GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live

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GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
N. 4 - ANNO VI
                                                                                      DOMENICA 23 GENNAIO 2022

Domenica
MAGAZINE SETTIMANALE DEL QUOTIDIANO CALABRIA.LIVE FONDATO E DIRETTO DA SANTO STRATI

   GIUSY STAROPOLI CALAFATI
   LA SCRITTRICE CON UN AMORE
   SCONFINATO PER LA CALABRIA
   di PINO NANO
GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
COVER STORY                           BERLINALE
                                     Al FilmFest
                                  La "Femmina"
                                      di Calabria
                                   del cosentino
                                       Costabile

                                                                    La farsa del Ponte sullo Stretto
                                                                    Nuovi studi per non realizzarlo
                                                                                      di Roberto Di Maria

Giusy Staropoli Calafati
La scrittrice di Calabria
di Pino Nano
                            In questo numero
NEXTELLING                                         La storia di Casa Calabria International
                                                   di Mauro Alvisi e Antonietta Malito

                                            Calabria megalitica
                                                       Il fascino
                                                  straordinario
                                               dell'Arco Magno
                                           di Vincenzo Nadile

Quando Bruegel il Vecchio
dipinse il porto di Reggio
di Rosalba Vazzana

               CALABRIA-RUSSIA                                                            La Sposa di RaiUno
               UN INCONTRO CHE APRE NUOVI ORIZZONTI TURISTICI                             indigna i Calabresi
               di Giuseppe Spinelli                                                        ma anche i Veneti

                                 4/2022
                                                       Supplemento settimanale del quotidiano – Roc n. 33726 - ISSN 2611-8963

    Domenica
                                                          Reg. Trib. Cz 4/2016 direttore responsabile: Santo Strati
                                                                 calabria.live.news@gmail.com
                                 23 gennaio 2022                    whatsapp: +39 339 4954175

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Domenica
                                        23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                        il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

L
          ascia tra lo sconsolato e l’in-    mondo, con gravi pericoli per la na-            tà finalmente unite con un’infrastrut-
          credulo l’ennesimo annuncio        vigazione e per i poveri cetacei che,           tura stabile. In sintesi, Giovannini
          del Ministro per le infrastrut-    sempre più numerosi, transitano tra             mostra di infischiarsene del disastro
          ture e la Mobilità Sostenibile     lo Ionio e il Tirreno.                          socio-economico in cui decenni di po-
di voler affidare uno “studio di fattibi-    Nessuno protesta davanti allo spreco            litiche dissennate hanno condannato
lità” per il Ponte sullo Stretto ad RFI,     di centinaia di milioni e all'azzera-           la Sicilia, dei suoi 25.000 giovani in
sulla scorta della relazione ministe-        mento di un lavoro di altissimo valore          fuga ogni anno verso il ricco nord, del
riale che, circa dieci mesi fa, evidenziò    scientifico, portato ad esempio in tut-         disastro che l’isola condivide, e condi-
la necessità di realizzarlo.                 to il mondo. Dove sono i bempensan-             viderà, con tutto il Meridione.
C’è da chiedersi cosa sia stato fat-         ti che oggi non fanno una grinza di             Ci chiediamo, a questo punto, che
to nel frattempo, ma è evidente che          fronte ad un ulteriore impegno di 50            senso abbia tenere in vita l'Intergrup-
un’opinione pubblica distratta da            milioni (basteranno?) per rifare tutto          po parlamentare per la realizzazione
una pandemia e dai mille problemi            daccapo? Lavorando anche sul nulla              del Ponte sullo Stretto, la cui coordi-
ad essa correlati non può certo occu-        rappresentato dalla ridicola “opzio-            natrice, senatrice Silvia Vono, ha per-
parsi di un tema che è stato associato,      ne zero” tanto cara a Giovannini, che           sino ritenuto “sicuramente positiva”
ormai da decenni, al novero delle im-        significherebbe non fare niente, ed             la notizia dello studio di fattibilità, au-
prese impossibili.                           abbandonare la Sicilia alla schiavitù           gurandosi che “che i lavori comincino
Eppure parliamo di un vero e proprio

                                             La farsa del Ponte
scandalo che si sta verificando nel
silenzio generale e che non riguar-
da soltanto i tempi biblici con cui si
continua ad affrontare il tema, con-

                                             Un nuovo studio
trapponendo uno studio di fattibilità,
le cui conclusioni sono dense di inco-
gnite, ad un’opera progettata e persi-
no appaltata.
Un inutile approfondimento già scar-

                                             di fattibilità per
tato alla fine degli anni ’80, reso ancor
più ingiustificato dal rischio di dover
pagare una quasi miliardaria penale,
per un'opera già iniziata (variante
ferroviaria di Cannitello) di cui sa-

                                             rinviare ancora
rebbe bastato aggiornare il progetto
per riprendere i lavori. Senza nean-
che disturbarsi ad indire una nuova
gara, visto che la realizzazione era
già stata contrattualizzata.
Un’Italia distratta accoglie quindi                                        di ROBERTO DI MARIA
l’ennesimo annuncio di avvio di uno
studio di fattibilità, appena prope-
deutico alla prima fase progettuale.         dei traghetti. Con tanti saluti all’Alta        prima della fine della legislatura”…
Una scelta folle che ci riporta ai pri-      Velocità che, nell’isola, avrà per sem-         Due clamorose ed imperdonabili gaf-
mi anni '90, quando autorevolissimi          pre il volto del Frecciabianca che im-          fe, alla luce delle iniziative intraprese
esperti internazionali bocciarono            piega oltre 4 ore per percorrere i 200          dal Ministro e dell’improbabile voglia
l’ipotesi delle due o tre campate per        km tra Palermo e Messina. Con buo-              di ridiscutere il problema nel 2050, a
problematiche pressoché irrisolvibi-         na pace di chi voleva fare di Augusta,          studi completati. Non sarebbe stato
li: fortissime correnti, faglie e gravi      Pozzallo e Marsala porti gateway di             più dignitoso tacere, e procedere di
rischi per la navigazione dello Stret-       livello europeo, coerentemente con il           corsa allo scioglimento dell’Integrup-
to. Nel silenzio degli ambientalisti         tanto sbandierato ruolo di una Sicilia          po, prima che i tanti pontisti calabresi
sui milioni di tonnellate di materiali       "piattaforma logistica" del Mediterra-          e siciliani si accorgano che è l'ennesi-
d'ogni genere che si disperderanno           neo, colossale presa in giro per milio-         ma farsa nella farsa italiana? 
nello Stretto a causa degli scavi per        ni di siciliani e calabresi che ci hanno
posizionare i piloni. Nel bel mezzo di       creduto per decenni. O di chi voleva la                [L'autore è dottore di ricerca in
uno dei bracci di mare più trafficati al     metropoli dello Stretto, con le due cit-               Ingegneria dei Trasporti]

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Domenica
                                          23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                          il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

P
          ur conquistando audience
          come non se ne vedevano da
          tempo "La sposa" di Rai Uno
          finisce per scontentare non
solo i calabresi, ma anche i veneti.
Passi per le belle spiagge della Puglia
contrabbandate per le incantevoli coste
calabresi, passi per un dialetto che con
calabrese c’azzecca poco, ma il merca-
to delle “vacche” no, non è tollerabile.
La fiction Rai La sposa con la regia di
Giacomo Campiotti e la sceneggiatu-
ra di Valia Santella (Nastro d’argento
2019 e premio David di Donatello nel
2020) ha fatto invelenire i calabresi e
scatenare un’ondata di sdegno come
non capitava da tempo. La vicenda è
molto semplice. La Rai propone in tre

                                                La "Sposa" di RaiUno
puntate (doppie) la storia di una giova-
ne calabrese (splendidamente inter-
pretata da Serena Rossi) che sposa per
procura un settentrionale vicentino

                                                 che ha indignato
per garantire sostegno finanziario alla
propria famiglia, in disgrazia dopo la
morte del padre.
Ora, la storia in sé potrebbe anche

                                                 Calabresi e Veneti
essere carina e avvincente per una
trasposizione televisiva (ricorda vaga-
mente un racconto del collettivo Lou
Palanca del 2015, che non viene mini-
mamente citato) ma appare evidente                                               di SANTO STRATI
che la storyteller si sia fatta prendere
la mano attingendo non si sa da quali
fonti circa un mercato di vergini (peg-         zione temporale giustificabile: che in         tutti gli anni Sessanta, ma la storia tele-
gio della schiavitù) offerte ad aspiranti       Calabria (come in tutt’Italia) ci fossero      visiva dice che siamo nel 1967 (quando
possidenti matrimoniabili del Nord. È           i famosi “sensali” di nozze che combi-         già c’erano i germogli della emanci-
una vergognosa invenzione che, oltre-           navano matrimoni misti nord-sud è              pazione femminile che da lì a poco sa-
tutto, non trova neanche una colloca-           cosa risaputa, si davano da fare fino a        rebbe esplosa) e traccia un’immagine
                                                                                               della povera e disperata Calabria che
                                                                                               nemmeno il buon Muccino, tra coppole
  NON PIACE A CIAMBETTI (PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE VENETO)                            e asinelli, avrebbe potuto immaginare.
                                                                                               Il disprezzo verso i meridionali è fin
  Al presidente del Consiglio regionale, il leghista Roberto Ciambetti, non è piaciuta         troppo evidente ma risulta gratuito e
  è proprio per niente. Per l'esponente della Lega «l'idea di mettere in scena per un          sgarbatamente odioso (Calabria, vuoi
  matrimonio per procura un rozzo e violento vicentino non regge: agricoltori non dico         sempre sghei!) e questo non è tollera-
  ricchi, né benestanti, ma anche solamente non poveri, non in Veneto ma ovunque in            bile in una televisione che è Servizio
  Italia, Calabria compresa, non avevano di certo bisogno di ricorrere ai matrimoni per        pubblico. Si offre un’immagine contor-
  procura per sposarsi».                                                                       ta e distorta di inciviltà come non è mai
  Secondo Ciambetti ««La serie è un falso storico. L'ambientazione e le caratterizzazioni
                                                                                               esistita: si propone un mercato di vergini
  scelte per "La sposa" sono dunque scorrette e non fanno giustizia della drammatica
                                                                                               al miglior offerente che nemmeno negli
  pagina dell'emigrazione, una pagina scritta anche dai Veneti e non certo con i toni
                                                                                               emirati arabi d’inizio secolo o negli Sta-
  scelti nella fiction televisiva della Rai. Siamo davanti a una sorta di "cancel culture"
                                                                                               tes di miss Rossella e Mamie della guer-
  alla rovescia, una provocazione assurda. Cliché grotteschi e stereotipati mettono in
  ridicolo non solo i vicentini o i veneti, ma anche i calabresi».
                                                                                                                 ▶▶▶

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                                              23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                              il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶           La sposa do RaiUno / Santo Strati    L'INDIGNAZIONE DEL RAFFINATO SCRITTORE DI SEMINARA

                                                     Un falso storico
ra americana di Via col vento, tra razzi-
smo, schiavitù e ribellione. No, hanno
ragione i calabresi a indignarsi, soprat-
tutto pensando alle lotte contadine, al sa-

                                                   intriso di razzismo
crificio di Giuditta Levato e di tantissime
altre anonime donne che hanno pagato
con la vita il rifiuto della sottomissione e
della violenza di genere.
È un falso storico e in una fiction, in un                                          di SANTO GIOFFRÈ
film, in un romanzo, si può raccontare
di tutto, senza tener conto della realtà,
ma un conto è l’invenzione creativa, un
altro il viscido filo di razzismo che vie-
ne trasmesso dalla tv di Stato e sbattuto
in faccia alle cattive coscienze dei so-
stenitori dell’autonomia differenziata
(del Nord ai danni del Mezzogiorno).
Le costiere che appaiono in video non
sono della Calabria (gli esterni al mare
sono stati girati a Vieste, nel Gargano,
per evidenti opportunità di produzione –
Film Commission Apulia è stata più bra-
va della nostra?), ma neanche la storia, i
volti, i personaggi sono della Calabria.
Un Paese come l’Italia che conta circa 4
milioni di calabresi fuori dalla regione
sparsi per la penisola (alcuni illustri,

                                                   M
famosi e meritoriamente apprezza-
ti in tutti i campi) non può accettare                             ancava, solo, l’anello al       è di una violenza xenofoba...(prendi i
un’immagine così retriva della storia                              naso. Poi, mel reale im-        sghei, Calabria...) mai fin’ora apparsa
del Sud, della Calabria, che offende                               maginario dell’Italia da        in una fiction su una Rete di Stato.
non solo tutti i calabresi, ma anche gli                           bere, la Calabria torna         Falsa dal punto di vista storico (negli
italiani.                                          terra del Grand tour... Micuzzu... Micuz-       anni 60 non vi furono, mai, fenome-
Non è una “storia di Calabria” quella de           zu ,vota i crapi, ca cattai na capretta Ca-     ni di vendite evidenti e pubbliche di
La sposa che per tale è stata contrab-             labrisi in Puglia e a facimu cumbojjari         donne... anzi in quel periodo, in Cala-
bandata e grazie al cielo non è stata              du muntuni Veneto, in Piamonte...               bria, iniziarono lotte politiche feroci
finanziata dalla Calabria Film Com-                Certo che solo la fantasia e la testa           per l’emancipazione, il riscatto cultu-
mission, ma ha trovao grande pubblico              malata, infetta da 40 anni di qualun-           rale e sociale e contro il potere poli-
televisivo nella prima serata di RaiUno.           quismo razzista e clerical- reaziona-           tico dominante... e se drammi sociali
Una brutta pagina di televisione che               rio, con evidenti e subitanee compli-           e familiari vi furono, questi vanno
coltiva il seme dell’odio razzistico               cità Calabresi, poteva partorire una            raccontati sotto il profilo storico, an-
(Nord contro Sud – non s’affitta ai me-            ipotesi pseudo filmica in cui, negli            tropologico e sociale...).
ridionali) sulla quale riteniamo oppor-            anni ‘60, le ragazze calabresi veniva-          La letteratura calabrese, in quel pe-
tuno proporre e riportare i commenti               no fatte sfilare nelle piazze dei pae-          riodo, mostrava, Resistenza, se pur
di due scrittori “autenticamente” cala-            si, in un mercato delle vacche, come            minima, anche se incapace di farsi
bresi: Santo Gioffrè e Giusy Staropoli             facevano, nel ‘700, gli schiavisti an-          avanguardia d’impulsi d’emancipa-
Calafati. Due riflessioni che, personal-           glo-olandesi- americani, e sottoposte           zione ...Cialtroni, miserabili e venduti
mente, condividiamo in pieno e che,                ad aste in base allo stato di verginità,        alla vulgata razzista del nord. Ma ve
siamo convinti, troveranno il giusto ap-           alla dentiera e alla prestanza fisica           lo meritate... I pacchi i pasta, anche
prezzamento. Ma qualcuno, alla fine,               per usarle come troie da traino nelle           questo sono, visto che accettate di tut-
risponderà mai di tanta infamia a buon             terre del nord.                                 to pur di aver qualcuno da chiamare
mercato?                                          Qualsiasi proseguo avrà, questa fiction         padre! 

                                                                   •     5•
GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
Domenica
                                       23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                       il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

P
          ermalosi e orgogliosi. I cala-
          bresi siamo così. Suscettibili
          quando ci toccano la storia e
          ci reinventano i luoghi. Al-
terano tutto ciò che attorno ad essi
si compie. E che completa la nostra
esistenza. Dà acqua alle nostre radici.
Fortemente emotivi quando ci scom-
binano la narrazione, ci strapazzano
l’ideologia, ci adattano ai tempi, e ci
modificano i decorsi. E non è campa-
nilismo questo risentimento che si
palesa sui volti di un popolo intero, è
questione di identità.
La Calabria è una parte del Sud, trop-
po intima, da rendicontare il tempo di
una briscola o un tressette. Troppe,
infinite le sue declinazioni. Impos-
sibili di essere colte nella totalità. E
interpretarla si sbaglia il concetto, a
imitarla si erra per presunzione. E
nessuno riesce mai, e per precise ra-
gioni di appartenenza, a fidelizzare
con lei completamente. La sua lingua
è un ossimoro. Il suo è un idioma po-
                                              Quell'identità perduta
                                             fra troppe declinazioni
tente, impossibile da rendere media-
tico. Ha un accento che non esiste.
La Calabria è una gentile colomba.

                                             di un popolo che non sa
Così ritrae le spose d’Aspromonte,
Corrado Alvaro. Anche quelle mari-
tate per procura. Con una sola foto
oltre l’oceano. Preservate dal male e

                                             fare a meno dell'orgoglio
dall’affascino.
Nella prima puntata de La sposa, la
Calabria torna sul grande schermo
ammantata di arretratezza e incivil-
tà. Riproponendo una questione me-
ridionale praticamente irrisolta. Ma
                                                                   di GIUSY STAROPOLI CALAFATI
La sposa non è la Calabria.
La donna calabrese non è una rega-           La Calabria non è un bicchiere sem-            sta, d’aver attributo alla protagonista
lia. Non sfila nelle piazze dei paesi,       pre mezzo vuoto, con cui il Nord cer-          Maria, interpretata magistralmente
come accade nel film, al mercato del-        ca di placarsi l’arsura quando cazzo           da Serena Rossi, la forza inequivoca-
le vacche, per essere messa all’incan-       gli pare. La mia terra, è un calice di         bile che la Calabria ha, che a quanto
to a seconda della sua verginità. Sulla      vino rosso pieno che anche il cinema           pare sarà proprio lei a salvare il Ve-
base delle sue possibili prestazioni.        deve imparare a rispettare. Onoran-            neto, avrei ammonito con fermezza e
Né ieri né mai. La donna calabrese è         do la sua storia, in nome di donne             rigore questa storia. Strumentalizza-
fimmina! È forza, coraggio, dignità,         come Giuditta Levato, con tutto il do-         re una terra come la Calabria, come a
lavoro, ostinazione e senso, altissimo,      lore e la resistenza, le lotte e non la        volerle ogni volta piegare il capo per
dell’onore. La sposa in Calabria è va-       ciotìa. Donne come Caterina Pisani             la benedizione, è un delitto che non si
lore, anche per procura. È rispetto, è       Tufarelli, prima donna sindaco d’I-            può perdonare. La Calabria è una ter-
considerazione.                              talia. Tra le “ragazze del ‘46”, quando        ra speciale, e come tutte le cose spe-
La storia cerca verità, non compiaci-        già la Calabria aveva avviato la sua           ciali, va prima provata, assaporata. E
mento. E allora non si esagera, nep-         emancipazione.                                 solo poi, eventualmente, raccontata
pure nei fil. È questione di identità.       Se non fosse per la capacità del regi-         nei libri o in televisione. 

                                                            •     6•
GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
Domenica
                                        23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                        il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

L’OPINIONE                                                           ragionevoli. La prima è sul piano della scelta di dare un
                                                                     senso di mercato, quasi un mercimonio sgradevole, del

«LA SPOSA» CHE OFFENDE                                               matrimonio per procura, quasi come se la Calabria fosse,
                                                                     la terra per spose in vendita, una sorta di Zanzibar all’ita-
                                                                     liana del XX secolo. I modi e i termini della contrattazione
I CALABRESI È FRUTTO DI                                              dicono tutto - ed è un peccato che la produzione non si sia
                                                                     fermata a riflettere sul messaggio che tali scene avrebbero
UNA NARRAZIONE ERRATA                                                sotteso - e poco importano le finalità della promessa sposa
                                                                     che al senso di riscatto fa da cornice un dramma senza fine

DI QUESTA TERRA                                                      che avvolge tutto e tutti: protagonisti e spettatori.
                                                                     Il secondo è come e in che misura non sia ancora oggi pos-
                                                                     sibile scrivere una storia diversa di una terra che della
                di GIUSEPPE ROMEO                                    semplicità del passato ne aveva fatto uno stile di vita, dove

I
                                                                     la parsimonia era virtù in costumi che aborrivano il crimi-
      n un’epoca nella quale si riduce ogni valore ed ogni           ne relegandolo a patologia da curare, senza dare vetrina o
      esperienza ad una visione sintetica e veloce della vita        aprire credito per povertà.
      come il senso di appartenenza, rara qualità nazionale,         Se fossimo obiettivi, infatti, dovremmo riconoscere che
      diventa interessante quando accade che esso si mani-           tutto questo lo abbiamo permesso perché abbiamo scelto
festi anche nelle piccole realtà locali, magari regionali.           di fare della Calabria il luogo di un romanzo criminale fine
È il caso della Calabria e della ricaduta in termini di gradi-       a se stesso, senza speranza di vedere una luce oltre le pa-
mento della fiction Rai La sposa. Una storia di un matrimo-          gine impregnate di sangue e di miseria.
nio combinato, una fotografia secondo l’obiettivo del regi-          Un romanzo che ci avvolge tutti in una sindrome di Stoc-
                                                                                                                colma per la
                                                                                                                quale non solo ci
                                                                                                                rassegniamo alla
                                                                                                                versione noir che
                                                                                                                invade le vetrine
                                                                                                                e i bookshop del-
                                                                                                                le stazioni e degli
                                                                                                                aeroporti, ma ce-
                                                                                                                lebriamo il salva-
                                                                                                                tore o il sacerdote
                                                                                                                di turno, meglio
                                                                                                                se     proveniente
                                                                                                                da altre latitudini
                                                                                                                e magari con una
                                                                                                                rendita mediatica
                                                                                                                spendibile da po-
                                                                                                                ter sfruttare pro
                                                                                                                domo        propria.
                                                                                                                Eppure, se guar-
sta degli anni Sessanta in Calabria, promossa da Piemonte            dassimo L’albero degli zoccoli potremmo dirci figli, seppur
Film Tv Fund e con il sostegno di Film Commission Torino             lontani, di una comune storia italiana di marginalità e di
Piemonte e girata dovunque, ovviamente, ma non in Cala-              sfruttamento, ma questa con risultati diversi. Dagli zocco-
bria. Una storia di un matrimonio per procura e dai signi-           li portati dovunque, in Italia e all’estero i contadini veneti
ficati diversi che a questa pratica, non solo in uso al Sud,         di ieri sono diventati imprenditori e ben altro, rimettendo
si possono dare e che non affranca nessuna esperienza di             capacità e conoscenze, oltre che capitali, alla loro terra con
vita delle altre regioni della penisola negli stessi anni. Non       efficacia e amore, sposandola in nozze mai più combinate.
entro nel merito delle ragioni e del fascino che una simile          La Calabria, invece, continua a vivere remissivamente in
narrazione di una prassi sociale abbia suscitato nel deci-           un continuo divorzio con la sua storia, con le sue migliori
dere di produrla siano esse il riscatto di una donna forte e         risorse, senza regolare i conti con una deprivazione cul-
coraggiosa per affrancare la famiglia dal bisogno o altro.           turale che dura da tanto… troppo tempo, permettendo a
Tuttavia, al netto delle possibili opinioni di stile, lascio al-     chiunque di sposarne una parte di essa come meglio crede
cune considerazioni che credo possano essere ritenute                e alle sue condizioni. 

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        STORIA DI COPERTINA / LA SCRITTRICE CALABRESE INNAMORATA PERSA DELLA SUA TERRA

 “La mia vita parte da un piccolo
      paese della costa calabrese,
   Briatico, dove il mare fa il suo
        verso guardando le Eolie.
             Con una gioia dentro
                che ha dimensioni
            davvero incontenibili”

A
           ccade in Calabria, dove
           nuovi scrittori crescono.
           Nuovi scrittori si affaccia-
           no al mondo esterno, nuovi
scrittori si ritrovano in testa alle clas-
sifiche delle vendite, nuovi scrittori
tornano sui luoghi comuni dei vecchi
maestri della letteratura meridionale
e puntano la propria attenzione sulla
grande magia delle nostre montagne
e del nostro mare, dall’Aspromonte
allo Stretto di Messina, dalla Costa
Viola al mare Mediterraneo, così me-
ravigliosamente raccontato finora in
questi anni da un giornalista scritto-
re che risponde al nome di Mimmo
Nunnari.
La differenza questa volta è di gene-
re. Perché, questa volta, a cimentarsi
con il racconto di questa terra, che è
sempre molto complicata, e della sua
gente, che sembra ancora condan-
nata all’eterna rassegnazione, è una
giovane donna, di cui sentiremo mol-
to parlare negli anni che verranno, e
che oggi ha una dote rara, che è quel-
la della scrittura.

                                              Giusy Staropoli Calafati
La scrittura come denuncia. Mai
come in questo caso.
La scrittura come strumento di ri-
scatto sociale, la scrittura come ri-
cerca del bello, la scrittura come

                                              «La Calabria che amo
testamento ideologico e morale del
proprio dolore e della propria soffe-
renza.
La scrittura, soprattutto, come mo-

                                               profuma di mare»
dello di speranza per un’intera comu-
nità.
Donna e scrittura, insieme. In questo
caso, sono la stessa cosa. Sono il ri-
                                                                                  di PINO NANO
                 ▶▶▶

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                                                23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶       Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    questa sua storia personale e intima            «Nascere in Calabria non si sceglie.
                                                     se ne potrebbe fare addirittura un              Essere calabresi sì»
flesso della stessa immagine, dove la                film.                                           Donna coraggiosissima, senza orpel-
donna ha un nome ben preciso, Giusy                  «Sono nata di settembre che ero di              li di sorta, senza nessun remora nel
Staropoli Calafati, e dove la scrittura              appena tre chili. Mia madre dice sem-           dire le cose che pensa, per nulla timo-
è la parte emozionale che più le ap-                 pre che avevo gli occhi come due oli-           rosa di niente e di nessuno, neanche
partiene.                                            ve. Grandi e sgargianti. Sono cresciu-          dello scrittore napoletano Roberto
Scrittura come linguaggio moder-                     ta in fretta. Mia madre sostiene che            Saviano che proprio qualche giorno
no, scrittura come arma di confron-                  ero in continua corsa contro il tempo.          fa, a proposito dello speciale di Alber-
to, scrittura in qualche caso come                   Un passo lui, dietro io. E perbacco, lo         to Angela Stanotte a Napoli - trasmes-
provocazione di massa, e che lei usa                 battevo! Sono diventata una bambina             so in prima serata da RAI Uno la notte
giornalmente anche per raccontare                    vispa e vivace in un battibaleno. E,            di Natale - ha usato parole durissime
sé stessa, la sua vita, i suoi 43 anni               abracadabra, mi sono ritrovata don-             contro la sua città natale.
portati in maniera sfrontata e quasi                 na come, passata la sera, ci si ritrova         “Le bellezze di Napoli – questo il com-
arrogante. Ma lo fa altrettanto bene                 già al mattino. Da vispa a testarda;            mento di Roberto Saviano – non sono
con tutto il resto della sua vita, a par-            da docile a ostinata, resistente e re-          sfavillanti, ma piene di crepe e cica-
tire dalla magia dei ricordi del nonno                                                               trici… Napoli è come il Cristo nella
paterno, e l’incontro complicato e                                                                   Cappella Sansevero che, sebbene ve-
insieme dolcissimo con la nonna ma-                                                                  lato, palesa ogni vena, ogni spasmo, a
terna. Lei, figlia di una coppia che per                                                             riprova del fatto che non basta copri-
coronare il proprio sogno d’amore                                                                    re per dimenticare, nascondere, can-
ricorre alla classica “fuitina” d’altri                                                              cellare. Usare le bellezze di una città
tempi, lei alle prese oggi con quattro                                                               per delegittimare il racconto di ciò
figli ancora da crescere e che non ve-                                                               che accade non è indice di ignoranza
dono l’ora di realizzare i propri sogni                                                              o superficialità, ma di cattiva fede…”.
probabilmente altrove, lontani dalla                                                                     – Giusy, la sua reazione con-
terra che la loro madre ama in ma-                                                                       tro Roberto Saviano è stata
niera così viscerale.                                                                                    un pugno nell’occhio…
Lei, con un’azienda alle spalle a cui                                                                “Ho solo scritto quello che pensavo.
pensare per aiutare il marito, e poi                                                                 Roberto Saviano, che oramai ha occhi
ancora – sempre lei – alle prese con                                                                 solo per la sua Gomorra, mentre Na-
i mille dubbi esistenziali della piccola                                                             pule è mille culture, altro non ha fat-
provincia italiana e i ricordi bellissi-                                                             to che rendersi complice di un male
mi dei tanti Natali diversi passati e                                                                ulteriore contro la tua stessa terra.
vissuti con i nonni, quando d’inverno                                                                Un popolo non si rende moralmente
si aspettava la gelata per ammazzare                                                                 povero per essere, in esso, ricono-
il maiale, perché quella un tempo era                siliente contemporaneamente. Mi                 sciuti come profeti. Vorrei ricordare
la vera festa della famiglia e del paese             chiamo Giusy. Al paese, sono Giusina            a Saviano che Cristo non lo riconobbe
che le stava stretto intorno.                        per tutti. Ho 43 anni, quattro figli e          nessuno. Che il Battista fu scambiato
Il ricordo forse più prepotente che                  una montagna di sogni da realizza-              per il Cristo. Tanto che, forse proprio
oggi Giusy Staropoli Calafati ha del                 re. Che, attenzione, non è merda ma             per questo, a un certo punto della sto-
suo passato è il colore verde oliva del-             sogni. Sono moglie, madre, zia, e da            ria anche l'arte lo ha reso velato. Ma
la macchina dei nonni, una 127 prima                 quando sono nata continuo a essere              Napoli esiste, caro Roberto Saviano,
maniera, con cui i nonni di tanto in                 figlia e sorella. Sono una buona ami-           resiste e vive, nonostante la tua osti-
tanto scendevano alla marina dalla                   ca, almeno credo. Basta interrogare             nazione con cui tenti di rendere vana
campagna e venivano a trovarla, in                   la mia amica del cuore Cetty, ma non            la sua grande bellezza. Il Cristo vela-
questa sua casa dove c’era sempre                    approfittate, vi potrebbe raccontare            to di Sanmartino, non sarai certo tu
tanto da lavorare, soprattutto d’esta-               vita, morte e miracoli».                        a svelarlo con i tuoi trattati di male
te, e questo le pesa ancora per il solo              Giusy Staropoli Calafati, è oggi la pro-        oscuro. Nessuno potrà farlo. La bel-
fatto di non aver fatto tanti bagni al               vocazione più moderna di sé stessa.             lezza non si fa mettere le mani addos-
mare come facevano invece i suoi                     Lo cogli con mano quando la incontri            so, non si concede per usi impropri
compagni di gioco.                                   per la prima volta, e la prima cosa che         né si lascia uccidere. Le tenebre in
Estati negate, o meglio, estati forte-               ti sbatte in faccia è l’impostazione di
mente desiderate e impossibili. Di                   fondo della sua vita.                                           ▶▶▶

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GIUSY STAROPOLI CALAFATI - LA SCRITTRICE CON UN AMORE SCONFINATO PER LA CALABRIA - Domenica - Calabria.Live
Domenica
                                                 23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                 il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶        Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    un’esperienza straordinaria.                    quelli che erano i miei libri scolastici
                                                      Tantissimi altri premi e riconosci-             non amavo molto leggere, e i romanzi
cui insisti vivacchia la meraviglia di                menti. Letto e studiato in tantissime           a quel tempo non mi interessavano
Napoli, senza possibilità di redenzio-                scuole, e non solo in Calabria. La Ter-         per nulla. Quando poi, conquistata la
ne, è una colpa che la storia non per-                ra del Ritorno, edito dalla Pellegrini          maturità, ho incominciato a divorare
donerà a nessuno. Neppure al padre                    di Cosenza, dedicato allo scrittore             libri di ogni tipo, allora ho compreso
di Gomorra. Mi sono sempre chiesta                    Saverio Strati, mi ha permesso di               e toccato con mano che leggere un
chi è davvero Roberto Saviano. Certa-                 realizzare un grande sogno, conosce-            libro significa viaggiare per il mondo
mente non è Napoli, così come Napoli                  re la Calabria diventando una vera              pur stando seduti sempre in unico e
non è Saviano. Napoli è l'Italia. È bel-              scrittrice, mi ha consentito di visita-         solo posto fisico o geografico. La let-
lezza, Napoli. È arte, è cultura. È iden-             re e toccare con mano le realtà più             tura ti apre il cuore, ti apre la mente,
tità nazionale».                                      sperdute e più dimenticate della Ca-            ti apre lo spirito, è una finestra con-
     – Giusy, mi spiega cosa rap-                     labria, da calabrese riconosciuta. Ho           tinuamente aperta sui popoli e sulle
     presenta in realtà la scrit-                     presentato questo romanzo ovunque,              loro mille storie diverse».
     tura per una donna, madre,                       dall’Aspromonte al Pollino, contrada                – È vero che nella sua vita ad
     scrittrice esordiente e anche                    dopo contrada, quartiere per quar-                  un certo punto è entrata pre-
     di successo, come lei?                           tiere, ho incontrato davvero di tutto               potentemente anche la pas-
«La scrittura è la mia vita. È tutto quel-                                                                sione per la danza?
lo che di più bello potessi sperare di                                                                «Si è verissimo, ho ballato sulle pun-
avere e di coltivare. La scrittura per                                                                te di gesso per tanti anni. Avvolta nei
me è davvero mille cose diverse e in-                                                                 veli di un tutù. Mia madre mi dice
sieme. È libertà, è rivoluzione, è pro-                                                               sempre, ancora adesso, che ero bel-
vocazione, è dichiarazione dei senti-                                                                 lissima. Dopo quella per i temi di ita-
menti più riservati e più intimi, è una                                                               liano, la danza è stata la mia più gran-
forma di confessione pubblica, senza                                                                  de passione. Ho incominciato a nove
rete, senza orpelli inutili, senza limi-                                                              anni, e ho proseguito fino a quando
ti, trasparente, severa, reale, quanto                                                                Raffaele, il mio primogenito, ne ave-
mai specchio di me stessa e delle cose                                                                va più o meno due. Poi ho lasciato.
in cui credo. Scrivere è come sognare                                                                 C'era altro da cui mi sentivo attratta.
ad occhi aperti, perché il linguaggio                                                                 E non che la danza non l'amassi più,
ti porta a scoprire l’anima, e quando                                                                 anzi. È rimasta il mio stimolo pri-
trovi il coraggio di raccontare la tua                                                                mordiale, un sentimento intimo, mi
anima allora hai raggiunto il grado                                                                   basta riascoltare, ancora adesso, la
massimo delle tua libertà. E scrivere                                                                 Carmen di Bizet o lo Schiaccianoci di
è come sentirsi un passo avanti agli                                                                  TChajkovskij, e subito rinasce dentro
altri, non intendo dire “migliore”, ma                                                                di me la voglia di tornare a ballare.
un passo davanti a chi ti sta accanto                 e di più, ho parlato con migliaia di            Con la stessa prepotenza dei miei
questo sì, per via di una sensibilità e               giovani, ho finalmente capito cosa è            nove anni. Da quando ho smesso di
di una responsabilità che solo se scri-               oggi realmente la mia terra di origine          ballare non sono cambiata, mi sono
vi per gli altri non puoi non avere».                 e oggi sono fiera di esserne figlia e di        semplicemente modificata, sono ma-
     – Qual è stata la sua prima                      farne parte integrante».                        turata. Sono una donna con le palle,
     prova d’autore? Il suo primo                        – Cosa si porta dentro Giusy?                dice mio padre. E quando lo contrad-
     libro?                                           «Alla fine di questo lungo e infinito           dico, lui sorride. Sono una scrittrice
«Il mio primo vero libro era un libro di              viaggio, nel mio zaino ho messo den-            di provincia dico io, vivo a Briatico,
poesie. Lo aveva pubblicato la Edizio-                tro di tutto. Dai dialetti così diversi         in provincia di Vibo Valentia. Ma mai
ni Sabine e si intitolava La mia Terra.               incontrati per strada, alle tradizioni          provinciale - aggiunge qualche altro.
A questa prima opera ne sono seguite                  e agli usi di questa nostra terra con-          Dalle verità non si prescinde. Non
diverse altre, finché nel 2015 parteci-               tadina, alle storie di molti uomini e           bevo fino a ubriacarmi, se non qual-
pai ad un concorso della RAI, il famo-                molte donne di Calabria. Mi creda, un           che buon bicchiere di vino fatto da vi-
so Premio letterario La Giara, dove                   sogno che è diventato realtà. Un'espe-          tigno autoctono calabrese. Non fumo,
io inviai il mio primo vero romanzo.                  rienza forte di cui io e la mia Calabria        non gioco d'azzardo se non al centro
La terra del ritorno, si intitolava così              avevamo bisogno entrambe, e che ab-             scommesse della vita».
quel mio primo lavoro. Con questo li-                 biamo fortemente condiviso. Vede, da
bro devo riconoscere, ho vissuto però                 bambina e poi da ragazza, al di là di                           ▶▶▶

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Domenica
                                                 23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                 il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶        Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    ra. Per fare successo è sempre tem-             umani. A 32 anni, e questa volta all'im-
                                                      po, mi sono detta, ma per fare i figli          provviso, per caso, un caso inatteso, è
    – Non solo danza nella sua                        no. Carpe Diem!».                               arrivato anche Nazareno, segnando
    vita, però?                                           – Quattro figli, una vita piena             definitivamente il 'mio' ciclo dei figli.
«È vero ho tante nuove passioni. Can-                     di tante cose, ma se l’aspetta-             32 anni e 4 figli. Diventare madre non
to per non dimenticare, quando me                         va una vita come questa?                    è scontato, non è detto che sempre ac-
ne viene voglia, e amo con la sfron-                  “Non ero mai riuscita a dare un volto           cada. A me accadeva. Grazie al cielo.
tatezza di un'adolescente il mare che                 preciso ai miei figli, neppure la notte         Non ero diventata maestra come ave-
ho davanti casa, dentro cui mi immer-                 durante i sogni che facevo, eppure              vo scritto nel mio tema di quinta ele-
go come Scilla e Cariddi. D'estate e di               corrispondevano sempre esattamen-               mentare, ma mamma. Ed era super
inverno. Quando è corrucciato e solo.                 te ai miei desideri. Erano perfetti,            meraviglioso. Oltre il sogno».
Questa sì che è una passione e un vi-                 insomma, proprio così come li avrei                 – Mi sembra una madre molto
zio per cui potrei essere perseguibile                voluti. Con Roberta è stato straordi-               felice.
e condannata. Come quando mi sento                    nario. Vivevo quello che mia madre              «Sono cresciuta con i miei figli. Sia-
tremare le vene, non appena mi giun-                  aveva vissuto con me. La stessa natu-           mo cresciuti vicendevolmente, insie-
ge nitido il suono della tarantella. Da               ra, soprattutto. A 28 anni, senza se e          me. Oggi i ragazzi hanno rispettiva-
dovunque provenga. Dall’Aspromon-                     senza ma, è nato Antonino. Spacchio-            mente 21/18/15/11 anni. Io ne ho 43.
te o dal Pollino. Ho fatto tante cose,                                                                                 L'età giusta per fare
di sicuro ne ho fatte 43. Una cosa per                                                                                 oggi, quello che le mie
ogni anno della mia vita. Alcune buo-                                                                                  amiche hanno fatto a
ne, altre pessime».                                                                                                    22 anni, sapendo che
    – Giusy, ma lei non sbaglia                                                                                        loro a 43, non posso-
    mai?                                                                                                               no fare più quello che
«Ho fatto anche una marea di cazzate,                                                                                  io ho fatto allora. Non
inutili e irripetibili. Tante altre, temo,                                                                             so bene se la vita è più
le farò nel corso della vita che mi                                                                                    un caso o più un desti-
aspetta. Ma che ci volete fare, il gioco                                                                               no. Magari è sempli-
della vita stessa ha anche le sue re-                                                                                  cemente un caso de-
gole irregolari da rispettare. 0 segui                                                                                 stinato. Quello di cui
la scia, o sei contro di lei. E, aperta e                                                                              oggi mi piace scrivere
chiusa parentesi, non sono stata né                                                                                    la storia. La sola che
mai sarò un profeta in patria. Questa                                                                                  comincia, come diceva
sì che è una strafiga certezza, che mi                                                                                 mia nonna, con “fer-
porto sempre dentro».                                                                                                  malocchju”».
    – Giusy, ma come si fa a scri-                                                                                     Oggi Giusy Staropoli
    vere così tanto come fa lei,                                                                                       Calafati torna in libre-
    con una famiglia pesante                          sissimo. Tris di cuori. Madre per la            ria con una sua nuova storia, un nuo-
    come quella che ha, quattro                       terza volta. Le mie amiche non erano            vo libro, Terra Santissima - Laruffa
    figli e mille problemi da risol-                  neppure sposate, tante non lo sono              editore - un romanzo dai toni forti che
    vere per ognuno di loro?                          ancora adesso, io invece avevo già un           parla della Calabria, che racconta l’A-
«Sono diventata madre, la prima vol-                  figlio di sei anni, una di tre e un altro       spromonte, e che spiega soprattutto
ta, che avevo solo 22 anni. “Sticazzi”,               appena nato. Non è che io avevo im-             come mai la Calabria sia, da una par-
direbbe qualcuno. Ma che dire? Raf-                   maginato la mia vita vedendomi solo             te, una terra bellissima da conoscere
faele mi aveva scelta alla velocità del-              madre in questo mondo, anzi, ma una             e da visitare, ma dall’altra, una terra
la luce, e io lo accoglievo, incosciente              madre una volta che comincia questa             ancora piena di insidie e di vecchi
certo, ma facendolo diventare subito                  strana ma straordinaria avventura               rancori. Un romanzo decisamente
la parte più preziosa del mio corpo                   non finisce più di partecipare al gioco         destinato a scalare le classifiche na-
prima, e della mia vita poi. A 25 anni                dei suoi figli, neppure morta. Se è uno         zionali delle vendite.
ho avuto Roberta. Nel fiore della mia                 o sono tre».                                        – Che libro è?
giovinezza mi raggiungeva anche lei.                      – Avevamo detto quattro figli,              «Terra Santissima è un libro impor-
Diventavo madre per la seconda vol-                       non tre?                                    tante, a cui tengo particolarmente,
ta. Anziché giocare con le bambole,                   «Non ero sicura di essere nata per              che dedico a chiunque si sente di ap-
giocavo con i figli. La soddisfazione                 essere madre, ma di sicuro ero in
della carne. Li avevo scelti alla carrie-             missione speciale sulla terra. Tra gli                           ▶▶▶

                                                                     •     11 •
Domenica
                                                23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶       Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    profumi sembrano reali e immagina-              com’erano anticamente, resistendo
                                                     ri assieme, naturali e mistici, proprio         alle mode e alle tecniche innovative
partenere a un pezzo di paese o a uno                come le sensazioni provate in questa            e perennemente cangianti della so-
spicchio di terra, a una altissima vet-              Terra Santissima, incantevole e fatale          cietà. Grazie a un linguaggio sempli-
ta di montagna, o a un lido di mare, in              nel contempo, muovendosi all’inter-             ce e vicino a quello della quotidianità,
qualunque parte del mondo. Presen-                   no della quale pare di trovarsi altro-          il lettore vedrà coi propri occhi scena-
tare l'Aspromonte come centro del                    ve, un po’ dentro e un po’ fuori di sé”.        ri bradi e seducenti ma anche realtà
mondo è stato davvero emozionante,                   Simona Giunta, prosegue il suo viag-            misere e brutali, al limite tra l’attendi-
far conoscere il viaggio di Simona                   gio sfidando la sorte, per scoprire e           bile e l’inverosimile. Scorgerà usanze
Giunta e l'amore per la sua identità                 tradurre nei caratteri a stampa la lin-         e modi di pensare impossibili da de-
segreta, è stata un'esigenza».                       gua e i misteri della terra dei briganti.       codificare in lingua alcuna e tuttavia
La scrittrice calabrese in questo suo                Ma il sentiero che le si apre innanzi è         più forti, più antichi, più concreti di
nuovo romanzo supera sé stessa, so-                  tutt’altro rispetto a quello sperato.           quelli propagandati dagli strumenti
prattutto quando prova a raccontare                  Santo Gioffrè conosce le terre Aspro-           di comunicazione di massa e dai con-
la terra che ama e la gente che la vive.             montane come le sue tasche, le ha               sumi. Focalizzerà persone vere, reali,
“Il destino bastardo e irregolare di                 vissute sofferte e attraversate tutte,          modeste e tuttavia capaci di qualun-
questa terra che è la Calabria, mai                  da cima a fondo, con la tempesta e con          que cosa, di fare del male così come di
disposto a svelare se la strada intra-               il sole cocente dell’estate, e nessuno          innamorarsi, come chiunque altro”.
presa è quella dell’inferno o del para-              meglio di lui avrebbe potuto spiegare           Ne viene fuori un libro controcor-
diso. E chi cammina vicino a te è un                 ai lettori di Giusy Staropoli Calafati          rente, che racconta la Calabria dal di
Dio o un diavolo”.                                   cos’è realmente la sua “montagna sa-            dentro mettendo a fuoco quel velo di
    – Partiamo, prima di tutto,                      cra”.                                           magia che sembra incantare i suoi
    dalla storia principale?
«Simona Giunta, è la protagonista
del romanzo. Vive a Milano. È una
giornalista. Segno particolare di ri-
conoscimento: è figlia di emigrati
calabresi in Lombardia. È una don-
na caparbia e ostinata, con un lavoro
che ha sempre desiderato di fare e
un assillo che la tormenta, un pugno
di nocciole lasciate in Aspromonte
vent’anni prima. Una trasferta di la-                “L’Aspromonte “è una via nuova,                 abitanti, coscienti e inconsapevoli
voro la riporta sulle tracce della sua               ignota, piena di curve, di ostacoli e di        a un tempo delle regole di vita non
vita passata, nel cuore della valle del-             scoperte al limite dell’immaginazio-            scritte in nessun codice, e tuttavia da
le grandi pietre, dentro i luoghi inti-              ne che condurranno Simona a vivere              tutti rispettate e praticate.
mi di Francesco Perri e Corrado Alva-                esperienze impensabili e a ritrovare                – Un libro importante, dun-
ro. A Polsi, sotto lo sguardo materno                le sue origini, profondamente lega-                 que?
della Madonna della montagna, in                     te a un Sud che soltanto adesso, per            «Vede, da calabrese, incluso il mio
mezzo al volo dei falchi pellegrini, ma              la prima volta, conosce per davvero,            ruolo di donna e di madre, sento di
soprattutto dentro le braccia forti di               mettendo a nudo i suoi segreti anche            avere oggi una grossa responsabi-
un pastore dell’Aspromonte. Quelle                   quelli nascosti nella propria carne”.           lità verso questa terra, nell’avviare
soffocanti della Santa 'Ndrangheta».                 Vi suggerisco, e vi prego di leggere            una nuova buona politica del fare.
Quasi magistrale la prefazione che                   insieme a me, la bellezza di questo             Da scrittrice e giornalista, ho forse
ne fa invece lo scrittore di Seminara                passaggio del medico-scrittore Santo            anche una responsabilità maggiore,
Santo Gioffrè.                                       Gioffrè.                                        che mi obbliga moralmente ad agi-
“La bellezza e il fascino dei paesaggi               “In Terra Santissima – commenta                 re. In Calabria, per la Calabria, e nel
che si presentano agli occhi di Simo-                Gioffrè – Giusy Staropoli Calafati ci           cuore della Calabria, con ostinazione,
na è indicibile, conciliata dai ricordi              accompagna in una passeggiata at-               con perseverazione. Soprattutto con
di Alvaro, Perri, e di altri ancora, che             traverso una delle terre più belle e            senso altissimo dell'onore. Sento che
affiorano alla memoria come brina                    feroci della Calabria, l’Aspromonte,            il 2022 mi richiama all'ordine, con un
dopo una fresca pioggia estiva. Peco-                evidenziando gli usi, i costumi, le tra-        metro più preciso del solito. E avver-
re, mandriani, cicale, fiumare, alberi               dizioni, i saperi, i sapori, le feste e gli
e canti antichi. Le visioni, i suoni e i             stili di vita che qui permangono, così                           ▶▶▶

                                                                    •     12 •
Domenica
                                                23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶       Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    libro Calabria 2021, in maniera ina-            occasione. Mettendole a disposizione
                                                     spettata. È partito tutto così, per caso.       tutto ciò di cui dispongo. Più di quan-
to che la Calabria si associa a questo               In pochissimo tempo si è scatenato              to già sto facendo? Sì, decisamente
mio progetto fantastico, con una voce                l'inferno, direbbe qualcuno. Io inve-           molto di più. Sono ormai diversi anni
sempre più forte, decisa e potente».                 ce dico una specie di cerchio magico,           che, quotidianamente, con la mia
Forse non a caso Terra Santissima è                  che sul punto di chiudersi, si riapriva         scrittura, cerco di fare bella mostra
anche un libro di protesta, ci avverte               continuamente. Un voto dopo l'altro,            della Calabria. Saggi, Romanzi, poesie,
Santo Gioffrè.                                       come fossero cormorani in volo. Un              articoli di giornale, ma anche, forse
“Da un lato, contro la pretesa e il                  crescendo di numeri che, in questi              soprattutto, azioni quotidiane sul la-
pregiudizio di conoscere la Calabria                 giorni, oltre a farmi compagnia, ha             voro e nella vita politico-sociale a cui
dal di fuori, soltanto per mezzo del                 fatto crescere in me la forte consape-          costantemente mi dedico. Sono que-
sentito dire, e delle pagine scritte da              volezza di essere riuscita, nel tempo,          ste le cose di cui oggi vado più fiera».
chi non vi mai è nato. Dall’altro lato,              con la mia scrittura, a entrare in pic-             – Giusy procediamo per ordi-
contro quel modo di pensare crimi-                   chiata nel cuore di tantissima gente.               ne, per favore. Come immagi-
nale che caratterizza alcuni dei suoi                Uomini e donne, grandi e piccini di                 na concretamente questa sua
abitanti, i quali condizionano la vita               ogni parte della Calabria, dell’Italia e            rivoluzione culturale?
di tutti gli altri, scatenando faide per             del mondo. E credetemi, non c'è pre-            «La risposta le sembrerà quasi bana-
affari oltre oceanici”.                              mio che possa dare gratificazione più           le, ma io ci credo moltissimo. Basta
    – Come se ne esce?                               grande, rispetto a quella che arriva            mettere in bella mostra, una volta per
“Leggendo Terra Santissima il letto-                 direttamente dal popolo dei lettori».           tutte, senza falsi proclami, ma con re-
re – conclude Santo Gioffrè – proverà                                                                          ale identità, la nostra terra e
la stessa inquietudine che Simona                                                                              la nostra storia di figli di Ca-
Giunta percepisce quando, appena                                                                               labria. Questo vuol dire che
arrivata, l’Aspromonte comincerà                                                                               il nostro imperativo deve
a dischiuderle i suoi segreti; ma ini-                                                                         essere promuovere i luoghi,
zierà anche ad amare una terra bella                                                                           la storia, l'arte, la letteratu-
e incontaminata, quasi paradisiaca,                                                                            ra... La stessa cultura legata
abitata da persone vere, e a odiarla,                                                                          ai luoghi. Dalla montagna ai
nel contempo, a causa della perma-                                                                             lidi del mare, dalle zone in-
nenza di quell’unica sovrastruttura,                                                                           terne ai paesi costieri. È ar-
invisibile e sempre presente, che                                                                              rivato il momento di portare
alimenta sangue, morte e dispera-                                                                              allo scoperto la componente
zione: la ‘ndrangheta. L’Aspromonte                                                                            migliore di una terra troppo
ti cambia, ti lascia il segno nel bene                                                                         spesso criticata, ma anche
e nel male. Non è una terra facile da                                                                          ancora del tutto miscono-
conoscere ma neanche semplice da                                                                               sciuta. Solo promuovendo la
dimenticare. È un luogo in cui ognu-                                                                           bellezza si potrà finalmente
no può ritrovare sé stesso ma anche                                                                            avviare un serio progetto di
perdersi, in cui ci si può salvare o                 Non so se si può dirlo, ma alla fine del        ripresa e resilienza. In fondo, sono
dannare per sempre, in cui vivere                    romanzo noi abbiamo percepito la                nate qui le stagioni del pensiero. Cre-
per sempre o morire. Per questo l’A-                 sensazione netta di avere tra le mani           do sia proprio questo il lavoro che ho
spromonte è una Terra Santissima”.                   un romanzo di grandissimo impatto               sempre desiderato fare in Calabria.
Giusy Staropoli Calafati ce la mostra                mediatico, giovane, veloce, immediato,          È il motivo vero per cui sono rimasta
così com’è questa terra, che ci appar-               scritto con un linguaggio freschissimo,         qui. Per raggiungere certi obiettivi
tiene sin dalla nascita, nella sua am-               di facile lettura, e soprattutto un rac-        però, serve sempre una buona espe-
bivalente bellezza e tragicità.                      conto firmato da una grande scrittrice          rienza, e i tempi, lasciatemelo dire,
    – Giusy, che effetto le fa leg-                  esordiente, e di cui certamente senti-          per me sono decisamente maturi. La
    gere che il suo libro piace tan-                 remo parlare nei mesi e negli anni che          Calabria deve ritornare a credere in
    tissimo soprattutto ai giova-                    verranno. Il risultato è immediato.             se stessa, i calabresi pure. Sviluppo,
    ni?                                                  – Mi pare che l’anno 2022, per              crescita, idee, ideali, valori, progetti,
«Non avevo mai partecipato a un con-                     lei Giusy sia incominciato                  da qui parte quella che lei chiama la
test con un mio romanzo. Terra San-                      abbastanza bene?                            mia sfida culturale».
tissima si è ritrovato a essere inserito             «Il 2022 sarà l'anno in cui alla Cala-
tra i libri da decretare come miglior                bria vorrò dare una nuova ennesima                               ▶▶▶

                                                                    •     13 •
Domenica
                                                 23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                 il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶        Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    fecero ricorso alla “fuitina”, spariro-         raccontarci a nostro modo la propria
                                                      no per una notte e poi si ripresentaro-         vita. Anche questo è stato molto bello.
– Come era Giusy da ragazza?                          no il giorno dopo pronti per il matri-          Nonna poi l’ho persa due anni fa, era
«Fino a diciassette anni ho amato                     monio. Allora si faceva così, o meglio,         il primo di luglio ed è stata un’espe-
molto le passerelle. Sono stata Miss                  molti allora ricorrevano a questo               rienza durissima. La sua scomparsa
Provincia Vibo Valentia nel 1998. Poi                 stratagemma per coronare la pro-                ha lasciato in me un vuoto incolma-
sono rinata. Nel senso che sono di-                   pria storia d’amore. I genitori di mia          bile. Quando lei scoprì questa mia
ventata grande. Ho intrapreso la stra-                madre, avendo a casa altre figlie fem-          passione per la scrittura pensò che
da verso quella vita che mi ha portata                mine ed essendo mia madre ancora                dietro di me ci fosse la mano di No-
fino a qui. Fino alla maturità. Sono                  una bambina non avevano accettato               stro Signore, così lo chiamava, che
tante cose insieme oggi, ma soprat-                   la proposta di mio padre. Mio padre             mi aiutasse e mi chiedeva continua-
tutto, tra tutte, prima di tutte le altre,            organizzò allora un finto rapimento             mente “Ma chi ti detta queste cose?
sono una donna. Una donna libera,                     e che i giornali del tempo, ricordo la          Chi ti ha raccontato queste storie così
con troppe idee e forti ideali, proget-               Gazzetta del Sud, raccontarono come             belle? Ricordo che quando pubblicai
ti, lotte, pensieri, e anche abbastanza               un “rapimento a mano armata”. Poi               il libro di poesie dedicato a Natuzza
coraggio. A scrivere di certe cose di                 per fortuna i miei nonni materni ri-            Evolo, mi chiese se ci fosse qualcuno
coraggio ce ne vuole davvero tanto».                  tirarono la denuncia contro mio pa-             dal cielo che mi aveva ispirato e mi
     – Qual è la cosa che oggi più                    dre e le cose si avviarono verso una            aveva guidato in questo percorso di
     le manca?
«Mi mancano i nonni, le sembrerà
strano ma è così. Mi manca soprat-
tutto nonna Peppa, la mia nonna pa-
terna che non ho mai conosciuto. In
compenso sono cresciuta con mio
nonno e con le sue eterne paternali,
i suoi infiniti consigli, un uomo cari-
smatico e indimenticabile. Un punto
di riferimento insostituibile, onni-
presente, insistente, avvolgente in
tutti i sensi. Lui era rimasto vedovo
ancora giovane, mia nonna è morta
quando aveva 59 anni, e lui è rima-
sto solo in tutti questi anni in attesa
che i figli tornassero dalla Germania
dove erano emigrati e dove lavorava-
no il bitume. I nonni, che meraviglia,                normalità più o meno apparente. Mia             fede, lei era molto religiosa e credeva,
la vita non poteva regalarci cosa più                 madre, infatti, poté tornare a casa sua         come del resto diceva la stessa Natuz-
bella».                                               solo dopo diverso tempo, non essen-             za Evolo, che dietro ognuno di noi ci
     – E la sua famiglia Giusy?                       do stata mai perdonata sul serio per            fosse un angelo a guidarci o il signore
«Morta la nonna, i suoi quattro figli                 quello che aveva combinato. Io invece           a vegliare su di noi».
hanno lasciato la Germania per sem-                   non ho mai finito di ringraziare mio                – Che infanzia ricorda Giusy?
pre per stabilirsi a Briatico definiti-               padre e mia madre per quella “fuiti-            «Un’infanzia bellissima. Se potessi
vamente. Mio padre ha sempre avuto                    na”, perché se non fossero scappati io          tornare indietro la rivivrei così come
accanto mio nonno Carlo. Al rientro                   non sarei nata e non sarebbero nati             l’ho vissuta. Con gli occhi sempre pie-
dalla Germania mio padre ha aperto                    né i miei fratelli né mia sorella. Nep-         ni del mio mare, e la mia vita più bella
un negozio di abbigliamento e ricor-                  pure i miei figli».                             trascorsa in campagna. I miei non-
do che mio nonno era costantemente                       – E il rapporto con i nonni ma-              ni prima di partire per la Germania
insieme a lui, a consigliarlo o a gui-                   terni?                                       avevano occupato un appezzamento
darlo. Si sposò anche giovanissimo.                   «È arrivato tardi, ma è arrivato. Io ho         di terra, che hanno ripreso a colti-
Mia madre aveva poco più di sedici                    scoperto i nonni materni quando già             vare una volta rientrati a Briatico. E
anni quando salì sull’altare e la loro                ero cresciuta, mia nonna in partico-            mio padre aveva fatto la stessa cosa.
fu davvero la classica storia d’amore.                lare era già una donna anziana, ma              All’ora di pranzo chiudevano il nego-
Solo che mio padre aveva dodici anni                  questo non ci ha impedito di discute-
più di mia madre e allora per sposarla                re di tante cose, di confrontarci e di                          ▶▶▶

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Domenica
                                                23 gennaio 2022 • www.calabria.live
                                                il magazine del quotidiano dei calabresi nel mondo

▶▶▶       Giusy, la scrittrice di Calabria / Nano    della ripetizione, senza farle neppure          ta e dannata, terra. Vorrei che glielo
                                                     prendere fiato, mentre con voce fioca,          dicessero Umberto Zanotti Bianco,
zio di abbigliamento che avevamo e                   grida aiuto. Si vuol soddisfare la sma-         Edward Lear, Paolo Orsi. Nessuno
fino alle quattro e mezza andavano in                nia di chi ha il “disio” di provar pia-         può operare, curare, dirigere e tanto
campagna, la nostra terra si chiama-                 cere. Così, nella minimizzazione di             meno commissariare una terra che
va “Gaio”, e da qui il nomignolo dato                una terra voluta sempre serva, ogni             non conosce. Un popolo che poco o
in paese alla mia famiglia, i “Gaioti”.              atto di violenza carnale alla Magna             niente rispetta. Che non gli è né cono-
Sembrava quasi una ingiuria, certo                   Grecia, ha il suo complice. E verrà             scente, né affine. Corrado Alvaro di-
era un soprannome, ma di cui non mi                  scritto sui libri di storia il suo nome.        ceva il calabrese va parlato, ascoltato,
sono mai sentita offesa: Tutto questo                E saranno più d'uno quelli a cui verrà          voluto bene. Ma nessuno lo ha fatto.
era la mia terra natale, tutto questo                chiesto il conto. Più d'uno, saranno i          Eppure, il maestro insegna e gli allie-
mi apparteneva fino in fondo, e nulla                banditi pronti a levarle via la purezza         vi imparano. Voi no. Ci avete sempre
sarebbe stato in un altro modo. Penso                degli ulivi, il volo casto della rondine        costretti, per fame, e ora anche per
ai tanti Natali trascorsi tutti insieme              marina, il candore dei bianchi calan-           salute, a essere briganti. A emigrare.
in campagna, penso al maiale che si                  chi. Dopo che con il nostro sangue              E continuate a farlo. A volte con sde-
ammazzava tutti insieme durante le                   abbiam fatto l'Italia, caro Presidente,         gno, altre solo per un piglio. Peggio
gelate d’inverno, penso alle feste tra-
scorse tutte in famiglia e con tanta
gente intorno, penso al dolore dei lut-
ti e dei funerali che in un paese come
questo sono ancora corali e di tutti».
     – Ad un certo punto della sua
     vita lei decide anche di fare
     politica?
«Sono scesa in politica con una forza
e una consapevolezza che non crede-
vo di avere. L’ho fatto senza guardami
né avanti né indietro, con puro spirito
di servizio ed esagerato senso di re-
sponsabilità. È accaduto esattamente
dopo i miei primi 40 anni. Ma non ho
sbarcato il lunario, anzi, sono solo un
consigliere di opposizione. Comun-
que, un’esperienza esaltante, mi cre-
da...».
     – Giuseppe Conte era ancora
     Presidente del Consiglio, lei                   insistete a volerci privare dei diritti         dei signori, gli gnuri, che torturavano
     un giorno prese carta e pen-                    essenziali, calpestandoci la dignità,           la vita dei coloni, schiavizzandoli per
     na per raccontargli lo stato di                 ed eliminandoci dalla nostra stessa             il pane o magari per la penicillina. Ma
     degrado della sanità in Cala-                   storia. Ma se cadiamo noi, cadrà l’I-           son finiti quei tempi, caro Presidente.
     bria. Cosa gli scrisse?                         talia intera. Siamo gli arti inferiori su       È finita l'ignoranza, l'analfabetismo...
«Gli ho scritto da una regione la cui                cui si regge la Nazione. Se si piega-           Ora anche qui ci sono i libri, quelli
tunica veniva giocata a sorte per l’en-              no le gambe, viene giù tutto il corpo.          che li scrivono. Ci sono l'intelligenza,
nesima volta. E le folle insistevano a               Nessuno si salva da solo. Proprio così,         la scelta, le idee, i valori, il coraggio e
voler scegliere Barabba, a conferma                  nessuno si salva da solo».                      anche il doppio della lotta di ieri. I Ca-
che Cristo davvero si è fermato a Ebo-                   – Di tutto di più, insomma?                 labresi non ci stanno più alle barbarie
li. La Calabria ancora una volta terra               «Al premier Conte, ho scritto sempli-           di un'Italia che ha sempre approfitta-
di conquista. Si continua a succhiarle               cemente tutto quello che pensavo in             to del suo Sud. L'era del latifondo è
il sangue da ogni parte del suo corpo                quel momento. Vorrei tanto che per              ormai passata. L'abbiamo combattuta
nudo, mentre con occhi fragili e ago-                un solo attimo Cesare Pavese, fore-             e anche vinta. E ora, questa in cui li-
nizzante, chiede aiuto. Si vuol rende-               stiero al confino nella desolata Bran-          beramente vorreste bivaccare, e con
re sazio solo chi ha sete di potere, di              caleone, le dicesse, come fece con sua          maggiore forza di prima lo ribadisco,
quattrini e di vendetta. Si continua a               sorella Maria, chi sono i calabresi e
violentarla con la pratica immorale                  quanto vale la terra di Calabria. Ama-                           ▶▶▶

                                                                    •     15 •
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