La dieta diventa total green eccetto che ai matrimoni - Eurispes

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26.06.2019

La dieta diventa total green eccetto che ai matrimoni
Salgono le quote dei vegetariani e scendono quelle dei vegani ma, insieme, si assestano su valori medi com-
presi tra il 7 e l’8 per cento. Stabili nell’arco degli ultimi 5 anni. Anzi, in crescita rispetto alla rilevazione del
2017 di 1,6 punti percentuali. È questa la curva delle preferenze alimentari degli italiani “green” secondo il
Rapporto Italia Eurispes 2018. Senza considerare poi gli estremisti: i crudisti o i fruttariani che rimpolpano,
la fetta di popolazione radical-veg. Vegetariani e vegani. Un anno bene e un altro meno, con un andamento
altalenante: è questo il borsino delle scelte alimentari totalmente green degli italiani. Le preferenze saltano
subito all’occhio: 6,5 per cento di vegetariani nel 2014; in calo con il 5,7 per cento nel 2015; un picco del 7
per cento nel 2016, di nuovo un tonfo al 4,6 nel 2017 fino all’ultimo 8 per cento del 2018. Meno bene sono
andati i vegani calati, nello stesso arco di tempo, su tutta la linea o con un rialzo poco degno di nota: 0,6 per
cento nel 2014, ancora meno con 0,2 per cento nel 2015, una lievissima ripresa fino all’1 per cento nel 2016,
il picco del 3 per cento del 2017 per ripiombare nel 2018 allo 0,9 per cento, assestandosi sui valori iniziali
dell’indagine. Sommando le due preferenze veg si raggiunge comunque un tasso del 7-8 per cento, elevato,
che definisce come la dieta degli italiani alterna scelte total green fra vegetarianesimo e/o veganesimo a un
ritorno di fiamma a una cucina dai sapori e dagli ingredienti della tradizione. Il “veg” è quasi sempre dispo-
nibile. La dieta a base prevalente o esclusiva di piatti con ingredienti vegetali si trova ormai quasi ovunque:
nelle mense scolastiche, dove vi è la possibilità di fare richiesta di un menu alternativo, al pari di altre diete
speciali; nei ristoranti secondo cui da una recente indagine effettuata su oltre 225 mila locali italiani, più del
23 per cento propone menu vegetariani e oltre il 17 per cento ricette vegane. Vita facile anche per il reperi-
mento di cibi veg nei supermercati e negozi alimentari in genere, mentre qualche difficoltà si riscontra in
contesti più specifici come in pasti consumati in aereo, in treno o in nave o negli autogrill, nel 73 per cento
dei casi poco forniti per questa popolazione. Si resta a stecchetto anche nei pranzi di nozze, feste, eventi o
nei ricevimenti in genere, dove i menu in oltre il 67 non hanno scelte total green. Figuriamoci per chi opta
per un regime ancora più restrittivo, come il 32 per cento di crudisti, che consumano solo alimenti non sot-
toposti a cottura, o il 23 per cento di fruttariani che fanno della frutta l’alimento quasi esclusivo della dieta,
o ancora il 13 per cento circa che predilige la paleo-dieta che prevede un ritorno alle origini della tradizione
alimentare. Perché si mangia veg. Le ragioni sono diverse: la prima è salutistica, infatti più del 38 per cento
dei suoi consumatori ritiene che essa aiuti a mantenere l’organismo più in forma e sano; un italiano su cinque
pari a oltre il 20 per cento, si è fatto veg per amore degli animali, contro il 14 per cento che lo ha scelto per
una filosofia e stile di vita più salutistica sotto tutti gli aspetti, compreso quindi quello alimentare. Poi le
percentuali scendono a poco meno del 4 per cento per coloro che lo fanno stimando che il veg contenga
l’impatto ambientale, si sa infatti che gli animali sono una delle maggiore fonti di emissione di anidride
carbonica, o ancora per semplice curiosità. Chi ha scelto il veg per salute. A sorpresa sono più gli uomini,
con una quota superiore al 41 per cento contro il 37 per cento circa di donne. In particolare nel 60 per cento
dei casi si rinuncia a carne e pesce dopo i 65 anni, ritenendo questa scelta dietetica più protettiva per la salute
in età senior. Le donne, però, più del 22 per cento contro il 17 per cento degli uomini, mangiano veg per una
sensibilità maggiore nei confronti degli animali il cui rispetto motiva il cambiamento soprattutto nel 40 per
cento di 25-34enni. Cosa pensano i non vegani di questo regime alimentare. Oltre il 42 per cento degli onni-
vori, i mangiatori anche di carne e affini, ritiene che si tratti di una scelta personale rispettabile, mentre l’8
per cento circa stima il veganesimo ammirevole. Invece più del 30 per cento la giudica una scelta estrema e
radicale contro il 19 per cento che lo considera uno stile di vita espressione di fanatismo e intolleranza.
Opinioni, dunque, metà e metà: gli italiani ritengono per il 50,6 per cento il veganesimo un comportamento
alimentare positivo, opinione che spetta soprattutto ai giovani, per il 59 per cento nei riguardi del veganesimo
e per più del 55 per cento per il vegetarianesimo, a fronte del restante 49 per cento circa che esprime un
giudizio a sfavore.

Fonte: http://www.bergamopost.it/
Link: http://www.bergamopost.it/tendenze/la-dieta-diventa-total-green-eccetto-ai-matrimoni/
26.06.2019

Alcol dopo le 3 di notte, la movida al tempo di Salvini
Locali ed esercizi pubblici non possono vendere alcolici e superalcolici dopo le 3 di notte. L’idea del ministro
dell’Interno Matteo Salvini, però, è quella di eliminare questo limite. La ragione? L’ha spiegata lo stesso
titolare del Viminale che ha parlato da “padre di un ragazzo di 16 anni e da fruitore di locali”. In questo modo
– ha detto – “si agevola soltanto l’abusivismo di chi vende bevande fuori dai locali”. E quindi invece di
andare a fermare e multare chi vende robaccia all’esterno di club e discoteche o nelle zone della movida
meglio la tana libera tutti. Si beve senza problemi fino a tarda notte, con buona pace dei dati che raccontano
una verità incontrovertibile: l’abuso di alcol come causa principale di morte fra i giovani negli incidenti
stradali. Per inciso, ce lo ricordiamo, il ministro-fruitore dei locali, la scorsa estate all’Old Fashion di Milano
ancora con la t-shirt della Guardia Costiera di Vibo Valentia che non aveva avuto tempo o voglia di cambiare
in un frammento dell’ennesimo tour elettoral-istituzionale che è la sua esistenza di questi anni. Passò un po’
di tempo col gestore, in piena notte. Ma ci ricordiamo anche Mister Papeete, il gestore dello stabilimento di
Milano Marittima preferito dal leader del Carroccio a torso nudo, Massimo Casanova, oggi europarlamentare
con la Lega. Insomma, ne ha di frequentazioni nella movida italiana, Salvini. Stando a una recente ricerca
Eurispes Empam oltre il 40% dei giovani ha ammesso di essersi messo alla guida almeno una volta in stato
di ebrezza o di essere salito su un’auto con il conducente che aveva i sensi palesemente alterati. Non solo:
secondo l’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute sugli interventi realizzati nel 2018 in
materia di dipendenza da sostanze alcoliche e problemi correlati l’abuso è in crescita nel Paese ed è in peri-
coloso aumento anche il numero di incidenti correlati alla guida in stato di ebbrezza. Per i dati di Polizia e
Carabinieri, che Salvini dovrebbe conoscere se governasse con serietà, i soli militari hanno verbalizzato, nel
2017, 2.912 sinistri alcol correlati (il 9% sul totale rilevato dall’Arma) con un aumento dello 0,9% sul 2016
e dello 0,4% rispetto al 2015. Quanto alla Stradale “dai dati 2017 emerge che il 10,7% delle violazioni al
Codice della strada per guida sotto l’effetto dell’alcol è registrato in concomitanza di un incidente stradale”,
ha detto lo scorso maggio la ministra Giulia Grillo nella sua relazione, “di questi il 6,4% è riferibile ad
incidenti stradali con lesioni a persone”. Dove c’è alcol, insomma, c’è un incidente. Certo, dovrebbe anche
arrivare il “bollino blu” delle discoteche sicure, se ne parlerà nei prossimi giorni. Come se le cronache non
testimoniassero settimanalmente la violazione delle leggi nazionali, regionali e dei regolamenti comunali
(per esempio gli alcolici serenamente venduti ai minori di 18 anni) in tutto il Paese. Dunque, mentre con un
approccio si dà l’illusione di voler aumentare la sicurezza e i controlli con lotta allo spaccio, telecamere di
sorveglianza all’interno, estensione dell’uso dell’etilometro, collaborazione con la Siae perché “chi organizza
eventi sia in grado di farlo” e misteriose “nuove misure per impedire l’ingresso a sbandati e balordi”, dall’al-
tra parte nella sostanza si deregolamenta la notte alcolica dei più giovani (e non solo). Con estrema soddisfa-
zione delle organizzazioni di categoria che, al contrario, molto avrebbero da dimostrare in termini di legalità.
Basti pensare alla strage di Corinaldo o all’infinita sequela di sanzioni su sicurezza, certificazioni, capienza,
alimenti e bevande. Non solo: il principio che dovrà passare è che ciò che avverrà fuori, anche se è iniziato
dentro, dovrà lasciare sereni i gestori. “Se c’è una rissa a un chilometro da un locale non ha senso che ne
risponda il titolare. Serve meno burocrazia. Giusto che se uno sbaglia venga additato come irresponsabile,
ma il “dalli alla discoteca” non conviene a nessuno”. Più alcol in libertà anche a orari improbabili, meno
responsabilità per chi guadagna su questo genere di locali, impegni dei proprietari per ora aleatori: è la mo-
vida al tempo di Salvini.

Fonte: https://www.wired.it/
Link: https://www.wired.it/attualita/politica/2019/06/26/alcol-dopo-3-di-notte-salvini/?refresh_ce=
26.06.2019

Confindustria Centro Adriatico: Sezione Calzature, Valentino Fenni eletto presidente

L’assemblea dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico ha eletto Valentino Fenni, titolare dell’azienda
Dada Srl, come presidente della principale sezione degli industriali. 48 anni, originario di Torre San Patrizio,
Fenni guida un’azienda a Grottammare. “Produciamo sneakers, principalmente per il mercato femminile,
rigorosamente made in Italy”. Gli iscritti non hanno avuto dubbi nello scegliere l’imprenditore di Grottam-
mare. È la prima volta di un Piceno alla guida della sezione. “Un segnale importante, che rinforza il percorso
avviato con l’unione delle due territoriali. Siamo un unico corpo e anche dai calzaturieri, da sempre punto di
forza del Fermano, arriva un messaggio a tutti gli iscritti: uniti possiamo essere sempre più determinanti”, sot-
tolinea Giampietro Melchiorri, vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico. Fenni è stato votato dalla
quasi totalità degli imprenditori presenti al termine di un’assemblea in cui ha delineato anche i punti princi-
pali del suo mandato. “Sono soddisfatto. Ho preso voti in ogni comune del Fermano. Sono già arrivate le
prime telefonate, di richieste oltre che di congratulazioni, spero che questo sia il segnale di una sempre mag-
giore voglia di partecipazione degli imprenditori”. I primi impegni sono delineati: “Entro agosto presenterò
la squadra, voglio sempre più associati coinvolti. I problemi sono diversi. Ci sono quelli comuni come il calo
degli ordini, i problemi di riscossione e dell’accesso al credito. Poi però ci sono esigenze diverse, legate al
prodotto, e come sezione dobbiamo trovare le risposte”. La produzione di Fenni è destinata per il 70% ai
mercati esteri e per il 30% Italia. Il neo presidente rappresenta il mondo dello sportivo, altra novità per il
distretto fermano-piceno-maceratese: “Il mondo in cui io mi muovo non è differente, è una parte dello stesso
che sceglie il cuoio e i tacchi. Sono stato un precursore con i miei modelli, ho colto un paio d’anni prima
l’evoluzione del mercato, ma questo non significa potersi sedere. La capacità di noi imprenditori è di saper
produrre il miglior prodotto che il mercato richiede. Per questo serve sempre stare aggiornati”. Qualità e
artigianalità restano i pilastri principali, ma il presidente vuole portare sempre più conoscenza nel campo del
marketing e dei social: “Oggi è più facile trovare un giovane che sa usare Instagram che un operaio per la
manovia. Quello che è importante comprendere è che le figure che le aziende devono inserire, quanto prima,
sono anche i social media manager. Come Confindustria Centro Adriatico cercheremo di fornire il supporto
necessario alle imprese per accrescere questo lato di conoscenza. Tenendo sempre in considerazione la for-
mazione base e tradizionale che ci fa essere i numeri uno al mondo per qualità”. Fenni completerà il progetto
Eurispes avviato dal predecessore Enrico Ciccola. L’istituto di ricerca sta fotografando il distretto: “Il bello
e ben fatto non basta più, ce lo ha ricordato il direttore scientifico dell’Eurispes. Dobbiamo anche saper
vendere quello che facciamo. Per questo abbiamo bisogno di ritrovare grande sintonia all’interno della se-
zione calzaturieri, in modo da poter diversificare le azioni muovendoci per il made in Italy, ma creando
gruppi di azione nel campo del credito, del marketing, dello studio dei mercati. La mia parola chiave sarà
partecipazione”. Presidente esperto, la sua famiglia è nel settore calzature dal 1974, è impegnato da anni
nell’associazione: “Pochi giorni fa un cliente importante è andato a Montegranaro e ha condiviso decine di
foto delle aziende con scritto: ‘I am in wonderland’. Ci ha definito il paese delle meraviglie, perché entrando
nelle imprese ha visto la bellezza della produzione, ha respirato il profumo della pelle. Questo dobbiamo far
capire ai clienti: quello che noi facciamo non è solo un prodotto da vendere, ma un unicum che permette a
ogni pezzo della filiera di guadagnare, chi soldi, chi in benessere indossando le nostre scarpe. Impariamo a
raccontarlo”. La speranza finale del neo presidente è solo una: “Sezione collaborativa. L’unione fa la forza,
non dobbiamo mai dimenticarlo. Non è che perché uno va meglio facendo le sneakers ci si ferma a guardarlo.
Un’azienda che corre in un territorio fermo non riuscirà mai a resistere. Il mio lavoro sarà per il distretto che
collaborando potrà trovare risorse al suo interno. Sapendo guardare a Macerata, cominciando dall’area di
crisi complessa che può essere un volano per tutti”. Subito un impegno per il neo presidente che parteciperà
a Milano mercoledì 26 giugno all’assemblea nazionale di Assocalzaturifici in cui verrà eletto il nuovo presi-
dente al posto dell’elpidiense Annarita Pilotti, “che ringrazio per quanto fatto” conclude Fenni, che termina
il suo mandato quadriennale.

Fonte: http://www.picenotime.it/
Link: http://www.picenotime.it/articoli/40412.html
26.06.2019

Quali sono i giochi che amano di più gli italiani?
Gli italiani ed il gioco, un binomio che sa di storia e di successo. Un binomio che ha radici profonde e
che guarda al futuro con enorme ottimismo. E sono davvero tanti i giochi che appassionano gli italiani. Se-
condo l’ultima indagine Eurispes, quasi 3 italiani 10 partecipano a giochi con vincita in denaro (28,2%): il
18,3% gioca solo dal vivo, il 2% solo on line, il 7,9% in tutti e due i modi. Il gratta e vinci è il gioco più
amato (l’85%), seguito dal lotto e superenalotto (77,4%), Lotterie (62,4%), scommesse sportive (52,7%). Il
mercato del gioco in Italia nel 2018 si è attestato sui 101,8 miliardi, più del doppio rispetto al 2008 (47,5
mld) e quasi sette volte quello del 2003 (15,5 Mld). Quasi 3 su 10 giocano nella speranza di vincere grosse
somme di denaro (27,9%), il 22% è alla ricerca di denaro facile, il 21,2% per divertimento. Quattro giocatori
su 10 confessano di sentire almeno qualche volta, di giocare troppo e spendere troppi soldi. Uno su 4 ha
chiesto denaro in prestito per giocare. Il 35,4% degli Italiani crede che lo stato debba promuovere il gioco
lecito e responsabile mentre il 26,9% è dell’opinione opposta. In relazione al Pil, gli italiani giocano circa il
doppio dei francesi e quasi il triplo dei tedeschi. Gli incassi per la finanza pubblica arrivano a oltre 10 mi-
liardi, il costo per gli italiani è di quasi di 19 mld, il settore delle imprese nel 2017 ha potuto contare su 8,6
mld di euro. Insomma, con questi numeri 3 italiani su 10 giocano. Nel complesso, circa 1 italiano su 10 gioca
on line. Tra i 35-44enni e gli over 65 si registrano le più alte percentuali di non giocatori (rispettivamente
76% e 75%). Dai 45 anni in più sono più numerosi della media coloro che giocano solo dal vivo (23,9% per
i 46-64 anni, 21,4% per gli over 65). Dai 18 ai 34 anni si trova la quota più alta di giocatori sia dal vivo che
on line (15%). Le percentuali più elevate di non giocatori si trovano al Sud (77,5%) e al Centro (75,4%); nelle
Isole il picco di chi gioca solo on line (4,8%). Il Gratta e Vinci è il gioco maggiormente praticato (l’85% tra
chi gioca “qualche volta”, “spesso” e “sempre”), seguito dal Lotto e SuperEnalotto (77,4%), lotterie (62,4%),
scommesse sportive (52,7%). Meno diffusi il casino (78% mai) e le scommesse ippiche (75,9% mai). I giochi
da casinò Ma quali sono i giochi online più amati? I giochi da casinò, come ad esempio le slot di Starcasinò,
sono un vero e proprio must del settore, anche perché son sicuramente tra i pionieri dei giochi online e quelli
che hanno attirato la prima fetta d’utenza. In Italia poi questa tipologia di gioco è particolarmente amata
poiché la voglia di ribalta, di vincere denaro e la ricerca della dea bendata son tra le cose che più entusiasma
le persone, soprattutto se più adulte. Anche i giovani in realtà son molto coinvolti da questa tipologia di gioco
che ha permesso agli utenti di tentare la fortuna senza dover recarsi in un vero e proprio casinò. I giochi
online sono molto amati per la possibilità di interagire e condividere le proprie partite con altri utenti Ad aver
contribuito a questo boom son stati sicuramente gli smartphone che hanno permesso a tutti di poter avere a
disposizione un mezzo facile, veloce e non ingombrante per poter dedicarsi ai giochi online preferiti. Giochi
di strategia Anche i giochi di strategia occupano una grossa fetta di mercato. Il lato più amato di questi giochi
è quello di interagire con gli altri utenti, di giocare con i propri amici e di crescere con il tempo per poter
diventare sempre più forte o abile. I trend più seguiti son dunque quelli dei villaggi medievali, dello sviluppo
di personaggi fantastici o di eserciti alla conquista di nuove città. Tra i titoli più amati si trovano: il famosis-
simo League of Legends, Khan wars, Nemexia, Command & Conquer, Clash of Clans. La categoria dei
Puzzle è sempre stata molto amata dagli utenti fin da quando era disponibile solo offline nei cellulari della
passata generazione. I giochi online comprendono molte più opzioni e possibilità oltre ad aumentare la com-
petitività e sfida del genere. Tra i più amati troviamo sicuramente, Puzzle Bubble, un must e l’immancabile
Mah Jongg.

Fonte: https://www.lifestyleblog.it/
Link: https://www.lifestyleblog.it/blog/2019/06/quali-sono-i-giochi-che-amano-di-piu-gli-italiani/
26.06.2019

Il G20 alla ricerca di unità e multilateralismo
Il vertice del G20 di Osaka, in Giappone, porta con sé tutte le contraddizioni di un mondo interconnesso ma
altamente frammentato. Il Medio Oriente, o Asia occidentale, è ancora lacerato e in tumulto, mentre il terro-
rismo internazionale continua ad essere un problema dirompente anche in molte altre regioni del mondo.
Inoltre, la Cina è sotto attacco da parte degli Stati Uniti, ma allo stesso tempo sta ricevendo più sostegno
dalla comunità internazionale, come dimostrato domenica a Roma dall’elezione di Qu Dongyu come direttore
generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Il candidato
cinese ha ricevuto 108 voti, il candidato americano ha dovuto accontentarsi di soli 12. Il G20 è il gruppo
politico più rappresentativo sulla scena mondiale e compirà 10 anni nel settembre 2019. Il gruppo, rappre-
sentante l’80% del PIL globale, sta segnando la strada verso una configurazione multipolare dell’ordine mon-
diale, superando la concezione anacronistica del G7. Fondato come reazione alla crisi finanziaria degli anni
Novanta, il G20 rappresenta un passo avanti verso una riforma olistica della governance internazionale,
dando una rappresentazione più ampia ai paesi in via di sviluppo più popolosi nel quadro dell’architettura
istituzionale esistente. Sfortunatamente, gli Stati Uniti con alcuni dei principali alleati stanno lavorando nella
direzione opposta, nel tentativo di ristabilire un mondo unipolare, attraverso politiche caratterizzate da pro-
tezionismo, boicottaggio, minacce militari e bullismo. L’ultimo esempio è la postura aggressiva nei confronti
dell’Iran. Cosa succederà ad Osaka? Quali sono le prospettive per una governance globale? L’agenda del
vertice è ampia: economia globale, commercio, occupazione, salute, innovazione, sviluppo e questioni am-
bientali. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe cercherà di promuovere la “pista di Osaka” per approfittare
del summit in vista delle prossime elezioni. Il suo focus sarà sull’innovazione finalizzata a costruire una
società 5.0 (post-industriale), ovvero una società capace di gestire in modo equo ed efficace i dati digitali,
che sono dietro al funzionamento dei settori più innovativi: Intelligenza Artificiale, Internet delle Cose, ro-
botica e big data. L’idea è di sviluppare questi campi innovativi per lo sviluppo umano, promuovendo un
approccio incentrato sulle persone. Potenzialmente, molto più rivoluzionaria è la volontà di discutere la que-
stione delle criptovalute, in cui il Giappone di Abe vuole iniziare una discussione al livello intergovernativo.
L’argomento non è più evitabile, perché è un fenomeno esistente, ed è anche promosso da alcuni Stati, da
Facebook e nel prossimo futuro da altre grandi aziende globali. Gli Stati sono gelosi del loro controllo sulle
monete legali, ma i cambiamenti tecnologici hanno già aperto la strada a nuovi sistemi di pagamento. C’è la
possibilità che Osaka sia uno spartiacque in questo storico sviluppo dei mercati finanziari. Ad Osaka c’è
molta attesa anche per le riunioni bilaterali e di gruppo al margine del vertice principale, ma non c’è molta
speranza che la Cina e gli Stati Uniti progrediscano nei negoziati commerciali. Il recente rapporto del Dipar-
timento di Stato degli Stati Uniti sulla libertà religiosa critica fortemente le politiche cinesi nello Xinjiang, e
le nuove imprese cinesi nella lista delle entità commerciali americane sono un altro ingiusto passo contro la
Cina – benché vadano contro gli stessi interessi della comunità imprenditoriale statunitense. Inoltre, le pro-
poste degli Stati Uniti e della Germania di presentare la questione di Hong Kong durante i colloqui bilaterali
sono altrettanto assurde. Hong Kong è un problema internazionale? Niente affatto. Sicuramente, Cina, Russia
e India riaffermeranno un forte impegno per un mondo multipolare, che è contro il protezionismo e l’unila-
teralismo. Queste tre potenze saranno supportate da molti altri paesi, non solo dai BRICS, e gli Stati Uniti
saranno ancora più isolati. Le principali tensioni derivano non solo da questioni commerciali, tecnologiche e
monetarie, ma anche dalle interferenze negli affari interni di altri paesi. In questo senso, gli Stati Uniti stanno
decisamente lavorando contro le norme internazionali e i principi ONU di rispetto reciproco. L’AUTORE
Fabio Massimo Parenti è professore associato (ASN), insegna all’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici
a Firenze, è membro del think tank CCERRI, Zhengzhou, e membro di EURISPES, Laboratorio BRICS,
Roma. Il suo ultimo libro è Geofinance and Geopolitics, Egea. Su twitter @fabiomassimos

Fonte: http://www.beppegrillo.it/
Link: http://www.beppegrillo.it/il-g20-alla-ricerca-di-unita-e-multilateralismo/
26.06.2019

G20 to seek unity around multilateralism
The G20 summit in Osaka, Japan is bringing together all the contradictions of an interconnected but highly
fragmented world. The Middle East, or West Asia, is still in turmoil, and international terrorism keeps being
a disruptive issue in many regions of the world. Moreover, China is under attack from the US, and is getting
more support from the international community, as demonstrated on Sunday in Rome by the election of Qu
Dongyu as director general of the UN Food and Agriculture Organization. The Chinese candidate received
108 votes, the US nominee had to be satisfied with just 12. The G20 is the most representative political
group at the world stage and will turn 10 in September 2019. The group represents 80 percent of global GDP
and is a sign of a road toward a multipolar configuration of the world order, overcoming the anachronistic
conception of the G7. Founded as a reaction to the 1990s financial crisis, it represents a step forward to a
holistic reform of international governance, giving a wider representation to the most populous developing
countries within the framework of the existing institutional architecture. Unfortunately, the US with some
of its major allies is working in the opposite direction, in an attempt to re-establish a unipolar world through
policies characterized by protectionism, boycott, military threats and bullying. The last example is the ag-
gressive posture toward Iran. What will happen in Osaka? What are the prospects for global governance?
The agenda of the summit is extensive. It stretches over global economy, trade, employment, health, innova-
tion, development and environmental issues. Japanese Prime Minister Shinzo Abe will try to promote the
"Osaka Track" to take advantage of the summit in view of the upcoming elections. His focus will be on
innovation in order to build a Society 5.0 (post-industrial), namely, to support a fair use of digital data, on
the back of Artificial Intelligence, Inernet of Things, robotics and big data. The idea is to develop these
innovative fields for human development by promoting a people-centric approach. Potentially, much more
revolutionary is the will to discuss the cryptocurrency issue, where Abe's Japan wants to start discussion on
the international monetary system, moving beyond Bretton Woods. The topic is no longer avoidable because
it is an existing phenomenon, and is also being promoted by some states, by Facebook, and in the near future
by other key global corporations. States are jealous of their control over fiat currencies, but technological
changes have already paved the way to new systems of payment. There is the possibility that Osaka will be
a watershed in this historic development of financial markets. There is possibility of deals on the sidelines
of the Osaka summit, but not much hope that China and the US will make progress in trade negotiations. The
recent US State Department Report on religious freedom strongly criticizes China's policies in Xinjiang, and
the new Chinese tech firms on the US trade entity list is another unfair step against China - but also goes
against the interests of the US business community. Furthermore, the US and Germany's proposals to table
the Hong Kong issue during bilateral talks are equally absurd. Is Hong Kong an international issue? Not at
all. Surely, China, Russia and India will reaffirm a strong commitment to a multipolar world which is against
protectionism and unilateralism. These three powers will be supported by many other countries, not only
BRICS, and the US will stand even more isolated. Major tensions stem not only from trade, technological
and monetary issues, but also from interference in the internal affairs of other countries. In this sense, the
US is definitely working against international norms and UN principles of mutual respect. The author is
associate professor of Geography/International Studies (ASN), teaching at the International Institute Lorenzo
de' Medici, Florence. He is also member of CCERRI think tank, Zhengzhou, and EURISPES, Laboratorio
BRICS, Rome. His latest book is Geofinance and Geopolitics, Egea. Follow him on twitter @fabiomassimos

Fonte: http://www.globaltimes.cn/
Link: http://www.globaltimes.cn/content/1155815.shtml
26.06.2019

Eurispes, nasce a Cosenza la sede regionale della Calabria
L'Eurispes ha sviluppato un processo di regionalizzazione della propria attività. Dopo l'apertura della sede
siciliana, di quella sarda e di quella piemontese, la presenza dell'Istituto sul territorio nazionale si arricchisce
con la sede della Calabria, il cui Comitato Scientifico sarà presieduto dal prof. Mario Caligiuri, Professore
Ordinario di Pedagogia della Comunicazione e Direttore del Master in Intelligence presso l'Università della
Calabria. L'attività della sede regionale sarà diretta dalla dott.ssa Mariangela Caldani, consulente legale,
esperta in diritto societario e diritto del lavoro, e dal dottor Roberto Bevacqua, esperto di pianificazione
territoriale ed economica. Con la costituzione della sede calabrese si intende avviare un lavoro di analisi,
studi, indagini socio-economiche e politiche nell'ambito di una Regione che rappresenta uno spaccato della
realtà nazionale, un osservatorio privilegiato sulle sue criticità ma anche sulle sue enormi potenzialità. La
sede Eurispes Calabria, che sarà ospitata presso spazi messi a disposizione dal Comune di Cosenza, all'in-
terno del Palazzo delle Culture, in Corso Bernardino Telesio 98, sarà di sostegno agli Enti (pubblici e privati)
e alle imprese che aderiranno al progetto attraverso protocolli di intesa, partenariati; accordi che permette-
ranno di usufruire degli enormi "giacimenti" di dati dell'Istituto, delle sue relazioni e delle collaborazioni
internazionali, così come delle competenze di studio dei suoi Osservatori permanenti. La scelta di dedicare
un'attenzione particolare alla Calabria è stata assunta in considerazione di alcuni aspetti della Regione, come
la presenza di centri universitari propulsivi di conoscenza; un territorio caratterizzato da una forte dinamicità
economica e culturale ma anche da forti complessità sociali e da una differenziazione socio-economica ete-
rogenea; l'esistenza di aree contraddistinte da una disomogeneità strutturale e di snodo di reti logistiche e
viarie, e da un'attività agricola portatrice di un potenziale qualitativo rilevante, ma ancora poco strutturato e
disallineato.

Fonte: http://ildispaccio.it/
Link: http://ildispaccio.it/cosenza/216341-eurispes-nasce-a-cosenza-la-sede-regionale-della-calabria
26.06.2019

Eurispes, nasce la sede regionale della Calabria
L’Eurispes ha sviluppato un processo di regionalizzazione della propria attività. Dopo l’apertura della sede
siciliana, di quella sarda e di quella piemontese, la presenza dell’Istituto sul territorio nazionale si arricchisce
con la sede della Calabria, il cui Comitato Scientifico sarà presieduto dal prof. Mario Caligiuri, Professore
Ordinario di Pedagogia della Comunicazione e Direttore del Master in Intelligence presso l’Università della
Calabria.

Fonte: https://www.strill.it/
Link:     https://www.strill.it/archivio/notizie-archivio/2019/06/eurispes-nasce-la-sede-regionale-della-cala-
bria/
26.06.2019

A COSENZA LA SEDE REGIONALE DELL'EURISPES
Dopo l’apertura della sede siciliana, di quella sarda e di quella piemontese, l'Eurispes inaugura una propria
sede in Calabria. Una decisione che si insinua nel solco di una sviluppo verso la regionalizzazione della
propria attività. A presiedere il Comitato scientifico sarà Mario Caligiuri, ordinario di Pedagogia della co-
municazione e direttore del Master in Intelligence presso l’Università della Calabria. L’attività della sede
regionale sarà diretta da Mariangela Caldani, consulente legale, esperta in diritto societario e diritto del lavoro
e da Roberto Bevacqua, esperto di pianificazione territoriale ed economica. "Con la costituzione della sede
calabrese - si legge in una nota dell'Eurispes - si intende avviare un lavoro di analisi, studi, indagini socio-
economiche e politiche nell’ambito di una regione che rappresenta uno spaccato della realtà nazionale, un
osservatorio privilegiato sulle sue criticità ma anche sulle sue enormi potenzialità". La sede calabrese
dell'Eurispes, che sarà ospitata negli spazi messi a disposizione dal Comune di Cosenza, all’interno del Pa-
lazzo delle Culture, sarà di sostegno agli enti pubblici e privati e alle imprese che aderiranno al progetto
attraverso protocolli di intesa e partenariati. "Accordi - chiarisce la nota - che permetteranno di usufruire
degli enormi “giacimenti” di dati dell’Istituto, delle sue relazioni e delle collaborazioni internazionali, così
come delle competenze di studio dei suoi osservatori permanenti. La scelta di dedicare un’attenzione parti-
colare alla Calabria è stata assunta in considerazione di alcuni aspetti della regione, come la presenza di centri
universitari propulsivi di conoscenza; un territorio caratterizzato da una forte dinamicità economica e cultu-
rale ma anche da forti complessità sociali e da una differenziazione socio-economica eterogenea, dall’esi-
stenza di aree contraddistinte da una disomogeneità strutturale e di snodo di reti logistiche e viarie e da
un’attività agricola portatrice di un potenziale qualitativo rilevante, ma ancora poco strutturato e disallineato".

Fonte: https://www.italpress.com/
Link: https://www.italpress.com/calabria/a-cosenza-la-sede-regionale-dell-eurispes
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