La Voce del Ribelle raccolta mensile - Maggio 2014 - Squarespace
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La Voce del Ribelle raccolta mensile Maggio 2014
Fondatore Massimo Fini Direttore Responsabile: Valerio Lo Monaco (valeriolomonaco@ilribelle.com) Capo redattore: Federico Zamboni Redazione: Ferdinando Menconi Art director: Alessio Di Mauro Progetto Grafico: Antal Nagy, Mauro Tancredi La Voce del Ribelle è un mensile della MaxAngelo s.r.l. Via Trionfale 8489, 00135 Roma, P.Iva 06061431000 Redazione: Via Trionfale 6415, 00136 Roma tel. 06/92938215, fax 06/99369806, email: info@ilribelle.com Testata registrata presso il Tribunale di Roma, n.316 del 18 Settembre 2008 Sito internet: www.ilribelle.com Email: redazione@ilribelle.com ii
Indice Metafisica della guerra? 1 Un applauso. . . per le vittime delle divise 3 Il sorpasso cinese 4 Elezioni europee: che fare? 6 L’ammucchiata della sedicente sinistra: la lista Sfigas 8 La ripresa secondo Padoan 9 Alain de Benoist: sull’Europa 10 Il mercato non crede a Marchionne 15 Draghi, l’amico delle banche, conferma gli aiuti 17 Grillo da Vespa, il vetrinista della politica 19 Europee 2014: il “gioco del silenzio” 20 Chi tramò contro Silvio? Certamente non gli USA. . . 22 Le regalie e la debolezza di Renzi 24 La rabbia e la menzogna 26 Napolitano: contornazione di fondo (?) 30 Europee 2014: il terrore corre sul voto 32 Fiero di essere populista 34 L’Italia se la fa sotto e vota Renzi 36 Europee 2014: gli italiani preferiscono il partito delle Banche 38 Fate una bella cosa, tifosi di Renzi & Ue 40 Popolo di tarati, avanti! 42 Grillo, tempo di cambiare: largo ai giovani e sovranità 43 Elogio di Elisabetta sovrana da 72 anni senza sbagliare un colpo 46 Wojtyla, una star senza presa spirituale 48 Se fosse sul mercato comprerei la Merkel... 49 Genny ’a Carogna? Io lo farei Capo della polizia 50 iii
Pil, Mib, Pin, Borsa. La vita è una prigione di numeri e denaro 51 Grillo è “al di là” della Destra e della Sinistra 52 Cosı̀ il Bel Paese è diventato il regno del malaffare 53 Contrordine, i giudici sono grillini, non rossi 54 iv
Metafisica della guerra? 5 maggio 2014 A sud della Russia, nella città di Stavropol, a una gioventù ancora imberbe e, dunque, non al confine con la Georgia, è possibile ritrovare ancora corrotta dalla rovinosa decadenza fisi- l’Oriente degli antichi samurai. Precisamente, ca e morale delle attuali società democratiche tanto “vento divino” soffia presso l’istituto gen- e pedagogiche. erale “Generale Ermolov”, in cui ai giovanissi- Passare sotto i ferri della naia, rotolarsi nel mi cadetti – oltre a letteratura, storia e scien- fango, marciare per ore su ripidi pendii mon- ze – vengono insegnati anche la tecnica militare tuosi, imbracciare un fucile e prendere la mira e l’amore di patria! Solo a quelli che hanno i – disseminando le distanze interiori tra sé e il voti migliori, però, è consentito partecipare alle bersaglio – preparare il rancio sotto tormente di rigorose esercitazioni militari, apprendere le ar- neve, mantenendo comunque la posizione, sop- ti marziali e conoscere l’incendio delle armi per portare gli stenti e i malumori, riposare poco e farsi guerrieri in carne e spirito. scomodamente non significa altro che richiamare Sulla stessa scia è il club sportivo militare in vita il corpo, addestrandone lo spirito. “Berkut” (Aquila Reale) di Zhukovsky, in cui Abituarsi alle condizioni più precarie come i bambini più piccoli, di soli cinque anni, im- alle avversità meno prevedibili, a quella giovane parano a marciare a lungo e a combattere cor- età, significa anche imparare ad arrangiarsi nel- po a corpo, mentre quelli di dodici si avviano l’immediato senza sostegno alcuno, sviluppan- alla confidenza con i kalashnikov e il lancio do, invece di rammollirlo secondo l’uso occiden- delle granate, con il volo allacciato a un para- tale, l’istinto più vitale e animale: quello del cadute e con le coltri di neve, dunque con la sangue che ribolle e che, nel momento stesso in sopravvivenza. cui avverte del pericolo, spinge già ad agire. É Notizie di questo tipo, manco a dirlo, sus- in questo genere di azione, ove volontà e istin- citano lo sdegno del più flaccido Occidente, il to coincidono “nel sudore del corpo”, nella sua quale preferisce allevare la sua gioventù da pas- perfetta tensione, che ci si dimentica di se stessi. colo, anziché al fuoco e al pericolo iniziati- Finalmente. co di un campo di addestramento, a furia di Pure la stretta, strettissima condivisione tra televisione, iPod e stordimenti vari. i ragazzi fa il suo gioco, nell’addestramento Al di là dell’attacco sistematico e strategi- marziale; è soltanto all’interno di un gruppo che co sferrato a proprio uso e consumo dai nostri si stabiliscono delle gerarchie, esclusivamente in media alla Russia, il fatto interessante, qui, è base alle rispettive forze: ciascuno di loro ha principalmente il tentativo di formare un’élite le proprie debolezze che riuscirà a vincere op- guerriera che, da che mondo è mondo, rappre- pure no; non tutti possono tutto, ma ognuno di senta l’esatto contrario degli odierni mercenari, quei cadetti avrà modo di conoscere sulla sua questi improvvisati soldatucci, pericolosissimi pelle l’esatta geografia dei propri limiti e confi- per sé e soprattutto per gli altri, perennemente ni e riconoscerà cosı̀ anche il preciso ruolo degli al servizio di interessi materiali – in quanto tali altri commilitoni. E non è poco, l’autodetermi- sempre transeunti – nonché personali. nazione. Ancora, il confronto continuo e ravvi- Scuole di tal fatta – tralasciando le prevedi- cinato con i compagni d’arme stabilisce quel- bili finalità belliche ipocritamente rimarcate dai l’allegro e duro “cameratismo”, per cui la sorte Paesi più panciafichisti, Stati Uniti in testa – dell’uno é l’indivisibile sorte di tutti. dovrebbero essere prese d’esempio per quella Ciò che si vorrebbe far comprendere alle sana e vigorosa educazione spartana impartita “anime belle” – tentativo buono quanto inutile – 1
è che si sta parlando non di una legittimazione esclusivamente interiore rispetto “al nemico, al della guerra fine a se stessa, con tutte le violenze barbaro, all’infedele” che ogni uomo porta in sé. e le atrocità che essa inevitabilmente comporta, È da questo evento di superamento in vista ma del riconoscimento di una sua trascenden- del Sé che spira quel soffio divino dall’aroma di za che sconfina dagli aspetti inferiori, psichici ciliegio, il fiore dei fiori per l’aristocrazia dello e fin troppo umani, insiti in ciascuno individuo. spirito. Ecco, allora, la “metafisica della guerra”: l’obbe- dienza a un comando, attraverso il costante sfor- zo su di sé, che nel tempo diviene di ordine Fiorenza Licitra 2
Un applauso. . . per le vittime delle divise 6 maggio 2014 Quale sarà il prossimo passo? Una medaglia? ma,con chiunque porti divisa e stellette. Om- Sarebbe opportuno saperlo, da cittadini italiani. bre latinoamericane fuori tempo. Passione per i Sarebbe opportuno sapere quale grado di fidu- manganelli e caccia al voto vanno a braccetto in cia si può avere nelle forze dell’ordine dal mo- questo paese. mento che la platea di uno dei più rappresen- Gli unici applausi dovrebbero essere per la tativi sindacati di Polizia, il Sap, si alza in pie- famiglia Aldrovandi, per il coraggio, la deter- di per applaudire,per cinque minuti cinque, tre minazione e la compostezza con cui hanno cer- assassini. Solo per saperlo. . . per non essere cato la verità e chiesto giustizia. Nonostante impreparati la prossima volta che un ragazzo, gli insulti, gli insabbiamenti, la violenza subita una donna, un padre di famiglia,un figlio, noi da parte di quella che in troppi avevano sempre stessi ci troveremo ad essere il nuovo “drogato”, creduto essere una parte minoritaria delle forze “pazzo”, “criminale”,“sociopatico” finito sul tavo- dell’ordine, quel Coisp che era arrivato a mani- lo di un obitorio in seguito all’intervento di una festare per i quattro responsabili della morte di volante. Federico ad un passo dall’ufficio di mamma Pa- In un paese civile, nel corso di una riunione trizia. Dà i brividi constatare che di minoranza sindacale di qualunque orientamento i poliziotti non si tratta. E dover accettare che il lavoro responsabili - definiti tali e senza ombra alcu- certamente onesto e responsabile di molti rapp- na di dubbio da un Tribunale dello Stato - della resentanti dello Stato convive con aspetti tanto morte di un ragazzo inerme di 18 anni sarebbero oscuri. In piedi, in segno di rispetto, dovrem- stati cortesemente allontanati dai loro stessi col- mo essere noi tutti di fronte ai familiari di chi è leghi presenti,perché indegni di rappresentare lo stato ucciso più e più volte perché incappato nel Stato, perché indegni di essere parte di coloro “lato oscuro della sicurezza”. Più e più volte, sı̀, che dicono di consacrare il loro lavoro e la loro perché quando si muore per mano delle divise vita al servizio della sicurezza dei cittadini. in questo paese non si è mai vittime. Si diventa No. In questo paese chi ha ucciso Federi- sempre qualcuno che poteva meritare quella fine. co Aldrovandi merita, nella visione tanto dis- Si muore ogni volta che un’etichetta viene usa- torta quanto seriamente preoccupante di una ta per giustificare l’orrore agli occhi della gente. parte considerevole degli uomini in divisa, una Federico era diventato un drogato, Stefano Cuc- standing ovation e applausi scroscianti. E per chi un tossico anoressico, Gabriele Sandri un ul- condire questo film dell’orrore, ai poliziotti os- tras violento, Dino Budroni uno stalker. E la annanti si aggiungono, sul posto e in succes- lista dei nomi, e delle umiliazioni, è molto, molto sive dichiarazioni, alcuni rappresentanti politici, più lunga. Io mi alzo in piedi e applaudo loro, tutti di quella destra varia ed eventuale sem- ognuno dei figli, padri, madri ucciso e umiliato. pre molto attenta a intercettare i pruriti secu- ritari e a schierarsi sempre, senza se e senza Alessia Lai 3
Il sorpasso cinese 6 maggio 2014 I cinesi corrono più del previsto. La loro Un dato che farebbe, in questa fase, la gioia di economia sta segnando livelli di crescita tali da Renzi e Padoan e di tutte le imprese italiane. portarli a superare gli Stati Uniti addirittura da Le previsioni ottimistiche non possono quest’anno. La previsione e i relativi dati sono nascondere comunque la debolezza della strut- il frutto di uno studio del Financial Times che tura industriale cinese che sta scontando l’essere ha elaborato i risultati di una ricerca del Fondo cresciuta troppo in fretta. Nel settembre del monetario internazionale. 2013, il Congresso del Popolo, il Parlamen- L’accelerazione cinese ha registrato dal 2011 to cinese, aveva messo sotto accusa le ammin- al 2013 un tasso di crescita complessivo del istrazioni locali per avere ignorato la sovra- 24% contro uno striminzito 7,6% americano. E capacità produttiva di molte industrie e per av- questo ha portato gli “esperti” ad una conclu- erne approvano i progetti di espansione. Una sione che anticipa di ben 5 anni l’atteso sorpasso, deriva che era andata di pari passo con l’ecces- che era stato invece fissato per il 2019. sivo indebitamento di famiglie, imprese e am- A spingere ad essere cauti sulla data era sta- ministrazioni locali. Insomma, quello che cos- to il leggero rallentamento della crescita cinese tituisce il vero problema che solleva dubbi sul nel 2012 e nel 2013 che aveva scontato gli squilib- futuro della Cina. Un indebitamento di famiglie ri sociali che si sono venuti a creare nell’ex Ce- ed imprese che accomuna la Cina agli Stati Uni- leste Impero, dove una classe di nuovi ricchi, di ti dove da decenni si assiste a questo fenomeno capitalisti legati strettamente alle gerarchie del che il Congresso Usa e la Federal Reserve han- Partito Comunista, si è arricchita oltre ogni ra- no risolto, o meglio ignorato, alzando il tet- gionevole decenza mentre una massa sterminata to legale del debito pubblico e continuando a di lavoratori dipendenti è obbligata a salari da pompare dollari nel sistema economico glob- fame e a ritmi di lavoro pazzeschi. Il tutto, sotto ale. Si può osservare quindi che Pechino ha la minaccia di non protestare e di non scioperare assunto come propria l’impostazione finanziaria per non correre il rischio di perdere lavoro, casa statunitense con il sogno di sostituire progres- e libertà personale. sivamente Washington alla guida economica e Gli stessi ritmi di lavoro, detto per inciso, politica del mondo. che Marchionne ha tentato di introdurre alla Fi- L’analisi del Financial Times, la voce uffi- at. Squilibri sociali che ripropongono parados- ciale della City londinese, ricorda che gli Stati salmente le previsioni marxiane sulla futura di- Uniti divennero la prima potenza economica visione dell’umanità tra una classe di sfruttatori globale nel 1872, scavalcando la Gran Bretagna. ed un’altra di sfruttati. In realtà quella indicazione non è corretta. Il In realtà, bisogna intendersi quando si par- vero sorpasso degli Usa si ebbe nel 1919, all’in- la di rallentamento cinese. Nel 2012 e nel 2013 domani della Prima Guerra Mondiale, quando la crescita “minore” è stata rispettivamente del Wall Street prese il posto della City come prima 7,6% e del 7,8% contro un 8-9% degli anni prece- piazza finanziaria del mondo. Un passaggio di denti. Un risultato in ogni caso eclatante e che consegne che fu possibile anche per l’affermarsi qualunque economia europea sottoscriverebbe degli Usa come prima potenza militare globale. ad occhi chiusi, in questo sistema di riferimento. Resta da vedere se La Cina riuscirà realmente a Il sorpasso in buona sostanza sarebbe il risultato superare gli Usa, anche nel suo apparato bellico, del contemporaneo rallentamento dell’economia e se Shanghai sarà in grado di diventare un pun- americana cresciuta ad un misero 2,5% annuo. to di richiamo non solo per la finanza asiatica ma 4
per quella di tutto il mondo. Quanto a noi eu- to di sbocco del mondo. Uno scenario che potrà ropei ed italiani, quello che dobbiamo aspettarci pure non piacere ma che qui da noi ia è già una è l’aumento della presenza cinese in Italia come realtà palpabile. prezzo da pagare per la possibilità offerta alle nostre imprese di accedere al più grande merca- Irene Sabeni 5
Elezioni europee: che fare? 7 maggio 2014 Avvicinandosi un nuovo appuntamento con successo elettorale, lo spenderebbe per alzare il le urne, ritorna la domanda di sempre: che fare? livello delle richieste in una nuova alleanza con Trattandosi di eleggere il Parlamento eu- Berlusconi. Alla larga. ropeo, logica vorrebbe che l’ Europa fosse il tema Fratelli d’Italia appare fra i critici dell’UE unico su cui riflettere. Tuttavia l’evidente inutil- il partito più coerente, più vicino alle posizioni ità di quel Parlamento e la significatività delle ri- del Front National, che deve essere considerato il cadute che il voto avrà sugli equilibri politici in- punto di riferimento di quanti vorrebbero disgre- terni delle singole nazioni, invitano a riflettere su gare l’attuale carrozzone europeo. Però accanto quale decisione prendere tenendo conto dei due a una presentabile Giorgia Meloni troviamo un fattori, il giudizio sull’Europa e le conseguenze reducismo non meno raccogliticcio di quello di del voto sul piano interno. Tsipras. Ci vuole un bel coraggio per votare un Per quanto riguarda il primo punto, non partito fra i cui dirigenti ha ancora voce in capi- possono esserci dubbi sulla necessità di pren- tolo La Russa. Anche Fratelli d’Italia, del resto, dere in considerazione soltanto partiti e movi- userebbe un successo elettorale per una nuova menti fortemente critici verso questa UE imp- alleanza con Berlusconi. Alla larga. resentabile, semplice appendice dell’Impero At- Resta M5S. Che abbia deluso molti di quanti lantico, espressione politica del predominio di lo avevano votato, è indubbio. banche e monopoli. Il suo antieuropeismo è tutto da dimostrare, Allora passiamo in rassegna i competitori a essendo altalenante come tutte le posizioni as- vario titolo critici verso la UE. sunte dal Movimento sui temi più significativi, La lista Tsipras è un’accozzaglia raccoglitic- a parte la moralizzazione della vita politica e la cia di reduci del peggior sinistrismo. Il lotta alla casta, l’unico punto veramente qualif- loro antieuropeismo si ridurrà alla richiesta di icante di Cinque Stelle e l’unico perseguito con rivedere i parametri di Maastricht. Il resto coerenza. Su tutto il resto, Grillo e Casaleggio saranno appelli ai diritti dei gay e accoglienza non fanno altro che inseguire calcoli elettoralisti- indiscriminata degli immigrati. Quanto alle ri- ci, spostandosi qua e là secondo gli orientamenti cadute del voto a Tsipras sugli equilibri interni, che vengono dai sondaggi. non sarebbero altro che un rafforzamento della Col calcolo elettorale si spiega anche il rifiu- corrente civatiana del PD. Alla larga. to della mano tesa da Marine Le Pen, che pro- La Lega di Salvini, per evitare la sparizione prio per la chiusura di Grillo è stata costretta dopo gli scandali e i fallimenti politici, ora pun- a cercare nella Lega una sponda italiana al suo ta decisamente sull’antieuropeismo e sul ritorno progetto. Grillo ha rifiutato quell’approccio per- alla lira. Siamo abituati alla rettifica del tiro ché sapendo che il Front National è esposto alla della Lega. Esordı̀ contro i terroni. Poi se la solita accusa stantı̀a di neofascismo, non vuole prese con “Roma ladrona” e propose il rimedio prestare il fianco alla facile polemica di chi già della secessione. Il terzo tempo fu quello della lo accusa di populismo fascistoide. campagna contro gli immigrati e del federalismo. Dal punto di vista di un’azione coerente ed Ora Salvini, che non manca di fiuto politico, si efficace per il superamento dell’attuale UE, M5S appoggia al Front National di Marine Le Pen, è inaffidabile. L’unico motivo per cui potrebbe ma in modo del tutto strumentale perché fra il essere votato è l’ipotesi che riesca a superare nazionalismo di Le Pen e il localismo della Lega le percentuali del PD. In questo caso il ren- c’è incompatibilità. Se la Lega dovesse avere un zismo sarebbe già finito e il PD, il pilastro 6
politico del conservatorismo italiano, entrerebbe che se dovesse votare solo il 20% degli aven- in una crisi finalmente irreversibile. Sul cosa ti diritto, si farebbero i conti sulle percentuali farebbe M5S di questo successo e con quali li- ottenute fra quei pochi milioni di votanti. nee programmatiche cercherebbe di orientare un Non illudiamoci che l’astensionismo abbia sistema Italia allo sfacelo, è lecito lo scetticismo. una carica dirompente. Astenersi ha un valore In definitiva, mai come in questa circostan- più morale che politico. za l’astenersi dal voto sembra la decisione più fondata. Luciano Fuschini Con un’avvertenza: al potere la percentuale dei non votanti non interessa minimamente. An- 7
L’ammucchiata della sedicente sinistra: la lista Sfigas 8 maggio 2014 Alexis Tsipras, chi è costui? È la domanda za e povertà di uomini carismatici e personalità che gli italiani si farebbero se sapessero l’esisten- di spessore in ciò che resta della sinistra ital- za di “Un’altra Europa con Tsipras”, lista messa iana. Messo Vendola in naftalina e Bertinotti in piedi da un’accolita di intellettuali di sinistra al museo, non c’era nessuno ma proprio nessuno che si è spaccata subito dopo il taglio del nastro, che potesse fare da timoniere? Risposta: no. con Paolo Flores D’Arcais e Andrea Camilleri Scoraggiati e semi-distrutti, gli ultimi mohicani che sbattono la porta sdegnati per l’imbarcag- della gauche italiana si sono fatti trascinare dal- gio di ex tute bianche come Casarini, e la sola la Spinelli, da Viale e da qualche altro révenant Barbara Spinelli a restare madrina di un parto di tale schiatta per resuscitare dal camposanto infelice. e manifestarsi al proprio popolo. Il che è tutto Hanno voglia a protestare per la censura dire. Ma poi: non faceva orrore, ai compagni dei grandi media: quale genio della comuni- orfani del Collettivo, il personalismo dei partiti cazione avrebbe potuto accettare di far correre costruiti intorno ad un singolo individuo? Invece l’ennesima ammucchiata della sinistra sedicente toh, eccoli a trovare una ragion d’essere grazie radicale (Sel, Rifondazione Comunista, Azione ad un marchio belloccio, uno Tsipras che sarà Civile, gruppi e gruppettari vari) con il nome di bravissimo ma il cui valore si riduce al capeg- un politico straniero? Va bene che di elezioni eu- giare l’estrema sinistra nella martoriata Gre- ropee si tratta, ma anche lo scemo del villaggio cia, simbolo della devastazione firmata Trojka. sa che in ogni Stato dell’Unione valgono come Tutto qui? Tutto qui. voto nazionale, un test per saggiare l’elettora- Non entro nemmeno nel merito delle idee, to interno. E difatti, mestamente disarmati di incardinate sull’illusione tipica del sinistrismo, fronte ad un’opinione pubblica centrata su temi sempre in cerca di alibi per sentirsi “alternati- e facce tutte nostrane, i desperados rosso sbiadi- vo”, di lavorare ad un’Europa diversa, altra, più ti non hanno pensato di meglio che sbattere un giusta. Che è come dire: quest’Europa fondata culo in bikini, testimonial la stessa responsabile sull’euro e su una banca centrale privata diretta della campagna mediatica, giusto per risparmi- dalla Germania, fa sı̀ schifo, ma con una dose di are. Dopo decenni di sanguinario bacchetton- Tsipras vedrete che roba, diventerà un paradiso ismo su tette e chiappe berlusconiane, la sin- di eguaglianza e le tecnocrazie finanziarie scen- istra colta e sopraccigliosa ha scoperto le virtù deranno a più miti consigli. Lasciamo agli eterni del marketing terra terra. E naturalmente si è illusi il loro ultimo beniamino. Ai nerd non va ritrovata a litigare pure su quello. Patetici è dire tolta la speranza di un contatto con la realtà: la poco. Lista Sfigas è il placebo che fa per loro. Quan- Ma già il solo fatto di aver affidato il pro- do la smetteranno di giocare con la mano, forse prio rilancio (sı̀, buonanotte: sono dati ben al di cominceranno a combinare qualcosa di serio. sotto della soglia del 4%) ad un’etichetta di un altro Paese, sta ad indicare quanta sia la pochez- Alessio Mannino 8
La ripresa secondo Padoan 8 maggio 2014 La mano sinistra non sappia cosa fa la destra. chiere delle banche italiane che hanno promes- La Commissione europea stila le sue previsioni so che le cose cambieranno, e che torneranno economiche per il 2014 che vedono l’Italia con- a fare credito, dopo che il loro patrimonio si fermare il suo declino e il ministro dell’Econo- è rafforzato in seguito alla rivalutazione delle mia, Pier Carlo “Ocse” Padoan, si dice soddis- quote azionarie della Banca d’Italia detenute in fatto. «È la conferma – ha sostenuto – che le portafoglio. nostre misure sono giuste». Contento lui. L’inflazione, insiste poi Bruxelles, dovrebbe Le stime di Bruxelles dicono infatti tutt’al- raggiungere un minimo storico (0,7%) nel 2014, tro. Il debito pubblico toccherà a fine anno il per poi salire all’1,3% nel 2015, tenendo conto 135,2% sul Prodotto interno lordo, con tanti delle deboli pressioni sul costo del lavoro e del saluti alla spending review, in italiano la revi- calo dei prezzi energetici. Una deflazione che sione della spesa. Il Pil a sua volta crescerà dello le imprese vedono in realtà come il fumo negli 0,6% quest’anno e di un 1% nel 2015. Numeri occhi, non tanto per il fatto che essa è spesso modestissimi e che non permetteranno di recu- l’anticamera della depressione quanto perché il perare quanto si è perso in questi ultimi sei anni calo dei prezzi avrebbe un effetto devastante sui (un -1,9% soltanto nel 2013) con il crollo dell’e- ricavi che devono andare a coprire i costi fissi conomia, la chiusura di migliaia di imprese e una sostenuti in passato. disoccupazione che, secondo l’Istat, ha superato Tranquilli, comunque: nel 2015 il debito il 13%. pubblico scenderà al 133,9%. La ripresa italiana è lenta, dicono i tec- È invece scontro con l’Istat sul livello del- nocrati di Bruxelles. Lenta quindi nei confronti la disoccupazione che Bruxelles a fine dicem- dei principali Paesi dell’Eurozona che, come la bre fissa al 12,2% (contro il 13% dell’organis- Germania, hanno dimostrato al contrario di es- mo italiano) e che nel 2014 salirà al 12,8% per sere ancora vivi e vegeti. La spesa delle famiglie scendere al 12,5% nel 2015. Gongolante, ma torna a crescere, dicono da Bruxelles. Dove la non si capisce bene perché, il nostro Padoan, Commissione europea veda questo aumento dei ex dirigente del Fondo monetario internazionale. consumi è davvero un mistero a meno che Olli «Siamo in presenza di una crescita economica» Rehn e i suoi tecnici-tecnocrati guardino al fu- - ha affermato - «sta migliorando la competitiv- turo e abbiano già tenuto conto del bonus di 80 ità delle imprese e ci sarà un aumento di investi- euro promesso da Renzi, e soprattutto annotata menti e occupazione nel periodo di previsione». la sua efficacia, tutta da dimostrare. Quindi in futuro. Bruxelles vede in miglioramento anche l’erogazione di credito alle imprese da parte Come si vede, siamo sempre al livello delle delle banche che negli ultimi anni è stato molto speranze e delle stime che si possono leggere e più che carente contribuendo alla recessione- manovrare a piacimento. «Altri Paesi» – ha in- depressione in corso. Un credito che in questo sistito il ministro - «hanno posizione di aggiusta- biennio dovrebbe tornare a farsi vedere. mento peggiore della nostra». Forse la Grecia? Ma qui siamo più alle speranze che alle pre- Dicevano i latini: beati quelli con un occhio solo visioni basate su stime econometriche. A meno in una terra di ciechi. che, e questa è l’ipotesi più plausibile, la Com- missione Ue non abbia sposato in pieno le chiac- Irene Sabeni 9
Alain de Benoist: sull’Europa 9 maggio 2014 Signore e signori, amici cari, ropea è apparsa, dunque, non come un rimedio ancora un quarto di secolo fa, l’Europa ap- alla globalizzazione, quanto invece una tappa pariva come la soluzione a tutti i problemi. Oggi della globalizzazione stessa. viene invece percepita come un problema che va Fin dagli albori, la costruzione dell’Europa ad aggiungersi agli altri. Per effetto della disillu- si è sviluppata a discapito del buonsenso, e sono sione piovono critiche da ogni dove, e alla com- stati commessi quattro errori: 1) Essere partiti missione europea si rimprovera di tutto e di più: dall’economia e dal commercio anziché partire di moltiplicare i contrasti, d’ingerire in questioni dalla politica e dalla cultura, immaginando che che non le competono, di voler punire chiunque, per un effetto di rimbalzo, la cittadinanza eco- di paralizzare le istituzioni, di essere organiz- nomica si sarebbe automaticamente tradotta in zata in maniera incomprensibile, di mancare di quella politica. 2) Aver voluto creare l’Europa legittimità democratica, di annientare la sovran- a partire dall’alto, anziché dal basso. 3) Aver ità dei popoli e delle nazioni, e di non essere più puntato su un allargamento frettoloso a pae- nient’altro che una macchina per non governare. si poco preparati all’ingresso in Europa, pref- Nella maggior parte dei paesi, le opinioni posi- erendolo a un approfondimento delle strutture tive sull’Unione Europea sono in caduta libera politiche già esistenti. 4) Non aver mai voluto da almeno dieci anni. La proporzione di coloro prendere una decisione chiara in merito alle fron- che, in Francia, ritengono che “l’appartenenza tiere dell’Europa e alle finalità della costruzione all’Unione sia un male” è perfino salita dal 25 europea. % nel 2004 al 41 % nel 2013. Ancor più di re- Ossessionati dall’economia, i padri fondatori cente, un sondaggio Ipsos rivelava che il 70 % dei delle Comunità Europee hanno deliberatamente francesi desidera “limitare i poteri dell’Europa”. lasciato da parte la cultura. Il loro progetto È un fatto assodato che oggi l’UE attraversi originario mirava a fondere le nazioni in aree una crisi di legittimità senza precedenti. Ed è d’azione del tutto nuove in un’ottica funzional- un ulteriore fatto che lo spettacolo da essa offer- ista. Per Jean Monnet e i suoi amici, si trat- to non abbia nulla di entusiasmante. Ma come tava di pervenire a un mutuo intrecciarsi di siamo arrivati a tutto questo? economie nazionali, tale da rendere necessaria La “decostruzione” dell’Europa comincia al- l’unione politica nel rivelarsi meno costosa del- l’inizio degli anni Novanta, con i dibattiti in la disunione. Non dimentichiamo d’altronde che merito alla ratificazione del trattato di Maas- il primo nome dell’“Europa” fu quello di “Mer- tricht. È a partire da quest’epoca che l’avvenire cato comune”. Questo iniziale economismo ha dell’Europa è apparso altamente problematico e finito per favorire la deriva liberale delle isti- che numerosi europei hanno iniziato a perdere tuzioni, oltre alla lettura essenzialmente eco- la fiducia. Nel momento in cui la globaliz- nomica delle politiche pubbliche che sarà ef- zazione dava origine a ulteriori timori, la gente fettuata a Bruxelles. Ben lungi dal preparare si è resa conto che “L’Europa non garantiva l’avvento di un’Europa politica, l’ipertrofia del- un miglior poter d’acquisto, un miglior regola- l’economia ha rapidamente portato alla spoliti- mento di scambi commerciali nel mondo, una cizzazione, alla consacrazione del potere degli diminuzione delle delocalizzazioni, un regresso esperti, e in ultima analisi all’applicazione di della criminalità, una stabilizzazione di mercati strategie tecnocratiche. del lavoro o un controllo più efficace dell’immi- Nel 1992 con il trattato di Maastricht si è grazione. Anzi al contrario”. La costruzione eu- passati dalla Comunità Europea all’Unione Eu- 10
ropea. Questo slittamento semantico è anch’es- ciare della protezione della NATO. Parlavano di so rivelatore, essendo naturalmente ciò che è Europa, ma non sognavano altro che l’Ameri- “unito” meno forte di ciò che è “comune”. L’Eu- ca! Da tutto ciò sono risultate una diluizione ropa di oggi è, dunque, prima di tutto l’Europa e una perdita di efficacia che hanno rapida- dell’economia e delle logiche di mercato, secondo mente convinto tutto il mondo che un’Europa il punto di vista delle élite liberali che la vorreb- a venticinque o a trenta era semplicemente in- bero semplicemente come un vasto supermerca- gestibile, opinione ancor più rafforzata da in- to obbediente in maniera esclusiva alla logica del quietudini culturali, religiose e sociali legate alle capitale. prospettive di adesione della Turchia. Il secondo errore, come ho già detto, è stato Tenuto conto della disparità dei livelli eco- quello di voler creare l’Europa a partire dall’al- nomici, delle condizioni sociali e dei sistemi fis- to, ovvero a partire dalle istituzioni di Bruxelles. cali, l’allargamento frettoloso dell’Unione Euro- Nelle intenzioni dei fautori del “federalismo in- pea ha inoltre scatenato una spinta ricattatoria tegrale”, una sana logica avrebbe al contrario alle delocalizzazioni a svantaggio dei lavoratori. voluto che si partisse dal basso, dal quartiere Ed è infine stato una delle cause principali del- e dal vicinato verso il comune, dal comune o la crisi dell’euro, a riprova che l’introduzione di dall’agglomerato urbano verso la regione, dal- una moneta unica, lungi dal favorire la conver- la regione verso la nazione, dalla nazione verso genza delle economie nazionali in Europa, ha in- l’Europa. Il che avrebbe permesso in particolar vece finito per aggravarla al punto da renderla modo l’applicazione rigorosa del principio di sus- intollerabile. sidiarietà. La sussidiarietà esige che l’autorità La sovranità europea risulta ormai introv- superiore intervenga nei soli casi in cui l’autorità abile, mentre le sovranità nazionali non sono più inferiore sia incapace di farlo (è il principio di altro che ricordi. In altri termini, sono state competenza sufficiente). Nell’Europa di Brux- decostruite le nazioni senza costruire l’Europa. elles, dove una burocrazia centralizzatrice tende Un paradosso che si spiega quando si è compre- a regolamentare ogni cosa attraverso le sue di- so che l’Unione Europea non ha soltanto volu- rettive, l’autorità superiore interviene ogni vol- to mettere l’Europa al posto delle nazioni, ma ta si ritiene in grado di farlo, con il risultato anche sostituire alla politica l’economia, al gov- che la Commissione decide su tutto in quanto si erno degli uomini l’amministrazione delle cose. giudica onnicompetente. L’Unione Europea ha fatto proprio un liberal- La denuncia di rito, da parte dei sovranisti, ismo fondato sul primato dell’economia e della dell’Europa di Bruxelles quale “Europa federale” volontà di abolire la politica “spoliticizzando” la non deve quindi trarre in inganno: per via gestione governativa, vale a dire creando le con- della sua tendenza ad attribuirsi autoritaria- dizioni in cui ogni ricorso a una decisione pro- mente tutte le competenze si costruisce al con- priamente politica diviene inopportuno, se non trario su un modello ampiamente giacobino. impossibile. Ben lungi dall’essere “federale”, è anche giacobi- A questo orientamento liberale va ad ag- na all’estremo, in quanto coniuga autoritarismo giungersi una crisi morale. Ossessionata dall’u- punitivo, centralismo e opacità. niversalismo di cui è stata per molto tempo vet- Il terzo errore è consistito nell’allargamento tore, l’Europa ha introiettato un senso di colpa sconsiderato dell’Europa, quando invece sarebbe e di negazione di sé che ha finito per plasmare la stato necessario privilegiare l’approfondimento sua visione del mondo, divenendo inoltre l’uni- delle strutture già esistenti, aprendo al tempo co continente che si vuole “aperto all’apertura” stesso un dibattito politico in tutta Europa per senza considerare ciò che a sua volta potrebbe tentare di stabilire una posizione consensuale apportare agli altri. in merito alle sue finalità. Tutto ciò si è visto È un fatto assodato che l’Europa, fin dalle in maniera particolare al momento dell’allarga- sue origini, si sia industriata a concettualizzare mento ai paesi dell’Europa centrale e orientale. l’universale, e che abbia voluto fare di sé nel La maggior parte di questi paesi hanno chiesto bene e nel male una “civiltà dell’universale”. Ma di aderire all’Unione Europea solo per benefi- “civiltà dell’universale” e “civiltà universale” non 11
sono sinonimi. Secondo un bell’adagio spesso ci- perché non vuole nulla? Perché non sa più e non tato, l’universale, nel miglior senso del termine, vuol più sapere cos’è. è “il locale meno le mura”. Ma l’ideologia imper- Le conseguenze sono spaventose. Nell’am- ante ignora la differenza fra “civiltà universale” e bito dell’immigrazione, l’Unione Europea si è “civiltà dell’universale”. Su istanza dei suoi rap- dotata di una politica di armonizzazione alquan- presentanti, l’Europa è stata destinata all’igno- to generosa per i migranti che ormai nessuno ranza di sé – e alla “ripugnanza” per tutto ciò di Stato può più modificare. In ambito commer- cui è ancora autorizzata a ricordarsi -, mentre ciale e industriale, è stato lo stesso rifiuto di ogni la religione dei diritti dell’uomo universalizzava “santuarizzazione” a prevalere. La soppressione l’idea della Inseità. Inoltre, un umanesimo pri- di ogni ostacolo al libero scambio si è tradotta vo di orizzonti si è posto a giudice della storia, nell’arrivo massiccio in Europa di beni e servizi facendo assurgere l’indistinzione quale ideale re- fabbricati a basso costo nei paesi emergenti che dentore, e mettendo incessantemente sotto pro- praticano il dumping sotto ogni forma (sociale, cesso l’appartenenza che rende singolari. Come fiscale, ambientale, ecc.), mentre il sistema pro- ha affermato Alain Finkielkraut: «ciò significa duttivo europeo si delocalizza sempre più verso i che, per non escludere più chicchessia, l’Europa paesi situati al di fuori dell’Europa, aggravando deve disfarsi di se stessa, “de-originarsi”, conser- cosı̀ la deindustrializzazione, la disoccupazione vare della propria tradizione nient’altro che l’u- e i deficit commerciali. niversalità dei diritti dell’uomo [. . . ] Noi non La politica estera è il rovescio della medaglia siamo nulla, è la condizione preliminare per- della sovranità nazionale. Dal momento che l’U- ché non siamo chiusi a niente e a nessuno». nione Europea non costituisce un corpo politi- «Vacuità sostanziale, tolleranza radicale», ha co, non può ovviamente avere una politica es- potuto dire nello stesso spirito il sociologo Ul- tera comune, ma tutt’al più un’aggregazione rich Beck – allorché è al contrario il senso di congiunturale di diplomazie nazionali accompa- vuoto a rendere allergici a tutto. gnata da una politica “verso l’estero” deriva- ta dalle competenze “comunitarie”. Che sia a Unici al mondo, i dirigenti europei rifiutano proposito dell’intervento americano in Iraq, del- di pensare a se stessi come garanti di una sto- la guerra in Libia, in Mali o in Siria, che sia ria, di una cultura, di un destino collettivo. Sot- riguardo alla Russia o al Medio Oriente, alla to la loro influenza, l’Europa ripete di continuo Palestina, al Kosovo o più recentemente alla che il suo stesso passato non ha niente da dirle. Crimea, gli europei sono stati sempre incapaci di Le banconote euro lo dimostrano alla perfezione: adottare una posizione comune, accontentandosi non vi si vede altro che strutture vuote, architet- di allinearsi in maggioranza sulle posizioni amer- ture astratte, mai un paesaggio, mai un volto. icane. Non percependo interessi comuni, non L’Europa vuol sfuggire alla storia in generale, saprebbero neanche avere una volontà comune e alla sua in particolare. Impedisce a se stessa o una strategia comune. di affermare ciò che è, e non vuol neanche por- E tuttavia, malgrado le delusioni suscitate si la questione della propria identità per paura fin qui dalla costruzione europea, un’Europa po- di “discriminare” questo o quel suo componente. liticamente unita resta comunque più che mai Quando essa proclama il proprio attaccamen- necessaria. Perché questo? Prima di tutto per to a dei “valori”, è per sottolineare soprattutto permettere a popoli europei da troppo tempo che tali valori non le appartengono in quanto lacerati da guerre e conflitti o rivalità di og- suoi, dal momento che si presume che tutti i ni sorta di riprendere coscienza della loro co- popoli abbiano gli stessi. Questo accento posto mune appartenenza a una stessa area di cultura sui “valori” anziché sugli “interessi”, gli obiettivi, e civiltà e di assicurarsi un destino comune sen- o la volontà di sovranità politica è rivelatore di za mai più doversi contrapporre. Ma anche per un’impotenza collettiva. L’Europa non sa asso- ragioni strettamente legate al momento storico lutamente cosa vuol fare. E del resto non se ne che stiamo vivendo. pone neanche la domanda, perché a quel pun- All’epoca del sistema di Yalta, quando il to dovrebbe riconoscere che non vuole nulla. E mondo era dominato dal duopolio americano- 12
sovietico, l’emergere di una terza potenza euro- frontiere, e sarebbe un grave errore credere che pea era già una necessità. Questa necessità si vi si possa far fronte puntandovi contro. La rivela ancor più pressante dall’affondamento del maggior parte delle critiche indirizzate all’Eu- sistema sovietico: in un mondo ormai frantu- ropa sarebbero dunque altrettanto giustificate mato, solo un’Europa unita può permettere ai in scala nazionale. popoli che la compongono di rivestire un ruo- Altre critiche sono contraddittorie. Cosı̀, lo a loro misura nel mondo. Per porre fine al sono spesso gli stessi a deplorare l’impotenza po- dominio della superpotenza americana, occorre litica dell’Europa (riguardo a questioni quali la restituire al mondo una dimensione multipolare. guerra del Golfo, il conflitto nell’ex Iugoslavia, Ecco un’altra ragione per fare l’Europa. e cosı̀ via) e che rifiutano categoricamente di La globalizzazione, generando un mondo concedere deleghe di poteri necessarie all’in- senza l’altro da sé, dove lo spazio e il tempo sono staurazione di un autentico governo politico eu- virtualmente aboliti, consacra al tempo stesso ropeo, l’unico in grado di prendere in materia di l’impotenza crescente degli Stati nazione. Nel- politica estera le decisioni che s’impongono. l’epoca della modernità tardiva – o della post- L’argomento della “sovranità” delle nazioni modernità nascente – lo Stato nazione, entrato non ha miglior fortuna. Quando diciamo che in crisi negli anni Trenta, diventa ogni giorno l’Unione Europea implica delle rinunce alla più obsoleto, mentre continuano a crescere i sovranità nazionale, dimentichiamo che già da fenomeni transnazionali. Non è che lo Stato molto tempo gli Stati-nazione hanno perduto abbia perduto tutti i suoi poteri, ma non può la loro capacità di decisioni politiche in tutti più far fronte a imprese che oggi si estendono i campi più rilevanti. Nell’era della globaliz- in scala planetaria, a partire da quelle del sis- zazione, sono detentori di una semplice sovran- tema finanziario. In un universo dominato dal- ità nominale. L’impotenza dei governi nazionali l’incertezza e dai rischi globali, nessun paese può di fronte ai movimenti dei capitali, al potere dei sperare di venire a capo da solo dei problemi che mercati finanziari, alla mobilità senza precedenti lo riguardano. In altri termini, gli Stati nazion- del capitale, è oggi evidente. Occorre prenderne ali non sono più le entità primarie che perme- atto per cercare le maniere d’instaurare una nuo- ttono di risolvere i problemi nazionali. Trop- va sovranità al livello in cui abbia la concreta po grandi per rispondere alle attese quotidiane possibilità di esercitarsi, vale a dire precisamente dei cittadini, sono al tempo stesso troppo piccoli a livello europeo. Altro, ulteriore motivo per per far fronte alle sfide e agli obblighi planetari. fare l’Europa. Il momento storico che stiamo vivendo è quello Una delle ragioni profonde della crisi della dell’azione locale e dei blocchi continentali. costruzione europea è che, a quanto pare, nes- In un simile contesto, i “sovranisti” appaiono suno è in grado di rispondere alla domanda: come uomini che sviluppano spesso delle buone cos’è l’Europa? Le risposte non mancano certo, critiche, ma che non portano buone soluzioni. ma sono perlopiù convenzionali e nessuna risul- Quando denunciano (non senza ragione) il carat- ta unanime. Orbene, la risposta alla domanda: tere burocratico e tecnocratico delle decisioni cos’è l’Europa? condiziona la risposta a un’altra prese a Bruxelles, risulta per esempio facile domanda: cosa dev’essere? risponder loro che i burocrati e i tecnocrati degli Tutti sanno bene, infatti, che non vi è al- attuali Stati-nazione non sono certo migliori. cuna comune misura fra un’Europa che cerchi Quando criticano l’atlantismo dell’Unione Eu- di costituirsi come potenza politica autonoma ropea, è altrettanto facile far loro osservare che sovrana, con delle frontiere chiaramente definite i governi nazionali si orientano esattamente nel- e delle istituzioni politiche comuni, e un’Eu- la stessa direzione. Assistiamo oggi a un vas- ropa che non sarebbe altro che un vasto mer- to movimento di omogeneizzazione planetaria, cato, uno spazio di libero scambio aperto ai che tocca tanto la cultura quanto l’economia e “grandi orizzonti”, destinato a dissolversi in uno la vita sociale, e l’esistenza degli Stati-nazione spazio illimitato, in larga misura spoliticizza- non lo ostacola in alcun modo. I vettori di tale to o neutrale, funzionante soltanto attraverso omogeneizzazione nazionale si fanno beffe delle meccanismi di decisione tecnocratici e intergov- 13
ernativi. L’allargamento frettoloso dell’Europa Per il momento, ce ne rendiamo ben conto, la e l’incertezza esistenziale che pesa oggi sulla situazione è bloccata. Vogliamo l’Europa della costruzione europea hanno fin qui favorito il cultura, e abbiamo quella dei tecnocrati. Subi- secondo modello, d’ispirazione “anglosassone” o amo gli inconvenienti dell’introduzione di una “atlantica”. Ora, scegliere fra i due modelli sig- moneta unica senza raccoglierne i vantaggi. Ve- nifica anche scegliere fra la politica e l’econo- diamo le sovranità nazionali scomparire senza mia, fra la potenza della Terra e la potenza del l’affermarsi della sovranità europea di cui ab- Mare. Purtroppo, coloro i quali si occupano biamo bisogno. Vediamo l’Europa comportarsi della costruzione europea non hanno, in gen- da ausiliaria, e non da avversaria della globaliz- erale, la benché minima idea in materia geopo- zazione. La vediamo legittimare delle politiche litica. L’antagonismo delle logiche terrestri e di austerità, la politica del debito e la dipenden- marittime sfugge loro completamente. za dai mercati finanziari. La vediamo dichiarar- si solidale con l’America nella sua nuova guerra Il generale de Gaulle, nel 1964, aveva per- fredda con la Russia, e pronta a firmare con gli fettamente definito il problema quando aveva americani un accordo commerciale transatlanti- dichiarato: «Secondo noi francesi occorre che co che ci ridurrebbe alla loro mercé. La vediamo l’Europa si faccia per essere europea. Un’Eu- colpita da amnesia, dimentica di se stessa, e per- ropa europea significa che essa esiste da sé e tanto incapace di trarre dal suo passato dei mo- per sé, ovvero che al centro del mondo abbia tivi per proiettarsi verso l’avvenire. La vediamo la propria politica. Orbene, è proprio questo ciò rifiutarsi di trasmettere quanto ha ereditato, la che taluni respingono, consapevolmente o incon- vediamo incapace di formulare un grande pro- sapevolmente, pur sostenendo di volerne la re- getto collettivo. La vediamo uscire dalla storia, alizzazione. In fondo, il fatto che l’Europa, non a rischio di divenire oggetto della storia di altri. avendo una politica, resterebbe assoggettata a Come uscire da questo blocco? È il segre- quella dettatale dall’altra sponda dell’Atlantico, to del futuro. Qua e là vediamo delinearsi delle pare loro, ancora oggi, normale e soddisfacente”. alternative, tutte meritevoli di essere studiate, pur sapendo che abbiamo i tempi contati. Ho L’Europa è un progetto di civiltà o non è spesso citato queste parole di Nietzsche, secondo niente. A tale titolo, essa implica una certa idea cui: «L’Europa si farà solo sull’orlo di una tom- dell’uomo. Questa idea è ai miei occhi quella di ba”. Nietzsche, lo sappiamo, si appellava anche una persona autonoma e radicata, respingendo ai “buoni europei”. Ebbene, vediamo di essere con un sol gesto l’individualismo e il collettivis- dei “buoni europei”: lanciamo a nostra volta un mo, l’etnocentrismo e il liberalismo. L’Europa appello affinché si manifesti finalmente lo Stato che desidero con tutto me stesso è dunque quel- europeo, il dominio europeo, l’Europa autonoma la del federalismo integrale, il solo in grado di e sovrana che vogliamo forgiare e che ci eviterà realizzare dialetticamente il necessario equilib- la tomba. rio fra autonomia e unione, fra unità e diver- Viva l’Europa, amici miei! Vi ringrazio. sità. Su tali basi, è certo che l’Europa dovrebbe avere per ambizione quella di essere a un tempo Alain de Benoist potenza sovrana in grado di difendere i propri interessi specifici, polo di regolazione della glob- (Simposio Europa-mercato o Europa-potenza del alizzazione in un mondo multipolare, e progetto 26 aprile 2014. Traduzione di Marco Zonetti, originale di cultura e civiltà. per concessione di Arianna Editrice) 14
Il mercato non crede a Marchionne 9 maggio 2014 Il piano industriale di Fiat-Chrysler da qui C’è da domandarsi allora dove troverà i sol- al 2018, presentato da Sergio Marchionne a De- di Marchionne per finanziare i suddetti investi- troit, non ha convinto gli esperti del settore e la menti che, a rigor di logica, dovrebbero essere Borsa dove il titolo ha registrato un forte crol- presi dalle casse del gruppo. Il manager svizzero lo. Un crollo che, in maniera molto significati- non intende vendere i gioielli di famiglia, Ferrari, va, ha interessato anche la Exor, la holding della Maserati e Alfa Romeo, per fare cassa e ridurre famiglia Agnelli. l’indebitamento. Anzi, i tre marchi rappresen- Nel 2018, ha assicurato il manager canadese tano e rappresenteranno il fiore all’occhiello del in pullover, con residenza fiscale in Svizzera, gruppo e le auto prodotte in Italia saranno desti- produrremo complessivamente in tutto il mondo nate non solo al tradizionale mercato nord amer- 7,5 milioni di auto rispetto ai 6 milioni attuali. icano ma anche e soprattutto a quello asiatico Saremo uno dei primi cinque gruppi del settore. dove milioni di nuovi ricchi sognano di poter Il presente è difficile ma il futuro è radioso. Indi- guidare una macchina italiana di lusso. etro non si torna, se avanzo seguitemi, eccetera. Bontà loro, gli azionisti di Fiat-Chrysler, Ag- Investiremo, ha garantito Marchionne, ben 55 nelli in testa, rinunceranno ad incassare i divi- miliardi di euro per rinnovare il nostro parco dendi. I conti sono quello che sono. Quanto macchine. Se si pensa che il piano industriale alla distribuzione delle vendite, 3,1 milioni di promesso per la Fiat in Italia prevedeva 22 mil- auto saranno vendute in Nord America (gra- iardi di euro distribuiti in quattro anni, per rin- zie alla rete di distribuzione della Chrysler), novare completamente la gamma dei modelli da 1,8 milioni in America Latina (grazie ai due offrire alla clientela, è lecito nutrire qualche per- stabilimenti brasiliani), 1,5 milioni in Europa, plessità sugli impegni di Marchionne che è sta- Africa e Medio Oriente e 1,1 in Asia. La pro- to scelto dagli Agnelli per gestire la loro pro- duzione dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, gressiva uscita dal settore dell’auto, finanziaria- aumentare anche in Italia con un livello di uti- mente troppo impegnativo, e il passaggio a set- lizzazione degli impianti pari al 100% contro il tori nei quali il giro dei quattrini sia più veloce 50% attuale. e remunerativo. Il punto è che le fabbriche italiane stanno Da quando i governi, su imposizione dell’U- registrando un cambiamento epocale. A Mi- nione Europea, hanno tagliato i contributi pub- rafiori già si produce con il marchio Fiat un Suv blici all’auto, per gli Agnelli la vita si è fatta come la Freemont (ex Chrysler) destinata più complicata, per modo di dire, ed è stato neces- che altro al mercato Usa. Mentre a Melfi verrà sario prendere atto che non si poteva più pre- prodotta, in 200 mila esemplari, la Jeep che per tendere di essere mantenuti dallo Stato. Che gli le sue peculiarità non è vettura destinata molto Agnelli non dovranno scucire quattrini è stato al mercato italiano. peraltro confermato dalla precisazione di Mar- Marchionne non ha voluto comunque det- chionne che non ci sarà bisogno di un aumento tagliare quali linee produttive saranno installate di capitale. Curioso, perché il debito del gruppo nei singoli stabilimenti. In Polonia, a Tychy, è salito oltre 13 miliardi di euro. Peraltro, nem- verrà prodotta la nuova Punto, attualmente re- meno il primo trimestre del 2014 è andato bene alizzata a Melfi. La Panda dovrebbe continuare considerato che il gruppo ha registrato perdite ad essere prodotta a Pomigliano, come era stato per 300 milioni di euro a fronte dei 30 milioni di promesso. La 500 continuerà ad essere realizzata utile del 2013. in Polonia e la monovolume 500L in Serbia. 15
Resta comunque la realtà di un gruppo che, Siamo cosı̀ di fronte ad un gruppo che sta almeno sul fronte italiano, continuerà ad essere abbandonando l’Italia per produrre le auto dei posizionato sui primi due segmenti di mercato (il settori bassi in Paesi dove il costo del lavoro è segmento A, quello delle cittadine, Panda e 500 molto minore che da noi. Una scelta che è sta- e il segmento B, quello delle utilitarie, la Pun- ta giustificata con la teoria falsa che gli operai to) e sui segmenti alti, quello delle auto di lusso italiani siano meno produttivi di quelli stranieri. (Ferrari, Maserati e le sportive dell’Alfa Romeo) Una balla che anche i sindacati collaborazionisti ma completamente assente da quello delle inter- hanno di fatto avallato accettando i nuovi con- medie. Come il segmento C (le famigliari) da tratti aziendali basati sul taglio delle pause, con tempo immemorabile presieduto dalla Golf della gli straordinari e i premi di produzione a farla Volkswagen. E si tratta del segmento che assi- da padroni in busta paga. cura i più ampi profitti e che spiega il successo globale del gruppo tedesco. Irene Sabeni 16
Draghi, l’amico delle banche, conferma gli aiuti 12 maggio 2014 Il lupo mantiene il pelo e purtroppo pure fatti prestiti triennali alle banche dell’Eurozona il vizio. Mario Draghi ha annunciato di essere per oltre 1.000 miliardi di euro al tasso dell’1%. pronto all’ennesimo regalo alle banche, ribaden- Soldi regalati quindi. Soldi che le banche avreb- do in tal modo che le banche sono il centro del- bero dovuto utilizzare per sostenere la cosid- la vita economica e che devono continuare ad detta “economia reale”. Quindi gli investimenti esserlo. delle imprese e i consumi delle famiglie. Questo L’ex vicepresidente europeo di Goldman almeno in teoria. Perché Draghi si guardò bene Sachs, transitato purtroppo alla presidenza del- dal vincolare quei soldi ad uno specifico utilizzo la Bce, ha annunciato che sono in arrivo mis- tanto che le banche li utilizzarono per tutt’altri ure “non convenzionali” nell’ambito della politi- scopi. Siccome prestare soldi alle imprese e alle ca monetaria. Un termine molto caro a Draghi famiglie è considerato rischioso, le banche han- che da mesi lo utilizza per anticipare le prossime no preferito prestarli agli Stati che come tali non mosse della Banca centrale europea. Nella abit- possono fallire e che garantiscono il rimborso del uale riunione mensile del direttivo dell’istituto capitale e il pagamento costante di interessi. In di Francoforte è stato deciso di lasciare invariati tal modo le banche sono state messe nelle con- i tassi di interesse, ad incominciare da quello di dizioni di ricostruire il capitale proprio, intacca- riferimento che resterà cosı̀ allo 0,25%. Draghi to da speculazioni e da investimenti dagli esiti ha ammesso che nel direttivo si è discusso a lun- disastrosi. go se abbassare ancora i tassi, in base alla con- Una deriva che ha danneggiato l’economia siderazione che la ripresa economica è ancora reale, in Italia la stretta creditizia è una realtà troppo bassa e che di conseguenza tassi più bassi eclatante, ma che nell’ottica di Draghi è stata potrebbero favorire l’erogazione di credito alle positiva. Essa ha contribuito a calmierare il liv- imprese. A frenare tale misura sono stati però i ello dei tassi di interesse, a tenere basso il livello pericoli di deflazione presenti nell’area dell’Eu- dello spread tra i Bund tedeschi (i più affidabili ro. Una deflazione che sta mettendo in seria dell’area dell’Euro) e i titoli di Paesi a rischio difficoltà le imprese che hanno investito e che come i Bonos spagnoli e i Btp italiani e di con- ora rischiano di vedere tagliati i ricavi che ave- seguenza tenere bassa anche l’inflazione. Pec- vano stimato di incamerare e rischiano di vedere cato che una misura del genere, almeno nel ca- finire in rosso i propri conti. so dell’Italia, sia stata in palese contraddizione La deflazione rischia insomma, grazie ad un con la politica della austerità predicata sia dal- effetto domino, di trasformare l’attuale reces- la Bce che dalla Commissione europea. Organ- sione in una devastante depressione. Certo, ismi che predicano da anni la necessità della Draghi e soci hanno sempre tenuto a sottolineare riduzione del debito e del disavanzo pubblici in e a ricordare che il compito istituzionale della nome del rispetto dei vincoli del Patto di stabil- Bce è quello di garantire la stabilità dei prezzi, ità. E nel caso dell’Italia la bonaccia finanziaria ma tra stabilità e crollo c’è una bella differenza. ha fatto sı̀ che il debito schizzasse sopra il 134% La politica monetaria “non convenzionale” di rispetto al Pil. Oltretutto, questa stabilità fi- Draghi resterà quindi la stessa. Si aumenterà nanziaria sui mercati, che non aiuta l’economia la liquidità in circolazione prestando soldi alle reale, è stata sostenuta anche dall’acquisto di banche ad un tasso più che favorevole. Draghi e titoli pubblici a breve e a lungo termine compiu- soci lo hanno già fatto. Tra il novembre del 2011 ta rispettivamente dalla Bce e dall’Esm, il fondo e il marzo dell’anno seguente, la Bce erogò in- europeo permanente salva Stati. Una bonaccia 17
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