17 Redditi, disuguaglianza e povertà
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CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 1 CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà Oggi la libertà è il danaro; la schiavitù è la miseria. Alfred de Vigny Le moderne economie industrializzate sono carat- sioni socialiste; la nuova concezione della società terizzate da situazioni estreme nella distribuzio- fu definita welfare state. ne del reddito e della ricchezza. Se prendiamo in L’atteggiamento verso il welfare state si è gradual- considerazione i dati forniti dalla rivista “Forbes” mente evoluto nell’economia mista di mercato possiamo vedere che i 30 individui più ricchi de- che si ritrova oggi nelle democrazie dell’Europa e gli Stati Uniti hanno un patrimonio medio di 23,3 dell’America settentrionale. In questi Paesi, il mer- miliardi di dollari; in Germania i Top 30 hanno un cato è responsabile della produzione e della deter- patrimonio medio di 5 miliardi di dollari mentre minazione dei prezzi della maggior parte di beni e in Italia il valore è di poco superiore ai 4 miliar- servizi, mentre i governi gestiscono l’economia e di. All’altro estremo, milioni di persone vivono offrono una rete di sicurezza ai poveri, ai disoccu- nell’indigenza, con lavori precari e mal pagati o pati e agli anziani. grazie ai sussidi di disoccupazione. Uno degli aspetti maggiormente controversi Come spiegare tali estremi di reddito e ricchez- dell’intervento pubblico riguarda le politiche rivolte za? Perché alcuni individui sono pagati milioni di ai poveri assumendo toni sempre più polemici con dollari all’anno, mentre altri ricevono solo un dol- l’arricchirsi delle società. Si potrebbe pensare che, laro all’ora? Perché i valori immobiliari a Tokyo, diventando più ricco, un Paese sia disposto a devol- Manhattan o Milano raggiungono migliaia di euro vere una quota maggiore del suo reddito ai program- al metro quadrato, mentre il terreno nel deserto può mi di assistenza destinati alle persone bisognose, sia essere acquistato per pochi dollari all’ettaro? Infi- in patria sia all’estero; tuttavia, si è visto che non è ne, come si spiegano i miliardi di dollari di profitto sempre così. Con l’aumento dei carichi fiscali re- realizzati da colossi quale la Microsoft o la Toyota? gistrato negli ultimi cinquant’anni, le rivolte fiscali Queste domande riguardano la teoria della distri- hanno innescato una riduzione delle aliquote fiscali. buzione del reddito, che analizza il modo in cui Le persone sono sempre più consapevoli di come i il reddito e la ricchezza vengono distribuiti in una tentativi di riequilibrio dei redditi possano incidere società. negativamente sugli incentivi e sull’efficienza. I problemi relativi alla distribuzione del reddito L’obiettivo di questo Capitolo è l’esame della sono tra i più controversi di tutta la scienza economi- misurazione del reddito e della ricchezza e l’analisi ca tra chi ritiene che nulla andrebbe fatto per ridurre della distribuzione del reddito, anche alla luce dei tali divari e chi invece crede che bisognerebbe inter- dilemmi esistenti nelle politiche destinate a ridurre venire in tal senso o che lo Stato dovrebbe almeno le disuguaglianze; si tratta di alcune delle più con- garantire l’esistenza di una “rete di sicurezza” sociale troverse questioni economiche contemporanee, per per proteggere coloro che cadono al di sotto della so- le quali un’analisi economica attenta sulle tenden- glia della sopravvivenza. ze delle entrate e sui punti di forza e di debolezza Circa un secolo fa, molti governi occidentali dei vari programmi viene ampiamente ricompen- cominciarono a intervenire sul mercato istituendo sata dallo sviluppo di un senso di giustizia e dalla una rete previdenziale come argine contro le pres- crescita rapida e continua dell’economia mista. P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
2 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente 17.1 La distribuzione del reddito La comprensione delle politiche finalizzate alla monio o ricchezza. Il reddito si riferisce ai salari, riduzione delle disuguaglianze richiede in primo agli interessi, ai dividendi e a ogni altro valore che luogo l’analisi dei meccanismi che generano le ine- matura in un certo periodo di tempo (solitamente guaglianze nella distribuzione del reddito. In parti- un anno), il totale complessivo di tutti i redditi co- colare, abbiamo già studiato che i beni e i servizi stituisce il reddito nazionale, le cui componenti, prodotti da piccole imprese o da gigantesche socie- con riferimento agli Stati Uniti, sono indicate nella tà per azioni sono tutti prodotti da operai che utiliz- Tabella 17.1. La parte più consistente del reddito na- zano macchine collocate nelle fabbriche, costruite zionale è rappresentata dai redditi da lavoro, sotto su appezzamenti di terreno. Questi fattori immessi forma di salari, stipendi o altre indennità, mentre la nel processo produttivo producono redditi: salari, parte rimanente riguarda i diversi tipi di redditi da profitti, interessi e rendite. È giunto il momento di capitale: rendite, interessi netti, profitti delle socie- capire come avviene la loro distribuzione. tà e redditi dei proprietari. Quest’ultima categoria include essenzialmente gli utili dei proprietari di 17.1.1 Il reddito piccole imprese. In Italia, la quota del reddito da Nel considerare la situazione economica di un in- lavoro (sia di quello autonomo sia di quello dipen- dividuo o di una Nazione le due unità di misura dente) sul totale è risultata nel 2000 pari al 71,3% utilizzate più di frequente sono il reddito e il patri- mentre negli ultimi anni si è attestata sui 2/3. Tabella 17.1 Ripartizione del reddito nazionale negli Stati Uniti, anni 2004, 2008 e 2012. Circa il 65% del reddito nazionale degli Stati Uniti è costituito dai salari e da altri tipi di retribuzione del lavoro, mentre il resto è diviso tra rendite, profitti delle società e reddito dei proprietari. (Fonte: US Department of Commerce, Bureau of Economic Analysis, consultabile sul sito www.bea.gov.) 2004 2008 2012 Tipo di reddito (miliardi (miliardi (miliardi Esempi (%) (%) (%) di $) di $) di $) Reddito da lavoro Salari e stipendi 5422,9 51,4 6532,8 52,6 6926,8 49,6 Salari degli operai del settore automobilistico, stipendi degli insegnanti Contributo delle società al Indennità e altro reddito da lavoro 1317,6 12,5 1546,4 12,4 1684,9 12,1 fondo pensione Reddito da capitale Profitti delle imprese gestite Reddito dei proprietari 962,1 9,1 1026,5 8,3 1224,9 8,8 dai proprietari; quota legale dei guadagni di una società di persone Affitto percepito dai proprietari Rendita netta 255,4 2,4 262,1 2,1 541,2 3,9 di appartamenti al netto di spese e deprezzamento Profitti delle società 1283,3 12,2 1285,1 10,3 2009,5 14,4 Profitti della Microsoft Interesse netto 403,5 3,8 693,4 5,6 439,6 3,1 Interesse pagato su un deposito a risparmio Tasse sulla produzione e simili 863,9 8,2 1041,9 8,4 1122,9 8,0 Trasferimenti netti, sussidi, Flussi settore pubblico-privato 33,2 0,3 42,6 0,3 21,8 0,2 surplus settore pubblico Totale 10 541,9 100% 12 430,8 100% 13 971,6 100,0 P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 3 Dati i limiti del nostro sistema di contabilità na- Nel 2007 circa il 47% del reddito nazionale italia- zionale, tuttavia, sarebbe impossibile ricostruire no è stato raccolto dallo Stato sotto forma di impo- con riferimento all’Italia una tabella analoga alla ste, comprese le imposte sul reddito delle persone Tabella 17.1; in particolare, non sarebbe possibile fisiche, le imposte sul reddito delle società e i con- distinguere, tra i redditi non da lavoro, le rendite, tributi sociali; quota che è ulteriormente aumentata gli interessi e i profitti. negli ultimi anni. Ma ciò che lo Stato prende con una mano lo re- I proventi di un’economia di mercato sono distri- stituisce con l’altra. Nel solo 2007 la Pubblica Am- buiti tra i proprietari dei fattori di produzione ministrazione in Italia ha distribuito 265 miliardi del sistema economico sotto forma di salari, pro- di euro in prestazioni sociali, ovvero pagamenti fitti, rendite e interessi. diretti a singoli individui che non hanno nulla a che vedere con la fornitura di beni o servizi; il dato è Redditi dei fattori e redditi personali incrementato negli ultimi anni. È importante capire la distinzione tra redditi dei fattori e redditi personali. La Tabella 17.1 mostra Il reddito personale è uguale al reddito di mer- la ripartizione del reddito tra i fattori, cioè la sud- cato più i trasferimenti pubblici. Il reddito di divisione tra reddito da lavoro e reddito da capi- mercato è costituito in gran parte da salari e sti- tale; ma uno stesso individuo può possedere più pendi e in piccola parte dalla proprietà, mentre fattori di produzione. È possibile, per esempio, la categoria principale dei trasferimenti pubblici che un individuo percepisca uno stipendio, riceva è costituita dalle pensioni di vecchiaia. gli interessi di un deposito a risparmio e i divi- dendi di azioni di società diverse e incassi inol- 17.1.2 La ricchezza tre una rendita per un investimento immobiliare. La proprietà di attività finanziarie in grado di Nel linguaggio economico, il reddito di mercato produrre reddito, come le azioni e le obbligazio- di un individuo è dato dall’insieme delle quantità ni, è decisamente più concentrata; ciò conduce dei fattori di produzione che possiede moltiplicate a un secondo importante concetto economico: il per il prezzo di ciascun fattore; molti individui, patrimonio, o ricchezza, è costituito dal valo- inoltre, in particolare i pensionati assistiti dalla re monetario netto delle attività possedute in un previdenza sociale, ricevono pagamenti diretti o determinato momento. Si noti che la ricchezza si redditi dallo Stato. Negli Stati Uniti nel 1929 qua- accumula (come il volume d’acqua in un lago), si nessuno riceveva reddito dallo Stato, nel 2007 il mentre il reddito è un flusso per unità temporale 12% dei redditi personali derivano da prestazioni (come la portata di un fiume). La ricchezza di una sociali. famiglia include i beni tangibili (case, automobili, altri beni di consumo durevoli e appezzamenti di Il ruolo dello Stato terreno) e le attività finanziarie (denaro contan- Dove si colloca lo Stato in questo quadro? Le te, depositi a risparmio, obbligazioni e azioni); i varie amministrazioni pubbliche costituiscono la beni dotati di valore sono definiti attività, mentre principale fonte di reddito per milioni di persone- i debiti costituiscono le passività. La differenza come si evince dalla tabella Tabella 14.4. Lo Stato tra attività e passività totali è definita patrimonio italiano, inoltre, paga gli interessi ai possessori di netto o ricchezza netta. Buoni Ordinari del Tesoro e altri Titoli di Stato; La Tabella 17.2 presenta un resoconto analitico gli enti pubblici affittano milioni di metri quadrati delle attività delle famiglie americane; la Tabella di locali destinati agli uffici e sono responsabili, 17.3 presenta dati analoghi (anche se non diret- direttamente o indirettamente, di miliardi di pro- tamente confrontabili, date le differenze dei due fitti di società che trattano con l’Amministrazione sistemi di rilevazioni statistiche) per le famiglie Pubblica. Tutti questi pagamenti diretti dei fattori italiane. Per la maggior parte delle famiglie ameri- di produzione sono compresi nel totale dei redditi cane l’attività patrimoniale più importante è la casa da lavoro e da capitale. seguita dagli investimenti in imprese e dai fondi Ma lo Stato influenza direttamente i redditi an- pensione. Molte famiglie possiedono quantità mo- che in un altro modo. Incassa, per esempio, una deste di attività finanziarie sotto forma di deposi- quota consistente del reddito nazionale attraverso ti a risparmio e azioni, ma una notevole quantità le imposte e altri tributi. del patrimonio finanziario nazionale è concentrata P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
4 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente Tabella 17.2 Attività tangibili e finanziarie delle famiglie americane. Le famiglie possiedono attività tangibili (come le abitazioni e le automobili) e attività finanziarie (come i depositi a risparmio e le azioni). Il più grande bene singolo per la maggior parte degli americani continua a essere la casa familiare. La ricchezza mediana è molto minore della media riflettendo la grande separazione nel possesso della ricchezza. (Fonte: Federal Reserve Board, Survey of Consumer Finances, consultabile sul Federal Reserve Bulletin) Distribuzione delle attività delle famiglie americane in percentuale di tutte le attività negli ultimi trent’anni. Percentuale sul totale delle attività Tipo di attività 1989 1995 2004 2010 Finanziaria Conti correnti, depositi a risparmio e simili 9,4 7,7 6,2 5,1 Obbligazioni 3,1 2,3 1,9 1,5 Azioni 6,2 10,4 11,5 12,7 Fondi pensione 6,6 10,3 11,4 14,4 Altro 5,3 6,0 4,7 4,2 Tangibile Abitazione propria 31,9 30,0 32,3 29,4 Altri beni immobili 13,4 10,0 11,1 7,0 Automezzi 3,9 4,5 3,3 3,2 Investimenti in imprese 18,6 17,2 16,7 21,7 Altro 1,7 1,5 1,0 0,8 Tabella 17.3 Immobili e altre attività reali delle famiglie italiane negli ultimi vent’anni. Fonte: Supplementi al bollettino statistico – Indicatori monetari e finanziari – La ricchezza delle famiglie italiane; anno XIII, n. 65, 12 dicembre 2013. Voci 1995 2000 2005 2010 2012 Abitazioni 2 181,0 2 659,9 4 008,4 4 961,9 4 832,9 Oggetti di valore 79,4 104,4 122,3 125,1 133,8 Fabbricati non residenziali 152,5 184,5 265,7 334,0 335,4 Impianti, macchinari, attrezzat., scorte e avviamento 74,3 139,9 205,3 230,7 228,1 Terreni 196,2 215,3 244,3 253,9 237,6 Totale attività reali 2 683,4 3 304,0 4 846,0 5 905,6 5 767,8 Biglietti, monete 41,2 57,1 73,1 107,5 115,3 Depositi bancari 521,1 456,3 557,9 657,6 692,5 Risparmio postale 106,9 165,1 258,6 322,5 340,8 Titoli 199 926 199 926 199 926 199 926 199 926 Prestiti dei soci alle cooperative 5,5 8,2 12,6 14,0 14,8 Azioni e partecipazioni in società di capitali 252,9 740,0 737,8 617,8 553,4 Partecip. in società e quasi-società di persone 91,2 149,0 193,0 212,0 204,1 Fondi comuni d’investimento 102,9 510,9 421,4 264,8 266,2 Crediti commerciali 61,4 76,8 92,2 99,8 99,5 Totale attività finanziarie 1 767,5 3 004,3 3 667,8 3 677,3 3 670,0 Totale attività 4 450,9 6 308,3 8 513,8 9 582,9 9 437,8 Totale passività finanziarie 256,6 422,5 661,5 881,0 895,4 Ricchezza netta 4 194,3 5 885,8 7 852,4 8 701,9 8 542,4 per memoria: beni durevoli 407,2 506,9 595,5 650,8 652,5 P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 5 nelle mani di una piccola parte della popolazione: Ma quale salario? Il prodotto marginale del primo circa un terzo del patrimonio americano è concen- bracciante, il prodotto marginale del secondo op- trato nelle mani dell’1% delle famiglie. In Italia pure una media dei due? il 68% delle famiglie è proprietaria dell’abitazio- In concorrenza perfetta, dove i proprietari ter- ne in cui risiede e la casa rappresenta nel 2012 il rieri sono liberi di scegliere quanti braccianti assu- 56,6% della ricchezza netta delle famiglie italiane mere, la risposta è molto semplice: essi non assu- mentre le altre attività rivestono un’importanza più meranno mai di loro iniziativa il secondo bracciante contenuta. Tutte le attività finanziarie contano per se il salario di mercato che devono pagare supera il il 43% della ricchezza netta con i depositi bancari prodotto marginale del nuovo lavoratore; la concor- e i titoli che rispettivamente rappresentano l’8,1% renza garantisce quindi che tutti i braccianti riceva- ed l’8%. no un salario pari al prodotto marginale dell’ultimo lavoratore. Si verifica tuttavia un eccesso di output 17.1.3 La distribuzione del reddito totale rispetto ai costi salariali, in quanto i prodotti nazionale marginali dei lavoratori precedenti erano maggiori Dopo aver definito i concetti di reddito e ricchezza, di quello dell’ultimo lavoratore: l’eccesso di pro- torniamo alla domanda posta all’inizio del Capito- dotto marginale fornito dai braccianti precedenti ri- lo: in un mondo caratterizzato da un’intensa attivi- mane ai proprietari terrieri quale guadagno residuo, tà economica in concorrenza, in che modo si distri- che in seguito verrà chiamato rendita. buisce il prodotto nazionale tra due o più fattori di Per quale motivo la terra garantisce un guadagno produzione? a proprietari terrieri che nel frattempo stanno sui loro Una teoria semplificata della distribuzione del yacht a migliaia di kilometri di distanza? Il fatto è reddito tra i fattori fu proposta per la prima volta che ciascun proprietario terriero fa parte del mercato all’inizio del XX secolo da John Bates Clark, noto concorrenziale della terra e affitta la terra al miglior economista della Columbia University. prezzo; così come i lavoratori sono in concorrenza Questa teoria può essere applicata ai mercati per ottenere un posto di lavoro, i proprietari terrieri concorrenziali per qualsiasi numero di prodotti fi- competono tra loro per assumere i lavoratori. niti e di fattori, ma risulta più facilmente compren- Nel mondo concorrenziale di Clark non esisto- sibile se si considera un mondo semplificato in cui no complotti per sfruttare i lavoratori, associazioni si produce un unico bene e dove tutti i conti sono imprenditoriali o sindacati, quindi non vi è nem- in termini reali: il prodotto, che potrebbe essere il meno equità tra salari e rendite, si vede solo come mais o un paniere di beni diversi, verrà indicato funzionano domanda e offerta. con Q; fissando inoltre il prezzo di tale prodotto a Si sono così ricavati i salari del lavoro. La Figu- 1, è possibile mantenere la discussione in termini ra 17.1 mostra che la curva del prodotto marginale reali, dove il valore del prodotto è Q e il salario del lavoro fornisce la curva di domanda DD di tutti è il salario reale in termini di beni o Q. In questa i datori di lavoro in termini di salari reali (in mais, situazione ottimale, una funzione di produzione in- o in panieri di beni di mercato o in unità di Q). La dica la quantità di Q prodotta per ciascuna quantità popolazione, o forza lavoro, fornisce l’offerta di di ore lavorative, L, e per ogni quantità di ettari di lavoro (indicata da OO) e il salario di equilibrio è terra omogenea, T. dato dal punto E. I salari totali corrisposti al lavoro Ricordiamo il concetto di Prodotto marginale in sono dati da T ⫻ L (per esempio, se T = 5 e L = 1 termini di valore (PMV) del Capitolo 11: il valore milione di euro, si otterranno salari totali pari a 5 monetario del prodotto aggiuntivo generato da una milioni di euro). Tale risultato è indicato dall’area unità addizionale dell’input. Si noti che, poiché P in colore scuro del rettangolo, 0OEN. = 1, in concorrenza perfetta PMV = PM ⫻ P = PM Nella Figura 17.1 il triangolo in colore chiaro ⫻ 1 = PM e il salario = PML. NDE, che rappresenta la rendita, misura l’intero Clark pensò: il prodotto marginale di un primo eccesso di output prodotto ma non distribuito sotto bracciante è elevato perché egli dispone di gran- forma di salari; le dimensioni del triangolo della di quantità di terra da coltivare, mentre il prodotto rendita dipendono dalla misura in cui il prodotto marginale di un secondo bracciante sarà legger- marginale del lavoro diminuisce all’aumentare del mente inferiore; dato però che i due lavoratori han- lavoro impiegato, vale a dire dal livello dei rendi- no uguali caratteristiche, devono percepire lo stes- menti decrescenti. Se vi sono pochi terreni di alta so salario. qualità, i rendimenti decrescenti di unità aggiunti- P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
6 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente T quantità di terra che verrà richiesta dai proprietari O del lavoro a ciascun tasso di rendita. Nella nuova D versione della Figura 17.1 individuate un nuovo pun- Prodotto Prodotto marginale, tasso salariale marginale to di equilibrio E⬘ e identificate il rettangolo di ren- del lavoro dita della terra determinato dal rispettivo prodotto marginale, nonché il triangolo del salario residuo. Notate infine la completa simmetria dei fattori: il Rendita E nuovo grafico mostra che le quote di distribuzione N di ogni fattore di produzione sono determinate si- D multaneamente dai loro prodotti marginali interdi- pendenti. Salari Ma non è tutto. Invece di lavoro e terra, sup- poniamo che gli unici due fattori siano il lavoro e O un bene capitale versatile, e che una funzione di L 0 Quantità di lavoro produzione metta in relazione Q con il lavoro e il capitale con le stesse proprietà generali della Figu- ra 17.1: in questo caso, tracciando nuovamente la Figura 17.1 I princìpi del prodotto marginale determina- no la distribuzione del reddito tra i fattori. Figura 17.1 si otterrebbe un’identica distribuzione Ogni striscia verticale rappresenta il prodotto marginale di quella del reddito tra lavoro e capitale. La medesima ope- data unità di lavoro. Il prodotto nazionale totale si ottiene som- razione può essere eseguita per tre, quattro o qual- mando tutte le strisce verticali fino all’offerta totale di lavoro siasi numero di fattori. indicata da O. La distribuzione del prodotto è determinata dai princìpi del prodotto marginale. I salari totali sono rappresentati Nei mercati concorrenziali la domanda dei fat- dal rettangolo inferiore (ottenuto moltiplicando il tasso salariale tori è determinata dai prodotti marginali dei fat- 0N per la quantità del lavoro 0O), mentre il rimanente triangolo tori. Nel caso semplificato in cui i fattori sono superiore NDE indica le rendite fondiarie. pagati in termini di prodotto singolo, si avrà ve di lavoro saranno elevati e la parte di rendita co- Salario = prodotto marginale del lavoro spicua; al contrario, in presenza di vaste estensioni di territori di confine in attesa di essere disboscati, Rendita = prodotto marginale della terra la tendenza ai rendimenti decrescenti può essere minima, così come la rendita di tali terreni. e così di seguito per ciascun fattore. In questo Nella Figura 17.1 i salari sono circa tre volte modo il 100% del prodotto viene distribuito tra maggiori delle rendite: tale rapporto di 3 a 1 tra il tutti i fattori di produzione. reddito da lavoro e gli altri redditi riflette il fatto che salari e stipendi rappresentano quasi tre quarti Possiamo quindi osservare che la teoria della di- del reddito nazionale. stribuzione del reddito è compatibile con la deter- minazione concorrenziale dei prezzi di qualsiasi Teoria della distribuzione numero di beni prodotti da qualsiasi numero di basata sulla produttività marginale fattori; questa semplice ma fondamentale teoria con numerosi input mostra in che modo la distribuzione del reddito è La teoria della distribuzione basata sulla produt- legata alla produttività in un’economia di mercato tività marginale costituisce un importante passo concorrenziale. avanti per capire la determinazione dei prezzi di fattori diversi. La mano invisibile e i redditi Si noti anche che, per ottenere una teoria della Abbiamo fin qui delineato i modi in cui un’eco- distribuzione completa, è possibile invertire i ruoli nomia perfettamente concorrenziale distribuisce il di terra e lavoro: basta mantenere costante il lavoro prodotto totale tra i differenti fattori in un mondo e aggiungere nuove unità del fattore variabile ter- semplificato. ra al fattore fisso lavoro. A questo punto si calcola La domanda più naturale che ci si possa porre il prodotto marginale di ogni ettaro aggiuntivo. Si è se i redditi, nel mercato capitalistico, siano equi traccia infine una curva di domanda indicante la e giusti, ma in un certo senso è come chiedersi se P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 7 nella giungla gli animali si spartiscono il cibo in In un’economia di mercato, la distribuzione del modo equo. Esattamente come nella giungla la reddito e il consumo riflettono l’opera, l’ingegno- distribuzione del cibo funziona in base a leggi sità e l’astuzia, così come fattori quali la razza, il indipendenti da ciò che è giusto o sbagliato, nel genere, la posizione sociale, la salute e la fortuna. mercato concorrenziale i salari e i profitti vengono Si celebrano deregolamentazione, privatizza- distribuiti in base alla produttività e non alle leggi zione, riduzione delle barriere commerciali, decli- dell’etica. no dei sindacati come eventi che avrebbero favo- Il risultato è che il mercato non garantisce il rito la maggior efficienza del mercato negli ultimi giusto compenso alle persone che lo meritano o un vent’anni, ma l’aumento della concorrenza del livello di vita decente a coloro che lavorano dura- mercato si è accompagnato a una maggiore spere- mente per ore o durante i fine settimana o in Paesi quazione dei redditi, e ciò in Paesi diversissimi tra in via di sviluppo. La concorrenza che caratteriz- loro come possono esserlo gli Stati Uniti, la Svezia za l’economia del laissez-faire può condurre a una e la Russia. forte disuguaglianza, alla malnutrizione dell’infan- zia che crescerà per avere altri bambini malnutriti, Se da un lato il mercato può fare miracoli per alla perpetuazione della sperequazione dei redditi e produrre una serie sempre più ampia di beni e della ricchezza per intere generazioni. Non esistono servizi nel modo più efficiente possibile, dall’al- leggi economiche che garantiscano ai Paesi poveri tro non esiste una mano invisibile capace di ga- dell’Africa di recuperare il distacco che li separa dai rantire che nell’economia del laissez-faire vi sia Paesi ricchi dell’America settentrionale. I ricchi di- una distribuzione equa e giusta dei redditi e del- venteranno sempre più ricchi e i poveri più poveri. la proprietà. 17.2 Le fonti della disuguaglianza Per misurare la disuguaglianza, o sperequazione, vengono poi suddivise in fasce di reddito. Suddivi- nel controllo delle risorse economiche, è necessa- diamo le famiglie in gruppi di uguale numerosità, rio considerare sia le differenze di reddito che di per esempio in dieci gruppi: alcune famiglie rien- patrimonio. treranno nel 10% del gruppo di reddito più basso, È importante ricordare che il reddito persona- altre apparterranno alla fascia successiva, altre an- le indica le entrate totali di un individuo o di una cora rientreranno nel 10% delle famiglie con red- famiglia in un determinato periodo di tempo (di diti più elevati. solito un anno). Le componenti principali del red- L’effettiva distribuzione del reddito tra le fami- dito personale sono i redditi da lavoro, i redditi da glie italiane gli anni 2006 e 2010 è riportata nella capitale (rendite, interessi e dividendi) e i trasferi- Tabella 17.4. Nella colonna (1) sono indicate le dieci menti pubblici. Il reddito personale disponibile è fasce di reddito, la colonna (2) mostra il campo di costituito dal reddito personale al netto delle impo- variabilità dei redditi delle famiglie per ogni fascia ste. Il patrimonio o patrimonio netto, o ricchezza di reddito, la colonna (3) indica la percentuale di netta, è il valore monetario delle attività finanziarie famiglie appartenenti a ciascuna fascia e la colon- e tangibili meno le somme dovute alle banche o ad na (4) mostra la percentuale del reddito nazionale altri creditori. Per un ripasso delle principali fonti totale spettante alle famiglie di ciascuna fascia. di reddito e di ricchezza negli Stati Uniti consultate Uno sguardo alla Tabella 17.4 rivela la disugua- le Tabelle 17.1 e 17.2. glianza della distribuzione dei redditi in Italia: il 10% delle famiglie più povere guadagnava nel 17.2.1 La distribuzione del reddito 2006 meno di 8 381 euro all’anno, cifra che è sce- e della ricchezza sa a 7 933 euro nel 2010. Per contro il 10% delle La distribuzione del reddito mostra la ripartizio- famiglie più ricche guadagnava nel 2006 più di ne dei redditi tra le famiglie. Per chiarire questo 84 051 euro all’anno, cifra salita a 85 511 euro nel concetto, supponiamo che ciascuna famiglia annoti 2010. I redditi di alcuni individui sono decisamen- su una scheda il proprio reddito annuo; tali schede te più elevati. Nel 2006 il 5% delle famiglie più P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
8 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente Tabella 17.4 Redditi medi e quote di reddito per decili di famiglie italiane nel 2006 e 2010. Le famiglie sono state riunite in 10 gruppi di uguale dimensione in base al loro reddito. Nel 2006 il primo decile riceve il 2,6% del reddito complessivo mentre l’ultimo decile detiene il 26,4% dello stesso. (Fonte: Supplementi al bollettino statistico – Indagine campionarie – I bilanci delle famiglie italiane anni 2006 e 2010; anni XVIII e XXII, n. 7 e 6, 28 gennaio 2008 e 25 gennaio 2012.) Valore di ripartizione Quota di reddito Reddito medio Decili di famiglie (euro) (valori percentuali) (euro) 2006 2010 2006 2010 2006 2010 Fino al 1° decile 11 808 11 710 2,6 2,4 8 381 7 933 Dal 1° al 2° decile 15 324 15 632 4,3 4,2 13 594 13 763 Dal 2° al 3° decile 18 960 19 200 5,4 5,3 17 068 17 433 Dal 3° al 4° decile 22 239 23 035 6,5 6,4 20 609 21 100 Dal 4° al 5° decile 26 059 27 000 7,6 7,7 24 052 24 972 Dal 5° al 6° decile 30 639 31 952 8,9 9,0 28 418 29 500 Dal 6° al 7° decile 36 263 37 683 10,5 10,6 33 430 34 573 Dal 7° al 8° decile 43 326 45 340 12,5 12,6 39 547 41 252 Dal 8° al 9° decile 55 710 58 549 15,3 15,7 48 715 51 238 Oltre il 9° decile – – 26,4 26,1 84 051 85 511 ricche deteneva il 17% della ricchezza nazionale. È possibile osservare il grado di disuguaglianza Supponendo di costruire una piramide del reddito e mediante un diagramma noto come curva di Lo- della ricchezza con dei mattoncini, dove ogni stra- renz, uno strumento ampiamente utilizzato per to rappresenta 100 euro di reddito, la vetta sarebbe analizzare la sperequazione del reddito e della ric- più alta dell’Everest, ma la maggior parte degli in- chezza. La curva di Lorenz nella Figura 17.2 mostra dividui si troverebbero a qualche decina di centi- l’entità della sperequazione che emerge dalle co- metri dalla base. lonne della Tabella 17.5, dove vengono confrontati i modelli di uguaglianza assoluta, disuguaglianza Come misurare la disuguaglianza assoluta e l’effettiva disuguaglianza registrata in tra le fasce di reddito Italia nel 2006. Come si può misurare il grado di disuguaglianza L’uguaglianza assoluta è indicata dalle cifre nella distribuzione dei redditi? A un estremo, se i nella colonna (3) della Tabella 17.5, graficamente redditi fossero distribuiti in modo perfettamente rappresentate dalla diagonale in colore tratteggiata equo, non vi sarebbero differenze tra il 10% dei nel diagramma di Lorenz della Figura 17.2. All’altro più poveri e il 10% dei più ricchi: ciascun quinto estremo vi è il caso ipotetico della disuguaglianza riceverebbe esattamente il 10% del reddito na- assoluta, in cui un solo individuo riceve la totalità zionale. Questo è il significato di uguaglianza del reddito. La disuguaglianza assoluta è rappre- assoluta. sentata dalla colonna (4) della Tabella 17.5 e dalla La realtà è tuttavia molto diversa. Il decimo curva inferiore nel diagramma di Lorenz (la linea inferiore, che comprende il 10% delle famiglie, nera tratteggiata ad angolo retto). percepisce meno del 2,6% del reddito totale. La Qualsiasi distribuzione reale del reddito sarà situazione è opposta per il 10% delle famiglie più compresa tra i due estremi dell’equità assoluta e abbienti, le quali ricevono più del 26% del reddito. della sperequazione assoluta. La colonna (5) della In altri sistemi economici la distribuzione è an- Tabella 17.5 rappresenta i dati ottenuti dalle prime cora più disuguale: negli Stati Uniti, per esempio, due colonne in una forma adatta a tracciare una il 20% più povero nel 2006 riceveva solo il 3,4% curva di Lorenz, che nella Figura 17.2 corrisponde del reddito totale, mentre al 20% più ricco spettava alla curva continua in colore intermedia. L’area il 49,7%. ombreggiata indica la deviazione dall’equità as- P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 9 100 Applicazione Il coefficiente di Gini Gli economisti si trovano spesso a dover misurare quanti- 80 Curva dell’uguaglianza tativamente la disuguaglianza. Una misura utile è data dal assoluta coefficiente di Gini che si ottiene moltiplicando l’area in colore della Figura 17.2 per 2. Il coefficiente di Gini è pari a Percentuale del reddito 1 in caso di disuguaglianza assoluta e a 0 in caso di ugua- 60 Deviazione glianza assoluta. Graficamente, ricordate che in una società dell’uguaglianza caratterizzata da redditi uguali la curva di Lorenz correrebbe assoluta lungo la retta del 45°, quindi l’area sarebbe pari a zero. Per 40 Effettiva contro, quando la curva di Lorenz corre lungo gli assi, l’area, distribuzione pari a 0,5, una volta moltiplicata per 2 dà come risultato un del reddito coefficiente di Gini pari a 1. 20 Curva della disuguaglianza assoluta soluta e fornisce quindi una misura del grado di sperequazione nella distribuzione del reddito. Una 0 20 40 60 80 100 misura quantitativa della disuguaglianza utilizzata Percentuale della popolazione di frequente è il coefficiente di Gini, che è dato dal rapporto tra l’area in colore nella Figura 17.2 Figura 17.2 La curva di Lorenz illustra la disuguaglianza e l’area complessiva del triangolo formato dalle nella distribuzione del reddito. curve dell’uguaglianza assoluta e della disugua- Tracciando i dati riportati nella colonna (5) della Tabella 17.5, glianza assoluta. si osserva che la curva in colore continua della distribuzione effettiva del reddito è situata tra i due estremi dell’uguaglian- Distribuzione della ricchezza za assoluta e della disuguaglianza assoluta. L’area in colore di Una delle fonti più importanti di disuguaglianza questa curva di Lorenz (quale percentuale dell’area del trian- del reddito è rappresentata dalle disparità nella ric- golo costituito dalle linee tratteggiate) misura la sperequazione chezza, ovvero dalla proprietà di attività finanzia- relativa del reddito. Quale avrebbe potuto essere la forma della curva all’inizio rie e beni tangibili. Chi è straordinariamente ricco del secolo scorso, quando il livello di disuguaglianza era (per motivi di eredità, capacità o fortuna) possiede maggiore? E quale sarebbe in un sistema utopico in cui tut- redditi di gran lunga superiori all’ammontare gua- ti ricevono le stesse eredità e dispongono delle medesime dagnato da una famiglia media. Chi non possiede opportunità? ricchezza parte sfavorito in termini di reddito. Tabella 17.5 Casi reali ed estremi di disuguaglianza. Sommando le percentuali di reddito di ogni quintile indicate nella colonna (2) con quelle dei quintili precedenti, è possibile confron- tare nella colonna (5) la distribuzione del reddito effettiva con gli estremi della disuguaglianza assoluta e dell’uguaglianza assoluta. (Fonte: Tabella 17.4. Per semplicità sono riportati i quintili riferiti all’anno 2006.) Percentuale di reddito ricevuta da questa classe e da quelle inferiori (1) (2) (3) (4) (5) Reddito totale ricevuto Uguaglianza Disguaglianza Distribuzione Quintile dalle famiglie della classe assoluta assoluta effettiva I 6,9% 20% 0 6,9% II 11,9% 40% 0 18,8% III 16,5% 60% 0 35,3% IV 23,0% 80% 0 58,3% V 41,7% 100% 100% 100,00% P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
10 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente (a) Disuguaglianza del reddito (b) Disuguaglianza del patrimonio 100 100 Svezia 80 80 Percentuale del patrimonio Percentuale del reddito Gran Bretagna 60 60 Stati Uniti 40 40 Brasile 20 20 Stati Uniti Gran Bretagna 0 0 20 40 60 80 100 20 40 60 80 100 Percentuale della popolazione Percentuale delle unità di consumo Figura 17.3 II livello di disuguaglianza è diverso in differenti società ed è maggiore per la ricchezza che per il reddito. (a) I sistemi economici avanzati presentano livelli inferiori di disuguaglianza nella distribuzione del reddito rispetto ai sistemi più arretrati. (b) La ricchezza tende a essere maggiormente concentrata dei redditi. La distribuzione del reddito negli Stati Uniti e in Gran Bretagna è simile, ma in quest’ultimo Paese la ricchezza è un po’ più concentrata che in America. I Paesi socialisti come la Cina mostrano livelli decisamente inferiori di concentrazione della ricchezza privata. [Fonti: Aizcorbe, A.M., Kennickell, A.B., Moore, K.B., “Recent Changes in U.S. Family Finances: Evidence from the 1998 and 2001 Survey of Consumer Finances”, Federal Reserve Bulletin, vol. 89, gennaio 2003, pp. 1-32 (disponibile online); World Bank, World Development Report, varie edizioni.] Nelle economie di mercato la ricchezza è general- Paesi in base al coefficiente di Gini (riguardate il mente distribuita in modo molto più disuguale ri- riquadro sul coefficiente di Gini); gli Stati orienta- spetto al reddito, come indicato dalla Figura 17.3 (b). ti verso il mercato come gli Stati Uniti tendono ad Negli Stati Uniti, nel 2006, il 10% delle famiglie avere le maggiori sperequazioni nella distribuzione più ricche possedeva il 70% della ricchezza e l’1% della ricchezza tra i Paesi ad alto reddito con un in- delle famiglie più ricche possedeva circa il 35% di dice di Gini che inoltre cresce nel tempo, mentre gli tutta la ricchezza. Studi condotti da Edward Wolff Stati dell’Europa settentrionale che si caratterizza- della New York University mostrano che la distri- no per un Welfare più sviluppato tendono ad avere buzione della ricchezza è divenuta molto più disu- il livello di disuguaglianza più basso. Le ragioni guale nel tempo. della forte disuguaglianza degli Stati Uniti vengono Le società sono ambigue sul possesso di grandi affrontate più avanti in questo Capitolo. In media si ricchezze. Un secolo fa, il presidente T. Roosevelt vede come l’Unione Europea faccia registrare dei criticò i “criminali dai grandi patrimoni” e propose valori più contenuti mentre ben diversa è la situa- una tassazione dei redditi e delle successioni for- zione per paesi quali Russia, Cina e Sud Africa. temente progressiva. Un secolo dopo, tuttavia, gli In particolare l’esperienza dei Paesi in via di Stati Uniti hanno approvato una legge che abolisce sviluppo mostra una relazione interessante: la disu- tutte le imposte sulle successioni e sulle donazioni guaglianza comincia a svilupparsi quando i Paesi fino al 2010 incluso, etichettandole come “imposte si avviano verso l’industrializzazione per poi dimi- sulla morte”. nuire una volta terminata questa fase; i due estremi della disuguaglianza, che vedono lo sviluppo di La disuguaglianza in Paesi diversi un’opulenza manifesta accanto alla peggiore mise- Le Nazioni distribuiscono il reddito in modi diversi ria, si hanno nei Paesi a medio reddito, in partico- a seconda della loro struttura sociale ed economica. lare nei Paesi dell’America Latina come il Perù, il La Figura 17.4 mostra le disuguaglianze di diversi Brasile e il Venezuela. P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 11 65 60 55 50 45 40 Coefficiente di disuguaglianza di Gini 35 30 25 20 15 10 5 0 str 0 a 8) ) ) 5) ) ) ) ) ) 7) 8) 9) 9) 1) 1) 1) 4) ) 1) 5) Au (20 blic 05 05 05 11 09 08 06 12 00 01 01 01 01 00 00 00 00 00 00 00 ali 9) 20 0 0 0 0 0 0 20 ca pub (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 (2 ( ( an lia ia a na ng a a io ia da ia cia ia le a ito a a Ce Re ti pe di ni di ric ss ez er an ni ae lg Ita iw Ci Ko na Un an lan lo In Af Ru Be ro iU gh Sv rm Isr Ta Po Ca Fr Eu ng Fin Un o d at Ge gn Su Ho St ne Re io Un Figura 17.4 Disuguaglianza in diversi Paesi. La disuguaglianza varia notevolmente nei principali Paesi; in Russia e negli Stati Uniti attualmente il livello di disuguaglianza dei redditi è il più alto, mentre nei Paesi dell’Europa settentrionale è il più basso; questo grafico mostra il coefficiente di Gini come definito nel testo. (Fonte: Vleminckx, K., Luxembourg Income Study, agosto 1998, disponibile online.) 17.2.2 Disugualianza del reddito ferenze fisiche, mentali e caratteriali; ma queste da lavoro differenze soggettive sono di poco aiuto per spie- gare l’enigma della distribuzione del reddito. Quali sono le fonti della disuguaglianza? Per trova- Le caratteristiche fisiche (quali la forza, l’altez- re una risposta guarderemo innanzitutto ai redditi za o il peso) e quelle mentali misurabili (come il da lavoro, che costituiscono circa il 75% dei redditi quoziente d’intelligenza o la percezione dei colori) dei fattori produttivi; anche se i redditi di capitale non contribuiscono molto a spiegare le differenze fossero stati distribuiti equamente, gran parte della tra i guadagni dei singoli individui. disuguaglianza rimarrebbe. Le cause che produco- Tutto questo non significa che le capacità in- no disparità nei redditi sono relative alle differenze dividuali siano irrilevanti: la capacità di segnare di capacità e specializzazione professionale, dei una rete negli sport di squadra o di affascinare il ritmi di lavoro, del tipo di occupazione e di altri pubblico televisivo incrementa notevolmente la fattori. capacità di guadagno di un individuo; ma le capa- cità apprezzate sul mercato del lavoro sono varie Capacità e specializzazione e spesso difficili da misurare. I mercati tendono a Le persone sono enormemente diverse sia per premiare la volontà di assumere rischi, l’ambizio- quanto riguarda le capacità individuali, sia per dif- ne, la fortuna, le genialità tecnologiche, la capacità P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
12 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente di valutazione e l’impegno nel lavoro, ma nessuna miglie benestanti beneficiano del loro ambiente in di queste qualità può essere facilmente misurata ogni fase di crescita. Spesso un bambino povero mediante test standardizzati. Come avrebbe po- deve affrontare problemi di sovraffollamento, cat- tuto dire Mark Twain, “Non è necessario essere tiva alimentazione, scuole scadenti e insegnanti so- intelligenti per far soldi. Ma bisogna sapere come vraccarichi di lavoro. Nelle città la bilancia pende a farli”. sfavore di molti bambini ancora prima del decimo anno di età. Ritmi di lavoro Alcuni economisti ritengono che i cambiamenti I ritmi di lavoro variano notevolmente da un indi- tecnologici, l’immigrazione, gli scambi interna- viduo all’altro. Uno stakanovista può lavorare 70 zionali e la preponderanza crescente dei mercati ore alla settimana, non andare mai in ferie e riman- dominati dal vincitore stiano facendo aumentare dare il pensionamento a tempo indeterminato. Un la disuguaglianza; per esempio, mentre trent’anni asceta può lavorare solo il minimo indispensabile fa gli atleti di talento non guadagnavano molto di per procurarsi i beni di prima necessità. più degli operai, oggi nel calcio si firmano contratti È possibile che notevoli differenze di reddito multimilionari e tendenze analoghe si riscontrano derivino semplicemente da differenze nell’impe- in altri sport, nello spettacolo e negli stipendi degli gno lavorativo; in questo caso le disuguaglian- alti funzionari aziendali. ze non comporterebbero particolari problemi di equità. 17.2.3 Disuguaglianza del reddito da capitale Tipo di occupazione Le maggiori disparità di reddito derivano da dif- Un’importante fonte della sperequazione del red- ferenze nei redditi da capitale, che sono costituiti dito è costituita dal tipo di occupazione. Al livello dai redditi derivati da beni quali azioni, titoli e im- inferiore si situano i lavoratori manuali non spe- mobili. A parte alcune eccezioni, coloro che sono cializzati, con retribuzioni che superano di poco i al vertice della piramide del reddito traggono gran 500 euro al mese; all’altro estremo si collocano i parte del proprio denaro dalla ricchezza possedu- professionisti e gli alti dirigenti, con guadagni che ta, mentre i poveri che possiedono poche attività possono ammontare a centinaia di migliaia di euro finanziarie non ottengono alcun reddito dal loro all’anno. inesistente patrimonio. Analizziamo le principali Quali sono le ragioni di tali enormi differenze fonti delle differenze patrimoniali: risparmio, im- tra le diverse occupazioni? Parte della disparità prenditorialità ed eredità. deriva dagli anni di pratica necessari per diventare medico o avvocato, ma anche le capacità indivi- Risparmio Benché la maggior parte delle perso- duali rivestono una certa importanza: le professioni ne risparmino per garantirsi la pensione, probabil- tecniche, per esempio, sono accessibili soltanto a mente tale parsimonia non rappresenta la princi- coloro che possiedono determinate capacità quan- pale fonte di ricchezza. È estremamente difficile titative. Alcune professioni rendono di più perché accumulare grosse somme risparmiando sui nor- sono pericolose o sgradevoli; quando l’offerta mali redditi da lavoro; per quanto parsimoniosa sia di lavoro in un particolare settore è limitata, per una famiglia, con uno stipendio di 1 000 euro al esempio a causa di restrizioni sindacali o disposi- mese è impossibile accumulare un patrimonio di zioni relative alla concessione di licenze, i salari e qualche decina di milioni di euro. gli stipendi di quel settore aumentano. Imprenditorialità Se paragonata al risparmio, Altri fattori l’imprenditorialità rappresenta una strada molto Oltre alle capacità individuali, ai ritmi di lavoro e più importante per raggiungere la ricchezza. La al tipo di occupazione, altri fattori influiscono sulle Tabella 17.6a illustra l’esperienza dei 100 america- differenze salariali, quali, per esempio, la discrimi- ni più ricchi nel 2003: i dati suggeriscono che la nazione e l’esclusione delle donne da certe occu- maggior parte debba la sua fortuna al fatto di aver pazioni. assunto dei rischi e di aver creato nuove attività La vita familiare e le esperienze sociali dei redditizie, come per esempio imprese produttrici bambini hanno un impatto decisivo sulla loro suc- di software, reti televisive e catene di vendita al cessiva capacità di guadagno. I bambini delle fa- dettaglio. Gli individui che hanno inventato nuo- P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 13 Tabella 17.6a In che modo gli americani più ricchi hanno raggiunto il vertice? Nel 2003, 100 americani disponevano di un patrimonio netto di almeno 2 miliardi di dollari, secondo quanto riportato dalla rivista Forbes. Per la maggior parte dovevano il loro patrimonio ad attività imprenditoriali (come Bill Gates o i Walton). Una percentuale limi- tata aveva accumulato le proprie ricchezze grazie a investimenti finanziari o ad un’eredità. (Fonte: Forbes, ottobre 2003, disponibile su www.forbes.com/richlist2003/rich4001and.html.) Le 100 persone più ricche d’America Ammontare del patrimonio netto Fonte del patrimonio Numero di persone Miliardi di dollari Percentuale Eredità 8 18,8 3 Finanza 16 99,4 16 Imprenditoria 76 506,7 81 Comunicazione 12 70,4 11 Intrattenimento 3 9,5 2 Industria 13 72,7 12 New economy 12 152,7 24 Petrolio 6 19,8 3 Beni immobili 9 28,4 5 Vendita al dettaglio 21 153,2 25 Totale 100 624,9 100 Tabella 17.6b I 20 americani più ricchi negli Stati Uniti Posizione Nome Patrimonio Età Residenza Attività 1 Bill Gates 72,0 58 Medina, Washington Microsoft 2 Warren Buffett 58,5 83 Omaha, Nebraska Berkshire Hathaway 3 Larry Ellison 41,0 69 Woodside, California Oracle 4 Charles Koch 36,0 78 Wichita, Kansas Attività diversificate 4 David Koch 36,0 73 New York, New York Attività diversificate 6 Christy Walton & family 35,4 59 Jackson, Wyoming Wal-Mart 7 Jim Walton 33,8 66 Bentonville, Arkansas Wal-Mart 8 Alice Walton 33,5 64 Fort Worth, Texas Wal-Mart 9 S. Robson Walton 33,3 70 Bentonville, Arkansas Wal-Mart 10 Michael Bloomberg 31,0 72 New York, New York Bloomberg LP 11 Sheldon Adelson 28,5 80 Las Vegas, Nevada Casinò 12 Jeff Bezos 27,2 50 Seattle, Washington Amazon.com 13 Larry Page 24,9 40 Palo Alto, California Google 14 Sergey Brin 24,4 40 Los Altos, California Google 15 Forrest Mars, Jr. 20,5 82 Big Horn, Wyoming Candy 15 Jacqueline Mars 20,5 74 The Plains, Virginia Candy 15 John Mars 20,5 77 Jackson, Wyoming Candy 18 Carl Icahn 20,3 78 New York, New York Finanza 19 George Soros 20,0 83 Katonah, New York Finanza 20 Mark Zuckerberg 19,0 29 Palo Alto, California Facebook Fonte: Forbes, settembre 2013, disponibile su www.forbes.com P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
14 PARTE III Microeconomia applicata: intervento pubblico e ambiente vi prodotti o servizi, o che hanno organizzato le nei 100 americani più ricchi rimane significativa imprese che li hanno portati sul mercato, si sono anche nelle statistiche relative al 2012. arricchiti grazie ai “profitti di Schumpeter” con queste innovazioni; di questo gruppo di persone Disuguaglianza e sviluppo economico benestanti fanno parte eroi popolari come Bill Gli storici hanno esaminato l’andamento della Gates (capo del colosso dei software Microsoft), disuguaglianza lungo il percorso che conduce le i Walton (fondatori di Wal-Mart) e Warren Buf- Nazioni, da società tradizionali isolate, attraverso fet (guru degli investimenti). La situazione per il le prime fasi dello sviluppo economico fino alla 2013 è riportata nella Tabella 17.6b. Si vede come completa industrializzazione. Cosa rivelano questi siano alquanto differenziate le attività di compe- studi? tenza per i 20 americani più ricchi. Si va dal mon- I dati relativi a Paesi diversi mostrano un mo- do di Internet alla finanza alle attività di vendita al dello in cui la disuguaglianza inizia ad aumentare dettaglio ad alcuni settori industriali. Da notare al con lo sviluppo economico e successivamente di- 20 posto il giovanissimo Mark Zuckerberg fonda- minuisce. I casi estremi di disuguaglianza (l’opu- tori di Facebook. lenza sfrenata accanto alla miseria più degradante) si riscontrano nei Paesi con redditi medi, in parti- Eredità Circa un quarto dei 100 americani più colare in alcuni Stati dell’America Latina quali il ricchi nel 1999 avevano raggiunto tale posizione Perù, Panama, il Brasile e il Venezuela. In questi ereditando il patrimonio piuttosto che creando- Paesi non è raro che il quinto inferiore della popo- lo, ma tale cifra potrebbe sminuire l’importanza lazione guadagni soltanto il 2% del reddito totale, dell’eredità nella determinazione della distri- mentre il 10% al vertice può ottenere fino al 40- buzione del reddito: gli studi effettuati rivelano 50% del reddito. infatti che due terzi dell’1% degli individui più Studi recenti condotti dalla Banca Mondiale e ricchi d’America hanno ereditato una parte si- da alcuni esperti confermano che lo sviluppo eco- gnificativa del loro patrimonio. La concentrazio- nomico in sé accresce temporaneamente la disu- ne della ricchezza ereditata nelle mani di pochi guaglianza del reddito; in seguito, man mano che suscita le critiche più severe da parte di coloro nelle economie miste la parte di reddito nazionale che si preoccupano della distribuzione iniqua del destinata al lavoro aumenta, la disuguaglianza di- reddito e della ricchezza. L’incidenza dell’eredità minuisce. Uno sguardo sull’Unione Europea Differenze retributive di genere in Europa Il fondamentale principio dell’equità di trattamento tra uomo e donna è già previsto nel Trattato di Roma del 1957 e la riduzione del divario retributivo rappresenta uno degli obiettivi della “European Strategy for Growth and Jobs”. Nel Capitolo relativo al mercato del lavoro ci siamo già occupati della discriminazione nei confronti delle donne che è il gruppo più vasto che soffre dei meccanismi discri- minatori e uno dei temi principali è proprio la persistenza del divario di genere anche in materia di retribuzione, come emerge dal rapporto ILO (International Labour Organization): “Equality at Work: Tackling the challenges”1. Nell’Unione Europea a 27 nel 2005 il differenziale salariale2 tra uomo e donna era mediamente del 15% a sfavore delle donne, a parità di mansione. A livello geografico le differenze maggiori si registrano in Germania, Gran Bretagna e Finlandia con valori superiori al 20%. I motivi vanno ri- 1 “Equality at Work: Tackling the challenges”. Report under the follow-up to the ILO Declaration on Fundamental Principles and Rights at Work”; INTERNATIONAL LABOUR CONFERENCE, 96th Session 2007, Report I (B), INTERNATIONAL LABOUR OFFICE GENEVA. 2 Dato calcolato come media dei redditi orari lordi a tutti i livelli di mercato e in tutti i settori. P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
CAPITOLO 17 Redditi, disuguaglianza e povertà 15 Malta 4% Belgio 7% Slovenia (p) 8% Portogallo 9% Italia 9% Irlanda (p) 9% Grecia (p) 9% Polonia 10% Ungheria 11% Francia 12% Romania 13% Spagna (p) 13% Lussemburgo 14% Lituania 15% UE-27 15% Svezia 16% Bulgaria 16% Lettonia 17% Austria (p) 18% Olanda 18% Danimarca 18% Repubblica ceca 19% Regno Unito (p) 20% Finlandia 20% Germania 22% Slovacchia 24% Cipro 25% Estonia 25% 0% 5% 10% 15% 20% 25% Figura 17.5 Differenziale salariale di genere nei paesi europei (2005). Fonte: Eurostat, (p) dato provvisorio. cercati nell’elevata segregazione3 esistente nel mercato del lavoro finlandese e nell’alta percentuale di lavoratrici part-time per gli altri due paesi. I paesi con i più bassi divari sono invece Malta, Italia e Portogallo in cui sono poche le donne con bassi livelli di istruzione nella forza lavoro. Per quanto concerne i settori in quello privato il differenziale medio e del 25% mentre se ci si riferisce ai soli lavoratori laureati il gap medio sale al 30%. Quest’ultimo dato si spiega con la più alta remunerazione dei lavoratori laureati e con la conseguente maggiore incidenza delle ore di lavoro perse dalle donne per accudire alla famiglia e ai figli. 3 Con il termine di segregazione si intende la ineguale distribuzione, per genere, degli individui tra le diverse occupazioni. Il grado di segregazione si misura con degli appropriati indici la cui filosofia è quella valutare la percentuale di donne e uomini che dovrebbe essere ridistribuita tra le occupazioni al fine di ottenere una completa eguaglianza nella distribuzione occupazionale per genere. P. A. Samuelson, W. D. Nordhaus, C. A. Bollino – Economia 20e © 2014, McGraw-Hill Education
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