ANIEM Rassegna Stampa del 22/10/2015

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ANIEM
   Rassegna Stampa del 22/10/2015

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INDICE

ANIEM WEB
   21/10/2015 www.ansa.it 14:23                                                             8
   Aniem, crisi ha polverizzato imprese

   21/10/2015 www.ansa.it 14:23                                                             9
   Aniem, appalti non trasparenti per 71%

   21/10/2015 cblive.it 11:47                                                               10
   L'Acem incontra il vice ministro Nencini e consegna un dossier sull'edilizia in Molise

   21/10/2015 primopianomolise.it 04:07                                                     11
   Crisi dell'edizilia, l'Acem consegna un dossier sul Molise al viceministro Nencini

   21/10/2015 termolionline.it 03:57                                                        12
   L'Acem incontra il vice ministro Nencini e consegna un dossier su edilizia in Molise

   21/10/2015 unita.tv 17:52                                                                13
   Dino Piacentini (Aniem): 'Costruire meglio e in modo più corretto'

SCENARIO EDILIZIA
   22/10/2015 Corriere della Sera - Roma                                                    15
   Da San Cosimato a via Garibaldi Ecco i cantieri extra Giubileo

   22/10/2015 Corriere della Sera - Bergamo                                                 16
   Fiera Campionaria Maxi esposizione ossigeno per l'edilizia

   22/10/2015 La Repubblica - Bari                                                          17
   Viaggio in auto nell'inferno del traffico "La colpa è di quei cantieri infiniti"

   22/10/2015 La Repubblica - Bologna                                                       18
   Coop Costruzioni, l'ad si è dimesso

   22/10/2015 La Repubblica - Nazionale                                                     19
   Renzi: sui 3mila euro pronto alla fiducia Comuni, alt alle tasse
22/10/2015 La Repubblica - Milano                                       20
  Un nuova vita anche per il Cardo

  22/10/2015 La Repubblica - Milano                                       22
  Albero e Padiglione Zero rivivranno in primavera

  22/10/2015 La Repubblica - Palermo                                      23
  Cantieri infiniti e moli sotto sequestro L'altra faccia del porto

  22/10/2015 Panorama                                                     25
  «Avviso alle imprese italiane: grandi opportunità in Colombia»

  22/10/2015 MF - Nazionale                                               27
  Sace, 23 mln a Isopan per impianto in Russia

  22/10/2015 ItaliaOggi                                                   28
  No a polizza obbligatoria sulla casa

  22/10/2015 Avvenire - Nazionale                                         29
  Manutenzione "programmata" anche per le chiese di oggi

  22/10/2015 Il Giornale - Nazionale                                      31
  «E sulle seconde case mazzata da 2 miliardi»

  22/10/2015 Libero - Nazionale                                           32
  «Sul mattone in arrivo 2 miliardi di tasse in più»

  22/10/2015 QN - La Nazione - Massa Carrara                              34
  I cantieri vanno avanti: «Lavori finiti fra 10 giorni»

  22/10/2015 QN - La Nazione - Massa Carrara                              35
  Crolla il muro, terrore nel cantiere dell'argine. Travolti tre operai

  22/10/2015 Azienda Banca                                                36
  Immobiliare, tutti aspettano la ripresa

SCENARIO ECONOMIA
  22/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale                              39
  Manovra con poca crescita

  22/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale                              40
  Ferrari superstar: vola a Wall Street

  22/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale                              42
  Visita del Fmi all'Agenzia delle Entrate

  22/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale                              44
La Ue sanziona Fca e Starbucks e si prepara per Apple e Amazon
  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  46
  Bonus mobili esteso alle coppie conviventi

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  47
  La sfida italiana? Avere tante Ferrari

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  49
  PopSpoleto, i Pm: su Visco «ipotesi evinta dai denuncianti e tutta da verificare» *

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  51
  IL TITOLO PIÙ CARO DEL MONDO*

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  52
  Ipo Poste, acquista anche il Kuwait

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  54
  Tasse locali, niente aumenti nel 2016

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  56
  «Volkwagen: è frode, non un dieselgate»

  22/10/2015 La Repubblica - Nazionale                                                       58
  Wall Street saluta Ferrari il titolo scatta a 60 dollari poi chiude a +5,77% 860 milioni
  per Fca

  22/10/2015 Panorama                                                                        60
  NON PAGHEREMO MENO TASSE E VI SPIEGO PERCHÉ

  22/10/2015 Panorama                                                                        62
  IN QUESTI 60 ANNI HA CAMBIATO IL MONDO. MA ANCHE IL MONDO HA CAMBIATO
  LUI

  22/10/2015 MF - Nazionale                                                                  65
  Nell'auto di lusso siamo unici

SCENARIO PMI
  22/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                                 67
  Il «patent box» è legge, su marchi e brevetti tassazione agevolata La sfida per il
  rimpatrio

  22/10/2015 Il Sole 24 Ore                                                                  68
  La «rivoluzione silenziosa» dell'azienda

  22/10/2015 ItaliaOggi                                                                      69
  Per la Ue troppi favori a Fiat e Starbucks sul tax ruling
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6 articoli
21/10/2015 14:23
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                                                                                                                      La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Aniem, crisi ha polverizzato imprese
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  Da 2008 aumentano le aziende con meno di due dipendenti
  (ANSA) - ROMA, 21 OTT - La crisi ha portato a "una polverizzazione del sistema produttivo" delle costruzioni,
  secondo una ricerca di Swg per Aniem, l'associazione delle pmi edili. Tra il 2008 e il 2015, le imprese con
  meno di due dipendenti sono cresciute 46.099 unità (+7,0%), mentre sono diminuite di 23.152 unità (-10.0%)
  quelle con un numero di dipendenti compreso tra 2 e 5, di 9.808 unità (-13,9%) quelle con 6-49 dipendenti e
  di 278 unità quelle con 50 e più dipendenti. Nonostante gli effetti "devastanti" della crisi sia in termini di
  produzione e vendita sia in termini occupazionali, con la perdita di 469 mila posti di lavoro in sei anni, ancora
  nel 2014 il totale delle imprese registrate presso le camere di commercio era superiore di oltre 190 mila unità,
  rispetto al totale al 2000.(ANSA).

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21/10/2015 14:23
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                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Aniem, appalti non trasparenti per 71%
  pagerank: 7

  Bisogna spacchettare opere in piccoli lotti e ridurre burocrazia
  - ROMA - Le gare per assegnare gli appalti pubblici sono poco trasparenti per il 71% degli associati Aniem,
  l'associazione delle piccole e medie imprese edili, poco meritocratiche per il 77% e non garantiscono il
  migliore rapporto qualità presto per il 79%. E' il risultato di un sondaggio Swg presentato al convegno 'Che
  vinca il migliore'. Dalle pmi edili arriva un appello per spacchettare gli appalti in lotti più piccoli da assegnare
  separatamente, come richiede il 57% degli associati, semplificare le procedure burocratiche, rivedere il
  sistema di qualificazione Soa (la certificazione obbligatoria per partecipare alle gare) e uniformare le
  normative tra diverse aree territoriali.
   "Non possiamo restare ancorati a metodi e regole che potevano avere un senso 50 anni fa ma che oggi si
  presentano incomprensibili, impraticabili, assolutamente penalizzanti per un sistema economico che voglia far
  emergere appieno le sue potenzialità", dichiara il presidente Aniem, Dino Piacentini.
   "La definizione delle nuove regole sugli appalti, la riforma del mondo del lavoro, la sburocratizzazione ed il
  rinnovamento della Pubblica Amministrazione sono aspetti fondamentali per garantire uno sviluppo strutturale
  del nostro Paese".

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                                                                                                                      La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  L'Acem incontra il vice ministro Nencini e consegna un dossier
  sull'edilizia in Molise

  Presidente e Direttore ACEM con Vice Ministro NenciniL'Acem, l'associazione costruttori edili del Molise, ha
  partecipato con una nutrita delegazione di imprenditori alla tavola rotonda organizzata dall'Anime,
  associazione nazionale a cui l'Acem aderisce che si è svolta ieri a Roma ed alla quale hanno preso parte tra
  gli altri il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, il presidente della Regione Puglia Michele
  Emiliano e il consigliere dell'Anac Michele Corradino.
  L'Aniem mediante il suo Presidente Dino Piacentini, ha evidenziato i cambiamenti avvenuti in questi anni che
  non giustificano più in edilizia metodi e regole aventi un senso 50 anni fa ma che oggi si presentano
  incomprensibili, impraticabili ed assolutamente penalizzanti ed ha richiamato tutti i sistemi di rappresentanza,
  politica, sindacale ed imprenditoriale a tener conto di ciò ed a ripensare anche al loro ruolo funzionale.
  Il vice Presidente nazionale Angelo Santoro si è soffermato sul problema dei ritardi nei pagamenti dei lavori
  pubblici che superano anche i 2 anni ed ha richiesto l'istituzione di un conto dedicato ed inamovibile per i
  finanziamenti delle opere pubbliche ed una centrale unica di pagamento al fianco della centrale unica di
  committenza.
  A margine del congresso, il presidente dell'Acem, Corrado Di Niro, ha incontrato il vice ministro alle
  Infrastrutture Riccardo Nencini, al quale ha consegnato un dossier sulla situazione di crisi dell'edilizia
  molisana, chiedendo l'impegno del Governo nell'affrontare e risolvere le problematiche ivi esposte, per
  favorire la ripresa del settore in Regione come nel resto d'Italia.

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21/10/2015 04:07
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                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Crisi dell'edizilia, l'Acem consegna un dossier sul Molise al viceministro
  Nencini

  Chiesto un impegno del Governo per affrontare e risolvere le problematiche
  Crisi dell'edizilia, l'Acem consegna un dossier sul Molise al viceministro Nencini
  L'Associazione Costruttori Edili del Molise, ha partecipato con una nutrita delegazione di imprenditori alla
  tavola rotonda organizzata dall'Aniem (l'associazione nazionale cui aderisce) a Roma e cui hanno preso parte
  tra gli altri il viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, il Presidente della Regione Puglia Michele
  Emiliano e il consigliere dell'Anac Michele Corradino.
  Il vicepresidente nazionale, il molisano Angelo Santoro, si è soffermato sul problema dei ritardi nei pagamenti
  dei lavori pubblici che superano anche i 2 anni ed ha richiesto l'istituzione di un conto dedicato ed inamovibile
  per i finanziamenti delle opere pubbliche ed una centrale unica di pagamento al fianco della centrale unica di
  committenza.
  A latere del congresso, il presidente dell'Acem Corrado Di Niro ha incontrato il viceministro alle Infrastrutture
  Riccardo Nencini, cui ha consegnato un dossier sulla situazione di crisi dell'edilizia molisana, chiedendo
  l'impegno del Governo nell'affrontare e risolvere le problematiche per favorire la ripresa del settore.

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21/10/2015 03:57
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                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  L'Acem incontra il vice ministro Nencini e consegna un dossier su edilizia
  in Molise

  CAMPOBASSO. L'Acem, l'Associazione Costruttori Edili del Molise, ha partecipato con una nutrita
  delegazione di imprenditori alla tavola rotonda organizzata dall'Aniem (Associazione nazionale a cui l'Acem
  aderisce) che si è svolta ieri a Roma ed alla quale hanno preso parte tra gli altri il Vice Ministro alle
  Infrastrutture Riccardo Nencini, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il consigliere dell'Anac
  Michele Corradino.
  L'Aniem mediante il suo Presidente Dino Piacentini, ha evidenziato i cambiamenti avvenuti in questi anni che
  non giustificano più in edilizia metodi e regole aventi un senso 50 anni fa ma che oggi si presentano
  incomprensibili, impraticabili ed assolutamente penalizzanti ed ha richiamato tutti i sistemi di rappresentanza,
  politica, sindacale ed imprenditoriale a tener conto di ciò ed a ripensare anche al loro ruolo funzionale.
  Il Vice Presidente nazionale Angelo Santoro si è soffermato sul problema dei ritardi nei pagamenti dei lavori
  pubblici che superano anche i 2 anni ed ha richiesto l'istituzione di un conto dedicato ed inamovibile per i
  finanziamenti delle opere pubbliche ed una centrale unica di pagamento al fianco della centrale unica di
  committenza.
  A latere del congresso, il Presidente dell'Acem Corrado Di Niro ha incontrato il Vice Ministro alle Infrastrutture
  Riccardo Nencini, al quale ha consegnato un dossier sulla situazione di crisi dell'edilizia molisana, chiedendo
  l'impegno del Governo nell'affrontare e risolvere le problematiche ivi esposte, per favorire la ripresa del
  settore in Regione come nel resto d'Italia.

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21/10/2015 17:52
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                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Dino Piacentini (Aniem): 'Costruire meglio e in modo più corretto'

  Intervista al presidente dell'associazione che raggruppa le piccole e medie imprese edili di Confimi
  VIDEO
  "La definizione delle nuove regole sugli appalti e la riforma del mondo del lavoro sono aspetti fondamentali
  per garantire uno sviluppo strutturale del nostro Paese": a parlare Dino Piacentini, presidente di Aniem,
  l'associazione che raggruppa le piccole e medie imprese edili manifatturiere aderenti a Confimi Industria, che
  ieri si sono incontrate al Tempio di Adriano a Roma in occasione del convegno dal titolo "Costruiamo di nuovo
  #vincailmigliore".
  Nel corso del convegno è stata presentata la prima indagine all'interno delle imprese edili italiane, curata da
  Swg, da cui è emerso che i primi a bocciare il meccanismo di assegnazione degli appalti pubblici sono
  proprio gli iscritti Aniem. Spiega Piacentini: "Occorre andare verso un sistema con poche e inderogabili
  regole, responsabilizzando al massimo stazioni appaltanti e imprese".

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SCENARIO EDILIZIA

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22/10/2015                                                                                            diffusione:298071
Pag. 4 Ed. Roma                                                                                          tiratura:412069

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 I lavori
 Da San Cosimato a via Garibaldi Ecco i cantieri extra Giubileo
 I Municipio La strada che dal Gianicolo porta a Trastevere avrà un marciapiede
 Lilli Garrone

 Cantieri: non vi sono solo quelli del Giubileo. Altri stanno per aprire in pieno centro. Da piazza San Cosimato,
 dove i lavori partiranno entro ottobre, a via Cicerone, dove con 200 mila euro verrà rifatto il sottofondo ed il
 manto stradale, oltre il marciapiede all'incrocio con piazza Cavour, ormai inesistente per il continuo passaggio
 di autobus che girano proprio in quel punto. Ma l'intervento più importante è quello su via Garibaldi, dove sarà
 realizzato un marciapiede lungo tutta la via per la sicurezza dei pedoni e saranno finalmente riaperte e messe
 in sicurezza le quattro rampe che tagliano trasversalmente la via, compresa la Rampa di Monte Aureo, e la
 via crucis che collega Via Garibaldi a Piazza San Pietro in Montorio. Per sistemare questo lungo tratto di
 strada che dal Gianicolo scende verso Trastevere ci vorranno un milione e 200 mila euro che con gran fatica
 il I Municipio ha trovato, chiedendoli direttamente al Governo.
 «Sono interventi molto richiesti dai cittadini ad iniziare da piazza San Cosimato e via Garibaldi - spiega
 l'assessore ai Lavori Pubblici del I Municipio Tatiana Campioni -. Su via Garibaldi, infatti, abbiamo dovuto
 chiudere per ragioni di sicurezza le due rampe, che sono molto frequentate non solo dai turisti anche romani
 perché costituiscono una sorta di "scorciatoia": vi erano, però, dei massi che stavano crollando. Con le poche
 risorse economiche a disposizione del municipio non potevamo fare un intervento di così grande portata,
 perciò - aggiunge - abbiamo a lungo lavorato per aprire un finanziamento speciale del Governo che arriva
 dalla Commissione di Roma Capitale. Siamo nella fase di indizione di gara ed è stato deciso il marciapiede
 che non c'era perché la gente camminava in mezzo all'acqua e in mezzo alla strada». C'è il rischio che
 qualcosa non finisca con le dimissioni del sindaco? «No - risponde Tatiana Campioni - i lavori andranno
 avanti comunque perché tutti passaggi sono già stati fatti».
 E così entro ottobre si partirà da San Cosimato, con 300 mila euro dove sarà rifatto il pavimento della piazza;
 saranno sostitute le canalette di raccolta delle acque; eliminate le barriere architettoniche; saranno inseriti
 nuovi elementi di arredo. Infine sarà riposizionata l'antica cancellata a protezione del Protiro della Chiesa di
 San Cosimato, rimossa nel 2006 durante i lavori di rifacimento della Piazza. La cancellata garantirà la tutela
 delle strutture antiche, oggi fortemente danneggiate e oggetto di continuo degrado, e tramite un'anta apribile,
 consentirà un accesso diretto dalla Piazza alla Chiesa.
  Non solo. Ci saranno anche altri cantieri, come in via Andrea Doria, dove i lavori inizieranno entro dicembre
 riguarderanno il rifacimento del manto stradale e di tutti i marciapiedi, l'abbattimento delle barriere
 architettoniche, la realizzazione di una nuova pista ciclabile che consentirà di unire quella già esistente con la
 stazione della Metro Cipro. Anche in questo caso oltre un milione di euro. E così si rifarà il manto stradale in
 via Galvani e saranno piantati nuovi alberi, mentre in via delle Terme Deciane, in via Bazzoni e in via Vodige
 verrà rifatto il manto stradale.
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 22/10/2015                                                                       15
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Pag. 11 Ed. Bergamo                                                                                          tiratura:412069

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 Fiera Campionaria Maxi esposizione ossigeno per l'edilizia
 Al settore saranno dedicati 4.000 metri quadri L'obiettivo L'esposizione punta su servizi utili per le
 ristrutturazioni, in chiave di rilancio
 Alessandra Bevilacqua

 Le novità per la Fiera Campionaria di Bergamo, che aprirà sabato alle 10 e proseguirà fino al 1° novembre,
 riguardano le tre nuove aree tematiche dedicate all'edilizia, alle start up e ai più piccoli. E così, arrivata alla
 trentasettesima edizione, la manifestazione «esce dai suoi soliti schemi e guarda al futuro», come
 sottolineato da Luigi Trigona, segretario generale Promoberg, l'ente che gestisce il polo di via Lunga.
 Sono 200 le imprese espositrici quest'anno in Campionaria, appartenenti a 30 categorie merceologiche, su
 500 stand. In questo contesto, le attività legate all'area edile, come settore commerciale, sono al secondo
 posto (10,5%) dopo gli alimentari, dolciumi e ristorazione (13,3%), ma come superficie occupata sono le
 prime, il 15,4% dei circa 20 mila metri quadrati totali. «Oggi la ripresa dell'edilizia deve puntare alle
 ristrutturazioni e riqualificazioni, che riguardano l'80% dei condomini esistenti - riconosce Alberto Capitanio,
 responsabile della nuova area Edilizia per Promoberg -. Ecco perché abbiamo dedicato a questo aspetto
 parte del padiglione A, dove le famiglie potranno trovare informazioni sui sistemi a energie rinnovabili,
 fotovoltaici, condizionamento e riscaldamento».
  «All'esterno, invece, abbiamo aggiunto circa 4-5 mila metri quadrati di esposizioni di macchinari e
 attrezzature da cantiere e veicoli industriali di logistica e movimento terra, aperta solo nei due fine settimana
 dalle 10 alle 20 - aggiunge Capitanio -. Il fatto che una decina di aziende, importanti marchi di questi servizi,
 si siano messe in gioco in questo contesto è un segnale positivo. Indica la volontà di voler tornare a
 confrontarsi con un mercato che è diverso rispetto al periodo pre-crisi».
 «Per quanto riguarda il tema delle start up - spiega Mauro Baio, responsabile per Promoberg della
 Campionaria -, abbiamo voluto tornare alle origini. Questa fiera, infatti, è nata per proporre "campioni" di
 prodotti nuovi delle aziende. In collaborazione con l'Università, avremo in Galleria centrale una ventina di
 realtà che hanno aderito al percorso formativo Start Cup e che potranno presentarsi al grande pubblico».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 La scheda
 La Fiera Campionaria
 di Bergamo
 è aperta
 da sabato al
 1° novembre Sabato
 e domenica
 dalle 10
 alle 22.30 Nei giorni feriali
 dalle 16.30
 alle 22.30 200 aziende partecipano alla Fiera Campionaria, da sabato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 22/10/2015                                                                           16
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Pag. 1 Ed. Bari                                                                                               tiratura:424634

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  DALLE VIA DEL CENTRO ALLA STATALE 100
  Viaggio in auto nell'inferno del traffico "La colpa è di quei cantieri infiniti"
  SILVIA DIPINTO

  SUL waterfront di San Girolamo le rassicurazioni sono arrivate, ripetute. «Le autorizzazioni ci sono, si
  riparte». E invece ancora ieri, a quasi un mese dallo stop e a soli due dall'avvio dei lavori, degli operai
  neppure l'ombra. Sulla statale 100 il cantiere si sarebbe dovuto chiudere entro la scorsa estate: come
  lamentano gli automobilisti, però, i lavori sono ancora in corso, e non termineranno prima della prossima
  primavera. Non va meglio su via Amendola. Al posto del nuovo mercato, c'è un cratere, aperto. «Fra trenta
  giorni si comincia a costruire», rassicura Palazzo di città. Peccato che, però, tra ritardi e attese, l'opera non la
  voglia più nessuno. Cantieri lumaca, lavori sospesi, mezzi a riposo. I cittadini lanciano l'sos: difficile
  sopportare i disagi, se non se ne vede la fine. A PAGINA IV SUL waterfront di San Girolamo le rassicurazioni
  sono arrivate, ripetute. «Le autorizzazioni ci sono, si riparte». E invece ancora ieri, a quasi un mese dallo stop
  e a soli due dall'avvio dei lavori, degli operai neppure l'ombra.
    Sulla statale 100 il cantiere si sarebbe dovuto chiudere entro la scorsa estate: come lamentano gli
  automobilisti, però, i lavori sono ancora in corso, e non termineranno prima della prossima primavera. Non va
  meglio su via Amendola. Al posto del nuovo mercato, c'è un cratere, aperto.
   «Fra trenta giorni si comincia a costruire», rassicura Palazzo di città. Peccato che, però, tra ritardi e attese,
  l'opera non la voglia più nessuno.
   Cantieri lumaca, lavori sospesi, mezzi a riposo.
   I cittadini lanciano l'sos: difficile sopportare i disagi, se non se ne vede la fine, o se si sposta continuamente il
  traguardo. Hanno dovuto capirlo subito i residenti di San Girolamo, che con grande entusiasmo avevano
  accolto a fine agosto la posa della prima pietra. Da inizi ottobre, però, i lavori sono sospesi. Un problema
  legato all'adeguamento del piano di monitoraggio ambientale.
   «L'Arpa ci ha fornito le prime certificazioni, non ci sono più motivi ostativi - spiega l'assessore Galasso - ho
  mandato due solleciti all'impresa, per intimare la ripresa delle opere a terra».
    Per lo sminamento, invece, bisognerà aspettare ancora. «Ho scritto alle autorità della Marina», insiste
  Galasso.
   Niente mezzi a lavoro, neppure su via Amendola. Da mesi sono pronti panchine, aiuole e vialetti, circondati
  dalla recinzione del cantiere e già in stato di abbandono. Il progetto, ideato nel 2009 e partito solo nel 2013,
  prevede che un privato, l'impresa Edicos, costruisca un mercato, un parcheggio e verde attrezzato, insieme
  agli appartamenti. Al posto dei trenta box, però, da mesi c'è un cratere. Lo stop, causato dall'assenza di una
  deroga in tema di distanza dal fascio di binari delle Ferrovie Sud-Est. «Deroga ottenuta, e proprio oggi (ieri,
  ndr) trasmessa al privato - annuncia l'assessore all'Urbanistica Carla Tedesco - che ha trenta giorni per
  partire». Nel frattempo, però, le condizioni degli operatori commerciali sono cambiate: su via Amendola ci
  dovrebbero arrivare dal mercato di via Nizza. Quasi tutti, però, sono pronti a trasferirsi al mercato di
  Sant'Antonio, lasciando la futura costruzione nei fatti vuota. Non va meglio fuori città. I lavori sulla statale 100,
  da 22 milioni di euro e iniziati nel 2013, si sarebbero dovuti concludere la scorsa estate. Il ritrovamento di una
  grotta, però, ha rallentato il cantiere, la cui chiusura è slittata a marzo 2016. «La parte più impattante si
  concluderà entro fine anno», fanno sapere dall'Anas.
   Tra i disagi, arriva una buona notizia. Sull'area di via Mariano Santo, nei pressi della clinica Santa Maria, fino
  a qualche mese fa preda dei parcheggiatori abusivi, sono partiti i lavori per costruire sei appartamenti, una
  zona verde attrezzata, una strada comunale. Il privato, la ditta Revisud, si farà carico delle spese per la parte
  pubblica, in cambio di uno sconto sugli oneri di urbanizzazione.
  Foto: GLI ALTRI FRONTI A destra, via Amendola: al posto del mercato c'è ancora una voragine.
   A sinistra, l'area vicino alla clinica Santa Maria, fino a poco fa gestita dai parcheggiatori abusivi: grazie a un
  accordo con i privati nascerà un'area verde attrezzata e una strada comunale

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 22/10/2015                                                                            17
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Pag. 1 Ed. Bologna                                                                                         tiratura:424634

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 IL CASO /I SINDACATI: "ORA SALVATE L'AZIENDA"
 Coop Costruzioni, l'ad si è dimesso
 MARCO BETTAZZI

 INIZIA con uno sciopero e finisce con le dimissioni dell'amministratore delegato la giornata di passione di
 Coop Costruzioni, il colosso dell'edilizia che, travolto da una crisi di liquidità finanziaria, ha incaricato alcuni
 consulenti di trovare una soluzione. Ieri, nel secondo Cda nel giro di una settimana, l'ad Luciano Dal Prato ha
 lasciato il suo incarico, ad appena quattro mesi dalla nomina, voluta direttamente da Legacoop. A PAGINA
 VII INIZIA con uno sciopero e finisce con le dimissioni dell'amministratore delegato la giornata di passione di
 Coop Costruzioni, il colosso dell'edilizia che, travolto da una crisi di liquidità finanziaria, ha incaricato alcuni
 consulenti di trovare una soluzione.
  Ieri, nel secondo Cda nel giro di una settimana, l'ad Luciano Dal Prato ha lasciato il suo incarico, ad appena
 quattro mesi dalla nomina, voluta direttamente da Legacoop. «Dimissioni motivate - spiega il presidente di
 Coop Costruzioni, Luigi Passuti - dai nuovi scenari sui quali sta ora lavorando un pool di consulenti».
  L'addio di Dal Prato segue quello di Marco Orlandini, ex direttore generale cui erano state tolte le deleghe a
 giugno, uscito dall'azienda circa un mese fa con un incentivo.
  «Siamo ancor più preoccupati, intervenga Legacoop», chiedono i sindacati, che verranno ricevuti domani
 dall'azienda, mentre la Cisl ha scioperato per tutto il giorno ieri, andando a protestare proprio sotto la sede di
 Legacoop. Le dimissioni arrivano in un nuovo momento di difficoltà dell'azienda, che aveva lanciato da pochi
 mesi un piano di risanamento che prevedeva la cassa integrazione per i 380 dipendenti e la vendita di terreni,
 sede aziendale e immobili, oltre che un pesante intervento del mondo cooperativo: circa 40 milioni di euro tra
 finanziamenti e acquisto di beni. A vigilare sulla riuscita del piano di risanamento, Fibo, la finanziaria di
 Legacoop, aveva nominato il 12 giugno proprio Dal Prato, 67 anni, ex dirigente cooperativo: avrebbe dovuto
 traghettare lui, come ad, Coop Costruzioni verso il rilancio. E sempre al 12 giugno risale la revoca delle
 deleghe all'ex direttore Orlandini. Ma il piano e i nuovi fondi evidentemente non sono bastati. «Abbiamo
 nominato dei consulenti per affrontare alcune criticità in atto», ha ammesso nei giorni scorsi l'azienda, mentre
 fra i lavoratori si diffondevano voci, per ora smentite, di concordato preventivo.
  Ieri dunque sono arrivate le dimissioni dell'ad, che non è stato sostituito. «La cooperativa - spiega Coop
 Costruzioni - sta valutando le misure atte a fronteggiare l'attuale situazione. A tal fine ha programmato
 incontri con le organizzazioni sindacali e ulteriori sedute consiliari». Le dimissioni arrivano a poche ore dalla
 protesta dei lavoratori chiamati dalla Cisl sotto la sede di Legacoop. «C'è troppa incertezza, ci aspettiamo più
 informazioni dall'incontro con l'azienda - spiega Cristina Raghitta, segretaria della Filca Cisl - La Lega deve
 intervenire». I lavoratori descrivono una situazione complicata. «Non aggiustano più i mezzi e non pagano i
 fornitori. Alcuni cantieri si sono fermati per questo», spiegano. Non rischierebbe invece il Cantierone, nel
 centro di Bologna, dove i lavori stanno per terminare.
 www.coopcostruzioni.it www.legacoop.coop PER SAPERNE DI PIÙ
 Foto: IL SIT IN In alto la protesta.
  Qui sopra Cristina Raghitta, Filca Cisl

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 L'ECONOMIA
 Renzi: sui 3mila euro pronto alla fiducia Comuni, alt alle tasse
 ROBERTO PETRINI

 Renzi: sui 3mila euro pronto alla fiducia Comuni, alt alle tasse A PAGINA 28 ROMA. Non c'è pace per la
 decisione del governo italiano di eliminare la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili sulla prima casa Mentre
 Renzi torna alla carica: fiducia sul contante e congelamento delle addzionali Irpef comunali e regionali.
 Dopo le polemiche casalinghe segnate dalle critiche della sinistra Pd e dalla retromarcia del premier sulla
 esenzione degli immobili di lusso, si riaffacccia il «falco» Valdis Dombrovskis, vicepresidente della
 Commissione europea. Le decisioni prese dal governo italiano sulla riduzione del carico fiscale, come
 l'abolizione della Tasi per la prima casa, ha dichiarato, «non vanno nella direzione dei consigli della
 Commissione di spostare il peso dal lavoro verso i consumi e la proprietà immobiliare». La temperatura tra
 Roma e Bruxelles dunque è destinata a salire. Già nelle settimane scorse Dombrovskis aveva battuto sullo
 stesso tasto e con un'azione preventiva, pochi giorni fa, subito dopo il varo del disegno di legge di Stabilità da
 parte del consiglio dei ministri, Renzi aveva lanciato un brusco monito agli uomini di Juncker. «Se Bruxelles
 boccia la Stabilità la restituiremo tale e quale», aveva detto. La partita comincia dunque a diventare
 complessa. Se è vero che ieri un «guru» dell'Europa, come Daniel Gros, ha definito «ricetta sbagliata» il
 taglio delle tasse sulla casa dicendosi pur convinto che alla fine arriverà il semaforo verde di Bruxelles, è vero
 anche che il dossier aperto dall'Italia è scivoloso. Sul tavolo ci sono infatti almeno 17 miliardi di clausole di
 flessibilità (riforme, investimenti e migranti) che attendono il via libera oltre al vaglio sulle stime sul Pil. I primi
 segnali sono incerti: dall'Europa indiscrezioni segnalano che il primo step, cioè quello del rinvio al mittente
 che può avvenire entro fine mese sarà superato, non altrettanta sicurezza c'è invece sulla valutazione
 complessiva che arriverà a novembre. Renzi intanto rilancia: «Lo dico alla Berlusconi: meno tasse per tutti»,
 ha osservato a «Otto e mezzo» e si è detto pronto a porre la fiducia sul tetto ai 3.000 euro sul contante. Il
 premier ha inoltre anticipato una norma in Stabilità che «impone a Regioni e Comuni di non alzare le tasse».
 Il riferimento è alle addizionali comunali Irpef (tetto 0,8 per cento raggiunto solo da un terzo dei Comuni) e
 alle Regioni (tetto 3 per cento, raggiunto solo da due regioni) che saranno dunque congelate per il 2016.
 L'ultima bozza circolata ieri sera assume la decisione di Renzi di esentare ville e castelli (con aliquota ridotta
 allo 0,4 e conferma della detrazione di 200 euro per abitante). Protesta la Confedilizia per la questione della
 maggiorazione dello 0,8 per mille, originariamente destinata alla concessione di detrazioni per i meno
 abbienti, che rimarrebbe in vigore per le seconde case. «La proprietà immobiliare pagherebbe maggiori
 imposte per circa 2 miliardi», ha dichiarato il presidente Spaziani Testa.
  Rumoreggiano intanto le Regioni: per oggi il presidente della Conferenza Sergio Chiamparino annuncia una
 conferenza stampa «pepata» dove chiederà conto dei tagli al fondo sanitario e del mancato varo del decreto
 che avrebbe sanato un buco colossale di 20 miliardi all'intero sistema. Novità anche sulla clausola di
 salvaguardia: l'intervento di sterilizzazione da 16,8 miliardi viene confermato solo per il 2016, mentre dal 2017
 viene innescata una nuova garanzia che procherebbe un aumento dell'Iva di tre punti, cioè dal 10 al 13 per
 cento e dal 22 al 24 per cento. Circa 33 miliardi da trovare nel prossimo biennio.
 IL TESTO
 LEGGE DI STABILITÀ' E CASA Qui a fianco la pagina della bozza della Legge di Stabilità, circolata il 19
 ottobre, che contiene l'articolo sull'abolizione della tassa sulla prima casa senza distinzione di categoria
 catastale.
  Norma ora modificata
 Foto: IN DISACCORDO Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis e il ministro
 dell'Economia Pier Carlo Padoan

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Pag. 1 Ed. Milano                                                                                              tiratura:424634

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  IL PROGETTO
  Un nuova vita anche per il Cardo
  ALESSIA GALLIONE

  ALLA FINE, è stata trovata una soluzione di compromesso. Tra Giuseppe Sala che ha una priorità: aprire il 2
  novembre il cantiere di smontaggio gestendo al meglio il nuovo risiko e i 4mila operai che torneranno in
  campo. E Diana Bracco, il primo sponsor dell'idea di prolungare subito, almeno fino all'Epifania, la mostra e
  gli show dell'Albero della Vita. Quel progetto di "secondo tempo immediato" non è andato in porto: troppo
  complesso garantire la sicurezza dei visitatori che avrebbero dovuto convivere con ruspe e lavori. A PAGINA
  II ALLA FINE quella che è stata trovata è una soluzione di compromesso. Tra Giuseppe Sala che ha una
  priorità: aprire il 2 novembre il cantiere di smontaggio, gestendo al meglio il nuovo risiko e i 4mila operai che
  torneranno in campo. E Diana Bracco, il primo sponsor dell'idea di prolungare subito, almeno fino all'Epifania,
  la mostra e gli show dell'Albero della vita. Quel progetto di "secondo tempo immediato" non è andato in porto:
  troppo complesso garantire la sicurezza dei visitatori che avrebbero dovuto convivere con ruspe e lavori in
  corso. Ma l'ipotesi di riaccendere i simboli dell'Expo dalla prossima primavera ha trovato tutti d'accordo.
  Anche perché è da qui, da quelle "isole" che si aggiungono a Cascina Triulza e potrebbero allargarsi al teatro
  all'aperto e all'Expo centre prenotato per la Triennale dedicata al design, che si ricomincerà a far vivere l'area
  in attesa della sua trasformazione definitiva.
   Come sempre nella storia di Expo, il tempo è una variabile fondamentale. Date che incrociano anche le tre
  principali fasi del post Expo. La prima partirà il 2 novembre, appunto, e servirà per smantellare i padiglioni. In
  teoria c'è tempo fino a giugno 2016, quando Expo spa dovrà riconsegnare i terreni ad Arexpo - la società
  proprietaria - , ma Sala calcola che la maggior parte dei partecipanti finirà i lavori anche prima, già da marzo-
  aprile. Ed è allora che inizierà la "fase 2", ovvero l'utilizzo temporaneo degli edifici che resteranno. Perché
  prima che si apra il vero cantiere, quello che trasformerà in modo definitivo il sito, potranno volerci anni. È a
  questo che stanno lavorando le istituzioni: la prima settimana di novembre il governo dovrebbe entrare
  ufficialmente in Arexpo e verrà firmato il protocollo d'intesa che indicherà nella cittadella della conoscenza
  (con il campus della Statale) e dell'innovazione (con le imprese tecnologiche di Assolombarda) il progetto da
  sviluppare. È allora che anche il premier Matteo Renzi sarà a Milano per parlare del futuro dell'area. Da
  affidare a una struttura di comando precisa con una sorta di commissario a dirigere le operazioni. Proprio per
  questo ruolo sta circolando in ambienti finanziari il nome di Aldo Mazzocco, freschissimo ex ad di Beni Stabili.
  Già in questi giorni, però, la cabina di regia per il post Expo con governo, Comune e Regione, sta lavorando
  per incastrare le varie fasi. Con un disegno di base da cui ripartire. Perché la prossima primavera, magari già
  da aprile, potrebbero essere tre le luci principali da riaccendere. Altrettanti quartieri del sito da rianimare. Ed è
  qui che il futuro si incrocia con il presente dell'Esposizione. Partiamo dall'ingresso principale dell'attuale sito, il
  più facile da raggiungere perché collegato con la metropolitana e i binari dei treni. È qui che spuntano le
  colline del Padiglione Zero: durante questi mesi la struttura sarà "sigillata" e il contenuto della mostra protetto
  con l'intenzione di "scongelare" tutto, scenografie monumentali e statue, filmati e schermi, il prossimo anno.
  Non lontano da quel simbolo da non perdere c'è l'edificio gemello, l'Expo centre: oggi ci sono gli uffici della
  spa e le postazioni dedicate a media. Ma se il piano riceverà il sigillo ufficiale - il prossimo lunedì ne discuterà
  una riunione della cabina di regia - verrà utilizzato dalla Triennale come una delle sedi della manifestazione
  internazionale sul design che partirà proprio ad aprile per chiudere a settembre. Viale Alemagna ha prenotato
  in tutto 20mila metri quadrati in zona, compresa la piazza antistante all'Expo centre e il primo edificio di
  servizio vicino, e ha un programma di appuntamenti. Il secondo polo che rimarrà sarà Cascina Triulza che
  vuole diventare la casa del sociale. Infine, ecco nuovamente il Cardo diventare protagonista. In questo caso,
  a riaprirsi ad aprile sarebbero le porte di Palazzo Italia con le stanze degli specchi, e le "statue parlanti" che
  raccontano il saper fare italiano. Per l'Albero i responsabili si (ri)metteranno al tavolo con gli attuali sponsor
  (da Coldiretti a Pirelli fino ai costruttori di Orgoglio Brescia) per capire come riattivarlo. Perché da pagare non

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 22/10/2015                                                                             20
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Pag. 1 Ed. Milano                                                                                        tiratura:424634

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  c'è solo la manutenzione della struttura che verrà fatta (50mila euro all'anno), ma anche gli show. La zona si
  completerebbe con un'attrazione in più che si sta studiando: il teatro all'aperto che sorge al lato opposto del
  Cardo rispetto all'Albero potrebbe essere utilizzato per concerti e spettacoli estivi, magari anche della stessa
  Triennale.
  Foto: L'EDIFICIO MUSEO Il Padiglione Zero all'ingresso di Expo mostra la storia del cibo
  Foto: IL PADIGLIONE NAZIONALE Palazzo Italia è l'unico edificio già progettato per sopravvivere a Expo

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Pag. 1 Ed. Milano                                                                                           tiratura:424634

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  Albero e Padiglione Zero rivivranno in primavera
  Salvi i simboli dell'Expo: Sala assicura la manutenzione e la riapertura Ma bisogna trovare gli sponsor privati
  disposti a finanziare l'operazione

  Sono salvi i due simboli dell'Expo. Ad annunciarlo è stato il commissario Giuseppe Sala.
    L'Albero della vita e Padiglione Zero rimarranno all'interno del sito e saranno "congelati" e curati con una
  manutenzione ad hoc durante i mesi del cantiere di smontaggio delle altre strutture. L'obiettivo: farli rivivere
  così come sono insieme alla mostra di Palazzo Italia dalla prossima primavera. Adesso si studierà come
  trasformare in un piano concreto l'idea e si dovranno trovare sponsor che finanzino gli show dell'Albero.
  Dopo dubbi e ipotesi di trasferimento, infatti, si è deciso che l'installazione-icona non verrà spostata. Anche
  perché, ha spiegato Sala, «è molto più complesso smontarla e rimontarla altrove». L'annuncio è arrivato nel
  giorno dedicato alla struttura alta 37 metri, diventata un'attrazione di Expo.
   SERVIZIO A PAGINA II SONO diventati i simboli dell'Expo. E adesso l'Albero della vita e il Padiglione Zero
  sono destinati a vivere anche nel post-Expo. Niente allungamento dopo il 31 ottobre al 31 dicembre. Ma le
  due icone rimarranno lì dove sono state immaginate. Pronte a riaccendersi insieme alla mostra di Palazzo
  Italia dalla prossima primavera, quando il cantiere che smantellerà i padiglioni sarà terminato. È stato il
  commissario Giuseppe Sala ad annunciarlo, proprio nel giorno in cui, tra parate e concerti, è stato celebrato
  l'Albero: «Rimarrà qui. È molto più complesso smontarlo e rimontarlo in un altro luogo». Senza contare che
  l'operazione costerebbe 500mila euro.
    Insieme a Palazzo Italia e all'edificio che racconta la storia del rapporto tra l'uomo e il cibo, l'installazione-
  icona verrà «congelata» per i mesi in cui torneranno le ruspe.
   «Useremo le prossime settimane per capire se questi simboli di Expo possano riprendere vita in primavera
  così come sono», ha spiegato Sala. E il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini approva: «Giusto
  discutere di cosa può restare. È un peccato smontare tutto».
    Le richieste per poter avere l'Albero erano tante: dall'ipotesi di trasferirlo in piazzale Loreto al quartiere
  Adriano, da Brescia a Roma. Ma il futuro della struttura è a Rho-Pero. Entusiasta il commissario tricolore
  Diana Bracco, che dice: «Palazzo Italia e l'Albero diventeranno un pezzo di storia dell'Italia». Anche Marco
  Balich, ideatore dell'installazione e direttore artistico di Padiglione Italia, ha sempre sperato che la sua
  creatura potesse continuare a sorgere dall'acqua della lake arena. È lui a tradurre in numeri il successo:
  «Sono state 14 milioni le persone che hanno assistito agli spettacoli e sui social l'hashtag ha superato quello
  dell'albero di Natale». E adesso, dice Paolo Franceschetti, presidente di Orgoglio Brescia che con 19 aziende
  ha realizzato la struttura in tempi record, «ce lo chiedono dall'estero, dalla Cina ai Paesi del Golfo e uno dei
  Paesi "stan" (come il Kazakistan ndr )». Quelli che verranno costruiti, però, non saranno cloni: l'originale sarà
  solo uno. (a.gall.)
  LE TAPPE
  IL CANTIERE Il 2 novembre l'area di Expo tornerà un cantiere: i Paesi entreranno prima per il trasloco e, poi,
  per smontare i loro padiglioni. C'è tempo fino a giugno 2016 IL FAST POST Alcuni edifici potrebbero essere
  utilizzati in modo temporaneo.
    L'obiettivo: riaccendere in primavera l'Albero, Palazzo Italia e Padiglione Zero IL FUTURO L'idea attorno a
  cui costruire un progetto c'è ma deve essere formalizzata: il campus universitario della Statale e una Silicon
  Valley
  padiglioneitaliaexpo2015.com/it http://carta.milano.it/it/ PER SAPERNE DI PIÙ
  Foto: L'Albero della vita
  Foto: L'ORIGINALE E LE COPIE NEL MONDO L'Albero della vita resterà a Rho-Pero anche dopo la fine di
  Expo. Ma il suo creatore Marco Balich annuncia che da Cina e Paesi del Golfo sono arrivate richieste di
  acquisto per modelli uguali a quello festeggiato ieri come icona 2015

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 22/10/2015                                                                          22
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Pag. 1 Ed. Palermo                                                                                      tiratura:424634

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 IL REPORTAGE
 Cantieri infiniti e moli sotto sequestro L'altra faccia del porto
 SARA SCARAFIA

 Adesso non è più solo un obbrobrio, un pessimo biglietto da visita per chi sbarca in città. È anche un pericolo.
 Il sequestro della banchina sud del molo Vittorio Veneto con la procura guidata da Francesco Lo Voi che due
 giorni fa ha imposto i sigilli «per il concreto e attuale pericolo di cedimento strutturale», è l'ennesimo e più
 grave disastro di un porto allo sbando. Quella che è diventata una delle porte privilegiate di ingresso turistico
 in città con l'arrivo nel 2015 di 550 mila croceristi, è un accesso malridotto e, stando alle indagini, insicuro.
  La stazione marittima che doveva diventare un gioiello hi-tech da oltre un anno è un cantiere fantasma. E
 adesso persino far attraccare il traghetto da Napoli sarà un'impresa. Perché secondo il provvedimento choc
 della magistratura c'è il rischio che i passeggeri che ogni giorno arrivano alle 6 del mattino dalla Campania
 per anni abbiano calpestato una banchina pericolosa, che potrebbe cedere da un momento all'altro.
  E così, almeno fino a quando le indagini non saranno concluse, il traghetto della Tirrenia non potrà più
 attraccare dove attracca solitamente: ieri la nave è stata ospitata alla banchina nord dello stesso molo, il
 Vittorio Veneto, ma solo perché non era previsto l'arrivo delle grandi navi da crociera che in genere si
 fermano proprio lì. Ma oggi? Dove attraccherà stamattina il traghetto considerato che alle 14 arriverà la nave
 Sea Cloud? «In una delle altre banchine disponibili, si valuterà giorno dopo giorno», minimizza l'Autorità
 portuale che però ha un serio problema organizzativo.
  L'unico molo funzionante da entrambi i lati è il Piave. Oltre al Vittorio Veneto sequestrato per metà, anche
 l'altro molo a doppio attracco, quello Santa Lucia, è dimezzato: sul lato Nord sono in corso lavori di
 ammodernamento che finiranno a fine anno. Le altre banchine (Sammuzzo, Quattro venti e Puntone) sono
 mono-attracco. Dove far sistemare dunque la nave da Napoli che parte alle 20? Ma nonostante la gravità,
 non è il problema logistico a destare maggiori preoccupazioni, ma sono le indagini sul lato nord del molo
 Vittorio Veneto, quello sul quale in questo periodo cinque giorni su sette sbarcano migliaia di croceristi. La
 banchina Nord è sicura? «Stiamo verificando le condizioni di agibilità» ha detto il procuratore Lo Voi.
 L'Autorità portuale tenta di rassicura: «La banchina Nord ha subito un intervento di messa in sicurezza che si
 chiama palificazione ed è stabile al cento per cento», dice il segretario generale Renato Coroneo che si dice
 certo pure della sicurezza dell'altro lato della banchina, quello sequestrato. «Siamo certi che lo sia perché nel
 2013 abbiamo appaltato lavori di messa in sicurezza. In ogni caso adesso chiederemo alla Procura di poter
 fare anche noi un accertamento per valutare come stanno le cose». «Ed eventualmente adottare le misure
 necessarie», aggiunge l'avvocato Giovanni Rizzuti, legale di uno dei due indagati per il reato "di omissioni di
 lavori in costruzioni pericolanti". Gli indagati sono il presidente della Autorità portuale Vincenzo Cannatella,
 difeso da Rizzuti, e il tecnico Salvatore Acquista (legale Giovanni Di Benedetto). Ma cosa c'è dietro il
 sequestro che rischia di mandare in tilt il porto di Palermo? C'è la guerra tra l'Autorità portuale e la ditta
 Socostramo di Roma che nel 2011 si è aggiudicata l'appalto da quasi 17 milioni per la realizzazione della
 nuova stazione marittima: ma del restyling su progetto di Italo Rota - pareti trasparenti, scale mobili, scaloni
 monumentali in marmo e bassorilievi - al porto non c'è traccia. I lavori sono fermi da più di un anno perché la
 ditta che si è occupata pure della progettazione sostiene di aver trovato iniziando i lavori strutture ammalorate
 da rifare totalmente: un "imprevisto" che richiede almeno 5 milioni di euro in più.
  Ma la variante è una chimera: adesso sta per tornare al Provveditorato alle opere pubbliche dopo aver fatto
 un passaggio al Consiglio superiore ai lavori pubblici che si sarebbe detto incompetente rimandandola al
 mittente. Nella migliore delle ipotesi ci vorranno almeno due anni perché i lavori possano essere conclusi. E
 nel frattempo pure la prossima estate i croceristi saranno accolti in una tensostruttura. Ma la Socostramo non
 si è limitata a fermare i lavori. Ha anche scatenato l'inchiesta che ha portato al sequestro del molo Vittorio
 Veneto.

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Pag. 1 Ed. Palermo                                                                                      tiratura:424634

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  «Quando abbiamo fatto i saggi sulla banchina Sud del molo per progettare la realizzazione delle due
 passerelle per i croceristi, ci siamo accorti che qualcosa non andava - dice l'amministratore unico Gerolamo
 Sissia - abbiamo chiesto all'Autorità portuale di poter fare un sopralluogo subacqueo: ma ci ha detto per
 quattro volte di no». La Socostramo allora dice di essersi rivolta alla Capitaneria. «Che - continua Sissia - ci
 ha autorizzato subito. Abbiamo fatto le indagini. I risultati sono stati trasmessi a chi di competenza».
  Le analisi sottomarine, dunque, avrebbero rivelato l'insicurezza della banchina. «Ma a noi sembra
 impossibile», si difende il segretario Coroneo che ripete che nel 2013 è stato affidato un appalto da 171 mila
 euro per la messa in sicurezza. I lavori sono stati eseguiti dalla società Adormare, la stessa che in questi
 mesi sta realizzando il restyling del molo Santa Lucia, un mega appalto da 8 milioni di euro. Ma pure la
 Socostramo sarebbe coinvolta nelle indagini: la Capitaneria di porto, su incarico della procura ha sequestrato
 anche il cantiere della stazione marittima: ci sarebbero rifiuti speciali non smaltiti correttamente.
  La guerra del porto è solo all'inizio. E va in scena davanti agli occhi dei turisti.
 www.portpalermo.it www.comune.palermo.it PER SAPERNE DI PIÙ

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Pag. 34 N.43 - 28 ottobre 2015                                                                                tiratura:282958

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  SCENARI _MONDO Intervista
  «Avviso alle imprese italiane: grandi opportunità in Colombia»
  Il vicepresidente del Paese latino-americano, Germán Vargas Lleras, invita aziende e investitori di casa
  nostra a partecipare al programma di sviluppo delle infrastrutture. Un piano da 31 miliardi di euro.
  (Elisabetta Burba)

  Non c'è nessun altro Paese in America latina che abbia un programma di una portata simile al nostro». Il
  vicepresidente della Colombia Germán Vargas Lleras sprizza entusiamo e ottimismo. All'Expo di Milano per
  promuovere il Programma di sviluppo delle infrastrutture colombiane, ha incontrato Panorama per illustrare il
  nuovo piano di investimenti del governo Santos. Strade, autostrade, porti, aeroporti e vie fluviali per
  potenziare la competitività del Paese latino-americano con la più alta crescita del Pil: + 4,6 per cento nel
  2014. Altro che narcos e terroristi: ormai le notizie sulla Colombia parlano di pace, crescita impetuosa e boom
  di miliardari. Che cosa sta succedendo? I cambiamenti politico-sociali sono in corso da anni. Ma oggi la
  Colombia rappresenta un'interessante opportunità di affari per i Paesi europei. E presenta le condizioni
  necessarie per promuovere tali investimenti: crescita più alta nell'area e indicatori rilevanti in termini di
  fuoriuscita dalla povertà, di sviluppo delle città, di export... Quali sono i settori-chiave del piano? Anzitutto le
  infrastrutture. Noi stiamo promuovendo la modernizzazione del Paese con il maggior investimento mai fatto
  nella nostra storia, per un valore approssimativo di 35 miliardi di dollari ( quasi 31 miliardi di euro, ndr).
  L'aspetto più interessante è che la realizzazione di questi progetti è in buona parte nelle mani di società
  europee: il 45 per cento. E quante sono quelle italiane? Al momento c'è solo Impregilo. Ma
  nell'organizzazione di questo programma abbiamo ottenuto l'accompagnamento di Anas, che formerà
  istruttori che collaboreranno con migliaia di colombiani nella realizzazione dei progetti. Ma lei è a Milano
  perché vorrebbe coinvolgere anche altre aziende, vero? Esatto. Io sono qui per motivare aziende e investitori:
  si tratta di programmi con garanzie nazionali e termini di redditività estremamente attraenti. Che tipo di
  società state cercando? Tre i segmenti: società di ingegneria, che potrebbero partecipare direttamente alla
  costruzione delle opere; investitori, che potrebbero finanziarle; progettisti per opere future. Ci interessa pure il
  know-how in materia di pagamento elettronico delle austostrade, tipo il vostro Telepass. Avete preferenze per
  le grandi aziende? Non necessariamente: c'è posto per tutti. Il canale iniziale è quello della nostra
  rappresentanza diplomatica in Italia. Un momento d'oro per il Paese, ma rimangono aperti alcuni problemi.
  Sul processo di pace con le Farc sono state espresse perplessità. Non lo definirei un problema, ma una
  grande chance. Gli accordi sono ancora parziali e stiamo per affrontare il tema più difficile: la giustizia.
  L'opinione pubblica è però ottimista: è stato calcolato che la sottoscrizione dell'accordo innescherà un tale
  dinamismo nell'economia da portare alla crescita del Pil dell'1,5 per cento. Il problema è quello delle pene:
  tranne che per reati gravissimi come genocidio, sono considerate troppo lievi... Il problema della giustizia ha
  vari aspetti. Anzitutto il tipo di istituzione che se ne dovrà occupare. Al momento si sta pensando a un
  tribunale speciale. Poi viene il tema delle pene, dove è chiaro che per alcuni settori dell'organizzazione si
  andrà verso un'amnistia. Ma chi ha commesso crimini contro l'umanità subirà pene distinte. Fanno parte dei
  negoziati anche il modo in cui verranno espiate le pene e l'eventuale partecipazione all'attività politica di chi è
  stato membro dell'organizzazione. È un processo complesso, definito in linea di massima con gli accordi
  dell'Avana del 23 settembre, ma devono essere ancora precisati i dettagli in vista del trattato di pace da
  firmare entro il 23 marzo 2016. L'altro grande problema è la cocaina, la cui produzione è cresciuta nel 2014.
  Si tratta di un piccolo incremento: nell'ultimo decennio era sistematicamente calata. La spiegazione è il divieto
  di bruciare le coltivazioni di coca all'interno dei parchi nazionali. La Corte costituzionale l'ha proibito per motivi
  ambientali. E le organizzazioni criminali ne hanno approfittato. Ma l'accordo con le Farc prevede che
  anch'esse contribuiscano alla campagna per lo sradicamento dei campi di cocaina. Getty Images
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