Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...

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Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
CENTRO ITALIANO FEMMINILE
         Consiglio Regionale Emilia Romagna

 Astronomia, scienze e il genio delle donne
"...occorre guardare con occhi che vogliono
vedere, che credono in quello che vedono".
               Galileo Galilei

   “I quaderni del C.I.F. – Emilia Romagna 4/2010”
               Bologna - Giugno 2010
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
A cura di Laura Serantoni - Presidente Regionale CIF
Emilia Romagna

Coordinatrice del Progetto: Prof.ssa Carla Baldini - Vice
Presidente CIF Emilia Romagna

Impaginazione di Cristina Cenni
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Sommario:

Presentazione del Progetto

Donne in Astronomia di Carla Cacciari - astronoma INAF
Bologna

Intervista alla Dott.ssa Cacciari pubblicata su Avvenire –
Bologna7 il 14 marzo 2010

Ricerca del Centro Italiano Femminile “Astronomia, scienze
e il genio delle donne”

All. Documento inedito” Valentina Tereskova a Bologna nel
1967” e comunicati stampa

Allegati CD:

- Ricerca classe 5a C Liceo Scientifico - Augusto Righi -
“Le donne, la scienza, lo spazio…i problemi” 30 diapositive

- Ricerca classe 2a H Liceo Scientifico - Enrico Fermi -
“Viaggio nell’universo”
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Presentazione

Il Centro Italiano Femminile - Comitato Regionale Emilia
Romagna, a seguito dell'interesse suscitato, nell’ambito della
ricerca scientifica, dall'anno internazionale dell'Astronomia
2009, ha realizzato un progetto sul tema” Astronomia,
scienze e il genio delle donne:...occorre guardare con occhi
che vogliono vedere, che credono in quello che vedono".
Galileo Galilei”
 proponendosi due obiettivi:
    1) avvicinare gli studenti di alcune classi del Liceo Righi
        e del Liceo Fermi nell’anno scolastico 2009-2010 e le
        aderenti dell'associazione al mondo della ricerca
        scientifica intesa come indispensabile strumento per la
        formazione di una mentalità il più possibile condivisa,
        rispettosa della natura e dell'ambiente;
    2) creare occasioni di ricerca per far conoscere e
        valorizzare il ruolo femminile nel mondo scientifico per
        passare "dalla discriminazione alla valorizzazione"
        della donna nel vasto campo del sapere.
L’iniziativa ha visto la collaborazione del Prof. Fabrizio
Bonoli del Dipartimento di Astronomia di Bologna e di
ricercatori/trici INAF che ringraziamo
Il Centro Italiano Femminile ha organizzato per gli
studenti, i docenti e le aderenti incontri per visite guidate ai
Musei scientifici universitari, ha procurato le guide e raccolto
materiale didattico.
Sono stati organizzati incontri presso i due Licei con il Prof.
Bonoli ed i suoi collaboratori, su richiesta dei docenti,di
orientamento alle scelte universitarie e professionali(si
allegano comunicati stampa).
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Su questo tema si è realizzato un importante dialogo con il
prof. Bonoli che ha risposto personalmente via mail alle
domande degli studenti interessati ad una scelta
universitaria nel campo dell’astronomia.
Al termine dell’iniziativa sono state consegnate agli
studenti, agli insegnanti delle classi dei due Licei ed ai
Dirigenti scolastici che hanno condiviso questa felice
esperienza di collaborazione fra la scuola ed il CIF, una
pergamena come segno di partecipazione al progetto(vedi
comunicati stampa)

Le aderenti del CIF di Bologna hanno approfondito il
contributo delle donne scienziate allo sviluppo delle scienze
grazie alle lezioni dell’astronoma dell’INAF Dr.ssa Carla
Cacciari a cui è seguita una ricerca sul tema “Il Contributo
delle donne nella scienza” a cura del CIF Regionale Emilia
Romagna con la metodologia del focus group.

L’allegata pubblicazione presenta la ricerca della classe 5 C
degli studenti del Liceo Righi, della classe 2 H del Liceo
Fermi, il contributo della Dr.ssa Carla Cacciari nel corso
del convegno “Donne e cultura” ed una ricerca di un
gruppo di aderenti CIF di Bologna.
Si allegano due cd con foto degli studenti non pubblicabili
per via della privacy e comunicati stampa.

                  La Presidente Reg.le CIF Emilia Romagna
                            Dr.ssa Laura Serantoni
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
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                            Urania, musa dell’Astronomia
Atena, dea della sapienza                                  2
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
En Hedu’Anna (~2330 BC)
 figlia del re Assiro Sargon di Akka

◊ sacerdotessa della dea Luna
◊ studio degli astri e della luna
◊ calendario

                                                   3

   Sonduk (~630 BC, Corea):
   Conoscerò mai la verità sulle stelle? Sono
   troppo giovane per avventurarmi in teorie sul
   nostro Universo. So solo che voglio capire di
   più. Io voglio sapere tutto quello che posso.
   Perchè dovrebbe essermi proibito?

   Principessa della dinastia Silla, nel
   632 diventa la prima monarca
   donna sul trono di Corea

   Fa costruire il tempio-osservatorio
   chiamato Torre della Luna e del
   Sole, che sopravvive fino al XX
   secolo

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Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Ipazia (~ 370 – 415 AD, Alessandria d’Egitto)

            Figlia di Teone, notissimo studioso (geometria, matematica,
            astronomia, filosofia) di Alessandria
            Lei stessa matematica, astronoma, filosofa, insegnante a capo della
            scuola di Alessandria:
            Î Combinazione di conoscenze teoriche e pratiche
            Î Piena libertà di pensiero
            Î approccio razionale vs magico/mistico della scuola di Atene             Raffaello: la Scuola di Atene

Sinesio, allievo di Ipazia, scrive che Ipparco, Tolomeo e i successivi astronomi lavorarono su mere
ipotesi, perchè le più importanti questioni non erano state ancora risolte e la geometria era ancora
ai suoi primi vagiti… ora si è ottenuto di perfezionarne
l’elaborazione…

 Sinesio fornisce un esempio di perfezionamento: fa costruire un
 astrolabio più accurato di quello di Ipparco… concepito sulla base
 di quanto mi insegnò la mia veneratissima maestra…

 Ipazia fu uccisa barbaramente da un gruppo di monaci
 mandati dal vescovo Cirillo
                                                                      Astrolabio andaluso, Toledo 1067
                                                                                                           5

      Hildegard von Bingen (1099-1179): badessa di St. Rupert a Bingen-am-
      Rhine fu grande mistica, studiosa di musica, medicina, donna di grande
      cultura … riverita e rispettata

      Maria Gaetana Agnesi (1718-1799): bambina prodigio, a 9 anni conosceva 7
      lingue … Ottenne la cattedra di Alta Matematica all’Università di Bologna da
      Papa Benedetto XIV (Lambertini)

      Laura Bassi (1711-1778): professore di Anatomia all’Università di Bologna
      nel 1731, prima donna in Europa ad essere nominata a capo di un
      dipartimento di Filosofia nel 1733, amica e corrispondente di Voltaire, ebbe
      12 figli e lavorava da casa mentre crescevano … tornò all’Università di
      Bologna nel 1776 come Professore di Fisica Sperimentale

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Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Caroline Herschel (1750-1848):
Astronoma, matematica, cantante lirica

  1771: raggiunse il fratello William a Bath, come
governante della sua casa
  cantante lirica e poi aiutante del fratello e
studiosa di astronomia lei stessa
  ne classificò e pubblicò i risultati: tre
cataloghi con la descrizione di ~2500 nebulose
  Î forma lenticolare 3D della Galassia
  scoprì 8 comete

1786: prima donna a scoprire una cometa
1822: ritorna ad Hanover, cataloga tutte le
                                                     1756: Guerra dei Sette Anni – da Hannover emigra
scoperte sue e del fratello e le manda alla          in Inghilterra Î Solista (oboe, violino) e
comunità scientifica in Inghilterra                  insegnante di musica
                                                     1776: inizia a costruire telescopi
1835: prima donna membro onorario della Royal        1781: scoperta accidentale di Urano
Astronomical Society                                 1782: nominato Astronomo del Re
1838: membro della Royal Irish Academy               Æ vitalizio 200 sterline/anno
                                                     Æ 2000 sterline per telescopio riflettore D> 1m
1846: prima donna Medaglia d’Oro delle Scienze       1787: Titania e Oberon, satelliti di Urano
del re di Prussia                                    1789: Mimante e Encelado, satelliti di Saturno
                                                     1800: scoperta dei raggi infrarossi
Prima donna ad ottenere un impiego pubblico          1816: insignito del titolo di baronetto
scientifico (salariato) in Inghilterra.                                                      7

                                                                Edward Charles Pickering (1846-
                                                                1919)
                                                                Direttore del Harvard College
                                                                Observatory (HCO)

                                                                Spettroscopia stellare
                                                                Stelle variabili             8
Astronomia, scienze e il genio delle donne .occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei ...
Williamina Fleming (1857-1911): governante di Pickering, studiosa di astronomia ad
Harvard. Diede inizio al sistema di classificazione stellare ancora in uso ai nostri giorni.
Annie Cannon (1863-1941): la piu famosa delle calcolatrici di Pickering, definì nei dettagli il
sistema di classificazione delle stelle mediante l’uso della spettroscopia.
Henrietta Leavitt (1868-1921): scoprì la relazione Periodo-Luminosità delle stelle
variabili Cefeidi che costituisce la base della misura delle distanze in astronomia, da cui
la stima della grandezza (e dell’età) della nostra Galassia e dell’Universo …

                                                                                                   9

                 Altro che paperdolls …

                                                                                                  10
40 /802 = 5% hanno avuto il premio Nobel dal 1901 al 2009, di cui
  ◊ 5 / 342 = 1.5% in Fisica o Chimica
  ◊ 10 / 195 = 5.1% in Fisiologia o Medicina (tra cui Rita Levi Montalcini 1986,
 unica italiana in campo scientifico)

    1903:
    Henri Becquerel
    Pierre Curie
    Maria Curie
                                                        1935:
    Scoperta e studio           1911:                   Irène Curie-Joliot
    della radioattività         Maria Curie             Frédéric Joliot

                                Scoperta degli          Sintesi di nuovi elementi
                                elementio Radio e       radioattivi
                                Polonio                                             11

Ci sono anche le donne brave ma meno
fortunate …

Lise Meitner (1878-1968):
fisica e chimica, studi sulla
struttura atomica e la
fissione nucleare, in
collaborazione con Otto
Hahn, Max Plank e in
contatto con Albert Einstein
e Marie Curie. Nel 1944
Nobel per la chimica a Otto
Hahn, non a lei che era
fuggita da Berlino perchè
ebrea. A lei varie lauree ad
honorem e una brillante
carriera
                                                                                    12
Rosalind Franklin (1920-1957):
  chimica, biologia, cristallografia X
  Î scoperta della struttura del DNA
  …
  il premio Nobel 1962 per la
  Medicina o Fisiologia fu dato a
  Wilkins, Watson & Crick (lei era
  morta di cancro nel frattempo)

                                                          13

Jocelyn Bell Burnell (1943-):

1967: durante il dottorato di ricerca all’Università di
Cambridge, studiando l’emissione radio di QSOs, fece
le osservazioni radio che portarono alla scoperta delle
pulsars: segnali regolari con periodo di 33 msec

Î little green men?

                                                          14
stella di neutroni, residuo di una esplosione
di supernova (SN 1054 – Crab Nebula) in
rotazione veloce, emette radiazione a
tutte le energie concentrata in un fascio
dal forte campo magnetico (effetto faro)

Î premio Nobel 1974 a Hewish & Ryle
per avere spiegato la prima pulsar

                                                16
Inaugurato nel 1976, di proprietà dell’Università di Bologna ma gestito
dall’Osservatorio Astronomico … secondo telescopio piu’ grande in Italia:
152cm diametro contro i 180cm del telescopio di Asiago
                                                                            17

                                                 La luna tramonta sulle
AAT e il Polo Sud

                                                                            18
Gli uffici e la foresteria per gli ospiti del RGO erano nel castello di Herstmonceux
 (costruito da Enrico VI intorno al 1450) fino alla fine degli anni ‘70.

                                                                                 19

VILSPA, la tracking station europea di IUE
a Villafranca (Madrid)

IUE: 2/3 NASA e 1/3 ESA, lanciato a Gennaio 1978 e in funzione fino a Settembre
1996, uno dei progetti spaziali di maggior successo nella storia dell’astronomia dallo
spazio
                                                                                 20
HST: 80% NASA e 20% ESA,
lanciato nel 1990 e ancora in
funzione, il progetto spaziale che ha
segnato una svolta nella storia
dell’astronomia …

http://www.stsci.edu              21

                                  22
Progetto interamente Europeo (ESA), lancio
                                previsto per il 2012, circa 400 scienziati di 20
                                Paesi impegnati alla preparazione per il
                                trattamento e lo sfruttamento scientifico dei
                                dati, INAF e ASI finanziano il progetto
                                Studio della Galassia: 1 miliardo di stelle per
                                capire tutto della sua struttura, cinematica,
                                chimica, formazione ed evoluzione ...

L’Italia partecipa con ~ 70
persone, di cui 12 a Bologna,
… 6 donne su 12 …

                                                                                   23

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INAF                          UniBo
PT 2009-2011

               % DONNE

    ---           iscritti        56
    ---           laureati        59
    53          ricercatori       48
    23           associati        36
  16-40           ordinari        20
   25          pers. stabile      36
    41         pers. precario     84

                                        25

                    Æ                   26
Il Contributo delle donne nella scienza a cura del
CIF Regionale Emilia Romagna
Le donne e la scienza hanno proceduto nel passato su cammini
distanti di cui per lungo tempo la storia ha ritardato l'incontro.Due
dati sono sufficienti a dar conto di questa difficoltà: le scienziate
insignite del premio Nobel sono solo sedici e il numero di donne cui
vengono affidati ruoli di rilievo nella ricerca e nelle istituzioni è
ancora molto esiguo, malgrado da anni gli istituti scientifici delle
università siano frequentati soprattutto da ragazze nonostante la
popolazione femminile con titolo di studio superiore abbia toccato
nel nostro secolo percentuali sempre più alte.
Il 2009 è stato un anno record per la storia del Premio Nobel, istituito
nel 1901. Non era mai successo prima che nello stesso anno cinque
donne ricevessero il prestigioso premio: quattro per le scienze e uno
per la letteratura. Le ricercatrici Elizabeth Blackburn e Carol
Greider, sono state premiate insieme per la medicina e Ada Yonath
per la chimica. Un record che si aggiunge ad un'altra novità: per la
prima volta da quando è nato il Nobel per l'economia, il
riconoscimento è stato assegnato ad una donna, la statunitense Elinor
Ostrom.

Come spiegare i motivi della scarsa presenza femminile nella storia
della scienza, le defezioni che si verificano alla fine della carriera
scolastica o gli steccati nelle discipline “eccellenti”? Per rispondere a
queste domande ci rifacciamo agli esiti di una indagine del Centro
Eleusi – Pristem dell'Università Bocconi di Milano avviata nel 1997,
coordinata da Sara Sesti dell’Associazione Donne e Scienza e che
ha dato vita a due momenti: la mostra itinerante “Scienziate
d'Occidente. Due secoli di storia” sulla presenza delle donne nelle
cosiddette “discipline dure” a partire dalla seconda metà
dell'Ottocento e il libro “Scienziate nel tempo. 70 biografie" che ha
ampliato la ricerca.
Obiettivi della ricerca
Un obiettivo della ricerca è stato quello di dare visibilità alle
scienziate, di mostrarne i visi e l'aspetto fisico per strapparle
dall'anonimato. Sono state privilegiate studiose le cui opere e scelte
di vita sono sembrate particolarmente indicative di un modo di stare
nella scienza - da Teano di Crotone, moglie di Pitagora, matematica
e filosofa del VI secolo a.C., fino a Vandana Shiva, fisica indiana che
ha fondato un movimento contro le manipolazioni genetiche - o che
sono state significative per la storia delle donne più in generale come
la fisica serba Mileva Maric, che visse una vita difficile all'ombra del
marito Albert Einstein o l'avventurosa Maria Sibylla Merian, pittrice
ed entomologa tedesca vissuta nel Seicento, che all'età di 52 anni,
lasciato un noioso marito, partì per la Guiana Olandese con le figlie
per completare le sue ricerche sulle metamorfosi degli insetti.

Alcuni risultati
Sono soprattutto le vicende delle scienziate vissute fino all'Ottocento,
quando alle donne era negata un'istruzione adeguata, quelle che
rivelano alcune costanti rispetto al ruolo che la società ha avuto nei
loro confronti. Nelle biografie delle donne che si sono affermate si
nota la presenza di una figura maschile molto importante, un marito,
un tutore, un padre o un fratello accanto ad una fanciulla
particolarmente dotata. Le coppie più famose sono quelle formate
dalla matematica Ipazia e dal padre Teone, dall'astronoma Caroline
Herchel e dal fratello William o dai coniugi Lavoisier, fondatori
della chimica moderna.

Un'altra costante è l'attenzione molto viva per le poche donne che si
imponevano in virtù delle proprie capacità e quella altrettanto
sollecita ad impedire che il fenomeno si estendesse, escludendole per
esempio dalle università e dalle accademie. La matematica Maria
Gaetana Agnesi, bambina prodigio vissuta nel Settecento, dall'età di
9 anni veniva esibita dal padre nella casa milanese, alla presenza di
intellettuali locali o di passaggio e si confrontava con loro su temi
filosofici e matematici, rispondendo a ciascuno nella sua lingua - ne
parlava sei – ma doveva studiare con istitutori privati.
Si osserva infine la caduta a picco della memoria storica riguardo
alle donne di scienza e al loro operato, un fenomeno favorito dal
fatto che quasi sempre, per essere prese in considerazione, dovevano
pubblicare col nome dei mariti o con uno pseudonimo maschile e
perciò, spesso le loro opere venivano attribuite ai maestri. Sophie
Germain nell'Ottocento si firmava " Monsieur Le Blanc" per poter
comunicare con la comunità dei matematici. Paradossale è la vicenda
di Trotula de Ruggiero, medico medievale della rinomata Scuola
delle Mulieres Salernitanae. Nonostante firmasse le sue opere col
proprio nome, nelle trascrizioni successive questo diventò "Trottus"
forse perchè qualche zelante copista ritenne impossibile che una
donna avesse delle competenze in campo medico.

L'apertura delle università
E' stata l'apertura delle università alle donne, avvenuta per la prima
volta nel 1867 all'Ecole Politecnique di Zurigo e in seguito negli
atenei degli altri Paesi europei, a segnare una svolta, indicando il
momento in cui il contributo femminile alla ricerca scientifica ha
potuto estendersi in tutte le direzioni. Prima di allora solo le
Università italiane avevano insignito di un titolo accademico, ma in
via eccezionale, alcune donne ritenute speciali come la nobile
veneziana Elena Cornaro Piscopia che fu la prima al mondo ad
ottenere una laurea, attribuitale dall'Università di Padova, in
filosofia, nel 1678.

Caratteristiche comuni alle donne di scienza
Dalle storie delle scienziate non emergono invece costanti importanti
riguardo alle loro capacità personali o al loro modo di essere. Non si
ritrova uno stereotipo di scienziata, tantomeno quello tramandato
dalla letteratura romantica di una donna poco femminile, troppo di
testa e quindi poco di cuore, a volte stravagante e magari un po'
ridicola. Le caratteristiche comuni mi sembrano di altra natura: da
sempre le donne si sono riservate il campo della divulgazione (vera
maestra è Margherita Hack) e più recentemente tale vocazione si
esprime affiancando all'attività di ricerca quella didattica.
Altre costanti sono state la pazienza e la tenacia nel condurre a
termine ricerche che, soprattutto prima dell'invenzione del
calcolatore, richiedevano lunghissimi tempi in calcoli precisi e
laboriosi, oppure in tecniche estenuanti e faticose, come ad esempio i
lavori delle équipes di solo donne che infaticabilmente e per decenni
hanno lavorato ai due più importanti cataloghi stellari dell'Ottocento:
il catalogo fotografico La Carte du Ciel e quello Fotometrico di
Harvard.

Un'altra costante ancora è stata la straordinaria sapienza
nell'operatività pratica, che spesso si è tradotta nella vera e propria
invenzione e costruzione di nuovi strumenti dal bagnomaria di Maria
l'Ebrea la più importante alchimista dell'antichità, fino alle
apparecchiature accurate della fisica nucleare Chien-Shiung Wu, una
delle ottantatre scienziate che hanno partecipato negli anni Quaranta
al Progetto Manhattan, il Programma segreto di Enrico Fermi per la
costruzione della bomba atomica.

I Nobel negati
Il Premio Nobel - istituito nel 1901 - è stato assegnato fino al 2009
solo a 41 donne (in percentuale rappresentano circa il 4% del
campione!).
Il numero scende a 16 se consideriamo le scienziate che lo hanno
ottenuto fino al 2009 in discipline scientifiche, nei settori della
fisica, della chimica dell'economia e della medicina (il Nobel non è
previsto per la biologia e la matematica).

Con il nome "Nobel Negati" definiamo alcune ricercatrici, che pur
avendo preso parte a progetti premiati, furono penalizzate rispetto ai
loro colleghi. Non hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento
scienziate di rilievo come la biologa molecolare Rosalind Franklin,
l'astronoma Jocelyn Bell-Burnell, le fisiche Mileva Maric-Einstein,
Lise Meitner e Chien-Shiung Wu.
Ecco in breve come andarono le cose

                          Rosalind Franklin
 Diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le
   prove sperimentali della struttura del DNA. Per questa scoperta
ricevettero il Nobel i suoi colleghi Crick e Watson che realizzarono
  il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai
   raggi X del DNA scattate dalla Franklin, sottratte dal laboratorio
   della scienziata. La verità fu rivelata solo molti anni dopo, dallo
 stesso Watson, nel suo libro "La doppia elica", dove lo scienziato
           racconta l'episodio del furto in termini scherzosi.

                        Jocelyn Bell-Burnell

  Scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi
    celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si
inserivano nel contesto teorico dell'epoca. Il Nobel per la scoperta fu
   assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish.

                            Lise Meitner

    Fu la prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso una
università tedesca. Fornì la prima interpretazione esatta della fissione
nucleare, ma il Nobel fu assegnato solo ad Otto Hahn con cui aveva
                      lavorato in questo campo.

                          Chien-Shiung Wu

 Una delle 86 scienziate che parteciparono al Progetto Manhattan. Il
suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante
 un esperimento da lei sviluppato, che il "principio di parità" fino ad
allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico.
 Per questa scopera il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e
                           Chen Ning Yang.
Annie Jump Cannon (1863 - 1941)

 Prima donna eletta Direttore della American Astronomical Society,
       all'osservatorio dell'Università Harvard di Cambridge,
Massachusetts, scoprì 300 stelle variabili, cinque novae e una "nova
    nana" (SS Cygni). E' ricordata soprattutto per la lunga ricerca,
finanziata da Ruth Draper, durante la quale analizzò e catalogò circa
 500 mila spettri stellari. Ne teorizzò le differenze, gettando cosi le
   basi dello studio dell'evoluzione delle stelle. Il suo metodo per
                     classificarle é tuttora in uso.

                 Nettie Maria Stevens (1861-1912)

    Fu una delle prime scienziate a farsi un nome nel campo della
biologia. Nel 1905 ricevette il premio "Ellen Richards" e nello stesso
     anno pubblicò una ricerca che rivoluzionerà le conoscenze
   biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i
   cromosomi, ponendo le basi teoriche e metodologiche su cui si
fonderà nel 1910 il famoso laboratorio delle mosche drosofile, diretto
       da T. H. Morgan (premio Nobel di genetica nel 1933).

                  Il caso Mileva Maric- Einstein
Mileva Maric-Einstein

Quello di Mileva Maric è un caso che ha suscitato molte polemiche:
moglie del fisico di Ulm per sedici anni, divise con lui i momenti
cruciali della formulazione della teoria della relatività. Studiavano e
lavoravano insieme, al punto che si definivano "ein stein" ("una sola
pietra"). Il lavoro di Mileva si confuse talmente con quello di Albert
che non è più possibile ricostruirlo e capire quanto meritasse il Nobel
assegnato al marito.

Le "grandi" della scienza
Le prerogative citate sopra: pazienza, tenacia, operatività pratica,
hanno una valenza ambigua e sembrano riduttive in quanto
richiamano qualità domestiche da sempre attribuite al femminile.
Però fanno risaltare, per contrasto, la genialità e il ruolo eminente
che alcune scienziate hanno ricoperto in diversi settori. Basti
ricordare Emmy Noether fondatrice dell'Algebra moderna, Sonja
Kovalevskaja prima donna docente in una università, Rosalind
Franklin che ha trovato le prove sperimentali della struttura a doppia
elica del DNA, Lise Meitner che per prima ha interpretato
correttamente il fenomeno della fissione nucleare o la Nobel Barbara
McClintock che con le sue ricerche ha rivoluzionato la genetica
classica lavorando con un metodo definito da Evelyn Kox Keller
“sintonia con l'organismo”, un modo di procedere molto diverso dal
classico paradigma dell'oggettività scientifica.

Le pioniere
Le donne di scienza furono spesso presenti da pioniere in settori
nuovi o di frontiera della ricerca: la fondatrice dell'ecologia fu Ellen
Swallow nel 1870, ma il settore fu classificato allora come economia
domestica; la matematica Ada Byron, figlia del famoso poeta,
nell'Ottocento anticipò i principi organizzativi del calcolo automatico
moderno, le basi dell'informatica. Quando però il nuovo campo si
consolida, arrivano le istituzioni, il potere e i soldi, le ricercatrici ne
vengono estromesse o addirittura se ne auto-emarginano. Come
interpretare questa scelta negativa? E' dovuta alla scarsa attitudine
delle donne alla competizione? ad una non accettazione dei modi del
lavoro maschile? o al fatto che sono ancora molto penalizzate dal
diverso carico nella divisione del lavoro familiare?

Le questioni aperte
Non sono solo queste le domande ancora aperte sul rapporto delle
donne con la scienza. Alcune questioni ci sembrano irrisolte e
crediamo importante proporle alla discussione, in relazione alle
trasformazioni avvenute, per cercare delle possibili risposte.
La prima è se si possa parlare di un “genere” della scienza, se esista
cioè un modo specifico delle donne di accostarsi al sapere
scientifico, la seconda se la presenza sempre maggiore delle donne
nella ricerca - le Facoltà di Biologia e di Medicina sono addirittura
prevalentemente femminili - possa fare qualcosa per migliorarla
Chi risponde in modo negativo alla prima domanda ritiene che la
scienza sia solo un modello matematico della realtà e come tale non
abbia senso attribuirle un sesso, poiché si tratterebbe di un pensiero
che ha in sé i parametri della propria validità ed è quindi
indipendente da chi lo formula. Affermare invece che esiste un
approccio “femminile” alla scienza è rischioso. Il rischio consiste nel
dire banalità o nell'arrivare a sostenere posizioni decisamente
discutibili, come hanno fatto alcuni movimenti femministi
statunitensi o del mondo anglosassone, quando hanno affermato che
la scienza è contraria alla natura delle donne, che urta la loro
sensibilità e le ferisce, perché le donne sono dalla parte della Natura
e una cultura di dominio non può essere per loro. La ricerca citata
sembra indicare che si possa parlare di un approccio femminile al
sapere scientifico, almeno per due aspetti: le scienziate danno più
importanza al linguaggio cioè alla parola, al modo di esprimere i
contenuti delle ricerche e danno anche più importanza alla tecnica,
intesa sia come tecnologia che come pratica, metodo, calcolo. Queste
capacità, che non sono da ascrivere al DNA o ai cromosomi, ma che
sono legate alle condizioni in cui storicamente le donne hanno
operato, diventano adesso sempre più importanti.

Le donne e la nuova scienza
Prima di tentare una possibile risposta alla seconda domanda occorre
nominare alcuni dei cambiamenti intervenuti in ambito scientifico e i
problemi che ne sono derivati. La Fisica, che aveva raccolto
grandissimi investimenti sia di professionalità che di studi economici
all'inizio del secolo, ha ceduto il posto alla Biologia, che è diventata
il volto nuovo della scienza investendola di continue trasformazioni.
Se pensiamo che la scoperta della struttura del DNA è del 1953 e che
nel 1976 già si facevano esprimenti di ingegneria genetica, possiamo
dire che dal punto di vista scientifico, il ventesimo secolo è stato
brevissimo e ci sembra che proprio la rapidità dei cambiamenti sia il
primo problema da affrontare perché spesso la trasformazione non
riesce ad essere accompagnata da una riflessione adeguata da un
punto di vista culturale ed epistemologico, cioè della comprensione
dei linguaggi e dei concetti. Un altro problema è dato dal fatto che in
tempi brevissimi le trasformazioni si traducono in innovazioni
tecnologiche che entrano nel mercato per cui la scienza è pressata da
interessi che sono politici, economici e quindi è sollecitata a
rispondere a domande che non sono più solo quelle teoriche del
sapere quali sono le nuove frontiere della conoscenza, ma riguardano
la capacità di migliorare prodotti e mercati, la richiesta di essere i
primi in un certo settore tecnologico o strategico
Gli interventi soprattutto nel settore della Biologia, dove ormai si
punta nella modifica del vivente all'innovazione anche per quanto
riguarda la terapia - non si pensa più al farmaco chimico di sintesi,
ma al prodotto biologico con cui curare i nostri mali - preoccupano
per quelli che possono essere i rischi dal punto di vista evolutivo, di
intervento sul vivente e sul mondo - rischi denunciati puntualmente
dalla scienziata indiana Vandana Shiva. Molte perplessità nascono,
inoltre, per lo sconquasso che le ricerche biologiche creano nella
nostra cultura, nel nostro immaginario, nei simboli con cui abbiamo
fin qui elaborato il nostro rapporto con la natura. L'idea che siamo
noi a fabbricare il mondo vivente, ad agire come dei e a modificare
tutto sconvolge il mondo simbolico che riguarda il nostro rapporto
con piante ed animali e rispetto al passato non abbiamo il tempo di
accompagnare la trasformazione che stiamo operando con un
pensiero che ci renda sereni rispetto ai cambiamenti e consapevoli di
poterli governare

Il contributo delle ricercatrici
Se torniamo alla seconda domanda: “le donne, presenti in
grandissimo numero nella nuova scienza possano fare qualcosa per
migliorarla?”, riteniamo che la risposta possa essere affermativa. La
ricerca, per come si sta svolgendo oggigiorno, non è un'attività
eminentemente teorica: c'è il contributo del pensiero, c'è un nucleo
profondo, duro, costituito dalla riflessione, dall'immaginazione e
dallo slancio teorico, ma tutto questo è agganciato ad un sociale
economico e politico che ormai pesa fortemente sulle direzioni della
scienza
Crediamo dunque che le donne possano avere un ruolo importante in
quanto si interrogano molto di più sul tipo di lavoro che stanno
facendo, si preoccupano del linguaggio, del trasferimento e della
comunicazione di quello che stanno studiando e questi sono
certamente elementi che possono portare un contributo di genere.
L'attenzione a quello che facciamo e alla comunicazione, sviluppata
nella storia che abbiamo vissuto, diventa adesso un elemento
fondamentale perché il riuscire a porre domande, a guadagnare tempi
per la riflessione e parole per la comunicazione implica assunzione di
responsabilità nell'elaborare le forme del nostro futuro e diventa
certamente un valore aggiunto nella ricerca.
La situazione italiana
Gli ultimi dati sulla relazione donne e scienza vengono dal
testo“Figlie di Minerva. Primo rapporto sulle carriere femminili
negli enti pubblici di ricerca italiani”, una inchiesta coordinata da
Rossella Palomba, pubblicata da Franco Angeli. E' il risultato
dell'indagine di quattordici autrici, in prevalenza esperte di
demografia e statistica, partita dopo due riunioni avvenute a
Bruxelles nel 1993 e nel 1998 tra parlamentari, ministri e mezzo
migliaio di ricercatrici europee. Incitate dallo slogan della sociologa
inglese Hilary Rose "No data, no problem, no policy", le autrici,
esperte di statistica e di demografia come la stessa curatrice, hanno
ottenuto l'appoggio del Cnr e della Commissione per le pari
opportunità e hanno raccolto e analizzato dati con perizia, chiarezza
e senza ideologia. Le cifre dimostrano che le istituzioni scientifiche
nel valutare la bravura femminile e quella maschile usano due pesi e
due misure. Si è confermata la tesi di uno studio pubblicato nel
1997 sulla rivista “Nature” dalle microbiologhe svedesi Agnes Wold
e Christine Wenneras che hanno dimostrato come, per ottenere
promozioni pari a quelle di un ricercatore, una ricercatrice debba
essere 2,6 volte più brava. Questa discriminazione ha spinto le
scienziate dell’Unione Europea del “Gruppo di Helsinkj” ad
elaborare il “Codice Minerva”, uno strumento, approvato nel 2005 e
raccomandato dalla Conferenza della Presidenza Europea nel 2006,
per aumentare la correttezza e la trasparenza nell’assunzione e
nell’avanzamento di carriera delle ricercatrici.

Concludendo…
Occorre approfondire la tematica delle donne nella scienza e
nella cultura e documentare la presenza delle ricercatrici perché se
il ruolo della Storia ha una importanza formativa non solo a livello
documentaristico, ma anche nel sedimentare nelle persone una
immagine di loro stesse, allora per le donne, soprattutto per le più
giovani, è molto diverso credere di avere dietro di sé il vuoto nella
scienza, rispetto al sapere che c'è un passato, che ci sono delle
antenate, che quelle che si occupano di scienza non si affacciano su
un mondo totalmente maschile. Il gruppo Regionale di lavoro ha
trovato un documento inedito che si riporta integralmente in
omaggio a Valentina Tereskova prima Donna nello spazio che
venne a Bologna nel 1967.(in allegato) da trasformare in word.
Breve Bibliografia
Alicchio Rita, Pezzoli Cristina (a cura di), Donne di scienza. Esperienze e
riflessioni, Torino, Rosenberg & Sellier, 1988

Barazzetti, Donatella e Leccardi, Carmen (a cura di), Fare e pensare. Donne,
lavoro e tecnologie, Torino, Rosenberg & Sellier, 1995

Fox Keller Evelyn, Sul genere e la scienza, Milano, Garzanti, 1987

Giannini Belotti Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 2004

Ipazia (comunità scientifica), Autorità scientifica, autorità femminile, Roma, Editori
Riuniti, 1992

ISTAT, Donne all’università, Bologna, Il Mulino, 2001

Marcuzzo M. C., Rossi Doria A. (a cura di), La ricerca delle donne. Studi
femministi in Italia, Torino, Rosenberg & Sellier, 1987

Mill John Stuart & Taylor Harriet, Sull’eguaglianza e l’emancipazione
femminile, Torino, Einaudi, 2001

Noble David, Un mondo senza donne e la scienza occidentale, Torino, Bollati
Boringhieri

Palomba Rossella (a cura di), Figlie di Minerva. Primo rapporto sulle carriere
femminili negli enti pubblici di ricerca italiani, Milano, Franco Angeli. 2000

Perini Lorenza, Sesti Sara (a cura di), Donne e Scienza: tre incontri con/tra donne
di scienza, Padova, Cleup, 2004

Sara Sesti –Liliana Moro- Donne di scienza. 50 biografìe dall'antichità al duemila"

Sara Sesti-Liliana Moro "Scienziate nel tempo. 70 biografie", LUD Milano,
ultima edizione 2010.
Agnese Seranis e Liliana Moro Discorsi in libertà sulla scienza, Lud Milano,
2003

Witkowski Nicolas, Troppo belle per il Nobel, Torino, Bollati Boringhieri, 2008
Puoi anche leggere