I nostri agenti a Kabul Il caos afghano metafora del caos globale - Formiche.net

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I nostri agenti a Kabul
                                          Il caos afghano metafora del caos globale

     Premessa
             Come nell’11 settembre, sulla vicenda del recente ritiro statunitense
     dall’Afghanistan viene insistentemente evocato il fallimento dell’intelligence. Ma sarà
     davvero così?
             Il mio punto di vista è che tale ricostruzione potrebbe invece rappresentare un
     comodo alibi per distrarre l’attenzione dal vero fallimento: quello della strategia politica
     dell’esportazione della democrazia1. Infatti, per ragioni diverse ma con esiti simili, gli
     americani hanno replicato il Vietnam e, più recentemente, l’Iraq.
             L’Afghanistan si continua a confermare un tassello fondamentale del grande gioco
     anche nel XXI secolo, in cui tutto sta diventando imprevedibile e indistinto2.
             Sono in molti a sostenere che l’attuale prevalenza dei talebani, anche se nulla è
     de nitivo per lungo tempo in quelle latitudini, potrebbe ragionevolmente preludere a una
     ripresa del terrorismo in Europa, investendo pure il nostro Paese3.
             In quasi vent’anni, nelle aspre lande dell’Asia centrale, l’intelligence occidentale ha
     operato costantemente, con esiti che approfondiremo in questo breve saggio e che in
     parte sembrano smentire l’opinione corrente.
             Premesso questo, va comunque precisata la funzione delle comunità di intelligence
     all’interno degli stati.
             A proposito, Francesco Cossiga rilevava: “Ogni governo necessita di operazioni
     ‘covert’, coperte, che solo i Servizi di informazione e sicurezza possono fare. Esse non
     sono delegabili ai normali organismi diplomatici o di polizia. Infatti, pur essendo legittime,
     sono operazioni sostanzialmente illegali. Devono quindi essere a date ad organismi del
     tutto particolari che non abbiano il dovere di riferire all’autorità giudiziaria, come avviene
     per le forze di polizia, o delle cui azioni i governi possano, se necessario, negare ogni
     responsabilità”4.
             In tale quadro, è importante approfondire il ruolo del nostro Paese nel grande gioco
     di questi anni. Sono problemi e quesiti che hanno necessità di essere contestualizzati,
     essendo questa oggi la principale funzione dell’intelligence di fronte alla dismisura delle
     informazioni irrilevanti, in cui bisogna individuare i dati signi cativi, sviluppando la lucidità
     che è probabilmente la più ra nata forma di potere5.
             Proporrò, quindi, brevissimi spunti di ri essione scienti ci, appunto perché sono
     senza alcuna pretesa di completezza e di verità. Pertanto, come conferma la pandemia, la
     scienza è un semplice punto di vista, nell’orizzonte delle probabilità.

     Esportare la democrazia

     1   F. FUKUYAMA, Esportare la democrazia. State-building e ordine mondiale nel XXI secolo, Lindau, Torino 2005.

     2 P. HOPKIRK, Il grande gioco. I servizi segre       in Asia centrale, Adelphi, Milano 2004.

     3 Terrorismo
                e 11 settembre, i rischi per l’Italia dopo la crisi in Afghanistan, 11.9.2021, https://tg24.sky.it/cronaca/
     2021/09/11/11-settembre-terrorismo-rischi-italia.

     4 F. COSSIGA, Abecedario, Rubbe no, Soveria Mannelli 2002, p. 71.

     5“In un mondo alluvionato da informazioni rilevan , la lucidità è potere”. Y.N. HARARI, 21 lezioni per il XXI secolo,
     Bompiani, Milano 2018, p. 7.
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Uno dei fenomeni più rilevanti di questo tempo potrebbe essere la crisi della
democrazia. Il problema è generale e si manifesta anche nel nostro Paese, dove negli
ultimi anni si è agitato un possibile itorno al fascismo, soprattutto nel periodo in cui la
Lega era al governo con il movimento 5 Stelle6.
        Dal mio punto di vista, non esiste neppure lontanamente questo pericolo, per lo
meno per come lo abbiamo storicamente conosciuto. Esiste però di molto peggio: le
condizioni che un secolo fa portarono all’avvento del fascismo e cioè la crisi del sistema
democratico, che viene mantenuto in vita e reso credibile dalla disinformazione continua
e dalla propaganda7.
        In presenza della crisi della democrazia, che non è certamente un fenomeno
recente, come si poteva ipotizzare di esportarla dopo l’11 settembre del 2001? Era
ragionevole pensare di creare Stati funzionanti, aiutandoli a casa loro?
        Questo era il progetto che ha ispirato l’azione delle élite nordamericane, seguite da
quelle europee8, che hanno dichiarato la guerra sulla base di improbabili prove di
intelligence, come aveva anticipato a suo tempo David Kelly, poi rinvenuto suicida9.
        L’intervento bellico in Asia centrale è stato giusti cato dalla reazione a caldo
all’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono, il primo di grande entità che gli Stati Uniti
ricevevano sul suolo nazionale.
        Altri fattori avranno probabilmente concorso: l’industria delle armi, il commercio
dell’oppio, l’avvicinarsi verso i con ni della Cina per fronteggiarne una prevedibile
espansione.
        Samuel Huntington aveva ipotizzato che dopo la ne della guerra fredda i con itti
non sarebbero stati più ideologici ma culturali, pre gurando uno scontro di civiltà10.
        Non a caso, attualmente si stanno fronteggiando apertamente il ‘Washington
consensus’ e il ‘Beijing Consensus’, due modelli opposti di sviluppo in cui sono
variamente graduate le libertà democratiche e la crescita economica11.
        Si tratta di organizzazioni sociali che esprimono, o sono la conseguenza, di due
distinte modalità di selezione delle élite. Secondo Daniel Bell, le democrazie in questo
periodo storico sono inadatte a individuare delle classi dirigenti e cienti, ritenendo
vincente il “modello Cina”, basato su meritocrazia, severa selezione e approfondita
formazione12.
        Pur lontani nel tempo e nelle modalità, ulteriori tentativi esportazione della
democrazia sono rappresentati dagli esempi della Turchia e delle primavere arabe,
entrambi maturati in ambienti musulmani: il primo con Erdogan, che sta progressivamente

6 A descrivere il clima di quel periodo, vedi C. RAIMO, Ho 16 anni e sono fascista. Indagine sui ragazzi e l'estrema
destra, Piemme, Milano 2018.

7 R. DEBRAY, Lo Stato sedu   ore, Editori Riuni , Roma 2003.

8 F. FUKUYAMA, Esportare la democrazia. State-building e ordine mondiale nel XXI secolo, cit.

9 Tra gli altri, vedi N. BAKER, The Strange Death of David Kelly, Methuen Publishing, London 2007.

10 S.P. HUNTINGTON, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, Garzan             , Milano 2000.

11Cina: ‘Washington consensus’ e ‘Beijing Consensus’, Atlante Geopoli co, Is tuto Treccani, Roma 2012, h ps://
www.treccani.it/enciclopedia/cina-washington-consensus-e-beijing-consensus_%28Atlante- Geopoli co%29/.

12 D. BELL, Il modello Cina. Meritocrazia poli     ca e limi della democrazia, Luiss University Press, Roma 2019.
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imprimendo una visione tradizionalista utilizzando in modo e cace la comunicazione13, e
               il secondo che ha fatto più emergere le contraddizioni che a ermare la democrazia14.

                “America First” Forever
                       A ben guardare, il motto degli Stati Uniti, dopo la dichiarazione di James Monroe
               del 1823, è “America First”, che solo Donald Trump ha a ermato apertamente15.
                       C’è una sostanziale continuità nella politica americana, in cui sono molto
               importanti le sfumature, che a volte però comportano di erenze decisive.
                       Restando nello stesso campo (repubblicani) e nella stessa famiglia (Bush), George
               Bush sr., dopo aver liberato il Kuwait dall’assalto di Saddam Hussein, non si è spinto oltre
               i con ni, mentre George W. Bush jr. per intervenire in Iraq ha avuto bisogno di improbabili
               informazioni di intelligence, identi cate invece come “pistola fumante”16. Forse, in queste
               di erenti valutazioni non è stato irrilevante che il primo avesse ricoperto il ruolo di
               Direttore della CIA dal 1976 al 1977 durante la presidenza di Gerald Ford.
                       Il sistema politico americano a volte sembra lasci molto a desiderare, con esiti
               elettorali che vengono resi u ciali dopo settimane, quasi come se fossimo in una
               repubblica delle banane (celebre il testa a testa nel 2000 tra Bush jr. e Al Gore, dove
               furono determinanti i voti della Florida, con un intervento decisivo della Corte Suprema) e
               l’individuazione nella carica di presidente nelle ultime elezioni di due ultrasettantenni, uno
               dei quali (Trump) indipendente e l’altro (Biden) già non brillantissimo Vice di Barack
               Obama17.
                       In ne, il problema dei costi. L’intervento in Afghanistan ha rappresentato la guerra
               più costosa di sempre, avendo assorbito 2.300 miliardi di dollari, una cifra enorme e, se
               confrontata con i risultati nali, praticamente buttata nel mare18.

               Possibili analogie?

               13 T. DOGAN, Communica on Strategies in Turkey: Erdogan, the AKP and Poli cal Messaging, Bloomsbury Publishing
               PLC, London 2020. Di grande interesse l’uso poli co fa o da parte di Erdogan della gura del sultano Selim I
               (1512-1520), cui ha in tolato il terzo ponte sul Bosforo, nell’abbraccio simbolico tra i due con nen , con l’intento di
               presentarsi come erede e con nuatore del grande sultano. Vedi A. MIKHAIL, L’ombra di Dio. Selim il sultano, il suo
               Impero e la creazione del mondo moderno, Einaudi, Torino 2021.

               14 Tra gli altri, N. LOFOCO, Le illusioni e i fallimen delle primavere arabe, 20.7.2018, h ps://www.hu ngtonpost.it/
               nicola-lofoco/le-illusioni-e-i-fallimen -delle-primavere-arabe_a_23478036/.

               15 M. DILETTI, Le radici profonde dell’America First, 7.6.2018, h ps://www.treccani.it/magazine/atlante/geopoli ca/
               Le_radici_profonde_dell_America_First.html.

               16  Tra gli altri, vedi Le bugie di Powell. Iraq, quelle false prove che portarono alla guerra, 6.7.2016, h ps://
               www.avvenire.it/mondo/pagine/quelle-prove-insu cien -che-portarono-alla-guerra e C. CASTELLANI, Rapporto
               Chilcot: prove fasulle per la guerra a Saddam, 6.7.2021, h ps://www.avan online.it/rapporto-chilcot-prove-fasulle-
               per-la-guerra-a-saddam/.

               17S. FICOCELLI, Joe Biden, Obama al contrario tra dolori, fede e ga e storiche, 23.8.2008, h ps://www.repubblica.it/
               2008/08/sezioni/esteri/verso-elezioni-usa/biden-ritra o/biden-ritra o.html.

               18  F. CHIESA, Quanto è costata la guerra in Afghanistan: oltre 2.300 miliardi, 115 volte il Pil del Paese, 17.8.2021,
               h ps://www.corriere.it/economia/consumi/cards/quanto-costata-guerra-afghanistan-oltre-2300-miliardi-115-volte-
               pil-paese/costo-guerra-afghanistan_principale.shtml.
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Si sono rinvenute delle analogie nella storia recente con il ritiro americano
dall’Afghanistan. Anche questa è una costante della politica statunitense? I casi del
Vietnam e più recentemente dell’Iraq hanno confermato che, con un dispendio immane di
uomini e risorse, l’America ha lasciato il terreno senza un nulla di fatto.
        Pure stavolta abbiamo assistito a uno scontro tra le grandi potenze, in cui prevale
sempre la mossa del cavallo, quella più indiretta per antonomasia.
        Gli avversari principali degli States cambiano: prima l’Unione Sovietica, adesso la
Cina. Già questa similitudine individua temporalmente il nemico principale: a un con itto
ideologico è subentrata una guerra economica, che è pure culturale e cognitiva19.
        In ogni caso, l’Asia Centrale sembra confermare la validità delle vecchie teorie
geopolitiche dell’Heartland, in base alle quali chi controlla il cuore del continente asiatico
domina il mondo20.
        Il grande gioco sembra riemergere e richiama in servizio, mettendolo in estrema
evidenza, il ruolo delle spie21, che ancora una volta sono chiamate a operare in un
territorio che rappresenta sempre un nodo strategico, un luogo di transito della nuova Via
della Seta, un crocevia di risorse energetiche, di a ari di droga e di presenza delle ma e.

L’ombra lunga del terrorismo
       Con il ritiro dall’Afghanistan, l’ISIS riprenderà vigore? Il fondamentalismo islamico
proietterà nuovamente la sua ombra lunga sull’Europa? Alcuni ritengono questi scenari
altamente probabili, ma è presto per formulare previsioni attendibili.
       Certamente tanti ambienti radicali dell’Islam stanno tuttora esultando per la
conquista del potere dei talebani, ma la vita non è facile nemmeno per loro, perché le
contraddizioni e le di erenze a volte sono brutali22.
       Di sicuro sulla Rete si ra orzerà la propaganda fondamentalista, che non si è mai
spenta neppure nei momenti di re usso dell’ondata terroristica23.
       Altro elemento è quello collegato con l’immigrazione, al momento attenuata dalle
sferzate della pandemia. È ovvio che non esista una correlazione diretta tra immigrazione
e terrorismo, ma il rischio aumenta con l’aumento inevitabile dei ussi migratori.
       Dopo l’abbandono da parte dei russi dell’Afghanistan, la teoria elaborata da Al
Qaeda era quella del nemico lontano, individuato nei paesi occidentali, da opporre a
quella del nemico vicino, rappresentato dai regimi islamici moderati.
       Per analogia, potremmo capovolgere tale dialettica individuando come il nemico
lontano i terroristi islamici che operano nei paesi di origine o emigrano in Occidente,

19 G. GAGLIANO (a cura), Guerra economica, cogni                      ve e dell’informazione. Lo stato dell’arte, goWare, Firenze 2019.

20 H.J. MACKINDER, The Geographical Pivot of History, “The Geographical Journal”, Vol. 23, n. 4. (April 1904), pp.
421-437.

21   L’EUROPEO, In mano alle spie oggi più di ieri, n. 1/2007.

22 L. CREMONESI, Talebani, il «moderato» Baradar dato per morto: scontro a fuoco (con gli Haqqani) nel palazzo di
Kabul, 15.9.2021,h ps://www.corriere.it/esteri/21_se embre_15/talebani-afghanistan-esplode-faida-baradar-
haqqani-3ae75b64-1629-11ec-a86d-66613f8 d7b.shtml; R. BONGIORNI, Talebani contro talebani: cosa sta
succedendo in Afghanistan?, 16.9.2021, h ps://24plus.ilsole24ore.com/art/talebani-contro-talebani-cosa-sta-
succedendo-afghanistan-AE1LJ5i.

23    G. CRUCIATA, Perché i talebani vanno forte su Twi er, 18.8.2021, h ps://www.wired.it/amp/313014/a ualita/
media/2021/08/18/talebani-strategia-media ca-occidente-twi er/?__twi er_impression=true.
                                                                             4
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mentre il nemico vicino potrebbe essere quello costituito dalle seconde e terze
                               generazioni di islamici che sono nati e che vivono stabilmente nei paesi europei, in
                               condizione di radicalizzarsi in modo assolutamente imprevedibile. E in tale contesto le
                               banlieues vengono considerate come incubatrici del terrorismo jihadista24.
                                       Non so se le analisi di Oriana Fallaci siano troppo catastro che o eccessivamente
                               realiste25. In ogni caso, se ragioniamo in termini di intelligence, occorre ri etterci a fondo.

                               Tutta colpa dell’intelligence?
                                        Nella vicenda del ritiro degli americani dall’Afghanistan, una delle a ermazioni più
                               ricorrenti è stata il fallimento dell’intelligence, considerata tra le principali responsabili
                               della vicenda26.
                                        A prescindere dal fatto che tutta la società occidentale si fonda sul mito del capro
                               espiatorio, al quale addossare le responsabilità per fare in modo che la società
                               sopravviva27, occorre approfondire tale aspetto senza pregiudizi.
                                        Tanto per cominciare, andrebbe precisato che n dall’origine di questo con itto,
                               l’intelligence è stata strumentalizzata in quanto indotta a presentare prove false per
                               consentire l’intervento armato contro Saddam Hussein.
                                        In secondo luogo, generalmente si ignorano quali siano state le e ettive notizie che
                               l’intelligence ha inviato alla Casa Bianca, così come non conosciamo l’uso che ne è stato
                               fatto.
                                        Quindi davvero l’intelligence è il capro espiatorio sul quale scaricare una débâcle
                               planetaria? Leggendo il sito WikiLeaks in relazione al periodo tra gennaio 2004 e
                               dicembre 2009 emerge invece l’esatto opposto.
                                        Non a caso, il tracollo afgano era stato puntualmente evidenziato dall’intelligence: "
                               Più di 90 mila documenti e rapporti segreti militari americani sulla guerra in Afghanistan
                               [rivelano] una mole di notizie nora tenute nascoste: secondo l'intelligence americana il
                               con itto afghano è fallimentare”28.
                                        Se dobbiamo poi concentrarci sulla lotta al terrore, che potrebbe essere una delle
                               conseguenze della conquista talebana di Kabul, va ribadito che dopo quello di Barcellona
                               dell’agosto del 2017, in Europa non sono più avvenuti attentati signi cativi. Questo
                               signi ca che l’intelligence sta funzionando?

                               24   G. MEZZETTI, Banlieues, islam e radicalizzazione: tra fatti e miti, Ventunesimo rapporto sulle migrazioni, Angeli,
                               Milano 2015.

                               25 O. FALLACI, La rabbia e l'orgoglio, Rizzoli, Milano 2001.

                               26 Secondo Ian Bremmer, fondatore e presidente della società di consulenza geopoli ca Eurasia Group, si è tra ato di
                               “Un fallimento incredibile dell'intelligence americana. Inoltre gli Usa hanno fa o tu o da soli, senza chiedere nulla agli
                               allea ed è stato un vero disastro di piani cazione”. F. BIANCHI, «Nel disastroso ri ro dall’Afghanistan, Joe Biden ha
                               fa o la gura di uno che non sa quello che sta facendo», 17.8.2021, h ps://espresso.repubblica.it/mondo/
                               2 0 2 1 / 0 8 / 1 7 / n e w s / a f g h a n i s t a n _ j o e _ b i d e n - 3 1 4 3 1 1 8 8 3 / ?
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                               27 R. GIRARD, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Adelphi, Milano 1983.

                               28  Afghanistan: "la guerra un fallimento". Il sito Wikileaks rivela ai media oltre 90 mila documen e rappor segre
                               m i l i ta r i a m e r i ca n i , 2 7 . 7 . 2 0 1 0 , h ps : / / w w w. a n s a . i t / we b / n o z i e / r u b r i c h e / m o n d o / 2 0 1 0 / 0 7 / 2 6 /
                               visualizza_new.html_1875277324.html.
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Di sicuro, proprio in relazione agli attacchi dei fondamentalisti nei paesi del vecchio
           continente negli anni 2015-2017, si è avuta una inversione di tendenza nell’interpretazione
           dell’intelligence, considerata come uno strumento decisivo per difendere le democrazie
           dal terrore29.
                   Dal mio punto di vista, le attività dei Servizi di informazione sono talmente delicate
           e sensibili che sarebbe meglio evitare di trasformale in oggetto di polemiche politiche e di
           dibattito pubblico, perché c’è il pericolo di snaturarne la funzione.
                   Va però necessariamente precisato che il controllo parlamentare è determinante,
           per evitare le non poche deviazioni che si sono registrate in passato30, ma nello stesso
           tempo occorre creare le condizioni per contrastare ad armi pari gli avversari delle
           democrazie.
                   Pertanto, sarebbe preferibile che l’intelligence non venisse sistematicamente
           chiamata in ballo senza avere prove certe ma in base a visioni ideologiche. Infatti, la
           percezione prevalente di questo fondamentale settore dello Stato oscilla tra il luogo
           oscuro delle trame del potere e l’arma segreta delle democrazie, alla quale demandare la
           soluzione di ogni problema.

           Come andremo a incominciare
                    In un simile contesto è fondamentale che la politica, i media e le università
           concorrano a formare nella opinione pubblica una meno imprecisa funzione
           dell’intelligence, come nello stesso tempo i governi democratici dovrebbero dotare di
           regole, strutture e risorse avanzate questi settori strategici, che rappresentano la
           continuità delle istituzioni democratiche a fronte delle cangianti maggioranze politiche31.
                    Appunto perchè l’intelligence si potrebbe con gurare come il cuore profondo dello
           Stato , la politica ne ha il ruolo di indirizzo e pertanto la qualità delle élite pubbliche è
                  32

           fondamentale33.
                    Come più di mezzo secolo fa il Vietnam, l’Afghanistan ha ancora dimostrato la
           sottovalutazione della cultural intelligence34, la cui imprecisa comprensione potrebbe

           29 M. CALIGIURI, Intelligence,   in “Enciclopedia Italiana”, X Appendice, Volume, Roma 2020, pp. 792-793.
           30  Per il caso statunitense, vedi D. WISE, T.B. ROSS, Il Governo invisibile, Longanesi, Milano 1967. Per la situazione
           italiana, a volte ideologizzato, vedi G. DE LUTIIS, Il lato oscuro del potere. Associazioni poli che e stru ure paramilitari
           segrete dal 1946 a oggi, Editori Riuni , Roma 1996. Si consul pure M. CALIGIURI, Intelligence e magistratura. Dalla
           di denza reciproca alla collaborazione necessaria, Rubbe no, Soveria Mannelli 2017.

           31 G. GALLI, Per una storia del terrorismo rosso, intervista di Luca Gallesi in “Studi ca   olici”, luglio/agosto 2004, pp.
           562-564.

           32   LIMES, Sta profondi. Gli abissi del potere, n. 8/2018.

           33 M. CALIGIURI, La formazione delle Élite. Una pedagogia per la democrazia, Rubbe           no, Soveria Mannelli 2008.

           34 W. DELEAL, J. MCGINLEY, P. POURIER, J. SPRADLING, The Enduring Importance of Cultural Intelligence in the Post-
           COIN Era, American Intelligence Journal, Vol. 31, No. 2 (2013), pp. 90-95, h ps://www.jstor.org/stable/26202079. Uno dei
           pochi che ha affrontato nel nostro Paese scientificamente la questione, F. MOLFESE, L’intelligence italiana e la cultural
           intelligence, Aracne, Roma 2017.
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essere alla base del fallimento della dottrina dell’esportazione della democrazia35. A
riguardo è molto interessante una recente ri essione di Alberto Ventura sul positivo
intervento italiano in Libano negli anni Ottanta 36
         Non è solo un banale problema di Intelligence linguistica37, ma di comprensione
culturale delle aree del mondo dove si interviene, che non può essere demandata alla
sensibilità di singoli operatori ma che richiede una conoscenza di lingua, tradizioni e
mentalità dei popoli tra cui si sta operando.
         Da un lato, occorre concentrarsi sulla conoscenza dei contesti operativi, ma
dall’altro c’è chi propone una globalizzazione dell’intelligence per a rontare i problemi di
preoccupazione universale38.
         Le recenti a ermazioni di Ursula Von der Leyen vanno proprio nella direzione di
cominciare a ragionare su una possibile intelligence europea, in considerazione
dell’assunto che “se gli stati membri non condividono le loro informazioni a livello
europeo, siamo destinati a fallire. È essenziale quindi migliorare la cooperazione in
materia di intelligence”39.
         Nello stesso tempo occorre prestare la massima attenzione verso la cyber
intelligence, in quanto nel 2030 tutto il pianeta potrà essere collegato a internet40, con
l’intelligenza arti ciale che segnerà in modo profondo l’evolversi dell’ordine mondiale41.
         Tutto questo però non fa altro che porre in evidenza il fattore umano, come
dimostra quello che potremmo de nire “The Israel Model”, in quanto in Israele i Servizi
stanno assumendo contemporaneamente hacker per carpire le informazioni nei recessi
della Rete e laureati in loso a per interpretarle42. E in entrambi i casi si tratta di gure
umane.

35 “L’Intelligence deve ancora maturare molto sul piano dell’analisi, quello che è mancato è stata una capacità di
penetrazione psicologica prima di tu o, ma anche culturale e poli ca, che perme esse di capire e decifrare il modo di
pensare e di agire del nemico”. A. GIANNULI, Il fallimento e la rinascita. La s da dell’Intelligence a 20 anni dalle Torri
gemelle, 12.9.2021, h ps://formiche.net/2021/09/fallimento-e-rinascita-giannuli/.

36 F. PALMIERI, Alberto Ventura, l'Islam e le amnesie dell'Occidente, 5.9.2021, https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/09/05/news/
alberto-ventura-l-islam-e-le-amnesie-dell-occidente-2864628/.

37   Moretti Group. https://www.smglanguages.com/intelligence/.

38   A. MATTELART, La comunicazione globale, Editori Riuni , Roma 1998, pp. 117-119.

39 Von der Leyen: 'Sulla pandemia l'Ue ha agito unita, 14.6.2021, h ps://www.ansa.it/europa/no zie/rubriche/
altrenews/2021/09/14/tu o-pronto-a-strasburgo-per-state-of-the-union-
_45928b6b-01ef-4eb1-8697-2fe6b38d13d1.html

40 M. CALIGIURI, Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza, Donzelli, Roma 2016.

41M. CALIGIURI, L’Intelligenza ar                               ciale e l’Ordine mondiale. Un impegno prioritario per l’intelligence, in “Gnosis”, n.
1/2018, pp. 55-65.

42 M. CALIGIURI, Intelligence: una storia di fron                            ere, in “Pandora”, n. 1/2021, p. 86.
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Quali possono essere, dunque, le nuove frontiere dell’intelligence? Il contrasto alla
               criminalità43 e al terrorismo44, la salvaguardia del clima45, la prevenzione delle pandemie46.
               Peraltro, tutti temi sostanzialmente previsti in anticipo dall’intelligence. E sullo sfondo si
               pro la uno scontro tra intelligenze dagli esiti quanto mai inquietanti e incerti47.

               L’Italia nel grande gioco
                       La presenza italiana in Iraq e Afghanistan ha comportato 54 morti e la spesa di 8.7
               miliardi di euro48. L’episodio di Nassiriya del 2003 è stato quello più emblematico49, ma in
               tale contesto è maturata la morte dell’agente segreto Nicola Calipari avvenuta nel 200550.
                       Al momento, il nostro Paese attualmente partecipa a 40 missioni umanitarie nel
               mondo51, che vedono impegnati uomini (9.450 circa)52 e risorse (1 miliardo e 100 milioni di

               43 E. WERTHERBACH, Organisierte Kriminalität, in “Zeitschri                       für Rechtspoli k”, n. 2-1994.

               44 Tra i primi in Italia, nel clima dell’11 se embre, vedi G. CIPRIANI, A. CIPRIANI, La nuova guerra mondiale. Terrorismo
               e intelligence nei con i globali, Sperling & Kupfer, Milano 2005.

               45 “Circa 60 anni fa la CIA, l'agenzia d'intelligence statunitense, condusse uno studio molto dettagliato
               sui problemi nazionali e internazionali che il clima avrebbe potuto scatenare. Lo studio era stato chiamato
               "Ricerca climatologica per quanto riguarda i problemi di intelligence". Le informazioni non mettevano in
               guardia sui cambiamenti di temperatura di per sé, ma piuttosto si concentravano sull'emergere di disordini
               politici e migrazioni di massa innescate da una nuova era di "clima strano". "Il cambiamento climatico è
               iniziato nel 1960", si leggeva già nella prima pagina del rapporto, "ma nessuno, compresi i climatologi, lo ha
               riconosciuto". C. FERNÁNDEZ, Cambiamen clima ci, un rapporto della CIA venne ignorato 60 anni fa, 8.8.2021,
               h ps://www.ilmeteo.net/no zie/scienza/rapporto-cia-cambiamen -clima ci-ignorato-60-anni-fa.html.

               46 NATIONAL INTELLIGENCE COUNCIL, Global Trends 2025: A Transformed World, Novembre 2008. Una
               possibile pandemia era stata ipotizzata dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush il 1° novembre 2005 in
               un discorso al National Institute of Health Bethesda nel Maryland. Citato in A. GIANNULI, Coronavirus:
               globalizzazione e servizi segreti. Come la pandemia ha cambiato e cambierà l‘ordine mondiale, Ponte alle
               Grazie, Milano 2020, pp. 106-107.

               47   M. CALIGIURI, Intelligence: una storia di fron ere, cit., pp. 88-93.

               48    A. BERLINI, Quanto sono costa agli italiani vent'anni in Afghanistan, 17.8.2021, h ps://www.today.it/mondo/
               afghanistan-costo-missione-italia.html.

               49Tra gli altri, L. PETRILLI, V. SINAPI, Nassiriya. La vera storia, Lindau, Torino 2007. A. NICASTRO, Nassiriya. Bugie tra
               pace e guerra, Editori Riuni , Roma 2006. S. RANUCCI, In nome del petrolio. La verità scomoda, 13.5.2005, h ps://
               web.archive.org/web/20120714011842/h p://www.rainews24.it/ran24/inchieste/innomedelpetrolio.asp.

               50 Tra gli altri, E. AMELIO, L’omicidio di Nicola Calipari, Rubbe                     no, Soveria Mannelli 2012.

               51O. CREDI, A. MARRONE, Missioni internazionali dell’Italia: poche novità, molte conferme, 4.8.2021, h ps://
               www.a arinternazionali.it/2021/08/missioni-internazionali-dellitalia-poche-novita-molte-conferme/.

               52   G. MARTINELLI, Il rinnovo delle missioni militari italiane all’estero, 12.7.2021, h ps://www.analisidifesa.it/
               2021/07/il-rinnovo-delle-missioni-militari-italiane-allestero/.
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euro)53. Queste presenze dovrebbero consentire all’Italia di recitare un ruolo nello
                               scacchiere internazionale54.
                                       Nello stesso tempo il nostro interesse nazionale viene perseguito seguendo diverse
                               direttrici, che sembrerebbero in contraddizione tra loro. Da un lato coltiviamo la
                               tradizionale Alleanza Atlantica (sul nostro territorio ci sono 59 basi statunitensi55) e la
                               partecipazione convinta all’Unione Europea (siamo tra i paesi fondatori e i maggiori
                               contribuenti56) con un tradizionale dialogo con i paesi arabi e la Russia a cui si è aggiunta
                               la Cina, con la quale è stato sottoscritto, unico in Europa, un memorandum of
                               understanding57.
                                       Da questo punto di vista, siamo nel solco della politica estera perseguita dal nostro
                               Paese dal secondo dopoguerra in poi, in cui si è cercato di tutelare gli interessi italiani in
                               modo essibile ed e cace ma a volte, in base ai periodi, con notevoli incongruenze58.
                                                 Diventa, dunque, essenziale il ruolo dell’intelligence, che va indirizzata
                               politicamente nel perseguimento del benessere e della sicurezza dei cittadini. Pertanto, le
                               eccellenze italiane, a cominciare da quelle scienti che ed umane, vanno orientate in
                               direzione di un ra orzamento dell’intelligence, come, per esempio, le elevate competenze
                               sulla meccanica quantistica che si stanno sviluppando nel nostro Paese59.

                               Conclusioni
                                      In conclusione, potremmo sostenere che la recente vicenda del ritiro delle truppe
                               statunitensi dall’Afghanistan rappresenti una metafora del caos globale?
                                      Prima di rispondere a questa domanda sarebbe bene ri ettere sul concetto di
                               imprevedibilità. Nel caso afghano, come nella pandemia, questo esito non era a atto
                               impensabile, anzi erano ipotesi annunciate anni fa dall’intelligence. Semmai c’è da
                               considerare sul perché comportamenti e segnali, alcuni molto evidenti, non siano stati
                               colti.

                                53
                                 L. BERTOZZI, Cos rilevan per le missioni italiane all’estero (1.100 milioni) e risulta zero, 25.8.2021, h ps://
                               www.africa-express.info/2021/08/29/cos -rilevan -per-le-missioni-italiane-allestero-1-100-milioni-e-risulta -zero/.

                               54 IBIDEM. L’autore è molto cri                               co sui risulta consegui dal nostro Paese.

                               55Il numero comprende anche le basi della NATO. Vedi V. LEONE, Il Pentagono e le basi militari Usa in Italia, in PEM
                               Magazine, Treccani, 14.10.2013.

                               56 Nel2019 l’Italia ha versato all’Unione Europea 16,8 miliardi di euro e ne ha avute assegnate 11,2 miliardi. UE, Corte
                               con : Italia quarto paese contributore, ora può recuperare con Recovery e fondi stru urali, 21.1.2021, h ps://
                               www.cortecon .it/HOME/StampaMedia/Comunica Stampa/De aglioComunica ?Id=666f9a08-3617-4647-ac45-
                               cd605728f67d.

                               57 Con posizioni di eren , vedi A. CARLI, Italia-Cina, i contenu del Memorandum e i 29 accordi per (almeno) se e
                               miliardi di euro, 22.3.2021, h ps://www.ilsole24ore.com/art/italia-cina-contenu -memorandum-e-trenta-accordi-
                               almeno-se e-miliardi-euro--ABPvc3gB e A. AMIGHINI, Italia-Cina: quel Memorandum è un pas ccio, 15.3.2021,
                               h ps://www.lavoce.info/archives/58076/italia-cina-quel-memorandum-e-un-pas ccio/.

                               58G. MAMMARELLA, P. CACACE, La poli ca estera dell'Italia. Dallo Stato unitario ai giorni nostri, Laterza, Roma-Bari
                               2010. Vedi altresì S. ROMANO, Guida alla poli ca estera italiana. Da Badoglio a Berlusconi, BUR, Milano 2004.

                               59 M. CALIGIURI, L. RUCCO, Quantum intelligence. Le nuove fron ere dell’informazione per Sta , aziende e persone,
                               Rubbe no, Soveria Mannelli 2020. Cnr Milano, il computer quantistico italiano batte Google: lo studio pubblicato su Nature,
                               17.8.2021, h ps://www.corriere.it/tecnologia/21_agosto_17/cnr-milano-computer-quan s co-italiano-ba e-google-
                               studio-pubblicato-nature-5f2ee1c8- 5d-11eb-afac-f8935f82f718.shtml
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Per esempio, nel febbraio del 2020 negli accordi di Doha tra americani e talebani,
          dove si prevedeva il completo ritiro dell’esercito statunitense entro ne agosto 2021, il
          governo afghano non era neanche stato invitato60.
                   Ci si può poi stupire che un esercito di 300 mila unità si dissolva difronte alle forze
          di 75 mila talebani?61. Esisteva un’intelligence afghana? E non va considerata
          l’irresponsabilità delle forze di polizia afghane, ampiamente corrotte, e della classe
          politica locale che storicamente ha pensato ad ammassare ricchezze personali?62.
                   Un vero ginepraio. Ma è davvero complesso orientarsi in una parte del mondo che
          è sempre più incandescente, all’interno di uno scenario inevitabilmente uido e
          inde nibile, dove diventa di cile distinguere il reale dal virtuale, il vero dal falso, il legale
          dall’illegale.
                   In ogni caso, l’intelligence rappresenta la rivincita del fattore umano, cioè
          dell’intelligenza umana e quindi della logica, della razionalità, del pensiero.
                   Dobbiamo quindi esercitare il pensiero critico per avvicinarsi alla sempre incerta
          comprensione della realtà. Questo signi ca che occorre abituarsi a convivere con il
          rischio63, l’incertezza64 e le regole del caos65, in sistemi democratici sempre più
          complessi.
                   Sosteneva Robert Dahl che la democrazia è un viaggio senza ne, poiché si potrà
          allargare, restringere o diventare altra cosa. Il politologo statunitense sostiene che “le fonti
          storiche ci dicono che la democrazia, tra le esperienze umane, è cosa rara. È destinata a
          essere di nuovo rimpiazzata da sistemi non democratici? Continuerà la sua espansione
          globale? Subirà un’ulteriore trasformazione? Il futuro è troppo incerto per poter dare una
          risposta univoca”66.
                   Per Dahl dovremo a rontare le s de poste dall’ordine economico, dalla
          globalizzazione, dalla diversità culturale e dall’educazione dei cittadini67. Nello stesso

          60 G. CADALANU, Afghanistan, Usa e Talebani rmano lo storico, accordo di pace: ri ro delle truppe entro 14 mesi,
          29.2.2020, h ps://www.repubblica.it/esteri/2020/02/29/news/afghanistan_passi_verso_la_pace-249865362/

          61  “Lo stesso Biden aveva de nito una se mana fa «altamente improbabile» che i talebani si impossessassero di tu o
          il Paese, ricordando che l'Afghanistan ha un esercito di «300 mila solda ben equipaggiato come qualsiasi altro nel
          mondo» e una forza aerea contro circa 75 mila talebani. «I talebani non sono l'esercito vietnamita, non sono
          lontanamente comparabili in termini di capacità»", ha so olineato recentemente”. 5000 solda Usa a Kabul, Biden
          lancia monito a Talebani, 15.8.2021, h ps://www.swissinfo.ch/ita/tu e-le-no zie-in-breve/5000-solda -usa-a-kabul--
          biden-lancia-monito-a-talebani/46869344.

          62 “[…] il livello di corruzione della classe dirigente del paese, le dramma che condizioni socio-economiche e la poli ca
          di eradicazione dei papaveri da oppio, da cui dipende la vita di una grossa parte dei contadini del sud, alienarono gran
          parte della popolazione… Sul fronte dell’ordine interno, permane l’ina dabilità delle forze di polizia (Afghan Na onal
          Police). Queste si dis nguono per un alto livello di corruzione, un uso di uso di stupefacen e una scarsa reputazione”.
          Afghanistan, Atlante Geopolitico 2012, Treccani, Roma 2012, h ps://www.treccani.it/enciclopedia/
          afghanistan_res-d4f12325-fe7f-11e1-b986-d5ce3506d72e_%28Atlante-Geopoli co%29/.

          63 U. BECK, La società del rischio, Carocci, Roma 2000.

          64 E. MORIN, I se          e saperi necessari all’educazione del futuro, Cor na, Milano 2001.

          65 Tra gli altri, un approccio originale è in A. BERTAGNA, Il controllo dell'indeterminato. Potëmkin villages e altri
          nonluoghi, Quodlibet, Macerata 2010

          66   R.A. DAHL, Sulla democrazia Laterza, Roma-Bari 2006, pp. 189-190.

          67   ID., pp. 190-196.
                                                                                                   10
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tempo dovremo sviluppare la capacità di fronteggiare i fenomeni rappresentati dai
                          cambiamenti di scala, dalla complessità e dalle comunicazioni”68.
                                  Se non a ronteremo in modo adeguato le s de e non comprenderemo gli e etti dei
                          fenomeni, “il solco tra ideali democratici e democrazia reale, già profondo, diverrà ancora
                          più grande e l’era del trionfo democratico sarà seguita da un’era di decadenza e declino
                          della democrazia”69.
                                  Pertanto l’implosione della democrazia potrebbe essere la premesse del caos
                          globale.
                                  Il punto principale però, secondo me, è rappresentato dalla qualità della
                          rappresentanza, che attualmente sta determinando la crisi della democrazia70. Questo
                          approccio potrebbe essere utile per spiegare appunto quello che è accaduto nella
                          vicenda afghana, dove il fallimento, se c’è stato, è da addebitare più alle élite pubbliche
                          che non all’intelligence che da esse dipende71.
                                  In ogni caso, nel prossimo futuro l’ordine mondiale sarà condizionato sempre di più
                          dall’e cienza dei sistemi di governo, che non si potrà eludere attraverso la manipolazione
                          dell’informazione e la propaganda72.
                                  Non a caso, già adesso c’è chi al posto dei politici preferirebbe essere governato
                          da un algoritmo73: ignorare queste considerazioni non solo conferma l’esistenza di
                          democrazie caratterizzate da un “consenso senza consenso”74, cioè prive di una reale
                          partecipazione, ma potrebbe signi care a breve il fallimento di quel sistema di governo
                          che Winston Churchill aveva saggiamente ritenuto il meno dannoso di tutti gli altri.
                                  Sarebbe uno scenario devastante, perchè la democrazia non è solo la meno
                          imperfetta forma di governo ma anche la meno imperfetta forma di giustizia sociale.

                          68 ID., pp. 196-197.

                          69   ID., p. 197.

                          70   M. CALIGIURI, L’insostenibile leggerezza delle Élite democra che, in “Gnosis”, n. 1, marzo 2017, pp. 164-173.

                          71 “Secondo Thomas Joscelyn, caporeda ore del “Long War Journal”, la colpa è “dei nostri leader incompeten ,
                          sopra u o dei nostri generali”. Alle origini del fallimento del ritiro americano. Pubblichiamo ampi estra dell'ul mo
                          numero della newsle er "Common Sense with Bari Weiss", 17.8.2021, h ps://www.ilfoglio.it/esteri/2021/08/17/
                          news/alle-origini-del-fallimento-del-ri ro-americano-2788134/.

                          72 M. CALIGIURI, Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disinformazione, Rubbe          no, Soveria Mannelli 2019.

                          73 Meglio un algoritmo di un poli co: il 59% degli italiani preferirebbe l'intelligenza ar                                  ciale al posto di un
                          parlamentare, 7.6.2021, h ps://amp.today.it/innovazione/digital-life/meglio-un-algoritmo-di-un-poli co.html. “La
                          ricerca fa il paio con quella condo a un paio di anni fa a livello aziendale, da cui è emerso che i dipenden
                          preferirebbero un algoritmo come manager”. Lo studio è stato condo o dal Center for the Governance of Change
                          dell'IE University di Segovia, il 51 per cento degli europei preferirebbe una riduzione dei parlamentari sos tuendoli con
                          gli algoritmi. In Italia “il 59 per cento degli intervista ha a ermato di preferire idealmente l'intelligenza ar ciale a un
                          poli co in carne e ossa”.

                          74   N. CHOMSKY, Sulla nostra pelle, Tropea, Milano 1999, p. 81.
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L’Autore
Mario Caligiuri è professore ordinario all’Università della Calabria. Presidente della
Società Italiana di Intelligence, è considerato uno dei massimi esperti europei del settore
a livello accademico. Tra i suoi scritti con Rubbettino Intelligence e diritto. Il potere
invisibile delle democrazie (2021), Il potere che sta conquistando il mondo. Le
multinazionali dei paesi senza democrazia (con Giorgio Galli, 2020); Aldo Moro e
l’Intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere (2018) e Intelligence e
magistratura. Dalla di denza reciproca alla collaborazione necessaria (2017). Inoltre,
Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza (Donzelli 2016). Autore della voce Intelligence
nella X Appendice della «Enciclopedia italiana» edita dalla “Enciclopedia Italiana”
dell’Istituto Treccani (2020).

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