Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana

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Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
               Numero 45 – Marzo 2019

                                                       Siria

           Beati i costruttori di Pace
  Il coraggio del dialogo per una riconciliazione che parta dalle vittime
Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
INDICE                                                                   DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
                                                                         Numero 45 | Marzo 2019

                                                                         SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE
                                                                         Il coraggio del dialogo per una riconciliazione
                                                                         che parta dalle vittime

     Introduzione                                                                                                  3

     1. Il problema a livello internazionale                                                                       5

     2. Il problema a livello regionale e nazionale                                                                9

     3. I dati                                                                                                   13

     4. La percezione della guerra e dei conflitti armati tra i giovani.
        Confronto tra italiani e libanesi                                                                         22

     5. Le connessioni con l’Italia e l’Europa                                                                   30

     6. Le testimonianze                                                                                         34

     7. La questione                                                                                             37

     8. Le proposte                                                                                              40

     Note                                                                                                        42

A cura di: don Francesco Soddu | Fabrizio Cavalletti | Paolo Beccegato
Testi: Caritas Italiana
Foto: Caritas Internationalis
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Introduzione

Carla del Ponte, rassegnando le sue dimissioni da
membro della Commissione Indipendente delle Na-
zioni Unite sulla Siria, nell’agosto del 2017 diceva:
«Credetemi, crimini così orribili come quelli commessi
in Siria non ne ho visti né in Ruanda, né nell’ex-Jugo-
slavia … Senza giustizia in Siria non ci sarà mai pace e
quindi nessun avvenire».
    La Siria dunque. Una nazione martoriata che negli
ultimi otto anni è diventata un luogo “globale”, l’epi-
centro di una Terza Guerra Mondiale tuttora in corso;        controversie tra i popoli non devono essere risolte con
in cui i valori delle democrazie liberali sono stati pro-    il ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato.
gressivamente travolti con grave danno per il popolo         […] In questo nostro tempo che si vanta di possedere
siriano, mentre sembra attualmente trionfare il fronte       la forza atomica, è irrazionale pensare che la guerra
“sovranista” guidato dalla Russia di Putin e dai suoi al-    possa essere ancora una strumento adatto per ripa-
leati locali. Un conflitto iniziato nel marzo del 2011 con   rare i diritti violati» 1.
le proteste pacifiche dei cittadini di Da’ra, che sul-            Fra i fermenti vitali che rendono tuttora attuale la
l’onda delle primavere arabe invocavano il regime di         Pacem in Terris, in particolare vi è l’affermazione che la
Bashar al-Assad a rispettare parole d’ordine piene di        pace si fonda essenzialmente sulla coscienza della di-
significato: come hurriyya, libertà; kurama, dignità;        gnità della persona e dei diritti umani; non sullo Stato,
muwatana, cittadinanza. Ma la voce del popolo si è           sull’etnia o sull’ideologia. Nell’enciclica non viene af-
trasformata in urla di dolore, colonna sonora di una         fatto negata l’importanza degli ordinamenti giuridici
guerra civile aperta, che per la particolare collocazione    ai fini della pace, anzi ritorna con forza sulla necessità
strategica e le vicende post-coloniali della Siria, ha ine-  di rivedere il ruolo delle istituzioni internazionali a co-
vitabilmente coinvolto un coacervo di attori a livello       minciare dall’ONU, in questi ultimi anni grande as-
locale, regionale, internazionale.                           sente insieme all’Europa nella risoluzione del conflitto
    A questo si aggiunge il carattere post-moderno           siriano.
della guerra siriana alimentata dalla macchina della              Tuttavia le istituzioni, da sole, non bastano. In
propaganda e dalle fake news, che hanno contribuito          un’umanità globalizzata si esige che la pace sia com-
a confessionalizzare il conflitto co-
municando un falso scontro di ci-            La Siria, nazione martoriata che negli ultimi otto anni è
viltà. In questo modo non solo si è
gettata benzina sul fuoco della pau-
                                             diventata luogo “globale”, epicentro della Terza Guerra
ra, ma quest’ultima ha fornito un            Mondiale; in cui i valori delle democrazie liberali sono
alibi valido per colpire la popola-          stati progressivamente travolti con grave danno per il po-
zione civile, sia alle varie coalizioni
presenti sul campo, sia al terrorismo
                                             polo siriano, mentre sembra trionfare il fronte “sovrani-
di matrice jihadista. Un terrorismo          sta” guidato dalla Russia di Putin e dai suoi alleati locali
che purtroppo ha bussato più volte
anche alle porte dell’Europa, dove soggetti già radi-        presa e garantita in termini di coscienza universale.
calizzati hanno indossato la casacca dell’Islam al solo      Senza una visione planetaria e trascendente del-
scopo di esprimere una rabbia, spesso trasformatasi          l’uomo e della storia, la pace non regge. La pace è in-
in follia omicida.                                           fatti un tutto indivisibile. Finché non vi sarà pace in
    In un contesto internazionale a tinte così fosche,       Siria e nel Medio Oriente, non vi sarà pace nel mondo
continua a levarsi la luce di giustizia portata dalla        intero. Ed è da questa consapevolezza che muove il
Pacem in Terris, enciclica di papa Giovanni XXIII. Il pon-   presente dossier; a partire da un aggiornamento sul-
tefice, partendo dalla convinzione che la guerra non         l’ottavo anno del conflitto siriano, si vuole porre l’ac-
fosse mai una fatalità, si propose di rafforzare positi-     cento sull’enorme importanza della pace intesa come
vamente la pace fondandola sul bisogno che l’uma-            riconciliazione, come processo di guarigione e dialogo
nità, già all’epoca ma soprattutto oggi, ha di un            fra le tante anime, vittime e carnefici, di un conflitto.
umanesimo nuovo, integrale: «Si diffonde sempre più          Una riconciliazione che non vuole intendere la pace
fra gli esseri umani la persuasione che le eventuali         come semplice assenza di guerra, ma come processo

                                                                                           SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   3
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culturale prima che politico, capace di ricostruire e ri-   ogni cultura, unico antidoto della tolleranza verso l’in-
svegliare le coscienze annichilite dall’abitudine alla      tolleranza, che in Europa soffia come un vento prepo-
guerra. In Siria e nel resto del mondo.                     tente nelle vele di tanti movimenti xenofobi. Servono
    C’è bisogno di una cultura rinnovata. C’è bisogno       giustizia e educazione, vere ali della pace, secondo
di una politica internazionale in cui il termine coope-     quanto ha dichiarato il pontefice nello storico incontro
razione non venga confuso con la “filantropia” tramite      interreligioso avvenuto lo scorso febbraio ad Abu
cui, negli ultimi tempi, si è soliti additare l’agire dei   Dhabi. In particolare abbiamo bisogno di un’educa-
buonisti. Una politica che affondi le sue radici in una     zione, dal latino “e-duco”, vale a dire estrarre, tirare
cultura di apertura verso l’altro, capace di costruire      fuori, che porti alla luce le risorse preziose dell’animo.
delle relazioni sane con tutti, perché come diceva          Un’educazione che avvenga «nella relazione, nella re-
padre Paolo Dall’Oglio «non c’è migliore protezione di      ciprocità. Alla celebre massima antica conosci te
un buon vicinato». E c’è bisogno di uno sguardo vera-       stesso, dobbiamo affiancare conosci il fratello: la sua
mente cristiano, nella nazione siriana come in tutto il     storia, la sua cultura, la sua fede, perché non c’è cono-
Medio Oriente, la cui presenza comunitaria è fonda-         scenza vera di sé senza l’altro» 3.
mentale perché i cristiani sono la fi-
nestra che apre un mondo su un              C’è bisogno di una cultura rinnovata. C’è bisogno di una
altro mondo.
    Papa Francesco in relazione alla
                                            politica internazionale in cui il termine cooperazione
Siria ha più volte ricordato che «non       non venga confuso con la “filantropia”. Una politica che
si combatte il male con il male» ;    2
                                            affondi le sue radici in una cultura di apertura verso l’al-
serve un’informazione critica base di
                                                     tro, capace di costruire delle relazioni sane con tutti

4   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
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1. Il problema a livello
internazionale

Tra vecchie e nuove tensioni internazionali, cresce
l’insicurezza
    Nel corso dell’ultimo decennio la sicurezza globale
è andata deteriorandosi significativamente. Il numero
di profughi costretti a mettersi in fuga è in costante
crescita e sfiora i 70 milioni, una cifra superiore alla po-
polazione della Francia o del Regno Unito, dentro la
quale si celano tragedie fra loro diverse, come gli oltre
12 mila morti accertati nell’attraversamento del Me-          liffato da parte del sedicente Stato Islamico (noto
                                                 1
diterraneo verso le coste europee dal 2015 . L’ultimo         anche come Daesh, Isis) e l’abolizione del confine che
Rapporto annuale, il Global Trends 2, pubblicato dal-         dalla fine della Grande Guerra – di cui è appena ricorso
l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati      il centenario – ha segnato la linea di frontiera fra Iraq
(UNHCR), specifica come l’ampia maggioranza tra i             e Siria. Decine di migliaia di morti si contarono allora
profughi sia costituita da sfollati interni (quasi il 60%     sui fronti in cui operava la macchina da guerra di
del totale) e non da esuli e rifugiati: chi si trova ad ab-   Daesh, che apriva colonie e province in diversi altri
bandonare la propria dimora non varca necessaria-             Paesi vicini e lontani, e arrivò ad annoverare fra i propri
mente i confini nazionali, come dimostrano i circa 40         iniziati una delle formazioni più letali, la nigeriana
milioni di sfollati interni registrati a fine 2017.           Boko Haram 4. Da allora il numero di attacchi e di vit-
    Ed è anche per questa ragione che il numero più           time, così come la capacità di governare il territorio da
alto di profughi si registra non nelle regioni più svilup-    parte di miliziani jihadisti, sono stati gradualmente
pate, ma in Paesi dove conflitti protratti ed emergenze       contenuti tramite interventi militari regionali, controf-
umanitarie non sono di immediata risoluzione quali            fensive e battaglie strada per strada condotte dai ri-
ad esempio Siria, Colombia e Congo. La Siria risulta es-      spettivi governi, assistiti da medie e grandi potenze
sere anche di gran lunga il primo
Paese di provenienza di rifugiati su          Nell’ultimo decennio la sicurezza globale è andata dete-
scala globale (6 milioni), seguita da
Afghanistan e Sud Sudan (se si
                                              riorandosi significativamente. Il numero di profughi co-
escludono i 5 milioni di rifugiati pa-        stretti a mettersi in fuga è in costante crescita e sfiora i 70
lestinesi sotto la protezione dell’UN-        milioni, una cifra nella quale si celano tragedie diverse,
RWA). Altre situazioni di crisi che si
aggiungono a quelle menzionate ri-
                                              come gli oltre 12 mila morti accertati nell’attraversamen-
guardano il Myanmar, dove le vio-             to del Mediterraneo verso le coste europee dal 2015
lenze nello stato di Rakhine da
agosto 2017 hanno provocato la fuga di oltre 1 mi-            nella riconquista delle città. Senza peraltro che le ten-
lione di persone, la maggior parte delle quali ospitata       sioni e le ferite prodotte da questi conflitti venissero
in Bangladesh 3; e lo Yemen, in cui il conflitto iniziato     realmente affrontate.
nel marzo 2015 ha costretto a condizioni disumane                 Se si considera la parabola di ascesa e apparente
circa 18 milioni di yemeniti che non sanno dove tro-          declino della “Stato Islamico” fra Medioriente, Africa e
vare riparo.                                                  Asia, includendo le propaggini di attacchi terroristici
    Su molti fronti di conflitto gli anni recenti sono stati  in Occidente, emerge con evidenza come i livelli e le
segnati dalla mobilitazione jihadista e dalla cosiddetta      modalità con cui è stata impiegata la violenza armata
“guerra al terrore” combattuta da stati, coalizioni di na-    negli ultimi anni non abbiano precedenti. Conflitti a
zioni e organizzazioni internazionali. A diverse latitu-      lungo considerati locali, hanno subito fenomeni di in-
dini, gruppi armati islamisti, spesso nati nel vivo di        ternazionalizzazione: le guerre combattute lungo i
conflitti locali protratti, hanno aperto fronti di insor-     fronti della crisi siriana hanno gradualmente rag-
genza e combattimento, che sono culminati nella pro-          giunto la magnitudine e l’intensità di un vero e pro-
clamazione dei territori amministrati da formazioni           prio conflitto mondiale, capace cioè di coinvolgere
combattenti nel nome della shari’a. L’annus horribilis        tutte le potenze regionali e globali in uno scenario in
per letalità da parte di formazioni jihadiste è stato il      cui si intrecciano immani sofferenze, spettacolarizza-
2014, in corrispondenza della proclamazione del Ca-           zione della morte, cinico calcolo tattico e instabilità

                                                                                           SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   5
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internazionale; senza che peraltro le opinioni pubbli-              Così la “crisi migratoria”, per quanto iper-mediatizzata
che europea e occidentale abbiano gli strumenti e               non è la causa, ma semmai l’effetto di una più ampia e
l’occasione di comprendere la portata epocale del-              profonda crisi di legittimità di un sistema, che dopo aver
l’evento, che resta narrato mediaticamente come “la             distribuito nel tempo benefici tangibili, è entrato in una
guerra in Siria” 5.                                             sempre più evidente fase di produzione di disegua-
    Un processo bellico, quest’ultimo, che, se da un            glianze: un sistema che fatica a mantenere la coesione
lato non cattura l’attenzione del pubblico, si è rivelato       sociale, a sostenere la democrazia, a creare lavoro.
però capace di debilitare e destabilizzare quei fonda-
menti dell’ordine politico liberal-democratico che ap-          Meno pace per tutti
                                             6
parivano ormai acquisiti in Occidente . La guerra in                Se globalmente aumenta l’insicurezza, diminuisce
Siria ha infatti decretato una destabilizzazione di             secondo un rapporto inversamente proporzionale la
quelle pratiche considerate, fino ad ora, assodate: il          pace a livello internazionale. Il grado di pacificità nel
conflitto siriano ha visto l’affondamento della dottrina        mondo nel 2018, misurato dagli indicatori quanti-qua-
Responsibility to Protect (R2P) e la corsa a erigere muri       litativi ponderati nel Global Peace Index (GPI) 8, per il
in Europa per respingere i rifugiati e “difendere i con-        quarto anno di fila ha infatti segnato un peggiora-
fini”, espressione diventata comune fra i politici no-          mento, riflettendo un quadro complessivo nel quale
strani ed europei.                                              crisi, tensioni e conflitti emersi negli ultimi dieci anni
    Nel frattempo, sullo sfondo di tensioni internazio-         rimangono irrisolti, soprattutto in Medioriente 9. Men-
nali governate dal protagonismo dei leader mondiali             tre si segnalano deterioramenti dell’indice in diverse
di turno, anche il mondo occidentale è entrato in una           regioni pacifiche – in primo luogo l’Europa, ma anche
fase di profonda sofferenza, caratterizzata, quest’ul-          Americhe e Asia 10 –, le zone più pericolose del pianeta
tima, dalla crisi del sistema internazionale liberale, che      restano di gran lunga Siria, Afghanistan, Yemen, Iraq,
si intreccia nel Vecchio Continente alla crisi del pro-         Somalia e Sud Sudan. Per la prima volta dal 2004, il
cesso di integrazione europeo. Nello
specifico, la democrazia liberale ha           Il grado di pacificità nel mondo per il quarto anno conse-
mostrato evidenti segni di cedi-               cutivo ha segnato un peggioramento: crisi, tensioni e con-
mento a partire dal vacillare di due
pilastri – quello economico e quello           flitti emersi negli ultimi dieci anni restano irrisolti, soprat-
politico – su cui storicamente si ap-          tutto in Medio Oriente. Mentre si segnalano deterioramenti
poggia il liberalismo. Da una parte            dell’indice in diverse regioni pacifiche – Europa, Americhe
la crisi finanziaria iniziata nel 2008
negli Stati Uniti e poi propagatasi in         e Asia –, le zone più pericolose del pianeta restano Siria, Af-
forma di crisi nell’eurozona e di re-          ghanistan, Yemen, Iraq, Somalia e Sud Sudan
cessione globale; in parallelo, l’in-
tensificarsi su scala globale delle “guerre al terrore”,        tasso globale di omicidi ha registrato un peggiora-
che ha alimentato la proliferazione di stati d’eccezione        mento, segno quest’ultimo che può essere interpre-
ed emergenza, con conseguente erosione di libertà               tato come sintomo di maggiore insicurezza in regioni
personali e collettive che in molti pensavano ormai ac-         non interessate dai conflitti armati.
quisite.                                                            Al tempo stesso, il tasso globale di morti in scontri
    A questo si aggiunge la diffusione nel mainstream           bellici ha proseguito la tendenza a diminuire (da 1,61
politico della teoria dello “scontro di civiltà” che ha         registrato nel 2014 a 1,32 nel 2017) già evidenziata
avuto lo scopo di distrarre le opinioni pubbliche dal-          negli anni precedenti. Questo significa che la violenza
l’ineguaglianza sociale, dal fallimento del liberismo           tende a distribuirsi e a diffondersi lungo linee che non
economico e dalla dimostrazione che non essendoci               si concentrano esclusivamente attorno a conflitti ar-
alcuno “sgocciolamento” di risorse dall’arricchimento           mati tradizionalmente intesi: secondo i dati di Small
dei già ricchi 7, risulta difficile credere che il mercato      Arms Survey 11, fra i cinque Paesi con i più alti tassi di
sappia o possa autoregolarsi. A questo si affianca              morti violente nel 2016, per esempio, solo due – Siria
anche il diffondersi di nuove ideologie nazionaliste            e Afghanistan – registravano guerre attive, mentre
pericolose quali il cosiddetto sovranismo populista,            negli altri tre casi (El Salvador, Honduras, Venezuela)
sintomo e non causa, di una profonda crisi dell’ordine          si può parlare di altre forme di violenza. Lo stesso Mes-
liberale; un sovranismo adottato in primis dai leader           sico continua a registrare livelli molto elevati di vio-
conservatori nell’Est Europa e che con il passare del           lenza di natura politico-criminale, con efferatezze di
tempo ha sedotto altri Paesi europei, compresa l’Italia,        ogni genere messe in mostra sui social media, e un ef-
ma anche gli Stati Uniti, il Brasile, le Filippine solo per     fetto emulazione in altre zone del continente latino-
citarne alcuni.                                                 americano (ad esempio il confine Venezuela-Guyana).

6   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
Così è plausibile che il tasso di mortalità per vio-       assai meno articolati dal punto di vista militare, anche
lenza politica risulti ben più alto nell’Egitto retto dalla    se non per questo meno tragici. Allargando lo sguardo
giunta del generale Al Sisi, che non nella vicina Libia,       oltre il fronte della radicalizzazione jihadista, lo scena-
formalmente in uno stato di caos e guerra per il po-           rio di guerra più instabile (con circa 10 mila morti) ha
tere. Quindi lungo queste linee di tendenza è plausi-          riguardato l’Ucraina, nelle cui regioni orientali le re-
bile che globalmente il numero di morti violente per           pubbliche separatiste hanno ottenuto l’appoggio di
anno continui a salire, dai 560 mila casi registrati nel       Mosca. Quest’ultima si è spinta all’annessione de facto
2016 fino agli 819 mila ipotizzabili nel 2030 12.              e de jure della penisola di Crimea, aprendo un fronte
    Al tempo stesso, per quanto riguarda i conflitti ar-       di crisi internazionale con l’Alleanza atlantica ed esa-
mati propriamente detti, i dati relativi agli ultimi anni      cerbando le relazioni con i vicini occidentali.
delineano uno scenario in cui la violenza armata si                Per quanto riguarda il continente africano conti-
concentra in modo sempre più evidente nelle città (un          nuano a rimanere attivi conflitti annosi, che flagellano
incremento del 42% fra il 2016 e il 2017 secondo i dati        le popolazioni locali senza tregua: dalla Somalia divisa
pubblicati da SIPRI) 13. Il volto della battaglia del futuro,  fra guerre di clan e gruppi terroristici che attualmente
si potrebbe presagire, è un volto urbano; uno spazio           controllano diverse fasce del Paese, al deterioramento
densamente abitato, attraversato da reti di sorve-             della situazione politica in Sud Sudan, il cui numero
glianza, solcato da incursioni che utilizzano tattiche         totale di rifugiati e sfollati ha superato i quattro mi-
terroristiche, esplosivi improvvisati, imboscate filmate       lioni; alla repubblica Democratica del Congo dove le
e pubblicizzate sulle reti sociali, o attacchi tramite         gravi violenze hanno portato a sfollamenti di massa;
l’uso di droni teleguidati. Da questo punto di vista in-       fino ad arrivare alla Repubblica Centrafricana che dal
novazione e diffusione tecnologica permeano e mo-              2013, a causa degli scontri violenti fra la coalizione Sé-
dulano i fronti di tensione internazionali, come mo-           léka musulmana e la milizia anti-Balaka cristiana, ha
strano le modalità di inasprimento
dell’inimicizia strategica fra Israele e
Iran (ed Hezbollah in Libano) con
                                              Lo Stato Islamico, sconfitto su molti teatri di guerra (Iraq,
lancio e abbattimento proprio di              Siria e Libia), appare in fase di riorganizzazione con una
droni attorno ai fronti di guerra si-         riconfigurazione degli assetti geografici. Nel corso del
riani.
    Dal punto di vista della violenza
                                              2018 Daesh ha dato segni di offensiva sul quadrante asia-
che si può definire, con approssima-          tico, si è mostrato particolarmente mobile nelle regioni
zione, di “matrice jihadista”, lo Stato       rurali sunnite dell’Iraq, ha colpito in Libia e ha consolidato
Islamico, sconfitto su molti teatri di
guerra (Iraq, Siria e Libia), appare in
                                              le proprie posizioni nella provincia egiziana del Sinai,
una fase di riorganizzazione con una          dove è in pieno sviluppo una sanguinosa guerra civile
riconfigurazione degli assetti geo-
grafici. Infatti nel corso del 2018 Daesh ha dato segni        visto la fuga di oltre un milione di centrafricani, dei
di offensiva sul quadrante asiatico (Afghanistan-Paki-         quali quasi 550 mila verso i Paesi limitrofi.
stan, ma anche Sud-Est Asiatico), si è mostrato parti-             Sul versante mediorientale, si segnalano anche le
colarmente mobile nelle regioni rurali sunnite                 traiettorie imprevedibili delle relazioni russo-turche,
dell’Iraq, ha colpito ripetutamente in Libia, e ha con-        che nell’ultimo decennio hanno conosciuto fasi al-
solidato le proprie posizioni nella provincia egiziana         terne, con picchi di tensione (anche militare) sul fronte
del Sinai, dove è in pieno sviluppo una sanguinosa             dell’intervento in Siria; fino a un’intesa fra le due pre-
guerra civile 14. Nonostante il dispiegamento di mezzi         sidenze di Erdogan e Putin, entrambe impegnate in
e missioni con funzioni di anti-terrorismo, la galassia        una politica domestica caratterizzata da un crescente
qaidista ha mostrato capacità di riorganizzazione ed           autoritarismo. Per quanto riguarda la Turchia di Erdo-
espansione soprattutto nel continente africano, accen-         gan, è parsa sempre più disallineata dagli orienta-
dendo un’escalation di attacchi nella regione saheliana        menti politici del fronte atlantico, fino a entrare in
di Mali, Niger e Burkina Faso. In particolare in Mali e in     rotta di collisione con la decisione statunitense di do-
Burkina Faso, l’aumento delle attività jihadiste segue         tare i curdi siriani (Syrian Democratic Force) di armi pe-
un trend continentale che nel 2017 ha registrato un            santi per contrastare gli eserciti dell’Isis. Dopo aver
incremento del numero di attacchi di circa un quinto 15.       combattuto l’insorgenza curda “a casa propria”, Ankara
    Sul quadrante europeo, dopo le centinaia di morti          ha invaso il Nord della Siria con il dichiarato intento di
in massacri indiscriminati perpetrati da cellule affe-         “eliminare i terroristi” dalla propria fascia di confine:
renti allo Stato Islamico, la portata di attacchi terrori-     curdi che costituivano le medesime formazioni di di-
stici sembra essere stata contenuta e limitata a episodi       fesa popolare che avevano combattuto e sconfitto

                                                                                            SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   7
Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
l’Isis, pagando un alto prezzo per la liberazione delle         tivo, intendendola come assenza di violenza o di
tante città occupate dal Califfato.                             paura della violenza, il Positive Peace Index la defini-
     In base ai dati del 2017 raccolti nella pubblicazione      sce in positivo a partire da tutte quelle istituzioni,
Conflict Barometer dell’istituto di ricerca tedesco Hei-        strutture e attitudini capaci di creare le condizioni du-
delberg Institute for international conflict research, i        rature per una società pacifica.
conflitti nel mondo, con diversi livelli di intensità, sono         Il PPI, che prende in considerazione 163 Paesi co-
378, di cui 186 crisi violente, 81 crisi non violente, 75       prendo il 99,6% della popolazione mondiale, si basa
dispute, 20 guerre e 16 guerre limitate. Se il trend            sullo studio incrociato della valutazione di otto fattori,
complessivo generale è in diminuzione, dal 2011 ad              detti pilastri, che fungono da specchio sullo stato di
oggi dobbiamo però registrare un aumento deciso                 salute di un popolo o di una comunità: dal buon fun-
delle “crisi violente” (+25,7%) e un trend pressoché sta-       zionamento delle istituzioni, all’equa distribuzione
bile delle guerre.                                              delle risorse, al libero flusso di informazioni, alle buone
     Nel complesso il conflitto siriano assume dimen-           relazioni di vicinato, all’accettazione dei diritti degli
sioni paradigmatiche, con livelli inenarrabili di distru-       altri, ai bassi livelli di corruzione, all’elevata qualità del
zione, un enorme costo di vite umane, decine di                 capitale umano presente, fino all’esistenza di un am-
episodi di utilizzo di armi chimiche proibite dal diritto       biente favorevole allo sviluppo dell’imprenditoria pri-
internazionale e metà della popolazione in fuga (quasi          vata. Interessante notare come la pace positiva definita
6 milioni di rifugiati e 6,1 milioni di sfollati interni). Le   dal Positive Peace Index nel corso degli ultimi 12 anni
guerre in Siria sono state, infine, anche teatro di spe-        abbia riscontrato un incremento del 2,4% a livello glo-
rimentazione di nuove modalità di combattimento e               bale; in particolare sette delle nove regioni mondiali
di nuovi sistemi d’arma 16, in cui la Russia di Putin ha        sono cresciute nella ricerca di strategie utili per creare
avuto la possibilità di testare decine di armamenti,            la pace nell’arco temporale compreso dal 2005 al 2017,
sperimentandone l’efficacia nel combattimento: dal-             che vede tuttavia l’esclusione di Nord America e del
l’equipaggiamento Ratnik3 (il “soldato del futuro”) ai          Medio Oriente – Nord Africa (regione MoNa). Russia ed
nuovi caccia SU, passando per i bombardieri strategici          Eurasia, l’area asiatico-pacifica e quella del sud asiatico
TU. Una sperimentazione che ha visto la Siria svolgere          hanno registrato i maggiori miglioramenti regionali, ri-
anche il ruolo di funzionale “vetrina espositiva” del po-       spettivamente al 5,8%, 4,8% e 4,3% 17.
tenziale distruttivo delle nuove armi in commercio,                 I più grandi passi in avanti sono stati compiuti da
dando quindi a Mosca la possibilità di allargare la pro-        Paesi come Costa d’Avorio, Georgia, Rwanda, Arabia
pria influenza commerciale sul mercato bellico, sedu-           Saudita e Bielorussia, ai quali fanno da contraltare ne-
cendo Algeria, Indonesia, Etiopia, Turchia fino ad              gativo Siria, Yemen, Repubblica Centrafricana, carat-
arrivare in Cina.                                               terizzati da violenti conflitti in corso. Tuttavia alle
                                                                nazioni prima citate si aggiunge anche la Grecia, che
La pace “positiva” del Positive Peace Index (PPI)               ha subito il secondo maggiore peggioramento dopo
   Nello scenario finora preso in considerazione, gra-          la Siria e che si colloca alla 43a posizione, seguita da
zie in particolare ai dati forniti dal Global Peace Index,      Botswana e Bulgaria. Il Positive Peace Index in sintesi
la pace a livello mondiale sembra essere definita per           testimonia come per costruire la pace non basta met-
lo più come assenza di violenza; una definizione, que-          tere a tacere le armi; la pace è una condizione progres-
st’ultima, parziale che necessita dell’altra faccia, più        siva, dinamica, mai statica che si nutre di
propositiva, della medaglia “pace”. Accanto infatti al          un’educazione, dello sviluppo di una cultura della
Global Peace Index, fa la sua comparsa il Positive              pace in grado di coinvolgere nazioni, istituzioni, per-
Peace Index (PPI); se il primo misura la pace in nega-          sone.

La pace positiva (quindi intesa non come semplice assenza di violenza) definita dal Po-
sitive Peace Index negli ultimi 12 anni ha riscontrato un incremento del 2,4% a livello
globale; in particolare sette delle nove regioni mondiali sono cresciute nella ricerca di
strategie utili per creare la pace nell’arco temporale 2005-2017, che vede tuttavia l’esclu-
sione di Nord America e del Medio Oriente – Nord Africa. Russia ed Eurasia, l’area asia-
tico-pacifica e quella del sud asiatico hanno registrato i maggiori miglioramenti
regionali, rispettivamente al 5,8%, 4,8% e 4,3%

8   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
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2. Il problema a livello regionale
e nazionale

Ultima. Ancora una volta la Siria si piazza all’ultimo
posto della classifica dei Paesi meno pacifici al mondo
(Global Peace Index): 163 su 163. Dopo otto anni di
conflitto, né i colloqui di pace mediati dall’ONU né i
negoziati di Astana promossi dalla Russia sembrano
aver compiuto progressi significativi verso la pace, e
l’annunciato ritiro delle truppe speciali statunitensi
apre nuovi possibili disastrosi scenari.
    I valori presi in considerazione nel Global Peace Index      lenza. Su 23 parametri ben 10 registrano il livello mas-
evidenziano una situazione gravissima, di estrema vio-           simo (5 su 5), come riportato nella tabella seguente.
Siria
Percezione del livello         5.0 /5 Indicatore qualitativo che misura il livello di fiducia tra i cittadini. Il punteggio
di criminalità all’interno            massimo (5) significa che la sfiducia è molto alta, le persone non si fidano degli
della società                         altri concittadini, c’è una altissima presenza di recinzioni e protezioni nelle
                                      proprietà private e di guardie armante per la sicurezza.
Intensità del conflitto        5.0 /5 Indicatore qualitativo che misura la severità di un conflitto. Il livello massimo,
interno                               5, indica una guerra civile, in cui la violenza è comunemente usata in modo
                                      continuativo e sistematico in tutto il Paese.
Probabilità di accadimento 5.0 /5 Questo indicatore qualitativo misura, attraverso un sondaggio, la percezione
di dimostrazioni violente         dell’impatto delle dimostrazioni violente sull’incolumità di persone e proprietà.
Impatto del crimine            5.0 /5 Questo indicatore qualitativo misura l’impatto del crimine violento sulle isti-
violento                              tuzioni e sull’economia, e si misura in base a un sondaggio.
Scala del livello             5.0 /5 Si tratta di un indicatore qualitativo che misura il livello di violenza politica e
di “terrore politico”                terrore che un Paese vive in un dato periodo di riferimento (in questo caso
                                     l’anno solare 2016). Le fonti sono Amnesty International e il dipartimento di
                                     Stato sui diritti umani degli USA. Il livello 5 indica, letteralmente, che “il terrore
                                     si è diffuso a tutta la popolazione. I leader di queste società non si pongono li-
                                     miti nell’uso di mezzi con cui perseguono i loro obiettivi personali o ideologici.
Morti a causa dei             5.0 /5 Indicatore qualitativo che misura il numero di morti civili e militari deceduti
combattimenti interni                per causa diretta di un conflitto armato. Nel caso di molti Paesi, tra cui la Siria,
                                     il numero è una stima elaborata sulla base di varie fonti. Il livello massimo 5
                                     indica un numero di morti superiore a 10.000 durante l’ultimo anno.
Numero e durata dei           5.0 /5 Indicatore quantitativo che misura il numero dei conflitti presenti all’interno
conflitti interni al Paese           dei confini di uno stato, ponderati in base al numero di morti che producono,
                                     e la durata temporale di questi conflitti, in cui il punteggio massimo viene at-
                                     tribuito a quelli che durano da più di 5 anni.
Persone rifugiate             5.0 /5 Indicatore quantitativo definito attraverso il rapporto tra popolazione totale e
sfollate interne                     numero di rifugiati all’estero o di sfollati interni, basato sui dati UNHCR della prima
                                     metà del 2017. Il livello massimo (5) indica una percentuale superiore al 12,14 %.
Relazioni con i Paesi vicini 5.0 /5 Indicatore qualitativo che misura in una scala da 1 a 5 il livello di aggressività
                                     nella relazione con i Paesi vicini. Il livello massimo (5) indica una situazione
                                     “molto aggressiva”, che si concretizza in frequenti invasioni del proprio terri-
                                     torio o spazio aereo da parte dei Paesi vicini.
Facilità di accesso alle armi 5.0 /5 Questo indicatore di tipo qualitativo misura la facilità con cui la popolazione
leggere                              può entrare in possesso di armi leggere. Il livello massimo, 5, indica che non
                                     esiste alcuna regolamentazione e che i civili possono avere libero accesso alle
                                     armi leggere ed usarle senza particolari restrizioni.

                                                                                              SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   9
Beati i costruttori di Pace - Siria DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE - Caritas Italiana
Ma purtroppo la Siria non è l’unico Paese nella re-           delle conseguenze devastanti per la popolazione da
gione Mediorientale a vivere situazioni di conflitto.             entrambe le parti. Con lo scoppio della guerra siriana
    Secondo il rapporto annuale del SIPRI (Stockolm               nella regione, si sono inoltre riaccese dispute che sem-
International peace research institute) nel 2017 i con-           bravano ormai sopite, come quella tra Israele e la Siria
flitti attivi in Medio Oriente e Nord Africa sono stati           per il controllo delle Alture del Golan, quella tra Tur-
sette: in Egitto, Iraq, Israele e Palestina, Libia, Siria, Tur-   chia e Siria per il controllo delle regioni di confine tra
chia e Yemen 1. Molti di questi conflitti sono intercon-          i due Paesi, quella tra la Turchia e i curdi, in patria ma
nessi e coinvolgono potenze regionali e internazionali            soprattutto su suolo siriano e quella tra Russia e Stati
così come numerosi attori sub-statali. I principali teatri        Uniti, che a differenza degli anni della guerra fredda
di conflitto nella regione sono alimentati da alcuni fat-         si presenta ora con dei contorni molto più sfumati e
tori principali, che perdurano ormai da anni: alcuni re-          incerti. La prima alleata del blocco iraniano-sciita, la
lativamente più recenti, come le conseguenze delle                seconda in difesa dello storico partner saudita e sem-
rivoluzioni della “primavera araba” e la lotta contro lo          pre pronta a sostenere Israele, lanciando nuove pro-
Stato Islamico, alcune le cui origini si perdono nei de-          vocazioni, come il trasferimento dell’Ambasciata USA
cenni passati, come la storica rivalità tra Iran e Arabia         da Tel Aviv a Gerusalemme. Questa eterna rivalità, che
Saudita così come tra Israele e i suoi vicini.                    dura da più di un secolo, si presenta però ora, nell’era
    Nel dettaglio, l’Egitto sta fronteggiando una delle           di Trump e Putin, come detto in modo meno limpido,
peggiori situazioni degli ultimi decenni in termini di            come una sorta di rivalità di facciata che cela però un
diritti umani, nonché una guerra civile aperta nel                comune accordo su delle linee di fondo. Ulteriore con-
Sinai. In Iraq, dopo la terribile battaglia per la libera-        ferma di questa tesi sta proprio nella dichiarazione di
zione di Mosul, il governo ha l’arduo compito di rico-            Trump di ritiro unilaterale dalla Siria, che è stata osteg-
struire le zone un tempo occupate dall’Isis e di                  giata e criticata dal suo stesso Stato Maggiore, ma che
raggiungere una riconciliazione politica e sociale tra            lascia molto soddisfatti proprio gli “eterni rivali” della
e all’interno delle comunità sciita, curda e sunnita, pre-        Russia.
servando l’integrità e i diritti delle minoranze, tra cui i           Da più di un lustro un altro pesante attore nella
cristiani e gli yazidi. In Yemen, la coalizione guidata           sempre più tesa geopolitica internazionale dello scac-
dall’Arabia Saudita ha mantenuto il blocco parziale dei           chiere mediorientale è la Turchia di Erdogan. Da sem-
territori controllati dagli Houthi, con conseguenze               pre attratto da mire egemoniche su tutta la regione, il
umanitarie devastanti: almeno 17 milioni di persone,              presidente Erdogan ha spinto più volte il suo esercito
cioè il 60 per cento della popolazione – devono far               in battaglia, con il duplice obiettivo: da un lato quello
fronte a un’acuta insicurezza alimentare. Alti livelli di         di guadagnarsi “un posto a tavola”, degno della storia
tensione permangono tra Israele e Palestina, in parti-            dell’impero ottomano, dall’altro, se non altro, quello
colare nella striscia di Gaza, dove la reazione dell’eser-        di limitare i nemici della repubblica turca, i curdi prima
cito israeliano alle proteste della cosiddetta “grande            di tutto.
marcia del ritorno”, iniziata il 30 marzo 2018 dalla po-              Ovviamente quanto enunciato brevemente fino a
polazione palestinese, ha causato la morte di quasi               questo punto non è un mero elenco di episodi isolati,
200 persone e il ferimento di più di 25.000, quasi tutti          ma ognuno di questi fronti di conflitto e tensione è
colpiti dai cecchini israeliani 2.                                parte di un unico quadro più ampio, che per un dram-
    Ma questo non è l’unico fronte di conflitto per               matico e cinico gioco strategico, vede la Siria campo
Israele. Nel corso del 2018 è notevolmente aumentata              di battaglia, scelto dai vari attori internazionali per af-
la tensione con il Libano, in particolare con il partito          fermare la propria supremazia. La Siria dove, come di-
sciita Hezbollah, che ormai da tempo rischia di sfo-              chiarato da più parti, si combatte da otto anni una
ciare in un vero conflitto aperto, che potrebbe avere             vera guerra mondiale.

Con lo scoppio della guerra siriana nella regione, si sono inoltre riaccese dispute che
sembravano ormai sopite, come quella tra Israele e la Siria per il controllo delle Alture
del Golan, quella tra Turchia e Siria per il controllo delle regioni di confine tra i due Paesi,
quella tra la Turchia e i curdi, in patria ma soprattutto su suolo siriano e quella tra Russia
e Stati Uniti, che a differenza degli anni della guerra fredda si presenta ora con dei con-
torni molto più sfumati e incerti

10   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
Seguendo la cartina, elaborata da Limes nell’ottobre             queste regioni la guerra continua a mietere vite a
del 2018, si vede come gli attori internazionali sul             causa dei danni subiti, della povertà, della mancanza
campo siano molteplici, gli stessi citati in precedenza          di cure mediche e cibo, delle tantissime armi e ordigni
(quasi tutti) che si sommano alle tante parti locali in          inesplosi e degli attacchi terroristici, che rimangono
conflitto, disegnando una situazione che, con un ec-             come minaccia costante; ma il fuoco delle armi e delle
cesso di semplificazione, potremmo classificare in tre           bombe sta lasciando sempre di più il posto ad una
diverse tipologie di scenari:                                    quotidianità di “pace”, seppur tra difficoltà estreme e
1. Zone riappacificate;                                          grandi limitazioni alle libertà personali e alla demo-
2. Zone in cui il conflitto armato è ancora in corso,            crazia partecipativa.
   principalmente contro gruppi terroristici;
3. Zone a rischio elevato di futuri importanti conflitti.        Zone ancora in conflitto
                                                                     Ai limiti di queste due grandi macroregioni, per-
Zone riappacificate                                              mangono però ancora importanti sacche di territori in
    Dopo otto anni il regime di Assad è ancora salda-            cui il conflitto è tuttora in corso, in una situazione per
mente al potere, e grazie al sostegno militare ricevuto          nulla riappacificata. Si tratta in alcuni casi di zone an-
dalla Russia, dall’Iran e dai libanesi di Hezbollah, con-        cora in mano allo Stato Islamico, come nel sud del
trolla circa i due terzi della Siria (in rosso nella cartina).   Paese, dove si combatte forse l’ultima battaglia contro
L’altro grande blocco è quello rappresentato dai curdi           Daesh, in altri di zone controllate da diverse fazioni di
(in giallo), che grazie al sostegno statunitense e arabo         miliziani, riconducibili a due grandi formazioni: una
controllano il nord-est del Paese, dalla sponda est              filo-turca filo-qaidista nella regione di Idlib, dove sono
dell’Eufrate all’Iraq, dopo aver, di fatto, sconfitto i ter-     stati concentrati tutti i miliziani ribelli e le loro famiglie
roristi dello Stato Islamico. All’interno di queste due          sopravvissute agli attacchi di Aleppo, Ghouta e Ar
grandi aree della martoriata nazione siriana la situa-           Raqqa 3; e l’altra filo-occidentale (Regno Unito e USA)
zione dal punto di vista militare risulta relativamente          al sud. Inoltre, al nord del Paese, l’occupazione turca
stabilizzata, “riappacificata”, l’una sotto il controllo di      della regione di Afrin fino verso Mabij cerca di creare
Assad, l’altra sotto il controllo delle autorità curde. In       una sorta di zona cuscinetto, contro l’espansione curda.

                                                                                              SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   11
In queste aree del Paese, dove vivono più di 3 mi-        il suo progetto del “corridoio sciita”, da Teheran al Me-
lioni di persone, la situazione è tuttora incerta, domi-     diterraneo, che è il motivo principale per cui è sceso
nata da combattimenti e violenze quotidiane tra le           in guerra a sostegno di Assad, infine la Russia perde-
varie forze in campo: governativi di Assad, milizie          rebbe la sua influenza su quella porzione di territorio,
curde, milizie terroriste, ribelli ancora armati, esercito   dato che i curdi sono stati da sempre filo USA.
turco, miliziani sciiti di Hezbollah e iraniani, truppe          Proprio l’annunciato ritiro delle truppe speciali sta-
speciali russe e statunitensi.                               tunitensi dal territorio siriano potrebbe essere il deto-
                                                             natore di una nuova offensiva a danno dei curdi, che
Zone a rischio elevato di potenziali futuri conflitti        perdendo l’appoggio degli Stati Uniti si troverebbero
    Come detto in precedenza, i due principali attori in     isolati, sia sulla scena diplomatica internazionale sia
campo, il governo di Assad e le autorità curde, che          sul campo. Al tempo stesso, questo annuncio di
controllano ormai quasi tutto il Paese, potrebbero           Trump, lascia ulteriori dubbi sul ruolo degli USA nella
prima o poi entrare in conflitto, dando vita a una           guerra e conferma l’idea di una alleanza di fatto tra
nuova terribile escalation militare. Molti fattori fanno     Russia e Stati Uniti.
pensare che il governo di Assad, appoggiato dai suoi             Com’è facile intuire, nonostante la Siria sia ormai da
principali sostenitori (Russia e Iran) ma anche dal suo      tempo uscita dall’attenzione dell’opinione pubblica
nemico (in questo caso alleato) Erdogan, non permet-         mondiale, la guerra non è certo finita; ed è drammatico
terà la permanenza al potere di un regime curdo, che         ravvisare come non si veda più nessuna iniziativa a fa-
governa una vasta area del Paese, ricca di giacimenti        vore della pace e, tantomeno, della riconciliazione tra
petroliferi; e che detiene, al tempo stesso, il controllo    le parti. «Quella che era nata come una rivolta di popolo,
del confine orientale con l’Iraq e settentrionale con la     sfociò in guerra civile aperta… ma anche una guerra
Turchia, nonché il controllo dell’intero corso dell’Eu-      postmoderna in cui sono state sperimentate abilmente
frate. La posta in gioco è davvero alta, sia per Assad e     quella macchina della propaganda e delle fake news
i suoi sostenitori interni sia per quelli esterni. La Tur-   che oggi inquinano il mondo: dalla lotta al terrorismo
chia si vede minacciata da una regione a controllo           di matrice islamica declinata però secondo un presunto
curdo sui propri confini, che potrebbe infiammare e          scontro di civiltà alla retorica di un nuovo ordine mon-
sostenere i 20 milioni di curdi in Turchia, che da anni      diale alimentato in realtà da rigurgiti del passato, dai ca-
si battono per maggiori diritti e per una indipendenza       scami della Guerra Fredda in chiave sovranista, falsa-
da Ankara. L’Iran vedrebbe fortemente compromesso            mente identitaria e decisamente confessionale» 4.

Nonostante la Siria sia ormai da tempo uscita dall’attenzione dell’opinione pubblica
mondiale, la guerra non è certo finita; ed è drammatico ravvisare come non si veda più
nessuna iniziativa a favore della pace e, tantomeno, della riconciliazione tra le parti

12   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
3. I dati

  LE VITTIME DEL CONFLITTO SIRIANO
            ( stime ottobre 2018)

oltre 500.000 morti

Popolazione in povertà:

      83% del totale                               13.200.000
                                                  persone bisognose
 PERSONE IN BISOGNO                              di assistenza medica
 DI ASSISTENZA UMANITARIA:
                                      48%
                                     uomini
            11.700.000
                                         52%
                   di cui               donne

    5.000.000 bambini

  1.800.000 anziani e disabili

 9.000.000 persone senza cibo
                   a sufficienza

 5.700.000
 profughi all’estero

                      SIRIA

                             6.200.000
                              sfollati interni

                                                                 SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   13
Gli indici del Global Peace Report, al di là della fred-     scorso è valido purtroppo per molte altre professioni
dezza dei numeri, raccontano una quotidianità di do-         specialistiche, che richiedono titoli universitari. Nel-
lore e paura che si aggiunge alla povertà materiale          l’analisi che segue ci concentreremo su quei bisogni
estrema, in una lotta quotidiana per la sopravvivenza        umanitari che maggiormente compromettono non
che dura da otto anni.                                       solo la sopravvivenza nel presente, ma la futura pos-
    I bisogni materiali della popolazione siriana hanno      sibilità di riappacificazione di una società sconvolta da
ormai raggiunto un livello estremo, che, come ab-            otto anni di guerra.
biamo visto, hanno portato molti esperti e autorevoli
osservatori internazionali a definire quella siriana         Il bisogno diffuso di assistenza umanitaria
come la peggiore crisi umanitaria dopo la seconda                Tenendo conto delle osservazioni fatte in prece-
guerra mondiale. Nonostante alcuni importanti mi-            denza, dal citato rapporto delle Nazioni Unite emerge
glioramenti, i dati più recenti delle agenzie umanitarie     che nel 2019 le persone in stato di bisogno di varie
delle Nazioni Unite ci dicono che tutti gli indicatori       forme di assistenza umanitaria sono 11,7 milioni, un
chiave relativi ai bisogni umanitari (incidenza delle        numero ancora enorme ma sensibilmente diminuito
malattie, malnutrizione e insicurezza alimentare) ri-        rispetto all’anno precedente (13,1 milioni). Tra questi,
mangono a livelli estremamente gravi 1. Inoltre, il mi-      5,1 milioni si trovano in uno stato di bisogno acuto –
glioramento di alcuni indicatori rispetto all’anno           anche questo dato in calo rispetto al passato, grazie
precedente non è necessariamente un fattore posi-            alla diminuzione delle ostilità sul campo che ha per-
tivo. Molti dati sui bisogni umanitari di base andreb-       messo un miglior accesso agli aiuti umanitari. Non si
bero letti tenendo conto degli indici relativi alle coping   tratta quindi di un miglioramento oggettivo della si-
strategies, che in Siria evidenziano una situazione di       tuazione, ma di una maggiore efficacia degli aiuti uma-
profonda gravità. Questo significa che molte famiglie        nitari, da cui la popolazione tuttavia ancora dipende.
riescono a raggiungere, ad esempio,
un livello accettabile di consumo di        I bisogni materiali della popolazione siriana hanno
cibo ma solo perché adottano stra-
                                            ormai raggiunto un livello estremo, che ha portato a de-
tegie negative per procurarselo, ri-
sultando nel tempo dannose: come            finire quella siriana come la peggiore crisi umanitaria
indebitamento, riduzione del fabbi-         dopo la seconda guerra mondiale. Nonostante alcuni
sogno calorico e della qualità dei
                                            importanti miglioramenti, i dati più recenti ci dicono che
cibi consumati, o ancora peggio ot-
tenendo il denaro necessario all’ac-        tutti gli indicatori chiave relativi ai bisogni umanitari ri-
quisto di cibo attraverso il lavoro         mangono a livelli estremamente gravi
minorile, la prostituzione o altre at-
tività illecite. Da un recente sondaggio si evidenzia            Il distretto in cui si registra il più alto numero di per-
come le famiglie adottino queste “strategie di risposta      sone in stato di bisogno di assistenza umanitaria è
negative” nove volte a settimana 2.                          Aleppo, seguito a breve distanza da Damasco. Un dato
    In altri casi, invece, anche il peggioramento di al-     che ci racconta di un Paese dove la quasi totalità delle
cuni dati deve essere letto facendo attenzione a varia-      persone sopravvive grazie agli aiuti umanitari, da cui
bili importanti. Ad esempio quelli relativi alla salute      è strettamente dipendente. Nel lungo termine questo
indicano nel 2019 un numero di persone in stato di bi-       genera varie distorsioni nella vita di una comunità,
sogno molto più alto rispetto agli anni precedenti. Un       come ampiamente dimostrato dalla storia di altre tra-
dato gravissimo dovuto in buona parte a un migliore          gedie umanitarie protratte nel lungo periodo, prima
accesso alle informazioni: grazie alla fine del conflitto    fra tutti quella dei rifugiati palestinesi. Tra le conse-
in vaste zone del Paese, è possibile raccoglierle in         guenze negative più comuni ci sono il rischio di cor-
modo più accurato. E la fotografia che ne esce, pur-         ruzione tra le autorità, governative o meno, che
troppo, è peggiore di quanto ci si aspettasse. Come          gestiscono gli aiuti 4 ma anche gli abusi degli operatori
evidenziato nel dossier Caritas del 2018 3, alcuni dati      umanitari sul campo, che tendono a favorire l’una o
si aggravano nel tempo nonostante il miglioramento           l’altra parte in conflitto. Tali situazioni, e le conseguenti
delle condizioni relative alle violenze sul campo: sem-      distorsioni nella gestione degli aiuti, rischiano di au-
pre il dato sulla salute è, ad esempio, influenzato ne-      mentare la conflittualità interna piuttosto che ridurla.
gativamente dalla progressiva diminuzione del
personale medico, che a causa della sospensione del          Il bisogno di protezione speciale: violenza sulle
sistema educativo universitario non ha più un ricam-         donne
bio capace di rimpiazzare coloro che sono morti, o               Altissimo il numero di persone vulnerabili che ri-
emigrati o non più in grado di lavorare. Lo stesso di-       chiedono livelli speciali di protezione, come donne,

14   CARITAS ITALIANA | DOSSIER CON DATI E TESTIMONIANZE
bambini, anziani, disabili. La violenza di genere, che         La povertà
colpisce le donne e le bambine sia a livello domestico             In base alle stime elaborate dal Syria Centre for Po-
sia fuori dalla propria cerchia familiare, continua ad es-     licy Research, più dell’83% della popolazione vive al
sere un dramma in tutta la Siria e nei Paesi colpiti dalla     di sotto della soglia di povertà 5: secondo le Nazioni
crisi, generando conseguenze nel lungo periodo. Que-           Unite 8,7 milioni di persone, dopo otto anni di con-
sto sia per chi ne rimane vittima, che per la società, so-     flitto, non possono permettersi adeguati standard di
prattutto nel caso di violenze sessuali. Quando la             vita, non hanno accesso a un reddito dignitoso e ai
violenza sessuale sulle donne è stata utilizzata come          servizi sociali. Circa 9 milioni di persone non hanno
“arma” all’interno di un conflitto civile, le ferite si sono   cibo a sufficienza per vivere, con il 40 % dei siriani che
protratte nel lungo periodo, manifestandosi in forma           spende almeno il 65% del proprio reddito per acqui-
di vendette familiari, di emarginazione sociale per la         stare il cibo; più nello specifico, un operaio arriva
donna e per i bambini nati da queste violenze. Emar-           all’80% mentre un impiegato pubblico sta intorno al
ginazioni che nel lungo periodo facilmente rendono             50%. Le Nazioni Unite stimano che dal 2011 al 2016 si
le vittime, specialmente i bambini, preda di scelte vio-       siano persi 226 miliardi di dollari di PIL, di cui 16 mi-
lente e criminali.                                             liardi attribuibili al solo settore agricolo, che è stato
                                                               colpito anche dalla più grave carestia degli ultimi 30
La mancanza dei documenti di identità e di pro-                anni.
prietà                                                             Stiamo parlando di una comunità in cui le radici so-
    Un altro problema che compromette la vita quoti-           cioeconomiche sono state completamente erose dalla
diana di milioni di persone e il futuro di pace per la         guerra, con grave minaccia alla coesione sociale e al
Siria è la mancanza di documenti di identità o di pro-         senso stesso di comunità. La combinazione di questi
prietà, che secondo il report delle Nazioni Unite af-          fattori ha ridotto al minimo la capacità di risposta agli
fligge il 59% della popolazione (lo
stesso report riferisce che secondo          Stiamo parlando di una comunità in cui le radici socioe-
alcune fonti il dato potrebbe essere
                                             conomiche sono state completamente erose dalla
più alto). Non avere i documenti che
provino l’identità o la proprietà di         guerra, con grave minaccia alla coesione sociale e al
beni significa non essere nelle con-         senso stesso di comunità. La combinazione di questi fat-
dizioni per potersi costruire un fu-
                                             tori ha ridotto al minimo la capacità di risposta agli
turo. Significa dover lottare ogni
giorno con le autorità pubbliche per         shock esterni e interni della società e delle famiglie si-
ottenere i propri diritti. Significa non     riane, minando la loro capacità di resilienza
potersi difendere, con la legge, da
chi vuole usurpare le legittime proprietà, ed è quindi       shock esterni e interni della società e delle famiglie si-
un incentivo a farlo con la violenza. In un Paese con        riane, minando la loro capacità di resilienza. La man-
un così alto numero di sfollati interni e all’estero, la     canza di alcuni servizi di base, come la corrente
possibilità che le case e i terreni vengano occupati da      elettrica, ad esempio, non colpisce solo il comfort di
altri è elevatissima, e il conflitto con il legittimo pro-   vita o la prosperità economica di un Paese, ma anche
prietario, al momento del suo ritorno, è una delle con-      la sua coesione sociale, perché in un contesto di vio-
seguenze più temibili.                                       lenza non avere la corrente e la luce elettrica può rap-
                                                             presentare un grave pericolo; e di conseguenza le
Il reclutamento di bambini soldato                           famiglie per proteggersi riducono al minimo gli spo-
    Il reclutamento di bambini come parte attiva all’in-     stamenti notturni e le attività all’aperto; in altre parole
terno del conflitto armato, da tutti gli attori in gioco,    riducono la socializzazione.
è divenuta ormai una pratica normale. In 12 distretti            Così come la disoccupazione, che colpisce più del
su 14 in cui è stato condotto un sondaggio su tale pro-      55% della forza lavoro, in contesto di guerra civile non
blema, almeno il 30% degli intervistati ha risposto che      solo causa povertà e frustrazione, ma amplifica il ri-
era un fenomeno presente, e secondo l’11% del cam-           schio, soprattutto per i giovani, di fare scelte sbagliate,
pione coinvolge anche le bambine. È evidente come            come affiliarsi a milizie, estremisti e gruppi armati. Così
questa tragedia sia in grado di lasciare conseguenze         come l’enorme massa di popolazione che è stata co-
nel lungo periodo: chi riuscirà a sopravvivere dopo          stretta a lasciare le proprie terre, rappresenta non solo
anni passati a combattere contro altri uomini, anche         un dramma umano e familiare, ma una seria minaccia
al termine delle ostilità rischierà di diventare un adulto   all’unità sociale, sia per le comunità che si sono sepa-
violento, pronto a usare le armi a scopi criminali o ad      rate forzosamente sia per quelle che hanno dovuto
arruolarsi in qualche milizia.                               accogliere centinaia di migliaia di persone. Questa

                                                                                          SIRIA | BEATI I COSTRUTTORI DI PACE   15
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