9 Le risposte alla non autosufficienza nell'ambito del Comune di Genova - Indagine di ARS Liguria collegata al progetto SINA - Alisa

Pagina creata da Ilaria Caruso
 
CONTINUA A LEGGERE
9 Le risposte alla non autosufficienza nell'ambito del Comune di Genova - Indagine di ARS Liguria collegata al progetto SINA - Alisa
Ministero del Lavoro
  e delle Politiche Sociali

  Le risposte alla non autosufficienza
  nell’ambito del Comune di Genova
  Indagine di ARS Liguria
  collegata al progetto SINA

  9

REGIONE LIGURIA
9 Le risposte alla non autosufficienza nell'ambito del Comune di Genova - Indagine di ARS Liguria collegata al progetto SINA - Alisa
Hanno contribuito alla realizzazione del Quaderno:
Per la ricerca sulle assistenti familiari nel Comune di Genova un particolare ringraziamento va ad Agnese
Bellieni, che ha coordinato le operazioni di rilevazione sul campo, svolto le interviste ai soggetti privilegiati e
riordinato le bozze dell’intera ricerca.
Si ringraziano altresì le rilevatrici: Stefania Borriello, Gaia Bozzo, Alice Canale, Valentina Cazzanti, Cristina
De Angelis, Valentina De Astis, Ilaria Dolfi, Giulia Focosi, Valentina Gallone, Elisabetta Garofano, Anna
Lavarello, Emanuela Liotta, Elisa Malagamba, Simona Petris, Elisa Rimotti, Aurora Sacco.
Un ulteriore ringraziamento va ai sottoscritti Enti e Associazioni che hanno svolto un ruolo fondamentale per
le interviste alle “badanti” consentendo di effettuarle presso le loro sedi e collaborando in prima persona a
interviste come testimoni privilegiati del lavoro di cura privato: Acli, Arci, Caritas, Cisl – Anolf, Cgil,
Comunità di S. Egidio, Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro, Oratorio San Giovanni Bosco di
Sampieraderna, Uil, Gruppo Caregiver c/o Ambito territoriale Sociale n. 36.
Un sentito grazie al Settore Valutazione e Controlli di Qualità e Sistema Informativo Sociale della Regione
Liguria (Elena Ricci) per l’elaborazione dei dati del Fondo Regionale Non Autosufficienza unitamente alle
misure erogate dal Comune di Genova.

Franco Bonanni
Commissario Straordinario ARS Liguria

Anna Banchero
Esperta ARS Liguria

REGIONE LIGURIA
9 Le risposte alla non autosufficienza nell'ambito del Comune di Genova - Indagine di ARS Liguria collegata al progetto SINA - Alisa
Le risposte alla non autosufficienza
nell’ambito del Comune di Genova

Indagine di ARS Liguria collegata al progetto SINA

9
Indice
Premessa 										4
Introduzione									5
Parte prima
Non autosufficienza e lavoro di cura
Quadro di riferimento sulla non autosufficienza						8
L’assistenza agli anziani non autosufficienti							                                              11
Misure erogate dal Comune di Genova a favore degli anziani non autosufficienti nell’anno 2009		   14
Aspetti demografici della condizione anziana a Genova					21
Parte seconda
Indagine sul fenomeno delle assistenti familiari nel Comune di Genova
Introduzione 									28
Sintesi delle principali evidenze								29
Assistenti familiari regolari e irregolari: quante sono?						31
Profili e progetti migratori								34
Il lavoro di cura svolto: attività, assistiti, emergenze						40
Il collegamento con la rete dei servizi: tutoraggio, formazione, regolarizzazione			              46
Testimonianze privilegiate sul lavoro di cura a Genova					52
Studio di fattibilità di un possibile intervento delle istituzioni pubbliche locali			 58
Allegati
Questionario somministrato 								63
Appendice statistica 								71

                                                    3
Premessa                                                                                                Introduzione
Il problema della non autosufficienza è uno dei più elevati della Liguria. Il mancato rifinanziamento   La ricerca è divisa in due parti.
del Fondo della Non Autosufficienza da parte del Governo nazionale impone, particolarmente
                                                                                                        1. La prima a cura dell’Agenzia Regionale Sanitaria (dott.ssa Anna Banchero, dott.ssa Agnese
per il lavoro di cura domiciliare “non sanitario”, una rilettura di tutte le attività in atto, per
                                                                                                        Bellieni) consiste nel quadro di riferimento della non autosufficienza e del lavoro privato di
trovare sinergie, connessioni, interventi low cost in modo da rispondere alle esigenze dei non          “cura”.
autosufficienti che continuano ad essere numerose e in parte non potranno essere soddisfatte            Sono inserite anche valutazioni sulle misure assistenziali erogate dal Comune attraverso il Fondo
proprio per la contrazione dei finanziamenti.                                                           Regionale per la Non Autosufficienza e propri servizi.
L’Agenzia Sanitaria Regionale, ritenendo di offrire un utile strumento di analisi e valutazione         Infine per una stima sui futuri trend demografici è inserito uno studio del prof. Paolo Arvati dagli
del lavoro di cura domiciliare non sanitario, ha elaborato nel corso del 2010 una ricerca sulle         anni ’50 al 2010.
risposte offerte nell’area genovese alle persone non autosufficienti, valutando anche i problemi
di chi lavora nell’aiuto domestico familiare.                                                           2. La seconda parte a cura del prof. Sergio Pasquinelli (Istituto per la Ricerca Sociale di Milano)
                                                                                                        presenta i risultati dell’indagine che ha stimato le dimensioni quantitative del fenomeno delle
                                                                                                        assistenti familiari nell’area di Genova, al fine di coglierne i tratti salienti e le relative specificità
                                                                                                        rispetto al quadro nazionale, di identificarne gli elementi evolutivi ed infine di offrire informazioni
                                                                                                        per supportare il progetto sperimentale sul lavoro di cura.
                                                                                                        Come allegati finali sono stati inseriti: il questionario somministrato alle persone che svolgono
                                                                Franco Bonanni                          il lavoro di assistente familiare, l’appendice statistica (prof. Sergio Pasquinelli) e uno studio di
                                                            Commissario Straordinario
                                                                 ARS Liguria
                                                                                                        fattibilità su un possibile intervento da parte delle istituzioni pubbliche locali. Quest’ultimo è
                                                                                                        stato elaborato dal prof. Luca Beltrametti della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi
                                                                                                        di Genova.

                                                  4                                                                                                        5
PARTE PRIMA

                    Non autosufficienza
                      e lavoro di cura

    A cura di Anna Banchero esperta ARS Liguria, Agnese Bellieni borsista ARS Liguria

6                                          7
Quadro di riferimento                                                                             minori       adulti        anziani    anziani      anziani        anziani     anziani           popolazione
                           sulla non autosufficienza                                                                            0-17        18-64          65-69      70-74        75-79          >=80        totale

                                                                                                            ASL 1              30.469      130.139        15.516      13.769          11.990     15.471      15.471             217.354

                                                                                                            ASL 2              37.561      168.760        21.109      18.436          15.996     21.356      21.356             283.218

L’invecchiamento della popolazione in Italia                                                                ASL 3              99.373      445.884        52.238      45.453          42.396     57.048      57.048             742.392

La popolazione ultrasessantacinquenne in Italia ha raggiunto il 1° gennaio 2008 il 20,1% sul                ASL 4              19.814       87.376        10.508      9.545           8.693      12.309      12.309             148.245
totale, pari a oltre 11,9 milioni di persone (ISTAT, 2009). Rispetto ai dati relativi al censimento         ASL 5              29.123      130.139        14.847      12.580          12.205     17.775      17.775             216.669
del 1971 che contava 6,1 milioni di anziani, l’11,3% della popolazione, il dato si è duplicato
                                                                                                            Regione Liguria   216.340      962.298        114.218     99.783          91.280     123.959     123.959           1.607.878
(Istat, 1986). Risulta ancor più consistente l’evoluzione esponenziale del numero dei “grandi
anziani”, passati da meno di 2,1 milioni ad oltre 5,7 milioni; con una percentuale che è variata
dal 3,9 al 9,6 sull’intera popolazione. Dalle evidenze statistiche, il processo di invecchiamento          Si può osservare come la forte incidenza della popolazione anziana costituisca il presupposto del
risulta essere distribuito sul territorio nazionale in maniera disomogenea: raggiunge l’apice in           bisogno assistenziale legato alla non autosufficienza. Analizzando i dati demografici si stima il
Liguria, dove oltre una persona su quattro è ultrasessantacinquenne (Lucchetti, Chiatti,                   fabbisogno assistenziale della popolazione ultrasessantacinquenne, con l’ausilio delle proiezioni
Principi, 2009). L’incremento della longevità, porta fisiologicamente, con il passare degli anni,          statistiche dello studio epidemiologico di E. Buiatti, F. Ferrucci e altri del 2001, applicati alla
ad un peggioramento delle condizioni generali di salute e ad una ridotta capacità di gestione degli        popolazione ligure >65 al 31-01-2005.
aspetti di vita quotidiana. All’aumento dell’incidenza della popolazione anziana consegue quindi
l’incrementarsi di situazioni di fragilità e di non autosufficienza che richiedono cure assistenziali                                   Almeno 3 ADL         1 ADL perduta 6,9          2 ADL perdute 1      Almeno 3 ADL
                                                                                                                                         perdute 10,2                                                         perdute 1,9
continuative. L’essere anziano non rappresenta sinonimo di malattia, disabilità o bisogno
                                                                                                                        popolazione     AD, residenze a        AD, ADI, Centri              ADI, centri      ADI, Residenze      Totale per ASL
assistenziale; esiste tuttavia una correlazione tra età anziana e stato di non autosufficienza (Gori,                      >=65         bassa intensità        diurni, residenze         diurni, residenze      per non
Lamura, 2009).                                                                                                                           assistenziale         a bassa e media           a media intensità   autosufficienti
                                                                                                                                                            intensità assistenziale        assistenziale
L’invecchiamento in Liguria                                                                                 ASL 1         56.094            5.721                   3.870                      561                1066              11.219
Le dinamiche della popolazione ligure sono caratterizzate da un fortissimo invecchiamento,                  ASL 2         75.349            7.686                   5.199                      753               1.432              15.070
rappresentato dall’indice di vecchiaia, che evidenzia valori doppi rispetto alla media italiana.
Per 140 anziani ogni cento giovani (valore di per sé già molto elevato) nel territorio nazionale,           ASL 3         194.017           19.790                  13.387                     1.940             3.686              38.803
in Liguria gli anziani sono 240. Il territorio ligure è il più “vecchio” d’Italia e tra i più vecchi del    ASL 4         40.617            4.143                   2.803                      406                772                8.123
mondo, con una spesa di protezione sociale ed una spesa sanitaria significativamente superiori
                                                                                                            ASL 5         56.381            5.751                   3.890                      564               1.071              11.276
alla media nazionale (rispettivamente + 4,9% e + 1,3%).
                                                                                                            Totali        422.458           43.091                  29.150                     4.225             8.027              84.492

                                                                                                           Il sistema regionale copre il 60% della domanda attraverso forme tradizionali di risposta (ADI,
                                                                                                           RP, RSA e Centri Diurni): si evidenziano quindi problematiche inerenti la risposta assistenziale
                                                                                                           sotto il profilo della carenza e dell’appropriatezza.
                                                                                                           L’assetto istituzionale sociosanitario (applicazione D.Lgs 229/1999 e Legge 328/2000)
                                                                                                           La Regione Liguria, con l.r. 12/2006 (Promozione del sistema integrato di servizi sociali e
                                                                                                           sociosanitari), ed attraverso il Piano Sociale Integrato Regionale 2007/2010 pone le basi per
                                                                                                           una reale integrazione dei servizi sociali e sanitari; condizione indispensabile per un approccio
                                                                                                           olistico alla non autosufficienza.
                                                    8                                                                                                                     9
CONFERENZE DEI SINDACI                                                DISTRETTI SOCIOSANITARI                                                                                            all’Art. 46, dispone quanto segue: “Si definiscono non autosufficienti le persone con grave disabi-
                                                                                                          GENOVA 1
                                                                                                                          GENOVA 3    GENOVA 5                                           lità permanente impossibilitate a svolgere le funzioni della vita quotidiana e quelle dedicate alla
                                                                                                                                                      TIGULLIO 2
                                                                                                                                                                                         cura della persona, con difficoltà nelle relazioni umane e sociali, nelle attività strumentali, nella
                                        3                                          BORMIDE
                                                                                                                                                                                         mobilità e nell’uso dei mezzi di comunicazione”.
                                                  4
                                                                                                                                                               RIVIERA VAL DI VARA
                      2        ASL3 GENOVESE
                                                                                                                      GENOVA
                                                                                                                           GENOVA 6                                                      La definizione è comprensibilmente molto articolata, ma, per meglio identificare i potenziali de-
                                        ASL4 CHIAVARESE    5                                                SAVONESE TIGULLIO OCCIDENTALE
                                                                                                                                         TIGULLIO 1
                                                                                                                                                                          VAL DI MAGRA   stinatari in relazione agli indirizzi dell’OMS, esclude le non autosufficienze transitorie.
                                                                                                                                                                                         Si fa riferimento alla condizione di disabilità che perdura nel tempo, accompagnata da deficit
                     ASL2 SAVONESE                                                                    FINALESE

        1                                                                                                                AREA GENOVESE
                                                                                                                                                                                         della capacità motoria e/o psichica, instabilità clinica e fragilità biologica, gravemente limitante
                                                      ASL5 SPEZZINO                               ALBENGANESE
                                                                                                                          GE 1 GE 3    GE 5                SPEZZINO

                                                                                                                                                                                         della capacità di compiere attività di “base” della vita quotidiana, delle funzioni relazionali e di
                                                                                      IMPERIESE
    ASL1 IMPERIESE
                                                                              SANREMESE

                                                                                                                                                                                         comunicazione con l’esterno. La storia personale e le condizioni reddituali (solitudine, modelli
                                                                        VENTIMIGLIESE
                                                                                                                            GE 2 GE 4 GE 6

Questa normativa ha profondamente mutato l’assetto della rete dei servizi sociosanitari e sociali,                                                                                       culturali) possono essere considerate aggravanti di deficit psicofisici.
facendo confluire Zone Sociali e Distretti Sanitari, per creare il Distretto Sociosanitario quale
dimensione territoriale in cui si integrano le funzioni sociali complesse e sociosanitarie.                                                                                                                           L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI
                                                                                                                                                                                                                         NON AUTOSUFFICIENTI
La Rete è ripartita come segue:
                                                                                                                                                                                         Il sistema complessivo delle misure di sostegno per gli anziani non autosufficienti è caratterizzato
• 5 AZIENDE SANITARIE                                                                                                                                                                    da una limitata offerta di servizi pubblici o a finanziamento pubblico e dallo scarso coordinamen-
• 19 DISTRETTI SOCIOSANITARI                                                                                                                                                             to che spesso ottiene tra le diverse tipologie ed i livelli di intervento.
• 65 AMBITI TERRITORIALI SOCIALI                                                                                                                                                         La qualità e la quantità dei servizi erogati, l’ammontare delle risorse disponibili e la definizione
(associazioni intercomunali per la gestione dei servizi sociali di base, ricompresi nel territorio del                                                                                   dei criteri d’accesso si sono sviluppati in maniera fortemente eterogenea nei diversi territori. Tut-
Distretto Sociosanitario).                                                                                                                                                               tavia, nonostante tale differenziazione, anche nelle aree di maggiore sviluppo dei servizi sociali e
I problemi della non autosufficienza                                                                                                                                                     sociosanitari (in particolare le regioni del Nord) l’intervento pubblico non offre risorse sufficienti
                                                                                                                                                                                         a fronteggiare bisogni di cura sempre più intensi, continuativi e differenziati (Da Roit, 2009).
In Italia non esiste un’unica definizione della “non autosufficienza”. Numerosi sono gli strumenti                                                                                       In Liguria, i servizi per gli anziani si articolano in prestazioni domiciliari, sostegni economici, e
preposti all’accertamento del bisogno assistenziale di una persona ed all’attivazione dei correlati                                                                                      prestazioni residenziali. Il Piano Sociale Integrato Regionale 2007-2010 e il Piano Sociosanitario
servizi; si citano a tal proposito il riconoscimento dell’invalidità civile, dell’indennità di accom-                                                                                    2009/2011 attribuiscono le competenze su domiciliarità e residenzialità extraospedaliera ai Di-
pagnamento (INPS), gli accertamenti per l’accesso ai servizi sanitari (ASL) e ai servizi sociali                                                                                         stretti Sociosanitari.
(Comuni). Per effettuare valutazioni diversificate, il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche So-                                                                                      Tra le azioni regionali di maggiore importanza si annovera il Fondo Regionale per la Non Auto-
ciali ha promosso in forma sperimentale l’avvio di un Sistema Informativo Nazionale per il                                                                                               sufficienza, istituito con legge regionale n. 12/2006, e del quale sono stati forniti gli indirizzi per
monitoraggio della non autosufficienza (SINA). Obiettivo strategico del SINA è l’acquisizione                                                                                            l’utilizzo nel DGR 1106 del 20/10/2006.
di informazioni individuali relative alle prestazioni erogate alle persone non autosufficienti,nel
rispetto delle norme sulla privacy. Tale flusso informativo andrà ad integrarsi con i dati richiesti                                                                                     La disciplina del FRNA prevede:
dal “nuovo” Sistema Informativo Sanitario Nazionale (NSIS), collegando le informazioni sulle                                                                                               •		 l’implementazione di una rete sociosanitaria distrettuale a favore della non autosuf-
prestazioni sociali a quelle sanitarie e sociosanitarie, già definite con i decreti Sacconi del dicem-                                                                                   			 ficienza;
bre 2008 per prestazioni domiciliari e residenziali.
                                                                                                                                                                                           •		 il riconoscimento di una misura economica per facilitare la permanenza a domicilio
Il SINA è coordinato dalla Regione Liguria attraverso l’Agenzia Sanitaria Regionale; aderiscono
                                                                                                                                                                                         			 delle persone non autosufficienti;
alla sperimentazione quasi tutte le regioni italiane.
Uno degli aspetti più rilevanti per individuare la potenziale domanda è proprio la definizione di                                                                                            •		 il potenziamento dell’offerta di residenzialità e semiresidenzialità.
non autosufficienza. In questi termini la Regione Liguria con la l.r. n. 12 del 24 maggio 2006,
                                                                       10                                                                                                                                                                 11
Il lavoro privato di cura                                                                                                                          aiuto alla persona di carattere non infermieristico, nei casi di forte compromissione dei livelli di
                                                                                                                                                   autonomia nel compiere gli atti della vita quotidiana. L’assistente familiare viene utilizzata per
Accanto alle forme assistenziali pubbliche sopra citate, gran parte dell’assistenza prestata ad an-
                                                                                                                                                   sorveglianza, alimentazione, attività domestiche, ma anche per tutti quei processi necessari ad
ziani non autosufficienti in Liguria, e complessivamente in tutto il Paese, proviene dalla famiglia,
                                                                                                                                                   assicurare presenza e rassicurazione per i familiari (conviventi e non).
come aiuto informale. Negli ultimi decenni, a causa della diminuita disponibilità delle cure in-
                                                                                                                                                   Tra le assistenti familiari si registra una presenza ridotta, ma in lenta e continua crescita, di ita-
formali che si associa alla trasformazione delle strutture familiari, si è maggiormente evidenziata
la presenza di “assistenti familiari”. Si tratta delle cosiddette “badanti”, quasi sempre donne im-                                                liane. La maggior parte sono tuttavia straniere, di cui il 43% è irregolarmente presente nel nostro
migrate, assunte con compiti di assistenza e di cura (caregiver) a favore delle persone anziane.                                                   paese e spesso coabita con l’anziano; mentre in un quarto dei casi, pur avendo un permesso di
Attualmente, l’intervento pubblico si limita a rispondere alle sole situazioni di maggiore fragilità.                                              soggiorno, lavora senza una contratto (Pasquinelli, Rusmini, 2008).
Va sottolineato che negli ultimi anni con l’incremento dell’occupazione femminile, la contrazione                                                  La problematica delle assistenti familiari può essere rappresentata come l’incrocio tra due feno-
delle famiglie estese e la posticipazione in atto dell’età di pensionamento, si assiste all’aumento                                                meni: da una parte l’aumento della popolazione anziana, a cui è collegato lo scarso sviluppo dei
della solitudine in età anziana, con il radicamento di modelli identitari centrati, più sull’autorea-                                              servizi domiciliari pubblici, dall’altra l’incremento dei flussi migratori, in particolare quelli fem-
lizzazione che sul senso di appartenenza (Facchini, 2010).                                                                                         minili. Si tratta quindi dell’incontro tra i bisogni di due soggetti deboli: gli anziani, generalmente
Questo fa si che il lavoro privato di cura diventi oggetto di attenzione, non solo sul piano della                                                 non autosufficienti, e le donne immigrate, spesso in condizione di clandestinità, con l’obiettivo di
regolarizzazione dei processi di immigrazione o degli aspetti assicurativi collegati all’emersione                                                 guadagnare il più possibile da mandare al proprio Paese di origine, anche a costo di accettare una
del lavoro sommerso, ma anche in termini di mercato dell’occupazione e di “risorsa” che può                                                        condizione di lavoro sommerso e segregato (Mazzoli, 2005).
essere utilizzata dalla sfera pubblica.                                                                                                            Le amministrazioni locali attuano azioni di sostegno finalizzate a valorizzare e qualificare il lavo-
La possibilità di sviluppare l’attività di assistenza a domicilio nell’aerea grigia del lavoro som-                                                ro di cura richiedendo profili di qualità e di competenza a tutela di chi assiste e di chi viene assi-
merso rappresenta un tassello fondamentale per garantire l’accessibilità di questi servizi privati                                                 stito. In diverse regioni, tra cui la Liguria, sono stati attivati percorsi formativi atti a riconoscere
ad ampie fasce di popolazione, che vedrebbero un contratto regolare di lavoro, con gli oneri pre-                                                  la figura professionale dell’ assistente familiare, tuttavia la brevità dei corsi e il riconoscimento
videnziali previsti, come eccessivamente oneroso (Da Roit, 2010).                                                                                  di crediti formativi per l’accesso successivo a qualifiche quali ADEST e OSS sono differenziati
In proposito si ricordano le azioni finalizzate a facilitare la regolarizzazione del lavoro privato di                                             tra le regioni e non sono sufficienti a garantire una frequenza significativa, e quindi un’effettiva
cura, poste in essere con “assegni di cura”, tramite altri benefici collegati ai Fondi Regionali per                                               qualificazione del mercato privato della cura (Rusmini, 2005).
la Non Autosufficienza o altre forme progettuali come il programma “Si Cura” 1 posto in essere da                                                  Per qualificare il mercato privato di cura si dovrà provvedere ad un sistema di regolazione ar-
Comune e Provincia di Genova. Tali azioni vanno peraltro a beneficio di un numero di famiglie                                                      ticolato che tenga conto della contrattualità del rapporto di lavoro, del ruolo attivo di accompa-
ancora insufficiente.                                                                                                                              gnamento da parte delle amministrazioni locali (Comuni e Province) nel’agevolare l’incontro tra
                                                                                                                                                   domanda e offerta (attraverso un albo, o apposite “liste” di assistenti qualificate) e di un “sistema
Ruoli e profilo dell’assistente familiare                                                                                                          di supervisione” e monitoraggio del rapporto di lavoro.
In Italia il 6,6% degli ultrasessantacinquenni beneficia del lavoro di una assistente familiare, più                                               L’attuale lavoro di cura dell’assistente familiare, come dimostrano i dati sulla popolazione e come
frequentemente nota con il nome di “badante”. Tale percentuale aumenta nelle regioni del Nord,                                                     si rileva dall’ epidemiologia dei grandi anziani (malattie psico-organiche, gravi disabilità e de-
in cui il rapporto diventa di circa uno su dieci. Ne consegue quindi che si tratta della forma più                                                 menze), richiede personale di assistenza maggiormente preparato rispetto al passato.
diffusa di assistenza, dopo quella fornita dai familiari. Secondo recenti stime in Italia lavorano                                                 Lo stesso concetto di fragilità, riferito alla popolazione anziana, ha il significato di un decadi-
774 mila assistenti familiari, di cui 700 mila straniere (Pasquinelli, Rusmini, 2008).                                                             mento/peggioramento delle condizioni fisico-biologiche della persona assistita, tali da favorire
Il ricorso alle assistenti familiari risponde nella maggior parte dei casi, al bisogno di cure tutelari:                                           “eventi avversi” che richiedono all’assistente familiare, professionalità, prontezza e capacità di
                                                                                                                                                   riposte immediate coinvolgendo responsabilmente operatori sanitari esperti: dal ricorso al pronto
1
 Il progetto “Si Cura” è stato formulato dalla Provincia e dal Comune di Genova insieme alle organizzazioni sindacali confederali e dei pen-       soccorso, al medico, etc. (Trabucchi, Bianchetti 2010).
sionati e il Forum del terzo settore. Obiettivo è stato quello di dare un supporto, anche di natura economica, per l’organizzazione delle cure
presso il domicilio. Le domande di incentivo sono state raccolte dal 1 maggio 2009 al 31 agosto 2010 (www.comunedigenova.it). A conclusione
                                                                                                                                                   Proprio dalla condizione di fragilità dovranno partire attività formative per l’assistente familiare,
del Progetto, risultano conclusi 6 corsi per Assistenti famigliari riservati a lavoratori di “Si Cura” e 41 di loro hanno portato a termine il     finalizzate a rafforzare e sviluppare nuove forme di assistenza, basate sulla valorizzazione delle
percorso con esito positivo. Le famiglie che hanno usufruito dei benefici del progetto sono state invece 281 (dati fornito dall’Ufficio Sviluppo
Occupazione e Pari Opportunità della Provincia di Genova).
                                                                                                                                                   identità, qualità personali e delle competenza di chi opera nel mercato privato di cura.
                                                                       12                                                                                                                            13
Misure erogate dal Comune di Genova                                               Il 46% delle istanze sono state ammesse al beneficio, il 43% rifiutate per carenza di gravità,
                a favore degli anziani non autosufficienti                                           nell’11% dei casi non è stato possibile erogare la misura per decesso, ricovero, rinuncia o
                              nell’anno 2009                                                         trasferimento.

Il capitolo prende in considerazione i dati del sistema regionale per la gestione del Fondo per la
Non Autosufficienza relativi all’area genovese, mentre nell’ultimo paragrafo vengono riportati
dati di sintesi derivati dal collegamento dei dati del Fondo con i dati individuali forniti dal
Comune di Genova per l’assistenza domiciliare.
Fondo Regionale per la Non Autosufficienza erogato nell’area genovese
Nel 2009 i residenti anziani nel Comune di Genova erano 164.134. Nello stesso periodo sono
state presentate da parte degli anziani 1.131 domande per ottenere il Fondo Regionale della
Non Autosufficienza (6,8 per mille degli anziani), concesso a 516 anziani (46% delle istanze).
È da evidenziare che i criteri di accesso al beneficio (DGR 219/2008) prevedono una partico-
lare condizione di gravità che risulta esistente in circa la metà degli anziani con indennità di
accompagnamento. Oltre la gravità, è condizione di accesso l’ISEE inferiore a 20.000 euro.
Inoltre nel 2009 ai 516 anziani, di cui sono state accolte le domande presentate, vanno aggiunti
1.389 anziani con istanze relative ad anni precedenti, i quali hanno continuato a beneficiare        Beneficiari della misura
della misura.I beneficiari anziani del FRNA nel 2009 nel Comune di Genova sono stati pertan-
to complessivamente 1.905.                                                                           Sono in numero maggiore i beneficiari anziani del Distretto 11 (30%), Distretto 12 (23%) e
                                                                                                     Distretto 9 (22%) che rispecchia il valore ordinale della popolazione distrettuale Distretto 11
                                                                                                     (24%), Distretto 12 (22%), Distretto 9 (20%).
 Numero istanze per il FRNA nel 2009 nel Comune di Genova                                 1.131
 Anziani con istanza nel 2009 che hanno beneficiato della misura                          516
 Beneficiari anziani della misura nel 2009 con domande presentate anteriormente al 2009   1.389
 Totale beneficiari anziani nel 2009                                                      1.905

Istanze anno 2009
Il 72% dei richiedenti supera gli 80 anni, il 20% ne ha più di 90.

                                                                                                     In relazione all’età degli anziani beneficiari del Fondo, si riscontra una percentuale di accesso
                                                                                                     per classe di età superiore nelle classi di popolazione più “vecchie”. Ogni cento ultra centenari,
                                                                                                     circa 3 accedono al Fondo della Non Autosufficienza, rispetto ad un accesso del tre per mille
                                                                                                     su tutta la popolazione ultrasessantacinquenne.
                                                                   14                                                                               15
anziani   anziani   anziani   anziani    anziani      anziani   anziani   oltre      Totale
                   65-69     70-74     75-79     80-84      85-89        90-94     95-99    100     popolazione
                                                                                                      anziana
 Popolazione      40.543    38.771    34.895    26.553         15.988   5.339     1.793     252       164134
 FRNA
 beneficiari        23        40        72       134            142       61        37       7         516
 2009
 FRNA
 beneficiari su    0,06       0,1       0,2       0,5           0,9       1,1       2,1     2,8         0,3
 100 abitanti

                                                                                                                  Per quanto riguarda la tipologia di assistenza prevale l’assistenza da parte della famiglia (71%).

In relazione al reddito, il 55% dei beneficiari anziani hanno una situazione economica ISEE
inferiore a 10.000 euro. In tale situazione risultano in percentuale maggiore, rispetto alle istan-
ze presentate, nei distretti n. 11 Genova Centro (62%), n. 8 Genova Ponente (60%) e n. 13                         Considerando i profili di non autosufficienza adottati nel progetto nazionale SINA (derivati
Genova Levante (59%).                                                                                             dallo studio effettuato dalla Regione Veneto con la valutazione degli assi funzionali) risultano
                                                                                                                  prevalenti i casi di anziani dipendenti con problemi comportamentali (30%), confusi con de-
                                                                                                                  ambulazione assistita (20%), confusi totalmente dipendenti (16%), come risulta dalla seguente
                                                                                                                  tabella.

                                                          16                                                                                                     17
Beneficiari nel 2009 con istanze in anni precedenti                                               assistenziale (interventi di assistenza domiciliare fatti da cooperative al momento delle dimis-
                                                                                                  sioni ospedaliere).
Rispetto al numero di beneficiari complessivi della misura nell’anno 2009, si nota che il mag-
giore numero di beneficiari si riferisce a istanze 2007 (746), anno sperimentale della misura
con criteri di accesso meno restrittivi rispetto alla “messa a regime” di marzo 2008.

                                                                                                  Assegni per l’assistenza domiciliare
                                                                                                  Sono inoltre stati erogati 1.135 assegni per l’assistenza suddivisi in: assegni di cura (40), asse-
                                                                                                  gni continuativi (754) e assegni straordinari (341).

Rispetto alla motivazione di cessazione del beneficio, il numero maggiore di cessazioni si
riferisce a decessi (421) di cui il 76% (319) relative a istanze 2007.

                                                                                                  Collegamento tra benefici economici del Fondo Regionale per la Non Au-
                                                                                                  tosufficienza e misure erogate dal Comune di Genova
                                                                                                  Nella tabella seguente rappresenta il numero di anziani con più benefici: dei 516 beneficiari del
                                                                                                  Fondo per la Non Autosufficienza, 117 anziani hanno ricevuto anche assistenza domiciliare da
                                                                                                  parte del Comune e 44 hanno ottenuto assegni per l’assistenza.
Servizi di assistenza domiciliare erogati ai cittadini genovesi dal Comune di
Genova nel 2009                                                                                    2009 anziani         ADI                ASSEGNI                FRNA

Assistenza domiciliare                                                                             ADI                  786                   234                  117                  1.137
                                                                                                   ASSEGNI              234                   857                  44                   1135
Dai dati individuali pervenuti dal Comune di Genova, risultano complessivamente 1.137 an-
                                                                                                   FRNA                 117                   44                   355                  516
ziani a cui è stata fornita assistenza domiciliare nel 2009 con personale dipendente dal Comune
                                                                                                                        1.137                1.135                 516                  2.788
(AD), con personale in convenzione con cooperative (ADA), con affido anziani o in continuità
                                               18                                                                                                   19
BIBLIOGRAFIA                                                                                                                        Aspetti demografici
 1. Buiatti E., Ferrucci F. et Al. (2001), Dall’epidemiologia alle decisioni: un modello di                                  della condizione anziani a Genova
     studio per la programmazione dei servizi per gli anziani, in “Tendenze nuove”, n. 4, pp.                                                             Paolo Arvati
                                                                                                                                Esperto in statistica già Direttore Ufficio Statistico Comune di Genova
     313-340.
 2. Da Roit B. (2009), Le badanti: stato dell’arte e problemi aperti, in Da Roit B., Facchini       A Genova il processo d’invecchiamento si manifesta precocemente, specie per la componente
     C. (a cura di), Anziani e badanti. Le differenti condizioni di chi è accudito e di chi accu-   femminile della popolazione. Già al censimento del 1951 le persone di 65 anni e oltre rappresentano
     disce, Milano, FrancoAngeli.                                                                   il 10,0% della popolazione.
 3. Facchini C. (2009), Gli anziani accuditi: caratteristiche socio-familiari, condizioni di        Nel 1961 la percentuale sale al 12,2 e nel 1971 al 14,6. L’accelerazione del fenomeno interviene
     salute e necessità assistenziali, in Da Roit B., Facchini C. (a cura di), Anziani e badanti.   negli anni ’70, in coincidenza con il forte processo di denatalità che proprio in quegli anni
     Le differenti condizioni di chi è accudito e di chi accudisce, Milano, FrancoAngeli            interessa Genova.
 4. Gori C., Lamura G. (2009), Lo scenario complessivo, in Network non autosufficienza              Al censimento del 1981 l’incidenza degli ultrasessantacinquenni balza al 17,9%. Dieci anni
     (a cura di), L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Rapporto 2009, San-      dopo, al censimento del 1991, gli anziani sono ormai oltre un quinto della popolazione (21,2%)
     tarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, pp.17-34.                                             e all’ultimo censimento del 2001 rappresentano oltre un quarto (25,6%) dei residenti. All’interno
 5. ISTAT (1986), Sommario di statistiche storiche 1926-1985, Roma, Istat.                          della popolazione femminile le percentuali di anziane sono costantemente superiori: 10,7 nel
                                                                                                    1951, 13,7 nel 1961, 16,8 nel 1971, 21,0 nel 1981, 24,8 nel 1991, addirittura 29,2 nel 2001.
 6. ISTAT (2008), L’assistenza residenziale e socio-assistenziale in Italia - anno 2005,            È persino superfluo sottolineare che all’allargamento della presenza anziana corrisponde nel
     Roma, Istat.                                                                                   tempo un assottigliamento della componente infantile e giovanile: nel 1951 i residenti con meno
 7. ISTAT (2009), Struttura per età della popolazione al 1° gennaio - anni 2006-2009 (va-           di 25 anni rappresentano il 30,8% della popolazione, nel 2001 si riducono al 18,3. In valori
     lori percentuali), Roma, Istat.                                                                assoluti si passa da 211.710 unità a 111.657. Viceversa gli ultrasessantacinquenni crescono da
 8. Lucchetti M., Chiatti C., Principi A. (2009), Longevità e invecchiamento: un processo           68.799 unità nel 1951 a 156.051 nel 2001.
     diffuso e complessivamente positivo, in Ageing Society (a cura di), Condizioni e pensie-
     ri degli anziani. Rapporto nazionale 2009, IRCCS INRC, Ageing Society - Osservato-             Tabella 1. Genova: incidenza popolazione anziana e indice di vecchiaia ai censimenti
     rio Terza Età, pp. 57-128.
                                                                                                                      anni                            % persone 65 anni e oltre                           indice vecchiaia
 9. Mazzoli G. (2005), Le badanti: dispositivo stabilizzatore e rilevatore di tensioni, Dos-
                                                                                                                      1951                                       10,0                                          61,7
     sier di ricerca scaricabile dal sito Qualificare.info (area download)
                                                                                                                      1961                                       12,2                                          80,7
 10. Pasquinelli S., Rusmini G. (2008), Badanti: la nuova generazione. Caratteristiche del
                                                                                                                      1971                                       14,6                                          78,6
     lavoro privato di cura, Istituto per la Ricerca Sociale, Dossier di ricerca scaricabile dal
                                                                                                                      1981                                       17,9                                          116,8
     sito Qualificare.info (area download).
                                                                                                                      1991                                       21,2                                          206,4
 11. Rusmini G. (2005), Formare le assistenti familiari: un’analisi comparata, Dossier di
                                                                                                                      2001                                       25,6                                          245,1
     ricerca scaricabile dal sito Qualificare.info (area download).
 12. Trabucchi M., Bianchetti A. (2010), Alzheimer, Bologna, Il Mulino.                             Il fenomeno nel suo andamento storico può essere utilmente osservato confrontando l’indice di
                                                                                                    vecchiaia (numero anziani di 65 anni e oltre ogni 100 bambini e ragazzi con meno di 15 anni)
                                                                                                    delle 14 città metropolitane italiane.
                                                                                                    Genova già nel 1951 ha un indice di vecchiaia (61,7) tra i più alti a livello nazionale: è superata
                                                                                                    solo da Firenze (65,0), Trieste (65,0) e Torino (64,3). Nel 1961 Trieste ha già un indice superiore a
                                                                                                    100 (104,6). Seguono Firenze (86,7), Genova (80,7) e Bologna (77,8). Milano e Torino registrano
                                                                                                    valori superiori a 60, mentre tutte le città del Centro Sud restano al di sotto di 40, fino al valore
                                               20                                                                                                                21
minimo di Bari (17,2). Nel 1971 si confermano città più anziane Trieste (111,5), Firenze (89,3),          Tabella 2. Genova: indice di vecchiaia 2001 e 2009 per Municipio
Genova (78,6) e Bologna (76,5). Milano (60,7), Torino (52,2) e Venezia (50,2) mantengono una
                                                                                                                                                                                    Indice di vecchiaia
posizione intermedia tra le città più anziane e le metropoli del Centro Sud, tutte con indici inferio-                   Municipio
                                                                                                                                                                      2001                                    2009
ri a 40. il valore più basso si registra a Cagliari (25,0).
                                                                                                           I Centro Est                                               222,9                                   208,6
Nel 1981 le quattro città più anziane registrano tutte indici superiori a 100 (Trieste: 163,0; Bolo-
                                                                                                           II Centro Ovest                                            257,5                                   223,1
gna: 132,9; Firenze: 121,0; Genova: 116,8). Bari, Cagliari, Napoli e Palermo restano al di sotto
                                                                                                           III Bassa Val Bisagno                                      268,5                                   266,4
del 40%.
                                                                                                           IV Media Val Bisagno                                       224,6                                   234,9
Nel 1991 si registra un forte aumento dell’indice in tutte le città metropolitane. I valori più elevati    V Val Polcevera                                            227,2                                   204,0
superano 200 (Bologna: 280,1; Trieste: 261,9; Firenze: 221,5; Genova: 206,4). Milano, Torino,              VI Medio Ponente                                           241,8                                   235,8
Venezia e Roma superano il 100%, mentre le metropoli del Sud superano tutte il 50%. Il valore              VII Ponente                                                238,6                                   247,0
più basso si registra a Palermo (54,0%).                                                                   VIII Medio Levante                                         270,4                                   265,4
Nel 2001 infine solo Palermo (84,1) e Napoli (91,1) hanno tra i residenti più bambini e ragazzi            IX Levante                                                 259,5                                   251,8
che anziani. Tutte le grandi città del Nord hanno indici di vecchiaia superiori a 200. Genova con          Porto                                                       0,0                                     12,5
245,1 ancora una volta si colloca alle spalle di Firenze (249,3), Trieste (258,3) e Bologna (281,9).       TOTALE                                                     245,1                                   262,2
Il capoluogo ligure si conferma tra le città più anziane d’Italia, anche se non la più anziana.
                                                                                                          Nonostante l’arresto dell’indice di vecchiaia e uno scenario demografico cittadino nettamente
Se si esamina l’evoluzione demografica più recente di Genova, si notano almeno tre novità posi-           migliorato rispetto a quello di dieci anni prima, un altro indice segnala un netto peggioramento.
tive, tutte legate alla forte immigrazione straniera intervenuta tra il 2001 e il 2009:                   Si tratta dell’indice di “dipendenza strutturale” degli anziani che mette in rapporto le persone di
                                                                                                          65 anni e oltre con le persone in età attiva (dai 15 ai 64 anni). Nel 2001 si contavano a Genova
       1. Il calo demografico della Città si è sostanzialmente arrestato. Tra il 2001 e il 2009 la        40 ultrasessantacinquenni ogni 100 persone in età attiva. Alla fine del 2009 se ne contano 43,5.
          popolazione è diminuita di sole 485 unità (da 610.307 a 609.822). Nel decennio pre-             La popolazione in età attiva infatti è diminuita (-3,6%), nonostante l’apporto dell’immigrazione,
          cedente, tra il 1991 e il 1999, il calo era stato di 42.667 unità (da 678.771 a 636.104).       mentre la popolazione anziana di 65 anni e oltre è significativamente aumentata (+5,0%). So-
          Senza immigrazione straniera oggi Genova conterebbe poco più di 564 mila abitanti e             prattutto è aumentata la fascia più anziana degli ultraottantenni che oggi rappresentano l’8,4%
          il calo dalla data dell’ultimo censimento del 2001 sarebbe di oltre 46 mila.                    dell’intera popolazione di Genova.
       2. La natalità è in ripresa: sempre tra 2001 e 2009 la media annua dei nati è salita a 4.618
          contro i 4.351 del decennio precedente. Il tasso di natalità è cresciuto dal 6,7 del 1999       Tabella 3. Popolazione per classe decennale di età al Censimento 2001 e al 31/12/2009

          al 7,8 per 1.000 abitanti del 2009. L’aumentata natalità non è solo il frutto del pur im-                                                                                                Variazione 2001-2009
          portante apporto delle donne straniere, ma anche del “recupero” delle donne italiane.                 Classe di età          Censimento 2001             31/12/2009
                                                                                                                                                                                                ass.                   %
       3. Il processo d’invecchiamento si è arrestato: l’arrivo di popolazione giovane e la ripre-         0-9                              42.021                   46.315                    4.294                   10,2
          sa della natalità hanno rallentato l’invecchiamento. L’indice è sceso da 245,1 del 2001          10-19                            43.528                   47.236                    3.708                    8,5
          a 236,2 del 2009. Le flessioni maggiori si registrano nelle realtà in cui è maggiore la          20-29                            64.981                   51.426                  -13.555                  -20,9
          presenza straniera: Centro Est (da 222,9 a 208,6); Centro Ovest (da 257,5 a 223,1);              30-39                            91.368                   80.591                  -10.777                  -11,8
                                                                                                           40-49                            81.478                   96.517                   15.039                   18,5
          Valpolcevera (da 227,2 a 204,0).
                                                                                                           50-59                            85.029                   81.221                   -3.808                   -4,5
                                                                                                           60-69                            87.128                   81.398                   -5.730                   -6,6
                                                                                                           70-79                            74.533                   73.832                     -701                   -0,9
                                                                                                           80-89                            33.455                   44.049                   10.594                   31,7
                                                                                                           90-99                             6.670                    6.985                      315                    4,7
                                                                                                           100 e più                          116                      252                       136                  117,2
                                                                                                           TOTALE                          610.307                  609.822                     -485                   -0,1
                                                   22                                                                                                                 23
È utile esaminare la distribuzione della popolazione nel 2001 e nel 2009 per classe decennale di            Tabella 4. Abitazioni occupate da una persona anziana sola per classe di età al 31/12/2000 e al 31/12/2009
età. Emergono con nettezza i seguenti fenomeni:
                                                                                                             Classe di età              31/12/2000                              31/12/2009                     Variazione 2000-2009
        • le prime due classi (da 0 a 9 anni e da 10 a 19) registrano un significativo aumento
          (+10,2% la prima e + 8,5 la seconda) per effetto dell’aumentata natalità e dell’immi-                              maschi     femmine         Tot.      maschi        femmine         Tot.          ass.                  %

          grazione;                                                                                              65-74        4.843      14.198        19.041      5.444         12.346        17.790        -1.251                 -6,6
                                                                                                                 75-84        3.564      16.058        19.622      4.812         17.508        22.320         2.698                 13,8
        • diminuiscono bruscamente i ventenni (-20,9%) e i trentenni (-11,8): sono le genera-                   85 e più      1.485       7.521        9.006       1.949          9.308        11.257         2.251                 25,0
          zioni nate negli anni ’70 e ’80, ventennio in cui la natalità è crollata da 10.000 bambini
                                                                                                               TOTALE         9.892      37.777        47.669     12.205         39.162        51.367         3.698                 7,8
          circa nati nei primi anni ’70 ai 4.400 circa del 1990. La diminuzione sarebbe stata
          ancora più grave senza gli stranieri che oggi a Genova rappresentano quasi il 15% dei
                                                                                                            Tabella 5. Incidenza % dei soli al 31/12/2000
          ventenni e dei trentenni (contro il 7,5% complessivo della popolazione). Senza immi-
          grazione si sarebbe verificato un autentico crollo delle classi di età giovanili: i ventenni                                                                          31/12/2000
          si sarebbero ridotti del 33% circa, i trentenni del 24%;
                                                                                                               Classe                    maschi                                 femmine                                Totale
        • aumentano significativamente i quarantenni (+18,5%): si tratta della generazione del                 di età
          baby boom, degli anni ’60 di alta natalità;                                                                        Totale    di cui soli   incidenza
                                                                                                                                                       % soli
                                                                                                                                                                  Totale        di cui sole   incidenza
                                                                                                                                                                                                % sole
                                                                                                                                                                                                          Totale      di cui soli   incidenza
                                                                                                                                                                                                                                      % soli
        • Se si passa alle coorti più anziane, si può notare il forte incremento (+31,7%) degli                 65-74        36.402      4.843         13,3       47.232         14.198         30,1      83.634       19.041          22,8
          ottantenni e, particolare curioso, addirittura il raddoppio (+117,2%) dei centenari.                  75-84        19.383      3.564         18,4       33.723         16.058         47,6      53.106       19.622          36,9

Il numero degli anziani a Genova è destinato a crescere ancora. Entro i prossimi dieci anni, cioè              85 e più      5.454       1.485         27,2       15.547          7.521         48,4      21.001        9.006          42,9
entro il 2019, entreranno tra gli ultrasessantacinquenni i nati tra il 1945 e il 1954 e tra gli ultra-       TOTALE          61.239      9.892         16,2       96.502         37.777         39,1      157.741      47.669          30,2
settantacinquenni i nati tra il 1935 e il 1944: si tratta di generazioni abbastanza numerose, specie
quelle nate tra il 1937 e il 1940 e tra il 1946 e il 1950. Entro il 2029 poi entreranno tra gli ultrases-   Tabella 5 bis. Incidenza % dei soli al 31/12/2009
santacinquenni i numerosi figli del baby boom, nati tra il 1955 e il 1964.
                                                                                                                                                                                31/12/2000
L’aspetto più rilevante e problematico della condizione anziana è la solitudine. Al 31.12.2009 a Ge-
nova vivono da soli 51.367 ultrasessantacinquenni, quasi un terzo (31,3%) del totale degli anziani.            Classe
                                                                                                               di età
                                                                                                                                         maschi                                 femmine                                Totale
Sono in grande maggioranza donne (39.162, pari al 76,2% dei soli).                                                           Totale    di cui soli   incidenza    Totale        di cui sole   incidenza   Totale      di cui soli   incidenza
La condizione di solitudine si accentua con il passare degli anni: interessa infatti il 22,7% delle                                                    % soli                                   % sole                                % soli
persone dai 65 ai 74 anni (il 28,4 delle donne), cresce al 36,3% (il 46,6 delle donne) degli anziani            65-74        34.945      5.444         15,6       43.458         12.346         28,4      78.403       17.790          22,7
tra i 75 e gli 84 anni, balza al 46,9% (il 54,2 delle donne) degli ultraottantacinquenni.                       75-84        23.941      4.812         20,1       37.574         17.508         46,6      61.515       22.320          36,3
La solitudine è infine un fenomeno in continua crescita: dieci anni fa, al 31.12.2000 gli anziani che          85 e più      6.808       1.949         28,6       17.186          9.308         54,2      23.994       11.257          46,9
vivevano da soli erano 47.669. L’incremento tra il 2000 e il 2009 è stato del 7,8%, con una partico-         TOTALE          65.694      12.205        18,6       98.218         39.162         39,9      163.912      51.367          31,3
lare accentuazione per i maschi (+23,4%), rispetto alle donne (+3,7).

                                                    24                                                                                                                     25
PARTE SECONDA

     Indagine sul fenomeno delle assistenti
         familiari nel Comune di Genova

                            A cura di Sergio Pasquinelli
            con la collaborazione di Cristina Piaser e Giselda Rusmini
                    (Istituto per la Ricerca Sociale di Milano).

26                                    27
Introduzione                                                                                         SINTESI
                                                                                                                                       DELLE PRINCIPALI EVIDENZE

Scopo dell’indagine è stato quello di esplorare le specificità del lavoro privato di cura a Genova
e di verificare la propensione delle assistenti familiari a qualificarsi e a collegarsi con la rete dei                         LE ASSISTENTI FAMILIARI A GENOVA
servizi.                                                                                                  Tredicimila. Secondo le nostre stime, a Genova operano 13.200 assistenti familiari, corrispondenti
La base conoscitiva è data da interviste realizzate attraverso un questionario semi-strutturato a         a circa 15 ogni 100 anziani ultra 75enni. Nove su dieci sono straniere e, tra queste, un terzo non
269 assistenti familiari: un campione significativo in ordine alle diverse configurazioni del lavoro      ha il permesso di soggiorno.
privato di cura, cui si sono affiancate dieci interviste a testimoni privilegiati.
I dati raccolti sono messi costantemente a confronto con un database di 620 interviste analoghe,          Provenienza. Le assistenti familiari straniere provengono soprattutto dal Sud America (74%), in
raccolte a partire dal 2004 in varie zone dell’Italia centro-settentrionale e analizzate nel sito         particolare Ecuador e Perù: le ecuadoriane sono più della metà delle assistenti familiari a Genova.
www.qualificare.info.                                                                                     Le europee dell’Est sono una su dieci, soprattutto ucraine, sono più anziane, 49 anni in media
Tra le diverse variabili usate per spiegare i risultati raggiunti, tre si sono rivelate particolarmente   contro 42 della media generale, e convivono di più. Colpisce l’assenza pressoché totale delle
discriminanti: la nazionalità di appartenenza, il fatto di lavorare a ore o in co-residenza e il          romene.
periodo di arrivo in Italia.                                                                              Flussi migratori. Sembra rallentato quello dal Sud America: le assistenti di più recente arrivo
Criteri che disegnano differenze importanti nel capoluogo ligure, su cui questo rapporto si               giungono in proporzione di più dall’Est Europa e dai paesi asiatici. Complessivamente, i flussi
sofferma ripetutamente.                                                                                   di nuove assistenti familiari stanno diminuendo: meno di una su quattro è arrivata negli ultimi
                                                                                                          cinque anni in Italia. Il vero boom c’è stato nella prima metà degli anni Duemila, metà delle attuali
                                                                                                          assistenti familiari è arrivata allora.
                                                                                                          Con la famiglia. Due terzi delle assistenti familiari straniere vivono con la propria famiglia, o
                                                                                                          almeno parti di essa. In Italia il dato medio si ferma a poco più di un terzo. La realtà genovese è
                                                                                                          sempre più quella di un insediamento stabile. Tuttavia, nei progetti migratori la stabilizzazione
                                                                                                          a lungo termine fatica a dichiararsi: sono ancora numerose le assistenti che vogliono ritornare al
                                                                                                          paese di origine.
                                                                                                          Le nuove assistenti familiari. Quelle arrivate negli ultimi tre-quattro anni sono un po’ più giovani
                                                                                                          (38 anni, contro una media di 42), aumenta il peso dell’Europa dell’Est, vivono di più in regime
                                                                                                          di co-residenza, intendono questo lavoro in modo più transitorio, o almeno sono più intenzionate
                                                                                                          a cambiare in un futuro anche se non vicino.
                                                                                                          Co-residenza e lavoro a ore. Il numero di assistenti familiari che abitano nella stessa casa della
                                                                                                          persona assistita è contenuto: solo una su tre contro i due terzi della media nazionale. E infatti
                                                                                                          risulta via via scoperta una domanda di co-residenza da parte delle famiglie. La maggior parte di
                                                                                                          chi convive preferirebbe smettere di farlo e passare a un lavoro e a ore.
                                                                                                          Soddisfatte, di cosa? Più della metà delle assistenti familiari dichiarano di avere scelto questo
                                                                                                          lavoro perché piace, ma poco più del 7% lo ritiene ben pagato. In altri contesti italiani è il contrario:
                                                                                                          è un lavoro che piace meno, ma sulla paga si è più soddisfatti. Più di metà delle assistenti familiari
                                                                                                          vorrebbe ridurre l’orario di lavoro o passare a un altro mestiere: infermiere, colf, commessa etc..
                                                   28                                                                                                       29
La propensione alla regolarizzazione lavorativa                                                                          un familiare o da un’altra assistente, in un caso su quattro da nessuno. Situazioni di
                                                                                                                         “emergenza” relative all’assistito sono state riscontrate da 4 assistenti su 10 e sono
Un sommerso persistente. Secondo nostre stime sono solo poco più di un terzo, il 38-40 %, le
                                                                                                                         state prevalentemente risolte chiamando il servizio pubblico (118).
assistenti familiari che lavorano con un contratto di lavoro. La sanatoria 2009 ha inciso poco: i
contratti firmati a luglio 2010 in tutta la provincia di Genova erano tremila (badanti + colf) secondo              2.		 Quattro assistenti familiari su dieci sono disponibili a lavorare per un “Centro di
dati del Ministero dell’Interno. Tra coloro che hanno un contratto, una su due ha affermato che le                       servizi” che coordini l’assistenza alle famiglie, a patto di non ridurre la retribuzione;
ore di lavoro dichiarate sono comunque meno di quelle effettive.                                                         il 31% anche riducendo la retribuzione, in cambio della continuità lavorativa/orario
Fra coloro che invece sono privi di un contratto, la maggior parte imputa questa assenza alla                            regolare di lavoro; il 17% a patto di non ridurre la retribuzione, ma riducendo le ore di
indisponibilità del datore di lavoro ad assumere, mentre le altre affermano di essere interessate                        lavoro.
loro stesse a stare nel nero.                                                                                       3.		 La disponibilità alla formazione è leggermente maggiore rispetto ad altri contesti, ma
Diritti. Si segnala anche un limitato riconoscimento dei diritti contrattuali: il 42% delle assistenti                   permane lo scoglio dei costi (o meglio del mancato guadagno) che essa implica.
non può usufruire di permessi orari pagati, il 36% non è pagata durante i giorni di malattia, il 28%                4.		 Tutoring. “Sarebbe disposta ad essere affiancata da una operatrice del servizio
non gode dei giorni di ferie retribuiti.                                                                                 pubblico di assistenza degli anziani (“formazione in situazione”/tutoraggio) per
La propensione alla qualificazione                                                                                       migliorare il suo lavoro?” Hanno risposto positivamente una larga maggioranza, il 69
                                                                                                                         %, delle assistenti familiari, soprattutto le sudamericane e chi lavora a ore.
Non autosufficienti. Nella metà dei casi il lavoro di cura è prestato a favore di persone che hanno
una pesante necessità d’assistenza: il 29% degli anziani/disabili assistiti è allettato (12% in Italia),            5.		 L’incontro domanda/offerta costituisce oggi una funzione gestita in modo informale,
il 38% ha problemi di tipo cognitivo, il 69% non riesce a lavarsi da solo.                                               spesso dentro le reti (chiuse) dei diversi gruppi etnici. Molti testimoni auspicano
                                                                                                                         la creazione di un Albo delle assistenti qualificate, che offra garanzie in merito
Formazione. La maggior parte delle assistenti familiari straniere ha seguito un corso di formazione                      alle referenze delle operatrici e alla loro competenza, e di Sportelli dedicati, in
per assistenti familiari (il 52%), per Ausiliario socio-assistenziale (7%) o per infermiere di base                      collegamento con i servizi già esistenti. Servizi che non si dovrebbero limitare alla
(13%). Quante sono interessate a formarsi (ancora)? Metà lo sono solo per corsi di tipo gratuito,                        pura intermediazione, ma che possano accompagnare le persone, offrendosi come
mentre un quarto lo sono anche se dovessero contribuire ai costi. Gli aspetti su cui ci si sente                         riferimenti affidabili.
maggiormente impreparati e sui cui si è più interessati a formarsi sono, in ordine:
                                                                                                             ASSISTENTI FAMILIARI REGOLARI E IRREGOLARI: QUANTE SONO?
    • 		 contenuti sanitari/infermieristici/di primo soccorso;
                                                                                                           Non è semplice calcolare quante sono le assistenti familiari presenti oggi nel nostro Paese. Intanto
    • 		 capacità relazionali (psicologia, comunicazione);                                                 perché una parte consistente è impiegata senza un contratto di lavoro: la presenza di una larga
                                                                                                           quota di lavoro sommerso pone pertanto la necessità di aggiungere al numero dei contratti di
    • 		 assistenza all’anziano: movimentazione, igiene personale etc..
                                                                                                           lavoro in essere una stima del lavoro nero. Poi perché la parte regolarmente occupata è inclusa
Direzioni di intervento                                                                                    nella categoria più ampia dei lavoratori domestici, cioè le colf, e i dati ufficiali non permettono
                                                                                                           di distinguere tra le due figure. Non esiste infatti un contratto di lavoro specifico per le assistenti
Il mercato privato della cura a Genova si caratterizza per un limitato livello di regolarità dal punto
                                                                                                           familiari. Per la loro regolare assunzione viene utilizzato il contratto dei collaboratori domestici
di vista contrattuale e una moderata preparazione specifica, a fronte di problemi di salute degli
                                                                                                           (colf, appunto). Ne consegue che i dati dell’Inps sui lavoratori del settore domestico non
assistiti che richiederebbero cure qualificate.
                                                                                                           distinguono tra colf e assistenti familiari.
Esiste una moderata propensione a collegarsi al sistema dei servizi, con alcuni “se e ma”:
                                                                                                           La stima che proponiamo unisce fonti ufficiali e fonti informali. Si basa su un calcolo che utilizza
prevalentemente legati agli aspetti retributivi, alla continuità e alle tutele lavorative. Tale
                                                                                                           i dati Inps relativi ai lavoratori domestici, i dati sugli ingressi di cittadini non comunitari attraverso
propensione risulta maggiore nel caso delle italiane, delle sudamericane (per formazione e
                                                                                                           le quote flussi e la recente regolarizzazione2 , nonché la testimonianza di molti interlocutori - nei
tutoraggio) e di chi lavora a ore. In sintesi questi i principali elementi raccolti:
        1.		 Assenze/emergenze: un’assistente familiare su tre dichiara di essersi assentata               2
                                                                                                            Per un bilancio della sanatoria: S. PASQUINELLI, G. RUSMINI, La regolarizzazione delle badanti, in NETWORK NON AUTOSUFFICIEN-
             dal lavoro per motivi imprevisti nell’ultimo anno e di essere stata sostituita da             ZA (a cura di), L’assistenza agli anziani non autosufficienti. Secondo Rapporto, Rimini, Maggioli, 2010.
                                                   30                                                                                                                  31
centri di ascolto parrocchiali, nei sindacati, nelle associazioni, nel volontariato, nelle cooperative                                                                          termine della procedura di “sanatoria” avviata a settembre 2009. Per fare ciò abbiamo
sociali, nei servizi impegnati nell’orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo -                                                                                 applicato al numero di domande di regolarizzazione per colf e badanti presentate dalle
che ci hanno aiutato a mettere a fuoco le dimensioni dell’irregolarità. Sia dal punto di vista della                                                                            famiglie liguri (6.729) la quota di domande riguardanti solo le assistenti familiari,
presenza nel paese (mancanza del permesso di soggiorno), sia dal punto di vista contrattuale3.                                                                                  rilevata a livello nazionale (cioè il 38% del totale) e quelle che al termine della
Il risultato finale ci dice che in Italia operano complessivamente 754.000 assistenti familiari                                                                                 procedura saranno presumibilmente accettate (circa l’85%).
straniere, cui si aggiunge circa il 10% di assistenti italiane, in lenta ma continua crescita in questi
                                                                                                                                                                          3. Abbiamo successivamente ricalcolato la quota di assistenti irregolari, senza contratto e
anni. Le lavoratrici straniere sono distinguibili in tre segmenti diversi. Circa un quarto lavora e
                                                                                                                                                                             con contratto a livello regionale, applicando poi tali percentuali al Comune di Genova,
risiede irregolarmente in Italia (193.000 lavoratrici): si tratta di donne extracomunitarie prive di
                                                                                                                                                                             ricavando anche per questo territorio una stima del numero di assistenti familiari
un contratto di lavoro e del permesso di soggiorno. Un ulteriore 28%, pur risiedendo in maniera
                                                                                                                                                                             operanti a seguito della regolarizzazione.5
regolare, lavora senza contratto (214.000 lavoratrici): sono le assistenti provenienti dai paesi
comunitari4 oppure le extracomunitarie che dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno lavorano                                                                 Il risultato del procedimento di stima ci dice che in Liguria opererebbero oltre 29.000 assistenti
senza contratto per massimizzare i propri guadagni. Infine, vi sono le lavoratrici che operano in                                                               familiari straniere, di cui quasi dodicimila nella sola città di Genova. Seppur assumibile con cautela
regola, sia dal punto di vista contrattuale che residenziale, che rappresentano il 46% del totale                                                               poiché basata su dati parziali, questa stima offre una dimensione complessiva del fenomeno e
(347.000 lavoratrici). Complessivamente, quindi, l’irregolarità contrattuale riguarda il 54% delle                                                              delle sue principali configurazioni.
assistenti familiari operanti in Italia.                                                                                                                        Le assistenti in regola con il contratto di lavoro e i documenti di soggiorno risultano essere,
Tabella 1. Stima delle assistenti familiari straniere in Italia, dopo la regolarizzazione 2009                                                                  secondo il procedimento di stima adottato, il 40 %, quelle regolarmente soggiornanti, ma senza
                                                                                                                                                                contratto, ammonterebbero al 28 %, mentre le lavoratrici prive di un titolo valido per il soggiorno
                                                   N.                                %                                                                          e sprovviste di un contratto di lavoro sono una su tre.
 Irregolari                                     193.000                              26                                                                         Tabella 2. Stima delle assistenti familiari straniere occupate in Liguria e nel Comune di Genova, dopo la regolarizzazione
 Senza contratto di lavoro                      214.000                              28
                                                                                                                                                                                                                    Regione Liguria                                    Comune di Genova
 Con contratto di lavoro                        347.000                              46
                                                                                                                                                                                                             N.                         %                         N.                         %
 Totale straniere                               754.000                             100
                                                                                                                                                                 Irregolari                                 9.472                       32                      3.744                        32
Fonte: stime Irs e Qualificare.info, 2010
                                                                                                                                                                 Senza contratto di lavoro                  8.288                       28                      3.276                        28
Sulla base di questi dati abbiamo stimato il numero di assistenti familiari straniere operanti in                                                                Con contratto di lavoro                  11.840                        40                      4.680                        40
Liguria e nel Comune di Genova. In primo luogo, abbiamo ipotizzato il numero complessivo                                                                         Totale straniere                         29.600                        100                    11.700                       100
di assistenti familiari straniere presenti sul territorio regionale e comunale applicando la
                                                                                                                                                                Fonte: stime Irs e Qualificare.info, 2010
stessa incidenza di lavoratrici ogni 100 anziani ultra 75enni a livello nazionale, prima della
regolarizzazione. E quindi:                                                                                                                                     Le assistenti familiari straniere operanti “in nero” ammonterebbero così al 60%, secondo una
            1. Al numero totale di assistenti familiari così calcolato abbiamo applicato la stima di                                                            stima prudenziale. Va comunque ricordato che anche nelle situazioni in cui è presente un contratto
               lavoratrici irregolari, senza contratto e con contratto stimate per l’Italia.                                                                    di lavoro, sono frequenti le irregolarità legate alla dichiarazione di un numero di ore inferiore a
                                                                                                                                                                quelle effettivamente lavorate. Questo aspetto è tra quelli analizzati nella ricerca.
            2. Al numero di assistenti familiari con contratto, regolarmente residenti in Liguria,                                                              A questa stima vanno poi aggiunte le italiane. Benché in lieve crescita in questi anni, il loro
               abbiamo aggiunto una stima del numero di assistenti che saranno regolarizzate al                                                                 numero rimane comunque piuttosto contenuto, stimiamo inferiore al 10%, per una presenza a
                                                                                                                                                                Genova tra le 1.400 e 1.600. Il computo finale ci dà così una stima delle assistenti familiari,
3
 Seguiamo procedimento di calcolo illustrato più approfonditamente in Pasquinelli S., Rusmini G. (2008), Badanti: la nuova generazione, Dossier di              italiane e straniere, pari a 13.200 persone.
Ricerca, in: www.qualificare.info area download.
4
 I cittadini dei paesi comunitari godono della libertà di circolazione, ma se intendono soggiornare in Italia per un periodo superiore a 3 mesi, devono
iscriversi all’anagrafe dimostrando di avere risorse economiche sufficienti al soggiorno (identificate con l’importo dell’assegno sociale, pari a circa         5
                                                                                                                                                                 In Liguria, come a Genova, le domande di regolarizzazione hanno inciso in maniera limitata, con numeri contenuti. Nella provincia di Genova
5.000 euro annui) o un impiego. Poiché in caso di controlli il cittadino comunitario può dichiarare di trovarsi in Italia da un periodo inferiore a tre mesi,   le domande di regolarizzazione per colf e badanti sono state 4.000. A luglio 2010 le domande tradottesi in contratti in provincia di Genova
di fatto la sua posizione appare raramente irregolare. Abbiamo quindi considerato tutte le assistenti comunitarie regolarmente soggiornanti in Italia.          erano tremila, secondo il Ministero dell’Interno (PASQUINELLI e RUSMINI, op. cit.).
                                                                             32                                                                                                                                                    33
Puoi anche leggere