UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA Giovedì, 26 marzo 2015 Prime Pagine 26/03/2015 Prima Pagina Il Sole 24 Ore 1 Enti locali 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 1 Premiare chi denuncia 2 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Bonus a ostacoli per gli investimenti 4 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6 CsC: si consolida la ripresa nel primo trimestre 6 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Riforme: fermarsi ora sarebbe un delitto 8 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Cantone «sfida» la Corte dei conti e limita la tassa odiata... 9 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Stretta sulle stazioni appaltanti 10 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Bonifica dell' amianto, bonus fiscale al 50% 12 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 18 La Fabi: «Il governo intervenga per salvare il nostro... 13 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Real estate europeo più trasparente 14 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Il terziario a Milano tocca i livelli minimi 16 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Tensioni con l' Ncd, slitta l' anticorruzione 17 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 28 I quattro passi verso la legalità 19 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 28 L'«essenzialità» della cultura 21 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 48 Dichiarazione unica per la Tasi 22 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 48 Nella gestione della Pa responsabili solo i dirigenti 24 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 49 Si sblocca il riordino dei contratti 26 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 2 EDOARDO NARDUZZI I vincoli di bilancio dello stato... 28 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 2 MARINO LONGONI L' euro si è trasformato in una camicia di forza 30 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 12 Le riforme sono ferme al palo 31 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 32 Al Tar l' intestazione obbligatoria 33 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 32 Senza targhe cala il noleggio 35 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 35 Rete viaria a rischio sicurezza 37 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 38 ANDREA MASCOLINI Clausole sociali di rigore negli appalti 39 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 38 CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA I Caf sottoposti al test privacy 40 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 39 DARIO FERRARA Il Durc non è in regola ma i fondi non si perdono 42 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44 FRANCESCO CERISANO Comuni, paga solo il dirigente 43 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44 Immobili di categoria D, arrivano i coefficienti per calcolare i tributi 45 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44 La dichiarazione Imu vale anche ai fini 47 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 47 LELIO CACCIAPAGLIA E MAURIZIO TOZZI Le pillole fiscali 49 Il Resto del Carlino Ravenna 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 11 L' ospedale piange TumiottoL' ex primario rese grande la cardiologia 50 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15 Manifestazionea Romacontro il Jobs act 51
26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 A CONSELICE UNA SERATA SULLE AVVENTURE LOCALI' 52 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 Tre donnenella segreteriacomunale 53 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 «Un incrocio troppo pericoloso» 54 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 La elementare di Massa domani premiata in Senato 55 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 Incontro dedicato alle truffe agli anziani 56 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27 Corso per formare nuove volontarie 57 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 L' auto per soccorrere gli animali 58 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 FILIPPI DANIELE Nuova attivitàaprirà sabatoin piazza 59 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 Visita guidata per stranieri all' ex convento di San Francesco 60 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 Prelevano soldi col bancomat rubato 61 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29 Tentano di svuotare le slot machine di un bar, ma l'allarme li costringe... 62 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33 Francesco Rosie Le mani sulla città' 63 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33 Viaggio tra letteraturae teatro 64 Corriere di Romagna Ravenna 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Ecco la nuova segreteria del Pd di Lugo 65 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Parte il progetto "Vi porto al nido" Genitori insieme a figli e educatori 66 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Personale alla Bottega Matteotti 67 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Rubano portafogli e poi ripuliscono bancomat Acquisti on line, in due nei... 68 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Violento scontro all' incrocio, due feriti 69 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Califfato, conversazione con Raffaeli 70 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Incontro con il sottosegretario Bressa 71 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 13 Visite a convento e podere Pantaleone 72 La Voce di Romagna Ravenna 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 Abete crolla su traliccio Telecom 73 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 Anziana derubata e 'spennata' 74 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 Da Bordeaux a Lugo per scoprire i segreti della 'romagnolità' 75 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 In Rocca si parla di anima e corpo 76 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 Oggi la prima edizione della 'Festa dei Suoli' 77 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34 Segreteria Pd più giovane e 'rosa' 78 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 40 Comico Ale & Franz shakerano il meglio del repertorio. Intrappolati... 79
26 marzo 2015 Il Sole 24 Ore Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
26 marzo 2015 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Enti locali IL?COMMENTO. Premiare chi denuncia LUIGI ZINGALES È positivo che il governo si stia impegnando attivamente nella lotta alla corruzione. La corruzione è un cancro che se non viene estirpato si diffonde. Poche persone giustificano moralmente la corruzione, ma molte la accettano perché il costo di non essere corrotti aumenta con il numero di corrotti. Continua?pagina?28 Continua da pagina 1 È come il costo di rispettare la fila per prendere uno skilift. Quando pochi la rispettano: chi lo fa non va avanti, ma va indietro. Tanto più elevata è la percezione della corruzione, tanto più i cittadini si sentono giustificati nell' accettare e pagare tangenti, perché sanno che rispettando le regole non riceveranno mai i servizi dovuti. Non a caso sulle nostre piste di sci vediamo i tedeschi, che in patria rispettano rigorosamente le code, tagliare le nostre con gusto. Gli inglesi hanno perfino un detto "quando sei a Roma fai come i Romani" (e non si riferiscono al cappuccino). Prima che la metastasi uccida il nostro Paese è necessario agire. Il Governo ha scelto due direzioni di attacco: da un lato una nuova legge sulla corruzione, dall' altro un nuovo regolamento anticorruzione per le società partecipate dal governo. Apprezzo soprattutto la seconda. Il Governo non è credibile nella lotta alla corruzione se non comincia prima di tutto in casa propria. La normativa è piena di ragionevoli precetti: trasparenza, monitoraggio, rotazione. Manca però un aspetto fondamentale, che gli Americani chiamano " tone at the top ", i valori condivisi dai vertici aziendali. Per sradicare la corruzione ci vuole una forte volontà di pulizia al vertice. Nessuna organizzazione può prevenire gli atti di un singolo impiegato disonesto. Ma qualsiasi organizzazione può, se lo vuole, evitare la corruzione diffusa. Per farlo, però, l' esempio deve partire dal vertice e si deve applicare la tolleranza zero. Non solo chi viola le norme interne, ma anche chi le rispetta in modo solo formale deve venire penalizzato la prima volta e licenziato la seconda. Purtroppo viene esteso in modo improprio il garantismo anche alla responsabilità manageriale. Per licenziare un dirigente non occorre dimostrare in tribunale la colpevolezza, basta che si rompa il rapporto fiduciario. Quando i vertici di una società si impegnano chiaramente nella lotta alla corruzione, anche solo il "girarsi dall' altra parte" di fronte ad un episodio di corruzione rompe questo rapporto. Non solo l' atto corruttivo, ma la tolleranza dell' atto diventa motivo di licenziamento. La protezione del posto di lavoro di fronte ad episodi di questo tipo è insostenibile. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2
26 marzo 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Enti locali Le vie della ripresa. Bonus a ostacoli per gli investimenti Per Casse e fondi pensione le risorse impiegate dovranno essere «certificate» dalle Entrate. Marco lo Conte Investire nell'economia reale beneficiando di un vantaggio fiscale domani sarà possibile appena il decreto ministeriale, ancora in bozza, sarà firmato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma, se verranno confermate le anticipazioni circolate in queste ore, per fondi pensione e Casse di previdenza equivarrà a una vero e proprio percorso ad ostacoli. Nelle sei pagine di testo, i tecnici del ministero dell' Economia hanno delineato le linee guida per l' accesso al beneficio fiscale compensativo del recente aumento della tassazione sui rendimenti annui operato dalla legge di Stabilità, per i fondi pensione regolati dal Dlgs 252/2005 e le Casse del Dlgs cosiddette ex 509 ed ex 103. Questi soggetti istituzionali potranno beneficiare complessivamente di 80 milioni di euro come credito di imposta investendo nella «realizzazione di infrastrutture correlate all' erogazione di servizi pubblici o d i pubblica utilità, effettuate attraverso la sottoscrizione o l' acquisto di azioni o quote di società (oppure obbligazioni o similari) operanti nei settori delle infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, sanitarie, delle telecomunicazioni e della produzione e trasporto di energia e fonti energetiche». La bozza aggiunge che i soggetti istituzionali potranno sottoscrivere in azioni per una durata non inferiore ai 5 anni mentre per una durata non inferiore ai 10 anni per accedere al credito di imposta potranno investire anche in quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr), ossia fondi di investimenti specializzati in azioni o obbligazioni «che investano prevalentemente in titoli» come quelli citati. Gli articoli 4 e 5 della bozza di decreto descrivono l' articolata procedura con la quale gli investitori previdenziali potranno accedere al beneficio fiscale, in ragione delle loro scelte di investimento. Si tratta degli articoli più volte ritoccati in fase di redazione, e in versioni forse ancora non definitive. Nel primo si specifica che il credito di imposta è riconosciuto nella misura della «differenza tra l' ammontare delle ritenute e imposte sostitutive applicate, nella misura del 26 per cento, sui redditi di natura finanziaria, dichiarate e certificate dai soggetti intermediari o dichiarate dai soggetti medesimi, e l' ammontare di tali ritenute e imposte sostitutive computate nella misura del 20 per cento, a condizione che un importo corrispondente tali redditi sia investito nelle attività di carattere finanziario a medio o lungo termine. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4
26 marzo 2015 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Enti locali CsC: si consolida la ripresa nel primo trimestre roma Le «potenti spinte esterne» hanno rimesso in moto l' Eurozona e l' Italia. È la diagnosi che arriva dal Centro studi di Confindustria (CsC): «Gli effetti di euro più debole, tassi ridotti e prezzo dimezzato del petrolio iniziano ad essere ben visibili negli indicatori», è scritto nelle prime righe del documento Congiuntura flash pubblicato ieri. Alcuni indicatori sono addirittura al massimo da quattro anni a questa parte. La ripresa accelera, quindi, e lo fa a mano a mano che quelle spinte esterne aumentano la fiducia e modificano le decisioni di spesa. Ma la posizione competitiva dell' Italia non cambia e quindi, sottolinea il CsC, queste condizioni favorevoli devono essere uno stimolo a fare le riforme. Il contesto è propizio: il trend di accelerazione dell' economia si diffonde e si consolida attraverso la sua stessa diffusione sia tra le nazioni dell' area euro sia tra i territori e i settori dell' economia nazionale, dove aumenta la quota di quelli che registrano incrementi di produzione e fatturato, anche interno. Secondo i calcoli del CsC, il Pil del nostro paese «viaggia verso un +0,2% nel primo trimestre», una stima che è stata influenzata negativamente dall'«inciampo» della produzione industriale di gennaio (0,7%), un dato che però potrebbe essere ribaltato a febbraio: la previsione è +0,4 per cento. I segnali positivi si avvertono sull' occupazione: ha già dato segnali di ripartenza nel 2014 e avanzerà «in presa diretta» con la congiuntura (il tasso di disoccupazione è 12,6 in gennaio). Un fattore, questo, che aiuterà le famiglie a liberarsi dall' incertezza causata dalla crisi. Le condizioni finanziarie sono molto migliorate grazie a cambio, Borsa e tassi, al di là della persistente restrizione del credito (ma ci sono timidi progressi). La liquidità delle imprese, sottolinea il Csc, è stata sostenuta dal pagamento degli arretrati della Pubblica amministrazione, che ha quasi compensato il calo dei prestiti bancari. Questo contesto favorevole non cambia però la posizione competitiva dell' Italia perchè è temporanea ed è comune a tutta l' Eurozona. Anzi, può evidenziare le lacune del nostro paese se, essendo meglio sfruttato dai sistemi più dinamici, ampliasse il divario di performance con gli altri paesi. Anche per questo, quindi, deve essere da sprone alle riforme. Si tratta di cogliere anche il positivo andamento della domanda mondiale: nel resto del mondo, sottolinea il CsC, il rallentamento Usa è passeggero e verrà superato in primavera perchè è più legato al meteo e agli scioperi nei porti che alla rivalutazione del dollaro. È invece duratura, perchè programmatica, la frenata della Cina, che comunque continuerà a fornire il maggiore contributo alla crescita globale. Sta andando bene l' India, male il Brasile, malissimo la Russia. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6
26 marzo 2015 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Enti locali Riforme: fermarsi ora sarebbe un delitto Tutto qui? In effetti è difficile esultare per quel magro +0,2% di crescita del Pil che il centro studi di Confindustria stima per il primo trimestre del 2015. Aumento risicato in assoluto, che pure sarebbe un' inversione di rotta, miglior dato da quasi quattro anni. Ma deludente soprattutto alla luce delle forze in campo, con una batteria di "stimoli" per dimensioni e varietà forse mai sperimentata finora dall' economia italiana. Il crollo dell' euro rispetto al dollaro, che rilancia la nostra competitività nell' area, come dimostrano i dati dell' export extraUe, si accompagna infatti ad un parallelo dimezzamento del prezzo del greggio. Che in condizioni "normali", oltre i 100 dollari al barile come un anno fa, avrebbe invece gettato sabbia negli ingranaggi della nostra crescita facendo lievitare la bolletta energetica per famiglie e imprese. Un sollievo arriva anche dal lato del credito, con una discesa dei tassi amplificata dal QE della Bce. Capace, se non di innescare una ripresa netta dei volumi erogati, almeno di ridurre il peso degli oneri finanziari per le imprese, giù di circa 2,5 miliardi su base annua rispetto a 12 mesi fa. I segnali in arrivo dalle importazioni, in crescita a doppia cifra se si trascura l' energia, lasciano intendere che anche il mercato interno si muove, come testimoniato del resto dalla crescente domanda nazionale per macchinari e robot. Tutto bene, dunque? In realtà proprio no: una crescita dello 0,2% è buona solo per la statistica, inadatta a ridurre in modo significativo la disoccupazione. L' errore più grande, già commesso peraltro dall' Italia, incapace di sfruttare la discesa dei tassi indotta dall' ingresso nell' euro per varare le riforme necessarie, sarebbe quello di aspettare ancora una volta gli eventi. Accendere un cero al dollaro e al petrolio, gongolarsi davanti alle prime assunzioni con il Jobs Act, dire: "signori, si riparte". Fisco, assetto istituzionale, struttura e peso della Pa, costi della sanità sono solo alcuni dei capitoli che restano aperti. Fermarsi ora sarebbe un delitto, perché di "nostro", in questa piccola risalita, c' è in effetti ancora troppo poco. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8
26 marzo 2015 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Enti locali Soccorso istruttorio. Pagano solo le aziende che vogliano rientrare in gara sanando irregolarità formali. Cantone «sfida» la Corte dei conti e limita la tassa odiata dalle imprese ROMA O la multa o il cartellino rosso. Il presidente dell' Anac, Raffaele Cantone, va incontro alle imprese vessate dagli eccessi di burocrazia in gara. E preferisce applicare i principi europei rispetto alla stretta interpretazione letterale delle norme, che pure, nel caso specifico, era piaciuta alla Corte dei Conti. La questione potrebbe sembrare una tecnicalità, nascosta peraltro dietro al complicato nome di «soccorso istruttorio». Se non fosse che incide sulle casse delle imprese (piccole e grandi) interessate agli appalti pubblici. R i a s s u m i a m o . P e r l i m i t a r e l e esclusioni dalle gare d' appalto pubbliche (e i relativi ricorsi al Tar) giustificate da errori puramente formali (come la dimenticanza di una firma o di una dichiarazione) lo scorso agosto il decreto Pa (Dl 90/2014) ha introdotto una norma che permette agli imprenditori di sanare i documenti irregolari entro 10 giorni, pagando una sanzione (compresa tra l' uno per mille e l' uno per cento dell' appalto, entro i 50mila euro). Chi non si mette in regola viene comunque escluso. Problema: lo spirito della norma è chiaro, non la sua trasposizione letterale, che anzi induce molte stazioni appaltanti a comminare la sanzione anche alle imprese che decidono di non avvalersi della nuova possibilità di restare in corsa per il contratto sanando i documenti. E anzi preferirebbero rinunciare alla chance (magari del tutto aleatoria) di vincere l' appalto, rispetto alla certezza di dover sborsare subito qualche migliaio di euro. Non la pensa così Cantone che aveva già chiarito la sua interpretazione nella determinazione n.1/2015 dell' Autorità, mirata proprio a fugare i dubbi sull' applicazione del nuovo «soccorso istruttorio». Ora la posizione viene ribadita con un comunicato che, rispondendo ad alcuni quesiti del ministero dell' Interno, spiega che quell' interpretazione è «doverosa sia per evitare eccessive ed immotivate vessazioni delle imprese» sia per rispettare i principi contenuti nelle nuove direttive Ue che offrono «la possibilità di integrare o chiarire i certificati», «senza il pagamento di alcuna sanzione». Ma in Italia, si sa, ci piace distinguerci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mauro Salerno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9
26 marzo 2015 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Enti locali Inchiesta grandi opere. Stretta sulle stazioni appaltanti Anac fornirà indicatori per ridurre i 30mila enti Via subito la direzione lavori al general contractor. Giorgio Santilli ROMA A quasi sette mesi dall' approvazione in Consiglio dei ministri, decolla l' esame della riforma del codice degli appalti in commissione Lavori pubblici d e l Senato. Ieri è cominciata la discussione generale dopo le molte audizioni: il relatore Stefano Esposito (Pd) ha spinto molto sulla necessità di un dialogo con tutte le opposizioni e ha inviato «una traccia di lavoro informale ai colleghi» con un elenco di temi «sui quali si dovrebbero concentrare gli interventi di integrazione e modifica del testo in sede emendativa». In questoprimo elenco di possibili modifiche e integrazioni al testo del governo, Esposito ha inserito «temi largamente condivisi» in commissione, su cui comunque si aspetta «utili indicazioni» dai gruppi. Fra questi c' è quello di una forte stretta sulle stazioni appaltanti, che oggi potrebbero sfiorare le 30mila: un' operazione di razionalizzazione (e spending review) più volte annunciata o tentata dai governi, ma che stavolta verrebbe fatta sulla base di parametri oggettivi che dovrebbero essere forniti dall' Autorità nazionale anticorruzione. Non sarà l' unico caso di rafforzamento del ruolo e dei poteri dell' Autorità guidata da Raffaele Cantone. Sempre in materia di stazioni appaltanti, un emendamento potrebbe affidare all' Anac il compito di tenere una classificazione degli enti appaltanti fatta in base alla organizzazione e alla qualificazione professionale dei dipendenti che vi operano. Ipotizzato anche un Albo nazionale degli appaltatori che dovrebbero a loro volta essere classificati con il rating di legalità ma anche sulla base dei criteri reputazionali (una valutazione cioè su come siano stati eseguiti gli appalti avuti dalle Pa). Ci sarebbe una revisione severa dei criteri di affidamento per le gare relative alle concessioni, mentre i criteri di trasparenza e concorrenza oggi applicati alle gare sopra la soglia Ue saranno estesi anche alle gare sotto soglia. Per la scelta dei membri delle commissioni aggiudicatrici Esposito pensa a un sistema misto fra scelta da parte dell' Anac e sorteggio: l' Autorità dovrebbe presentare una lista di nove soggetti qualificati, poi scatterebbe una selezione sulla base della sorte. Su un punto Esposito è assolutamente determinato e ritiene che ci sia unanimità in commissione: occorre togliere immediatamente la responsabilità della direzione lavori ai general contractor. Sono le Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10
26 marzo 2015 Pagina 8 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Enti locali Ddl ambientale. Agevolazioni alle imprese. Bonifica dell' amianto, bonus fiscale al 50% [G.Sa.] Roma Il governo rilancia le politiche per favorire la bonifica dell' amianto nei grandi e piccoli siti. Il ministro dell' Ambiente, Gian Luca Galletti, ha presentato in commissione Ambiente al Senato un emendamento al collegato ambientale che prevede un credito di imposta del 50% per le spese sostenute dalle imprese per la bonifica dei capannoni e un fondo di 17,5 milioni nel triennio 20152017 destinati alla progettazione di interventi di bonifica di edifici pubblici. Il bonus fiscale riguarderà, in via sperimentale,le spese sostenute dalle imprese nel 2016 e sarà limitato ai lavori di importi superiore a 20mila euro. Le imprese potranno accedere all' agevolazione nel limite massimo complessivo di 17 milioni, spalmati su tre anni a partire dal 2017. In sostanza, l' investimento massimo complessivo finanziabile con il credito di imposta ammonterà a 34 milioni. Il disegno di legge «collegato ambientale» è alle battute decisive in commissione Ambiente del Senato e il governo scopre le carte su nodi rimasti a lungo irrisolti prima dell' approdo in Aula. «Proseguiamo con determinazione dice il ministro Galletti il nostro impegno su un' urgenza nazionale che riguarda tante comunità: i siti inquinati da amianto già censiti sono oltre trentamila e mancano o sono parziali i dati di alcune regioni. Si tratta di un disastro ambientale diffuso che con gli strumenti nuovi che il governo mette in campo può cominciare a essere affrontato non solo nei grandi siti, ma anche nelle migliaia di micro realtà sparse per il territorio che rappresentano». Il bonus fiscale sarà spalmato su tre quote annuali di pari importo mentre la spesa ammessa all' agevolazione sarà «indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta successivi nei quali il credito è utilizzato». Il credito di imposta non concorrerà alla formazione del reddito né della base imponibile dell' imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Le norme sul beneficio fiscale andranno confermate con un decreto dell' Economia, entro 90 giorni dall' entrata in vigore della legge. Qui verranno indicate modalità e termini per la concessione del credito d' imposta. Inoltre, saranno approvate «le disposizioni idonee ad assicurare il rispetto del limite di spesa complessivo» indicato dall' emendamento, anno per anno. Sarà, comunque, il ministero dell' Ambiente a determinare l' ammontare dell' agevolazione spettante a ciascun beneficiario e a trasmettere all' Agenzia delle Entrate, in via telematica, l' elenco dei soggetti e l' importo del credito spettante a ciascuno, oltre a eventuali revoche. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12
26 marzo 2015 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Enti locali Credito. I sindacati: dall' intervento sull' Irap risparmi importanti. La Fabi: «Il governo intervenga per salvare il nostro contratto» Sul contratto dei bancari le diplomazie sono al lavoro, ma, per ora, senza grandi risultati. Al presidente del Casl di Abi, Alessandro Profumo, che spiega i passi avanti sui temi normativi, politici ed economici, il sindacato risponde con l' annuncio di due giorni di sciopero e una manifestazione. E, soprattutto, chiede l' intervento del Governo. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ieri, a proposito dell' Irap, ha osservato c h e « n e l patto d i stabilità, i l g o v e r n o h a garantito la totale deduzione dell' imponibile Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende italiane». Quindi anche alle banche che avrebbero «un risparmio sul costo del lavoro enorme, quantificabile in centinaia di milioni di euro. Nonostante ciò, l' Abi, nel rinnovo del contratto nazionale, continua ad avere un atteggiamento di chiusura inconcepibile, pretendendo di farci economicamente pagare, come se fosse un canone d' affitto, il mantenimento dell' area contrattuale, che fino a oggi ci ha permesso di evitare i licenziamenti». L' interruzione delle trattative, «perdurando questa ingordigia continua Sileoni , porterà alla rottura. Pertanto, sarebbe auspicabile che il Presidente Renzi e il suo governo intervenissero contro un' eventuale disapplicazione del contratto nazionale , minacciata da Abi, che porterà inevitabilmente tensioni sociali, rendendo il settore bancario una jungla e ci costringerà a ulteriori giornate di sciopero, di protesta e di lotta». Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal canto suo dice che «le parti devono fare al meglio il loro lavoro, quindi auspicabilmente trovare uno sbocco al confronto in corso». In ogni caso, conclude Poletti, «noi siamo lì e se un giorno le parti decidono congiuntamente e convintamente che è necessario parlare con il ministro, io sono lì, sono sempre disponibile». Intanto gli incontri del 30 e 31 non sono ancora nè confermati nè cancellati. L' unica certezza è che il 31 marzo scade la proroga della disapplicazione e quindi a partire dal primo aprile il contratto dei bancari sarà disapplicato, a meno di ulteriori proroghe o di una ripresa del negoziato che sia in fase di rush finale proprio a ridosso del 31 marzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13
26 marzo 2015 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Enti locali alleanza istatcervedspazio dati. Real estate europeo più trasparente [P.De] Un passo verso la trasparenza e l' efficienza del mercato immobiliare. È quanto si propone l' iniziativa ai nastri di partenza che unisce Cerved, Istat e SpazioDati in una partnership strategica per il progetto europeo proDataMarket. Un progetto, finanziato dalla Commissione europea per un controvalore di 3,5 milioni di euro, che si propone di creare una infrastruttura accessibile in modalità sia open che a pagamento che contenga dati relativi al territorio in Europa, tra cui una serie di informazioni riguardanti gli immobili e i terreni e l' analisi di trend sociodemografici. La collaborazione rientra nel quadro del programma Horizon 2020, cofinanziato dall' Unione europea per promuovere l' innovazione e la ricerca all' interno dei Paesi membri al fine di incentivare la competitività dell' Europa a livello globale. Quattro i Paesi coinvolti, Italia, Spagna, Norvegia e Bulgaria. «Il progetto europeo si innesta nel filone dell' innovazione di prodotto e in particolare nel settore dei dati immobiliari del territorio presidiato da una serie di prodotti Cerved, ma si inserisce in un progetto europeo con altri otto partner spiega Stefano Gatti, area IT, Innovation & Data Sources Manager di Cerved . Obiettivo della comunità europea è costruire servizi a beneficio del cittadino partendo da questa banca dati e rendendo così più trasparente ed efficiente il mercato immobiliare. Sia per il mercato retail che corporate. Per fare questo nella banca dati si sta realizzando una vera e propria collezione di dati e informazioni che arrivano dal territorio. Il progetto europeo creerà valore dai "big data" favorendo la nascita di prodotti e servizi innovativi a beneficio della competitività globale». Tra i dati per esempio ci saranno l' efficienza energetica degli edifici, il posizionamento delle aree verdi sul territorio, oltre a una serie di dati sull' inquinamento e sul traffico e dati in arrivo dalla mappa del territorio. Ci sono anche best case a livello internazionale ai quali ispirarsi come illustreet.co.uk per quanto riguarda la Gran Bretagna oppure zillow.com, siti internet che contengono una serie di dati e di strumenti per comprendere nel dettaglio il territorio e stimare il valore del mattone in modo tale da aumentare l' efficienza del mercato immobiliare. Manca però tra i partner, almeno al momento, l' agenzia delle Entrate, che vanta i dati di prezzi residenziali al metro quadrato via per via in Italia portati in dote da quella che fu l' agenzia del Territorio. «Sono stati selezionati alcuni partner per avviare il progetto, ma il numero dei soggetti coinvolti è destinato a salire» conclude Gatti. I dati raccolti nella piattaforma potranno essere utilizzati anche dalle imprese e startup europee per Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14
26 marzo 2015 Pagina 22 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Enti locali nuovo osservatorio assolombarda. Il terziario a Milano tocca i livelli minimi Prezzi ancora al ribasso nel 2014 per uffici e negozi nell' area metropolitana milanese, ma la "fine del tunnel" dovrebbe essere ormai molto vicina e le quotazioni dovrebbero tornare in terreno positivo dal 2016. È la fotografia scattata dal primo Osservatorio "Investire sul territorio", sul mercato degli immobili d' impresa nell' area della Città metropolitana di Milano, effettuata in collaborazione con Camera di Commercio, TeMA e Nomisma. Da un' indagine conoscitiva presso operatori accreditati arriva la conferma che il mercato degli immobili di impresa nel Milanese è poco vivace, a causa soprattutto della debolezza della domanda. «Ma la situazione è però più favorevole notano da Assolombarda per gli immobili nuovi, in buono stato e nelle aree infrastrutturali. A oggi, infatti, le aziende si orientano sempre più su immobili di questa tipologia, perché non necessitano di lavori di ristrutturazione e hanno minori costi di gestione; prediligendo soluzioni inserite all' interno di contesti strutturati o in zone ben servite e facilmente accessibili». Lo stock di uffici ammonta a circa 33mila unità, di cui il 48% è collocato nei comuni della fascia nordoccidentale del capoluogo, dove si concentrano anche il 56% dei capannoni (circa 17.500). Rispetto al picco del primo semestre 2008, «il valore di mercato degli uffici nelle zone centrali dei comuni della Città Metropolitana è sceso del 12%, attestandosi a 1.443 euro al metro quadro nel 1° semestre 2014». Ci sarà una live flessione (0,4%) anche nel 2015 e si tornerà in terreno positivo nel 2016 (+1,2%). Va leggermente meglio ai capannoni, con un calo del 10% delle quotazioni, che si attestano a 821 euro al metro quadrato; qui il ritorno alla crescita è previsto già quest' anno (+1,2%), risultato che dovrebbe consolidarsi nel 2016 (+3,4%). È stato anche presentato il portale "Investire sul territorio" (www.assolombarda.it/investiresulterritorio) che «vuole essere uno strumento di lavoro per imprese, investitori, Pa e ricercatori», grazie alla raccolta di tutti i dati utili a conoscere il territorio della Città metropolitana di Milano (indicatori territoriali, tessuto produttivo e mercato immobiliare), completati «da elaborazioni qualitative su trend e performance». E. Sg. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16
26 marzo 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Enti locali Giustizia. Rinviata al 1° aprile l' approvazione del ddl a Palazzo Madama. Orlando: certo che i tempi saranno brevi. Tensioni con l' Ncd, slitta l' anticorruzione Alla fine neppure questa sarà la settimana decisiva per l' approvazione al Senato del disegno di legge anticorruzione. Doveva esserlo già la scorsa, almeno negli auspici del presidente del Senato Pietro Grasso (che a inizio legislatura presentò il testo poi abbondantemente rivisto), ma neppure nei prossimi giorni arriverà il sospirato voto finale. A metà di un' altra giornata complicata, mentre Grasso si era invece detto speranzoso, la conferenza dei capigruppo ha fatto di nuovo slittare il via libera a mercoledì prossimo 1°aprile. Nessun dramma, assicurava Renato Schifani, capogruppo di Area popolare (Ncd più Udc), solo i normali tempi parlamentari. Sarà, ma dopo le tensioni dell' altro giorno alla Camera sulla prescrizione (che incide in particolare anche sui tempi di alcuni reati c o n t r o l a pubblica amministrazione) e l ' impegno del ministro della Giustizia Andrea Orlando per una mediazione, da parte dei "centristi", assai più determinanti a Palazzo Madama, è apparsa evidente la volontà di marcare il territorio, mentre comunque il ministero dell' Interno Angelino Alfano annunciava nuclei specializzati anticorruzione in ogni questura e chiudeva a qualsiasi ipotesi di appoggio esterno. «Dovremmo essere tutti dalla stessa parte, nel combattere la corruzione». Così Orlando, mentre nell' Aula del Senato, si stava svolgendo la discussione generale sulla legge anticorruzione. Una precisazione solo all' apparenza superflua, alla quale è arrivato poi il controcanto di un tweet del coordinatore nazionale Ncd Gaetano Quagliariello: «Battaglia comune contro la corruzione? È quello che stiamo facendo». «Mai avuto dubbi ha poi chiarito Orlando che si sarebbe proceduto in tempi brevi, per il disegno di legge anticorruzione nessun timore dal nuovo centrodestra. C' è stato un iter rapido osserva ancora Orlando , almeno dal momento in cui il provvedimento é partito in commissione fino alla prossima approvazione, ho sempre detto che i procedimenti legislativi vanno avanti quando si sciolgono le contraddizioni politiche e rivendico il merito del governo di aver sciolto alcuni nodi. Il lavoro fatto fin qui sarà utile per un passaggio rapido alla Camera». Intanto, ieri Forza Italia ha visto respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Antonio Caliendo e Ciro Falanga. In particolare quest' ultimo aveva messo l' accento sul rinvio fatto dall' emendamento del Governo sul falso in bilancio a una misura, l' archiviazione per tenuità del fatto, non ancora entrata in vigore. E il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma ha puntato il dito contro l' impianto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17
26 marzo 2015 Pagina 26 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Enti locali Contro la corruzione / 2. I quattro passi verso la legalità Non è la prima volta che il Papa va a Napoli a predicare contro corruzione e delinquenza. L' ha fatto Papa Francesco sabato scorso, ma l' aveva già fatto 25 anni fa (il 10 novembre 1990) Giovanni Paolo II. In quella occasione, il Papa aveva sottolineato con forza «l' urgenza di un grande ricupero di moralità personale e sociale, di legalità». Al tema della legalità aveva dedicato un anno di lavoro la Commissione Giustizia e Pace dei vescovi italiani che aveva poi pubblicato una nota intitolata "Educare alla legalità". Se rileggete oggi quelle pagine, sembrano tratte dalla attualità. Eppure, i costi della illegalità sono continuamente aumentati, mentre i rimedi tante volte promessi non sembrano aver dato grandi risultati. C' è il pericolo che anche i prossimi rimedi, immediatamente annunciati, non producano la svolta necessaria, se non si tiene conto di quanto da tempo è stato studiato e proposto in merito. Perché è molto abbondante la letteratura scientifica sulle cause e sui possibili rimedi della illegalità con particolare riferimento a corruzione ed evasione fiscale (le due cose sono quasi sempre connesse). Proviamo a darne un breve riassunto. L' etica è necessaria, ma da sola non sufficiente ad impedire che vi siano scandali. Anzi, di solito è meglio partire dall' ipotesi che la disonestà e la corruzione vi siano (una versione aggiornata di Matteo 18 : è bene che gli scandali vi siano!). Perciò, non cercare norme "risolutive", grazie alle quali la corruzione sarà sconfitta per sempre: servirebbero solo ad illudere e ad abbassare la guardia. La semplificazione della normativa è la prima condizione di successo , se vogliamo evitare che solo pochi "esperti" siano in grado di capire ed applicare le norme rilevanti, e solo loro siano quindi " indispensabili" La trasparenza di tutte le fasi dei procedimenti è altrettanto importante. Negli anni passati, per opinabili ragioni di "privacy" si è andato oscurando il modo di operare della pubblica amministrazione. Mi limito ad un esempio concreto: pochi Comuni pubblicano tutti i verbali dei consigli comunali in cui si è discusso e deliberato un importante atto amministrativo legato a varianti urbanistiche ed opere pubbliche. Con le moderne tecnologie, il costo della trasparenza è irrisorio: è possibile scaricare il verbale del board della Fed americana che ha discusso della disoccupazione, ma non si riesce a vedere il verbale del consiglio comunale che ha "regalato" milioni di euro a qualcuno. L' ultima condizione, non meno importante, è la certezza del diritto in tempi brevi. Se è bassa la probabilità di essere scoperti, e bassa la probabilità di subire una pena che in tempi brevi sia un multiplo di quanto la corruzione ha fruttato, è ovvio (a parte gli aspetti etici di cui si occupa il Papa) che essere corrotti conviene ! Di questo aspetto cioè della convenienza ad essere onesti abbiamo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19
26 marzo 2015 Pagina 28 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Enti locali L' ITALIA CHE CI PIACE. L'«essenzialità» della cultura Ci serviva anche il Garante a ricordare quanto essenziale sia la nostra cultura. L' Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici ha bocciato lo sciopero che coinvolgerebbe la Galleria degli Uffizi a Pasqua perché «la legge sul diritto di sciopero ricomprende tra i servizi pubblici essenziali le attività legate alla s o r v e g l i a n z a e a l l a v i g i l a n z a d e i beni culturali». Pur riconoscendo ai dipendenti della raccolta fiorentina il legittimo diritto a dissentire e a scioperare, ricordiamo a loro, e a noi, quanto Botticelli, Leonardo, Michelangelo e tutti gli altri siano il biglietto da visita migliore che l' Italia possa offrire agli italiani in vacanza e ai turisti stranieri. Un biglietto da visita che sempre e, a maggior ragione nell' anno di Expo, non deve essere invalidato per beghe sindacali. Quelle si risolvano con il dialogo e il buon senso. Quando mai l' Italia avrà un altro anno sfavillante come il 2015 negli arrivi da oltreconfine? Far prevalere i localismi e l e ragioni di un gruppo è miope; sarebbe come finire nelle dispute fra guelfi e ghibellini, a perderci è la città di Firenze e l' Italia intera, con il suo patrimonio storico, artistico, culturale, mai sufficientemente valorizzato. Eppure quel patrimonio è essenziale per la crescita degli Uffizi stessi, di Firenze e del Paese. Cioè di tutti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21
26 marzo 2015 Pagina 48 Il Sole 24 Ore Enti locali Immobili. Il dipartimento delle Finanze risponde a un quesito sul tributo per i servizi indivisibili. Dichiarazione unica per la Tasi Il modello unificato, da adottare con Dm, non è previsto dalla norma. Il modello di dichiarazione della Tasi deve essere "unico", cioè adottato con un decreto ministeriale e utilizzabile sull' intero territorio nazionale. Lo ha chiarito il dipartimento delle Finanze con la risoluzione 3/DF di ieri, rispondendo a un quesito dell' Anutel (associazione nazionale uffici tributi enti locali) sulle modalità di predisposizione dei modelli e sull' eventualità che tale adempimento spetti ai singoli Comuni . Scelta, quest' ultima, che costringerebbe i contribuenti a doversi informare presso ciascun Comune e renderebbe impossibile predisporre una procedura e un software unici per assolvere gli obblighi dichiarativi. Criticità che il Mef ritiene superabili attraverso l' adozione di un modello unico di dichiarazione ministeriale. Una soluzione ispirata a esigenze di uniformità ma sfornita di un chiaro supporto normativo. Al contrario, il quadro è piuttosto confuso perché il legislatore, quando ha introdotto la Iuc (imposta unica comunale che accorpa l' Imu, la Tasi e l a T a r i ) , h a p r e v i s t o u n ' u n i c a dichiarazione per i tre prelievi e al tempo stesso diverse eccezioni a questa regola. In particolare, dopo aver disciplinato in generale i termini e le modalità di presentazione della dichiarazione Iuc, la legge di stabilità 2014 ha precisato che alla dichiarazione relativa alla Tasi s i applicano le disposizioni concernenti la presentazione della dichiarazione dell' Imu (comma 687) e che l' istituzione della Iuc lascia salva la disciplina per l' applicazione dell' Imu (comma 703). Resta però da chiarire se il Comune deve predisporre il modello di dichiarazione della Tasi, non essendovi un obbligo espresso in tal senso: infatti la norma parla solo di «modello messo a disposizione dal comune» e non è previsto alcun rinvio a decreti ministeriali di approvazione del modello di dichiarazione Tasi. In tale contesto deve comunque escludersi la possibilità di adottare un modello unico valido per i tre tributi della Iuc (Imu, Tari e Tasi), che hanno caratteristiche diverse e suggeriscono distinti modelli dichiarativi contenenti ciascuno gli specifici elementi necessari alla corretta applicazione del tributo. Da escludere anche la possibilità di utilizzare per la Tasi lo stesso modello di dichiarazione previsto per l' Imu, perché mancherebbe la parte relativa all' occupante. Dovrebbe quindi concludersi nel senso che ogni ente deve predisporre il proprio modello di dichiarazione Tasi, come avviene per la Tari. Infatti diversi comuni (tra cui Verona, Rimini e Mantova) li hanno già messi in rete. Ma la solerzia di questi enti non è stata però premiata perché pone il contribuente di fronte ad un dilemma: utilizzare i modelli Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22
26 marzo 2015 Pagina 48 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 48 Il Sole 24 Ore Enti locali Pubblica amministrazione. Si conferma la «salvaguardia» dei politici. Nella gestione della Pa responsabili solo i dirigenti ROMA La responsabilità di gestione di un' amministrazione, dal più piccolo comune al maggior ministero di spesa, sarà tutta in capo alla dirigenza che risponderà dei risultati (o degli eventuali errori) sul piano contabile ed erariale. È quanto prevede l' emendamento al Ddl Pa presentato dal relatore, Giorgio Pagliari (Pd), e approvato ieri in commissione Affari costituzionali del Senato. L' ok è arrivato dopo un teso confronto politico con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle all' attacco contro una «misura salvapolitici» e con altri settori dell' opposizioni critici per la scarsa efficacia della norma. Critiche anche fuori dal Parlamento con alcuni sindacati dei dirigenti pubblici che parlano di misura «salvasindaci» e «salva presidenti di Provincia e Regione». Tutti rilievi respinti con forza da Governo e relatore. L' emendamento approvato affida al Governo una delega in più nell' ambito del previsto r i o r d i n o d e l l a v o r o pubblico p e r m e g l i o distinguere gli atti che rientrano nella gestione di un' amministrazione da quelli più propri dell' indirizzo politico. In altre parole si definirà con un decreto legislativo la tipizzazione di casi e fattispecie che non rientrano nell' indirizzo politico ma che sono propri della funzione amministrativa di cui risponde, appunto, la dirigenza. «Immaginiamo una dirigenza autonoma anche in grado, se lo ritiene, di dire no alla politica» grazie alla «separazione tra l' attività di gestione e l' indirizzo politico», ha chiarito il ministro della Semplificazione e della Pa, Marianna Madia. Un concetto ribadito anche dal relatore Pagliari che ha sottolineato come l' approvazione dell' emendamento «che rafforza il principio di separazione tra l' indirizzo politico amministrativo e la gestione» sia «un punto importante della riforma. Per questo ha aggiunto trovo ingiuste le critiche piovute dai gruppi di opposizione». Sulla riforma più complessiva della dirigenza prevista all' articolo 10 del Ddl che è incardinata sul principio della rotazione degli incarichi e dell' istituzione del ruolo unico, la Commissione dovrebbe votare probabilmente martedì prossimo, data in cui la "Affari costituzionali" dovrebbe concludere i suoi lavori che per oggi prevedono il voto sul capitolo delle partecipate. In ogni caso il testo approderà in Aula al Senato il 2 aprile e non più il 31 marzo come originariamente previsto. Un leggero slittamento che è stato deciso ieri dalla Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Il Senato darà quindi il suo via libera dopo Pasqua al provvedimento che a quel punto potrà cominciare il suo cammino alla Camera. Ieri in Commissione sono stati approvati diversi altri emendamenti all' articolo 13, sul lavoro pubblico, che spaziano dal conferimento all' Inps dell' attività di accertamento sulle assenze per malattia alla semplificazione di tutta la normativa prevista nella riforma Brunetta per il riconoscimento del merito e Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24
26 marzo 2015 Pagina 48 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore Enti locali Jobs act. La dote per le stabilizzazioni nel 2015 è stata incrementata di 4550 milioni Chance stabilizzazione per 36mila collaboratori. Si sblocca il riordino dei contratti Forse già oggi la «bollinatura» del testo da inviare alle Camere per i pareri. ROMA Verso lo sblocco del Dlgs sul riordino dei contratti, il terzo decreto attuativo del Jobs act. Si arricchisce di 4550 milioni la "dote" per la copertura economica delle trasformazioni dei contratti di collaborazione in contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti. Questo incremento di risorse dovrebbe servire per la stabilizzazione di circa 36mila collaboratori, prodotta ai sensi dell' articolo 47 del Dlgs. Dovrebbero essere superati, in questo modo, i rilievi mossi dalla Ragioneria che, secondo fonti ufficiose, oggi stesso potrebbe "bollinare" il decreto approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri dello scorso 20 febbraio, rimasto da oltre un mese in stand by, in attesa di essere trasmesso alle commissioni parlamentari competenti per i pareri. Ma facciamo un passo indietro. La legge di stabilità ha stanziato le coperture stimando 1,886 miliardi di minori entrate nel 2015 come effetto degli incentivi fiscali (decontribuzione fino a 8.060 euro, taglio del costo del lavoro dalla base imponibile Irap) destinati alle imprese che quest' anno assumono con contratti a tempo indeterminato. Nella relazione tecnica si fa riferimento complessivamente a 1 milione di lavoratori, di questi 363mila avrebbero continuato ad essere occupati con un contratto diverso, si tratta quindi di trasformazioni a tempo indeterminato. Fin qui la legge di stabilità. La Ragioneria, tuttavia, di fronte al nuovo Dlgs ha sollevato obiezioni di copertura. Cosa prevede lo schema di decreto? Dal 1° gennaio 2016 si considera lavoro subordinato ogni forma di collaborazione che si concretizza in prestazione personale, continuativa, di contenuto ripetitivo, con modalità esecutive organizzate dal committente (con riferimento a tempi e luoghi di lavoro). Lo stesso Dlgs, tuttavia, prevede che vengano confermate le collaborazioni oggetto di accordi collettivi stipulati dalle confederazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale; le prestazioni di professioni intellettuali che richiedono l' iscrizione all' albo professionale; le prestazioni di componenti di organi di amministrazione e controllo delle società; per attività sportive in associazioni dilettantistiche. Quanto al pubblico impiego, il Dlgs stabilisce che la norma non si applica ai dipendenti pubblici fino al 1° gennaio 2017. Il rilievo mosso dalla Ragioneria parte dalla considerazione che su un collaboratore iscritto alla gestione separata grava un' aliquota contributiva del 30,72% o del 27,72% (a seconda si tratti di collaboratori e figure assimilate o liberi professionisti), ma se viene assunto con contratto a tempo indeterminato scatta la decontribuzione (fino a 8.060 euro), con una perdita di gettito per l' Erario. I Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26
26 marzo 2015 Pagina 49 Il Sole 24 Ore
26 marzo 2015 Pagina 2 Italia Oggi Enti locali Il punto. I vincoli di bilancio dello stato legittimano la confisca fiscale In un curioso assordante silenzio nelle ultime settimane si è assistito a una primizia assoluta in materia di politica fiscale. Il brocardo inventato dalla prassi costituzionale inglese, già da qualche secolo, che recita «no taxation without representation», cioè che nessuna imposta può essere decisa senza una legge parlamentare che la preveda, ha subito un' originale violazione. La cosiddetta Robin tax, un' addizionale Ires sui redditi delle società energetiche e petrolifere, è stata dichiarata lo scorso febbraio incostituzionale dalla Consulta. Significa che l' imposta non è mai esista nel nostro ordinamento essendo retroattivi gli effetti della dichiarazione di incostituzionalità di una specifica norma. L' articolo 81 del decreto legge n. 112 del 2008, una addizionale sugli utili con un' aliquota che nel corso del tempo è oscillata tra il 10 e il 5,5%, è come non se non fosse mai esistita. Eppure, è qui sta la novità sul piano fiscale e costituzionale, la Corte ha fatto salvi gli effetti di gettito già prodotti dalla Robin tax negli anni precedenti, cioè dal 2008 fino all' esercizio in corso. Si tratta di tanti miliardi, solo dal 2008 al 2012 la Robin tax ha fruttato 4,9 miliardi all' erario, che per ragioni di finanza pubblica non devono essere restituiti alle imprese elettriche e petrolifere nonostante siano stati pagati sulla base di una disposizione di legge contraria alla Costituzione. Come si qualifica, dunque, il pagamento di un' imposta in assenza di una specifica norma? Si tratta di una sorta di confisca pro tempore della fiscalità generale ai danni di poche e ben identificate imprese decisa sulla base dei sovraordinati vincoli europei? Siamo entrati in una terra incognita, in quello spazio del diritto e della politica fiscale nel quale è possibile creare trasferimenti di ricchezza dal privato al pubblico anche in assenza di una legittima legge che qualifichi la base imponibile e il quantum da pagare. È un' altra manifestazione della limitazione di sovranità che l' Eurozona ha prodotto: nelle situazioni emergenziali i paesi dell' Eurozona in crisi possono decidere norme provvisorie che, a prescindere dalla loro legittimità sul piano del diritto interno, non possono più essere ridiscusse se sono servite a tenere il rapporto deficit/pil del paese al di sotto del 3%. Le confische fiscali, insomma, pur illegittime sono state «costituzionalizzate» dalle superiori ragioni europee di stabilità di bilancio e monetaria. Ovvio che avendo la Robin tax colpito importanti società quotate, come Enel o Eni, il fatto costringe gli analisti a pensare modo laterale: gli utili per azione, soprattutto quelli futuri, possono sempre essere Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28
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