Vigneti Aperti in Friuli Venezia Giulia A partire da sabato 27 giugno, per 6 weekend - Il Discorso
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Vigneti Aperti in Friuli Venezia Giulia A partire da sabato 27 giugno, per 6 weekend È arrivata l’estate e le cantine del Friuli Venezia Giulia sono pronte ad accogliervi con una nuova iniziativa targata Movimento Turismo del Vino FVG:Vigneti Aperti. Un evento fatto di incontri e momenti conviviali, sempre nel segno della sicurezza, nei bellissimi vigneti – e non solo – della nostra regione. Un’occasione per tutti gli enoappasionati di conoscere e apprezzare le nostre eccellenze enogastronomiche. 6 weekend (dal 27 giugno al 2 agosto) di esperienze all’aria aperta tra visite ai vigneti e/o in cantina, aperitivi in vigna, laboratori sensoriali, picnic, Cene con il Vignaiolo, musica in vigna e tante altre curiosità. “Siamo molto soddisfatti” – dichiara Elda Felluga, presidente del Movimento Turismo del Vino FVG – “di essere riusciti a realizzare questa serie di appuntamenti dove sono i vigneti a diventare i protagonisti della nostra estate. Una valida e originale proposta turistica per scoprire o riscoprire i nostri suggestivi paesaggi, i luoghi di eccellenza del vino, ricordando che tutto il percorso produttivo prende forma proprio dalla terra”.
Sabat o 27 e domenica 28 giugno si svolgerà il primo appuntamento che coinvolgerà in provincia di Pordenone I Magredi (picnic nel vigneto e degustazioni nel vigneto circolare); in provincia di Udine Azienda del Poggio (picnic, visite e degustazioni), Barone Ritter de Zàhony (visite e degustazioni), Cantina Puntin (degustazione artistica), Dario Coos (degustazioni), De Claricini (degustazione all’aperto e degustazione romantica), Elio Vini (visite nei vigneti, degustazioni e verticale di Friulano), Ferrin Paolo (visite e degustazioni), Grillo Iole (aperitivo in vigna), Le Due Torri (visite e degustazioni), Ronc dai Luchis (visite e degustazioni), Valpanera (aperitivo in vigna), Vigne del Malina (visite e degustazioni), Tarlao (visite e degustazioni, picnic in vigna) e Vini Brojili (visite e degustazioni); in provincia di Gorizia Ca’ Ronesca (degustazioni), Castelvecchio
(passeggiate nei vigneti e degustazioni), Pascolo (visite e degustazioni). È importante consultare il sito www.cantineaperte.info per conoscere orari, modalità, come effettuare le prenotazioni e tutti i dettagli. Infine, grazie alla collaborazione con Vino e Sapori FVG, in tre location che verranno presto svelate sarà riproposto l’evento “DegustaMente – Risveglio sensoriale in vigna”, l’appuntamento perfetto per alleggerire la mente e ripartire con più carica. Un’esperienza di meditazione mindfulness in vigneto per affinare i propri sensi, che si concluderà con un viaggio alla scoperta dei sapori del territorio, guidati da un esperto in una degustazione più consapevole che coinvolge e stimola le abilità percettive. Un particolare ringraziamento a PromoturismoFVG, l’ente regionale di promozione turistica, e Civibank, un istituto da sempre vicino al territorio, per il fondamentale supporto e sostegno agli eventi organizzati dal Movimento Turismo del Vino FVG, i quali da sempre sono un’importante occasione per conoscere le peculiarità enogastronomiche e territoriali della nostra regione. Tutti gli amici enoturisti che vogliono essere sempre informati sulle news della manifestazione possono seguire gli aggiornamenti pubblicati, in tempo reale, sulla pagina Facebook MtvFVG e Instagram mtv_friulivg. Per informazioni: Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia Via del Partidor 7 – Udine Tel +39 0432 289540 – 348 0503700 info@mtvfriulivg.it www.cantineaperte.info
c.l. Riapre la sede del MASI al LAC di Lugano Progetto fotografico Lois Hechenblaikner Ischgl and more A pop-up project(ion) dal 26 giugno al 6 settembre 2020 Riapre la sede del Museo d’arte della Svizzera italiana al LAC con il progetto fotografico Lois Hechenblaikner. Ischgl and more. A pop-up project(ion) in programma dal 26 giugno al 6 settembre 2020: una proiezione di immagini del fotografo austriaco Lois Hechenblaikner che documentano, con sguardo rigoroso, il lato meno noto e irriverente dell’omonima località alpina.
Dalle Alpi come luogo d’incontro sublime e meditativo con la natura, agli scatti dalla forte espressività di Lois Hechenblaikner, che mostrano una realtà ben diversa dalle consuete aspettative, legata al turismo sciistico di massa e alle conseguenti alterazioni, della natura e dell’uomo, che questo comporta. Tema centrale del progetto pop-up, allestito nella sede del MASI al LAC, è la presentazione dell’ultima serie di scatti del fotografo austriaco dedicata alla località tirolese di Ischgl. Pubblicata a inizio giugno, in un volume edito da Steidl che ha riscosso grande successo, la raccolta di immagini documenta una delle mete sciistiche tra le piú ambite. Un comune di circa 1600 abitanti situato a 1400 metri sul versante Nord delle Alpi, che detiene un fatturato di 250 millioni di euro e ospita 1,4 milioni di pernottamenti annui. Non solo una località di vacanza ma, principalmente, destinazione per gli amanti dell’après-ski: concerti, vita notturna, eventi spesso “sopra le righe”, definiti dallo stesso Hechenblaikner Delirium Alpinum e che il marzo scorso hanno attirato l’attenzione dei media per aver trasformato Ischgl in uno dei principali focolai dell’infezione da Coronavirus in Europa.
Gli scatti in mostra non sono tuttavia esclusivamente riconducibili agli avvenimenti piú recenti, bensí testimoniano la ricerca del fotografo che, da oltre trent’anni, documenta i differenti aspetti del turismo sciistico tirolese. A Ischgl, Hechenblaikner ha voluto immergersi tra i turisti nei momenti di festa, spesso caratterizzati da caos e eccessi, cogliendone attimi da immortalare con la sua macchina fotografica e documentando anche i retroscena: gli impianti sciistici, le nuove costruzioni e i locali notturni. Al via Mare e Miniere 2020 con il concerto piano solo di Rita Marcotulli il 28 giugno a Sarroch La tredicesima edizione di Mare e Miniere si aprirà domenica 28 giugno 2020 alle ore 11,00 nella splendida cornice dei Monti Nieddu a Sarroch con il concerto per piano solo di Rita Marcotulli. L’evento, in collaborazione con l’associazione Officina delle Idee, ripropone la fortunata formula di Muidas con live act che prendono vita in suggestive location, nell’ottica di valorizzare le bellezze naturali ed architettoniche della Sardegna. In questo senso, importante novità di quest’anno è la partnership con Legambiente Sardegna e Parco Gutturu Mannu. Pianista dallo stile elegante e compositrice jazz tra le più
raffinate in Italia, Rita Marcotulli, nel corso della sua lunga carriera, ha messo in fila una ormai corposa discografia e numerose collaborazioni tanto con musicisti della scena jazz internazionale tra cui Peter Erskine, Michel Portal, Chet Baker, Joe Lovano, Pat Metheny, Billy Cobham, Marilyn Mazur, Enrico Rava e molti altri, quanto in ambito pop con Peppe Servillo, Noa, Massimo Ranieri, Pino Daniele, Gino Paoli e Claudio Baglioni. A coronamento della sua lunga carriera, nel 2019 le è stata stata conferita l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella, è stata nominata membro onorario della Royal Swedish Academy ed è stata nel 2011 la prima donna ad aver vinto un David di Donatello per la miglior colonna sonora (con “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo). Per questo particolare evento di Mare e Miniere, Rita Marcotulli proporrà un inedito live act con brani ispirati dalla dimensione evocativa e poetica della location in cui si svolgerà la matinée. In conformità con le norme di sicurezza anti-Covid, per partecipare è necessario inviare richiesta all’indirizzo mareminiere@gmail.com indicando nome, cognome, recapiti telefonici e di posta elettronica. Nella risposta di
avvenuta prenotazione saranno specificati in dettaglio luogo e orari. Il desiderio è sempre insoddisfatto e sempre risorgente Amore è donare quello che non si ha a qualcuno che non lo vuole, sosteneva Jacque Lacan. E Vincenzo Cardarelli, poeta, scrittore e giornalista, diceva che l’amore, sul nascere ha di questi improvvisi pentimenti. Se il desiderio è per definizione insoddisfatto e questo succedo siccome quando amiamo noi torniamo a sperimentare in modo abbastanza vivo il senso di solitudine. L’uomo nella sua vita deve pagare per crescere l’insoddisfazione. Gli psicanalisti e i poeti conoscono che la crescita esiste verso una dimensione adulta’ e rimasta sempre legata anche al desiderio enorme di cogliere ciò che da bambini ci è stato precluso. L’amore (come il desiderio) è il vissuto dell’assenza, è come se noi – come sostiene Aldo Caratenuto – il percorso dell’esistenza, sperimentassimo continuamente un’insoddisfazione profonda nonostante tutto che riusciamo ad afferrare. Il senso d’illimitato è sempre nell’amore. Infatti noi sentiamo non solo un’ apparente pienezza, ma anche che quella pienezza è falsa secondo Aldo Caratenuto. Cosi l’amore è un’insoddisfazione. Misteri dolorosi e fertili della mancanza d’amore. Il greco filosofo Christos Yannaras scrive: «Quando nasce, l’eros (amore) nasce la vita. Attoniti tocchiamo con mano come possa la povertà dell’esistere trasfigurarsi in ricchezza
inattesa di vita. Momenti quotidiani di routine si mutano in esperienza di festa, poiché la quotidianità incarna, ora, la reciprocità della relazione. Non c’è un tempo con un passato e un futuro, né uno spazio più vicino e più lontano. Il tempo è solamente un presente, e lo spazio solamente immediatezza di presenza, Spazio senza spazio la vicinanza, che dimensioni non conosce, dell’Altro, e tempo senza tempo la natura, che conosce solo pienezza, della reciproca offerta di sé. Al primo segno di reciprocità che l’Altro ci accorda, investiamo tutto il nostro naturale istinto di vita. Senza riserve e senza misura. Viviamo solo per l’Altro e grazie l’Altro. Diamo tutto, giochiamo tutto. Ogni garanzia, ogni sicurezza. I nostri legami e i nostri doveri. Il nostro buon nome, il nostro prestigio o la nostra fame. I nostri progetti, le nostre speranze. Pronti a tutto, persino alla morte, a favore dell’essere amato.» L’amore è la grande nostalgia, la grande assenza (insoddisfatto), perché anche la vita è una grande mancanza. Finalmente la mancanza è l’essenza della vita. E come dirà Massimo Recalcati «La mancanza non è afflizione, pena, mutilazione della vita. Questa è una rappresentazione solo nichilistica. Non è quello che mi interessa. La psicoanalisi mette in luce che la mancanza è generativa, perché essa costituisce il nutrimento vitale del nostro desiderio, che non è solo rimpianto nostalgico per una pienezza irraggiungibile, ma una potenza, una forza, un’energia trasformativa che rende la mancanza condizione di un’apertura verso l’Altro ricca di vita e di mondo, capace di colmare, come scrive il poeta, il cuore dell’uomo… Il desiderio manifesta la mancanza che abita l’essere umano, né è la sua espressione più pura. Come accade agli innamorati che si incontrano dopo un certo periodo di lontananza: non si chiede all’amato cosa ci ha portato, non lo si investe con una domanda rivolta all’avere. La domanda d’amore è sempre la stessa: ti sono mancato? La mia assenza è stata per te una presenza? »
Il desiderio ha il carattere del bisogno, ma maggiormente con il significato di domanda, in altre parole connette il soddisfacimento del bisogno – ma il desiderio non è bisogno- con qualcun altro al quale il bisogno s’indirizza come domanda. Il desiderio è il desiderio della vita come relazione e amore e lo troviamo nel linguaggio che la psicologia dopo Freud ha consacrato come desiderio erotico e come libido. Apostolos Apostolou Scrittore e Prof di Filosofia. PREMIO HEMINGWAY 2020, DOMANI 26 GIUGNO STREAMING ORE 18 E 21 SU PREMIOHEMINGWAY.IT Entra nel vivo il Premio Hemingway 2020 con due grandi dialoghi che festeggiano lo scrittore israeliano David Grossman, vincitore per la Letteratura, e l’astronauta ESA Samantha Cristoforetti, vincitrice nella categoria “Testimone del nostro tempo”. Appuntamento domani, venerdì 26 giugno, alle 18 sul sito premiohemingway.it con lo streaming del dialogo che vedrà protagonista Grossman, intervistato dal presidente di Giuria Alberto Garlini. Sarà l’occasione per ritrovare, in una dimensione confidenziale e coinvolgente, una delle voci più rappresentative della letteratura mondiale contemporanea: per approfondire il suo pensiero, e il suo sentire, all’indomani della tragica pandemia che ha colpito il pianeta. L’incontro sarà liberamente accessibile, e lo streaming sarà attivo anche sui social del Premio Hemingway, e inoltre sui siti pordenonelegge.it e lignano.org di Fondazione Pordenonelegge e Comune di Lignano, e social collegati. La cerimonia di premiazione si svolgerà, sempre online sui siti elencati, sabato 27 giugno dalle 18.30. Il Premio Hemingway 2020 è promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro con il
sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la consolidata collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge. INFO: premiohemingway.it Alle 21, i riflettori si sposteranno su un altro dialogo che si preannuncia imperdibile: quello con l’astronauta ESA Samantha Cristoforetti, premiata «per averci fatto guardare la Terra da un’altra prospettiva, che non è solo quella dello spazio, ma soprattutto quella dei sogni. Per averci insegnato che le imprese spaziali non appartengono solo a chi le vive in prima persona, ma sono il frutto della collaborazione da parte di tanti Paesi che mettono insieme una sapienza scientifica, industriale e anche artigianale, e che l’avventura del singolo è anche l’avventura del genere umano». Samantha Cristoforetti devolverà il Premio in acquisto copie del suo libro “Diario di un’apprendista astronauta” (La nave di Teseo), che verranno donate alle scuole di Lignano. Importante segnalare che i diritti del libro sono interamente devoluti all’Unicef. Per quasi sette mesi, dal 23 novembre 2014 all’11 giugno 2015, Samantha Cristoforetti è stata in orbita attorno alla Terra sulla Stazione Spaziale Internazionale. Per arrivare alla rampa di lancio ci sono voluti anni di coraggio, di preparazione tecnica e scientifica, passati con le valigie in mano fra continenti, lingue e culture. Nel 2009 è entrata a far parte del Corpo Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea e nel 2012 è stata assegnata alla Spedizione 42/43, la missione Futura dell’ASI, sulla Stazione Spaziale Internazionale. I suoi 200 giorni nello spazio e l’esperienza condivisa anche attraverso i social sono ripercorsi nel Diario di un’apprendista astronauta, edito La nave di Teseo. Un racconto che sarà al centro del dialogo in programma il domani, insieme alle anticipazioni sui progetti futuri: «ci auguriamo che il successo del lancio del veicolo spaziale SpaceX favorisca una più regolare pianificazione dei voli anche per gli astronauti europei – spiega l’astronauta – Il mio prossimo lancio dovrebbe essere calendarizzato nel giro di un paio d’anni e pur avendo molto apprezzato il veicolo russo Soyuz sarei lieta di poter volare su un’ astronave diversa per il mio secondo volo. Per raggiungere la stazione spaziale utilizzerò probabilmente anch’io lo SpaceX Dragon, o forse in alternativa lo Starliner di Boeing che è attualmente in fase test in volo. Dopo una
lunga attesa che dura dal 2015, finalmente potrà tornare nello spazio: il luogo di cui ho avuto forse più nostalgia nella mia vita, proprio perché lasciandolo sappiamo che potrebbe non essere più accessibile». Nel frattempo sono numerosi i progetti che impegnano attualmente Samantha Cristoforetti: «nell’ambito di una collaborazione internazionale stiamo lavorando alacremente alla costruzione di una piccola stazione spaziale che orbiterà intorno alla luna, il Gateway: il modulo abitativo principale di questa stazione orbitante sarà a guida europea. Gli Stati Uniti, in merito, hanno una timeline piuttosto ambiziosa, l’obiettivo è riatterrare sulla luna entro il 2024. Volare su Marte è un traguardo invece meno attuale per le missioni umane, ma stiamo lavorando parecchio alle missioni robotiche: in sinergia con la NASA, progettiamo di portare a terra per la prima volta, intorno al 2028 – 2030, alcuni campioni di suolo marziano». David Grossman (Gerusalemme, 1954), noto per il suo impegno in favore di una soluzione pacifica della questione palestinese, è uno dei più grandi narratori contemporanei. È diventato un caso letterario nel 1988 con Vedi alla voce: amore, seguito da Il libro della grammatica interiore, Ci sono bambini a zigzag, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre, Col corpo capisco, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Caduto fuori dal tempo e Applausi a scena vuota, vincitore del prestigioso Man Booker International Prize nel 2017, infine La vita gioca con me. Suoi sono anche alcuni celebri libri inchiesta dedicati alla questione palestinese: Il vento giallo, Un popolo invisibile, Con gli occhi del nemico, La guerra che non si può vincere. Nata a Milano nel 1977 e cresciuta a Malé (TN), Samantha Cristoforetti ha conseguito una laurea magistrale in Ingegneria meccanica con indirizzo aerospaziale all’Università Tecnica di Monaco di Baviera, dopo un periodo di studio Erasmus a Tolosa e un anno di ricerca per la tesi a Mosca. Dal 2001 ha frequentato l’Accademia Aeronautica, conseguendo una laurea di primo livello in Scienze aeronautiche. Ha ottenuto il Brevetto di Pilota Militare negli Stati Uniti ed è poi stata assegnata al 51° Stormo di Istrana su velivolo AM-X.
GELSO BIANCO PER LA MIGLIOR OPERA PRIMA Ecco i nomi dei tre giurati e i titoli dei 13 film in concorso! Nuovi autori, nuovi registi e, ovviamente, nuova giuria: la sezione del Far East Film Festival dedicata alla miglior opera prima rappresenta un viaggio nel viaggio. Il dato è prezioso davvero: 13 dei 38 film in concorso, su 46 titoli complessivi, sono debutti. Un autentico tesoro! Un autentico vivaio di cineasti asiatici del futuro che hanno fatto di tutto per approdare a Udine e che Udine ha fatto di tutto per arruolare. Ai tradizionali Audience Awards per il miglior film, il Gelso d’oro assegnato dal pubblico e il Gelso nero assegnato dagli accreditati Shogun (il corrispettivo internettiano dei gloriosi Black Dragon!), si aggiunge quindi anche quest’anno il Gelso bianco assegnato da tre giurati. Una “sognatrice” e due “sognatori” che hanno deciso, affettuosamente e coraggiosamente, di prendere parte alla rivoluzione digitale del FEFF 22: lei da New York, loro da Roma e da Londra! Ma andiamo a conoscerli da vicino… La Frances Hui è curatrice del Dipartimento Cinema del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, in cui è entrata nel 2015. Al MoMA ha organizzato retrospettive sui registi Lee Chang- dong, Andrey Zvyagintsev, Pedro Almodóvar, Tsai Ming-Liang, Lau Kar-leung, Tomu Uchida e sui direttori della fotografia Mark Lee Ping-Bing e Mahmoud Kalari. Ha curato anche rassegne sul cinema latinoamericano e filippino. Dal 2016 Hui fa parte del comitato di selezione per il festival New Directors / New
Films, organizzato dal MoMA e da Film at Lincoln Center, ed è co-presidentessa dell’edizione 2020 del festival. Leopoldo Santovincenzo, in Rai dai primi anni ‘90, coordina dal 2008 l’area programmazione editoriale di Rai 4 (per cui ha anche ideato il magazine Wonderland). È autore e regista di numerose produzioni televisive tra cui Felliniana, Heimat. La macchina del tempo di Edgar Reitz, Pasolini 1975, Federico e gli Spiriti. Ha pubblicato saggi nei volumi Guida alla letteratura noir (2019), La cura Shakespeare (2016), Riscritture. La traduzione nelle arti e nelle lettere (2013), Storie del Cinema Italiano (2005-2007), Dizionario critico dei film (Enciclopedia Treccani/Cineteca di Bologna, 2002-2003). Mark Adams è scrittore e consulente di festival cinematografici. Dal 2015 al 2019 è stato direttore artistico dell’Edinburgh International Film Festival. È stato per quattro anni redattore e critico cinematografico responsabile per la rivista cinematografica Screen International e critico cinematografico per Variety, The Hollywood Reporter e Moving Pictures International. Saltuariamente scrive ancora di cinema per i giornali britannici e ha lavorato a lungo nell’industria cinematografica. E’ stato inoltre direttore del settore Cinema all’Institute of Contemporary Arts (ICA) di Londra e prima ancora responsabile della programmazione al prestigioso National Film Theatre, sempre a Londra, per sei anni. Ideato da IdeaPrototipi, il Gelso Bianco per la miglior opera prima – ricordiamo – sarà annunciato in diretta streaming alle 23.00 del 4 luglio, assieme a tutti gli altri vincitori della ventiduesima edizione. LE OPERE IN CONCORSO PER IL GELSO BIANCO:
An Insignificant Affair di NING Yuanyuan (Cina) My Prince Edward di Norris WONG (Hong Kong) colorless di KOYAMA Takashi (Giappone) Soul di Emir EZWAN (Malaysia) Victim(s) di Layla JI (Malaysia) Beasts Clawing at Straws di KIM Young-hoon (Corea del Sud) The Closet di KIM Kwang-bin (Corea del Sud) Crazy Romance di KIM Han-kyul (Corea del Sud) Exit di LEE Sang-geun (Corea del Sud) Kim Ji-young, Born 1982 di KIM Do-young (Corea del Sud) Lucky Chan-sil di KIM Cho-hee (Corea del Sud)
Detention di John HSU (Taiwan) I WeirDO di LIAO Ming-yi (Taiwan) E.L. GLI EVENTI TORNANO IN CASTELLO A UDINE CON UDINE VOLA Grande musica e teatro in un calendario di ben otto eventi live nell’estate di Udine con la rassegna Udine Vola 2020, giunta alla sesta edizione, contenitore di eventi che animerà lo splendido contesto del Castello di Udine fra luglio e agosto. Annunciato oggi il calendario della rassegna, che partirà ufficialmente con il concerto di Massimo Ranieri artista italiano fra i più amati di sempre, capace di vendere oltre 14 milioni di dischi nel mondo, che porterà in Castello il suo pluripremiato one man show “Sogno e Son Desto”. L’evento, originariamente previsto per il 17 marzo al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, si terrà invece
nella nuova data di venerdì 31 luglio nella nuova venue del Castello. I biglietti già acquistati rimangono validi per la nuova data. Il 4 agostosarà la volta de I Musici di Francesco Guccini, la band di super musicisti che ha guidato Francesco Guccini lungo tutta la sua carriera, e che continua ora a portarne avanti l’opera e il messaggio. Terzo appuntamento con un’altra icona della musica italiana, Peppino Di Capri, live a Udine l’8 agosto, un’occasione per ammirare un personaggio strepitoso – fu l’unico italiano a salire sul palco dei The Beatles nella storica tournée italiana – e ascoltare successi come “Roberta”, “Champagne”, “Let’s twist again”, “St. Tropez twist”, “Nun è peccato”, tra gli altri. Serata interamente dedicata al mito dei Pink Floyd sarà poi quella del 19 agosto, con il concerto dei Pink Sonic, fra le più quotate tribute band europee, capaci di ridare vita alle sonorità e atmosfere dei mostri sacri Gilmour e Waters. Il 22 agosto sarà la volta del maestro del trasformismo internazionale Arturo Brachetti, protagonista a Udine di un particolarissimo incontro dal titolo “Arturo racconta Brachetti”, dove l’artista si racconta in una serata speciale fatta di confidenze, ricordi e viaggi fantastici e le mille fantasie di un ragazzo che voleva diventare regista o papa, che prendono vita in un’intervista frizzante al confine tra vita privata e palcoscenico. Sarà come entrare nel dietro le quinte della vita di Arturo Brachetti, parlando dei suoi debutti, dei viaggi intorno al mondo, della vita quotidiana, delle “mille arti” in cui eccelle e altro ancora. Il sesto appuntamento del calendario vedrà sul
palco Morgan, polistrumentista e cantautore che, assieme alla band #Voltalacarta, proporrà lo spettacolo “Dentro e fuori Faber”. L’evento, originariamente previsto per il 5 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, si terrà invece nella nuova data di giovedì 27 agosto in Castello. I biglietti già acquistati rimangono validi per la nuova data. Il migliore alternative rock italiano sarà invece di scena il 28 agostocon il ritorno in regione dei Marlene Kuntz, storica formazione guidata da Cristiano Godano, che si esibirà sul palco presentando una scaletta fatta di tutti i grandi classici della band rivisitati in chiave acustica. A chiudere la rassegna, il 29 agosto, sarà il concerto in piano solo di un altro artista molto amato dal pubblico italiano,Marco Masini, che proprio nel 2020 festeggia i 30 di carriera con un concerto in piano solo dove il pubblico potrà ascoltare tutti i suoi più grandi successi, da “T’innamorerai” a “Bella Stronza”, da “Ci vorrebbe il mare”, a “L’uomo volante”. Il ritorno della musica dal vivo nella bellissima cornice del Castello di Udine, la cui facciata rivolta sul piazzale è da poco tornata allo splendore originario, è una vittoria per
tutti i friulani e una rivincita per i professionisti che lavorano nel mondo della cultura e dello spettacolo, che in questi mesi hanno dovuto annullare decine di eventi – ha commentato il sindaco di Udine Pietro Fontanini – Il Castello è poi il simbolo della friulanità, alla quale dobbiamo guardare soprattutto in questa fase, ricordando sempre chi siamo e ciò di cui siamo capaci. Un grazie va alla Zenit Srl, ad Azalea, alla Regione e a PromoTurismoFVG per avere saputo fare squadra assieme al Comune di Udine rendendo possibile questo straordinario programma che saprà attirare anche quest’anno turisti e appassionati di musica e di arte da oltre confine”. “Il nostro impegno – dichiarano l’assessore alla cultura, Fabrizio Cigolot, e il collega assessore al turismo, Maurizio Franz – è quello di rendere la città sempre più attrattiva e ricca di eventi, per i nostri concittadini, per i visitatori e per i turisti. “Udine sotto le stelle” sta procedendo con grande successo ed ora si arricchisce di eventi musicali di prestigio e di sicuro richiamo, che valorizzano, giustamente, gli artisti italiani. Le difficoltà organizzative sono aumentate, per la necessità di rispettare le misure di prevenzione e protezione dal Coronavirus, ancor più encomiabile risulta, perciò, lo sforzo compiuto degli organizzatori nel portare sul Castello di Udine, cuore della città e simbolo del Friuli, un così rilevante numero di spettacoli di qualità“. I biglietti per tutti gli spettacoli saranno in vendita online su Ticketone.it e in tutti i punti vendita del circuito a
partire dalle 12.00di venerdì 26 giugno. Info, prezzi e punti autorizzati su www.azalea.it. La rassegna “Udine Vola 2020” è organizzata da Zenit srl, in collaborazione con Comune di Udine, Regione Friuli Venezia Giulia e PromoTurismoFVG e inclusa nel calendario eventi di Udine Estate 2020. UDINE, Castello – Inizio spettacoli 21.30 UDINE VOLA 2020 MASSIMO RANIERI – 31 luglio I MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI – 4 agosto PEPPINO DI CAPRI – 8 agosto PINK SONIC – 19 agosto ARTURO racconta BRACHETTI – 22 agosto MORGAN e #VOLTALACARTA – 27 agosto MARLENE KUNTZ – 28 agosto MARCO MASINI – 29 agosto
PREMIO HEMINGWAY 2020 A DAVID GROSSMAN: “ISRAELIANI E PAESTINESI DEVONO PARLARSI. “Permetterci di essere più indulgenti e più affettuosi. Più umani”: è l’auspicio dello scrittore israeliano David Grossman, Premio Hemingway 2020 per la Letteratura, in vista di una società umana post pandemica. Le sue dichiarazioni sono un’anticipazione tratta dal dialogo che terrà venerdì 26 giugno, alle 18, in streaming sul sito premiohemingway.it: un’intervista condotta dallo scrittore Alberto Garlini, presidente di Giuria del Premio. «Dopo avere vissuto un’esperienza così traumatica, che ha distrutto tutto ciò che davamo per scontato, dovremmo essere un po’ più modesti riguardo alle nostre aspettative, più comprensivi gli uni con gli altri – osserva ancora Grossman – Per un po’ potremmo mettere da parte la nostra naturale aggressività, l’ostilità e la diffidenza. Quanto a me: durante il coronavirus volevo fare due cose: scrivere libri per bambini, per essere infuso di speranza e di gioia di vita. E ne ho scritti due. E volevo leggere libri, ma solo libri che fossero più vecchi di me». Grossman sarà premiato sabato 27 giugno alle 18.30: la cerimonia si svolgerà sempre online, sul sito premiohemingway.it e inoltre sui social del Premio Hemingway, sul sito e i social di pordenonelegge (pordenonelegge.it) e del Comune di Lignano Sabbiadoro (lignano.org). Il Premio Hemingway 2020 si apre domani, giovedì 25 giugno alle 18 su premiohemingway.it, con l’intervista a Guido Guidi condotta dallo storico della fotografia Italo Zannier, ed è promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro con il sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo
della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la consolidata collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge. «Devo ammettere: di solito le persone ritornano alle loro vecchie modalità, ai luoghi che conoscono, ai vecchi comportamenti – spiega ancora Grossman – Forse, però, dopo questo choc, dopo avere provato quanto siamo fragili, quanto sia breve la vita e limitato ogni tipo di potere, dopo esserci resi conto che eravamo più attaccati al denaro che al nostro tempo, spero che alla fine un po’ di questo ci resterà, almeno ancora per qualche mese. E che quando torneremo alla nostra vita abituale, alla nostra routine, ci ricorderemo ciò che abbiamo passato, il buio che ha gravato su di noi, e forse questo, voglio sperare, influirà sul nostro comportamento, sul rapporto con gli altri». Dallo scrittore israeliano arriva anche una dichiarazione appassionata di solidarietà e di affetto per l’Italia: «sin dall’inizio dell’esplosione del virus – racconta Grossman – chi ama l’Italia ha seguito con grande apprensione e con dolore gli sviluppi della pandemia. Per me l’Italia ha un legame così profondo con le cose belle, con le belle persone che ho conosciuto, col calore della gente, con la generosità e la bellezza di ogni singolo paesaggio. E il pensiero che ora, su tutto questo, grava la pesante nube della pandemia, che tante persone ancora muoiono, tante perdono il lavoro e soffrono, è davvero molto doloroso, e lo seguiamo come se stesse accadendo da noi, nel nostro Paese. Spero davvero che il nostro prossimo incontro sarà più normale, più umano, da persone reali: che potrò vedervi negli occhi, stringervi la mano e potremo sorridere insieme, che potremo comportarci come la gente dovrebbe comportarsi». Il premio Hemingway 2020 è stato assegnato a David Grossman “per i romanzi carichi di sensibilità e ricchi di un’immaginazione che si dispiega pagina dopo pagina in
architetture romanzesche perfette e innovative, fino alle pieghe più nascoste, sofferte e vive dell’animo umano. I suoi personaggi ci sorprendono perché sanno andare oltre i propri limiti e le proprie inibizioni, sanno soffrire, parare i colpi che arrivano dal passato, rinnovarsi, rinascere e imparare a far proprio un linguaggio affettivo nuovo per guardare l’altro – e se stessi – sotto una luce diversa”. Del suo ultimo libro, “La vita gioca con me” (Mondadori) Grossman ricorda: «Tutto è iniziato un giorno, quando è squillato il telefono di casa e c’era questa donna, con una voce molto decisa, e ha detto “David”, mi ha chiamato così, con l’accento di Ben Gurion, il nostro leggendario primo ministro, e poi ha iniziato a parlarmi e a raccontarmi di lei. E la storia della sua vita era una delle storie più incredibili che avessi mai sentito. Ho scritto questa storia ispirandomi alla vera storia di una donna straordinaria, Eva Panic Nahir, che viveva in un kibbutz in Israele. Se il libro che scrivo non mi trasforma, per me non ha scopo scriverlo. Non accade con ogni libro, purtroppo, ma con molti libri è successo: li scrivo e poi, d’improvviso, capisco qualcosa. Solo attraverso la scrittura lo capisco». E sull’eterna questione legata al suo Paese, Grossman commenta: «Si parla sempre di come Israele e la Palestina, di come le narrative dei due popoli si scontrino tra loro, e io odio questa parola, “narrativa”, penso che la narrativa sia una storia umana che si è congelata, che è morta. Il mio desiderio di scrittore è quello di riuscire ad ammorbidirla, a massaggiarla per renderla meno rigida, meno legnosa, per darle movimento. Senza movimento non c’è vita. Ed è questo che mi auguro che la mia scrittura riesca sempre a fare. Da anni in Israele non abbiamo più un dialogo interno, abbiamo solo accuse reciproche, violenza reciproca e sospetto, tra israeliani e israeliani, tra parti diverse, tra destra e sinistra, tra sfera religiosa e secolare, tra vecchi arrivati e nuovi arrivati. Il dialogo è morto tra questi gruppi. Se non
c’è dialogo, non c’è ideologia. Qualcuno potrebbe dire che, tutto sommato, nel 2020 non abbiamo bisogno di ideologie. Invece io credo che ne abbiamo un grande bisogno, forse più di prima, perché ci sentiamo così sradicati e fragili, talmente soli. Dobbiamo parlare con i palestinesi, dobbiamo avviare delle trattative, dobbiamo cambiare la situazione, altrimenti rimarremo intrappolati in questa guerra infinita per sempre. Ma ci sono sempre più agenti di violenza e di ostilità tra i due popoli e ogni giorno sempre meno agenti di pace. E quegli agenti di guerra non faranno che generare sempre più guerra. Perché conoscono solo quella, questo è il loro DNA, il DNA della guerra, dell’odio e del sospetto. La forza che mi ha attratto mentre scrivevo è il potere del dialogo: il dialogo che con molta prudenza e con dolore rivela segreti, segreti che sono oscuri, dolorosi e terribili, ma che d’un tratto, una volta eliminati dai polmoni, ti fanno tornare a respirare». La Giuria della 36^ edizione del Premio Hemingway è composta dagli scrittori Alberto Garlini (Presidente) e Gian Mario Villalta, con lo storico della fotografia Italo Zannier, il sindaco del Comune di Lignano Sabbiadoro Luca Fanotto e il presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ed è operativa in sinergia con l’Assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Tiziana Gibelli e l’Assessore alla Cultura del Comune di Lignano Ada Iuri. Insieme a David Grossman sono stati premiati quest’anno l’astronauta dell’ESA Samantha Cristoforetti, lo storico Alessandro Barbero e il Maestro della fotografia Guido Guidi. David Grossman (Gerusalemme, 1954), noto per il suo impegno in favore di una soluzione pacifica della questione palestinese, è uno dei più grandi narratori contemporanei. È diventato un caso letterario nel 1988 con Vedi alla voce: amore, seguito da Il libro della grammatica interiore, Ci sono bambini a zigzag, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre, Col corpo capisco, A un cerbiatto somiglia il mio
amore, Caduto fuori dal tempo e Applausi a scena vuota, vincitore del prestigioso Man Booker International Prize nel 2017, infine La vita gioca con me. Suoi sono anche alcuni celebri libri inchiesta dedicati alla questione palestinese: Il vento giallo, Un popolo invisibile, Con gli occhi del nemico, La guerra che non si può vincere. TEATRO MIELA : MUSICA, NEL SEGNO DEI GRANDI FRANCESI CHIUDE IL FESTIVAL “PLAYING BEETHOVEN A TRIESTE ALL’INGRESSO TERMOSCANNER, SANIFICANTI E MASCHERINE PER TUTTI. IN PLATEA LE MISURE PER IL DISTANZIAMENTO. TRIESTE – Gran finale per il festival “Playing Beethoven” di Chamber Music Trieste, di scena al Teatro Miela di Trieste: giovedì 25 giugno, con doppia replica alle 18 e alle 20.30, l’appuntamento è con il Trio Sossai – Dalsass – Bolla, in un programma dedicato a Francis Poulenc, con la Sonata per violino e pianoforte, e a Claude Debussy, con la Sonata per violoncello e pianoforte Trio in sol maggiore. Tre grandi musicisti sono riuniti nell’Ensemble
noto per rileggere suggestivamente i grandi compositori classici: sono il violinista Dino Sossai, il violoncellista Marco Dalsass e il pianista Michele Bolla. Anche in questo caso il concerto troverà un valore aggiunto nella preziosa Camera Acustica che Chamber Music ha realizzato, con Suono Vivo, per racchiudere in un piacevole colpo d’occhio i musicisti in scena, e valorizzare l’acustica di ogni performance. Curato dalla musicologa Fedra Florit, direttore artistico di Chamber Music, il Festival prevede termoscanner all’ingresso del teatro, gel disinfettante e mascherine da utilizzare durante il concerto, disposizione dei posti secondo le misure di distanziamento. “Playing Beethoven” è sostenuto dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e da Mibact, Comune di Trieste, Iniziativa Centro – Europea, Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova e Zoogami. Dettagli e aggiornamenti sul sito www.acmtrioditrieste.it La Sonata per violino e pianoforte di Poulenc, completata nel 1942, proietterà il pubblico, attraverso l’asprezza tragica del primo e dell’ultimo movimento, nelle atmosfere della Francia occupata e della memoria di Federico Garcia Lorca, assassinato dai franchisti nel 1936, e attraverso il profilo ritmico tagliente accompagnerà verso l’Intermezzo spagnoleggiante. Il Trio in Sol maggiore di Debussy si articola in quattro movimenti: si tratta di una composizione scoperta solo di recente, nel 1986, denota una poetica ed un’espressività lontane dall’iconografia “impressionista” di Debussy, che d’altra parte aveva solo 18 anni quando, nel 1880, compose questa partitura in pieno Tardo Romanticismo, dunque assai prima che il Novecento iniziasse a frantumare i linguaggi dell’arte. Sempre di Debussy sarà
eseguita la Sonata in re minore, fra i capolavori dell’ultimo periodo del compositore: un modo per apprezzare l’evoluzione del suo stile dagli albori alla piena maturità. Dino Sossai, violinista del Quartetto “Quadro Veneto”, ha collaborato in qualità di prima parte o solista con importanti compagini orchestrali italiane ed estere, al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro Lirico di Cagliari, al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, all’Orchestra della Fondazione “Arturo Toscanini” di Parma, alla Mahler Chamber Orchestra, all’Orchestra di Stato di Sumen (Bulgaria). Marco Dalsass ha partecipato a prestigiosi festival quali Toulone, Scheveningen, Festival Pucciniano di Torre del Lago e altri. La collaborazione con prestigiose formazioni cameristiche lo ha portato ad esibirsi anche al Festival di Salisburgo, Salle Pleyel di Parigi, Avery Fisher Hall (Lincoln Center) di New York, Ravinia Festival di Chicago, Tanglewood – Boston, Teatro Teresa Carreno di Caracas, Scala di Milano. Dal 1991 suona con il Trio d’Archi di Venezia. Michele Bolla con il Quartetto “Quadro Veneto” ha vinto importanti premi in concorsi internazionali di musica da camera (Osaka Chamber Music Competition, Premio Trio di Trieste, Concorso Internazionale Città di Pinerolo) e si è esibito in Italia e all’estero. Ha collaborato con solisti e cantanti di fama internazionale, prime parti soliste dei maggiori Teatri italiani e importanti direttori d’orchestra. E.L.
Da sabato 27 giugno AL VIA A ROMANS D’ISONZO “MUSICA D’ESTATE 2O2O”, IL FESTIVAL DELLA RIPARTENZA ROMANS D’ISONZO – Un festival musicale come segno di ripartenza e di buon auspicio. Il mondo della cultura si rimette in moto, a Romans d’Isonzo: coordinato dall’assessorato comunale alla cultura, finanziato dalla Regione e promosso dalle associazioni Leggermente e Simularte, con la preziosa collaborazione di Liberatorio d’arte e Centro Giovani MeetYou, il ciclo “Musica d’estate 2020” si aprirà questo sabato, 27 giugno, e offrirà poi due ulteriori appuntamenti, tutti di alto livello e tutti all’aperto, per garantire il massimo rispetto delle disposizioni anti-contagio. L’ingresso sarà gratuito, per offrire alla cittadinanza un momento di leggerezza dopo un periodo di estrema difficoltà. «Una ritrovata occasione di socialità e di intrattenimento di qualità – dichiara l’assessore comunale alla cultura Alessia Tortolo – dopo una lunga fase forzatamente priva di eventi: ora possiamo finalmente riassaporare, pur con la cautela che il frangente impone, lo spirito di comunità». Il debutto della rassegna sarà accolto, alle 21 di sabato 27 appunto, dallo spazio sul retro del palasport comunale, in via Atleti Azzurri d’Italia: “Maldalsabida“, questo il titolo della performance, sarà “inno” a un Friuli pronto a esplodere in un canto anarchico e liberatorio.
Aida Talliente In scena un gruppo di noti e qualificati musicisti, Federico Tavan, Novella Cantarutti, Leo Zannier (voci), Aida Talliente, voce e giocattoli sonori, Leo Virgili, chitarra e theremin, Roberto Amadeo, al basso, Marco D’Orlando, alla batteria, e Flavio Passon alle tastiere. Il secondo appuntamento è in calendario per il sabato successivo, 4 luglio, nuovamente alle 21, orario valido anche per l’ultima data: il Loris Vescovo Quartet si esibirà nell’incantevole cornice della Corte di Casa Versa, a Versa di Romans d’Isonzo, in via Gorizia. Con l’occhio nostalgico dei geografi dell’Ottocento, il quartetto esplorerà “luoghi di suoni e parole, a cavallo fra tradizione e tradimento”. A Vescovo (voce, chitarra e ukulele) si affiancheranno Leo Virgili, chitarra elettronica e cori, Massimo Silverio (violoncello, basso elettrico, cori) e Nicholas Remondino, alla batteria. Tappa conclusiva di “Musica d’estate 2020” sabato 11 luglio, nel parco di Villa del Torre, in via Latina: protagonista sarà un ensemble di particolare raffinatezza e valore, il Brassevonde, che si propone di diffondere e dunque di valorizzare la conoscenza della musica per gruppi di ottoni, patrimonio estremamente ricco, variegato e interessante, eppure ancora poco noto al grande pubblico. I performers saranno Andrea Picogna, Enrico Tavano, Gianni Dordolo, Massimo Degano (trombe), Alessandra Rodaro e Nicola Fattori (corni), Gianpietro Zanini, Marco Maiero e Federico Marazzi
(tromboni), Aldo Martinuzzi e Massimo Tomadini (tube). La prenotazione è obbligatoria, in quanto i posti a sedere sono limitati, nel rispetto delle misure di sicurezza volte a contenere la pandemia: gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo bibliotecaromans@gmail.com o chiamare il numero 0481 90555. In caso di pioggia i concerti saranno annullati.
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