L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA

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L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I
         PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
(Riassunto del libro di Ruggeri e Guarino a cura di Roberto Renzetti ad uso di
coloro che hanno l'uso della ragione)

Dagli inizi fino allo sbarco nell'etere.

       Fornisco una estrema sintesi del libro su Berlusconi di Ruggeri e Guarino: G.
Ruggeri, M. Guarino - BERLUSCONI, INCHIESTA SUL SIGNOR TV - Ed. Kaos
1994. È di estrema utilità conoscere le vicende di un tale signore che rappresenta un
grande pericolo per la democrazia in Italia. La misteriosa origine dei suoi finanziamenti
attraverso finanziarie svizzere, la sua ascesa attraverso le protezioni della P2 e del PSI di
Bettino Craxi, il suo coinvolgimento in molteplici procedimenti giudiziari (rapporti con
la mafia, evasione fiscale, falso in bilancio, corruzione, concussione, finanziamento
illecito di partiti,...), i suoi spregiudicati attacchi alla magistratura inquirente di Milano e
Palermo, la sua voglia di azzittire tali magistrati che indagano su di lui, il suo allearsi
con un secessionista, razzista e xenofobo come Bossi (pur di raggiungere i suoi non
nascosti obiettivi), il suo gigantesco conflitto di interessi devono far riflettere ogni
cittadino. Questo è un libro inchiesta di 300 pagine, documentatissimo. Sarà seguito da
un aggiornamento: G. Ruggeri - BERLUSCONI, GLI AFFARI DEL PRESIDENTE - Ed.
Kaos 1995 (altre 300 pagine). Io riassumerò il tutto in una trentina di pagine. Vale la
pena leggere i testi citati per avere un quadro molto chiaro degli "incoffessabili" interessi
del Cavaliere.
L'ANOMALIA BERLUSCONI ED I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
Introduzione

                            C'era una volta la piccola Banca Rasini lombarda in cui
                      lavorava il papà , Luigi, di Silvio Berlusconi. Questa banca fu uno
                      dei partner di Silvio nelle sue prime avventure edilizie degli anni 60-
                      70. Questa banca era il crocevia della "mafia dei colletti bianchi"
                      radicata a Milano e dedita al riciclaggio dei capitali sporchi. La
                      Rasini , nei primi anni 60, aveva garantito una sostanziosa
fideiussione a Silvio Berlusconi per l'acquisto di un terreno in via Alciati a Milano.
Primo aspetto del problema che poi porterà a Dell'Utri e alla sua CONDANNA
DEFINITIVA per collusione mafiosa (ancora non è in galera perché si è appellato
all'immunità parlamentare europea che ancora non si pronuncia sulla sua ammissibilità;
l'immunità italiana è decaduta nell'istante in cui, incautamente, gli avvocati di Dell'Utri
hanno accettato il patteggiamento, perché con esso il condannato decadeva dai pubblici
uffici e quindi da parlamentare). Il secondo aspetto che riguarda il sol dell'avvenir dei
berluscones è l'avventura e l'ambigua genesi romana del gruppo Fininvest, all'ombra di
due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro controllata dalla P2 (loggia segreta e
golpista a cui era iscritto Silvio Berlusconi). Il terzo riguarda il rapporto che i gemelli
Dell'Utri avevano con esponenti di Cosa Nostra ed il legame di Dell'Utri con il
trafficante di eroina e mafioso Vittorio Mangano (assunto come 'stalliere' da Berlusconi
ed ospite in varie cene di Berlusconi e Dell'Utri in ristoranti di Arcore e dintorni). Il
quarto riguarda le scorribande di Berlusconi in terra di Sardegna per il tramite del
prestanome Romano Comincioli, tra loschi affaristi, malavitosi e speculazioni edilizie. In
questa storia entra la sequela di assegni a vuoto e cambiali protestate a firma di Fedele
Confalonieri nel periodo 74-79 e le coincidenze di affari tra Fininvest ed il corrotto
giudice Diego Curtò. Altro aspetto riguarda i vari intrallazzi del cavaliere in banche
estere: il sistema delle scatole cinesi che ha portato a scoprire non le famose 22 ma ben
38 di tali scatole (holding). Vi è infine tutta la sequela di legami con società ombra, con
mafia bianca, con Ciancimino, con Gelli, Calvi. Le cose qui dette sono solo una
piccolissima parte dell'estremo sunto di tutte le cose che si possono leggere con
amplissima documentazione su Ruggeri e Guarino, BERLUSCONI (inchiesta sul signor
TV), Kaos 1994. È utile descrivere la storia di questo libro. Già nell'86 doveva uscire
questo libro per gli Editori Riuniti. Una intervista fatta al Mattino di uno degli autori,
scatenò Berlusconi che chiese rettifiche al giornale. Dopo tali problemi gli Editori
Riuniti (casa editrice del PCI; chi parla di accanimento comunista o è pagato o in
malafede o sciocchino o le tre cose insieme: con il PCI e D'Alema, Berluska è ciò che è)
ritardarono la pubblicazione di un anno (Berlusconi querelò la casa editrice, ma la
querela fu ritirata quando il Cavaliere fece un affare di gestione pubblicitaria in esclusiva
presso la TV dell'URSS). Confalonieri telefonò alla Rusconi (casa editrice presso cui
lavoravano Ruggeri e Guarino) per dire che il libro lo comprava la Fininvest: "Lo
compriamo a scatola chiusa. La cifra la scrivete voi ...". Intanto il libro edito da Editori
Riuniti nell'87 esauriva tre tirature in pochi giorni. Per quanto la cosa fosse interessante,
nel 1987 nessuno avrebbe pensato ad un tal successo di un'opera che trattava di uno dei
tanti italiani arrichitisi con strani e discutibili traffici. Il sospetto era che qualcuno
comprava tutte la copie nelle librerie. Tralasciando la casa editrice, che gli faceva da
garante per affari con l'URSS, l'azione passò contro gli autori: venne intimato loro con
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un comunicato stampa ed a tutti i mezzi di comunicazione di non dar risalto a tale libro.
L'Ordine dei Giornalisti della Lombardia respingeva "l'intimidazione inammissibile e
generalizzata" e per di più preventiva. Berlusconi aggirò il divieto contattando
direttamente direttori di giornali (al direttore della Notte, Giorgianni, telefonò dicendo:
"Parlando di quel libro lei si è giocato la mia stima... Io la riduco in povertà"). Il pezzo
forte sono però le querele presso il Tribunale di Milano (12/05/87) per delle interviste
degli autori a l'Unità ed alla Notte in cui si ritiene diffamato dagli autori del libro, le
querele sono estese ai direttori dei giornali (Giorgianni risolverà presto i suoi problemi,
viene invitato a cena da Berluska ad Arcore, lascia la Notte e passa a dirigere il
settimanale del Cavaliere, Telepiù e Berluska ritira la querela contro di lui). Dopo il
cedimento Giorgianni, il Tribunale di Milano dichiara il non luogo a procedere nei
riguardi di tutti i querelati perché "la richiesta del querelante deve giudicarsi quantomeno
singolare", non si capisce infatti come uno dei querelati, diventato suo dipendente, sia
improvvisamente esentato da querela. Berlusconi viene condannato al pagamento delle
spese processuali. Stessa cosa per la querela contro l'Unità (con la differenza che qui non
vi fu 'acquisto' di direttore). Altre querele perseguiteranno gli autori (al Tribunale di
Verona). Una prima vittoria (di Pirro) è di Berlusconi (di Pirro perché gli autori sono
assolti per insufficienza di prove e sono condannati ad un milione di multa solo per
alcuni aspetti marginali di ciò che hanno scritto, mentre il resto è ritenuto dal Tribunale,
opera implicita nei "doveri professionali del giornalista"). Gli autori del libro ricorsero
contro tale sentenza ed il Tribunale di Venezia li assolve con formula piena e riduce la
multa a 700 mila lire (solo per aver accostato il nome di Berlusconi a reati valutari con
Flavio Carboni). Il Tribunale riconosce corrette tutte le altre cose, rapporti con mafia e
P2, tra l'altro. Nel 93 arriviamo in Cassazione (Verona) per ulteriore ricorso degli autori!
Gli autori vengono assolti su tutti i fronti ed in più è Berlusconi che incappa nella
giustizia (perseguitato nel 1993 perché sceso in campo nel 1994: Dio, se ci sei, benedici
tali giudici comunisti e veggenti!): FALSA TESTIMONIANZA (art. 372 del c.p.p.).
Recita la sentenza:" Il Collegio ritiene che le dichiarazioni dell'imputato [è diventato lui,
il Berluska! n.d.r.] non rispondano a verità ... il Berlusconi ... ha dichiarato il falso
deponendo davanti al Tribunale di Verona [nel precedente primo processo n.d.r.] su
questioni pertinenti alla causa ed in relazione all'oggetto della prova ... Il reato attribuito
all'imputato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia" (quella del 12 aprile 1990 che
dichiarava estinti i reati fino al 24 ottobre 1989). Complimenti Cavaliere!

Prime notizie.

      Berlusconi è educato dai salesiani. Dalle elementari alla maturità studia dai
salesiani [e si nota! n.d.r.]. Si sposa con E. Dall'Oglio il 6/3/65. Nel 1980 conosce
Miriam Bartolini (in arte Veronica Lario [evidentemente ha preso il rapporto con
Berlusconi come una recita, visto che continua a farsi chiamare con il nome d'arte]). Per
un poco di tempo il cattolico Berluska mantiene una relazione con Miriam che manda a
vivere in Via Rovani (MI) ed ogni tanto a Portofino, mentre la moglie ed i figli vivono
ad Arcore [villa ottenuta grazie alla Grande Truffa che Previti ha organizzato alle spalle
della giovane erede Casati Stampa che l'avvocato aveva sotto tutela; vedi Cap. 3, pagg.
79-104]. Nel 1984 nasce il primo figlio di Berluska dalla Bartolini. Padrino al battesimo
è Bettino Craxi. L'8/10/85 c'è la separazione dalla prima moglie, proprio quando la
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cicogna annuncia un nuovo figlio con Miriam. La prima uscita pubblica dei due è del
15/11/86. Nell'88 siamo al 5º figlio di Miriam (mentre Berlusconi è in Tribunale a
Verona a discutere della querela contro gli autori di questo libro). La Bartolini è oggi
legittima consorte di Berlusconi. Per la Chiesa è un bigamo, ma è apprezzatissimo da
tutte le eminenze. Miriam e figlioli vivono a Macherio, mentre Berluska e prima
figliolanza vivono ad Arcore.

       Come ha fatto Berlusconi a diventare un finanziere paragonato da molti all'epoca a
Calvi e Sindona? Seguiamo qualche pista del libro. Laureato in legge con una tesi sulla
pubblicità è occupato come factotum in una azienda di costruzioni (siamo nel 1961).
Carlo Rasini (titolare di una piccola banca in cui lavora il padre Luigi) è colui che gli
apre la pista. Gli presta i soldi per l'acquisto insieme ad un socio (R. Canali) di un
terreno in Via Alciati a Milano (il costo è di circa 5 miliardi attuali). Berlusconi mette
nell'affare circa 200 milioni attuali che gli dà il padre. Gli affari di Via Alciati vanno
bene, nel periodo del boom economico. Nel 63 Berlusconi è già un palazzinaro rampante.
Ma i denari provenienti da via Alciati non giustificano le grandi disponibilità finanziarie
di Berlusconi in quel periodo: mette in cantiere a Brugherio, addirittura un progetto di
quartiere residenziale per 4000 abitanti. Ad un certo punto Berlusconi non edifica più ma
inizia ad appaltare (è stato definito un finanziere senza soldi). Berlusconi si incaricava
dei permessi ed appaltava i lavori. I Botta che lavoravano come costruttori per lui alla
Edilnord affermano: "Dei soldi è meglio non parlare: non sta bene curiosare su chi c'è
dietro le società ... Inoltre non chiedete se ha guadagnato con Brugerio. Chiedetelo a lui
e vedrete come si arrabbia." La Banca Rasini è stata certamente importante ma il vero
contributo all'esplosione di Berlusconi viene da una misteriosa finanziaria svizzera.
Nella Edilnord (s.a.s. di accomandita semplice) Berlusconi è solo socio d'opera, il che
prevede che vi siano soci di capitale (la Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag
domiciliata a Lugano e legalmente rappresentata dall'avvocato svizzero Renzo
Rezzonico. Non c'è modo di sapere chi c'è dietro tale finanziaria. Fonte segreta dichiara
gli autori: "All'improvviso [varie s.r.l. della Lombardia] deliberano vari aumenti
sproporzionati di capitale. La cosa puzza. Se poi l'aumento viene sottoscritto con denaro
giacente nella Confederazione elvetica, allora la quasi certezza che si tratta di soldi della
mafia, ricavati soprattutto dal traffico di droga". Tal cosa era stata appurata dal giudice
istruttore di Palermo Rocco Chinnici e dal Vicequestore Ninni Cassarà (cassaforte della
mafia il Canton Ticino). Per indagare tal cosa verranno uccisi in due attentati a Palermo
nell'83 e nell'85.Il giornalista Giuseppe Fava scriverà ripetutamente sul settimanale
catanese 'I siciliani' di legami tra questi soldi e mondo politico e verrà anch'egli
assassinato. Nonostante i soldi svizzeri Brugherio non sarà un affare. Berlusconi venderà
il tutto al Fondo Previdenza dei dirigenti commerciali in un momento in cui si iniziano a
porre di vincoli all'edilizia selvaggia e a regolamentare il tutto per legge ed a tassare
adeguatamente i profitti (siamo al primo centro sinistra Moro-Nenni). A questo punto
occorre diventare grandi imprenditori, le mezze calzette saltano. E Berlusconi riesce a
fare il salto. Si libera dei soci italiani e "forte di misteriosi e ingenti finanziamenti
provenienti da Lugano si appresta al grande salto di Milano 2.

Attività edilizia
L'area su cui nascerà Milano 2 ad opera della Edilnord s.a.s. apparteneva al Conte
Leonardo Bonzi. Aveva ottenuto le licenze di urbanizzazione per valorizzare i suoi
terreni. Aveva solo costruito 5 villette su quell'enorme pezzo di terra. Mentre era in varie
trattative, concluse rapidamente con l'offerta Edilnord a seguito di misteriosi atti
vandalici alle villette con annesse intimidazioni e minacce. Ma la giunta provinciale
pone il veto al megaprogetto che il Comune di Segrate aveva approvato nel 1969. È
questione di tempo. Nel '72 decade la giunta provinciale e le sue competenze passano
alla Commissione regionale di controllo (di nomina politica e non elettiva). Con i politici
l'accordo è facile. Il sindaco socialista di Segrate firma una nuova licenza e la
Commissione regionale ratifica in un baleno . Iniziano i lavori che si concludono nel 79
(il modello di edilizia abitativa è quello previsto dal Piano di rinascita democratica della
P2 di Gelli che prevede comprensori sul modello svedese). Chi finanzia Milano 2?
Ancora i misteriosi capitali svizzeri. Ma non solo. Buona regola di ogni palazzinaro è
liquidare la società ad operazione avviata alla conclusione. Così farà Berlusconi con la
Edilnord che viene liquidata l'1 gennaio 1972. Gli utili dell'intera operazione sono di 4
milioni di lire (712000 metri quadri e 2,5 milioni di metri cubi costruiti di edilizia
residenziale; 2.500 appartamenti). Insieme ad accantonamenti vari fanno circa 13 milioni
che vengono depositati alla Banca Rasini. Morta quella Edilnord ne rispunta un'altra che
era stata fondata nel 68 con nome leggermente diverso ed intestata a Lidia Borsani,
cugina di Berlusconi. Le caratteristiche di accomandataria (colei che mette l'opera) di
Lidia prevedono che l'accomandante (colui che finanzia) sia un'altra finanziaria svizzera
con stesso fiduciario dell'altra (Rezzonico). La nuova finanziaria è la Aktiengesellschaft
für Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag di Lugano. La società Edilnord continua
con passaggi di proprietà a prestanome di famiglia, i capitali crescono; nel 1977
accomandatario diventa Umberto Previti incaricato di liquidare subito la società (1º
gennaio 1978). Nasce ora la Milano 2 s.p.a. insieme alla Italcantieri s.r.l. (che era nata
nel 73 con capitale interamente svizzero, ma era restata parcheggiata) cui affluiscono
ingenti finanziamenti dalla Svizzera. Nella Italcantieri il rappresentante di Berlusconi è
Luigi Foscale (cugino di Berlusconi). Nel 75 la Italcantieri da s.r.l. diventa s.p.a. e a
Foscale subentra lo stesso Berlusconi, nel frattempo si registrano altri aumenti di capitale.
Abbiamo già detto dei rapporti di Berlusconi con la banca Rasini che era una banca con
un solo sportello fiduciaria della "mafia finanziaria" o dei colletti bianchi. Un blitz di
polizia e finanza del 14/2/83 porta alla luce svariati intrecci di denaro sporco e collegato
a riciclaggi mafiosi attraverso gioiellieri, tra gli arrestati e poi condannati diversi
"clienti" della Rasini. Una serie di operazioni finanziarie della Edilnord all'epoca
permettono di identificare la provenienza dell'altra parte di capitali utilizzati da
Berlusconi per edificare Milano 2. Nel 74 si era costituita a Roma l'Immobiliare San
Martino con amministratore unico Marcello Dell'Utri e con soci fondatori Società facenti
capo alla Banca Nazionale del Lavoro. Questa immobiliare nel 1977 si trasforma in
Milano 2 s.p.a, la sede sociale viene trasferita a Segrate ed il controllo passa alla
Fininvest. Il capitale viene progressivamente aumentato (arriva a 2 miliardi nel 78)
mentre gli scoperti con le banche sono di oltre 7 miliardi. Durante il 79 la Milano 2
ottiene tre ipoteche per complessivi 13 miliardi dal Credito fondiario di Roma e
dall'Istituto San Paolo di Torino. Inizia una ragnatela di società che cambiano nome,
aprono e chiudono, si trasferiscono e spariscono. Il tutto sempre alimentato da un fiume
di anonimo denaro proveniente dalla Svizzera. I cambi societari e le varie spese
aumentano a dismisura i debiti delle società-fregoli. L'esposizione bancaria diventa così
ingente che non vi è più proporzione tra mezzi propri e debiti contratti. U. Previti nel 79,
davanti al Tribunale di Roma dichiara che i debiti che la Fininvest Finanziaria ultima
nata (a Roma) delle varie società che cambiano nome e sede si sono ridotti a circa 21
miliardi. Nella pratica la Fininvest Finanziaria è una scatola vuota ma si avvia a
diventare la cassaforte del gruppo. Questa Fininvest non ha dipendenti. Il tutto viene
rimandato a quando vi sarà la fusione con la Fininvest di Milano. Nel luglio 79 avviene
la fusione e viene sostituito l'amministratore unico con un consiglio di amministrazione:
SilvioBerlusconi presidente, consiglieri Paolo Berlusconi (fratello di Silvio) e Luigi
Foscale (cugino). Il capitale sociale viene portato a 52 miliardi. Ma chi sono i proprietari
Fininvest? Due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro (Servizio Italia e Società
azionaria Fiduciaria). Ma chi opera dietro le due fiduciarie ? Questo lo vedremo quando
parleremo di P2. Ora è interessante osservare che la Fininvest, a partire dalla fine degli
anni 70 inizia a spaziare in settori diversi dall'edilizia. Passa a parcheggi ed a ristoranti,
attrezzature alberghiere residenziali, la gestione di impianti sportivi. Nasce Telemilano
all'interno di Milano 2 come TV condominiale. Si infila nell'editoria con l'Efin e con "Il
Giornale Nuovo" di Montanelli. Il Piano di rinascita democratica si va sempre più
delineando per quello che Gelli aveva detto in una intervista al Corriere della Sera.
L'intera società affaristico-finanziaria dell'epoca è ben descritta dall'allora governatore
della Banca d'Italia, Guido Carli: "I principali industriali privati hanno distribuito soldi ai
partiti, attraverso gli anni, affinché le leggi che avrebbero limitato la loro libertà di
azione non si facessero". Berlusconi sa come inserirsi in questo mondo e progetta
Milano 3 a sud di Milano. Tutta la vicenda delle urbanizzazioni a sud di Milano
porteranno nell'86 alle dimissioni del sindaco craxiano Carlo Tognoli. Berlusconi avvia
anche la costruzione del Centro commerciale "il Girasole" intervenendo in modo
disinvolto nella politica edilizia di piccolissimi comuni (400 miliardi per costruzioni che
interessano 650000 metri quadrati nel comune di Lacchiarella). Ma le cose non filano
bene: l'invenduto supera il 60%. Nell'ottobre 1986 interviene un miracoloso accordo con
la Fiera di Milano che affitta il complesso per 6,5 miliardi l'anno portando 39 miliardi
alle casse di Berlusconi.. La cosa provoca l'ira di concorrenti e dei commercianti che
contestano quella scelta per ragioni logistiche. Da questo momento Berlusconi inizia lo
sbarco in Sardegna per costruire un megavillaggio turistico a sud di Olbia. Il problema
nasce perché parte di quel territorio è di proprietà regionale. Ma il sindaco socialista di
Olbia, Antonio Cacciu, dice che la cosa lo entusiasma. Nel 1980 inizia l'acquisto dei
terreni (per le transazioni si serve del plurinquisito Flavio Carboni). Il comune di Olbia
dà le licenze ... "Solo in un secondo tempo emergeranno più evidenti e circostanziati gli
ambigui e loschi percorsi dell'avventura berlusconiana in Sardegna al seguito del
faccendiere Flavio Carboni, con contorno di esponenti della malavitosa Banda della
Magliana, tra criminalità organizzata, massoni, bancarottieri e mafiosi." Con la Sardegna
si chiude la vicenda immobiliare di Berlusconi. Vicenda analoga a quella di molti altri
palazzinari che, ad un certo punto, dovettero dirigere lo sguardo verso altre attività.

L'ingresso nelle TV

     Nel 1974 la TV condominiale via cavo Telemilano s.r.l. inizia le trasmissioni. Per 4
anni vivicchia. Poi nel 77 inizia a trasmettere via etere e si trasforma in s.p.a. Si associa a
Berlusconi, Adriano Galliani (esperto nel settore di frequenze TV). Vengono acquistate
attrezzature a bassa frequenza (quelle da studio TV), ripetitori in grado di coprire la
Lombardia e le frequenze 38 e 58. Il 30 settembre 78 è il termine previsto per le
sperimentazioni e per poter trasmettere. È importante notare che Berlusconi si è già
iscritto alla P2 (26/1/78) che nel suo Piano di Rinascita Democratica (PRD) sviluppato
da Gelli tra il 75 ed il 76 prevede: "Immediata costituzione della TV via cavo" da
"impiantare poi a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del
Paese". La Corte Costituzionale, nel 76 ammette la possibilità di trasmettere in ambito
locale. Nel 1980 la stessa Corte ammette la possibilità di trasmettere via etere ma solo
sulle bande di frequenza assegnate dalle Poste (il PCI si batterà per avere da subito una
regolamentazione "per evitare che si arrivi ad un giungla dell'etere"). Quindi sotto la
stella P2 nasce sua emittenza e sotto la protezione di Bettino Craxi che quasi in
contemporanea diventa segretario del PSI (mandando in soffitta i socialisti onesti e di
qualità come De Martino), suo intimo amico (e poi anche parente acquisito) dall'inizio
degli anni 70. Berlusconi acquista molti film e con essi inizia ad influenzare molte
piccole emittenti locali inserendole in un suo circuito in cambio di pellicole (con
pubblicità già inserita) e materiale per programmazione (si esegue alla lettera il PRD).
Nel 79 vengono spesi circa 10 miliardi in pellicole ed in investimenti nel settore TV. Le
emittenti private che entrano nel circuito di Berlusconi trasmettono film con la pubblicità
inserita a pochissimo prezzo. Gli introiti pubblicitari sono per la nascente Publitalia
(1980). Il fine che si raggiunge è oltre al guadagno entrare ad influenzare politicamente
tali emittenti che in grandissima parte affluiscono nel circuito. Anche Rusconi e
Mondadori entrano nel settore TV. Si tratta di fagocitare le oltre 350 emittenti locali. Ma
Berlusconi vince su tutti grazie alla sua inesauribile disponibilità di denaro proveniente
da oscure finanziarie svizzere (nel 77 Berlusconi dichiara a Repubblica che metterà a
disposizione le sue TV alla destra democristiana ed anticomunista: o era un veggente o
già aveva avuto rapporti con Gelli poiché quelle stesse cose sono nel PRD). Chi canta le
lodi di Berlusconi è l'altro P2, Roberto Gervaso (sprezzante, come suo costume, del
senso del ridicolo) "Dove voglia arrivare Dio solo lo sa. Dio solo e lui, Silvio
Berlusconi". Intanto entra ne "Il Giornale Nuovo" prima con il 12% , subito arrivato al
37%. L'operazione è chiaramente politica (la società editrice di Montanelli è in grave
deficit). Infatti già nell'85, quando si conosceranno i nomi degli appartenenti alla P2, si
avrà l'insorgere di tale foglio (uno dei tre durissimi articoli sarà di Montanelli che
definisce Gelli un magliaro). A tale articolo risponde il latitante Gelli ricordandogli gli
incontri avuti con Montanelli all'Excelsior, l'averlo garantito presso il Banco
Ambrosiano e l'averlo fatto incontrare direttamente con Roberto Calvi (P2) per avere
finanziamenti per il suo "Giornale". Sul finire del 79 viene fondato Canale 5 music, con
vari prestanome che si succederanno. Nell'80 nascono altre società (affluiscono molti
miliardi per queste operazioni che hanno costi elevati). In un convegno dell'Unione
Industriali di Torino ammette di avere investito oltre 40 miliardi e di disporre di 10
emittenti di proprietà e di 10 affiliate (Canale 5 è tra queste ultime). Ha comprato oltre
seimila ore di film e materiale filmico di vario genere negli USA. Qual'è il segreto del
successo di Berlusconi? Esso è custodito in gran parte nella Loggia P2 ed in gran parte
nei forzieri di alcune banche svizzere. La Domenica del Corriere lo esalta ma la sua
editrice, Rizzoli, è in mano alla P2 (in questi giorni è morto uno dei dirigenti, Tassan
Din). Anche il direttore della Domenica del Corriere è P2 (Paolo Mosca). In un
documento che Gelli invia a Berlusconi nel 1980, il gran maestro afferma che è
imperativo degli iscritti la massima segretezza, disinvoltura ed indifferenza. Non serve
neppure smentire. Basta dire che sapevo di tali dicerie ma non mi sono occupato di
smentirle perché sono palesemente infondate. Ed ora passeremo all'anticomunismo di
Berlusconi (prima uscita in tal senso nel 1977) in concomitanza con le aperture di Moro
a Berlinguer su possibili governi con appoggio esterno del PCI (è una fortuita
coincidenza che le finalità BR coincidessero con quelle di Berlusconi: tali governi non si
devono fare! occorre impedirlo in ogni modo! Le BR hanno poi ucciso Moro ....) ed in
concomitanza con analogo anticomunismo di chi stava diventando segretario del PSI,
Bettino Craxi e che era interessato a dialogare con le BR. Ma, prima di proseguire è
indispensabile un giudizio sull'operato delle banche svizzere. Tale giudizio è di Jean
Zigler, deputato al parlamento svizzero e docente di sociologia all'Università di Ginevra.
Egli sostiene:" Le centinaia di miliardi di dollari provenienti dal Congo, dalle Filippine,
da Haiti e da molti altri Paesi del Terzo mondo... che transitano su conti segreti prima di
raggiungere i mercati borsistici dell'Occidente, sono il sangue e la miseria dei popoli di
tre continenti. Mentre in Africa, in America Latina ed in Asia i bambini si prostituiscono
e muoiono di fame, mentre le famiglie si sfasciano e gli uomini e le donne cercano
invano un riparo o un lavoro, i miliardi della corruzione, dell'evasione fiscale, del
saccheggio si accumulano sui conti delle élite dirigenziali di quei Paesi. Come Moloch,
l'oligarchia bancaria multinazionale si nutre della carne e del sangue dei popoli
prigionieri, costretti al tributo dei tre continenti più poveri del nostro pianeta".

Berlusconi ed il PSI di Craxi

       Nel 77 Berlusconi dichiara:" Il PCI deve stare all'opposizione. Per andare al
governo non bastano solo le attestazioni di fede democratica. Oggi la base del PCI è
ancora affascinata dal modello sovietico e sogna pane e cipolle per tutti... La vera
alternativa è la DC, ma una DC che permetta al PSI di tornare al governo, ... coagulando
la sinistra anticomunista della Base e di Forze Nuove, la Coldiretti e Comunione e
Liberazione..." [ricordo che era l'epoca dei monocolori DC che si sostenevano sulla "non
sfiducia" del PCI di Berlinguer, in un momento storico in cui si ritenne di dover far
fronte all'attacco delle BR con un blocco compatto delle due forze di maggior tradizione
popolare in Italia, la DC ed il PCI. n.d.r.]. Siamo in coincidenza con l'elezione di Craxi
alla segreteria PSI (1976). E Berlusconi ha stretto in precedenza patti importanti con vari
socialisti lombardi, tra i quali spicca il regista del Piano intercomunale milanese Silvano
Larini (poi arrestato nell'inchiesta Mani Pulite per essere stato collettore di tangenti per il
PSI) che gli aveva fatto conoscere Craxi. Tra il 76 ed il 78 vi è un'azione congiunta Gelli,
Berlusconi, Craxi per il potere. Gelli infiltra suoi uomini nei gangli vitali dello stato, a
Berlusconi viene affidata la gestione dei mass media attraverso la Fininvest, Craxi viene
indicato come possibile referente della P2 (sarà eletto alla segreteria PSI con il
"tradimento" al segretario De Martino" da parte di un uomo della sua corrente, Enrico
Manca - iscritto alla P2 - che si schiererà con Craxi, ripagato poi abbondantemente con
la Presidenza RAI, altro pezzo che doveva cadere sotto il controllo P2). Gelli influenzerà
l'elezione di Craxi anche attraverso i massicci finanziamenti che farà affluire alla sua
corrente da parte del piduista Roberto Calvi, Presidente del Banco Ambrosiano. E Craxi
esegue. Già nel 79 annuncia una riforma dello stato in senso presidenziale. Quando
nell'81 Calvi dalla galera (dove si trovava per aver provocato la bancarotta della sua
banca, anche in relazioni a finanziamenti concessi allo IOR, Banca del Vaticano) dirà
che aveva versato 16 milioni di dollari in Svizzera nel Conto Protezione (intestatario
Craxi), lo stesso Craxi interverrà alla Camera con estrema durezza contro la magistratura
che aveva osato arrestare il banchiere e che stava scoperchiando la maleodorante pentola
P2. Craxi e Berlusconi ascendono sostenendosi a vicenda. Craxi crescerà, oltreché per
azioni di corruzione e concussione, per il sostegno delle TV di Berlusconi. Quest'ultimo
riuscirà a potenziare le sue TV ed a sbaragliare la concorrenza RAI (con conseguenze
gravissime anche sulla stampa, a seguito del diverso indirizzo che prendono le risorse
pubblicitarie) grazie al sostegno politico di Craxi. Nell'83 Craxi arriva alla Presidenza
del Consiglio. Tra l'83 e l'86 si rifiuta di rinnovare il C.d.A. della RAI, con l'effetto di
congelarla. Al rinnovo di tale Consiglio si procederà nell'86 con Manca alla Presidenza,
e Manca procederà in modo da favorire l'ascesa della concorrente Fininvest.

      Il 16/10/1984 i pretori di Roma, Torino e Pescara dispongono l'oscuramento di
Canale 5, Rete 4 ed Italia1, si tratta di reti illegali. Craxi (fatto senza precedenti nella
storia d'Italia) in 48 ore fa il "Decreto Berlusconi" che rende transitoriamente legali le 3
reti e che ne consente la ripresa delle trasmissioni. Il 28 novembre il Decreto suddetto
viene dichiarato incostituzionale e bocciato dalla Camera. Il governo Craxi con una
protervia unica lo reitera (6 dicembre) ed il Parlamento lo approverà per evitare la crisi
di governo minacciata da Craxi. Da quel momento e fino al 92 le reti Fininvest
diventano un gigantesco spot per il PSI di Craxi. Analoga sorte per "Il Giornale". In
questi anni si tenta la Scalata al Corriere della Sera (fallita) ed al gruppo editoriale
Mondadori-Espresso-Repubblica (parzialmente riuscito con l'acquisizione di Mondadori
e del settimanale Panorama). Il Piano piduista sta marciando a gonfie vele. Agli inizi
degli anni 90 con la caduta di Craxi sotto una pioggia di avvisi di garanzia per corruzioni
concussioni e finanziamenti illeciti (è l'immunità parlamentare che lo salva dalla galera),
si rompe forzatamente il sodalizio con Berlusconi. Nel 93, quando la Camera negherà
l'autorizzazione a procedere contro Craxi, Berlusconi gli darà pubblicamente la sua
solidarietà (voleva tranquillizzare un detentore di svariati segreti relativi alla Fininvest?).

Nella P2

      Chi milita nella loggia segreta Propaganda 2, più in breve P2? Vi sono parlamentari
(tra cui Pietro Longo che sarà Ministro delle Finanze nel 1º Governo Craxi), giornalisti,
alti gradi delle forze armate, funzionari dello Stato (soprattutto Ministero del Tesoro e
delle Finanze), dirigenti dei servizi segreti, magistrati, imprenditori, banchieri, editori e
Berlusconi (tessera 1816). Lo scopo della P2 di Licio Gelli era di frenare l'avanzata del
PCI di Berlinguer (le trame di tale loggia nel sequestro e l'assassinio di Moro e scorta
sono analizzate da S. Flamigni in "La tela del ragno" - Ed. Kaos). E a tal fine grande
importanza era assegnata all'informazione. Occorreva, in un primo tempo, individuare 3
o 4 giornalisti per ogni mezzo di informazione su cui puntare. Questi dovevano fungere
da Cavalli di Troia per spostare simpatie verso politici piduisti. In un secondo tempo
occorreva impadronirsi dei mezzi di comunicazione più influenti. Particolare attenzione
andava alla Rai TV che andava dissolta in nome della libertà di antenna. Essa andrà
sostituita da altre TV che dovranno entrare casa per casa ad influenzare l'italiano medio.
È interessante notare che il Piano di Gelli contiene un diretto riconoscimento a
Berlusconi quando afferma che è necessario cambiare anche modello edilizio attraverso
città satellite in modo da poter controllare meglio l'italiano medio. Nell'81 scoppiò lo
scandalo P2 e Berlusconi tentò di minimizzare la sua appartenenza a tale entità segreta
ma riuscì solo a prendersi una condanna per falsa testimonianza. Sono le banche gestite
dalla P2 che forniscono capitali a Berlusconi "al di là di ogni merito creditizio". Da
ambienti piduisti Berlusconi acquista (estero su estero)Sorrisi e Canzoni TV, il più
diffuso settimanale italiano. La P2 verrà sciolta perché ritenuta una associazione a
delinquere (Sandro Pertini). Gelli diventerà latitante in Svizzera. Si scoprirà in seguito
che la P2 risulta coinvolta in numerose inchieste giudiziarie relative a stragi, attentati,
omicidi politici, corruttele. Solo Berlusconi nel 1988 avrà il coraggio di affermare:
"Sono sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente
addebitati a Licio Gelli...".

Le fiduciarie occulte ed ancora P2

      La prima pietra dell'impero di Berlusconi viene messa a Roma nel 74 (Società
Immobiliare San Martino). All'atto costitutivo partecipano, oltre a due finanziarie
parabancarie della BNL (Servizio Italia e Compagnia Fiduciaria Nazionale), Marcello
Dell'Utri che un rapporto della Guardia di Finanza del 1981, dalla sua amicizia con
Vittorio Mangano, individua in due società milanesi gestite dallo stesso Dell'Utri, società
gestite dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare denaro sporco. Dell'Utri aveva
iniziato come dipendente del costruttore siciliano Rapisarda e, quest'ultimo, sosterrà poi
di essersi associato con Dell'Utri per espressa indicazione del boss mafioso Bontade. La
San Martino si trasformerà successivamente in Milano 2 e si trasferirà a Milano (questi
nascondini con le società saranno una costante degli affari di Berlusconi). La Fininvest
nasce a Roma nel 75 e viene nello stesso anno trasferita a Milano. La Fininvest
acquisterà il controllo via via di tutte le altre società (Milano 2, Edilnord ed Italcantieri).

      Non vi sono tracce dei bilanci Edilnord liquidata da Umberto Previti e non si
capisce quali vantaggi economici siano andati ai finanziatori svizzeri. Alla fine degli
anni 70 vi è un vorticoso nascere e morire di varie società. Con fusione definitiva nella
Fininvest di Milano (giugno 79). A partire dal 77 (abbiamo già visto, la Fininvest inizia
ad accaparrarsi editoria ed in seguito TV. Chi c'è veramente dietro queste società poi
confluite nella finanziaria Fininvest? Dell'Utri, uno dei primi soci fondatori, è nell'orbita
palermitana del mafioso sindaco della città Vito Ciancimino e partecipa alla fondazione
dell'impero portatore di precisi interessi. Dietro le due finanziarie della BNL non si può,
per legge, sapere chi c'è. Quando si costituisce la Fininvest Roma, vengono costituite 22
holding intestate a prestanome. Si hanno cambiamenti di nome, di finalità statutarie.
Fino all'intestazione delle medesime al cugino di Berlusconi Luigi Foscale. Da questo
momento le 22 holding diverranno il vero oscuro e misterioso cuore della Fininvest. Ad
un certo punto della Storia Dell'Utri lascerà l'Immobiliare San Martino (1977) e
riapparirà come amministratore di una società che gestisce i terreni dove dovrà sorgere
Milano 3, società che gioca anch'essa a nascondino con cambiamenti continui di sede ed
aumenti continui di capitale. La presenza di Dell'Utri garantisce comunque gli interessi
di Don Vito in gran parte del Nord d'Italia. La presenza della finanziaria parabancaria
Servizio Italia riporta al bancarottiere e piduista Michele Sindona (che opererà attraverso
di essa in molte operazioni finanziarie collegate con la P2 e con il paradiso fiscale di
Nassau Bahamas). Essa è direttamente collegata alla P2 . Come del resto la Compagnia
Fiduciaria. Si tratta delle due società che debbono gestire il denaro per il Piano di
Rinascita Democratica (PRD). E tutto ciò poteva avvenire all'ombra della più grande
banca italiana la BNL che aveva tra i suoi massimi dirigenti ben nove piduisti, oltre ad
essere gestita da uomini del PSI (Aniasi nel 63, Donati nel 66, Nesi nel 78, Ravenna
nell'80 con Donati e Nesi che ne diverranno anche Presidenti). Altro braccio operativo
del PRD è il gruppo Fininvest finanziato dalla BNL e da altre banche infiltrate da
piduisti. Vi è una sarabanda di spostamenti di denaro ed aumenti di capitale. Un giro
complicatissimo da seguire ma certamente orchestrato in ogni dettaglio, di modo che,
alla fine non si sa chi ci sia davvero dietro le finanziarie parabancarie della BNL. Una
cosa è certamente evidente, nonostante le smentite di Confalonieri: non è stato
Berlusconi a creare la Fininvest, ma è la Fininvest delle fiduciarie e delle banche piduiste
ad imporre il piduista Berlusconi alla ribalta dell'imprenditoria nazionale. È significativo
che, quando Berlusconi assume la presidenza della Fininvest è affiancato da 'controllori'
della BNL Holding tra cui Umberto e Cesare Previti. La struttura del gruppo evolverà in
seguito su due direttrici: mantenere coperta la reale proprietà del gruppo ed eludere il
fisco. Le 22 iniziali holding (secondo lo stesso Foscale) servivano a garantire un
risparmio impositivo del 30-40%, erano scatole vuote che servivano solo a spartirsi i
guadagni, a garantire l'anonimato dei proprietari e ad eludere la progressività delle
imposte che restava invece ad un misero 10%. Quindi una intricata struttura a ragnatela
di società, fiduciarie, scatole vuote, prestanome, holding, con incredibili incroci azionari.
Si tratta di "fenomeni patologici da colpire perché rappresentano la degenerazione
patologica del sistema dei raggruppamenti d'imprese".

Il Far West delle TV

      Abbiamo già visto come è nata la concentrazione mediatica nelle mani di
Berlusconi. Abbiamo anche visto a quali fini operasse (braccio informativo del PRD) ed
abbiamo anche viste che il fine ultimo è il dissolvimento della TV pubblica, la RAI. Gli
ultimi due obbiettivi si possono perseguire in simultanea sottraendo noti personaggi alla
TV di Stato. Si inizia con l'ingaggio di Mike Bongiorno, poi di Corrado, quindi di Sabani,
e via via molti altri a colpi di miliardi. Poi occorre colpire nello sport e Berlusconi inizia
con l'aggiudicarsi "il mundialito", sempre pagando molto di più della RAI. Riesce poi,
per l'agilità delle sue strutture, ad entrare nel mercato USA degli acquisti, battendo
sempre la RAI. Stipula contratti con ABC, CBS, NBC facendo salire i prezzi a livelli
inverosimili. Trasmette ogni filmato USA infarcendolo di pubblicità . Inizia l'era delle
telenovelas. Inizia l'era del cattivo gusto che entra imperando con programmi al limite
della decenza. Occorre soddisfare l'audience e sbaragliare la RAI. La Publitalia è il cuore
finanziario Fininvest che porterà montagne di denaro all'impresa distorcendo il mercato
in modo da penalizzare duramente la carta stampata in favore delle TV (in
contemporanea la RAI deve pagare un oneroso canone per la concessione dell'etere;
Berlusconi una cifra ridicola; alla RAI vengono posti limiti alla raccolta pubblicitaria,
alla Fininvest nessun limite: il potere politico fa la sua parte, a fronte di lauti compensi).
La Publitalia è in mano a Marcello Dell'Utri. Questi l'ha organizzata come una setta ed i
venditori di spazi pubblicitari sono talmente bravi che ora stanno entrando alla guida
delle regioni italiane.

      Nonostante ciò Berlusconi si va indebitando ed un anno di crisi è l'81: ha un grosso
scoperto bancario; il mercato edilizio è fermo; egli ha molto invenduto; le spese TV
superano i ricavi; i suoi finanziatori delle banche P2 saltano per lo scandalo che esplode
proprio quell'anno. Berlusconi è scoperto ed ha bisogno di nuove fonti di finanziamento.
Nei primi mesi dell'82 Berlusconi entra in un mercato definito del risparmio alternativo.
Berlusconi, con i certificati immobiliari, prende soldi senza assumere rischi da incauti
investitori. Fornisce a garanzia i suoi beni immobili con le valutazioni eseguite dalle
stesse società di Berlusconi. Inoltre con i certificati finanziari ottiene prestiti che sono a
priori una perdita per chi li acquista.. Infine entra nel mercato degli investimenti conto
terzi. In tutte queste operazioni continua la girandola delle società con bilanci in cui non
si riesce a raccapezzare nulla. Una delle operazioni che vengono avviate nell'82, per
avere fidi bancari e la fiducia della Consob è l'acquisto dalla Rusconi per 30 miliardi di
Italia 1. Società rimessa sul mercato azionario, con il nome di Rete 10, per 100 miliardi
con una relazione in cui si dice che sono garanzie il fatto che nella rete lavorano Edwige
Fenech e Loris del Santo oltre al fatto che la presidenza è affidata ad Indro Montanelli.
In Borsa la sortita di Berlusconi è presa con ilarità. Ma i suoi venditori arrivano, si dice ,
oltre che a vendere azioni porta a porta, anche a prostitute di Pordenone. Sono dell'epoca
altre funambolate finanziarie ancora tutte da indagare che vedranno il governo dover
intervenire per regolare il settore. A partire dall'83 Berlusconi entra nel mondo della
normale intermediazione finanziaria. Continuano comunque le difficoltà, sia
nell'invenduto edilizio, sia con i debiti accumulati con le TV, sia con lo scoperto
bancario. Segue il suo rastrellamento di fondi con un vero e proprio supermercato dei
titoli che gli consente di avere liquidità anche se del tutto insufficiente. Il problema
finanziario del quale non si riesce a venire a capo è di utili di una società Fininvest che
vanno in prestito ad altra società che poi ripresta alla prima. Moltiplicando questa
operazione per un numero elevato di società è pressocché impossibile stabilire quanto
denaro vi sia realmente.

Aiuto dalla Sicilia

     Abbiamo già parlato dei rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri, Rapisarda, Bontade e
Ciancimino. Entriamo ora in un'altra storia che ha come interprete principale Dell'Utri ed
un suo amico mafioso (trafficante di eroina), siciliano, residente a Milano, Vittorio
Mangano.

      Dagli atti della Procura della Repubblica di Palermo sui legami di Marcello
Dell'Utri con Cosa Nostra (L'onore di Dell'Utri, Ed. Kaos, 1997) si legge di una
intervista rilasciata dal Giudice Borsellino al giornalista Jean Claude Zagdoun il giorno
21 maggio 1992 (2 giorni prima che Falcone, Morvillo e gli uomini della scorta
saltassero in aria a Capaci). A domanda del giornalista, Borsellino risponde: " Si
accertò ... che Mangano risiedeva abitualmente a Milano città da dove, come risultò da
numerose intercettazioni telefoniche, costituiva UN TERMINALE DEI TRAFFICI DI
DROGA CHE CONDUCEVANO ALLE FAMIGLIE PALERMITANE." A nuova
domanda, Borsellino risponde:" ...Vittorio Mangano... risulta l'interlocutore di una
telefonata intercorsa tra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con un
altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una
partita di eroina chiamata alternativamente ... come 'magliette' o 'cavalli'. Il Mangano è
stato poi...condannato per questo traffico di droga .... a 13 anni e 4 mesi di reclusione e
700 milioni di multa...La sentenza di Corte d'Appello confermò questa decisione di
primo grado".[Primo arresto il 05/05/1980. Poi, insieme ad altri mafiosi, il 15/02/83.
Scarcerazione nel 1990]. Il P.M. chiede a Dell'Utri che cosa si debba intendere per
'cavallo' e Dell'Utri parla di un equino di nome Epoca che doveva comprare Berlusconi.
Dichiarazioni rese dal camorrista Cozzolino alla Procura di Napoli il 14/09/1995: "Nel
1979 [tra noi napoletani ed altri mafiosi palermitani] sorse il problema di come investire
circa 70 miliardi di lire, provento di traffico [di eroina verso gli Stati Uniti].
[Decidemmo] che i soldi sarebbero stati affidati a Vittorio Mangano e Marcello Dell'Utri,
cioè il dirigente Fininvest". Mangano è stato condannato come trafficante di droga e ha
lavorato per molto tempo (tra il 74 ed il 75, periodo durante il quale fu arrestato per
breve tempo - 28 giorni - fatto che non gli impedì di ritornare nella residenza che
Berlusconi gli aveva assegnato) come "stalliere" presso la villa di Berlusconi ad Arcore.
Il traffico di eroina è un affare gigantesco che permette in tempi brevi la nascita di
imperi economici impressionanti. Che qualcuno ha reinvestito, riciclato tali proventi in
modo vantaggioso, naturalmente non intestando tali proprietà a Riina o Bontade o
Provenzano o... Questa gente è la responsabile della diffusione della morte attraverso le
polveri bianche. Ma vi è l'altra questione, senza la quale tutto questo non ha senso: una
uscita per i denari che entrano, che li renda puliti e riutilizzabili. Si comprano edifici, si
comprano azioni, si mettono su aziende (ma non si può fare in nero, serve una banca o
italiana o estera disponibile, una banca come la Rasini o le finanziarie collegate alla
BNL). Servono prestanome e coperture politiche potenti (ed in questo senso il PSI di
Craxi era quanto di meglio si potesse avere).

     Sui rapporti diretti o meno di Berlusconi con la Mafia vi è poi la dichiarazione del
pentito di camorra Melluso (maggio 1985). Il Melluso parla anche di molti mafiosi
residenti a Milano 2 (costruita con capitali provenienti da occulte finanziarie svizzere) in
casa dei quali si tenevano riunioni di summit mafiosi.

      Per finire vi è un rapporto della Guardia di Finanza del 30 maggio 1983 in cui si
dice: "È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi, interessato all'emittente televisiva
privata Canale 5, finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in
Francia che nelle altre regioni italiane (Lombardia e Lazio)..." [quest'ultimo brano è
tratto da Leo Sisti e Peter Gomez: "L'intoccabile: Berlusconi e Cosa Nostra", Ed Kaos,
1998].

In Sardegna

      Con l'aiuto di malavitosi e prestanome anche in Sardegna matura l'avventura
edilizia di Berlusconi. Tra i prestanome un tal Comincioli, tra i malavitosi Flavio
Carboni e la Banda della Magliana che ricicla denari di provenienza droga. Anche qui
società che cambiano nome e sede (la principale è la Prato Verde), aumenti di capitali,
società che spariscono e poi ricompaiono sotto altro nome ed in altro luogo. Il metodo è
lo stesso e già collaudato. Le società di Berlusconi soffrono un poco all'inizio ma poi
iniziano ad arrivare i finanziamenti. Prima dalla Banca del Cimino (1980), poi dal Banco
di Santo Spirito (1981). Ma ormai già siamo nell'era Craxi e si può spalancare la porta
dell'Ambrosiano di Calvi che concederà varie erogazioni con l'avallo di una società, la
Sofint anch'essa in gravi difficoltà. Nell'82 c'è il crac dell'Ambrosiano che porterà
all'assassinio di Calvi a Londra e, dietro questo crac, vi è anche la Prato Verde il cui
amministratore all'epoca del fallimento della Prato Verde, Cassella, sarà condannato nel
92 dal Tribunale di Milano a 5 anni di reclusione. Sui rapporti con Carboni il Tribunale
sente anche Berlusconi e, all'occassione, la Fininvest diffonde un comunicato in cui si
smentisce ogni rapporto con Carboni, comunicato che in realtà non smentisce nulla. In
tutte la vicende sarde entra anche un tal Pellicani. Quest'ultimo promuoverà causa a
Berlusconi (1984) per riavere indietro dei denari. Il Tribunale civile, presieduto dal
giudice corrotto (Enimont) Diego Curtò respinge (1988) le richieste di Pellicani perché
non risulterebbero sufficientemente dimostrati i rapporti di Pellicani con Berlusconi.
Curtò è anche quello che è stato dietro alla vertenza giudiziaria Berlusconi - De
Benedetti per il controllo della Mondadori (1989 -1990). Il rinvio a Giudizio di Pellicani,
Carboni e Cassella avverrà nel 1988, giusto quando era intervenuta l'ennesima amnistia
che depenalizzava i reati valutari.

       Ma il progetto sardo più ambizioso di Berlusconi e Carboni è Olbia 2. Per
realizzarlo si mette in campo l'acquisto di quotidiani locali, si avviano trattative con
varie forze politiche (il principale referente è il repubblicano Armando Corona, grande
maestro massone e presidente dell'Assemblea regionale sarda), si tenta l'acquisto della
squadra di calcio del Cagliari (il calcio resterà solo nella sponsorizzazione di Canale 5
dell'Olbia). Con la morte di Calvi il progetto Olbia 2 sembra morire. Esso riappare però
alla fine del 1990 quando il Don Verzè della Clinica San Raffaele di Milano progetta la
costruzione di una grande clinica ai confini della zona interessata ad Olbia 2. È una
iniziativa chiaramente promozionale che riavvia Olbia 2 anche se in modo
ridimensionato. A lato degli affari edilizi in Sardegna è importante risaltare gli affari in
comune tra Berlusconi e Carboni, riconosciuti dalla sentenza del Tribunale di Verona
che condannò Berlusconi per falsa testimonianza proprio nell'ambito del processo agli
autori del libro che stiamo riassumendo (si veda l'introduzione).

Il pirata dell'etere

      L'inizio delle vicende di Berlusconi con le TV già è stato descritto. Si tratta di una
concomitanza di azioni e di una coincidenza di interessi: politici, economici e golpisti.
Da una parte Berlusconi lavora in pieno accordo con il Piano di Rinascita Democratica
(PRD) di Gelli; dall'altra ha importanti referenti politici nel PSI di Craxi e nella destra
democristiana (senza dimenticare liberali e socialdemocratici); dall'altra ancora ha molti,
ancora non spiegati, soldi; infine vi è una situazione di vuoto legislativo che la Corte
Costituzionale avverte invitando il Parlamento a legiferare. Contro Berlusconi si
muovono innanzitutto le altre piccole emittenti private. Capiscono che è impossibile
mantenere la concorrenza con tale personaggio e con tali interessi. Vi saranno denunce
alle varie Preture d'Italia, in gran parte accolte. Ma sempre il potere politico interveniva
a salvare il tycoon. Ed egli ricambiava. Nel 1982 mandava in diretta il congresso del
PSDI del piduista Pietro Longo. I Pretori continuano ad intervenire mentre il Governo
continua a lavorare per affossare la TV pubblica in favore di Berlusconi. Il pericolo ed
insieme il riconoscimento del PRD viene denunciato dal PCI con Occhetto nel 1983.
Alla RAI arrivano vice e presidenti P2: prima Orsello del PSDI, quindi Giampaolo
Cresci della DC, poi Manca del PSI. Anche direttori di TG (Franco Colombo, TG1), del
Radiocorriere (Gino Nebiolo) e del GR2 (Gustavo Selva) sono piduisti. Il colosso viene
anestetizzato. Intanto la potenza di fuoco dell'impero fa vedere i suoi effetti nelle
elezioni politiche del 1983: da una parte entrano soldi a palate con spot di tutti coloro
che li possono pagare e di tutti coloro che "sono amici". Impazza il PSI di Craxi e di tutti
coloro che sono vicini a Berlusconi. In cambio la RAI va avanti con una soporifera par
condicio.

      Il 16 ottobre 1984 tre Pretori oscurano le emittenti di Berlusconi per violazione
della legge sull'emittenza privata (art.215 del Codice Postale). La stampa in gran parte in
mano alla P2 strilla allo scandalo: come possono gli italiani perdersi le ulteriori puntate
di Dinasty o Dallas? Il Giornale Nuovo è il capofila della protesta contro la legge. Il 20
ottobre Berlusconi è ricevuto dal Presidente del Consiglio Craxi e qualche ora dopo
(neanche avesse eruttato il Vesuvio) emana un decreto che permette a Berlusconi di
tornare a trasmettere. Ed il piduista ha il coraggio di sfidare il PCI sul fronte della
popolarità nei riguardi dei propri elettori, affiancato dal neopannelliano Enzo Tortora.

      Una serie di ulteriori denunce da parte di piccole emittenti e di ripetuti interventi di
autorevoli costituzionalisti (Branca, Bonifacio, Beria d'Argentine, Roppa,...) convincono
il Parlamento a bocciare il decreto di Craxi (detto "Decreto Berlusconi") il 28 novembre
(perché incostituzionale). Craxi è imbufalito e mostra di nuovo il suo disprezzo per il
"parco buoi" (il Parlamento da lui così definito) reiterando un identico decreto il 6
dicembre (ora al Vesuvio sembrava si fosse aggiunto il Polesine) e minacciando la crisi
di governo ed elezioni anticipate in caso di non approvazione. Il decreto verrà approvato
il 31 gennaio 1985! Sarà poi il Ministro delle poste Antonio Gava che nel novembre
1986 preparerà un progetto di legge in cui si autorizzerà praticamente la possibilità
definitiva di trasmettere sul territorio nazionale alla Fininvest, in cambio ... di
telegiornali nazionali! Confalonieri sosterrà che i TG della Fininvest saranno improntati
al mondo delle libertà dei Craxi, Andreotti e Forlani. Vi è anche una norma antitrust nel
progetto Gava: nessun privato può avere più di due reti televisive ... e tutti sanno in che
misura i potenti rispettano la legge.

I nani e le ballerine

     Fin dagli inizi degli anni 80, Berlusconi si muove su due direttrici: disporre di un
forte cast artistico da affiancare alla fiction già acquistata negli USA; rastrellare
mediante Publitalia la massima parte della pubblicità per le sue reti (questo è uno dei
modi con cui si può mettere a tacere la stampa che vive in gran parte di pubblicità).
Questa seconda operazione è totalmente spregiudicata: si accettano anche scambi di spot
con oggetti in natura, oggetti poi venduti in catene di negozi e supermercati che vanno
ad affiancare l'impero di Berlusconi. Inizia lo strangolamento delle piccole emittenti che
o vendono o si debbono aggregare alla politica ed al circuito del capo (in cambio di
qualche programma scarto di magazzino). A lato vengono contrattati personaggi noti
come Villaggio, Dorelli, Vianello, Del Santo, Buttafava, A. Levi, G. Zucconi, Bocca ed i
piduisti Costanzo e Gervaso. Si tenta pure di aggirare la RAI e di contrattare
direttamente con il COI la trasmissione in esclusiva delle olimpiadi del 1984 (in
contemporanea al fatto che finalmente nell'agosto 1984 Berlusconi ha acquisito del tutto
le sue tre reti. L'ultima è Rete 4, l'acquisizione della quale porta Berlusconi ad una parte
di proprietà sulla Mondadori). Gli spot impazzano tanto che vi è una sollevazione di tutti
i più noti registi italiani ("Non si interrompe una emozione").

     Berlusconi, forte delle sue amicizie "socialiste" volge lo sguardo all'Europa: alla
Francia di Mitterand ed alla Spagna di Gonzales. Dopo una breve esperienza, dalla
Francia verrà cacciato e nella Spagna risulterà incriminato per alcuni degli stessi reati
per cui , lo è in Italia (frode fiscale, corruzione e concussione).

Un craxiano in giro per l'Europa (con molte brutte figure)

      Mitterand aveva ceduto su tutta la linea a Berlusconi-Craxi. Il canale "La Cinq" gli
viene assegnato immediatamente (20 febbraio 1986). Addirittura dei 4 canali sul satellite
francese, che doveva essere lanciato nel 1986, ben 3 erano stati assegnati a Berlusconi.
Ma qui questioni tecniche hanno fregato il Cavaliere. Alcune difficoltà rimandarono il
lancio del satellite. Nel frattempo le elezioni furono vinte da Chirac che volle rivedere
tutta la normativa sulla diffusione via etere. Anche La Cinq viene ridiscussa per il modo
disinvolto con cui è stata concessa e per i vantaggi esorbitanti che gli sono stati assegnati.
L'11 aprile 1986 il Consiglio di Stato sospende La Cinq. In Francia si parla di questo
canale come della Berluland (con riferimento alla Disneyland). E La Cinq, senza più
protezioni politiche, segna il passo. L'11 giugno, il Governo francese revoca la
concessione a La Cinq: si attende che il Parlamento si esprima. Ed il Parlamento lo farà
nel 1990. Berlusconi insiste con il Belgio e con vari altri Paesi europei: senza successo.
Solo in Spagna riesce ad entrare grazie a Craxi-Gonzales, con Tele Cinco (la quale
porterà Berlusconi a quanto detto più su). Anche con l'URSS avrà un qualche successo
ma solo sul versante della pubblicità nelle reti di Stato (la cosa sembra legata alle
pressioni che Berlusconi faceva sulla casa editrice Editori Riuniti per la non
pubblicazione del libro che doveva essere pubblicato proprio da quella editrice tra l'86 e
l'87, libro che sto qui riassumendo: ritiro di una querela in cambio di buoni uffici del PCI
per ottenere il contratto pubblicitario con l'URSS).

Il Milan

      Questa squadra è, nella metà degli anni '80 in gravi difficoltà finanziarie. Vari
presidenti succedutisi sono latitanti. Berlusconi tenta di acquisire milanesità attraverso
l'acquisto stracciato di questa società chiedendone il fallimento. Nel marzo 1986
Berlusconi entra nella proprietà del Milan (ha speso intorno ai 20 miliardi e si impegna a
spenderne altrettanti per potenziare la società). Nel consiglio direttivo tutti suoi
collaboratori Publitalia, Fininvest e Collegio di difesa (fuori Rivera). Anche questa
impresa è però di sola immagine. Le spese sono di gran lunga superiori alle entrate. Ed
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