L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
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L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA (Riassunto del libro di Ruggeri e Guarino a cura di Roberto Renzetti ad uso di coloro che hanno l'uso della ragione) Dagli inizi fino allo sbarco nell'etere. Fornisco una estrema sintesi del libro su Berlusconi di Ruggeri e Guarino: G. Ruggeri, M. Guarino - BERLUSCONI, INCHIESTA SUL SIGNOR TV - Ed. Kaos 1994. È di estrema utilità conoscere le vicende di un tale signore che rappresenta un grande pericolo per la democrazia in Italia. La misteriosa origine dei suoi finanziamenti attraverso finanziarie svizzere, la sua ascesa attraverso le protezioni della P2 e del PSI di Bettino Craxi, il suo coinvolgimento in molteplici procedimenti giudiziari (rapporti con la mafia, evasione fiscale, falso in bilancio, corruzione, concussione, finanziamento illecito di partiti,...), i suoi spregiudicati attacchi alla magistratura inquirente di Milano e Palermo, la sua voglia di azzittire tali magistrati che indagano su di lui, il suo allearsi con un secessionista, razzista e xenofobo come Bossi (pur di raggiungere i suoi non nascosti obiettivi), il suo gigantesco conflitto di interessi devono far riflettere ogni cittadino. Questo è un libro inchiesta di 300 pagine, documentatissimo. Sarà seguito da un aggiornamento: G. Ruggeri - BERLUSCONI, GLI AFFARI DEL PRESIDENTE - Ed. Kaos 1995 (altre 300 pagine). Io riassumerò il tutto in una trentina di pagine. Vale la pena leggere i testi citati per avere un quadro molto chiaro degli "incoffessabili" interessi del Cavaliere.
Introduzione C'era una volta la piccola Banca Rasini lombarda in cui lavorava il papà , Luigi, di Silvio Berlusconi. Questa banca fu uno dei partner di Silvio nelle sue prime avventure edilizie degli anni 60- 70. Questa banca era il crocevia della "mafia dei colletti bianchi" radicata a Milano e dedita al riciclaggio dei capitali sporchi. La Rasini , nei primi anni 60, aveva garantito una sostanziosa fideiussione a Silvio Berlusconi per l'acquisto di un terreno in via Alciati a Milano. Primo aspetto del problema che poi porterà a Dell'Utri e alla sua CONDANNA DEFINITIVA per collusione mafiosa (ancora non è in galera perché si è appellato all'immunità parlamentare europea che ancora non si pronuncia sulla sua ammissibilità; l'immunità italiana è decaduta nell'istante in cui, incautamente, gli avvocati di Dell'Utri hanno accettato il patteggiamento, perché con esso il condannato decadeva dai pubblici uffici e quindi da parlamentare). Il secondo aspetto che riguarda il sol dell'avvenir dei berluscones è l'avventura e l'ambigua genesi romana del gruppo Fininvest, all'ombra di due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro controllata dalla P2 (loggia segreta e golpista a cui era iscritto Silvio Berlusconi). Il terzo riguarda il rapporto che i gemelli Dell'Utri avevano con esponenti di Cosa Nostra ed il legame di Dell'Utri con il trafficante di eroina e mafioso Vittorio Mangano (assunto come 'stalliere' da Berlusconi ed ospite in varie cene di Berlusconi e Dell'Utri in ristoranti di Arcore e dintorni). Il quarto riguarda le scorribande di Berlusconi in terra di Sardegna per il tramite del prestanome Romano Comincioli, tra loschi affaristi, malavitosi e speculazioni edilizie. In questa storia entra la sequela di assegni a vuoto e cambiali protestate a firma di Fedele Confalonieri nel periodo 74-79 e le coincidenze di affari tra Fininvest ed il corrotto giudice Diego Curtò. Altro aspetto riguarda i vari intrallazzi del cavaliere in banche estere: il sistema delle scatole cinesi che ha portato a scoprire non le famose 22 ma ben 38 di tali scatole (holding). Vi è infine tutta la sequela di legami con società ombra, con mafia bianca, con Ciancimino, con Gelli, Calvi. Le cose qui dette sono solo una piccolissima parte dell'estremo sunto di tutte le cose che si possono leggere con amplissima documentazione su Ruggeri e Guarino, BERLUSCONI (inchiesta sul signor TV), Kaos 1994. È utile descrivere la storia di questo libro. Già nell'86 doveva uscire questo libro per gli Editori Riuniti. Una intervista fatta al Mattino di uno degli autori, scatenò Berlusconi che chiese rettifiche al giornale. Dopo tali problemi gli Editori Riuniti (casa editrice del PCI; chi parla di accanimento comunista o è pagato o in malafede o sciocchino o le tre cose insieme: con il PCI e D'Alema, Berluska è ciò che è) ritardarono la pubblicazione di un anno (Berlusconi querelò la casa editrice, ma la querela fu ritirata quando il Cavaliere fece un affare di gestione pubblicitaria in esclusiva presso la TV dell'URSS). Confalonieri telefonò alla Rusconi (casa editrice presso cui lavoravano Ruggeri e Guarino) per dire che il libro lo comprava la Fininvest: "Lo compriamo a scatola chiusa. La cifra la scrivete voi ...". Intanto il libro edito da Editori Riuniti nell'87 esauriva tre tirature in pochi giorni. Per quanto la cosa fosse interessante, nel 1987 nessuno avrebbe pensato ad un tal successo di un'opera che trattava di uno dei tanti italiani arrichitisi con strani e discutibili traffici. Il sospetto era che qualcuno comprava tutte la copie nelle librerie. Tralasciando la casa editrice, che gli faceva da garante per affari con l'URSS, l'azione passò contro gli autori: venne intimato loro con
un comunicato stampa ed a tutti i mezzi di comunicazione di non dar risalto a tale libro. L'Ordine dei Giornalisti della Lombardia respingeva "l'intimidazione inammissibile e generalizzata" e per di più preventiva. Berlusconi aggirò il divieto contattando direttamente direttori di giornali (al direttore della Notte, Giorgianni, telefonò dicendo: "Parlando di quel libro lei si è giocato la mia stima... Io la riduco in povertà"). Il pezzo forte sono però le querele presso il Tribunale di Milano (12/05/87) per delle interviste degli autori a l'Unità ed alla Notte in cui si ritiene diffamato dagli autori del libro, le querele sono estese ai direttori dei giornali (Giorgianni risolverà presto i suoi problemi, viene invitato a cena da Berluska ad Arcore, lascia la Notte e passa a dirigere il settimanale del Cavaliere, Telepiù e Berluska ritira la querela contro di lui). Dopo il cedimento Giorgianni, il Tribunale di Milano dichiara il non luogo a procedere nei riguardi di tutti i querelati perché "la richiesta del querelante deve giudicarsi quantomeno singolare", non si capisce infatti come uno dei querelati, diventato suo dipendente, sia improvvisamente esentato da querela. Berlusconi viene condannato al pagamento delle spese processuali. Stessa cosa per la querela contro l'Unità (con la differenza che qui non vi fu 'acquisto' di direttore). Altre querele perseguiteranno gli autori (al Tribunale di Verona). Una prima vittoria (di Pirro) è di Berlusconi (di Pirro perché gli autori sono assolti per insufficienza di prove e sono condannati ad un milione di multa solo per alcuni aspetti marginali di ciò che hanno scritto, mentre il resto è ritenuto dal Tribunale, opera implicita nei "doveri professionali del giornalista"). Gli autori del libro ricorsero contro tale sentenza ed il Tribunale di Venezia li assolve con formula piena e riduce la multa a 700 mila lire (solo per aver accostato il nome di Berlusconi a reati valutari con Flavio Carboni). Il Tribunale riconosce corrette tutte le altre cose, rapporti con mafia e P2, tra l'altro. Nel 93 arriviamo in Cassazione (Verona) per ulteriore ricorso degli autori! Gli autori vengono assolti su tutti i fronti ed in più è Berlusconi che incappa nella giustizia (perseguitato nel 1993 perché sceso in campo nel 1994: Dio, se ci sei, benedici tali giudici comunisti e veggenti!): FALSA TESTIMONIANZA (art. 372 del c.p.p.). Recita la sentenza:" Il Collegio ritiene che le dichiarazioni dell'imputato [è diventato lui, il Berluska! n.d.r.] non rispondano a verità ... il Berlusconi ... ha dichiarato il falso deponendo davanti al Tribunale di Verona [nel precedente primo processo n.d.r.] su questioni pertinenti alla causa ed in relazione all'oggetto della prova ... Il reato attribuito all'imputato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia" (quella del 12 aprile 1990 che dichiarava estinti i reati fino al 24 ottobre 1989). Complimenti Cavaliere! Prime notizie. Berlusconi è educato dai salesiani. Dalle elementari alla maturità studia dai salesiani [e si nota! n.d.r.]. Si sposa con E. Dall'Oglio il 6/3/65. Nel 1980 conosce Miriam Bartolini (in arte Veronica Lario [evidentemente ha preso il rapporto con Berlusconi come una recita, visto che continua a farsi chiamare con il nome d'arte]). Per un poco di tempo il cattolico Berluska mantiene una relazione con Miriam che manda a vivere in Via Rovani (MI) ed ogni tanto a Portofino, mentre la moglie ed i figli vivono ad Arcore [villa ottenuta grazie alla Grande Truffa che Previti ha organizzato alle spalle della giovane erede Casati Stampa che l'avvocato aveva sotto tutela; vedi Cap. 3, pagg. 79-104]. Nel 1984 nasce il primo figlio di Berluska dalla Bartolini. Padrino al battesimo è Bettino Craxi. L'8/10/85 c'è la separazione dalla prima moglie, proprio quando la
cicogna annuncia un nuovo figlio con Miriam. La prima uscita pubblica dei due è del 15/11/86. Nell'88 siamo al 5º figlio di Miriam (mentre Berlusconi è in Tribunale a Verona a discutere della querela contro gli autori di questo libro). La Bartolini è oggi legittima consorte di Berlusconi. Per la Chiesa è un bigamo, ma è apprezzatissimo da tutte le eminenze. Miriam e figlioli vivono a Macherio, mentre Berluska e prima figliolanza vivono ad Arcore. Come ha fatto Berlusconi a diventare un finanziere paragonato da molti all'epoca a Calvi e Sindona? Seguiamo qualche pista del libro. Laureato in legge con una tesi sulla pubblicità è occupato come factotum in una azienda di costruzioni (siamo nel 1961). Carlo Rasini (titolare di una piccola banca in cui lavora il padre Luigi) è colui che gli apre la pista. Gli presta i soldi per l'acquisto insieme ad un socio (R. Canali) di un terreno in Via Alciati a Milano (il costo è di circa 5 miliardi attuali). Berlusconi mette nell'affare circa 200 milioni attuali che gli dà il padre. Gli affari di Via Alciati vanno bene, nel periodo del boom economico. Nel 63 Berlusconi è già un palazzinaro rampante. Ma i denari provenienti da via Alciati non giustificano le grandi disponibilità finanziarie di Berlusconi in quel periodo: mette in cantiere a Brugherio, addirittura un progetto di quartiere residenziale per 4000 abitanti. Ad un certo punto Berlusconi non edifica più ma inizia ad appaltare (è stato definito un finanziere senza soldi). Berlusconi si incaricava dei permessi ed appaltava i lavori. I Botta che lavoravano come costruttori per lui alla Edilnord affermano: "Dei soldi è meglio non parlare: non sta bene curiosare su chi c'è dietro le società ... Inoltre non chiedete se ha guadagnato con Brugerio. Chiedetelo a lui e vedrete come si arrabbia." La Banca Rasini è stata certamente importante ma il vero contributo all'esplosione di Berlusconi viene da una misteriosa finanziaria svizzera. Nella Edilnord (s.a.s. di accomandita semplice) Berlusconi è solo socio d'opera, il che prevede che vi siano soci di capitale (la Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag domiciliata a Lugano e legalmente rappresentata dall'avvocato svizzero Renzo Rezzonico. Non c'è modo di sapere chi c'è dietro tale finanziaria. Fonte segreta dichiara gli autori: "All'improvviso [varie s.r.l. della Lombardia] deliberano vari aumenti sproporzionati di capitale. La cosa puzza. Se poi l'aumento viene sottoscritto con denaro giacente nella Confederazione elvetica, allora la quasi certezza che si tratta di soldi della mafia, ricavati soprattutto dal traffico di droga". Tal cosa era stata appurata dal giudice istruttore di Palermo Rocco Chinnici e dal Vicequestore Ninni Cassarà (cassaforte della mafia il Canton Ticino). Per indagare tal cosa verranno uccisi in due attentati a Palermo nell'83 e nell'85.Il giornalista Giuseppe Fava scriverà ripetutamente sul settimanale catanese 'I siciliani' di legami tra questi soldi e mondo politico e verrà anch'egli assassinato. Nonostante i soldi svizzeri Brugherio non sarà un affare. Berlusconi venderà il tutto al Fondo Previdenza dei dirigenti commerciali in un momento in cui si iniziano a porre di vincoli all'edilizia selvaggia e a regolamentare il tutto per legge ed a tassare adeguatamente i profitti (siamo al primo centro sinistra Moro-Nenni). A questo punto occorre diventare grandi imprenditori, le mezze calzette saltano. E Berlusconi riesce a fare il salto. Si libera dei soci italiani e "forte di misteriosi e ingenti finanziamenti provenienti da Lugano si appresta al grande salto di Milano 2. Attività edilizia
L'area su cui nascerà Milano 2 ad opera della Edilnord s.a.s. apparteneva al Conte Leonardo Bonzi. Aveva ottenuto le licenze di urbanizzazione per valorizzare i suoi terreni. Aveva solo costruito 5 villette su quell'enorme pezzo di terra. Mentre era in varie trattative, concluse rapidamente con l'offerta Edilnord a seguito di misteriosi atti vandalici alle villette con annesse intimidazioni e minacce. Ma la giunta provinciale pone il veto al megaprogetto che il Comune di Segrate aveva approvato nel 1969. È questione di tempo. Nel '72 decade la giunta provinciale e le sue competenze passano alla Commissione regionale di controllo (di nomina politica e non elettiva). Con i politici l'accordo è facile. Il sindaco socialista di Segrate firma una nuova licenza e la Commissione regionale ratifica in un baleno . Iniziano i lavori che si concludono nel 79 (il modello di edilizia abitativa è quello previsto dal Piano di rinascita democratica della P2 di Gelli che prevede comprensori sul modello svedese). Chi finanzia Milano 2? Ancora i misteriosi capitali svizzeri. Ma non solo. Buona regola di ogni palazzinaro è liquidare la società ad operazione avviata alla conclusione. Così farà Berlusconi con la Edilnord che viene liquidata l'1 gennaio 1972. Gli utili dell'intera operazione sono di 4 milioni di lire (712000 metri quadri e 2,5 milioni di metri cubi costruiti di edilizia residenziale; 2.500 appartamenti). Insieme ad accantonamenti vari fanno circa 13 milioni che vengono depositati alla Banca Rasini. Morta quella Edilnord ne rispunta un'altra che era stata fondata nel 68 con nome leggermente diverso ed intestata a Lidia Borsani, cugina di Berlusconi. Le caratteristiche di accomandataria (colei che mette l'opera) di Lidia prevedono che l'accomandante (colui che finanzia) sia un'altra finanziaria svizzera con stesso fiduciario dell'altra (Rezzonico). La nuova finanziaria è la Aktiengesellschaft für Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag di Lugano. La società Edilnord continua con passaggi di proprietà a prestanome di famiglia, i capitali crescono; nel 1977 accomandatario diventa Umberto Previti incaricato di liquidare subito la società (1º gennaio 1978). Nasce ora la Milano 2 s.p.a. insieme alla Italcantieri s.r.l. (che era nata nel 73 con capitale interamente svizzero, ma era restata parcheggiata) cui affluiscono ingenti finanziamenti dalla Svizzera. Nella Italcantieri il rappresentante di Berlusconi è Luigi Foscale (cugino di Berlusconi). Nel 75 la Italcantieri da s.r.l. diventa s.p.a. e a Foscale subentra lo stesso Berlusconi, nel frattempo si registrano altri aumenti di capitale. Abbiamo già detto dei rapporti di Berlusconi con la banca Rasini che era una banca con un solo sportello fiduciaria della "mafia finanziaria" o dei colletti bianchi. Un blitz di polizia e finanza del 14/2/83 porta alla luce svariati intrecci di denaro sporco e collegato a riciclaggi mafiosi attraverso gioiellieri, tra gli arrestati e poi condannati diversi "clienti" della Rasini. Una serie di operazioni finanziarie della Edilnord all'epoca permettono di identificare la provenienza dell'altra parte di capitali utilizzati da Berlusconi per edificare Milano 2. Nel 74 si era costituita a Roma l'Immobiliare San Martino con amministratore unico Marcello Dell'Utri e con soci fondatori Società facenti capo alla Banca Nazionale del Lavoro. Questa immobiliare nel 1977 si trasforma in Milano 2 s.p.a, la sede sociale viene trasferita a Segrate ed il controllo passa alla Fininvest. Il capitale viene progressivamente aumentato (arriva a 2 miliardi nel 78) mentre gli scoperti con le banche sono di oltre 7 miliardi. Durante il 79 la Milano 2 ottiene tre ipoteche per complessivi 13 miliardi dal Credito fondiario di Roma e dall'Istituto San Paolo di Torino. Inizia una ragnatela di società che cambiano nome, aprono e chiudono, si trasferiscono e spariscono. Il tutto sempre alimentato da un fiume di anonimo denaro proveniente dalla Svizzera. I cambi societari e le varie spese
aumentano a dismisura i debiti delle società-fregoli. L'esposizione bancaria diventa così ingente che non vi è più proporzione tra mezzi propri e debiti contratti. U. Previti nel 79, davanti al Tribunale di Roma dichiara che i debiti che la Fininvest Finanziaria ultima nata (a Roma) delle varie società che cambiano nome e sede si sono ridotti a circa 21 miliardi. Nella pratica la Fininvest Finanziaria è una scatola vuota ma si avvia a diventare la cassaforte del gruppo. Questa Fininvest non ha dipendenti. Il tutto viene rimandato a quando vi sarà la fusione con la Fininvest di Milano. Nel luglio 79 avviene la fusione e viene sostituito l'amministratore unico con un consiglio di amministrazione: SilvioBerlusconi presidente, consiglieri Paolo Berlusconi (fratello di Silvio) e Luigi Foscale (cugino). Il capitale sociale viene portato a 52 miliardi. Ma chi sono i proprietari Fininvest? Due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro (Servizio Italia e Società azionaria Fiduciaria). Ma chi opera dietro le due fiduciarie ? Questo lo vedremo quando parleremo di P2. Ora è interessante osservare che la Fininvest, a partire dalla fine degli anni 70 inizia a spaziare in settori diversi dall'edilizia. Passa a parcheggi ed a ristoranti, attrezzature alberghiere residenziali, la gestione di impianti sportivi. Nasce Telemilano all'interno di Milano 2 come TV condominiale. Si infila nell'editoria con l'Efin e con "Il Giornale Nuovo" di Montanelli. Il Piano di rinascita democratica si va sempre più delineando per quello che Gelli aveva detto in una intervista al Corriere della Sera. L'intera società affaristico-finanziaria dell'epoca è ben descritta dall'allora governatore della Banca d'Italia, Guido Carli: "I principali industriali privati hanno distribuito soldi ai partiti, attraverso gli anni, affinché le leggi che avrebbero limitato la loro libertà di azione non si facessero". Berlusconi sa come inserirsi in questo mondo e progetta Milano 3 a sud di Milano. Tutta la vicenda delle urbanizzazioni a sud di Milano porteranno nell'86 alle dimissioni del sindaco craxiano Carlo Tognoli. Berlusconi avvia anche la costruzione del Centro commerciale "il Girasole" intervenendo in modo disinvolto nella politica edilizia di piccolissimi comuni (400 miliardi per costruzioni che interessano 650000 metri quadrati nel comune di Lacchiarella). Ma le cose non filano bene: l'invenduto supera il 60%. Nell'ottobre 1986 interviene un miracoloso accordo con la Fiera di Milano che affitta il complesso per 6,5 miliardi l'anno portando 39 miliardi alle casse di Berlusconi.. La cosa provoca l'ira di concorrenti e dei commercianti che contestano quella scelta per ragioni logistiche. Da questo momento Berlusconi inizia lo sbarco in Sardegna per costruire un megavillaggio turistico a sud di Olbia. Il problema nasce perché parte di quel territorio è di proprietà regionale. Ma il sindaco socialista di Olbia, Antonio Cacciu, dice che la cosa lo entusiasma. Nel 1980 inizia l'acquisto dei terreni (per le transazioni si serve del plurinquisito Flavio Carboni). Il comune di Olbia dà le licenze ... "Solo in un secondo tempo emergeranno più evidenti e circostanziati gli ambigui e loschi percorsi dell'avventura berlusconiana in Sardegna al seguito del faccendiere Flavio Carboni, con contorno di esponenti della malavitosa Banda della Magliana, tra criminalità organizzata, massoni, bancarottieri e mafiosi." Con la Sardegna si chiude la vicenda immobiliare di Berlusconi. Vicenda analoga a quella di molti altri palazzinari che, ad un certo punto, dovettero dirigere lo sguardo verso altre attività. L'ingresso nelle TV Nel 1974 la TV condominiale via cavo Telemilano s.r.l. inizia le trasmissioni. Per 4 anni vivicchia. Poi nel 77 inizia a trasmettere via etere e si trasforma in s.p.a. Si associa a
Berlusconi, Adriano Galliani (esperto nel settore di frequenze TV). Vengono acquistate attrezzature a bassa frequenza (quelle da studio TV), ripetitori in grado di coprire la Lombardia e le frequenze 38 e 58. Il 30 settembre 78 è il termine previsto per le sperimentazioni e per poter trasmettere. È importante notare che Berlusconi si è già iscritto alla P2 (26/1/78) che nel suo Piano di Rinascita Democratica (PRD) sviluppato da Gelli tra il 75 ed il 76 prevede: "Immediata costituzione della TV via cavo" da "impiantare poi a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese". La Corte Costituzionale, nel 76 ammette la possibilità di trasmettere in ambito locale. Nel 1980 la stessa Corte ammette la possibilità di trasmettere via etere ma solo sulle bande di frequenza assegnate dalle Poste (il PCI si batterà per avere da subito una regolamentazione "per evitare che si arrivi ad un giungla dell'etere"). Quindi sotto la stella P2 nasce sua emittenza e sotto la protezione di Bettino Craxi che quasi in contemporanea diventa segretario del PSI (mandando in soffitta i socialisti onesti e di qualità come De Martino), suo intimo amico (e poi anche parente acquisito) dall'inizio degli anni 70. Berlusconi acquista molti film e con essi inizia ad influenzare molte piccole emittenti locali inserendole in un suo circuito in cambio di pellicole (con pubblicità già inserita) e materiale per programmazione (si esegue alla lettera il PRD). Nel 79 vengono spesi circa 10 miliardi in pellicole ed in investimenti nel settore TV. Le emittenti private che entrano nel circuito di Berlusconi trasmettono film con la pubblicità inserita a pochissimo prezzo. Gli introiti pubblicitari sono per la nascente Publitalia (1980). Il fine che si raggiunge è oltre al guadagno entrare ad influenzare politicamente tali emittenti che in grandissima parte affluiscono nel circuito. Anche Rusconi e Mondadori entrano nel settore TV. Si tratta di fagocitare le oltre 350 emittenti locali. Ma Berlusconi vince su tutti grazie alla sua inesauribile disponibilità di denaro proveniente da oscure finanziarie svizzere (nel 77 Berlusconi dichiara a Repubblica che metterà a disposizione le sue TV alla destra democristiana ed anticomunista: o era un veggente o già aveva avuto rapporti con Gelli poiché quelle stesse cose sono nel PRD). Chi canta le lodi di Berlusconi è l'altro P2, Roberto Gervaso (sprezzante, come suo costume, del senso del ridicolo) "Dove voglia arrivare Dio solo lo sa. Dio solo e lui, Silvio Berlusconi". Intanto entra ne "Il Giornale Nuovo" prima con il 12% , subito arrivato al 37%. L'operazione è chiaramente politica (la società editrice di Montanelli è in grave deficit). Infatti già nell'85, quando si conosceranno i nomi degli appartenenti alla P2, si avrà l'insorgere di tale foglio (uno dei tre durissimi articoli sarà di Montanelli che definisce Gelli un magliaro). A tale articolo risponde il latitante Gelli ricordandogli gli incontri avuti con Montanelli all'Excelsior, l'averlo garantito presso il Banco Ambrosiano e l'averlo fatto incontrare direttamente con Roberto Calvi (P2) per avere finanziamenti per il suo "Giornale". Sul finire del 79 viene fondato Canale 5 music, con vari prestanome che si succederanno. Nell'80 nascono altre società (affluiscono molti miliardi per queste operazioni che hanno costi elevati). In un convegno dell'Unione Industriali di Torino ammette di avere investito oltre 40 miliardi e di disporre di 10 emittenti di proprietà e di 10 affiliate (Canale 5 è tra queste ultime). Ha comprato oltre seimila ore di film e materiale filmico di vario genere negli USA. Qual'è il segreto del successo di Berlusconi? Esso è custodito in gran parte nella Loggia P2 ed in gran parte nei forzieri di alcune banche svizzere. La Domenica del Corriere lo esalta ma la sua editrice, Rizzoli, è in mano alla P2 (in questi giorni è morto uno dei dirigenti, Tassan Din). Anche il direttore della Domenica del Corriere è P2 (Paolo Mosca). In un
documento che Gelli invia a Berlusconi nel 1980, il gran maestro afferma che è imperativo degli iscritti la massima segretezza, disinvoltura ed indifferenza. Non serve neppure smentire. Basta dire che sapevo di tali dicerie ma non mi sono occupato di smentirle perché sono palesemente infondate. Ed ora passeremo all'anticomunismo di Berlusconi (prima uscita in tal senso nel 1977) in concomitanza con le aperture di Moro a Berlinguer su possibili governi con appoggio esterno del PCI (è una fortuita coincidenza che le finalità BR coincidessero con quelle di Berlusconi: tali governi non si devono fare! occorre impedirlo in ogni modo! Le BR hanno poi ucciso Moro ....) ed in concomitanza con analogo anticomunismo di chi stava diventando segretario del PSI, Bettino Craxi e che era interessato a dialogare con le BR. Ma, prima di proseguire è indispensabile un giudizio sull'operato delle banche svizzere. Tale giudizio è di Jean Zigler, deputato al parlamento svizzero e docente di sociologia all'Università di Ginevra. Egli sostiene:" Le centinaia di miliardi di dollari provenienti dal Congo, dalle Filippine, da Haiti e da molti altri Paesi del Terzo mondo... che transitano su conti segreti prima di raggiungere i mercati borsistici dell'Occidente, sono il sangue e la miseria dei popoli di tre continenti. Mentre in Africa, in America Latina ed in Asia i bambini si prostituiscono e muoiono di fame, mentre le famiglie si sfasciano e gli uomini e le donne cercano invano un riparo o un lavoro, i miliardi della corruzione, dell'evasione fiscale, del saccheggio si accumulano sui conti delle élite dirigenziali di quei Paesi. Come Moloch, l'oligarchia bancaria multinazionale si nutre della carne e del sangue dei popoli prigionieri, costretti al tributo dei tre continenti più poveri del nostro pianeta". Berlusconi ed il PSI di Craxi Nel 77 Berlusconi dichiara:" Il PCI deve stare all'opposizione. Per andare al governo non bastano solo le attestazioni di fede democratica. Oggi la base del PCI è ancora affascinata dal modello sovietico e sogna pane e cipolle per tutti... La vera alternativa è la DC, ma una DC che permetta al PSI di tornare al governo, ... coagulando la sinistra anticomunista della Base e di Forze Nuove, la Coldiretti e Comunione e Liberazione..." [ricordo che era l'epoca dei monocolori DC che si sostenevano sulla "non sfiducia" del PCI di Berlinguer, in un momento storico in cui si ritenne di dover far fronte all'attacco delle BR con un blocco compatto delle due forze di maggior tradizione popolare in Italia, la DC ed il PCI. n.d.r.]. Siamo in coincidenza con l'elezione di Craxi alla segreteria PSI (1976). E Berlusconi ha stretto in precedenza patti importanti con vari socialisti lombardi, tra i quali spicca il regista del Piano intercomunale milanese Silvano Larini (poi arrestato nell'inchiesta Mani Pulite per essere stato collettore di tangenti per il PSI) che gli aveva fatto conoscere Craxi. Tra il 76 ed il 78 vi è un'azione congiunta Gelli, Berlusconi, Craxi per il potere. Gelli infiltra suoi uomini nei gangli vitali dello stato, a Berlusconi viene affidata la gestione dei mass media attraverso la Fininvest, Craxi viene indicato come possibile referente della P2 (sarà eletto alla segreteria PSI con il "tradimento" al segretario De Martino" da parte di un uomo della sua corrente, Enrico Manca - iscritto alla P2 - che si schiererà con Craxi, ripagato poi abbondantemente con la Presidenza RAI, altro pezzo che doveva cadere sotto il controllo P2). Gelli influenzerà l'elezione di Craxi anche attraverso i massicci finanziamenti che farà affluire alla sua corrente da parte del piduista Roberto Calvi, Presidente del Banco Ambrosiano. E Craxi esegue. Già nel 79 annuncia una riforma dello stato in senso presidenziale. Quando
nell'81 Calvi dalla galera (dove si trovava per aver provocato la bancarotta della sua banca, anche in relazioni a finanziamenti concessi allo IOR, Banca del Vaticano) dirà che aveva versato 16 milioni di dollari in Svizzera nel Conto Protezione (intestatario Craxi), lo stesso Craxi interverrà alla Camera con estrema durezza contro la magistratura che aveva osato arrestare il banchiere e che stava scoperchiando la maleodorante pentola P2. Craxi e Berlusconi ascendono sostenendosi a vicenda. Craxi crescerà, oltreché per azioni di corruzione e concussione, per il sostegno delle TV di Berlusconi. Quest'ultimo riuscirà a potenziare le sue TV ed a sbaragliare la concorrenza RAI (con conseguenze gravissime anche sulla stampa, a seguito del diverso indirizzo che prendono le risorse pubblicitarie) grazie al sostegno politico di Craxi. Nell'83 Craxi arriva alla Presidenza del Consiglio. Tra l'83 e l'86 si rifiuta di rinnovare il C.d.A. della RAI, con l'effetto di congelarla. Al rinnovo di tale Consiglio si procederà nell'86 con Manca alla Presidenza, e Manca procederà in modo da favorire l'ascesa della concorrente Fininvest. Il 16/10/1984 i pretori di Roma, Torino e Pescara dispongono l'oscuramento di Canale 5, Rete 4 ed Italia1, si tratta di reti illegali. Craxi (fatto senza precedenti nella storia d'Italia) in 48 ore fa il "Decreto Berlusconi" che rende transitoriamente legali le 3 reti e che ne consente la ripresa delle trasmissioni. Il 28 novembre il Decreto suddetto viene dichiarato incostituzionale e bocciato dalla Camera. Il governo Craxi con una protervia unica lo reitera (6 dicembre) ed il Parlamento lo approverà per evitare la crisi di governo minacciata da Craxi. Da quel momento e fino al 92 le reti Fininvest diventano un gigantesco spot per il PSI di Craxi. Analoga sorte per "Il Giornale". In questi anni si tenta la Scalata al Corriere della Sera (fallita) ed al gruppo editoriale Mondadori-Espresso-Repubblica (parzialmente riuscito con l'acquisizione di Mondadori e del settimanale Panorama). Il Piano piduista sta marciando a gonfie vele. Agli inizi degli anni 90 con la caduta di Craxi sotto una pioggia di avvisi di garanzia per corruzioni concussioni e finanziamenti illeciti (è l'immunità parlamentare che lo salva dalla galera), si rompe forzatamente il sodalizio con Berlusconi. Nel 93, quando la Camera negherà l'autorizzazione a procedere contro Craxi, Berlusconi gli darà pubblicamente la sua solidarietà (voleva tranquillizzare un detentore di svariati segreti relativi alla Fininvest?). Nella P2 Chi milita nella loggia segreta Propaganda 2, più in breve P2? Vi sono parlamentari (tra cui Pietro Longo che sarà Ministro delle Finanze nel 1º Governo Craxi), giornalisti, alti gradi delle forze armate, funzionari dello Stato (soprattutto Ministero del Tesoro e delle Finanze), dirigenti dei servizi segreti, magistrati, imprenditori, banchieri, editori e Berlusconi (tessera 1816). Lo scopo della P2 di Licio Gelli era di frenare l'avanzata del PCI di Berlinguer (le trame di tale loggia nel sequestro e l'assassinio di Moro e scorta sono analizzate da S. Flamigni in "La tela del ragno" - Ed. Kaos). E a tal fine grande importanza era assegnata all'informazione. Occorreva, in un primo tempo, individuare 3 o 4 giornalisti per ogni mezzo di informazione su cui puntare. Questi dovevano fungere da Cavalli di Troia per spostare simpatie verso politici piduisti. In un secondo tempo occorreva impadronirsi dei mezzi di comunicazione più influenti. Particolare attenzione andava alla Rai TV che andava dissolta in nome della libertà di antenna. Essa andrà sostituita da altre TV che dovranno entrare casa per casa ad influenzare l'italiano medio.
È interessante notare che il Piano di Gelli contiene un diretto riconoscimento a Berlusconi quando afferma che è necessario cambiare anche modello edilizio attraverso città satellite in modo da poter controllare meglio l'italiano medio. Nell'81 scoppiò lo scandalo P2 e Berlusconi tentò di minimizzare la sua appartenenza a tale entità segreta ma riuscì solo a prendersi una condanna per falsa testimonianza. Sono le banche gestite dalla P2 che forniscono capitali a Berlusconi "al di là di ogni merito creditizio". Da ambienti piduisti Berlusconi acquista (estero su estero)Sorrisi e Canzoni TV, il più diffuso settimanale italiano. La P2 verrà sciolta perché ritenuta una associazione a delinquere (Sandro Pertini). Gelli diventerà latitante in Svizzera. Si scoprirà in seguito che la P2 risulta coinvolta in numerose inchieste giudiziarie relative a stragi, attentati, omicidi politici, corruttele. Solo Berlusconi nel 1988 avrà il coraggio di affermare: "Sono sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati a Licio Gelli...". Le fiduciarie occulte ed ancora P2 La prima pietra dell'impero di Berlusconi viene messa a Roma nel 74 (Società Immobiliare San Martino). All'atto costitutivo partecipano, oltre a due finanziarie parabancarie della BNL (Servizio Italia e Compagnia Fiduciaria Nazionale), Marcello Dell'Utri che un rapporto della Guardia di Finanza del 1981, dalla sua amicizia con Vittorio Mangano, individua in due società milanesi gestite dallo stesso Dell'Utri, società gestite dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare denaro sporco. Dell'Utri aveva iniziato come dipendente del costruttore siciliano Rapisarda e, quest'ultimo, sosterrà poi di essersi associato con Dell'Utri per espressa indicazione del boss mafioso Bontade. La San Martino si trasformerà successivamente in Milano 2 e si trasferirà a Milano (questi nascondini con le società saranno una costante degli affari di Berlusconi). La Fininvest nasce a Roma nel 75 e viene nello stesso anno trasferita a Milano. La Fininvest acquisterà il controllo via via di tutte le altre società (Milano 2, Edilnord ed Italcantieri). Non vi sono tracce dei bilanci Edilnord liquidata da Umberto Previti e non si capisce quali vantaggi economici siano andati ai finanziatori svizzeri. Alla fine degli anni 70 vi è un vorticoso nascere e morire di varie società. Con fusione definitiva nella Fininvest di Milano (giugno 79). A partire dal 77 (abbiamo già visto, la Fininvest inizia ad accaparrarsi editoria ed in seguito TV. Chi c'è veramente dietro queste società poi confluite nella finanziaria Fininvest? Dell'Utri, uno dei primi soci fondatori, è nell'orbita palermitana del mafioso sindaco della città Vito Ciancimino e partecipa alla fondazione dell'impero portatore di precisi interessi. Dietro le due finanziarie della BNL non si può, per legge, sapere chi c'è. Quando si costituisce la Fininvest Roma, vengono costituite 22 holding intestate a prestanome. Si hanno cambiamenti di nome, di finalità statutarie. Fino all'intestazione delle medesime al cugino di Berlusconi Luigi Foscale. Da questo momento le 22 holding diverranno il vero oscuro e misterioso cuore della Fininvest. Ad un certo punto della Storia Dell'Utri lascerà l'Immobiliare San Martino (1977) e riapparirà come amministratore di una società che gestisce i terreni dove dovrà sorgere Milano 3, società che gioca anch'essa a nascondino con cambiamenti continui di sede ed aumenti continui di capitale. La presenza di Dell'Utri garantisce comunque gli interessi di Don Vito in gran parte del Nord d'Italia. La presenza della finanziaria parabancaria
Servizio Italia riporta al bancarottiere e piduista Michele Sindona (che opererà attraverso di essa in molte operazioni finanziarie collegate con la P2 e con il paradiso fiscale di Nassau Bahamas). Essa è direttamente collegata alla P2 . Come del resto la Compagnia Fiduciaria. Si tratta delle due società che debbono gestire il denaro per il Piano di Rinascita Democratica (PRD). E tutto ciò poteva avvenire all'ombra della più grande banca italiana la BNL che aveva tra i suoi massimi dirigenti ben nove piduisti, oltre ad essere gestita da uomini del PSI (Aniasi nel 63, Donati nel 66, Nesi nel 78, Ravenna nell'80 con Donati e Nesi che ne diverranno anche Presidenti). Altro braccio operativo del PRD è il gruppo Fininvest finanziato dalla BNL e da altre banche infiltrate da piduisti. Vi è una sarabanda di spostamenti di denaro ed aumenti di capitale. Un giro complicatissimo da seguire ma certamente orchestrato in ogni dettaglio, di modo che, alla fine non si sa chi ci sia davvero dietro le finanziarie parabancarie della BNL. Una cosa è certamente evidente, nonostante le smentite di Confalonieri: non è stato Berlusconi a creare la Fininvest, ma è la Fininvest delle fiduciarie e delle banche piduiste ad imporre il piduista Berlusconi alla ribalta dell'imprenditoria nazionale. È significativo che, quando Berlusconi assume la presidenza della Fininvest è affiancato da 'controllori' della BNL Holding tra cui Umberto e Cesare Previti. La struttura del gruppo evolverà in seguito su due direttrici: mantenere coperta la reale proprietà del gruppo ed eludere il fisco. Le 22 iniziali holding (secondo lo stesso Foscale) servivano a garantire un risparmio impositivo del 30-40%, erano scatole vuote che servivano solo a spartirsi i guadagni, a garantire l'anonimato dei proprietari e ad eludere la progressività delle imposte che restava invece ad un misero 10%. Quindi una intricata struttura a ragnatela di società, fiduciarie, scatole vuote, prestanome, holding, con incredibili incroci azionari. Si tratta di "fenomeni patologici da colpire perché rappresentano la degenerazione patologica del sistema dei raggruppamenti d'imprese". Il Far West delle TV Abbiamo già visto come è nata la concentrazione mediatica nelle mani di Berlusconi. Abbiamo anche visto a quali fini operasse (braccio informativo del PRD) ed abbiamo anche viste che il fine ultimo è il dissolvimento della TV pubblica, la RAI. Gli ultimi due obbiettivi si possono perseguire in simultanea sottraendo noti personaggi alla TV di Stato. Si inizia con l'ingaggio di Mike Bongiorno, poi di Corrado, quindi di Sabani, e via via molti altri a colpi di miliardi. Poi occorre colpire nello sport e Berlusconi inizia con l'aggiudicarsi "il mundialito", sempre pagando molto di più della RAI. Riesce poi, per l'agilità delle sue strutture, ad entrare nel mercato USA degli acquisti, battendo sempre la RAI. Stipula contratti con ABC, CBS, NBC facendo salire i prezzi a livelli inverosimili. Trasmette ogni filmato USA infarcendolo di pubblicità . Inizia l'era delle telenovelas. Inizia l'era del cattivo gusto che entra imperando con programmi al limite della decenza. Occorre soddisfare l'audience e sbaragliare la RAI. La Publitalia è il cuore finanziario Fininvest che porterà montagne di denaro all'impresa distorcendo il mercato in modo da penalizzare duramente la carta stampata in favore delle TV (in contemporanea la RAI deve pagare un oneroso canone per la concessione dell'etere; Berlusconi una cifra ridicola; alla RAI vengono posti limiti alla raccolta pubblicitaria, alla Fininvest nessun limite: il potere politico fa la sua parte, a fronte di lauti compensi). La Publitalia è in mano a Marcello Dell'Utri. Questi l'ha organizzata come una setta ed i
venditori di spazi pubblicitari sono talmente bravi che ora stanno entrando alla guida delle regioni italiane. Nonostante ciò Berlusconi si va indebitando ed un anno di crisi è l'81: ha un grosso scoperto bancario; il mercato edilizio è fermo; egli ha molto invenduto; le spese TV superano i ricavi; i suoi finanziatori delle banche P2 saltano per lo scandalo che esplode proprio quell'anno. Berlusconi è scoperto ed ha bisogno di nuove fonti di finanziamento. Nei primi mesi dell'82 Berlusconi entra in un mercato definito del risparmio alternativo. Berlusconi, con i certificati immobiliari, prende soldi senza assumere rischi da incauti investitori. Fornisce a garanzia i suoi beni immobili con le valutazioni eseguite dalle stesse società di Berlusconi. Inoltre con i certificati finanziari ottiene prestiti che sono a priori una perdita per chi li acquista.. Infine entra nel mercato degli investimenti conto terzi. In tutte queste operazioni continua la girandola delle società con bilanci in cui non si riesce a raccapezzare nulla. Una delle operazioni che vengono avviate nell'82, per avere fidi bancari e la fiducia della Consob è l'acquisto dalla Rusconi per 30 miliardi di Italia 1. Società rimessa sul mercato azionario, con il nome di Rete 10, per 100 miliardi con una relazione in cui si dice che sono garanzie il fatto che nella rete lavorano Edwige Fenech e Loris del Santo oltre al fatto che la presidenza è affidata ad Indro Montanelli. In Borsa la sortita di Berlusconi è presa con ilarità. Ma i suoi venditori arrivano, si dice , oltre che a vendere azioni porta a porta, anche a prostitute di Pordenone. Sono dell'epoca altre funambolate finanziarie ancora tutte da indagare che vedranno il governo dover intervenire per regolare il settore. A partire dall'83 Berlusconi entra nel mondo della normale intermediazione finanziaria. Continuano comunque le difficoltà, sia nell'invenduto edilizio, sia con i debiti accumulati con le TV, sia con lo scoperto bancario. Segue il suo rastrellamento di fondi con un vero e proprio supermercato dei titoli che gli consente di avere liquidità anche se del tutto insufficiente. Il problema finanziario del quale non si riesce a venire a capo è di utili di una società Fininvest che vanno in prestito ad altra società che poi ripresta alla prima. Moltiplicando questa operazione per un numero elevato di società è pressocché impossibile stabilire quanto denaro vi sia realmente. Aiuto dalla Sicilia Abbiamo già parlato dei rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri, Rapisarda, Bontade e Ciancimino. Entriamo ora in un'altra storia che ha come interprete principale Dell'Utri ed un suo amico mafioso (trafficante di eroina), siciliano, residente a Milano, Vittorio Mangano. Dagli atti della Procura della Repubblica di Palermo sui legami di Marcello Dell'Utri con Cosa Nostra (L'onore di Dell'Utri, Ed. Kaos, 1997) si legge di una intervista rilasciata dal Giudice Borsellino al giornalista Jean Claude Zagdoun il giorno 21 maggio 1992 (2 giorni prima che Falcone, Morvillo e gli uomini della scorta saltassero in aria a Capaci). A domanda del giornalista, Borsellino risponde: " Si accertò ... che Mangano risiedeva abitualmente a Milano città da dove, come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva UN TERMINALE DEI TRAFFICI DI DROGA CHE CONDUCEVANO ALLE FAMIGLIE PALERMITANE." A nuova
domanda, Borsellino risponde:" ...Vittorio Mangano... risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa tra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente ... come 'magliette' o 'cavalli'. Il Mangano è stato poi...condannato per questo traffico di droga .... a 13 anni e 4 mesi di reclusione e 700 milioni di multa...La sentenza di Corte d'Appello confermò questa decisione di primo grado".[Primo arresto il 05/05/1980. Poi, insieme ad altri mafiosi, il 15/02/83. Scarcerazione nel 1990]. Il P.M. chiede a Dell'Utri che cosa si debba intendere per 'cavallo' e Dell'Utri parla di un equino di nome Epoca che doveva comprare Berlusconi. Dichiarazioni rese dal camorrista Cozzolino alla Procura di Napoli il 14/09/1995: "Nel 1979 [tra noi napoletani ed altri mafiosi palermitani] sorse il problema di come investire circa 70 miliardi di lire, provento di traffico [di eroina verso gli Stati Uniti]. [Decidemmo] che i soldi sarebbero stati affidati a Vittorio Mangano e Marcello Dell'Utri, cioè il dirigente Fininvest". Mangano è stato condannato come trafficante di droga e ha lavorato per molto tempo (tra il 74 ed il 75, periodo durante il quale fu arrestato per breve tempo - 28 giorni - fatto che non gli impedì di ritornare nella residenza che Berlusconi gli aveva assegnato) come "stalliere" presso la villa di Berlusconi ad Arcore. Il traffico di eroina è un affare gigantesco che permette in tempi brevi la nascita di imperi economici impressionanti. Che qualcuno ha reinvestito, riciclato tali proventi in modo vantaggioso, naturalmente non intestando tali proprietà a Riina o Bontade o Provenzano o... Questa gente è la responsabile della diffusione della morte attraverso le polveri bianche. Ma vi è l'altra questione, senza la quale tutto questo non ha senso: una uscita per i denari che entrano, che li renda puliti e riutilizzabili. Si comprano edifici, si comprano azioni, si mettono su aziende (ma non si può fare in nero, serve una banca o italiana o estera disponibile, una banca come la Rasini o le finanziarie collegate alla BNL). Servono prestanome e coperture politiche potenti (ed in questo senso il PSI di Craxi era quanto di meglio si potesse avere). Sui rapporti diretti o meno di Berlusconi con la Mafia vi è poi la dichiarazione del pentito di camorra Melluso (maggio 1985). Il Melluso parla anche di molti mafiosi residenti a Milano 2 (costruita con capitali provenienti da occulte finanziarie svizzere) in casa dei quali si tenevano riunioni di summit mafiosi. Per finire vi è un rapporto della Guardia di Finanza del 30 maggio 1983 in cui si dice: "È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi, interessato all'emittente televisiva privata Canale 5, finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che nelle altre regioni italiane (Lombardia e Lazio)..." [quest'ultimo brano è tratto da Leo Sisti e Peter Gomez: "L'intoccabile: Berlusconi e Cosa Nostra", Ed Kaos, 1998]. In Sardegna Con l'aiuto di malavitosi e prestanome anche in Sardegna matura l'avventura edilizia di Berlusconi. Tra i prestanome un tal Comincioli, tra i malavitosi Flavio Carboni e la Banda della Magliana che ricicla denari di provenienza droga. Anche qui società che cambiano nome e sede (la principale è la Prato Verde), aumenti di capitali,
società che spariscono e poi ricompaiono sotto altro nome ed in altro luogo. Il metodo è lo stesso e già collaudato. Le società di Berlusconi soffrono un poco all'inizio ma poi iniziano ad arrivare i finanziamenti. Prima dalla Banca del Cimino (1980), poi dal Banco di Santo Spirito (1981). Ma ormai già siamo nell'era Craxi e si può spalancare la porta dell'Ambrosiano di Calvi che concederà varie erogazioni con l'avallo di una società, la Sofint anch'essa in gravi difficoltà. Nell'82 c'è il crac dell'Ambrosiano che porterà all'assassinio di Calvi a Londra e, dietro questo crac, vi è anche la Prato Verde il cui amministratore all'epoca del fallimento della Prato Verde, Cassella, sarà condannato nel 92 dal Tribunale di Milano a 5 anni di reclusione. Sui rapporti con Carboni il Tribunale sente anche Berlusconi e, all'occassione, la Fininvest diffonde un comunicato in cui si smentisce ogni rapporto con Carboni, comunicato che in realtà non smentisce nulla. In tutte la vicende sarde entra anche un tal Pellicani. Quest'ultimo promuoverà causa a Berlusconi (1984) per riavere indietro dei denari. Il Tribunale civile, presieduto dal giudice corrotto (Enimont) Diego Curtò respinge (1988) le richieste di Pellicani perché non risulterebbero sufficientemente dimostrati i rapporti di Pellicani con Berlusconi. Curtò è anche quello che è stato dietro alla vertenza giudiziaria Berlusconi - De Benedetti per il controllo della Mondadori (1989 -1990). Il rinvio a Giudizio di Pellicani, Carboni e Cassella avverrà nel 1988, giusto quando era intervenuta l'ennesima amnistia che depenalizzava i reati valutari. Ma il progetto sardo più ambizioso di Berlusconi e Carboni è Olbia 2. Per realizzarlo si mette in campo l'acquisto di quotidiani locali, si avviano trattative con varie forze politiche (il principale referente è il repubblicano Armando Corona, grande maestro massone e presidente dell'Assemblea regionale sarda), si tenta l'acquisto della squadra di calcio del Cagliari (il calcio resterà solo nella sponsorizzazione di Canale 5 dell'Olbia). Con la morte di Calvi il progetto Olbia 2 sembra morire. Esso riappare però alla fine del 1990 quando il Don Verzè della Clinica San Raffaele di Milano progetta la costruzione di una grande clinica ai confini della zona interessata ad Olbia 2. È una iniziativa chiaramente promozionale che riavvia Olbia 2 anche se in modo ridimensionato. A lato degli affari edilizi in Sardegna è importante risaltare gli affari in comune tra Berlusconi e Carboni, riconosciuti dalla sentenza del Tribunale di Verona che condannò Berlusconi per falsa testimonianza proprio nell'ambito del processo agli autori del libro che stiamo riassumendo (si veda l'introduzione). Il pirata dell'etere L'inizio delle vicende di Berlusconi con le TV già è stato descritto. Si tratta di una concomitanza di azioni e di una coincidenza di interessi: politici, economici e golpisti. Da una parte Berlusconi lavora in pieno accordo con il Piano di Rinascita Democratica (PRD) di Gelli; dall'altra ha importanti referenti politici nel PSI di Craxi e nella destra democristiana (senza dimenticare liberali e socialdemocratici); dall'altra ancora ha molti, ancora non spiegati, soldi; infine vi è una situazione di vuoto legislativo che la Corte Costituzionale avverte invitando il Parlamento a legiferare. Contro Berlusconi si muovono innanzitutto le altre piccole emittenti private. Capiscono che è impossibile mantenere la concorrenza con tale personaggio e con tali interessi. Vi saranno denunce alle varie Preture d'Italia, in gran parte accolte. Ma sempre il potere politico interveniva
a salvare il tycoon. Ed egli ricambiava. Nel 1982 mandava in diretta il congresso del PSDI del piduista Pietro Longo. I Pretori continuano ad intervenire mentre il Governo continua a lavorare per affossare la TV pubblica in favore di Berlusconi. Il pericolo ed insieme il riconoscimento del PRD viene denunciato dal PCI con Occhetto nel 1983. Alla RAI arrivano vice e presidenti P2: prima Orsello del PSDI, quindi Giampaolo Cresci della DC, poi Manca del PSI. Anche direttori di TG (Franco Colombo, TG1), del Radiocorriere (Gino Nebiolo) e del GR2 (Gustavo Selva) sono piduisti. Il colosso viene anestetizzato. Intanto la potenza di fuoco dell'impero fa vedere i suoi effetti nelle elezioni politiche del 1983: da una parte entrano soldi a palate con spot di tutti coloro che li possono pagare e di tutti coloro che "sono amici". Impazza il PSI di Craxi e di tutti coloro che sono vicini a Berlusconi. In cambio la RAI va avanti con una soporifera par condicio. Il 16 ottobre 1984 tre Pretori oscurano le emittenti di Berlusconi per violazione della legge sull'emittenza privata (art.215 del Codice Postale). La stampa in gran parte in mano alla P2 strilla allo scandalo: come possono gli italiani perdersi le ulteriori puntate di Dinasty o Dallas? Il Giornale Nuovo è il capofila della protesta contro la legge. Il 20 ottobre Berlusconi è ricevuto dal Presidente del Consiglio Craxi e qualche ora dopo (neanche avesse eruttato il Vesuvio) emana un decreto che permette a Berlusconi di tornare a trasmettere. Ed il piduista ha il coraggio di sfidare il PCI sul fronte della popolarità nei riguardi dei propri elettori, affiancato dal neopannelliano Enzo Tortora. Una serie di ulteriori denunce da parte di piccole emittenti e di ripetuti interventi di autorevoli costituzionalisti (Branca, Bonifacio, Beria d'Argentine, Roppa,...) convincono il Parlamento a bocciare il decreto di Craxi (detto "Decreto Berlusconi") il 28 novembre (perché incostituzionale). Craxi è imbufalito e mostra di nuovo il suo disprezzo per il "parco buoi" (il Parlamento da lui così definito) reiterando un identico decreto il 6 dicembre (ora al Vesuvio sembrava si fosse aggiunto il Polesine) e minacciando la crisi di governo ed elezioni anticipate in caso di non approvazione. Il decreto verrà approvato il 31 gennaio 1985! Sarà poi il Ministro delle poste Antonio Gava che nel novembre 1986 preparerà un progetto di legge in cui si autorizzerà praticamente la possibilità definitiva di trasmettere sul territorio nazionale alla Fininvest, in cambio ... di telegiornali nazionali! Confalonieri sosterrà che i TG della Fininvest saranno improntati al mondo delle libertà dei Craxi, Andreotti e Forlani. Vi è anche una norma antitrust nel progetto Gava: nessun privato può avere più di due reti televisive ... e tutti sanno in che misura i potenti rispettano la legge. I nani e le ballerine Fin dagli inizi degli anni 80, Berlusconi si muove su due direttrici: disporre di un forte cast artistico da affiancare alla fiction già acquistata negli USA; rastrellare mediante Publitalia la massima parte della pubblicità per le sue reti (questo è uno dei modi con cui si può mettere a tacere la stampa che vive in gran parte di pubblicità). Questa seconda operazione è totalmente spregiudicata: si accettano anche scambi di spot con oggetti in natura, oggetti poi venduti in catene di negozi e supermercati che vanno ad affiancare l'impero di Berlusconi. Inizia lo strangolamento delle piccole emittenti che
o vendono o si debbono aggregare alla politica ed al circuito del capo (in cambio di qualche programma scarto di magazzino). A lato vengono contrattati personaggi noti come Villaggio, Dorelli, Vianello, Del Santo, Buttafava, A. Levi, G. Zucconi, Bocca ed i piduisti Costanzo e Gervaso. Si tenta pure di aggirare la RAI e di contrattare direttamente con il COI la trasmissione in esclusiva delle olimpiadi del 1984 (in contemporanea al fatto che finalmente nell'agosto 1984 Berlusconi ha acquisito del tutto le sue tre reti. L'ultima è Rete 4, l'acquisizione della quale porta Berlusconi ad una parte di proprietà sulla Mondadori). Gli spot impazzano tanto che vi è una sollevazione di tutti i più noti registi italiani ("Non si interrompe una emozione"). Berlusconi, forte delle sue amicizie "socialiste" volge lo sguardo all'Europa: alla Francia di Mitterand ed alla Spagna di Gonzales. Dopo una breve esperienza, dalla Francia verrà cacciato e nella Spagna risulterà incriminato per alcuni degli stessi reati per cui , lo è in Italia (frode fiscale, corruzione e concussione). Un craxiano in giro per l'Europa (con molte brutte figure) Mitterand aveva ceduto su tutta la linea a Berlusconi-Craxi. Il canale "La Cinq" gli viene assegnato immediatamente (20 febbraio 1986). Addirittura dei 4 canali sul satellite francese, che doveva essere lanciato nel 1986, ben 3 erano stati assegnati a Berlusconi. Ma qui questioni tecniche hanno fregato il Cavaliere. Alcune difficoltà rimandarono il lancio del satellite. Nel frattempo le elezioni furono vinte da Chirac che volle rivedere tutta la normativa sulla diffusione via etere. Anche La Cinq viene ridiscussa per il modo disinvolto con cui è stata concessa e per i vantaggi esorbitanti che gli sono stati assegnati. L'11 aprile 1986 il Consiglio di Stato sospende La Cinq. In Francia si parla di questo canale come della Berluland (con riferimento alla Disneyland). E La Cinq, senza più protezioni politiche, segna il passo. L'11 giugno, il Governo francese revoca la concessione a La Cinq: si attende che il Parlamento si esprima. Ed il Parlamento lo farà nel 1990. Berlusconi insiste con il Belgio e con vari altri Paesi europei: senza successo. Solo in Spagna riesce ad entrare grazie a Craxi-Gonzales, con Tele Cinco (la quale porterà Berlusconi a quanto detto più su). Anche con l'URSS avrà un qualche successo ma solo sul versante della pubblicità nelle reti di Stato (la cosa sembra legata alle pressioni che Berlusconi faceva sulla casa editrice Editori Riuniti per la non pubblicazione del libro che doveva essere pubblicato proprio da quella editrice tra l'86 e l'87, libro che sto qui riassumendo: ritiro di una querela in cambio di buoni uffici del PCI per ottenere il contratto pubblicitario con l'URSS). Il Milan Questa squadra è, nella metà degli anni '80 in gravi difficoltà finanziarie. Vari presidenti succedutisi sono latitanti. Berlusconi tenta di acquisire milanesità attraverso l'acquisto stracciato di questa società chiedendone il fallimento. Nel marzo 1986 Berlusconi entra nella proprietà del Milan (ha speso intorno ai 20 miliardi e si impegna a spenderne altrettanti per potenziare la società). Nel consiglio direttivo tutti suoi collaboratori Publitalia, Fininvest e Collegio di difesa (fuori Rivera). Anche questa impresa è però di sola immagine. Le spese sono di gran lunga superiori alle entrate. Ed
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