La Voce del Ribelle raccolta mensile - Maggio 2014 - Squarespace

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La Voce del Ribelle

     raccolta mensile

     Maggio 2014
Fondatore
Massimo Fini

Direttore Responsabile:
Valerio Lo Monaco (valeriolomonaco@ilribelle.com)

Capo redattore:
Federico Zamboni

Redazione:
Ferdinando Menconi

Art director:
Alessio Di Mauro

Progetto Grafico:
Antal Nagy, Mauro Tancredi

La Voce del Ribelle è un mensile della MaxAngelo s.r.l.
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Redazione: Via Trionfale 6415, 00136 Roma
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Testata registrata presso il Tribunale di Roma, n.316 del 18 Settembre 2008
Sito internet: www.ilribelle.com  Email: redazione@ilribelle.com

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Indice
Metafisica della guerra?                                            1

Un applauso. . . per le vittime delle divise                        3

Il sorpasso cinese                                                  4

Elezioni europee: che fare?                                         6

L’ammucchiata della sedicente sinistra: la lista Sfigas            8

La ripresa secondo Padoan                                           9

Alain de Benoist: sull’Europa                                      10

Il mercato non crede a Marchionne                                  15

Draghi, l’amico delle banche, conferma gli aiuti                   17

Grillo da Vespa, il vetrinista della politica                      19

Europee 2014: il “gioco del silenzio”                              20

Chi tramò contro Silvio? Certamente non gli USA. . .              22

Le regalie e la debolezza di Renzi                                 24

La rabbia e la menzogna                                            26

Napolitano: contornazione di fondo (?)                             30

Europee 2014: il terrore corre sul voto                            32

Fiero di essere populista                                          34

L’Italia se la fa sotto e vota Renzi                               36

Europee 2014: gli italiani preferiscono il partito delle Banche    38

Fate una bella cosa, tifosi di Renzi & Ue                          40

Popolo di tarati, avanti!                                          42

Grillo, tempo di cambiare: largo ai giovani e sovranità           43

Elogio di Elisabetta sovrana da 72 anni senza sbagliare un colpo   46

Wojtyla, una star senza presa spirituale                           48

Se fosse sul mercato comprerei la Merkel...                        49

Genny ’a Carogna? Io lo farei Capo della polizia                   50

                                            iii
Pil, Mib, Pin, Borsa. La vita è una prigione di numeri e denaro   51

Grillo è “al di là” della Destra e della Sinistra                52

Cosı̀ il Bel Paese è diventato il regno del malaffare             53

Contrordine, i giudici sono grillini, non rossi                    54

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Metafisica della guerra?

5 maggio 2014

    A sud della Russia, nella città di Stavropol,         a una gioventù ancora imberbe e, dunque, non
al confine con la Georgia, è possibile ritrovare          ancora corrotta dalla rovinosa decadenza fisi-
l’Oriente degli antichi samurai. Precisamente,             ca e morale delle attuali società democratiche
tanto “vento divino” soffia presso l’istituto gen-         e pedagogiche.
erale “Generale Ermolov”, in cui ai giovanissi-                 Passare sotto i ferri della naia, rotolarsi nel
mi cadetti – oltre a letteratura, storia e scien-          fango, marciare per ore su ripidi pendii mon-
ze – vengono insegnati anche la tecnica militare           tuosi, imbracciare un fucile e prendere la mira
e l’amore di patria! Solo a quelli che hanno i             – disseminando le distanze interiori tra sé e il
voti migliori, però, è consentito partecipare alle       bersaglio – preparare il rancio sotto tormente di
rigorose esercitazioni militari, apprendere le ar-         neve, mantenendo comunque la posizione, sop-
ti marziali e conoscere l’incendio delle armi per          portare gli stenti e i malumori, riposare poco e
farsi guerrieri in carne e spirito.                        scomodamente non significa altro che richiamare
    Sulla stessa scia è il club sportivo militare         in vita il corpo, addestrandone lo spirito.
“Berkut” (Aquila Reale) di Zhukovsky, in cui                    Abituarsi alle condizioni più precarie come
i bambini più piccoli, di soli cinque anni, im-           alle avversità meno prevedibili, a quella giovane
parano a marciare a lungo e a combattere cor-              età, significa anche imparare ad arrangiarsi nel-
po a corpo, mentre quelli di dodici si avviano             l’immediato senza sostegno alcuno, sviluppan-
alla confidenza con i kalashnikov e il lancio              do, invece di rammollirlo secondo l’uso occiden-
delle granate, con il volo allacciato a un para-           tale, l’istinto più vitale e animale: quello del
cadute e con le coltri di neve, dunque con la              sangue che ribolle e che, nel momento stesso in
sopravvivenza.                                             cui avverte del pericolo, spinge già ad agire. É
    Notizie di questo tipo, manco a dirlo, sus-            in questo genere di azione, ove volontà e istin-
citano lo sdegno del più flaccido Occidente, il           to coincidono “nel sudore del corpo”, nella sua
quale preferisce allevare la sua gioventù da pas-         perfetta tensione, che ci si dimentica di se stessi.
colo, anziché al fuoco e al pericolo iniziati-            Finalmente.
co di un campo di addestramento, a furia di                     Pure la stretta, strettissima condivisione tra
televisione, iPod e stordimenti vari.                      i ragazzi fa il suo gioco, nell’addestramento
    Al di là dell’attacco sistematico e strategi-         marziale; è soltanto all’interno di un gruppo che
co sferrato a proprio uso e consumo dai nostri             si stabiliscono delle gerarchie, esclusivamente in
media alla Russia, il fatto interessante, qui, è          base alle rispettive forze: ciascuno di loro ha
principalmente il tentativo di formare un’élite           le proprie debolezze che riuscirà a vincere op-
guerriera che, da che mondo è mondo, rappre-              pure no; non tutti possono tutto, ma ognuno di
senta l’esatto contrario degli odierni mercenari,          quei cadetti avrà modo di conoscere sulla sua
questi improvvisati soldatucci, pericolosissimi            pelle l’esatta geografia dei propri limiti e confi-
per sé e soprattutto per gli altri, perennemente          ni e riconoscerà cosı̀ anche il preciso ruolo degli
al servizio di interessi materiali – in quanto tali        altri commilitoni. E non è poco, l’autodetermi-
sempre transeunti – nonché personali.                     nazione. Ancora, il confronto continuo e ravvi-
    Scuole di tal fatta – tralasciando le prevedi-         cinato con i compagni d’arme stabilisce quel-
bili finalità belliche ipocritamente rimarcate dai        l’allegro e duro “cameratismo”, per cui la sorte
Paesi più panciafichisti, Stati Uniti in testa –          dell’uno é l’indivisibile sorte di tutti.
dovrebbero essere prese d’esempio per quella                    Ciò che si vorrebbe far comprendere alle
sana e vigorosa educazione spartana impartita              “anime belle” – tentativo buono quanto inutile –

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è che si sta parlando non di una legittimazione           esclusivamente interiore rispetto “al nemico, al
della guerra fine a se stessa, con tutte le violenze       barbaro, all’infedele” che ogni uomo porta in sé.
e le atrocità che essa inevitabilmente comporta,               È da questo evento di superamento in vista
ma del riconoscimento di una sua trascenden-               del Sé che spira quel soffio divino dall’aroma di
za che sconfina dagli aspetti inferiori, psichici          ciliegio, il fiore dei fiori per l’aristocrazia dello
e fin troppo umani, insiti in ciascuno individuo.          spirito.
Ecco, allora, la “metafisica della guerra”: l’obbe-
dienza a un comando, attraverso il costante sfor-
zo su di sé, che nel tempo diviene di ordine                                                Fiorenza Licitra

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Un applauso. . . per le vittime delle divise

6 maggio 2014

    Quale sarà il prossimo passo? Una medaglia?           ma,con chiunque porti divisa e stellette. Om-
Sarebbe opportuno saperlo, da cittadini italiani.          bre latinoamericane fuori tempo. Passione per i
Sarebbe opportuno sapere quale grado di fidu-              manganelli e caccia al voto vanno a braccetto in
cia si può avere nelle forze dell’ordine dal mo-          questo paese.
mento che la platea di uno dei più rappresen-                 Gli unici applausi dovrebbero essere per la
tativi sindacati di Polizia, il Sap, si alza in pie-       famiglia Aldrovandi, per il coraggio, la deter-
di per applaudire,per cinque minuti cinque, tre            minazione e la compostezza con cui hanno cer-
assassini. Solo per saperlo. . . per non essere            cato la verità e chiesto giustizia. Nonostante
impreparati la prossima volta che un ragazzo,              gli insulti, gli insabbiamenti, la violenza subita
una donna, un padre di famiglia,un figlio, noi             da parte di quella che in troppi avevano sempre
stessi ci troveremo ad essere il nuovo “drogato”,          creduto essere una parte minoritaria delle forze
“pazzo”, “criminale”,“sociopatico” finito sul tavo-        dell’ordine, quel Coisp che era arrivato a mani-
lo di un obitorio in seguito all’intervento di una         festare per i quattro responsabili della morte di
volante.                                                   Federico ad un passo dall’ufficio di mamma Pa-
    In un paese civile, nel corso di una riunione          trizia. Dà i brividi constatare che di minoranza
sindacale di qualunque orientamento i poliziotti           non si tratta. E dover accettare che il lavoro
responsabili - definiti tali e senza ombra alcu-           certamente onesto e responsabile di molti rapp-
na di dubbio da un Tribunale dello Stato - della           resentanti dello Stato convive con aspetti tanto
morte di un ragazzo inerme di 18 anni sarebbero            oscuri. In piedi, in segno di rispetto, dovrem-
stati cortesemente allontanati dai loro stessi col-        mo essere noi tutti di fronte ai familiari di chi è
leghi presenti,perché indegni di rappresentare lo         stato ucciso più e più volte perché incappato nel
Stato, perché indegni di essere parte di coloro           “lato oscuro della sicurezza”. Più e più volte, sı̀,
che dicono di consacrare il loro lavoro e la loro          perché quando si muore per mano delle divise
vita al servizio della sicurezza dei cittadini.            in questo paese non si è mai vittime. Si diventa
    No. In questo paese chi ha ucciso Federi-              sempre qualcuno che poteva meritare quella fine.
co Aldrovandi merita, nella visione tanto dis-             Si muore ogni volta che un’etichetta viene usa-
torta quanto seriamente preoccupante di una                ta per giustificare l’orrore agli occhi della gente.
parte considerevole degli uomini in divisa, una            Federico era diventato un drogato, Stefano Cuc-
standing ovation e applausi scroscianti. E per             chi un tossico anoressico, Gabriele Sandri un ul-
condire questo film dell’orrore, ai poliziotti os-         tras violento, Dino Budroni uno stalker. E la
annanti si aggiungono, sul posto e in succes-              lista dei nomi, e delle umiliazioni, è molto, molto
sive dichiarazioni, alcuni rappresentanti politici,        più lunga. Io mi alzo in piedi e applaudo loro,
tutti di quella destra varia ed eventuale sem-             ognuno dei figli, padri, madri ucciso e umiliato.
pre molto attenta a intercettare i pruriti secu-
ritari e a schierarsi sempre, senza se e senza                                                      Alessia Lai

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Il sorpasso cinese

6 maggio 2014

     I cinesi corrono più del previsto. La loro          Un dato che farebbe, in questa fase, la gioia di
economia sta segnando livelli di crescita tali da         Renzi e Padoan e di tutte le imprese italiane.
portarli a superare gli Stati Uniti addirittura da            Le previsioni ottimistiche non possono
quest’anno. La previsione e i relativi dati sono          nascondere comunque la debolezza della strut-
il frutto di uno studio del Financial Times che           tura industriale cinese che sta scontando l’essere
ha elaborato i risultati di una ricerca del Fondo         cresciuta troppo in fretta. Nel settembre del
monetario internazionale.                                 2013, il Congresso del Popolo, il Parlamen-
     L’accelerazione cinese ha registrato dal 2011        to cinese, aveva messo sotto accusa le ammin-
al 2013 un tasso di crescita complessivo del              istrazioni locali per avere ignorato la sovra-
24% contro uno striminzito 7,6% americano. E              capacità produttiva di molte industrie e per av-
questo ha portato gli “esperti” ad una conclu-            erne approvano i progetti di espansione. Una
sione che anticipa di ben 5 anni l’atteso sorpasso,       deriva che era andata di pari passo con l’ecces-
che era stato invece fissato per il 2019.                 sivo indebitamento di famiglie, imprese e am-
     A spingere ad essere cauti sulla data era sta-       ministrazioni locali. Insomma, quello che cos-
to il leggero rallentamento della crescita cinese         tituisce il vero problema che solleva dubbi sul
nel 2012 e nel 2013 che aveva scontato gli squilib-       futuro della Cina. Un indebitamento di famiglie
ri sociali che si sono venuti a creare nell’ex Ce-        ed imprese che accomuna la Cina agli Stati Uni-
leste Impero, dove una classe di nuovi ricchi, di         ti dove da decenni si assiste a questo fenomeno
capitalisti legati strettamente alle gerarchie del        che il Congresso Usa e la Federal Reserve han-
Partito Comunista, si è arricchita oltre ogni ra-        no risolto, o meglio ignorato, alzando il tet-
gionevole decenza mentre una massa sterminata             to legale del debito pubblico e continuando a
di lavoratori dipendenti è obbligata a salari da         pompare dollari nel sistema economico glob-
fame e a ritmi di lavoro pazzeschi. Il tutto, sotto       ale. Si può osservare quindi che Pechino ha
la minaccia di non protestare e di non scioperare         assunto come propria l’impostazione finanziaria
per non correre il rischio di perdere lavoro, casa        statunitense con il sogno di sostituire progres-
e libertà personale.                                     sivamente Washington alla guida economica e
     Gli stessi ritmi di lavoro, detto per inciso,        politica del mondo.
che Marchionne ha tentato di introdurre alla Fi-              L’analisi del Financial Times, la voce uffi-
at. Squilibri sociali che ripropongono parados-           ciale della City londinese, ricorda che gli Stati
salmente le previsioni marxiane sulla futura di-          Uniti divennero la prima potenza economica
visione dell’umanità tra una classe di sfruttatori       globale nel 1872, scavalcando la Gran Bretagna.
ed un’altra di sfruttati.                                 In realtà quella indicazione non è corretta. Il
     In realtà, bisogna intendersi quando si par-        vero sorpasso degli Usa si ebbe nel 1919, all’in-
la di rallentamento cinese. Nel 2012 e nel 2013           domani della Prima Guerra Mondiale, quando
la crescita “minore” è stata rispettivamente del         Wall Street prese il posto della City come prima
7,6% e del 7,8% contro un 8-9% degli anni prece-          piazza finanziaria del mondo. Un passaggio di
denti. Un risultato in ogni caso eclatante e che          consegne che fu possibile anche per l’affermarsi
qualunque economia europea sottoscriverebbe               degli Usa come prima potenza militare globale.
ad occhi chiusi, in questo sistema di riferimento.        Resta da vedere se La Cina riuscirà realmente a
Il sorpasso in buona sostanza sarebbe il risultato        superare gli Usa, anche nel suo apparato bellico,
del contemporaneo rallentamento dell’economia             e se Shanghai sarà in grado di diventare un pun-
americana cresciuta ad un misero 2,5% annuo.              to di richiamo non solo per la finanza asiatica ma

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per quella di tutto il mondo. Quanto a noi eu-          to di sbocco del mondo. Uno scenario che potrà
ropei ed italiani, quello che dobbiamo aspettarci       pure non piacere ma che qui da noi ia è già una
è l’aumento della presenza cinese in Italia come       realtà palpabile.
prezzo da pagare per la possibilità offerta alle
nostre imprese di accedere al più grande merca-                                           Irene Sabeni

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Elezioni europee: che fare?

7 maggio 2014

     Avvicinandosi un nuovo appuntamento con                  successo elettorale, lo spenderebbe per alzare il
le urne, ritorna la domanda di sempre: che fare?              livello delle richieste in una nuova alleanza con
     Trattandosi di eleggere il Parlamento eu-                Berlusconi. Alla larga.
ropeo, logica vorrebbe che l’ Europa fosse il tema                 Fratelli d’Italia appare fra i critici dell’UE
unico su cui riflettere. Tuttavia l’evidente inutil-          il partito più coerente, più vicino alle posizioni
ità di quel Parlamento e la significatività delle ri-       del Front National, che deve essere considerato il
cadute che il voto avrà sugli equilibri politici in-         punto di riferimento di quanti vorrebbero disgre-
terni delle singole nazioni, invitano a riflettere su         gare l’attuale carrozzone europeo. Però accanto
quale decisione prendere tenendo conto dei due                a una presentabile Giorgia Meloni troviamo un
fattori, il giudizio sull’Europa e le conseguenze             reducismo non meno raccogliticcio di quello di
del voto sul piano interno.                                   Tsipras. Ci vuole un bel coraggio per votare un
     Per quanto riguarda il primo punto, non                  partito fra i cui dirigenti ha ancora voce in capi-
possono esserci dubbi sulla necessità di pren-               tolo La Russa. Anche Fratelli d’Italia, del resto,
dere in considerazione soltanto partiti e movi-               userebbe un successo elettorale per una nuova
menti fortemente critici verso questa UE imp-                 alleanza con Berlusconi. Alla larga.
resentabile, semplice appendice dell’Impero At-                    Resta M5S. Che abbia deluso molti di quanti
lantico, espressione politica del predominio di               lo avevano votato, è indubbio.
banche e monopoli.                                                 Il suo antieuropeismo è tutto da dimostrare,
     Allora passiamo in rassegna i competitori a              essendo altalenante come tutte le posizioni as-
vario titolo critici verso la UE.                             sunte dal Movimento sui temi più significativi,
     La lista Tsipras è un’accozzaglia raccoglitic-          a parte la moralizzazione della vita politica e la
cia di reduci del peggior sinistrismo.               Il       lotta alla casta, l’unico punto veramente qualif-
loro antieuropeismo si ridurrà alla richiesta di             icante di Cinque Stelle e l’unico perseguito con
rivedere i parametri di Maastricht. Il resto                  coerenza. Su tutto il resto, Grillo e Casaleggio
saranno appelli ai diritti dei gay e accoglienza              non fanno altro che inseguire calcoli elettoralisti-
indiscriminata degli immigrati. Quanto alle ri-               ci, spostandosi qua e là secondo gli orientamenti
cadute del voto a Tsipras sugli equilibri interni,            che vengono dai sondaggi.
non sarebbero altro che un rafforzamento della                     Col calcolo elettorale si spiega anche il rifiu-
corrente civatiana del PD. Alla larga.                        to della mano tesa da Marine Le Pen, che pro-
     La Lega di Salvini, per evitare la sparizione            prio per la chiusura di Grillo è stata costretta
dopo gli scandali e i fallimenti politici, ora pun-           a cercare nella Lega una sponda italiana al suo
ta decisamente sull’antieuropeismo e sul ritorno              progetto. Grillo ha rifiutato quell’approccio per-
alla lira. Siamo abituati alla rettifica del tiro             ché sapendo che il Front National è esposto alla
della Lega. Esordı̀ contro i terroni. Poi se la               solita accusa stantı̀a di neofascismo, non vuole
prese con “Roma ladrona” e propose il rimedio                 prestare il fianco alla facile polemica di chi già
della secessione. Il terzo tempo fu quello della              lo accusa di populismo fascistoide.
campagna contro gli immigrati e del federalismo.                   Dal punto di vista di un’azione coerente ed
Ora Salvini, che non manca di fiuto politico, si              efficace per il superamento dell’attuale UE, M5S
appoggia al Front National di Marine Le Pen,                  è inaffidabile. L’unico motivo per cui potrebbe
ma in modo del tutto strumentale perché fra il               essere votato è l’ipotesi che riesca a superare
nazionalismo di Le Pen e il localismo della Lega              le percentuali del PD. In questo caso il ren-
c’è incompatibilità. Se la Lega dovesse avere un            zismo sarebbe già finito e il PD, il pilastro

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politico del conservatorismo italiano, entrerebbe            che se dovesse votare solo il 20% degli aven-
in una crisi finalmente irreversibile. Sul cosa              ti diritto, si farebbero i conti sulle percentuali
farebbe M5S di questo successo e con quali li-               ottenute fra quei pochi milioni di votanti.
nee programmatiche cercherebbe di orientare un                   Non illudiamoci che l’astensionismo abbia
sistema Italia allo sfacelo, è lecito lo scetticismo.       una carica dirompente. Astenersi ha un valore
    In definitiva, mai come in questa circostan-             più morale che politico.
za l’astenersi dal voto sembra la decisione più
fondata.                                                                                    Luciano Fuschini
    Con un’avvertenza: al potere la percentuale
dei non votanti non interessa minimamente. An-

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L’ammucchiata della sedicente sinistra: la lista Sfigas

8 maggio 2014

    Alexis Tsipras, chi è costui? È la domanda            za e povertà di uomini carismatici e personalità
che gli italiani si farebbero se sapessero l’esisten-       di spessore in ciò che resta della sinistra ital-
za di “Un’altra Europa con Tsipras”, lista messa            iana. Messo Vendola in naftalina e Bertinotti
in piedi da un’accolita di intellettuali di sinistra        al museo, non c’era nessuno ma proprio nessuno
che si è spaccata subito dopo il taglio del nastro,        che potesse fare da timoniere? Risposta: no.
con Paolo Flores D’Arcais e Andrea Camilleri                Scoraggiati e semi-distrutti, gli ultimi mohicani
che sbattono la porta sdegnati per l’imbarcag-              della gauche italiana si sono fatti trascinare dal-
gio di ex tute bianche come Casarini, e la sola             la Spinelli, da Viale e da qualche altro révenant
Barbara Spinelli a restare madrina di un parto              di tale schiatta per resuscitare dal camposanto
infelice.                                                   e manifestarsi al proprio popolo. Il che è tutto
    Hanno voglia a protestare per la censura                dire. Ma poi: non faceva orrore, ai compagni
dei grandi media: quale genio della comuni-                 orfani del Collettivo, il personalismo dei partiti
cazione avrebbe potuto accettare di far correre             costruiti intorno ad un singolo individuo? Invece
l’ennesima ammucchiata della sinistra sedicente             toh, eccoli a trovare una ragion d’essere grazie
radicale (Sel, Rifondazione Comunista, Azione               ad un marchio belloccio, uno Tsipras che sarà
Civile, gruppi e gruppettari vari) con il nome di           bravissimo ma il cui valore si riduce al capeg-
un politico straniero? Va bene che di elezioni eu-          giare l’estrema sinistra nella martoriata Gre-
ropee si tratta, ma anche lo scemo del villaggio            cia, simbolo della devastazione firmata Trojka.
sa che in ogni Stato dell’Unione valgono come               Tutto qui? Tutto qui.
voto nazionale, un test per saggiare l’elettora-                Non entro nemmeno nel merito delle idee,
to interno. E difatti, mestamente disarmati di              incardinate sull’illusione tipica del sinistrismo,
fronte ad un’opinione pubblica centrata su temi             sempre in cerca di alibi per sentirsi “alternati-
e facce tutte nostrane, i desperados rosso sbiadi-          vo”, di lavorare ad un’Europa diversa, altra, più
ti non hanno pensato di meglio che sbattere un              giusta. Che è come dire: quest’Europa fondata
culo in bikini, testimonial la stessa responsabile          sull’euro e su una banca centrale privata diretta
della campagna mediatica, giusto per risparmi-              dalla Germania, fa sı̀ schifo, ma con una dose di
are. Dopo decenni di sanguinario bacchetton-                Tsipras vedrete che roba, diventerà un paradiso
ismo su tette e chiappe berlusconiane, la sin-              di eguaglianza e le tecnocrazie finanziarie scen-
istra colta e sopraccigliosa ha scoperto le virtù          deranno a più miti consigli. Lasciamo agli eterni
del marketing terra terra. E naturalmente si è             illusi il loro ultimo beniamino. Ai nerd non va
ritrovata a litigare pure su quello. Patetici è dire       tolta la speranza di un contatto con la realtà: la
poco.                                                       Lista Sfigas è il placebo che fa per loro. Quan-
    Ma già il solo fatto di aver affidato il pro-          do la smetteranno di giocare con la mano, forse
prio rilancio (sı̀, buonanotte: sono dati ben al di         cominceranno a combinare qualcosa di serio.
sotto della soglia del 4%) ad un’etichetta di un
altro Paese, sta ad indicare quanta sia la pochez-                                          Alessio Mannino

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La ripresa secondo Padoan

8 maggio 2014

    La mano sinistra non sappia cosa fa la destra.          chiere delle banche italiane che hanno promes-
La Commissione europea stila le sue previsioni              so che le cose cambieranno, e che torneranno
economiche per il 2014 che vedono l’Italia con-             a fare credito, dopo che il loro patrimonio si
fermare il suo declino e il ministro dell’Econo-            è rafforzato in seguito alla rivalutazione delle
mia, Pier Carlo “Ocse” Padoan, si dice soddis-              quote azionarie della Banca d’Italia detenute in
fatto. «È la conferma – ha sostenuto – che le              portafoglio.
nostre misure sono giuste». Contento lui.                        L’inflazione, insiste poi Bruxelles, dovrebbe
    Le stime di Bruxelles dicono infatti tutt’al-           raggiungere un minimo storico (0,7%) nel 2014,
tro. Il debito pubblico toccherà a fine anno il            per poi salire all’1,3% nel 2015, tenendo conto
135,2% sul Prodotto interno lordo, con tanti                delle deboli pressioni sul costo del lavoro e del
saluti alla spending review, in italiano la revi-           calo dei prezzi energetici. Una deflazione che
sione della spesa. Il Pil a sua volta crescerà dello       le imprese vedono in realtà come il fumo negli
0,6% quest’anno e di un 1% nel 2015. Numeri                 occhi, non tanto per il fatto che essa è spesso
modestissimi e che non permetteranno di recu-               l’anticamera della depressione quanto perché il
perare quanto si è perso in questi ultimi sei anni         calo dei prezzi avrebbe un effetto devastante sui
(un -1,9% soltanto nel 2013) con il crollo dell’e-          ricavi che devono andare a coprire i costi fissi
conomia, la chiusura di migliaia di imprese e una           sostenuti in passato.
disoccupazione che, secondo l’Istat, ha superato                 Tranquilli, comunque: nel 2015 il debito
il 13%.                                                     pubblico scenderà al 133,9%.
    La ripresa italiana è lenta, dicono i tec-
                                                                 È invece scontro con l’Istat sul livello del-
nocrati di Bruxelles. Lenta quindi nei confronti
                                                            la disoccupazione che Bruxelles a fine dicem-
dei principali Paesi dell’Eurozona che, come la
                                                            bre fissa al 12,2% (contro il 13% dell’organis-
Germania, hanno dimostrato al contrario di es-
                                                            mo italiano) e che nel 2014 salirà al 12,8% per
sere ancora vivi e vegeti. La spesa delle famiglie
                                                            scendere al 12,5% nel 2015. Gongolante, ma
torna a crescere, dicono da Bruxelles. Dove la
                                                            non si capisce bene perché, il nostro Padoan,
Commissione europea veda questo aumento dei
                                                            ex dirigente del Fondo monetario internazionale.
consumi è davvero un mistero a meno che Olli
                                                            «Siamo in presenza di una crescita economica»
Rehn e i suoi tecnici-tecnocrati guardino al fu-
                                                            - ha affermato - «sta migliorando la competitiv-
turo e abbiano già tenuto conto del bonus di 80
                                                            ità delle imprese e ci sarà un aumento di investi-
euro promesso da Renzi, e soprattutto annotata
                                                            menti e occupazione nel periodo di previsione».
la sua efficacia, tutta da dimostrare.
                                                            Quindi in futuro.
    Bruxelles vede in miglioramento anche
l’erogazione di credito alle imprese da parte                    Come si vede, siamo sempre al livello delle
delle banche che negli ultimi anni è stato molto           speranze e delle stime che si possono leggere e
più che carente contribuendo alla recessione-              manovrare a piacimento. «Altri Paesi» – ha in-
depressione in corso. Un credito che in questo              sistito il ministro - «hanno posizione di aggiusta-
biennio dovrebbe tornare a farsi vedere.                    mento peggiore della nostra». Forse la Grecia?
    Ma qui siamo più alle speranze che alle pre-           Dicevano i latini: beati quelli con un occhio solo
visioni basate su stime econometriche. A meno               in una terra di ciechi.
che, e questa è l’ipotesi più plausibile, la Com-
missione Ue non abbia sposato in pieno le chiac-                                                  Irene Sabeni

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Alain de Benoist: sull’Europa

9 maggio 2014

     Signore e signori, amici cari,                          ropea è apparsa, dunque, non come un rimedio
     ancora un quarto di secolo fa, l’Europa ap-             alla globalizzazione, quanto invece una tappa
pariva come la soluzione a tutti i problemi. Oggi            della globalizzazione stessa.
viene invece percepita come un problema che va                    Fin dagli albori, la costruzione dell’Europa
ad aggiungersi agli altri. Per effetto della disillu-        si è sviluppata a discapito del buonsenso, e sono
sione piovono critiche da ogni dove, e alla com-             stati commessi quattro errori: 1) Essere partiti
missione europea si rimprovera di tutto e di più:           dall’economia e dal commercio anziché partire
di moltiplicare i contrasti, d’ingerire in questioni         dalla politica e dalla cultura, immaginando che
che non le competono, di voler punire chiunque,              per un effetto di rimbalzo, la cittadinanza eco-
di paralizzare le istituzioni, di essere organiz-            nomica si sarebbe automaticamente tradotta in
zata in maniera incomprensibile, di mancare di               quella politica. 2) Aver voluto creare l’Europa
legittimità democratica, di annientare la sovran-           a partire dall’alto, anziché dal basso. 3) Aver
ità dei popoli e delle nazioni, e di non essere più        puntato su un allargamento frettoloso a pae-
nient’altro che una macchina per non governare.              si poco preparati all’ingresso in Europa, pref-
Nella maggior parte dei paesi, le opinioni posi-             erendolo a un approfondimento delle strutture
tive sull’Unione Europea sono in caduta libera               politiche già esistenti. 4) Non aver mai voluto
da almeno dieci anni. La proporzione di coloro               prendere una decisione chiara in merito alle fron-
che, in Francia, ritengono che “l’appartenenza               tiere dell’Europa e alle finalità della costruzione
all’Unione sia un male” è perfino salita dal 25             europea.
% nel 2004 al 41 % nel 2013. Ancor più di re-                    Ossessionati dall’economia, i padri fondatori
cente, un sondaggio Ipsos rivelava che il 70 % dei           delle Comunità Europee hanno deliberatamente
francesi desidera “limitare i poteri dell’Europa”.           lasciato da parte la cultura. Il loro progetto
     È un fatto assodato che oggi l’UE attraversi           originario mirava a fondere le nazioni in aree
una crisi di legittimità senza precedenti. Ed è            d’azione del tutto nuove in un’ottica funzional-
un ulteriore fatto che lo spettacolo da essa offer-          ista. Per Jean Monnet e i suoi amici, si trat-
to non abbia nulla di entusiasmante. Ma come                 tava di pervenire a un mutuo intrecciarsi di
siamo arrivati a tutto questo?                               economie nazionali, tale da rendere necessaria
     La “decostruzione” dell’Europa comincia al-             l’unione politica nel rivelarsi meno costosa del-
l’inizio degli anni Novanta, con i dibattiti in              la disunione. Non dimentichiamo d’altronde che
merito alla ratificazione del trattato di Maas-              il primo nome dell’“Europa” fu quello di “Mer-
tricht. È a partire da quest’epoca che l’avvenire           cato comune”. Questo iniziale economismo ha
dell’Europa è apparso altamente problematico e              finito per favorire la deriva liberale delle isti-
che numerosi europei hanno iniziato a perdere                tuzioni, oltre alla lettura essenzialmente eco-
la fiducia. Nel momento in cui la globaliz-                  nomica delle politiche pubbliche che sarà ef-
zazione dava origine a ulteriori timori, la gente            fettuata a Bruxelles. Ben lungi dal preparare
si è resa conto che “L’Europa non garantiva                 l’avvento di un’Europa politica, l’ipertrofia del-
un miglior poter d’acquisto, un miglior regola-              l’economia ha rapidamente portato alla spoliti-
mento di scambi commerciali nel mondo, una                   cizzazione, alla consacrazione del potere degli
diminuzione delle delocalizzazioni, un regresso              esperti, e in ultima analisi all’applicazione di
della criminalità, una stabilizzazione di mercati           strategie tecnocratiche.
del lavoro o un controllo più efficace dell’immi-                Nel 1992 con il trattato di Maastricht si è
grazione. Anzi al contrario”. La costruzione eu-             passati dalla Comunità Europea all’Unione Eu-

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ropea. Questo slittamento semantico è anch’es-               ciare della protezione della NATO. Parlavano di
so rivelatore, essendo naturalmente ciò che è               Europa, ma non sognavano altro che l’Ameri-
“unito” meno forte di ciò che è “comune”. L’Eu-             ca! Da tutto ciò sono risultate una diluizione
ropa di oggi è, dunque, prima di tutto l’Europa              e una perdita di efficacia che hanno rapida-
dell’economia e delle logiche di mercato, secondo             mente convinto tutto il mondo che un’Europa
il punto di vista delle élite liberali che la vorreb-        a venticinque o a trenta era semplicemente in-
bero semplicemente come un vasto supermerca-                  gestibile, opinione ancor più rafforzata da in-
to obbediente in maniera esclusiva alla logica del            quietudini culturali, religiose e sociali legate alle
capitale.                                                     prospettive di adesione della Turchia.
    Il secondo errore, come ho già detto, è stato               Tenuto conto della disparità dei livelli eco-
quello di voler creare l’Europa a partire dall’al-            nomici, delle condizioni sociali e dei sistemi fis-
to, ovvero a partire dalle istituzioni di Bruxelles.          cali, l’allargamento frettoloso dell’Unione Euro-
Nelle intenzioni dei fautori del “federalismo in-             pea ha inoltre scatenato una spinta ricattatoria
tegrale”, una sana logica avrebbe al contrario                alle delocalizzazioni a svantaggio dei lavoratori.
voluto che si partisse dal basso, dal quartiere               Ed è infine stato una delle cause principali del-
e dal vicinato verso il comune, dal comune o                  la crisi dell’euro, a riprova che l’introduzione di
dall’agglomerato urbano verso la regione, dal-                una moneta unica, lungi dal favorire la conver-
la regione verso la nazione, dalla nazione verso              genza delle economie nazionali in Europa, ha in-
l’Europa. Il che avrebbe permesso in particolar               vece finito per aggravarla al punto da renderla
modo l’applicazione rigorosa del principio di sus-            intollerabile.
sidiarietà. La sussidiarietà esige che l’autorità              La sovranità europea risulta ormai introv-
superiore intervenga nei soli casi in cui l’autorità         abile, mentre le sovranità nazionali non sono più
inferiore sia incapace di farlo (è il principio di           altro che ricordi. In altri termini, sono state
competenza sufficiente). Nell’Europa di Brux-                 decostruite le nazioni senza costruire l’Europa.
elles, dove una burocrazia centralizzatrice tende             Un paradosso che si spiega quando si è compre-
a regolamentare ogni cosa attraverso le sue di-               so che l’Unione Europea non ha soltanto volu-
rettive, l’autorità superiore interviene ogni vol-           to mettere l’Europa al posto delle nazioni, ma
ta si ritiene in grado di farlo, con il risultato             anche sostituire alla politica l’economia, al gov-
che la Commissione decide su tutto in quanto si               erno degli uomini l’amministrazione delle cose.
giudica onnicompetente.                                       L’Unione Europea ha fatto proprio un liberal-
    La denuncia di rito, da parte dei sovranisti,             ismo fondato sul primato dell’economia e della
dell’Europa di Bruxelles quale “Europa federale”              volontà di abolire la politica “spoliticizzando” la
non deve quindi trarre in inganno: per via                    gestione governativa, vale a dire creando le con-
della sua tendenza ad attribuirsi autoritaria-                dizioni in cui ogni ricorso a una decisione pro-
mente tutte le competenze si costruisce al con-               priamente politica diviene inopportuno, se non
trario su un modello ampiamente giacobino.                    impossibile.
Ben lungi dall’essere “federale”, è anche giacobi-               A questo orientamento liberale va ad ag-
na all’estremo, in quanto coniuga autoritarismo               giungersi una crisi morale. Ossessionata dall’u-
punitivo, centralismo e opacità.                             niversalismo di cui è stata per molto tempo vet-
    Il terzo errore è consistito nell’allargamento           tore, l’Europa ha introiettato un senso di colpa
sconsiderato dell’Europa, quando invece sarebbe               e di negazione di sé che ha finito per plasmare la
stato necessario privilegiare l’approfondimento               sua visione del mondo, divenendo inoltre l’uni-
delle strutture già esistenti, aprendo al tempo              co continente che si vuole “aperto all’apertura”
stesso un dibattito politico in tutta Europa per              senza considerare ciò che a sua volta potrebbe
tentare di stabilire una posizione consensuale                apportare agli altri.
in merito alle sue finalità. Tutto ciò si è visto              È un fatto assodato che l’Europa, fin dalle
in maniera particolare al momento dell’allarga-               sue origini, si sia industriata a concettualizzare
mento ai paesi dell’Europa centrale e orientale.              l’universale, e che abbia voluto fare di sé nel
La maggior parte di questi paesi hanno chiesto                bene e nel male una “civiltà dell’universale”. Ma
di aderire all’Unione Europea solo per benefi-                “civiltà dell’universale” e “civiltà universale” non

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sono sinonimi. Secondo un bell’adagio spesso ci-               perché non vuole nulla? Perché non sa più e non
tato, l’universale, nel miglior senso del termine,             vuol più sapere cos’è.
è “il locale meno le mura”. Ma l’ideologia imper-                  Le conseguenze sono spaventose. Nell’am-
ante ignora la differenza fra “civiltà universale” e          bito dell’immigrazione, l’Unione Europea si è
“civiltà dell’universale”. Su istanza dei suoi rap-           dotata di una politica di armonizzazione alquan-
presentanti, l’Europa è stata destinata all’igno-             to generosa per i migranti che ormai nessuno
ranza di sé – e alla “ripugnanza” per tutto ciò di           Stato può più modificare. In ambito commer-
cui è ancora autorizzata a ricordarsi -, mentre               ciale e industriale, è stato lo stesso rifiuto di ogni
la religione dei diritti dell’uomo universalizzava             “santuarizzazione” a prevalere. La soppressione
l’idea della Inseità. Inoltre, un umanesimo pri-              di ogni ostacolo al libero scambio si è tradotta
vo di orizzonti si è posto a giudice della storia,            nell’arrivo massiccio in Europa di beni e servizi
facendo assurgere l’indistinzione quale ideale re-             fabbricati a basso costo nei paesi emergenti che
dentore, e mettendo incessantemente sotto pro-                 praticano il dumping sotto ogni forma (sociale,
cesso l’appartenenza che rende singolari. Come                 fiscale, ambientale, ecc.), mentre il sistema pro-
ha affermato Alain Finkielkraut: «ciò significa               duttivo europeo si delocalizza sempre più verso i
che, per non escludere più chicchessia, l’Europa              paesi situati al di fuori dell’Europa, aggravando
deve disfarsi di se stessa, “de-originarsi”, conser-           cosı̀ la deindustrializzazione, la disoccupazione
vare della propria tradizione nient’altro che l’u-             e i deficit commerciali.
niversalità dei diritti dell’uomo [. . . ] Noi non                 La politica estera è il rovescio della medaglia
siamo nulla, è la condizione preliminare per-                 della sovranità nazionale. Dal momento che l’U-
ché non siamo chiusi a niente e a nessuno».                   nione Europea non costituisce un corpo politi-
«Vacuità sostanziale, tolleranza radicale», ha                co, non può ovviamente avere una politica es-
potuto dire nello stesso spirito il sociologo Ul-              tera comune, ma tutt’al più un’aggregazione
rich Beck – allorché è al contrario il senso di              congiunturale di diplomazie nazionali accompa-
vuoto a rendere allergici a tutto.                             gnata da una politica “verso l’estero” deriva-
                                                               ta dalle competenze “comunitarie”. Che sia a
    Unici al mondo, i dirigenti europei rifiutano              proposito dell’intervento americano in Iraq, del-
di pensare a se stessi come garanti di una sto-                la guerra in Libia, in Mali o in Siria, che sia
ria, di una cultura, di un destino collettivo. Sot-            riguardo alla Russia o al Medio Oriente, alla
to la loro influenza, l’Europa ripete di continuo              Palestina, al Kosovo o più recentemente alla
che il suo stesso passato non ha niente da dirle.              Crimea, gli europei sono stati sempre incapaci di
Le banconote euro lo dimostrano alla perfezione:               adottare una posizione comune, accontentandosi
non vi si vede altro che strutture vuote, architet-            di allinearsi in maggioranza sulle posizioni amer-
ture astratte, mai un paesaggio, mai un volto.                 icane. Non percependo interessi comuni, non
L’Europa vuol sfuggire alla storia in generale,                saprebbero neanche avere una volontà comune
e alla sua in particolare. Impedisce a se stessa               o una strategia comune.
di affermare ciò che è, e non vuol neanche por-                   E tuttavia, malgrado le delusioni suscitate
si la questione della propria identità per paura              fin qui dalla costruzione europea, un’Europa po-
di “discriminare” questo o quel suo componente.                liticamente unita resta comunque più che mai
Quando essa proclama il proprio attaccamen-                    necessaria. Perché questo? Prima di tutto per
to a dei “valori”, è per sottolineare soprattutto             permettere a popoli europei da troppo tempo
che tali valori non le appartengono in quanto                  lacerati da guerre e conflitti o rivalità di og-
suoi, dal momento che si presume che tutti i                   ni sorta di riprendere coscienza della loro co-
popoli abbiano gli stessi. Questo accento posto                mune appartenenza a una stessa area di cultura
sui “valori” anziché sugli “interessi”, gli obiettivi,        e civiltà e di assicurarsi un destino comune sen-
o la volontà di sovranità politica è rivelatore di          za mai più doversi contrapporre. Ma anche per
un’impotenza collettiva. L’Europa non sa asso-                 ragioni strettamente legate al momento storico
lutamente cosa vuol fare. E del resto non se ne                che stiamo vivendo.
pone neanche la domanda, perché a quel pun-                        All’epoca del sistema di Yalta, quando il
to dovrebbe riconoscere che non vuole nulla. E                 mondo era dominato dal duopolio americano-

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sovietico, l’emergere di una terza potenza euro-            frontiere, e sarebbe un grave errore credere che
pea era già una necessità. Questa necessità si           vi si possa far fronte puntandovi contro. La
rivela ancor più pressante dall’affondamento del           maggior parte delle critiche indirizzate all’Eu-
sistema sovietico: in un mondo ormai frantu-                ropa sarebbero dunque altrettanto giustificate
mato, solo un’Europa unita può permettere ai               in scala nazionale.
popoli che la compongono di rivestire un ruo-                    Altre critiche sono contraddittorie. Cosı̀,
lo a loro misura nel mondo. Per porre fine al               sono spesso gli stessi a deplorare l’impotenza po-
dominio della superpotenza americana, occorre               litica dell’Europa (riguardo a questioni quali la
restituire al mondo una dimensione multipolare.             guerra del Golfo, il conflitto nell’ex Iugoslavia,
Ecco un’altra ragione per fare l’Europa.                    e cosı̀ via) e che rifiutano categoricamente di
    La globalizzazione, generando un mondo                  concedere deleghe di poteri necessarie all’in-
senza l’altro da sé, dove lo spazio e il tempo sono        staurazione di un autentico governo politico eu-
virtualmente aboliti, consacra al tempo stesso              ropeo, l’unico in grado di prendere in materia di
l’impotenza crescente degli Stati nazione. Nel-             politica estera le decisioni che s’impongono.
l’epoca della modernità tardiva – o della post-                 L’argomento della “sovranità” delle nazioni
modernità nascente – lo Stato nazione, entrato             non ha miglior fortuna. Quando diciamo che
in crisi negli anni Trenta, diventa ogni giorno             l’Unione Europea implica delle rinunce alla
più obsoleto, mentre continuano a crescere i               sovranità nazionale, dimentichiamo che già da
fenomeni transnazionali. Non è che lo Stato                molto tempo gli Stati-nazione hanno perduto
abbia perduto tutti i suoi poteri, ma non può              la loro capacità di decisioni politiche in tutti
più far fronte a imprese che oggi si estendono             i campi più rilevanti. Nell’era della globaliz-
in scala planetaria, a partire da quelle del sis-           zazione, sono detentori di una semplice sovran-
tema finanziario. In un universo dominato dal-              ità nominale. L’impotenza dei governi nazionali
l’incertezza e dai rischi globali, nessun paese può        di fronte ai movimenti dei capitali, al potere dei
sperare di venire a capo da solo dei problemi che           mercati finanziari, alla mobilità senza precedenti
lo riguardano. In altri termini, gli Stati nazion-          del capitale, è oggi evidente. Occorre prenderne
ali non sono più le entità primarie che perme-            atto per cercare le maniere d’instaurare una nuo-
ttono di risolvere i problemi nazionali. Trop-              va sovranità al livello in cui abbia la concreta
po grandi per rispondere alle attese quotidiane             possibilità di esercitarsi, vale a dire precisamente
dei cittadini, sono al tempo stesso troppo piccoli          a livello europeo. Altro, ulteriore motivo per
per far fronte alle sfide e agli obblighi planetari.        fare l’Europa.
Il momento storico che stiamo vivendo è quello                  Una delle ragioni profonde della crisi della
dell’azione locale e dei blocchi continentali.              costruzione europea è che, a quanto pare, nes-
    In un simile contesto, i “sovranisti” appaiono          suno è in grado di rispondere alla domanda:
come uomini che sviluppano spesso delle buone               cos’è l’Europa? Le risposte non mancano certo,
critiche, ma che non portano buone soluzioni.               ma sono perlopiù convenzionali e nessuna risul-
Quando denunciano (non senza ragione) il carat-             ta unanime. Orbene, la risposta alla domanda:
tere burocratico e tecnocratico delle decisioni             cos’è l’Europa? condiziona la risposta a un’altra
prese a Bruxelles, risulta per esempio facile               domanda: cosa dev’essere?
risponder loro che i burocrati e i tecnocrati degli              Tutti sanno bene, infatti, che non vi è al-
attuali Stati-nazione non sono certo migliori.              cuna comune misura fra un’Europa che cerchi
Quando criticano l’atlantismo dell’Unione Eu-               di costituirsi come potenza politica autonoma
ropea, è altrettanto facile far loro osservare che         sovrana, con delle frontiere chiaramente definite
i governi nazionali si orientano esattamente nel-           e delle istituzioni politiche comuni, e un’Eu-
la stessa direzione. Assistiamo oggi a un vas-              ropa che non sarebbe altro che un vasto mer-
to movimento di omogeneizzazione planetaria,                cato, uno spazio di libero scambio aperto ai
che tocca tanto la cultura quanto l’economia e              “grandi orizzonti”, destinato a dissolversi in uno
la vita sociale, e l’esistenza degli Stati-nazione          spazio illimitato, in larga misura spoliticizza-
non lo ostacola in alcun modo. I vettori di tale            to o neutrale, funzionante soltanto attraverso
omogeneizzazione nazionale si fanno beffe delle             meccanismi di decisione tecnocratici e intergov-

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ernativi. L’allargamento frettoloso dell’Europa                  Per il momento, ce ne rendiamo ben conto, la
e l’incertezza esistenziale che pesa oggi sulla             situazione è bloccata. Vogliamo l’Europa della
costruzione europea hanno fin qui favorito il               cultura, e abbiamo quella dei tecnocrati. Subi-
secondo modello, d’ispirazione “anglosassone” o             amo gli inconvenienti dell’introduzione di una
“atlantica”. Ora, scegliere fra i due modelli sig-          moneta unica senza raccoglierne i vantaggi. Ve-
nifica anche scegliere fra la politica e l’econo-           diamo le sovranità nazionali scomparire senza
mia, fra la potenza della Terra e la potenza del            l’affermarsi della sovranità europea di cui ab-
Mare. Purtroppo, coloro i quali si occupano                 biamo bisogno. Vediamo l’Europa comportarsi
della costruzione europea non hanno, in gen-                da ausiliaria, e non da avversaria della globaliz-
erale, la benché minima idea in materia geopo-             zazione. La vediamo legittimare delle politiche
litica. L’antagonismo delle logiche terrestri e             di austerità, la politica del debito e la dipenden-
marittime sfugge loro completamente.                        za dai mercati finanziari. La vediamo dichiarar-
                                                            si solidale con l’America nella sua nuova guerra
    Il generale de Gaulle, nel 1964, aveva per-             fredda con la Russia, e pronta a firmare con gli
fettamente definito il problema quando aveva                americani un accordo commerciale transatlanti-
dichiarato: «Secondo noi francesi occorre che               co che ci ridurrebbe alla loro mercé. La vediamo
l’Europa si faccia per essere europea. Un’Eu-               colpita da amnesia, dimentica di se stessa, e per-
ropa europea significa che essa esiste da sé e             tanto incapace di trarre dal suo passato dei mo-
per sé, ovvero che al centro del mondo abbia               tivi per proiettarsi verso l’avvenire. La vediamo
la propria politica. Orbene, è proprio questo ciò         rifiutarsi di trasmettere quanto ha ereditato, la
che taluni respingono, consapevolmente o incon-             vediamo incapace di formulare un grande pro-
sapevolmente, pur sostenendo di volerne la re-              getto collettivo. La vediamo uscire dalla storia,
alizzazione. In fondo, il fatto che l’Europa, non           a rischio di divenire oggetto della storia di altri.
avendo una politica, resterebbe assoggettata a                   Come uscire da questo blocco? È il segre-
quella dettatale dall’altra sponda dell’Atlantico,          to del futuro. Qua e là vediamo delinearsi delle
pare loro, ancora oggi, normale e soddisfacente”.           alternative, tutte meritevoli di essere studiate,
                                                            pur sapendo che abbiamo i tempi contati. Ho
     L’Europa è un progetto di civiltà o non è           spesso citato queste parole di Nietzsche, secondo
niente. A tale titolo, essa implica una certa idea          cui: «L’Europa si farà solo sull’orlo di una tom-
dell’uomo. Questa idea è ai miei occhi quella di           ba”. Nietzsche, lo sappiamo, si appellava anche
una persona autonoma e radicata, respingendo                ai “buoni europei”. Ebbene, vediamo di essere
con un sol gesto l’individualismo e il collettivis-         dei “buoni europei”: lanciamo a nostra volta un
mo, l’etnocentrismo e il liberalismo. L’Europa              appello affinché si manifesti finalmente lo Stato
che desidero con tutto me stesso è dunque quel-            europeo, il dominio europeo, l’Europa autonoma
la del federalismo integrale, il solo in grado di           e sovrana che vogliamo forgiare e che ci eviterà
realizzare dialetticamente il necessario equilib-           la tomba.
rio fra autonomia e unione, fra unità e diver-                  Viva l’Europa, amici miei! Vi ringrazio.
sità. Su tali basi, è certo che l’Europa dovrebbe
avere per ambizione quella di essere a un tempo
                                                                                             Alain de Benoist
potenza sovrana in grado di difendere i propri
interessi specifici, polo di regolazione della glob-        (Simposio Europa-mercato o Europa-potenza del
alizzazione in un mondo multipolare, e progetto             26 aprile 2014. Traduzione di Marco Zonetti,
originale di cultura e civiltà.                            per concessione di Arianna Editrice)

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Il mercato non crede a Marchionne

9 maggio 2014

    Il piano industriale di Fiat-Chrysler da qui                   C’è da domandarsi allora dove troverà i sol-
al 2018, presentato da Sergio Marchionne a De-                 di Marchionne per finanziare i suddetti investi-
troit, non ha convinto gli esperti del settore e la            menti che, a rigor di logica, dovrebbero essere
Borsa dove il titolo ha registrato un forte crol-              presi dalle casse del gruppo. Il manager svizzero
lo. Un crollo che, in maniera molto significati-               non intende vendere i gioielli di famiglia, Ferrari,
va, ha interessato anche la Exor, la holding della             Maserati e Alfa Romeo, per fare cassa e ridurre
famiglia Agnelli.                                              l’indebitamento. Anzi, i tre marchi rappresen-
    Nel 2018, ha assicurato il manager canadese                tano e rappresenteranno il fiore all’occhiello del
in pullover, con residenza fiscale in Svizzera,                gruppo e le auto prodotte in Italia saranno desti-
produrremo complessivamente in tutto il mondo                  nate non solo al tradizionale mercato nord amer-
7,5 milioni di auto rispetto ai 6 milioni attuali.             icano ma anche e soprattutto a quello asiatico
Saremo uno dei primi cinque gruppi del settore.                dove milioni di nuovi ricchi sognano di poter
Il presente è difficile ma il futuro è radioso. Indi-        guidare una macchina italiana di lusso.
etro non si torna, se avanzo seguitemi, eccetera.                  Bontà loro, gli azionisti di Fiat-Chrysler, Ag-
Investiremo, ha garantito Marchionne, ben 55                   nelli in testa, rinunceranno ad incassare i divi-
miliardi di euro per rinnovare il nostro parco                 dendi. I conti sono quello che sono. Quanto
macchine. Se si pensa che il piano industriale                 alla distribuzione delle vendite, 3,1 milioni di
promesso per la Fiat in Italia prevedeva 22 mil-               auto saranno vendute in Nord America (gra-
iardi di euro distribuiti in quattro anni, per rin-            zie alla rete di distribuzione della Chrysler),
novare completamente la gamma dei modelli da                   1,8 milioni in America Latina (grazie ai due
offrire alla clientela, è lecito nutrire qualche per-         stabilimenti brasiliani), 1,5 milioni in Europa,
plessità sugli impegni di Marchionne che è sta-              Africa e Medio Oriente e 1,1 in Asia. La pro-
to scelto dagli Agnelli per gestire la loro pro-               duzione dovrebbe, il condizionale è d’obbligo,
gressiva uscita dal settore dell’auto, finanziaria-            aumentare anche in Italia con un livello di uti-
mente troppo impegnativo, e il passaggio a set-                lizzazione degli impianti pari al 100% contro il
tori nei quali il giro dei quattrini sia più veloce           50% attuale.
e remunerativo.                                                    Il punto è che le fabbriche italiane stanno
     Da quando i governi, su imposizione dell’U-               registrando un cambiamento epocale. A Mi-
nione Europea, hanno tagliato i contributi pub-                rafiori già si produce con il marchio Fiat un Suv
blici all’auto, per gli Agnelli la vita si è fatta            come la Freemont (ex Chrysler) destinata più
complicata, per modo di dire, ed è stato neces-               che altro al mercato Usa. Mentre a Melfi verrà
sario prendere atto che non si poteva più pre-                prodotta, in 200 mila esemplari, la Jeep che per
tendere di essere mantenuti dallo Stato. Che gli               le sue peculiarità non è vettura destinata molto
Agnelli non dovranno scucire quattrini è stato                al mercato italiano.
peraltro confermato dalla precisazione di Mar-                     Marchionne non ha voluto comunque det-
chionne che non ci sarà bisogno di un aumento                 tagliare quali linee produttive saranno installate
di capitale. Curioso, perché il debito del gruppo             nei singoli stabilimenti. In Polonia, a Tychy,
è salito oltre 13 miliardi di euro. Peraltro, nem-            verrà prodotta la nuova Punto, attualmente re-
meno il primo trimestre del 2014 è andato bene                alizzata a Melfi. La Panda dovrebbe continuare
considerato che il gruppo ha registrato perdite                ad essere prodotta a Pomigliano, come era stato
per 300 milioni di euro a fronte dei 30 milioni di             promesso. La 500 continuerà ad essere realizzata
utile del 2013.                                                in Polonia e la monovolume 500L in Serbia.

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Resta comunque la realtà di un gruppo che,                Siamo cosı̀ di fronte ad un gruppo che sta
almeno sul fronte italiano, continuerà ad essere          abbandonando l’Italia per produrre le auto dei
posizionato sui primi due segmenti di mercato (il          settori bassi in Paesi dove il costo del lavoro è
segmento A, quello delle cittadine, Panda e 500            molto minore che da noi. Una scelta che è sta-
e il segmento B, quello delle utilitarie, la Pun-          ta giustificata con la teoria falsa che gli operai
to) e sui segmenti alti, quello delle auto di lusso        italiani siano meno produttivi di quelli stranieri.
(Ferrari, Maserati e le sportive dell’Alfa Romeo)          Una balla che anche i sindacati collaborazionisti
ma completamente assente da quello delle inter-            hanno di fatto avallato accettando i nuovi con-
medie. Come il segmento C (le famigliari) da               tratti aziendali basati sul taglio delle pause, con
tempo immemorabile presieduto dalla Golf della             gli straordinari e i premi di produzione a farla
Volkswagen. E si tratta del segmento che assi-             da padroni in busta paga.
cura i più ampi profitti e che spiega il successo
globale del gruppo tedesco.                                                                     Irene Sabeni

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Draghi, l’amico delle banche, conferma gli aiuti

12 maggio 2014

    Il lupo mantiene il pelo e purtroppo pure                fatti prestiti triennali alle banche dell’Eurozona
il vizio. Mario Draghi ha annunciato di essere               per oltre 1.000 miliardi di euro al tasso dell’1%.
pronto all’ennesimo regalo alle banche, ribaden-             Soldi regalati quindi. Soldi che le banche avreb-
do in tal modo che le banche sono il centro del-             bero dovuto utilizzare per sostenere la cosid-
la vita economica e che devono continuare ad                 detta “economia reale”. Quindi gli investimenti
esserlo.                                                     delle imprese e i consumi delle famiglie. Questo
    L’ex vicepresidente europeo di Goldman                   almeno in teoria. Perché Draghi si guardò bene
Sachs, transitato purtroppo alla presidenza del-             dal vincolare quei soldi ad uno specifico utilizzo
la Bce, ha annunciato che sono in arrivo mis-                tanto che le banche li utilizzarono per tutt’altri
ure “non convenzionali” nell’ambito della politi-            scopi. Siccome prestare soldi alle imprese e alle
ca monetaria. Un termine molto caro a Draghi                 famiglie è considerato rischioso, le banche han-
che da mesi lo utilizza per anticipare le prossime           no preferito prestarli agli Stati che come tali non
mosse della Banca centrale europea. Nella abit-              possono fallire e che garantiscono il rimborso del
uale riunione mensile del direttivo dell’istituto            capitale e il pagamento costante di interessi. In
di Francoforte è stato deciso di lasciare invariati         tal modo le banche sono state messe nelle con-
i tassi di interesse, ad incominciare da quello di           dizioni di ricostruire il capitale proprio, intacca-
riferimento che resterà cosı̀ allo 0,25%. Draghi            to da speculazioni e da investimenti dagli esiti
ha ammesso che nel direttivo si è discusso a lun-           disastrosi.
go se abbassare ancora i tassi, in base alla con-                 Una deriva che ha danneggiato l’economia
siderazione che la ripresa economica è ancora               reale, in Italia la stretta creditizia è una realtà
troppo bassa e che di conseguenza tassi più bassi           eclatante, ma che nell’ottica di Draghi è stata
potrebbero favorire l’erogazione di credito alle             positiva. Essa ha contribuito a calmierare il liv-
imprese. A frenare tale misura sono stati però i            ello dei tassi di interesse, a tenere basso il livello
pericoli di deflazione presenti nell’area dell’Eu-           dello spread tra i Bund tedeschi (i più affidabili
ro. Una deflazione che sta mettendo in seria                 dell’area dell’Euro) e i titoli di Paesi a rischio
difficoltà le imprese che hanno investito e che             come i Bonos spagnoli e i Btp italiani e di con-
ora rischiano di vedere tagliati i ricavi che ave-           seguenza tenere bassa anche l’inflazione. Pec-
vano stimato di incamerare e rischiano di vedere             cato che una misura del genere, almeno nel ca-
finire in rosso i propri conti.                              so dell’Italia, sia stata in palese contraddizione
    La deflazione rischia insomma, grazie ad un              con la politica della austerità predicata sia dal-
effetto domino, di trasformare l’attuale reces-              la Bce che dalla Commissione europea. Organ-
sione in una devastante depressione. Certo,                  ismi che predicano da anni la necessità della
Draghi e soci hanno sempre tenuto a sottolineare             riduzione del debito e del disavanzo pubblici in
e a ricordare che il compito istituzionale della             nome del rispetto dei vincoli del Patto di stabil-
Bce è quello di garantire la stabilità dei prezzi,         ità. E nel caso dell’Italia la bonaccia finanziaria
ma tra stabilità e crollo c’è una bella differenza.        ha fatto sı̀ che il debito schizzasse sopra il 134%
    La politica monetaria “non convenzionale” di             rispetto al Pil. Oltretutto, questa stabilità fi-
Draghi resterà quindi la stessa. Si aumenterà              nanziaria sui mercati, che non aiuta l’economia
la liquidità in circolazione prestando soldi alle           reale, è stata sostenuta anche dall’acquisto di
banche ad un tasso più che favorevole. Draghi e             titoli pubblici a breve e a lungo termine compiu-
soci lo hanno già fatto. Tra il novembre del 2011           ta rispettivamente dalla Bce e dall’Esm, il fondo
e il marzo dell’anno seguente, la Bce erogò in-             europeo permanente salva Stati. Una bonaccia

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