Mariapoli Europea 2019 - aggiornamenti info - Focolari Italia

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Mariapoli Europea 2019 - aggiornamenti info - Focolari Italia
Mariapoli Europea    2019   –
aggiornamenti info
Mariapoli Europea 2019 - aggiornamenti info - Focolari Italia
Per la prima volta insieme da tutta l’Europa, una vacanza
speciale nelle Dolomiti per tornare nei luoghi dove
l’esperienza della Mariapoli, ispirata dal carisma dell’
unità, è cominciata 70 anni fa.

Sullo sfondo di un continente europeo sempre più frammentato,
il movimento dei Focolari
promuove per l’estate 2019 la sua prima Mariapoli europea dal
titolo “Puntare in alto”.
Dal 14 luglio, per quattro settimane di seguito, si
alterneranno persone provenienti da tutta Europa, a Tonadico,
sulle Dolomiti, dove si è tenuta la prima “Mariapoli”
settant’anni fa. La Mariapoli (Città di Maria), è un raduno in
cui le persone che abitano questa “città temporanea” cercano
di costruire un nuovo tipo di società basata sulla fraternità
e il rispetto reciproco. Questa vacanza originale è aperta a
persone di tutte le fedi, le estrazioni sociali e le culture.

www.mariapolieuropea.org
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Servizio transfer per la Mariapoli (leggi)

FLYER_MARIAPOLI_2019_IT

Mariapoli Europea Comunicato Stampa 1

AVVERTENZE   PER LA PRE-ISCRIZIONE

    Per la pre-iscrizione, visti i posti
   disponibili limitati, vi invitiamo ad
 osservare l’orientamento per il territorio
      e periodo secondo le indicazioni
              sottoriportate:
      Prima settimana: 14 – 21 luglio:
 Trentino Alto Adige , Abruzzo e Molise ,
Lazio nord , Liguria, Sicilia occidentale ,
                    Umbria

     Seconda settimana: 21 – 28 luglio:
 Friuli Venezia Giulia, Sardegna , Veneto,
     Toscana , Piemonte e Valle d’Aosta

  Terza settimana: 28 luglio – 4 agosto :
 Roma , Marche, Calabria , Lombardia ovest,
             Puglia e Basilicata

     Quarta settimana: 4 – 11 agosto:
     Lombardia est, Lazio sud, Sicilia
    orientale, Campania, Emilia Romagna
Vi invitiamo inoltre a comunicare la pre-iscrizione effettuata
ai focolari di riferimento della vostra regione oppure
all’indirizzo mail:  mariapolieuropea.italia@gmail.com

NOTE
1 – nella registrazione per l’Italia si troveranno 2 opzioni:
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Italia 1 ed Italia 2.
Si intende:
Italia 1= giovani sotto i 30 anni e famiglie con bambini o
ragazzi.
Italia 2 = tutti gli altri.
2 – Nel campo “note” aggiungere sempre anche la provincia di
provenienza

Portatori di speranza
Punti di vista n. 38

Siamo già nel 2019 e guardandoci indietro vediamo quanto sia
difficile “essere lieti”. Anzi, corriamo il rischio di vedere
solo una scia di negativo. E invece, pensando al nuovo anno
che inizia, ci sentiamo invadere dalla speranza. Perché?
Ottimismo e fiducia cieca nel futuro? No.

È il fascino straordinario dell’orizzonte che ci attende, il
sogno di un mondo migliore e più fraterno per il quale
vogliamo spendere le nostre migliori energie. Ma perché
quell’orizzonte si avvicini, vale ciò che noi costruiamo nel
presente.

E allora, portatrici di speranza sono le giovani coppie che si
incontrano per scoprire la gioia di vivere insieme; portatori
di speranza gli “appassionati di sociale” che da tutta Italia
si ritroveranno a Roma i primi di febbraio per condividere
analisi e progetti; portatori di speranza i giovani
incamminati verso il sacerdozio, e quelli che lavorano per le
periferie; portatori di speranza ciascuno di noi quando diamo
il via a processi di inclusione, di perdono, di pace.

Rosalba Poli e Andrea Goller
Mariapoli Europea 2019 - aggiornamenti info - Focolari Italia
Responsabili del Movimento dei Focolari in Italia

Fonte: Rivista Città Nuova n. 1/2019 pag. 49

Vivere la Parola: piccole
esperienze quotidiane (3a
parte)
Continuiamo a pubblicare alcune esperienze sulla Parola di
Vita: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la
mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui
ed egli con me”.

     C’era stata un’incomprensione con mia figlia e in un
     primo momento pensavo di chiarire. Però mi sono
     ricordata che in quel dolore c’era Gesù che bussava: gli
     ho detto di “Sì” e mi sono rimessa nell’Amore. Tutto si
     è risolto.
     Dopo alcuni anni incontro una collega dell’università
     durante le prove di un concorso, a Milano. Non avevamo
     grandi rapporti, era solo una conoscente con un
     carattere un po’ particolare, molto ansiosa. In quel
     momento di pressione e stress, per me sarebbe stato più
     facile passare oltre e far finta di niente. Lei non mi
     aveva neanche vista! Decido di tornare indietro e
     salutarla. Da quel momento non me la sono tolta più
     d’addosso, mi cercava in continuazione per chiedere
     informazioni, farmi domande… . Ma mi sono ricordata che
     era un prossimo da amare. Ho cercato solo di volerle
     bene, in lei c’era Gesù che aveva bisogno delle mie
     attenzioni. Dopo qualche mese mi dice che era davvero
     contenta di avermi incontrata perché grazie al mio aiuto
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aveva potuto affrontare quel concorso così importante
per lei. Mi racconta che un anno prima aveva scoperto di
avere un tumore che sembrava aver superato, ma prima del
concorso aveva scoperto una recidiva e avrebbe dovuto
affrontare un altro intervento più invasivo e la
chemioterapia. Ho ringraziato Dio per quel momento in
cui son tornata indietro a salutarla. Io non potevo
saperlo! Da quel momento abbiamo cercato di affrontare
insieme tutto questo cercando di starle il più vicino
possibile.
Sperimento che ogni volta che decido di aprire la porta
a Gesù che bussa: il problema accolto come Sua volontà
diventa Provvidenza.
Rientrati dalle ferie estive, in azienda avevamo dei
progetti da concludere con dei potenziali clienti di cui
uno era certo, perché avevamo già avuto contatti
frequenti, scambio di email, documenti ecc. Un giorno
questo cliente chiama e dice che aveva optato per
un’altra soluzione. Per noi è stato un colpo
inaspettato. Proprio in quei giorni è venuto a trovarci
un amico, che come noi condivide la spiritualità
dell’unità, e ci ha raccontato come è stato in grado di
superare una forte difficoltà accettando e amando con
tutto se stesso quel dolore. La stessa cosa valeva per
me: in quel momento dovevo amare quel dolore, Gesù
abbandonato e crocifisso, cioè l’aver perduto un
cliente. Ma è arrivata la riposta: a distanza di una
settimana, tre persone, alle quali avevamo proposto i
nostri progetti, hanno accettato la proposta e sono
diventati nostri clienti.
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Ogni Parola ci invita ad essere “sacramento della
presenza” se facciamo le cose con amore e per amore.
Abito con la mamma di 98 anni e non potendo facilmente
uscire accolgo volentieri tante persone, amici che ci
vengono a trovare. Da un po’ di tempo la casa mi sembra
“piccola chiesa” per gli argomenti che si trattano, per
i problemi delicati che le persone mi confidano.
Nell’ascolto paziente soffro e gioisco con ognuno. Tanti
rapporti nuovi si costruiscono e altri si rafforzano.
Per non parlare della Provvidenza! Il tempo dedicato ai
fratelli, con semplicità e nella normalità, ci unisce
sempre di più e porta avanti il Regno di Dio.
Da tempo mi ripromettevo di andare a trovare un signore
che da mesi non usciva di casa per problemi di salute e
di depressione. Un improvviso cambio dei programmi del
mio lavoro mi permette finalmente di andare a trovarlo.
Siamo stati due ore insieme, semplicemente a giocare a
carte, cosa che non facevo da tanti anni ma capivo che
era cosa gradita a lui. È stato felice e spero al più
presto di ritornare.
Recentemente ho dovuto accogliere un dolore grande:
temevo di avere un cancro e mi sono affidata con tanta
fede a Dio. In questa situazione che temevo brutta non
mi sono sentita mai sola, ho sentito l’amore e la
benevolenza di persone dalle quali non ti aspetti questa
attenzione, persone alle quali ogni giorno mando il
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passaparola, un pensiero che ogni giorno si diffonde e
che viviamo in tutto il mondo. E’ importante condividere
con tanti i dolori, le fatiche come le gioie. Tutto
diventa più leggero.

Riconoscere Qualcuno che “bussa alla tua porta non è
sempre facile”. A volte sono presa da me stessa, dalle
mie preoccupazioni, dai miei affanni e non riconosco che
è Lui che viene a trovarti, che chiede aiuto. Mio padre,
che è ammalato, aveva bisogno di me e attraverso la sua
malattia ho capito che quel grido d’aiuto era Gesù che
continuava a bussare per svegliarmi dal mio torpore.
Ero alla fermata dell’autobus per andare dal dentista,
un po’ stanca perché mi ero alzata più presto del
solito. Ho visto che c’era anche una conoscente, non
vedente, che andava al lavoro. Non mi andava di
intrattenermi con lei però ho sentito che qualcuno
dentro mi spingeva ad andare oltre questa stanchezza.
Sono andata a salutarla e dopo ho provato tanta gioia.
Le telefonate di mia sorella si dilungano abbastanza e
in genere mi chiama per comunicarmi problemi o
situazioni dolorose. L’altra sera quando ho visto la sua
chiamata mi sembrava fosse un momento inopportuno per
risponderle ma era un’occasione per vivere la Parola,
era “quell’aprire la porta”. Ho accolto i suoi timori,
le sue preoccupazioni e nel volerle bene, vedendo in lei
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anche la sofferenza di Gesù Abbandonato, ho trovato la
      luce per dire quelle parole giuste che le hanno ridato
      fiducia e speranza. E’ sempre un’esperienza poter amare.
      In questi giorni delle persone mi chiedono attenzione,
      ascolto anche quando ho altro da fare. È bello
      ricordarsi che è Gesù che bussa alla mia porta e
      ascolto, anche con attenzione e col cuore. Dopo questo
      passo avverto sempre serenità oltre che gratitudine da
      parte loro.

(vedi 1a parte)

(vedi 2a parte)

Gennaio 2019

“La giustizia e solo la giustizia seguirai”(Dt   16,20).

Il Libro del Deuteronomio si presenta come una serie di
discorsi pronunciati da Mosè al termine della sua vita. Egli
ricorda alle nuove generazioni le leggi del Signore, mentre
contempla da lontano la Terra Promessa verso la quale ha
coraggiosamente guidato il popolo di Israele.

In questo Libro, la “legge” di Dio è presentata prima di tutto
come la “parola” di un Padre che si prende cura di tutti i
suoi figli. È un cammino di vita, che Egli dona al suo popolo
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per realizzare un progetto di Alleanza. Se il popolo la
osserverà fedelmente, per amore e gratitudine più che per
paura dei castighi, continuerà a gustare la vicinanza e la
protezione di Dio.

Uno dei modi per realizzare concretamente questa Alleanza
ricevuta in dono da Dio consiste nel perseguire con decisione
la giustizia. Il fedele la attua quando ricorda con
gratitudine la scelta che Dio ha fatto del suo popolo ed evita
di adorare chiunque se non il Signore, ma anche quando rifiuta
benefici personali che gli oscurano la coscienza davanti alle
necessità del povero.

“La giustizia e solo la giustizia seguirai”.

L’esperienza quotidiana ci mette davanti a tante situazioni di
ingiustizia, anche gravi, soprattutto a danno dei più deboli,
di coloro che sopravvivono ai margini delle nostre società.
Quanti Caino usano violenza sul fratello o la sorella!

Lo sradicamento di disuguaglianze ed abusi è una fondamentale
esigenza di giustizia, a cominciare dal nostro cuore e dai
luoghi della nostra vita sociale. Eppure Dio non compie la sua
giustizia distruggendo Caino, ma piuttosto si preoccupa di
proteggerlo perché riprenda il cammino. (1)

La giustizia di Dio è dare vita nuova. Come cristiani abbiamo
incontrato Gesù. Con le sue parole e i suoi gesti, ma
soprattutto con il dono della vita e la luce della
Risurrezione, Egli ci ha svelato che la giustizia di Dio è il
suo amore infinito per tutti i suoi figli. Attraverso Gesù si
apre anche per noi la strada per mettere in pratica e
diffondere la misericordia e il perdono, fondamento anche
della giustizia sociale.

“La giustizia e solo la giustizia seguirai”.

Questo versetto della Scrittura è stato scelto per celebrare
la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2019 che,
nell’emisfero nord, ricorre dal 18 al 25 gennaio. Se anche noi
accoglieremo questa Parola, potremo impegnarci a cercare le
vie della riconciliazione, prima di tutto tra cristiani.
Mettendoci poi al servizio di tutti, risaneremo efficacemente
le ferite dell’ingiustizia.

È quanto da alcuni anni sperimentano cristiani di varie
chiese, che insieme si dedicano ai detenuti nella città di
Palermo (Italia). L’iniziativa è nata da Salvatore, membro di
un’associazione evangelica: “Mi sono reso conto dei bisogni
spirituali ed umani di questi nostri fratelli. Molti di essi
non avevano familiari in grado di aiutarli. Confidai in Dio e
parlai di ciò a tanti fratelli della mia chiesa e di altre
chiese». Aggiunge Christine, della chiesa anglicana: «Poter
aiutare questi fratelli bisognosi ci rende contenti perché
rende concreta la provvidenza di Dio che vuole far arrivare il
Suo Amore a tutti, tramite noi». E Nunzia, cattolica: «Ci è
sembrata un’occasione sia per aiutare i fratelli nel bisogno
sia per contribuire ad annunciare Gesù anche con le piccole
cose materiali».

È una realizzazione di quanto espresso da Chiara Lubich nel
1998, nella chiesa evangelica di Sant’Anna ad Augsburg,
durante un incontro ecumenico:

«[…] Se noi cristiani diamo uno sguardo alla nostra storia […]
non possiamo non rimanere addolorati nel costatare come essa è
stata spesso un susseguirsi di incomprensioni, di liti, di
lotte. Colpa certamente di circostanze storiche, culturali,
politiche, geografiche, sociali …; ma anche del venir meno fra
i cristiani di quell’elemento unificatore loro tipico:
l’amore. Un lavoro ecumenico sarà veramente fecondo in
proporzione di quanto chi vi si dedica vedrà in Cristo
crocifisso e abbandonato che si riabbandona al Padre, la
chiave per capire ogni disunità e per ricomporre l’unità […].
E l’unità vissuta ha un effetto […]. Si tratta della presenza
di Gesù fra più persone, nella comunità. “Dove due o tre – ha
detto Gesù – sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”
(Mt 18,20). Gesù fra un cattolico ed un evangelico che si
amano, fra anglicani e ortodossi, fra un’armena e una
riformata che si amano. Quanta pace sin d’ora, quanta luce per
un retto cammino ecumenico!»(2)

Letizia Magri
_____________________________
1 Cf. Gen 4, 8-16.

2 C. Lubich, “Preghiera ecumenica per l’Avvento”, Augsburg (Germania), 29 novembre

1998.

Parola di Vita Gennaio 2019 219.31 KB
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ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA

Audio Parola di Vita di gennaio 2019

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di-vita-gennaio-2019.mp3

Audio Parola di Vita Gennaio 2019 19.49 MB
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Tutte le trasmissioni radio con esperienze

Video in diverse lingue

Parola di vita per bambini

Parola di vita ragazzi

La lacrima e il raggio di
sole. Natale in hospice
Qualche anno fa, una donna geniale lanciò una sfida ai bambini
del mondo. “Vi siete accorti-diceva- che a Natale hanno
sloggiato Gesù? Sarete voi a riportare al centro del Natale
il vero festeggiato!”.

Pensava, questa donna di nome Chiara, che l’anima non ha età.
E per questo affidava ai bambini, ai ragazzi e ai giovani le
sue idee più folli. Perché allora non costruire tante statuine
di Gesù Bambino e offrirle in dono a coloro che passano
indifferenti e frettolosi nelle strade delle nostre città? E
chi meglio dei bambini poteva farlo?

Anche quella volta i bambini – che volevano molto bene a
Chiara- non si tirarono indietro. E si misero al lavoro, con
stampini di gomma e colate di gesso, costruendo statuine da
confezionare in bellissime piccole culle di paglia.

Non fu sempre facile: “non compro niente” rispondeva qualcuno
che non aveva capito; “spostatevi!” dicevano i più frenetici.
Ma in un angolo poco conosciuto della città c’erano persone
che avevano un grande desiderio di ricevere quell’amore
generoso e gratuito dei bimbi.

                                      E così, in un Natale
                                      speciale di tre anni fa
                                      avvenne il “miracolo”,
                                      che si è ripetuto ogni
                                      anno.    Ormai   è   un
                                      appuntamento
                                      attesissimo:     anche
                                      quest’anno     i   Gen4
                                      –bambini del Movimento
                                      dei Focolari-      sono
                                      arrivati nell’hospice.
                                       Una volontaria della
struttura ci confidava che ormai per lei è questo il vero
Natale.

A un’impresa del genere naturalmente ci si prepara: prima di
salire, radunati nella piccola Chiesa, il patto di essere
“come un raggio di sole che brilla da una lacrima”: la frase
della Parola di Vita di dicembre è davvero bella e piace a
tutti: ora possiamo partire!

Con un po’ di timore, ma accolti subito dal grande cuore dei
volontari, dai colori luminosi della struttura, dalle
stanzette piene di calore umano. Una stanza alla volta, prima
timidamente, poi con la limpidezza di chi ha imparato che c’è
più gioia nel dare che nel ricevere. La presenza dei loro
assistenti-animatori e di qualche genitore li rassicura, ma
sono loro i veri protagonisti.
Momenti     luminosi,
                                      semplici… “Ma sono dei
                                      bambini ?!?” esclama
                                      una    donna    cieca,
                                      commuovendosi         e
                                      ringraziandoli uno ad
                                      uno con una carezza.
                                      Anche i malati più
                                      gravi riescono a donare
                                      un sorriso. Quella
                                      statuina tenuta fra le
mani come dono prezioso ricorda certamente la dolcezza di
Natali lontani, di affetti mai dimenticati… C’è anche una
giovane mamma, fra i ricoverati. Viene da lontano, quasi
sicuramente non è cristiana: ma il suo augurio di Buon Natale
è vero e profondo. È un momento particolarmente toccante, per
tutti.   Gli occhi della donna brillano di una dolcezza
speciale mentre i suoi piccoli di 2 e 3 anni sono circondati
da quei bambini poco più grandi di loro… Brillano gli occhi di
tutti, in quel tempo indefinito che parla di eternità…

Alla fine, merenda insieme, i canti di Natale e un bellissimo
cartellone per ringraziare uno a uno quelle persone speciali
che resteranno per sempre nei loro cuori. E che saranno
accompagnate nelle loro giornate da quella statuina e da quei
sorrisi gioiosi.

“Missione compiuta, Gen4!”, chissà con che gioia Chiara li
avrà guardati dal Cielo. Veri “raggi di sole”, capaci anche di
asciugare una lacrima e persino di farla brillare.

Ferdinando Garetto – Torino
La Pira e la guerra, oggi
Alcuni spunti per l’impegno dei cattolici da un incontro
promosso dai Focolari Italia e Fondazione La Pira presso gli
uffici italiani del Parlamento europeo a Roma.

«A che serve citare La Pira se poi non fermiamo le bombe
destinate a colpire scuole e ospedali nella guerra in Yemen?».
Questa la domanda esplicita posta alla vigilia di Natale 2018,
nell’incontro promosso, il 19 dicembre, da Fondazione Giorgio
La Pira e Movimento dei Focolari Italia presso gli uffici del
Parlamento europeo a Roma.

Si avverte, infatti, ultimamente un gran fermento intorno alla
responsabilità dei cattolici in politica a pochi mesi dalle
elezioni europee in un clima di forte tensione sulla questione
immigrazione. Se non si entra nel dettaglio dei contenuti, si
rischia di restare sul vago riferimento ai valori che restano
tutti da declinare.

La fornitura di armi italiane all’Arabia Saudita, parte attiva
di un conflitto in corso in Yemen, è un “caso semplice” da
comprendere.

Il Parlamento europeo ha emesso risoluzioni che chiedono di
bloccare questo traffico che coinvolge altri Paesi del
Continente, ma in Italia i governi che si succedono nel tempo
restano inerti. Mozioni che chiedono lo stop immediato
all’invio di carichi di bombe dai nostri porti e aeroporti
sono state finora rigettate.

Leggi l’articolo completo su Città Nuova

Insieme a vari echi sulla stampa:

https://www.lastampa.it/2018/12/20/vaticaninsider/yemen-dai-fo
colari-un-appello-contro-la-vendita-di-armi-distruggono-il-
paese-i5Efjoew3PXe8wTYueTteK/pagina.html
http://www.agensir.info/quotidiano/2018/12/19/editoria-mira-gi
ornalista-avvenire-non-tacera/

http://www.agensir.info/quotidiano/2018/12/19/europa-sassoli-p
arlamentare-ue-utile-se-lo-e-per-il-mondo-e-non-solo-per-gli-
europei/

https://agensir.it/quotidiano/2018/12/19/yemen-dellolio-pro-ci
vitate-christiana-roma-e-altri-comuni-approvino-mozione-per-
fermare-invio-delle-bombe/

Auguri!
“Le cose non sono soltanto come sono; le cose sono così come
vengono amate. Viviamo l’uno accanto all’altro nel sì di Dio,
nel nostro sì reciproco. Abitiamo l’uno accanto all’altro
nella nuova città. Essa è il regalo che Gesù ci fa a Natale,
ma questo regalo possiamo vederlo solo se ce lo mostriamo l’un
l’altro, se lo dischiudiamo l’uno all’altro, se ce lo
doniamo”.                                              ( Klaus
Hemmerle)

    Auguri da tutti noi che, anche attraverso questo sito,
            vogliamo abitare insieme la nuova città

Convegno a Parma – Dignità e
diritti    della                            persona:
fondamento     e                             “porta”
dell’accoglienza.
Venerdì 14 dicembre si è tenuto a Parma il convegno Dignità e
diritti della persona: fondamento e “porta” dell’accoglienza.

170 i partecipanti: avvocati, notai, magistrati, professori,
cittadini interessati al tema.

La Gazzetta di Parma, il quotidiano più letto del territorio,
aveva annunciato ampiamente il nostro incontro, “ospitandolo”
all’interno di una rubrica settimanale dedicata alle azioni,
ai fatti, agli eventi più significativi di quella settimana;
rubrica dal titolo “La buona notizia”!

L’intero evento è stato poi ripreso da una televisione locale
che lo trasmetterà all’inizio del nuovo anno.

                                       L’incontro ha preso il
                                       via con gli indirizzi
                                       di saluto, per niente
                                       formali, delle autorità
                                       intervenute: Questore,
                                       Prefetto,    Magnifico
                                       Rettore,    Assessore
                                       all’Associazionismo.

Sono seguite le brillanti e apprezzate relazioni di Andrea
Nicolussi (Professore di Diritto Civile all’Università
Cattolica di Milano) e Giuseppe Spadaro (Presidente del
Tribunane dei Minori di Bologna).

Altrettanto apprezzati gli intermezzi musicali del Maestro
Tommaso Binini che, col suo faluto traverso, ha “legato”
magistralmente le varie parti del convegno.
L’evento, infine, è stato arricchito dalla testimonianza dei
rappresentanti di alcune associazioni che lavorano nel campo
dell’accoglienza.

Il tema trattato ha riscosso grande interesse creando nuove
opportunità di collaborazione tra gli enti promotori.

Premio   –  Città                           per         la
fraternità 2019
Sono aperte fino al 15 gennaio 2019 le iscrizioni o le
proposte di candidatura al “Premio Internazionale Chiara
Lubich per la fraternità” che ogni anno viene e assegnato ad
Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) di
ogni parte del mondo e di qualunque dimensione. Vengono
premiati progetti che istituiscono o diffondono, nel
territorio principalmente locale, ma anche nazionale e
internazionale, pratiche di fraternità universale, secondo le
diverse accezioni di significato di tale principio; stimolano
i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare
alla vita della comunità civile; favoriscono la crescita di
una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva. E che
favoriscono sinergie: tra Amministrazioni, comunità locali e
società civile organizzata (associazioni, gruppi, comitati,
ecc.) con ricadute in tali realtà. Le azioni devono essere
rappresentative di un modo di amministrare il territorio non
episodico, consapevole del valore della fraternità.

I progetti possono essere esposti attraverso elaborati di
testo, elaborati ipertestuali e/o multimediali, elaborati
audiovisivi. Tutte le candidature e/o le segnalazioni (con
relativo materiale in allegato) devono essere inviate alla
Presidenza dell’Associazione “Città per la Fraternità”, c/o
Comune di Castel Gandolfo, Piazza Libertà, 7 – 00040 Castel
Gandolfo – Roma (Italia).

I materiali possono essere spediti via mail a:

associazionecittafraternita@gmail.com   info@cittaperlafraterni
ta.org

Nella      domanda     vanno     indicati:      nome      del
Comune/Ente/organizzazione, dati del Sindaco in carica,
indirizzo completo e contatti; il nome del progetto o
dell’iniziativa ed un abstract di massimo di tre cartelle A4;
un allegato (nelle forme previste) che descriva il progetto e
il suo processo.

La premiazione avverrà a S. Maria Capua Vetere- Caserta
(Italia) nel febbraio 2019.

Per informazioni: Associazione Città per la fraternità – tel.
340 4182127 – 347 4573988

www.cittaperlafraternita.org

Mariapoli europea 2019 a
Tonadico (TN): “Puntare in
alto”.
Per la prima volta insieme da tutta l’Europa, una vacanza
speciale nelle Dolomiti per tornare nei luoghi dove
l’esperienza della Mariapoli, ispirata dal carisma dell’
unità, è cominciata 70 anni fa.

Sullo sfondo di un continente europeo sempre più frammentato,
il movimento dei Focolari
promuove per l’estate 2019 la sua prima Mariapoli europea dal
titolo “Puntare in alto”.
Dal 14 luglio, per quattro settimane di seguito, si
alterneranno persone provenienti da tutta Europa, a Tonadico,
sulle Dolomiti, dove si è tenuta la prima “Mariapoli”
settant’anni fa. La Mariapoli (Città di Maria), è un raduno in
cui le persone che abitano questa “città temporanea” cercano
di costruire un nuovo tipo di società basata sulla fraternità
e il rispetto reciproco. Questa vacanza originale è aperta a
persone di tutte le fedi, le estrazioni sociali e le culture.

     Leggi il Comunicato stampa n.1
     Scarica il volantino

 Per ulteriori informazioni e iscrizioni (dal 15 dicembre 2018
fino al 31 gennaio 2019) consultare: www.mariapolieuropea.org
Il Servo di Dio Pietrino Di
Natale
Apertura ufficiale del processo di Beatificazione.

Il 10 Dicembre, con una solenne concelebrazione in Cattedrale,
è stato dato il via al processo di Beatificazione con
l’insediamento del Tribunale Ecclesiastico.

                                       In   una   cattedrale
                                       gremita,    ha   avuto
                                       inizio con una solenne
                                       Celebrazione
                                       Eucaristica presieduta
                                       da S.E. Mons. Lorenzo
                                       Leuzzi,    lunedi    10
                                       dicembre 2018 alle ore
                                       18.30 la fase diocesana
                                       del    processo      di
                                       beatificazione        e
                                       canonizzazione      del
servo di Dio Pietrino Di Natale.

Pietrino avrebbe compiuto 52 anni, e proprio nel giorno del
suo compleanno la Chiesa di Teramo-Atri ha vissuto un momento
di gioia e di gratitudine al Signore per un dono davvero
grande. Mons. Leuzzi, nella sua bellissima omelia, ha parlato
di un evento straordinario e inaspettato, una sorpresa.
Pietrino dal Paradiso, guarda ai nostri giovani e indica loro
una strada, un percorso, per essere felici con lo sguardo
rivolto al Signore.

Pietrino è un profeta per gli adolescenti dei nostri tempi.
Con la sapienza del cuore e la semplicità di una fede certa e
forte ha vissuto i momenti difficili con speranza e fiducia
nel Signore. Diceva sempre alla sua mamma Adelina, nei momenti
bui: “Mamma, non ti preoccupare, il Signore ci aiuta, vedrai”.

Pietrino nel cuore di molti è sempre stato un esempio e un
punto di riferimento, ora con l’apertura ufficiale del
processo diocesano, la Chiesa che è in Teramo-Atri verificherà
le sue virtù eroiche e la fama di segni. Durante la
celebrazione eucaristica c’è stata l’accettazione del supplice
libello (domanda di apertura del processo redatta dal
postulatore Padre Carlo Calloni al Vescovo Mons. Lorenzo
Leuzzi e la lettura del Decreto di accettazione dello stesso e
del nulla osta ricevuto dalla Santa Sede). Si è poi insediato
ufficialmente, con solenne giuramento, il Tribunale
Ecclesiastico che nel prossimi mesi ascolterà i testimoni de
visu, cioè quanti hanno conosciuto Pietrino in vita:
familiari, amici, compagni di scuola, parenti, vicini di casa.

Il Tribunale è così composto: Delegato Episcopale Mons,
Antonio Bartolacci, Promotore di giustizia Mons. Aldino
Tomassetti, Notaio don Stefano Galeazzi, Notaio aggiunto don
Pietro Lalloni. La Postulazione invece si compone del
Postulatore il Reverendo Padre Carlo Calloni e del Vice
postulatore il dott. Giustino Perilli.

                                         Una cattedrale gremita,
                                         si diceva sopra, una
                                         partecipazione  così
                                      numerosa e sentita che
                                      ha commosso un po’
                                      tutti. In prima fila
                                      c’era mamma Adelina,
                                      con   zia   Derna,    i
                                      parenti, i compagni del
                                      calcio, di scuola, i
                                      vicini     di    casa.
Numerosi i sacerdoti concelebranti, tra cui Mons. Gianfranco
De Luca, Vescovo di Termoli Latino e Parroco di Pietrino a
Tossicia negli anni ’70 e il Reverendo Padre Ubaldo Terrinoni
Censore teologo della Congregazione delle Cause dei Santi
oltre a numerosi sacerdoti diocesani.

Tra le autorità civili, il Sindaco di Teramo Gianguido
D’Alberto, Il Sindaco di Castelli Seca Rinaldo, il Sindaco di
Tossicia Franco Tarquini, il Sindaco di Colledara Manuele
Tiberi, il Sindaco di Castel Castagna Rosanna De Antoniis, il
Presidente della Provincia e Sindaco di Notaresco Diego dl
Bonaventura e il Commissario della Comunità Montana zona “O”di
Tossicia Nando Timoteo.

Mons. Leuzzi, durante l’omelia facendo riferimento al brano
del Vangelo letto del paralitico guarito (LC 5, 17-26) ha
ricordato ad ognuno di noi l’importante dell’alzati e cammina.
Un po’ come il motto di Pietrino (“sono scattato ad amare”):
solamente una vita vissuta nella normalità alla presenza di
Dio è una vita che può costruire e laboriosamente lasciare un
segno, una traccia, essere un esempio per tanti. La vita di
Pietrino è stata cosi: un esempio, che di anno in anno, dopo
la sua prematura e tragica morte di 34 anni fa (20 agosto
1984), si è andato sempre più diffondendo tra i giovani, di
generazione in generazione.

Mons. De Luca, nel suo saluto finale, visibilmente commosso,
ha espresso sentimenti di grande gratitudine per la Chiesa di
Teramo-Atri e in particolare per Mons. Lorenzo Leuzzi che sin
dai primi giorni del suo insediamento ha espresso parere
favorevole all’apertura del processo. Un pensiero di affetto
anche per don Giovanni D’Annunzio, altro parroco storico di
Pietrino, che non ha potuto essere presente per via di un
periodo di convalescenza dopo un intervento chirurgico.

Il tribunale riunirà nei prossimi mesi nel giorno di sabato,
ascolterà i testimoni, raccoglierà informazioni e farà le sue
indagini per comprendere l’esistenza delle virtù eroiche nella
vita di Pietrino Di Natale, poi sarà la Santa Sede ad
esprimere la sua valutazione e infine si chiederà al Signore
di confermare gli onori degli altari per Pietrino attraverso
un miracolo di guarigione inspiegabile.
Oggi Pietrino è Servo
                                       di    Dio,    possiamo
                                       chiedere     la     sua
                                       intercessione con la
                                       bellissima   preghiera
                                       approvata dal Vescovo
                                       Mons. Leuzzi e letta al
                                       termine          della
                                       celebrazione tra la
                                       commozione   generale.
                                       Pietrino ci guarda dal
                                       cielo, Indica ad ognuno
di noi la strada per la santità felice, della porta accanto,
come indicato dal Santo Padre Francesco. Nella bella biografia
edita sul Servo di Dio e disponibile presso la nostra Libreria
Cattolica così è scritto: “Spesso, proprio una vita semplice,
custodita nella freschezza della natura, poco conforme ai
rumori che attirano l’attenzione, quasi verrebbe da dire una
vita anonima, trova la sua dignità in Cielo e si irradia sulla
Terra. Proprio come tutte le cose di Dio”.

Interceda per noi il Servo di Dio Pietrino Di Natale, per i
nostri giovani – di generazione in generazione – sempre alla
ricerca dello spirito autentico della vita. Quella felicità
che San Giovanni Paolo Il proclamava a chiare lettere a Tor
Vergata: “Quando sognate la Felicità, in realtà è Gesù che
cercate, è    Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di
quello che    trovate, è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è
Lui che vi    provoca con quella sete di radicalità che non vi
permette di   adattarvi al compromesso”.

Il Servo di Dio Pietrino Di Natale lo aveva ben capito e lo ha
testimoniato con le sue azioni. Oggi noi accogliamo la sua
testimonianza come un dono e un esempio mentre chiediamo alla
Chiesa e a Dio di verificare la sua santità.

Angelo Dl Battista
Fonte: Araldo Abruzzese

Focolarini in Albania: da 25
anni una via nuova
Ci sembra incredibile che sia passato un quarto di secolo
dall’apertura del focolare in Albania. “Ricordo come fosse
ieri l’incontro con il primo focolarino e successivamente la
gioia per l’apertura del focolare maschile a Tirana. Anni dopo
si apre quello femminile e da allora una schiera di persone si
susseguono, cercando di diffondere l’ideale dell’unità in una
terra che ha sofferto tanto per le discordie sociali,
ideologiche e soprattutto, durante il regime totalitario, la
devastante cosiddetta lotta di classe.

                   Noi che abbiamo seguito gli sviluppi del
                   Movimento dei Focolari nel mondo e in
                   Albania, abbiamo notato la risposta
                   concreta al profondo bisogno dell’unità di
                   noi albanesi. Essendo un paese con quattro
                   religioni: cattolica, cristiana ortodossa,
                   musulmana e bektashi, il messaggio di unità
                   di Chiara Lubich, che supera le divisioni
                   di qualsiasi tipo, è stato salutare. Si
sono avvicinati ai due focolari, non solo cattolici ma anche
musulmani e non credenti. Anche se timidi all’inizio, gli
albanesi hanno però potuto vincere tale timidezza e
pregiudizi; col tempo si e creato un ambiente famigliare che
ha reso possibile intraprendere tante attività”- dice Donika
Omari, giornalista e traduttrice albanese, di convinzioni non
religiose, in occasione del venticinquesimo anniversario
dell’arrivo della spiritualità dell’unità nel ‘Paese delle
aquile’.

Incontri, Mariapoli, visite nei diversi luoghi di culto,
spettacoli con la partecipazione di rappresentanti delle
diverse religioni…e poi l’aiuto dato alle famiglie albanesi in
difficolta economiche e non solo. In un momento tragico per
gli albanesi, la guerra di Kosova nel 1999, si è sentito molto
vicino l’affetto e l’impegno concreto di Chiara Lubich. Tanti
aiuti finanziari sono arrivati dall’Italia e da tutto il
mondo, in tanti si sono mobilitati per accogliere e sistemare
i profughi di Kosova in Albania, erano più di 500.000.

                                       “La fratellanza tra le
                                       persone         senza
                                       distinzione         di
                                       categoria   sociale,
                                       razza,  nazionalità,
                                       ideologia, paese ecc .
                                       . .     è questo il
                                       messaggio meraviglioso
                                       che ci ha toccato e
                                       attirato          fin
                                       dall’inizio! Di tutto
ciò si sente un profondo bisogno per il nostro paese, dove
vecchi e nuovi sconvolgimenti hanno ostacolato la
normalizzazione delle relazioni umane”.”- aggiunge Donika.

Ora nel 2018, esattamente il 1° dicembre, si è voluto
festeggiare i primi 25 anni di questa presenza dei focolarini
in Albania con un evento pubblico realizzato nell’Aula Magna
dell’università cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”
di Tirana. In modo sintetico e altrettanto ricco di esperienze
si è ripercorso un po’ di storia. Si voluto anche presentare
il libro di Chiara Lubich: “Una via nuova”, tradotto in lingua
Albanese. Le parole di quanti sono intervenuti esprimevano la
profonda e consapevole gratitudine verso Dio, Chiara, e verso
i focolarini e focolarine passati in questa terra.
Anche        l’attuale
                                       presidente           del
                                       Movimento dei Focolari,
                                       Maria Voce Emmaus si è
                                       fatta presente con un
                                       suo           caloroso
                                       messaggio:“… mi unisco
                                       alla gioia di tutti voi
                                       che, insieme a molti
                                       amici e autorità civili
                                       e religiose, celebrate
il 25º anniversario dell’arrivo del focolare in Albania. E’ un
momento di grande festa e di commozione; un’occasione speciale
per ringraziare Dio di questa importante tappa raggiunta!”.

                                       Erano   circa   200   le
                                       persone presenti, tra
                                       cui una rappresentanza
                                       dal Kosovo e una coppia
                                       di musulmani della
                                       Macedonia che hanno
                                       testimoniato la loro
                                       esperienza di Dio nello
                                       spirito dell’unità dei
                                       focolari.    Presente
                                       il Nunzio   Apostolico
Mons. Charles John Brown, il vescovo Asti Bakallbashidella
della Cattedrale ortodossa in Tirana, l’arcivescovo della
Chiesa cattolica Mons. Frendo, che ha curato la prefazione in
albanese del libro, ed il Prof. Shehu, professore di Pedagogia
all’Università di Skopje.
Un messaggio importante
                                       di             Chiara,
                                       particolarmente attuale
                                       per noi, è “mettere in
                                       pratica la parola e non
                                       solo ascoltare”. Questo
                                       riporta alla mente il
                                       motto della nostra
                                       Santa Madre Teresa:
                                       “L’amore in azione”. Lo
                                       diceva    anche     Papa
Giovanni Paolo II: “Dove c’è cuore ci sono delle braccia”.

Abbiamo chiesto a Livio, in focolare a Tirana dal 1993 al
2005, invitato alla festa del 25°, come ha vissuto questa
tappa del cammino dei focolari in Albania: “Mi pare che il
significato di questo 25° della presenza del Movimento in
Albania sia da trovare nel segno della continuità e dello
                                       sviluppo. Sono stato
                                       molto   contento  di
                                       rivedere dopo 14 anni
                                       tante delle persone che
                                       avevo    conosciuto.
                                       Allora erano studenti,
                                       ora sono belle coppie
                                       con      i       loro
                                       figli, allora erano
                                       religiosi o sacerdoti
                                       ora sono i vescovi
della Chiesa Albanese. Nonostante che non siano diminuite le
difficoltà, ho sentito una grande vitalità, uno sguardo sempre
dinamicamente rivolto verso una speranza, un futuro migliore,
sostenuto dall’Ideale dell’Unità che rimane per loro il
riferimento per la vita personale e sociale.         Vedo uno
sviluppo non solo numerico, ma anche nella sempre più attiva e
profonda presa di coscienza e responsabilità dei suoi membri
nel portare il messaggio di unità nelle diverse componenti
socio-religiose dell’Albania”.

                                      E Madi Roço, anche lei
                                      della prima ora. E’
                                      sposata e mamma d un
                                      ragazzo di 14 anni.
                                      Laureata             in
                                      giurisprudenza. Esperta
                                      legale           nelle
                                      legislazioni
                                      ambientali.

“… un quarto di un secolo… io allora quindicenne con
tantissimi sogni. La mia Albania si era appena aperta. Io
sognavo di vivere quel profumo meraviglioso che la libertà può
dare…… ma Dio aveva un bel progetto in serbo per me. Quando
Dio si manifestò a me con la “parola di vita”     allora ho
capito che non c’era libertà più grande e più gioia
nel mettere Dio al primo posto ogni giorno. Il nostro 25° mi
ha rinfrancato il cuore”.

                                      Maria    Voce   Emmaus
                                      continua     nel  suo
                                      messaggio    ricco di
                                       conferme,
                                       incoraggiamenti       e
                                       prospettive per il
                                       nostro
                                       paese: “Ripercorrete un
                                       pezzo di storia, che
                                       nel tempo si è andata
                                       componendo     con   il
contributo – a volte – eroico di tanti. Una “storia sacra”
intessuta di gioie e dolori, di fatiche e speranza e
soprattutto di fedeltà alla luce dell’Ideale dell’unità che un
giorno vi ha raggiunto. Molte le sfide affrontate in questi
anni: povertà, crisi di valori, mancanza di lavoro, che hanno
spinto tanti a migrare in cerca di un futuro migliore. Ma
anche generosità – come nella triste circostanza della guerra
del Kosovo – quando avete aperto cuori braccia per accogliere
chi era nel bisogno, per lenire ferite, offrendo sollievo e
pace spirituale. Come parte del popolo nato dalla vita del
carisma di Chiara Lubich e ormai sparsi in tutto il mondo è
bello che questa vostra “famiglia” di giovani e adulti
arricchita dalle molteplici esperienze vissute fin qui,
riprenda ora con nuovo slancio il cammino per intensificare
ovunque nel Paese brani di fraternità, prediligendo come unica
via quella del vero dialogo che ha radici nell’arte di amare.
La meta l’ut omnes. Ecco il mio augurio: che alimentati e
fortificati dal continuo amore reciproco, contribuiate con
accresciuto impegno a fare “risplendere d’oro” le vostre città
per la presenza sempre più intensa tra voi dell’Amore degli
amori. ”

Cristina Tomelleri

Hanno sloggiato Gesù
Chiara Lubich ebbe a dire: “Hanno sloggiato Gesù” quando lo
vide sostituito nei centri commerciali da renne, Babbi Natale
e stelle luccicanti. Oggi lo vediamo sloggiato e non accolto
nei poveri, nei migranti per le strade gelide delle nostre
Città. Ed è a Lui che vogliamo andare incontro.

Riceviamo ogni giorno testimonianze delle variegate iniziative
portate avanti in Italia da tanti con fatica e tenacia a
favore di poveri e di immigrati. Da chi, per esempio,
impegnato in un centro di accoglienza vive il dramma delle
famiglie immigrate che non vi potranno più essere ospitate. O
da coloro che, con un’associazione di sostegno alle povertà,
da oltre 30 anni, offrono scuola di italiano, sportelli
lavoro, banco alimentare, occasioni di socialità e di svago,
pronti adesso a raddoppiare l’impegno.

Come Movimento dei Focolari intendiamo rafforzare e sostenere
ancora di più tutte queste realtà, stringendo ulteriormente le
collaborazioni già in atto con molte organizzazioni laiche ed
ecclesiali.

Ciò che interpella la nostra coscienza è la condizione di
esclusione che colpisce uomini, donne e bambini. Oggi, nel
Natale 2018, vogliamo prendere alla lettera i quattro verbi
proposti da papa Francesco per affrontare la grande questione
delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e
integrare. È quello che cerchiamo di fare personalmente dove
esercitiamo il nostro impegno concreto.

Prima delle elezioni del 4 marzo u.s. abbiamo avanzato,
assieme ad altre organizzazioni cristiane, delle proposte
concrete per l’agenda politica, che promuovevano istanze di
giustizia e umanità, ben consapevoli che «la crisi dei
migranti che attraversa oggi l’Europa mette in luce una
profonda crisi dei valori comuni su cui l’Unione si dice
fondata». Di fatto, la normativa introdotta in Italia sembra
andare in direzione opposta a tali istanze.

Il Card. Bassetti, intervistato da Avvenire, ha spiegato che
“la Chiesa cattolica, da sempre, si prende cura dei poveri,
degli ‘scarti’ e degli ultimi. I poveri, anche quelli
forestieri di cui non sappiamo nulla, appartengono alla Chiesa
«per diritto evangelico» come disse Paolo VI. Ed è in virtù di
questo «diritto evangelico» che la Chiesa italiana si muove
con cura e compassione verso coloro che scappano dalla
povertà, da guerre, carestie, fame, persecuzioni”.

Ora, come allora, lo sguardo del Bambino – accolto dagli
esclusi della terra, come erano i pastori del tempo – sia
capace di svegliarci dal sonno della paura e del rancore per
farci riscoprire fratelli.

Rosalba Poli e Andrea Goller

Responsabili Movimento dei Focolari – Italia

“Dai una mano alla pace” –
Festa di Natale alla Cartiera
di Torino
Anche quest’anno la “Cartiera” di Torino è stata il teatro
della ormai tradizionale festa di Natale organizzata dalla
comunità dei Focolari per i bimbi del quartiere e le loro
famiglie.

Ad arricchire la festa di quest’anno è stata la presenza di
diversi dei giovani che nell’estate hanno partecipato proprio
in Cartiera all’appuntamento torinese del Summer Camp, che con
la loro vitalità e freschezza hanno animato, in diversi
laboratori, la cinquantina di bambini arrivati con le loro
mamme, diversi dei quali (lo si capisce dagli abbracci con gli
animatori), sono tornati dopo l’esperienza estiva.
Così, dopo un’abbondante merenda e dopo l’immancabile inizio
tutti in cerchio con la “canzone del pollo”, che coinvolge
grandi e piccini, mentre le loro mamme svolgono alcuni
laboratori manuali, i bambini si lanciano in diversi
laboratori pensati appositamente per loro dai giovani. I più
partecipati sono quelli di canto, di danza e di murales, dove
i bambini preparano un albero fatto con le impronte delle loro
mani e colorano con tanti colori uno sfondo bianco che da lì a
poco “svelerà” la scritta che vuole spiegare il senso del
pomeriggio passato insieme: “Dai una mano alla pace“.
Poi, l’immancabile momento dei regali per i più piccoli, che
prima di ricevere il proprio dalle mani di Babbo Natale,
lasciano la pallina con il loro nome sui fili verdi preparati
in uno dei laboratori e che compongono l’albero di Natale. E’
il segno concreto con cui ogni bambino può dire il proprio
desiderio di dare una “mano alla pace”.

In una delle stanze della Cartiera anche quest’anno i giovani
hanno allestito, sulle orme dell’esperienza del “fagotto” (*)
di Chiara Lubich, la loro “boutique”, una sorta di mercatino
solidale dove, attraverso un buono ricevuto al loro arrivo, le
mamme che hanno accompagnato i loro bimbi in Cartiera possono
scegliere un capo donato dai giovani da portare a casa.

Al pomeriggio passato insieme segue poi un momento di festa
dei giovani del Campus con gli adulti della comunità dei
Focolari e quanti si sono voluti fermare, conclusa con un
divertente karaoke intergenerazionale e multiculturale.

Sono tante le sfumature presenti dentro a questo pomeriggio di
festa, dalle mamme dei bambini che arrivano con una torta,
delle patatine, dell’ottimo marqūq (pane arabo) e delle bibite
per contribuire alla merenda, fino all’attenzione fatta nel
preparare le pietanze per la cena condivisa in modo da
rispettare le tradizioni alimentari delle famiglie del
luogo. Segno che qui in Cartiera c’è già spazio per la
reciprocità.

Di Daniela Baudino

* L’idea del “fagotto” si ispira ad una pratica cominciata da Chiara Lubich con le sue prime compagne.
Almeno una volta l’anno si faceva il “fagotto”. Si passava in rassegna tutto ciò che in casa era

superfluo: vestiti, libri, scarpe, oggetti e si depositavano sopra un vecchio lenzuolo, si alzavano i

lembi, si chiudevano con un nodo ed era così pronto il fagotto che si andava a distribuire ai poveri o a

chi ne avesse più bisogno.

Vivere la Parola: piccole
esperienze quotidiane (2a
parte)
Continuiamo a pubblicare alcune esperienze sulla Parola di
Vita di Novembre 2018: “Ecco: sto alla porta e busso. Se
qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da
lui, cenerò con lui ed egli con me”.

          Un’amica mi chiede per motivi di salute, di sostituirla
          per aiutare un gruppo parrocchiale per il canto. Era
          un’ora impossibile per me, ma sentendo che era Gesù che
          bussava e ho detto di sì… con tanta gioia sua e anche
          mia!
          Il telefono di casa ha cominciato a squillare. Ero
          tentata di non rispondere ma… “Ecco sto alla porta e
          busso”, la Parola di vita del mese. Decido di
          rispondere. Era la moglie di una persona che di tanto in
          tanto abbiamo aiutato con mio marito e sempre seguito.
          Chiedeva un aiuto economico perché non erano riusciti
          questo mese ad arrivare a tutto il necessario…. Proprio
          al mattino avevo gioito di poter rimettere un paio di
          scarpe invernali che dopo l’incidente non avevo più
          potuto indossare. Ho subito pensato che quello era il
          mio “accogliere”. Le ho detto che ne avrei parlato con
Giuseppe e che ci saremmo risentite. Ha richiamato, è
venuto il marito e abbiamo così potuto dare un piccolo
aiuto, quello che mi sarebbe servito per comprare un
paio di scarpe che non dovevo più acquistare.

Entro in una nuova classe frequentata da un alunno
definito   dai   colleghi   “difficile   e   molto
indisciplinato”. Il primo giorno di lezione ho pensato
di mettere da parte la lezione e dedicare, invece, l’ora
per conoscerlo e e aprire un dialogo con lui. Finora non
ho avuto problemi, segue le lezioni ed è un ottimo
allievo.
Finalmente una domenica libera da impegni, tutta per
noi! Ma si fa avanti un pensiero: sappiamo di una
famiglia in difficoltà che oggi sarà sola. Cosa
mangeranno? Coinvolgo mio marito, faccio la spesa, li
invito e così vengono a pranzo. I bambini sono felici.!
Abbiamo tutti tanta gioia e tanta pace. La sera non
sentiamo nessuna fatica: è il riposo che dà la Sua
presenza nell’avere amato.
Una mia amica che abita lontano mi ha chiesto un giorno
di parlare con un suo familiare del mio paese per
cercare di mediare per alcune forti incomprensioni che
c’erano in famiglia. Io sono andato da lui, pur non
conoscendolo bene, e l’ho ascoltato profondamente.
Sentivo che la situazione si stava appianando.
L’avventura non si è conclusa ma intanto è un primo
passo, tanto che l’amica mi ha ringraziato dicendo:
     “Solo tu ci sai parlare!”.

(vedi 1a parte)

(vedi 3a parte)

Famiglie   Nuove  ITALIA   –
Progetto    “Amicizia    tra
famiglie dell’Italia e del
Medio Oriente”
Chi è Famiglie Nuove

Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei
Focolari (fondato da Chiara Lubich) è nato nel1967. E’
composto da famiglie che si propongono di vivere la
spiritualità dei Focolari (spiritualità dell’unità) edi
irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la
fratellanza universale.

Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento
per i fidanzati; giovani coppie, e si impegna per la
promozione di una cultura della famiglia e di adeguate
politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e
collaborando con diverse agenzie educative.

Il suo stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita
di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo
costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse
realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio.
Per ulteriori informazioni: www.famiglienuove.org o scrivere a
famiglienuoveitalia@gmail.com

Titolo del progetto: “Amicizia tra famiglie dell’Italia e del
Medio Oriente”
Responsabili: Rosalba e Andrea Ponta – Italia, Grace Korkmaz e
Claude Mailhac – Libano Periodo: 1 luglio 2018 – 30 giugno
2019

Data di ideazione e presentazione: aprile 2018

Breve descrizione del progetto. Dal 2017 le comunità dei
Focolari dell’Italia e del Medio Oriente hanno intrapreso un
percorso di condivisione con lo scopo di instaurare rapporti
fraterni e dare testimonianza “controcorrente” che il mondo
unito è possibile anche “a distanza” e in contesti
particolarmente drammatici.

La “scusa” per avviare il progetto è la realizzazione di un
sostegno economico per tre famiglie (due irachene, una
siriana) al momento rifugiate in Libano, con un contributo di
1.000 Euro al mese per 12 mesi.

In realtà non si tratta solamente della ricerca fondi per un
sostegno economico, ma di una proposta più ampia di amicizia
“concreta” attraverso l’adozione reciproca tra famiglie del
Medio Oriente e famiglie Italiane, con scambi culturali e di
esperienze di vita maturate in ambiti così diversi e
apparentemente lontani tra loro.

Per approfondimenti:
Scheda Allegato 1: un flash sul Libano
Scheda Allegato 2: conosciamo le famiglie incluse nel progetto

Dettagli del progetto

L’aiuto economico (1.000 Euro mensili) sarà impiegato per il
pagamento degli affitti delle abitazione a Beirutdove
risiedono attualmente le tre famiglie.
La comunità del Movimento dei Focolari libanese ha finora
fatto di tutto per aiutare queste ed altre famiglie che si
sono alternate in questi anni in Libano (delle quali parecchie
sono partite per paesi occidentali appena avuta la
possibilità), ma in questo momento la situazione economica è
peggiorata e diventata difficile per tutti gli abitanti e
attualmente la comunità non riesce più a procurare la somma
necessaria per i tre affitti.

I versamenti saranno fatti mensilmente da FN Italia
direttamente su un conto corrente gestito dai responsabili dei
Focolari in Libano. In questo modo si assicura che l’aiuto
economico vada direttamente allepersone interessate senza
alcuna intermediazione.

Il progetto avrà una durata di 12 mesi, con una verifica
intermedia al 6° mese e una finale per decidere uneventuale
rinnovo e/o l’estensione ad altre famiglie.

Nell’arco della durata del progetto si prevedono almeno due
momenti di scambio con le famiglie del Libano per avere un
feedback sul progetto e per approfondire la reciproca
conoscenza. Le modalità di scambio (email, skype, ecc.)
saranno definite successivamente in base alla situazione dei
rispettivi paesi.

Contatti. Per richiedere ulteriori informazioni e/o per
suggerimenti, idee o disponibilità si prega di scrivere al
seguente indirizzo email: famiglienuoveitalia@gmail.com

Cuneo, 19 giugno 2018

Scheda 1. Un flash sul Libano

Con l’inizio della guerra in Siria e l’arrivo di quasi due
milioni di rifugiati siriani in Libano (che conta solo 4
milioni di cittadini) l’economia del paese è entrata in una
crisi molto grave, a partire da una situazione comunque non
facile e da una ripresa mai realmente completata dopo la fine
della guerra civile nel 1990.

La vita in Libano è molto costosa. Solo per dare un’idea:
l’affitto di un appartamento, semplice e nonammobiliato, nei
quartieri popolari, si aggira in media sui 300 dollari
americani al mese.

La ricarica mensile di base di un cellulare costa almeno 10
dollari, senza l’accesso a internet.

In Libano l’acqua pubblica non è potabile e perciò quella da
bere si deve comprare. Le famiglie devono quindi pagare due
“bollette” per l’acqua: una per la casa e un’altra per bere.
L’elettricità non è assicurata da parte dello stato se non per
un massimo di 12 ore al giorno. Tutte le case hanno quindi un
abbonamento a un generatore privato di quartiere che copre il
servizio per le restanti 12 ore. Questo servizio è inoltre
spesso controllato da organizzazioni malavitose che fanno
affari sulla pelle della gente, obbligata anche in questo caso
ad avere una doppia bolletta per l’energia elettrica.

La crisi economica ha accentuato il rifiuto di molti libanesi
verso le persone di altri paesi arabi che sono arrivati in
Libano come rifugiati. I libanesi hanno goduto e godono ancora
di una libertà maggiore nel loro paese, e di un livello di
istruzione più alto rispetto agli altri paesi del Medio
Oriente. Questo ha fatto crescere in loro un senso di
superiorità nei confronti dei popoli degli altri paesi arabi.
Con l’arrivo dei rifugiati e la situazione politica e militare
che diventava sempre più pericolosa, gli investimenti in
Libano sono molto diminuiti e la situazione economica è
peggiorata. Con queste difficoltà, il mercato del lavoro è
entrato in crisi e le aziende libanesi hanno cominciato a
licenziare i libanesi e ad offrire il lavoro a siriani e
iracheni, che si accontentano di metà stipendio a parità di
qualifica. Già lo stipendio di partenza era basso ma ora si è
ridotto provocando anche la crescita della disoccupazione tra
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