìt Chokhmà, si consiglia “Padrone del mondo! Prendi queste lettere e fanne parole quello scritto da Amos Oz e Fania Oz uno schema che possiamo definire “ge- la più grande start up linguistica della ai maestri, il primo giorno di scuola, di “spalmare la ta- e preghiere che ti siano gradite. E questo ho ripetuto per Salzelberger qualche anno fa “Gli ebrei nitore-storia-figlio, l’equivalente ebraico modernità. Durante il XX secolo, il conto bella delle lettere con il miele in modo che i bambini con le tutto il giorno». [Lucia Correale] e le parole” edito da Feltrinelli, che ri- era “genitore-libro-storia-figlio” Le sto- di coloro che parlavano ebraico è cre- dita possano seguirne le linee e poi leccandosele, gustarne mane un classico di uno degli autori più rie ebraiche non erano solo narrazione e sciuto da qualcosa che era prossimo allo conosciuti del panorama letterario isra- morale ma anche legge: comprendevano zero a più di dieci milioni. Mettiamola eliano. È un lavoro compiuto da padre norme impartite da D-o e complesse re- così: oggigiorno c’è più gente che parla e figlia su quanto la comunicazione sia gole di comportamento”. ebraico che danese, o lituano”. Si tratta alla base dell’identità ebraica in tutte le Su questa scia, sfogliando il libro, i co- senz’altro di una rivoluzione storica. Chi Quando le parole sono cose: generazioni e lo scrivere un libro assie- autori compiono un vero viaggio nella l’avrebbe mai immaginato? [Jonatan me sul tema è abbastanza indicativo sul storia. Tante righe sono dedicate all’e- Della Rocca] contenuto dell’importanza del dialogo lemento pedagogico presente nell’Hag- l’ABC del miracolo ebraico intergenerazionale presente negli anti- gadah di Pesach, e su come il dibattito chi testi. Il volume è senz’altro un inno e la discussione siano incorporati nel alla cultura, alla speculazione della pa- processo di lettura, citando ad esempio rola e al rapporto del mondo delle lettere il metodo talmudico. “Comunque sia, in correlato alla sua diffusione nel sociale. qualunque momento a partire dal secolo L e parole sono cose (dvarim) che vengono modellate, ac- preghiera, l’ebraico si fa volgare con l’Haskalah, l’illumini- Non poche volte si ricorre alle fonti bi- II d.C. non pochi uomini ebrei sono co- costate e bilanciate con il peso di altre parole. Nell’e- smo ebraico che nasce in Germania e nell’Europa orientale bliche per premettere le loro disamine, nosciuti per nome grazie alla loro eru- braismo queste, così come le lettere che le compongono, nel XVIII secolo. Una lingua che poco dopo sposerà la causa sebbene questa volta con chiarezza e dizione. Anzi. Dalla tarda antichità sino giocano un ruolo fondamentale. Ce ne rendiamo conto se politica, poiché parlata dagli ebrei emigrati nella Palestina onestà intellettuale gli autori si autodefi- alla prima età moderna, la stragrande sfogliamo una pagina di un racconto qualsiasi di Primo Levi o ottomana. Un buon esempio, questo, di come un ideale poli- niscono laici. Oltre a sottolineare quanto maggioranza degli ebrei passati alla sto- Carlo Levi in cui ogni parola gode di un posto preciso, l’unico tico può essere alimentato e divenire realtà grazie all’ausilio sia stata una costante storica in seno ria vi è passata perché studiava. Non che le spetta, potremmo dire. Un’attenzione, questa, che non di un apparato linguistico che lo definisca. Infatti, la presenza alle comunità ebraiche lo studio dei fon- avevano più re né profeti… Le parole dipende solo dal mestiere svolto, essendo entrambi uomini di una lingua che descriva il patrimonio molto variegato ma damentali linguistici, anche quando l’a- erano le loro cattedrali”. di scienza, ma anche, e soprattutto, da un’attenzione tutta anche comune degli ebrei trasferitisi da tutto il mondo in nalfabetismo fosse ampiamente diffuso Non manca nemmeno nel testo un ap- ebraica verso il verbo. Palestina, risulta fondamentale per la nascita di uno Stato nella società circostante, si addentrano profondimento sulle interazioni della Secondo un Midrash il Signore creò l’alfabeto ebraico e poi, ebraico. E perciò dobbiamo ringraziare colui che con metico- nei rapporti intercorrenti tra maestro e lingua ebraica con le altre lingue, di con esso, il cielo e la terra. Le sue lettere, dense di significati losità e fantasia inventò il vocabolario ebraico rispolverando discepolo e padre e figlio come fattore di quanto sia stata sempre aperta alle in- e cariche di storia millenaria diventano, per il popolo cui è gli antichi testi della tradizione ebraica e la lingua dei popoli continuità di trasmissione di tradizioni fluenze esterne, in ambedue le direzio- vietata la raffigurazione, simboli dell’identità ebraica, testi- affini: Eliezer Ben Yehuda, al secolo Isaac Perelman Elianov, e di conoscenza; sia orale e poi scritta ni, sia nel ricevere e mutuare e sia nel moni di una storia lunga e complessa che dura più di tremila che cominciò cambiando il proprio nome e finì per mutare il “formando delle sequenze di studio che dare le sue parole agli altri lessici. anni. Per secoli circoscritto all’ambito della liturgia e della destino di un intero popolo. [Marta Spizzichino] attraversano svariate generazioni”. Così Il viaggio nelle lettere ebraiche non può ELEGANZA, QUALITÀ E RAFFINATEZZA DAL 1975 RICEVIMENTI ESCLUSIVI PER RENDERE UNICO IL VOSTRO EVENTO KASHER VIALE DEI PARIOLI, 162 - ROMA · TEL. 06.8091041 10 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 11
COPERTINA COPERTINA L’ebraico come un albero dai mille frutti I segreti delle lettere ebraiche. Lo scrittore Erri De Luca racconta la sua passione per la lingua della Torà e per le corrispondenze tra valori numerici delle parole Midrash Otiòt di Rabbi ‘Aqiva Tratto dal libro “Le lettere del Cielo. Da Alef a Tav dall’infinito al finito” di Yarona Pinhas. “ Studiare una lingua è come piantare un albero”: parole I di Erri De Luca, giardiniere di lingue perdute, scrittore l Midrash delle lettere attribuito a Rabbi ‘Aqiva, racconta di romanzi brevi e meravigliosi. “Addestrato alla colti- che quando il Santo Benedetto Egli Sia concepì la Crea- vazione” dell’ebraico antico, l’ha “trapiantato in italiano zione, si presentarono le ventidue lettere di fronte al Suo con l’ostinata fedeltà di giardiniere”. Da laico e autodidatta cospetto e ciascuna, evidenziando i propri pregi, chiese di legge i testi biblici e ha tradotto “Il Cantico dei Cantici” e essere la prescelta per creare il mondo. il libro dell’Esodo. L’alef א, ha la statura retta e due gambe ben piantate a terra Come definirebbe l’alfabeto ebraico? come le lettere di emet, “ אמתverità”, mentre la “menzogna”, Nella storia narrata nella Torah l’alfabeto è utensile della sheqer, שקרnon si regge in piedi. creazione. Le sue lettere formano il vocabolario della ri- La bet, בsi affaccia verso la ghimel e somiglia ad una casa velazione. con la porta aperta. Perché ha scelto la lingua della Bibbia? La ghimel גha le sembianze di un uomo che esce da casa e va Per risalire a una origine e così poter saltare le traduzioni. incontro a un “povero”, dal, che contribuisce ad accrescere il Dopo tanti anni di studio e traduzioni dall’ebraico e bene nel mondo con la דdàlet, che sembra un bastone rivolto dall’yiddish, si sente padrone di questa lingua straniera? verso la he, come dimostra il versetto: “Queste le origini del Non si possiede un alfabeto, lo si percorre. L’Ebraico mi cielo e della terra quando vennero creati behibaram, ”בהבראם rallenta l’andatura, lo leggo a passi ben poggiati, così posso (Gen. 2,4). ricevere scintille di senso che sfuggono al passo veloce. La he, הè come questo mondo, un portico che ha due aper- Come affronta i testi ebraici? ture, una grande e una piccola: si esce dal grande e si entra Mi attengo alla lettera, aderisco alla sua superficie. Altri Nelle mie poche traduzioni di libri dall’ebraico antico ho dal piccolo. lettori più capaci approfondiscono le stratificazioni. Lo Shir voluto in copertina la lettera iniziale, come nel racconto su La vav, וè il bastone che si adira contro i malvagi mentre ha Shirìm è un cantico di amore. Altri possono vederci Miriam/Maria, con le due Mem del suo nome. E comunque soffrono le pene dell’inferno e gridano vai vai, וי. simboli, io no. c’è una lettera che mi affascina particolarmente: è la Vav La zàyin זha due spine che fuoriescono dai suoi lati superiori ele quando sono circondati dalla presenza della Shekhinà, che Eppure la scrittura biblica ha vari piani di lettura… che messa davanti al verbo ne rovescia il tempo passato in e chi s’indirizza verso il “peccato”, chèt, come per andare da li protegge tutt’intorno come un muro. Mi affascinano le corrispondenze tra valori numerici delle futuro e viceversa. Con quell’uso della Vav il tempo è rove- una prostituta, zonà, si guarda alle spalle per il timore di La ‘ayin, עsembra inginocchiata e raffigura Esaù, עשוil mal- parole. Inoltre nelle mie traduzioni, di ogni singolo vocabolo sciabile. E poi una volta ho trovato due rami d’albero che essere visto. vagio, che un giorno si arrenderà. cerco gli altri luoghi di occorrenza nella scrittura e così replicano la forma della Bet e della Lamed. Sono la prima e La chèt, חnon ha una “corona” sopra la lettera, così anche i La pe aperta פe quella finale ףrappresentano la bocca dei percorro una biografia di quel vocabolo attraverso i suoi l’ultima lettera della scrittura, la Bet di Bereshit e la Lamed peccatori, privi di un buon nome, si devono sentire in colpa figli d’Israele che si esprime sia in questo mondo che nel usi. Anche questo mi avvicina la lingua. di Vaiàal. Stanno sul muro della mia camera. e provare vergogna. mondo a venire, tramite lo studio della Torà, l’osservazione “Coltiva” un legame speciale con qualche lettera [A cura di Lucia Correale] La tet טsembra avere una mano piegata e la testa diritta e dei precetti e l’apprendimento della Torà orale. dell’alfabeto? incoronata, come colui che agisce nel bene e con giustizia La tzadi, צè il simbolo del giusto, tzadìq, che è il fondamento dando una moneta al povero e facen- del mondo. dolo di nascosto. La qof, קha un solo piede retto, come La yod, יè la lettera più piccola dell’in- i malvagi che mancano di appoggio tero alfabeto: chi vive con modestia in e vanno orgogliosi dei loro misfatti. questo mondo, accede al mondo a veni- Un giorno essi cesseranno di esistere re. Questo mondo è stato creato con la per onore del popolo d’Israele che è he, mentre quello a venire con la yod, chiamato, rosh, ראשtesta. Dall’altro simbolo dei giusti che sono una rarità. canto, la qof è la lettera di Qadosh La kaf, כsembra un trono che si ri- Barukh-Hu, il Santo Benedetto Egli volge verso la làmed, a indicare che il Sia, mentre la resh, è di rasha’, רשע trono è destinato ai sovrani. “malvagio”: ed è per questo che la qof La làmed, לè la più alta delle lettere, non si rivolge verso la resh, poiché Dio situata a metà dell’alfabeto, ha le sem- non può rivolgere il Suo sguardo verso bianze di un re seduto sul trono che la direzione del male. osserva il suo regno, malkhùt, la mem. La shin, שha i rami che tendono verso La mem מha una mano retta che indi- l’alto ma è priva di radice, come la ca il cielo e una testa china che osser- parola sheqer, “ שקרmenzogna”. va in basso, per dimostrare che tutto La tav, תha una gamba piegata per ciò che esiste in terra è opera divina, dimostrare che lo studioso di Torà mentre il luogo della mem finale םri- deve essere modesto. mane segreto. Ogni lettera dell’alfabeto possiede una La nun, נsembra avere le mani all’in- sagoma singolare, come se fosse un dietro mentre s’indirizza verso la Tempio in cui risiede una peculiare sàmekh per avere sostegno. qualità d’effusione luminosa prove- La sàmekh, סè simbolo dei figli d’Isra- niente dal mondo superiore. 12 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 13
COPERTINA COPERTINA Scrivere e copiare è la mia passione Il ruolo e la responsabilità di un sofer, lo spiega rav Amedeo Spagnoletto. “ Faccio una cosa che mi piace, che si fa da migliaia di autorità rabbiniche. Oggi - prosegue - oltre al controllo ma- anni. È un lavoro che ha bisogno di concentrazione, nuale si possono effettuare anche controlli computerizzati si svolge in solitudine, in umiltà consapevoli dell’im- con uno speciale programma che analizza la scrittura e portanza del testo che si copia, al punto che non è pre- offre un report degli errori rinvenuti. Particolare attenzio- vista alcuna menzione del proprio nome, a differenza di ne però richiede la scrittura di uno dei sette nomi di D-o e quanto avviene nei codici in cui sono inseriti alla fine dei molti soferim preferiscono lasciare uno spazio libero nel colophon”. Con queste semplici ma potenti parole rav Ame- Sefer Torà per inserirci il nome successivamente. In alcuni deo Spagnoletto - rabbino capo di Firenze - racconta la casi ci si accorge di ciò perché gli spazi previsti possono sua passione e professione di sofer, di chi ha acquisito essere più grandi della parola stessa da inserire”. conoscenze e sapere per essere in grado di ricopiare i testi Quando gli errori non sono più emendabili, quando i rotoli sacri dell’ebraismo, primo fra tutti il testo della Torà. “È antichi versano in irrimediabile stato di conservazione, una professione - spiega rav Spagnoletto - che si acquisi- si preferisce scartare la possibilità di un recupero a fini sce inizialmente nei collegi rabbinici dove si studiano i rituali. Le Torot imperfette o danneggiate vengono riposte principi fondamentali, per poi proseguire con corsi dedi- in una ghenizà (deposito) o seppellite con cura (famosa la cati (Spagnoletto ha studiato a Gerusalemme alla yeshivà ghenizà del bet ha-kenesset “Ibn Ezra”al Cairo). “Tzemach Tzedek” e a Roma) dove si apprendono anche le Vi è poi il discorso del recupero dell’ingente patrimonio tecniche per la preparazione dell’apposito inchiostro e per culturale, costituito da migliaia di seferim, scomparsi o la scelta delle pergamene su cui scrivere”. Un libro dell’VIII nascosti durante il periodo della Shoah: “esistono - spiega Ogni lettera è un mondo a sè secolo, Masechet soferim, riporta numerose regole relative Spagnoletto - importanti progetti di recupero da parte di al lavoro dello scrivano formulate in tempi più antichi e enti ebraici e dallo Stato di Israele, come nel caso degli in buona parte già precisate autorevolmente nel Talmud accordi sottoscritti con la Lituania e la Romania. Una parte e dai chakhamin. degli oggetti recuperati si trova nelle numerose sinagoghe “Il lavoro di scrittura - spiega Spagnoletto - richiede molta costruite in Israele, altri oggetti sono nei tanti nuovi mu- Gabriele Levy ha trasformato l’alfabeto ebraico in arte. attenzione e concentrazione, tanto è vero che si consiglia di sei ebraici aperti nel dopoguerra in tutto il mondo. Molto non superare quattro ore al giorno. Bisogna poi controllare materiale, infine, è stato venduto a collezionisti privati e G tutto quello che è stato scritto e verificare che non vi siano non è raro trovarlo in vendita da antiquari specializzati abriele Levy, l'artista argentino che ha portato la sua a volte crei una lettera che abbia già un suo significato: ad errori, un controllo effettuato dallo stesso sofer o da altre in oggetti di giudaica”. arte in giro per il mondo, ha recentemente aperto il suo esempio la scorsa estate quando ho visto il telegiornale sulla laboratorio nel quartiere ebraico dove produce ed espo- Siria con quello che stava succedendo, ho pensato a questa ne le sue opere più famose: le lettere dell’alfabeto ebraico. È opera di una Samech ()ס, in cui si vedono teste e mani, oppure proprio nella sua galleria che l'artista ha deciso di raccontare una Ain ( )עfatta con degli occhi, perché עיןsignifica occhio: a Shalom i segreti e le caratteristiche delle sue lettere. l’ho realizzata con delle foto di Oliviero Toscani che ho trovato “Da circa 27 anni - spiega Levy - faccio delle lettere ebraiche sulla pubblicità di un giornale. Le mie opere hanno una parte in materiali più diversi, per hobby, per passione e oggi per visibile e una parte nascosta: per vederla bisogna girare l’o- mestiere. Inizialmente lo scopo era insegnare ai miei figli che pera. In un certo senso è come la mia firma”. vivono nella golà le lettere ebraiche, perciò le ho fatte in argilla Oltre alle lettere Levy ha fatto i fotomosaici, che sono delle e le ho appese in cucina, poi venivano gli ospiti che chiede- riproduzioni di opere di artisti famosi o del Kotel, fatte con vano che cosa fossero e quale fosse la loro lettera e io gliela fotografie delle lettere ebraiche: il mosaico del Kotel è stato regalavo. Ne ho fatte diverse migliaia, penso più di 7000, molte fatto con le foto del profilo Facebook degli ebrei romani iscritti delle quali regalate e altre vendute che si trovano in collezioni al gruppo “Roma ebraica”. Alcune sue opere invece rappre- private, musei in giro per il mondo.” sentano la vita degli ebrei nei paesi attorno al Mediterraneo. Perché le lettere? [Giorgia Calò] “Perché le lettere esistono anche senza le parole: mentre le pa- role per esistere hanno bisogno delle lettere; le lettere possono stare da sole; ogni lettera ebraica è un mondo a sé; è una porta d’ingresso alla Cabbalà. Ogni lettera ebraica ha un nome, un suono, un valore numerico, uno o più significati mistici. Nel corso del mio lavoro ho inventato un sacco di cose strane, che non hanno necessariamente a che fare con le lettere ma più sul modo di esporre e di vedere di combinare tra di loro le opere con e senza la luce”. Levy ha anche pubblicato un libro sull’alfabeto ebraico con la Comunità Ebraica di Casale Monferrato che si chiama “Prima l’Alfabeto”, la cui ristampa arriverà nei prossimi giorni. Qual è la sua fonte di ispirazione? “Ogni opera è un parto: non puoi sapere come verrà fuori il bambino, perché ogni bambino nasce con un suo carattere; a volte lettere nascono, poi ricevono un nome, un significato, 14 SHALOM MAGAZINE DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019 15
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