Macbeth direttore Giuseppe Verdi - Ravenna Festival
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
sostenitori RAVENNA FESTIVAL Direzione artistica Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Cristina Mazzavillani Muti Franco Masotti con il patrocinio di Angelo Nicastro Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Divisione con il sostegno di con il contributo di Comune di Forlì Comune di Comacchio Comune di Russi media partner Koichi Suzuki Hormoz Vasfi partner principale si ringraziano in collaborazione con Kyiv City State Administration
Indice La locandina 9 Il libretto 11 Il soggetto 31 Macbeth: “una cosa fuori dal comune” 35 di Daniele Spini Per la dolce memoria di quei giorni 45 di Giovanni Vitali Gli artisti 57
RICCARDO MUTI RMMUSIC RECORDS riccardomutimusic.com Scopri DVD, CD, LIBRI e LP nell’RMMUSIC Store DALLE PROVE AL CONCERTO MUTI | RICHTER | MOZART Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino LP - EDIZIONE STORICA A TIRATURA LIMITATA 1.000 copie in tutto il mondo Con Autografo a Mano di Riccardo Muti solo su RICCARDOMUTIMUSIC.COM A 50 anni dal debutto di Riccardo Muti al Teatro del Maggio, RMMUSIC pubblica una Edizione Speciale in Vinile di due registrazioni inedite Registrazioni LIVE dal Teatro Comunale di Firenze Concerto in Do minore K.491 20 novembre 1971 - unica registrazione di questo capolavoro lasciataci da Richter Concerto in Si bemolle maggiore K.595 La presentazione al pianoforte, le prove con orchestra e cantanti, i concerti finali: 4 dicembre 1976 - mai pubblicata prima vivi tutta l’esperienza dell’opera, entra a far parte del pubblico dell’Accademia! Infoline +39 3454102849 main sponsor 2 DISCHI (4 lati) 180 g - Prima pubblicazione delle registrazioni originali Teatro Alighieri info@riccardomutioperacademy.com DISPONIBILE SU RICCARDOMUTIMUSIC.COM www.riccardomuti.com 21 luglio - 3 agosto
Macbeth melodramma in quattro atti libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei dalla omonima tragedia di William Shakespeare musica di Giuseppe Verdi edizione critica della partitura edita da Chicago University Press e Casa Ricordi, Milano, a cura di David Lawton personaggi interpreti Macbeth Luca Salsi Banco Riccardo Zanellato Lady Macbeth Vittoria Yeo Dama di Lady Macbeth Antonella Carpenito Macduff, nobile scozzese Francesco Meli Malcolm, figlio di Duncano Riccardo Rados Domestico di Macbeth Vito Luciano Roberti Medico Adriano Gramigni Sicario Giovanni Mazzei Un araldo Egidio Massimo Naccarato Prima apparizione Nicolò Ayroldi Seconda apparizione Pietro Beccheroni Terza apparizione Arianna Fracasso direttore Riccardo Muti Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino maestro del coro Lorenzo Fratini segretario artistico Giovanni Verona direttore musicale di palcoscenico e maestro suggeritore Luigi Baccianti maestro collaboratore di sala Edoardo Barsotti maestro collaboratore di palcoscenico Andrea Baggio altro maestro del coro Leonardo Andreotti esecuzione in forma di concerto
Personaggi Duncano, Re di Scozia – Macbeth, generale dell’esercito del Re Duncano baritono Banco, generale dell’esercito del Re Duncano basso Lady Macbeth, moglie di Macbeth soprano Dama di Lady Macbeth mezzosoprano Macduff, nobile scozzese, Signore di Fiff tenore Malcolm, figlio di Duncano tenore Fleanzio, figlio di Banco – Medico basso Domestico di Macbeth basso Sicario basso Araldo basso Ecate, Dea della notte – Streghe, Messaggeri del Re, Nobili e Profughi scozzesi, Sicari, Soldati inglesi, Bardi, Spiriti aerei, Apparizioni La scena è in Iscozia, e massimamente al castello di Macbeth. Sul principio dell’atto quarto è tra il confine di Scozia e d’Inghilterra 11
Atto primo Streghe II Non quanto lui, ma più di lui felice! parla, e c’inganna, veraci detti, e ne abbandona poi maledetti su quell’abisso che ci scavò. Streghe I Non re, ma di monarchi genitore! Messaggieri (Perché sì freddo n’udì Macbetto? Scena prima Banco Tutte Perché l’aspetto non serenò?) Bosco. Tre crocchi di streghe appariscono l’un dopo l’altro fra Né tanto glorïoso! Macbetto e Banco vivano! (Tutti partono.) lampi e tuoni. Banco e Macbetto vivano! Macbeth (Spariscono.) Streghe III (S’avvede delle streghe.) Scena quarta Che faceste? dite su! Oh, chi saranno Macbeth Le streghe ritornano. costor? Vanîr!... Saranno i figli tuoi sovrani. Streghe II Streghe Ho sgozzato un verro. Banco Banco S’allontanarono! – N’accozzeremo Chi siete voi? Di questo mondo E tu re pria di loro! quando di fulmini – lo scroscio udremo. Streghe III o d’altra regïone? S’allontanarono, – fuggiam!... s’attenda E tu? Dirvi donne vorrei, ma lo mi vieta Banco e Macbeth le sorti a compiere – nella tregenda. quella sordida barba. Accenti arcani! Macbetto riedere – vedrem colà, Streghe I e il nostro oracolo – gli parlerà. M’è frullata nel pensier Macbeth Fuggiam, fuggiam, sì fuggiam. la mogliera di un nocchier; Or via, parlate! Scena terza (Partono.) al dimon la mi cacciò... Messaggieri del Re. I precedenti. ma lo sposo che salpò Streghe III col suo legno affogherò. Salve, o Macbetto, di Glamis sire! Messaggieri Scena quinta Pro’ Macbetto! Il tuo signore Atrio nel castello di Macbeth. Lady Macbeth leggendo una Streghe III Streghe II Sir t’elesse di Caudore. lettera. Un rovaio io ti darò... Salve, o Macbetto, di Caudor sire! Macbeth Lady Streghe II Streghe I Ma quel sire ancor vi regge! “Nel dì della vittoria io le incontrai... I marosi io leverò... Salve, o Macbetto, di Scozia re! Stupito io n’era per le udite cose; Messaggieri quando i nunzi del Re mi salutaro Streghe I Banco No! Percosso dalla legge Sir di Caudore, vaticinio uscito Per le secche io lo trarrò. (A Macbeth.) sotto il ceppo egli spirò. dalle veggenti stesse (Odesi un tamburo.) Tremar vi fanno così lieti auguri? che predissero un serto al capo mio. (Alle streghe.) Banco Racchiudi in cor questo segreto. Addio.” Tutte Favellate a me pur, se non v’è scuro, (Ah, l’inferno il ver parlò!) Ambizïoso spirto Un tamburo! Che sarà? crëature fantastiche, il futuro. tu sei, Macbetto... Alla grandezza aneli, Vien Macbetto. Eccolo qua! Macbeth ma sarai tu malvagio? (Si confondono insieme e intrecciano una ridda.) Streghe I (Fra sé.) Pien di misfatti è il calle Le sorelle vagabonde Salve! Due vaticini compiuti or sono... della potenza, e mal per lui che il piede van per l’aria, van sull’onde, Mi si promette dal terzo un trono... dubitoso vi pone, e retrocede! sanno un circolo intrecciar Streghe II Ma perché sento rizzarmi il crine? Vieni t’affretta! Accendere che comprende e terra e mar. Salve! Pensier di sangue, d’onde sei nato?... ti vo’ quel freddo core! Alla corona che m’offre il fato L’audace impresa a compiere Streghe III la man rapace non alzerò. io ti darò valore; Scena seconda Salve! di Scozia a te promettono Macbeth e Banco. Le precedenti. Banco le profetesse il trono... Streghe III (Fra sé.) Che tardi? Accetta il dono, Macbeth Men sarai di Macbetto e pur maggiore! Oh, come s’empie costui d’orgoglio ascendivi a regnar. Giorno non vidi mai sì fiero e bello! nella speranza di un regio soglio! 12 Ma spesso l’empio Spirto d’averno 13
Scena sesta Macbeth or morta è la natura: or l’assassino Macbeth Un servo e la precedente. Che parli? come fantasma per l’ombre si striscia, Di’! Nella stanza attigua or consuman le streghe i lor misteri. chi dorme? Servo Lady Immobil terra! A’ passi miei sta’ muta... Al cader della sera il Re qui giunge. E non intendi? (Un tocco di squilla.) Lady È deciso! Quel bronzo, ecco, m’invita! Il regal figlio... Lady Macbeth Non udirlo, Duncano! È squillo eterno Che di’? Macbetto è seco? Intendo, intendo! che nel cielo ti chiama o nell’inferno. Macbeth (Entra nelle stanze del Re.) (Guardandosi le mani.) Servo Lady O vista, o vista orribile! Ei l’accompagna. Or bene?... La nuova, o donna, è certa. Scena dodicesima Lady Macbeth Lady Macbeth. Storna da questo il ciglio... Lady E se fallisse il colpo? Trovi accoglienza quale un re si merta. Lady Macbeth (Il servo parte.) Lady Regna il sonno su tutti... Oh qual lamento! Nel sonno udii che oravano Non fallirà... se tu non tremi. Risponde il gufo al suo lugubre addio! i cortigiani, e: “Dio (Lieti suoni a poco a poco si accostano.) sempre ne assista”, ei dissero; Scena settima Il Re! Macbeth “Amen” dir volli anch’io, Lady Macbeth sola. Lieto or lo vieni ad incontrar con me. (Di dentro.) ma la parola indocile Chi v’ha? gelò su’ labbri miei. Lady Duncano sarà qui?... Qui! Qui la notte?... Scena nona Lady Lady Musica villereccia, la quale avanzandosi a poco a poco Ch’ei fosse di letargo uscito Follìe! Or tutti sorgete, – ministri infernali, annuncia l’arrivo del Re. Egli trapassa accompagnato da pria del colpo mortal? che al sangue incorate, – spingete i mortali! Banco, Macduff, Malcolm, Macbeth, Lady Macbeth e séguito. Macbeth Tu, notte, ne avvolgi – di tenebre immota; Perché ripetere qual petto percota – non vegga il pugnal. Scena tredicesima quell’“Amen” non potei? Scena decima La precedente. Macbeth stravolto con un pugnale in mano. Macbeth ed un servo. Lady Scena ottava Macbeth Follie, follie che sperdono Macbeth e la precedente. Macbeth Tutto è finito! i primi rai del dì. Sappia la sposa mia che, pronta appena Macbeth Fatal mia donna! Un murmure, la mia tazza notturna, Macbeth Oh donna mia! com’io non intendesti? vo’ che un tocco di squilla a me lo avvisi. Allor questa voce m’intesi nel petto: (Il servo parte.) avrai per guanciali sol vepri, o Macbetto! Lady Lady Il sonno per sempre, Glamis, uccidesti! Caudore! Del gufo udii lo stridere... Non v’è che vigilia, Caudore, per te! Testé che mai dicesti? Scena undicesima Macbeth Macbeth solo. Lady Fra poco il re vedrai. Macbeth Ma dimmi, altra voce non parti d’udire? Io! Macbeth Sei vano, o Macbetto, ma privo d’ardire: Lady Mi si affaccia un pugnal?! L’elsa a me volta?! Glamis, a mezz’opra vacilli, t’arresti, E partirà? Lady Se larva non sei tu, ch’io ti brandisca... fanciul vanitoso, Caudore, tu se’. Dianzi udirti parvemi. Mi sfuggi... eppur ti veggo! A me precorri Macbeth sul confuso cammin che nella mente Macbeth Domani. Macbeth di seguir disegnava!... Orrenda imago! Com’angeli d’ira, vendetta tuonarmi, Mentre io scendea? Solco sanguigno la tua lama irriga!... udrò di Duncano le sante virtù. Lady Ma nulla esiste ancor. Il sol cruento Mai non ci rechi il sole un tal domani. Lady mio pensier le dà forma, e come vera Lady Sì! mi presenta allo sguardo una chimera. (Quell’animo trema, combatte, delira... 14 Sulla metà del mondo chi mai lo direbbe l’invitto che fu?) 15
Il pugnal là riportate... Scena sedicesima Banco Le sue guardie insanguinate... Macduff e Banco. È morto assassinato il Re Duncano! Che l’accusa in lor ricada. (Stupore universale.) Macduff Macbeth Di destarlo per tempo il Re m’impose; Tutti Io colà! Non posso entrar! e di già tarda è l’ora. Schiudi, inferno, la bocca, ed inghiotti Qui m’attendete, o Banco. nel tuo grembo l’intero creato; Lady (Entra nella stanza del Re.) sull’ignoto assassino esecrato Dammi il ferro. le tue fiamme discendano, o Ciel. (Strappa dalle mani di Macbeth il pugnale, ed entra nelle O gran Dio, che ne’ cuori penètri, stanze del Re.) Scena diciassettesima tu ne assisti, in te solo fidiamo; Banco solo. da te lume, consiglio cerchiamo a squarciar delle tenebre il vel! Scena quattordicesima Banco L’ira tua formidabile e pronta Macbeth solo. Oh qual orrenda notte! colga l’empio, o fatal punitor; Bussano forte alla porta del castello. Per l’äer cieco lamentose voci, e vi stampi sul volto l’impronta voci s’udian di morte. che stampasti sul primo uccisor. Macbeth Gemea cupo l’augel de’ tristi auguri, Gran Dio, in te fidiam! Ogni rumore e della terra si sentì il tremore... mi spaventa! (Si guarda le mani.) Oh questa mano! Scena diciottesima Non potrebbe l’oceàno Macduff e Banco. queste mani a me lavar. Macduff Orrore! Orrore! Orrore! Scena quindicesima Lady Macbeth, e il precedente. Banco Che avvenne mai? Lady Ve’! Le mani ho lorde anch’io; Macduff poco spruzzo, e monde son. Là dentro L’opra anch’essa andrà in oblio... contemplate voi stesso... Io dir nol posso!... (Battono di nuovo.) (Banco entra nelle stanze del Re.) Correte!... Olà!... Tutti accorrete! Tutti! Macbeth Oh delitto! Oh delitto! Oh tradimento! Odi tu? raddoppia il suon! Lady Scena diciannovesima Vieni altrove! Ogni sospetto Macbeth, Lady Macbeth, Malcolm, Macduff, Banco, Dama di rimoviam dall’uccisor; Lady, Servi. torna in te! Fa’ cor, Macbetto! Non ti vinca un vil timor. Lady Qual subito scompiglio! Macbeth Oh potessi il mio delitto Banco dalla mente cancellar! (Esce spaventato.) Oh potessi, o Re trafitto, Oh noi perduti! l’alto sonno a te spezzar! (Macbeth è trascinato via da Lady.) Tutti Che fu? Parlate! Che seguì di strano? 16 17
Atto secondo Tutti Sparve il sol... La notte or regni scellerata, – insanguinata. Macbeth Prenda ciascun l’orrevole seggio al suo grado eletto. Cieca notte, affretta e spegni Pago son io d’accogliere ogni lume in terra e in ciel. tali ospiti a banchetto. L’ora è presso!... Or n’occultiamo, La mia consorte assidasi Scena prima Scena seconda nel silenzio lo aspettiamo. nel trono a lei sortito, Stanza nel castello. Macbeth pensoso, seguito da Lady Macbeth. Lady sola. Trema, o Banco! – Nel tuo fianco ma pria le piaccia un brindisi sta la punta del coltel! sciogliere a vostr’onor. Lady Lady (S’allontanano guardinghi.) Perché mi sfuggi, e fiso La luce langue, il faro spegnesi Lady ognor ti veggo in un pensier profondo? ch’eterno scorre per gli ampï cieli! Al tuo regale invito Il fatto è irreparabile! Veraci Notte desiata, provvida veli Scena quarta son pronta, o mio signor. parlar le malïarde, e re tu sei. la man colpevole che ferirà. Banco e Fleanzio. Il figlio di Duncan, per l’improvvisa Nuovo delitto! È necessario! Coro sua fuga in Inghilterra, Compier si debbe l’opra fatale. Banco E tu ne udrai rispondere parricida fu detto, e vuoto il soglio Ai trapassati regnar non cale; Studia il passo, o figlio mio! Usciam da queste come ci detta il cor. a te lasciò. a loro un requiem, l’eternità!... tenèbre... Un senso ignoto nascer mi sento in petto, Lady O voluttà del soglio! Macbeth pien di tristo presagio e di sospetto. Si colmi il calice O scettro, alfin sei mio! Ma le spirtali donne di vino eletto; Ogni mortal desìo Come dal ciel precipita Banco padre di regi han profetato... nasca il diletto, tace e s’acqueta in te. l’ombra più sempre oscura! Dunque i suoi figli regneran? Duncano muoia il dolor. Cadrà fra poco esanime In notte ugual trafissero per costor sarà spento? Da noi s’involino chi fu predetto re. Duncano, il mio signor. gli odi e gli sdegni, (Parte.) Mille affannose immagini Lady folleggi e regni m’annunciano sventura, Egli e suo figlio qui solo amor. e il mio pensiero ingombrano vivono è ver... Gustiamo il balsamo Scena terza di larve e di terror. d’ogni ferita, Parco. In lontananza il castello di Macbeth. (Si perdono nel parco.) Macbeth che nova vita Ma vita (Voce di Banco entro la scena.) ridona al cor. Sicari I immortale non hanno... Ohimè!... Fuggi, mio figlio!... O tradimento! Cacciam le torbide Chi v’impose unirvi a noi? (Fleanzio attraversa la scena inseguito da un sicario.) cure dal petto; Lady nasca il diletto, Sicari II Ah sì, non l’hanno! muoia il dolor. Fu Macbetto. Scena quinta Macbeth Magnifica sala. Mensa imbandita. Macbeth, Lady Macbeth, Tutti Sicari I Forz’è che scorra un altro sangue, o donna! Macduff, Dama di Lady Macbeth, Dame e Cavalieri. (Ripetono.) Ed a che far? Cacciam le torbide Lady Coro cure dal petto; Sicari II Dove? Quando? Salve, o Re! nasca il diletto, Deggiam Banco trucidar. muoia il dolor. Macbeth Macbeth Sicari I Al venir di questa notte. Voi pur salvète, Quando?... Dove?... nobilissimi signori. Scena sesta Lady I precedenti. Un sicario si affaccia ad un uscio laterale. Macbeth Sicari II Immoto sarai tu nel tuo disegno? Coro gli si fa presso. Insiem con voi. Salve, o donna! Con suo figlio qui verrà. Macbeth Macbeth Banco! L’eternità t’apre il suo regno... Lady Tu di sangue hai brutto il volto. Sicari I (Parte precipitoso.) Ricevete Rimanete, or bene sta. 18 la merce’ de’ vostri onori. 19
Sicario non scuotermi incontro... Banco i bicchieri! Macduff È di Banco. Fior de’ guerrieri, (Fra sé.) Tutti di Scozia onor. Biechi arcani!... S’abbandoni Macbeth (Sorgono.) questa terra: or ch’ella è retta Il vero ascolto? Macbetto è soffrente! Tutti da una mano maledetta, Partiamo. Vuotiam per l’ìnclito viver solo il reo vi può. Sicario Banco i bicchieri! Sì. Lady Fior de’ guerrieri, Dama e Coro Restate!... Gli è morbo fugace... di Scozia onor. Biechi arcani! Sgomentato Macbeth (Piano a Macbeth.) (Riappare lo spettro.) da fantasmi egli ha parlato! Ma il figlio? E un uomo voi siete? Uno speco di ladroni Macbeth questa terra diventò. Sicario Macbeth (Nel massimo terrore, allo spettro.) Ne sfuggì! Lo sono, ed audace Va’, spirto d’abisso!... Spalanca una fossa, s’io guardo tal cosa che al demone istesso o terra, l’ingoia... Fiammeggian quell’ossa! Macbeth porrebbe spavento... Là... Là... Nol ravvisi? Quel sangue fumante mi sbalza nel volto! Cielo!... Ma Banco? (Allo spettro.) Quel guardo a me volto – trafiggemi il cor! Oh, poi che le chiome crollar t’è concesso, Sicario favella! Il sepolcro può render gli uccisi?... Tutti Egli morì. (L’ombra sparisce.) Sventura! Terrore! (Macbeth fa cenno al sicario, che parte.) Lady Macbeth (Piano a Macbeth.) Quant’altri, io pur oso!... Scena settima Voi siete demente! Diventa pur tigre, leon minaccioso... I precedenti, meno il sicario. M’abbranca... Macbetto tremar non vedrai, Macbeth conoscer potrai – s’io provi terror... Lady Quest’occhi l’han visto... Ma fuggi! Deh fuggi fantasma tremendo! Che ti scosta, o re mio sposo, (L’ombra sparisce.) dalla gioia del banchetto?... Lady La vita riprendo! (Forte.) Macbeth Sedete mio sposo! Ogni ospite è tristo. Lady Banco falla! Il valoroso Svegliate la gioia! (Piano a Macbeth.) chiuderebbe il serto eletto (Vergogna, signor!) a quant’avvi di più degno Macbeth nell’intero nostro regno. Ciascun mi perdoni: Tutti il brindisi lieto di nuovo risuoni, Sventura!... Lady né Banco obliate, che lungi è tuttor. Venir disse, e ci mancò. Macbeth Lady Sangue a me quell’ombra chiede, Macbeth Si colmi il calice e l’avrà, l’avrà, lo giuro! In sua vece io sederò. di vino eletto; Il velame del futuro (Macbeth va per sedere. Lo spettro di Banco, veduto solo da lui, nasca il diletto, alle streghe squarcierò. ne occupa il posto.) muoia il dolor. Di voi chi ciò fece? Da noi s’involino Lady gli odi e gli sdegni, (Piano a Macbeth.) Tutti folleggi e regni Spirto imbelle! Il tuo spavento Che parli? qui solo amor. vane larve t’ha creato. Gustiamo il balsamo Il delitto è consumato; Macbeth d’ogni ferita, chi morì tornar non può. (Allo spettro.) che nova vita Non dirmi, ridona al cor. 20 non dirmi ch’io fossi!... Le ciocche cruente Vuotiam per l’ìnclito 21
Atto terzo Streghe Dalle incognite posse udire lo vuoi, cui ministre obbediam, oppur da noi? Apparizione “Sta’ d’animo forte: glorïoso, invincibil sarai fin che il bosco di Birna vedrai Macbeth ravviarsi, e venir contro te.” Evocatele pur, se del futuro (Sparisce.) Scena prima Tutte mi possono chiarir l’enigma oscuro. Un’oscura caverna. Nel mezzo una caldaia che bolle. Tuoni e (Danzando intorno.) Macbeth lampi. Streghe. Bolli!... Streghe Oh lieto augurio! Per magica possa E voi Spirti Dalle basse, dall’alte regioni selva alcuna giammai non fu mossa. Streghe III negri e candidi, spirti erranti, salite, scendete! Or mi dite: salire al mio soglio Tre volte miagola la gatta in fregola. rossi e ceruli, (Scoppia un fulmine e sorge da terra un capo coperto d’elmo.) la progenie di Banco dovrà? rimescete! Streghe II Voi che mescere Macbeth Streghe Tre volte l’ùpupa lamenta ed ulula. ben sapete, Dimmi o spirto... Non cercarlo! rimescete!... Streghe I Streghe Macbeth Tre volte l’istrice guaisce al vento. T’ha letto nel cuore; Lo voglio! Lo voglio! Scena seconda taci, e n’odi le voci segrete. O su di voi la mia spada cadrà! Tutte Le streghe, Ecate, spiriti, demoni. (La caldaia cala sotterra.) Questo è il momento. Apparizione La caldaia è sparita! Perché? La scena si riempie di spiriti, diavoli, streghe, che danzano intorno “O Macbetto! Macbetto! Macbetto! (Suono sotterraneo di cornamusa.) Su via! Sollecite giriam la pentola, alla caldaia. Appare Ecate, la dea della notte e dei sortilegi. Tutti Da Macduffo ti guarda prudente.” Qual concento! Parlate! Che v’è? mesciamvi in circolo possenti intingoli: sirocchie, all’opera! L’acqua già fuma, stanno religiosamente atteggiati, e quasi tremanti contemplandola. Ecate dice alle streghe che conosce l’opera loro e per qual scopo Macbeth Streghe I crepita e spuma. fu evocata; esamina tutto attentamente, poi annunzia che re Tu m’afforzi l’ascolto sospetto! Apparite! Macbetto verrà ad interrogarle sul suo destino, e dovranno Solo un motto... Streghe III soddisfarlo. Se le visioni abbattessero troppo i suoi sensi, (L’apparizione sparisce.) Streghe II Tu rospo venefico evocheranno gli spiriti aerei per risvegliarlo e ridonargli vigore. Apparite! che suggi l’aconito, Ma non deve più differirsi la rovina che l’attende. Streghe tu vepre, tu radica Poiché le streghe hanno rispettosamente ricevuto i suoi ordini, Richieste non vuole. Streghe III sbarbata al crepuscolo, Ecate scompare fra lampi e tuoni. Ecco un altro di lui più possente. Apparite! va’, cuoci e gorgoglia Tutti allora danzano intorno alla caldaia una ridda infernale, (Tuono: apparisce un fanciullo insanguinato.) nel vaso infernal. né si arrestano che all’appressarsi di Macbeth. Taci, e n’odi le occulte parole. Tutte Poi qual nebbia di nuovo sparite. Streghe II Apparizione (Otto Re passano l’uno dopo l’altro. Da ultimo viene Banco con Tu lingua di vipera, Scena terza “O Macbetto! Macbetto! Macbetto! uno specchio in mano.) tu pelo di nottola, Macbeth. Le precedenti. Esser puoi sanguinario, feroce: tu sangue di scimmia, nessun nato di donna ti nuoce.” Macbeth tu dente di bottolo, Macbeth (Sparisce.) (Al primo.) va’, bolli e t’avvoltola (Sull’ingresso, parlando ad alcuno de’ suoi.) Fuggi, regal fantasima, nel brodo infernal. Finché appelli, silenti m’attendete. Macbeth che Banco a me rammenti! (Si avanza verso le Streghe.) O Macduffo, tua vita perdono... La tua corona è folgore, Streghe I Che fate voi, misterïose donne? (Feroce.) gli occhi mi fai roventi! Tu dito d’un pargolo No!... Morrai! Sul regale mio petto (Al secondo.) strozzato nel nascere, Streghe doppio usbergo sarà la tua morte! Via, spaventosa immagine, tu, labbro d’un Tartaro, Un’opra senza nome. (Tuoni e lampi: sorge un fanciullo coronato che porta un arboscello.) che il crin di bende hai cinto! tu cuor d’un eretico, Ma che avvisa quel lampo, quel tuono?... (Agli altri.) va’ dentro, e consolida Macbeth Un fanciullo col serto dei Re! Ed altri ancor ne sorgono?... la polta infernal. Per quell’opra infernale io vi scongiuro! Un terzo?... Un quarto?... Un quinto? Ch’io sappia il mio destin, se cielo e terra Streghe O mio terror!... Dell’ultimo 22 dovessero innovar l’antica guerra. Taci, ed odi. splende uno specchio in mano. 23
E nuovi Re s’attergano Macbeth Lady dentro al cristallo arcano... (Che?) Or riconosco il tuo coraggio antico!... È Banco!... Ahi vista orribile! Ridendo a me li addita? Lady Macbeth e Lady Muori, fatal progenie!... Vi trovo Ora di morte – e di vendetta, (Trae la spada, s’avventa sugli spettri, poi s’arresta.) alfin; che fate? tuona, rimbomba – per l’orbe intero, Ah! Che non hai tu vita! come assordante – l’atro pensiero Ahi vista!... Macbeth del cor le fibre – tutte intronò! Oh mio terror!... Ancora Ora di morte, – omai t’affretta! (Alle Streghe.) le streghe interrogai... Incancellabile – il fato ha scritto: Vivran costor? l’impresa compiere – deve il delitto, Lady poiché col sangue – si inaugurò. Streghe E disser? Vendetta!... Vivranno. Macbeth Macbeth “Da Macduffo ti guarda...” Oh me perduto! (Perde i sensi.) Lady Segui... Streghe Ei svenne!... Aerei spirti, Macbeth ridonate la mente al Re svenuto! “Te non ucciderà nato da donna.” Lady Scena quarta Segui... Scendono gli spirti e, mentre danzano intorno a Macbeth, le Streghe cantano il seguente Macbeth “Invitto sarai finché la selva Coro di Birna contro te non mova.” Ondine e Silfidi dall’ali candide, Lady su quella pallida Segui... fronte spirate. Tessete in vortice Macbeth carole armoniche, Ma pur di Banco apparvemi la stirpe... e sensi ed anima E regnerà!... gli confortate. (Spiriti e streghe spariscono.) Lady Menzogna!!! Morte, sterminio sull’iniqua razza! Scena quinta Macbeth rinviene, poi Lady Macbeth, annunciata da un araldo Macbeth che parte. Sì, morte! Di Macduffo arda la rocca! Peran moglie e prole... Macbeth Ove son io?... Svaniro!... O sia ne’ secoli Lady maledetta quest’ora in sempiterno! Di Banco il figlio si rinvenga, e muoia. Araldo Macbeth La Regina! Tutto il sangue si sperda a noi nemico... 24 25
Atto quarto Medico nel sonno suo? Di che parlava Dama e Medico Oh terror!... Lady Dama Di sangue umano Ridirlo sa qui sempre... Arabia intera Scena prima Scena seconda non debbo a uom che viva... Eccola! rimondar sì piccol mano Luogo deserto ai confini della Scozia e dell’Inghilterra. In Al suono del tamburo entra Malcolm, conducendo molti soldati co’ suoi balsami non può. distanza la foresta di Birnam. Profughi scozzesi, uomini, inglesi. Oimè!... donne, fanciulli. Macduff in disparte addolorato. Scena quarta Malcolm Lady Macbeth, e precedenti. Medico Coro Dove siam? Che bosco è quello? Geme? Patria oppressa! Il dolce nome Medico no, di madre aver non puoi, Coro Un lume Lady or che tutta a’ figli tuoi La foresta di Birnamo. recasi in man? I panni indossa sei conversa in un avel! della notte... O pria, ti sbratta!... D’orfanelli, di piangenti Malcolm Dama Banco è spento, e dalla fossa chi lo sposo, chi la prole, Svelga ognuno, e porti un ramo La lampada che sempre chi morì non surse ancor. al venir del nuovo sole che lo asconda, innanzi a sé. si tiene accanto al letto. s’alza un grido e fere il Ciel. (A Macduff.) Medico A quel grido il Ciel risponde Ti conforti la vendetta. Medico Questo ancor?... quasi voglia impietosito Oh come gli occhi propagar per l’infinito, Macduff spalanca! Lady patria oppressa, il tuo dolor. Non l’avrò... Di figli è privo! A letto, a letto... Suona a morto ognor la squilla, Dama (S’avvia lentamente alle sue stanze.) ma nessuno audace è tanto Malcolm E pur non vede. Sfar non puoi la cosa fatta... che pur doni un vano pianto Chi non odia il suol nativo Batte alcuno!... Andiam, Macbetto, a chi soffre ed a chi muor. prenda l’armi, e segua me. Medico non t’accusi il tuo pallor... Patria oppressa!... (Malcolm e Macduff impugnano le spade.) Perché sfrega le man? Patria mia!... Dama e Medico Tutti Dama Ah di lei, pietà, Signor! Macduff La patria tradita Lavarsi crede! (Seguono Lady Macbeth inorriditi.) O figli, o figli miei! Da quel tiranno piangendo ne invita! tutti uccisi voi foste, e insiem con voi Fratelli! Gli oppressi Lady la madre sventurata! Ah, fra gli artigli corriamo a salvar. Una macchia è qui tuttora... Scena quinta di quel tigre io lasciai la madre e i figli! Già l’ira divina Via, ti dico, o maledetta!... Sala nel Castello. Macbeth, esce agitatissimo. sull’empio ruina; Una... Due... Gli è questa l’ora! Ah, la paterna mano gli orribili eccessi Tremi tu?... Non osi entrar? Macbeth non vi fu scudo, o cari, l’Eterno stancâr. Un guerrier così codardo? Perfidi! All’Anglo contro me v’unite! dai perfidi sicari Oh vergogna!... Orsù t’affretta!... Le potenze presaghe han profetato: che a morte vi ferîr! Chi poteva in quel vegliardo E me fuggiasco, occulto “Esser puoi sanguinario, feroce; Scena terza tanto sangue immaginar? voi chiamavate invano nessuno nato di donna ti nuoce.” Scena nel castello di Macbeth come nell’atto primo. Notte. coll’ultimo singulto, Medico e Dama di Lady Macbeth. Medico No, non temo di voi, né del fanciullo coll’ultimo respir. Che parlò?... che vi conduce! Raffermar sul trono Ah! Trammi al tiranno in faccia, Medico questo assalto mi debbe, Signore! E s’ei mi sfugge, Vegliammo invan due notti. Lady o sbalzarmi per sempre! Eppur la vita possa a colui le braccia Di Fiffe il Sire sento nelle mie fibre inaridita! del tuo perdono aprir. Dama sposo e padre or or non era?... Pietà, rispetto, amore, In questa apparirà. Che n’avvenne?... E mai pulire conforto a’ dì cadenti, queste mani io non saprò?... non spargeran d’un fiore 26 27
la tua canuta età. Scena ottava Scena ultima Tutti Né sul tuo regio sasso Pianura circondata da alture e boscaglie. Il fondo della scena Malcom seguito da soldati inglesi. Macduff con altri soldati, Il prode eroe egli è sperar soavi accenti: è occupato da soldati inglesi, i quali lentamente si avanzano, bardi e popolo. che spense il traditor; sol la bestemmia, ahi lasso! portando ciascheduno una fronda innanzi a sé. Malcolm, la patria, il Re salvò; La nenia tua sarà. Macduff e soldati. Malcolm a lui onore e gloria! Ove s’è fitto Grida interne Macduff l’usurpator? Ella è morta! Via le fronde, e mano all’armi, mi seguite! Macduff Macbeth (Malcolm, Macduff e soldati partono.) Colà da me trafitto. Qual gemito? All’armi! All’armi! (Di dentro odesi il fragore della battaglia.) Tutti (Piegando un ginocchio a terra.) Scena sesta Salve, o Re! Dama della Regina, e Macbeth. Scena nona Macbeth incalzato da Macduff. Bardi Dama (S’avanzano ed intuonano l’inno.) È morta Macduff Macbeth, Macbeth ov’è? la Regina!... Carnefice de’ figli miei, t’ho giunto. Dov’è l’usurpator?... D’un soffio il fulminò Macbeth Macbeth il Dio della vittoria. (Pensoso.) Fuggi; nato di donna (Poi volti a Macduff.) La vita!... Che importa?... uccidermi non può. Il prode eroe egli è È il racconto d’un povero idiota! che spense il traditor. Vento e suono che nulla dinota! Macduff La patria, il Re salvò; (La Dama parte.) Nato non sono: a lui onor e gloria! strappato fui dal seno materno. Soldati Scena settima Macbeth Il prode eroe egli è Coro di guerrieri e Macbeth. (Spaventato.) che spense il traditor; Cielo! la patria, il Re salvò; Coro (Brandiscono le spade e, disperatamente battendosi, escono di a lui onore e gloria! Sire! Ah Sire! vista.) Donne Macbeth Salgam mie grazie a te, Che fu?... Quali nuove? Scena decima gran Dio vendicator; Entrano donne scozzesi. La battaglia continua. a chi ne liberò Coro inni cantiam di gloria. La foresta di Birna si muove! Donne Infausto giorno!... Malcolm Macbeth Preghiam pei figli nostri!... Confida, o Scozia, in me! (Attonito.) Cessa il fragor! Fu spento l’oppressor; M’hai deluso, presagio infernale!... la gioia eternerò Qui l’usbergo, la spada, il pugnale! Voci interne per noi di tal vittoria! Prodi, all’armi! La morte o la gloria. Vittoria!... Macduff Coro Donne S’affidi ognun al Re Dunque all’armi! Sì, morte o vittoria. (Con gioia.) Ridato al nostro amor! (Escono tutti correndo.) Vittoria!... L’aurora che spuntò Vi darà pace e gloria! 28 29
Il soggetto 31
Atto primo ma la predizione delle Streghe Atto quarto Macbeth e Banco, reduci da una impone un nuovo e duplice delitto: Al confine fra Scozia e Inghilterra, vittoriosa battaglia, incontrano un Banco e suo figlio. Macbeth è ormai presso il bosco di Birnam, profughi drappello di Streghe, che accolgono deciso ad agire, mentre la moglie, scozzesi piangono il tragico destino Macbeth con un triplice saluto: sire rimasta sola, pur nell’oscuro timore della patria oppressa da un re di Glamis, sire di Caudor, re di Scozia. che comincia a possederla, ribadisce sanguinario; a sua volta Macduff, in Egli è effettivamente sire di Glamis, ma l’orgoglio del potere. Intanto i Sicari, lacrime per la morte della moglie gli altri due titoli non gli appartengono. di notte, tendono un’imboscata a e dei figli assassinati dai sicari di Banco chiede che anche a lui venga Banco e l’uccidono, ma suo figlio Macbeth, è pronto alla vendetta. predetto il futuro: egli sarà genitore di Fleanzio riesce a fuggire. Un Sicario Giunge Malcolm con molti soldati re. Quando le Streghe si allontanano, ne informa Macbeth mentre è in inglesi e dà ordine che ciascun giungono messaggeri di Duncano ad corso un magnifico banchetto; egli combattente prenda un ramo e annunciare a Macbeth che è stato è turbato, ma siede alla mensa e, con esso si nasconda alla vista; poi, nominato sire di Caudor. Il vaticinio poco dopo, rimane improvvisamente impugnando la spada, si appresta al realizzato getta Macbeth in un atterrito nel vedere seduto alla mensa combattimento. Nel frattempo, nel profondo turbamento, mentre Banco anche lo spettro di Banco. La moglie, castello durante la notte, un Medico lo osserva con sospetto. Nel castello, di fronte ai commensali stupiti, cerca e una Dama osservano con occhi Lady Macbeth legge la lettera del di calmarlo e, invano, propone un pietosi il delirio di Lady Macbeth marito con il racconto del vaticinio: nuovo brindisi. che, in preda al sonnambulismo, è lei intuisce il segreto desiderio di lui, ossessionata dalla vista di macchie ma sa che la strada per realizzarlo è Atto terzo di sangue sulle mani. In un’altra molto ardua, e teme che egli si lasci In un’oscura caverna, dove le Streghe stanza, Macbeth si appresta al prendere dal timore. Quando un Servo si aggirano intorno a una caldaia che combattimento e, pur essendo certo annuncia l’arrivo di Duncano, Lady bolle, giunge Ecate, accompagnata della vittoria, sente la tristezza di una non ha più dubbi sulle decisioni da da Diavoli e Spiriti, e annuncia che la vita che non ha conosciuto né pietà prendere, e cerca di stimolare il marito rovina di Macbeth non può più essere né amore. Quasi con indifferenza sopraggiunto. Entra nel castello il differita. Al termine di una ridda apprende della morte della moglie, corteo del re, poi tutti si ritirano per infernale, giunge Macbeth, che chiede e subito dopo i suoi uomini lo la notte; poco dopo Macbeth, pur in alle Streghe di svelargli il futuro. Da informano che il bosco di Birnam preda a laceranti dubbi, entra nelle terra sorge un capo coperto da un si sta muovendo. Il presagio delle stanze dove riposa il re. Giunge Lady elmo, e una voce lo invita a diffidare Streghe è stato dunque ingannevole, Macbeth, che vede rientrare il marito di Macduff; appare poi un fanciullo ma egli non si lascia intimorire ed con in mano un pugnale intriso di insanguinato, e una voce gli dice esce correndo, pronto a combattere. sangue; egli è terrorizzato, ed è la che nessun nato di donna potrà Intanto, Malcolm dà ordine ai soldati donna a dover rientrare nella stanza nuocergli; infine appare un fanciullo inglesi, che avanzano portando per lasciarvi il pugnale e insanguinare con una corona, e di nuovo una voce ciascuno un ramo d’albero, di i servi affinché siano essi considerati gli assicura il regno fino a che non attaccare, e poco dopo si scontrano colpevoli. Si sente bussare alla vedrà il bosco di Birnam venirgli Macbeth e Macduff: quest’ultimo porta, Lady Macbeth trascina via il incontro. Ora Macbeth vuole sapere gli rivela di essere stato strappato marito; entrano Banco e Macduff: se la stirpe di Banco regnerà, ma la dal ventre della madre morta, quest’ultimo, incaricato di svegliare il caldaia scompare improvvisamente quindi di non essere nato da donna. re, entra nella stanza. Mentre Banco e appaiono otto figure di re, l’ultimo Dunque, anche il secondo vaticinio ha la sensazione di un’imminente è Banco con uno specchio in mano. è ingannevole e i due si allontanano tragedia, Macduff esce stravolto Macbeth tenta di assalirli, ma cade combattendo. La battaglia infuria, si dalla stanza, annunciando il terribile a terra svenuto, mentre gli Spiriti odono poi grida di vittoria ed entra delitto. Alle sue grida accorrono tutti, danzano intorno a lui. Quando Spiriti Malcolm seguito da Macduff e dai stupefatti e increduli. e Streghe si sono allontanati, giunge soldati: Macbeth è stato ucciso da Lady Macbeth e i due si fanno animo: Macduff e tutti i presenti ringraziano © Todd Rosenberg Atto secondo per conservare il regno basterà il cielo, inneggiando al nuovo re In una stanza del castello, Macbeth uccidere Macduff e il figlio di Banco. Malcom. esprime la propria angoscia alla 32 moglie: ha raggiunto il soglio regale, 33
Macbeth: “una cosa fuori dal comune” di Daniele Spini Composta nel 1847, la prima versione idee musicali più geniali: “il genio è del Macbeth sembra stare nel bel sgobbare”, avrebbe sentenziato più mezzo di quel periodo che oggi tardi. identifichiamo come gli “anni di All’origine di tutto, naturalmente, galera” di Verdi, fra l’affermazione William Shakespeare, nel primo con Nabucco nel 1842 e la maturità di tre confronti straordinari. Ma siglata fra 1851 e 1853 dalla trilogia a monte di questa stessa scelta Rigoletto - Trovatore - Traviata. Verdi c’era la consapevolezza sempre più come si sa aveva inventato questa forte della necessità di connettere espressione estendendola, nell’arco melodramma e cultura europea: già di sedici anni, fino a comprenderci intuita da Gaetano Donizetti quando I Vespri siciliani e la prima versione nel 1833 con Lucrezia Borgia si era di Simon Boccanegra: un modo rivolto, primo fra gli italiani, a Victor come un altro per lamentarsi di aver Hugo, l’uomo del momento nella dovuto lavorare troppo, costretto letteratura teatrale, aprendo in certo dalle esigenze di un mercato ancora senso la strada a Verdi che, nel 1844, da conquistare definitivamente. La aveva messo in musica il simbolo critica moderna restringe l’ambito stesso di quella novità, Ernani. Così, cronologico al periodo in cui la sempre nel segno di un recupero di produzione di opere fu effettivamente cultura internazionale, mutato tutto molto fitta: tredici in otto anni, se quello che vi era da mutare in un’Italia ci fermiamo allo Stiffelio del 1850, ormai unita e ansiosa di entrare in sedici su undici se vogliamo contarci Europa, sarebbero avvenuti qualche anche la trilogia. Un Verdi obbligato decennio più tardi i due incontri a produrre in fretta, attento quindi successivi con Shakespeare, Otello più a far presto e ad aver successo e Falstaff. Ma in quell’ultimo quarto che a sperimentare e progredire, dell’Ottocento a far da mediatori pur avvertendo ogni giorno di più la sarebbero stati due protagonisti della necessità di rinnovare forme e stili Scapigliatura come Arrigo Boito e tanto sul piano musicale quanto su dietro di lui Giulio Ricordi: mentre quello drammaturgico. In questo adesso, con il Risorgimento ancora quadro Macbeth, decimo titolo da avviare, il contesto era quello di d’opera da lui creato, costituisce un Romanticismo in qualche misura Alle pagine 36 e 38, indubbiamente un vertice, se non impastoiato in una Restaurazione scene dal Macbeth, regia di addirittura un’eccezione; e sul piano protratta oltre ogni limite cronologico Micha van Hoecke, Ravenna della qualità della composizione non ragionevole, e il referente principale Festival, 2004. meno che su quello della ricerca, era Andrea Maffei, intellettuale in Il Teatro della Pergola di Firenze, Alle pagine 37 e 40, confermando come sia stata quasi prima linea nella diffusione in Italia dove ebbe luogo la prima scene dal Macbeth, regia di rappresentazione assoluta di sempre l’aspirazione a far teatro in della grande letteratura europea, Cristina Mazzavillani Muti, 34 Macbeth il 14 marzo 1847. modo nuovo a suggerire a Verdi le e specialmente di quella tedesca, Ravenna Festival, 2013. 35
marito (ancora per poco) di quella collaboratore più remissivo che non Chiarina, nata contessa Carrara capace di seguirlo. Spinelli, il cui salotto milanese era assiduamente frequentato da Verdi, Questa tragedia è una delle più che di entrambi i coniugi rimase grandi creazioni umane! – avvertì – amicissimo anche dopo la loro Se noi non possiamo fare una gran separazione. cosa cerchiamo di fare una cosa Nell’autunno del 1846, durante almeno fuori dal comune. Lo schizzo una vacanza a Recoaro per curarsi è netto: senza convenzione, senza dai mali digestivi che lo afflissero stento e breve. per tutta la vita, Verdi discusse di possibili soggetti con Maffei, che La raccomandazione di brevità nella aveva appena tradotto dal tedesco corrispondenza con Piave è quasi Die Räuber di Friedrich Schiller, e poté ossessiva, e direttamente connessa a mettersi direttamente al lavoro come un problema di stile: librettista per i futuri I masnadieri. Un altro soggetto fu appunto Macbeth, Nei versi ricordati bene che non e su questo Verdi si orientò per vi deve essere parola inutile: tutto onorare la commissione ricevuta per deve dire qualche cosa, e bisogna la Pergola di Firenze dall’impresario adoperare un linguaggio sublime ad Alessandro Lanari. In un primo eccezione dei cori delle streghe: quelli momento aveva pensato appunto ai devono essere triviali, ma stravaganti Masnadieri: ma a Firenze non avrebbe ed originali. potuto avere il tenore da lui giudicato necessario, mentre era disponibile il Verdi sentiva l’obbligo di essere il più baritono Felice Varesi, “il solo artista possibile all’altezza di Shakespeare, attuale in Italia che possa fare la parte e anche delle aspettative di un che medito”, in un soggetto, spiegava pubblico presunto colto ed esigente. a Lanari senza ancora nominare Firenze allora non era tra le piazze Macbeth, che “non è né politico né operistiche più importanti d’Italia. Ma religioso: è fantastico”. Poco più in quegli ultimi anni del Granducato tardi fu Emanuele Muzio, allievo e lorenese passava ancora per essere factotum, a chiarire quel che Verdi una sorta di Atene moderna (Maffei pensava, rintuzzando le perplessità del resto aveva molti amici fra gli di qualcuno circa le doti canore di intellettuali attivi in città). Ed era Varesi: “Forse egli dirà che stuona, in certo senso all’avanguardia per questo non val niente perché la parte la musica strumentale: il violinista sarebbe quasi tutta declamata, ed in Ferdinando Giorgetti faceva questo vale molto”. conoscere i Quartetti di Beethoven, e Verdi si fece dunque confezionare in anni successivi sarebbero arrivate da Maffei, o comunque preparò le pionieristiche partiture tascabili consultandosi con lui, una sintesi dell’editore Giovanni Gualberto (“selva”, si diceva allora), che passò a Guidi. Un’aura non diversa aleggiava Francesco Maria Piave, il librettista di intorno alla Pergola e a Lanari, noto Ernani e dei Due Foscari, illudendosi già allora come il “Napoleone degli 36 di poter condizionare utilmente un impresari” in quanto dominatore 37
teatro. Il successo fu epocale, e Verdi come nuove ed efficaci quasi tutte L’orchestra colle sordine. fu chiamato alla ribalta venticinque le parti dialogate, e le grandi scene volte. Qualche critico storse il naso, d’insieme, a cominciare dal Finale Che Verdi abbia dato la sua e Giuseppe Giusti perse un’ottima primo. E certo, ci fosse di mezzo o disponibilità a dirigere qualcuna occasione per non scrivere quando no il “congiungimento forestiero”, di queste riprese sembra indicare gli rimproverò cortesemente di non quell’inedito personaggio collettivo che molto tempo prima che anche aver toccato “la corda del dolore” e che sono le Streghe, in cui si incarna in Italia si affermasse la figura del di non essersi astenuto “dalla vaga la componente soprannaturale, direttore d’orchestra in qualche modo Venere dei congiungimenti forestieri”. “fantastica”, del dramma. questa partitura fosse percepita, Un merito indiretto del Macbeth di Sta di fatto che per tutti gli anni perlomeno dal suo autore, come Verdi fu anche quello di ravvivare Cinquanta Macbeth continuò a un’opera da leggere anzitutto dal la popolarità di Shakespeare sulle risuonare, ma senza raggiungere podio (con o senza il seggiolone scene italiane, con interpretazioni la fortuna di altri titoli di Verdi, che della Pergola), anticipando la sua frequenti da parte dei maggiori attori peraltro seguì sempre con grande storia novecentesca. Da registrare del tempo. attenzione le sue riprese anche anche l’attenzione senz’altro insolita Difficile capire se e quanto Firenze quando ebbe alle spalle i grandi dedicata da Verdi alle questioni della e le altre città che negli anni capolavori della sua prima maturità. messinscena. successivi ripresero Macbeth siano Rimase celebre una sua presa di Nel 1864 Léon Carvalho, impresario state in grado di capire la novità di posizione nel 1848, quando seppe del Théâtre Lyrique di Parigi, creato una partitura d’opera nella quale si che un grande soprano come Eugenia per dare un’alternativa più moderna declama almeno altrettanto spesso Tadolini avrebbe cantato la parte di sia all’Opéra sia all’Opéra‑Comique di quanto non ci si canti, grazie Lady al San Carlo di Napoli: e alle loro convenzioni assai rigide, a un Verdi che come ci insegna ebbe l’idea di riprendere Macbeth. Massimo Mila “si sta liberando La Tadolini ha una figura bella e Léon Escudier, l’editore francese di dall’ossessione del motivo”, e buona, ed io vorrei Lady Macbeth Verdi, si fece latore della richiesta sembra ormai privilegiare il risultato brutta e cattiva. La Tadolini canta di sostituire il monologo finale di drammatico rispetto all’applauso alla perfezione; ed io vorrei che Macbeth, “Mal per me”, con un coro, del pubblico; costellata di indicazioni Lady non cantasse. La Tadolini ha e di aggiungere alla partitura un come “fra sé, sotto voce, quasi con una voce stupenda, chiara, limpida, episodio danzato, venendo incontro spavento”, “con voce soffocata” e potente; ed io vorrei in Lady una voce alle abitudini del pubblico parigino. di un gran numero di teatri nei anni Sessanta). via dicendo; segnata da continui aspra, soffocata, cupa. La voce della Verdi aderì, per una volta stimolato diversi Stati della penisola, nei quali Verdi fu comunque insoddisfatto cambiamenti di tempo e di metro Tadolini ha dell’angelico; la voce di anche dall’idea di ampliare una presentava il maggior repertorio del lavoro di Piave, che coprì di nei monologhi, e soprattutto con un Lady vorrei che avesse del diabolico. componente coreografica che moderno ma anche proposte più rimproveri, anzitutto per la prolissità numero di arie vere e proprie ridotto giudicava essenziale all’economia del insolite, riservando buona parte di dei versi, rifilandogli correzioni a una mezza dozzina; e priva di veri E più avanti: dramma, tant’è vero che a suo tempo quelle più ardite, a cominciare dai ampie e approfondite in parte sue eroi, vissuta com’è da protagonisti aveva insistito a lungo perché dopo grand‑opéra di Giacomo Meyerbeer ma soprattutto di Maffei, chiamato in lotta con la loro stessa coscienza, I pezzi principali dell’opera sono la “Gran scena delle apparizioni” nel (più tardi Guidi avrebbe pubblicato in soccorso, fino a ottenere un come Macbeth, o di una coscienza due: il Duetto fra Lady ed il marito ed secondo atto fosse inserito il “Coro in partitura Gli Ugonotti), proprio a libretto che almeno in parte, o solo quasi del tutto dimentichi, come il Sonnambulismo: Se questi pezzi si e ballabile” intonato dalle Streghe Firenze; dove per di più era ancora in parte, corrispondeva a quanto la Lady. Con essi non possono perdono, l’Opera è a terra: e questi (“Ondine e silfidi”) e danzato da fortissimo il culto per un Gioachino aveva in mente. Il 14 marzo 1847 vide competere i “buoni” come Banco pezzi non si devono assolutamente “spiriti aerei”, nonostante in tempo Rossini visto come ultimo difensore di al Teatro della Pergola di Firenze la e Macduff: onorati, loro sì, da arie cantare: di Quaresima anche a Firenze gli un bello scrivere travolto dalle mode prima rappresentazione assoluta, più che ammirevoli ma in linea con bisogna agirli, e declamarli spettacoli danzati fossero in teoria più recenti (donde la pubblicazione diretta da Verdi stesso, assiso su uno quella “convenzione” dalla quale con una voce ben cupa proibiti. Presto però si accorse che quasi polemica della partitura del scranno da allora custodito come Verdi aveva preso le distanze fin e velata: senza di ciò non erano necessari interventi ben più 38 Guglielmo Tell da parte di Guidi, negli un cimelio fra i più sacri del glorioso dal principio. Mentre si impongono vi può essere effetto. pesanti: 39
Ohimè! Alla lettura di questa monologo prima e dialogo poi, fu ormai in linea con la maggior cultura musica sono stato colpito da cose oggetto di cure attente da parte europea, a farsi indagine psicologica. che non avrei voluto trovarvi. Per dire di Verdi, e senza alterare troppo E non per niente, per questo pezzo tutto in una parola, vi sono diversi l’originale mostra chiaramente come Piave poté limitarsi a sistemare pezzi che sono o deboli, o mancanti la scrittura di Verdi in diciassette metricamente parole dettate da Verdi di carattere, che è ancor peggio. anni, e con alle spalle un numero non stesso. Sorvolando sul coro di sicari Occorrerebbe: piccolo di capolavori e di esperienze e sull’aria di Banco (una concessione 1. Un’aria di Lady Macbeth, nell’atto internazionali, si fosse fatta assai alla presenza nella compagnia II. più abile, anzitutto sul piano fiorentina di un cantante celebre, il 2. Diversi squarci a rifare nella dell’armonia; così come, sempre basso Nicola Benedetti), intervenne, visione atto III. in funzione reciproca, anche la sua ancora una volta utilmente, nel 3. Rifare completamente l’aria intuizione della resa teatrale dei fatti finale, e in particolare sulla scena Macbet atto III. musicali adesso fosse più scaltrita. dell’apparizione dell’ombra di Banco. 4. Ritoccare le prime scene dell’atto Il Finale primo, certo una delle scene Più diffusi e vistosi i rimaneggiamenti IV. d’insieme migliori del Verdi anni al terzo atto, culminanti 5. Far di nuovo l’ultimo finale, Quaranta, con il suo terrorizzato nell’inserzione del “Ballo” di diavoli togliendo la morte di Macbet”. episodio “a cappella” reso ancor più e streghe intorno alla caldaia subito ansioso dalle pulsazioni del timpano, prima della scena delle apparizioni, Ed è in pratica l’elenco delle revisioni rimase com’era. Il colpo d’ala che che bilancia nel senso del diabolico apportate da Verdi: che si fece segnala il Macbeth del 1865 come un il più sereno “Ondine e silfidi” del integrare il libretto da Piave, senza passo in avanti rispetto alle intuizioni 1847. Se i pezzi ritoccati sviluppano più maltrattarlo troppo. Nelle di quello del 1847, indubbiamente più le intuizioni della partitura fiorentina, prime sezioni la partitura del 1847 eccezionali rispetto alla produzione i nuovi ballabili portano Macbeth più resta sostanzialmente inalterata immediatamente precedente di Verdi, vicino a quella dimensione di opera anche nella versione di Parigi. Le è la Scena ed aria “La luce langue”. d’arte integrata, con un continuo streghe agiscono fin dal principio, Nel 1847 al principio del secondo rimando fra suono e azione (qualcuno subito dopo un Preludio rapido atto, Lady intonava una sorta di è arrivato addirittura a parlare di ed efficace, incorniciando con il curiosa cabaletta senza un cantabile “opera d’arte totale”: concetto loro canto bizzarro, volutamente a precederla, “Trionfai! securi alfine forse troppo wagneriano per aver estraneo anche dal punto di vista / premerem di Scozia il trono”: poco spazio qui) che tanto premeva a musicale a quell’ansia di “sublime” men che ridicola nelle parole di Piave, Verdi, e che trova un momento di che possedeva Verdi (ed è forse il con l’immagine dei coniugi Macbeth suggestione tutta speciale quando, primo esempio di quella inserzione dediti a calcare con le terga un trono esasperando il clima surreale creato di elementi comici in un contesto presumibilmente a due piazze, e per dalle profezie enigmatiche della tragico che rende esplosive tante quel che riguarda la musica se non voce di fanciullo ricambiate dalle altre sue partiture, da Rigoletto in brutta quanto meno convenzionale esclamazioni di Macbeth folle di poi), il duetto in cui Banco fa da spalla (il che, per Verdi, era senz’altro paura, seguono le apparizioni dei re, a dubbi e paure di Macbeth. Anche ancora peggio). A sostituirla, una accompagnate da un’orchestrina di la cavatina di Lady fa il suo lavoro, struttura drammatica e musicale due oboi, sei clarinetti, due fagotti e sicché Verdi la lasciò stare, così come straordinaria, capace di innalzare un controfagotto, che Verdi prescrive il primo dialogo fra i coniugi, pagina la malvagità del personaggio fino esplicitamente disposta “sotto il rapida ma di grande efficacia, e la a renderla grandiosa, grazie alla palco”. Idea fra le più visionarie di “Musica villereccia” che precede duttilità dell’armonia, della condotta tutto Verdi già nella versione del 1847, l’arrivo del re, semplice espediente ritmica, dell’orchestrazione. È già il che la revisione parigina si limita a narrativo. Invece tutta la parte che Verdi decadentistico del prossimo correggere in qualche particolare. 40 precede e segue il delitto di Macbeth, Don Carlo, che piega i fatti musicali, Modifiche corpose e significative 41
Puoi anche leggere