ANIEM Rassegna Stampa del 30/06/2016
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ANIEM Rassegna Stampa del 30/06/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANIEM Il capitolo non contiene articoli ANIEM WEB Il capitolo non contiene articoli SCENARIO EDILIZIA 30/06/2016 La Repubblica - Bari 6 Appalti, Bari inaugura il patto della legalità 30/06/2016 La Repubblica - Torino 8 Regione, se slitta il trasloco danno di oltre sei milioni* 30/06/2016 La Stampa - Nazionale 10 Con i soldi della Tav il distretto della birra 30/06/2016 Il Messaggero - Abruzzo 11 «Troppe abitazioni vuote no alla città della rendita» 30/06/2016 Il Messaggero - Marche 12 Firmato l'appalto, via libera all'ospedale di San Claudio 30/06/2016 Il Messaggero - Rieti 13 Vailog-Amazon, cantiere al via all'interno del Polo della logistica 30/06/2016 MF - Nazionale 14 Pizzarotti fa il bis sulla metropolitana di Parigi 30/06/2016 Il Fatto Quotidiano 15 Gheorghe, Mimmo e la lotta tra i disperati di Tempa Rossa 30/06/2016 QN - Il Giorno - Como Lecco 17 Smottamento: tragedia in cantiere Muore operaio, il collega si salva 30/06/2016 QN - La Nazione - Lucca 18 Cinque milioni di euro per viabilità, scuole, impianti: sogno o realtà? SCENARIO ECONOMIA
30/06/2016 Corriere della Sera - Nazionale 20 La ministra Wallström: «Ora la Gran Bretagna deve uscire al più presto» 30/06/2016 Corriere della Sera - Nazionale 22 L'economista Papademos: «L'Unione bancaria non va, le regole sono incomplete» 30/06/2016 Corriere della Sera - Nazionale 24 UNIRE PRAGMATISMO E VISIONE PER GUIDARE L'ECONOMIA CONDIVISA 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 26 L'avvertimento della Bce 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 27 Se decide lo 0,12% dei cittadini europei 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 29 Agli investitori servono punti fermi e trasparenza 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 30 Rimbalzo dei mercati ancora pieno di incognite 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 31 Spread Italia-Spagna, il peso di economia e politica 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 32 Fmi: banche tedesche vulnerabili 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 34 Indennizzi e recupero crediti, via libera al Dl banche 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 38 Ge Finance non è più «too big to fail» 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 39 Carige punta a maxi-cessioni di Npl 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 41 Caltagirone, Donnet e Galateri acquistano titoli Generali 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 42 I bond World Bank raccolgono un miliardo di euro 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 43 Snam, un piano da 4,3 miliardi Via libera allo spin-off di Italgas 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 45 Gioia Tauro, ultima chiamata per area industriale e porto
30/06/2016 La Repubblica - Nazionale 47 Ritorna il fondo Atlante, avrà almeno altri 4 miliardi 30/06/2016 La Repubblica - Nazionale 48 Gli italiani fanalino di coda per la fiducia sulle prospettive dell'economia 30/06/2016 La Repubblica - Nazionale 49 Unicredit, si accelera sull'ad ora in pole position c'è Mustier SCENARIO PMI 30/06/2016 Corriere della Sera - Milano 51 Il mercato ora corre. Fermo il lavoro giovanile 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 53 Cresce il crowdfunding per startup e Pmi 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 54 Toscana, progetto per trasformare i fornitori in partner 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 55 I materiali innovativi trainano l'export di articoli sportivi 30/06/2016 Il Sole 24 Ore 57 Il concordato preventivo merita una nuova fiducia 30/06/2016 MF - Nazionale 58 Axélero cresce del 200% nel primo semestre 2016 30/06/2016 Il Giornale - Nazionale 59 Carige fa pulizia e ridisegna la rete 30/06/2016 Il Fatto Quotidiano 60 La moda di Lapo non sfila bene in Piazza Affari
SCENARIO EDILIZIA 10 articoli
30/06/2016 diffusione:234691 Pag. 1 Ed. Bari tiratura:339543 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PRESIDENTE DELL'AUTORITA' CANTONE Appalti, Bari inaugura il patto della legalità FRANCESCA RUSSI ALLA base di ogni appalto ci sarà il Patto di Integrità sottoscritto, al momento della stipula del contratto, dall'amministrazione pubblica e dall'impresa aggiudicatrice. Entrambi si impegneranno a non accettare o richiedere somme di denaro, ricompense o vantaggi: un vincolo valido anche per il dirigente pubblico, contro racket e corruzione. Il mancato rispetto del patto prevede sanzioni e penalità. Inizia a Bari con la firma del protocollo di intesa per la legalità la nuova era degli appalti. A benedire la sottoscrizione è stato il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. A PAGINA X ALLA base di ogni appalto ci sarà il Patto di Integrità sottoscritto, al momento della stipula del contratto, dall'amministrazione pubblica e dall'impresa aggiudicatrice. Entrambi si impegneranno a non accettare o richiedere somme di denaro, ricompense o vantaggi: un vincolo messo nero su bianco, valido anche per il dirigente pubblico, contro racket e corruzione. Il mancato rispetto del patto prevede sanzioni e penalità. Inizia a Bari con la firma del protocollo di intesa per la legalità la nuova era degli appalti. A benedire la sottoscrizione, fatta da Comune di Bari e Forum della legalità dell'Area metropolitana di Bari che comprende 37 associazioni imprenditoriali e sindacali, è stato il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone a Bari per una serie di convegni. "È il primo protocollo, successivo all'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, che viene sottoscritto in Italia" evidenzia Vito Savino, presidente del Forum . Gli fa eco il sindaco di Bari Antonio Decaro. "Tuteliamo la trasparenza e facciamo attività di prevenzione già nella stesura dei bandi di gara, adesso il testo sarà sottoposto all'attenzione della Prefettura". Le novità dell'appendice barese al nuovo codice degli appalti entrato in vigore ad aprile non sono poche. Le imprese dovranno indicare in sede di gara i subappaltatori e, in caso di bandi per settori ad alta infiltrazione come lo smaltimento dei rifiuti, dovranno essere iscritte alla white list depositata in Prefettura. Inoltre, si impegneranno a utilizzare lavoratori non collegati a organizzazioni criminali fornendo l'elenco dei nomi da sottoporre a controlli di sicurezza. "Uno strumento utile nel Sud dilaniato da illegalità e corruzione - commenta Pino Gesmundo, segretario Cgil Puglia - indispensabile per tutelare le risorse pubbliche. Vigileremo". Serve anche, aggiunge il governatore Michele Emiliano, il controllo della politica: "I politici a volte si dimenticano che il loro compito è anche di controllare ciò che accade nella pubblica amministrazione". Il protocollo va nella direzione indicata dall'Anac. "La corruzione si combatte con strategie diverse - osserva Cantone - occorre mettere insieme tre elementi: il momento repressivo con l'azione tempestiva di magistratura e forze dell'ordine, la prevenzione creando gli anticorpi che impediscano gli atti corruttivi e infine serve un grande cambiamento culturale per un fenomeno sottovalutato in passato e a volte giustificato". Cantone ha raccolto anche le preoccupazioni degli imprenditori edili dell'Ance che hanno denunciato un crollo dei bandi subito dopo l'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti e chiedono ora una proroga fino al 31 dicembre con la vecchia normativa. "Si stanno verificando delle criticità perché spesso, quando intervengono delle novità, c'è grande preoccupazione e paura. C'è bisogno di un minimo di organizzazione a regime. Il sistema della burocrazia è conservatore, abituato alla ripetizione delle procedure e il nuovo sistema crea un corto circuito. C'è forse anche la volontà di boicottarlo di un pezzo di imprenditoria". Dal canto suo, l'Ance rilancia con la richiesta di più controlli sui cantieri edili. "Le aziende irregolari hanno un costo del lavoro pari a un terzo di quelle che operano nel rispetto delle norme - spiega il presidente Ance Bari Beppe Fragasso - vorremmo la stessa attenzione che si presta nel combattere il lavoro nero in agricoltura". SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 6
30/06/2016 diffusione:234691 Pag. 1 Ed. Bari tiratura:339543 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SCHEDA IL CONFRONTO Ieri a Bari Raffaele Cantone, numero uno dell'Anac, ha preso parte a tre diversi convegni attorno al tema del nuovo codice degli appalti e della legalità L'APPELLO Secondo il governatore Michele Emiliano ( nella foto) "la politica non può abdicare al ruolo di controllo di quanto accade nella pubblica amministrazione" Foto: RAFFAELE CANTONE Il capo dell'Anac durante l'incontro ieri a Bari SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 7
30/06/2016 diffusione:234691 Pag. 1 Ed. Torino tiratura:339543 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL GRATTACIELO CON 36 MESI DI RITARDO Regione, se slitta il trasloco danno di oltre sei milioni* MARIACHIARA GIACOSA STEFANO PAROLA SE IL TRASLOCO dei dipendenti regionali nella nuova torre di Fuksas dovesse slittare al 2020, slitterebbero anche i risparmi che la giunta conta di racimolare abbandonando le sedi in affitto. La Regione spende per gli affitti 14 milioni all'anno e continuerà a spenderli ancora per tre anni, se non dovesse andare in porto la trattativa legale iniziata dopo il crac Coopsette per la riorganizzazione dell'Ati con la Cmb, la Cooperativa muratori e braccianti di Carpi, come capofila. Il progettista Massimiliano Fuksas: «Tutta colpa dlela Crisi, mi dispiace per Chiamparino». A PAGINA VII SE IL TRASLOCO dei dipendenti regionali nella nuova torre di Fuksas dovesse slittare al 2020, slitterebbero anche i risparmi che la giunta conta di racimolare abbandonando le sedi in affitto. La Regione spende per gli affitti 14 milioni all'anno e continuerà a spenderli ancora per tre anni, se non dovesse andare in porto la trattativa iniziata dopo il crac di Coopsette per la riorganizzazione dell'Ati con la Cmb, la Cooperativa muratori e braccianti di Carpi, come capofila. Se le cose dovessero risolversi, e scattassero da subito i 195 giorni che servono per concludere i lavori n, allora la Regione potrebbe immaginare di trasferire i suoi 2 mila dipendenti entro settembre del prossimo anno. Da quel momento, ma solo da allora, l'ente smetterebbe di versare 14 milioni di affitti e inizierebbe a pagarne 12 per la rata di leasing da versare alle banche che hanno finanziato la costruzione della nuova sede, con un risparmio di 2 milioni all'anno. Se però per chiudere il cantiere fosse necessario un nuovo appalto, e quindi il trasloco dovesse slittare di 36-40 mesi, come ha prefigurato martedì a Palazzo Lascaris il vicepresidente Aldo Reschigna, se ne andrebbero in fumo 6 milioni di risparmio. A cui va aggiunta almeno una parte dei 52 milioni di euro che la Regione immaginava di incassare, già quest'anno, dalla vendita di gran parte del suo patrimonio immobiliare, compresa la sede aulica in piazza Castello. MASSIMILIANO FUKSAS "Tutta colpa della crisi eppure Coopsette era un'azienda solida" L'ECO dei guai del suo grattacielo è arrivato fino a Parigi, dove si trova Massimiliano Fuksas. «Spero che non si debbano aspettare ancora tre anni - si augura l'archistar - ma per la mia esperienza è molto difficile che la Regione riesca a evitare una nuova gara. Chiamparino ha tutta la mia solidarietà, quella che gli è caduta addosso è una tegola pesante che non auguro a nessuno», dice sostenendo che «se non ci fosse stata la crisi economica probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto. Coopsette era un'azienda solida i costi erano coperti, e invece guarda come è andata a finire». C'erano stati dei segnali? «Ho avuto dei dubbi sull'impresa quando ha chiesto di sostituire l'acciaio con il cemento». ALESSANDRO CHERIO "Non è appalto pubblico le norme potrebbero essere meno vincolanti" «NON si tratta di un appalto pubblico ma di un leasing e dunque le regole potrebbero essere un po' meno vincolanti. In ogni caso, il mio auspicio è che si trovi una soluzione, anche se il problema è complesso», commenta Alessandro Cherio, il presidente del Collegio costruttori edili di Torino. Lui spera che la situazione si sblocchi «innanzitutto per la Regione, ma anche per i subfornitori, che da un blocco del cantiere o da un subentro potrebbero avere un contraccolpo negativo». Come spiega l'impasse? «È generato dalla crisi del settore. Costruire un grattacielo non è semplice e se si ferma la capofila non si blocca solo un ingranaggio ma tutta la macchina». (ste.p.) CARLO EMANUELE GALLO "Accorciare i tempi si può ma si va incontro al rischio dei ricorsi" «PURTROPPO la strada è irta di difficoltà», dice Carlo Emanuele Gallo, avvocato ed esperto di diritto amministrativo. E spiega: «Se il ritardo nella realizzazione di un'opera è eccessivo si può decidere di SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 8
30/06/2016 diffusione:234691 Pag. 1 Ed. Torino tiratura:339543 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato risolvere il rapporto contrattuale e di aggiudicare l'appalto al secondo, ma è una procedura complicata e potrebbe comportare ricorsi». Sarebbe diverso se alla capofila subentrasse un'azienda della stessa cordata: «Bisogna però valutare se è disposta a farlo a parità di prezzo e se il raggruppamento ha le capacità necessarie a concludere l'opera. Inoltre, occorrerà regolare i conti con chi esce dalla cordata. Ma resta comunque una via più semplice rispetto al cambio di appalto». (ste.p.) GIANNI ESPOSITO "I dipendenti stanno preparandosi al trasloco molti uffici già liberati" «Idipendenti della Regione stanno già subendo la riorganizzazione. Alcuni sedi sono già state abbandonate e questo ha comportato il restringimento degli spazi per ciascun dipendente, ma lo si faceva nell'attesa del trasferimento. Ora che i tempi si allungano ci saranno più problemi», commenta Gianni Esposito, segretario della Fp-Cgil Piemonte. I primi a pagare le conseguenze sono stati i lavoratori delle coop che puliscono le sedi: «Alcuni hanno perso il lavoro e altri si sono visti ridurre l'orario», attacca il sindacalista. E aggiunge: «I ritardi non sono colpa dell'amministrazione, ma l'importante è che si entri quando il palazzo non è più un cantiere». (j.r.) CONCORSO DI IDEE Il grattacielo in cifre INIZIO LAVORI I COSTI 314 223,5 208 2001 2011 STOP AI LAVORI 2015 6mesi e mezzo Altezza: 205 metri 41 piani 14 12 PRIMA APERTURA PREVISTA 2015 TEMPO RESIDUO CANTIERE 52 previsto nel 2010 previsto nel 2015 milioni milioni importo in gara d'appalto milioni novembre marzo 30 ottobre Canone annuo previsto Costo per gli atti delle attuali 27 sedi Importo presunto per la vendita delle attuali sedi di proprietà milioni milioni milioni Altre notizie e immagini su torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 9
30/06/2016 diffusione:170497 Pag. 1 tiratura:245377 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE STORIE Con i soldi della Tav il distretto della birra Maurizio Tropeano A PAGINA 28 L'idea è di utilizzare una parte dei fondi delle compensazioni per la Torino-Lione per realizzare tra la Bassa Valsusa e Settimo Torinese il più grande comparto italiano di produzione di birra artigianale attraverso la fusione di due dei principali produttori piemontesi e il supporto della Coldiretti. Una collaborazione che permetterà di costruire una filiera completa che va dalla coltivazione di orzo e luppolo fino alla catena di ristorazione passando per l'edificazione di una malteria, di un luppolificio e di un birrificio. Si tratta di un investimento che vale circa 15 milioni e che dovrebbe essere finanziato per un terzo con i fondi delle compensazioni, per un altro terzo con le risorse europee del Psr e l'altro terzo con fondi privati. Nei mesi scorsi quando era scoppiata la polemica sul taglio delle compensazioni deciso dal governo per i territori della Valsusa, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio aveva spiegato che «tutti i fondi sarebbero stati ripristinati - (in tutto si tratta di 112 milioni, ndr) - ma che il governo è pronto a finanziare progetti interessino un'area vasta e abbiano ricadute economiche durature su quei territori». Antonio Ferrentino, ex leader dei sindaci No Tav e ora consigliere regionale e presidente delle Città del Bio, è il regista dell'operazione ed è convinto che il progetto di filiera della birra corrisponda a quelle indicazioni. Produttori e agricoltori Il punto di partenza è la fusione tra due dei principali produttori piemontesi di birra artigianale, cioè Soralamà di Vaie, in Val Susa, e la Compagnia delle Birra di Settimo. Ma per sostenere il previsto aumento di produzione è necessario creare una filiera. Il primo passo è il coinvolgimento degli agricoltori. Coldiretti - alle riunioni ha partecipato il presidente nazionale Roberto Moncalvo che ha un'azienda agricola nella pianura verso Chivasso pensa di convertire alla coltivazione di orzo per birra un consistente numero di ettari oggi orientati alla mangimistica. E poi c'è il luppolo. Non esiste una varietà tipica italiana che potrebbe essere sviluppata non sono in Valsusa ma anche nella valli di Lanzo e del Canavese. Filiera completa Il passaggio successivo è legato alla costruzione di una malteria. Sarebbe la prima nell'Italia del Nord e «avrebbe come mercato potenziale anche i birrifici che ora sono costretti a rifornirsi all'estero». La filiera verrebbe completata con la costruzione di una struttura tecnologicamente avanzata per la produzione della birra e lo sviluppo di una catena di distribuzione che potrebbe arrivare fino alle Valli olimpiche e a Torino. Il progetto ha trovato una sponda nell'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero, e nel p residente Se rgio Chiamparino. A luglio il progetto sarà illustrato in una riunione dell 'Osser vatorio Tav. Il commissario di governo, Paolo Foietta, ha già dato un giudizio positivo e si dice pronto ad organizzare un incontro con il ministro. A livello locale, però, si dovrà capire come si comporteranno i sindaci No Tav - tra di loro c'è il primo cittadino di Vaie - che hanno sempre rifiutato ogni tipo di compensazione. c Foto: Dai campi ai ristoranti L'idea è creare una filiera completa: dalla coltivazione di orzo e luppolo ai ristoranti passando per l'edificazione di una malteria, un luppolificio e un birrificio SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 10
30/06/2016 diffusione:113520 Pag. 39 Ed. Abruzzo tiratura:152577 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato `L'ex ministro: «Bene la partenza dei cantieri ma è un errore l'assenza normativa di vincoli» «Troppe abitazioni vuote no alla città della rendita» IL FUTURO «Questa deve essere la città dei profitti e dei salari, non della rendita. Non si può vanificare così il più grande investimento italiano». Lo ha detto con grande enfasi Fabrizio Barca, che della ricostruzione ha avuto la delega durante il suo mandato da Ministro per la Coesione territoriale, intervenendo ieri al convegno inserito nell'ambito della Festa nazionale di LiberEtà organizzata dal Sindacato pensionati (Spi) della Cgil fino a domani. Un dibattito sul futuro e le prospettive della città a cui ha preso parte anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. L'analisi più cruda è arrivata proprio da Barca: «Adesso se n'è accorta perfino la comunicazione di massa, qui c'è un enorme cantiere, ma su questo ci avevamo creduto. Il tema è quello dello sviluppo, su cui c'è da lavorare. Girando per le strade, ogni volta vedo che si può entrare in una strada di più. Benissimo, si è felici, si vede un cantiere, un lavoro terminato. Ma vedo anche case vuote, palazzi dove non c'è nessuno, e poi sento raccontare di affitti iperbolici, di studenti che non si preparano a venire a vivere qui. Questa roba non va. Non si è speso per creare posizioni di rendita. C'è un tema sviluppo che non si regolò per legge perché non furono previsti vincoli d'uso, se non quello di rimanere proprietari per dieci anni». Nel corso del dibattito Barca ha allargato il ragionamento. Ha ricordato il suo arrivo in città, «le mitologie positive e negative rivelatesi poi infondate», «la natura a-democratica dei processi decisionali», la «profonda divisione della comunità» e lo «spossessamento delle autonomie locali». «Un modo sbagliato di governare le cose ha aggiunto che però ha prodotto anche un risultato positivo: la gente qui è tornata in casa prima che in altri casi». La sfida, ora, è quella di popolare la città. I numeri sul lavoro, ribaditi dal segretario provinciale Umberto Trasatti, sono d'altronde drammatici: sono stati persi negli ultimi anni 17 mila posti di lavoro; nel 2009 c'erano 16.330 iscritti al Centro per l'impiego, nel 2015 sono diventati 28 mila. Tra questi ultimi i disoccupati di lunga durata sono passati da 2.126 a 19.287. Un'ecatombe. «Bisogna recuperare il ritardo nella spesa fondi ha chiuso Trasatti -. Ci sono 300 milioni di soldi pubblici che possono muovere un miliardo di investimenti, ma il tempo non è una variabile indipendente». POCO TEMPO La Camusso, dal canto suo, ha detto che «il primo sviluppo si chiama ricostruzione, non solo degli edifici, ma anche dell'idea di città: rilanciare l'Università e ripartire dal tessuto industriale e produttivo messo in difficoltà dal sisma. La ricostruzione sociale? Le operazioni fatte, le new town, hanno messo in discussione la comunità. Ogni giorno che passa questo danneggia la prospettiva della ricostruzione, che è in ritardo ed è troppo lenta». Il segretario regionale, Sandro Del Fattore, ha voluto ribadire con forza che «dopo molti ritardi il percorso è stato avviato, ma bisogna accelerare i tempi per un recupero totale delle attività e dello sviluppo economico, per dare una prospettiva». Stefano Dascoli © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 11
30/06/2016 diffusione:113520 Pag. 37 Ed. Marche tiratura:152577 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cantiere aperto entro la fine dell'anno Cesetti: rispettato il cronoprogramma Firmato l'appalto, via libera all'ospedale di San Claudio SANITÀ «E' stato rispettato in pieno il cronoprogramma che ci si era prefissi». Con queste parole l'assessore al Bilancio regionale Fabrizio Cesetti commenta la firma, avvenuta ieri mattina, del contratto di appalto del nuovo ospedale di Fermo. E' stato infatti messo nero su bianco l'atto con cui si dà il via all'appalto per la nuova struttura che sorgerà in contrada San Claudio nel quartiere Campiglione. L'opera comprende lavori per un totale di 50 milioni circa e onori accessori e fiscali per ulteriori 20 milioni di euro. La somma totale a disposizione per la realizzazione del nuovo polo sanitario è infatti al momento di circa 70 milioni divisi tra Stato e Regione. La struttura verrà realizzata dalla ditta capogruppo Carron Cavalier Angelo spa, che è chiamata alla predisposizione nei prossimi mesi della progettazione esecutiva. Il progetto oggetto di aggiudicazione è stato redatto dal raggruppamento di professionisti coordinati dall'architetto Giuseppe Manara. L'impresa ha manifestato la precisa volontà di procedere il prima possibile alla definizione del progetto esecutivo così da dare inizio al cantiere già entro l'anno. «I tempi previsti, dunque - prosegue Cesetti - sono stati puntualmente rispettati. Ciò nonostante i cambiamenti che sono avvenuti al vertice del Servizio Salute dove Lucia Di Furia ha sostituito Piero Ciccarelli e Cesare Spuri è stato dominato in sostituzione di Pompei. Subito dopo la firma del contratto d'appalto ho avuto modo di incontrare i rappresentanti della ditta che sta costruendo, tra l'altro, l'ospedale di Treviso. Il prossimo step sarà la progettazione esecutiva della nuova struttura sanitaria ed entro la fine dell'anno si potrà avviare il cantiere». Il nuovo ospedale di Fermo, come annunciato già al momento della sua presentazione da parte della Regione nell'aprile scorso, dovrebbe essere terminato nel giugno del 2018, aprendo un nuovo scenario nell'erogazione dei servizi sanitari del territorio. La nuova struttura avrà una superficie di 41.439 metri quadri, di cui 32.049 per la degenza e i servizi sanitari, servita da altri 29.049 metri quadri di parcheggi, con una nuova viabilità di accesso. L'ospedale di San Claudio si articolerà in 4 edifici fra loro collegati su tre livelli e conterrà circa 329 posti letto. Il nuovo ospedale sarà articolato non per specialità ma per percorsi diagnostici e terapia, incentrata sulle esigenze dei malati, del personale, dei familiari. Il nosocomio conterrà, tra gli altri servizi, quello di Emodinamica ma probabilmente non vi troveranno posto Radioterapia e Medicina nucleare per effetto della normativa che riguarda queste due specialità. Ieri la firma del contratto d'appalto è stata accolta in città con soddisfazione. «E' un investimento importante per il nostro territorio afferma il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro Da anni non viene investita nel Fermano una cifra così alta per un'opera importante come l'ospedale. Il crono programma è stato rispettato, ora attendiamo la progettazione esecutiva e la sua validazione prima della posa della prima pietra». Non mancano però le critiche. Tra i contestatori vi sono coloro che sostengono che i soldi disponibili sono troppo pochi per dare vita ad un ospedale di qualità. Altri, invece, vorrebbero più posti letto visto che il Fermano sotto questo punto di vista è atavicamente sottodimensionato rispetto alle altre realtà regionali. Altri ancora sono scettici sull'effettiva qualità dei servizi erogati data la coperta stretta del personale in dotazione. Infine ci sono quelli che avrebbero preferito una ristrutturazione del Murri in centro città piuttosto di una nuova costruzione periferica che porrà problemi anche di viabilità. Diana Marilungo © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 12
30/06/2016 diffusione:113520 Pag. 35 Ed. Rieti tiratura:152577 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vailog-Amazon, cantiere al via all'interno del Polo della logistica PASSO CORESE Basta raggiungere l'entrata del Polo della logistica di Passo Corese, che si affaccia sulla strada 313 Ternana, costeggiare il capannone della ditta Collidrill che si occupa di strumenti per la trivellazione del sottosuolo, per imbattersi in quello che è il cantiere più atteso della provincia di Rieti. Quello cioè della società Vailog, braccio operativo di Amazon, che ha presentato un progetto per la realizzazione di un capannone da 61mila metri quadrati. Un progetto che sebbene non porti ancora il nome del colosso internazionale dell'e-commerce, ricalca in tutto e per tutto le sembianze delle strutture che lo ospitano tanto in Italia, ma soprattutto all'estero, visto che si annuncia come il più all'avanguardia del sud dell'Europa. Al momento le opere sono in fase embrionale, ma procedono in maniera molto veloce. Sono già diverse le ditte milanesi e locali che da due settimane sono al lavoro su quel lotto di terra. Ma nei prossimi mesi se ne attendono molte di più, a testimonianza dell'indotto che l'opera porterà sul territorio. È sufficiente passare lì davanti per scorgere ruspe, escavatori, camion, un piccolo container e operai che sono al lavoro per cantierizzare l'area. Le prime attività sono concentrate nella preparazione del campo base che dovrà ospitare gli uffici e fungere da raccordo dell'intero cantiere e che grosso modo si estenderà su 12mila metri quadri di prefabbricati. A queste seguiranno le opere di sbancamento per fare spazio al mega capannone. E se la superficie coperta sarà di 61mila metri quadrati quella fondiaria complessivamente sarà pari 173mila e 20 metri quadrati. Il deposito verrà attrezzato con sistemi di gestione e movimentazione della merce robotizzati, automatizzati e standardizzati, con robot in grado di trasportare scaffali alle postazioni dove si trova il personale dipendente (che a pieno regime, in tutti i settori, può arrivare a 3mila unità) che smista la merce e la prepara per la spedizione. Annessa al deposito è prevista la palazzina uffici. Foto su www.ilmessaggero.it/RIETI. R.D.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 13
30/06/2016 diffusione:98970 Pag. 11 tiratura:162805 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pizzarotti fa il bis sulla metropolitana di Parigi Francesco Colamartino Dopo l'appalto per il prolungamento della linea 4 della metropolitana di Parigi, il gruppo Pizzarotti farà il bis con la linea 11. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il contratto da 300 milioni per la realizzazione di altre quattro stazioni della linea metropolitana è stato siglato dall'azienda di Parma in consorzio con la svizzera Implenia e le francesi Nge e Demathieu & Bard. La linea 11 è gestita dall'azienda di Stato Régie Autonome des Transports Parisiens e il contratto è finanziato da Syndicat des Transport d'Île-de-France, Société du Grand Paris e Conseil Général de Seine-Saint-Denis. Il cantiere, che sarà aperto in autunno e i cui lavori dovrebbero durare quattro anni, fa parte del progetto Grand Paris Express, finalizzato ad aumentare i collegamenti tra la capitale e l'area residenziale circostante attraverso una rete di trasporti che prevede la realizzazione entro il 2030 di sei linee metropolitane sotterranee con treni senza pilota. Il progetto richiederà circa 210 chilometri di tunnel e 70 stazioni sotterranee. Pizzarotti in Francia ha già realizzato cinque opere, tra cui parte del parco divertimenti di Eurodisney, e ne sta realizzando altrettante. Di recente il gruppo emiliano ha inoltre firmato due contratti, uno per la costruzione di un ospedale a San Pietroburgo da 504 posti letto, l'altro per la realizzazione di quattro sovrappassi a Mosca per un valore complessivo di oltre 500 milioni. Alla costruzione dei sovrappassi si aggiungerà la successiva manutenzione e gestione in concessione del servizio di pedaggio per 13 anni. Queste due commesse si accompagnano alla recente firma di un accordo preliminare per la costruzione di un polo medico da 1.786 posti letto nel nord del Caucaso, per un valore di circa 1,3 miliardi, cui si aggiungerebbero circa 1,1 miliardi per le opere accessorie, tra cui un tecno-parco, hotel e alloggi. Pur essendo un'azienda con solide radici in Italia, dallo scorso anno Pizzarotti ha deciso di scommettere sempre di più su strade, ferrovie, gallerie, edilizia residenziale e ospedali all'estero, dove nel 2015 ha acquisito ordini per 2 miliardi e realizzato un fatturato di 325 milioni. Ma il 2016 è l'anno della vera svolta. Secondo le previsioni del gruppo, il fatturato estero sarà quest'anno la metà di quello complessivo. (riproduzione riservata) SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 14
30/06/2016 diffusione:35683 Pag. 1 tiratura:84752 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Total, cantieri bloccati Contratti al ribasso per gli stranieri Gheorghe, Mimmo e la lotta tra i disperati di Tempa Rossa LUCIO MUSOLINO q MUSOLINO A PAG. 15 Mimmo e Gheorghe. Uno è carpentiere e l ' al tro aiutante operaio. Due storie che si intrecciano all ' ingresso di " Tempa Rossa " , il cantiere di Corleto Perticara dove la multinazionale del petrolio " Total " sta realizzando il centro oli più grande d ' Ita li a. Dall ' inchiesta che ha portato alle dimissioni dell ' ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi al blocco del cantiere organizzato ieri mattina dalla Cgil, il passo è breve. Gli operai sono stanchi di farsi spremere come limoni fino a quando conviene. QUARANTOTTO ANNI, Mimmo è uno di questi. Ha le valigie pronte per tornare a Brindisi dove lo aspettano la moglie disoccupata e quattro figli piccoli da mantenere. La Paresa, l ' azienda subaltatrice che da cinque mesi lo aveva assunto a tempo determinato gli ha comunicato che per lui non ci sarà rinnovo. Il suo posto è stato preso da un polacco. " Mi hanno chiamato dalla ditta - si sfoga - e il direttore mi ha detto che i lavori di ' Tempa Rossa ' sono finiti. Ma non è vero. Sono cinque mesi che sono qui e abbiamo ancora due anni e mezzo di cantiere " . Gli occhi rossi li nasconde dietro occhiali da sole neri. Sa cosa lo aspetta da domani e non sopporta di essere preso in giro da chi " caccia il pane ai suoi figli " . Tira fuori il cellulare e mostra a tutti un video girato poco prima di nascosto negli uffici della " Paresa " . " Guarda i romeni come firmano il contratto - dice - , mentre noi siamo qui a protestare perché da domani siamo senza lavoro. Il mio non è razzismo. Chiedo solo di poter lavorare. Ho quattro bambini. Come faccio? " . Su 1.200 operai, almeno 100 sono in questa situazione. " Ma lo avete capito che non abbiamo nulla da mangiare? " , urla un altro operaio in faccia a uno dei dirigenti della Total. " Con la disoccupazione che c ' è vanno a prendere gli operai in Albania - attacca un carpentiere pronto per essere licenziato - . Ma di che cazzo stiamo parlando? Noi protestiamo e l ' azienda oggi fa firmare agli stranieri contratti di 10 mesi mentre i nostri sono di un mese. È una provocazione " . LA SUA FAMIGLIA Gheorghe l ' ha lasciata in Romania e quello di ieri doveva essere il primo giorno di lavoro. Non è stato possibile per lui entrare nel cantiere perché gli operai italiani hanno bloccato l ' ingresso. Se n ' è rimasto in disparte assieme ai suoi connazionali. Indossa ancora il casco e la tuta della Tecnomec: " Io vengo dalla Romania ed è la prima volta che lavoro in Basilicata. A 50 anni ho lasciato mia moglie e i miei figli per questo lavoro. Ho fatto l ' ope raio anche in Francia, in Germania, in Polonia e in Russia. Qui sono stato assunto come aiutante " Gheorghe è uno dei pochi che non scappa davanti ai giornalisti. Rispetta comunque le indicazioni che evidentemente gli sono state impartite. L ' ordine è non parlare con nessuno e non dare spiegazioni su come gli stranieri vengono assunti a " Tempa Rossa " e a quali condizioni. " Non ti posso dire quanto è il mio stipendio. Per me è una paga giusta " . Secondo gli operai, l ' az ie nd a che lo ha assunto assieme agli altri operai dell ' Est Europa si sarebbe rivolta a un ' agenzia interinale. Il condizionale è d ' obbligo perché quello che succede all ' interno del cantiere della Total, da alcuni mesi non riescono a capirlo nemmeno gli operai che ci lavorano e i sindacati. " Finché non abbiamo fatto il blocco è stato impossibile prendere contatti con queste aziende " dice Vincenzo Esposito, segretario della Cgil di Potenza. Anche per noi non è stato possibile avvicinarci al cantiere. Forse ha ragione il senatore di Si-Sel Giovanni Barozzino che in un ' interroga zione al ministro Poletti scrive che " secondo stime della Cgil gli operai italiani percepiscono circa 9 euro l ' ora, il personale straniero è retribuito con 5 euro " . COSÌ LA DELOCALIZZAZIONE del le aziende si trasforma nell ' i mportazione degli operai dall ' E st Europa. Esposito non riesce a spiegarsi " perché non sono stati rinnovati i contratti degli operai italiani che già lavoravano a ' Tem pa Rossa ' e vengono assunti gli stranieri " . " Le imprese che hanno ottenuto gli appalti di costruzione da Total - il senatore del M5s Vito Petrocelli - puntano in questo modo ad abbassare ulteriormente il costo del lavoro a risparmiare anche su formazione e protezione dei lavoratori. La beffa si aggiunge alle già difficili condizioni dei lavoratori italiani, che oltre alla paga da fame devono mangiare a turno e dormire nei container, mentre la stessa situazione SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 15
30/06/2016 diffusione:35683 Pag. 1 tiratura:84752 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato igienica è deficitaria " . Il blocco del cantiere ha costretto le aziende subappaltatrici a un passo indietro. Dopo un incontro alla Regione Basilicata hanno garantito il rinnovo dei contratti in scadenza e il richiamo di una quarantina di operai. Resta da capire se " Tempa Rossa " stia diventando la Rosarno degli operai edili e metalmeccanici.La scheda n IL CENTRO Tempa Rossa è un impianto petrolifero in Basilicata. L'iter che ha portato all'autorizzazione del giacimento della Total è finito al centro dell'inchiesta di Potenza che ha coinvolto, tra gli altri, Gianluca Gemelli, compagno dell'ex ministra Federica Guidi, costretta a dimettersi n LE DITTE Nei giorni scorsi alcune aziende appaltrici hanno licenziato un centinaio di operai in scadenza di contratto e ne hanno assunti altri dell'Est europeo Foto: Profondo sud Il blocco degli operai Cgil, a destra l ' italiano Mimmo e, sotto, il romeno Gheorghe SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 16
30/06/2016 diffusione:50422 Pag. 3 Ed. Como Lecco tiratura:72902 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Smottamento: tragedia in cantiere Muore operaio, il collega si salva di STEFANO CASSINELLI - MERATE - UNO SMOTTAMENTO di terra e fango non ha dato scampo, ieri mattina, a Simone Carissimi, 42 anni, il manovale che per la società «Edilizia Ravasio srl» di Carvico, stava lavorando alla ristrutturazione di un vecchio fabbricato di via Mote Grappa, frazione Sartirana, nella zona di fronte alla chiesa e alle spalle della casa di riposo. L'incidente è avvenuto all'improvviso quando un cumulo di materiale, forse durante un movimento di un mezzo pesante, è caduto addosso al muratore, residente a Villa d'Adda e padre di un bambino, Paolo, e una bambina, Giulia. Subito è scattata la macchina dei soccorsi, oltre alla chiamata al numero d'emergenza 112 i suoi colleghi si sono avventati sul materiale che aveva travolto Simone per cercare di liberarlo il prima possibile. PURTROPPO, una volta riportato alla luce il corpo, è apparso chiaro che non c'era più nulla da fare e il medico del 118 ha dovuto constatare il decesso dell'uomo poco dopo le 10. Insieme a Simone Carissimi è rimasto coinvolto nello smottamento anche un altro muratore di 26 anni, che però è rimasto illeso. Il magistrato di turno, il sostituto Silvia Zannini, ha disposto il sequestro del cantiere e ordinato l'autopsia sul corpo del 42enne. L'esame sarà svolto domani mattina e servirà soprattutto per determinare la causa del decesso in particolare sarà da stabilire se la morte è avvenuto per soffocamento o a causa dei traumi subiti durante lo schiacciamento. Sul posto oltre ai sanitari e ai vigili del fuoco anche i Carabinieri e il personale dell'Ats specializzato nei controlli sui cantieri. Durante gli accertamenti è emerso che il muratore era regolarmente assunto e che le norme di sicurezza nel cantiere erano rispettate e apparentemente non vi erano situazioni fuori posto. Qualcosa però non ha funzionato trasformando una normale giornata di lavoro in un dramma terribile con la morte del muratore specializzato che lascia due bambini piccoli e l'intera comunità sbigottita. stefano.cassinelli@ilgiorno.net SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 17
30/06/2016 diffusione:83607 Pag. 7 Ed. Lucca tiratura:112166 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cinque milioni di euro per viabilità, scuole, impianti: sogno o realtà? DA SEMPRE è chiamato «il libro dei sogni». Disegna la città da tutti desiderata con strade, parcheggi, scuole a posto e impianti sportivi. Ma ciò che davvero varca il traguardo della concretezza, tradizionalmente, è una sparuta rappresentanza delle opere elencate. Un esercito di buone intenzioni, ridotte al lumicino per il solito confronto-scontro con le ristrettezze economiche. Sperare nell'eccezione è lecito. Quindi speriamo e vediamo cosa promette il nuovo piano triennale delle opere pubbliche appena varato dal Comune, per oltre 5 milioni di euro di investimenti destinati soprattutto alla periferia, soprattutto S.Anna, S.Vito e S. Concordio. Più altri 2 milioni di euro per parcheggi, strade, cimiteri e impianti sportivi e difesa del territorio. Tra le opere anche la rotatoria fra viale Giusti e via dei Macelli, un incrocio ad altissimo tasso di sinistrosità. E' deciso che ad avere la priorità saranno le opere decise ai tavoli delle due prime edizioni dei lavori pubblici partecipati. SI TRATTA in tutto di 755.800 euro di interventi decretati direttamente daicittadini e che, secondo quanto fa sapere il Comune, vedranno la luce nei prossimi mesi, con l'eccezione del parcheggio presso la scuola di Vallebuia. In questo caso, infatti, ci sarà bisogno di una variante urbanistica e per questo il parcheggio slitterà al prossimo anno. La parte più cospicua dei finanziamenti sono destinati alle scuole (1.384.200 euro) e all'edilizia pubblica (1.173.000 euro). Sul fronte dell'edilizia scolastica, oltre a proseguire l'opera di messa a norma degli edifici e a realizzare una serie di manutenzioni straordinarie soprattutto ai tetti, i lavori serviranno anche a rendere le scuole accessibili a tutti con l'abbattimento delle barriere architettoniche e l'adeguamento dei servizi. Nell'ambito degli edifici pubblici, 589.000 euro saranno destinati all'edilizia cimiteriale: 500.000 euro serviranno per rimettere a posto le arcate del cimitero monumentale di Sant'Anna, mentre i restanti 89.000 euro serviranno per attivare gli espropri necessari agli ampliamenti dei cimiteri di San Vito, Sant'Alessio, Nave e Arancio, che saranno effettuati da Gesam. 190.000 euro saranno invece utilizzati per partire con un primo lotto di interventi per la sistemazione dei vialetti esterni alla Cavallerizza, in attesa di chiudere l'accordo con la Regione che porterà i finanziamenti per completare gli interventi sia esterni che interni all'immobile di piazzale Verdi. All'edilizia sportiva saranno destinati 450.000 euro, 250.000 saranno invece destinati alla manutenzione straordinaria di una serie di impianti sportivi minori. R.L. La piscina NEL DOCUMENTO finanziario del Comune è incluso anche un finanziamento di 200mila euro che servirà per la piscina comunale e per una parte degli interventi strutturali al Palazzetto di via delle Tagliate. La piscina, lo ricordiamo, è chiusa da più di un anno a seguito di un banale episodio di «sfondellamento» per il quale sarebbe bastato rapido intervento di controsoffittatura. SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 18
SCENARIO ECONOMIA 19 articoli
30/06/2016 diffusione:305863 Pag. 4 tiratura:387811 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il colloquio / 2 La ministra Wallström: «Ora la Gran Bretagna deve uscire al più presto» La responsabile della diplomazia svedese: basta incertezza Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK «Ora la Gran Bretagna deve uscire al più presto». Margot Wallström, 61 anni, guida la diplomazia svedese dal 3 ottobre 2014, ma conosce molto bene anche i meccanismi dell'Unione Europea: dal 1999 al 2010 ha fatto parte della Commissione presieduta da José Manuel Barroso. È una socialdemocratica e negli anni di Bruxelles ha sempre dimostrato una forte vocazione al dialogo, all'inclusione. Oggi, però, ha fretta. Si aggira nei corridoi del Palazzo delle Nazioni Unite, a New York, dove è arrivata per gestire direttamente le ultime mosse del governo di Stoccolma, in gara con l'Italia per un seggio tra i membri non permanenti nel Consiglio di Sicurezza. Missione riuscita alla prima votazione. Prima di lasciare il Palazzo di Vetro si ferma e risponde a qualche domanda sullo scenario che si è formato in Europa, dopo il referendum di giovedì 23 giugno nel Regno Unito. Angela Merkel chiede di dare tempo al governo di David Cameron, di tenere aperto il filo del dialogo con Londra. François Hollande e Matteo Renzi vogliono, invece, stringere i tempi. La sua opinione? «Bisogna fare il più in fretta possibile. Bisogna accelerare la procedura per l'uscita effettiva del Regno Unito dall'Unione Europea. Il popolo britannico ha votato, ha scelto. A che cosa serve mantenere aperta la ferita? Solo a rendere ancora più acute le tensioni interne alla Gran Bretagna e più aspro il confronto tra Londra, Bruxelles e le altre capitali europee». Quali sono i rischi concreti di un lungo periodo transitorio? «Dal nostro punto di vista sono due. Il primo è che dobbiamo superare questo clima di incertezza, di instabilità latente in cui stiamo vivendo da venerdì scorso, quando abbiamo visto i risultati del referendum. Nell'incertezza, nell'instabilità non si costruisce niente di buono. Il secondo è politico. Se non riusciamo ad andare oltre, daremo ancora più spazio ai movimenti euroscettici e soprattutto xenofobi. Ci faremo dettare da queste formazioni politiche la nostra agenda nazionale ed europea». La Svezia è un Paese che ha un profilo simile a quello del Regno Unito. Non fa parte dell'euro, si è sempre mantenuta a una certa distanza dai progetti di maggiore integrazione. Cambierà qualcosa dopo la «Brexit»? «Il nostro Paese non è nella situazione del Regno Unito, questo tengo a sottolinearlo. Non abbiamo neanche un accenno di dibattito sull'eventualità di un'uscita dall'Unione Europea. Al contrario siamo disponibili a rafforzare la cooperazione con gli altri partner Ue e soprattutto pronti a dare al mondo un segnale di rinnovata unità europea. Vogliamo lavorare con tutti in questa direzione». Che cosa è necessario cambiare nella costruzione europea? Esiste un problema di istituzioni o di priorità politiche? Occorre dare più spazio a temi come la sicurezza dei cittadini, l'immigrazione? «Un momento. Adesso non dobbiamo farci prendere dalla frenesia. Non è che dobbiamo buttare tutto per aria e ricominciare da zero. La cosa più urgente da fare, ora, è rilanciare la coesione dell'Unione. Questo è il segnale che serve. I Paesi che ne fanno parte devono dire con chiarezza: noi continuiamo a credere in questo progetto. Poi vedremo se sarà necessario aprire ragionamenti sulle istituzioni. La nostra agenda comprende già le emergenze che toccano i nostri cittadini: la sicurezza, l'immigrazione e tante altre. Ripeto, in questo momento dobbiamo soprattutto riconfermare la nostra scelta di campo a favore dell'Unione Europea». La Svezia resterà fuori dall'euro? «Sì, continuiamo a restare fuori dalla moneta unica, non c'è ragione di rimettere in discussione questa posizione. Ma questo non significa che vogliamo mantenere le distanze con l'Unione Europea. Noi siamo SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 20
30/06/2016 diffusione:305863 Pag. 4 tiratura:387811 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato europeisti convinti». All'Onu, però, i Paesi europei non fanno blocco, anzi la competizione sembra ancora più serrata... «Noi ci siamo candidati per un seggio tra i membri non permanenti nel Consiglio di Sicurezza con l'idea di offrire una sponda per collaborare con tutti i Paesi. In particolare tengo a dire che l'amicizia con l'Italia, nostra concorrente in questo caso, non è minimamente in discussione» . © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è Margot Wallström, 61 anni, social-democratica, dal 1999 al 2010 ha fatto parte della Commissione Ue presieduta da Barroso. Dal 3 ottobre 2014 è la ministra degli Esteri svedese SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 21
30/06/2016 diffusione:305863 Pag. 4 tiratura:387811 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il colloquio / 1 L'economista Papademos: «L'Unione bancaria non va, le regole sono incomplete» L'ex Bce sull'eccessivo uso del bail-in: rischio instabilità Federico Fubini Sintra (Portogallo) Benoît Coeuré, il francese che siede nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea, di rado si lascia scappare una parola fuori posto. Non parla mai per caso. Quindi aveva un messaggio preciso quando ieri al Forum della Bce a Sintra ha affrontato il tema del bail-in, le regole europee che prevedono di colpire obbligazionisti e depositanti in caso di aiuti di Stato. «Fate attenzione a quello che auspicate», ha detto il francese a proposito di chi chiede di proteggere il risparmio se c'è molta tensione sul mercato e si rischia di accentuare ancora di più l'instabilità e i timori attorno alle banche. «Il bail-in serve per dare disciplina e se ci si rinuncia, allora la sorveglianza dei regolatori dovrà diventare molto più intrusiva». Non solo. Coeuré aveva anche un altro messaggio: «Il bail- in è parte integrante dell'Unione bancaria dell'area euro - ha detto -. Se lo si sospende, allora è più o meno la fine dell'Unione bancaria». È più o meno la posizione della Germania, del tutto contraria a sospendere l'applicazione delle regole potenzialmente più destabilizzanti nei salvataggi bancari. Dunque contraria alle richieste presentate dall'Italia in questi giorni. E anche se Coeuré non ha fatto riferimenti espliciti alla posizione del governo di Matteo Renzi, tutti a Sintra hanno ricollegato le sue parole al negoziato in corso in quel momento a Bruxelles. Questo non significa che il francese abbia espresso così la posizione della Bce. Altri esponenti dell'esecutivo, dal vicepresidente portoghese Vítor Constâncio al capo economista belga Peter Praet, sono sicuramente molto più aperti a considerare un'applicazione meno dogmatica delle norme dell'Unione bancaria. Non dimenticano che la situazione sul mercato resta delicata e dopo il referendum britannico alcune banche hanno perso oltre il 40% in Borsa, non solo in Italia. Anche Lukas Papademos, l'economista greco che per otto anni è stato vicepresidente della Bce, non nasconde le sue riserve sul sistema del bail-in. In una conversazione con il Corriere a margine del Forum di Sintra, lo dice chiaramente: «La vigilanza unica della Bce sulle banche è efficiente e sta funzionando - premette Papademos -. Ma il sistema di risoluzione delle banche in dissesto sta entrando in vigore solo molto gradualmente a causa di due problemi». Il primo, dice, è il fatto che ancora non esiste un fondo comune europeo per gestire le crisi bancarie e lo si sta costruendo solo gradualmente. Ma l'altro problema, secondo Papademos, riguarda proprio il bail-in: l'ingranaggio che in teoria deve scattare ogni volta che c'è un intervento pubblico su una banca. L'impatto potenzialmente destabilizzante delle sforbiciate sui risparmi di obbligazionisti e depositanti fa sì che si preferisca rinviare troppo a lungo la soluzione dei problemi delle banche in difficoltà. «Si sta mettendo troppa enfasi sul bail-in - sostiene Papademos -. In linea di principio è giusto che chi investe in una banca sappia che rischia di perdere il proprio denaro, questo crea disciplina e porta i risparmiatori a scegliere gli istituti più solidi. Ma un eccesso nell'uso di queste regole europee può portare a produrre ancora più instabilità finanziaria». Papademos sembra riferirsi al rischio che il sacrificio di alcuni risparmiatori induca altri a ritirare i propri fondi da altre banche, così aggravando le difficoltà di un intero settore. A maggior ragione perché per adesso non c'è nell'Unione bancaria un'assicurazione comune sui depositi. «Questa è un'architettura che resta da completare», dice Papademos. © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 30/06/2016 22
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