ANIEM Rassegna Stampa del 09/04/2018 - Confimi Industria Sicilia
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ANIEM Rassegna Stampa del 09/04/2018 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANIEM Il capitolo non contiene articoli ANIEM WEB Il capitolo non contiene articoli SCENARIO EDILIZIA 09/04/2018 Corriere L'Economia 5 Lavori in corso, Milano batte Roma 3 a 1 09/04/2018 Il Sole 24 Ore 7 Nuovi edifici senza spazi pubblici: ogni Regione fa il suo conto 09/04/2018 Il Sole 24 Ore 11 Il Comune può chiedere una «bollinatura» 09/04/2018 Il Sole 24 Ore 13 Spese accessorie senza piano ad hoc 09/04/2018 La Stampa - Nazionale 14 Buona educazione e il diritto di veduta in condominio SCENARIO ECONOMIA 09/04/2018 Corriere L'Economia 16 Più azzurro nel cielo del biscione come cambia la tv italiana ora la prova delle authority 09/04/2018 Corriere L'Economia 18 un modello per hermès? i vostri distretti 09/04/2018 Il Sole 24 Ore 22 L'Italia guida in Europa la crescita delle Pmi a colpi di mini bond 09/04/2018 La Repubblica - Nazionale 25 "Troppo cinismo la sinistra si prenda cura delle persone" 09/04/2018 La Repubblica - Nazionale 28 "Vivendi gestisce Telecom solo nel proprio interesse" I consulenti scelgono Elliott
09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 29 Granarolo "Shopping a piccoli passi per crescere all'estero" 09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 31 Con i dazi a rischio 50 miliardi di export in Usa e Cina 09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 33 Amazon, Netflix, Disney, Fox per le tv è l'ora del "Big Bang" 09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 36 Marcolin, le griffe e il gigante Luxottica "Con Lvmh alleanza per scalare il lusso" 09/04/2018 La Stampa - Nazionale 38 Tim, appello ai fondi: votate Elliott 09/04/2018 Il Messaggero - Nazionale 39 Crac banche venete, aumento sui rimborsi SCENARIO PMI 09/04/2018 Corriere L'Economia 42 Gli Npl? Rendono il 10% acquistiamo crediti con il risparmio 09/04/2018 Corriere L'Economia 45 Morningstar dà gli Oscar ai migliori fondi e scuderie 09/04/2018 Corriere L'Economia 48 Un anno di Pir a passo di carica E la corsa continua 09/04/2018 Corriere L'Economia 50 Pmi, la corsa ai bond 09/04/2018 Il Sole 24 Ore 51 Gli anni d'oro dei macchinari 4.0 09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 53 Intelligenza artificiale via al maxi-piano Ue 09/04/2018 La Repubblica - Affari Finanza 56 Aquafil e la sfida del filo green "Il nylon pulito per l'ambiente" 09/04/2018 ItaliaOggi Sette 58 Sorpresa: c'è un Sud che cresce 09/04/2018 Corriere del Mezzogiorno Economia 60 Al Sud le Pmi fatturano 131 miliardi Calabria e Basilicata crescono meno
SCENARIO EDILIZIA 5 articoli
09/04/2018 Pag. 60 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Immobiliare la ripresa del mercato Lavori in corso, Milano batte Roma 3 a 1 Cantieri per 19 miliardi contro i 6,6 della capitale, dice Nomisma. I progetti dal Parco della Scienza allo stadio giallorosso Gino Pagliuca Milano batte Roma 3 a 1. Le iniziative immobiliari in programma nei prossimi anni nell'area metropolitana del capoluogo lombardo valgono infatti circa 19,1 miliardi a fronte dei 6,6 che interessano la Capitale. Non solo, guardando allo stadio dei lavori si evidenzia che a Milano città il 53,6% delle opere è già in fase avanzata mentre nell'Urbe la quota è solo del 38,5%. L'elaborazione dei dati è di Nomisma e si basa sulle operazioni del valore unitario sopra il milione di euro, monitorate da Niiprogetti. In generale, rispetto a un'analoga analisi condotta a marzo 2017, la quota di progetti in fase avanzata è cresciuta: significa che la ripresa del mercato è davvero in atto. L'area Expo A Milano le iniziative in essere o comunque progettate sono 890, il 54% delle quali nel capoluogo. Gli investimenti in progetto di maggiore entità riguardano il terziario; il dato complessivo stimato per il comparto è di oltre 8,2 miliardi, una cifra su cui però ha un impatto decisivo la costruzione del Parco della Scienza, del sapere e dell'innovazione, che porterà a riqualificare un milione di metri quadrati dell'area in cui si è svolta l'Expo 2015. In città le iniziative più rilevanti si concentrano ancora una volta su Porta Nuova e CityLife. Nella prima infatti c'è il cantiere della nuova torre UnipolSai in via Melchiorre Gioia, dove sorgerà su disegno dell'architetto Mario Cucinella un grattacielo di 25 metri in legno e vetro. Sono poi già stati avviati i lavori per la sede operativa dello stesso gruppo in via de Castillia, progettata dallo studio di Massimo Roj. E Coima ha avviato il cantiere di Gioia 22 per riqualificare l'ex Inps. A CityLife partono invece i lavori per la terza torre, disegnata da Daniel Libeskind, mentre con l'apertura a fine 2017 del centro commerciale e la consegna della torre Hadid una quota rilevante della parte non residenziale del complesso ormai è conclusa. Infine sono in dirittura d'arrivo i lavori per Symbiosis, il centro direzionale al Vigentino. Per il commerciale vanno ricordati i tre megaprogetti di Westfield-Segrate, Cascina Merlata e Sesto San Giovanni (area ex Falck) mentre per l'abitativo l'iniziativa più rilevante in città è il completamento di Santa Giulia, che però richiederà tempi lunghi. Il valore delle operazioni residenziali è stimato in 7,4 miliardi. Il computo degli investimenti non tiene conto di quelli (diversi miliardi) che potrebbero attivarsi nel medio periodo con la riqualificazione dei sette scali ferroviari dismessi. Centri commerciali Roma è rimasta orfana della prospettiva di ospitare le Olimpiadi; nonostante questo i maggiori investimenti programmati sono destinati alle strutture sportive e di intrattenimento: la stima di Nomisma è di 1,3 miliardi. L'opera di maggior valore è il nuovo stadio della Roma il cui progetto, dopo infinite vicissitudini, è stato di recente sbloccato dalla Conferenza dei Servizi. Nonostante la forte presenza di strutture complesse di distribuzione nel territorio sono previsti nuovi centri commerciali in periferia. In programma ad esempio c'è la costruzione del centro Granroma, per un investimento di 90 milioni finalizzato allo sviluppo di oltre 40 mila metri quadrati, la cui edificazione dovrebbe consentire, grazie agli interventi accessori, la riqualificazione di una zona di Roma Est compresa tra Grande raccordo anulare, Tor Vergata, Collatino e Casilino. Oltre 130 milioni l'investimento per il progetto del centro commerciale Aurelia, di circa 50 mila metri quadrati a nord della Centralità Massimina. I lavori non sono, tuttavia, ancora partiti. Sono in programma anche nuove sedi aziendali, per 162 milioni di euro. Tra le operazioni più rilevanti c'è il quartier generale Ibm in zona Fiera: tre torri rivestite in vetro collegate da ponti sospesi. E alla Tuscolana sorgerà la nuova sede del gruppo Angelini. SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 5
09/04/2018 Pag. 60 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano Roma Sguardo al futuro Le operazioni immobiliari programmate (in milioni di euro) Lo scarto Quanto hanno investito in Italia gli operatori istituzionali (in milioni di euro) Milano Roma Residenziale 7.473 2.321 Terziario 8.254 3.063 Servizi 2.528 1.131 Produttivo 859 121 2013 1.598 1.107 2014 1.255 726 2015 4.476 1.089 2016 3.266 1.666 2017 2.413 1.115 Tot. 2011-17 13.476 6.331 Fonte: Nomisma su dati Nii- Progetti; Colliers Italia L'Ego 2012 469 629 TOTALE 19.114 6.636 SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 6
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 1 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GLI «STANDARD» IN EDILIZIA Nuovi edifici senza spazi pubblici: ogni Regione fa il suo conto Raffaele Lungarella pagina 31 Sulla monetizzazione degli standard urbanistici le Regioni procedono in ordine sparso. Con la sola eccezione di quelli di Val d'Aosta, Piemonte e provincia di Bolzano, in tutti gli altri Comuni per decidere come "compensare" la mancata cessione di aree per servizi pubblici si applicano le disposizioni regionali. Che spesso divergono in modo significativo le une dalle altre, come illustra un dossier sulla materia dell'Ance. Quando gli interventi edilizi comportano un aumento del carico urbanistico, cioè un aumento della domanda dei servizi e delle opere ad uso collettivo, deve essere adeguata la dotazione di aree pubbliche, parchi, strade, reti infrastrutturali. I soggetti che realizzano gli interventi devono cedere gratuitamente al Comune aree per realizzare queste dotazioni (standard), oppure pagare un equivalente del loro valore. In mancanza di una norma statale, per evitare che i sindaci siano tentati dal farne uno strumento per far cassa, le Regioni hanno posto dei paletti alla monetizzazione. I criteri di calcolo Le Regioni differiscono sia per gli interventi da monetizzare sia peri criteri adottati per il calcolo. Ad esempio nelle Marche questo valore va definito applicando i parametri per il calcolo dell'Imu, nel Lazio considerando il contributo di costruzionee in Abruzzo sulla base delle stime dell'Osservatorio sul mercato immobiliare (Omi) oppure, se esse mancano, del valore di mercato. Quest'ultimo, o quello equivalente del valore di esproprio delle aree,è il criterio prevalente, applicato in Basilicata, Sicilia, Campania, Molise, Umbria, Puglia e Lombardia. In Veneto e Toscana la legislazione regionale non indica alcun criterio. In Friuli Venezia Giulia e Sardegna (per le aree destinate a parcheggio) sono i Comuni a definire gli importi da versare; in Emilia Romagna, che è da poco intervenuta in materia, un atto della Giunta definirà criteri di calcolo e interventi oggetto di monetizzazione. La reperibilità delle aree Nella maggior parte delle Regioni la monetizzazione è permessa solo se è impossibile reperire, neanche nelle vicinanze degli interventi interessati, le aree da destinare a standard urbanistici; questa è una situazione frequente quando si realizzano interventi di riqualificazione e di rigenerazione edilizia nei centri delle città o in aree già fortemente urbanizzate. Al contrario, Abruzzo e Sicilia non indicano alcuna condizione, mentre Toscana e Campania danno ai Comuni l'opportunità di scegliere tra l'acquisi- zione o la monetizzazione delle aree. I sindaci umbri, per gli interventi sugli edifici destinati alle attività produttivee servizi, possono individuarei casi in cui rinunciare alle aree in cambio di una somma di denaro. Inoltre, alcune Regioni hanno disciplinato il ricorso alla monetizzazione di specifiche tipologie di intervento. Calabria, Basilicata e Molise la consentono (a valori di mercato) per gli interventi di recupero dei sottotetti e di cambia- mento d'uso dei locali interrati e seminterrati. In altri casi, tra cui nel Lazio, Marche e Sicilia, la monetizzazione riguarda i lavori del piano casa che incrementano la volumetria. I parcheggi Alcune Regioni hanno disciplinato distintamente la monetizzazione delle aree destinate ai parcheggi. In Basilicata, sempre per sottotetti e piano casa, è consentita anche la monetizzazione delle aree destinate a parcheggi. Così anche per demolizione e ricostruzione in Molise e Puglia. L'importo è rapportato al costo di esproprio dell'area considerata, in Basilicata e Molise (in quest'ultimo caso con uno sconto del 50%), e, in Puglia, al costo di acquisizione di aree simili. In Sardegna è il Comunea stabilire l'importo per le modifiche delle destinazioni d'uso e il frazionamento delle unità immobiliari. In Liguria la monetizzazione della dotazione dei parcheggi è possibile per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che comportino un aumento della superficie utile dell'immobile, il cambio della destinazione d'uso, o la demolizione e ricostruzione. Va versata una somma corrispondente al valore di mercato - predeterminato dal Comune per ogni zona- di un parcheggio pertinenziale coperto di superficie di 12,5 mq, per ogni nuova unità immobiliare. In provincia di Trento è possibile monetizzare, nelle aree residenziali sature, con una somma pari al costo di un parcheggio standard. SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 7
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 1 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA PAROLA CHIAVE Standard urbanistici 7 Gli standard urbanistici rappresentano le quantità minime, per abitante, delle aree riservate, negli insediamenti residenziali, ad asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo, attrezzature di interesse comune come chiese, stadi, centri sociali, a parchi, a verde pubblico, a parcheggi. Le quantità minime delle aree per le diverse destinazioni sono definite dal decreto interministeriale 1444/1968. Questo decreto fissa i rapporti massimi tra gli spazi per insediamenti residenziali e produttivi e quelli pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi.La mappa delle regole CALABRIA Regole in convenzione Nel caso di interventi nelle aree urbanizzate, di recupero a fini abitativi dei sottotetti e di riutilizzo ad uso terziario o commerciale dei piani seminterrati ed interrati, che comportano un aumento di volume superiore al 25% del volume dell'immobile, nell'impossibilità di rispettare i limiti minimi previsti dalla normativa statale sugli standard, Comune e operatore possono sottoscrivere una convenzione per la loro monetizzazione. Criterio di calcolo: valori di mercato Lr 16 aprile 2002, n. 19 LAZIO Un criterio demografico La monetizzazione degli standard è prevista in alternativa all'impossibilità di cedere gratuitamente al Comune le aree nel caso, tra gli altri, di interventi di riqualificazione urbana che comportano un aumento del carico urbanistico. La monetizzazione è possibile qualora le aree da cedere non superino mille mq nei Comuni oltre i 40mila abitanti (e 500 mq in quelli al di sotto). Criterio di calcolo: contributo di costruzione Lr 18 luglio 2017, n. 7 MOLISE Piano casa In caso di interventi di recupero dei sottotetti per uso residenziale e di utilizzo di interrati e seminterrati per uffici e negozi, si può monetizzare la mancanza di superfici idonee per la realizzazione degli standard richiesti da tali interventi. Possibile anche monetizzare in caso di impossibilità a reperire aree per i parcheggi pertinenziali per interventi realizzati con il piano casa regionale. Criterio di calcolo: costi correnti di esproprio all'interno dell'area considerata Lr 18 luglio 2008, n. 25 Lr 11 dicembre 2009, n. 30 TOSCANA Interventi organici Per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione urbanistica volti a sostituire l'esistente tessuto urbanisticoedilizio con un insieme sistematico d'interventi edilizi sono consentite forme di monetizzazione a compensazione delle dotazioni di standard eventualmente non reperibili all'interno dell'area interessata alla ristrutturazione. Consentita anche la monetizzazione di aree per alloggi sociali, considerati standard aggiuntivi. Criterio di calcolo: non indicato Lr 10 novembre 2014, n. 65 CAMPANIA Aree non idonee La convenzione di lottizzazione deve prevedere la cessione gratuita al Comune delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Il Comune può rinunciare all'acquisizione, in tutto o in parte, di tali aree ritenendole non idonee per estensione, conformazione o localizzazione, o perché non necessarie ai programmi comunali di intervento, ottenendo in cambio una somma non inferiore al costo di acquisizione di altre aree. Criterio di calcolo: costo di acquisizione delle aree Lr 20 marzo 1982, n. 14 LIGURIA Il ruolo del Puc Il piano urbanistico comunale, tra i criteri per realizzare gli interventi di trasformazione urbanistica, deve definire l'entità dell'eventuale monetizzazione delle quote di Erp, previste dal piano stesso, che non possono essere realizzate. La monetizzazione deve essere prevista anche nella convenzione tra Comune e operatore per il piano urbanistico operativo. Criterio di calcolo: definito nel piano urbanistico comunale Lr 4 settembre 1997, n. 36 PUGLIA Ampliamenti e sostituzione Per gli interventi previsti dal piano casa regionale, il Comune può prevedere che, se è impossibile reperire in tutto o in parte le aree destinate a standard nella misura richiesta dall'aumento di volumetria previsto, l'interessato paghi al Comune una somma calcolata considerando il costo di acquisizione di altre aree equiparabili. Analogo criterio di calcolo anche per la monetizzazione delle aree destinate a parcheggi pertinenziali. Criterio di calcolo: costo di acquisizione di aree equiparabili Lr 30 luglio 2009, n. 14 UMBRIA MARKA Anche per capannoni Negli insediamenti residenziali, in alternativa alla cessione delle aree per attrezzaturee servizi, il Comune può consentire in tutto o in parte la loro monetizzazione, definendone il valoree disciplinando le modalità di pagamentoa carico dei proprietari delle aree. Anche relativamente all'ubicazione degli immobili per attività produttivee per servizii Comuni possono prevedere casi in cuiè possibile monetizzare la mancata realizzazione delle SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 8
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 1 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato aree pubbliche per dotazioni territorialie funzionali minime. Criterio di calcolo: da definirea cura del Comune Reg. reg. 2/2015 ABRUZZO Per il cambio d'uso È possibile monetizzare il mancato rispetto degli standard minimi relativi a immobili per i quali si proceda al cambio di destinazione d'uso anche attraverso interventi di riqualificazione urbana e di demolizione e ricostruzione. Si considerano i valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare delle Entrate o, se mancanti, il prezzo di mercato delle superfici nelle immediate vicinanze delle aree da monetizzare. Criterio di calcolo: valori Omi delle aree limitrofe Lr 15 ottobre 2012, n. 49 EMILIA ROMAGNA Indirizzi dalla giunta La recente legge regionale sulla tutela e l'uso del territorio, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, prevede che un atto della Giunta, non ancora emanato, stabilirà alcuni principi per consentire ai Comuni di individuare ambiti del territorio urbanizzato nei quali gli interventi di ristrutturazione urbanistica e di addensamento e sostituzione urbana possono essere realizzati anche con la monetizzazione, totale o parziale, delle aree destinate a standard. Criteri di calcolo: da definire Lr 21 dicembre 2017, n.27 LOMBARDIA L'utilità economica La convenzione tra il Comune e il soggetto che realizza l'intervento edilizio deve prevedere la cessione gratuita delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e per le attrezzature pubbliche. Se la cessione non è possibile, si procede alla monetizzazione. L'importo è commisurato all'utilità economica della mancata cessione e non può essere inferiore al costo di acquisizione di altre aree. Criterio di calcolo: costo di acquisizione di altre aree Lr 11 marzo 2005, n. 12 SARDEGNA Parcheggi monetizzati Per gli ampliamenti previsti dal piano casa regionale, seè impossibile reperire superfici da destinarea parcheggi, la realizzazione degli interventiè subordinata al pagamento di una somma determinata dal Consiglio comunale. Con delibera consiliare si fissa anche l'importo della monetizzazione nell'impossibilità di reperire spazi per parcheggia seguito di modifica della destinazione d'usoe del frazionamento di edifici esistenti. Criterio di calcolo: determinazione del Consiglio comunale Lr 23 ottobre 1985, n. 23 Lr 23 aprile 2015, n.8 VENETO Delega alla Giunta In base alle norme regionali sul governo del territorio e in materia di paesaggio, le aree per servizi previste dai piani urbanistici comunali attuativi devono essere cedute al Comune e avere dimensione e caratteristiche idonee alla loro funzione in base a quanto previsto da un provvedimento della Giunta regionale. Qualora all'interno del piano attuativo quelle aree non siano reperibili, o lo siano soltanto parzialmente, è consentita la loro monetizzazione. Criterio di calcolo: non indicato Lr 23 aprile 2004, n.11 BASILICATA Recupero sottotetti La monetizzazione degli standard è ammessa in caso di recupero dei sottotetti per farne abitazioni e dei piani seminterrati e interrati per destinarli ad attività attività commerciali e terziarie se la trasformazione comporta un incremento superiore al 15% del volume dell'intero edificio ed è impossibile reperire aree da destinare a parcheggi. Monetizzazione consentita anche per gli ampliamenti del piano casa. Criterio di calcolo: costi di esproprio Lr 4 gennaio 2002, n. 8 Lr 25/2009 FRIULI VENEZIA GIULIA Autonomia ai Comuni La norma regionale demanda ai singoli Consigli comunali la possibilità di prevedere la monetizzazione degli standard quando le opere non sono realizzabili a scomputo degli oneri di urbanizzazione. La monetizzazione è possibile anche se gli standard non sono individuati negli strumenti di pianificazione, oppure non è possibile reperire un'area alternativa esterna a quella di pertinenza dell'intervento entro un raggio di mille metri. Criterio di calcolo: non indicato Decreto presidente Regione 20 gennaio 2012, n. 18 MARCHE Qualità urbana I Comuni possono monetizzare le ulteriori aree da destinare a standard a seguito di interventi che comportino aumento di volumetrie e dei cambi di destinazione d'uso degli edifici. La monetizzazione degli standard deve essere motivata dal Comune in relazione all'obiettivo di aumentare la qualità urbana. Criterio di calcolo: valore economico dell'area, stimato applicando i parametri Imu Regolamento regionale 8 agosto 2012, n. 6 SICILIA Lotti interclusi La monetizzazione degli standard è possibile per la realizzazione, tra l'altro, di piani attuativi di qualificazione del patrimonio edilizio esistente, di riqualificazione urbana, di recupero funzionale e per gli interventi di sostituzione edilizia. Nei lotti interclusi e nelle aree residue sottoposte dai piani urbanistici a pianificazione attuativa, è sempre possibile la monetizzazione delle aree SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 9
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 1 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato non cedute, calcolata a valore di mercato. Criterio di calcolo: valore di mercato Lr 10 agosto 2016, n. 16 PROVINCIA DI TRENTO Serve la motivazione Il Consiglio comunale può autorizzare motivatamente la riduzione degli spazi di parcheggio esistenti a condizione che al Comune sia pagata una somma corrispondente al costo di costruzione di un volume standard di parcheggi coperti equivalente agli spazi richiesti. Criterio di calcolo: stabilito dal regolamento urbanistico provinciale Lp 4 agosto 2015, n. 15 Decreto Presidente della Provincia 19 maggio 2017, n. 8-61/Leg SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 10
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 5 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I chiarimenti. Per Mit ed Entrate i contratti redatti con il fai-da-te vanno attestati nei centri dove c'è una nuova intesa ma anche negli altri il regolamento locale può esigere un timbro Il Comune può chiedere una «bollinatura» Cristiano Dell'Oste Valeria Uva Per applicare correttamente un contratto di locazione a canone concordato, il punto di partenza sono sempre le intese territoriali tra le sigle della proprietà edilizia e i sindacati inquilini. Il Dm delle Infrastrutture del 16 gennaio 2017 (emanato di concerto con l'Economia) e il recente interpello 954-119/2018 delle Entrate impongono però di fare attenzione alla "bollinatura". Salvi i vecchi accordi Negli ultimi mesi sono stati rinnovati molti accordi locali stipulati sotto la vigenza del vecchio decreto ministeriale (il Dm 30 dicembre 2002). Ma finché non c'è l'adozione «restano in vigore, in ogni loro parte, gli accordi prece- denti». Lo afferma lo stesso decreto del 2017. Analogo ragionamento vale per i contratti-tipo allegati ai due decreti. L'attestazione Il decreto del 2017 ricorda - come già faceva quello del 2002 - che le parti, per la stipula dei contratti di locazione, possono farsi assistere dalle associazioni della proprietà e degli inquilini. Aggiunge, però, che le intese locali- peri contratti "non assistiti", cioè stipulati da locatori e inquilini con il fai-da-te - definiscono le modalità con cui almeno una organizzazione firmataria dell'accordo attesta che il singolo contratto è conforme all'intesa «anche con riguardo alle agevolazioni fiscali». In pratica, si tratta di attestare, sulla base delle informazioni fornite dalle parti, che il canone rientra nei limiti fissati dall'intesa e che le clausole rispettano la normativa. L'obiettivo è evitare che qualcuno faccia il furbo applicando un canone più alto di quello consentito e sfrutti gli sconti Imu e Tasi (quello nazionale del 25% eventualmente abbinato a quelli locali) e la cedolare secca al 10%o le deduzioni del 30% su Irpef e registro. I vecchi accordi Dove si applicano ancora le intese locali conformi al decreto del 2002, per i contratti "non assistiti" l'attestazione non è necessaria. Anzi, sottolineano dal Sicet (sindacato inquilini casa e territorio), non è neppure configurabile, essendo un istituto introdotto dal Dm del 2017. Al massimo, alcune intese offrono alle parti la chance «di ottenere una idonea documentazione che confermi la rispondenza del contratto all'accordo territoriale e alla normativa vigente», ricordano dall'altro sindacato inquilini, il Sunia. Tuttavia, anche in queste città, come precisano da Confedilizia, può capitare che il Comune colleghi «l'applicazione di particolari aliquote ImuTasia forme variamente definite di intervento di una o più associazioni firmatarie dell'accordo: assistenza, timbro e così via». Ci sono anche situazioni intermedie. Ad esempio, a Reggio Calabriaa giugno dello scorso annoè stato firmato un protocollo - promosso dalla locale Uppi - per integrare l'accordo del 2015, con il quale le associazioni di proprietarie inquilini si sono dette disponibili a eseguire l'attestazione, come prevista dal Dm del 2017, pur in vigenza di una intesa locale non ancora rinnovata. Al protocollo lo scorso 13 febbraio si sono aggiunte le firme di Confedilizia e Sunia. Le nuove intese Il discorso cambia nelle città in cui ci sono intese locali conformi al Dm del 2017. A febbraio il ministero delle Infrastrutture (lettera U.0001380.06-02-2018), rispondendo ai quesiti di Confabitare, ha affermato «l'obbligo per i contraenti di acquisire l'attestazione, anche per poter dimostrare all'agenzia delle Entrate, in caso di verifica fiscale», la correttezza delle agevolazioni utilizzate. La scorsa settimana le Entrate (interpello 954-119/2018), in rispostaa un quesito del Sunia di Firenze, hanno ribadito che per i contratti "non assistiti" l'attestazione «costituisce elemento necessario ai fini del riconoscimento delle agevolazioni» relative ai tributi gestiti dall'Agenzia. Inoltre, le Entrate hanno aggiunto che l'attestazione può (e non deve) essere allegata al contratto e che, in questo caso,è esente da im- posta di registro e di bollo. Vanno fatte, però, due precisazioni. Per le agevolazioni relative a Imu e Tasi, i Comuni potrebbero aver imposto forme di bollinatura ad hoco richiedere il deposito di moduli o dichiarazioni del locatore. Inoltre, alcuni degli accordi locali rinnovati alla luce del decreto del 2017 potrebbero aver fatto scelte almeno in parte disallineate. In alcune città, come ad Assisi, è richiesta l'attestazione obbligatoria con coinvolgimento di due associazioni. In altre, invece, l'attestazione non è sempre obbligatoria. È il caso, ad esempio, di Torino, dove chi stipula SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 11
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 5 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato un contratto a canone concordato con il fai-date è tenuto all'attestazione solo in certi casi, mentre in altri può autocertificare di aver rispettato tuttii requisiti, inoltrando un modulo specifico al Comune. 25% Riduzione Imu e Tasi Lo sconto statale sulle case locate a canone concordato SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 12
09/04/2018 diffusione:87934 Pag. 19 tiratura:130903 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli oneri. Il criterio per il calcolo Spese accessorie senza piano ad hoc Paolo Meneghetti Un elemento da valutare nella fase di redazione del bilancio di esercizioè la gestione delle spese accessorie sostenute in occasione dell'acquisto di un bene strumentale,e ciò sia ai fini generali della corretta contabilizzazione, sia ai fini del calcolo del super/iperammortamento. Il documento Oic 16 afferma (par. 37/38) che il costo di acquisto comprende anche i costi accessori, e nel caso di impianti e macchinari essi sono costituiti, ad esempio, da costi di progettazione, trasporti, dazi su importazione, costi di installazione, costi e onorari di perizie e collaudo, costi di montaggioe posa in opera, costi di messa a punto. Un punto critico sono i costi di installazione, specie quando sono costituiti da opere edili che vengono incorporate nell'immobile; bene, quest'ultimo, che non rientra mai né nel super né nell'iperammortamento. La risoluzione 152/E/2017 ha puntualizzato, in merito alle opere edili necessarie per installare il macchinario agevolabile, che devono considerarsi spese accessorie (e quindi incrementative del valore soggettoa bonus fiscale) quelle che sono asservite al macchinario e non presentano una autonoma funzionalità (come ad esempio il basamento costruito per alloggiare il macchinario). Da tale considerazione discendono due corollari: e non sempre il costo per la spese accessoria viene sostenuto nel medesimo periodo d'imposta in cui il macchinario è acquistato: spesso accade che venga sostenuto in un esercizio precedente, ma ciò non deve trarre in inganno poiché non trattandosi di autonomo acquisto , bensì di spesa accessoria, essa verrà trattata come una immobilizzazione in corso quindi sospesa nell'esercizio di soste- nimento, ed imputata ad incremento del valore del cespite nell'esercizio in cui lo stesso cespite viene acquistato. Pertanto, se è stato costruito un basamento in cemento armato per alloggiare un macchinario iperammortizzabile, nel 2016 (periodo di imposta in cui l'iperammortamento non era ancora in essere) sostenendo un costo di 100 ed il macchinario è stato consegnato nel 2017 per un costo di 1.000, il valore soggetto ad iperammortamento è pari a 1.100 comprendendo anche la spesa accessoria sostenuta nel 2016 che va trasferita sul valore del macchinario nel 2017; r essendo la spesa accessoria parte integrante del valore del cespite, essa non determina un proprio ammortamento quale spesa incrementativa dell'immobile, anche se si tratta di una opera muraria che alla fine risulta incorporata nell'immobile. Se si riflette sul fatto che l'onere di installazione (opera edile) è spesa accessoria del macchinarioe che secondo corretti principi contabili il costo di acquisto o di produzione comprende gli oneri accessori, non si può che concludere che la somma del costo del macchinario e delle opere accessorie viene ammortizzata in un unico piano di ammortamento che è quello del macchinario. Il punto non è secondario poiché la corretta scelta del piano di ammortamento determina l'importo della variazione diminutiva, considerando che secondo le istruzioni delle Entrate essa va commisurata alla aliquota " tabellare" (cioè desunta dal Dm 31 dicembre 1988) e non dall'ammontare effettivamente inserito quale quota di ammortamento nel conto economico. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 13
09/04/2018 diffusione:141346 Pag. 22 tiratura:208615 TUTTO SOLDI La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il quesito? Buona educazione e il diritto di veduta in condominio PIER PAOLO BOSSO Finestre ed aperture sul fondo del vicino sono di due specie: luci, che danno passaggio a luce ed aria, ma non permettono di affacciarsi; vedute o prospetti, che permettono invece di affacciarsi e di guardare di fronte, obliquamente o lateralmente. Acquisito il diritto di avere vedute dirette verso il fondo vicino, il proprietario di questo non può fabbricare a distanza minore di tre metri (art. 907 cod. civ.). Nel caso di veduta diretta che forma anche oggetto di una veduta obliqua, la distanza di tre metri deve pure osservarsi dai lati della finestra da cui la veduta obliqua si esercita. La nuova costruzione in appoggio al muro in cui sono le dette vedute dirette od oblique deve arrestarsi almeno a tre metri sotto la loro soglia. Le distanze valgono per costruzioni in muratura ed ogni altra opera in qualsiasi materiale e di qualsiasi forma, purché dotata di stabilità e consistenza, che può ostacolare la veduta. Ciò vale anche nei rapporti fra le singole proprietà di un edificio condominiale (Cass. 4190 del 2000), anche se le norme trovano applicazione solo in quanto compatibili con la struttura dell'edificio e il contemperamento degli interessi di più proprietari conviventi nello stesso edificio; è stata ritenuta legittima la tettoia in lamiera di una tenda parasole, seppur tale da precludere l'esercizio del diritto di veduta in appiombo del condòmino dell'appartamento sovrastante, per la sua funzione di tutela della privacy e di riparo dagli agenti atmosferici (Cass. 3891/2000) ed anche una tenda installata su un balcone che leda il diritto di veduta laterale del proprietario del balcone di fianco quando i suddetti balconi si trovano a distanza inferiore a quella prevista dal presente articolo (Cass. 22838/2005). Non si applicano invece tali norme nel caso di vedute non sulla proprietà esclusiva di un condòmino, ma sui beni condominiali. Regole di educazione e di rispetto delle buone norme di convivenza civile in condominio imporrebbero, prima di realizzare cambiamenti lesivi della veduta di vicini, di portare a conoscenza gli stessi di cosa si intende realizzare, acquisendone l'assenso. Sicuramente si eviterebbero futuri costosi contenziosi. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI PIER PAOLO BOSSO CONFEDILIZIA SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 14
SCENARIO ECONOMIA 11 articoli
09/04/2018 Pag. 4 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Finanza grandi alleanze Più azzurro nel cielo del biscione come cambia la tv italiana ora la prova delle authority Con l'«accordo di Pasqua», Mediaset-Sky hanno messo le basi per una futura rivoluzione Andrà oltre i contenuti che sono il cuore dell'intesa? Dovranno comunque aspettare il via libera di Antitrust e Agcom preoccupate della loro forza di mercato La grande esclusa è Vivendi: nel 2016 si tirò indietro dall'intesa per l'acquisto della pay tv Maria Elena Zanini Ci vorrebbe la penna di Manzoni per raccontare il matrimonio desiderato, voluto, rimandato, cancellato e finalmente annunciato tra Mediaset Premium e Sky. Un matrimonio che tra diritti tv, pubblicità, quote di mercato e terzi incomodi francesi ha tenuto banco negli ultimi anni, da quando Premium nacque nel 2005, proprio per rovinare la vita di Sky. L'accordo, alla fine «s'ha da fare», ma l'ultima parola spetta alle due authority, Antitrust e Agcom che hanno chiesto a Pier Silvio Berlusconi e ad Andrea Zappia ulteriori delucidazioni sull'accordo (per il momento solo commerciale) per capire quali conseguenze avrà il neonato monopolio sul mercato dei media nazionale. L'Antitrust di Giovanni Pitruzzella in particolare ha dato una settimana di tempo a Mediaset e Sky per chiarire eventuali riserve. Poi il pallino sarà nelle sue mani per valutare se richiedere o no ulteriori chiarimenti. Rimanendo sempre nell'ambito dell'«informalità», anche l'Agcom si è premurata di domandare ulteriori informazioni. Non si prevedono veti o limiti all'accordo. Insomma, per il momento nessuno sembra intenzionato a fare la parte di Don Rodrigo, anche se nei giorni scorsi un piccato Amos Genish, numero uno di Tim, aveva chiesto, in un'intervista a La Stampa , l'intervento proprio delle due authority per giudicare un matrimonio che in qualche modo rischia di mettere i bastoni tra le ruote di Tim e che la stessa Vivendi ai suoi tempi aveva prima invocato poi rifiutato, illudendo e irritando il team del Biscione. E lasciando, come da tradizione per la fine di ogni matrimonio, una scia di rancore e di miliardi di euro di causa in ballo. Ora, a due anni di distanza dal gran rifiuto, i francesi si trovano in panchina a osservare le nozze con Rupert Murdoch, che da sempre ha avuto Berlusconi nel mirino. I dettagli Ma cosa prevede nel dettaglio l'accordo di Pasqua? In sostanza si tratta di un travaso di contenuti: nove dei canali Premium finiscono nell'offerta Sky, oltre al ritorno, dopo tre anni, dei canali generalisti Mediaset (Rete 4, Canale 5 e Italia 1) sul satellite. Mediaset da parte sua accoglierà sul digitale parte dell'offerta di Sky, soprattutto contenuti sportivi, tramite l'affitto della banda sul multiplex del digitale terrestre. Si parla di contenuti vista l'offerta di Mediaset che garantisce sui suoi canali il passaggio di titoli cinematografici di tutto rispetto, dalle serie tv ai film; si parla di nuovi abbonati, partendo dalla solida base di Sky (4,7 milioni). Ma si parla anche e soprattutto di un giro di affari che porterà nelle casse di Mediaset una cifra che secondo indiscrezioni potrebbe arrivare a 100 milioni l'anno per i prossimi 3-5 anni. Un bottino niente male considerando che negli ultimi dieci anni Premium ha sempre zavorrato i conti di Mediaset, non avendo mai chiuso in attivo, e che i 230 milioni spesi lo scorso triennio per accaparrarsi i diritti della Champions non sono stati assorbiti dall'incremento degli abbonati Premium. Non solo. A segnare un punto a favore del Biscione c'è anche il rinnovato passaggio delle tre tv generaliste sul satellite che garantirà e un ampliamento dell'audience che a sua volta porterà a un incremento degli introiti pubblicitari. Si prepara insomma a partire dal prossimo primo giugno una rivoluzione mediatica, che prevede la nascita di una «mini Sky » sul digitale che farà da esca per l'abbonamento vero e proprio sul satellite (e verosimilmente gli abbonati Premium confluiranno nei grandi numeri di Sky). Con una carta in più: per il Biscione l'accordo prevede un diritto di opzione che gli consente tra novembre e dicembre 2018 di vendere alla pay tv di Murdoch la gestione tecnica della piattaforma. Manutenzione, assistenza, attività commerciali potrebbero SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 16
09/04/2018 Pag. 4 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato essere incorporati in una newco che potrà entrare nella galassia Sky, lasciando a Mediaset la parte editoriale pura. Ironia della sorte: Sky e Mediaset sembrano ormai avviate a realizzare quello che Vincent Bolloré aveva trionfalmente annunciato due anni fa. Un polo mediterraneo fortemente focalizzato sui contenuti, in chiave anti Netflix. Ed è proprio questo che impensierisce le Authority: e il rischio è che, con Pitruzzella prossimo alla fine del mandato alla guida dell'Antitrust, la palla passi nelle mani dell'Authority europea. Nel 2003 Mario Monti, all'epoca Commissario europeo per la concorrenza, aveva dato il via libera alle nozze Stream Telepiù, che diedero vita a Sky Tv. Vedremo se, a 15 anni di distanza, si adotterà una logica analoga o più restrittiva. Intanto il 19 agosto comincerà la nuova stagione di campionato di serie A e Mediapro - che ha acquisito i diritti come intermediario - non ha ancora un interlocutore. Anzi, gli interlocutori con questa mossa rischiano di essere drasticamente ridotti. Non più due pay ma una sola e non è ancora chiaro se e come le due tv possano suddividersi la torta dei diritti. Da qui si comprende l'inquietudine di Amos Genish: Tim, con la sua Tim Vision si è sempre proposta come interlocutore per i diritti web, in previsione anche di un potenziale accordo con la stessa Mediaset che prevedeva la migrazione di contenuti del Biscione sulla internet tv. Su questo delicato intreccio incombe sempre l'ombra di Vivendi che conta una partecipazione del 28,8% in Mediaset (entro il 19 aprile dovrà mettere la quota eccedente il 10% in un blind trust) con cui ha un appuntamento piuttosto importante in Tribunale il prossimo 23 ottobre proprio per cercare di porre la parola fine alla guerra che prosegue dallo scorso anno, e del 24% in Tim, a sua volta controllata per il 5% circa (ma potrebbe essere già al 9,9%) dal fondo americano Elliott. Che, nel frattempo, è salito lo scorso 29 marzo al 2,8% di Sky Plc., per concludere l'intricata narrazione societaria. Come nei migliori intrecci manzoniani. © RIPRODUZIONE RISERVATA I contenuti dell'offerta Nove canali di Mediaset Premium saranno visibili sul satellite. Si tratta di Premium Action, Premium Crime, Premium Joi, Premium Stories, dedicati alle serie tv. Si aggiungono poi Premium Cinema, Premium Cinema +24, Premium Cinema Energy, Premium Cinema Emotivon, Premium Cinema Comedy. Sul satellite saranno visibili anche Rete 4, Canale 5 e Italia 1. Dal primo giugno poi una selezione di eventi del pacchetto sport di Sky sarà visibile sul digitale terrestre Foto: Pier Silvio Berlusconi, 48 anni, è vicepresidente esecutivo e amministratore delegato del gruppo Mediaset Foto: Andrea Zappia, 51 anni, dal 2011 è amministratore delegato di Sky Italia, dove è entrato nel 2003, alla nascita della pay tv SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 17
09/04/2018 Pag. 14 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Finanza L'intervista un modello per hermès? i vostri distretti Axel Dumas: non siamo compratori di marchi, ma il tessuto locale delle piccole imprese italiane è molto forte, un esempio per l'intera filiera francese. Il lusso? C'è stata una vera polarizzazione Il nostro segreto sono gli artigiani: servono 14 ore di lavoro manuale per realizzare una Kelly Stefano Montefiori S embra impossibile ma, all'inizio, la borsa Birkin e anche la Kelly non le comprava nessuno. «La Birkin in particolare è nata dopo il famoso incontro in aereo di mio zio Jean-Louis Dumas con Jane Birkin, nel 1984. Per cinque anni non siamo riusciti a venderla poi, non si sa perché, nel 1989 ha cominciato ad andare a ruba». E allora è iniziato il mito delle borse introvabili, le liste di attesa e il sospetto di una penuria provocata apposta per alimentare il desiderio. «Niente di più falso, è solo che non possiamo aumentare troppo la produzione dei nostri prodotti senza abbassare la qualità. Non ce lo possiamo permettere, perderemmo l'anima di Hermès». Axel Dumas appartiene alla sesta generazione della discendenza di Thierry Hermès, il sellaio che nel 1837 fondò la maison. Quarantasette anni, studi a Sciences Po e ad Harvard, esperienze in Cina e negli Stati Uniti e una passione per lo sport di famiglia - l'equitazione -, dal giugno 2013 Dumas guida Hermès, «l'anziana signora scostumata» del lusso. Tanta tradizione, e l'audacia che fa provare strade nuove a ogni collezione. Il successo è tale che per fare fronte alla domanda Hermès continua a formare e assumere artigiani e ad aprire stabilimenti, come la «Manufacture de l'Allan» ad Al-lenjoie, nella campagna della Franca Contea, poco lontano dalla Svizzera. Incontriamo Axel Dumas a pochi minuti dall'inaugurazione, dopo la foto di gruppo sul prato con i nuovi apprendist i. Un nuovo atelier, il terzo, nella stessa zona? «Siamo sempre alla ricerca di artigiani qualificati e qui vicino c'è la scuola di Robert Boudard, che è stato per due volte "miglior artigiano di Francia" per la selleria e poi per la pelletteria. Siamo arrivati vent'anni fa a Selon-court, poi nel 2016 abbiamo aperto a Héricourt riabilitando una vecchia fabbrica tessile, e adesso inauguriamo L'Allan». Questo «polo artigianale» è ispirato ai distretti italiani? «Mi piacerebbe creare un vero distretto come ne esistono in Italia. Per adesso siamo meno integrati, ma quello sarebbe l'obiettivo. Il vantaggio dei distretti italiani è che comprendono tutta la filiera produttiva. Esiste una vera differenza tra Italia e Francia in favore della prima, e cioè che l'Italia ha ancora un tessuto locale molto forte, mentre in Francia siamo troppo centrati sulle grandi città, e abbiamo un problema di desertificazione delle campagne. Per questo siamo molto felici di aprire questa manifattura, lontano da Parigi o Lione». La Kelly e la Birkin sono ancora gli oggetti fondamentali? «Restano modelli emblematici della maison, ma una novità degli ultimi anni è che tutti i nuovi modelli stanno andando bene, dalla Picotin alla Constance alla Lindy. Questo ci permette di concludere l'anno praticamente senza stock». C'è una strategia che vi fa puntare su un modello piuttosto che su un altro? «No, lasciamo grande libertà a ogni direttore di negozio, che sceglie il suo assortimento come preferisce. Ogni sei mesi presento i nuovi prodotti, e ognuno compra quel che può andare bene per la sua clientela. Devo dire che se i direttori di negozio comprano subito tutti i prodotti nuovi sono quasi un po' deluso: vuol dire che siamo stati troppo timidi nella creazione. Sorprendere è importante». I risultati 2017, appena presentati, sono di nuovo notevoli, con un margine operativo del 34,6% e un giro d'affari di cinque miliardi e mezzo di euro. Come spiega questa fase di grande crescita? «Se consideriamo tutto il settore del lusso, c'è stata una grande accelerazione nel 2010-2011, una pausa nel 2014, e dal 2014 il settore ha ripreso a salire. Ma prima tutti crescevano più o meno allo stesso modo, SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 18
09/04/2018 Pag. 14 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mentre oggi c'è una vera polarizzazione: alcuni vanno benissimo e altri molto meno. Quanto a Hermès, nel 2017 i cambi ci hanno avvantaggiato, ma soprattutto c'è stato un livello molto alto di vendite. Abbiamo la fortuna di crescere finendo sempre gli stock, il che non è frequente». Quali scelte contano di più? «Credo che abbia funzionato la moltiplicazione creativa. Dopo anni molto centrati sul rigore, il savoir faire e la tradizione, abbiamo notato che tornava una certa voglia di divertimento, un po' di leggerezza, e abbiamo saputo cogliere questa tendenza. Dopodiché tutto dipende dal desiderio, e quello non riusciamo a comandarlo. Per questo resto sempre prudente». Perché continua a rifiutare il marketing in Hermès? «Questione di condizione di spirito, e di capacità di gestire i fallimenti. Crediamo molto nell'idea di creare desideri, mentre nel marketing si studiano desideri immediati che esistono già. Poi la nostra struttura artigianale, il lavoro fatto a mano, presenta anche questo vantaggio, che per lanciare un nuovo prodotto non ci imbarchiamo mai in una grande catena industriale: abbiamo una agilità produttiva che ci permette di tentare delle cose, di proporre qualcosa di unico». Un'altra peculiarità di Hermès è il rifiuto della catena di montaggio. «Un uomo, una borsa»: ogni artigiano produce una borsa a mano, e dall'inizio alla fine. «L'artigiano è la star di Hermès, è fiero del suo lavoro. Per realizzare una borsa Kelly ci vogliono più o meno 14 ore di lavoro, se non facessimo così riusciremmo forse a produrre più velocemente. Ma la soddisfazione dell'artigiano, e la qualità, ne risentirebbero». La battaglia combattuta nel 2010 con il gruppo Lvmh, che voleva aggiungere Hermès al suo portafoglio marchi, sembra lontana. Che ricordo le resta di quei giorni? «Quella vicenda ha permesso a tutta la famiglia di capire che il valore più importante per noi non era fare una buona operazione finanziaria, ma conservare e trasmettere i valori di Hermès. Dopodiché la nostra società sta andando molto bene e restiamo molto desiderabili, quindi mi guardo bene dall'essere tranquillo». La struttura azionaria non è blindata? «Sì, certo, prima il 51% e adesso il 53% del capitale è bloccato per vent'anni. Conto di trasmetterlo alla settima generazione della famiglia». A proposito di famiglia, com'è il rapporto con Pierre-Alexis Dumas, il direttore creativo? «Mio cugino Pierre-Alexis, figlio di Jean-Louis, non è solo il direttore arti-stico ma è anche presente nel comitato esecutivo. Con lui parlo non solo di creazione ma anche di finanza. Siamo cresciuti assieme, stessa casa di campagna, stessa casa delle vacanze. Discutiamo di continuo, e quando siamo in disaccordo solo noi possiamo dirci certe cose. C'è una grande fiducia reciproca». Hermès non è solita collaborare con altri marchi, ma per l'Apple Watch ha fatto un'eccezione. Come mai? «È vero, non sono favorevole alle collaborazioni, siamo contrari al co-branding, come Apple del resto. Ma, per quanto possa apparire bizzarro, abbiamo qualche valore in comune con loro: per esempio l'idea che l'interno di un oggetto debba essere esteticamente bello quando l'esterno, anche se non si vede». Che cosa pensa dell'abitudine dei grandi gruppi francesi di fare shopping di marchi italiani, nel lusso e non solo? «Ogni società deve avere la sua personalità, e il gruppo non è il miglior modo per tutelarla». Quindi non è tentato dal comprare un marchio italiano? «La nostra priorità è la crescita organica, interna. Se vedo un bella società, non per questo mi viene voglia di comprarla. Esistono molte belle maison italiane, ma quel che auguro loro è di riuscire a svilupparsi e a crescere da sole. Come cerchiamo di fare noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 19
09/04/2018 Pag. 14 N.15 - 9 aprile 2018 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CREDITO: JANE EVELYN ATWOOD 1837 1870 1956 1993 2010 2012 Foto: Il sellaio Thierry Hermès apre a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo in pelle Foto: Charlés Emile, figlio di Thierry, si sposta al 24 di Faubourg Saint Honoré. I figli Adolphe ed Emile Maurice creano abiti e gioielli Foto: Grace di Monaco, con la borsa Kelly, è sulla cover di Life . Il business passa ai generi degli Hermès: Jean Guerrand e Robert Dumas Foto: Jean Louis Dumas, figlio di Robert, porta l'azienda in Borsa con lo slogan: siamo un'azienda familiare da 11 mila dipendenti Foto: La maison del lusso Lvmh annuncia di possedere il 17% di Hermès, quota salita fino al 22,3% nel 2012 Foto: La famiglia blinda l'azienda in una holding, H51, che oggi controlla il 51% del capitale. Axel Dumas, sesta generazione, è al timone Lo stabilimento «L'Allan» inaugurato venerdì 6 aprile è il terzo nella regione Franca Contea e il sedicesimo in tutta la Francia, interamente dedicato alla produzione di borse Hermès, la cui richiesta è in crescita in tutto il mondo e che rappresenta circa la metà del giro di affari della maison. Hermès rivendica, tra i suoi tratti distintivi, il fatto di produrre ogni oggetto in modo artigianale e senza delocalizzare le attività in Paesi dal costo del lavoro più basso, ma privi del «savoir faire» necessario per mantenere gli standard di qualità. Dopo essere stati formati per un periodo di circa 15 mesi nella vicina scuola Boudard, nello stabilimento lavoreranno circa 250 artigiani. In totale, entro cinque anni, nel polo artigianale della Franca Contea saranno circa 800. I numeri 5,54 Miliardi di euro I ricavi consolidati del gruppo a fine 2017, un incremento del 9% a cambi costanti 1,2 Miliardi di euro L'utile netto registrato dal gruppo nel 2017, con un incremento dell'11% sul 2016 1,9 Miliardi di euro Il margine operativo registrato a fine 2017, con una crescita del 34,6% rispetto al 2016 Abbiamo blindato la società: il 53 per cento del capitale è bloccato per i prossimi vent'anni Foto: Dinastia e storie Da sinistra, il fondatore della maison francese: il sellaio Thierry Hermès, che nel 1837 aprì a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo. Grace di Monaco con la borsa che porta il suo nome, la Kelly, ispirata al famoso «sac haut à courroie» (borsa da sella). La principessa ne aveva ordinate SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 09/04/2018 20
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