UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Sabato, 06 dicembre 2014 - Unione dei Comuni della ...
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA Sabato, 06 dicembre 2014 Prime Pagine 06/12/2014 Prima Pagina Il Sole 24 Ore 1 06/12/2014 Prima Pagina Italia Oggi 2 06/12/2014 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 3 06/12/2014 Prima Pagina La Voce di Romagna 4 Enti locali 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Palazzo Chigi: ora accelerare le riforme 5 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 «Applicare ai corrotti le stesse pene dei mafiosi» 7 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 Bonus bebè, con l' Isee la platea si riduce a 330mila beneficiari 9 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Pagamenti Pa frenati da burocrazia e sistema online 11 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 17 EMILIO COZZI Realtà virtuale, economia reale 13 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 20 Stop parziale agli incarichi ai pensionati 15 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 22 L' Italia ha bisogno di un Jobs Act della ricerca 16 06/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Se ora la colpa è della piattaforma 18 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 2 SERGIO SOAVE Governo Renzi, qualche risultato concreto ora comincia a vedersi 19 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 23 VALERIO STROPPA Fisco, dimenticati 54 miliardi 21 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 23 BEATRICE MIGLIORINI I redditi di natura finanziaria sostengono l' erario 23 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 24 SIMONA D' ALESSIO Appalti sorvegliati speciali 25 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 26 STEFANO LOCONTE E ERNESTO SELLITTO Procedura off limits se sono iniziati accessi e verifiche 26 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 27 DEBORA ALBERICI La Cassazione frena sull' elusione fiscale 28 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 28 MATTEO BARBERO E SERGIO TROVATO Imu terreni, bilanci in pericolo 29 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 28 RISPOSTE A QUESITI A CURA DI SERGIO TROVATO IMUTASI, le risposte ai quesiti dei lettori 31 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 29 ANDREA MASCOLINI L' Avcpass rallenta gli appalti pubblici 33 06/12/2014 Italia Oggi Pagina 29 FRANCESCO CERISANO P.a., pensionati out 34 Il Resto del Carlino Ravenna 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 Distribuzione pasti nelle cliniche private:«Dipendenti privi di un... 36 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 LUIGI SCARDOVI La donna aveva denunciato l' uomoe ora è stata assistita, con i 3... 37 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 Sorpassa la filaal semaforo, per luimulta di 2.500 euro 39 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 UN CAFFE' LETTERARIO DEDICATO AL TANGO 40 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 MONTANARI LORENZA Si accendono le mille luminarie,in centro si respira aria natalizia 41 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 SAVIOLI MONIA Tornano le pigotte dell' Unicef per aiutare i bambini 43 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 37 Cucina all' Opera. Musica e Ciboin EmiliaRomagna' 44 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 39 ASS. VACA 45 06/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 39 Concertodi Natale 48 Corriere di Romagna Ravenna
06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 3 Si chiama come l' infermiera: tempestata di telefonate «Malati... 49 06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 19 Fermi al semaforo, supera tutti 51 06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 19 Maltratta la moglie e armato di coltello si scaglia contro i carabinieri:... 52 06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 19 Nasce il tavolo delle associazioni imprenditoriali 54 06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 19 Non pagano il pedaggio: controlli della Polstrada 55 06/12/2014 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 19 Open day per gli alloggi di edilizia residenziale sociale 56 La Voce di Romagna Ravenna 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 3 Manifestazioni e comizi in 11 città della regione: è... 57 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 12 Maxi multa al 'fenomeno' del sorpasso 58 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 12 Posti di blocco per fermare i 'furbetti del casello' 59 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 15 Musica in Rete con Filippo Gorini 60 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 32 Cotignola Il Maestro Paolo Olmi dirige il Concerto di Natale a... 61 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 32 IL CORSO VESTIAMO DI VERDE LA CITTÀ DI LUGO 62 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 32 Il Mascagni d' Oro al baritono Alberghini 63 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 32 Lugo Da oggi si accende il Natale in centro I commercianti regalano... 64 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 32 Nasce il tavolo dell' imprenditoria Lo guida Zannoni (Legacoop) 65 06/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 42 Rimini, Casadio e gli elefanti Quasi uno spot 66
6 dicembre 2014 Il Sole 24 Ore Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
6 dicembre 2014 Italia Oggi Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2
6 dicembre 2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3
6 dicembre 2014 La Voce di Romagna Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4
6 dicembre 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Enti locali La lunga crisi. Palazzo Chigi: ora accelerare le riforme «S&P non boccia il Jobs act» Il Mef: avanti tutta con investimenti e privatizzazioni. ROMA Il giudizio sulla sostanziale inefficacia del Jobs act nell' immediato? Per Palazzo Chigi il downgrading dell' Italia da parte di S&P non equivale affatto a una bocciatura della legge delega sul lavoro appena approvata in via definitiva dal Senato. «Il dato positivo osservano fonti di governo è che l' agenzia di rating vede elementi buoni nelle riforme strutturali ma non tali da compensare l' aumento del debito e risvegliare l' economia nel breve». Dunque, avanti con le riforme: «S&P' s dice che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare ancora più veloce». È un modo per vedere il bicchiere mezzo pieno, di fronte a un giudizio che declassa il nostro rating fin quasi a livello di "spazzatura". Dal ministero dell' Economia nessun commento ufficiale, piuttosto un rinnovato invito a considerare che il debito pubblico del nostro paese è «pienamente sostenibile», anche grazie alle riforme delle pensioni realizzate negli ultimi anni. Resta fermo osservano i collaboratori del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan l' intendimento di realizzare privatizzazioni per almeno lo 0,7% del Pil l' anno, nella constatazione che la strada maestra resta l' incremento del potenziale di crescita dell' economia. In mattinata a Berlino, la prima questione sul tappeto dei colloqui anche con l' omologo tedesco Wolfgang Schäuble è stata proprio la sostenibilità del debito pubblico. Dal Mef si ribadisce che è la stessa Commissione europea a riconoscerlo, ponendo peraltro in risalto il dato sull' avanzo primario, «tra i più elevati in Europa». La linea di difesa del Mef è che le riforme strutturali, se veramente incisive, possono anche non dare risultati nell' immediato. A volte, presentano anche dei costi nel breve periodo. Occorre del tempo. Da qui l' invito a valutare con attenzione il combinato delle misure contenute nella legge di stabilità all' esame del Senato e delle riforme già avviate. «Il Governo ha ridotto il cuneo fiscale, è intervenuto azzerando la componente del costo del lavoro nel calcolo della base imponibile dell' Irap e h a contestualmente deciso di esentare per tre anni dalla contribuzione i nuovi contratti di assunzione». La partita non si gioca solo da noi, evidentemente. Per Padoan occorre giocare in fretta la carta degli investimenti, pubblici e privati, sulla linea del piano (ancorché minimale) annunciato dal presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. «Anche questa si osserva al Mef è una strada per aumentare la competitività dell' intera area, e dunque anche del nostro paese». Martedì prossimo, nel corso dell' Ecofin in programma a Bruxelles, si comincerà a vagliare una lista di progetti su cui far confluire le Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 5
6 dicembre 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Enti locali INTERVISTA Franco Roberti Capo della Procura nazionale antimafia. «Applicare ai corrotti le stesse pene dei mafiosi» PALERMO «La corruzione è un elemento fondante dell' associazione mafiosa che si somma alla forza dell' intimidazione». Parola di?Franco?Roberti, capo della Procura nazionale antimafia, a Palermo per partecipare all' inaugurazione della IV edizione del corso per amministratori giudiziari organizzato dal Dems dell' Università di Palermo. Partiamo dall' operazione Mondo di mezzo: si tratta di un fenomeno unico oppure è esteso nel paese? È un fenomeno nuovo per Roma: nel senso che è stato scoperto adesso. Rivela quello che io chiamo le sinergie tra le organizzazioni criminali e organizzazioni di malaffare che non sembrano avere nulla di mafioso ma che in realtà si muovono come vere e proprie associazioni mafiose con la forza dell' intimidazione e della corruzione. Il modello criminale è il?"tavolino" mafioso cui partecipano criminali, politici e pubblici amministratori corrotti e imprenditori collusi con un programma criminoso in cui tutti ci guadagnano. Colpisce l' attività nelle cooperative sociali che coinvolge dunque anche il cosiddetto Terzo settore. Nelle indagini che facemmo sulla ricostruzione postterremoto in?Campania furono coinvolte numerose cooperative che venivano dal Nord, dall' Emilia, che venivano a lavorare in Campania e si mettevano d' accordo con il mafioso e il politico locale per il controllo degli appalti. Già all' epoca c' era questo schema di infiltrazione, di collusione tra camorra, politici locali e cooperative. E l' elemento chiave è sempre la corruzione. Io avevo proposto qualche tempo fa di prevedere per i più gravi reati contro la pubblica amministrazione gli stessi strumenti investigativi previsti per i reati di mafia perché sono profondamente convinto che la corruzione fa parte a pieno titolo del metodo mafioso. Io modificherei addirittura l' articolo 416 bis prevedendo la forza dell' intimidazione o in alternativa quella della corruzione. La proposta della commissione Antimafia di sequestrare i beni ai corrotti mi trova certamente d' accordo. Bisogna partire da questa convinzione: la corruzione fa parte del metodo mafioso e quindi non puoi lasciare fuori la corruzione dalla metodologia di contrasto antimafia. Il progetto di legge della commissione Antimafia, che in parte coincide con quello del governo, punta a eliminare alcune storture del codice.?Lei che ne pensa? Va nella giusta direzione. La priorità assoluta è quella di far funzionare il sistema di prevenzione antimafia e far funzionare l' Agenzia. Le proposte della commissione sono molto significative perché prevedono un percorso di emersione dell' azienda alla Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7
6 dicembre 2014 Pagina 8 Il Sole 24 Ore
6 dicembre 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Enti locali «Stabilità». La relazione della Ragioneria generale. Bonus bebè, con l' Isee la platea si riduce a 330mila beneficiari ROMA La soluzione alla questione "imbullonati", ovvero la cancellazione della patrimoniale sui macchinari, l' aumento della franchigia Irap per le Pmi con la possibilità di estendere a tutti i lavoratori stagionali l' azzeramento della componente costo del lavoro. I ritocchi al capitolo attività produttive della legge di stabilità con il passare delle ore stanno assumendo una fisionomia sempre più definita. E potrebbero essere accompagnati da un minirafforzamento del credito d' imposta sulla ricerca per le piccole imprese che operano nell' ambito di un sistema "a rete". Il pacchetto complessivo delle principali modifiche del Governo e del relatore, Giorgio Santini (Pd), arriverà giovedì in commissione Bilancio al Senato. E ne faranno parte anche le nuove misure su Regioni e Province, la riduzione dell' aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione, sulla rivalutazione del Tfr destinato alla previdenza integrativa e sulle Casse privatizzate. Un altro ritocco riguarderà i "minimi" per i professionisti. Intanto dalla relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato relativa al testo approvato dalla Camera emerge che la platea del bonus bebé si riduce da 415mila a 330mila beneficiari, 85mila dei quali usufruiranno dell' assegno raddoppiato sulla base delle soglie Isee. Un restringimento dovuto all' emendamento approvato a Montecitorio con cui il tetto originario di 90mila euro di reddito è stato sostituito da un tetto Isee di 25mila euro con l' irrobustimento del bonus per le fasce più povere (Isee inferiore a 7mila euro). Dalla relazione tecnica sulla versione modificata della "stabilità", che alla Camera non era stata presentata perché la "fiducia" era stata votata su un testo spacchettato direttamente dalla Commissione (e non dal Governo) in tre maxiarticoli, emerge che la Ragioneria non ha bollinato due modifiche. In primis quella che prevede che nel caso di fusione di Comuni il Patto di stabilità interno debba essere rispettato dal «quinto anno successivo» dell' istituzione. Una misura che secondo la Rgs «determina oneri privi di copertura per 0,3 milioni di euro nel 2015, 10,6 milioni di euro per ciascuno degli anni 20162017». L' altro ritocco non bollinato è quello relativo a una misura collegata al sisma del 1990 in Sicilia. Si dovrà quindi provvedere a sistemare le coperture in queste due norme in commissione Bilancio al Senato, dove la partita sulle modifiche entrerà nel vivo martedì, giornata in cui è fissata anche la scadenza per la presentazione degli emendamenti dei gruppi parlamentari. Sempre martedì sarà la giornata decisiva per conoscere il destino della local tax e della riforma del Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9
6 dicembre 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore
6 dicembre 2014 Pagina 14 Il Sole 24 Ore Enti locali Debiti commerciali. Banche in difficoltà nell' acquisizione dei crediti vantati dalle imprese: l' Economia studia correttivi. Pagamenti Pa frenati da burocrazia e sistema online ROMA Ancora lentezze e qualche intoppo inatteso sulla strada del piano Renzi per i pagamenti della Pa: il meccanismo di certificazione dei crediti e cessione alle banche con garanzia dello Stato continua a zoppicare ostacolato da complicazioni regolamentari e tecniche: in risposta a un' interrogazione parlamentare, è stato lo stesso ministero dell' Economia, con il sottosegretario Enrico Zanetti, a mettere in evidenza due dei principali problemi. Il primo è relativo al famigerato Durc (documento unico di regolarità contributiva). L' attuale disciplina non esclude la possibilità che le Pubbliche amministrazioni verifichino eventuali debiti contributivi sorti in capo all' impresa che cede il credito commerciale alle banche in un secondo tempo, cioè anche successivamente alla certificazione e alla cessione. Il rischio, va da sé, è che la banca cessionaria si veda decurtato il proprio credito. È un problema segnalato come prioritario dall' Abi, l' associazione delle banche, già da diverso tempo ma non ancora risolto. Sul punto, sottolinea il ministero dell' Economia, si sta verificando la possibilità di affrontare la questione in via amministrativa. Il nodo del Durc ha fortemente frenato le banche, soprattutto le piccole e medie, a rilevare crediti proposti in cessione da imprese che hanno già ricevuto una regolare certificazione. Questo elemento, insieme a perplessità relative al tasso di sconto calmierato e alle difficoltà organizzative (soprattutto per gli istituti minori), sta fortemente rallentando il meccanismo. Ci sono realtà territoriali, come la Sicilia ma anche il Piemonte, dove si è praticamente fermi. E a peggiorare il quadro intervengono anche i problemi della piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti. Il sistema, come segnalato dalle banche e rilevato dallo stesso ministero nella sua risposta in Parlamento, non funzionerebbe a dovere nel caso in cui con una sola pratica l' impresa intende cedere più di un credito. In pratica, la piattaforma non consentirebbe di tracciare l' eventuale diniego della Pubblica amministrazione debitrice su un singolo credito portato in cessione con il medesimo atto.?La conseguenza è che l' intera operazione non potrebbe essere conclusa e sarebbe necessario procedere con una nuova pratica. Le correzioni sono in corso, assicura l' Economia, sottolineando però che ulteriori implementazioni informatiche dovranno essere a cura delle banche. Questioni apparentemente molto tecniche ma determinanti per il successo dell' operazione promossa da Renzi anche con il contributo della Cassa depositi e prestiti e con la garanzia dello Stato. Per ammissione di tutti le imprese, le banche, lo stesso ministero dell' Economia l' ammontare dei crediti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11
6 dicembre 2014 Pagina 14 Il Sole 24 Ore
6 dicembre 2014 Pagina 17 Il Sole 24 Ore Enti locali Nuove tecnologie. In sette anni 240 progetti con un impatto di 41 milioni di euro e oltre 100 milioni incassati al botteghino. Realtà virtuale, economia reale Entro la fine del 2015 pronta la «Film House» con avatar e scenari sintetici. Emilio Cozzi Sarà come provare la meraviglia di quei primi spettatori di Auguste e Louis Lumière, quelli che il 6 gennaio 1896 una settimana dopo la serata che già infiammava il chiacchiericcio parigino si racconta fuggissero di fronte al treno in arrivo a La Ciotat. Solo che stavolta non si vedrà spuntare la locomotiva dall' angolo di un lenzuolo. Con più probabilità le si starà a bordo, o magari dentro una delle carrozze digitali per mezzo di avatar olografici. Potrebbe succedere fra poco più di un anno in una delle sale dedicate ai nuovi orizzonti dell' audiovisivo di «Apulia Film House», nome provvisorio del fiore all' occhiello museale di Apulia Film Commission. Non che l' attenzione al futuro si esaurisca fra le mura ancora in allestimento nell' ex Palazzo del Mezzogiorno, dentro la Fiera del Levante; virtual camera system e chroma screen, una mediateca e tre cineporti, un circuito di 20 sale dedicato all' audience development e una production guide con photo gallery geolocalizzata: lungi da anglicismi chiamati a imbellettare il poco o nulla, trattasi, appunto, dei più moderni fra gli ingredienti già a disposizione della film commission pugliese. Per riassumerli in italiano basterebbe evidenziare la capacità della fondazione di intercettare e valorizzare qualsiasi nuova forma di produzione, fruizione ed espressione dell' immagine, dalla video arte alla narrazione interattiva. Una sensibilità orientata al virtuale, ma con risultati concreti: dal 2007 Apulia Film Commission ha supportato 240 progetti di cui 96 realizzati solo negli ultimi 23 mesi, con un impatto economico diretto di 41 milioni di euro per oltre 100 milioni incassati al botteghino. Nel biennio della propria esistenza, la Mediateca Regionale di Bari ha organizzato 50 rassegne, 50 fra laboratori e corsi, e 15 showcase; i 20 cinematografi del ribattezzato «Circuito d' autore» caso di gestione unico fra le film commission italiane hanno programmato 300 film di cui 80 in esclusiva regionale. Nel solo 2013 i tre cineporti di Lecce, Foggia e del capoluogo hanno ospitato circa 150 eventi culturali, 11 rassegne e oltre 90 giornate di preparazione e approfondimento, coinvolgendo 30mila persone. 50mila in meno di quelle accorse all' edizione 2014 di Bif&st, il festival di punta fra quelli promossi da AFC, arrivato al suo quinto anniversario. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13
6 dicembre 2014 Pagina 17 Il Sole 24 Ore
6 dicembre 2014 Pagina 20 Il Sole 24 Ore Enti locali Funzione pubblica. Stop parziale agli incarichi ai pensionati MILANO Lo stop agli incarichi ai pensionati, nella versione rafforzata dal decreto sulla Pubblica amministrazione (articolo 6 del Dl 90/2014), riguarda solo le attività espressamente indicate dalla norma, e non può essere oggetto di interpretazioni estensive. Al blocco, inoltre, sfuggono gli incarichi conferiti prima del 25 giugno scorso, data di entrata in vigore della norma, che quindi possono tranquillamente arrivare alla loro scadenza. A fissare la geografia del blocco, proponendo un ambito di applicazione più ristretto di quello circolato in alcune interpretazioni di questi mesi, è la Funzione pubblica, nella circolare 6/2014 (anticipata su «Il Sole 24 Ore» del 25 novembre) che si è resa necessaria per superare le tante incertezze incontrate dalle amministrazioni. La norma, spiega la circolare, serve a evitare che gli enti pubblici aggirino gli obblighi di pensionamento introdotti negli ultimi anni, e non a evitare tout court ai pensionati di dare il proprio contributo. Per questa ragione, lo stop si accende solo per gli incarichi dirigenziali, anche se a tempo determinato, e quelli che «implicano la direzione di uffici e la gestione di risorse umane», compresi dunque i ruoli di direttore scientifico o sanitario. L' interpretazione "restrittiva" offerta dalla Funzione pubblica impone di effettuare distinzioni spesso di dettaglio. Ai pensionati, per esempio, non è possibile affidare incarichi di studio o consulenza, ma nessun divieto ferma gli incarichi di ricerca, che sono considerati distinti dalla normativa e possono anche prevedere la responsabilità di un progetto . gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Gianni Trovati. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15
6 dicembre 2014 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Enti locali DRIVER DI CRESCITA. L' Italia ha bisogno di un Jobs Act della ricerca La parola "innovazione" è forse una di quelle più pronunciate in questi tempi difficili. Un nuovo mantra o, per dirla con gli inglesi, una "buzz word". Da alcuni l' innovazione è percepita come una soluzione salvifica dei problemi del Paese, per altri è una opportunità professionale. Non a caso in questi ultimi tempi si stanno moltiplicando i "centri per l' innovazione" e le iniziative di chi si offre per collegare domanda e offerta di ricerca. L' obiettivo di tutti è quello di "accrescere la competitività delle imprese attraverso l' innovazione"... Bene, ovviamente. Ma siccome l' innovazione non nasce sotto ai cavoli e nemmeno si preleva al bancomat, bisognerà pur chiedersi qual è la fonte primaria di idee e di creatività che possa tradursi in processi o prodotti, possibilmente brevetti, e nuove linee di sviluppo industriale. Ebbene, la fonte principale di nuove conoscenze in Italia e nel resto del mondo era e rimane la ricerca pubblica: i grandi enti di ricerca (CNR, ENEA, CIRA, CRA) e gli istituti nazionali (INFN, INFM, INAF ecc.) ma, soprattutto, il sistema della ricerca universitaria. Le istituzioni più creative sono le università pubbliche e questo non solo per dimensione, missione, distribuzione territoriale, reti di relazioni, ma anche e, soprattutto, perché hanno accesso a quella straordinaria "risorsa primaria" rappresentata dalle migliaia di giovani che ogni anno popolano aule e laboratori, entrano studenti ed escono medici, ingegneri, filosofi, linguisti, chimici, comunicatori, informatici, storici ecc. tutti portatori di creatività e nuove idee, innovazione appunto. Non a caso nelle vicinanze delle maggiori università europee sono nati quasi ovunque parchi scientifici e centri di trasferimento tecnologico per entrare nella rete di relazioni (l' università è worldwideweb da sempre) e intercettare le competenze necessarie a produrre nuove idee. E' avvenuto anche da noi: azioni mirate e strategiche delle regioni (PORFESR, ad esempio) ma anche sistemi di incentivazione finanziaria a progettualità e obiettivi comuni (bandi clusters e smart city, agenda digitale, PON, e anche ai progetti europei nell' ambito di H2020) stanno aiutando questo processo di "ricostruzione di ponti". Ho in mente i centri interdipartimentali di ricerca industriale sorti in Emilia Romagna, ma esistono molte altre situazioni analoghe. I risultati si cominciano a vedere.Tutto bene quindi? Certo che no. Perché stiamo ricostruendo i ponti ma il transito è bloccato. Le imprese non assorbono e le università anche a fronte di risorse disponibili non sono in grado di proseguire rapporti di lavoro utili. La Legge Gelmini (L240) elenca "chi può fare ricerca all' università" e per quanto tempo. E' la numerologia ben nota agli addetti ai lavori: assegni di ricerca fino a 4 anni, ricercatori a tempo determinato "A" di 3 anni prorogabili per un massimo di 2, ricercatori "B" massimo 3 anni, totale pieno 12. Forse la ratio era quella di prevenire/impedire forme di precariato cronico delineando un percorso di accesso alle università con Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16
6 dicembre 2014 Pagina 22 Il Sole 24 Ore
6 dicembre 2014 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Enti locali PAGAMENTI?DELLA?PA A?RILENTO. Se ora la colpa è della piattaforma Dovrebbe essere l' alternativa migliore, quella risolutiva, al pagamento diretto ma troppo i n c e r t o d a p a r t e d e l l a Pubblica amministrazione. E p p u r e i l s i s t e m a d i cessione dei crediti alle banche continua a viaggiare ampiamente al di sotto delle aspettative. L' ultimo ostacolo è stato messo in evidenza dagli istituti di credito ed accertato dallo stesso ministero dell' Economia in risposta a un' interrogazione parlamentare: la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti ha bisogno di ulteriori implementazioni. Il problema in questione si manifesta quando un' unica procedura contiene più crediti e la Pa nega la certificazione su uno solo di questi: l' intera procedura rischia di bloccarsi. Sono già in corso le correzioni del caso e la cosa di per sé è rassicurante, se non fosse che molti altri aspetti mettono a rischio il successo del piano Renzi. C' è il nodo relativo agli oneri del Durc, che sta frenando le banche. E c' è l' imperdonabile lassismo dei debitori. Le Pa avrebbero dovuto rispondere entro 30 giorni alle istanze di certificazione ma ben 4.797 enti hanno già sforato il termine lasciando le imprese nell' incertezza totale. Ce n' è abbastanza per augurarsi un serio cambio di passo: per i pagamenti della Pa il tempo delle promesse è davvero scaduto. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18
6 dicembre 2014 Pagina 2 Italia Oggi Enti locali Il punto. Governo Renzi, qualche risultato concreto ora comincia a vedersi Non si può più dire, dopo l' approvazione della delega assai corposa per la riforma del mercato del lavoro e delle norme per il rientro dei capitali, che l' azione dell' esecutivo si limita agli annunci. Se si andrà con lo stesso ritmo, varie altre questioni cruciali, compresa la riforma della pubblica amministrazione e quelle istituzionali, dovrebbero arrivare presto alla conclusione del loro iter. Non si tratta più di capire se Matteo Renzi è in grado di realizzare il suo programma (naturalmente con gli adattamenti imposti dalle situazioni mutevoli), visto che è risuscito a far digerire alla sinistra misure che sembravano inimmaginabili solo un anno fa, ma di comprendere se questo pacchetto di iniziative è in grado di promuovere un' effettiva crescita economica e di consolidare un assetto politico che resta assai fragile ed esposto ai rischi di crollo repentino sotto la sferza dello scandalismo dominante. Le due questioni non sono automaticamente connesse: basta guardare alle vicende della vicina Spagna, dove la politica di riforme liberiste del governo di Mariano Rajoy ha ottenuto un successo considerevole nell' azione per riavviare la crescita dopo una crisi peggiore di quella subita dall' Italia, ma rischia di subire una pesante punizione elle elezioni politiche di primavera per la crescita di un movimento estremistico chiamato Podemos, che secondo i sondaggi ufficiali dovrebbe addirittura ottenere il primo posto nelle preferenze dei cittadini spagnoli. L' ondata di scandali per corruzione e la protesta per le condizioni sociali ancora assai pesanti fanno premio, almeno a sentire chi interpreta gli orientamenti dell' opinione pubblica, sui risultati dell' azione di governo. In Italia la situazione è ancora più complessa, perché non si vede ancora né si può sapere se e quando si vedrà, un effetto concreto delle riforme che si cominciano ad attuare. In realtà un dato positivo c' è, e riguarda il costo del servizio del debito pubblico, che si è dimezzato in un periodo abbastanza breve, il che dà un sollievo ai conti pubblici assai problematici del nostro paese. Ma i cittadini non si orientano in base allo spread, hanno dato credito alle promesse di Renzi, almeno nel voto europeo, ma bisogna vedere se ora che quelle promesse si traducono in realtà, naturalmente meno mirabolanti delle promesse, continueranno a puntare su quella proposta di rinnovamento o se cercheranno altre ipotesi, magari più illusorie ma apparentemente più gratificanti. Sarebbe saggio tenere i nervi saldi e utilizzare il tempo della legislatura per completare i processi di riforma anziché affidarsi alla roulette russa delle Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19
6 dicembre 2014 Pagina 2 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 23 Italia Oggi Enti locali La relazione della Corte dei conti sugli accertamenti per inerzia di difficile recupero. Fisco, dimenticati 54 miliardi è il valore delle verifiche definitive ma a rischio incasso. Quasi 54 miliardi di euro tra il 2009 e il 2013. È questa la cifra degli accertamenti «dimenticati» dai contribuenti, ossia di quelle contestazioni fiscali che, scaduti gli ordinari 60 giorni dalla notifica, non sono stati né pagati né impugnati, diventando così definitivi. Rispetto alla somma totale accertata nel quinquennio, pari a 129,1 miliardi di euro, l' importo «definito per inerzia» pesa per il 42% del totale. Somme che peraltro rischiano di non essere mai incassate, dal momento che si riferiscono per lo più a contribuenti nullatenenti, falliti o comunque incapienti. A lanciare l' allarme è la Corte dei conti nell' indagine sugli effetti dell' azione di controllo f i s c a l e e s u l l a tax c o m p l i a n c e ( s i v e d a ItaliaOggi del 3 dicembre scorso). Il rapporto della magistratura contabile, che ha visto come relatore l' ex direttore dell' Agenzia delle entrate M a s s i m o R o m a n o , r i l e v a c o m e «contrariamente a ogni aspettativa, una elevatissima quota di accertamenti non ha dato luogo né a definizione bonaria né a impugnazione». Si tratta di 616.286 rettifiche sulle oltre 1,6 milioni emesse dal fisco tra il 2009 e il 2013 (37,2%). Classificando le verifiche in base alla categoria di appartenenza dei contribuenti, emerge che la maggior parte degli accertamenti definiti per inerzia riguarda imprese di minori dimensioni e professionisti. Essi infatti costituiscono nel quinquennio il 67,8% del totale in termini numerici (417.512 su 616.286 complessivamente definiti per inerzia) e il 68,6% in termini di maggiore imposta accertata (36,7 su 53,9 miliardi di euro). La categoria più pronta nel rispondere agli accertamenti è quella dei grandi contribuenti, con solo il 13,6% di atti finiti nel dimenticatoio. Un numero maggiore di definizioni per inerzia si registra tra gli enti non commerciali (24,7%) e tra le persone fisiche raggiunte dal redditometro (24,9%), mentre tra le imprese di medie dimensioni la percentuale sale al 32,8%. Ma perché un contribuente decide di non chiudere bonariamente la contestazione fiscale né di impugnare l' atto in commissione tributaria, cristallizzando così la pretesa dell' erario? La risposta più plausibile la fornisce la stessa Corte dei conti: perché il soggetto è tipicamente inattaccabile dal punto di vista patrimoniale. «È agevole rilevare come l' elevatissima quota di accertamenti definiti per inerzia del contribuente si traduca in gran parte in una sorta di attività di accertamento virtuale», prosegue la relazione, «priva di concreti effetti afflittivi stante la prevedibile Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21
6 dicembre 2014 Pagina 23 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 23 Italia Oggi Enti locali con l' aliquota al 26% in vigore da luglio il gettito totale è cresciuto dell' 83,2% I redditi di natura finanziaria sostengono l' erario L' aumento della tassazione dei redditi di natura finanziaria sostiene le entrate tributarie nei primi dieci mesi dell' anno. L' innalzamento dal 20 al 26% della aliquota di imposta, in vigore dal primo luglio per effetto del dl 66/2014 (decreto Irpef) ha contribuito a portare nelle casse dell' erario 487 milioni di euro in più rispetto al 2013. Un incremento che in quattro mesi ha quasi portato al raddoppio degli incassi rispetto all' anno precedente (83,2%). Complessivamente, poi, le entrate tributarie tra gennaio e ottobre 2014 risultano stabili (319.809 mln di euro) con una riduzione di incassi pari a 860 mln (0,3%). A renderlo noto, ieri, il dipartimento delle finanze tramite la pubblicazione del bollettino mensile con cui sono diffusi i dati sulle entrate tributarie. Imposte dirette. Sfiora il 3% la contrazione delle imposte dirette (5.124 mln di euro). In particolare, l' Irpef ha registrato una variazione negativa dello 0,8% (1.043 mln). La contrazione dell' Ires, invece, ha raggiunto quota 16,2%, corrispondente a 3.396 mln di euro. «Un calo», ha sottolineato il dipartimento, «iniziato a giugno scorso e frutto dei minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014, effettuati da banche e assicurazioni a seguito dell' incremento della misura dell' acconto 2013 fissato, per questi contribuenti, al 130% dal dl 133/2013». Tra le altre imposte dirette, poi, anche l' imposta sostitutiva su interessi e altri redditi di capitale si è ridotta dell' 8,7% (850 mln di euro), mentre quella sostitutiva sul risparmio gestito e amministrato del 19,1% (316 mln di euro). Registra, invece, un gettito di 1.791 mln di euro l' imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d' Italia, mentre ammonta a 329 mln di euro l' imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d' impresa e delle partecipazioni. Imposte indirette. Speculare, invece, l' aumento del gettito da imposte indirette (3% pari a 4.264 mln). Il gettito Iva, infatti, cresce del 2,4% (1.975 mln di euro). In particolare, continua l' andamento positivo sugli scambi interni del 3% (2.200 mln di euro), mentre resta negativa del 2% la componente dell' Iva sulle importazioni da paesi extra Ue, rispetto all' analogo periodo del 2013. L' imposta di bollo, invece, diminuisce del 2,4% (162 mln di euro). Crescono, poi, anche i gettiti dell' accisa sui prodotti energetici (6% pari 1.139 mln di euro), dell' accisa sul gas naturale per combustione (15,1% pari a 460 mln di euro), dell' accisa sull' energia elettrica e delle addizionali (13,7% pari a 268 mln di euro). In aumento, infine, sia le entrate relative ai giochi (0,8% pari a 81 mln di euro), sia le entrate tributarie derivanti dall' attività di accertamento e controllo, che risultano in crescita del 15,8% (921 mln di euro). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23
6 dicembre 2014 Pagina 23 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 24 Italia Oggi Enti locali in senato. Appalti sorvegliati speciali Prevenire i fenomeni illeciti nella gestione degli appalti, sia mediante il «controllo giudiziario» (per non bloccare l' attività delle aziende che abbiano momentaneamente agevolato le organizzazioni criminali), sia attraverso la riduzione delle stazioni per il conferimento degli incarichi. Obiettivi sui quali, dichiara Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla giustizia, si concentra il governo, avendo previsto misure che vanno in questa direzione, nel ddl «per il contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti». Testo, quest' ultimo, facente parte del ddl sui reati economici e societari (con il quale cui si inaspriscono, fra l' altro, le sanzioni per false comunicazioni sociali), depositato al senato (si veda ItaliaOggi del 2/12/2014). Quanto al primo intervento, si tratta, spiega il numero due di via Arenula, di una strada «diversa dall' amministrazione giudiziaria» consistente in «un controllo di tipo attenuato» su quelle imprese che abbiano favorito i clan, per cui, se il collegamento tra la realtà produttiva e l' organizzazione criminale «non ha carattere di stabilità», ma l' agevolazione dell' una all' altra è stata episodica, «non si arriverà alla drastica misura dell' amministrazione giudiziaria». E, dunque, i titolari potranno continuare a gestire l' azienda, «purché osservino tutta una serie di obblighi di informazione alla polizia e misure organizzative interne volte a evitare che l' ente commetta degli illeciti e per impedire infiltrazioni mafiose». Ferri sottolinea, poi, altre norme «finalizzate a garantire la professionalità degli amministratori di beni sequestrati. Soprattutto», ve ne sono alcune, «in materia di scioglimento per mafia degli enti locali che prevedono l' obbligatorio ricorso alla stazione unica appaltante per l' intera durata della gestione straordinaria e per i cinque anni successivi al rinnovo degli organi elettivi», l' incandidabilità per gli amministratori responsabili delle condotte che hanno causato lo scioglimento e controlli sulle infiltrazioni mafiose e, quindi «possibilità di essere commissariati anche per le società a partecipazione privata», chiude Ferri. SIMONA D' ALESSIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25
6 dicembre 2014 Pagina 26 Italia Oggi Enti locali L' istanza di ammissione potrà essere presentata entro il 30 settembre 2015. Procedura off limits se sono iniziati accessi e verifiche Voluntary disclosure off limits se sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche da parte dell' Agenzia delle entrate. È questa una delle conseguenze dell' approvazione, ieri, in senato del provvedimento che permetterà la regolarizzazione delle attività e dei capitali detenuti illecitamente all' estero. Con l' introduzione nel nostro ordinamento dell' articolo 5quater del dl 167/1990, potranno accedere alla procedura di regolarizzazione tutti i soggetti destinatari degli obblighi di monitoraggio fiscale indicati dall' articolo 4 del dl n. 167/1990, ovvero: persone fisiche, enti n o n commerciali e società semplici ed equiparate ai sensi dell' articolo 5 del Testo unico delle imposte sui redditi. L' istanza di ammissione potrà essere presentata entro il 30 settembre 2015, mentre le violazioni sanabili con la procedura di emersione saranno quelle commesse entro il 30 settembre 2014 (quindi quelle relative al periodo di imposta 2013). Per aderire alla procedura di emersione il contribuente dovrà fornire all' amministrazione finanziaria tutta la documentazione per la ricostruzione delle attività oggetto di disclosure in relazione ai periodi d' imposta per i quali, alla data di presentazione dell' istanza, non sono scaduti i termini per l' accertamento o per la contestazione della violazione degli obblighi di monitoraggio. Dovrà essere ricostruita, quindi, la posizione «tributaria» relativa a un lasso temporale che comprende quattro periodi di imposta (o cinque, nel caso di omessa dichiarazione e, comunque, ai fini della regolarizzazione della propria posizione con riferimento al quadro RW). I periodi di imposta raddoppiano (otto o dieci anni) nel caso di patrimoni detenuti in paesi a fiscalità privilegiata. Viene esplicitamente prevista l' inapplicabilità di detto raddoppio al ricorrere congiunto di una serie di condizioni tra le quali: (i) il rilascio agli intermediari finanziari esteri (presso cui le attività sono detenute o trasferite) dell' autorizzazione a trasmettere alle autorità finanziarie italiane richiedenti tutti i dati concernenti le attività oggetto di collaborazione volontaria; (ii) deposito di copia di tale autorizzazione, controfirmata dall' intermediario finanziario estero, insieme alla domanda di disclosure; (iii) stipula da parte dello stato estero, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, di accordi che consentano un effettivo scambio di informazioni anche su elementi riconducibili al periodo intercorrente Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26
6 dicembre 2014 Pagina 26 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 27 Italia Oggi Enti locali La Cassazione frena sull' elusione fiscale La Cassazione frena sull' elusione fiscale. Il fisco non può negare i benefici e le detrazioni quando reputa che la spesa atta dalla società sia antieconomica. Sono infatti deducibili i costi sostenuti per l' assistenza legale, in virtù di un contratto, e quelli per l' acquisto di beni, anche se non sembrano convenienti all' ufficio delle Entrate. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 25774 del 5 dicembre 2014, ha respinto il ricorso dell' Agenzia delle entrate. Il caso riguarda una società che aveva speso molto denaro per pagare l' assistenza legale e per il riacquisto di torcitoi, a un prezzo, che era stato considerato dall' ufficio non troppo conveniente. Per questo l' amministrazione finanziaria aveva negato la detrazione. Contro l' avviso di accertamento Irap e I v a l a s o c i e t à h a p r e s e n t a t o c o n successo ricorso alla Ctp di Varese che ha annullato la pretesa impositiva. La Ctr Lombardia ha confermato. Ora la Cassazione ha reso definitivo il verdetto spiegando che affetti da palese infondatezza nel merito sono il terzo e il quarto motivo di ricorso presentato dall' Agenzia delle entrate, «poiché disconoscendo la legittimità delle riprese rispettivamente operate dall' ufficio in punto di interessi e di costi deducibili, la Ctr, limitandosi, da un lato, a prendere atto che i prestiti alle controllate erano infruttiferi e dall' altro che trattasi di compensi per prestazioni di assistenza tecnica contrattualmente dovuti, ha rettamente assolto con compiutezza e linearità motivazionale, di tal ché nessun addebito in punto di congruenza della motivazione sotto il profilo logico è ad essa seriamente imputabile». La decisione stride con molte sentenze di legittimità con le quali è stata invece sdoganata l' ingerenza dell' amministrazione finanziaria nelle scelte imprenditoriali. Esattamente un anno fa, infatti, la stessa Cassazione ha sancito che è elusione fiscale corrispondere un compenso troppo alto all' amministratore unico. Non solo. La società di capitali non ha diritto alla detrazione di quanto corrisposto al manager che è paragonabile all' imprenditore. DEBORA ALBERICI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28
6 dicembre 2014 Pagina 28 Italia Oggi Enti locali La proroga dei versamenti non eviterà l' ennesima sforbiciata a carico dei comuni. Imu terreni, bilanci in pericolo L' accertamento convenzionale rischia di produrre residui. Consentire l' accertamento di un' entrata virtuale per compensare il taglio reale dei trasferimenti. Dovrebbe essere questa la «soluzione tecnica» che il governo adotterà per consentire ai comuni di quadrare i bilanci dopo il rinvio al 2015 della scadenza per il pagamento dell' Imu sui terreni montani. Ma si tratta di un escamotage che presenta non poche criticità. Dopo l' annuncio del sottosegretario all' economia, Pier Paolo Baretta, in commissione Finanze alla Camera (si veda ItaliaOggi di ieri), la proroga è ormai certa. E anche sulla definizione delle coperture la strada sembra tracciata. Anche perché non ci sono molte alternative. Il governo, infatti, non è in grado di reperire altrove i 350 milioni di euro recuperati attraverso i tagli al fondo di solidarietà dei comuni non più inclusi nel perimetro dell' esenzione dal tributo in base alla nuova geografia definita dal decreto «congelato». Tali risorse, infatti, sono già state spese dal dl 66/2014 per il bonus da 80 euro. Il rinvio non eviterà l' ennesima sforbiciata a carico dei municipi. Per compensare la riduzione, ai sindaci sarà consentito comunque t e n e r e c o n t o d e l l ' Imu. Tecnicamente, il meccanismo si chiama «accertamento convenzionale»: in pratica, un taglio effettivo viene compensato da un' entrata virtuale, in attesa che quest' ultima venga effettivamente riscossa. Sulla tempistica dei pagamenti, nulla è stato ancora deciso. Di per sé, non sembrano esservi ostacoli contabili alla fissazione del nuovo termine oltre il mese di gennaio. Anche le nuove regole contabili (che diventeranno obbligatorie per tutti gli enti dal 1° gennaio) consentono, infatti, di imputare ad un esercizio le entrate tributarie riscosse nell' anno successivo, purché entro il termine per l' approvazione del rendiconto. I veri problemi sono altri. Innanzitutto, i comuni dovranno far fronte ad un deficit di cassa, avendo un fondo più basso senza incassare nulla a titolo I. Inoltre, le entrate future paiono assai «ballerine». L' accertamento convenzionale, infatti, dovrà essere effettuato dai comuni sulla base degli importi loro decurtati sul fondo, che sono frutto delle stime di incasso effettuate dagli uffici ministeriali. Nessuno, nelle ragionerie e negli uffici tributi, ha capito come siano stati fatti i conti e i risultati paiono spesso ampiamente sovrastimati. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 29
6 dicembre 2014 Pagina 28 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 28 Italia Oggi Enti locali IMUTASI, le risposte ai quesiti dei lettori PARTITI POLITICI Si chiede se un fabbricato classificato in catasto come A/10, sede di un partito politico, posseduto per il 50% dal partito stesso e per il restante 50% da un soggetto privato che lo ha dato in uso gratuito al partito, è esente dal pagamento dell' Imu. Il fabbricato non è esente dall' Imu perché l' attività svolta dal partito politico non rientra tra quelle elencate dall' articolo 7, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 504/1992. Gli enti non commerciali possono fruire dell' esenzione Imu solo se le attività, elencate tassativamente dalla norma citata, vengano svolte con modalità non commerciali. Il partito politico, però, non svolge nessuna delle attività indicate dall' articolo 7, tra le quali: assistenza, beneficenza, ricreativa, culturale, sportiva e via dicendo. Peraltro, la norma richiede che l' immobile debba essere posseduto integralmente dall' ente non commerciale. IMU E COMPROPRIETÀ Sono comproprietario con i miei fratelli di un immobile in cui risiedo. Ritengo di essere titolare del diritto d' uso o di abitazione in quanto, appunto, vi risiedo. Quindi, dovrebbe spettare al sottoscritto l' esenzione Imu i n quanto l' immobile è adibito a abitazione principale. Si fa presente che il suddetto immobile, però, risulta ancora intestato a mia madre, che è deceduta e non è ancora stata aperta la successione. Alla luce di quanto sopra si chiede quali siano le condizioni che attribuiscono la titolarità del diritto d' uso o di abitazione, in quanto diritti reali di godimento che attribuiscono la soggettività passiva per l' Imu. I diritti d' uso o di abitazione sono diritti reali di godimento che possono essere costituiti con contratto o con testamento. Il contribuente, dunque, deve fornire prova documentale di essere titolare di uno di questi diritti. Non è sufficiente l' utilizzo, di fatto, dell' immobile per dimostrare di essere titolare dei diritti di uso o abitazione. In mancanza di una prova ad hoc, non è possibile essere considerato soggetto passivo dell' imposta municipale e, per l' effetto, non può fruire dell' esenzione. FABBRICATI INAGIBILI Il titolare di un fabbricato dichiarato inagibile è tenuto a pagare sia l' Imu che la Tasi? I fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili sono soggetti al pagamento sia dell' Imu che della Tasi. I titolari di questi immobili sono tenuti a pagare anche la nuova imposta sui servizi indivisibili con la riduzione del 50%, così come già previsto per l' Imu. I due tributi hanno in comune la base imponibile. Per i fabbricati inagibili o inabitabili l' articolo 4 del dl 16/2012 ha disposto la riduzione al 50% della base imponibile Imu. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 31
6 dicembre 2014 Pagina 28 Italia Oggi
6 dicembre 2014 Pagina 29 Italia Oggi Enti locali Lo denuncia l' Anci all' Anac. L' Avcpass rallenta gli appalti pubblici Il sistema di verifica dei requisiti dei partecipanti agli appalti pubblici gestito dall' Anac rallenta le procedure di gara e rischia di determinare la perdita dei finanziamenti. È perciò necessaria una sospensione e un ripensamento del suo funzionamento. È questa la denuncia contenuta nell' articolato documento di 11 pagine che l' Anci ha inviato all' Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, che ha ereditato la gestione del sistema Avcpass (Authority virtual company passport) messo a punto negli anni scorsi dalla soppressa Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Il punto centrale delle critiche che l' Anci muove al sistema informatico (vincolante dal primo luglio per tutte le stazioni appaltanti) è che, al di là delle meritevoli intenzioni di snellimento che il Codice d e i contratti pubblici avrebbe voluto introdurre (con gli articoli 6bis e 48 del dlgs 163/2006), nei fatti costituisce un aggravio del procedimento, anziché un mezzo per facilitare la verifica dei requisiti da parte delle stazioni appaltanti, influendo negativamente sui tempi di gestione delle gare. L ' Anci chiede un ripensamento dell' intera operazione avviata ormai tre anni fa, perché il sistema era nato per verificare i requisiti dei partecipanti, ma «in realtà vengono richieste una serie di informazioni che con la verifica dei requisiti c' entrano molto poco. Nonostante nei due anni passati l' Autorità abbia svolto numerosi corsi di formazione presso le amministrazioni, l' Anci ritiene indispensabile proporre un' ulteriore azione di formazione per i comuni. L' Anci propone quindi una sospensione dell' operatività dell' Avcpass per risolvere i problemi per poi riattivare il tutto prevedendone un innalzamento della soglia di applicazione: da 40.000 a 150.000 euro per i servizi e forniture e a 207.000 euro per i lavori. ANDREA MASCOLINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33
6 dicembre 2014 Pagina 29 Italia Oggi Enti locali Madia sul divieto di conferire compiti dirigenziali. P.a., pensionati out Incarichi vietati, molte le eccezioni. Una regola con molte eccezioni. Il divieto di conferire incarichi dirigenziali, direttivi, di studio e consulenza ai pensionati (contenuto nell' art. 6 del decreto legge di riforma della p.a., dl 90/2014) è di «stretta interpretazione». Perché, diversamente, incorrerebbe nei rilievi della Corte costituzionale. Per questo sono esclusi dal divieto coloro che, collocati in quiescenza per aver raggiunto i requisiti minimi nella propria carriera, vogliano concorrere per un altro impiego pubblico i n una carriera in cui sia ancora possibile prestare servizio (si pensi all' università e all' amministrazione della giustizia che hanno un' età pensionabile più alta). Via libera anche agli incarichi di ricerca e di docenza (non espressamente contemplati dal divieto) a condizione che siano reali, così come agli incarichi nelle commissioni di concorso o di gara. «Per la loro natura eccezionale» devono poi ritenersi esclusi anche gli incarichi dei commissari straordinari degli enti pubblici. E la stessa cosa dicasi per i subcommissari. Negli enti locali, infine, il divieto non si applica agli incarichi in organi di controllo (collegi sindacali e collegi dei revisori) a condizione che non abbiano natura dirigenziale. Con la circolare n. 6 del 4 dicembre 2014 il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, ha chiarito la portata applicativa di una norma molto discussa della riforma p.a, quella che «per agevolare il ricambio generazionale e il ringiovanimento del personale nelle p.a.» vieta a tutte le pubbliche amministrazioni comprese nell' elenco Istat (incluse le autorità indipendenti, la Consob, i ministeri, gli enti territoriali) di continuare ad avvalersi di dipendenti in pensione, attribuendo loro rilevanti responsabilità amministrative. Una prassi che secondo il dicastero di palazzo Vidoni finisce per sbarrare la strada ai dipendenti più giovani. Le nuove regole si applicano dall' entrata in vigore del decreto legge, ossia dal 25 giugno 2014. Gli incarichi conferiti prima non saranno soggetti ad alcun divieto, al pari di quelli attribuiti da soggetti diversi dalla pubblica amministrazione. Disco rosso, invece, per le cariche in organi di governo di enti e società controllate (presidente, amministratore o componente del cda). Il divieto non si applica se gli incarichi sono gratuiti a condizione però che non abbiano una durata Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34
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