Appunti di un'avventura educativa - febbraio 2020 - Scuole San Benedetto
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Ciascuno di noi ha un compito unico e il suo valore è inestimabile e insostituibile. Questo è quello che scopriamo insieme ai ragazzi della Parsifal, a cui ogni anno proponiamo la lettura di Lo Hobbit all’inizio della prima media. Un nuovo inizio, che ha dentro una promessa di bene per tutti. Editoriale Da un paio di anni ai ragazzi che ini- che il drago Smog aveva sottratto ai ziano la scuola media Parsifal duran- loro antenati. Lo hobbit non ha nes- te le ore di italiano viene proposta suna intenzione di accettare, per lui “Mi sembra che lo spunto la lettura integrale del romanzo fan- le avventure sono «cose fastidiose che ci possa dare Tolkien tasy Lo hobbit, dello scrittore ingle- che fanno far tardi a cena», eppure è che nella sua fragilità se J. J. R. Tolkien. al termine del primo capitolo ha già La vicenda è ai più nota. Il protago- cambiato idea. questo inizio ha già nista Bilbo Baggins è uno hobbit dentro un bene che abitudinario e pantofolaio a cui lo L’incontro con Gandalf, che lo sfi- è per tutti” stregone Gandalf fa visita propo- da dicendogli che in lui c’è mol- to più di quanto lui volte hanno turbato i ragazzi per la stesso possa im- loro apparente durezza: «Ma certo! maginare, risveglia E perché non dovrebbero rivelarsi una parte di Bilbo vere? Certo non metterai in dub- che ormai taceva bio le profezie, se hai contribu- da tempo. Lo hob- ito a farle avverare! Non crederai bit dice di sì e parte, mica, spero, che ti sia andata bene pronto per affrontare in tutte le tue avventure e fughe per il compito che i nani pura fortuna, così, solo e soltanto gli hanno assegna- per il tuo bene? Sei una bravissi- to nella missione. Le ma persona, signor Baggins, e io ti avventure sono tan- sono molto affezionato; ma in fondo tissime e il tesoro sei solo una piccola creatura in un alla fine viene ricon- quistato, soprattutto grazie al suo aiuto. L’ultima pagina del romanzo è collo- cata un anno dopo la riconquista della Montagna, quando Bilbo riceve la visita di Gandalf e assieme riflettono su quanto hanno vissuto. Bilbo, sentendo il racconto di come le cose attor- Bilbo Baggins, ritratto da un’alunna di prima media. no alla Montagna si stiano pian piano sistemando, si lascia nendogli di partecipare a un’avven- sfuggire una frase di ammirazione: tura: aiutare una compagnia di nani «Allora le profezie delle vecchie can- a riprendersi il tesoro che si trova zoni si sono rivelate vere!» e Gandalf nel cuore della Montagna Solitaria e gli risponde con delle parole che più 2
Se si dovesse riassumere con una parola il fil rouge di questo numero di Scuolaviva credo che sia “inizio”, e la costruzione della nuova sede per la Scuola media Parsifal ce lo mostra con evidenza. Mi sembra che lo spunto che ci possa dare Tolkien è che nella sua fragilità questo ini- zio ha già dentro un bene che è per tutti. E il bene che c’è in gioco, e a cui ognuno deve contribuire, è quella stessa pace delle Terre Sel- vagge, cioè la scoperta che ogni piccola o grande cosa che la vita ci mette di fronte ha in sé un sen- ”...cioè, la scoperta so buono per ciascuno di noi. che ogni piccola o E a pensarci bene non è diverso grande cosa che la vita per i ragazzi, piccole creature in ci mette di fronte ha in un mondo molto vasto, ma con una sé un senso buono per vata di fronte all’affermazione finale grandezza insostituibile alla ricerca ciascuno di noi” dello stregone è che Gandalf sem- del proprio compito nel mondo, e bri sminuire il piccolo hobbit e tutte nemmeno per noi, loro compagni in mondo molto vasto!». le fatiche che ha vissuto; in realtà, a questa affascinante avventura. A partire da questo passaggio, pensarci bene, è l’esatto contrario. che diventa ogni anno una grande Il fatto che Bilbo - e quindi ciascuno Eugenio Bonetti occasione di dialogo con i ragaz- di noi, perché un grande romanzo Direttore scuola media Parsifal zi, vorrei offrire alcuni spunti legati non parla d’altri che di a questo numero di Scuolaviva e noi - sia solo una picco- all’avventura che noi docenti, insie- la creatura in un mondo me ai nostri allievi, condividiamo più vasto in fin dei conti giorno dopo giorno. non è che la verità. Al L’obiezione che talvolta viene solle- contempo, però, quel- lo che l’avventura ci consegna è che que- sta piccola creatura ha un compito che è unico e destinato al mondo intero. Sen- za Bilbo, infatti, i nani non ce l’avrebbero mai fatta. La decisione di partecipare all’avventu- ra - il suo contributo a fare avverare le antiche profezie - poteva esse- re presa solo da lui e ha portato con sé non solo il suo bene, ma il bene di tutti; la pace nelle Terre Selvagge, un orizzonte ben più ampio della sua cono- sciuta Contea. Gandalf, ritratto da un’alunna di prima media. 3
Una scuola libera, per tutti, ma con una proposta educativa dalla forte identità. L’unificazione delle sedi delle Scuole un accidente organizzativo ma una San Benedetto è l’occasione per riscoprire perché abbiamo compagnia, condizione privilegia- deciso di fare una scuola. ta d’esperienza; una scuola in cui le famiglie continuassero a gio- Perché fare care il proprio ruolo, in un dialogo non sempre semplice ma educativo per tutti. una scuola? Questo è quello che cerchiamo di realizzare ogni giorno ed è ciò che intendiamo quando diciamo che La costruzione del nuovo edificio incontri, di scambio per gli allievi, siamo una scuola cattolica, cioè che ospiterà la scuola media Parsifal per le famiglie, per i docenti e per aperta a tutti e a tutto il mondo, e la conferenza stampa in occasione i collaboratori. dentro una proposta educativa e della posa della prima pietra sono culturale chiara. L’obiettivo non è state l’occasione per riflettere sul L’incontro cristiano mai stato e non è creare una scuo- perché facciamo una scuola. Al Perché quindi fare una scuola? La la in contrapposizione alle scuole momento sono oltre 300 gli allievi prima motivazione è la più impor- comunali e cantonali: il Ticino ha la accolti dalle Scuole San Benedetto, tante ed è il motore interno della fortuna e il merito di avere delle buo- che da 30 anni fanno parte del si- scuola. Siamo qui oggi perché 30 ne scuole e la San Benedetto non è stema scolastico ticinese. I primi anni fa alcune famiglie hanno avu- nata per riempire dei buchi. Sempli- cemente le nostre scuole sono nate dall’iniziativa di persone che hanno voluto muoversi con la propria ori- ginalità, perché credevano di avere qualcosa di valido da offrire a livello educativo. Una scuola libera per la pluralità La seconda motivazione del perché fare una scuola libera ha a che fare con l’importanza della pluralità. In qualsiasi zona del mondo, quando si introducono vasti appezzamenti di monocultura, come ad esempio le mandorle in California o il ca- cao in Ghana, si trasforma l’intero ecosistema. Molte specie di insetti spariscono; le api trovano nutrimen- to solo in brevi periodi dell’anno; la alunni oggi sono medici, avvocati, to il coraggio di prendere sul serio vegetazione si impoverisce; i conta- maître, cuochi, ma soprattutto mam- un desiderio: offrire ai propri figli dini specializzano le proprie compe- me e papà alle prese con l’educa- un’esperienza di scuola che riflet- tenze e perdono l’attenzione globale zione dei loro figli. Nel tempo le per- tesse l’incontro cristiano che ave- al territorio che avevano imparato. sone che lavorano nelle Scuole San vano fatto e che aveva cambiato Noi crediamo che la biodiversità sia Benedetto sono cambiate, ma lo la loro vita. Una scuola che mettes- un valore anche in ambito culturale spirito è rimasto immutato. La crea- se al centro la persona con i suoi ed educativo: una cultura sana e zione di una sede unica per le tre talenti e i suoi limiti, unica e amata; un tessuto sociale forte traggono scuole – infanzia, elementare e me- una scuola che accompagnasse a beneficio dall’ospitare più voci, dia – nel nuovo quartiere Cornaredo conoscere il mondo senza confini, se rispettose e aperte, al proprio è certamente l’occasione per offrire consapevole che tutto risponde a interno. agli allievi spazi didattici adeguati un disegno buono e misterioso; e di qualità, ma è soprattutto la pos- una scuola in cui lo stare insieme Ci piace pensare che le nostre sibilità di creare un luogo di vita, di tra allievi e con gli adulti non fosse scuole, che da sempre abbiamo 4
“... è ciò che intendiamo quando diciamo che siamo una scuola cattolica, cioè aperta a tutti e a tutto il mondo, dentro una proposta educativa e culturale chiara” e sia un fattore positivo per tutti, non dazione San Benedetto è ricono- solo per chi la frequenta. Una scuo- sciuto quale ente di pubblica utilità. voluto parificate, siano un interlo- la libera infatti esprime la voce di Non genera alcun utile, ma investe cutore, una voce originale dentro una parte della società all’interno tutto nella gestione delle scuole. il sistema scolastico ticinese. di una società democratica, inol- Seguiamo gli stessi programmi, la tre educa, cioè contribuisce a far C’è un altro possibile malinteso. Si griglia oraria, il sistema di valuta- crescere il futuro. sente dire che le scuole libere sono zione, l’organizzazione delle classi scuole per ricchi. In realtà lo sono è la medesima delle scuole statali, Una scuola libera per via delle regole imposte dallo ma con un accento che ci è proprio. Parlando delle scuole San Bene- Stato e non per scelta. Nel caso Come ad esempio due direttori d’or- detto preferisco utilizzare il termine delle Scuole San Benedetto questo chestra che trarranno due interpre- “scuola libera”, perché il termine non corrisponde ai dati: abbiamo tazioni diverse dallo stesso spartito “scuola privata” può creare un ma- famiglie di ogni estrazione so- del “Flauto Magico”, pur rimanendo linteso. Certo chi gestisce queste ciale, di tante provenienze geo- ambedue fedeli a quanto Mozart ha scuole non è lo Stato, l’ente pubbli- grafiche, di diverse confessioni scritto. Questo perché mettono in co, ma una realtà non-profit, il ser- religiose. Incontrare tutte queste moto la propria umanità di musici- vizio che le scuole offrono però persone è per noi una delle grandi sti, che li porta al di là di quanto an- è pubblico, aperto a tutti e volto ricchezze del fare scuola. Nell’ultimo che la più perfetta macchina potreb- al bene di tutti, senza limiti etnici, sondaggio che abbiamo fatto oltre be fare. Crediamo quindi che una politici, religiosi o confessionali. la metà delle famiglie ha indicato di scuola così abbia un valore sociale E’ importante ricordare che la Fon- dover gestire con attenzione il pro- prio budget per poter far fronte alle rette scolastiche; per tanti genitori si tratta dell’unico investimento – un investimento sul futuro dei propri figli. Queste famiglie evidentemente riconoscono un valore all’educazio- ne che insieme a loro la scuola offre ai loro figli. Proprio per questo la Fondazione San Benedetto è anche molto attiva nella ricerca di donatori per il suo fondo di borse di studio, creato proprio per aiutare famiglie bisognose e allievi meritevoli. Luca Botturi Presidente Fondazione San Benedetto 5
Una benedizione che accompagna le Scuole San Benedetto “Costruire una scuola, dalla loro nascita, in uno stretto rapporto di figliolanza nella tradizione della Chiesa sia nel senso materiale sia nel senso di ambiente La benedizione educativo, è un impegno molto grande e dobbiamo sempre chiederci perché del Vescovo lo facciamo” Valerio Di comune accordo con tutti i mem- bri del consiglio della Fondazione San Benedetto, abbiamo chiesto al vescovo di Lugano Valerio Lazzeri una benedizione particolare per il progetto di costruzione del nuovo edificio della scuola media Par- sifal. Costruire una scuola, sia nel senso materiale sia nel senso di am- biente educativo, è un impegno mol- to grande e dobbiamo sempre chie- derci perché lo facciamo. Parlando tra di noi è quindi emerso subito il desiderio di ricevere la benedizio- ne del Vescovo. Ho personalmente spiegato il progetto del nuovo edifi- cio a Sua Eccellenza, che ha man- dato una benedizione scritta, poi fisi- camente posta sotto terra alla base delle fondamenta, insieme ai pensieri scritti dagli allievi della scuola media Parsifal. Le Scuole San Benedetto, già dalla nascita della prima pluri- classe di 9 alunni delle elementari nel 1990, hanno sempre ricercato e coltivato un rapporto di figliolan- za con l’autorità vescovile locale, in quanto viviamo nella tradizione della Chiesa. Le scuole sono state fondate da un gruppo di famiglie che avevano incontrato il movimento di Comunione e Liberazione, fon- dato da don Luigi Giussani, e che desideravano la possibilità di vivere quest’esperienza anche per i propri figli. Con questo desiderio siamo an- dati dall’allora Vescovo Eugenio Co- recco per avere la sua benedizione e con lo stesso desiderio e colmi di gratitudine siamo tornati dall’autorità vescovile in tutti questi anni. Fausto Leidi Membro del consiglio di Fondazione 6
Scuola Media Parsifal I costi del 170 allievi Scuola Elementare Il Piccolo Principe nuovo edificio 100 allievi Scuola dell’Infanzia La Carovana 40 allievi Come contribuire alla costruzione della scuola media Parsifal Donazioni in CHF (fiscalmente deducibili) Mattone 100 Porta 500 Scalino 1’000 Dotazioni tecnologiche 5’000 Spogliatoio palestra 10’000 Arredo biblioteca 30’000 Attrezzi della palestra 50’000 Arredo aula polifunzionale 80’000 Campo giochi esterno 100’000 Versamenti a favore di 6,5 Milioni Associazione San Benedetto, Porza Ricavato dalla IBAN CH52 8080 8004 4471 5477 3 vendita della sede Parsifal a Sorengo 10,7 Milioni 2,7 Milioni Prestito Donazioni ipotecario o prestiti bancario da reperire n u ov a costruz ione edificio Il Picco lo Pri e L a C a ncipe rovana 7
Una sede unica per tutte le scuole della Fondazione San Benedetto e le opportunità del quartiere emergente Cornaredo. Ecco tutti i Le opportunità del quartiere cambiamenti del nuovo edificio. Cornaredo Nel 2001 l’Associazione San Be- Fare una scuola: nedetto ha acquistato l’edificio in cui ora si trovano La Carovana e Il Piccolo Principe. Allora poteva sem- il progetto brare un quartiere troppo periferico, mentre lo sviluppo urbano del luga- nese ha felicemente incluso Porza e la zona Resega in un importante immobiliare crocevia di strade e di percorsi di trasporto pubblico. Nel luglio 2004 infatti si sono avviate le opere infra- strutturali del Piano Trasporti del Lu- della scuola ganese e nel 2006 è stato elabora- to il Masterplan del nuovo quartiere Cornaredo. Nel 2012 con l’apertura media Parsifal della galleria Vedeggio-Cassarate la zona nord della città è direttamen- te collegata all’asse autostradale ed è la porta d’accesso a nord. Questa posizione privilegiata presenta molte La Fondazione San Benedetto com- scolastico. Nel 1994 l’acquisto dell’e- sfide, come la risoluzione di esigenze prende tre scuole che attualmente dificio che avrebbe ospitato le scuole funzionali quali rete viaria, posteggi e sono dislocate in due differenti sedi. medie della Fondazione è stato reso strutture internodali, ma anche molte Infatti la scuola dell’infanzia La Caro- possibile dal contributo di molti, oltre opportunità. La zona infatti è comple- vana e la scuola elementare Il Pic- che da finanziamenti bancari (50%), tamente immersa in aree verdi per cui sono previsti progetti di riqua- lificazione: il pratone di Trevano (che occuperà l’area dello stand di tiro), il parco di Trevano e il previsto parco fluviale sul Cassarate. A completare il quadro dei trasporti ci saranno le ciclopiste tra loro interconnesse. L’unificazione delle sedi delle Scuole San Benedetto Il gruppo Artisa, attivo nella riqua- lificazione del quartiere Cornaredo, aveva acquistato il terreno accanto alla sede delle nostre scuole a Por- za. L’Associazione San Benedetto è quindi entrata in trattativa per una permuta del terreno di Sorengo con il terreno accanto all’edificio della Carovana e Il Piccolo Principe. Questo avrebbe permesso di realiz- colo Principe si trovano a Porza in e anche oggi l’operazione immobi- zare un progetto scolastico unita- zona Resega in un edificio che dal liare che porterà all’unificazione del- rio anche dal punto di vista dell’u- 2001 è di proprietà dell’Associazio- le sedi delle Scuole San Benedetto bicazione degli edifici. L’opportunità ne San Benedetto, mentre la scuola a Porza è supportata dal contributo di unificare le sedi è un obiettivo media Parsifal è attualmente ubicata dei soci della Fondazione, dalle do- importante per le Scuole San Bene- a Sorengo, in una ex fabbrica degli nazioni e dai prestiti obbligazionari, detto per diversi motivi. Innanzitut- anni 50 che è stata adattata a uso oltre che dal finanziamento bancario. to questo permetterà di migliorare 8
“Una palestra, otto aule di classe, cinque aule speciali, una biblioteca, la direzione, l’aula docenti, alcune salette riunioni e una sala polivalente” la vita degli studenti, dall’asilo alle medie, delle famiglie, dei docen- ti, dei collaboratori e dei volontari. Il nuovo edificio della scuola di riferimento che il Canton Ticino ha Molte famiglie infatti hanno figli che media Parsifal indicato nelle schede “Edilizia scola- frequentano sia le elementari che La nuova sede della scuola media stica, schede tecniche” della sezione le medie: avere un’unica sede age- comprenderà una palestra, otto logistica. Inoltre il DECS ha certifica- volerà un’organizzazione più sem- aule di classe, cinque aule spe- to la conformità del nuovo edificio plice degli spostamenti di bambini ciali, una biblioteca, la direzione, della scuola media Parsifal agli e ragazzi. Per quanto riguarda le l’aula docenti, alcune salette ri- standard cantonali. medie, una sede nuova e funzionale unioni e una sala polivalente. Il Il nuovo stabile si sviluppa su un volu- era un’esigenza molto sentita per ri- progetto è stato sviluppato da Artisa me di 15.444 metri cubi con un costo spondere alla crescita della scuola Architettura in stretta collaborazione al metro cubo di CHF 828. Il costo in questi anni, in cui è passata da con la Fondazione San Benedet- complessivo del progetto immobiliare, 9 a 170 allievi. Inoltre aule speciali to e l’Associazione San Benedetto, inclusa progettazione e edificazione, per le diverse discipline scolastiche che si avvalgono della consulen- cui vanno aggiunti interessi di costru- e una palestra (che verrà affittata, za dell’arch. Emanuele Saurwein e zione, costi secondari e tasse è previ- al di fuori dell’orario scolastico, alle dell’Ing. Luca Solcà per la fase di sto in 13,520 milioni di franchi. società sportive) completano il qua- esecuzione. Il nuovo edificio, che è dro di un progetto volto allo svilup- in fase di costruzione, è stato proget- Fausto Leidi po di una scuola di qualità. tato secondo gli standard costruttivi Membro del consiglio di Fondazione 9
Intervista a Roberto Laffranchini, ex direttore della scuola media Parsifal e ora consulente pedagogico-didattico delle scuole San Benedetto. Tra pazienza, lavoro e autorevolezza ecco il racconto di “una scuola in uscita”. 30 anni di “In questi trent’anni abbiamo capito che insegnamento la nostra proposta educativa e didattica, se vuole vivere, deve sulle tracce rivolgersi alla persona nella sua totalità” dello stupore in questi quasi trent’anni? E se sì, quali sono i fattori che hanno e della bellezza influito? E oggi, qual è la pro- posta di queste scuole rispetto agli inizi? Ho conosciuto il cristianesimo in- contrando delle persone che, posso È stato tra i fondatori e fino a dicem- o l’omaggio di rito all’ex, cosa che ben dire, mi hanno cambiato la vita bre ha diretto la Parsifal, negli anni detesterebbe, ma nasce dall’ennesi- facendomene vedere il senso: come precedenti anche La Carovana e Il mo confronto su materie e allievi, sul loro ho capito e toccato con mano Piccolo Principe. Il 2020 ufficializza senso del fare scuola in generale e che la vita e la realtà non sono un l’ingresso del nuovo direttore, Euge- di questa scuola in particolare. ostacolo da superare ma un dono nio Bonetti, ma Roberto Laffranchi- per crescere. Fare esperienza di ciò ni continua a vivere la sua passione Scuola che è nata da una matri- mi portava ad aprirmi a ogni aspetto per l’educazione e l’insegnamento ce dichiaratamente cristiana e della vita senza dimenticare nulla né da consulente pedagogico-didat- con un’idea di educazione e in- dar nulla per scontato, figuriamoci tico delle tre scuole. Questa intervi- segnamento che alla tradizione l’educazione dei figli. L’iniziativa sta non è il bilancio di una carriera cristiana si rifà; si è modificata della scuola è maturata così e questa origine è anche oggi il fondamento della scuo- la. In questi trent’anni abbiamo capito che la nostra proposta educa- tiva e didattica, se vuole vivere, deve rivolgersi alla persona nella sua totalità: non si impara (anche a insegnare) e non si diventa grandi senza prendere sul se- rio il desiderio di essere assieme, chiamiamolo di amicizia, perché ab- biamo lo stesso biso- gno di felicità che ci apre a tutto il reale. Pensi di aver declina- to con una cifra per- 10
sonale questa esperienza condi- nessuno. Quando un genitore mi visa con vari amici? dice che da quando suo figlio vie- No, non ho declinato nulla. Quel- ne nella nostra scuola esce di casa la “visione” l’ho percepita sempre al mattino contento e ci ritorna alla di più nella mia persona come una sera contento, penso che qualcosa radice generatrice di umanità in- di bello stia succedendo. telligente e operativa, soprattutto grazie alla benevolenza delle per- Come si sono modificate la pro- sone con cui ho lavorato, colleghi, posta educativa, le scelte didat- allievi e genitori. Lo sguardo che tiche, pedagogiche e di contenu- ho imparato mi ha portato a cerca- ti per star davanti ai giovani in re ogni giorno quella promessa di modo sempre efficace? realizzazione che esso porta in sé; Da anni ci diciamo e cerchiamo di non sai già quale possa essere, ma proporre un lavoro intenso: non se sei attento a quello che succede necessariamente difficile e nemme- (o qualcuno te lo indica) la scopri, e no superficialmente accattivante. I le circostanze diventano occasioni giovani chiedono di crescere, di im- per aprirti al mondo. E quello del- parare, di potersi confrontare con il la scuola e dell’insegnamento è un sapere e con altri. Sbagliano, sono mondo particolarmente affascinan- distratti, bisticciano, e per questo te. Facendo eco a Papa Francesco devono essere adeguatamente ri- prende l’ansia e ciò vale per genitori, penso ad una “scuola in uscita”, chiamati, ma non rifiutano – nor- allievi e insegnanti. I genitori hanno aperta: per scoprire noi stessi e la malmente – il rapporto e il lavoro; bisogno della scuola proprio perché nostra identità culturale abbiamo bi- sono più i genitori che talvolta han- il modello educativo non può esaurir- sogno di libertà, di poter respirare e no paura della loro fatica. Gli allievi, si in famiglia: la risposta a questo bi- incontrare con gli strumenti adeguati soprattutto alle medie, mostrano sogno è che incontrino persone che ciò che ci sta attorno. di sapersi e potersi assumere un vivano delle certezze a partire dalle impegno con grande dedizione e quali costruire, correggersi, proget- Si dice spesso che “i giovani serietà. Mi colpisce sempre quando tare. I genitori che naturalmente si sono cambiati”, per lo più con li vedo lavorare da soli fuori dall’aula sentono addosso la responsabilità accezione negativa, attribuen- a gruppetti per svolgere una piccola dei figli, tanto più in un contesto dif- done le cause soprattutto a vide- ricerca senza essere sorvegliati. Se ficile, hanno bisogno di incontrare ogiochi, telefonini, social media. c’è un rapporto, lasciamoli fare e al- insegnanti che siano uomini e donne Tu stai davanti a loro da trent’an- lora sono loro a cercarci. Se non ri- così. Questa è la forza che si comu- ni: sono cambiati davvero? schiamo è come pensare che non nica attraverso le competenze speci- Le implicazioni positive e negati- ci sia niente da aspettarci da loro. fiche della professione – disciplinari, ve dell’uso delle nuove tecnologie didattiche, educative, relazionali, tec- sono da tempo al centro di studi e Oggi s’incontrano famiglie “iper- nologiche, organizzative, sociali –, dibattiti e mi sembra che negli ultimi protettive” o che non sanno più non viceversa. In un’azione educativa anni una certa euforia tecnologica gestire i propri figli: come è cam- non sono le competenze a dare con- si sia ridimensionata. In ambito edu- biato il rapporto tra scuola e ge- sistenza alla persona, è il contrario. cativo e scolastico si è certamente nitori? L’insistenza su competenze astratte più cauti: oggi è dimostrato che gli Proprio perché le famiglie oggi sono finisce per caricare di ruoli impropri allievi che meno fanno uso delle nuo- più fragili, gli insegnanti sono chia- gli insegnanti e demoralizzarli, con la ve tecnologie sono anche quelli che mati ad essere dei punti di riferi- conseguenza che hanno bisogno di riescono meglio a scuola. Il grande mento forti: direi che questa è di- mille sostegni per reggersi. È vero interrogativo non riguarda le tecno- ventata una caratteristica richiesta che quando la preoccupazione pro- logie, riguarda il desiderio: il cuore dalla professione. Non sto dicendo tettiva (che è fortemente determina- dell’uomo non cambia. Dobbiamo che devono essere dei super uomini ta dalla paura dell’insuccesso) ha la però chiederci che cosa facciamo e delle super donne. Per usare una meglio, capita che i docenti tema- per tenere aperto uno sguardo po- metafora: il fondamento dell’auto- no il confronto con i genitori, ma il sitivo su noi stessi, sulla realtà, sul revolezza è la terra su cui appog- confronto è l’unica strada per co- futuro, perché uomini e donne senza gio i piedi, su cui cammino (con altri, struire insieme: ci vuole molta de- speranza non possono far crescere non da solo!). Se manca la terra mi terminazione e chiarezza. 11
Quale è la sfida radicale dei docenti “Alla fine della quarta prestazioni. In certi casi è una linea che entrano in classe ogni giorno? apparentemente più comoda, ma media mi disse che lui Il poter dire chi si è facendo il proprio sterile. D’altra parte se fosse tratta- mestiere, senza parlarsi addosso, era cambiato perché ta come una famiglia gli aspetti in- senza essere autoreferenziali, come nella nostra scuola formali (che sono fondamentali nella si dice oggi; avendo il coraggio di ‘nessuno aveva avuto vita affettiva) distruggerebbero la guardare in faccia l’altro. I ragaz- paura di luiʼ. Non me stessa istituzione scolastica, che si zi, soprattutto nell’età delle medie, qualifica proprio per una stabilità l’aspettavo” hanno un senso particolare nel per- non soggetta alle emozioni. Ad cepire l’autenticità di chi sta loro esempio, quando abbiamo iniziato in di fronte, docenti o genitori. Se c’è non riesco a concepire un dirigente un appartamento non c’era la cam- questa apertura emerge una creativi- che sia lontano dal corpo docente. panella ed erano gli insegnanti che tà sorprendente da parte di docenti Per dirigere deve esserci un’espe- chiamavano a raccolta gli allievi o li e allievi che diventa necessario inca- rienza condivisa, magari non im- congedavano; era inevitabile che gli nalare: così nascono i progetti. Non mediatamente evidente e con tante orari fossero “flessibili” (non solo si tratta di essere assecondanti per imprecisioni, ma se manca questa delle ricreazioni, anche delle lezio- piacere a loro o per fingersi demo- esperienza il compito del direttore ni). Poi abbiamo capito che era ne- cratici. I ragazzi ci guardano più di risulta formale e invasivo, invece di cessario sottostare, insieme, a quel quanto noi adulti pensiamo: aspet- segnale, perché chiama- tano da noi la prima mossa, fosse an- va in causa la nostra re- che quella di chiedere loro: “Come sponsabilità. stai?” C’è un inizio che si ripete ogni giorno, ogni lezione, da cui tutto co- Perché hai iniziato mincia o ricomincia anche dopo più a insegnare? E che di trent’anni di insegnamento. cosa ti aspettavi? Se dovessi iniziare a set- Ci sono stati momenti, eventi, tembre 2020 con la magari anche singoli ragazzi, coscienza di oggi in- che ti hanno fatto modificare vi- vece? sione sulla scuola? Dopo l’università pen- Forse modificare no, ma approfondire savo che sarei diventato una visione sì. Ad esempio un ragazzo un “topo da biblioteca”. che era venuto alla Parsifal dopo es- Le necessità della vita sere stato praticamente buttato fuori (moglie e figli) prima e dalla scuola che frequentava a causa dopo anche gli amici delle sue bravate: alla fine della quarta della Fondazione San media mi disse che lui era cambiato Benedetto hanno fatto il perché nella nostra scuola “nessu- aiutare a cogliere le risorse pre- resto. Certamente l’esperienza vis- no aveva avuto paura di lui”. Non senti per svilupparle, diventa sche- suta con i miei insegnanti quando me l’aspettavo. Credo che questo al- matico e fastidioso per tutti. Questo io ero studente, soprattutto al liceo, lievo volesse dire che abbiamo avuto vale anche rispetto agli allievi. mi ha lasciato dentro quello stupore pazienza con lui, senza arretrare per che giornalmente mi fa riscoprire assecondare le sue ribellioni e senza Nate da alcune famiglie, le scuo- la bellezza espressa in una frase fuggire impotenti. La pazienza è un le della San Benedetto hanno di don Luigi Giussani: “La cosa più gesto pedagogico carico di bene avuto a lungo una dimensione bella della vita è imparare, cioè af- che è quasi inevitabilmente presente familiare. L’essere cresciute e fermare l’amore al vero e insegna- in ogni insegnamento, ma di cui non l’essersi strutturate ha modifica- re, cioè affermare l’amore all’uo- si parla professionalmente. to l’impronta iniziale? mo”. Dovessi ri-iniziare, lo vorrei fare Occorre molto realismo per impo- con questa coscienza. Come è cambiato il tuo rappor- stare un’impresa, tanto più un’im- to con la comunità insegnante in presa educativa. Se la scuola fosse Roberto Laffranchini questi anni? trattata come un’azienda tutto si ri- Consulente pedagogico-didattico, Ho capito di più che io appartengo durrebbe a un problema di organi- direttore della scuola media Parsifal a quella comunità, a quelle persone; co, di ruoli, di progetti, di controlli di fino a dicembre 2019 12
Durante una giornata di condivisione, i genitori dei bambini “Ho assistito a una sorta della scuola dell’infanzia La Carovana hanno potuto fare un di ‘ribaltamento’ di ruoli: lavoretto con i loro figli, scoprire lo spazio gioco e toccare il bambino esperto dello con mano l’intesa scuola – famiglia in ambito educativo. Un giorno spazio scolastico indicava al genitore dove trovare e sistemare i materiali necessari” a scuola con mamma e papà “Un giorno a scuola con mamma e papà” è stata un’esperienza che ha lasciato un segno importante nei bambini, oltre ad aver colpito positi- vamente anche me come insegnan- te. A gennaio 2019 si è svolta una gru in cantiere e partendo da que- i primi abbracci e risate il clima di giornata presso la scuola dell’infan- sta esperienza hanno costruito con divertimento e convivialità ha pre- zia che ha aperto le porte delle classi i genitori il modellino di una gru con so il sopravvento. Il momento del la- ai genitori per vivere un momento di pezzi di mais, uniti da un collante ac- voretto è diventato un’occasione di condivisione con i bambini. È stato quoso. Questo momento ha richie- confronto e di dialogo per i geni- chiesto a ogni genitore intervenuto sto una grande organizzazione e tori. Fra il genitore e il proprio figlio di realizzare con il proprio figlio la co- preparazione. Abbiamo presentato ho visto impegno e voglia di fare struzione di un oggetto da cantiere, la proposta ai bambini e tutti hanno insieme e al tempo stesso ho assi- tema che ci ha accompagnato tutto reagito positivamente. Alcuni hanno stito a una sorta di “ribaltamento” di l’anno vista la curiosità dei bambini anche ipotizzato cosa avrebbero fat- ruoli: il bambino esperto dello spazio per la costruzione del nuovo edificio to con il proprio genitore: giocare, scolastico indicava al genitore dove della scuola media Parsifal accanto mostrare i lavoretti nel raccoglitore, trovare e sistemare i materiali neces- allo stabile che ospita l’asilo. disegnare e molto altro. Poi abbiamo sari. Alcuni genitori sono rimasti stu- costruito con i bambini un “calen- piti dagli aspetti legati all’autonomia Cantiere e lavoretti dario dell’accoglienza” di mamma dei bambini, tanto da ripensare alle I bambini del primo e secondo anno e papà, per scandire con attività il richieste da fare a casa ai loro picco- hanno costruito un caschetto da momento dell’attesa, pieno di aspet- li. Terminato il lavoretto è susseguito cantiere, ricoprendo un palloncino tative. il gioco in classe e anche in que- con carta di giornale e colla d’amido. sto caso il bambino ha presentato I bambini del terzo anno preceden- L’emozione di ospitare i genitori al genitore il proprio amico, i giochi temente avevano avuto l’opportuni- Nel giorno tanto atteso l’emozione e preferiti e le regole: soprattutto su tà di assistere al montaggio di una l’imbarazzo erano palpabili, ma dopo quest’ultimo punto i bambini si sono dimostrati molto puntigliosi. Il bilancio di questo momento di condivisione a scuola con mamma e papà è stato molto positivo per me, perché ho percepito una grande in- tesa tra scuola e famiglia e tra i ge- nitori stessi, oltre al grande desiderio di condivisione e di stare insieme, in modo semplice e giocoso. Ora non ci resta che aspettare il prossimo appuntamento di condivisione e af- frontarlo con lo stesso entusiasmo. Emilia Giocoli Docente scuola dell’infanzia La Carovana 13
Il giorno della posa della prima pietra i bambini della Carovana e del Piccolo Principe hanno liberato in aria centinaia di palloncini blu, con un messaggio scritto da loro. Una cartolina è arrivata fino a Pogliano Milanese, toccando il cuore di chi l’ha trovata. Un palloncino in viaggio Tutto iniziò in una calda giornata gioia. Poi questa signora ha chiama- di settembre. Dovevo preparare un to la segretaria della nostra scuola biglietto per il palloncino che avrei dicendo di aver trovato il biglietto, lanciato qualche giorno dopo in che aveva portato molta gioia nella occasione della posa della prima sua famiglia. Il momento era difficile “Potrei scrivere quella pietra delle scuole medie Parsifal. e quella frase le aveva ricordato di bella frase che ho visto Per questo biglietto non avevo tanta essere sempre allegri, ma molto. scritta giù di sotto, in ispirazione, ma a un certo punto mi mensa che dice: siate venne un’idea: “mmh potrei scrivere Io il giorno in cui la signora aveva quella bella frase che ho visto scrit- chiamato ero malata, ma il lunedì allegri, ma molto” ta giù di sotto, in mensa che dice successivo ho saputo che qualcuno “siate allegri, ma molto”. E allora la aveva trovato il mio palloncino. Non re con me ha cambiato voce. scrissi. sapevo esattamente chi fosse. L’ho Stranissimo come con un disegno Arrivò il gran giorno, tutti erano scoperto quando la mia maestra ne fatto con gli evidenziatori possa pronti per assistere alla posa della ha parlato con tutta la classe. cambiare la vita di una persona: non prima pietra delle scuole medie. Ar- Il giorno dopo, martedì, abbiamo è una cosa che capita tutti i giorni. rivò il momento di lanciare il nostro chiamato la signora dalla scuola e palloncino e partirono tutti insieme. lei aveva davvero una voce molto tri- Rebecca Bianchini Massoni Dopo qualche giorno un piccolissi- ste, però quando ha iniziato a parla- IV Elementare Il Piccolo Principe mo numero di lettere cominciò ad arrivare per posta. Dopo qualche gior- no si seppe che uno di questi palloncini era arrivato a Poglia- no Milanese, vicino a Milano, facendo più di 60 km in una setti- mana. Era arrivato ad una signora di nome Luisella Marinoni, che uscendo di casa era in lacrime perchè aveva appena saputo della morte del fra- tello. Vedendo il mio palloncino, lesse la frase “siate allegri, ma molto” e continuò a piangere, ma per la 14
Dopo aver ascoltato il racconto della storia della Parsifal, gli alunni della scuola media hanno scritto alcuni I pensieri degli brevi pensieri, che sono stati messi sotto le fondamenta del nuovo edi- ficio insieme alla benedizione del allievi della scuola media Vescovo Valerio. Molti ragazzi sono stati colpiti dal fatto che sia iniziato tutto in un appartamento con pochi Parsifal allievi, alcuni grandi sono dispiaciuti perché non frequenteranno la nuova scuola, qualcuno pensa già “magari ci manderò i miei figli”. Ecco una bre- ve selezione dei pensieri dei ragazzi. Seconde medie Vuol dire che più famiglie aderiscono al significato della nostra scuola. Prime medie La costruzione della nuova È bello che le scuole siano vicine perché entri a tre anni ed esci scuola media mi fa pensare a 15 e sei una persona completamente diversa e nuova. che, se uno lo desidera, una cosa piccola può diventare Io non ho fatto l’asilo e le elementari alla S. Benedetto e sono una cosa grande. felice di essere venuta alla Parsifal e che l’idea nata 30 anni fa si sia potuta concretizzare. Qui ci passiamo la maggior parte Una nuova scuola è una del tempo ed io ho imparato molto anche sull’educazione, si fa nuova esperienza, un nuovo un cammino insieme, non è solo un posto dove si studia. inizio. È stupore…felicità. Scommetto che quando avrò A me piace pensare che tante persone hanno desiderato questo 30 o 40 anni sarò fiero di posto per me, si sono impegnate così tanto ed ora io vengo in essere andato in quella questa scuola. Tante persone han dovuto fare sacrifici, lavorare, scuola! fare fatica per realizzare la nostra scuola e questo mi fa sentire davvero importante perché han fatto tutto questo anche per me. Terze e quarte medie Noi giovani, di solito, parliamo della scuola come di un luogo brutto, stancante, pieno di compiti e verifiche, ma in fondo nel nostro cuore sappiamo che la scuola per noi è come una seconda casa, in cui ci sentiamo al sicuro. Soprattutto la Parsifal ci ha trasmesso questo sentimento. Sapere di poter contare sui docenti, con le pareti gialle che rispecchiano il sole anche nei giorni più bui, gli abbracci degli amici… Perciò per noi l’apertura della nuova sede è l’apertura di una nuova casa, ancora più stupenda per ospitare nuovi e fortunati allievi e docenti. Il fatto che la scuola media Parsifal si trasferisca in una sede più nuova e moderna significa per me che la S. Benedetto continua a crescere e ad ingrandirsi per rendere se possibile ancora più affascinante questo cammino scolastico. Mi fa piacere pensare che questa avventura continui a migliorarsi grazie al legame che unisce queste famiglie. E che sostenendoci l’un l’altro possiamo arrivare a costruire insieme un futuro più bello. La costruzione di questa nuova sede è una delle prove di questa amicizia. Perché sono gli incontri che rendono la vita bella e piena. È la dimostrazione di come insieme si possano costruire grandi cose mettendoci impegno e credendo in quello che si fa. Io non frequenterò la nuova Parsifal, ma invidio coloro che la frequenteranno (chissà che un giorno non ci porti i miei figli). 15
Una prima elementare trova negli scrigni dei tre Re dolci doni, da contare e sommare, imparando a trovare una risposta con l’aiuto di compagni e insegnanti L’addizione vien coi Magi “Questo è un passaggio molto importante perché grazie ad Magimatici esso il bambino può Con gli allievi più piccoli si cerca di prendere coscienza del declinare i concetti matematici in si- suo pensiero e dare le tuazioni concrete, così che i bambini ragioni di quello che possano fare esperienza dei pro- cessi anche senza saperli ancora scrive sul quaderno” nominare. Nel caso specifico, pur non conoscendo ancora il segno +, da un forziere all’altro, magari c’è un stanno già lavorando da varie setti- compagno che confonde; allora me- Sette gennaio, riprende la scuola e mane sull’addizione; come l’Epifania, todo più rapido, comodo e facile: è per i bambini del Piccolo Principe c’è anche l’Avvento e il Natale hanno of- forse meglio leggere il cartellino ap- una sorpresa: improvvisamente dalle ferto spunti: quante spagnolette ha posto sullo scrigno da alcuni compa- finestre scorgono le sagome colora- portato San Nicolao? Quanti sono gni che li hanno già contati e hanno te dei Re Magi. Il maestro sta rac- gli addobbi natalizi trovati negli sca- riportato il numero dei dolciumi lì cu- contando il loro arrivo a Betlemme e toloni? Gli esempi che si potrebbero stoditi. Oppure, invece di disegna- all’inattesa vista tutti si precipitano fare sono tanti, dal contare le ca- re le varie delizie sul quaderno per fuori. Al rientro un’altra sorpresa: nel stagne raccolte in gita al calcolo di contarle e poi per ricontarle quando presepe, accanto a Gesù Bambino, quanta pastasciutta hanno mangiato il maestro chiede quante sono, è più sono comparsi tre scrigni e una let- l’orco e l’orchessa o ancora la messa semplice scrivere a fianco, in cifra o tera in cui i Magi raccontano di es- in ordine del francobolli. La “situa- in lettera, il numero delle ghiottone- sere appena passati dalla classe e, zione problema” del sette gennaio rie disegnate. Svolta l’attività, rac- non avendo trovato nessuno, hanno era scoprire quante delizie avessero contano all’insegnante come han- lasciato dei dolciumi. Quanti sono? portato i Re Magi. I bambini contano, no fatto a trovare la risposta: che Bastano per tutti? Ed ecco che disegnano, numerano … Non per cosa hanno fatto? Che azioni hanno l’Epifania diventa l’occasione per tutti e tre gli scrigni: c’è chi tenta di compiuto? Questo è un passaggio fare matematica. farlo, ma poi si dimentica passando molto importante perché grazie ad esso il bambino può prendere coscienza del suo pensiero e dare le ragioni di quello che scrive sul quaderno. Si finisce con un momen- to di sintesi comune dove i bambini raccontano ai compagni come han- no fatto a trovare la risposta; così, ascoltando un compagno, un altro bambino può accorgersi di una stra- tegia più veloce e più sicura che può adottare anche lui. Fino a imparare che quel processo si chiama “più”. Francesca Beretta Piccoli Direttrice scuola dell’infanzia La Carovana e scuola elementare Il Piccolo Principe 16
Da 13 anni alcuni papà dedicano del tempo libero alla L’esperienza della scuola calcio na- scuola calcio, un’esperienza nata al di fuori delle Scuole San sce nel 2006 da un gruppo di amici Benedetto, ma con una comune origine, ossia il desiderio di e papà di bambini delle scuole ele- educare attraverso la bellezza mentari. Cresciuti tra gli anni ‘80 e Scuola calcio, ‘90, l’esperienza dell’oratorio ha for- mato la nostra infanzia e ci ha educa- to al gioco insieme (soprattutto del un luogo di calcio). Quello che desideravamo era poter fare vivere quella stessa esperienza di gioco ai nostri figli, oltre a proporre ad amici e colle- ghi di aiutarci. All’inizio eravamo un gruppo molto ristretto e ci trovavamo a giocare all’oratorio di Lugano. Passando gli anni ci siamo accorti bellezza per tutti però che cresceva il desiderio che la giocare possa portare del bene per invernale, mentre appena si intrav- scuola calcio fosse prima di tutto un noi adulti e quindi anche per loro, vede un raggio di sole cerchiamo di luogo bello per noi adulti e che solo che riflettono di quello che vedono stare all’aperto. se fossimo andati avanti con questa da noi. modalità i bambini sarebbero rimasti In tredici anni abbiamo incontrato Non occorre frequentare le elemen- affascinati da qualcosa. moltissime persone, alcuni dei nostri tari al Piccolo Principe per far parte primi ragazzi ormai sono al liceo. Da della scuola calcio, è un luogo aper- Abbiamo allargato il gruppo di alle- parte nostra rimane un grande entu- to a tutti. Al contempo il terreno edu- natori ed abbiamo proposto a chi ci siasmo e la voglia di andare avanti cativo in cui affondiamo le nostre ra- stava di offrire la disponibilità di un rilanciandoci continuamente, perché dici è il medesimo delle Scuole San paio d’ore al mese per la scuola cal- siamo certi che la scuola calcio sia Benedetto e per questo abbiamo cio. Queste due ore non sono solo un in primo luogo un posto bello per noi. deciso, a partire da quest’anno, di momento per giocare a calcio con il istituire una donazione, raccolta tra proprio figlio ed i suoi amici (questo La scuola calcio è aperta a tutti i papà e allenatori, che verrà devoluta infatti lo si può fare tutti i giorni senza bambini dalla prima alla terza ele- a favore della Fondazione San Bene- bisogno di nessuna organizzazione), mentare, scelta funzionale per la cre- detto al termine dell’anno scolastico. ma rappresentano la possibilità di scita dei ragazzi. Ora ci troviamo a offrire del tempo liberamente, affin- Massagno al sabato mattina ed ab- Cora, Pietro D., Viga, Pietro G., ché lo stare con i bambini facendoli biamo una palestra per la stagione Milo, Fly, Giacomo e Walter Premio Giorgio Salvadè 2019 Domenica 2 giugno 2019 nell’at- consegnato il premio in memoria di tuale sede della scuola media Giorgio Salvadè, uno dei fondato- Parsifal a Sorengo, oltre 700 per- ri di queste scuole. Il premio viene sone – allievi, famiglie e amici delle assegnato ogni anno a due allievi tre scuole gestite dalla Fondazione della Parsifal, un ragazzo e una ra- San Benedetto – hanno partecipato gazza, che al termine della quarta alla festa conclusiva dell’anno sco- media si sono distinti per particolari lastico. Dopo le emozionanti esibi- meriti scolastici. Quest’anno i vinci- zioni musicali e canore degli allievi, tori del premio (500 franchi a cia- Ezio Foglia e Tina Salvadè dell’As- scuno) sono stati Federico Lanza e sociazione San Benedetto hanno Ilaria Perissin. 17
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