GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
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N. 4 - ANNO VI DOMENICA 23 GENNAIO 2022 Domenica MAGAZINE SETTIMANALE DEL QUOTIDIANO CALABRIA.LIVE FONDATO E DIRETTO DA SANTO STRATI GIUSY STAROPOLI CALAFATI LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA di PINO NANO
COVER STORY BERLINALE Al FilmFest La "Femmina" di Calabria del cosentino Costabile La farsa del Ponte sullo Stretto Nuovi studi per non realizzarlo di Roberto Di Maria Giusy Staropoli Calafati La scrittrice di Calabria di Pino Nano In questo numero NEXTELLING La storia di Casa Calabria International di Mauro Alvisi e Antonietta Malito Calabria megalitica Il fascino straordinario dell'Arco Magno di Vincenzo Nadile Quando Bruegel il Vecchio dipinse il porto di Reggio di Rosalba Vazzana CALABRIA-RUSSIA La Sposa di RaiUno UN INCONTRO CHE APRE NUOVI ORIZZONTI TURISTICI indigna i Calabresi di Giuseppe Spinelli ma anche i Veneti 4/2022 Supplemento settimanale del quotidiano – Roc n. 33726 - ISSN 2611-8963 Domenica Reg. Trib. Cz 4/2016 direttore responsabile: Santo Strati calabria.live.news@gmail.com 23 gennaio 2022 whatsapp: +39 339 4954175 • 2•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo L ascia tra lo sconsolato e l’in- mondo, con gravi pericoli per la na- tà finalmente unite con un’infrastrut- credulo l’ennesimo annuncio vigazione e per i poveri cetacei che, tura stabile. In sintesi, Giovannini del Ministro per le infrastrut- sempre più numerosi, transitano tra mostra di infischiarsene del disastro ture e la Mobilità Sostenibile lo Ionio e il Tirreno. socio-economico in cui decenni di po- di voler affidare uno “studio di fattibi- Nessuno protesta davanti allo spreco litiche dissennate hanno condannato lità” per il Ponte sullo Stretto ad RFI, di centinaia di milioni e all'azzera- la Sicilia, dei suoi 25.000 giovani in sulla scorta della relazione ministe- mento di un lavoro di altissimo valore fuga ogni anno verso il ricco nord, del riale che, circa dieci mesi fa, evidenziò scientifico, portato ad esempio in tut- disastro che l’isola condivide, e condi- la necessità di realizzarlo. to il mondo. Dove sono i bempensan- viderà, con tutto il Meridione. C’è da chiedersi cosa sia stato fat- ti che oggi non fanno una grinza di Ci chiediamo, a questo punto, che to nel frattempo, ma è evidente che fronte ad un ulteriore impegno di 50 senso abbia tenere in vita l'Intergrup- un’opinione pubblica distratta da milioni (basteranno?) per rifare tutto po parlamentare per la realizzazione una pandemia e dai mille problemi daccapo? Lavorando anche sul nulla del Ponte sullo Stretto, la cui coordi- ad essa correlati non può certo occu- rappresentato dalla ridicola “opzio- natrice, senatrice Silvia Vono, ha per- parsi di un tema che è stato associato, ne zero” tanto cara a Giovannini, che sino ritenuto “sicuramente positiva” ormai da decenni, al novero delle im- significherebbe non fare niente, ed la notizia dello studio di fattibilità, au- prese impossibili. abbandonare la Sicilia alla schiavitù gurandosi che “che i lavori comincino Eppure parliamo di un vero e proprio La farsa del Ponte scandalo che si sta verificando nel silenzio generale e che non riguar- da soltanto i tempi biblici con cui si continua ad affrontare il tema, con- Un nuovo studio trapponendo uno studio di fattibilità, le cui conclusioni sono dense di inco- gnite, ad un’opera progettata e persi- no appaltata. Un inutile approfondimento già scar- di fattibilità per tato alla fine degli anni ’80, reso ancor più ingiustificato dal rischio di dover pagare una quasi miliardaria penale, per un'opera già iniziata (variante ferroviaria di Cannitello) di cui sa- rinviare ancora rebbe bastato aggiornare il progetto per riprendere i lavori. Senza nean- che disturbarsi ad indire una nuova gara, visto che la realizzazione era già stata contrattualizzata. Un’Italia distratta accoglie quindi di ROBERTO DI MARIA l’ennesimo annuncio di avvio di uno studio di fattibilità, appena prope- deutico alla prima fase progettuale. dei traghetti. Con tanti saluti all’Alta prima della fine della legislatura”… Una scelta folle che ci riporta ai pri- Velocità che, nell’isola, avrà per sem- Due clamorose ed imperdonabili gaf- mi anni '90, quando autorevolissimi pre il volto del Frecciabianca che im- fe, alla luce delle iniziative intraprese esperti internazionali bocciarono piega oltre 4 ore per percorrere i 200 dal Ministro e dell’improbabile voglia l’ipotesi delle due o tre campate per km tra Palermo e Messina. Con buo- di ridiscutere il problema nel 2050, a problematiche pressoché irrisolvibi- na pace di chi voleva fare di Augusta, studi completati. Non sarebbe stato li: fortissime correnti, faglie e gravi Pozzallo e Marsala porti gateway di più dignitoso tacere, e procedere di rischi per la navigazione dello Stret- livello europeo, coerentemente con il corsa allo scioglimento dell’Integrup- to. Nel silenzio degli ambientalisti tanto sbandierato ruolo di una Sicilia po, prima che i tanti pontisti calabresi sui milioni di tonnellate di materiali "piattaforma logistica" del Mediterra- e siciliani si accorgano che è l'ennesi- d'ogni genere che si disperderanno neo, colossale presa in giro per milio- ma farsa nella farsa italiana? nello Stretto a causa degli scavi per ni di siciliani e calabresi che ci hanno posizionare i piloni. Nel bel mezzo di creduto per decenni. O di chi voleva la [L'autore è dottore di ricerca in uno dei bracci di mare più trafficati al metropoli dello Stretto, con le due cit- Ingegneria dei Trasporti] • 3•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo P ur conquistando audience come non se ne vedevano da tempo "La sposa" di Rai Uno finisce per scontentare non solo i calabresi, ma anche i veneti. Passi per le belle spiagge della Puglia contrabbandate per le incantevoli coste calabresi, passi per un dialetto che con calabrese c’azzecca poco, ma il merca- to delle “vacche” no, non è tollerabile. La fiction Rai La sposa con la regia di Giacomo Campiotti e la sceneggiatu- ra di Valia Santella (Nastro d’argento 2019 e premio David di Donatello nel 2020) ha fatto invelenire i calabresi e scatenare un’ondata di sdegno come non capitava da tempo. La vicenda è molto semplice. La Rai propone in tre La "Sposa" di RaiUno puntate (doppie) la storia di una giova- ne calabrese (splendidamente inter- pretata da Serena Rossi) che sposa per procura un settentrionale vicentino che ha indignato per garantire sostegno finanziario alla propria famiglia, in disgrazia dopo la morte del padre. Ora, la storia in sé potrebbe anche Calabresi e Veneti essere carina e avvincente per una trasposizione televisiva (ricorda vaga- mente un racconto del collettivo Lou Palanca del 2015, che non viene mini- mamente citato) ma appare evidente di SANTO STRATI che la storyteller si sia fatta prendere la mano attingendo non si sa da quali fonti circa un mercato di vergini (peg- zione temporale giustificabile: che in tutti gli anni Sessanta, ma la storia tele- gio della schiavitù) offerte ad aspiranti Calabria (come in tutt’Italia) ci fossero visiva dice che siamo nel 1967 (quando possidenti matrimoniabili del Nord. È i famosi “sensali” di nozze che combi- già c’erano i germogli della emanci- una vergognosa invenzione che, oltre- navano matrimoni misti nord-sud è pazione femminile che da lì a poco sa- tutto, non trova neanche una colloca- cosa risaputa, si davano da fare fino a rebbe esplosa) e traccia un’immagine della povera e disperata Calabria che nemmeno il buon Muccino, tra coppole NON PIACE A CIAMBETTI (PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE VENETO) e asinelli, avrebbe potuto immaginare. Il disprezzo verso i meridionali è fin Al presidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto Ciambetti, non è piaciuta troppo evidente ma risulta gratuito e è proprio per niente. Per l'esponente della Lega «l'idea di mettere in scena per un sgarbatamente odioso (Calabria, vuoi matrimonio per procura un rozzo e violento vicentino non regge: agricoltori non dico sempre sghei!) e questo non è tollera- ricchi, né benestanti, ma anche solamente non poveri, non in Veneto ma ovunque in bile in una televisione che è Servizio Italia, Calabria compresa, non avevano di certo bisogno di ricorrere ai matrimoni per pubblico. Si offre un’immagine contor- procura per sposarsi». ta e distorta di inciviltà come non è mai Secondo Ciambetti ««La serie è un falso storico. L'ambientazione e le caratterizzazioni esistita: si propone un mercato di vergini scelte per "La sposa" sono dunque scorrette e non fanno giustizia della drammatica al miglior offerente che nemmeno negli pagina dell'emigrazione, una pagina scritta anche dai Veneti e non certo con i toni emirati arabi d’inizio secolo o negli Sta- scelti nella fiction televisiva della Rai. Siamo davanti a una sorta di "cancel culture" tes di miss Rossella e Mamie della guer- alla rovescia, una provocazione assurda. Cliché grotteschi e stereotipati mettono in ridicolo non solo i vicentini o i veneti, ma anche i calabresi». ▶▶▶ • 4•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ La sposa do RaiUno / Santo Strati L'INDIGNAZIONE DEL RAFFINATO SCRITTORE DI SEMINARA Un falso storico ra americana di Via col vento, tra razzi- smo, schiavitù e ribellione. No, hanno ragione i calabresi a indignarsi, soprat- tutto pensando alle lotte contadine, al sa- intriso di razzismo crificio di Giuditta Levato e di tantissime altre anonime donne che hanno pagato con la vita il rifiuto della sottomissione e della violenza di genere. È un falso storico e in una fiction, in un di SANTO GIOFFRÈ film, in un romanzo, si può raccontare di tutto, senza tener conto della realtà, ma un conto è l’invenzione creativa, un altro il viscido filo di razzismo che vie- ne trasmesso dalla tv di Stato e sbattuto in faccia alle cattive coscienze dei so- stenitori dell’autonomia differenziata (del Nord ai danni del Mezzogiorno). Le costiere che appaiono in video non sono della Calabria (gli esterni al mare sono stati girati a Vieste, nel Gargano, per evidenti opportunità di produzione – Film Commission Apulia è stata più bra- va della nostra?), ma neanche la storia, i volti, i personaggi sono della Calabria. Un Paese come l’Italia che conta circa 4 milioni di calabresi fuori dalla regione sparsi per la penisola (alcuni illustri, M famosi e meritoriamente apprezza- ti in tutti i campi) non può accettare ancava, solo, l’anello al è di una violenza xenofoba...(prendi i un’immagine così retriva della storia naso. Poi, mel reale im- sghei, Calabria...) mai fin’ora apparsa del Sud, della Calabria, che offende maginario dell’Italia da in una fiction su una Rete di Stato. non solo tutti i calabresi, ma anche gli bere, la Calabria torna Falsa dal punto di vista storico (negli italiani. terra del Grand tour... Micuzzu... Micuz- anni 60 non vi furono, mai, fenome- Non è una “storia di Calabria” quella de zu ,vota i crapi, ca cattai na capretta Ca- ni di vendite evidenti e pubbliche di La sposa che per tale è stata contrab- labrisi in Puglia e a facimu cumbojjari donne... anzi in quel periodo, in Cala- bandata e grazie al cielo non è stata du muntuni Veneto, in Piamonte... bria, iniziarono lotte politiche feroci finanziata dalla Calabria Film Com- Certo che solo la fantasia e la testa per l’emancipazione, il riscatto cultu- mission, ma ha trovao grande pubblico malata, infetta da 40 anni di qualun- rale e sociale e contro il potere poli- televisivo nella prima serata di RaiUno. quismo razzista e clerical- reaziona- tico dominante... e se drammi sociali Una brutta pagina di televisione che rio, con evidenti e subitanee compli- e familiari vi furono, questi vanno coltiva il seme dell’odio razzistico cità Calabresi, poteva partorire una raccontati sotto il profilo storico, an- (Nord contro Sud – non s’affitta ai me- ipotesi pseudo filmica in cui, negli tropologico e sociale...). ridionali) sulla quale riteniamo oppor- anni ‘60, le ragazze calabresi veniva- La letteratura calabrese, in quel pe- tuno proporre e riportare i commenti no fatte sfilare nelle piazze dei pae- riodo, mostrava, Resistenza, se pur di due scrittori “autenticamente” cala- si, in un mercato delle vacche, come minima, anche se incapace di farsi bresi: Santo Gioffrè e Giusy Staropoli facevano, nel ‘700, gli schiavisti an- avanguardia d’impulsi d’emancipa- Calafati. Due riflessioni che, personal- glo-olandesi- americani, e sottoposte zione ...Cialtroni, miserabili e venduti mente, condividiamo in pieno e che, ad aste in base allo stato di verginità, alla vulgata razzista del nord. Ma ve siamo convinti, troveranno il giusto ap- alla dentiera e alla prestanza fisica lo meritate... I pacchi i pasta, anche prezzamento. Ma qualcuno, alla fine, per usarle come troie da traino nelle questo sono, visto che accettate di tut- risponderà mai di tanta infamia a buon terre del nord. to pur di aver qualcuno da chiamare mercato? Qualsiasi proseguo avrà, questa fiction padre! • 5•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo P ermalosi e orgogliosi. I cala- bresi siamo così. Suscettibili quando ci toccano la storia e ci reinventano i luoghi. Al- terano tutto ciò che attorno ad essi si compie. E che completa la nostra esistenza. Dà acqua alle nostre radici. Fortemente emotivi quando ci scom- binano la narrazione, ci strapazzano l’ideologia, ci adattano ai tempi, e ci modificano i decorsi. E non è campa- nilismo questo risentimento che si palesa sui volti di un popolo intero, è questione di identità. La Calabria è una parte del Sud, trop- po intima, da rendicontare il tempo di una briscola o un tressette. Troppe, infinite le sue declinazioni. Impos- sibili di essere colte nella totalità. E interpretarla si sbaglia il concetto, a imitarla si erra per presunzione. E nessuno riesce mai, e per precise ra- gioni di appartenenza, a fidelizzare con lei completamente. La sua lingua è un ossimoro. Il suo è un idioma po- Quell'identità perduta fra troppe declinazioni tente, impossibile da rendere media- tico. Ha un accento che non esiste. La Calabria è una gentile colomba. di un popolo che non sa Così ritrae le spose d’Aspromonte, Corrado Alvaro. Anche quelle mari- tate per procura. Con una sola foto oltre l’oceano. Preservate dal male e fare a meno dell'orgoglio dall’affascino. Nella prima puntata de La sposa, la Calabria torna sul grande schermo ammantata di arretratezza e incivil- tà. Riproponendo una questione me- ridionale praticamente irrisolta. Ma di GIUSY STAROPOLI CALAFATI La sposa non è la Calabria. La donna calabrese non è una rega- La Calabria non è un bicchiere sem- sta, d’aver attributo alla protagonista lia. Non sfila nelle piazze dei paesi, pre mezzo vuoto, con cui il Nord cer- Maria, interpretata magistralmente come accade nel film, al mercato del- ca di placarsi l’arsura quando cazzo da Serena Rossi, la forza inequivoca- le vacche, per essere messa all’incan- gli pare. La mia terra, è un calice di bile che la Calabria ha, che a quanto to a seconda della sua verginità. Sulla vino rosso pieno che anche il cinema pare sarà proprio lei a salvare il Ve- base delle sue possibili prestazioni. deve imparare a rispettare. Onoran- neto, avrei ammonito con fermezza e Né ieri né mai. La donna calabrese è do la sua storia, in nome di donne rigore questa storia. Strumentalizza- fimmina! È forza, coraggio, dignità, come Giuditta Levato, con tutto il do- re una terra come la Calabria, come a lavoro, ostinazione e senso, altissimo, lore e la resistenza, le lotte e non la volerle ogni volta piegare il capo per dell’onore. La sposa in Calabria è va- ciotìa. Donne come Caterina Pisani la benedizione, è un delitto che non si lore, anche per procura. È rispetto, è Tufarelli, prima donna sindaco d’I- può perdonare. La Calabria è una ter- considerazione. talia. Tra le “ragazze del ‘46”, quando ra speciale, e come tutte le cose spe- La storia cerca verità, non compiaci- già la Calabria aveva avviato la sua ciali, va prima provata, assaporata. E mento. E allora non si esagera, nep- emancipazione. solo poi, eventualmente, raccontata pure nei fil. È questione di identità. Se non fosse per la capacità del regi- nei libri o in televisione. • 6•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo L’OPINIONE ragionevoli. La prima è sul piano della scelta di dare un senso di mercato, quasi un mercimonio sgradevole, del «LA SPOSA» CHE OFFENDE matrimonio per procura, quasi come se la Calabria fosse, la terra per spose in vendita, una sorta di Zanzibar all’ita- liana del XX secolo. I modi e i termini della contrattazione I CALABRESI È FRUTTO DI dicono tutto - ed è un peccato che la produzione non si sia fermata a riflettere sul messaggio che tali scene avrebbero UNA NARRAZIONE ERRATA sotteso - e poco importano le finalità della promessa sposa che al senso di riscatto fa da cornice un dramma senza fine DI QUESTA TERRA che avvolge tutto e tutti: protagonisti e spettatori. Il secondo è come e in che misura non sia ancora oggi pos- sibile scrivere una storia diversa di una terra che della di GIUSEPPE ROMEO semplicità del passato ne aveva fatto uno stile di vita, dove I la parsimonia era virtù in costumi che aborrivano il crimi- n un’epoca nella quale si riduce ogni valore ed ogni ne relegandolo a patologia da curare, senza dare vetrina o esperienza ad una visione sintetica e veloce della vita aprire credito per povertà. come il senso di appartenenza, rara qualità nazionale, Se fossimo obiettivi, infatti, dovremmo riconoscere che diventa interessante quando accade che esso si mani- tutto questo lo abbiamo permesso perché abbiamo scelto festi anche nelle piccole realtà locali, magari regionali. di fare della Calabria il luogo di un romanzo criminale fine È il caso della Calabria e della ricaduta in termini di gradi- a se stesso, senza speranza di vedere una luce oltre le pa- mento della fiction Rai La sposa. Una storia di un matrimo- gine impregnate di sangue e di miseria. nio combinato, una fotografia secondo l’obiettivo del regi- Un romanzo che ci avvolge tutti in una sindrome di Stoc- colma per la quale non solo ci rassegniamo alla versione noir che invade le vetrine e i bookshop del- le stazioni e degli aeroporti, ma ce- lebriamo il salva- tore o il sacerdote di turno, meglio se proveniente da altre latitudini e magari con una rendita mediatica spendibile da po- ter sfruttare pro domo propria. Eppure, se guar- sta degli anni Sessanta in Calabria, promossa da Piemonte dassimo L’albero degli zoccoli potremmo dirci figli, seppur Film Tv Fund e con il sostegno di Film Commission Torino lontani, di una comune storia italiana di marginalità e di Piemonte e girata dovunque, ovviamente, ma non in Cala- sfruttamento, ma questa con risultati diversi. Dagli zocco- bria. Una storia di un matrimonio per procura e dai signi- li portati dovunque, in Italia e all’estero i contadini veneti ficati diversi che a questa pratica, non solo in uso al Sud, di ieri sono diventati imprenditori e ben altro, rimettendo si possono dare e che non affranca nessuna esperienza di capacità e conoscenze, oltre che capitali, alla loro terra con vita delle altre regioni della penisola negli stessi anni. Non efficacia e amore, sposandola in nozze mai più combinate. entro nel merito delle ragioni e del fascino che una simile La Calabria, invece, continua a vivere remissivamente in narrazione di una prassi sociale abbia suscitato nel deci- un continuo divorzio con la sua storia, con le sue migliori dere di produrla siano esse il riscatto di una donna forte e risorse, senza regolare i conti con una deprivazione cul- coraggiosa per affrancare la famiglia dal bisogno o altro. turale che dura da tanto… troppo tempo, permettendo a Tuttavia, al netto delle possibili opinioni di stile, lascio al- chiunque di sposarne una parte di essa come meglio crede cune considerazioni che credo possano essere ritenute e alle sue condizioni. • 7•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo STORIA DI COPERTINA / LA SCRITTRICE CALABRESE INNAMORATA PERSA DELLA SUA TERRA “La mia vita parte da un piccolo paese della costa calabrese, Briatico, dove il mare fa il suo verso guardando le Eolie. Con una gioia dentro che ha dimensioni davvero incontenibili” A ccade in Calabria, dove nuovi scrittori crescono. Nuovi scrittori si affaccia- no al mondo esterno, nuovi scrittori si ritrovano in testa alle clas- sifiche delle vendite, nuovi scrittori tornano sui luoghi comuni dei vecchi maestri della letteratura meridionale e puntano la propria attenzione sulla grande magia delle nostre montagne e del nostro mare, dall’Aspromonte allo Stretto di Messina, dalla Costa Viola al mare Mediterraneo, così me- ravigliosamente raccontato finora in questi anni da un giornalista scritto- re che risponde al nome di Mimmo Nunnari. La differenza questa volta è di gene- re. Perché, questa volta, a cimentarsi con il racconto di questa terra, che è sempre molto complicata, e della sua gente, che sembra ancora condan- nata all’eterna rassegnazione, è una giovane donna, di cui sentiremo mol- to parlare negli anni che verranno, e che oggi ha una dote rara, che è quel- la della scrittura. Giusy Staropoli Calafati La scrittura come denuncia. Mai come in questo caso. La scrittura come strumento di ri- scatto sociale, la scrittura come ri- cerca del bello, la scrittura come «La Calabria che amo testamento ideologico e morale del proprio dolore e della propria soffe- renza. La scrittura, soprattutto, come mo- profuma di mare» dello di speranza per un’intera comu- nità. Donna e scrittura, insieme. In questo caso, sono la stessa cosa. Sono il ri- di PINO NANO ▶▶▶ • 8•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano questa sua storia personale e intima «Nascere in Calabria non si sceglie. se ne potrebbe fare addirittura un Essere calabresi sì» flesso della stessa immagine, dove la film. Donna coraggiosissima, senza orpel- donna ha un nome ben preciso, Giusy «Sono nata di settembre che ero di li di sorta, senza nessun remora nel Staropoli Calafati, e dove la scrittura appena tre chili. Mia madre dice sem- dire le cose che pensa, per nulla timo- è la parte emozionale che più le ap- pre che avevo gli occhi come due oli- rosa di niente e di nessuno, neanche partiene. ve. Grandi e sgargianti. Sono cresciu- dello scrittore napoletano Roberto Scrittura come linguaggio moder- ta in fretta. Mia madre sostiene che Saviano che proprio qualche giorno no, scrittura come arma di confron- ero in continua corsa contro il tempo. fa, a proposito dello speciale di Alber- to, scrittura in qualche caso come Un passo lui, dietro io. E perbacco, lo to Angela Stanotte a Napoli - trasmes- provocazione di massa, e che lei usa battevo! Sono diventata una bambina so in prima serata da RAI Uno la notte giornalmente anche per raccontare vispa e vivace in un battibaleno. E, di Natale - ha usato parole durissime sé stessa, la sua vita, i suoi 43 anni abracadabra, mi sono ritrovata don- contro la sua città natale. portati in maniera sfrontata e quasi na come, passata la sera, ci si ritrova “Le bellezze di Napoli – questo il com- arrogante. Ma lo fa altrettanto bene già al mattino. Da vispa a testarda; mento di Roberto Saviano – non sono con tutto il resto della sua vita, a par- da docile a ostinata, resistente e re- sfavillanti, ma piene di crepe e cica- tire dalla magia dei ricordi del nonno trici… Napoli è come il Cristo nella paterno, e l’incontro complicato e Cappella Sansevero che, sebbene ve- insieme dolcissimo con la nonna ma- lato, palesa ogni vena, ogni spasmo, a terna. Lei, figlia di una coppia che per riprova del fatto che non basta copri- coronare il proprio sogno d’amore re per dimenticare, nascondere, can- ricorre alla classica “fuitina” d’altri cellare. Usare le bellezze di una città tempi, lei alle prese oggi con quattro per delegittimare il racconto di ciò figli ancora da crescere e che non ve- che accade non è indice di ignoranza dono l’ora di realizzare i propri sogni o superficialità, ma di cattiva fede…”. probabilmente altrove, lontani dalla – Giusy, la sua reazione con- terra che la loro madre ama in ma- tro Roberto Saviano è stata niera così viscerale. un pugno nell’occhio… Lei, con un’azienda alle spalle a cui “Ho solo scritto quello che pensavo. pensare per aiutare il marito, e poi Roberto Saviano, che oramai ha occhi ancora – sempre lei – alle prese con solo per la sua Gomorra, mentre Na- i mille dubbi esistenziali della piccola pule è mille culture, altro non ha fat- provincia italiana e i ricordi bellissi- to che rendersi complice di un male mi dei tanti Natali diversi passati e ulteriore contro la tua stessa terra. vissuti con i nonni, quando d’inverno Un popolo non si rende moralmente si aspettava la gelata per ammazzare povero per essere, in esso, ricono- il maiale, perché quella un tempo era siliente contemporaneamente. Mi sciuti come profeti. Vorrei ricordare la vera festa della famiglia e del paese chiamo Giusy. Al paese, sono Giusina a Saviano che Cristo non lo riconobbe che le stava stretto intorno. per tutti. Ho 43 anni, quattro figli e nessuno. Che il Battista fu scambiato Il ricordo forse più prepotente che una montagna di sogni da realizza- per il Cristo. Tanto che, forse proprio oggi Giusy Staropoli Calafati ha del re. Che, attenzione, non è merda ma per questo, a un certo punto della sto- suo passato è il colore verde oliva del- sogni. Sono moglie, madre, zia, e da ria anche l'arte lo ha reso velato. Ma la macchina dei nonni, una 127 prima quando sono nata continuo a essere Napoli esiste, caro Roberto Saviano, maniera, con cui i nonni di tanto in figlia e sorella. Sono una buona ami- resiste e vive, nonostante la tua osti- tanto scendevano alla marina dalla ca, almeno credo. Basta interrogare nazione con cui tenti di rendere vana campagna e venivano a trovarla, in la mia amica del cuore Cetty, ma non la sua grande bellezza. Il Cristo vela- questa sua casa dove c’era sempre approfittate, vi potrebbe raccontare to di Sanmartino, non sarai certo tu tanto da lavorare, soprattutto d’esta- vita, morte e miracoli». a svelarlo con i tuoi trattati di male te, e questo le pesa ancora per il solo Giusy Staropoli Calafati, è oggi la pro- oscuro. Nessuno potrà farlo. La bel- fatto di non aver fatto tanti bagni al vocazione più moderna di sé stessa. lezza non si fa mettere le mani addos- mare come facevano invece i suoi Lo cogli con mano quando la incontri so, non si concede per usi impropri compagni di gioco. per la prima volta, e la prima cosa che né si lascia uccidere. Le tenebre in Estati negate, o meglio, estati forte- ti sbatte in faccia è l’impostazione di mente desiderate e impossibili. Di fondo della sua vita. ▶▶▶ • 9•
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano un’esperienza straordinaria. quelli che erano i miei libri scolastici Tantissimi altri premi e riconosci- non amavo molto leggere, e i romanzi cui insisti vivacchia la meraviglia di menti. Letto e studiato in tantissime a quel tempo non mi interessavano Napoli, senza possibilità di redenzio- scuole, e non solo in Calabria. La Ter- per nulla. Quando poi, conquistata la ne, è una colpa che la storia non per- ra del Ritorno, edito dalla Pellegrini maturità, ho incominciato a divorare donerà a nessuno. Neppure al padre di Cosenza, dedicato allo scrittore libri di ogni tipo, allora ho compreso di Gomorra. Mi sono sempre chiesta Saverio Strati, mi ha permesso di e toccato con mano che leggere un chi è davvero Roberto Saviano. Certa- realizzare un grande sogno, conosce- libro significa viaggiare per il mondo mente non è Napoli, così come Napoli re la Calabria diventando una vera pur stando seduti sempre in unico e non è Saviano. Napoli è l'Italia. È bel- scrittrice, mi ha consentito di visita- solo posto fisico o geografico. La let- lezza, Napoli. È arte, è cultura. È iden- re e toccare con mano le realtà più tura ti apre il cuore, ti apre la mente, tità nazionale». sperdute e più dimenticate della Ca- ti apre lo spirito, è una finestra con- – Giusy, mi spiega cosa rap- labria, da calabrese riconosciuta. Ho tinuamente aperta sui popoli e sulle presenta in realtà la scrit- presentato questo romanzo ovunque, loro mille storie diverse». tura per una donna, madre, dall’Aspromonte al Pollino, contrada – È vero che nella sua vita ad scrittrice esordiente e anche dopo contrada, quartiere per quar- un certo punto è entrata pre- di successo, come lei? tiere, ho incontrato davvero di tutto potentemente anche la pas- «La scrittura è la mia vita. È tutto quel- sione per la danza? lo che di più bello potessi sperare di «Si è verissimo, ho ballato sulle pun- avere e di coltivare. La scrittura per te di gesso per tanti anni. Avvolta nei me è davvero mille cose diverse e in- veli di un tutù. Mia madre mi dice sieme. È libertà, è rivoluzione, è pro- sempre, ancora adesso, che ero bel- vocazione, è dichiarazione dei senti- lissima. Dopo quella per i temi di ita- menti più riservati e più intimi, è una liano, la danza è stata la mia più gran- forma di confessione pubblica, senza de passione. Ho incominciato a nove rete, senza orpelli inutili, senza limi- anni, e ho proseguito fino a quando ti, trasparente, severa, reale, quanto Raffaele, il mio primogenito, ne ave- mai specchio di me stessa e delle cose va più o meno due. Poi ho lasciato. in cui credo. Scrivere è come sognare C'era altro da cui mi sentivo attratta. ad occhi aperti, perché il linguaggio E non che la danza non l'amassi più, ti porta a scoprire l’anima, e quando anzi. È rimasta il mio stimolo pri- trovi il coraggio di raccontare la tua mordiale, un sentimento intimo, mi anima allora hai raggiunto il grado basta riascoltare, ancora adesso, la massimo delle tua libertà. E scrivere Carmen di Bizet o lo Schiaccianoci di è come sentirsi un passo avanti agli TChajkovskij, e subito rinasce dentro altri, non intendo dire “migliore”, ma di me la voglia di tornare a ballare. un passo davanti a chi ti sta accanto e di più, ho parlato con migliaia di Con la stessa prepotenza dei miei questo sì, per via di una sensibilità e giovani, ho finalmente capito cosa è nove anni. Da quando ho smesso di di una responsabilità che solo se scri- oggi realmente la mia terra di origine ballare non sono cambiata, mi sono vi per gli altri non puoi non avere». e oggi sono fiera di esserne figlia e di semplicemente modificata, sono ma- – Qual è stata la sua prima farne parte integrante». turata. Sono una donna con le palle, prova d’autore? Il suo primo – Cosa si porta dentro Giusy? dice mio padre. E quando lo contrad- libro? «Alla fine di questo lungo e infinito dico, lui sorride. Sono una scrittrice «Il mio primo vero libro era un libro di viaggio, nel mio zaino ho messo den- di provincia dico io, vivo a Briatico, poesie. Lo aveva pubblicato la Edizio- tro di tutto. Dai dialetti così diversi in provincia di Vibo Valentia. Ma mai ni Sabine e si intitolava La mia Terra. incontrati per strada, alle tradizioni provinciale - aggiunge qualche altro. A questa prima opera ne sono seguite e agli usi di questa nostra terra con- Dalle verità non si prescinde. Non diverse altre, finché nel 2015 parteci- tadina, alle storie di molti uomini e bevo fino a ubriacarmi, se non qual- pai ad un concorso della RAI, il famo- molte donne di Calabria. Mi creda, un che buon bicchiere di vino fatto da vi- so Premio letterario La Giara, dove sogno che è diventato realtà. Un'espe- tigno autoctono calabrese. Non fumo, io inviai il mio primo vero romanzo. rienza forte di cui io e la mia Calabria non gioco d'azzardo se non al centro La terra del ritorno, si intitolava così avevamo bisogno entrambe, e che ab- scommesse della vita». quel mio primo lavoro. Con questo li- biamo fortemente condiviso. Vede, da bro devo riconoscere, ho vissuto però bambina e poi da ragazza, al di là di ▶▶▶ • 10 •
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano ra. Per fare successo è sempre tem- umani. A 32 anni, e questa volta all'im- po, mi sono detta, ma per fare i figli provviso, per caso, un caso inatteso, è – Non solo danza nella sua no. Carpe Diem!». arrivato anche Nazareno, segnando vita, però? – Quattro figli, una vita piena definitivamente il 'mio' ciclo dei figli. «È vero ho tante nuove passioni. Can- di tante cose, ma se l’aspetta- 32 anni e 4 figli. Diventare madre non to per non dimenticare, quando me va una vita come questa? è scontato, non è detto che sempre ac- ne viene voglia, e amo con la sfron- “Non ero mai riuscita a dare un volto cada. A me accadeva. Grazie al cielo. tatezza di un'adolescente il mare che preciso ai miei figli, neppure la notte Non ero diventata maestra come ave- ho davanti casa, dentro cui mi immer- durante i sogni che facevo, eppure vo scritto nel mio tema di quinta ele- go come Scilla e Cariddi. D'estate e di corrispondevano sempre esattamen- mentare, ma mamma. Ed era super inverno. Quando è corrucciato e solo. te ai miei desideri. Erano perfetti, meraviglioso. Oltre il sogno». Questa sì che è una passione e un vi- insomma, proprio così come li avrei – Mi sembra una madre molto zio per cui potrei essere perseguibile voluti. Con Roberta è stato straordi- felice. e condannata. Come quando mi sento nario. Vivevo quello che mia madre «Sono cresciuta con i miei figli. Sia- tremare le vene, non appena mi giun- aveva vissuto con me. La stessa natu- mo cresciuti vicendevolmente, insie- ge nitido il suono della tarantella. Da ra, soprattutto. A 28 anni, senza se e me. Oggi i ragazzi hanno rispettiva- dovunque provenga. Dall’Aspromon- senza ma, è nato Antonino. Spacchio- mente 21/18/15/11 anni. Io ne ho 43. te o dal Pollino. Ho fatto tante cose, L'età giusta per fare di sicuro ne ho fatte 43. Una cosa per oggi, quello che le mie ogni anno della mia vita. Alcune buo- amiche hanno fatto a ne, altre pessime». 22 anni, sapendo che – Giusy, ma lei non sbaglia loro a 43, non posso- mai? no fare più quello che «Ho fatto anche una marea di cazzate, io ho fatto allora. Non inutili e irripetibili. Tante altre, temo, so bene se la vita è più le farò nel corso della vita che mi un caso o più un desti- aspetta. Ma che ci volete fare, il gioco no. Magari è sempli- della vita stessa ha anche le sue re- cemente un caso de- gole irregolari da rispettare. 0 segui stinato. Quello di cui la scia, o sei contro di lei. E, aperta e oggi mi piace scrivere chiusa parentesi, non sono stata né la storia. La sola che mai sarò un profeta in patria. Questa comincia, come diceva sì che è una strafiga certezza, che mi mia nonna, con “fer- porto sempre dentro». malocchju”». – Giusy, ma come si fa a scri- Oggi Giusy Staropoli vere così tanto come fa lei, Calafati torna in libre- con una famiglia pesante sissimo. Tris di cuori. Madre per la ria con una sua nuova storia, un nuo- come quella che ha, quattro terza volta. Le mie amiche non erano vo libro, Terra Santissima - Laruffa figli e mille problemi da risol- neppure sposate, tante non lo sono editore - un romanzo dai toni forti che vere per ognuno di loro? ancora adesso, io invece avevo già un parla della Calabria, che racconta l’A- «Sono diventata madre, la prima vol- figlio di sei anni, una di tre e un altro spromonte, e che spiega soprattutto ta, che avevo solo 22 anni. “Sticazzi”, appena nato. Non è che io avevo im- come mai la Calabria sia, da una par- direbbe qualcuno. Ma che dire? Raf- maginato la mia vita vedendomi solo te, una terra bellissima da conoscere faele mi aveva scelta alla velocità del- madre in questo mondo, anzi, ma una e da visitare, ma dall’altra, una terra la luce, e io lo accoglievo, incosciente madre una volta che comincia questa ancora piena di insidie e di vecchi certo, ma facendolo diventare subito strana ma straordinaria avventura rancori. Un romanzo decisamente la parte più preziosa del mio corpo non finisce più di partecipare al gioco destinato a scalare le classifiche na- prima, e della mia vita poi. A 25 anni dei suoi figli, neppure morta. Se è uno zionali delle vendite. ho avuto Roberta. Nel fiore della mia o sono tre». – Che libro è? giovinezza mi raggiungeva anche lei. – Avevamo detto quattro figli, «Terra Santissima è un libro impor- Diventavo madre per la seconda vol- non tre? tante, a cui tengo particolarmente, ta. Anziché giocare con le bambole, «Non ero sicura di essere nata per che dedico a chiunque si sente di ap- giocavo con i figli. La soddisfazione essere madre, ma di sicuro ero in della carne. Li avevo scelti alla carrie- missione speciale sulla terra. Tra gli ▶▶▶ • 11 •
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano profumi sembrano reali e immagina- com’erano anticamente, resistendo ri assieme, naturali e mistici, proprio alle mode e alle tecniche innovative partenere a un pezzo di paese o a uno come le sensazioni provate in questa e perennemente cangianti della so- spicchio di terra, a una altissima vet- Terra Santissima, incantevole e fatale cietà. Grazie a un linguaggio sempli- ta di montagna, o a un lido di mare, in nel contempo, muovendosi all’inter- ce e vicino a quello della quotidianità, qualunque parte del mondo. Presen- no della quale pare di trovarsi altro- il lettore vedrà coi propri occhi scena- tare l'Aspromonte come centro del ve, un po’ dentro e un po’ fuori di sé”. ri bradi e seducenti ma anche realtà mondo è stato davvero emozionante, Simona Giunta, prosegue il suo viag- misere e brutali, al limite tra l’attendi- far conoscere il viaggio di Simona gio sfidando la sorte, per scoprire e bile e l’inverosimile. Scorgerà usanze Giunta e l'amore per la sua identità tradurre nei caratteri a stampa la lin- e modi di pensare impossibili da de- segreta, è stata un'esigenza». gua e i misteri della terra dei briganti. codificare in lingua alcuna e tuttavia La scrittrice calabrese in questo suo Ma il sentiero che le si apre innanzi è più forti, più antichi, più concreti di nuovo romanzo supera sé stessa, so- tutt’altro rispetto a quello sperato. quelli propagandati dagli strumenti prattutto quando prova a raccontare Santo Gioffrè conosce le terre Aspro- di comunicazione di massa e dai con- la terra che ama e la gente che la vive. montane come le sue tasche, le ha sumi. Focalizzerà persone vere, reali, “Il destino bastardo e irregolare di vissute sofferte e attraversate tutte, modeste e tuttavia capaci di qualun- questa terra che è la Calabria, mai da cima a fondo, con la tempesta e con que cosa, di fare del male così come di disposto a svelare se la strada intra- il sole cocente dell’estate, e nessuno innamorarsi, come chiunque altro”. presa è quella dell’inferno o del para- meglio di lui avrebbe potuto spiegare Ne viene fuori un libro controcor- diso. E chi cammina vicino a te è un ai lettori di Giusy Staropoli Calafati rente, che racconta la Calabria dal di Dio o un diavolo”. cos’è realmente la sua “montagna sa- dentro mettendo a fuoco quel velo di – Partiamo, prima di tutto, cra”. magia che sembra incantare i suoi dalla storia principale? «Simona Giunta, è la protagonista del romanzo. Vive a Milano. È una giornalista. Segno particolare di ri- conoscimento: è figlia di emigrati calabresi in Lombardia. È una don- na caparbia e ostinata, con un lavoro che ha sempre desiderato di fare e un assillo che la tormenta, un pugno di nocciole lasciate in Aspromonte vent’anni prima. Una trasferta di la- “L’Aspromonte “è una via nuova, abitanti, coscienti e inconsapevoli voro la riporta sulle tracce della sua ignota, piena di curve, di ostacoli e di a un tempo delle regole di vita non vita passata, nel cuore della valle del- scoperte al limite dell’immaginazio- scritte in nessun codice, e tuttavia da le grandi pietre, dentro i luoghi inti- ne che condurranno Simona a vivere tutti rispettate e praticate. mi di Francesco Perri e Corrado Alva- esperienze impensabili e a ritrovare – Un libro importante, dun- ro. A Polsi, sotto lo sguardo materno le sue origini, profondamente lega- que? della Madonna della montagna, in te a un Sud che soltanto adesso, per «Vede, da calabrese, incluso il mio mezzo al volo dei falchi pellegrini, ma la prima volta, conosce per davvero, ruolo di donna e di madre, sento di soprattutto dentro le braccia forti di mettendo a nudo i suoi segreti anche avere oggi una grossa responsabi- un pastore dell’Aspromonte. Quelle quelli nascosti nella propria carne”. lità verso questa terra, nell’avviare soffocanti della Santa 'Ndrangheta». Vi suggerisco, e vi prego di leggere una nuova buona politica del fare. Quasi magistrale la prefazione che insieme a me, la bellezza di questo Da scrittrice e giornalista, ho forse ne fa invece lo scrittore di Seminara passaggio del medico-scrittore Santo anche una responsabilità maggiore, Santo Gioffrè. Gioffrè. che mi obbliga moralmente ad agi- “La bellezza e il fascino dei paesaggi “In Terra Santissima – commenta re. In Calabria, per la Calabria, e nel che si presentano agli occhi di Simo- Gioffrè – Giusy Staropoli Calafati ci cuore della Calabria, con ostinazione, na è indicibile, conciliata dai ricordi accompagna in una passeggiata at- con perseverazione. Soprattutto con di Alvaro, Perri, e di altri ancora, che traverso una delle terre più belle e senso altissimo dell'onore. Sento che affiorano alla memoria come brina feroci della Calabria, l’Aspromonte, il 2022 mi richiama all'ordine, con un dopo una fresca pioggia estiva. Peco- evidenziando gli usi, i costumi, le tra- metro più preciso del solito. E avver- re, mandriani, cicale, fiumare, alberi dizioni, i saperi, i sapori, le feste e gli e canti antichi. Le visioni, i suoni e i stili di vita che qui permangono, così ▶▶▶ • 12 •
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano libro Calabria 2021, in maniera ina- occasione. Mettendole a disposizione spettata. È partito tutto così, per caso. tutto ciò di cui dispongo. Più di quan- to che la Calabria si associa a questo In pochissimo tempo si è scatenato to già sto facendo? Sì, decisamente mio progetto fantastico, con una voce l'inferno, direbbe qualcuno. Io inve- molto di più. Sono ormai diversi anni sempre più forte, decisa e potente». ce dico una specie di cerchio magico, che, quotidianamente, con la mia Forse non a caso Terra Santissima è che sul punto di chiudersi, si riapriva scrittura, cerco di fare bella mostra anche un libro di protesta, ci avverte continuamente. Un voto dopo l'altro, della Calabria. Saggi, Romanzi, poesie, Santo Gioffrè. come fossero cormorani in volo. Un articoli di giornale, ma anche, forse “Da un lato, contro la pretesa e il crescendo di numeri che, in questi soprattutto, azioni quotidiane sul la- pregiudizio di conoscere la Calabria giorni, oltre a farmi compagnia, ha voro e nella vita politico-sociale a cui dal di fuori, soltanto per mezzo del fatto crescere in me la forte consape- costantemente mi dedico. Sono que- sentito dire, e delle pagine scritte da volezza di essere riuscita, nel tempo, ste le cose di cui oggi vado più fiera». chi non vi mai è nato. Dall’altro lato, con la mia scrittura, a entrare in pic- – Giusy procediamo per ordi- contro quel modo di pensare crimi- chiata nel cuore di tantissima gente. ne, per favore. Come immagi- nale che caratterizza alcuni dei suoi Uomini e donne, grandi e piccini di na concretamente questa sua abitanti, i quali condizionano la vita ogni parte della Calabria, dell’Italia e rivoluzione culturale? di tutti gli altri, scatenando faide per del mondo. E credetemi, non c'è pre- «La risposta le sembrerà quasi bana- affari oltre oceanici”. mio che possa dare gratificazione più le, ma io ci credo moltissimo. Basta – Come se ne esce? grande, rispetto a quella che arriva mettere in bella mostra, una volta per “Leggendo Terra Santissima il letto- direttamente dal popolo dei lettori». tutte, senza falsi proclami, ma con re- re – conclude Santo Gioffrè – proverà ale identità, la nostra terra e la stessa inquietudine che Simona la nostra storia di figli di Ca- Giunta percepisce quando, appena labria. Questo vuol dire che arrivata, l’Aspromonte comincerà il nostro imperativo deve a dischiuderle i suoi segreti; ma ini- essere promuovere i luoghi, zierà anche ad amare una terra bella la storia, l'arte, la letteratu- e incontaminata, quasi paradisiaca, ra... La stessa cultura legata abitata da persone vere, e a odiarla, ai luoghi. Dalla montagna ai nel contempo, a causa della perma- lidi del mare, dalle zone in- nenza di quell’unica sovrastruttura, terne ai paesi costieri. È ar- invisibile e sempre presente, che rivato il momento di portare alimenta sangue, morte e dispera- allo scoperto la componente zione: la ‘ndrangheta. L’Aspromonte migliore di una terra troppo ti cambia, ti lascia il segno nel bene spesso criticata, ma anche e nel male. Non è una terra facile da ancora del tutto miscono- conoscere ma neanche semplice da sciuta. Solo promuovendo la dimenticare. È un luogo in cui ognu- bellezza si potrà finalmente no può ritrovare sé stesso ma anche avviare un serio progetto di perdersi, in cui ci si può salvare o Non so se si può dirlo, ma alla fine del ripresa e resilienza. In fondo, sono dannare per sempre, in cui vivere romanzo noi abbiamo percepito la nate qui le stagioni del pensiero. Cre- per sempre o morire. Per questo l’A- sensazione netta di avere tra le mani do sia proprio questo il lavoro che ho spromonte è una Terra Santissima”. un romanzo di grandissimo impatto sempre desiderato fare in Calabria. Giusy Staropoli Calafati ce la mostra mediatico, giovane, veloce, immediato, È il motivo vero per cui sono rimasta così com’è questa terra, che ci appar- scritto con un linguaggio freschissimo, qui. Per raggiungere certi obiettivi tiene sin dalla nascita, nella sua am- di facile lettura, e soprattutto un rac- però, serve sempre una buona espe- bivalente bellezza e tragicità. conto firmato da una grande scrittrice rienza, e i tempi, lasciatemelo dire, – Giusy, che effetto le fa leg- esordiente, e di cui certamente senti- per me sono decisamente maturi. La gere che il suo libro piace tan- remo parlare nei mesi e negli anni che Calabria deve ritornare a credere in tissimo soprattutto ai giova- verranno. Il risultato è immediato. se stessa, i calabresi pure. Sviluppo, ni? – Mi pare che l’anno 2022, per crescita, idee, ideali, valori, progetti, «Non avevo mai partecipato a un con- lei Giusy sia incominciato da qui parte quella che lei chiama la test con un mio romanzo. Terra San- abbastanza bene? mia sfida culturale». tissima si è ritrovato a essere inserito «Il 2022 sarà l'anno in cui alla Cala- tra i libri da decretare come miglior bria vorrò dare una nuova ennesima ▶▶▶ • 13 •
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano fecero ricorso alla “fuitina”, spariro- raccontarci a nostro modo la propria no per una notte e poi si ripresentaro- vita. Anche questo è stato molto bello. – Come era Giusy da ragazza? no il giorno dopo pronti per il matri- Nonna poi l’ho persa due anni fa, era «Fino a diciassette anni ho amato monio. Allora si faceva così, o meglio, il primo di luglio ed è stata un’espe- molto le passerelle. Sono stata Miss molti allora ricorrevano a questo rienza durissima. La sua scomparsa Provincia Vibo Valentia nel 1998. Poi stratagemma per coronare la pro- ha lasciato in me un vuoto incolma- sono rinata. Nel senso che sono di- pria storia d’amore. I genitori di mia bile. Quando lei scoprì questa mia ventata grande. Ho intrapreso la stra- madre, avendo a casa altre figlie fem- passione per la scrittura pensò che da verso quella vita che mi ha portata mine ed essendo mia madre ancora dietro di me ci fosse la mano di No- fino a qui. Fino alla maturità. Sono una bambina non avevano accettato stro Signore, così lo chiamava, che tante cose insieme oggi, ma soprat- la proposta di mio padre. Mio padre mi aiutasse e mi chiedeva continua- tutto, tra tutte, prima di tutte le altre, organizzò allora un finto rapimento mente “Ma chi ti detta queste cose? sono una donna. Una donna libera, e che i giornali del tempo, ricordo la Chi ti ha raccontato queste storie così con troppe idee e forti ideali, proget- Gazzetta del Sud, raccontarono come belle? Ricordo che quando pubblicai ti, lotte, pensieri, e anche abbastanza un “rapimento a mano armata”. Poi il libro di poesie dedicato a Natuzza coraggio. A scrivere di certe cose di per fortuna i miei nonni materni ri- Evolo, mi chiese se ci fosse qualcuno coraggio ce ne vuole davvero tanto». tirarono la denuncia contro mio pa- dal cielo che mi aveva ispirato e mi – Qual è la cosa che oggi più dre e le cose si avviarono verso una aveva guidato in questo percorso di le manca? «Mi mancano i nonni, le sembrerà strano ma è così. Mi manca soprat- tutto nonna Peppa, la mia nonna pa- terna che non ho mai conosciuto. In compenso sono cresciuta con mio nonno e con le sue eterne paternali, i suoi infiniti consigli, un uomo cari- smatico e indimenticabile. Un punto di riferimento insostituibile, onni- presente, insistente, avvolgente in tutti i sensi. Lui era rimasto vedovo ancora giovane, mia nonna è morta quando aveva 59 anni, e lui è rima- sto solo in tutti questi anni in attesa che i figli tornassero dalla Germania dove erano emigrati e dove lavorava- no il bitume. I nonni, che meraviglia, normalità più o meno apparente. Mia fede, lei era molto religiosa e credeva, la vita non poteva regalarci cosa più madre, infatti, poté tornare a casa sua come del resto diceva la stessa Natuz- bella». solo dopo diverso tempo, non essen- za Evolo, che dietro ognuno di noi ci – E la sua famiglia Giusy? do stata mai perdonata sul serio per fosse un angelo a guidarci o il signore «Morta la nonna, i suoi quattro figli quello che aveva combinato. Io invece a vegliare su di noi». hanno lasciato la Germania per sem- non ho mai finito di ringraziare mio – Che infanzia ricorda Giusy? pre per stabilirsi a Briatico definiti- padre e mia madre per quella “fuiti- «Un’infanzia bellissima. Se potessi vamente. Mio padre ha sempre avuto na”, perché se non fossero scappati io tornare indietro la rivivrei così come accanto mio nonno Carlo. Al rientro non sarei nata e non sarebbero nati l’ho vissuta. Con gli occhi sempre pie- dalla Germania mio padre ha aperto né i miei fratelli né mia sorella. Nep- ni del mio mare, e la mia vita più bella un negozio di abbigliamento e ricor- pure i miei figli». trascorsa in campagna. I miei non- do che mio nonno era costantemente – E il rapporto con i nonni ma- ni prima di partire per la Germania insieme a lui, a consigliarlo o a gui- terni? avevano occupato un appezzamento darlo. Si sposò anche giovanissimo. «È arrivato tardi, ma è arrivato. Io ho di terra, che hanno ripreso a colti- Mia madre aveva poco più di sedici scoperto i nonni materni quando già vare una volta rientrati a Briatico. E anni quando salì sull’altare e la loro ero cresciuta, mia nonna in partico- mio padre aveva fatto la stessa cosa. fu davvero la classica storia d’amore. lare era già una donna anziana, ma All’ora di pranzo chiudevano il nego- Solo che mio padre aveva dodici anni questo non ci ha impedito di discute- più di mia madre e allora per sposarla re di tante cose, di confrontarci e di ▶▶▶ • 14 •
Domenica 23 gennaio 2022 • www.calabria.live il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo ▶▶▶ Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano della ripetizione, senza farle neppure ta e dannata, terra. Vorrei che glielo prendere fiato, mentre con voce fioca, dicessero Umberto Zanotti Bianco, zio di abbigliamento che avevamo e grida aiuto. Si vuol soddisfare la sma- Edward Lear, Paolo Orsi. Nessuno fino alle quattro e mezza andavano in nia di chi ha il “disio” di provar pia- può operare, curare, dirigere e tanto campagna, la nostra terra si chiama- cere. Così, nella minimizzazione di meno commissariare una terra che va “Gaio”, e da qui il nomignolo dato una terra voluta sempre serva, ogni non conosce. Un popolo che poco o in paese alla mia famiglia, i “Gaioti”. atto di violenza carnale alla Magna niente rispetta. Che non gli è né cono- Sembrava quasi una ingiuria, certo Grecia, ha il suo complice. E verrà scente, né affine. Corrado Alvaro di- era un soprannome, ma di cui non mi scritto sui libri di storia il suo nome. ceva il calabrese va parlato, ascoltato, sono mai sentita offesa: Tutto questo E saranno più d'uno quelli a cui verrà voluto bene. Ma nessuno lo ha fatto. era la mia terra natale, tutto questo chiesto il conto. Più d'uno, saranno i Eppure, il maestro insegna e gli allie- mi apparteneva fino in fondo, e nulla banditi pronti a levarle via la purezza vi imparano. Voi no. Ci avete sempre sarebbe stato in un altro modo. Penso degli ulivi, il volo casto della rondine costretti, per fame, e ora anche per ai tanti Natali trascorsi tutti insieme marina, il candore dei bianchi calan- salute, a essere briganti. A emigrare. in campagna, penso al maiale che si chi. Dopo che con il nostro sangue E continuate a farlo. A volte con sde- ammazzava tutti insieme durante le abbiam fatto l'Italia, caro Presidente, gno, altre solo per un piglio. Peggio gelate d’inverno, penso alle feste tra- scorse tutte in famiglia e con tanta gente intorno, penso al dolore dei lut- ti e dei funerali che in un paese come questo sono ancora corali e di tutti». – Ad un certo punto della sua vita lei decide anche di fare politica? «Sono scesa in politica con una forza e una consapevolezza che non crede- vo di avere. L’ho fatto senza guardami né avanti né indietro, con puro spirito di servizio ed esagerato senso di re- sponsabilità. È accaduto esattamente dopo i miei primi 40 anni. Ma non ho sbarcato il lunario, anzi, sono solo un consigliere di opposizione. Comun- que, un’esperienza esaltante, mi cre- da...». – Giuseppe Conte era ancora Presidente del Consiglio, lei insistete a volerci privare dei diritti dei signori, gli gnuri, che torturavano un giorno prese carta e pen- essenziali, calpestandoci la dignità, la vita dei coloni, schiavizzandoli per na per raccontargli lo stato di ed eliminandoci dalla nostra stessa il pane o magari per la penicillina. Ma degrado della sanità in Cala- storia. Ma se cadiamo noi, cadrà l’I- son finiti quei tempi, caro Presidente. bria. Cosa gli scrisse? talia intera. Siamo gli arti inferiori su È finita l'ignoranza, l'analfabetismo... «Gli ho scritto da una regione la cui cui si regge la Nazione. Se si piega- Ora anche qui ci sono i libri, quelli tunica veniva giocata a sorte per l’en- no le gambe, viene giù tutto il corpo. che li scrivono. Ci sono l'intelligenza, nesima volta. E le folle insistevano a Nessuno si salva da solo. Proprio così, la scelta, le idee, i valori, il coraggio e voler scegliere Barabba, a conferma nessuno si salva da solo». anche il doppio della lotta di ieri. I Ca- che Cristo davvero si è fermato a Ebo- – Di tutto di più, insomma? labresi non ci stanno più alle barbarie li. La Calabria ancora una volta terra «Al premier Conte, ho scritto sempli- di un'Italia che ha sempre approfitta- di conquista. Si continua a succhiarle cemente tutto quello che pensavo in to del suo Sud. L'era del latifondo è il sangue da ogni parte del suo corpo quel momento. Vorrei tanto che per ormai passata. L'abbiamo combattuta nudo, mentre con occhi fragili e ago- un solo attimo Cesare Pavese, fore- e anche vinta. E ora, questa in cui li- nizzante, chiede aiuto. Si vuol rende- stiero al confino nella desolata Bran- beramente vorreste bivaccare, e con re sazio solo chi ha sete di potere, di caleone, le dicesse, come fece con sua maggiore forza di prima lo ribadisco, quattrini e di vendetta. Si continua a sorella Maria, chi sono i calabresi e violentarla con la pratica immorale quanto vale la terra di Calabria. Ama- ▶▶▶ • 15 •
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