COMUNE DI RUSSI Lunedì, 15 dicembre 2014

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COMUNE DI RUSSI
Lunedì, 15 dicembre 2014
COMUNE DI RUSSI Lunedì, 15 dicembre 2014
COMUNE DI RUSSI
                                                       Lunedì, 15 dicembre 2014

Prime Pagine
 15/12/2014 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                     1
 15/12/2014 Prima Pagina
 La Voce di Romagna                                                                                                     2
pubblica amministrazione
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 Province, la mappa degli «esuberi»                                                                                     3
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 Regioni, Asl e Comuni in ritardo sui                                                                                   5
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 Soltanto investire fa rima con ripartire                                                                               7
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
 Gli uffici non mettono online i dati su appalti e consulenze                                                           9
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10
 FISCO Agevolazioni sulla casa                                                                                          11
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 35
 Dal 2015 doppio fondo per crediti e perdite delle società...                                                           28
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 35
 La proroga non cancella i problemi della cassa                                                                         30
 15/12/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 35
 Sul predissesto caos crescente di norme e giurisprudenza                                                               31
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 17                                                PAGINA A CURA DI ROBERTO LENZI
 Per l' industria verde 250 mln                                                                                         33
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 23
 Il governo pensa al contributo obbligatorio                                                                            35
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 23                                                    PAGINA A CURA DI MARI PADA
 Polizze contro calamità al palo                                                                                        36
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 44
 News                                                                                                                   39
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 51
 Opportunità del micro­credito                                                                                          40
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 202                                          PAGINE A CURA DI MARIA CHIARA FURLÒ
 Giustizia civile, una riformina che non riformerà molto                                                                42
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 203
 Il cronoprogramma della riforma                                                                                        45
 15/12/2014 Italia Oggi Sette Pagina 208                                                             MARZIA PAOLUCCI
 Formazione outdoor                                                                                                     46
sport
 15/12/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
 Il Cotignola conquista il derby /dozzese 2 Russi 1/ San Patrizio1...                                                   48
 15/12/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
 Calcio Promozione Girone C ­ 17ª giornata                                                                              50
 15/12/2014 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 35
 SAN PANCRAZIO 2                                                                                                        51
 15/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 21
 Dozzese 2 Russi 1                                                                                                      52
 15/12/2014 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 23
 San Pancrazio 2                                                                                                        53
 15/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 27
 Miracolo Dozzese I gialloblù. non si arrendono, vincono e lasciano...                                                  54
 15/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 29
 San Pancrazio                                                                                                          55
 15/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 35
 Under 14 | Master Olimpia, Massa e Porto Robur sono al comando                                                         56
 15/12/2014 La Voce di Romagna Pagina 37
 I risultati dei gironi ravennati                                                                                       58
 14/12/2014 Ravenna24Ore.it
 Fipav Ravenna, il punto sul volley giovanile                                                                           59
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15 dicembre 2014
                   Il Resto del Carlino (ed.
                           Ravenna)
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                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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                   La Voce di Romagna
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Pagina 1                                                Il Sole 24 Ore
                                                         pubblica amministrazione

  Le eccedenze nella dotazione organica in base ai criteri elaborati dal Governo.

  Province, la mappa degli «esuberi»
  Ventimila i dipendenti da ricollocare ­ A Cosenza l' impatto maggiore.

  La riforma delle Province arriva al passaggio chiave: i nuovi
  enti « d i a r e a v a s t a » d o v r a n n o e s s e r e a l l e g g e r i t i d i
  competenze, ma anche dei dipendenti che quelle funzioni
  svolgevano.

  Con i super­tagli alle risorse, un miliardo nel 2015 per salire
  fino a tre nel 2017, e l' alleggerimento della dotazione
  organica ?si dovrà dimezzare la spesa nelle Province che
  rimangono tali e ridurla del 30% in quelle che si
  trasformeranno in Città metropolitane. Si prospettano quindi
  quasi 20mila dipendenti da ricollocare. A Cosenza e Roma l'
  impatto maggiore.
  Trovati pagina 6 La riforma delle Province arriva al passaggio
  chiave e comincia ad agitare davvero politici e personale:?il
  cuore del problema è rappresentato dal destino del
  personale, perché i nuovi enti «di area vasta» dovranno
  essere alleggeriti di competenze, ma anche dei dipendenti
  che quelle funzioni svolgevano.

  Doppia mossa La strategia del Governo per passare ai fatti si
  è articolata in due passaggi:?i super­tagli alle risorse, un
  miliardo nel 2015 per salire fino a tre miliardi nel 2017, e l?
  alleggerimento della dotazione organica, che (come
  anticipato sul?Sole 24 Ore del 29 novembre)?dovrà
  dimezzare la spesa nelle Province che rimangono tali e
  ridurla del 30% in quelle che si trasformeranno in Città
  metropolitane. L?idea è semplice, e poggia sul fatto che enti
  con meno compiti devono avere meno spese e meno
  dipendenti, perché sarà la nuova geografia dei compiti
  distribuiti a Regioni e Comuni a indicare la destinazione del
  personale «in eccesso», ma la sua realizzazione altrettanto
  semplice non è. Per capirlo, basta guardare i numeri:?il taglio
  alla dotazione organica, come accennato, è basato sulla
  spesa, ma in base al costo medio dei dipendenti può far
  misurare con buona precisione il numero delle persone
  destinate a trasformarsi in «eccedenze», e quindi a essere
  coinvolte nelle misure di riorganizzazione. Misure tra le quali
  non rientra l?estensione fino al 2018 dei pensionamenti con le
  regole pre­Fornero, che era stata ipotizzata ma poi è stata
  accantonata anche per evitare un altro strappo alla tela delle nuove regole previdenziali:?gli «esuberi»,
  anche se la riforma non li chiama così, potranno sfruttare le vecchie finestre solo se raggiungono i
  requisiti pre­riforma entro la fine del 2016, secondo il calendario scritto nel decreto dell?anno scorso

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15 dicembre 2014
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                                             pubblica amministrazione

  Metà delle amministrazioni non è in regola.

  Regioni, Asl e Comuni in ritardo sui piani contro la
  corruzione
  A un anno dalla scadenza del 31 gennaio scorso, solo la
  metà delle amministrazioni pubbliche (il 44%)si è dotata di un
  Piano di prevenzione della corruzione. Nel pieno del ciclone
  di Mafia Capitale, non sorprendono i dati sull' attuazione della
  legge anticorruzione del 2012.
  Un Comune su due non ha ancora il Piano che dovrebbe
  essere il primo strumento di analisi del rischio e prevenzione.
  Tempi lunghi anche per le misure di contrasto previste all'
  interno dei documenti: per far ruotare il personale, a Roma e
  Napoli, ad esempio, servono quasi due anni. Di fatto molti
  enti hanno visto questo passaggio come un adempimento
  formale e non sono pochi i casi di piani­fotocopia, che l'
  Autorità di Cantone minaccia di sanzionare. Milano tra le best
  practice.
  Cherchi e Uva pagina 7 La lotta alla corruzione nella pubblica
  amministrazione si ferma al primo gradino. A circa un anno
  dalla prima scadenza quasi la metà di Comuni, Regioni, Asl e
  ministeri ha rispettato l?obbligo di adottare il piano triennale
  anti­corruzione. Va meglio per ministeri e Province, dove il
  tasso di adempimento è intorno al 70­80%; più in affanno i
  Comuni, dove l?onere grava in egual misura su grandi e
  piccoli, senza sconti. Il primato dell?adempimento va al Nord
  Ovest (34%)? e indietro resta il Sud (18% di adempimenti).
  Nel dettaglio, quasi un Comune su due, secondo l?ultimo
  censimento del dipartimento Funzione pubblica, n o n è
  riuscito a mettere a punto il primo degli strumenti per
  arginare il rischio di tangenti previsto per le Pa dalla legge
  190 del 2012 (la legge anti­corruzione). Qualcuno in più
  potrebbe in realtà aver adempiuto, ?scordandosi? di
  segnalarlo per tempo alla banca dati ?PerlaPa?, ma il
  risultato è comunque deludente, soprattutto se si pensa alle
  cronache di questi giorni con l?inchiesta su ?Mafia capitale?,
  che ha dimostrato una volta di più come la Pa sia esposta in
  modo permanente al rischio di corruzione.
  Lo strumento Previsto dalla legge 190 insieme alla nomina in
  ogni ente di un Responsabile per la prevenzione della
  corruzione,?il piano triennale di prevenzione della corruzione
  (Ptpc) è nato come strumento di analisi e monitoraggio. Sulla
  scia del Piano nazionale varato dalla Civit (ora Autorità anti­
  corruzione), ogni ente dovrebbe inserirvi una mappatura dei settori a rischio (la legge ne individua già
  quattro:?appalti, concorsi, concessioni e sussidi) e indicare quali misure di prevenzione, accorgimenti e
  formazione specifica intende adottare.
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15 dicembre 2014
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                                             pubblica amministrazione

  IN ITALIA E IN EUROPA.

  Soltanto investire fa rima con ripartire
  Un grande sistema economico che abbia subìto i danni di
  una lunga guerra e che abbia ritrovato occupazione e reddito
  rapidamente, senza aver fatto leva sugli investimenti, pubblici
  e privati, non si è mai visto.
  Il discorso può valere in generale per l' Europa, che al suo
  interno presenta casi diversi, diverse velocità di uscita dalla
  crisi e profondi divari innovativi, ma che comunque si ritrova
  nel complesso più che un passo indietro rispetto agli Stati
  Uniti.
  Di sicuro il problema investe l' Italia, che dentro di sé ­ nel
  Mezzogiorno­ rintraccia i numeri di una catastrofe
  demografica e sociale e un orizzonte di abbandono non solo
  industriale.
  Senza investimenti può esistere un presente che compra un
  po' di tempo per la sopravvivenza giorno per giorno, ma non
  c' è futuro.
  Così la fiducia dei cittadini e delle imprese, entrambi
  contribuenti super tartassati, non corre e non si propaga.
  E se poi a tutto questo aggiungiamo (si veda l' inchiesta su
  Mafia Capitale) il carico delle evidenze che emergono in tema
  di corruzione e di pubblica amministrazione, nessuno può
  meravigliarsi se il Paese non dà segni visibili di ripresa.
  È probabilmente questo il quadro che ha fatto (e fa) da
  sfondo al tentativo del governo Renzi di alzare la domanda
  interna con i famosi 80 euro in busta paga (rinnovati anche
  per il 2015), il taglio del fisco sul lavoro e la riforma del
  mercato del lavoro prevista dal Jobs Act.
  Una scommessa difficile mentre procede, sempre sul filo del
  rasoio, il confronto con l' Europa e in un' Europa dove
  rispuntano gli incubi del caso Grecia, e mentre la carta del
  "piano Juncker" da oltre 300 miliardi di investimenti (ma solo
  sulla carta, come sappiamo) a tutto fa pensare meno che a un
  jolly vincente.
  Continua pagina 14 Guido Gentili Continua da pagina 1 ­
  Certo il nuovo, possibile corso della politica monetaria
  espansiva della Bce firmata da Mario Draghi può darci una
  mano. Ma sarebbe un errore molto grave pensare che la
  svolta di Francoforte possa sostituirsi a una politica riformista
  e innovativa. Dove gli investimenti sono a questo punto una
  componente decisiva e non incidentale.
  L?economista Jeffrey Sachs ha parlato di recente di «sciopero degli investimenti» (in particolare nel
  settore dell?energia sostenibile) negli Usa e in Europa e di come questa paralisi è stata interpretata dai
  neo­keynesiani e dai sostenitori dell?offerta. I primi finiscono per promuovere ?espedienti? (tassi d?
  interesse zero e incentivi) invece di incoraggiare l?adozione di politiche ben definite e ?liberare? gli
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                                               pubblica amministrazione

  Trasparenza. Molte lacune nell' applicazione del decreto 33 del 2013.

  Gli uffici non mettono online i dati su appalti e
  consulenze
  La trasparenza è l' altra faccia della medaglia
  per combattere il malaffare dentro la pubblica
  amministrazione: da una parte, le regole per
  evitare le tangenti; dall' altra, informazioni a
  portata della collettività, per mettere i cittadini
  in grado di rendersi conto di come funziona la
  burocrazia e, dunque, come vengono spesi i
  soldi.
  Il binomio, però, finora ha funzionato poco e
  male (si veda l' articolo sopra). Anche i criteri
  per rendere gli uffici pubblici più trasparenti
  discendono dalla medesima legge (la 190 del
  2012), che ha imposto il giro di vite anti­
  mazzette. La trasparenza ha poi trovato norme
  di dettaglio nel decreto legislativo 33 del 2013,
  che ha imposto a tutte le pubbliche
  amministrazioni (il ventaglio è stato di recente
  allargato e perfezionato dalla riforma della Pa,
  la legge 90/2014) di avere sul proprio sito
  istituzionale una finestra dedicata alla
  comunicazione di tutta una serie di
  informazioni: dai redditi dei politici ai bilanci
  degli enti, dalle consulenze ai concorsi, dagli
  appalti alle partecipazioni societarie.
  A un anno e mezzo di distanza, quegli obblighi
  sono stati rispettati solo in parte. Per esempio,
  i piani triennali per la trasparenza ­ che fanno il paio con quelli anti­corruzione ­ in molti uffici ancora
  latitano. Per rimanere alle amministrazioni centrali: su 13 ministeri monitorati, cinque ancora se ne
  devono dotare, tra cui quelli dell' Economia e delle Infrastrutture. E ancora: l' Inail lo ha adottato, mentre
  altrettanto non si può dire dell' Inps. Non va meglio nelle università: su quasi cento atenei, 70 ancora
  non sanno cosa sia il piano della trasparenza.
  Eppure, secondo le intenzioni del Dlgs 33, quel documento, da aggiornare ogni anno e da redigere
  insieme alle associazioni dei consumatori, dovrebbe fare il punto sulle iniziative prese dalla singola
  amministrazione per assicurare un adeguato livello di trasparenza, nonché «la legalità e lo sviluppo
  della cultura dell' integrità».
  Le assenze dei piani, però, non sono che una delle defaillance degli obblighi sulla trasparenza. Molte
  amministrazioni ancora continuano a non pubblicare sui propri siti i dati o, nel migliore dei casi, quando
  lo fanno spesso la lettura delle informazioni è difficile se non impossibile. Per esempio, perché
  inseriscono file di difficile gestione da parte del cittadino.
  Eppure il decreto 33 prevede che i dati siano non solo immessi in rete in un formato aperto, ma
  soprattutto siano aggiornati, completi e di semplice consultazione.
  L' Autorità anti­corruzione lo ha potuto constatare: nel corso di controlli effettuati dall' inizio dell' anno a
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  FISCO Agevolazioni sulla casa
  FISCO Agevolazioni sulla casa [4116][351175]
  RIACQUISTO PRIMA CASA: CREDITO
  COMPENSABILE Ho un credito d' imposta,
  per riacquisto della prima casa, di 4.800 euro.
  Nel rogito è stato scritto che intendo utilizzarlo
  in diminuzione dell' Irpef dovuta in base alla
  dichiarazione da presentare successivamente
  alla data dell' acquisto. Ma dal 730/2013 risulta
  che non devo pagare l' Irpef; anzi, ho un
  rimborso. Posso compensare con i pagamenti
  Imu, Tasi eccetera, usando il codice 6602 nel
  modello F24?Oppure sono costretta a perdere
  il credito, dal momento che non pagherò l'
  Irpef neanche negli anni successivi, avendo
  varie detrazioni? A.M.TERNI È possibile
  estinguere i debiti per Tasi, Imu, Tari eccetera
  anche compensandoli, in via generale, con
  crediti tributari (e previdenziali) e, in
  particolare, con quello per il riacquisto dell'
  abitazione principale, attribuito ex articolo 7
  della legge 448 del 1998. Dispone, infatti, il
  comma 2 dell' articolo 7 che il credito in
  questione «può... essere utilizzato in
  compensazione ai sensi del decreto legislativo
  9 luglio 1997, n. 241». L' articolo 17 di tale
  decreto è quello che disciplina, in generale, la
  compensazione tra crediti e debiti tributari.Il
  credito d' imposta ­ correttamente identificato
  con il codice tributo 6602 ­ non si perde mai, per prescrizione, se è annualmente riportato in
  dichiarazione dei redditi, perché non utilizzato.La dichiarazione resa nel contratto d' acquisto (quella
  contenuta nel rogito) non è vincolante e non è d' ostacolo all' utilizzo del credito per estinguere debiti
  diversi dall' Irpef. A cura di Ezio Maria Pisapia [4117][350912] SPOSTAMENTO DELLA TETTOIA CON
  DIRITTO AL BENEFICIO Sono stato autorizzato dal Comune di mia residenza, mediante Scia
  (segnalazione certificata cdi inizio attività), allo spostamento ­ sempre all' interno della mia proprietà ­ di
  una tettoia in legno, struttura su cui sono installati pannelli fotovoltaici asseverati alla mia abitazione.
  Precisando che lo spostamento dell' impianto fotovoltaico ­ dovuto a motivi tecnici ­ è stato autorizzato
  anche dal Gse (gestore dei servizi energetici), volevo sapere se tutti i lavori effettuati per consentire il
  corretto spostamento e sostentamento della struttura (in particolare opere in cemento armato ove
  poggerà la struttura in legno) possono rientrare tra le spese detraibili per la ristrutturazione edilizia.
  Gian Luca BuonsignoreCAMPOBASSO La risposta è affermativa. Lo spostamento della tettoia all'
  interno della proprietà di un edificio residenziale è intervento di manutenzione straordinaria. Di
  conseguenza, tutte le spese sostenute e pagate con bonifico bancario sono detraibili ai fini del 50 per
  cento (articolo 16­bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1, comma 139, della legge 147/2013) anche se
  si tratta di un' abitazione monofamiliare (in tal caso è esclusa la sola manutenzione ordinaria). [4118]
  [350422] L' ITER PER L' AGEVOLAZIONE A LAVORI DISPOSTI D' URGENZA Nel mio condominio
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  Bilanci. La norma «dimenticata»

  Dal 2015 doppio fondo per crediti e perdite delle
  società partecipate
  Gli enti locali, nei bilanci 2015, non dovranno
  preoccuparsi solo del fondo crediti di dubbia
  esigibilità, ma dovranno anche fare i conti con
  l' accantonamento a fronte delle perdite delle
  società partecipate.
  Entra in vigore a gennaio, infatti, l' articolo 1,
  comma 550 della legge di stabilità 2014 (legge
  147/2013), scritta per evitare che un ente
  possa trarre vantaggio dal lasciare le sue
  partecipate in perdita, e impone di
  accantonare in bilancio un importo
  proporzionale.
  Perdite di esercizio che sono imponenti: nel
  piano Cottarelli si parla addirittura di 1,2
  miliardi nel 2012, ed è facile quindi
  immaginare un impatto, in fase di prima
  applicazione, tra i 100 ed i 200 milioni, che
  complicheranno gli equilibri di bilancio di
  Comuni, Province, Regioni e C a m e r e d i
  commercio.
  La norma prevede un periodo di applicazione
  parziale e graduale. Parziale, perché per i
  servizi pubblici locali a rete il riferimento è la
  differenza tra valore e costi della produzione,
  che conduce a un valore meno penalizzante.
  Graduale, perché, è prevista una fase
  transitoria che distingue tra chi peggiora e chi migliora i conti. Nel primo caso, ovvero quello delle
  aziende che dall' utile scendono nell' area della perdita o che hanno una perdita superiore a quella
  media del triennio 2011­2013, il meccanismo è semplice: nel preventivo 2015 si accantonerà il 25%
  della perdita di esercizio 2014 della società, il 50% nel 2016 e il 75% nel 2017, per arrivare a pieno
  regime solo nel 2018. Per chi invece ha una perdita media nel triennio citato superiore a quella del
  bilancio di esercizio 2014, l' accantonamento corrisponderà a «una somma pari alla differenza tra il
  risultato conseguito nell' esercizio precedente e il risultato medio 2011­2013 migliorato, rispettivamente,
  del 25 per cento per il 2014, del 50 per cento per il 2015 e del 75 per cento per il 2016».
  In sostanza se la perdita fosse di 160 nel bilancio di esercizio 2014 e di 200 nel triennio, si dovrà
  accantonare appena 10, ovvero 160 al netto della perdita del triennio ridotta del 25%, ovvero di 150.
  Invece, se la perdita è crescente, diciamo 260, l' accantonamento dovrà essere pari al 25% del totale,
  ovvero di 65.
  Tutto questo dovrà risultare già dal preventivo. Ove non si abbiano le informazioni disponibili (cosa
  chiaramente non ammissibile, per quanto riguarda le aziende controllate, nei comuni sopra i 15mila
  abitanti, che devono applicare i controlli previsti dall' articolo 147­quater del Tuel, introdotto dal Dl
  174/2012), si dovrà procedere a una variazione non appena disponibili i bilanci delle società
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  Terreni. Rischio bilanci per gli enti.

  La proroga non cancella i problemi della cassa
  La proroga in extremis del termine di
  pagamento dell' Imu per i terreni montani non
  più esenti non cancella i tanti problemi sia per i
  Comuni sia per i contribuenti.
  Sul versante dei Comuni, la proroga evita per
  ora gli effetti sulla competenza, grazie all'
  accertamento convenzionale del gettito Imu
  stimato dall' Economia (pari al taglio inferto al
  Fondo di solidarietà), anche se a molti
  amministratori le stime ministeriali appaiono
  eccessivamente abbondanti;?il problema di
  cassa appare però solo rinviato, perché il caos
  di queste settimane non pare destinato a
  risolversi in poco tempo.
  L' incasso effettivo delle somme scritte nell'
  allegato al decreto, quindi, sembra scontrarsi
  contro due ostacoli:?i numeri elaborati dal
  ministero faticheranno in molti casi a tradursi
  in realtà, ed è difficile che tutti i contribuenti
  chiamati alla cassa dalle nuove regole si
  presentino puntualmente all' appuntamento del
  26 gennaio.
  Il problema è intricato ulteriormente dal fatto
  che lo stesso Governo ha mostrato di non
  apprezzare più di tanto il parametro delle tre
  fasce articolate sulla base della «altitudine al
  centro» dei Comuni, perché in molti casi questo dato ignora la geografia reale di territori comunali
  spesso ampi e collocati a diverse altitudini.
  Una debolezza, questa, che potrebbe anche alimentare una quota di contenzioso da parte di
  contribuenti che potrebbero contestare la "ragionevolezza" dei parametri con cui sono stati chiamati al
  versamento. Questo argomento, accanto al fatto che nemmeno la data del 26 gennaio rispetta il tempo
  minimo di 60 giorni che lo Statuto del contribuente chiede di concedere tra una richiesta di pagamento e
  la scadenza per effettuarlo, non faciliterà certo la riscossione.
  Il Governo, quindi, ha annunciato una revisione dei parametri, che comunque difficilmente potrà vedere
  la luce in tempo per la scadenza del 26 gennaio:?la partita, infatti, deve continuare a valere, almeno
  sulla carta, 350 milioni, e qualsiasi revisione imporrebbe anche di cambiare ex post la distribuzione di
  tagli e accertamenti fra i Comuni.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA Gianni Trovati.

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  Enti in crisi. Regole da riformare.

  Sul predissesto caos crescente di norme e
  giurisprudenza
  A due anni dal suo esordio occorre
  rendicontare gli esiti prodotti dal predissesto,
  nato come strumento/percorso per risanare gli
  squilibri strutturali dei bilanci degli enti locali.
  Tantissimi i Comuni che vi hanno fatto ricorso
  con miliardi di disavanzi di amministrazione da
  riequilibrare, per lo più in dieci anni. Poche
  i n v e c e l e Province c h e h a n n o a d e r i t o ,
  lasciando in eredità alle nuove non pochi
  problemi.
  Su tutto incombe, comunque, il marasma,
  causato dall' abbondanza di norme
  sopravvenute ad integrazione dell' originario
  dettato e da provvedimenti legislativi che
  hanno indirettamente inciso (male) sulla sua
  applicazione. Si è lavorato, spesso, al
  contrario di quanto serviva e senza alcuna
  coordinazione.
  Il legislatore ha approvato provvedimenti (Dl
  35/2013 e Dl 66/2014) concessivi di
  finanziamenti miliardari per saldare i vecchi
  debiti, a tutto il 2013, degli enti territoriali verso
  il sistema mercantile. Una novità che ha
  favorevolmente inciso sulla finanza locale e sui
  creditori, diversamente però da come
  programmato nei piani di risanamento.
  Anche la magistratura contabile ha disorientato il sistema delle autonomie con la formazione, a livello
  centrale, di una giurisprudenza in netta contrapposizione con le decisioni delle Sezioni regionali.
  Non solo. L' implementazione del Dlgs 118/2011, perfezionata con il Dlgs 126/2014 (si veda il Sole 24
  Ore del 15 settembre 2014), con la previsione di facilitare il ripiano dei disavanzi di amministrazione
  causati dai saldi negativi della gestione dei residui a tutto il 2014, ha messo gli enti locali in predissesto
  in forte imbarazzo. L' opportunità prevista di poter smaltire "il buco" in un decennio (incrementato ad un
  trentennio dalla legge di stabilità in corso di approvazione) ha creato una giustificata amarezza negli
  amministratori già aderenti al predissesto (si veda anche Il Sole 24 Ore dell' 8 dicembre).
  Un tale stato di cose, per la confusione e le disparità che ha generato, richiede una rivisitazione della
  disciplina specifica. Ciò per rendere giustizia agli enti e ai cittadini, entrambi imbarazzati per avere,
  rispettivamente, imposto e sopportato i tributi al massimo e i servizi al minimo per conseguire il
  medesimo scopo raggiungibile in via ordinaria con il Dlgs 126/2014 (si veda Il Sole 24 Ore del 1°
  dicembre 2014).
  Il rimedio sta nella introduzione della revocabilità dello stato di predissesto, in presenza ovviamente di
  condizioni di maggior favore dei Comuni interessati, così da offrire la possibilità agli stessi di alleviare la
  pressione fiscale locale e di raggiungere il medesimo obiettivo di risanamento, favorito dall'
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  Lo stanziamento messo a disposizione dallo sviluppo economico sul Fondo per la crescita.

  Per l' industria verde 250 mln
  Sul piatto altri 150 mln per imprese più informatizzate.

  Ammonta a 400 milioni di euro, divisi su due
  nuovi bandi per progetti di ricerca e sviluppo,
  lo stanziamento messo a disposizione dal
  Ministero dello sviluppo economico a valere
  sul Fondo per la crescita sostenibile. Le
  imprese interessate potranno presentare
  progetti nei settori delle tecnologie dell'
  informazione e della comunicazione
  elettroniche (Ict) e dell' industria sostenibile.
  I nuovi interventi sono identificati come «Ict­
  Agenda digitale» e «Industria sostenibile».
  I d u e b a n d i s o n o s t a t i pubblicati
  rispettivamente il 4 e il 5 dicembre scorso in
  Gazzetta Ufficiale, dopo essere stati entrambi
  approvati con decreti ministeriali del 15 ottobre
  2014. La dotazione finanziaria è divisa in 150
  milioni di euro per «Ict­Agenda digitale» e 250
  milioni di euro per «Industria sostenibile».
  Gli schemi delle istanze preliminari di accesso
  alle agevolazioni, le modalità di applicazione
  dei criteri di valutazione indicati nei bandi e i
  termini per la presentazione delle istanze
  saranno stabiliti con successivi provvedimenti
  del direttore generale per gli incentivi alle
  imprese.
  Ict­Agenda digitale. Il primo bando, pubblicato
  nella G.U.
  n. 282 del 4 dicembre 2014, ha lo scopo di
  sostenere progetti di ricerca e sviluppo coerenti con le finalità dell' Agenda digitale italiana in grado di
  esercitare un significativo impatto sullo sviluppo del sistema produttivo e dell' economia del Paese,
  grazie a un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni
  interoperabili e sviluppando specifiche Tecnologie abilitanti, nell' ambito di quelle definite dal
  Programma quadro comunitario «Horizon 2020». I progetti ammissibili alle agevolazioni devono
  prevedere la realizzazione nel territorio italiano di attività di ricerca industriale e di sviluppo
  sperimentale. Queste devono essere strettamente connesse tra di loro in relazione all' obiettivo previsto
  dal progetto e devono essere finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al
  notevole miglioramento di prodotti o processi o servizi esistenti. Obiettivo della ricerca deve essere lo
  sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali che hanno adeguate e concrete ricadute sui settori
  applicativi.
  Industria sostenibile.
  Il secondo bando, pubblicato nella G.U.
  n. 283 del 5 dicembre 2014, riguarda progetti finalizzati a perseguire un obiettivo di crescita sostenibile,

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                                               pubblica amministrazione

  Il governo pensa al contributo obbligatorio
  La prima proposta per cautelarsi da tali eventi
  ed evitare che fosse lo Stato a doversi farsi
  carico degli indennizzi era arrivata dal ministro
  dell' ambiente del governo Monti, Corrado
  Clini, che elaborò un Libro bianco con le
  «Linee strategiche per l' adattamento ai
  cambiamenti climatici, la gestione sostenibile
  e la messa in sicurezza del territorio», all'
  interno del quale, oltre a trattare il tema della
  prevenzione degli effetti negativi delle calamità
  naturali sui paesaggi italiani, si propose di
  rendere obbligatoria l' assicurazione per
  coprire i rischi connessi a eventi climatici
  estremi su beni e strutture pubbliche e private.
  A detta del ministro, sarebbe stato un modo
  per difendere le zone ad alto rischio e
  rifondere chi vive o lavora in tali zone in caso
  di danni, per ridurre i costi dei premi
  assicurativi e per non gravare sulle tasche di
  tutti gli italiani attraverso i risarcimenti con
  fondi pubblici.
  «Chiediamo al governo di porre in atto,
  urgentemente, tutte le misure in grado di
  alleviare la pesantissima situazione che stanno
  vivendo gli artigiani e le imprese delle regioni
  più colpite dalle alluvioni: Liguria, Toscana,
  Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte», è
  stato l' ultimo appello della Cna lo scorso
  mese alla politica.
  «Il sistema produttivo, in poche ore, ha subito danni calcolati dal Centro studi Cna in non meno di 400
  milioni». E dalla politica è arrivata una prima risposta: «Sì allo sforamento del patto d i stabilità per
  consentire gli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio; la possibilità per i comuni di
  accedere a mutui a tasso zero per 3 miliardi; un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei
  prossimi 7 anni; lo stanziamento nella legge di stabilità delle risorse per alimentare il fondo
  emergenze».
  Anche perché il conto dei danni degli stati d' emergenza già definiti, una ventina sui 25 ancora aperti e
  relativi a eventi del 2013 e di quest' anno si aggira sui 3 miliardi. Ai quali va aggiunto oltre un miliardo di
  danni provocati dalle ultime alluvioni. Soldi che non ci sono e che il governo deve trovare se vuole
  risarcire famiglie e imprese. L' ipotesi su cui si lavora è quella di inserire delle risorse ad hoc per le aree
  colpite, nella quale dovrebbero confluire anche quelle, circa 150 milioni, per alimentare il fondo
  emergenze, che è di fatto azzerato.

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                                              pubblica amministrazione

  Italia fanalino di coda in Europa per le coperture assicurative contro terremoti o alluvioni.

  Polizze contro calamità al palo
  I costi troppo elevati frenano lo sviluppo del mercato.

  Grandine, terremoti, esondazioni, alluvioni.
  I fenomeni naturali, spesso concentrati nel
  periodo invernale, mettono a rischio uffici,
  case e fabbricati. Di solito chi sottoscrive una
  polizza tende a tutelarsi dalle cause più
  frequenti come il furto in abitazione o al più l'
  incendio. Bisogna invece prestare attenzione a
  garanzie e coperture anche per danni da altre
  cause, tanto è vero che gli eventi atmosferici
  che hanno colpito i territori italiani negli ultimi
  anni (terremoti, esondazioni, «bombe» d'
  acqua) stanno spingendo anche il governo a
  mettere sul tavolo proposte di assicurazioni
  obbligatorie in caso di calamità.
  Un mercato tutto da fare.
  L' Italia in Europa è tra i Paesi meno assicurati
  con un mercato danni, quindi depurato della
  componente di risparmio del ramo vita, di
  circa 34 miliardi, di cui più di 16 miliardi di
  euro rappresentati dalla sola responsabilità
  civile auto, che si sa è obbligatoria per legge e
  quindi percepita dai cittadini come una tassa e
  non come strumento di tutela dei singoli e
  della collettività. Risultato: il mercato è ancora
  tutto da fare. Un primo segnale di vita in questi
  anni è arrivato dalle imprese e dalla grande
  distribuzione, molto più avanti nella
  sottoscrizione di questo tipo di polizze. Le
  motivazioni sono da ricercare nel fatto che nel mondo business se il fabbricato subisce danni a seguito
  di un evento climatico non sarà negativo solo per il valore dell' immobile in sé, ma soprattutto per quello
  che contiene, ovvero merci, attrezzature da lavoro, beni strumentali e macchinari. Il mercato abitativo
  invece langue. Dove è maggiore la polizza anti calamità per gli immobili a uso abitativo o ufficio è
  proprio in quei luoghi in cui un evento o un disastro ambientale si è già abbattuto.
  L' offerta di coperture contro i danni sismici è ampia anche se non molto utilizzata. Esistono una decina
  di compagnie attive nel settore danni agli immobili.
  Sta di fatto che meno del 2% delle abitazioni è assicurato.
  Secondo dati Ance, Associazione nazionale costruttori edili, oltre il 60% del patrimonio edilizio italiano
  (circa 7 milioni di edifici) è stato costruito prima dell' entrata in vigore della normativa antisismica per
  nuove costruzioni (1974).
  Quindi andando a guardare l' ampia platea dei potenziali interessati il rischio per le compagnie sarebbe
  più che ripartito. Ma il premio non è composto soltanto dalla componente rischio, ma dai costi vivi che
  vanno sostenuti per tarare la polizza sul giusto valore. Uno dei motivi per cui le coperture contro

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  Opportunità del micro­credito
  Il commercialista della nostra cooperativa ci ha
  informati della possibilità di accedere al micro­
  credito. Ora i soci, che sono stati informati
  della possibilità, chiedono maggiori
  delucidazioni anche se il nostro professionista
  ci ha detto che non c' è fretta e che, viste le
  numerose scadenze di dicembre, ora non gli è
  possibile convocarci in assemblea per
  spiegarci cosa è questo micro­credito.
  Chiediamo qualche delucidazione in merito e
  gli eventuali riferimenti per ricuperare, anche
  via internet le norme relative. M.R. Quali sono
  le caratteristiche della finanza mutualistica e
  solidale? In questi periodi in cui le banche
  sono sempre restie nel concedere credito mi
  sono chiesto se è possibile accedere ad altre
  fonti di finanziamento, magari con
  caratteristiche nuove e non speculative, come
  suggerisce la dizione. G.P. Quali sono le
  imposte da pagare se non si vuole aderire alla
  cedolare secca per l' affitto di abitazioni
  abitative? F.G. Per gli interventi energetici
  realizzati tramite un contratto di leasing i
  pagamenti (acconto e saldo) devono essere
  effettuati tramite specifico bonifico? M.S. Per
  poter usufruire della detrazione Irpef per l'
  acquisto di mobili è necessario che si
  effettuino anche degli interventi di
  ristrutturazione dell' immobile. L' acquisto dei mobili può precedere la fatturazione degli interventi edili?
  Le porte sono considerate «mobili»? F.P. Ho letto che la compensazione dei crediti con la pubblica
  amministrazione possono essere compensati per le cartelle notificate entro il 31/03/14 e non più per
  quelle notificate solo entro il 31/12/13. Chiedo cortesemente di volermi indicare gli estremi del
  provvedimento che ha stabilito quanto sopra. G.D. Quali possono considerarsi «adattamenti» agevolati
  quelli da apportare alla carrozzeria di autovetture per soggetti disabili con ridotte o impedite capacità
  motorie? F.P. In cosa consiste esattamente l' inversione della presentazione delle lettere d' intento per
  gli esportatori abituali portata dalla legge sulle semplificazioni fiscali? R.E. Subito dopo essermi iscritto
  alla facoltà di giurisprudenza ho perso mio padre. Se decidessi di cambiare facoltà potrei perdere il
  diritto a ricevere la pensione di reversibilità? F.R.N. Se il figlio nasce dopo sette mesi dalla morte del
  padre al nascituro spetta la reversibilità? M.G.P. Sono un lavoratore extracomunitario e svolgo per una
  ditta tessile un lavoro part­time. Mia moglie è disoccupata. Abbiamo tre figli minori. Possiamo avere
  diritto all' assegno per il nucleo familiare? H.M.P. Sono un lavoratore extracomunitario e lavoro in Italia
  da cinque anni. Se decidessi di rimpatriare potrei avere indietro i contributi versati? P.M.L. Vorrei
  sapere cosa accade se una volta richiesto il riscatto della laurea emerge che per alcuni mesi è stata
  svolta attività lavorativa retribuita. M.D.P. Ho 33 anni e sono figlio unico. Ho perso da sei anni mia
  madre e nel 2012 mio padre. Dopo un anno dalla morte di mio padre ho ricevuto dall' Inps una richiesta
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  Prime valutazioni degli avvocati sulla l. 162/2014: dubbi su negoziazioni e arbitrati.

  Giustizia civile, una riformina che non riformerà
  molto
  La riforma del processo civile è «mini» e non soddisfa a pieno
  gli avvocati.
  Piccoli interventi, quelli contenuti nel decreto legge n.132/2014,
  convertito nella legge 162/2014 (pubblicato nella Gazzetta
  Ufficiale del 10 novembre 2014), recante «misure urgenti di
  degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione
  dell' arretrato in materia di processo civile». Interventi però, non
  del tutto nuovi e soprattutto non risolutivi.
  Pensato dal governo Renzi per cominciare a smaltire l'
  arretrato nel settore civile, il primo passo verso la riforma della
  giustizia servirà a velocizzare alcuni procedimenti, come quello
  del divorzio, ma risulta inefficace se messo a confronto con la
  mole di arretrato con cui hanno a che fare avvocati, magistrati e
  cittadini. Questa almeno l' opinione della maggior parte dei
  professionisti intervistati da Affari Legali.
  Che in alcuni casi rilevano che comunque non manchino anche
  degli aspetti positivi, soprattutto quelli che strizzano l' occhio
  alle imprese.
  Si riferisce proprio a queste norme Micael Montinari dello
  studio legale Portolano Cavallo che riguardo alle conseguenze
  della riforma commenta: «saranno di certo positive se
  guardiamo a misure che facilitano le procedure di recupero dei
  crediti, come la possibilità per gli ufficiali giudiziari di accedere
  all' anagrafe tributaria. Lo stesso dicasi per le novità che
  velocizzano e semplificano il processo.
  Qualche beneficio potrà venire anche dall' aumento degli
  interessi in caso di ritardo nei pagamenti. Tutto ciò, in
  definitiva, dovrebbe avere un effetto migliorativo sui bilanci
  delle imprese. Che infine ci sia un' enfasi ulteriore sulle
  soluzioni alternative alla giustizia dei nostri tribunali è senz'
  altro un bene». Il professionista si chiede però se le nuove
  procedure di negoziazione assistita e gli arbitrati forensi,
  funzioneranno e daranno i risultati sperati. «Il trasferimento in
  sede arbitrale dei procedimenti civili pendenti e la nuova
  procedura di negoziazione assistita da un avvocato sono
  opzioni che, nella sostanza, erano già a disposizione delle
  parti», spiega Montinari. «Ora abbiamo dei meccanismi che
  incoraggiano il loro utilizzo. Non c' è che dire: in teoria ne
  dobbiamo essere tutti contenti. C' è un però o, se vogliamo, un
  punto interrogativo di non poco conto. Svolgere il ruolo di arbitro richiede delle competenze specifiche e
  soprattutto un livello di esperienza che si maturano sul campo nel corso di anni. Inoltre, essere arbitro
  non vuol dire solo essere degli ottimi avvocati ma anche avere familiarità con le tecniche di gestione
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  Il cronoprogramma della riforma
    13 settembre 2014 a) Traslatio iudicii b)
  Negoziazione assistita volontaria su diritti
  disponibili (art. 2) 11 novembre 2014 a)
  Negoziazione assistita per separazione
  consensuale, divorzio e modifica delle
  condizioni di separazione o di divorzio con figli
  minori, maggiorenni incapaci, portatori di
  handicap o economicamente non
  autosufficienti (art. 6) b) esecuzione forzata
  (Queste disposizioni sono entrate in vigore l'
  11 novembre 2014, in quanto non è indicata un
  differimento dell' entrata in vigore; alcune però
  sembrano, di fatto, subordinate all' entrata in
  vigore delle norme sull' accesso alle banche
  dati).
    11 dicembre 2014 a) Separazione
  consensuale, divorzio e modifica delle
  condizioni di separazione o di divorzio
  effettuata direttamente dai coniugi con
  assistenza facoltativa di uno o più avvocati,
  innanzi al Sindaco del Comune competente
  (art. 12).
  b) Nuovo regime di compensazione delle
  spese (art. 13) c) Passaggio dal rito ordinario
  al rito sommario di cognizione» (art. 14). La
  nuova norma si applicherà ai giudizi introdotti
  a decorrere dal 11 dicembre 2014; d) Nuovo
  saggio degli interessi legali moratori (art. 17)
  che si applicherà ai procedimenti iniziati a decorrere dal 11 dicembre 2014.
  e) Nuove modalità di «Iscrizione a ruolo del processo esecutivo per espropriazione» (art. 18 ­ nuovo
  492­bis c.p.c.) e relativa sanzione: nuovo Art. 164­ter. ­ (Inefficacia del pignoramento per mancato
  deposito della nota di iscrizione a ruolo).
  f) Nuova competenza territoriale per l' esecuzione forzata su autoveicoli, motoveicoli (art.
  19). Tranne il caso in cui è debitore una pubblica amministrazione, è fissata la regola secondo la quale
  «per l' espropriazione forzata di crediti è competente il giudice del luogo in cui il debitore ha la
  residenza, il domicilio, la dimora o la sede»; g) «Ricerca con modalità telematiche dei beni da
  pignorare» (art. 19) e per la nuova modalità di esecuzione del pignoramento dei veicoli, motoveicoli e
  rimorchi registrati.
  ​ 1 gennaio 2015 Riduzione del termine per la sospensione feriale dei termini a 31 giorni, dal 1° agosto al
   31 agosto 9 febbraio 2015 Negoziazione assistita obbligatoria: improcedibilità delle controversie in
   alcune materie (es. rc auto) in mancanza di esperimento della negoziazione assistita da uno o più
   avvocati (art 3).

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  La Corte d' appello di Ancona sperimenta anche teatro e cinema.

  Formazione outdoor
  I problemi? Si risolvono all' aria aperta.

  A guardare la foto dei dipendenti della Corte d'
  appello di Ancona, la loro sembra più una
  scampagnata fuori porta e invece è un
  esempio di formazione outdoor. Nata negli
  Stati Uniti intorno agli anni 60, arrivata da noi
  vent' anni dopo e diffusa prima nelle aziende,
  in particolare le multinazionali, estesa ai
  gruppi bancari e dal 2000 anche alla p.a. In
  questo contesto, dal 2005 a oggi anche il
  Ministero della giustizia attraverso il suo
  dipartimento dell' Organizzazione giudiziaria e
  ben cinque distretti di corti d' appello se ne
  sono avvalsi.
  Un modo nuovo, per apprendere e fare proprie
  quelle competenze trasversali come la
  capacità di leadership, la comunicazione, la
  capacità di integrarsi e condividere gli obiettivi
  ma senza più aula, banchi, sedie e quant' altro
  faccia pensare a una formazione di tipo
  tradizionale. A spiegarne i contenuti guida a
  ItaliaOggi, Roberto Alfieri, sociologo e
  formatore con vent' anni di esperienza nel
  settore: «Si parla di formazione esperienzale:
  cinema, teatro e anche outdoor training. Nei
  primi due casi, il cinema, il teatro ma anche l'
  improvvisazione teatrale possono aiutare a
  favorire una migliore comprensione delle
  dinamiche lavorative. È stato il caso della
  Corte d' appello di Ancona dove abbiamo sperimentato l' improvvisazione teatrale: dato un tema, la
  sfida è stata quella di svilupparlo a colpi di battute. Ci si allena ad ascoltarsi, replicando all' altro in
  modo creativo, senz' altro utile a chi fa attività di sportello, a contatto con il pubblico. E veniamo all'
  outdoor training ­ distingue ­ qui cambia l' ambiente: siamo all' aperto e attraverso vari esercizi, i
  partecipanti sperimentano anche la propria fisicità. Gli proponiamo dei problemi da risolvere che li
  mettano in contatto tra loro attraverso la dimensione del gioco, situazione che ci porta ad aprirci di più
  agli altri». Il metodo è quello di partire da un problema da risolvere entro un confine di tempo e di regole
  definite. La soluzione appare impossibile fino a quando il gruppo non condivide e utilizza tutte le risorse
  presenti al proprio interno finendo poi per far emergere il riconoscimento e la valorizzazione delle
  differenze personali e professionali e soprattutto l' identificazione di dinamiche di comunicazione più utili
  per il raggiungimento del comune obiettivo. Visto che i problemi proposti debbono essere risolti nel
  tempo stabilito e secondo regole rigide, finiscono per emergere le abituali modalità di gestire le risorse
  e lo stress operativo che ne deriva. Di qui, in un ambiente estraneo a quello lavorativo in grado di
  riallacciare i contatti con la propria parte fisica ed emotiva, si riesce secondo Alfieri a migliorare la realtà

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                                   (ed. Ravenna­Imola)
                                                           sport
  Girone C. I gialloblù vincono in casa per la prima volta: fatale al Lavezzola l' autogol di Borini a
  pochi secondi dal riposo.

  Il Cotignola conquista il derby /dozzese 2 Russi 1/
  San Patrizio1 Ateltico 1 Castenaso
  La Dozzese si impone sul Russi, pari con rammarico per il Bagnacavallo.

  Sfortunato invece il La ­ vezzola che fa tutto da
  so ­ lo e si fa superare dai cu ­ gini in
  classifica. Partono forte i biancazzurri
  schiacciando i padroni di casa nella propria
  metà campo tuttavia senza es ­ sere davvero
  pericolosi. Il primo tiro è dei ragazzi di Folli:
  Manaresi impegna Rossi ad un doppio inter ­
  vento con un tiro al volo all ' 8 ' . Due minuti
  dopo Dardi colpisce male il pal ­ lone e manda
  sul fondo. Prima dell ' intervallo il Cotignola
  passa in van ­ taggio: angolo di Nannini, Rossi
  esce male e la palla sbatte addosso all ' i ncol
  ­ pevole Borini che devia nella propria porta.
  Nella ripresa il Cotigno ­ la controlla e rischia
  po ­ co. Al 65 ' Salzano, entrato da sette
  minuti, colpisce con un pugno Montanari e l '
  arbitro lo espelle. Gli ospiti restano così in die
  ­ ci. I gialloblu sfiorano il raddoppio prima con
  Leo ­ nardi che impegna Rossi con un tiro al
  volo su sug ­ gerimento di Paganelli, poi è
  Montanari con una girata al volo a lambire il
  palo. Solo nel recupero i biancazzurri provano
  a pareggiare con una puni ­ zione di M.
  Foschini che però termina a
  lato.......................DOZZESE 2 RUSSI 1
  DOZZESE: DOZZESE: Staniscia, Talotta,
  Rinaldi, Cesari, Ragionie ­ ri, Semplice,
  Vallante, Sorrentino, Tomba (43 ' st Zanotti),
  Sabbioni, Cappiello (16 ' st Cobosneanu). All.: Niccolini.
  RUSSI: Casadio, Rusticali (15 ' st Giorgini), Magari (25 ' st Tazzari), Vasumini, Dirani, De Rose (42 ' st
  Gaddoni), Sow , Miserocchi, Focaccia, Pezzi, Coralli. All.: Ragazzini. ARBITRO: RUIU DI FERRARA.
  RETI: 32 ' pt Cappiello, 10 ' st Sow, 34 ' st Tomba. AMMONITI: Vallante, Tomba, Rinaldi, De Rose, Va s
  u m i n i . ESPULSO: 48 ' st Vallant...MONTE DEL RE. La Dozzese centra una vitto ­ ria vitale contro il
  Russi e comincia a credere che in qualche modo la sal ­ vezza possa anche arri ­ vare. I gialloblu
  segnano per primi in un primo tempo nel quale i due portieri Staniscia e Casa ­ dio sono in evidenza
  con belle parate: al 32 ' è Cap ­ piello a fare centro fina ­ lizzando una bella azione di Talotta con un
  cross deviato da colpo di tacco smarcante di Rinaldi per la conclusione a colpo si ­ curo dell ' 11
  gialloblu. Nella ripresa la Dozze ­ se prova ancora a fare la partita ma il Russi riesce a pareggiare i
  conti gra ­ zie a Sow la cui punizio ­ ne deviata si infila alle spalle di Staniscia. Il pa ­ ri non serve a

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                                     (ed. Ravenna­Imola)
                                                             sport

  Calcio Promozione Girone C ­ 17ª giornata
  Borgo Panigale­ComacchioLidi 1­2 Cotignola ­
  L a v e z z o l a 1 ­ 0 D o z z e s e ­ Russi 2 ­ 1
  Granamica­Bagnacavallo 1­1 Medicina ­
  Porretta 0­0 S.MariaCodifiume­Casalecchio 0­
  3 SanPatrizio­Atl.Castenaso 1­1 Savarna ­
  Sasso Marconi 0­2 Vadese ­ Budrio 1­0
  Giornata 18ª del 21/12/2014 BorgoPanigale­
  Granamica [0­1] Casalecchio ­ Budrio [1­0]
  Cotignola ­ Bagnacavallo [1­0] Dozzese ­
  Atl.Castenaso [0­0] Medicina ­ Russi [3­1]
  S.M.Codifiume­SassoMarconi [0­1] San
  Patrizio ­ Lavezzola [1­1] Savarna ­
  Comacchio Lidi [1­0] Vadese ­ Porretta 0­1

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15 dicembre 2014
Pagina 35                            Corriere di Romagna
                                     (ed. Ravenna­Imola)
                                                             sport

  SAN PANCRAZIO 2 SAN LEONARDO 3
  SAN PANCRAZIO: Furone, Lanzoni (16' st
  Facchini), R. Amadori, Allegretti (30' st Dell'
  Anno), F.
  Amadori, L. Galluccio, Babini, Moglie, Dal Re,
  Fanti, Ballardini (7' st M. Di Giorgio). All.:
  Fiorentini.
  SAN L E O N A R D O : A g o s t i n i , L a z z e r i n i ,
  Giulianini (1' st Sorrentino), Fiore, Yoada,
  Samorì, Tedaldi, Silvani (1' st Andreini), Sierri,
  Cecchi, Ferraro (18' st Savorelli). All.: Vittozzi.
  SAN PANCRAZIO. Il San Leonardo ribalta la
  partita nell' ultimo quarto d' ora. I forlivesi
  rimontano due reti e portano a casa la vittoria
  da San Pancrazio. I padroni di casa gettano
  all' aria i tre punti dopo essere passati in
  vantaggio.
  Nel primo tempo sono i ragazzi di Fiorentini a
  manovrare il gioco e segnano prima dell'
  intervallo con R. A madori. Ad avvio ripresa
  dopo 9 minuti ci pensa M. Di Giorgio a mettere
  la firma sul raddoppio. Dopo il gol però il San
  Pancrazio si innervosisce e il San Leonardo
  costruisce la sua rimonta complici i cambi
  effettuati dal tecnico Vitozzi che danno vigore.
  Andreini e Sorrentino si rivelano decisivi. Al 77'
  Andreini dimezza le distanze, nove minuti
  dopo lo imita Sorrentino che trova la rete del
  pareggio. A tre minuti dal termine Moglie si fa
  espellere, mentre al 92' Tedaldi realizza il gol ­vittoria.

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15 dicembre 2014
Pagina 21                       Il Resto del Carlino (ed.
                                        Ravenna)
                                                          sport

  Dozzese 2 Russi 1
  D o z z e s e 2 Russi 1 DOZZESE: Staniscia,
  Talotta, Rinaldi, Cesari, Ragionieri, Semplice,
  Vallante, Sorrentino, Tomba (44' st Zanotti),
  Sabbioni, Cappiello (14' st Cobosneanu). A
  disp.Rivola, Cillani, Castagnoli, Costa,
  Selvatici.
  All. Niccolini.
  RUSSI: Casadio, Rusticali (15' st Giorgini),
  Magari (15' st Tazzari), Vasumini, Dirani, De
  Rose (42' st Gaddoni), Sow, Miserocchi,
  Focaccia, Pezzi, Coralli. A disp.
  Ercolani, Mochi, Spazzoli, Gualandi. All.
  Ragazzini.
  Arbitro: Ruiu di Ferrara.
  Reti: 32' pt Cappiello (D), 10' st Sow (R), 34' st
  Tomba (D).
  Note: ammoniti Rinaldi (D), Tomba (D),
  Vasumini (R), De Rose (R).
  Espulsi: Vallante (D) al 48' st.
  [QN11EVIBLU]IL RUSSI[/QN11EVIBLU] si
  arrende alla Dozzese che, rivitalizzata dal
  nuovo mister Niccolini, centra così la prima
  vittoria del campionato. In vantaggio la
  Dozzese al 32': Talotta si invola sul filo del
  fuorigioco e serve Rinaldi che di tacco al volo vede Cappiello che non può sbagliare. Nella ripresa pari
  del Russi con Sow con una punizione deviata dalla barriera che beffa Staniscia. Ma al 34' il neo
  acquisto della Dozzese Tomba (una sorta di allenatore in campo), sempre su calcio di punizione regala
  i tre punti ai suoi. Fra i dozzesi buono l' esordio di Semplice, svincolato ed ex Granamica che si è fatto
  valere. Nel Russi, bene il solito Sow.

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