ANIEM Rassegna Stampa del 01/07/2016

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ANIEM
   Rassegna Stampa del 01/07/2016

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INDICE

ANIEM
   01/07/2016 Quotidiano del Molise                                                      6
   Acem lancia l'allarme: troppi appalti per imprese di fuori regione

ANIEM WEB
   30/06/2016 molisedoc.it 11:20                                                         8
   L'Acem denuncia: "Troppi appalti di piccoli importi aggiudicati ad imprese di fuori
   regione"

   30/06/2016 notizie.alguer.it 13:21                                                    9
   Convegno: Etica e rappresentanza a Cagliari

   30/06/2016 seitorri.it 10:43                                                          10
   Ribassi elevati a danno delle imprese, l'Acem alza il tiro contro i troppi appalti
   aggiudicati fuori regione

SCENARIO EDILIZIA
   01/07/2016 Corriere della Sera - Milano                                               12
   Disagi M4, rimborsi anche ai residenti Lunedì rischio caos

   01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                            14
   I costruttori: lavori crollati del 75% con le nuove regole sugli appalti

   01/07/2016 La Repubblica - Milano                                                     17
   Le truffe sui corsi per la sicurezza

   01/07/2016 Il Messaggero - Pesaro                                                     19
   Inrca si sblocca l'impasse a fine mese l'impresa titolare entra nel cantiere

   01/07/2016 MF - Nazionale                                                             20
   Ferretti lancia Rivamare e confida negli Usa

   01/07/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna                                        21
   Ams, leader nel cartongesso con una squadra di 26 specialisti

   01/07/2016 QN - Il Resto del Carlino - Rimini                                         22
   «La mia farmacia tenuta in ostaggio dal cantiere»
01/07/2016 Il Mattino - Benevento                                                  23
  Confindustria, Izzo al vertice della sezione materiali edili

  01/07/2016 Il Mattino - Napoli Nord                                                24
  Politiche di riqualificazione urbana e case popolari, confronto a più voci

SCENARIO ECONOMIA
  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         26
  Quelle ipotesi sui fondi a Siena

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         28
  «Credito? Vi serve un piano Paese»

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         30
  il coraggio di aiutare chi investe

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         32
  Una rete di sicurezza per le banche italiane

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         33
  Centri per l'impiego, l'impegno per mille contratti

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         34
  Evasione Inps, 90 miliardi di contributi non versati sono (quasi) irrecuperabili

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         35
  I piani del nuovo Ceo: holding, cessioni e aumento di capitale

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         37
  Coop, ricavi a 12,5 miliardi È il primo distributore con il 18,7% del mercato

  01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         38
  Nella classifica eBay il sorpasso dei milionari del Sud

  01/07/2016 Il Sole 24 Ore                                                          39
  Moretti: da Brexit qualche carta in più con Londra

  01/07/2016 Il Sole 24 Ore                                                          42
  Deutsche Bank ai minimi da 30 anni in Borsa

  01/07/2016 La Repubblica - Nazionale                                               44
  Ma non può bastare la rete di protezione

  01/07/2016 La Repubblica - Nazionale                                               46
  Un francese al timone di Unicredit
01/07/2016 La Repubblica - Nazionale                                          47
  Banda larga, ok Ue al piano italiano

  01/07/2016 L'Espresso                                                         48
  Banca d'affari e di evasione

  01/07/2016 La Stampa - Nazionale                                              52
  CHE COSA RISCHIA L'EUROZONA

  01/07/2016 La Stampa - Nazionale                                              54
  "Adesso se piove abbiamo un ombrello Speriamo di non doverlo usare"

  01/07/2016 La Stampa - Nazionale                                              55
  "Manager mediocri e aziende in saldo" Così Parigi vive la campagna d'Italia

  01/07/2016 La Stampa - Nazionale                                              57
  Così la guerra dell'export con Putin ha messo in ginocchio il made in Italy

SCENARIO PMI
  01/07/2016 Il Sole 24 Ore                                                     60
  Piacenza scommette su un rilancio in chiave 4.0

  01/07/2016 Il Sole 24 Ore                                                     62
  Certificazioni Halal, l'Italia è in forte ritardo

  01/07/2016 Il Sole 24 Ore                                                     64
  Cosmetica a 10 miliardi nel 2015 grazie alla corsa dell'export (+14%)

  01/07/2016 Il Messaggero - Nazionale                                          66
  In forte aumento i «cyber-paperoni» su Ebay.it
ANIEM

1 articolo
01/07/2016
Pag. 1.3

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Acem lancia l'allarme: troppi appalti per imprese di fuori regione

 CAMPOBASSO. L'Acem, l'Associazione Costruttori Edili del Molise, denuncia come nelle ultime settimane
 troppi lavori sono stati aggiudicati ad imprese di fuori Regione anche con ribassi elevati, con grave danno
 per le imprese regionali e per l'economia del territorio molisano, addebitabile alla scarsa attenzione della
 politica e degli amministratori per le sorti delle aziende locali. Ciò è avvenuto soprattutto perché molte
 stazioni appaltanti (Provincia e Comuni) per affidamenti di importo inferiore ad un milione di euro hanno
 chiesto le manifestazioni di interesse per essere invitati alle procedure negoziate, determinando una
 massiccia affluenza di imprese di fuori regione. Tutto questo però - a giudizio dell'ACEM - è vergognoso in
 una fase congiunturale come quella che sta attraversando l'edilizia in Molise, confermata anche dal
 rapporto della Banca d'Italia presentato recentemente a Campobasso. dCon il metodo della manifestazione
 di interesse, infatti, le imprese devono confidare nell'esito favorevole di un sorteggio che però non sempre è
 clemente, come accaduto nelle ultime gare aggiudicate, ed allora tanto vale indire procedure aperte in cui
 almeno tutte le aziende sono in condizione di poter concorrere. La situazione lamentata dall'ACEM non si
 riscontra in altre Regioni, ove viene prestata maggiore attenzione nel tutelare le aziende locali, mentre in
 Molise andando avanti in questo modo, nella migliore delle ipotesi le aziende del posto possono solo
 sperare di diventare subappaltatrici delle aziende di fuori."Gli amministratori devono avere il coraggio di far
 applicare gli strumenti che la normativa contempla.

ANIEM - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                                 6
ANIEM WEB

3 articoli
30/06/2016 11:20
Sito Web                                        molisedoc.it

                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  L'Acem denuncia: "Troppi appalti di piccoli importi aggiudicati ad
  imprese di fuori regione"

  L'ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise), denuncia come nelle
  ultime settimane troppi lavori sono stati aggiudicati ad imprese di fuori
  Regione anche con ribassi elevati, con grave danno per le imprese
  regionali e per l'economia del territorio molisano, addebitabile alla
  scarsa attenzione della politica e degli amministratori per le sorti delle
  aziende locali.
  "Ciò è avvenuto - sostiene l'associazione di categoria - soprattutto
  perché molte stazioni appaltanti (Provincia e Comuni) per a‰idamenti di
  importo inferiore ad un milione di euro hanno chiesto le manifestazioni
  di interesse per essere invitati alle procedure negoziate, determinando
  una massiccia a‰luenza di imprese di fuori regione. Tutto questo però è
  vergognoso in una fase congiunturale come quella che sta attraversando
  l'edilizia in Molise, confermata anche dal rapporto della Banca d'Italia
  presentato recentemente a Campobasso."
  "Con il metodo della manifestazione di interesse, infatti - a giudizio
  dell'ACEM - le imprese devono confidare nell'esito favorevole di un
  sorteggio che però non sempre è clemente, come accaduto nelle ultime
  gare aggiudicate, ed allora tanto vale indire procedure aperte in cui
  almeno tutte le aziende sono in condizione di poter concorrere."
  "Gli amministratori devono avere il coraggio di far applicare gli strumenti
  che la normativa contempla nelle forme che la stessa permette per una
  maggior considerazione delle imprese del posto - dichiara il Presidente
  dell'ACEM Corrado Di Niro - evitando di farsi condizionare dalle proprie
  strutture, perché anche un euro che va in appalto deve rimanere sul
  nostro territorio a vantaggio delle nostre imprese e dei nostri lavoratori".

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016                                           8
30/06/2016 13:21
Sito Web                                    notizie.alguer.it

                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Convegno: Etica e rappresentanza a Cagliari

  "L'Etica come strumento di innovazione" è l´argomento dell´incontro organizzato dall´Aniem in programma
  domani mattina, nelle sale del Thotel
  Convegno: Etica e rappresentanza a Cagliari
  CAGLIARI - «Che rapporto vi è tra l'etica e il sistema imprese? E' possibile immaginare l'etica come un
  elemento innovativo del fare impresa? Rigore morale e onestà, sia da parte della politica che delle
  Amministrazioni Pubbliche, possono considerarsi due principi irrimandabili per creare le basi di uno
  sviluppo sostenibile reale?».
  A queste e ad altri quesiti vuole rispondere "L'Etica come strumento di innovazione", l'incontro organizzato
  dall'Aniem in programma domani, venerdì 1 luglio, dalle ore 10.30 alle 13.30, nelle sale del Thotel, in Via
  dei Giudicati 66, a Cagliari. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, sono in programma diversi
  interessanti interventi.
  Tra questi, quelli di Luciano Hinna (Programmazione e controllo della Pubblica amministrazione), Aldo
  Pavan (presidente Banca di Credito Cooperativo di Cagliari), Giuseppe Mullano (dirigente della Corte dei
  Conti Sardegna), Paola Piras (commissario Camera di Commercio Cagliari), Paolo Agnelli (presidente
  nazionale Confimi Industria), Dino Piacentini (presidente nazionale Aniem-Confimi), Stefano Macale
  (segretario nazionale Filca Cisl), Valentina Meloni (presidente Collegio Aniem Sardegna), Oscar Ruggeri e
  Daniela Ducato (imprenditori filiere Edizero Architetture di Pace). Coordinerà i lavori Laura Palomba,
  dell'Ufficio Stampa Aniem.

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                           9
30/06/2016 10:43
Sito Web                                          seitorri.it

                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Ribassi elevati a danno delle imprese, l'Acem alza il tiro contro i troppi
  appalti aggiudicati fuori regione

  L'Acem (Associazione Costruttori Edili del Molise), denuncia come nelle ultime settimane troppi lavori sono
  stati aggiudicati ad imprese di fuori Regione anche con ribassi elevati, con grave danno per le imprese
  regionali e per l'economia del territorio molisano, addebitabile alla scarsa attenzione della politica e degli
  amministratori per le sorti delle aziende locali.
  Ciò è avvenuto soprattutto perché molte stazioni appaltanti (Provincia e Comuni) per affidamenti di importo
  inferiore ad un milione di euro hanno chiesto le manifestazioni di interesse per essere invitati alle procedure
  negoziate, determinando una massiccia affluenza di imprese di fuori regione. Tutto questo però - a giudizio
  dell'Acem - è vergognoso in una fase congiunturale come quella che sta attraversando l'edilizia in Molise,
  confermata anche dal rapporto della Banca d'Italia presentato recentemente a Campobasso. Con il metodo
  della manifestazione di interesse, infatti, le imprese devono confidare nell'esito favorevole di un sorteggio
  che però non sempre è clemente, come accaduto nelle ultime gare aggiudicate, ed allora tanto vale indire
  procedure aperte in cui almeno tutte le aziende sono in condizione di poter concorrere.
  La situazione lamentata dall'Acem non si riscontra in altre Regioni, ove viene prestata maggiore attenzione
  nel tutelare le aziende locali, mentre in Molise andando avanti in questo modo, nella migliore delle ipotesi le
  aziende del posto possono solo sperare di diventare subappaltatrici delle aziende di fuori.
  "Gli amministratori devono avere il coraggio di far applicare gli strumenti che la normativa contempla nelle
  forme che la stessa permette per una maggior considerazione delle imprese del posto - dichiara il
  Presidente dell'Acem Corrado Di Niro - evitando di farsi condizionare dalle proprie strutture, perché anche
  un euro che va in appalto deve rimanere sul nostro territorio a vantaggio delle nostre imprese e dei nostri
  lavoratori".

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                          10
SCENARIO EDILIZIA

9 articoli
01/07/2016                                                                                               diffusione:305863
Pag. 9 Ed. Milano                                                                                           tiratura:387811

                                                                                                                              La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Disagi M4, rimborsi anche ai residenti Lunedì rischio caos
  Cantieri in Bolivar, De Amicis a una sola corsia Incentivi agli abitanti per l'isolamento acustico
  Paola D'Amico

  Avanza il cantiere della linea blu. Dopo lo stop ai mezzi su ruote in San Babila, domani chiuderà anche
  piazza Bolivar. Intanto il Comune allarga lo spettro dei risarcimenti per il disagio e, oltre ai fondi destinati al
  commercio, per la prima volta in occasione della realizzazione di una infrastruttura pubblica, ne stanzia per
  i residenti che vivono a ridosso degli scavi. La prima giunta convocata dal sindaco Sala al Giambellino ha
  approvato le linee guida del bando da 100mila euro cui potranno partecipare proprietari e affittuari di case
  in prossimità dei cantieri per mitigarne l'impatto. Contributi speciali da utilizzare per interventi di isolamento
  termoacustico.
   «Il contributo rispetterà criteri connessi alla vicinanza al cantiere - ha sottolineato l'assessore alla Mobilità e
  ambiente, Marco Granelli - e terrà conto di eventuali fragilità e disabilità e delle condizioni economiche delle
  famiglie. Varrà sia per proprietari sia per gli inquilini». Potrà accedere al bando chi viva in unità abitative
  che abbiano «almeno un affaccio nella strada ove insiste il cantiere». Saranno ammesse al contributo «le
  spese relative alla realizzazione di opere e all'acquisto di dispositivi per il contenimento acustico e il
  miglioramento termico» che possano beneficiare delle agevolazioni fiscali nazionali per la ristrutturazione
  e/o il risparmio energetico per l'anno 2016 (massimo 1.000 euro) e finestre comprensive di infissi con vetri
  a isolamento termo acustico (massimo 1.500 euro). La somma erogata coprirà fino al 20 per cento del
  totale della spesa sostenuta.
  Il finanziamento si aggiunge al bando da 5,8 milioni già pubblicato e che resterà aperto fino ad agosto per
  gli esercizi commerciali e gli artigiani. Mentre s'è chiuso il primo bando da 1 milione e 150 mila euro al
  quale hanno aderito 83 operatori le cui vetrine s'affacciano lungo la tratta interessata dai lavori, dal
  Forlanini a San Cristoforo. I fondi saranno utilizzati per rimborsare le spese fatte dai commercianti per
  ristrutturare i locali negli ultimi 3 anni. Nelle due tratte esterne della linea metropolitana in costruzione,
  escludendo dunque il centro storico, sono 12 gli operatori più colpiti dalla vicinanza con le cesate di
  cantiere. Sull'intero tracciato sono in tutto 784 le attività che si trovano a 150 metri di distanza dai cantieri,
  in 58 casi si è parlato di «alto impatto», che mette a rischio l'attività, e in 478 di «impatto elevato».
  Tornando ai lavori che entrano nel vivo, ecco i dettagli per la tratta Ovest: sabato 2 luglio chiude piazza
  Bolivar. Si avviano infatti le attività di spostamento dei collettori fognari in via Foppa e di cantierizzazione
  della stazione Washington Bolivar. Verrà dunque chiusa via Foppa nel tratto tra piazza Bolivar e via
  Washington, mantenendo sia la piazza che la via percorribili, mentre da piazza Bolivar non sarà più
  possibile effettuare la svolta a sinistra in direzione Lorenteggio. Nei soli mesi di luglio e agosto inoltre, la
  carreggiata di viale Misurata (all'altezza dell'intersezione con piazza Napoli nella sola direzione da Sud a
  Nord) e piazza Bolivar verranno ridotte a una corsia di marcia larga. La via e la piazza resteranno
  comunque percorribili in entrambe le direzioni. Quanto alla tratta Centro storico martedì 5 luglio, invece,
  sarà ridotta a una corsia la via De Amicis all'incrocio con corso di Porta Ticinese. La campagna
  d'informazione a tappeto lungo la circonvallazione esterna, percorsa dalla 90-91, è iniziata mercoledì.
   © RIPRODUZIONE RISERVATA
  Le tappe
  Domani verrà chiusa
  via Foppa
  nel tratto
  tra piazza Bolivar e via Washington, per la cantierizza-zione della stazione M4 Washington Bolivar In luglio

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                          12
01/07/2016                                                                                         diffusione:305863
Pag. 9 Ed. Milano                                                                                     tiratura:387811

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  e agosto riduzione a una corsia
  di marcia di viale Misurata all'intersezione con piazza Napoli Martedì 5 luglio via De Amicis
  sarà ridotta a una corsia all'incrocio
  con corso di Porta Ticinese
  Foto: Lavori in corso
  Cambio anche della segnaletica orizzontale in centro per l'arrivo dei cantieri della linea blu. La recinzione
  definitiva dell'area interessata in piazza San Babila ha portato a numerosi disagi

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 I costruttori: lavori crollati del 75% con le nuove regole sugli appalti
 Le norme più severe in vigore da aprile. «Sono giuste, ma per adeguarsi serve più tempo» Direttive
 europee Previsto un incontro con il governo, ma ogni modifica va concordata con Bruxelles Cosa è
 cambiato Le commesse vanno affidate sulla base dei progetti esecutivi e non più definitivi
 Lorenzo Salvia

 ROMA C'è una lucina rossa che si è accesa al ministero dell'Economia e a Palazzo Chigi. Non è quella che
 riguarda gli effetti della Brexit o la tenuta del sistema bancario. La lucina ha a che fare direttamente con
 l'andamento dell'economia di casa nostra, con gli effetti che può avere sul Prodotto interno lordo il
 rallentamento degli appalti pubblici. Che cosa è successo?
 Il 19 aprile scorso è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti, che riscrive le regole per le gare delle
 opere pubbliche. Cambiano tante cose, ma ne cambia soprattutto una: gli appalti non possono più essere
 affidati sulla base dei cosiddetti progetti definitivi, quelli che servono per ottenere i permessi a costruire. Ma
 solo sulla base dei cosiddetti progetti esecutivi, molto più avanzati, perché entrano nei minimi dettagli delle
 opere da realizzare.
 La modifica ha la sua logica, perché riduce il margine per quelle varianti che spesso finiscono per allungare
 i tempi e far lievitare i costi dei cantieri. Ma il risultato immediato è stato il blocco (o quasi) delle gare.
 Secondo il centro studi dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, a maggio il valore dei bandi
 pubblicati è sceso del 75,1% rispetto alla stesso mese dell'anno precedente. La tendenza riguarda
 soprattutto i grandi appalti, quelli che contano di più in termini di posti di lavoro e di ricchezza prodotta:
 sempre a maggio sono state bandite solo 10 gare di importo superiore ai 5 milioni di euro. Contro le 45 di
 marzo, l'ultimo mese pre riforma. Per giugno il dato definitivo ancora non c'è. Ma secondo Claudio De
 Albertis, che dell'Ance è il presidente, «la sensazione è di un ulteriore rallentamento». Un blocco che
 potrebbe uccidere nella culla quei segnali di ripresa che facevano sperare in un più 6% per le opere
 pubbliche realizzate nel 2016 rispetto all'anno scorso. La lucina rossa ha preso a lampeggiare più veloce.
 Perché il problema non riguarda solo la categoria ma l'intera economia italiana, visto che le costruzioni
 coprono tra il 16 e il 18% del Pil. Un guaio vero, insomma.
 È solo questione di tempo, perché ad ogni cambio di regole c'è da mettere in conto un effetto novità, un
 periodo più o meno lungo di adattamento? Possibile, certo. Anche nel 2006, anno dell'ultima riforma nel
 campo degli appalti, ci fu un rallentamento delle gare. Ma allora il settore dell'edilizia privata tirava alla
 grande e questo compensò gli effetti negativi. Adesso l'edilizia privata è in crisi nera e se si fermano anche
 gli appalti pubblici si rischia la catastrofe. Senza contare che negli otto anni di crisi il settore delle opere
 pubbliche ha già perso il 60% di volume. Da quel tunnel non siamo ancora usciti.
 Al netto della sindrome da adattamento, insomma, il problema c'è. Ed è grave. Tanto più adesso che si
 torna a parlare di investimenti come chiave per sostenere la ripresa. Cosa succederà? «Sia chiaro - dice il
 presidente dell'Ance - la nuova legge è pienamente condivisibile. Quello che ci ha messo in difficoltà è la
 tempistica». Per questo i costruttori chiedono una proroga. Il rinvio dell'applicazione delle nuove regole
 all'inizio del nuovo anno. «O almeno la possibilità - spiega De Albertis - di poter bandire le gare sulla base
 dei progetti non esecutivi ma definitivi che sono già pronti nei cassetti». Nei prossimi giorni ci dovrebbe
 essere un incontro con il governo per trovare una soluzione. Contatti informali sono già in corso ma il
 sentiero è davvero stretto. Dopo una lunga serie di rinvii, il nuovo codice degli appalti è arrivato in zona
 Cesarini, a soli tre giorni dalla scadenza prevista per il recepimento delle indicazioni arrivate da Bruxelles.
 Proroghe ed eccezioni vanno di fatto concordate con la commissione europea. E, di questi tempi, il tavolo
 delle trattative con l'Ue è già pieno di dossier.
  lorenzosalvia

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 La scheda
 Il nuovo codice
 degli appalti
  è entrato
 in vigore il 19 aprile. Le opere possono essere affidate sulla base non più dei progetti definitivi ma di quelli
 esecutivi, molto più avanzati perché entrano nei dettagli Secondo l'Ance, l'associazione dei costruttori edili,
 questo ha provocato un blocco delle gare: a maggio di quest'anno
 il valore
 dei bandi pubblicati
  è sceso del 75,1% rispetto allo stesso mese del 2015 I costruttori chiedono
  una proroga:
 il rinvio dell'entrata
 in vigore delle nuove regole al primo gennaio del 2017,
 o almeno di poter utilizzare i progetti definitivi
 già pronti La soluzione non è semplice. Il nuovo codice degli appalti recepisce
 le indicazioni arrivate dalla commissione europea: eventuali eccezioni
 o rinvii vanno
  di fatto concordati
 con Bruxelles
 Le grandi commesse all'estero
 Foto: Il gioiello
 La prima nave a imboccare il nuovo Canale di Panama, realizzato da un consorzio
  di imprese
  di cui è capofila l'italiana Salini-Impregilo,
 è stata un'enorme portacontainer cinese lunga 300 metri. L'opera
  è costata oltre 5 miliardi
 di dollari
 Foto: L'opera
  Il ponte sulla Baia di Izmit (Turchia)
  è il quarto
 al mondo
 per lunghezza fra i viadotti sospesi.
 La nuova infrastruttura è stata realizzata dal gruppo Astaldi
 ed è parte
 del tracciato dell'autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir, di cui è stato aperto un tratto
 Foto: Il tunnel
 La galleria ferroviaria del San Gottardo, lunga oltre 57 chilometri
 tra Erstfeld
  e Bodio,
 in Svizzera,
  è stata realizzata dall'impresa Pizzarotti
 e inaugurata
  il mese scorso. La galleria è costata 12 miliardi
 di euro ed è stata ultimata

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                        un anno prima del previsto
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  IL CASO/ ENORME GIRO DI AFFARI, UNDICI INDAGINI APERTE PER CERTIFICATI FALSI
  Le truffe sui corsi per la sicurezza
  FRANCO VANNI

  Certificati contraffatti, corsi mai eseguiti e operai in cantiere con in tasca documenti falsi.
   Sono undici le inchieste aperte dalle procure lombarde a partire dalle segnalazioni dell'Ats (ex Asl) di
  Milano per violazioni della legge che obbliga le aziende a garantire ai dipendenti corsi sulla sicurezza sul
  lavoro. «La mancata formazione è una delle principali cause degli incidenti», dicono i vertici dell'Ats. E
  Assolombarda lancia l'allarme: «Nel web il mercato dei corsi è fuori controllo».
  A PAGINA IX CERTIFICATI contraffatti, corsi mai eseguiti, operai in cantiere con in tasca documenti falsi.
  Le violazioni dell'accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza sempre più spesso
  finiscono in procura. Sono undici i fascicoli penali aperti fra Milano e altre procure lombarde su segnalazioni
  partite dall'Ats milanese (l'ex Asl) per il mancato rispetto della legge 81 del 2008, di fatto applicata dal 2012.
  La norma prevede per le aziende l'obbligo di garantire e pagare ai dipendenti corsi sulle dotazioni e le
  procedure di sicurezza. «La mancata formazione è una delle principali cause degli incidenti sul lavoro»,
  dice Marco Morone, tecnico dell'Ats che si occupa di eseguire i controlli.
   Le irregolarità rilevate dagli ispettori sanitari, affiancati dalla polizia locale e coordinati dalla procura di
  Milano, sono i più vari. C'è il caso della società Sicur.Gest, il cui titolare è a processo con l'accusa di «avere
  confezionato false certificazioni, alcune recanti il logo ufficiale di Regione Lombardia. .. per lavoratori attivi
  nel montaggio, smontaggio e trasformazione di ponteggi», come scrive il pm Giovanni Polizzi nella richiesta
  di rinvio a giudizio. E c'è il caso, affidato al sostituto procuratore Alessia Miele (nel frattempo trasferita), di
  un operaio addetto «a cisterne e ambienti confinanti» che ha denunciato l'azienda per cui lavora quando ha
  scoperto che erano stati prodotti certificati relativi a corsi sulla sicurezza che non aveva mai frequentato. Le
  segnalazioni, sempre più numerose, a Milano transitano dal dipartimento Salute della procura, guidato
  dall'aggiunto Nunzia Gatto, e in parte dal dipartimento Reati contro il patrimonio, coordinato da Riccardo
  Targetti. Altri fascicoli, nati da segnalazioni dell'Ats milanese, sono aperti dalle procure di Sondrio, Brescia,
  Busto Arsizio.
   La legge prevede che, in base al livello di rischio, i lavoratori debbano seguire corsi di durata compresa fra
  le 8 ore (per gli uffici) e le 16 ore (nell'edilizia).
   Ogni cinque anni è obbligatorio per le aziende garantire aggiornamenti del corso base. L'ente chiamato a
  verificare i requisiti delle società che offrono i corsi è la Regione.
   Il giro d'affari è enorme. Fra Milano e provincia i lavoratori che dovrebbero avere frequentato i corsi sono
  1,86 milioni. In Lombardia si arriva a 3,8 milioni. Se si considera che un corso in aula da 12 ore costa alle
  aziende fra i 300 e i 400 euro lordi per dipendente, è facile capire come il giro di affari potenziale nella sola
  regione si avvicini al miliardo e mezzo di euro.
   Assolombarda il prossimo 8 luglio organizzerà un convegno dal titolo "La salute e sicurezza sul lavoro
  come driver di competitività territoriale". E un ruolo fondamentale avrà proprio l'argomento dei corsi di
  formazione per la sicurezza. «Quello che segnalano le procure e gli ispettori sanitari è vero ed evidente.
   Negli ultimi anni assistiamo al proliferare di corsi online al di fuori di ogni regola, e anche di vere e proprie
  truffe», dice Mariarosaria Spagnuolo, Responsabile per la Sicurezza sul lavoro di Assolombarda
  Confindustria Milano Monza e Brianza.
   Susanna Cantoni, direttore del dipartimento prevenzione dell'Ats milanese, lancia un appello alle imprese
  perché «valutino come spendono le proprie risorse, controllando i requisiti delle società a cui affidano
  compiti delicati come la formazione per la sicurezza».
   Oltre all'eventuale denuncia penale - solitamente con le ipotesi di reato di falso e truffa - per le società
  sorprese a fare lavorare personale privo di certificati autentici scatta una multa intorno ai 1.300 euro. E

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Pag. 1 Ed. Milano                                                                                        tiratura:339543

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  sembrano cascarci aziende di ogni tipo. Lo scorso gennaio, durante un'ispezione in uno spazio espositivo
  nella zona di via Tortona, furono scoperti diversi installatori al lavoro per le sfilate di moda, «privi di
  certificazioni adeguate». E la procura di Milano indaga sul caso di una ditta, impegnata in una
  ristrutturazione edilizia in zona Ripamonti, i cui lavoratori avevano in tasca false certificazioni. Le indagini
  hanno portato a un'agenzia di formazione di Verbania, che indicava come propria sede un garage.
  I RUOLI
  NUNZIA GATTO Delle truffe sui corsi di formazione, in procura si occupano i dipartimenti Reati contro il
  patrimonio e Salute ( guidato da Nunzia Gatto) SUSANNA CANTONI A eseguire i controlli sono gli ispettori
  della Ats milanese, la ex Asl Il dipartimento prevenzione è diretto da Susanna Cantoni ANTONIO
  BARBATO Ad affiancare gli uomini dell'Ats nelle verifiche sono gli agenti dei nuclei specializzati della polzia
  locale, il cui comandante è Antonio Barbato
  www.asl.milano.it www.procura.milano.giustizia.it PER SAPERNE DI PIÙ
  Foto: VIA TOMMEI Vigili del fuoco ispezionano il cantiere dove un operaio si è ferito gravemente

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Pag. 50 Ed. Pesaro                                                                                          tiratura:152577

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 Inrca si sblocca l'impasse a fine mese l'impresa titolare entra nel cantiere

 SANITÀ
 Nuovo Inrca verso la ripartenza dei lavori. A fine mese la Cmc Cementisti e Muratori di Ravenna, che si è
 aggiudicata l'opera dopo una girandola infinita di sentenze, dovrebbe prendere possesso del cantiere
 dell'Aspio e iniziare finalmente a edificare il complesso ospedaliero di Ancona sud. La Salc - Matarrese,
 infatti, la cordata di imprese esclusa con sentenza del Consiglio di Stato dalla realizzazione del presidio, si
 farà da parte, come da accordi con la Regione, entro il 20 luglio per permettere il passaggio di consegne e
 quindi la ripresa dei lavori. In questi giorni le due vecchie ditte stanno ultimando gli interventi di messa in
 sicurezza del cantiere e, in particolare, la realizzazione dei canali di scolo. Dopodichè lasceranno il posto
 alla nuova impresa.
 LA QUERELLE
 L'abbandono del cantiere è indipendente dalla partita economica con Palazzo Raffaello, che sta cercando
 di raggiungere un accordo bonario con la Salc Matarrese per le opere sinora eseguite. Ma la Salc
 Matarrese avrebbe opposto alcune riserve. A distanza di due anni dalla posa della prima pietra, il cantiere
 del nuovo Inrca è ancora fermo. Ora, sempre che non si presentino altri intoppi, a fine mese si dovrebbe
 arrivare al tanto atteso avvio dei lavori da terminare in tre anni. Anche se sul cantiere continuerà a pendere
 la spada di Damocle del ricorso alla Corte di Cassazione, alla quale la Salc Matarrese ha chiesto di
 annullare tutte le sentenze sinora emesse dalla giustizia amministrativa per difetto di giurisdizione in
 materia di appalti. Subito dopo il passaggio di consegne si aprirà un tavolo in Regione per valutare la
 modifica del progetto proposta dal direttore generale dell'Inrca Gianni Genga. Disegno che prevede 40
 posti letto aggiuntivi per acuti nel nuovo presidio dell'Aspio, dove i servizi dell'Istituto di ricovero e cura per
 gli anziani dovranno integrarsi con quelli degli ospedali di Osimo e Loreto, oltre allo sviluppo di ortogeriatria,
 dell'uroginecologia geriatrica e dell'oculistica con funzioni di ricovero. I posti letto in più verrebbero collocati,
 insieme alla piastra degli ambulatori, nell'area di 5 mila metri quadri inizialmente destinata alla ricerca.
 Ricerca che ovviamente non scomparirà, ma che verrebbe trasferita alla Montagnola all'interno di Villa
 Persichetti. Il destino della Montagnola è legato a filo doppio a quello di un altro immobile. Che risponde al
 nome di Tambroni, il nuovo pensionato emblema delle incompiute. Sulla struttura di Posatora, inaugurata
 nel 2005 e subito chiusa e messa sotto sequestro dalla Procura dopo che erano emersi gravi vizi strutturali,
 Genga vuole chiudere la partita. Due le opzioni: recupero o abbattimento. Le sorti del pensionato
 dipendono dall'entità dell'investimento necessario alla ristrutturazione. Per questo il manager del Geriatrico
 ha già dato mandato ai suoi tecnici di effettuare due sopralluoghi, a cui a breve ne seguirà un terzo. Se ci
 fossero i presupposti per far ripartire il Tambroni gli 80 posti letto previsti, tra residenze protette e per non
 autosufficienti, sarebbero nuovamente riuniti in un unico immobile. In caso contrario il presidio della
 Montagnola verrebbe utilizzato anche per la lungodegenza.
 Letizia Larici
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 L'AD GALASSI: L'EURO DEBOLE SPINGE LE VENDITE NEGLI STATI UNITI. I NUMERI DEL CANTIERE
 Ferretti lancia Rivamare e confida negli Usa
 Franco Canevesio

 Con una presentazione sul Lago d'Iseo, il gruppo Ferretti ha lanciato sul mercato Rivamare, l'ultimo nato
 della famiglia Riva. Il motoscafo, erede dei modelli Aquariva Super e Aquarama, è un 39 piedi (11,8 metri)
 in mogano e acciaio, silenzioso, capace di toccare 43 nodi di velocità. In vendita a circa 800 mila euro, i
 quattro esemplari in produzione quest'anno sono già stati prenotati (uno da un industriale italiano). Per il
 2017 l'azienda prevede di costruirne altri 12. «Si tratta di un capolavoro che ha preso forma nel cantiere di
 Sarnico, che è stato completamente rinnovato con una linea produttiva riservata al nuovo modello», spiega
 Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group, che nei primi cinque mesi di quest'anno ha
 registrato 6 milioni di utili in più rispetto al 2015, anno in cui l'ebitda dopo quattro esercizi è tornato positivo.
 Presente in 61 Paesi, con un fatturato 2015 di 400 milioni e una previsione 2016 di 480 milioni, Ferretti non
 rallenta l'attività, anzi. «Lunedì prossimo lanceremo un altro Riva, il Bahamas, un 76 piedi open costruito
 nei cantieri di La Spezia che presenteremo a Capri», annuncia Galassi . «È una barca che noi
 consideriamo sexy, una spider, convertibile col suo tettuccio apribile, veloce da poter toccare i 40 nodi,
 cosa rara per un 22 metri». Le prospettive di mercato per Ferretti sono buone. «Non registriamo alcuna
 cancellazione di ordini; anzi, in meno di una settimana abbiamo raccolto nuovi ordinativi da Asia-Pacifico,
 Nord Europa e Svizzera». La Brexit non preoccupa più di tanto. «C'è solo il problema della sterlina
 svalutata di un 15%», conferma Galassi. «Ciò significa che dovremo alzare i prezzi di un altro 15%
 rimanendo flessibili possibile su quel mercato. L'altra faccia della medaglia è l'export verso gli Usa, che
 potrebbe migliorare grazie alla debolezza dell'euro verso il dollaro». Intanto prosegue la crescita del gruppo
 sui mercati dell'Europa orientale. È di pochi giorni fa la firma dell'accordo di dealership per i marchi Ferretti
 Yachts, Pershing, Itama, Riva e Custom Line con Caucasus Yachts, società-pioniere dello yachting in
 Georgia. Un'altra direttrice dell'espansione passa dalla Romania, dove Ferretti è marchio conosciuto fin
 dagli anni 60. Quest'anno il cantiere ha in costruzione 140 barche contro le 117 del 2015, con un 79 metri
 in via di realizzazione nei cantieri Crn di Ancona (già venduto a un cliente straniero). L'export per ora
 rappresenta il 97% del fatturato, ma l'obiettivo è portarne l'incidenza al 90% già quest'anno, recuperando
 margine in Italia. «Gli italiani tornano a comprare barche e, se norme e burocrazie ci lasciassero stare, ne
 comprerebbero anche di più», conclude Galassi. «L'unica cosa che chiedo è: lasciateci lavorare».
 (riproduzione riservata)
 Foto: Il motoscafo Rivamare

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                         20
01/07/2016                                                                                             diffusione:108667
Pag. 24 Ed. Ravenna                                                                                       tiratura:140151

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 L'IMPRESA E' STATA FONDATA NEL 1998 A LUGO
 Ams, leader nel cartongesso con una squadra di 26 specialisti

 SONO i re del cartongesso. Ecco la Ams di Armando Shatko e della moglie Mimosa, piccola impresa
 artigiana lughese nata nel 1998 nel settore dell'edilizia e ampliatasi in maniera significativa fino a diventare
 leader nazionale nelle ristrutturazioni e nelle opere di abbassamenti in cartongesso, soprattutto in chiave
 moderna. «Nel nostro settore - ha spiegato Armando Shatko - siamo fra le prime tre aziende in Italia che
 producono e installano cartongesso. Grazie all'esperienza sviluppata in tutti questi anni siamo in grado di
 offrire soluzioni ottimali per ogni esigenza, sia del progettista, sia del cliente. La nostra azienda svolge
 lavori nel settore dell'edilizia da interno e da esterno con la realizzazione delle opere in abitazioni civili e
 industriali». La Ams opera anche in ambito civile, ma la percentuale più considerevole dei lavori svolti sono
 quelli effettuati in grandi cantieri, dai centri commerciali agli ospedali, dalle scuole alle università: «Abbiamo
 clienti in tutta l'Italia del nord - ha aggiunto Armando Shatko - e questo è motivo di grande soddisfazione.
 La nostra forza è l'affidabilità, sia intermini di rapidità di esecuzione, sia in termini di qualità del lavoro.
 Nell'esecuzione dei lavori, la nostra ditta utilizza solo materiali di alta gamma in modo da garantire un
 prodotto di grande qualità. Proprio grazie alla qualità dei materiali utilizzati e alla nostra serietà, ci siamo
 garantiti una reputazione che ha fatto breccia in tanti committenti, anche fuori dai confini della regione».
 FIORE all'occhiello di Ams sono i 26 dipendenti specializzati, quasi tutti assunti con contratto a tempo
 indeterminato, cui si aggiungono i due titolari ed una impiegata amministrativa. La sede di Ams è in via
 dell'Industria a Lugo, dove, su una superficie di 400 metri quadrati trova spazio la struttura adibita a
 magazzino e a ricovero del parco automezzi, costituito da sette fra camion e furgoni. Nel corso degli anni,
 Ams ha stretto rapporti di collaborazione coi propri fornitori. In particolare con Siniat di Milano che produce
 una gamma completa di prodotti destinati alla realizzazione di sistemi a secco. Le soluzioni offerte vengono
 scelte e utilizzate quotidianamente da tutti gli attori del mercato: progettisti, imprese costruttive, applicatori,
 privati. Stesso discorso per la succursale italiana della tedesca Knauf specializzata nella produzione dei
 sistemi a secco e degli intonaci a base gesso. Ams collabora anche con la Global Building di Treviso,
 specializzata nella progettazione, nella produzione e nella vendita di materiali e sistemi per la protezione
 passiva all'incendio, nonché di lastre in cemento alleggerito fibrorinforzato per architettura.

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                        21
01/07/2016                                                                                              diffusione:108667
Pag. 13 Ed. Rimini                                                                                         tiratura:140151

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  MISANO NEGOZIANTE DI PORTOVERDE PROTESTA PER I LAVORI SUL LUNGOMARE
  «La mia farmacia tenuta in ostaggio dal cantiere»

  «SI sono dimenticati che siamo una località turistica». Dire che Leonardo De Luca, titolare della farmacia di
  Portoverde, è arrabbiato è assai riduttivo. Da settimane sopporta i lavori davanti alla sua attività ed ora non
  ne può più. «Inizialmente pensavo si trattasse di qualche giorno di cantiere all'inizio della stagione. Ma i
  lavori vanno avanti da circa un mese e servirà altrettanto tempo per terminarli. E' assurdo, siamo a
  Portoverde, in estate, a due passi dal mare, e questi cosa fanno? Un cantiere. Non c'è un cliente che non si
  lamenti di quello che sta accadendo, almeno quelli che riescono ad arrivare fino a qui, perché con questi
  lavori è difficile persino avvicinarsi. Mi chiedo come si possa prevedere simili cantieri in piena estate
  quando ci sono otto mesi l'anno per farli». Si tratta dell'ultimo stralcio dei lavori del Gizc, Gestione Integrata
  zone costiere, che prevede la sistemazione e l'arredamento del ponte sul Conca per farne un balcone sulla
  foce del fiume. Inoltre è considerata la razionalizzazione degli accessi a Portoverde con la definitiva
  sistemazione della rotatoria in corrispondenza di via Nelson, che ha sollevato le proteste, e la creazione
  dell'approdo per le canoe in entrambe le sponde nella zona fluviale.

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                         22
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Pag. 30 Ed. Benevento                                                                                  tiratura:58145

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 Lo sviluppo
 Confindustria, Izzo al vertice della sezione materiali edili

 Luigi Izzo è stato nominato al vertice della sezione materiali e componenti per l'edilizia di Confindustria
 Benevento. Izzo, socio della «Clesi Prefabbricati srl», precedentemente è stato impegnato nel «Gruppo
 Izzo», gruppo di aziende facenti capo all'omonima famiglia di imprenditori. Laureato in Economia con
 indirizzo specialistico in International Management e in Scienze della politica e dei rapporti internazionali,
 Luigi Izzo ha svolto un ruolo di primaria importanza in «Seieffe Prefabbricati S.p.A» e nella «Seieffe
 S.r.l/Okite». Luigi Izzo è stato membro della giunta, fino allo scorso anno, di «Assobeton», l'associazione
 nazionale industrie manufatti cementizi. «Ho accolto con entusiasmo questo incarico - dichiara Luigi Izzo -
 in quanto ritengo che nel comparto dei materiali e componenti per l'edilizia, ci sono sul nostro territorio
 aziende che rappresentano delle vere e proprie eccellenze. Il mio obiettivo primario è quello di confrontarmi
 con tutte le aziende appartenenti al comparto per capire quali sono le priorità da mettere in campo al fine di
 coinvolgere un numero sempre maggiore di imprese e creare una identità forte e caratterizzante».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                    23
01/07/2016                                                                                               diffusione:42144
Pag. 40 Ed. Napoli Nord                                                                                     tiratura:58145

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  Politiche di riqualificazione urbana e case popolari, confronto a più voci
  Sindacalisti, ammimistratori esponenti del Sunia e il parroco di S. Maria degli Angeli tra i relatori I contenuti
  Tra i temi periferie e legalità la riforma regionale dell'edilizia e il risanamento di Monterusciello
  Nello Mazzone

  POZZUOLI. Il convegno Politiche efficaci di recupero e rigenerazione urbana del patrimonio abitativo
  pubblico, con la riqualificazione dei rioni popolari e delle periferie nel pieno rispetto della legalità. Sono
  alcuni dei temi al centro dell'incontro pubblico organizzato per oggi pomeriggio alle 17 nel teatro della
  parrocchia Santa Maria degli Angeli in via Curzio Malaparte dal sindacato degli inquilini del Sunia-
  Federazione di Napoli e dal Coordinamento area flegrea dell'organizzazione che si occupa della tutela e
  della rappresentanza dei diritti degli inquilini degli alloggi popolari. Al convegno prenderanno parte non solo
  i delegati del mondo sindacale, ma anche i rappresentanti delle istituzioni locali e dell'amministrazione.
  Insieme al sindaco Vincenzo Figliolia e all'assessore all'Urbanistica del Comune di Pozzuoli, Roberto
  Gerundo, ci saranno anche il dirigente dell'Ufficio Patrimonio Agostino Di Lorenzo, l'europarlamentare
  Gianni Pittella, Mario Musella che rappresenterà la giunta regionale, il capogruppo di Forza Italia in
  Regione Armando Cesaro e Tommaso Malerba, consigliere reginale M5S. Alla riunione parteciperanno
  anche il parroco della Santa Maria degli Angeli, don Vincenzo Di Meo e i rappresentanti del Sunia Gaetano
  Palumbo e Antonio Giordano. «Saranno trattati temi delicati e importanti come politiche abitative, riforma
  regionale dell'edilizia pubblica, risanamento di Monterusciello, rilancio dell'Edilizia Residenziale Pubblica
  alla luce della legge regionale che ha soppresso gli Iacp e istituito l'Agenzia Regionale per l'Edilizia
  Residenziale Pubblica (Acer) nella quale possono confluire anche gli alloggi di proprietà dei comuni - si
  legge in una nota stampa del Sunia - Inoltre si parlerà del miglioramento dei servizi ai cittadini per rendere
  più efficiente e funzionale la gestione del patrimonio incrementando la manutenzione ordinaria e
  straordinaria, salvaguardando la socialità del comparto tenendo conto delle esigenze di recupero della
  produttività e il sostegno all'edilizia agevolata».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                         24
SCENARIO ECONOMIA

19 articoli
01/07/2016                                                                                           diffusione:305863
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 Quelle ipotesi sui fondi a Siena
 Mario Sensini

 Passerà gli stress test Bce il Montepaschi? Il Tesoro potrebbe intervenire senza sacrifici per soci e clienti. a
 pagina 6
  ROMA Prima del rimbalzo delle quotazioni, scattato appena diffusa la notizia del via libera Ue alle garanzie
 pubbliche per le banche, la capitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena era arrivata a un miliardo di
 euro. Lo stesso valore di Rai Way, o di Brunello Cucinelli. Nel giro di un anno il prezzo del titolo è sceso del
 78%, solo nell'ultimo mese di oltre il 40%: oggi vale 0,37 euro contro i 9,9 di due anni fa. È proprio la sorte
 della banca senese il vero cruccio del premier e del ministro dell'Economia, l'oggetto principale delle
 discussioni di questi giorni tra il governo, la Commissione Europea, la Banca d'Italia.
 Lo schema di garanzie annunciato ieri, ma che secondo fonti attendibili sarebbe stato approvato già nel
 weekend mentre il governo avrebbe provato fino a ieri a ottenere di più, è una rete di sicurezza preventiva
 per tutte le banche italiane, esposte come le altre europee alle turbolenze della Brexit. Ma tra un mese
 esatto, il primo agosto, arriveranno i risultati dei nuovi "stress test" condotti dalla Bce sulla tenuta di 53
 banche europee, tra cui 5 italiane: Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare. Ci sono seri timori che per
 Mps possa accendersi di nuovo la spia rossa che segnala una carenza di capitale, e l'esigenza di un
 rafforzamento patrimoniale, come nel 2014. Operazione che per la banca senese, al cui capezzale il
 governo è già dovuto correre in passato, potrebbe rivelarsi complicata.
 Non solo per i valori raggiunti dal titolo in Borsa, ai minimi storici. Il risanamento dell'istituto, passato
 attraverso scandali e crisi, si sta confermando più difficile e lungo del previsto. Il fatto stesso che il suo
 amministratore delegato, Fabrizio Viola, sia apparso mercoledì sera nella terna finale dei candidati alla
 guida di Unicredit, che ha poi scelto il francese Jean Pierre Mustier, è stato percepito come un altro brutto
 segnale. Viola è pronto a lasciare e il Monte rischia di restare ancora in mezzo al guado.
 Un cerino acceso nelle mani del Tesoro, che è già tra i primi azionisti, e potrebbe addirittura salire. Con il
 pagamento in azioni degli interessi sui Monti bond ricevuti nel 2011, che sono stati tutti rimborsati, il Tesoro
 si è trovato in portafoglio il 4% del capitale Mps. Ora c'è da saldare l'ultima tranche degli interessi, circa 50
 milioni di euro e non è ancora chiaro se il pagamento avverrà per cassa o, ancora una volta, in titoli,
 portando il Tesoro vicino ad una partecipazione del 10%.
 C'è un mese esatto per approntare i rimedi. Un deficit di capitale acclarato dagli stress test precluderebbe
 la garanzia pubblica sulla liquidità definita ieri. La banca dovrebbe varare un aumento di capitale ed il
 Tesoro potrebbe garantire anche una quota dei privati notificando l'operazione alla Ue. E si confida che
 Bruxelles sia disposta ad autorizzarla in continuità con gli aiuti ricevuti nel 2009 e nel 2011. Senza
 pretendere, dunque, il sacrificio di azionisti e obbligazionisti.
  Mario Sensini
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  A Piazza Affari MPS GLI AZIONISTI d'Arco 0,22 0,44 0,66 0,88 1,10 1,32 Gen Feb Mar Apr Mag Giu ieri -
 2,44% 0,37 € MERCATO 86,3% Fintech Advisory* *Quota detenuta in qualità di gestore delle
 partecipazioni detenute da Fintech Investment Ltd. Società controllante Fintech Europe S. à r.l. **Quota
 detenuta direttamente e indirettamente per il tramite di 12 società 4,5% Classic Fund Management 2,008%
 Axa Sa** 3,17% Ministero Economia e Finanze 4,024%
 I test
 Tra un mese esatto,

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                      26
01/07/2016                                                                                         diffusione:305863
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 il primo agosto, arriveranno
  i risultati dei nuovi «stress test» condotti dalla Bce sulla tenuta di 53 banche europee, tra cui 5 italiane:
 Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare. Ci sono seri timori che per Mps possa accendersi di nuovo la
 spia rossa che segnala una carenza di capitale, e l'esigenza di un rafforzamento patrimoniale, come nel
 2014
 Le misure
 1
 I Monti Bond del 2011 Sono dei titoli sottoscritti dal Tesoro nel 2011 per rafforzare il Monte dei Paschi di
 Siena che aveva esigenza di nuovo capitale. Il Tesoro apportò alla banca 3,9 miliardi di capitale, ma a costi
 molto elevati. Il tasso di interesse sui Monti bond, infatti, era del 9% annuo, destinato a salire di uno 0,5%
 ogni due anni. Anche per questo i titoli sono stati rimborsati anticipatamente dalla banca senese al Tesoro.
 Tre miliardi nel 2014, il resto nel giugno dell'anno scorso. Parte degli interessi, 240 milioni, sono stati
 convertiti in azioni e girati al Tesoro come pagamento, portando il ministero ad acquisire il 4% circa del
 capitale Mps. Oggi mancano ancora 50 milioni di interessi da restituire, cash o in azioni.
 2
 I quattro punti del piano del governo Renzi Dopo la Brexit, che ha innescato nuove e forti turbolenze sui
 mercati, il governo italiano ha definito un piano, concordato con la Ue, per sostenere le banche in caso di
 necessità. Si prevede la possibilità di concedere delle garanzie pubbliche, fino a un importo di 150 miliardi
 di euro, sulle nuove emissioni di debito con scadenza fino a cinque anni, a fronte della presentazione di un
 piano di ristrutturazione della banca beneficiaria. Potrebbero essere attivate garanzie anche sui collaterali
 da offrire alle aste della Bce, e non si esclude un intervento diretto nel capitale delle banche. L'altro
 strumento in campo è il rafforzamento del fondo Atlante per lanciarlo all'acquisto delle sofferenze.
 3
 Il nodo Monte dei Paschi Fondata nel 1472 il Monte dei Paschi di Siena è la più antica banca italiana e tra
 le più antiche del mondo. È entrata in crisi dopo l'acquisizione della Banca Antonveneta ed ha già fatto
 ricorso due volte al sostegno pubblico, pagandolo peraltro a caro prezzo. Nel 2014 è stata bocciata nel
 primo stress test condotto dalla Bce, che ha comportato la necessità di un aumento di capitale di 3 miliardi
 di euro. Il timore dell'esecutivo è che i nuovi stress test, attesi per la fine di giugno, inizio di luglio,
 evidenzino nuove carenze di capitale, che comporterebbero una nuova ricapitalizzazione. Il Tesoro si
 ritrova già azionista di Mps con il 4%, dopo la conversione in azioni degli interessi sui bond.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                    27
01/07/2016                                                                                          diffusione:305863
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 INTERVISTA il capoeconomista del fmi
 «Credito? Vi serve un piano Paese»
 Federico Fubini

 Obstfeld del Fondo monetario internazionale: «Non solo credito, all'Italia serve un piano Paese». a pagina 7
 Maurice Moses Obstfeld, a 64 anni, ha una timidezza che inganna. Dietro l'aria da accademico, gli abiti
 fuori da qualunque moda degli ultimi vent'anni, non c'è un uomo che si astrae. Docente di economia
 all'università di California a Berkeley, capo economista del Fondo monetario internazionale da dieci mesi,
 Obstfeld ha una profonda esperienza politica: è arrivato al Fmi dalla Casa Bianca, dov'è stato fra i
 consiglieri economici più influenti di Barack Obama. La sua apparente timidezza è la cautela di un uomo
 che sa quanto pesino le proprie parole, specie se riguardano un Paese con i problemi dell'Italia dopo il
 sisma innescato dalla rottura britannica con l'Unione Europea.
 A causa della Brexit, il Fmi rivedrà le sue previsioni per i Paesi europei e l'economia internazionale?
 «Le stiamo rivedendo e pubblicheremo il nostro solito aggiornamento trimestrale. Il risultato probabilmente
 non sarà positivo, non per il Regno Unito e l'area euro. Ma è difficile capirne le dimensioni, c'è molta
 incertezza».
 Gli investitori potrebbero chiedersi se qualche altro Paese non vorrà uscire dalla Ue o dall'euro. Non trova?
 «Certamente la Brexit è stata accolta con favore da certe forze politiche in Europa, ma in gran parte dei
 Paesi non credo che ci sia grande appoggio. La Gran Bretagna aveva da tempo un fortissimo movimento
 euroscettico, lì è una questione antica. In altri Paesi, in particolare nell'area euro, gli euroscettici
 dovrebbero vedersela non solo con l'uscita dall'Unione ma con la rinuncia alla moneta unica e ciò la
 renderebbe un'idea molto più costosa».
   L'Unione bancaria resta un'incompiuta. Nell'area euro si è messa in comune la vigilanza, ma non si
 condividono i rischi e l'assicurazione contro di essi.
 «Ciò che è stato fatto è un notevole passo avanti rispetto a prima, quando la sovranità nazionale sulle
 questioni di stabilità finanziaria era totale. Naturalmente va fatto di più. L'Unione bancaria era nata per
 recidere il legame fra gli Stati e le banche, ma non è ancora successo».
 Parla dell'idea che le banche riducano l'esposizione al debito pubblico del loro Paese?
 «Sì ma la questione va oltre, le banche hanno davvero una natura nazionale. Le più grandi operano in
 tutt'Europa e nel mondo, ma restano legate allo stato di salute della loro economia nazionale. E sono
 chiaramente italiane, o francesi, o tedesche. Non siamo arrivati a banche europee coperte da una garanzia
 universale sui depositi sostenuta congiuntamente da risorse di bilancio comuni. Quello sarebbe l'ideale.
 Alcune delle risorse pubbliche sarebbero chiamate a contribuire ogni volta, ma in particolare l'assicurazione
 sui depositi resta molto controversa. Uno può capire le preoccupazioni (nei Paesi del Nord Europa, ndr) per
 i problemi preesistenti in certe banche di altri Paesi. Ma se c'è volontà di andare avanti, si troverà il modo».
 Già, ma come?
 «C'è un lavoro da completare sui crediti in default per esempio in Italia, o in Portogallo. Finché non si fa
 pulizia di quei crediti, è difficile andare avanti. È nell'interesse dell'Italia e del Portogallo gestire questa
 questione. Le banche non stanno prestando, i loro bilanci sono appesantiti. Una volta che quegli istituti
 saranno più solidi, diventa molto più facile fare un'assicurazione europea dei depositi. Non ci si può
 aspettare che altri Paesi che non hanno questi problemi siano felici di partecipare a una garanzia comune
 sui depositi fino a quando i bilanci bancari altrove restano deboli».
 Ma è dura sistemare le banche, se in base alle norme Ue si rischia di doverne colpire i risparmiatori e così
 innescare il panico. Le regole solo tali da rendere la soluzione dei problemi molto difficile.
 «Assolutamente. Ma anche se le regole non ci fossero, per l'Italia aumentare il suo rapporto debito-Pil
 sarebbe comun que potenzialmente problematico. Questo ci dice che avete bisogno di un approccio molto,

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 01/07/2016                                                                     28
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