UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...

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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
         Giovedì, 26 marzo 2015
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
                                                           Giovedì, 26 marzo 2015

Prime Pagine
 26/03/2015 Prima Pagina
 Il Sole 24 Ore                                                                                                            1
Enti locali
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 Premiare chi denuncia                                                                                                     2
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2
 Bonus a ostacoli per gli investimenti                                                                                     4
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 CsC: si consolida la ripresa nel primo trimestre                                                                          6
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 Riforme: fermarsi ora sarebbe un delitto                                                                                  8
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 8
 Cantone «sfida» la Corte dei conti e limita la tassa odiata...                                                            9
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 8
 Stretta sulle stazioni appaltanti                                                                                         10
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
 Bonifica dell' amianto, bonus fiscale al 50%                                                                              12
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 18
 La Fabi: «Il governo intervenga per salvare il nostro...                                                                  13
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 22
 Real estate europeo più trasparente                                                                                       14
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 23
 Il terziario a Milano tocca i livelli minimi                                                                              16
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 26
 Tensioni con l' Ncd, slitta l' anticorruzione                                                                             17
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 28
 I quattro passi verso la legalità                                                                                         19
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 28
 L'«essenzialità» della cultura                                                                                            21
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 48
 Dichiarazione unica per la Tasi                                                                                           22
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 48
 Nella gestione della Pa responsabili solo i dirigenti                                                                     24
 26/03/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 49
 Si sblocca il riordino dei contratti                                                                                      26
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 2                                                                     EDOARDO NARDUZZI
 I vincoli di bilancio dello stato...                                                                                      28
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 2                                                                        MARINO LONGONI
 L' euro si è trasformato in una camicia di forza                                                                          30
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 12
 Le riforme sono ferme al palo                                                                                             31
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 32
 Al Tar l' intestazione obbligatoria                                                                                       33
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 32
 Senza targhe cala il noleggio                                                                                             35
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 35
 Rete viaria a rischio sicurezza                                                                                           37
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 38                                                                     ANDREA MASCOLINI
 Clausole sociali di rigore negli appalti                                                                                  39
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 38                                                   CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA
 I Caf sottoposti al test privacy                                                                                          40
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 39                                                                        DARIO FERRARA
 Il Durc non è in regola ma i fondi non si perdono                                                                         42
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44                                                                 FRANCESCO CERISANO
 Comuni, paga solo il dirigente                                                                                            43
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44
 Immobili di categoria D, arrivano i coefficienti per calcolare i tributi                                                  45
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 44
 La dichiarazione Imu vale anche ai fini                                                                                   47
 26/03/2015 Italia Oggi Pagina 47                                                    LELIO CACCIAPAGLIA E MAURIZIO TOZZI
 Le pillole fiscali                                                                                                        49
Il Resto del Carlino Ravenna
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 11
 L' ospedale piange TumiottoL' ex primario rese grande la cardiologia                                                      50
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 Manifestazionea Romacontro il Jobs act                                                                                    51
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 A CONSELICE UNA SERATA SULLE AVVENTURE LOCALI'                                                   52
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 Tre donnenella segreteriacomunale                                                                53
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 «Un incrocio troppo pericoloso»                                                                  54
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 La elementare di Massa domani premiata in Senato                                                 55
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 Incontro dedicato alle truffe agli anziani                                                       56
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
 Corso per formare nuove volontarie                                                               57
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29
 L' auto per soccorrere gli animali                                                               58
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29                        FILIPPI DANIELE
 Nuova attivitàaprirà sabatoin piazza                                                             59
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29
 Visita guidata per stranieri all' ex convento di San Francesco                                   60
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29
 Prelevano soldi col bancomat rubato                                                              61
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29
 Tentano di svuotare le slot machine di un bar, ma l'allarme li costringe...                      62
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33
 Francesco Rosie Le mani sulla città'                                                             63
 26/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33
 Viaggio tra letteraturae teatro                                                                  64
Corriere di Romagna Ravenna
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Ecco la nuova segreteria del Pd di Lugo                                                          65
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Parte il progetto "Vi porto al nido" Genitori insieme a figli e educatori                        66
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Personale alla Bottega Matteotti                                                                 67
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Rubano portafogli e poi ripuliscono bancomat Acquisti on line, in due nei...                     68
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Violento scontro all' incrocio, due feriti                                                       69
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Califfato, conversazione con Raffaeli                                                            70
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Incontro con il sottosegretario Bressa                                                           71
 26/03/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 13
 Visite a convento e podere Pantaleone                                                            72
La Voce di Romagna Ravenna
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 Abete crolla su traliccio Telecom                                                                73
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 Anziana derubata e 'spennata'                                                                    74
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 Da Bordeaux a Lugo per scoprire i segreti della 'romagnolità'                                    75
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 In Rocca si parla di anima e corpo                                                               76
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 Oggi la prima edizione della 'Festa dei Suoli'                                                   77
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
 Segreteria Pd più giovane e 'rosa'                                                               78
 26/03/2015 La Voce di Romagna Pagina 40
 Comico Ale & Franz shakerano il meglio del repertorio. Intrappolati...                           79
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26 marzo 2015
                          Il Sole 24 Ore
                                   Prima Pagina

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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26 marzo 2015
Pagina 1                                     Il Sole 24 Ore
                                                        Enti locali

  IL?COMMENTO.

  Premiare chi denuncia
  LUIGI ZINGALES ­ È positivo che il governo si stia
  impegnando attivamente nella lotta alla corruzione. La
  corruzione è un cancro che se non viene estirpato si diffonde.
  Poche persone giustificano moralmente la corruzione, ma
  molte la accettano perché il costo di non essere corrotti
  aumenta con il numero di corrotti.
  Continua?pagina?28 Continua da pagina 1 È come il costo di
  rispettare la fila per prendere uno skilift. Quando pochi la
  rispettano: chi lo fa non va avanti, ma va indietro.
  Tanto più elevata è la percezione della corruzione, tanto più i
  cittadini si sentono giustificati nell' accettare e pagare
  tangenti, perché sanno che rispettando le regole non
  riceveranno mai i servizi dovuti. Non a caso sulle nostre piste
  di sci vediamo i tedeschi, che in patria rispettano
  rigorosamente le code, tagliare le nostre con gusto. Gli
  inglesi hanno perfino un detto "quando sei a Roma fai come i
  Romani" (e non si riferiscono al cappuccino).
  Prima che la metastasi uccida il nostro Paese è necessario
  agire. Il Governo ha scelto due direzioni di attacco: da un lato
  una nuova legge sulla corruzione, dall' altro un nuovo
  regolamento anticorruzione per le società partecipate dal
  governo. Apprezzo soprattutto la seconda. Il Governo non è
  credibile nella lotta alla corruzione se non comincia prima di
  tutto in casa propria.
  La normativa è piena di ragionevoli precetti: trasparenza,
  monitoraggio, rotazione.
  Manca però un aspetto fondamentale, che gli Americani
  chiamano " tone at the top ", i valori condivisi dai vertici
  aziendali. Per sradicare la corruzione ci vuole una forte
  volontà di pulizia al vertice. Nessuna organizzazione può
  prevenire gli atti di un singolo impiegato disonesto. Ma
  qualsiasi organizzazione può, se lo vuole, evitare la
  corruzione diffusa. Per farlo, però, l' esempio deve partire dal
  vertice e si deve applicare la tolleranza zero. Non solo chi
  viola le norme interne, ma anche chi le rispetta in modo solo
  formale deve venire penalizzato la prima volta e licenziato la
  seconda.
  Purtroppo viene esteso in modo improprio il garantismo
  anche alla responsabilità manageriale. Per licenziare un
  dirigente non occorre dimostrare in tribunale la colpevolezza, basta che si rompa il rapporto fiduciario.
  Quando i vertici di una società si impegnano chiaramente nella lotta alla corruzione, anche solo il
  "girarsi dall' altra parte" di fronte ad un episodio di corruzione rompe questo rapporto. Non solo l' atto
  corruttivo, ma la tolleranza dell' atto diventa motivo di licenziamento. La protezione del posto di lavoro di
  fronte ad episodi di questo tipo è insostenibile.
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26 marzo 2015
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26 marzo 2015
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  Le vie della ripresa.

  Bonus a ostacoli per gli investimenti
  Per Casse e fondi pensione le risorse impiegate dovranno essere «certificate» dalle
  Entrate.

  Marco lo Conte ­ Investire nell'economia reale
  beneficiando di un vantaggio fiscale domani
  sarà possibile ­ appena il decreto ministeriale,
  ancora in bozza, sarà firmato e pubblicato
  sulla Gazzetta Ufficiale ­ ma, se verranno
  confermate le anticipazioni circolate in queste
  ore, per fondi pensione e Casse di previdenza
  equivarrà a una vero e proprio percorso ad
  ostacoli.
  Nelle sei pagine di testo, i tecnici del ministero
  dell' Economia hanno delineato le linee guida
  per l' accesso al beneficio fiscale
  compensativo del recente aumento della
  tassazione sui rendimenti annui operato dalla
  legge di Stabilità, per i fondi pensione regolati
  dal Dlgs 252/2005 e le Casse del Dlgs
  cosiddette ex 509 ed ex 103.
  Questi soggetti istituzionali potranno
  beneficiare complessivamente di 80 milioni di
  euro come credito di imposta investendo nella
  «realizzazione di infrastrutture correlate all'
  erogazione di servizi pubblici o d i pubblica
  utilità, effettuate attraverso la sottoscrizione o l'
  acquisto di azioni o quote di società (oppure
  obbligazioni o similari) operanti nei settori
  delle infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali,
  aeroportuali, sanitarie, delle telecomunicazioni e della produzione e trasporto di energia e fonti
  energetiche».
  La bozza aggiunge che i soggetti istituzionali potranno sottoscrivere in azioni per una durata non
  inferiore ai 5 anni mentre per una durata non inferiore ai 10 anni ­ per accedere al credito di imposta ­
  potranno investire anche in quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr), ossia fondi
  di investimenti specializzati in azioni o obbligazioni «che investano prevalentemente in titoli» come
  quelli citati. Gli articoli 4 e 5 della bozza di decreto descrivono l' articolata procedura con la quale gli
  investitori previdenziali potranno accedere al beneficio fiscale, in ragione delle loro scelte di
  investimento. Si tratta degli articoli più volte ritoccati in fase di redazione, e in versioni forse ancora non
  definitive. Nel primo si specifica che il credito di imposta è riconosciuto nella misura della «differenza tra
  l' ammontare delle ritenute e imposte sostitutive applicate, nella misura del 26 per cento, sui redditi di
  natura finanziaria, dichiarate e certificate dai soggetti intermediari o dichiarate dai soggetti medesimi, e
  l' ammontare di tali ritenute e imposte sostitutive computate nella misura del 20 per cento, a condizione
  che un importo corrispondente tali redditi sia investito nelle attività di carattere finanziario a medio o
  lungo termine.

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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
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  CsC: si consolida la ripresa nel primo trimestre
  roma Le «potenti spinte esterne» hanno
  rimesso in moto l' Eurozona e l' Italia. È la
  diagnosi che arriva dal Centro studi di
  Confindustria (CsC): «Gli effetti di euro più
  debole, tassi ridotti e prezzo dimezzato del
  petrolio iniziano ad essere ben visibili negli
  indicatori», è scritto nelle prime righe del
  documento Congiuntura flash pubblicato ieri.
  Alcuni indicatori sono addirittura al massimo
  da quattro anni a questa parte. La ripresa
  accelera, quindi, e lo fa a mano a mano che
  quelle spinte esterne aumentano la fiducia e
  modificano le decisioni di spesa.
  Ma la posizione competitiva dell' Italia non
  cambia e quindi, sottolinea il CsC, queste
  condizioni favorevoli devono essere uno
  stimolo a fare le riforme.
  Il contesto è propizio: il trend di accelerazione
  dell' economia si diffonde e si consolida
  attraverso la sua stessa diffusione sia tra le
  nazioni dell' area euro sia tra i territori e i
  settori dell' economia nazionale, dove aumenta
  la quota di quelli che registrano incrementi di
  produzione e fatturato, anche interno.
  Secondo i calcoli del CsC, il Pil del nostro
  paese «viaggia verso un +0,2% nel primo
  trimestre», una stima che è stata influenzata negativamente dall'«inciampo» della produzione industriale
  di gennaio (­0,7%), un dato che però potrebbe essere ribaltato a febbraio: la previsione è +0,4 per
  cento.
  I segnali positivi si avvertono sull' occupazione: ha già dato segnali di ripartenza nel 2014 e avanzerà
  «in presa diretta» con la congiuntura (il tasso di disoccupazione è 12,6 in gennaio). Un fattore, questo,
  che aiuterà le famiglie a liberarsi dall' incertezza causata dalla crisi. Le condizioni finanziarie sono molto
  migliorate grazie a cambio, Borsa e tassi, al di là della persistente restrizione del credito (ma ci sono
  timidi progressi). La liquidità delle imprese, sottolinea il Csc, è stata sostenuta dal pagamento degli
  arretrati della Pubblica amministrazione, che ha quasi compensato il calo dei prestiti bancari.
  Questo contesto favorevole non cambia però la posizione competitiva dell' Italia perchè è temporanea
  ed è comune a tutta l' Eurozona.
  Anzi, può evidenziare le lacune del nostro paese se, essendo meglio sfruttato dai sistemi più dinamici,
  ampliasse il divario di performance con gli altri paesi. Anche per questo, quindi, deve essere da sprone
  alle riforme.
  Si tratta di cogliere anche il positivo andamento della domanda mondiale: nel resto del mondo,
  sottolinea il CsC, il rallentamento Usa è passeggero e verrà superato in primavera perchè è più legato
  al meteo e agli scioperi nei porti che alla rivalutazione del dollaro. È invece duratura, perchè
  programmatica, la frenata della Cina, che comunque continuerà a fornire il maggiore contributo alla
  crescita globale. Sta andando bene l' India, male il Brasile, malissimo la Russia.
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Giovedì, 26 marzo 2015 - Unione dei Comuni della ...
26 marzo 2015
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26 marzo 2015
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  Riforme: fermarsi ora sarebbe un delitto
  Tutto qui? In effetti è difficile esultare per quel
  magro +0,2% di crescita del Pil che il centro
  studi di Confindustria stima per il primo
  trimestre del 2015.
  Aumento risicato in assoluto, che pure
  sarebbe un' inversione di rotta, miglior dato da
  quasi quattro anni. Ma deludente soprattutto
  alla luce delle forze in campo, con una batteria
  di "stimoli" per dimensioni e varietà forse mai
  sperimentata finora dall' economia italiana. Il
  crollo dell' euro rispetto al dollaro, che rilancia
  la nostra competitività nell' area, come
  dimostrano i dati dell' export extra­Ue, si
  accompagna infatti ad un parallelo
  dimezzamento del prezzo del greggio. Che in
  condizioni "normali", oltre i 100 dollari al barile
  come un anno fa, avrebbe invece gettato
  sabbia negli ingranaggi della nostra crescita
  facendo lievitare la bolletta energetica per
  famiglie e imprese. Un sollievo arriva anche
  dal lato del credito, con una discesa dei tassi
  amplificata dal QE della Bce.
  Capace, se non di innescare una ripresa netta
  dei volumi erogati, almeno di ridurre il peso
  degli oneri finanziari per le imprese, giù di
  circa 2,5 miliardi su base annua rispetto a 12
  mesi fa. I segnali in arrivo dalle importazioni, in crescita a doppia cifra se si trascura l' energia, lasciano
  intendere che anche il mercato interno si muove, come testimoniato del resto dalla crescente domanda
  nazionale per macchinari e robot. Tutto bene, dunque? In realtà proprio no: una crescita dello 0,2% è
  buona solo per la statistica, inadatta a ridurre in modo significativo la disoccupazione. L' errore più
  grande, già commesso peraltro dall' Italia, incapace di sfruttare la discesa dei tassi indotta dall' ingresso
  nell' euro per varare le riforme necessarie, sarebbe quello di aspettare ancora una volta gli eventi.
  Accendere un cero al dollaro e al petrolio, gongolarsi davanti alle prime assunzioni con il Jobs Act, dire:
  "signori, si riparte". Fisco, assetto istituzionale, struttura e peso della Pa, costi della sanità sono solo
  alcuni dei capitoli che restano aperti. Fermarsi ora sarebbe un delitto, perché di "nostro", in questa
  piccola risalita, c' è in effetti ancora troppo poco.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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  Soccorso istruttorio. Pagano solo le aziende che vogliano rientrare in gara sanando irregolarità
  formali.

  Cantone «sfida» la Corte dei conti e limita la tassa
  odiata dalle imprese
  ROMA O la multa o il cartellino rosso. Il
  presidente dell' Anac, Raffaele Cantone, va
  incontro alle imprese vessate dagli eccessi di
  burocrazia in gara. E preferisce applicare i
  principi europei rispetto alla stretta
  interpretazione letterale delle norme, che pure,
  nel caso specifico, era piaciuta alla Corte dei
  Conti.
  La questione potrebbe sembrare una
  tecnicalità, nascosta peraltro dietro al
  complicato nome di «soccorso istruttorio». Se
  non fosse che incide sulle casse delle imprese
  (piccole e grandi) interessate agli appalti
  pubblici. R i a s s u m i a m o . P e r l i m i t a r e l e
  esclusioni dalle gare d' appalto pubbliche (e i
  relativi ricorsi al Tar) giustificate da errori
  puramente formali (come la dimenticanza di
  una firma o di una dichiarazione) lo scorso
  agosto il decreto Pa (Dl 90/2014) ha introdotto
  una norma che permette agli imprenditori di
  sanare i documenti irregolari entro 10 giorni,
  pagando una sanzione (compresa tra l' uno
  per mille e l' uno per cento dell' appalto, entro i
  50mila euro). Chi non si mette in regola viene
  comunque escluso.
  Problema: lo spirito della norma è chiaro, non
  la sua trasposizione letterale, che anzi induce molte stazioni appaltanti a comminare la sanzione anche
  alle imprese che decidono di non avvalersi della nuova possibilità di restare in corsa per il contratto
  sanando i documenti. E anzi preferirebbero rinunciare alla chance (magari del tutto aleatoria) di vincere
  l' appalto, rispetto alla certezza di dover sborsare subito qualche migliaio di euro.
  Non la pensa così Cantone che aveva già chiarito la sua interpretazione nella determinazione n.1/2015
  dell' Autorità, mirata proprio a fugare i dubbi sull' applicazione del nuovo «soccorso istruttorio». Ora la
  posizione viene ribadita con un comunicato che, rispondendo ad alcuni quesiti del ministero dell'
  Interno, spiega che quell' interpretazione è «doverosa sia per evitare eccessive ed immotivate
  vessazioni delle imprese» sia per rispettare i principi contenuti nelle nuove direttive Ue che offrono «la
  possibilità di integrare o chiarire i certificati», «senza il pagamento di alcuna sanzione». Ma in Italia, si
  sa, ci piace distinguerci.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA Mauro Salerno.

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  Inchiesta grandi opere.

  Stretta sulle stazioni appaltanti
  Anac fornirà indicatori per ridurre i 30mila enti ­ Via subito la direzione lavori al general
  contractor.

  Giorgio Santilli ­ ROMA A quasi sette mesi
  dall' approvazione in Consiglio dei ministri,
  decolla l' esame della riforma del codice degli
  appalti in commissione Lavori pubblici d e l
  Senato.
  Ieri è cominciata la discussione generale dopo
  le molte audizioni: il relatore Stefano Esposito
  (Pd) ha spinto molto sulla necessità di un
  dialogo con tutte le opposizioni e ha inviato
  «una traccia di lavoro informale ai colleghi»
  con un elenco di temi «sui quali si dovrebbero
  concentrare gli interventi di integrazione e
  modifica del testo in sede emendativa».
  In questoprimo elenco di possibili modifiche e
  integrazioni al testo del governo, Esposito ha
  inserito «temi largamente condivisi» in
  commissione, su cui comunque si aspetta
  «utili indicazioni» dai gruppi. Fra questi c' è
  quello di una forte stretta sulle stazioni
  appaltanti, che oggi potrebbero sfiorare le
  30mila: un' operazione di razionalizzazione (e
  spending review) più volte annunciata o
  tentata dai governi, ma che stavolta verrebbe
  fatta sulla base di parametri oggettivi che
  dovrebbero essere forniti dall' Autorità
  nazionale anticorruzione.
  Non sarà l' unico caso di rafforzamento del ruolo e dei poteri dell' Autorità guidata da Raffaele Cantone.
  Sempre in materia di stazioni appaltanti, un emendamento potrebbe affidare all' Anac il compito di
  tenere una classificazione degli enti appaltanti fatta in base alla organizzazione e alla qualificazione
  professionale dei dipendenti che vi operano.
  Ipotizzato anche un Albo nazionale degli appaltatori che dovrebbero a loro volta essere classificati con il
  rating di legalità ma anche sulla base dei criteri reputazionali (una valutazione cioè su come siano stati
  eseguiti gli appalti avuti dalle Pa).
  Ci sarebbe una revisione severa dei criteri di affidamento per le gare relative alle concessioni, mentre i
  criteri di trasparenza e concorrenza oggi applicati alle gare sopra la soglia Ue saranno estesi anche alle
  gare sotto soglia.
  Per la scelta dei membri delle commissioni aggiudicatrici Esposito pensa a un sistema misto fra scelta
  da parte dell' Anac e sorteggio: l' Autorità dovrebbe presentare una lista di nove soggetti qualificati, poi
  scatterebbe una selezione sulla base della sorte.
  Su un punto Esposito è assolutamente determinato e ritiene che ci sia unanimità in commissione:
  occorre togliere immediatamente la responsabilità della direzione lavori ai general contractor. Sono le

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26 marzo 2015
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  Ddl ambientale. Agevolazioni alle imprese.

  Bonifica dell' amianto, bonus fiscale al 50%
  [G.Sa.] ­ Roma Il governo rilancia le politiche
  per favorire la bonifica dell' amianto nei grandi
  e piccoli siti. Il ministro dell' Ambiente, Gian
  Luca Galletti, ha presentato in commissione
  Ambiente al Senato un emendamento al
  collegato ambientale che prevede un credito di
  imposta del 50% per le spese sostenute dalle
  imprese per la bonifica dei capannoni e un
  fondo di 17,5 milioni nel triennio 2015­2017
  destinati alla progettazione di interventi di
  bonifica di edifici pubblici. Il bonus fiscale
  riguarderà, in via sperimentale,le spese
  sostenute dalle imprese nel 2016 e sarà
  limitato ai lavori di importi superiore a 20mila
  euro. Le imprese potranno accedere all'
  agevolazione nel limite massimo complessivo
  di 17 milioni, spalmati su tre anni a partire dal
  2017. In sostanza, l' investimento massimo
  complessivo finanziabile con il credito di
  imposta ammonterà a 34 milioni. Il disegno di
  legge «collegato ambientale» è alle battute
  decisive in commissione Ambiente del Senato
  e il governo scopre le carte su nodi rimasti a
  lungo irrisolti prima dell' approdo in Aula.
  «Proseguiamo con determinazione ­ dice il
  ministro Galletti ­ il nostro impegno su un'
  urgenza nazionale che riguarda tante comunità: i siti inquinati da amianto già censiti sono oltre
  trentamila e mancano o sono parziali i dati di alcune regioni. Si tratta di un disastro ambientale diffuso
  che con gli strumenti nuovi che il governo mette in campo può cominciare a essere affrontato non solo
  nei grandi siti, ma anche nelle migliaia di micro realtà sparse per il territorio che rappresentano». Il
  bonus fiscale sarà spalmato su tre quote annuali di pari importo mentre la spesa ammessa all'
  agevolazione sarà «indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di
  riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta successivi nei
  quali il credito è utilizzato». Il credito di imposta non concorrerà alla formazione del reddito né della
  base imponibile dell' imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Le norme sul beneficio fiscale
  andranno confermate con un decreto dell' Economia, entro 90 giorni dall' entrata in vigore della legge.
  Qui verranno indicate modalità e termini per la concessione del credito d' imposta. Inoltre, saranno
  approvate «le disposizioni idonee ad assicurare il rispetto del limite di spesa complessivo» indicato dall'
  emendamento, anno per anno. Sarà, comunque, il ministero dell' Ambiente a determinare l' ammontare
  dell' agevolazione spettante a ciascun beneficiario e a trasmettere all' Agenzia delle Entrate, in via
  telematica, l' elenco dei soggetti e l' importo del credito spettante a ciascuno, oltre a eventuali revoche.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Credito. I sindacati: dall' intervento sull' Irap risparmi importanti.

  La Fabi: «Il governo intervenga per salvare il nostro
  contratto»
  Sul contratto dei bancari le diplomazie sono al
  lavoro, ma, per ora, senza grandi risultati.
  Al presidente del Casl di Abi, Alessandro
  Profumo, che spiega i passi avanti sui temi
  normativi, politici ed economici, il sindacato
  risponde con l' annuncio di due giorni di
  sciopero e una manifestazione. E, soprattutto,
  chiede l' intervento del Governo.
  Il segretario generale della Fabi, Lando Maria
  Sileoni, ieri, a proposito dell' Irap, ha osservato
  c h e « n e l patto d i stabilità, i l g o v e r n o h a
  garantito la totale deduzione dell' imponibile
  Irap sul costo del lavoro a tutte le aziende
  italiane». Quindi anche alle banche che
  avrebbero «un risparmio sul costo del lavoro
  enorme, quantificabile in centinaia di milioni di
  euro. Nonostante ciò, l' Abi, nel rinnovo del
  contratto nazionale, continua ad avere un
  atteggiamento di chiusura inconcepibile,
  pretendendo di farci economicamente pagare,
  come se fosse un canone d' affitto, il
  mantenimento dell' area contrattuale, che fino
  a oggi ci ha permesso di evitare i
  licenziamenti».
  L' interruzione delle trattative, «perdurando
  questa ingordigia ­ continua Sileoni ­, porterà
  alla rottura. Pertanto, sarebbe auspicabile che il Presidente Renzi e il suo governo intervenissero contro
  un' eventuale disapplicazione del contratto nazionale , minacciata da Abi, che porterà inevitabilmente
  tensioni sociali, rendendo il settore bancario una jungla e ci costringerà a ulteriori giornate di sciopero,
  di protesta e di lotta». Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal canto suo dice che «le parti devono fare
  al meglio il loro lavoro, quindi auspicabilmente trovare uno sbocco al confronto in corso». In ogni caso,
  conclude Poletti, «noi siamo lì e se un giorno le parti decidono congiuntamente e convintamente che è
  necessario parlare con il ministro, io sono lì, sono sempre disponibile». Intanto gli incontri del 30 e 31
  non sono ancora nè confermati nè cancellati. L' unica certezza è che il 31 marzo scade la proroga della
  disapplicazione e quindi a partire dal primo aprile il contratto dei bancari sarà disapplicato, a meno di
  ulteriori proroghe o di una ripresa del negoziato che sia in fase di rush finale proprio a ridosso del 31
  marzo.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei.

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26 marzo 2015
Pagina 22                                     Il Sole 24 Ore
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  alleanza istat­cerved­spazio dati.

  Real estate europeo più trasparente
  [P.De] ­ Un passo verso la trasparenza e l'
  efficienza del mercato immobiliare.
  È quanto si propone l' iniziativa ­ ai nastri di
  partenza ­ che unisce Cerved, Istat e
  SpazioDati in una partnership strategica per il
  progetto europeo proDataMarket. Un progetto,
  finanziato dalla Commissione europea per un
  controvalore di 3,5 milioni di euro, che si
  propone di creare una infrastruttura
  accessibile in modalità sia open che a
  pagamento che contenga dati relativi al
  territorio in Europa, tra cui una serie di
  informazioni riguardanti gli immobili e i terreni
  e l' analisi di trend socio­demografici.
  La collaborazione rientra nel quadro del
  programma Horizon 2020, co­finanziato dall'
  Unione europea per promuovere l' innovazione
  e la ricerca all' interno dei Paesi membri al fine
  di incentivare la competitività dell' Europa a
  livello globale.
  Quattro i Paesi coinvolti, Italia, Spagna,
  Norvegia e Bulgaria.
  «Il progetto europeo si innesta nel filone dell'
  innovazione di prodotto e in particolare nel
  settore dei dati immobiliari del territorio
  presidiato da una serie di prodotti Cerved, ma
  si inserisce in un progetto europeo con altri otto partner ­ spiega Stefano Gatti, area IT, Innovation &
  Data Sources Manager di Cerved ­. Obiettivo della comunità europea è costruire servizi a beneficio del
  cittadino partendo da questa banca dati e rendendo così più trasparente ed efficiente il mercato
  immobiliare. Sia per il mercato retail che corporate. Per fare questo nella banca dati si sta realizzando
  una vera e propria collezione di dati e informazioni che arrivano dal territorio. Il progetto europeo creerà
  valore dai "big data" favorendo la nascita di prodotti e servizi innovativi a beneficio della competitività
  globale».
  Tra i dati per esempio ci saranno l' efficienza energetica degli edifici, il posizionamento delle aree verdi
  sul territorio, oltre a una serie di dati sull' inquinamento e sul traffico e dati in arrivo dalla mappa del
  territorio. Ci sono anche best case a livello internazionale ai quali ispirarsi come illustreet.co.uk per
  quanto riguarda la Gran Bretagna oppure zillow.com, siti internet che contengono una serie di dati e di
  strumenti per comprendere nel dettaglio il territorio e stimare il valore del mattone in modo tale da
  aumentare l' efficienza del mercato immobiliare.
  Manca però tra i partner, almeno al momento, l' agenzia delle Entrate, che vanta i dati di prezzi
  residenziali al metro quadrato via per via in Italia portati in dote da quella che fu l' agenzia del Territorio.
  «Sono stati selezionati alcuni partner per avviare il progetto, ma il numero dei soggetti coinvolti è
  destinato a salire» conclude Gatti.
  I dati raccolti nella piattaforma potranno essere utilizzati anche dalle imprese e start­up europee per
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  nuovo osservatorio assolombarda.

  Il terziario a Milano tocca i livelli minimi
  Prezzi ancora al ribasso nel 2014 per uffici e
  negozi nell' area metropolitana milanese, ma
  la "fine del tunnel" dovrebbe essere ormai
  molto vicina e le quotazioni dovrebbero
  tornare in terreno positivo dal 2016. È la
  fotografia scattata dal primo Osservatorio
  "Investire sul territorio", sul mercato degli
  immobili d' impresa nell' area della Città
  metropolitana di Milano, effettuata in
  collaborazione con Camera di Commercio,
  TeMA e Nomisma.
  Da un' indagine conoscitiva presso operatori
  accreditati arriva la conferma che il mercato
  degli immobili di impresa nel Milanese è poco
  vivace, a causa soprattutto della debolezza
  della domanda. «Ma la situazione è però più
  favorevole ­ notano da Assolombarda ­ per gli
  immobili nuovi, in buono stato e nelle aree
  infrastrutturali. A oggi, infatti, le aziende si
  orientano sempre più su immobili di questa
  tipologia, perché non necessitano di lavori di
  ristrutturazione e hanno minori costi di
  gestione; prediligendo soluzioni inserite all'
  interno di contesti strutturati o in zone ben
  servite e facilmente accessibili».
  Lo stock di uffici ammonta a circa 33mila unità,
  di cui il 48% è collocato nei comuni della fascia nord­occidentale del capoluogo, dove si concentrano
  anche il 56% dei capannoni (circa 17.500). Rispetto al picco del primo semestre 2008, «il valore di
  mercato degli uffici nelle zone centrali dei comuni della Città Metropolitana è sceso del 12%,
  attestandosi a 1.443 euro al metro quadro nel 1° semestre 2014». Ci sarà una live flessione (­0,4%)
  anche nel 2015 e si tornerà in terreno positivo nel 2016 (+1,2%). Va leggermente meglio ai capannoni,
  con un calo del 10% delle quotazioni, che si attestano a 821 euro al metro quadrato; qui il ritorno alla
  crescita è previsto già quest' anno (+1,2%), risultato che dovrebbe consolidarsi nel 2016 (+3,4%).
  È stato anche presentato il portale "Investire sul territorio" (www.assolombarda.it/investire­sul­territorio)
  che «vuole essere uno strumento di lavoro per imprese, investitori, Pa e ricercatori», grazie alla raccolta
  di tutti i dati utili a conoscere il territorio della Città metropolitana di Milano (indicatori territoriali, tessuto
  produttivo e mercato immobiliare), completati «da elaborazioni qualitative su trend e performance». ­ E.
  Sg.
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  Giustizia. Rinviata al 1° aprile l' approvazione del ddl a Palazzo Madama. Orlando: certo che i
  tempi saranno brevi.

  Tensioni con l' Ncd, slitta l' anticorruzione
  Alla fine neppure questa sarà la settimana
  decisiva per l' approvazione al Senato del
  disegno di legge anticorruzione. Doveva
  esserlo già la scorsa, almeno negli auspici del
  presidente del Senato Pietro Grasso (che a
  inizio legislatura presentò il testo poi
  abbondantemente rivisto), ma neppure nei
  prossimi giorni arriverà il sospirato voto finale.
  A metà di un' altra giornata complicata, mentre
  Grasso si era invece detto speranzoso, la
  conferenza dei capigruppo ha fatto di nuovo
  slittare il via libera a mercoledì prossimo
  1°aprile. Nessun dramma, assicurava Renato
  Schifani, capogruppo di Area popolare (Ncd
  più Udc), solo i normali tempi parlamentari.
  Sarà, ma dopo le tensioni dell' altro giorno alla
  Camera sulla prescrizione (che incide in
  particolare anche sui tempi di alcuni reati
  c o n t r o l a pubblica amministrazione) e l '
  impegno del ministro della Giustizia Andrea
  Orlando per una mediazione, da parte dei
  "centristi", assai più determinanti a Palazzo
  Madama, è apparsa evidente la volontà di
  marcare il territorio, mentre comunque il
  ministero dell' Interno Angelino Alfano
  annunciava nuclei specializzati anticorruzione
  in ogni questura e chiudeva a qualsiasi ipotesi di appoggio esterno.
  «Dovremmo essere tutti dalla stessa parte, nel combattere la corruzione». Così Orlando, mentre nell'
  Aula del Senato, si stava svolgendo la discussione generale sulla legge anticorruzione. Una
  precisazione solo all' apparenza superflua, alla quale è arrivato poi il controcanto di un tweet del
  coordinatore nazionale Ncd Gaetano Quagliariello: «Battaglia comune contro la corruzione? È quello
  che stiamo facendo».
  «Mai avuto dubbi ­ ha poi chiarito Orlando ­ che si sarebbe proceduto in tempi brevi, per il disegno di
  legge anticorruzione nessun timore dal nuovo centrodestra. C' è stato un iter rapido ­ osserva ancora
  Orlando ­, almeno dal momento in cui il provvedimento é partito in commissione fino alla prossima
  approvazione, ho sempre detto che i procedimenti legislativi vanno avanti quando si sciolgono le
  contraddizioni politiche e rivendico il merito del governo di aver sciolto alcuni nodi. Il lavoro fatto fin qui
  sarà utile per un passaggio rapido alla Camera».
  Intanto, ieri Forza Italia ha visto respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Antonio
  Caliendo e Ciro Falanga. In particolare quest' ultimo aveva messo l' accento sul rinvio fatto dall'
  emendamento del Governo sul falso in bilancio a una misura, l' archiviazione per tenuità del fatto, non
  ancora entrata in vigore.
  E il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma ha puntato il dito contro l' impianto
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  Contro la corruzione / 2.

  I quattro passi verso la legalità
  Non è la prima volta che il Papa va a Napoli a
  predicare contro corruzione e delinquenza. L'
  ha fatto Papa Francesco sabato scorso, ma l'
  aveva già fatto 25 anni fa (il 10 novembre
  1990) Giovanni Paolo II.
  In quella occasione, il Papa aveva sottolineato
  con forza «l' urgenza di un grande ricupero di
  moralità personale e sociale, di legalità». Al
  tema della legalità aveva dedicato un anno di
  lavoro la Commissione Giustizia e Pace dei
  vescovi italiani che aveva poi pubblicato una
  nota intitolata "Educare alla legalità". Se
  rileggete oggi quelle pagine, sembrano tratte
  dalla attualità. Eppure, i costi della illegalità
  sono continuamente aumentati, mentre i rimedi
  tante volte promessi non sembrano aver dato
  grandi risultati. C' è il pericolo che anche i
  prossimi rimedi, immediatamente annunciati,
  non producano la svolta necessaria, se non si
  tiene conto di quanto da tempo è stato studiato
  e proposto in merito. Perché è molto
  abbondante la letteratura scientifica sulle
  cause e sui possibili rimedi della illegalità ­
  con particolare riferimento a corruzione ed
  evasione fiscale (le due cose sono quasi
  sempre connesse). Proviamo a darne un
  breve riassunto.
  L' etica è necessaria, ma da sola non sufficiente ad impedire che vi siano scandali. Anzi, di solito è
  meglio partire dall' ipotesi che la disonestà e la corruzione vi siano (una versione aggiornata di Matteo
  18 : è bene che gli scandali vi siano!). Perciò, non cercare norme "risolutive", grazie alle quali la
  corruzione sarà sconfitta per sempre: servirebbero solo ad illudere e ad abbassare la guardia.
  La semplificazione della normativa è la prima condizione di successo , se vogliamo evitare che solo
  pochi "esperti" siano in grado di capire ed applicare le norme rilevanti, e solo loro siano quindi "
  indispensabili"​ La trasparenza di tutte le fasi dei procedimenti è altrettanto importante.
  Negli anni passati, per opinabili ragioni di "privacy" si è andato oscurando il modo di operare della
  pubblica amministrazione. Mi limito ad un esempio concreto: pochi Comuni pubblicano tutti i verbali dei
  consigli comunali in cui si è discusso e deliberato un importante atto amministrativo legato a varianti
  urbanistiche ed opere pubbliche. Con le moderne tecnologie, il costo della trasparenza è irrisorio: è
  possibile scaricare il verbale del board della Fed americana che ha discusso della disoccupazione, ma
  non si riesce a vedere il verbale del consiglio comunale che ha "regalato" milioni di euro a qualcuno.
  L' ultima condizione, non meno importante, è la certezza del diritto in tempi brevi. Se è bassa la
  probabilità di essere scoperti, e bassa la probabilità di subire una pena che ­ in tempi brevi ­ sia un
  multiplo di quanto la corruzione ha fruttato, è ovvio (a parte gli aspetti etici di cui si occupa il Papa) che
  essere corrotti conviene ! Di questo aspetto ­ cioè della convenienza ad essere onesti ­ abbiamo
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26 marzo 2015
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  L' ITALIA CHE CI PIACE.

  L'«essenzialità» della cultura
  Ci serviva anche il Garante a ricordare quanto
  essenziale sia la nostra cultura. L' Autorità di
  garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici ha
  bocciato lo sciopero che coinvolgerebbe la
  Galleria degli Uffizi a Pasqua perché «la legge
  sul diritto di sciopero ricomprende tra i servizi
  pubblici essenziali le attività legate alla
  s o r v e g l i a n z a e a l l a v i g i l a n z a d e i beni
  culturali». Pur riconoscendo ai dipendenti della
  raccolta fiorentina il legittimo diritto a
  dissentire e a scioperare, ricordiamo a loro, e
  a noi, quanto Botticelli, Leonardo,
  Michelangelo e tutti gli altri siano il biglietto da
  visita migliore che l' Italia possa offrire agli
  italiani in vacanza e ai turisti stranieri. Un
  biglietto da visita che sempre e, a maggior
  ragione nell' anno di Expo, non deve essere
  invalidato per beghe sindacali. Quelle si
  risolvano con il dialogo e il buon senso.
  Quando mai l' Italia avrà un altro anno
  sfavillante come il 2015 negli arrivi da
  oltreconfine? Far prevalere i localismi e l e
  ragioni di un gruppo è miope; sarebbe come
  finire nelle dispute fra guelfi e ghibellini, a
  perderci è la città di Firenze e l' Italia intera,
  con il suo patrimonio storico, artistico,
  culturale, mai sufficientemente valorizzato. Eppure quel patrimonio è essenziale per la crescita degli
  Uffizi stessi, di Firenze e del Paese. Cioè di tutti.

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  Immobili. Il dipartimento delle Finanze risponde a un quesito sul tributo per i servizi indivisibili.

  Dichiarazione unica per la Tasi
  Il modello unificato, da adottare con Dm, non è previsto dalla norma.

  Il modello di dichiarazione della Tasi deve
  essere "unico", cioè adottato con un decreto
  ministeriale e utilizzabile sull' intero territorio
  nazionale. Lo ha chiarito il dipartimento delle
  Finanze con la risoluzione 3/DF di ieri,
  rispondendo a un quesito dell' Anutel
  (associazione nazionale uffici tributi enti locali)
  sulle modalità di predisposizione dei modelli e
  sull' eventualità che tale adempimento spetti ai
  singoli Comuni .
  Scelta, quest' ultima, che costringerebbe i
  contribuenti a doversi informare presso
  ciascun Comune e renderebbe impossibile
  predisporre una procedura e un software unici
  per assolvere gli obblighi dichiarativi.
  Criticità che il Mef ritiene superabili attraverso
  l' adozione di un modello unico di
  dichiarazione ministeriale. Una soluzione
  ispirata a esigenze di uniformità ma sfornita di
  un chiaro supporto normativo. Al contrario, il
  quadro è piuttosto confuso perché il
  legislatore, quando ha introdotto la Iuc
  (imposta unica comunale che accorpa l' Imu, la
  Tasi e l a T a r i ) , h a p r e v i s t o u n ' u n i c a
  dichiarazione per i tre prelievi e al tempo
  stesso diverse eccezioni a questa regola.
  In particolare, dopo aver disciplinato in generale i termini e le modalità di presentazione della
  dichiarazione Iuc, la legge di stabilità 2014 ha precisato che alla dichiarazione relativa alla Tasi s i
  applicano le disposizioni concernenti la presentazione della dichiarazione dell' Imu (comma 687) e che l'
  istituzione della Iuc lascia salva la disciplina per l' applicazione dell' Imu (comma 703).
  Resta però da chiarire se il Comune deve predisporre il modello di dichiarazione della Tasi, non
  essendovi un obbligo espresso in tal senso: infatti la norma parla solo di «modello messo a
  disposizione dal comune» e non è previsto alcun rinvio a decreti ministeriali di approvazione del
  modello di dichiarazione Tasi.
  In tale contesto deve comunque escludersi la possibilità di adottare un modello unico valido per i tre
  tributi della Iuc (Imu, Tari e Tasi), che hanno caratteristiche diverse e suggeriscono distinti modelli
  dichiarativi contenenti ciascuno gli specifici elementi necessari alla corretta applicazione del tributo.
  Da escludere anche la possibilità di utilizzare per la Tasi lo stesso modello di dichiarazione previsto per
  l' Imu, perché mancherebbe la parte relativa all' occupante. Dovrebbe quindi concludersi nel senso che
  ogni ente deve predisporre il proprio modello di dichiarazione Tasi, come avviene per la Tari. Infatti
  diversi comuni (tra cui Verona, Rimini e Mantova) li hanno già messi in rete. Ma la solerzia di questi enti
  non è stata però premiata perché pone il contribuente di fronte ad un dilemma: utilizzare i modelli

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26 marzo 2015
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  Pubblica amministrazione. Si conferma la «salvaguardia» dei politici.

  Nella gestione della Pa responsabili solo i dirigenti
  ROMA La responsabilità di gestione di un'
  amministrazione, dal più piccolo comune al
  maggior ministero di spesa, sarà tutta in capo
  alla dirigenza che risponderà dei risultati (o
  degli eventuali errori) sul piano contabile ed
  erariale. È quanto prevede l' emendamento al
  Ddl Pa presentato dal relatore, Giorgio Pagliari
  (Pd), e approvato ieri in commissione Affari
  costituzionali del Senato. L' ok è arrivato dopo
  un teso confronto politico con i rappresentanti
  del Movimento 5 Stelle all' attacco contro una
  «misura salva­politici» e con altri settori dell'
  opposizioni critici per la scarsa efficacia della
  norma. Critiche anche fuori dal Parlamento
  con alcuni sindacati dei dirigenti pubblici che
  parlano di misura «salva­sindaci» e «salva­
  presidenti di Provincia e Regione». Tutti rilievi
  respinti con forza da Governo e relatore.
  L' emendamento approvato affida al Governo
  una delega in più nell' ambito del previsto
  r i o r d i n o d e l l a v o r o pubblico p e r m e g l i o
  distinguere gli atti che rientrano nella gestione
  di un' amministrazione da quelli più propri dell'
  indirizzo politico. In altre parole si definirà con
  un decreto legislativo la tipizzazione di casi e
  fattispecie che non rientrano nell' indirizzo
  politico ma che sono propri della funzione amministrativa di cui risponde, appunto, la dirigenza.
  «Immaginiamo una dirigenza autonoma anche in grado, se lo ritiene, di dire no alla politica» grazie alla
  «separazione tra l' attività di gestione e l' indirizzo politico», ha chiarito il ministro della Semplificazione
  e della Pa, Marianna Madia. Un concetto ribadito anche dal relatore Pagliari che ha sottolineato come l'
  approvazione dell' emendamento «che rafforza il principio di separazione tra l' indirizzo politico­
  amministrativo e la gestione» sia «un punto importante della riforma. Per questo ­ ha aggiunto ­ trovo
  ingiuste le critiche piovute dai gruppi di opposizione».
  Sulla riforma più complessiva della dirigenza prevista all' articolo 10 del Ddl che è incardinata sul
  principio della rotazione degli incarichi e dell' istituzione del ruolo unico, la Commissione dovrebbe
  votare probabilmente martedì prossimo, data in cui la "Affari costituzionali" dovrebbe concludere i suoi
  lavori che per oggi prevedono il voto sul capitolo delle partecipate. In ogni caso il testo approderà in
  Aula al Senato il 2 aprile e non più il 31 marzo come originariamente previsto.
  Un leggero slittamento che è stato deciso ieri dalla Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Il
  Senato darà quindi il suo via libera dopo Pasqua al provvedimento che a quel punto potrà cominciare il
  suo cammino alla Camera.
  Ieri in Commissione sono stati approvati diversi altri emendamenti all' articolo 13, sul lavoro pubblico,
  che spaziano dal conferimento all' Inps dell' attività di accertamento sulle assenze per malattia alla
  semplificazione di tutta la normativa prevista nella riforma Brunetta per il riconoscimento del merito e
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26 marzo 2015
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  Jobs act. La dote per le stabilizzazioni nel 2015 è stata incrementata di 45­50 milioni ­ Chance­
  stabilizzazione per 36mila collaboratori.

  Si sblocca il riordino dei contratti
  Forse già oggi la «bollinatura» del testo da inviare alle Camere per i pareri.

  ROMA Verso lo sblocco del Dlgs sul riordino
  dei contratti, il terzo decreto attuativo del Jobs
  act. Si arricchisce di 45­50 milioni la "dote" per
  la copertura economica delle trasformazioni
  dei contratti di collaborazione in contratti a
  tempo indeterminato a tutele crescenti. Questo
  incremento di risorse dovrebbe servire per la
  stabilizzazione di circa 36mila collaboratori,
  prodotta ai sensi dell' articolo 47 del Dlgs.
  Dovrebbero essere superati, in questo modo, i
  rilievi mossi dalla Ragioneria che, secondo
  fonti ufficiose, oggi stesso potrebbe "bollinare"
  il decreto approvato in prima lettura dal
  Consiglio dei ministri dello scorso 20 febbraio,
  rimasto da oltre un mese in stand by, in attesa
  di essere trasmesso alle commissioni
  parlamentari competenti per i pareri.
  Ma facciamo un passo indietro.
  La legge di stabilità ha stanziato le coperture
  stimando 1,886 miliardi di minori entrate nel
  2015 come effetto degli incentivi fiscali
  (decontribuzione fino a 8.060 euro, taglio del
  costo del lavoro dalla base imponibile Irap)
  destinati alle imprese che quest' anno
  assumono con contratti a tempo indeterminato.
  Nella relazione tecnica si fa riferimento
  complessivamente a 1 milione di lavoratori, di questi 363mila avrebbero continuato ad essere occupati
  con un contratto diverso, si tratta quindi di trasformazioni a tempo indeterminato. Fin qui la legge di
  stabilità. La Ragioneria, tuttavia, di fronte al nuovo Dlgs ha sollevato obiezioni di copertura. Cosa
  prevede lo schema di decreto? Dal 1° gennaio 2016 si considera lavoro subordinato ogni forma di
  collaborazione che si concretizza in prestazione personale, continuativa, di contenuto ripetitivo, con
  modalità esecutive organizzate dal committente (con riferimento a tempi e luoghi di lavoro). Lo stesso
  Dlgs, tuttavia, prevede che vengano confermate le collaborazioni oggetto di accordi collettivi stipulati
  dalle confederazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale; le prestazioni di professioni
  intellettuali che richiedono l' iscrizione all' albo professionale; le prestazioni di componenti di organi di
  amministrazione e controllo delle società; per attività sportive in associazioni dilettantistiche. Quanto al
  pubblico impiego, il Dlgs stabilisce che la norma non si applica ai dipendenti pubblici fino al 1° gennaio
  2017. Il rilievo mosso dalla Ragioneria parte dalla considerazione che su un collaboratore iscritto alla
  gestione separata grava un' aliquota contributiva del 30,72% o del 27,72% (a seconda si tratti di
  collaboratori e figure assimilate o liberi professionisti), ma se viene assunto con contratto a tempo
  indeterminato scatta la decontribuzione (fino a 8.060 euro), con una perdita di gettito per l' Erario. I

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26 marzo 2015
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  Il punto.

  I vincoli di bilancio dello stato legittimano la confisca
  fiscale
  In un curioso assordante silenzio nelle ultime
  settimane si è assistito a una primizia assoluta
  in materia di politica fiscale. Il brocardo
  inventato dalla prassi costituzionale inglese,
  già da qualche secolo, che recita «no taxation
  without representation», cioè che nessuna
  imposta può essere decisa senza una legge
  parlamentare che la preveda, ha subito un'
  originale violazione. La cosiddetta Robin tax,
  un' addizionale Ires sui redditi delle società
  energetiche e petrolifere, è stata dichiarata lo
  scorso febbraio incostituzionale dalla
  Consulta. Significa che l' imposta non è mai
  esista nel nostro ordinamento essendo
  retroattivi gli effetti della dichiarazione di
  incostituzionalità di una specifica norma. L'
  articolo 81 del decreto legge n. 112 del 2008,
  una addizionale sugli utili con un' aliquota che
  nel corso del tempo è oscillata tra il 10 e il
  5,5%, è come non se non fosse mai esistita.
  Eppure, è qui sta la novità sul piano fiscale e
  costituzionale, la Corte ha fatto salvi gli effetti
  di gettito già prodotti dalla Robin tax negli anni
  precedenti, cioè dal 2008 fino all' esercizio in
  corso.
  Si tratta di tanti miliardi, solo dal 2008 al 2012
  la Robin tax ha fruttato 4,9 miliardi all' erario,
  che per ragioni di finanza pubblica non devono
  essere restituiti alle imprese elettriche e petrolifere nonostante siano stati pagati sulla base di una
  disposizione di legge contraria alla Costituzione. Come si qualifica, dunque, il pagamento di un' imposta
  in assenza di una specifica norma? Si tratta di una sorta di confisca pro tempore della fiscalità generale
  ai danni di poche e ben identificate imprese decisa sulla base dei sovraordinati vincoli europei? Siamo
  entrati in una terra incognita, in quello spazio del diritto e della politica fiscale nel quale è possibile
  creare trasferimenti di ricchezza dal privato al pubblico anche in assenza di una legittima legge che
  qualifichi la base imponibile e il quantum da pagare. È un' altra manifestazione della limitazione di
  sovranità che l' Eurozona ha prodotto: nelle situazioni emergenziali i paesi dell' Eurozona in crisi
  possono decidere norme provvisorie che, a prescindere dalla loro legittimità sul piano del diritto interno,
  non possono più essere ridiscusse se sono servite a tenere il rapporto deficit/pil del paese al di sotto del
  3%. Le confische fiscali, insomma, pur illegittime sono state «costituzionalizzate» dalle superiori ragioni
  europee di stabilità di bilancio e monetaria.
  Ovvio che avendo la Robin tax colpito importanti società quotate, come Enel o Eni, il fatto costringe gli
  analisti a pensare modo laterale: gli utili per azione, soprattutto quelli futuri, possono sempre essere
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