Ecco come la sanità pugliese gestita da Emiliano non controlla il CoronaVirus
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Ecco come la sanità pugliese gestita da Emiliano non controlla il CoronaVirus ROMA – Vi raccontiamo cosa è accaduto ad un operatore sanitario in un ospedale pugliese. Nella struttura presso cui presta servizio è stata ricoverata nei giorni scorsi una anziana signora affetta da disturbi polmonari, alla quale però nessuno ha mai pensato di effettuare un tampone. L’operatore sanitario si è immediatamente preoccupato di una eventuale contaminazione ed ha quindi allertato i settori competenti, ma tutti i medici hanno preso alla leggera la vicenda, escludendo qualsiasi tipo di rischio e nessuno loro si è mai sognato di effettuare alcun controllo sulle condizioni di salute dell’ anziana signora ricoverata. Qualche giorno dopo l’operatore sanitario ha iniziato ad avere dei disturbi, ed ha contattato il numero verde previsto dal ministero e cioè il 1500, dove è stato risposto di rivolgersi al medico di base o alla guardia medica, o viceversa di continuare a lavorare a proprio rischio e pericolo nel proprio reparto in ospedale mantenendo però una distanza di almeno 2 metri da tutte le altre persone. Resta da capire però come questo operatore sanitario avrebbe mai potuto continuare lavorare !
Sono 90 al momento casi di infezione da CoronaVirus accertati in Puglia, 25 in più nelle ultime 24 ore, ed aumento il numero dei medici che si ammalano, o che sono costretti alla quarantena. Sono il Foggiano e il Salento le aree con più contagiate, ma preoccupa la situazione anche in provincia di Brindisi. Ieri a Cisternino il virus è stato rilevato in altri cinque pazienti, tutte persone rientrate dal Nord in Puglia per un funerale. Un altro caso di positività è stato registrato a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi e riguarderebbe un’ insegnante di una scuola superiore, che è stata ricoverata presso il locale Ospedale Perrino. Preoccupazione a Bari per il contagio di un barista che lavorava in un bar molto frequentato del quartiere San Paolo i cui proprietari hanno deciso di chiudere per precauzione e hanno invitato tutti coloro che frequentano il locale a restare in isolamento. Non ci risultano accertamenti sanitari in corso anche per questo episodio. Attenendosi ai numeri ufficiali i casi di positività riscontrati ed accertati dal laboratorio del Policlinico sono stati come dicevamo sopra 25. Si tratta il numero più alto dall’inizio del contagio nella Regione Puglia. A Bari e in altri comuni della stessa provincia sono stati rilevati 4 casi; nella Bat 2 casi; in provincia di Brindisi 4 casi, così come nel Foggiano, che resta l’area più colpita. Altri 2 nuovi casi, anche in questo risalenti ai giorni scorsi riscontrati a Gagliano del Capo (Lecce), uno in provincia di Taranto. Quest’ultimo riguarda una donna di Torricella, parente delle altre tre persone contagiate nello stesso paese, che è la nipote del 43enne Massimo Mezzolla, un carpentiere 33enne originario di Manduria, rientrato da Codogno lo scorso 24 febbraio, ricoverato all’ospedale Moscati da cui è stato dimesso proprio oggi. Invece la moglie del portatore del CoronaVirus nel tarantino, inizialmente asintomatica, nei giorni successivi è stata ricoverata nello stesso ospedale per per complicazioni di una crisi respiratoria , e ora si trova sottoposta a ventilazione controllata. Il fratello del Mezzolla non presenta sintomi particolari e si trova attualmente n quarantena fiduciaria nella sua abitazione. E pensare che il consigliere
regionale-medico di base Peppo Turco sosteneva che il suo assistito non fosse stato a contattato con nessuno al suo rientro da Milano Malpensa! Nella tarda serata di ieri il sindaco di Massafra (Taranto) ha reso noto della positività al virus accertata ad un suo concittadino massafrese. Il sindaco ha anche aggiunto che l’ASL Taranto starebbe mettendo in atto la profilassi necessaria che prevede l’imposizione alla famiglia e i colleghi di lavoro del contagiato nelle prossime ore di sorveglianza sanitaria obbligatoria. La realtà dei fatti è che in molte strutture ospedaliere il personale medico non effettua i tamponi esclusivamente per motivi economici, circostanza questa che dimostra l’incapacità del governatore Emiliano di garantire gli standard previsti per tutelare la popolazione pugliese dal rischio di contagio. Sarebbe interessante accertare quante chiamate dalla Puglia sono pervenute ai numeri previsti dal Ministero della Salute, e sopratutto capire il grave ritardo con cui la Regione Puglia ha istituito il numero verde locale da contattate. Non a caso come potete vedere con i vostri occhi, nel prospetto iniziale diramato dal Ministero della Salute, fra i numeri verdi delle varie regioni non compariva la Puglia. La domanda legittima da porsi a questo punto è questa: ma in Puglia dovevamo aspettare che un incosciente di Torricella (Taranto) recatosi a Codogno, il principale focolaio di CoronaVirus in Italia, rientrasse
in aereo da Milano Malpensa a Brindisi senza sottoporsi ad alcun controllo fidandosi soltanto dei consigli scellerati del proprio medico di base Peppo Turco che come spiegavamo, è anche un consigliere regionale eletto nelle liste civiche di Emiliano. Risultato finale: il CoronaVirus ha invaso Puglia ringraziando la mancanza di controlli effettuata su tutte le persone provenienti dalle zone a rischio di contagio. Non a caso l’assessore regionale alla salute si chiama Michele Emiliano. Speriamo, ancora per poco. "Zona Rossa" giorno 1: 3° intervento in 5 giorni di una classe dirigente che naviga a vista ROMA – Il decreto con cui il Governo ha operato finalmente una stretta decisa per battere il CoronaVirus in Italia, e’ entrato in vigore oggi fino al 25 marzo , disponendo la chiusura di nuove attività e servizi ritenute non essenziali: quindi chiusura ai bar, pub e ristoranti. Restano attivi tra gli idraulici, meccanici, benzinai, tabaccai ed edicole. DPCM 11-marzo-2020 I trasporti continueranno a funzionare. Le industrie e fabbriche potranno continuare lavorare ma dovranno garantire i richiesti requisiti di sicurezza. Restano chiusi invece i reparti aziendali non ritenuti indispensabili. Le aziende e le fabbriche quindi lavoreranno sulla base di precisi accordi delle Regioni con i sindacati, perché non si può rischiare di mettere a rischio le due filiere che per nessuna ragione devono entrare in sofferenza: quella agroalimentare e quella sanitaria. Si potrà uscire di casa solo per motivi di lavoro, di salute o di necessità. Non c’è un esplicito divieto di passeggiate nel decreto, ma permane l’invito a non uscire se non esclusivamente per comprovati motivi di necessità.
Che cosa chiude? Sono sospese secondo quanto contenuto nell’ultimo decreto di ieri (leggi sopra) del presidente del Consiglio – le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Chiusi i mercati su strada. Chiusi i bar, i pub, i ristoranti. Chiusi anche i servizi di mensa che non garantiscono la distanza interpersonale di un metro. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili nelle aziende e fabbriche. Come previsto dal precedente decreto resteranno chiusi fino al 3 aprile cinema, musei, teatri, scuole e università. Ieri in Italia sono stati registrati oltre 2000 nuovi contagi. Il Governo ha stanziato fino a 25 miliardi per l’emergenza. Una decisione discutibile adottata del premier Conte quella di nominare Domenico Arcuri un manager attuale amministratore delegato di Invitalia, accanto al capo della protezione civile Angelo Borrelli nella gestione dell’emergenza coronavirus, pur di non nominare commissario straordinario Bertolaso che è un esperto consolidato di stati di emergenza, in quanto vicino al centrodestra che lo aveva proposto. Ma Conte non vuole cedere il palcoscenico “mediatico”. Ogni regione deciderà caso per caso come organizzare il trasporto pubblico locale, in base alle esigenze locali. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a sua volta potrà chiudere gli aeroporti (conseguenza anche della rinuncia di molte compagnie aeree a volare da e per l’ Italia !) e ridurre anche le corse interregionali di treni e autobus. Occorre portare con sè il modulo di autocertificazione ogni
volta che si esce da casa Qualsiasi cittadino venga fermato dalle forze dell’ordine deve portare con sé il modulo di autocertificazione che trovate qui sotto, e che è scaricabile anche dal sito del Ministero dell’Interno, per chi si muove con un mezzo pubblico o privato, ma anche chi va a piedi. Se hai difficoltà a visualizzare il contenuto nel box qui sotto, clicca su questo link per scaricare la versione pdf del documento completo autodichiarazione Corona Virus Non esiste alcun divieto di passeggiata. Al momento non è contenuto in alcuno dei decreti firmati dal ministero della Salute o dal Governo, compreso l’ultimo licenziato ieri sera a tarda ora e valido da questa mattina fino al 25 marzo. Chi esce da casa per prendere aria e allentare la tensione, per raggiungere il tabaccaio e acquistare le sigarette, per consentire al cane di fare i bisogni, non è passibile di alcuna sanzione, contrariamente a quanto alcune forze dell’ ordine ed agenti di polizia municipale poco informati vanno sostenendo in giro per l’Italia Lo confermano al CORRIERE DEL GIORNO fonti del Viminale che in queste ore stanno interpretando il Dpcm “11 marzo”. La stessa Protezione civile, interpellata, ha spiegato che non esiste alcun “divieto di passeggiata“, ma soltanto un forte invito a restare a casa. (in aggiornamento) Coronavirus, come produrre
l'amuchina in casa con pochi euro: la ricetta approvata dall’Oms di Antonio Crispino – Agtw /Corriere Tv Guido Torelli è il titolare di una farmacia che si trova al Trullo, un quartiere periferico di Roma. La sua è una delle tante farmacie prese d’assalto dai clienti alla ricerca di gel disinfettanti per le mani, uno dei metodi consigliati per scongiurare il contagio del Coronavirus. Dopo aver finito le scorte in appena qualche ora nei primi giorni dell’emergenza ha assistito – come tutti – alle speculazioni di chi è arrivata a vendere un flacone di Amuchina anche a cento euro o al diffondersi sul web di ricette alternative, poco o per niente efficaci. Così ha deciso di organizzarsi con il suo laboratorio galenico e produrre un disinfettante che corrispondesse alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E di venderlo allo stesso prezzo che aveva prima del diffondersi del virus: dai quattro ai cinque euro. La ricetta è semplice. Occorrono: alcool puro 96 gradi (del tipo che si vende al supermercato per preparare liquori); acqua depurata (che può essere preparata anche in casa); acqua ossigenata al 3% o dieci volumi; glicerolo (si vende in farmacia) e un recipiente graduato da un litro. Susy Mura Ondok è la farmacista che si occupa del preparato. Versa 833 ml di alcool nel recipiente a cui mescola 42 ml di acqua ossigenata. Alla miscela aggiunge 15 ml di glicerolo per rendere tutto il composto più viscoso e, infine, l’acqua ossigenata. Non le resta altro da fare che mescere, girare e attendere qualche minuto e il disinfettante è pronto per l’uso. “In condizioni normali non sarebbero operazioni da poter fare in casa – sottolinea Torelli – ma qui non ci troviamo in condizioni normali. Chiaramente anche noi abbiamo difficoltà a reperire alcune materie prime ma con un po’ di pazienza si trovano“. Il suo obiettivo è quello di mettere a disposizione della clientela gratuitamente il disinfettante per le mani. “Appena troveremo un recipiente idoneo lo faremo – aggiunge il farmacista-. Per il momento è importante non affidarsi a ricette alternative che stanno girando sul web. Nella migliore delle ipotesi sono inefficaci quando non provocano dei danni
alla pelle per l’aggiunta di acidi”. *articolo tratto dal CORRIERE DELLA SERA Due evasi dal carcere di Foggia arrestati dai Carabinieri a Taranto Alessio Scialpi ROMA – Nel corso di una vasta battuta di ricerca condotta a livello provinciale, i militari della Compagnia Carabinieri di Manduria (TA), hanno individuato e tratto in arresto, per evasione, Alessio Scialpi, 25 anni con precedenti di rapina aggravata e Emmanuel Pellegrini, 38 anni originario di Matera, detenuto in carcere per reati contro il patrimonio e traffico di stupefacenti, due dei detenuti che il 9 marzo scorso hanno preso parte all’evasione di massa dal Carcere di Foggia. Tra i detenuti evasi dal carcere di Foggia durante la rivolta, c’era anche un venticinquenne arrestato nel 2016 perché accusato di far parte di una banda di rapinatori seriali specializzata negli assalti a supermercati. Il pregiudicato era stato trasferito nel penitenziario foggiano nel 2018. Ieri mattina altri tre tarantini sono stati arrestati dalle Volanti
della Polizia di Stato nel quartiere Mungivacca di Bari, sulla Statale 100 , fermati a bordo di di una Volkswagen Tiguan intercettata grazie al numero di targa che era stato subito diffuso alle forze dell’ordine, dopo la fuga dal carcere di Foggia da cui erano evasi in occasione della rivolta scoppiata nella casa circondariale con la protesta delle misure restrittive di visita dei parenti, legate all’emergenza Coronavirus. Tutti i carcerati evasi arrestati dalle Forze dell’ Ordine sono stati nuovamente assicurati alla giustizia e tradotti in case circondariali diverse da quelle interessate dai disordini. Nel corso della conferenza stampa tenutasi la sede del Comando Provinciale di Taranto, alla presenza del Comandante Provinciale di Taranto, Col. Luca Steffensen, e del Comandante della Compagnia di Manduria, Cap. Sergio Riccardi. è stato reso noto che le indagini dell’ Arma dei Carabinieri si era concentrata a Manduria proprio per la presenza fra gli evasi di Scialpi, originario di Manduria, e sono quindi state effettuate numerose perquisizioni presso abitazioni dei congiunti dell’evaso. Una volta appreso che i due evasi potevano trovarsi a Specchiarica, una frazione balneare del Comune di Manduria, all’interno di un fabbricato, i Carabinieri della Compagnia di Manduria hanno ispezionato l’area rintracciando un’abitazione estiva (e sulla cui proprietà sono in corso accertamenti) all’interno della quale sono
stati rintracciati i due evasi. Emmanuel Pellegrini Scialpi, e Pellegrini entrambi disarmati, non hanno opposto resistenza all’arresto, e che dopo le formalità di rito sono stati associati presso il carcere di Taranto. I due detenuti evasi una volta arrestati nuovamente non hanno voluto collaborare con gli inquirenti per la ricostruzione delle fasi successive all’evasione, motivo per per cui al momento non sono ancora chiare le ragioni per le quali Pellegrini, invece di recarsi nella sua terra d’origine a Matera, , abbia invece preferito seguire Scialpi, così come ancora dei dubbi in corso di accertamenti su come i due soggetti abbiano raggiunto e scelto il loro nascondiglio. Scialpi e Pellegirini erano nella lista dei 90 detenuti protagonisti dell’ incredibile evasione dal carcere di Foggia scatenata a causa delle interruzioni delle visite dei parenti decisa come precauzione per limitare il contagio del coronavirus. Dopo aver messo a soqquadro diversi locali sono riusciti a fuggire dal penitenziario. Al momento ci sarebbero 16 pregiudicati evasi ancora latitanti , ricercati attivamente dalle Forze dell’Ordine che sinora hanno riassicurato alla giustizia oltre 30 degli evasi.
Coronavirus: il vademecum del Governo su cosa fare e cosa no ROMA – Ecco le misure del decreto #IoRestoaCasa spiegate con domande e risposte sul sito del governo: semaforo verde per acquisti di stretta necessità , comprese ad esempio le lampadine di ricambio se se ne fulmina una in casa, alle attività motorie all’aperto ma non in gruppo; all’assistenza dei cari anziani non autosufficienti. ZONE INTERESSATE DAL DECRETO Ci sono differenze all’interno del territorio nazionale? No, per effetto del Dpcm del 9 marzo le regole sono uguali su tutto il territorio nazionale e sono efficaci dalla data del 10 marzo e sino al 3 aprile. Sono ancora previste zone rosse? No, non sono più previste zone rosse. Le limitazioni che erano previste nel precedente Dpcm del 1° marzo (con l’istituzione di specifiche zone rosse) sono cessate. Ormai, con il Dpcm del 9 marzo, le regole sono uguali per tutti.
SPOSTAMENTI Cosa si intende per “evitare ogni spostamento delle persone fisiche”? Ci sono dei divieti? Si può uscire per andare al lavoro? Chi è sottoposto alla misura della quarantena, si può spostare? Si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato. È comunque consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. Senza una valida ragione, è richiesto e necessario restare a casa, per il bene di tutti. È previsto anche il “divieto assoluto” di uscire da casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus. Se abito in un comune e lavoro in un altro, posso fare “avanti e indietro”? Sì, è uno spostamento giustificato per esigenze lavorative. Ci sono limitazioni negli spostamenti per chi ha sintomi da infezione respiratoria e febbre superiore a 37,5? In questo caso si raccomanda fortemente di rimanere a casa, contattare il proprio medico e limitare al massimo il contatto con altre persone. Cosa significa “comprovate esigenze lavorative”? Come faranno i lavoratori autonomi a dimostrare le “comprovate esigenze lavorative”? È sempre possibile uscire per andare al lavoro, anche se è consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. “Comprovate” significa che si deve essere in grado di dimostrare che si sta andando (o tornando) al lavoro, anche tramite l’autodichiarazione vincolante di cui alla FAQ n. 1 o con ogni altro mezzo di prova , la cui non veridicità costituisce reato. In caso di controllo, si dovrà dichiarare la propria necessità lavorativa. Sarà cura poi delle Autorità verificare la veridicità della dichiarazione resa con l’adozione delle conseguenti sanzioni in caso di false dichiarazioni. Come si devono comportare i transfrontalieri? I transfrontalieri potranno entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo (vedi faq precedente).
Ci saranno posti di blocco per controllare il rispetto della misura? Ci saranno controlli. In presenza di regole uniformi sull’intero territorio nazionale, non ci saranno posti di blocco fissi per impedire alle persone di muoversi. La Polizia municipale e le forze di polizia, nell’ambito della loro ordinaria attività di controllo del territorio, vigileranno sull’osservanza delle regole. Chi si trova fuori dal proprio domicilio, abitazione o residenza potrà rientrarvi? Sì, chiunque ha diritto a rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, fermo restando che poi si potrà spostare solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È possibile uscire per andare ad acquistare generi alimentari? I generi alimentari saranno sempre disponibili? Sì, si potrà sempre uscire per acquistare generi alimentari e non c’è alcuna necessità di accaparrarseli ora perché saranno sempre disponibili. È consentito fare attività motoria? Sì, l’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo. Si può uscire per acquistare beni diversi da quelli alimentari? Si, ma solo in caso di stretta necessità (acquisto di beni necessari, come ad esempio le lampadine che si sono fulminate in casa). Posso andare ad assistere i miei cari anziani non autosufficienti? Sì, è una condizione di necessità. Ricordate però che gli anziani sono le persone più vulnerabili e quindi cercate di proteggerle dai contatti il più possibile.
TRASPORTI Sono previste limitazioni per il transito delle merci? No, nessuna limitazione. Tutte le merci (quindi non solo quelle di prima necessità) possono essere trasportate sul territorio nazionale. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può spostarsi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci. I corrieri merci possono circolare? Sì, possono circolare. Sono un autotrasportatore. Sono previste limitazioni alla mia attività lavorativa? No, non sono previste limitazioni al transito e all’attività di carico e scarico delle merci. Esistono limitazioni per il trasporto pubblico non di linea? No. Non esistono limitazioni per il trasporto pubblico non di linea. Il servizio taxi e di Ncc non ha alcuna limitazione in quanto l’attività svolta è considerata esigenza lavorativa. UFFICI E DIPENDENTI PUBBLICI Gli uffici pubblici rimangono aperti? Sì, su tutto il territorio nazionale. L’attività amministrativa è svolta regolarmente. In ogni caso quasi tutti i servizi sono fruibili on line. E’ prevista comunque la sospensione delle attività didattiche e formative in presenza di scuole, nidi, musei, biblioteche.
Il decreto dispone per addetti, utenti e visitatori degli uffici delle pubbliche amministrazioni, sull’intero territorio nazionale, la messa a disposizione di soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani. Nel caso di difficoltà di approvvigionamento di tali soluzioni e conseguente loro indisponibilità temporanea, gli uffici devono rimanere comunque aperti? Gli uffici devono rimanere comunque aperti. La presenza di soluzioni disinfettanti è una misura di ulteriore precauzione ma la loro temporanea indisponibilità non giustifica la chiusura dell’ufficio, ponendo in atto tutte le misure necessarie per reperirle. Il dipendente pubblico che ha sintomi febbrili è in regime di malattia ordinaria o ricade nel disposto del decreto-legge per cui non vengono decurtati i giorni di malattia? Rientra nel regime di malattia ordinaria. Qualora fosse successivamente accertato che si tratta di un soggetto che rientra nella misura della quarantena o infetto da COVID-19, non si applicherebbe la decurtazione. Sono un dipendente pubblico e vorrei lavorare in smart working. Che strumenti ho? Le nuove misure incentivano il ricorso allo smart working, semplificandone l’accesso. Compete al datore di lavoro individuare le modalità organizzative che consentano di riconoscere lo smart working al maggior numero possibile di dipendenti. Il dipendente potrà presentare un’istanza che sarà accolta sulla base delle modalità organizzative previste. PUBBLICI ESERCIZI Bar e ristoranti possono aprire regolarmente? È consentita l’attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo a carico del gestore di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.
Si potranno comunque effettuare consegne a domicilio di cibi e bevande? Il limite orario dalle 6.00 alle 18.00 è riferito solo all’apertura al pubblico. L’attività può comunque proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio. Sarà cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente ovvero una cosiddetta piattaforma – evitare che il momento della consegna preveda contatti personali. Sono gestore di un pub. Posso continuare ad esercitare la mia attività? Il divieto previsto dal DPCM riguarda lo svolgimento nei pub di ogni attività diversa dalla somministrazione di cibi e bevande. È possibile quindi continuare a somministrare cibo e bevande nei pub, sospendendo attività ludiche ed eventi aggregativi (come per esempio la musica dal vivo, proiezioni su schermi o altro), nel rispetto delle limitazioni orarie già previste per le attività di bar e ristoranti (dalle 6.00 alle 18.00) e, comunque, con l’obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Cosa è previsto per teatri, cinema, musei, archivi, biblioteche e altri luoghi della cultura? E’ prevista la chiusura al pubblico su tutto il territorio nazionale. SCUOLA Cosa prevede il decreto per le scuole? Nel periodo sino al 3 aprile 2020, è sospesa la frequenza delle scuole di ogni ordine e grado. Resta la possibilità di svolgimento di attività didattiche a distanza, tenendo conto, in particolare, delle specifiche esigenze degli studenti con disabilità. UNIVERSITA’ Cosa prevede il decreto per le università? Nel periodo sino al 3 aprile 2020, è sospesa la frequenza delle attività di formazione superiore, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani. Resta la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza, tenendo conto, in particolare, delle specifiche esigenze degli studenti con disabilità. Non è sospesa l’attività di ricerca. Si possono tenere le sessioni d’esame e le sedute di laurea? Sì, potranno essere svolti ricorrendo in via prioritaria alle modalità a distanza o comunque adottando le precauzioni di natura igienico sanitaria ed organizzative indicate dal Dpcm del 4 marzo; nel caso di esami e sedute di laurea a distanza, dovranno comunque essere assicurate le misure necessarie a garantire la prescritta pubblicità.
Si possono tenere il ricevimento degli studenti e le altre attività? Sì. Corsi di dottorato, ricevimento studenti, test di immatricolazione, partecipazione a laboratori, etc., potranno essere erogati nel rispetto delle misure precauzionali igienico sanitarie, ricorrendo in via prioritaria alle modalità a distanza. Anche in questo caso particolare attenzione dovrà essere data agli studenti con disabilità. Cosa si prevede per i corsi per le specializzazioni mediche? Dalla sospensione sono esclusi i corsi post universitari connessi con l’esercizio delle professioni sanitarie, inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e medica. Non è sospesa l’attività di ricerca. Cosa succede a chi è in Erasmus? Per quanto riguarda i progetti Erasmus+, occorre riferirsi alle indicazioni delle competenti Istituzioni europee, assicurando, comunque, ai partecipanti ogni informazione utile. CERIMONIE ED EVENTI Cosa prevede il decreto su cerimonie, eventi e spettacoli ? Su tutto il territorio nazionale sono sospese tutte le manifestazioni organizzate nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico (quali, a titolo d’esempio, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati). Si può andare in chiesa o negli altri luoghi di culto? Si possono celebrare messe o altri riti religiosi? Fino al 3 aprile sono sospese su tutto il territorio nazionale tutte le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. Pertanto è sospesa anche la celebrazione della messa e degli altri riti religiosi, come la preghiera del venerdì mattina per la religione islamica. Sono consentiti l’apertura e l’accesso ai luoghi di culto, purché si evitino assembramenti e si assicuri la distanza tra i frequentatori non inferiore a un metro.
TURISMO Cosa prevede il decreto per gli spostamenti per turismo? Sull’intero territorio nazionale gli spostamenti per motivi di turismo sono assolutamente da evitare. I turisti italiani e stranieri che già si trovano in vacanza debbono limitare gli spostamenti a quelli necessari per rientrare nei propri luoghi di residenza, abitazione o domicilio. Poiché gli aeroporti e le stazioni ferroviarie rimangono aperti, i turisti potranno recarvisi per prendere l’aereo o il treno e fare rientro nelle proprie case. Si raccomanda di verificare lo stato dei voli e dei mezzi di trasporto pubblico nei siti delle compagnie di trasporto terrestre, marittimo e aereo. Come trova applicazione la limitazione relativa alle attività di somministrazione e bar, alle strutture turistico ricettive? Le strutture ricettive possono svolgere attività di somministrazione e bar anche nella fascia oraria dalle ore 18 alle ore 6, esclusivamente in favore dei propri clienti e nel rispetto di tutte le precauzioni di sicurezza di cui al Dpcm dell’8 marzo. Come si deve comportare la struttura turistico ricettiva rispetto ad un cliente? Deve verificare le ragioni del suo viaggio? Non compete alla struttura turistico ricettiva la verifica della sussistenza dei presupposti che consentono lo spostamento delle persone fisiche.
AGRICOLTURA Sono previste limitazioni per il trasporto di animali vivi, alimenti per animali e di prodotti agroalimentari e della pesca? No, non sono previste limitazioni. Se sono un imprenditore agricolo, un lavoratore agricolo, anche stagionale, sono previste limitazioni alla mia attività lavorativa? No, non sono previste limitazioni. Sondaggio: centrodestra al 49,2%. Crescita dei piccoli partiti ROMA – I sondaggi politici non si fermano anche nell’emergenza Coronavirus , anche se hanno un significato diverso e un peso più leggero. Ieri, come ogni lunedì sera, Enrico Mentana durante la conduzione del suo telegiornale su La7, ha voluto velocemente presentare l’ultimo sondaggio realizzato da Swg: la rilevazione degli orientamenti di voto della popolazione registra una situazione sostanzialmente consolidata e soprattutto cristallizzata dall’allarme Covid-19. Sono sostanzialmente invariati i rapporti di forza tra i partiti dello scenario politico italiani e il trend racconta di un leggero calo delle grandi formazioni a vantaggio di un’altrettanta leggero crescita di quelli più piccoli.
Ecco i numeri del sondaggio: nelle intenzioni di voto degli italiani troviamo sempre al primo posto la Lega di Matteo Salvini perde per strada tre decimi di punto (-0,3%) , ma resta sempre al di sopra della soglia del 30%, per la precisione al 30,6% Alle spalle del movimento leghista ecco il Partito Democratico in calo dello 0,3% scendendo così dal 19,9% al 19,6% dal dei consensi . Il Movimento 5 Stelle resta sotto di sei punti percentuali in meno degli alleati di governo del Pd . I grillini attualmente guidati dal reggente Vito Crimi scendono ulteriormente negli orientamenti di voto della popolazione: cedono lo 0,3% come Lega e Pd , scivolando sempre più in basso al 13,4%, venendo ormai tallonati da Fratelli d’Italia.
Secondo il sondaggio dell’istituto demoscopico tra le forze politiche maggiori, quella fondata e guidata da Giorgia Meloni è quella che perde di meno (soltanto lo 0,1%) e con un 12% delle preferenze ha ormai nel mirino il sorpasso del M5s. Scende dello 0,2% Forza Italia di Silvio Berlusconi scesi al 5,5% dei consensi. Da considerare però che un’eventuale coalizione del centrodestra unito garantirebbe il 49,2% nelle urne: risultato dato dalla somma dei voti di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. e Cambiamo! Sinistra Italiana e Articolo Uno assieme raggiungono il 3,8% degli orientamenti con una piccola crescita dello 0,2% rispetto all’ultimo sondaggio di Swg. Sempre male, invece, Matteo Renzi e la sua Italia Viva, che comunque cresce dello 0,3% in più in una settimana portandosi al 3,5%. Un risultato estremamente negativo quello dell’ex presidente del
Consiglio e la compagine renziana. In crescita dello 0,1% Azione di Carlo Calenda e Matteo Richetti: il partito fondato dall’ex ministro per lo sviluppo economico raggiunge il 2,9%. I Verdi (+0,2%) rappresentano il 2,4% dell’elettorato, mentre +Europa di Emma Bonino il 2,3%. All’ 1,1%, invece, ecco Cambiamo! di Giovanni Toti. Tutte le altre liste insieme pesano per il 2,9%, mentre tra indecisi e non votanti – si conferma maggioranza chi non si esprime: cioè il 40% del campione rappresentativo della popolazione italiana. Un vademecum per spiegare meglio cosa fare durante la "quarantena" ROMA – A partire da oggi martedì 10 marzo tutta l’Italia è “zona rossa“. Lo ha deciso il Governo, per voce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rimarcando come “non ci sia più tempo” per aspettare e che un cambiamento delle nostre abitudini sia “necessario” per salvare il Paese. Ma quali sono queste abitudini? Quali sono i luoghi che possono essere frequentati? In che modo? E quali rimarranno chiusi? Quali comportamenti bisogna adottare in questo periodo fatto di una lunga quarantena tra le mura domestiche e di brevi uscite per soddisfare, senza ansie e corse, i primari bisogni alimentari?
Le domande sono numerose. Per indurre le persone a tutelare la propria salute, e quella degli altri, è stato creato un volantino volto proprio a rispondere a questi dubbi. Un modo semplice e intuitivo per vivere senza affanni questo difficile momento. Quali mascherine ci proteggono dal Coronavirus ? Tre consigli contro
le "bufale" ROMA – Sono centinaia di miglia di persone, in tutto il mondo, che ormai escono di casa indossando la mascherina per cercare di evitare un contagio da Covid-19 (meglio noto come CoronaVirus) . In molti si chiedono se sia utile o meno indossare una mascherina e quale tipo ? La risposta giusta è una: dipende. Infatti dipende essenzialmente da quale tipo mascherina sono in possesso ed indossano. Quelle antismog o chirurgiche servono a ben poco, in quanto chiaramente non sono state realizzate per difendersi dai virus. Ma come scegliere la mascherina giusta? Sono tre i consigli preziosi forniti da Assosistema Safety, l’associazione di categoria che rappresenta in Confindustria i maggiori produttori e distributori dei Dpi , sigla che identifica i dispositivi di protezione individuali e collettivi. Mascherine e altri articoli spacciati come antidoti del coronavirus sono stati sequestrati nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino con una maxi operazione che ha scoperchiato una rete di imprenditori che vendeva online, in siti chiamati “Coronavirus Shop“, il materiale “miracoloso”. Nell’ultimo blitz sono 14 gli impresari accusati di frode. Sale così a 33 in pochi giorni il bilancio dei truffatori del web indagati.
Gli articoli “antidoti del Covid-2019”– I venditori-truffatori di sedicenti antidoti offrivano articoli “pronti a garantire una protezione totale dal contagio dal Coronavirus”: ionizzatori d’ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari. Gli imprenditori pubblicizzavano in maniera ingannevole gli articoli, che potevano “garantire l’immunità totale dal Covid-19”. Kit venduti a prezzi folli. Anche in questo caso i prezzi alla vendita per ogni singolo articolo hanno raggiunto le migliaia di euro. I Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino della Guardia di Finanza, coordinati dai pm Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura di Torino, sono riusciti a scovare ed identificare gli italiani responsabili della frode in commercio, che ora rischiano fino a 2 anni di reclusione.
Operazione partita da Torino ha riguarda tutto il territorio nazionale La frode scoperta dalle fiamme gialle torinesi riguardano tutto il territorio nazionale. Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie queste le attività dei “furbetti del web”. Nell’operazione coinvolte le province di Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata. Le Fiamme Gialle chiudendo il “cerchio” intorno a questa prima fase investigativa, hanno inoltre segnalato all’Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla commissione dei reati, violazioni queste, che prevedono sanzioni e pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca del profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
“L’emergenza del coronavirus e la corsa alle mascherine filtranti di questi giorni ci impone di fornire, come associazione di categoria che in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori di dispositivi di protezione individuale, alcuni importanti chiarimenti sul loro utilizzo e sulla loro efficacia di protezione“, avverte Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety. 1. Distinguere le maschere di protezione respiratoria da quelle chirurgiche o antismog. “Queste ultime sono dispositivi medici e nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche – per esempio in sala operatoria – e non il personale sanitario in quanto non hanno un bordo di tenuta sul volto e uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei Dpi”, riporta un documento dell’associazione di categoria. “Le maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE – che attesta la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito di dispositivi medici – e possono essere conformi alla norma armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi le indossa». Ma quando l’obiettivo è proteggersi dai virus, allora bisogna necessariamente indossare una mascherina Dpi. 2. Scegliere maschere FFP2 e FFP3 conformi alla EN 149. “Le mascherine filtranti consigliate sono le FFP2 e FFP3 che hanno un’efficacia filtrante del 92% e del 98%“, spiega il Vice Presidente di Assosistema Safety Alberto Spasciani, che ricorda come nel caso del CoronaVirus
l’ OMS cioè l’ Organizzazione Mondiale della Sanità prescriva un dispositivo conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE seguita dal numero dell’Organismo di Controllo che ne autorizza la commercializzazione. Le mascherine conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 sono idonee anche per proteggersi da “agenti biologici aerodispersi” come i virus: a riconoscerlo sono autorità italiane come il Ministero della Salute e l’Ispesl, e internazionali, come l’Oms, lo statunitense Niosh-National Institute for Occupational Safety and Health ma anche l’ Uni ente italiano di normazione. 3. Indossare correttamente la mascherina. Sembra una stupidaggine, ma molte persone indossano la mascherina in maniera errata rendendola di fatto inutile. “Bisogna indossare il Dpi correttamente – spiega un documento di Assosistema Safety dedicato al CoronaVirus – avendo cura di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato in maniera non corretta non serve a nulla” . Anche l’ OMS si è soffermata sulle istruzioni di base per indossare le mascherine, rivolte in particolare al personale sanitario: come prima cosa bisogna pulire le mani con un disinfettante a base di alcol o con acqua e sapone; nel coprire la bocca e il naso, è necessario assicurarsi che non ci siano spazi tra il viso e la mascherina, facendo in modo che quest’ultima copra fin sotto il mento. Non bisogna toccare la mascherina mentre la si utilizza e, se è necessario farlo, occorre pulire prima le mani con un detergente a base di alcol o acqua e sapone. Sostituire sempre la mascherina con una nuova non appena è umida e non riutilizzare quelle monouso. Per togliere la mascherina, rimuoverla da dietro e non toccare la parte anteriore del dispositivo. E dopo averla tolta, buttarla immediatamente in un contenitore chiuso, pulendo in modo adeguato le mani. Ecco le misure previste dal Governo per aiutare le famiglie ROMA – Ecco alcune delle misure che dovrebbero essere contenute del Decreto legge che il Governo si appresta ad approvare fra mercoledì e giovedì.
Uno dei genitori a casa (per 12 giorni e almeno il 30% della paga) Un congedo straordinario che consenta a uno dei genitori che lavora di restare con i figli minori di 12 anni, rimasti a casa per le scuole chiuse. . I giorni di congedo dovrebbero essere al momento 12. Ma potrebbero aumentare se, come probabile, la chiusura delle scuole dovesse prolungarsi. Chi sceglie il congedo parentale percepirà almeno il 30% della paga prevista per il giorno lavorativo pieno. Ma c’è il tentativo di alzare questa percentuale e anche l’ipotesi di legarla al reddito. Un voucher per la babysitter (se assunta in regola) Un buono da 600 euro al mese per pagare la baby sitter. Anche questa misura dovrebbe trovare posto nel decreto legge in arrivo. A poterlo chiedere saranno i genitori di bambini con meno di 12 anni, rimasti a casa per la chiusura delle scuole, nel caso in cui siano tutti e due lavoratori. Il buono, naturalmente, potrà essere utilizzato solo per pagare le baby sitter regolarmente assunte. Non un dettaglio visto che il lavoro domestico è uno dei settori in cui il nero è più diffuso. Previsto uno stanziamento in tutto di 700 milioni di euro per congedo e buono baby sitter . Più giorni se un genitore è medico. L’estensione per le badanti
I dodici giorni di congedo straordinario potrebbero salire di numero, anche se non si sa ancora di quanto, se uno dei due genitori è un medico o un infermiere, in modo da permettere all’altro genitore di avere più giorni a disposizione. Il buono da 600 euro per le babysitter potrà essere utilizzato anche per le badanti che assistono anziani non autosufficienti. Ma solo se queste persone di giorno erano assistite da strutture pubbliche che proprio a causa dell’emergenza sanitaria sono state momentaneamente chiuse. Per le colf, infine, non ci sono misure. Banche, la moratoria sui mutui Il Governo sta studiando la possibilità di una moratoria per i prestiti alle imprese e alle famiglie. La misura prevederebbe la creazione di una garanzia pubblica sia sulla parte di capitale sia su quella di interessi. E si aggiungerebbe alla sospensione (o allungamento) del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti, già deciso dall’Abi, l’associazione delle banche italiane. Allo studio una moratoria di tasse e contributi per i lavoratori autonomi dei settori più colpiti .
Coronavirus, estese a tutta Italia le restrizioni della "zona rossa" ROMA – Il Governo ha esteso a tutto il resto d’ Italia, a partire da oggi martedì 10 marzo, fino al 3 aprile, le misure sinora vigenti in Lombardia e in altre 14 province e relative all’emergenza “CoronaVirus“. Da questa non ci sarà più una “zona rossa”, ma ci sarà tutta l’Italia “zona protetta” che tutti i cittadini devono rispettare, da nord a sud, per contrastare l’avanzata del CoronaVirus. Le misure erano state disposte con un decreto nella notte tra sabato e domenica, prevedono il divieto di spostamento ad eccezione di “comprovati motivi di lavoro” oppure per “gravi esigenze familiari o sanitarie“. Tutto il Paese viene quindi messo in allarme o sicurezza
(per come lo si voglia vedere) nel tentativo di interrompere l’estensione del virus, che ha contagiato ad oggi, sulla base dei dati forniti dalla Protezione Civile , 9.172 persone, 463 delle quali sono morte (anche se l’ Istituto Superiore di Sanità deve ancora accertare ed ufficializzarne le cause) , oltre 700 in terapia intensiva e 724 le persone guarite. Conte si è presenta in sala stampa da solo, per quello che è senza dubbio l’annuncio più drammatico della sua esperienza di governo: “Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto: tempo non ce n’è“, ribadisce. “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimè anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti“. Il provvedimento è quello atteso ed ormai ritenuto inevitabile: “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come ‘io resto a casa‘. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’italia zona protetta“. Il Presidente del consiglio ha elencato tutti i punti fondamentali della nuova regolamentazione. A cominciare dalle scuole e le università: “Chiuse fino al 3 aprile”. “Non è stata una decisione facile – ha commentato Conte – sappiamo che stiamo chiedendo alle famiglie e ai genitori con figli uno sforzo non trascurabile ma il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ognuno deve fare la sua parte. Che ha fatto un nuovo balzo in avanti: i morti sono 463, altri 97 in sole 24 ore, i malati quasi 8.000, circa 1.600 in più. “Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini”, ha detto Conte. “Ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito“. dpcm9marzo2020 Il provvedimento che il Consiglio dei Ministri ha varato ieri sera e che entrerà in vigore da questa mattina con il “plauso” delle regioni, informato il Quirinale “può essere chiamato – ha detto Conte – “io resto a casa”” . Esso prevede, tra l’altro, un divieto di assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi di lavoro, necessita´ o salute; lo stop delle scuole fino al 3 aprile insieme a quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di calcio compreso.
Stop quindi al calcio ed a tutte le attività sportive,. Per il premier, infatti, “non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sostenuto che per contrastare l’avanzata del virus: “non c’è tempo, occorre rinunciare tutti a qualcosa per tutelare la salute dei cittadini” sostenendo che “oggi è il momento della responsabilità. Non possiamo abbassare la guardia“. “Non è all’ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici, per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”, ha precisa il premier. Sarà quindi possibile “l’autocertificazione“ per la giustificazione degli spostamenti, “ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato”, precisa.
Il testo del decreto estende a tutta la penisola le misure varate domenica . “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti”, ha sostenuto Conte, aggiungendo “Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta“. I retroscena della decisione del Governo Conte
Il premier Conte aveva cercato di resistere fino all’ultimo, provando ad arginare er un giorno intero il pressing del Pd, delle opposizioni e dei presidenti delle Regioni che sin dal mattino gli chiedevano tutti la stessa cosa: misure di contenimento più drastiche e omogenee sull’intero territorio nazionale per fermare l’epidemia. Una serie di restrizioni senza precedenti, che l’avvocato foggiano fino all’ultimo ha tentato di evitare per paura delle ricadute sull’economia. Quando però gli hanno letti l’ultimo bollettino della Protezione civile, più 25 per cento di contagi in meno di ventiquattrore, ha capito che “tempo non ce n’è”. In serata prima della conferenza stampa ha riunito i capidelegazione del Governo e dato l’annuncio: “Nella penisola non ci sarà più una zona rossa”, trasformando poi in conferenza stampa l’affermazione in “ci sarà l’Italia zona protetta” a partire da oggi, senza più differenze fra la Lombardia e il resto del Paese.
A metà pomeriggio i presidente delle Regioni l’avevano ribadito ai ministri Boccia, Speranza e De Micheli collegati in videoconferenza da Roma: la progressione del virus è impressionante e pericolosa, non si può più aspettare, occorrono provvedimenti più forti, regole uguali per tutti, altrimenti sarà il caos. Intimando che in caso di inerzia del Governo, ognuno avrebbe fatto da sè adottando singole ordinanze di contenimento. “I locali pubblici devono chiudere alle 18” ha preteso il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd) “l’apertura di bar e ristoranti mantenendo un metro di distanza è ingestibile e non ha riscontri nella realtà». In assoluto accordo con il vicepresidente del Lazio Daniele Leodori, che aveva lanciato sui social il giorno prima la campagna #iorestoacasa, adottata ieri dal premier Conte. Una spinta “politica” dai territori, impossibile da controllare e frenare, della quale il ministro Boccia si è subito fatto “messaggero” presso il premier spingendolo di fatto a cedere.
Troppe incertezze ed errori che hanno i convinto Palazzo Chigi che qualcosa va cambiato. “Stiamo ragionando sul da farsi» dirà Conte in coda delle conferenza stampa, “io avverto l’opportunità di un coordinamento per l’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie. È un ruolo che potrebbe affiancare il capo della protezione civile”. Una decisione invocata ieri anche dal centrodestra, che ha proposto anche la nomina di un “supercommissario all’emergenza” in grado di caricarsi sulle spalle la gestione dei fondi e il coordinamento di tutte le operazioni necessarie a sconfiggere l’epidemia. Un ruolo delicatissimo per il quale Salvini e Berlusconi hanno fatto il nome di Guido Bertolaso. affiancato nelle ultime ore dall’ipotesi Gianni De Gennaro. Una ipotesi che però non piace a tutti nel governo, sopratutto al M5S, fortemente preoccupato che una personalità “forte” finisca per commissariare il capo della protezione civile Angelo Borrelli, vicino a Conte, i quali cederebbero dal “podio “mediatico.
Conferenza stampa del premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio dei Ministri Da questa mattina di martedì 10 marzo, quindi chiunque dovrà spostarsi da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare una autocertificazione per il controllo. Le modalità per autocertificare la motivazione del proprio spostamento sono state definite ieri: occorre un modulo da esibire (questo il link per scaricarlo) al momento del controllo. Chi non può scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé. indicazioni-coronavirus Chi per motivi di lavoro o di salute deve effettuare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. DPCM Corona Virus 9marzo2020
Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta in ogni caso comunque al cittadino in caso di controlli, dimostrare di aver dichiarato il vero. Una buona notizia. Il paziente “uno” (cioè il primo ad essere stato affetto dal CoronaVirus), il 38enne manager dell’Unilever, residente a Codogno, ricoverato a Pavia è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. “È stato cioè “stubato” in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”. Lo ha reso noto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.
L'opinione del Direttore ROMA – L’ appuntamento di lunedì 9 marzo 2020 con il nostro Direttore Antonello de Gennaro, trasmesso in “diretta streaming”dagli studi della nostra Web-Tv da Roma sulle piattaforme dei socialmedia Facebook, Twitter ed Instagram del CORRIERE DEL GIORNO fondato nel 1947™. Inchieste, retroscena, esclusive: come sempre tutta la verità sui fatti documentata senza filtri o censure.
L’informazione sempre dalla parte della legalità per la tutela dei cittadini ed un corretto, libero ed indipendente al servizio dei nostri lettori. Il presIdente della Regione Lombardia Fontana inchioda Conte ai suoi errori: "Pronto esposto in Procura" ROMA – “Oggi andrò a presentare un esposto alla Procura perchè mi sono rotto le scatole“. Questa la decisione intrapresa da Attilio Fontana, in merito alla vicenda della bozza del decreto del Presidente del Consiglio sulle nuove limitazioni per l’emergenza CoronaVirus, che è stata fatta circolare dagli uffici del Governo prima che il provvedimento venisse approvato. bozza DPCM Nella giornata di ieri c’erano state diverse polemiche sulla diffusione della bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei
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