EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it

Pagina creata da Aurora Ferrario
 
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EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
N°12/1 - dic. 2018 - gen. 2019 - ANNO LI - CONTIENE I.P. E I.R. - Una copia € 6,00 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A:P: D:L: 353/2003 (conv.in 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 Roma

                                                                                                                                                                               EBRAICO
                                                                                                                                                                               L’ALFABETO DELLA CREAZIONE

 dicembre• gennaio|2018-19
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
L’A L T R A C O P E R T I N A

                                                                                                                                                                                         EDITORIALE

                                                                                                                                        www.positivoagency.com
                                                                                                                                                                                               DICEMBRE 2018-GENN A IO 2019

                                                                                                                                                                            Gli ebrei profughi di ieri e gli immigrati di oggi
                                                                                                                                                                 Molto, moltissimo è stato raccontato e scritto sulla Shoah, su come nacque il progetto della
                                                                                                                                                                 ‘Soluzione finale’, sull’acquiescenza dei più e sulla bestialità dei tanti che consentirono la
                                                                                                                                                                 realizzazione del più grande crimine che l’umanità abbia subito. Ci sono le testimonianze dei
                                                                                                                                                                 sopravvissuti e di coloro che hanno voluto capire cosa fu quell’universo concentrazionario
                                                                                                                                                                 che si alimentava di fame, freddo, botte, violenza, intimidazioni, umiliazioni e ovviamente

LASCIA
                                                                                                                                                                 di morte. Forse non potremo mai sapere tutto, ma molto si conosce grazie ai tanti storici, ai
                                                                                                                                                                 centri di ricerca e ai Musei (in primis Yad Vashem e poi quelli di Berlino, di Washington).
                                                                                                                                                                 Anche a Roma un piccolissimo Museo - nella Casina dei Vallati - presieduto da Mario Venezia
                                                                                                                                                                 e diretto da Marcello Pezzetti da anni propone con mostre fotografiche e documentaristiche
                                                                                                                                                                 una narrazione degli anni ‘bui’ e dell’antisemitismo, con un approccio moderno, rivolto

UN BUON SEGNO
                                                                                                                                                                 soprattutto ai giovani e alle scolaresche. In questi anni la Fondazione ha organizzato
                                                                                                                                                                 numerose mostre tra le quali: ‘La razzia del 16 ottobre’, ‘La propaganda antisemita’, ‘1938
                                                                                                                                                                 La storia’, ‘Lo sport nell’Europa in guerra’, ‘Anna Frank, una storia attuale’. Non c’è solo
                                                                                                                                                                 l’approccio divulgativo per i giovani che non conoscono la storia moderna, c’è soprattutto il
                                                                                                                                                                 bisogno di svelare e far comprendere quei meccanismi psicologici della ricerca del consenso,
                                                                                                                                                                 della propaganda, che consentirono ad intere nazioni di essere acquiescenti verso chi voleva
                                                                                                                                                                 trovare il nemico nel ‘diverso’, nell’accettare le dittature e nel diventare silenziosi complici

TESTAMENTI
                                                                                                                                                                 di persecuzioni, deportazioni e omicidi. Raccontare questi meccanismi è utile non solo per
                                                                                                                                                                 raccontare la Storia di ottanta anni fa, ma anche estremamente educativo per interpretare
I progetti di Lasciti e Donazioni danno pieno valore
alle storie personali e collettive degli amici del popolo
                                                                                  Una vita ricca                                                                 il presente, per sensibilizzare i giovani ad essere attenti a qualsiasi deriva populista.

ebraico. Un testamento è una concreta possibilità per                             di valori lascia                                                               Questo filo cortissimo che unisce il passato con il presente si percepisce con potenza
                                                                                                                                                                 nell’ultima mostra - aperta fino al 13 gennaio - “Dalla Terraferma alla Terra Promessa.
aiutare oggi e domani l’azione del Keren Hayesod.
                                                                                  il segno anche                                                                 Aliya Bet dall’Italia a Israele, 1945-1948", curata da Rachel Bonfil e Fiammetta Martegani.

FONDI                                                                             nelle vite degli altri.                                                        Si tratta di una pagina di storia ancora poco conosciuta: l’odissea di migliaia di ebrei
                                                                                                                                                                 che, sopravvissuti ai campi di concentramento e privi di tutto e di ogni sostentamento,
Il nostro buon nome dipende dalle nostre buone azioni.
Un fondo a te dedicato o alla persona da te designata,                            Nel presente                                                                   cercarono alla fine della seconda guerra mondiale di far ritorno clandestinamente in

è la migliore maniera di lasciare una traccia duratura                            e nel futuro.                                                                  Palestina, all’epoca Mandato Britannico. Le circa 70 fotografie in mostra (accanto a filmati
                                                                                                                                                                 e documenti originali) raccontano le difficoltà - ma anche i grandi slanci umanitari di
associandola ad un ambito di azione da te prescelto. I
temi ed i progetti non mancano.                                                                                                                                  molti italiani - di questo “movimento di ritorno illegale” del popolo ebraico verso la Terra
                                                                                                                                                                 Promessa: transitando e sostando nel nostro Paese dal 1945 al 1948, migliaia di superstiti
                                                                                                                                                                 all’Olocausto trovarono rifugio, ricominciarono a vivere e si prepararono a partire verso
PROGETTI                                                                                                                                                         la Palestina. Sfuggendo ai controlli britannici, in Italia vennero utilizzate 34 navi (alcune
Il KH ha tanti progetti in corso, tra gli altri; progetti                                                                                                        dei semplici pescherecci) che salparono clandestinamente da diversi porti della penisola -
per Anziani e sopravvissuti alla Shoah - Sostegno
                                                                                  Tu con il Keren Hayesod
                                                                                                                                                                 dalla Liguria alla Puglia - portando a casa circa 21 mila ebrei.
negli ospedali - Bambini disabili - Sviluppo di energie                                                                                                          È una storia di profughi, di accoglienza e di speranze - temi di una attualità stringente -
alternative - Futuro dei giovani - Sicurezza e soccorso
- Restauro del patrimonio nazionale. Progetti delicati,
                                                                                  protagonisti di una storia                                                     che dice ai visitatori: gli occhi dei profughi di allora sono gli stessi di quelli che vediamo
                                                                                                                                                                 nelle cronache di oggi; il Mediterraneo è ancora un mare da attraversare per conquistarsi
dedicati, duraturi nel tempo. Di cui sei l’artefice.                              millenaria                                                                     la possibilità di un futuro degno di essere vissuto; i rifugiati scappano dalla povertà, dalla
                                                                                                                                                                 fame e dalle violenze. “Questa mostra racconta solo 3 anni, ma che bastano a far capire
                                                                                                                                                                 tutta la storia di Israele e il ruolo avuto dall’Italia nel costruire un ponte sul Mediterraneo”,
                                                                                                                                                                 ha spiegato la curatrice Fiammetta Martegani, “abbiamo voluto creare un messaggio di
                                                                                                                                                                 speranza: la storia degli ebrei non è diversa da quella degli immigrati di oggi. Se c’è impegno
                                Giliana Ruth Malki - Cell. 335 59 00891           KEREN HAYESOD                                                                  tutto è possibile”. L’importante è non volgere lo sguardo, non girare la testa e non ignorare
                                Responsabile della Divisione Testamenti Lasciti   Milano, Corso Vercelli, 9 - Tel. 02.4802 1691/1027                             chi soffre. Perché l’indifferenza - ha detto recentemente la senatrice a vita e sopravvissuta
                                e Fondi del Keren Hayesod Italia vi potrà dare    Roma, C.so Vittorio Emanuele 173, - Tel. 06.6868564                            ad Auschwitz, Liliana Segre - è peggio della violenza.
                                maggiori informazioni in assoluta riservatezza    Napoli, Via Cappella Vecchia 31, tel. 081.7643480                                                                                                                Giacomo Kahn
                                Enrica Moscati - Responsabile Roma                gilianamalki@kerenhayesod.com
2                                                                                                               SHALOM MAGAZINE
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                                     COPERTINA

Italiano ed ebraico:
quante inaspettate somiglianze
Originali contaminazioni tra le due lingue anche
con elaborazioni etimologie fantastiche e fantasiose.

I
   l rapporto tra lingue diverse è un tema che ha affascinato            un certo punto ha influenzato un po’ l’ebraico.
   studiosi di tutti i livelli per secoli. Non ci sono solo differenze   Per rispondere a queste domande fermiamo l’attenzione
   tra le lingue, ma anche somiglianze, e capire come mai ci             sulle parole comuni nelle due lingue. Prima che gli esperti
siano, tra le varie somiglianze (grammatica, strutture sin-              giustamente si scandalizzino per un uso disinvolto della lin-
tattiche, ecc.), dei vocaboli comuni, può aiutare a ricostruire          guistica, si precisa che qua si farà solo una rapida (e spero
la storia delle lingue e di chi le ha parlate, le origini condi-         divertente) carrellata per segnalare dei dati, senza alcuna
vise, le ramificazioni e gli intrecci. La linguistica oggi è una         pretesa di interpretazione e di esposizione scientifica. Da te-
scienza raffinata, ma anche lei ha una storia, con tante teorie          ner presente poi che quando si passa da una lingua all’altra,
interpretative elaborate nei secoli, e in ogni modo di questo            usando una radice comune o una parola, si compie spesso
si occupano molti curiosi e dilettanti.                                  una trasformazione e un adattamento, sostituendo ad esempio
La lingua ebraica, per il ruolo che occupa nella Bibbia, testo           una consonante con un’altra o invertendo l’ordine di alcune
sacro per milioni di fedeli, è stata sempre al centro di questi          consonanti. Le due parole non saranno identiche ma molto
studi. In che rapporto sta con le altre lingue, anche al di fuori        simili. La trasformazione sarà ancora maggiore se il passag-
della “famiglia” semitica? È davvero la lingua primordiale del-          gio avviene attraverso varie lingue, ad esempio dal greco al
la creazione del mondo? E come si spiegano le parole comuni              latino e dal latino all’italiano.
all’ebraico e altre lingue di paesi lontani dalla terra d’Israele?       Un primo gruppo di queste somiglianze viene messo in evi-
Chi ha influenzato chi, o esiste un progenitore comune?                  denza rilevando radici comuni. In alcuni casi la parentela
Ad esempio in inglese terra si dice earth, e non può sfuggire            è effettivamente esistente, in altri è un caso. Di questo si
la somiglianza con l’ebraico èretz; specchio mirror, con marà,           occupano gli studiosi della etimologia, che nell’ambito della
manager con manhig, mucca, heifer con parà, chiamare, call,              linguistica è una disciplina che richiede il massimo rigore,
con qol (voce). Ma perché?                                               perché di ogni affermazione bisogna portare le prove (cosa
Un confronto che ci riguarda da vicino è quello che si può               che non faremo qui).
fare tra l’ebraico e l’italiano. Tenendo presente una prima              Passando a qualche esempio di somiglianze di parole, nel
difficoltà: l’ebraico si parla e si scrive da millenni, l’italiano       mondo animale: toro con shor; vacca con baqàr; sciacallo con
è una lingua “nuova”, con poco più di un millennio di età.               shu’àl (volpe); volpe con kèlev (cane); asino con atòn; gatto
Sappiamo che deriva in gran parte dal latino popolare, e che             con chatùl; corvo con ‘orèv; scorpione con ‘aqràv; cervo con      e massà, coprire e kpr, maschera e masàkh, copia e qof (la           giudeo, osanna, alleluia, amen, messia, geenna, serafino, che-
ha avuto numerosi altri influssi. Quindi la domanda dovrebbe             tzevì; corno con qèren. Termini agricoli: orzo con sÈorà; grano   scimmia, copia dell’uomo), aura e orà, mistero e sèter, sfera        rubino, satana, giubileo. Poi ci sono tutti i nomi di persona,
essere: in che modo l’ebraico, preesistente, ha influenzato il           e granaio con gòren; vino con yain; frutto con prì. Più labili    e sefirà, virile (da vir latino) e governo e ghèver, scettico (dal   latinizzati e poi italianizzati: Gabriele, Samuele, Abramo, Gia-
giovane italiano? In realtà come vedremo anche l’italiano a              i legami tra contaminare e tamè, simbolo e sèmel, massa           greco skepticòs) e safèq (dubbio), acqua e miqwè, clemente e         cobbe-Giacomo-Jacopo, Giuseppe, Miriam-Maria ecc.
                                                                                                                                           chamàl, calza e chalàtz, terapia e terufà.                           Con i nomi curiosamente è successo anche un fenomeno in-
                                                                                                                                           Tutte queste e altre somiglianze hanno fatto per secoli par-         verso: fino al medioevo Chayym (vita, viventi) non era un nome
                                                                                                                                           lare di influsso ebraico sul greco e sul latino. Tra gli ultimi a    di persona. Lo è diventato probabilmente per un passaggio
                                                                                                                                           scriverne è stato il nostro avv. Arturo Di Porto, che pubblicò       in spagnolo dove Yaacov-Jaime, pronunciando la J aspirata,
                                                                                                                                           nel 1964 un libro dal titolo Linfa semitica, che ebbe un discre-     ricordava la parola ebraica chayym.
                                                                                                                                           to successo, ma anche critiche durissime da uno scienziato           Un'altra serie di termini simili all’ebraico, ma passati all’ita-
                                                                                                                                           come Benvenuto Terracini che rifiutò in toto le sue teorie. In       liano da altre lingue semitiche (erano parole internazionali e
                                                                                                                                           compenso due anni dopo Di Porto fu ben trattato da Guido             neppure semitiche in origine) sono quelli di spezie e profumi:
                                                                                                                                           Ceronetti che pubblicò un articolo di lode, erudito e garbato,       nerd, nardo; karkos, croco; qanè, cannella; qinnamon, cinna-
                                                                                                                                           sulla Rassegna Mensile di Israel, ammesso con riluttanza             mono; levonà, olibano; tzippòren zafferano; bosem balsamo.
                                                                                                                                           dal direttore Josef Colombo. Una delle ipotesi che piaceva           E poi ci sono i casi rari e famosi di fasullo, da pasùl (invali-
                                                                                                                                           a Ceronetti era quella dei Pelasgi, popolo del mare (pèleg,          do) e marachella da meraghèl (spia, esploratore). Sicuramen-
                                                                                                                                           palghè maym) che approdarono da queste parti e su una al-            te ebraico è il romanesco fare o stare “a gazzìm”, da chatzì
                                                                                                                                           tura (Ramà, che è anche un toponimo biblico), che avrebbero          (metà). Dubbia l’origine di ingarellare, che a noi ricorda tanto
                                                                                                                                           chiamato Roma, costruirono un luogo di rifugio (palàt, peletà)       ‘arèl, pronunicato ngarèl, ma che potrebbe avere altre origini.
                                                                                                                                           che chiamarono Palatium e Palatino.                                  Chiunque sia stato sulle Alpi ha sentito parlare della baita, che
                                                                                                                                           La passione a trovare somiglianze a tutti i costi con l’ebraico      significa la stessa cosa di bayit, e chissà come ci è arrivata.
                                                                                                                                           coinvolse nostri studiosi che arrivarono a elaborare etimo-          Ma anche l’italiano ha influito sull’ebraico, quello più recente,
                                                                                                                                           logie fantastiche; per dare un’idea basti citare gli esempi di       come nell’antichità avevano fatto latino e greco. Prima di tutto
                                                                                                                                           Calliope, da Kol Yafè (tutto bello) e ospedale da osèf dal (che      con il vocabolario musicale: basso, duetto, primadonna, balle-
                                                                                                                                           raccoglie il misero).                                                rina, cembalo ecc., e poi con studio, pasta, cantina, pizza. Per
                                                                                                                                           Completamente diversa la serie di termini che sono sicura-           gli appassionati, segnalo che “pizza” compare nel commento
                                                                                                                                           mente derivati dall’ebraico. Sono termini religiosi di origine       di Rashì a Ezechiele 4:16 (“pizza di pan”) e in TB Bekhorot 38b.
                                                                                                                                           biblica: Sabato, Pasqua (da Pèsach a Pascha aramaico), ebreo,        Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

4                                                                                                                 SHALOM MAGAZINE          DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019                                                                                                       5
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                          COPERTINA

L’alfabeto che scrive l’universo                                                                                                     Zamenhof e Ben Yehuda:
Le parole descrivono il mondo. Per costruirlo bastano 22 mattoni.                                                                    creatori di parole e sogni
L
      a tradizione ebraica, si sa, alla risposta giusta antepo-     si avvale della parola, e ogni parola è formata di lettere
      ne e preferisce la domanda intelligente. “Intelligente”,      che rappresentano un suono. Perché i suoni si trasformino
                                                                                                                                     A loro si deve l’invenzione dell’esperanto e la rinascita dell’ebraico moderno.
      “pertinente”, “spiazzante”. Parole importanti, aggettivi      in discorso occorrono almeno due interlocutori. Anzi tre,

                                                                                                                                     P
nei quali il participio presente che li connota vuole sottoli-      Creatore e creature, che devono possedere elementi di so-               uò una lingua nascere dal nulla? È possibile invece        stanze. Da qui il sogno di far tornare l’ebraico una lingua
neare la continuità dell’azione. Ma di fronte a uno tsunami         miglianza poiché altrimenti non potrebbero reciprocamente               che venga riportata in vita dopo secoli in cui è rima-     viva e parlata in Palestina, un obiettivo che perseguì con
di banalità sull’eccesso di intelligenza degli ebrei, di luoghi     intendersi.                                                             sta in uso solo nelle preghiere e presso piccoli gruppi?   non poche difficoltà per tutta la sua vita, ben prima che
comuni del tutto fantasiosi e colorati di pregiudizio positi-       Per Adamo ed Eva i suoni si organizzano, definitivamente,        La storia ha proposto alcuni esempi in tal senso. Protago-        nascesse lo stato di Israele. Nel 1922, l’amministrazione
vo, resta la constatazione più semplice: sono le domande            in parole. Il Creatore parla alle creature, e parla in lingua    nisti non casuali due ebrei, sebbene con progetti differenti.     britannica della Palestina riconobbe l’ebraico tra le lingue
sciocche, almeno in apparenza, quelle che richiedono ri-            ebraica. La storia delle lingue è ormai scienza quasi esatta.    Il primo caso è quello dell’esperanto, lingua creata a fine       ufficiali; proprio quell’anno Ben Yehuda morì, lasciando
sposte complesse, esaustive. E talvolta la risposta non c’è,        Così sappiamo benissimo che quella ebraica è soltanto una        ‘800 con l’intento di facilitare la comunicazione tra gruppi      però un’importante eredità.
né potrebbe esserci.                                                delle lingue cosiddette semitiche, e non la più antica. Sap-     diversi come presupposto per la pace mondiale. Alla base          Esiste un’analogia tra la genesi dell’ebraico moderno e
Certamente non sarà stato per caso se Isaac Bashevis Sin-           piamo benissimo che “alfabeto” è un termine greco, mutuato       vi era la volontà di superare le barriere culturali partendo      l’esperanto: entrambi sono stati segni di apertura alla
ger volle intitolare con “Gimpl tam” la sua prima raccolta          da due lettere - appunto - dell’alfabeto dei Fenici. Ma per la   proprio dall’ostacolo linguistico. Il suo ideatore fu l’oculi-    modernità e all’universalità. Zamenhof e Ben Yehuda fu-
di racconti yiddish. Tradotto in inglese da Saul Bellow nel         Torà di Mosè il Creatore sceglie di rivelare in lingua ebraica   sta ebreo polacco Ludovico Lazzaro Zamenhof (Bialystok,           rono interpreti di uno stesso sentimento: ambivano ad
1953, Gimpel l’idiota (“Gimpel the Fool”) consacrò l’autore a       la propria esistenza come unico, e in solitudine assoluta.       15 dicembre 1859 - Varsavia, 14 aprile 1917). Questi già          una lingua universale, alla creazione di uno strumento di
una fama forse inaspettata. Iniziando a proporre questioni          Sappiamo anche che quella dell’alfabeto fonetico è stata         da ragazzo si interessò alla linguistica e alla glottologia,      comunicazione nel senso etimologico del termine, ossia
legate alla tradizione, chi non è di studi rabbinici deve a         una rivoluzione fondamentale nelle vicende dell’umanità.         influenzato anche dall’ebraismo come dimostrano le sue            che consentisse di scambiare concetti preziosi, di entrare
maggior ragione premettere: con il permesso dei Maestri.            Noi abbiamo 22 lettere che costituiscono le 22 tipologie di      traduzioni della Torà in età giovanile. Era nato in un con-       nella sfera dell’altro, di raggiungere l’unità nella diversità.
Tam è lemma ben conosciuto da tutti i bambini ebrei che             mattoni necessarie per costruire e descrivere l’universo nel     testo plurilinguistico, che lo suggestionò fin da piccolo: nel    Tuttavia, l’ebraico aveva alle spalle un movimento di rina-
leggono la Haggadà di Pesach. Si può tradurre così: ingenuo,        quale viviamo. Tuttavia l’alfabeto ebraico che va a compor-      1887, pubblicò una sorta di manuale dell’esperanto, inizio        scita nazionale quale il sionismo, mentre l’esperanto era
sciocco, sempliciotto. Il termine è trasmigrato nello yiddish.      re le parole con le quali viene formulata la rivelazione del     di un impegnativo esperimento. L’esperanto è una lingua di        destinato a tutta la comunità internazionale, e le lingue per
Viene reso normalmente con una locuzione complessa. E               Sinai si riserva degli spazi vuoti. Le vocali non ci sono, e     facile apprendimento in virtù di una struttura grammati-          conservarsi hanno bisogno di un motore sociale e politico.
allora diciamo che è arrivato il momento di colui che non           compariranno soltanto come segni minimali da porre sotto         cale simile all’inglese, con forme regolari senza eccezioni;      L’esperanto ha così perso la spinta iniziale, pur rimanendo
sa porre domande. Quando si ha sotto gli occhi il testo del         o accanto alle lettere. Resta un margine di ambiguità non del    il lessico deriva da una miscellanea di diversi idiomi con        oggetto di studio; la rinascita dell’ebraico è stata non solo
rituale della Pasqua ebraica, le due lettere che compongono         tutto decidibile, ma è la stessa ambiguità che rende possibile   una prevalenza delle lingue neolatine, non senza alcuni in-       il frutto dell’opera di Ben Yehuda, ma un processo globale
la parola, con il diacritico che segnala la vocale sotto la tav,    il procedere della scienza e della conoscenza escludendo         flussi delle lingue di ceppo germanico e una lieve influenza      che si è sposato con fenomeni politici e sociali.
acquistano un rilievo particolare e molto evidente.                 ogni risposta definitiva.                                        delle lingue orientali (russo e polacco) e di qualche idioma      [Daniele Toscano]
La letteratura esegetica non ha perduto l’occasione per sof-        Un passo celebre del Pentateuco, la nostra Torà, scrive in       non indoeuropeo (arabo, giapponese). L’aspetto religioso
fermarsi sulla fondamentale importanza di chi le domande            Devarim (Deuteronomio) 29,28 (Parashà Nitsavim, nella            fu assai rilevante nel progetto di Zamenhof: l’essere ebreo
neppure è in grado di formularle. Ai perché fondamentali            traduzione di Rav Dario Disegni z.l.): “Le cose occulte ap-      infatti lo stimolò notevolmente, secondo una tendenza assai
non si può dare risposta, oppure si dà la risposta più facile       partengono al Signore nostro Dio e quelle rivelate toccano       diffusa tra la fine dell’’800 e l’inizio del ’900 che sull’onda
intuitiva. Anche perché la volontà che ha deciso, e decide, si      a noi e ai nostri figli in eterno, onde possiamo attuare tutte   dell’emancipazione animò in molti ebrei un forte senso di
colloca al di là, non è in una dimensione per noi compren-          le parole di questa legge”. Ancora i 22 mattoni. L’interpre-     europeismo. Zamenhof individuò nell’esperanto un tassello
sibile. Alle origini di tutto c’è un fare e un agire. Vengono       tazione accettata comunemente è quella più intuitiva, ma di      di un disegno più vasto: nel 1915 affermava che solo la
creati il cielo e la terra. Lo spazio e la materia, dunque. Solo    implicita complessità. La mente umana conosce e descrive         nascita degli “Stati Uniti d’Europa” avrebbe potuto evitare
nella fase immediatamente successiva compare la parola:             per mezzo di parole, che sono formate da lettere. Tutto il       le imminenti catastrofi. Le difficoltà di un progetto così
“Disse: sia la luce”.                                               conoscibile e il computabile (così si preferisce definirlo in    ambizioso, i nazionalismi esasperati e le guerre mondiali
Spiega la tradizione rabbinica che nell’eternità pensare,           logica matematica) del nostro universo non possiamo, né          frenarono sul nascere questa lingua, che è comunque ar-
dire e creare coincidono istantaneamente. Spazio, materia,          potremo, renderlo accessibile in altro modo.                     rivata fino a noi, tanto che è in uso presso alcune zone ed
 Pub_Shalom_18,5x7,2.qxp_Layout 1 03/04/18 13:04 Pagina 2
energia: può avviarsi il meccanismo del tempo. Il Creatore          [Piero Di Nepi]                                                  è anche presente su Google Translate.
                                                                                                                                     Nel XIX secolo partì anche una riscoperta dell’ebraico,
                                                                                                                                     inteso come patrimonio linguistico paragonabile alle altre
                                                                                                                                     culture. Fino a quel momento era relegato ad alcuni conte-
                                                                                                                                     sti specifici e comunque privo di un territorio dove potesse
                                                                                                                                     essere lingua nazionale: in questa nuova fase, venne col-
                                                                                                                                     tivato prima dal movimento della Haskalah, poi dal sioni-
                                                                                                                                     smo, che lo adottò all’interno del suo progetto di offrire una
                                                                                                                                     soluzione collettiva al problema identitario ebraico. Questo
                                                                                                                                     atteggiamento nei confronti dell’ebraico non deve essere
                                                                                                                                     sottovalutato: una lingua usata quasi esclusivamente nella
                                                                                                                                     sfera del sacro doveva adattarsi alla vita quotidiana e alle
                                                                                                                                     necessità più materiali, una sfida non da poco.
                                                                                                                                     Padre dell’ebraico moderno è considerato Eliezer Ben Yehu-
                                                                                                    Villa Borghese                   da, giornalista e insegnante. Nato nel 1858 in Bielorussia,
                                                                                             Piazza Bucarest 00187 Roma              a Luzhky, a 23 anni si trasferì nella Palestina ottomana. La
     EV E NT I KOSH ER PRIVATI E AZ IE NDALI , R IC EV IMEN TI , MATRI M ON I,         T +39 06 69922090 F +39 06 6791280            comunità di Gerusalemme era povera e soprattutto divisa
           C OM P LEA N NI, MISHMAR OT, M ILO T, BAR E B AT MI TZ VA H              E info@casinavaladier.it W casinavaladier.com    tra i gruppi nazionali che la componevano: la lingua era
                                                                                                                                     sicuramente uno degli elementi che amplificavano le di-

6                                                                                                            SHALOM MAGAZINE         DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019                                                                                                  7
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                                COPERTINA

Per studiare l’ebraico ci vogliono tre C:                                                                                                 Alfabeto ebraico: ogni lettera
consapevolezza, conoscenza e cultura                                                                                                      è un mattone della Creazione
È la lingua della Torà che unisce ebrei di Israele ed ebrei della diaspora.                                                               Nessuna altra lingua è intrisa di storia, di senso, di materia dell’uomo e di presenza
                                                                                                                                          divina. Lo spiega Yarona Pinhas studiosa della Kabbalà

L’
       identità individuale, di un gruppo e di un popolo è             fluenza delle varie Diaspore, è il luogo in cui si crea l’unità

                                                                                                                                          V
       composta da vari elementi fra cui la lingua. La lingua,         ed è il luogo dove ci si guarda negli occhi, chiedendosi: chi             iaggio nel mondo affascinante e a tratti misterioso        da 1 a 10.
       oltre ad essere mezzo di comunicazione, è veicolo di            sono io e chi sei tu?                                                     dell’alfabeto ebraico: lo scrigno che contiene la storia   Le lettere raccontano e contano: dalle infinite combinazio-
cultura, quindi un popolo lontano dalla propria lingua è               Ora, lo spazio dedicato allo studio della lingua ebraica nelle            millenaria del popolo del Libro. Un antico Midrash         ni di segni associati a numeri nasce la “ghematria” (parola
lontano dalla sua cultura e dalla sua identità più profonda.           nostre Comunità è davvero troppo ristretto per poter rag-          narra che il Signore creò prima l’alfabeto e poi, con esso,       greca che indica il valore numerico della terza lettera: gam-
Nel caso della lingua ebraica, la questione è ancora più com-          giungere un livello necessariamente alto per capire un com-        creò il cielo e la terra. Ogni lettera secondo un racconto        ma= tria, tre): un sistema di interpretazione biblica basato
plicata; storicamente, nella Diaspora, l’identità si è conserva-       mento a un testo sacro, un articolo, una poesia di un autore       talmudico, è un mattone della Creazione: il mondo na-             sul computo dei valori di parole e frasi e sul confronto con
ta proprio attraverso la ritualità e la lettura dei testi scritti in   contemporaneo, un racconto mediamente alto, per vedere un          sce dalla parola che significa “Dio disse”, ripetuta dieci        parole o frasi di pari valore. È una chiave di analisi ricca di
Leshon HaKodesh, l’ebraico, elemento unificante del popolo             film in ebraico. A scuola si studia l’ebraico fin dalla prima      volte, all’inizio della Torah. La lingua biblica si basa su       fascino e suggestioni che fa parte del misticismo ebraico.
ebraico, e quindi l’ebraico è stato l’unico spazio fisico di un        classe e al Liceo, dove insegniamo secondo il programma            ventidue consonanti, da Alef a Tav, ognuna con una vita           Forse non è un caso che in ebraico, ma anche in italiano,
popolo lontano dalla propria terra, unico luogo possibile              dell’Università Ebraica di Gerusalemme, la quale certifica         propria fatta di un nome - non solo un suono come a, b,           contare e raccontare abbiano la stessa radice.
per mantenere viva la memoria del passato e per continuare             i nostri ragazzi con diplomi universitari, le ore a nostra di-     c - un significato simbolico e un valore numerico. Per que-       «Il mondo - commenta ancora Yarona Pinhas - è una com-
ad esistere, nonostante i numerosi e continui tentativi di             sposizione sono troppo poche per far acquisire agli alunni la      sto l’alfabeto ebraico è da sempre oggetto di studio: dal         binazione di lettere e numeri così come vengono studiati
cancellazione. Da un centinaio di anni, però, e soprattut-             sicurezza necessaria per immergersi nella cultura israelia-        Talmud al Midrash alla Kabbalà, la mistica dello Zohar,           anche da scienziati, matematici, fisici e chimici, che si
to dalla nascita dello Stato di Israele, l’ebraico rinnovato e         na. Eppure, molti dei nostri ragazzi, durante e dopo il liceo,     ma soprattutto del Sefer Yetzirà, il libro della creazione,       occupano del corpo umano. Facciamo un esempio. Il DNA
parlato si è affermato come lingua nazionale di un popolo              vanno in Israele per studiare o per arruolarsi nell’esercito       tradizionalmente attribuito ad Abramo. Dovunque, nell’a-          presenta, nell’individuo ancora indistinto, 22 cromosomi,
che parla la sua lingua nel suo spazio fisico. Terra e lingua          e ciò a riprova del riferimento culturale che Israele rappre-      nalisi del testo biblico c’è un rimando all’interpretazione       22 come le lettere dell’alfabeto ebraico - fa notare ancora
si sono ritrovate e in Israele si parla, si scrive, si studia, si      senta per tutti noi. E allora, ancora una volta, e proprio per     delle singole lettere e dell’alfabeto nel suo complesso. Ogni     la Pinhas. Ora, se c’è uno squilibrio di cromosomi, di un
inventa, si commercia, si crea tecnologia in ebraico. Esiste           il bene delle nostre Comunità, potenziamo l’ebraico, in modo       lettera esprime significati profondi capaci di influenzare        solo cromosoma, l’organismo è malato. La cosa interes-
un intero mondo espresso in ebraico, eppure la distanza con            da creare una vera fusione fra noi e Israel. Se non capiamo i      la vita dell’uomo, ogni segno si sviluppa autonomamente           sante è che la Torah, l’intero organismo della Torah, se ha
gli ebrei della Diaspora continua ad esserci, proprio perché           testi sacri che leggiamo, come è possibile sentirci forti della    creando sempre nuove sfumature di significato, dal punto          una sola delle 22 lettere mancante o danneggiata, diventa
non si parla, letteralmente, la stessa lingua. Si dice spesso          nostra identità culturale, riconoscendo, anche, le tendenziose     di vista linguistico, talmudico o mistico. In ogni lettera c’è    pasùl, non più utilizzabile, almeno nella lettura collettiva.
che l’ebraico di Israele è un altro ebraico rispetto a quello          traduzioni e interpretazioni, che hanno creato una cultura         un aspetto spirituale e ogni parola, condensandosi diventa        Come nella scienza, la Torah, l’insieme delle lettere che
che si conosce qui, ma non è così. L’ebraico è una unica lin-          antisemita? Se non capiamo la lingua dei parlamentari isra-        una cosa: “Davar”, parola, significa anche cosa, come dire        la compongono è un sistema intatto. Come un hard disk».
gua, con i suoi registri e le sue contaminazioni, come tutte           eliani, come facciamo a capire la loro politica e a formarci       un pensiero che si rivela al mondo.                               In nessun’altra lingua l’alfabeto è intriso di storia, di senso,
le lingue vive.                                                        una coscienza critica? Come possiamo apprezzare le parole          «La parola è una tevà, un’arca che viaggia nel tempo». Alla       di materia dell’uomo e di presenza divina: «studiando la
Come insegnante di lingua ebraica al Liceo Renzo Levi, al              delle canzoni, se non le capiamo? Cosa sappiamo della zavà e       scoperta dell’arca ci accompagna Yarona Pinhas, studio-           Torah e le lettere che la compongono da ogni singola parola
Collegio Rabbinico e ai corsi online dell’Ucei per le Comunità         della storia di Israele? Che mezzi abbiamo per spiegare cosa       sa della mistica ebraica, docente e scrittrice. Originaria        si possono costruire mondi. Da una parola, attraverso il
di tutta Italia, posso testimoniare lo stupore di molti studenti       succede in Israele a chi non lo sa, se le nostre fonti di infor-   dell’Eritrea, ha studiato a lungo in Israele e insegnato in       significato letterale ci si può addentrare nella parte più
giovani e meno giovani nel ritrovare in testi contemporanei            mazione sono quelle locali, censurate o manipolate? Spesso         varie università anche in Italia. Attualmente vive a Londra       segreta, più intima del racconto biblico, che si spoglia di
vocaboli o espressioni conosciuti nella Torah, nella Tefillah          ci difendiamo con argomentazioni retoriche e zoppicanti.           ed è autrice, tra gli altri, del libro “Le lettere del Cielo.     fatti e personaggi per arrivare al senso più profondo. Lo
o nella Mishnah e collocati in altri contesti, più discorsivi.         Ma la retorica è facilmente attaccabile da altre retoriche,        Da Alef a Tav dall’infinito al finito”. «Il mondo nasce con       studio di ogni parola della Torah - tiene a precisare Pinhas
La lingua ebraica, infatti, è impregnata di citazioni e di             mentre la cultura è la sola risposta del popolo del libro. È il    la Bet di Bereshìt, “in principio” l’incipit del primo libro      - è l’unico percorso di verità, che, spogliato dal racconto
riferimenti biblici e questo proprio in virtù del fatto che la         vero orgoglio ed è l’unica, vera hasbarà.                          della Torà. È il simbolo di berachà, benedizione, e con le        ti fa capire che tutto è parte di te, racchiuso nelle lettere,
lingua rinnovata da Eliezer Ben Yehuda e dagli altri, non              [Luisa Basevi, Insegnante Scuole Ebraiche Roma]                    parole “Dio disse: sia luce. E luce fu”. Se non ci fosse stato    ogni lettera ti regala una cosa e piano piano ti accompagna
meno importanti, appassionati sostenitori dell’ebraico come                                                                               quel “disse” e le lettere di quelle parole, il nulla sarebbe      alla radice. Dove ogni lettera è maestra di vita».
unica lingua del popolo ebraico in Terra di Israele, è la lingua                                                                          rimasto nulla».                                                   A cominciare dalle lettere che compongono la parola “Sha-
della Torah. L’ebreo diasporico continua ad avere il cuore e                                                                              Nel Midrash si racconta di una disputa durata per ben             lom”, la più frequente e confidenziale della lingua, forse
la mente rivolti verso Sion e l’amore per Israele è un dato di                                                                            ventisei generazioni, tra le lettere dell’alfabeto: la prima,     l’unica conosciuta anche nel mondo non ebraico: oltre ad
fatto, ma tale sentimento, seppur nobile, non basta. Bisogna                                                                              Alef è offesa, perché sarebbe stato giusto che il mondo           essere un saluto, significa pace. «Shalom viene dalla radice
mettere in campo le tre C: consapevolezza, conoscenza e cul-                                                                              iniziasse con lei. E allora «Il Santo benedetto egli sia, ha      shalem che significa essere completo, integro, perché solo
tura, che vanno alimentate attraverso lo studio della lingua.                                                                             il suo bel da fare a convincerla, e infine la consola dicen-      la completezza porta ad uno stato di equilibrio e pace, fisi-
La consapevolezza della propria posizione nel mondo è di                                                                                  dole che quando darà la Torah sul Monte Sinai comincerà           ca e spirituale, nell’individuo e nell’universo. Dalla stessa
sicuro il primo passo per non perdere l’identità ebraica. Chi                                                                             con lei come è detto: “’Anoki’adonaj ’eloheka” “ Io sono il       radice discende il nome Salomone, re simbolo d’integri-
sono io, da dove vengo, dove sono.                                                                                                        Signore Dio tuo”».                                                tà e saggezza, che edificò il Tempio, in un’epoca appunto
La conoscenza della storia e delle regole della vita ebraica                                                                              Nella vita millenaria delle lettere dell’alfabeto, poi, Alef      di pace, shalom. E anche “Jerushalaim”, Gerusalemme,
consolida la posizione dell’ebreo e lo differenzia dagli altri.                                                                           sarà, in un futuro molto lontano, ai tempi nostri, l’unica        la città della pace, dove fu eretto il santuario. Ancora:
Questo sono io, in qualsiasi parte del mondo.                                                                                             lettera presente nel mondo non ebraico: il suo segno gra-         nell’ebraico moderno come stai si dice “Ma shlomchà?”, :
La cultura, infine, è la risposta più completa per costruire                                                                              fico figura anche nelle tastiere dei computer perché usato        qual è la tua pace e quanto completa ti senti? Insomma il
un’identità individuale e collettiva.                                                                                                     nella matematica moderna (è il simbolo del primo numero           mondo delle lettere è un portale che ti fa entrare in mondi
Nel corso dei secoli è stata prodotta una quantità infinita di                                                                            transfinito).                                                     meravigliosi: le lettere hanno un nome proprio, che è come
scritti, musiche, poesie, e, in epoca più moderna, in Terra di                                                                            Sulla tastiera della creazione oltre alle ventidue consonanti     una qualità, ogni lettera è un concetto, un simbolo, un
Israele e nello Stato di Israele, pièce di teatro, film; dunque                                                                           figurano altri 10 tasti, come spiega il Sefer Yetzirà, che        archetipo del mondo».
la cultura in lingua ebraica in Israele è la cultura di con-                                                                              oltre ad essere le mistiche sefiròt rappresentano i numeri        Un esempio? L’iniziale del nome Yarona, Yod: «È la Yod di

8                                                                                                                SHALOM MAGAZINE          DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019                                                                                                   9
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                                        COPERTINA

                                                                                                                                          Il miracolo di una lingua
Israel, di Itzchak (Isacco). Secondo la Kabbalà, è il seme che        la dolcezza”. Ecco, con questo metodo dolce, s’inaugurava
c’è in ogni cosa. Yod è un trattino, un puntino, un punto             l’inizio del legame con le lettere e la Torah, nettare di vita,
di partenza da cui si possono scrivere altre lettere. Come            che doveva durare per tutta l’esistenza».

                                                                                                                                          che 100 anni fa sembrava morta
il popolo di Israele è un puntino nell’umanità, ma simbo-             Per concludere, una storia che racconta tutta la forza delle
leggia la globalità del popolo. Nel seme c’è già l’albero: è          lettere dell’alfabeto: una volta Rabbì Izhak Luria, conosciu-
la lettera che forma il tempo futuro, che guarda al futuro            to come Arì ha kadosh, aveva avuto la rivelazione che le sue
come il popolo ebraico, che ha seminato in una terra dove             preghiere di Kippur erano state gradite nei mondi superio-
non c’era nulla e l’ha fatta fiorire».                                ri, ma non quanto quelle di un altro uomo. Quando, dopo
E si potrebbe moltiplicare per ventidue, ma ci limitiamo              molte ricerche, riuscì finalmente a trovarlo fu sorpreso di         Oggi ci sono più persone che parlano ebraico che danese o lituano. Le considerazioni e
alle lettere madri dell’alfabeto, che sono tre: Alef, l’infini-       trovarsi di fronte un uomo molto semplice, un contadino.            l’analisi dell’evoluzione della lingua in un saggio di Amos e Fania Oz, ‘Gli ebrei e le parole'
to, il principio delle cose. Mem, la lettera mediana, Tav: la         Il rabbi gli chiese: «Che cosa hai fatto il giorno di Kippur?»
finale, il finito. «Tutte e tre le lettere combinate assieme          e lui «Rabbi, io sono ignorante e conosco l’alfabeto solo

                                                                                                                                          T
formano la parola “Emet”, verità».                                    fino alla Yod. Quando ho visto tutti che pregavano con                     ra i tanti testi che si sono occupati   coniano questa eredità in questo modo:        che terminare in quella che sia dive-
E sono proprio Alef, Mem, Tav, secondo la tradizione, le              grande fervore, io non riuscivo a seguirli. Allora ho letto le             della relazione tra il popolo ebrai-    “Mentre altre società premoderne con-         nuta la lingua israeliana. Scrivono gli
prime lettere che nell’antichità s’insegnavano ai bambini.            lettere dell’alfabeto: solo quelle che conoscevo e ho detto:               co e il suo alfabeto va segnalato       servano la propria memoria secondo            autori: “L’ebraico moderno è dunque
«Nell’“Inizio della sapienza”, Reshìt Chokhmà, si consiglia           “Padrone del mondo! Prendi queste lettere e fanne parole            quello scritto da Amos Oz e Fania Oz           uno schema che possiamo definire “ge-         la più grande start up linguistica della
ai maestri, il primo giorno di scuola, di “spalmare la ta-            e preghiere che ti siano gradite. E questo ho ripetuto per          Salzelberger qualche anno fa “Gli ebrei        nitore-storia-figlio, l’equivalente ebraico   modernità. Durante il XX secolo, il conto
bella delle lettere con il miele in modo che i bambini con le         tutto il giorno». [Lucia Correale]                                  e le parole” edito da Feltrinelli, che ri-     era “genitore-libro-storia-figlio” Le sto-    di coloro che parlavano ebraico è cre-
dita possano seguirne le linee e poi leccandosele, gustarne                                                                               mane un classico di uno degli autori più       rie ebraiche non erano solo narrazione e      sciuto da qualcosa che era prossimo allo
                                                                                                                                          conosciuti del panorama letterario isra-       morale ma anche legge: comprendevano          zero a più di dieci milioni. Mettiamola
                                                                                                                                          eliano. È un lavoro compiuto da padre          norme impartite da D-o e complesse re-        così: oggigiorno c’è più gente che parla
                                                                                                                                          e figlia su quanto la comunicazione sia        gole di comportamento”.                       ebraico che danese, o lituano”. Si tratta
                                                                                                                                          alla base dell’identità ebraica in tutte le    Su questa scia, sfogliando il libro, i co-    senz’altro di una rivoluzione storica. Chi

Quando le parole sono cose:
                                                                                                                                          generazioni e lo scrivere un libro assie-      autori compiono un vero viaggio nella         l’avrebbe mai immaginato? [Jonatan
                                                                                                                                          me sul tema è abbastanza indicativo sul        storia. Tante righe sono dedicate all’e-      Della Rocca]
                                                                                                                                          contenuto dell’importanza del dialogo          lemento pedagogico presente nell’Hag-

l’ABC del miracolo ebraico
                                                                                                                                          intergenerazionale presente negli anti-        gadah di Pesach, e su come il dibattito
                                                                                                                                          chi testi. Il volume è senz’altro un inno      e la discussione siano incorporati nel
                                                                                                                                          alla cultura, alla speculazione della pa-      processo di lettura, citando ad esempio
                                                                                                                                          rola e al rapporto del mondo delle lettere     il metodo talmudico. “Comunque sia, in
                                                                                                                                          correlato alla sua diffusione nel sociale.     qualunque momento a partire dal secolo

L
      e parole sono cose (dvarim) che vengono modellate, ac-          preghiera, l’ebraico si fa volgare con l’Haskalah, l’illumini-      Non poche volte si ricorre alle fonti bi-      II d.C. non pochi uomini ebrei sono co-
      costate e bilanciate con il peso di altre parole. Nell’e-       smo ebraico che nasce in Germania e nell’Europa orientale           bliche per premettere le loro disamine,        nosciuti per nome grazie alla loro eru-
      braismo queste, così come le lettere che le compongono,         nel XVIII secolo. Una lingua che poco dopo sposerà la causa         sebbene questa volta con chiarezza e           dizione. Anzi. Dalla tarda antichità sino
giocano un ruolo fondamentale. Ce ne rendiamo conto se                politica, poiché parlata dagli ebrei emigrati nella Palestina       onestà intellettuale gli autori si autodefi-   alla prima età moderna, la stragrande
sfogliamo una pagina di un racconto qualsiasi di Primo Levi o         ottomana. Un buon esempio, questo, di come un ideale poli-          niscono laici. Oltre a sottolineare quanto     maggioranza degli ebrei passati alla sto-
Carlo Levi in cui ogni parola gode di un posto preciso, l’unico       tico può essere alimentato e divenire realtà grazie all’ausilio     sia stata una costante storica in seno         ria vi è passata perché studiava. Non
che le spetta, potremmo dire. Un’attenzione, questa, che non          di un apparato linguistico che lo definisca. Infatti, la presenza   alle comunità ebraiche lo studio dei fon-      avevano più re né profeti… Le parole
dipende solo dal mestiere svolto, essendo entrambi uomini             di una lingua che descriva il patrimonio molto variegato ma         damentali linguistici, anche quando l’a-       erano le loro cattedrali”.
di scienza, ma anche, e soprattutto, da un’attenzione tutta           anche comune degli ebrei trasferitisi da tutto il mondo in          nalfabetismo fosse ampiamente diffuso          Non manca nemmeno nel testo un ap-
ebraica verso il verbo.                                               Palestina, risulta fondamentale per la nascita di uno Stato         nella società circostante, si addentrano       profondimento sulle interazioni della
Secondo un Midrash il Signore creò l’alfabeto ebraico e poi,          ebraico. E perciò dobbiamo ringraziare colui che con metico-        nei rapporti intercorrenti tra maestro e       lingua ebraica con le altre lingue, di
con esso, il cielo e la terra. Le sue lettere, dense di significati   losità e fantasia inventò il vocabolario ebraico rispolverando      discepolo e padre e figlio come fattore di     quanto sia stata sempre aperta alle in-
e cariche di storia millenaria diventano, per il popolo cui è         gli antichi testi della tradizione ebraica e la lingua dei popoli   continuità di trasmissione di tradizioni       fluenze esterne, in ambedue le direzio-
vietata la raffigurazione, simboli dell’identità ebraica, testi-      affini: Eliezer Ben Yehuda, al secolo Isaac Perelman Elianov,       e di conoscenza; sia orale e poi scritta       ni, sia nel ricevere e mutuare e sia nel
moni di una storia lunga e complessa che dura più di tremila          che cominciò cambiando il proprio nome e finì per mutare il         “formando delle sequenze di studio che         dare le sue parole agli altri lessici.
anni. Per secoli circoscritto all’ambito della liturgia e della       destino di un intero popolo. [Marta Spizzichino]                    attraversano svariate generazioni”. Così       Il viaggio nelle lettere ebraiche non può

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EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                             COPERTINA

L’ebraico come un albero dai mille frutti                                                                                          I segreti delle lettere ebraiche.
Lo scrittore Erri De Luca racconta la sua passione per la lingua della Torà e per le
corrispondenze tra valori numerici delle parole
                                                                                                                                   Midrash Otiòt di Rabbi ‘Aqiva
                                                                                                                                   Tratto dal libro “Le lettere del Cielo. Da Alef a Tav dall’infinito al finito” di Yarona Pinhas.

“
    Studiare una lingua è come piantare un albero”: parole

                                                                                                                                   I
    di Erri De Luca, giardiniere di lingue perdute, scrittore                                                                         l Midrash delle lettere attribuito a Rabbi ‘Aqiva, racconta
    di romanzi brevi e meravigliosi. “Addestrato alla colti-                                                                          che quando il Santo Benedetto Egli Sia concepì la Crea-
vazione” dell’ebraico antico, l’ha “trapiantato in italiano                                                                           zione, si presentarono le ventidue lettere di fronte al Suo
con l’ostinata fedeltà di giardiniere”. Da laico e autodidatta                                                                     cospetto e ciascuna, evidenziando i propri pregi, chiese di
legge i testi biblici e ha tradotto “Il Cantico dei Cantici” e                                                                     essere la prescelta per creare il mondo.
il libro dell’Esodo.                                                                                                               L’alef ‫א‬, ha la statura retta e due gambe ben piantate a terra
Come definirebbe l’alfabeto ebraico?                                                                                               come le lettere di emet, ‫“ אמת‬verità”, mentre la “menzogna”,
Nella storia narrata nella Torah l’alfabeto è utensile della                                                                       sheqer, ‫ שקר‬non si regge in piedi.
creazione. Le sue lettere formano il vocabolario della ri-                                                                         La bet, ‫ ב‬si affaccia verso la ghimel e somiglia ad una casa
velazione.                                                                                                                         con la porta aperta.
Perché ha scelto la lingua della Bibbia?                                                                                           La ghimel ‫ ג‬ha le sembianze di un uomo che esce da casa e va
Per risalire a una origine e così poter saltare le traduzioni.                                                                     incontro a un “povero”, dal, che contribuisce ad accrescere il
Dopo tanti anni di studio e traduzioni dall’ebraico e                                                                              bene nel mondo con la ‫ ד‬dàlet, che sembra un bastone rivolto
dall’yiddish, si sente padrone di questa lingua straniera?                                                                         verso la he, come dimostra il versetto: “Queste le origini del
Non si possiede un alfabeto, lo si percorre. L’Ebraico mi                                                                          cielo e della terra quando vennero creati behibaram, ‫”בהבראם‬
rallenta l’andatura, lo leggo a passi ben poggiati, così posso                                                                     (Gen. 2,4).
ricevere scintille di senso che sfuggono al passo veloce.                                                                          La he, ‫ ה‬è come questo mondo, un portico che ha due aper-
Come affronta i testi ebraici?                                                                                                     ture, una grande e una piccola: si esce dal grande e si entra
Mi attengo alla lettera, aderisco alla sua superficie. Altri     Nelle mie poche traduzioni di libri dall’ebraico antico ho        dal piccolo.
lettori più capaci approfondiscono le stratificazioni. Lo Shir   voluto in copertina la lettera iniziale, come nel racconto su     La vav,‫ ו‬è il bastone che si adira contro i malvagi mentre
ha Shirìm è un cantico di amore. Altri possono vederci           Miriam/Maria, con le due Mem del suo nome. E comunque             soffrono le pene dell’inferno e gridano vai vai, ‫וי‬.
simboli, io no.                                                  c’è una lettera che mi affascina particolarmente: è la Vav        La zàyin ‫ ז‬ha due spine che fuoriescono dai suoi lati superiori   ele quando sono circondati dalla presenza della Shekhinà, che
Eppure la scrittura biblica ha vari piani di lettura…            che messa davanti al verbo ne rovescia il tempo passato in        e chi s’indirizza verso il “peccato”, chèt, come per andare da    li protegge tutt’intorno come un muro.
Mi affascinano le corrispondenze tra valori numerici delle       futuro e viceversa. Con quell’uso della Vav il tempo è rove-      una prostituta, zonà, si guarda alle spalle per il timore di      La ‘ayin, ‫ ע‬sembra inginocchiata e raffigura Esaù, ‫ עשו‬il mal-
parole. Inoltre nelle mie traduzioni, di ogni singolo vocabolo   sciabile. E poi una volta ho trovato due rami d’albero che        essere visto.                                                     vagio, che un giorno si arrenderà.
cerco gli altri luoghi di occorrenza nella scrittura e così      replicano la forma della Bet e della Lamed. Sono la prima e       La chèt, ‫ ח‬non ha una “corona” sopra la lettera, così anche i     La pe aperta ‫ פ‬e quella finale ‫ ף‬rappresentano la bocca dei
percorro una biografia di quel vocabolo attraverso i suoi        l’ultima lettera della scrittura, la Bet di Bereshit e la Lamed   peccatori, privi di un buon nome, si devono sentire in colpa      figli d’Israele che si esprime sia in questo mondo che nel
usi. Anche questo mi avvicina la lingua.                         di Vaiàal. Stanno sul muro della mia camera.                      e provare vergogna.                                               mondo a venire, tramite lo studio della Torà, l’osservazione
“Coltiva” un legame speciale con qualche lettera                 [A cura di Lucia Correale]                                        La tet ‫ ט‬sembra avere una mano piegata e la testa diritta e       dei precetti e l’apprendimento della Torà orale.
dell’alfabeto?                                                                                                                     incoronata, come colui che agisce nel bene e con giustizia        La tzadi, ‫ צ‬è il simbolo del giusto, tzadìq, che è il fondamento
                                                                                                                                   dando una moneta al povero e facen-                                                        del mondo.
                                                                                                                                   dolo di nascosto.                                                                          La qof, ‫ק‬ha un solo piede retto, come
                                                                                                                                   La yod, ‫ י‬è la lettera più piccola dell’in-                                                i malvagi che mancano di appoggio
                                                                                                                                   tero alfabeto: chi vive con modestia in                                                    e vanno orgogliosi dei loro misfatti.
                                                                                                                                   questo mondo, accede al mondo a veni-                                                      Un giorno essi cesseranno di esistere
                                                                                                                                   re. Questo mondo è stato creato con la                                                     per onore del popolo d’Israele che è
                                                                                                                                   he, mentre quello a venire con la yod,                                                     chiamato, rosh, ‫ ראש‬testa. Dall’altro
                                                                                                                                   simbolo dei giusti che sono una rarità.                                                    canto, la qof è la lettera di Qadosh
                                                                                                                                   La kaf, ‫ כ‬sembra un trono che si ri-                                                       Barukh-Hu, il Santo Benedetto Egli
                                                                                                                                   volge verso la làmed, a indicare che il                                                    Sia, mentre la resh, è di rasha’, ‫רשע‬
                                                                                                                                   trono è destinato ai sovrani.                                                              “malvagio”: ed è per questo che la qof
                                                                                                                                   La làmed, ‫ ל‬è la più alta delle lettere,                                                   non si rivolge verso la resh, poiché Dio
                                                                                                                                   situata a metà dell’alfabeto, ha le sem-                                                   non può rivolgere il Suo sguardo verso
                                                                                                                                   bianze di un re seduto sul trono che                                                       la direzione del male.
                                                                                                                                   osserva il suo regno, malkhùt, la mem.                                                     La shin, ‫ ש‬ha i rami che tendono verso
                                                                                                                                   La mem ‫ מ‬ha una mano retta che indi-                                                       l’alto ma è priva di radice, come la
                                                                                                                                   ca il cielo e una testa china che osser-                                                   parola sheqer, ‫“ שקר‬menzogna”.
                                                                                                                                   va in basso, per dimostrare che tutto                                                      La tav, ‫ ת‬ha una gamba piegata per
                                                                                                                                   ciò che esiste in terra è opera divina,                                                    dimostrare che lo studioso di Torà
                                                                                                                                   mentre il luogo della mem finale ‫ ם‬ri-                                                     deve essere modesto.
                                                                                                                                   mane segreto.                                                                              Ogni lettera dell’alfabeto possiede una
                                                                                                                                   La nun, ‫ נ‬sembra avere le mani all’in-                                                     sagoma singolare, come se fosse un
                                                                                                                                   dietro mentre s’indirizza verso la                                                         Tempio in cui risiede una peculiare
                                                                                                                                   sàmekh per avere sostegno.                                                                 qualità d’effusione luminosa prove-
                                                                                                                                   La sàmekh, ‫ ס‬è simbolo dei figli d’Isra-                                                   niente dal mondo superiore.

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EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
COPERTINA                                                                                                                                                                                                                                                 COPERTINA

Scrivere e copiare è la mia passione
Il ruolo e la responsabilità di un sofer, lo spiega rav Amedeo Spagnoletto.

“
   Faccio una cosa che mi piace, che si fa da migliaia di        autorità rabbiniche. Oggi - prosegue - oltre al controllo ma-
   anni. È un lavoro che ha bisogno di concentrazione,           nuale si possono effettuare anche controlli computerizzati
   si svolge in solitudine, in umiltà consapevoli dell’im-       con uno speciale programma che analizza la scrittura e
portanza del testo che si copia, al punto che non è pre-         offre un report degli errori rinvenuti. Particolare attenzio-
vista alcuna menzione del proprio nome, a differenza di          ne però richiede la scrittura di uno dei sette nomi di D-o e
quanto avviene nei codici in cui sono inseriti alla fine dei     molti soferim preferiscono lasciare uno spazio libero nel
colophon”. Con queste semplici ma potenti parole rav Ame-        Sefer Torà per inserirci il nome successivamente. In alcuni
deo Spagnoletto - rabbino capo di Firenze - racconta la          casi ci si accorge di ciò perché gli spazi previsti possono
sua passione e professione di sofer, di chi ha acquisito         essere più grandi della parola stessa da inserire”.
conoscenze e sapere per essere in grado di ricopiare i testi     Quando gli errori non sono più emendabili, quando i rotoli
sacri dell’ebraismo, primo fra tutti il testo della Torà. “È     antichi versano in irrimediabile stato di conservazione,
una professione - spiega rav Spagnoletto - che si acquisi-       si preferisce scartare la possibilità di un recupero a fini
sce inizialmente nei collegi rabbinici dove si studiano i        rituali. Le Torot imperfette o danneggiate vengono riposte
principi fondamentali, per poi proseguire con corsi dedi-        in una ghenizà (deposito) o seppellite con cura (famosa la
cati (Spagnoletto ha studiato a Gerusalemme alla yeshivà         ghenizà del bet ha-kenesset “Ibn Ezra”al Cairo).
“Tzemach Tzedek” e a Roma) dove si apprendono anche le           Vi è poi il discorso del recupero dell’ingente patrimonio
tecniche per la preparazione dell’apposito inchiostro e per      culturale, costituito da migliaia di seferim, scomparsi o
la scelta delle pergamene su cui scrivere”. Un libro dell’VIII   nascosti durante il periodo della Shoah: “esistono - spiega

                                                                                                                                 Ogni lettera è un mondo a sè
secolo, Masechet soferim, riporta numerose regole relative       Spagnoletto - importanti progetti di recupero da parte di
al lavoro dello scrivano formulate in tempi più antichi e        enti ebraici e dallo Stato di Israele, come nel caso degli
in buona parte già precisate autorevolmente nel Talmud           accordi sottoscritti con la Lituania e la Romania. Una parte
e dai chakhamin.                                                 degli oggetti recuperati si trova nelle numerose sinagoghe
“Il lavoro di scrittura - spiega Spagnoletto - richiede molta    costruite in Israele, altri oggetti sono nei tanti nuovi mu-    Gabriele Levy ha trasformato l’alfabeto ebraico in arte.
attenzione e concentrazione, tanto è vero che si consiglia di    sei ebraici aperti nel dopoguerra in tutto il mondo. Molto
non superare quattro ore al giorno. Bisogna poi controllare      materiale, infine, è stato venduto a collezionisti privati e

                                                                                                                                 G
tutto quello che è stato scritto e verificare che non vi siano   non è raro trovarlo in vendita da antiquari specializzati             abriele Levy, l'artista argentino che ha portato la sua          a volte crei una lettera che abbia già un suo significato: ad
errori, un controllo effettuato dallo stesso sofer o da altre    in oggetti di giudaica”.                                              arte in giro per il mondo, ha recentemente aperto il suo         esempio la scorsa estate quando ho visto il telegiornale sulla
                                                                                                                                       laboratorio nel quartiere ebraico dove produce ed espo-          Siria con quello che stava succedendo, ho pensato a questa
                                                                                                                                 ne le sue opere più famose: le lettere dell’alfabeto ebraico. È        opera di una Samech (‫)ס‬, in cui si vedono teste e mani, oppure
                                                                                                                                 proprio nella sua galleria che l'artista ha deciso di raccontare       una Ain (‫ )ע‬fatta con degli occhi, perché ‫ עין‬significa occhio:
                                                                                                                                 a Shalom i segreti e le caratteristiche delle sue lettere.             l’ho realizzata con delle foto di Oliviero Toscani che ho trovato
                                                                                                                                 “Da circa 27 anni - spiega Levy - faccio delle lettere ebraiche        sulla pubblicità di un giornale. Le mie opere hanno una parte
                                                                                                                                 in materiali più diversi, per hobby, per passione e oggi per           visibile e una parte nascosta: per vederla bisogna girare l’o-
                                                                                                                                 mestiere. Inizialmente lo scopo era insegnare ai miei figli che        pera. In un certo senso è come la mia firma”.
                                                                                                                                 vivono nella golà le lettere ebraiche, perciò le ho fatte in argilla   Oltre alle lettere Levy ha fatto i fotomosaici, che sono delle
                                                                                                                                 e le ho appese in cucina, poi venivano gli ospiti che chiede-          riproduzioni di opere di artisti famosi o del Kotel, fatte con
                                                                                                                                 vano che cosa fossero e quale fosse la loro lettera e io gliela        fotografie delle lettere ebraiche: il mosaico del Kotel è stato
                                                                                                                                 regalavo. Ne ho fatte diverse migliaia, penso più di 7000, molte       fatto con le foto del profilo Facebook degli ebrei romani iscritti
                                                                                                                                 delle quali regalate e altre vendute che si trovano in collezioni      al gruppo “Roma ebraica”. Alcune sue opere invece rappre-
                                                                                                                                 private, musei in giro per il mondo.”                                  sentano la vita degli ebrei nei paesi attorno al Mediterraneo.
                                                                                                                                 Perché le lettere?                                                     [Giorgia Calò]
                                                                                                                                 “Perché le lettere esistono anche senza le parole: mentre le pa-
                                                                                                                                 role per esistere hanno bisogno delle lettere; le lettere possono
                                                                                                                                 stare da sole; ogni lettera ebraica è un mondo a sé; è una porta
                                                                                                                                 d’ingresso alla Cabbalà. Ogni lettera ebraica ha un nome, un
                                                                                                                                 suono, un valore numerico, uno o più significati mistici. Nel
                                                                                                                                 corso del mio lavoro ho inventato un sacco di cose strane, che
                                                                                                                                 non hanno necessariamente a che fare con le lettere ma più
                                                                                                                                 sul modo di esporre e di vedere di combinare tra di loro le
                                                                                                                                 opere con e senza la luce”.
                                                                                                                                 Levy ha anche pubblicato un libro sull’alfabeto ebraico con la
                                                                                                                                 Comunità Ebraica di Casale Monferrato che si chiama “Prima
                                                                                                                                 l’Alfabeto”, la cui ristampa arriverà nei prossimi giorni.
                                                                                                                                 Qual è la sua fonte di ispirazione?
                                                                                                                                 “Ogni opera è un parto: non puoi sapere come verrà fuori il
                                                                                                                                 bambino, perché ogni bambino nasce con un suo carattere;
                                                                                                                                 a volte lettere nascono, poi ricevono un nome, un significato,

14                                                                                                       SHALOM MAGAZINE         DICEMBRE 2018 - GENN A IO 2019                                                                                                         15
EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it EBRAICO L'ALFABETO DELLA CREAZIONE - dicembre gennaio|2018-19 - Shalom.it
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