UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Domenica, 04 gennaio 2015 - Unione dei Comuni della ...

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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Domenica, 04 gennaio 2015 - Unione dei Comuni della ...
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
        Domenica, 04 gennaio 2015
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
                                                      Domenica, 04 gennaio 2015

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 04/01/2015 Prima Pagina
 Il Sole 24 Ore                                                                                         1
Enti locali
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2
 Incentivi per la digitalizzazione delle Pmi al palo                                                    2
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 3
 Più riforme, attuazione al 47% Mancano ancora 585 decreti                                              4
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 Controlli all' Inps e costi dimezzati                                                                  6
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 Il governo accelera Ieri l' incontro tra Renzi e Boeri                                                 8
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7
 Renzi: Pd decisivo per il Quirinale                                                                    10
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9                                                     ALDO BONOMI
 La vetrina dell' Expo e il mosaico delle proposte regionali                                            12
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11
 L' autoriciclaggio a rischio censura «ne bis in idem»                                                  14
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 12
 Hera, focus sul ciclo dei rifiuti e più efficienza nella filiera...                                    16
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 14
 Primi, timidi segnali dagli alimentari                                                                 19
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
 Dai tagli fiscali i sostegni per recuperare gli «outsider»                                             20
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
 Ma la decontribuzione ha pochi fondi                                                                   22
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
 Un piano nazionale contro la povertà                                                                   24
 04/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 25
 Per uno Stato più piccolo ed efficiente                                                                26
Il Resto del Carlino Ravenna
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 8                           CORRADO ANNAMARIA
 Da pediatraa sindaco sognando l' Africa                                                                28
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17                               SCARDOVI LUIGI
 Ad Alfonsine il 2015 comincia con una raffica di furti                                                 30
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
 BAGNACAVALLO: DOPPIO FILM A PALAZZO VECCHIO                                                            31
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
 Merendi, l' appello della figlia«Papà torna, ti...                                                     32
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 18                          MONTANARI LORENZA
 Il Natale della nuova Pro Loco«Vogliamo continuare così»                                               34
 04/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 18                                SAVIOLI MONIA
 Morto Alberani,una vita fra i film                                                                     36
Corriere di Romagna Ravenna
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Area produttiva Naviglio: scatta il ricorso al Tar                                                     37
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Consiglio in streaming                                                                                 39
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Disegni di Magda Minguzzi                                                                              40
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Insediato il consiglio dei ragazzi                                                                     41
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Vola la Befana sui mercatini in centro                                                                 42
 04/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 19
 Arrivano i Re Magi, rivive il vero spirito dell' Epifania                                              43
La Voce di Romagna Ravenna
 04/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 28
 "La gente tornerà nei negozi del centro"                                                               45
 04/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 28
 Il caso Ancora nessuna notizia dell' 80enne Ezio Merendi                                               47
 04/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 28
 Mercatino sotto il loggiato del Pavaglione con la Befana                                               48
 04/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 28
 Pranzo benefico per il reparto di oncologia                                                            49
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04/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 28
 Presepe in Ghiacciaia: ultimi giorni per visitare l' opera dei bimbi                        50
La Repubblica Bologna
 04/01/2015 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 5                        CATERINA GIUSBERTI
 Gitanti per un giorno da fuori città nella Mecca delle catene per...                        51
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4 gennaio 2015
                           Il Sole 24 Ore
                                    Prima Pagina

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4 gennaio 2015
Pagina 2                                      Il Sole 24 Ore
                                                         Enti locali

  Incentivi per la digitalizzazione delle Pmi al palo
  ROMA Il voluminoso arretrato è stato in buona
  parte smaltito, ora tutte le attenzioni si
  concentrano sulle nuove norme per la ricerca e
  sul piano per lo sviluppo del made in Italy. Le
  policy per il supporto alle imprese hanno
  marciato, nel corso degli ultimi tre esecutivi,
  con un andamento rallentato da non poche
  complicazioni burocratiche in fase attuativa.
  Si può ritenere tuttavia che un' accelerazione
  ci sia stata negli ultimi mesi, ad esempio con il
  completamento delle cornici normative relative
  alle startup innovative e ai pagamenti dei
  debiti commerciali della Pa (anche se le
  erogazioni ai creditori restano al di sotto degli
  annunci). Anche la parte di competenza
  governativa del cosiddetto "taglia bollette",
  volto a ridurre i costi energetici a carico delle
  Pmi, ha tagliato il traguardo.
  Vanno invece ricordati provvedimenti rimasti
  solo sulla carta o il cui salvataggio non può
  dirsi ancora ultimato. Nel primo caso spiccano
  gli incentivi per la digitalizzazione delle Pmi
  (voucher da 10mila euro o detrazioni al 65%)
  che erano stati introdotti con il decreto
  Destinazione Italia nel dicembre 2013
  (governo Letta): dopo una lunga attesa è
  arrivato il decreto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che detta le disposizioni
  applicative ma manca ancora il provvedimento attuativo dell' Economia che dovrebbe sbloccare le
  risorse.
  Ha rischiato a lungo la medesima sorte il credito d' imposta per gli investimenti in ricerca che era stato
  varato con il medesimo decreto. La copertura che era stata inizialmente individuata ­ a valere sulla
  programmazione dei fondi europei 2014­2020 ­ si è rivelata presto inutilizzabile, bloccando la misura
  per quasi un anno. Di qui la decisione dell' attuale governo di tamponare la falla all' interno dell' ultima
  legge di stabilità, riscrivendo la cornice della norma e prevedendo una differente copertura. Il nuovo
  "bonus" ricerca, in sintesi, è stato esteso da 3 a 5 anni e consiste in un credito di imposta del 25% per la
  spesa incrementale rispetto alla media del periodo 2012­2014. Occorrerà un decreto attuativo del
  ministero dello Sviluppo, di concerto con l' Economia, contenente le disposizioni applicative e quelle
  relative alle verifiche degli investimenti, perché la misura diventi operativa (non è previsto un termine
  per l' adozione del provvedimento). La stessa tipologia di decreto dovrà sbloccare l' altra rilevante
  novità che la legge di stabilità introduce per le attività di ricerca, ovvero il cosiddetto "patent box" che
  defiscalizza i redditi derivanti da beni intangibili (brevetti e marchi funzionalmente a questi assimilabili).
  Si è poi ancora in attesa del decreto dello Sviluppo economico che dovrà dare il via al Piano
  straordinario per il made in Italy previsto dal decreto sblocca Italia e finanziato con la "stabilità". In
  questo caso siamo già oltre i termini indicati: il provvedimento attuativo, che dovrebbe riguardare anche
  le iniziative per l' attrazione degli investimenti esteri, avrebbe dovuto vedere la luce già a metà
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  Rating 24.

  Più riforme, attuazione al 47% Mancano ancora 585
  decreti
  Il governo accelera il completamento dei pacchetti Monti­Letta Ma la legge di stabilità
  aggiunge un carico di altri 119 provvedimenti.

  ROMA Il nuovo anno inizia già con un carico di
  lavoro impegnativo: la messa a punto dei
  provvedimenti necessari a rendere efficaci le
  manovre varate dagli ultimi tre governi per
  rilanciare l' economia attende ancora 585
  decreti attuativi da varare, oltre la metà del
  totale (1.102), e per 204 di questi è già
  scaduto il termine fissato dal legislatore per l'
  adozione. A comporre questo numero
  contribuiscono due trend contrastanti: da un
  lato l' esecutivo Renzi ha dato un colpo di
  acceleratore allo smaltimento delle misure
  previste dai due precedenti inquilini di Palazzo
  Chigi (Mario Monti ed Enrico Letta) portando a
  casa due provvedimenti su tre; dall' altro lato
  le nuove riforme dell' ex sindaco di Firenze
  hanno portato con loro un bagaglio di nuovi
  decreti attuativi consistente, che solo da pochi
  mesi è sulle scrivanie degli uffici legislativi dei
  ministeri competenti.
  Basti pensare all' ultima legge di Stabilità,
  entrata in vigore giovedì scorso. La ex
  finanziaria necessiterà di 119 interventi per
  rendere efficaci le sue misure, contro i 77
  previsti dalla Stabilità varata dal precedente
  esecutivo Letta.
  Eppure, il testo uscito Consiglio dei ministri il 15 ottobre e varato dal governo aveva previsto solo 43
  decreti attuativi. In linea con l' impegno preso da Renzi fin dai primi giorni del suo governo e rilanciato
  all' inizio di settembre presentando l' agenda dei mille giorni: «La grande sfida sarà delegificare e
  ridurre il procedimento normativo», mettere un freno ai decreti attuativi che rallentano il cammino delle
  riforme, rendendo il più possibile autoapplicative le leggi varate. Ma il successivo iter parlamentare ha
  portato il numero appunto a quota 119.
  Rispetto a due mesi fa quindi (si veda il Sole 24 Ore del 2 novembre), il tasso di attuazione, prendendo i
  considerazione i soli provvedimenti pubblicati sulla Gazzetta Ufficale, ha registrato un leggero
  arretramento: dal 52,7% al 46,9 per cento. Un trend che resta sostanzialmente in linea, però, se si
  escludono le oltre cento norme della Stabilità 2015: il 52,6%.
  In dettaglio, le misure del governo Monti sono ormai per più di tre quarti completate (75,8% rispetto al
  74,2% di due mesi fa).
  Quelle di Letta hanno superato il 50% (per la precisione 52,7% rispetto al 48,6% di inizio novembre). Se

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  Pubblico impiego.

  Controlli all' Inps e costi dimezzati
  Con il passaggio di competenze delle Asl si stima la riduzione al 50% degli attuali 70
  milioni.

  ROMA L' Inps è pronta a garantire i controlli
  sui dipendenti pubblici che si assentano dal
  lavoro per malattia come già fa per il settore
  privato. E potrà assolvere a questa funzione
  essenziale con una spesa pari alla metà di
  quella impiegata per i controlli attualmente
  affidati alle Asl, ovvero 35 milioni di euro
  invece di 70.
  Il giorno dopo le reazioni allo scandalo delle
  mega assenze dei vigili urbani della Capitale
  in prossimità delle feste natalizie, fonti dell'
  Istituto hanno fatto sapere che la
  centralizzazione dei controlli è non solo
  possibile ma molto auspicata.
  Come del resto era stato spiegato il 26
  febbraio scorso in un' audizione alla
  Commissione Affari sociali della Camera. Nell'
  ambito del piano industriale di accorpamento
  degli enti previdenziali minori e dell' Inpdap, i
  vertici dell' Istituto avevano confermato già
  dieci mesi fa di poter realizzare significativi
  risparmi accollandosi «l' onere di effettuare le
  visite mediche di controllo per il segmento
  pubblico attualmente affidate alle Asl». Le
  somme appostate per la medicina di controllo
  nel bilancio 2014 ammontano, per quanto
  riguarda le verifiche fiscali dell' Inps nel privato, a 12 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 22 milioni
  spesi nel corso del 2013.
  Con il dimezzamento della spesa c' è il rischio di una flessione nei controlli, visto che, come ha
  sottolineato il documento conclusivo della Commissione della Camera, con la spending review, si è
  passati da «circa 78.700 visite mediche d' ufficio effettuate mensilmente nel 2012 a circa 10.000 visite
  mensili a luglio e agosto 2013 ed a 5.000 visite a settembre». Tuttavia l' Istituto non ha riscontrato alcun
  elemento significativo di incremento della spesa per malattia. In media il 10% delle visite effettuate lo
  scorso anno ha portato a una riduzione della prognosi da parte del medico con un rientro al lavoro
  anticipato del dipendente in malattia. Le visite potrebbero essere comunque più efficaci rispetto al
  sistema Asl se indirizzate proprio con il ricorso a sistemi informatici Inps. Se l' ipotesi sarà concretizzata
  ­ per farlo serve una modifica delle norme vigenti ­ si andrebbe verso una procedura uniforme
  utilizzando il sistema di data mining e l' archivio dei certificati online di cui l' Istituto ha la gestione.
  L' accentramento dell' attività di controllo sulle malattie ha subito incontrato i favori dei tecnici sanitari
  rappresentati dalla Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale (si veda altro
  articolo) e di parte dei sindacati. «Ben venga» un sistema unico affidato all' Inps e uguale per dipendenti

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  Gli interventi. Controlli e governance Inps insieme.

  Il governo accelera Ieri l' incontro tra Renzi e Boeri
  roma Il Governo interverrà in tempi stretti sul
  pubblico impiego e non è escluso un
  provvedimento in anticipo, almeno sul fronte
  dei controlli sulle assenze per malattia, rispetto
  al disegno di legge delega di riforma della Pa
  che è fermo in Commissione Affari
  costituzionali del Senato. Ieri Matteo Renzi,
  prima di lasciare Curmayeur, ha incontrato il
  nuovo presidente designato dell' Inps, Tito
  Boeri. Un colloquio durato circa un' ora,
  probabilmente per definire le modalità dell'
  insediamento dell' economista alla guida dell'
  Istituto al posto del commissario Tiziano Treu
  con la prevista riforma della governance Inps.
  Si dovrà mettere in campo un provvedimento
  ad hoc e non è da escludere che questo
  strumento normativo si trasformi in un veicolo
  anche per l' accentramento in Inps dei controlli
  sulle assenze per malattia nel pubblico
  impiego. Si vedrà.
  Sui profili tecnici dell' intervento normativo ha
  lavorato da tempo il sottosegretario alla
  Semplificazione e la Pa, Angelo Rughetti, che
  aveva illustrato l' idea di costituzione di un
  "polo unico di medicina fiscale" presso l' Inps
  lo scorso febbraio in Commissione Affari
  sociali della Camera. Tra l' altro Rughetti si era chiesto, in quella sede, «se l' attuale disciplina
  normativa, che prevede che la visita fiscale venga fatta già dal primo giorno, sia ancora attuale, o se
  invece si possa passare ad una fase successiva», considerando che «il nostro livello di assenza per
  malattia è ormai più o meno nel range europeo». Nel pubblico i controlli sono richiesti dal primo giorno,
  quando l' assenza si verifica, mentre nel privato le visite d' ufficio dell' Inps scattano dal terzo giorno in
  poi.
  Ieri il premier, in una lettera al Pd, ha ribadito la linea degli ultimi giorni:?«Il Parlamento ­ ha scritto ­
  dovrà licenziare la legge delega sulla Pa. Meno sprechi, tempi certi delle risposte del pubblico, grande
  investimento nel digitale, semplificazione e efficienza. Perché i tanti bravissimi funzionari pubblici che
  lavorano con onore hanno il diritto di non essere infangati da furbetti e furbastri».
  Dopo il varo del Jobs act verrà sicuramente rafforzata la previsione di delega di riordino del pubblico
  impiego in cui si indicano semplificazioni della normativa Brunetta (legge 15 del 2008 e dlgs 150) sui
  controlli, le valutazioni di performance e le retribuzioni di risultato. Verranno poi estesi i criteri di delega
  sulle responsabilità disciplinari e i licenziamenti, sulle dotazioni organiche e la gestione del personale
  (con modifiche al dlgs 165 del 2001).
  Intanto il comando della Polizia locale di Roma ha preso contatti con i vertici del ministero per la
  Semplificazione e la Pa di Marianna Madia. Gli ispettori della Funzione pubblica collaboreranno per far
  luce sulla vicenda degli agenti assenti a San Silvestro e già da domani saranno in grado di effettuare le
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  Lo snodo di gennaio. Lettera agli iscritti Pd: poche settimane per la legge elettorale ­ Ma i
  bersaniani alzano le barricate sui capilista bloccati.

  Renzi: Pd decisivo per il Quirinale
  ROMA Quirinale e legge elettorale, legge
  elettorale e Quirinale. In attesa di riunire i
  deputati e i senatori del Pd il 7 gennaio per lo
  sprint su Italicum (al Senato) e riforma
  costituzionale (alla Camera) prima di dedicarsi
  alla successione al Quirinale, Renzi prova a
  compattare i suoi con un lettera alle iscritte e
  agli iscritti del Pd. Due i messaggi: il prossimo
  presidente della Repubblica sarà scelto dal Pd
  e quindi sarà una donna o un uomo
  proveniente politicamente da una delle due
  famiglie costitutive del Pd (comunista­diessina
  e democristiana­margheritina). In cambio,
  però, i parlamentari dem devono votare la
  legge elettorale frutto dell' accordo con Silvio
  Berlusconi così come emerge dagli
  emendamenti presentati dalla presidente della
  commissione Affari costituzionali del Senato
  Anna Finocchiaro, senza modifiche: premio
  alla lista, soglia unica di sbarramento al 3% e
  anche i tanto criticati capilista bloccati con
  preferenze per gli altri in lista.
  Leggiamo punti salienti della lettera: «L'
  elezione del presidente della Repubblica sarà
  un passaggio delicato e difficile, come
  dimostra la storia parlamentare di questa
  legislatura. E succedere a un grande italiano come Giorgio Napolitano non sarà semplice: ma sono
  certo che il Pd sarà decisivo nello scegliere insieme a tutti un arbitro equilibrato e saggio, il garante
  super partes delle istituzioni». Pd decisivo, dunque. E quel riferimento alla caratteristica di "garante
  super partes" che dovrà avere il prossimo Capo dello Stato è un ovvio e normale riferimento a come
  deve essere interpretato il ruolo così come previsto dalla Costituzione, fanno notare i renziani della
  stretta cerchia. Nessun tecnico o soluzione outsider, almeno in prima battuta: il candidato sarà un
  politico di provenienza democratica. Prima, però, va approvato l' Italicum: «Chiuderemo già nelle
  prossime settimane la legge elettorale. Tra di noi eravamo divisi tra chi voleva i collegi (modello
  Mattarellum) e chi le preferenze (come in consiglio comunale). Avremo gli uni e gli altri. Per ogni
  collegio un candidato del partito, che girerà comune per comune, strada per strada, quartiere per
  quartiere e si farà vedere, riconoscibile, come il volto del Pd. E poi lo spazio, comunque, per le
  preferenze. Rottameremo le liste bloccate e insieme a loro rottameremo l' inciucismo perché la sera
  delle elezioni sapremo chi ha vinto. E chi vince avrà la maggiroanza per governare senza ricatti dei
  partitini».
  Chiaro che Renzi parla innanzitutto alla sinistra del suo partito, ancora così forte in un Parlamento eletto
  sotto la leadership di Pier Luigi Bersani. Attorno ai 120 i non renziani, di cui 30 in Senato (quelli che
  hanno firmato contro le riforme ) e 40 alla Camera (quelli che sono usciti dall' Aula per non votare il Jobs
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  MICROCOSMI LE TRACCE E I SOGGETTI.

  La vetrina dell' Expo e il mosaico delle proposte
  regionali
  di Aldo Bonomi Nell' anno che è passato le
  fibrillazioni territoriali hanno riguardato le
  province, l e C a m e r e d i C o m m e r c i o e i l
  normare le aree metropolitane. Nell' anno che
  verrà il tessere e ritessere la tela del territorio
  pare porre in agenda il tema delle regioni, il
  ridisegnarne confini e funzioni. Tematica
  carsicamente presente sin dalla loro
  istituzione. Che va ben al di là della mappatura
  dei confini amministrativi, intrecciando storia e
  geografia, economia e società locali.
  Sin dalla proposta della Fondazione Agnelli
  delle macroregioni ai tempi del fordismo,
  rilanciata da Miglio nel cielo della politica e del
  dibattito sul federalismo, poi divenuta bolla
  calda nella questione settentrionale, la mappa
  delle regioni è stata questione. Tant' è che nel
  2013 la società geografica Italiana le ha
  dedicato un poderoso lavoro collettivo
  orientato al riordino territoriale dello Stato.
  Ed oggi, in epoca di competizione globale
  attraverso piattaforme produttive transregionali
  ci si chiede se ha ancora senso la dimensione
  regionale per l' accompagnamento delle aree
  distrettuali ed altri osservatori attenti alla crisi
  dei modelli di sviluppo tratteggiano partendo
  dal basso la bioregione, nella quale «ogni città o grappolo di città piccole e medie, risulti in equilibrio
  ecologico produttivo e sociale con il proprio territorio...». Il tema scava in profondità oltre che nei modelli
  socioeconomici anche sul terreno politico­istituzionale essendo che la riforma del bicameralismo
  delinea il Senato delle regioni. Sarà interessante seguire dai territori l' evoluzione dello scenario
  regionale visto che il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha dichiarato che
  «se il governo vuole noi siamo disposti a discutere il riordino territoriale». Vedremo.
  Per ora mi interessa dar conto di un' esperienza minore, rispetto ai temi socioeconomici e politici
  tratteggiati. Ma che a questi rimanda trattandosi di un lavoro di accorpamento di tematiche territoriali e
  funzionali macro che le regioni tutte hanno dovuto fare per rappresentarsi e rappresentare il sistema
  paese verso Expo 2015 nel Padiglione Italia. È interessante vedere il mosaico di proposte e progetti
  scaturiti in un anno di lavoro della Conferenza delle Regioni. Si è partiti dalla geografia dei territori
  intrecciati con la specificità del tema nutrire il pianeta. Da quelle che un tempo erano le aree di frontiera
  e attraversamento come le Alpi e le aree dell' osso come la dorsale appenninica. Collocando l'
  agricoltura di montagna, l' ambiente, i turismi e i parchi in una nuova centralità che ha molto da dire nel
  rapporto tra le terre alte, le terre pedemontane e i distretti e la pianura dell' agricoltura intensiva. Con
  una regione capofila sia per le Alpi sia per l' Appennino tutte le regioni si sono confrontate sulle politiche
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  L' autoriciclaggio a rischio censura «ne bis in idem»
  DIRITTO E IMPRESA Il reato di autoriciclaggio
  va considerato nel contesto della legge che
  disciplina la collaborazione volontaria. La ratio
  è quella di colpire i reati fiscali (risalenti al
  2005 sino al 2013) oramai prescritti o
  comunque non definibili entro i termini della
  prescrizione sanzionando pesantemente l'
  utilizzo dei proventi illeciti da evasione detenuti
  in Italia e all' estero confidando che la legittima
  pretesa monitoria dello Stato favorisca il
  recupero erariale e che gli evasori necessitino
  dei fondi per reimpiegarli in attività lecite.
  Superata questa specificità della norma
  peraltro operante fino al 30 settembre 2015, l'
  articolo 648 ter 1 del Codice penale presenta
  una serie di criticità che, nel tempo, rischiano
  di vanificare l' intento del legislatore di colpire
  la condotta di colui che reimpieghi denaro o
  altra utilità derivante dalla commissione di un
  altro reato (il reato presupposto).
  Una condotta ulteriore rispetto al reato
  presupposto che si vuole sanzionare
  autonomamente per punire maggiormente chi
  dia origine a un processo di investimento dei
  proventi illeciti così arricchendosi e
  aggravando le conseguenze del primo reato.
  In realtà, l' utilizzazione del profitto illecito ­ già contemplata dal legislatore allorquando ha codificato le
  fattispecie di reato e le pene ­ è il motivo stesso per cui il reo si determina a commettere il reato
  presupposto: rubo la gallina per mangiarmela, prendo la mazzetta per goderne, fabbrico abbigliamento
  falso per conseguire proventi illeciti e reinvestirli.
  Il problema è che l' utilizzazione del profitto illecito è proprio la condotta oggetto del reato di
  autoriciclaggio che pertanto rischia di essere tacciato di incostituzionalità per violazione del principio del
  divieto di celebrare due processi per lo stesso fatto (ne bis in idem).
  Inoltre, emergeranno serie difficoltà applicative perché si esclude (articolo 648 ter 1, comma 4) la
  punibilità per la «mera utilizzazione (...) o (...
  ) per il godimento personale» del denaro o altro bene proveniente dal reato presupposto,criteri
  difficilmente distinguibili dal reimpiego che necessariamente comporta "utilizzazione" ed è comunque
  finalizzato a un «godimento personale».
  Il richiamo all' articolo 648 quater del Codice penale (confisca) rischia di sovrapporsi a due norme la cui
  efficacia si sta affermando sempre di più, ossia l' articolo 322 ter del Codice penale (Confisca) che
  prevede la confisca dei vantaggi economici tratti dall' illecito purché siano direttamente correlati al reato
  e l' articolo 12 sexies Dl 306/92 (Ipotesi particolari di confisca ) che prevede la confisca dell' intero
  patrimonio del condannato definitivamente per alcuni specifici reati ­ in cui non sono annoverati quelli
  tributari ­ quando si dimostri che è sproporzionato rispetto al reddito e non giustificabile.
  Due norme temute e già collaudate dalla giurisprudenza.
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  LETTERA AL RISPARMIATORE.

  Hera, focus sul ciclo dei rifiuti e più efficienza nella
  filiera delle reti
  Maggiore efficienza nelle reti e incremento del loro business.
  Poi, focus sul ciclo dei rifiuti. Senza dimenticare, infine, la
  funzione di polo aggregatore. Cioè, l' M&A.
  Sono tra le priorità di Hera per sostenere la propria crescita.
  Già, la crescita. Una delle strade per perseguirla è quella, per
  l' appunto, delle acquisizioni. Su questo fronte, nel business
  plan 2014­2018, la multi­utility indica che nell' arco di piano l'
  obiettivo è avere un incremento di ebitda di 100 milioni grazie
  all' M&A. Ma non è solamente il possibile shopping. Un fil
  rouge tra le varie aree di business (gas, acqua e elettricità) è
  costituito dal focus sulle reti. Hera prevede, sempre nell' arco
  d i piano, investimenti per circa 2,1 miliardi. Di questi 1,4
  miliardi sono destinati al network. In particolare, all'
  incremento della sua efficienza.
  Ciò detto, deve ricordarsi che l' Italia è in recessione. Il che
  induce calo della domanda di energia: una situazione che
  può dare fastidio allo sviluppo del business. Hera rigetta il
  dubbio. La diversificazione di portafoglio, unita agli
  investimenti per lo sviluppo, all' M&A e alle maggiori
  efficienze permettono la resilienza del gruppo alla crisi.
  Una maggiore resistenza che dovrà essere aiutata anche dall'
  impegno nell' area dell' ambiente.
  Nel piano d' impresa sono stati previsti circa 530 milioni di
  investimenti. Al di là dei Capex la società (da luglio è
  operativa HerAmbiente servizi industriali) vuole svolgere una
  politica attiva di acquisizione di nuovi clienti tra le imprese.

  Cioè, spingere nel business dei rifiuti speciali.
  pagina 12 Vittorio Carlini www.ilsole24ore.com/finanza L a
  «Lettera» online per gli abbonati Maggiore efficienza nelle reti
  e incremento del loro business. Poi, focus sulle attività legate
  al ciclo dei rifiuti. Senza dimenticare, infine, la funzione di
  polo aggregatore. Cioè, l' M&A.
  Sono tra le priorità del gruppo Hera per sostenere la propria
  crescita.
  Già, la crescita. Una delle strade per perseguirla è quella, per
  l' appunto, delle acquisizioni. La strategia, a ben vedere, ha
  da sempre caratterizzato la multi­utility. Proprio dal primo
  luglio 2014 la fusione per incorporazione di Amga Udine in
  Hera, avviata nel 2013, è stata formalmente completata. Adesso, però, la leva per proseguire nel
  cammino arriva dallo stesso legislatore. La Legge di Stabilità, soprattutto nell' art. 43, prevede la
  razionalizzazione delle società partecipate locali e le agevolazioni per l' aggregazione dei loro servizi
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  IN CRESCITA LE VENDITE A DICEMBRE.

  Primi, timidi segnali dagli alimentari
  Babbo Natale ha portato ai commercianti (ma
  anche all' industria dei beni di largo consumo)
  il regalo più ambito: la crescita delle vendite.
  Dopo i primi undici mesi del 2014
  assolutamente deludenti, la prima metà di
  dicembre, un mese pesantissimo per i bilanci,
  aveva registrato, tra il pagamento di Tari e
  Tasi, uno scivolone del 7% delle vendite di
  alimentari. Tanto che le catene commerciali si
  erano preparate al peggio.
  Sarà l' effetto congiunto delle tredicesime e
  delle promozioni (un prodotto su tre presenta
  uno sconto o un bonus) insieme al forte
  richiamo della tradizione e della tavola, ma le
  famiglie, sotto Natale, hanno aperto i portafogli
  e riempito i carrelli di prodotti. Alla fine le
  vendite di dicembre sono cresciute, anche se
  di poco, ma prima di sostenere che si tratti di
  un' inversione di tendenza bisogna attendere i
  dati sulle vendite di gennaio. Ancora prima
  però c' è il banco di prova dei saldi invernali,
  che riguardano essenzialmente abbigliamento,
  calzature e arredocasa.
  Il primo giorno è stato sostanzialmente debole
  ma il primo bilancio significativo lo si potrà
  tracciare solo alla fine del ponte dell' Epifania.

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  Il nuovo «Terzo Stato»

  Dai tagli fiscali i sostegni per recuperare gli
  «outsider»
  Morando: un robusto aiuto con la riduzione dell' Irap.

  Molto sulla prima società (il mondo dei
  garantiti, fatto di dipendenti pubblici e occupati
  a tempo indeterminato delle imprese
  maggiori) e sulla seconda (il mondo del
  rischio, fatto di piccole imprese, lavoratori
  autonomi, operai e impiegati). Poco o nulla
  sulla terza società, quella degli esclusi, o
  outsider, nel senso letterale di "coloro che
  stanno fuori": occupati in nero, disoccupati,
  inattivi ma disponibili al lavoro. Questo, in
  estrema sintesi, il giudizio di Luca Ricolfi (si
  veda l' editoriale pubblicato sul Sole 24 Ore
  del 2 gennaio 2015) sulla politica economica e
  sociale del governo Renzi.
  Prendo la prima parte di questo giudizio come
  un riconoscimento: quando il decreto 80 euro
  venne emanato, furono in molti a denunciare il
  carattere discriminatorio e addirittura
  "classista"(si veda il dibattito parlamentare per
  la conversione) della misura. Ora, a Legge di
  stabilità approvata ­ con l' eliminazione del
  costo del lavoro stabile dalla base imponibile
  dell' Irap e la decontribuzione per i neo assunti
  con contratto a tempo indeterminato ­ tutti
  possono constatare (anche aiutati dalle
  valutazioni di un critico severo come Ricolfi) l'
  equilibrio della linea di politica economica del governo, orientata a ridurre la pressione fiscale sia sul
  lavoro, sia sulla impresa.
  Del resto, sono stati proprio i lavori di Ricolfi ( L' enigma della crescita ) a mettere in evidenza che chi
  vuole la crescita deve agire sulle forze fondamentali che la influenzano, sapendo che nell' immediato è
  dalla riduzione della pressione fiscale sui produttori ­ lavoro e impresa ­ che possono venire i risultati
  migliori; mentre gli investimenti sulla qualità del capitale umano e delle istituzioni economiche
  fondamentali sono altrettanto, se non più rilevanti ­ e per questo vanno fatti subito ­, ma hanno bisogno
  di tempo per manifestare il loro benefici effetti sulla quantità e la qualità dello sviluppo. Quindi, subito gli
  80 euro, l' Irap e la decontribuzione. Contestualmente, ritmi serrati per le riforme strutturali: lavoro,
  scuola, giustizia civile, istituzioni democratiche e sistema elettorale.
  Dal successo di questo disegno di cambiamento del Paese dipende non soltanto il ritorno alla crescita,
  via recupero della produttività totale dei fattori. Ma anche la possibilità di creare lavoro per chi oggi non
  ce l' ha ­ legale e stabile ­, ma lo cerca attivamente: la terza società di cui scrive Luca Ricolfi.
  "In assenza di vincoli di addizionalità" ­ argomenta Ricolfi ­ i 5 miliardi di decontribuzione "possono

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  Alleggerimento contributivo. Perché non riservarlo solo alle imprese che aumentano l'
  occupazione?

  Ma la decontribuzione ha pochi fondi
  Caro Morando, come non ringraziarla?
  La sua lettera affronta di petto il tema degli
  esclusi e della Terza Società, e ci aiuta a
  ragionare senza pregiudizi su un problema
  cruciale per il futuro dell' Italia.
  Nella discussione che stiamo facendo ci sono,
  mi pare, un punto centrale e uno secondario.
  Il punto secondario riguarda una semplice
  questione di priorità. Sono pienamente
  convinto che il governo, alleggerendo l' Irpef, l'
  Irap e i contributi sociali, si stia muovendo
  nella direzione giusta, e lo stia facendo in
  m o d o bilanciato, ovvero senza privilegiare
  troppo né la base sociale della sinistra né
  quella della destra.
  Il mio dubbio riguarda solo le priorità: avendo
  10 miliardi a disposizione, penso sarebbe
  stato meglio convogliarli sulla creazione di
  nuovi posti di lavoro, piuttosto che erogarli a
  favore di chi un lavoro già ce l' ha. Nei termini
  della mia analisi: meglio dare una mano agli
  esclusi della Terza società, che darla agli
  inclusi della società delle garanzie e della
  società del rischio. Ma su questo non credo di
  doverla convincere, visto che quel che
  sostengo io è esattamente quel che sosteneva
  lei dieci mesi fa, quando il governo Renzi non aveva ancora deciso il bonus da 80 euro e stava ancora
  sfogliando la margherita Irpef/Irap. Allora, in un' intervista all' Huffington Post, lei dichiarava: «Io
  propendo per un intervento che sia favorevole alle imprese vista l' emergenza disoccupazione,
  soprattutto giovanile, che c' è in questo Paese, insomma se dovessi scegliere io sceglierei l' Irap». Il
  problema è che a scegliere non fu lei, che aveva perfettamente in testa il problema della Terza società,
  ma fu Renzi, che in testa aveva il problema di vincere le elezioni Europee.
  E ora veniamo al punto centrale, che per me è quello dell' addizionalità. Ossia: ha fatto bene il governo
  a prevedere un potente alleggerimento contributivo (fino a 8000 euro) per tutte le assunzioni, anziché
  riservarlo alle imprese che aumentano l' occupazione?
  Lei pensa che abbia fatto bene, io penso che abbia fatto male, e che su questo punto abbia ragione
  Susanna Camusso, che teme che i pochi soldi stanziati (meno di 2 miliardi nel 2015, 5 miliardi all' anno
  nel 2016 e nel 2017, nulla dopo il 2017) creino ben pochi posti di lavoro addizionali. Il problema è
  intricato, e può darsi benissimo che a sbagliarmi sia io, e voi sappiate perfettamente quel che state
  facendo. Perciò non proverò a convincere nessuno, ma userò il poco spazio di questo articolo solo per
  rendere più espliciti i miei dubbi, che sono essenzialmente due.
  Il primo dubbio riguarda gli scopi della decontribuzione. In tutti gli scambi di idee che ho avuto con
  esponenti del Pd, e dalla sua stessa lettera al Sole 24 Ore, risulta chiaramente che per voi la priorità è
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  Emergenze. Una persona su dieci vive nell' indigenza.

  Un piano nazionale contro la povertà
  Nel 2015 il Governo si dedicherà alla lotta contro la povertà?
  Il recente editoriale di Ricolfi spinge a chiedersi se Renzi
  vorrà essere il primo premier nella storia italiana a dare
  rappresentanza alle richieste di sostegni per fronteggiare il
  disagio, ben radicate nella nostra società ma regolarmente
  dimenticate nel momento di compiere delle scelte politiche.
  L' esplosione della povertà in Italia. Nel 2007 nel nostro paese
  sperimentavano la povertà assoluta 2,4 milioni di persone ­
  pari al 4,1% della popolazione ­ che nel 2013 erano salite a 6
  milioni, il 9,9%.
  L' indigenza ha rotto i confini che tradizionalmente ne
  delimitavano la presenza nella società italiana. Fino a pochi
  anni fa, si concentrava al Sud, tra gli anziani, tra le famiglie
  con molti figli e laddove manca il lavoro. Nella fase recente,
  non solo ha confermato il suo radicamento tra questi
  segmenti della popolazione ma si è anche diffusa
  notevolmente in altri, prima ritenuti poco vulnerabili: il centro­
  nord, le giovani famiglie, i nuclei con almeno 2 figli e quelli
  con componenti occupati.
  Quella assoluta è la povertà vera e propria. La sperimenta,
  infatti, chi non può sostenere le spese necessarie ad
  acquisire i beni e i servizi essenziali, nel contesto italiano, per
  conseguire uno standard di vita minimamente accettabile
  (alimentarsi adeguatamente, vivere in un' abitazione di
  dimensioni consone, con acqua calda ed energia, vestirsi
  decentemente, riuscire a spostarsi sul territorio e così via).
  Le risposte del welfare. L' Italia è, insieme alla Grecia, l' unico
  Paese europeo privo di una misura nazionale contro la
  povertà. I tratti principali di queste prestazioni sono ovunque
  gli stessi: ogni famiglia indigente riceve un contributo
  economico, pari alla differenza tra il proprio reddito e la
  soglia di povertà. Gli interessati fruiscono, inoltre, dei servizi ­
  sociali, educativi, per l' impiego ­ utili a costruire nuove
  competenze e/o ad organizzare diversamente la propria
  esistenza, forniti da Comuni, Terzo Settore e altri soggetti del
  territorio. S' introduce così un diritto nazionale e gli si dà
  sostanza attraverso il forte coinvolgimento delle comunità
  locali. P a r a l l e l a m e n t e , v e n g o n o c o n i u g a t i i d i r i t t i d i
  cittadinanza (usufruire della misura) e i doveri verso la
  collettività (gli utenti devono impegnarsi per perseguire la propria inclusione sociale e/o lavorativa). L'
  assenza di adeguate politiche si riflette nella dimensione della spesa pubblica contro l' esclusione
  sociale, che in Italia è inferiore dell' 80% alla media europea (0,1% del Pil rispetto a 0,5%).
  Durante la crisi, mentre la povertà galoppava le già esili risposte pubbliche venivano ulteriormente
  indebolite. L' unico contributo economico attivato è stata, nel 2008, la Social Card ­ 40 mensili rivolti a
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  la quarta rivoluzione.

  Per uno Stato più piccolo ed efficiente
  Sabino Cassese Secondo l' ufficio statistico
  britannico, la produttività nel settore dei servizi
  privati è aumentata del 14 per cento tra il 1999
  e il 2013, mentre quella del settore pubblico è
  diminuita dell' 1 per cento nel periodo dal 1999
  al 2010. Nonostante questo importante indice
  della crisi del settore pubblico, i politici si
  comportano nei suoi confronti come architetti
  che si preoccupano di una finestra che non
  funziona, mentre l' intera casa crolla.
  Questo libro, scritto da due collaboratori
  dell'«Economist» nello stesso stile diretto,
  semplice e pieno di esempi concreti proprio
  del settimanale, auspica una quarta
  rivoluzione dello Stato, sostenendo la tesi che
  quanto si va facendo da qualche decennio per
  la riforma della pubblica amministrazione è
  insufficiente. Secondo gli autori, la prima
  rivoluzione fu quella rappresentata dal
  Leviatano di Hobbes (1651), che pose le basi
  dello Stato garante del "law and order". La
  seconda quella liberale di cui fu interprete
  John Stuart Mill, che permise l' introduzione
  d e l p r i n c i p i o d e l m e r i t o n e l l a pubblica
  amministrazione. La terza quella impersonata
  da Beatrice Webb, che portò allo sviluppo
  dello Stato del benessere. Ora, infine, c' è bisogno di una razionalizzazione e riduzione dell' area
  occupata dallo Stato, la quarta rivoluzione. Dal 1930 ­ osservano gli autori ­ le imprese private hanno
  radicalmente cambiato i loro tipi e moduli organizzativi: hanno sostituito le gerarchie rigide con reti
  fluide; hanno esternalizzato le loro attività, salvo quelle essenziali; si sono specializzate; si valgono di
  personale esterno per l' innovazione; hanno personale che cambia continuamente. Al contrario, le
  organizzazioni pubbliche svolgono tutte le loro funzioni all' interno, sono centralizzate, temono l'
  innovazione, sono rigidamente fedeli al principio di uniformità. Bisognerebbe, quindi, re­ingegnerizzare
  lo Stato, vendere i gioielli di famiglia, sforbiciare gli entitlements (i diritti che spettano in forma
  automatica ai privati).
  Uno Stato più razionale e di minori dimensioni potrebbe funzionare meglio. Gli autori illustrano le loro
  tesi con dovizia di esempi, dalla sanità a Bangalore (in India), alla Svezia, a Singapore, alle
  amministrazioni locali di molti Paesi. E misurano la distanza percorsa negli ultimi due secoli. Basti dire
  che nel 1748 gli uffici del Tesoro inglese segnalavano che un impiegato con funzioni importanti da
  quarant' anni non si presentava in ufficio.
  Il libro si apre con la descrizione dell' Accademia per la formazione della élite amministrativa cinese,
  che deve formare la futura classe dirigente di quel Paese, con sede principale nei pressi di Shanghai. Vi
  passano diecimila funzionari per anno, ciascuno dei quali deve poi ritornarvi almeno una volta nei
  cinque anni successivi. Vi si formano dirigenti attraverso lezioni, ma principalmente con lavori "sul
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  Da pediatraa sindaco sognando l' Africa
  La storia di Angelo Antonellini.

  ANGELO Antonellini ha 68 anni compiuti da
  pochi giorni, sposato e con due figlie, è stato
  pediatra ospedaliero a Lugo e Ravenna per 34
  anni, è presidente della Fondazione Dopo di
  Noi dal 2009, è stato sindaco di Alfonsine dal
  2004 al 2009 e come volontario è stato in
  Africa almeno una quindicina di volte. Per ora.
  Antonellini, non si può certo dire che la sua sia
  una vita piatta. RISPOSTA «Non mi annoio,
  questo è vero.
  Ho sempre detto che io di vite ne ho avute tre:
  come pediatra, sindaco e volontario. In realtà
  queste vite si sono sempre intrecciate tra loro
  e continuano a farlo».
  DOMANDA Come presidente della
  Fondazione Dopo di Noi, che offre solidarietà
  e aiuto ai genitori di persone disabili, c'è una
  sfida particolarmente dura che è riuscito a
  vincere? RISPOSTA «Mi viene in mente il
  centro di Torri di Mezzano, nato nell'aprile del
  2008. Appena arrivato mi ha colpito il muro di
  isolamento che lo circondava. Abbiamo
  lavorato tanto per far vivere ai ragazzi il
  territorio, ma anche perché il territorio entrasse
  nel centro.
  Quella mi sembra una sfida quasi vinta».
  DOMANDA Cos'è stato più difficile, portare i ragazzi fuori o il mondo esterno nel centro? RISPOSTA «Il
  mondo esterno dentro al centro, non c'è dubbio. Molti erano spaventati, altri lo sono anche adesso.
  Volevo creare un gruppo di infermiere in pensione, ho lavorato tanti anni in ospedale e ne conosco
  tante. Ma non ci sono ancora riuscito».
  DOMANDA Poca disponibilità? RISPOSTA «L'impatto con il diverso' risulta ancora difficile. Molti si
  sentono a disagio, in difficoltà, hanno paura. C'è molta retorica, poca sostanza. Ma il gruppo di
  infermiere riuscirò a formarlo, sono molto testardo ».
  DOMANDA Lei è stato sindaco di Alfonsine, come c'è arrivato? RISPOSTA «Sono andato in pensione
  nel 2004, non sono riuscito ad arrivare a 40 anni di lavoro, perché in giugno sono diventato sindaco (nei
  Ds, ndr). All'inizio non lo volevo fare, ero spaventato, e invece è stato bellissimo. Un'esperienza che ho
  vissuto in maniera totale e diretta».
  DOMANDA Però ha lasciato dopo il primo mandato. RISPOSTA «Lo avevo detto subito. Ci hanno
  provato a convincermi a restare, ricordo mi chiamò diverse volte anche Vasco Errani, sei sicuro?
  ' continuava a chiedermi. Ma io avevo deciso. Anche per sfatare il mito dei politici attaccati alla poltrona
  ».
  DOMANDA Da sindaco qual è stata la faccenda più complicata che ha dovuto affrontare? RISPOSTA
  «Di sicuro la Variante di Alfonsine. È stata realizzata durante il mio mandato e inaugurata con il sindaco
  successivo. Erano sette chilometri e mezzo di strada e ci sono voluti più di trent'anni di carte e
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  IL RAID LADRI VISITANO ALMENO SETTE CASE. BOTTINI MAGRI, TANTI I DANNI.

  Ad Alfonsine il 2015 comincia con una raffica di furti
  UN PESSIMO inizio dell' anno per diverse
  famiglie che risiedono ad Alfonsine. Nella sola
  notte di San Silvestro si sono infatti registrati
  almeno sette furti in abitazioni, a cui si
  aggiunge un colpo messo a segno nella notte
  tra venerdì e ieri ai danni di un esercizio
  commerciale nella centrale piazza Monti.
  Inutile sottolineare la preoccupazione dei
  residenti alla luce di questo ennesimo raid. In
  diversi casi i danni provocati dai soliti ignoti'
  superano di gran lunga il misero bottino del
  furto. E' il caso per esempio della villetta
  situata in via Stroppata, strada che unisce
  Alfonsine a San Savino e a Fusignano, dove i
  topi d' appartamento, entrati verosimilmente in
  azione tra la tarda serata del 31 e l' una del
  primo giorno dell' anno, hanno arrecato danni
  che ammontano complessivamente a diverse
  centinaia di euro.
  CONTANDO sull' assenza dei proprietari,
  dopo aver infatti distrutto e messo fuori uso l'
  impianto di illuminazione esterno, i ladri hanno
  forzato e semidistrutto anche la porta d'
  ingresso entrando in casa e mettendo a
  soqquadro un po' tutto, alla ricerca di denaro e di preziosi. Ricerca che per fortuna non avrebbe sortito
  gli effetti sperati, anche se i ladri, hanno pensato bene di festeggiare il nuovo anno gustando, come
  tradizione vuole, alcuni chicchi di uva da tavola grossa' presente in cucina. Con tutta probabilità la
  stessa banda è responsabile anche del colpo messo a segno, negli stessi minuti, ai danni della villetta
  situata esattamente di fronte alla succitata abitazione. Anche in questo caso i ladri hanno messo ko' l'
  impianto di illuminazione esterno entrando dal retro dopo aver mandato in frantumi il vetro di una
  finestra. Una volta all' interno hanno visitato' e messo sottosopra alcune stanze accontentandosi di
  poche decine di euro rinvenute in una di queste. I malviventi hanno inoltre forzato un armadietto in cui
  erano regolarmente custoditi alcuni fucili, lasciandoli però al loro posto.
  A FARE l' amara sorpresa sono stati i proprietari, marito e moglie, tornati a casa intorno all' 1.15 dopo
  aver trascorso la notte di San Silvestro poco lontano in compagnia di amici. E' stata la stessa coppia di
  coniugi a telefonare ai dirimpettai dopo aver notato qualcosa di anomalo nella loro abitazione. I danni
  come nel caso dell' altra villetta, sono stati stimati in alcune centinaia di euro. Un terzo furto, sempre in
  via Stroppata e come gli altri denunciati ai carabinieri, si è consumato in una casa a poche centinaia di
  metri dalle due villette in questione. Sempre a cavallo' tra fine anno e l' inizio di quello attuale sono stati
  segnalati furti ai danni di abitazioni in via Morelli e in via Borse. Infine, in questo caso ieri notte, ad
  essere presa di mira è stata una lavanderia situata in piazza Monti. Luigi Scardovi.

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                                                                                                                    30
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  BAGNACAVALLO: DOPPIO FILM A PALAZZO
  VECCHIO
  OGGI due appuntamenti per Cinema Palazzo
  V e c c h i o a Bagnacavallo, i n p i a z z a d e l l a
  Libertà. Stasera alle 21.15, The English
  teacher di Craig Zisk.
  Alle 16.30, ci sarà l' ultimo appuntamento con
  La città dei bambini va al cinema, con la
  proiezione di Planes 2 Missione antincendio.

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  Merendi, l' appello della figlia«Papà torna, ti
  aspettiamo»
  Voltana, l' 80enne sparito da otto giorni.

  «BABBO, se dovessi leggere queste poche
  righe o se qualcuno dovesse riferirti di averle
  lette, ti preghiamo di darci tue notizie al più
  presto. Ovunque tu sia ti chiediamo di
  telefonare o di mandarci un segnale per farci
  almeno sapere che stai bene. Ti aspettiamo a
  casa a braccia aperte».
  E' l' accorato appello lanciato ieri attraverso il
  nostro quotidiano da Loredana, Sabrina a e
  Ida, rispettivamente le due figlie e la moglie di
  Ezio Merendi, l' 80enne di Voltana di cui da
  oltre una settimana si è persa ogni traccia.
  «Confidiamo inoltre proseguono su chiunque
  persona possa comunque fornire qualsiasi
  notizia, anche apparentemente di poco conto,
  che possa rivelarsi utile al suo ritrovamento
  contattando con urgenza le Compagnie
  Carabinieri di Lugo o di Ravenna al numero di
  emergenza 112».
  E' SEMPRE più avvolta nel mistero la
  scomparsa dell' ex coltivatore diretto
  voltanese, avvenuta ormai otto giorni fa. Come
  abbiamo più volte ricordato in queste colonne,
  nelle prima serata di venerdì 28 dicembre, il
  pensionato si era allontanato da casa in auto, una Fiat Punto' di colore grigio scuro. Nulla di strano, visto
  che l' 80enne era solito recarsi in qualche bar di Voltana o dei paesi limitrofi per un caffè o un
  cappuccino e per scambiare una partita di chiacchiere con gli amici. Intorno alle 21.30, e qui inizia l'
  aspetto insolito della vicenda, era stato notato da un automobilista voltanese mentre camminava, con il
  suo passo un po' claudicante, nei pressi della rotonda di Taglio Corelli. Circa mezz' ora dopo a notarlo,
  a pochi metri dal ristorante I Sapori del Bosco', furono invece quattro amici di Voltana che stavano
  recandosi in auto ad Alfonsine. Anche loro videro Merendi camminare in direzione Alfonsine, ma
  nonostante l' ora, non ci dettero troppa importanza, ritenendo che fosse appena uscito dal locale e si
  stesse dirigendo verso un punto in cui poteva aver parcheggiato l' auto, nella fattispecie nei pressi di
  una vicina carpenteria. SOLO IL GIORNO successivo si apprese che nel ristorante l' 80enne non era
  mai entrato. La sua auto fu ritrovata in via Cuorbalestro, a un chilometro dal ristorante, impantanata
  nella melma Dove era quindi diretto? Già dal primo giorno di indagini gli inquirenti hanno lasciano
  aperta ogni potesi. A otto giorni dalla scomparsa, escludendo che, eventualmente colto da improvvisa
  amnesia, possa trovarsi ancora in zona (lo hanno cercato decine di persone, tra carabinieri di Voltana e
  Alfonsine, polizia con l' impiego di un elicottero, volontari delle unità cinofile della protezione civile,
  familiari, amici e semplici conoscenti), è verosimile ritenere che Ezio possa aver chiesto un passaggio a
  qualcuno oppure che abbia deciso di sparire' di sua spontanea volontà, magari con la complicità di
  qualcuno. Si è infine battuta, finora senza risultati, la pista estera visto che l' 80enne era amico di alcune
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  Il Natale della nuova Pro Loco«Vogliamo continuare
  così»
  Il bilancio del presidente Marchiani.

  «LE INIZIATIVE natalizie sono andate molto
  bene, siamo davvero soddisfatti». Con queste
  parole Mauro Marchiani, presidente della Pro
  Loco di Lugo, inizia a fare un primo bilancio
  d e l l e i n i z i a t i v e o r g a n i z z a t e a Lugo i n
  occasione delle festività. Dopo aver animato il
  centro storico lughese con i mercatini Dona',
  dedicati agli articoli da regalo e tipici del
  Natale, la Pro Loco oggi concluderà il ciclo
  natalizio' con l' iniziativa Arriva la Befana': dalle
  10 alle 19, sotto le logge del Pavaglione, ci
  sarà un mercatino incentrato sulla creatività e
  la signora con la scopa' distribuirà cioccolata
  calda e pop corn a tutti i bambini.
  «Ci auguriamo prosegue Marchiani che anche
  questa iniziativa, organizzata per consentire
  alle famiglie di vivere una bella giornata e per
  offrire ai bambini un' occasione di
  divertimento, riscuota il medesimo successo
  dei mercatini di Natale, che hanno sempre
  registrato il pienone'».
  OLTRE ad organizzare i mercatini, la Pro
  Loco, il cui direttivo è stato completamente
  rinnovato nella primavera scorsa, ha
  collaborato attivamente con il Comune per la realizzazione di tutte le altre iniziative natalizie che si sono
  svolte nel centro di Lugo. «Non è trascorso neppure un anno da quando ho ricevuto l' incarico di
  presidente della Pro Loco nell' ambito del rinnovamento dell' associazione prosegue Marchiani , quindi
  per noi questa è stata la prima esperienza natalizia e posso dire che siamo soddisfatti perché la
  risposta del pubblico è stata ottima e siamo riusciti a creare l' atmosfera giusta. Tutto questo senza
  guadagnarci' nulla, in quanto siamo un' associazione basata esclusivamente sul volontariato, ma anche
  mantenendo sano' il nostro bilancio, il che ci consentirà di dedicare risorse alle prossime iniziative».
  IN SOSTANZA, si può dire che, dopo che era stata addirittura ipotizzata una chiusura della Pro Loco
  lughese, l' associazione è riuscita a rinascere tant' è che sono molto cresciute le iscrizioni e soprattutto
  si è registrato un incremento dei soci attivi', che ora sono circa 30 e collaborano concretamente.
  Vincente è stata anche la scelta di nominare presidente Marchiani, che non è certo nuovo all'
  organizzazione di iniziative nel centro storico di Lugo, essendo stato per vari anni presidente della
  Contesa Estense. In pratica, afferma Marchiani, «la differenza rispetto al passato è che ora il 90 per
  cento degli associati è attivo, mentre prima c' era sì un certo numero di iscritti, ma la percentuale di chi
  collaborava davvero era molto bassa». Con l' inizio del nuovo anno è partita la campagna di
  tesseramento e sembra che i soci siano destinati ad aumentare. Nel frattempo si sta già pensando alle
  prossime iniziative. Dice Marchiani: «A breve avremo l' assemblea, in cui stabiliremo il calendario delle
  iniziative del 2015. Stiamo già programmando gli eventi di Pasqua: può sembrare presto, ma mancano
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