Settimana Santa - Il Centro Don Vecchi

Pagina creata da Giacomo Ferrario
 
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019

Settimana
Santa
di don Gianni Antoniazzi

Da domenica 14 aprile, festa delle
Palme, noi cristiani iniziamo a cele-
brare la passione, morte e risurre-
zione di Gesù Cristo nostro Signore.
Talvolta la Settimana Santa suscita
nei credenti sentimenti di pietà e
compassione. Talvolta i sentimen-
ti generati dalla lavanda dei piedi,
il bacio della Croce o la gioia del-
la Pasqua ci sostengono della fede.
Non sono da disprezzare. Resta da
chiedersi se si tratta di una recita
popolare o se ci sia un fondamento
di realtà. Qui è necessario ribadire
che i riti pasquali non stanno sul
piano della fantasia. Essi rinnova-
no per noi, ogni anno, la morte e
la risurrezione di Gesù. In qualche
modo ci rendono contemporanei
di quel gesto di salvezza. In realtà,
nessuno studioso mette in discus-
sione l’esistenza del Maestro di Na-
zaret. Sappiamo con certezza che,
dopo una breve vita pubblica, è sta-
to condannato alla croce. Personal-
mente indico la data del 7 aprile del
30esimo anno dopo Cristo. Nell’ul-
tima settimana egli è entrato in
Gerusalemme osannato dalla folla.
Ha celebrato la cena pasquale con
i discepoli. Ha subìto il processo e
la passione con la crocifissione ro-
mana. La sua risurrezione non può
essere dimostrata, ma non è irra-
gionevole. Appartiene alla fede di
ciascuno e può essere sperimentata
solo nell’incontro personale con il
Risorto. È però fondamentale dire
che, per tutto il resto, una realtà
storica c’è. Se Dio avesse vissuto un
amore solo intellettuale o spiritua-
le per l’uomo, non ci avrebbe real-
mente raggiunti né salvati nel mo-
mento della malattia e della morte.
Gli appuntamenti

                        I giorni più importanti
                        di Alvise Sperandio

Arriva la Settimana Santa piena di riti da celebrare e con il suo culmine nel Triduo pasquale
Il cristiano è invitato a vivere bene e col tempo necessario il giovedì, venerdì e sabato santi
Arriva la Settimana Santa, la più im-     na si tiene la Messa in coena Domi-          sarà issato e morirà alle ore 15 in pun-
portante dell'anno liturgico per un       ni, memoriale della sua ultima cena.         to, quando "si fece buio su tutta la
cristiano. Anche il Natale è un evento    Si celebra, in particolare, il rito della    terra e levando un forte grido, spirò".
molto atteso, ma Pasqua è la festa per    lavanda dei piedi con il sacerdote che       In alcune parrocchie c'è l'usanza di
antonomasia per chi ha fede e merita      si china a lavare i piedi di dodici fedeli   attraversare le strade del quartiere.
di essere preparata bene nella memo-      solitamente rappresentantivi di deter-
ria soprattutto degli eventi del Tri-     minate categorie di persone - giovani,       Il sabato santo è il giorno del silenzio,
duo: giovedì, venerdì e sabato santi.     anziani, poveri, malati, disoccupati...      del raccoglimento, il giorno in cui me-
                                          Soprattutto si fa il memoriale dell'isti-    glio ci si può dedicare al Sacramento
Tutto comincia domenica 14 aprile,        tuzione del Sacramento dell'Eucare-          della Confessione. Verso notte arriva il
la domenica delle Palme. È la do-         stia con la condivisione del pane e          momento della solenne veglia pasqua-
menica in cui si ricorda l'ingresso di    del vino a tavola di cui il Signore si       le. Le celebrazioni del Triduo di fatto
Gesù Cristo in Gerusalemme accol-         rese protagonista nel Cenacolo. Alla         costituiscono un'unica celebrazione.
to dal popolo festante che lo accla-      sera, dopo cena e per tutta la notte,
mava "sbandierando" rami di ulivo.        in molte realtà si svolge la veglia di       Nelle pagine che seguono proponia-
In questa domenica si dà lettura in-      preghiera con adorazione del Santissi-       mo le immagini più significative della
tegrale del Vangelo della Passione.       mo per stare vicini al Signore nel do-       Settimana Santa: l'ingresso a Geru-
                                          lore dell'orto degli ulivi e dell'arresto.   salemme; la lavanda dei piedi, il Ce-
Lunedì, martedì e mercoledì, se-                                                       nacolo e il giardino del Getsemani; il
condo un'antica usanza si svolgono le     Il venerdì santo è in programma              processo nel Sinedrio e la crocefissio-
Quarantore di adorazione. Il Santissi-    l'azione liturgica con il rito del bacio     ne. Durante la Settimana Santa vale
mo Sacramento viene esposto sull'al-      alla Croce: uno per uno, i fedeli si         la pena di ritagliarsi il tempo neces-
tar maggiore della chiesa, per la pre-    mettono in fila davanti al corpo di Cri-      sario per partecipare con il giusto
ghiera personale, alla fine della Messa    sto inchiodato in croce (nei giorni pre-     stile ai diversi riti che si susseguono,
della mattina e poi riposto nel taber-    cedenti nascosto da un drappo di co-         per accompagnare passo passo nostro
nacolo al termine di quella della sera.   lore viola) e inchinandosi lo baciano.       Signore sofferente, morto e infine ri-
                                          Dopo cena, è la volta della via Crucis:      sorto. Ogni anno tutti uguali? Certo,
Il Triduo ha inizio col giovedì santo.    è il ricordo delle 14 stazioni lungo le      ma ogni anno siamo noi ad essere di-
Al mattino in cattedrale si svolge la     quali, in Gerusalemme, Cristo appena         versi dall'anno precedente. E anche in
Messa crismale con la benedizione         condannato a morte portò la Croce            questo 2019 ci sono dati per cresce-
degli oli santi. Nella Messa vesperti-    fino a raggiungere il Golgota, dove           re come uomini e donne nella fede.

                                                                                         Testamento a favore della
                                                                                          Fondazione Carpinetum
                                                                                        La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                        scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                        accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                        senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                        palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                        più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                        stiene solo con le offerte e i contri-
                                                                                        buti della gente di buona volontà che
                                                                                        vengono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                        neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                        fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                        avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                        lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                        grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                        in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                        vantaggio del prossimo che ha bisogno.

2                                                                                             ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Il bello della vita

                              Dimostriamoci partecipi
                              di Plinio Borghi

Chi crede è chiamato a essere testimone della fede dentro le grandi trasformazioni sociali
Vale a maggior ragione nei giorni che precedono la Pasqua perché sia una festa per tutti
L’epilogo della Quaresima è ben rap-             del loro suono il sabato notte, nutri-      svuotiamo e rendiamo inutili i nostri
presentato dalla Settimana Santa,                to scampanio che durava per tutta           luoghi di preghiera, non valorizziamo
un’esplosione di riti e di avvenimenti           la domenica. Il venerdì santo e fino         la nostra fede anche attraverso una
che sono trampolino di lancio al tripu-          alla sera del sabato perfino la radio        più convinta partecipazione, specie ai
dio finale che è la Pasqua di Resurre-            trasmetteva solo musica sacra. In tali      momenti più salienti del nostro tempo
zione. Quando arriva la Domenica del-            condizioni anche il non credente era        liturgico. Non ha senso. La reciprocità
le Palme nella mia mente si accavalla-           coinvolto almeno da un senso di rispet-     va stimolata mettendo in condizione
no una ridda di ricordi ancestrali che           to per l’alto valore di quello che veni-    anche gli altri di conoscere i nostri
richiamano cerimonie e ambientazio-              va rappresentato. La domanda quindi         percorsi, di capirli e di rispettarli.
ni vissute da chierichetto prima e da            sorge spontanea: come viviamo oggi a        Certo che se ci vedono così poco pre-
seminarista poi, che tuttora inquadro            livello di comunità questi avvenimenti      si, e lo vedono, se non dimostriamo da
fin nei minimi particolari. Cerimonie             che si rinnovano? E come riusciamo a        Chi e da che cosa deriva tutto l’amo-
lunghissime eppur suggestive si svol-            coinvolgere la società? Non c’è nulla       re che dichiariamo di avere per loro,
gevano a San Marco ad un ritmo incal-            di retorico nel chiederci queste cose,      non possiamo vendere fumo: senza il
zante, alla presenza del Patriarca, in           bensì un serio invito a una riflessione      veicolo dell’esempio, dell’amore an-
una Basilica sempre affollata. Analoga            sul nostro ruolo di cristiani, sul nostro   che fra di noi, come ci ha ordinato il
situazione si viveva nelle parrocchie,           dovere di essere lievito. Se da un lato,    nostro Maestro, ogni messaggio è de-
dove persino il canto dei mattutini              infatti, è chiaro che la cultura e il be-   stinato ad impantanarsi. E allora sia
non era vissuto fra pochi intimi, come           nessere hanno “alleggerito” molto la        questa una Pasqua più “moderna”,
succede oggi nelle funzioni meno so-             nostra religiosità, dall’altro è altret-    risvegliamoci dal nostro torpore e
lenni. Era bello constatare che la gen-          tanto vero che non è corretto subire        questa settimana sia davvero un mo-
te si sentiva attratta da questo clima           un paganesimo minoritario, foriero          mento speciale, dove dimostriamo di
speciale: la presenza in chiesa era il           di una mondanità pronta a snaturare         essere in grado di rinunciare alle fu-
frutto di una spinta che veniva da una           all’insegna del consumismo anche le         tilità per qualcosa di più serio e fac-
comunità partecipe, sulla quale di               feste speciali. Per dimostrare acco-        ciamo rivivere i fasti della presenza ai
converso si riversava tutta la ricchez-          glienza e apertura a una società mul-       riti pasquali. Ne trarremo anche noi
za della liturgia, veicolata appunto dai         tietnica e multireligiosa siamo pronti      delle belle sensazioni e si risveglieran-
vari riti. Tutti tendevano le orecchie           ad aprirci a ogni esigenza, a conce-        no sentimenti sopiti. Se, poi, sull’on-
la sera del giovedì santo, quando veni-          dere spazi per l’esercizio dei vari cul-    da dell’entusiasmo ci scappa anche
vano “legate le corde delle campane”             ti, a conoscere e rispettare le altrui      un approccio alla Confessione e alla
e a nessuno dava fastidio l’esplosione           scadenze, come il Ramadan… e poi            Comunione, non può farci che bene.

                                                                                                  Domanda per entrare
                                                                                                  ai Centri don Vecchi
                                                                                              Ai Centri don Vecchi gli appartamen-
                                                                                              ti si liberano a fronte di un turnover
                                                                                              costante. Chiunque pensasse di pre-
                                                                                              sentare domanda d’inserimento, può
                                                                                              consegnarla in direzione al Centro don
                                                                                              Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe-
                                                                                              nedo dov’è già aperta una lista d’atte-
                                                                                              sa. Per richiedere un alloggio occorre:
                                                                                              non avere meno di 65 anni e più di
                                                                                              83; trovarsi in una condizione econo-
                                                                                              mica modesta; essere normalmente
                                                                                              autosufficienti; disporre di un garan-
                                                                                              te che si assuma la responsabilità di
                                                                                              intervenire qualora la persona abbia
                                                                                              necessità di una diversa collocazione,
                                                                                              in seguito alla perdita dell’autonomia.

ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019                                                                                               3
Considerazioni

                         Sottovoce
                         di don Gianni Antoniazzi

La Croce va riscoperta                      abbraccia ogni uomo, senza limite di   a livello umano l’amore ha qualcosa
                                            tempo passato o futuro. Varcata la     di eterno, che valica gli orizzonti del
Ci si abitua a tutto, e, dopo secoli        morte, noi troveremo la mano tesa      tempo. Figuriamoci quando è una
di cristianesimo, anche alla croce.         di Gesù pronta a condurci nel giorno   scelta di Dio! Così noi possiamo stare
Storicamente la croce è stata presa         senza tramonto. Certo: questa fede,    assolutamente sicuri che nel momen-
a riferimento da più parti. Qualcuno        si diceva in copertina, non è dimo-    to del dolore anche Gesù è in croce
l’ha usata come ornamento e qual-           strabile, ma resta pur sempre ragio-   accanto a noi e nell’ora della nostra
che altro come un segno d'identità.         nevole, nel senso che supera la ra-    morte sarà come un fratello buo-
In realtà, all'epoca di Cristo, era una     gione, ma non la contraddice. Anche    no, ricco di vita per ogni creatura.
vergogna riservata agli schiavi e ai
ribelli, e fu una pietra di scandalo
per la fede nel Gesù-Messia. Già pri-
ma della Settimana Santa i crocifissi
delle chiese vengono nascosti con un
drappo di colore viola e mostrati di
nuovo al pubblico il venerdì santo
per invitare i cristiani a riscoprirne il
senso. I Vangeli narrano che il Signo-
re non ha evitato la croce, ma l’ha
scelta liberamente per salvare noi,
uomini di ogni tempo, dalla morte.
Perciò chi ha fede riconosce nel Cro-
cifisso l’amore di Dio per ogni creatu-
ra e capisce che quel gesto di amore

                                                               "traversa", e lavò i piedi ai discepoli. Il Vangelo, poi,

In punta di piedi                                              non dice che Gesù si sia tolto quest’abito. Par qua-
                                                               si che abbia istituito l’Eucaristia vestito in quel modo.
                                                               L’unica veste liturgica, dunque, usata dal nostro Signo-
Il grembiule del servizio                                      re, è stata quest’abito rozzo. Che differenza dalle ve-
                                                               sti suntuose delle liturgie ebraiche! Quella del sommo
In una sua celebre omelia, don Tonino Bello ha sottoli-        sacerdote, per esempio, dava un aspetto divino. Aveva
neato che Gesù ha celebrato l’ultima cena col grembiule        un copricapo sfarzoso, arredi in oro e pietre preziose,
del servizio. In effetti l’evangelista Giovanni racconta        stoffe pregiatissime, e una magnificenza così suntuosa
che, prima di mangiare, depose le vesti, indossò una           che, nell’osservarlo, la gente pensava di incontrare Dio
                                                               stesso. Per non passare inosservato, sulla frangia infe-
                                                               riore dell’abito c’erano piccoli campanelli che attirava-
                                                               no l’attenzione dei passanti. Ponzio Pilato aveva capito
                                                               quanto il popolo fosse ammirato da quell’indumento al
                                                               punto da tenerlo chiuso nella torre Antonia, per con-
                                                               cederlo al sommo sacerdote solo su sua approvazione.
                                                               Quant’è diverso lo stile di Gesù: umile in tutto. Dispiace
                                                               dirlo e bisogna farlo in punta di piedi: talvolta la Chiesa
                                                               ha dimenticato questo insegnamento e, in alcuni mo-
                                                               menti, ha ritenuto di dover riproporre lo sfarzo. Oggi i
                                                               nostri paramenti liturgici e alcuni nostri atteggiamenti
                                                               imponenti, al posto di invitare la gente al Signore Gesù,
                                                               rischiano di allontanarla dal Vangelo. Dobbiamo tornare
                                                               in fretta al grembiule del servizio e, nella Messa, far
                                                               risplendere la semplicità, l’umiltà e l’abito dimesso.

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Tradizioni popolari

                              Così era un tempo
                              di don Sandro Vigani

“Se no piove sue Palme, piove sui              cantando il miserere. Le donne più        molta gente si recava in cimitero
ovi”, recita l’antico proverbio. La            divote camminano senza scarpe o a         per pregare. Spesso, tornati a casa,
Settimana Santa si apre con la do-             piedi nudi; alcune portano una coro-      i ragazzi aiutati dai grandi prepara-
menica detta delle Palme o di Pas-             na di spine sulla testa”. Nella mattina   vano piccoli sepolcri con l’immagine
sione: nella Messa si fa memoria               del giovedì santo veniva celebrata la     del Cristo morto. La sera si faceva in
dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme           Messa in Coena Domini, posticipata        chiesa l’adorazione della croce con la
poco prima della Pasqua e si legge             alla sera solo dopo la riforma dei riti   rievocazione della Passione. In Vene-
il Passio, il Vangelo della Passione.          dello scorso secolo, con la lavanda       to, il parroco, vestito col piviale vio-
Un tempo il Passio veniva cantato in           dei piedi. Al Gloria della Messa le       la, fino a qualche decennio fa recava
latino: poiché ciò richiedeva molto            campane suonavano, per poi tacere         la reliquia della croce nell’ostensorio
tempo, nel vocabolario popolare, per           fino alla Pasqua. Assieme alle campa-      d’argento sotto il baldacchino di seta
enfatizzare la durata di un qualunque          ne venivano suonati da zelanti chie-      ricamato d’oro, sostenuto da quattro
avvenimento, si usava (e ancor oggi            richetti tutti i campanelli in possesso   uomini. Alle vetrine delle macellerie
a volte si usa) dire: “Lungo come il           della chiesa. La Messa si concludeva      del paese venivano esposti con cura
passio!”. Nel Veneto era consuetudi-           con la riposizione dell’Eucaristia nel    gli agnelli e i capretti macellati in
ne che la Messa incominciasse, e lo            Sepolcro. I sepolcri, che rappresen-      giornata e ai balconi delle case veni-
si fa ancora oggi, in un luogo poco            tavano la tomba nella quale Gesù fu       vano stesi i copriletto buoni e appesi
distante dalla chiesa parrocchia-              deposto dopo la crocifissione, erano       flambeaux colorati. Il sabato santo
le, dove venivano benedetti i rami             chiamati anche Mortori, erano ge-         fino al 1951 la veglia pasquale veniva
d’ulivo. Quindi ci si avviava verso la         neralmente molto belli, attiravano        celebrata la mattina. Il fuoco nuovo,
chiesa cantando: “Osanna al Figlio di          l’attenzione dei fedeli, i quali spesso   acceso sul sagrato della chiesa, ve-
David, Osanna al Redentor”. I primi            si recavano nelle diverse chiese del-     niva portato nelle case per accende-
tre giorni della Settimana Santa –             la città per visitarli e per adorare il   re il fuoco nel fogher. Uno dei segni
lunedì, martedì, mercoledì - erano             Signore. Il sacrestano, il giovedì san-   più antichi della tradizione popolare
dedicati all’adorazione eucaristica:           to, dopo la riposizione del Santissimo    con i quali la gente celebrava il sa-
le Quarantore. Nel Basso Polesine le           Sacramento nel Sepolcro, legava tra       bato Santo era la benedizione degli
donne devote andando alla preghie-             loro le corde delle campane perché        occhi. Quando, la mattina del sabato
ra portano addirittura una corona di           dovevano tacere fino alla Pasqua.          santo, le campane, silenziose dalla
spine sul capo: “…in tale occasione            Infatti il venerdì santo, giorno del-     notte del giovedì, venivano sciolte e
si costuma che ad ogni famiglia tra            la commemorazione della morte di          suonavano a distesa il gloria, la gen-
le principali, si assegna un’ora fissa,         Gesù, ogni suono era bandito dalla        te si bagnava gli occhi con l’acqua e
e ciascheduna al suo tempo si por-             chiesa. Era permesso suonare solo         le madri li bagnavano ai bambini. Il
ta ad adorare il SS.mo Sacramento              la racoeta. La mattina del venerdì        gesto ricordava la liturgia battesima-
nella Cattedrale, processionalmente            santo, giorno della morte di Gesù,        le celebrata nella veglia pasquale.

                                                                                              La grande squadra
                                                                                            dei volontari in servizio
                                                                                          I volontari all'opera nei diversi ambi-
                                                                                          ti d'impegno della Fondazione Car-
                                                                                          pinetum sono oltre mezzo migliaio.
                                                                                          Quelli che intendono prestare servi-
                                                                                          zio nel futuro Ipermercato solidale
                                                                                          agli Arzeroni sono circa 130, iscritti
                                                                                          nel registro dell'associazione Il Pros-
                                                                                          simo che gestirà la struttura. Confi-
                                                                                          diamo che il numero possa salire: ad
                                                                                          essi possono aggiungersi altre realtà
                                                                                          che già collaborano con noi e che
                                                                                          potrebbero entrare nell’Ipermerca-
                                                                                          to solidale. Quanti ancora il Signore
                                                                                          sta chiamando a questa impresa?
                                                                                          Chi leggendo si sentisse chiamato
                                                                                          venga a lasciare la propria adesione.

ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019                                                                                           5
Pensieri a voce alta

                        Speranza nuova                                                   Lente d'ingrandimento
                                                                                           di don Gianni Antoniazzi

                        di Federica Causin                                                       La solitudine
"È il giorno dei macigni che rotola-       la prospettiva cambia. A quel punto         Forse una delle paure più frequen-
no via dall’imboccatura dei sepolcri.      entra in gioco la nostra capacità di        ti della nostra gente, soprattutto
È il tripudio di una notizia che corre     essere discepoli e di testimoniare ciò      giovane, è quella di restare soli.
di bocca in bocca ricreando rapporti       che abbiamo sperimentato in prima           Molti temono questa idea più che
nuovi tra vecchi amici. È la gioia del-    persona. Nel concreto cosa dobbiamo         la malattia e lo stesso dolore fisi-
le apparizioni del Risorto che scatena     fare durante la Settimana Santa, mi         co. La solitudine, in effetti, è del
abbracci nel cenacolo. È Pasqua, festa     domando nel tentativo di dare sostan-       tutto contraria alla nostra natura:
della vita". Queste parole di don To-      za ai pensieri. Come sottolinea Carlo       se l’uomo è l’animale capace di in-
nino Bello erano finite per sbaglio in      Maria Martini in una riflessione che ho      tense relazioni fraterne e di affet-
                                                                                       to, la solitudine appare quasi come
fondo a un cassetto e, mentre strin-       letto di recente, attraverso la parteci-
                                                                                       la negazione stessa della nostra
gevo quel foglietto tra le mani, ho        pazione ai riti, veniamo coinvolti negli
                                                                                       dignità personale. Tuttavia, nella
pensato di aver trovato la chiave che      avvenimenti che hanno segnato l’ul-
                                                                                       Settimana santa noi percepiamo un
stavo cercando. Mi colpisce l’idea di      tima parte dell’esistenza di Gesù. In       fatto prezioso. Che anche Gesù, di
una buona notizia che irrompe e ci         effetti, realizzo, ogni volta che sento      fronte alla morte, sperimentò la so-
rende capaci di scrivere una pagina di     declamare il racconto della Passione,       litudine. Fu incompreso dal popolo.
vita nuova. Forse il macigno che roto-     nel momento in cui il Signore esala         Fra i dodici discepoli uno lo tradì
la via dal sepolcro è il simbolo di quel   l’ultimo respiro sulla croce avverto un     mentre gli altri lo abbandonarono.
paradosso sul quale, secondo Enzo          nodo in gola. Un’emozione che, seppur       Le donne gli restarono più vicino e
Bianchi, si fonda la nostra fede. In       sincera, diventa sterile, se non per-       sotto la croce se ne ricordano tre.
quanto cristiani, crediamo a qualcosa      suade a cimentarsi in un’inversione di      Il Quarto evangelista fa riferimento
d’incredibile. Ma com’è possibile cre-     rotta, perché, per dirlo con le parole      anche alla presenza del discepolo
dere che quel corpo è risorto e che la     di San Paolo, l’imperativo è “Accoglie-     amato. Poco più. Comunque nes-
resurrezione di Cristo può cambiare la     tevi gli uni gli altri” (Rm, 15,7). Dob-    suno di costoro comprendeva fino
nostra vita?, si chiede il fondatore di    biamo prepararci alla Pasqua trovan-        in fondo il senso e la portata dei
Bose. Si tratta di sapere e soprattut-     do il modo di essere solidali, di aprirci   fatti. C’è inoltre una frase che rap-
to di sentire dentro di noi che l’amore    verso gli altri. Nella quotidianità di      presenta il culmine della solitudi-
vissuto, quello che Gesù ha incarnato      ciascuno di noi senz’altro non manca-       ne. Secondo Marco, in croce Gesù
fino all’estremo, è più forte della mor-    no le occasioni di tendere la mano e        avrebbe esclamato: "Dio Mio perché
te. La morte mette a nudo la nostra        forse riusciremo anche a trasmettere        mi hai abbandonato". La solitudine
fragilità, la fatica di convivere con      la gioia incredula di avere di nuovo        più forte è l’assenza di Dio stesso.
                                                                                       Ed è il peso più gravoso. Tutto si
assenze che pesano, con interrogati-       accanto il Signore risorto, una presen-
                                                                                       sopporta quando se ne capisce la
vi ai quali non è semplice rispondere,     za che la ragione non basta a com-
                                                                                       ragione. L’assenza di Dio però sem-
tuttavia se non ha l’ultima parola, se     prendere, ma che il cuore riconosce
                                                                                       bra stabilire anche la fine del sen-
non è il fine del nostro andare, allora     come la fonte di una speranza nuova.        so. Per Gesù dunque la solitudine
                                                                                       è stata una prova: ha continuato
                                                                                       ad amare l’umanità quando aveva
                                                                                       l’avvertenza di non essere ricam-
                                                                                       biato. Può diventare un’esperien-
                                                                                       za per tutti. Non ce ne dobbiamo
                                                                                       scandalizzare. Anzi: come un seme
                                                                                       piantato in terra resta solo ma poi
                                                                                       porta frutto, così è per i nostri mo-
                                                                                       menti oscuri. Passata la prova, vol-
                                                                                       gendoci indietro, riconosciamo che
                                                                                       quelle sono state le occasioni più
                                                                                       feconde che più ci hanno fatto cre-
                                                                                       scere e più ci hanno cambiato. Si
                                                                                       tratta di saper restare al nostro po-
                                                                                       sto nel momento della solitudine.
                                                                                       Talvolta c’è la tentazione di fug-
                                                                                       gire via, ma chi si comporta come
                                                                                       un’ape e va di fiore in fiore, non
                                                                                       lascia traccia da nessuna parte.

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Il punto di vista

                              Volare alto e non cadere
                              di don Fausto Bonini

Le cronache raccontano le sfide all'impossibile di tanti giovani che finiscono in tragedia
Il Vangelo indica la via maestra per muovere l'entusiasmo e che passa per il dono dell'amore
Dedalo e Icaro, prigionieri del Minotauro                     da una altezza considerevole. Tentativo fallito di sfidare
“Vola a mezza altezza, mi raccomando, in modo che             l’impossibile. Lo fanno tantissimi giovani. Sport estremi,
non abbassandoti troppo l’umidità non appesantisca le         alcool, droga, baby gang, sesso sfrenato. L’importante è
penne o troppo in alto non le bruci il sole”. È Dedalo        superare il limite, affrontare l’impossibile. O verso l’alto
che parla così al figlio Icaro, per il quale sta costruen-     o verso il basso, dove l’umidità appesantisce il volo e fa
do delle ali di cera. Ambedue sono tenuti prigionieri         cadere. Nel vuoto di ideali positivi prevalgono quelli ne-
dal Minotauro nel suo labirinto dal quale è impossibile       gativi. Non bastano le parole sagge del padre Dedalo a
uscire. Ovidio, nelle sue Metamorfosi, racconta come          convincere il figlio Icaro a rendersi conto dei propri limiti.
il genio di Dedalo riesce a costruire delle ali di cera,
le attacca alle spalle del figlio che prende il volo ed        Volare verso un “sole che sorge dall’alto”
esce dal labirinto. Antonio Canova ha rappresenta-            La fragilità fa parte della vita. Superato un certo limite
to la scena in un meraviglioso gruppo scultoreo con-          la vita si rompe perché è fragile. Dobbiamo abituarci
servato al Museo Correr di Venezia. Ma come si fa a           ad avere consapevolezza dei nostri limiti, ad accettarci
dire a un giovane “vola a mezza altezza” pretenden-           così come siamo, a volerci bene. “Amerai il prossimo
do che lo faccia? Infatti il giovane Icaro, inebriato da      tuo come te stesso” ci insegna che l’amore comincia
quel magico volo che gli fa vedere il mondo dall’alto,        da noi, che se non ci vogliamo bene non riusciremo ad
si esalta, non ascolta il padre e vola verso il sole. Icaro   amare gli altri. Riconoscere e accettare i propri limiti e
sapeva che la raccomandazione del padre era giusta,           metterci a servizio delle fragilità altrui. Proporre “per-
la ragione glielo confermava. Il calore del sole avrebbe      corsi del combattente” alternativi, cose difficili da fare
sciolto la cera delle ali. Lo sapeva benissimo, ma il de-     per superare la barriera dell’"impossibile” a servizio
siderio di volare sempre più in alto, di scoprire il signi-   degli altri: amici handicappati, anziani, malati, stranie-
ficato della parola “impossibile”, lo porta alla rovina.       ri… È difficile convincere un giovane a “volare a mezza
                                                              altezza”. L’importante è indicare dei “soli” alternativi
Sfidare l’impossibile                                          che non sciolgono la cera delle ali, ma che muovono
Quanti giovani Icari esistono anche oggi!. Il racconto        l’entusiasmo dei giovani. Il messaggio cristiano propo-
della fine di Icaro mi è venuta in mente leggendo qual-        ne una soluzione ottimale. Propone di fare spazio nella
che giorno fa l’avventura di un ragazzino di 16 anni che,     propria vita a un “sole che sorge dall’alto”, che si è
con altri amici, seguiva la moda di saltare da un edificio     fatto uomo, che ha sperimentato di persona la fragi-
all’altro, in un percorso a ostacoli imprevedibile. Il gio-   lità (“Padre, se possibile, passi da me questo calice”)
co, molto pericoloso, si chiama “il percorso del combat-      e ha condiviso la fragilità altrui come sta scritto nei
tente”. Un lucernario ha ceduto e il ragazzo è caduto         vangeli. Chi si “innamora” di Gesù vola alto e non cade.

                                                                                           L'aiuto è per tutti
                                                                                     Molti pensano che i generi alimenta-
                                                                                     ri, la frutta e la verdura, i mobili, gli
                                                                                     indumenti e gli oggetti per la casa,
                                                                                     distribuiti al Don Vecchi, siano desti-
                                                                                     nati esclusivamente ai senza tetto,
                                                                                     ai disperati e ai mendicanti. In real-
                                                                                     tà tutto ciò che viene raccolto e che
                                                                                     si può ricevere a fronte di un’offerta
                                                                                     simbolica destinata ai costi di gestio-
                                                                                     ne, è a disposizione di chiunque abbia
                                                                                     una difficoltà ad arrivare alla fine del
                                                                                     mese: disoccupati, precari, lavorato-
                                                                                     ri con stipendio inadeguato, famiglie
                                                                                     numerose o in situazioni di disagio.
                                                                                     Per fortuna di prodotti e materiali ne
                                                                                     abbiamo spesso in abbondanza: chi ne
                                                                                     abbia bisogno non indugi a farsi avanti!

ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019                                                                                        7
Proverbi africani

                       La gratitudine
                       di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Sentimento ed espressione di affetto      persona affettuosa; l’uomo goloso           care mai i propri genitori, perché lo
verso colui dal quale si è ottenuto      è spesso ingrato. Non bisogna mai          stato di vita al quale sono pervenuti
un servizio, un bene di qualunque        dimenticare il bene ricevuto, fino a        è sempre frutto della loro educa-
genere, la gratitudine è un atteg-       commettere atti ingrati verso il be-       zione e dei loro sacrifici. E un altro,
giamento obbligatorio nell’etica         nefattore. È quello che ci ricordano i     simile, dei Kamba del Kenya: “Pur
africana. Al mattino, alla sera, dopo    Bambala del Congo RDC: “Non si ta-         mangiando nell’oscurità, nessuno
mangiato, ogni bambino ha il dove-       glia l’albero che ti ha salvato il gior-   ignora la strada verso la bocca” che
re di dire "grazie" alla madre per il    no che scappavi via da un bufalo”.         significa di non dimenticare mai le
cibo consumato. Chi non ringrazia        Bisogna saper ringraziare per tutto        proprie origini, quando si raggiunge
è giudicato un maleducato e vie-         e non sono necessari grandi doni           qualche alto rango sociale. Verrebbe
ne rimproverato. La gratitudine è        per esprimerla. È la saggezza degli        da dire che oggi non si sa più ringra-
espressione di una personalità sag-      Hutu del Rwanda che dicono: “La            ziare, sembra che tutto sia dovuto.
gia, perché umile, conscia dei propri    gratitudine si soddisfa di un nulla”.      Si fa fatica ad apprezzare quello che
limiti, che quindi sa apprezzare con     Quante volte una mamma o un papà           si riceve e poi si fa fatica a donare,
i dovuti modi il concorso degli altri    si aspettavano un sorriso, un fiore,        a condividere, pensando che se io
alla propria vita. Si dice che chiun-    una carezza come segno di grazie e         ho qualche cosa, debba essere mia e
que ringrazia ha già ottenuto il pros-   magari abbiamo pensato che non ne          chi è nel bisogno, che si arrangi... Da
simo beneficio. Si richiede di ringra-    valeva la pena! I Basuto del Lesotho       piccoli, ci insegnavano a ringraziare
ziare per ogni bene ricevuto: per        ci regalano un proverbio speciale: “I      per tutto, così da dare importanza
quello più grande e per quello più       fagioli devono anche pensare all’olio,     e da custodire con cura quello che
piccolo, per quello più importante e     non devono pensare che sono sol-           si riceveva. Ce lo ricordano mol-
per quello più inutile. E ora via con    tanto loro ad essere gustosi”, ovvero      to bene i Basonge del Congo RDC:
i proverbi. “Qualcuno che scompa-        chi ha ottenuto un successo, ringrazi      “Colui che ti dà un piccolo bene vale
re nella foresta non si arrabbia mai     tutte le persone che vi hanno contri-      di più di colui che non ti dà nulla”,
contro colui che lo ha fatto rientrare   buito e non pensi che è tutto merito       ogni cosa ricevuta ha diritto al gra-
sulla strada”, dicono gli Ekonda del     proprio. Altri proverbi ci dovreb-         zie. Mi viene da ricordare i Natali
Congo RDC per dire che si raccoman-      bero aiutare a riflettere su quello         della mia infanzia, quando il matti-
da di saper ringraziare le persone       che succede oggi. Ad esempio que-          no della festa si scoprivano i doni:
che ti fanno del bene. Interessan-       sto dei Sango del Centro Africa: “Il       qualche arancia e mandarino, noci,
te questo dei Kikuyu del Kenya: “È       cane non dimentica il suo padrone”,        arachidi e qualche piccolo giocatto-
sempre il cuore che è soddisfatto; lo    a sottolienare che si usa spesso per       lo. Si era contenti e si andava subito
stomaco è sempre goloso”: vuol dire      richiedere ai figli che si allontanano      a ringraziare Gesù Bambino (i geni-
che la gratitudine è la qualità di una   oppure si sposano, di non dimenti-         tori) con un bel bacio. (18/continua)

                                                                                          Camere disponibili
                                                                                        al Centro don Vecchi 6
                                                                                     Al Centro don Vecchi 6 degli Ar-
                                                                                     zeroni, a non molta distanza dalla
                                                                                     zona commerciale Aev del Terra-
                                                                                     glio e dall’ospedale dell’Angelo,
                                                                                     c'è qualche stanza a disposizione
                                                                                     di chi dovesse trascorrere un cer-
                                                                                     to periodo a Mestre per lavorare
                                                                                     oppure, ad esempio, per assistere
                                                                                     i propri parenti ricoverati in città.
                                                                                     Sono a disposizione anche di chi
                                                                                     abbia per qualsiasi motivo una ne-
                                                                                     cessità abitativa di carattere tem-
                                                                                     poraneo. Per prenotare una stan-
                                                                                     za cosiddetta di "Formula Uno" è
                                                                                     possibile chiamare lo 0413942214.

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Mondo volontariato

                              Ricostruire un quartiere
                              di Matteo Riberto

Promuovere l’incontro tra culture                                                            promuoviamo molti incontri in cui
differenti. Perché il confronto con                                                           cerchiamo di avvicinare le diverse
l’altro è il primo passo per iniziare a                                                      persone che abitano il quartiere.
conoscersi e abbattere le barriere di                                                        Credo che vivendo gli spazi comu-
paura che conducono alla chiusura.                                                           ni e promuovendo una cittadinanza
Questo è uno dei primi obiettivi del                                                         attiva che si prenda cura del quar-
Gruppo di Lavoro di via Piave. Non                                                           tiere, si possano migliorare le cose"
solo, l’altro obiettivo è sostenere una
cittadinanza attiva, spingendo i citta-                                                      La cena di quartiere?
dini a vivere gli spazi comuni. E poi c’è                                                    "Funziona così: individuiamo, dopo
l’aiuto ai più deboli: anziani o persone                                                     aver ovviamente avuto l’autoriz-
sole che vivono situazioni di difficol-                                                        zazione, uno spazio dove porta-
tà. Obiettivi che alla fine coincidono                                                        re dei tavoli. Poi invitiamo tutti i
e che guardano nella stessa direzione:                                                       residenti a partecipare. Ognuno
rendere più vivibile il quartiere met-                                                       dona qualcosa, piatti preparati in
tendo al centro chi lo abita, coinvol-                                                       casa, e mettiamo in piedi un gran-
gendo i residenti in diverse iniziative                                                      dissimo buffet all’aria aperta. Negli
sociali e culturali. Fabrizio Preo è il                                                      anni scorsi abbiamo fatto la cena
presidente del Gruppo di Lavoro di via            Fabrizio Preo                              nei giardini di via Piave o lungo la
Piave e da anni s’impegna insieme agli                                                       ciclabile di via Dante. È un momen-
altri soci per un quartiere migliore.             150 persone l’anno. Conoscere la           to di convivialità, dove si mangia,
                                                  lingua è il primo passo per integrar-      ci si conosce, si canta e si balla.
Ci spiega cos’è il Gruppo di Lavoro               si e noi operiamo in un quartiere          L’anno scorso eravamo più di 400".
di Via Piave?                                     multietnico dove convivono culture
"È un’associazione di promozione                  differenti. Ma tra i nostri obiettivi       La farete anche quest’anno?
sociale nata nel 2006 che s’inte-                 non c’è solo l’integrazione: stiamo        "Certamente, ci stiamo già organiz-
ressa dei problemi del quartiere di               vicini a tutti i residenti storici, in     zando. La prossima sarà la nona edi-
via Piave. Organizziamo iniziative                particolare anziani o persone sole         zione, credo la faremo il 15 giugno".
che non vogliono solo denunciare i                che vivono situazioni di difficoltà".
problemi della zona. Ci interessa                                                            Come viene visto il vostro lavoro
soprattutto promuovere una cit-                   Non è un quartiere facile, vero?           dai residenti del quartiere?
tadinanza attiva e una conviven-                  "No, purtroppo è una zona dove il          "Devo dire che all’inizio c’era qual-
za civile nel rispetto delle regole".             fenomeno dello spaccio è sotto gli         che perplessità. Non è un quartiere
                                                  occhi di tutti. C’è molta microcri-        semplice e forse all’inizio le inizia-
Che genere di iniziative organizzate?             minalità. Siamo vicino alla stazio-        tive non venivano comprese. Con il
"Abbiamo un grosso spazio in via Pia-             ne e come in molte altre città si          passare degli anni ci siamo però fatti
ve, al civico 67, e il nostro Gruppo è            tratta di una zona complicata. Poi         conoscere e riusciamo a coinvolgere
composto da 15 soci fondatori più 80              il fatto che qui abitino tanti stra-       sempre più persone che vogliono vi-
iscritti che ci danno una mano. Riu-              nieri spaventa diverse persone: il         vere questa zona della città per ren-
sciamo quindi a promuovere diverse                diverso può fare paura. Per questo         derla un posto migliore, più vivibile".
iniziative. All’interno della sede or-
ganizziamo concerti, mostre di pit-
tura, conferenze, dibattiti, spettacoli
                                                             La scheda
teatrali e laboratori. Ma la sede è                Uno spazio e tante iniziative nel cuore di via Piave
aperta anche ad altre associazio-                  Il Gruppo di Lavoro via Piave nasce nel 2007, grazie anche alla spinta di Etam,
ni che vogliono organizzare eventi".               un servizio delle Politiche sociali del Comune di Venezia che si occupava di
                                                   sviluppo della cittadinanza attiva. Il Gruppo è totalmente autonomo, ha sede in
Molte iniziative danno una grossa                  via Piave 67, all’interno di un negozio messo a disposizione temporaneamente a
mano all’integrazione...                           titolo gratuito da un privato, finché non si faccia avanti un affittuario. Il Gruppo
"È vero, le manifestazioni sono aper-              paga bollette e utenze. Proprio in questi giorni ha aperto il tesseramento per
te a tutti. Nei giorni scorsi è partito            aderire all’associazione (la tessera costa 10 euro). La sede del Gruppo di Lavoro
un dopo-scuola per bambini cinesi                  è aperta il primo e il terzo lunedì del mese alle 20.30 e durante i tanti eventi
tenuto da studenti dell’Università.                organizzati. È possibile contattare il Gruppo tramite mail: gdlpiave@gmail.com
Ma da tempo organizziamo anche                     oppure al 3288623273. Per reperire qualsiasi informazione è anche a disposizio-
                                                   ne un sito web, www.gruppodilavorodiviapiave.it, che riporta la storia del Grup-
corsi di italiano per stranieri che
                                                   po ed è aggiornato sulle diverse iniziative che vengono proposte durante l’anno.
vedono la partecipazione di circa

ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019                                                                                              9
La nostra storia

                       Lo sviluppo industriale
                       di Sergio Barizza

Un non disattento cronista del Gaz-        ve. Si coglie subito come l’ingran-        quanto doveva assicurare la funzio-
zettino, il 16 dicembre 1907 scrive-       dirsi della stazione di Mestre e il        nalità di binari, vagoni e locomoti-
va: "Mestre avrà un futuro da cen-         suo riconoscimento di stazione di          ve. Dall'inizio di ottobre del 1909,
tro più industriale della provincia".      prima classe, in quanto snodo prin-        quando a Mestre cominciò la pro-
Erano i tempi in cui si insediavano        cipale tra il Friuli Venezia Giulia e il   duzione nello stabilimento della so-
numerose industrie lungo il Canal          resto d’Italia, avesse creato un in-       cietà presieduta dal conte Raggio,
Salso e nella zona agricola che dal-       dotto che divenne occasione di la-         che ne gestiva di analoghi a Novi,
lo stesso canale andava fino alla           voro per molti. La Cledca era scesa        La Spezia, Falconara e Brindisi, la
ferrovia, storicamente conosciuta          direttamente da Milano, la Carbo-          nera polvere di carbone, allontana-
come Altobello. Mentre, sommersa           nifera Italiana s'era spostata da Ve-      ta dalla marittima e zone circostan-
dai debiti, stava progressivamente         nezia dove il genovese conte Carlo         ti, cominciò a divenire un problema
languendo l’attività della storica         Raggio l'aveva insediata una trenti-       per quanti vivevano sulle rive del
fornace Da Re, poco distante co-           na d'anni prima "tra la stazione cen-      Canal Salso. Protestarono sia il di-
minciarono a sorgere nuovi stabi-          trale e quella marittima". All'inizio      rimpettaio Camillo Matter che 32
limenti che crearano occasioni di          del secolo vi si producevano ben           abitanti della zona - primo firma-
lavoro, raccogliendo manodopera            100.000 tonnellate di mattonelle           tario Pietro Rallo (25 agosto 1910)
nella vasta periferia mestrina. Nel        l'anno con carbone di Cardiff che in        - in questo modo semplice anche se
1908 usufruendo delle banchine del         grandi mucchi veniva direttamente          un po' sgrammaticato: "La polvere
Canal Salso e di derivazioni ferro-        scaricato sul molo della marittima,        rende impraticabile le nostre abi-
viarie, delle quali c’è ancora trac-       vi lavoravano un centinaio di ope-         tazioni. Le pareti delle nostre case
cia all’inizio di via Torino, si erano     rai, molti dei quali si trasferirono       da bianche diventano nere. Con il
insediati i Magazzini del Cotone (di       in terraferma a seguito dell’azienda       caldo eccessivo in questa stagio-
cui abbiamo parlato qualche nume-          per non perdere il lavoro. Il grande       ne, siamo privi di aprire le finestre
ro fa) cui si sarebbero aggiunti la        parco ferroviario che si stava co-         delle nostre stanze da leto, per non
Cledca e la Carbonifera Italiana. La       struendo in quegli stessi anni, ap-        trovar questi, stante la polvere, ri-
Cledca - Conservazione del Legno e         pena fuori della stazione di Mestre        dotti in porcili. Privi di asciugare
Distillazione del Catrame - che dopo       sul lato della frazione di Bottenigo,      la nostra biancheria perché quando
qualche anno si sarebbe trasferita         ora Marghera, dove esiste una stra-        asciuta da bianca la troviamo nera.
a Marghera, fabbricava principal-          da che ne porta il nome, si sarebbe        Più va di mezzo la nostra salute,
mente traversine per le ferrovie,          rivelato così non solo un'essenziale       la quale respirando detta polve-
mentre la Carbonifera Industriale          infrastruttura per l’intero sistema        re ne sofre i nostri polmoni". Sin
Italiana produceva "mattonelle" di         ferroviario del Nordest, ma dive-          dall’inizio della produzione indu-
polvere di carbone pressato con            niva esso stesso occasione di la-          striale Mestre si trovò a fare i conti
pece, per i motori delle locomoti-         voro catalizzando la produzione di         con l’inquinamento. (56/continua)

                                                                                            Come poter donare
                                                                                             alla Fondazione
                                                                                       Per sostenere la Fondazione Carpine-
                                                                                       tum si può effettuare un bonifico ban-
                                                                                       cario al Monte dei Paschi di Siena -
                                                                                       agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
                                                                                       I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8
                                                                                       o effettuare un versamento sul conto
                                                                                       corrente postale numero 12534301.

                                                                                           Il nostro settimanale
                                                                                       L'incontro è distribuito gratuitamen-
                                                                                       te in tutta la città in 5 mila copie e
                                                                                       lo si può trovare a partire da mar-
                                                                                       tedì nei posti più frequentati di Me-
                                                                                       stre. Il settimanale può anche esse-
                                                                                       re scaricato nella versione digitale
                                                                                       dal sito www.centrodonvecchi.org

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Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
La signora Alessandra Fantini, in             pari a € 100, per onorare la memoria         € 20, per ricordare il marito Giuseppe.
occasione del 3° anniversario della           del loro caro congiunto.
morte di suo padre Eugenio, ha                                                             Il nipote della defunta Luisa Zanetti ha
sottoscritto un’azione, pari a € 50, per      La signora Loredana Patrio ha                sottoscritto quasi tre azioni, pari a €
onorarne la memoria.                          sottoscritto quasi mezza azione, pari a      140, per onorare la memoria della zia.
                                              € 20, in memoria di Giuseppe, Luigi e di
È stata sottoscritta mezza azione             tutti i defunti della sua famiglia.          Il figlio della defunta Ada ha
abbondante, pari a € 30, per ricordare                                                     sottoscritto mezza azione abbondante,
Fedele, Sante e i defunti delle famiglie      Il figlio della defunta Carmela ha            pari a € 30, in occasione del primo
Sandre e Carraro.                             sottoscritto quattro quinti di azione,       anniversario della morte di sua madre.
                                              pari a € 40, in ricordo di sua madre.
La figlia del defunto Renato ha                                                             La signora Emilia Battistella ha
sottoscritto un’azione, pari a € 50, in       Il signor Fabio Venzo ha sottoscritto        sottoscritto quasi mezza azione, pari a
memoria di suo padre.                         un’azione, pari a € 50, per ricordare        € 20, per ricordare i defunti: Giovanna,
                                              sua moglie Marisa.                           Alessandro e di sua madre Maria.
La famiglia della defunta Pierina Anoè
ha sottoscritto due azioni, pari a € 100,     La signora Franca Pellizzari in Bin, in      La badante della defunta Prof.ssa
per onorare la memoria della loro cara        occasione dell’anniversario della morte      Liliana Lorusso ha sottoscritto quasi
congiunta.                                    della sua carissima madre, ha sottoscritto   mezza azione, pari a € 20, per onorare
                                              un’azione, pari a € 50, per ricordarla.      la memoria della sua datrice di lavoro.
I figli della signora Jolanda Cestaro
hanno sottoscritto quasi mezza azione,        La figlia della defunta Maria Grossi ha       I signori Ida e Fernando Ferrari hanno
pari a € 20, in riconoscenza per aver         sottoscritto un’azione, pari a € 50, per     sottoscritto quattro quinti di azione,
ospitato per molti anni presso il Centro      onorare la memoria di sua madre.             pari a € 40, in memoria dei loro
Don Vecchi la loro madre.                                                                  defunti: Vittorio, Angela e Helga.
                                              È stata sottoscritta mezza azione
I quattro figli della defunta Norma            abbondante, pari a € 30, per ricordare       La signora Loreta Davanzo ha
Agnoletto hanno sottoscritto due              i defunti delle famiglie Scaggiante,         sottoscritto un’azione, pari a € 50, in
azioni, pari a € 100, per onorare la          Zamara e Casagrande.                         ricordo della sorella Anna.
memoria della loro cara madre.
                                              La famiglia Tosi ha sottoscritto quasi       I quatto figli della defunta Nerina
La moglie e i due figli del defunto ing.       mezza azione, pari a € 20, in memoria        Saggia hanno sottoscritto un’azione,
Sergio Zino hanno sottoscritto due            del loro caro Arnaldo.                       pari a € 50, per onorare la memoria
azioni, pari a € 100, in memoria del                                                       della loro madre.
loro caro congiunto.                          La famiglia Trovò, in occasione del
                                              primo anniversario della morte del loro               CENTRI DON VECCHI
La moglie del defunto Fedele ha               caro Roberto, ha sottoscritto quattro
sottoscritto un’azione, pari a € 50, in       azioni, pari a € 200, per onorare la                   Eventi di aprile
ricordo del suo caro marito.                  memoria del loro caro estinto.
                                                                                                      MARGHERA
I due figli del defunto Rocco Granito          I familiari della defunta Teresa Camurri         Domenica 14 aprile ore 16.30
hanno sottoscritto un’azione, pari a €        hanno sottoscritto mezza azione                        Gruppo corale
50, al fine di onorare la memoria del          abbondante, pari a € 30, in ricordo                    Chorus Mama
loro padre.                                   della loro cara estinta.                                  CAMPALTO
                                                                                               Domenica 14 aprile ore 16.30
La figlia e i nipoti della defunta Wilma       È stata sottoscritta quasi mezza azione,           Musiche di ogni tempo con
Scognamiglio hanno sottoscritto due           pari a € 20, per onorare la memoria dei               The Modern Band
azioni, pari a € 100, per onorare la          defunti: Enrico e Caterina.
memoria della loro cara congiunta.                                                                    CARPENEDO
                                              I nipoti della defunta Cleofe Sanzovo, la        Domenica 28 aprile ore 16.30
I quattro figli del defunto Giancarlo          cara signora che per molti anni è stata              Non solo lirica con
Sperandio hanno sottoscritto due              la responsabile del Foyer San Benedetto,             Mariuccia, soprano
azioni, pari a € 100, per onorare la          hanno sottoscritto un’azione, pari a €                 Marco, tenore
memoria del loro caro padre.                  50, per onorarne la memoria.                        Giovanna, pianoforte
                                                                                                         ARZERONI
I signori Orietta Boato e Paolo Furlan,       I figli della defunta Antonia hanno               Domenica 28 aprile ore 16.30
genitori di Matteo, ricordano il loro figlio   sottoscritto un’azione, pari a € 50, in          Magie e giochi di prestigio con
sottoscrivendo un’azione, pari a € 50.        ricordo della loro madre.
                                                                                                    Giovanni Serena
La moglie e i figli del defunto Luigi          La signora Antonietta Gori ha                             Ingressi liberi
Bozzola hanno sottoscritto due azioni,        sottoscritto quasi mezza azione, pari a

ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019                                                                                            11
La storia dei Centri don Vecchi

                       Il Piavento                                                                            5 per mille
                                                                                                    Un modo concreto per aiutare
                       di don Armando Trevisiol                                                   Il 5 per mille è una parte delle no-
                                                                                                  stre tasse a cui lo Stato "rinuncia"
Dalle piccole esperienze delle quali     nella quale vivevano otto anziane,                       per sostenere un ente benefico che
ho parlato nel mio secondo "capitolo"    casupola che io ho restaurato com-                       aiuta il prossimo in difficoltà. Non
circa una soluzione abitativa degna e    pletamente destinando una stanza                         costa nulla e se non si sceglie di do-
possibile per anziani, pian piano nac-   a soggiorno per un po' di vita in co-                    narlo rimane comunque allo Stato.
que un indirizzo più preciso e defini-    mune e costruendo due bagni da una                       Il 5 per mille non sostituisce l’8 per
to. Questa scoperta della necessità      seconda stanza, perché fino ad allora                     mille destinato alle confessioni reli-
                                                                                                  giose. Sono due opportunità diverse
di trovare soluzioni che rendessero      le anziane fruivano di un solo bagno
                                                                                                  di destinare le proprie imposte per
meno angosciosa la situazione degli      posto fuori dall'edificio e per nulla
                                                                                                  fini differenti. Amici lettori vi chie-
anziani, specie di quelli che vivevano   riscaldato. Questa casa, che dopo
                                                                                                  diamo di impiegare bene le tasse
soli - situazione che può configurarsi    la ristrutturazione tutti ritennero e                    scegliendo, nella dichiarazione dei
nel discorso delle "nuove povertà" -     ritengono una "villetta" e che si de-                    redditi, come destinare il 5 per mille.
ebbe come spinta ultima due espe-        nomina Piavento, era il frutto di un
rienze di ordine pratico. La prima       lascito di un antico parroco di Car-                             Tre possibilità di scelta
fu determinata dall'aver constatato,     penedo, don Lorenzo Piavento, che                        Se credete opportuno il lavoro fat-
dopo la prima visita a tutte le fami-    al tempo della scoperta dell'America                     to con gli anziani e le famiglie in
glie della parrocchia, in occasione      aveva destinato nel suo testamento                       difficoltà proponiamo di dare il 5
della benedizione delle case, che        a "donzelle di buoni costumi". La ca-                    permille alla Fondazione Carpine-
almeno un sesto degli abitanti ave-      supola fu poi innalzata di un piano                      tum dei Centri don vecchi: codi-
va più di settant'anni e che moltis-     da parte di monsignor Romeo Mutto                        ce fiscale 94064080271. Se inve-
simi di loro vivevano da soli perché     con la vendita di un podere adiacen-                     ce preferite sostenere i bambini
la "famiglia patriarcale" nella nostra   te, nel quale oggi ci sono i negozi di                   si può aiutare il Centro Infanzia Il
città era scomparsa ormai da molto       mobili. La ragione sociale di questo                     Germoglio che da più di 100 anni
tempo; quindi più di mille anziani vi-   piccolo immobile era quella di "Ope-                     si occupa della formazione e del-
vevano in questa condizione quanto       ra pia", ente che una ventina di anni                    la crescita dei bambini in via Ca’
                                                                                                  Rossa: codice fiscale 90178890274.
mai triste e solitaria. La seconda fu    fa lo Stato voleva accorpare ad uno
                                                                                                  Da ultimo invece, per chi ritiene
che proprio in quegli anni era stato     più grande, ma che noi difendemmo
                                                                                                  di sostenere le donne in difficol-
abolito il blocco degli affitti e perciò   con i denti perché rimanesse in ge-
                                                                                                  tà da secoli c’è l’Associazione Pia-
gli anziani, che normalmente gode-       stione alla parrocchia. Tanta fu la                      vento: codice fiscale 90017970279.
vano di pensioni esigue, s'erano tro-    determinazione che riuscimmo a te-
vati spiazzati e in grossissime diffi-     nerlo legato alla parrocchia sotto la                                Come destinarlo
coltà per pagare l'affitto di casa. Una    ragione sociale "Fondazione Piavento                     Se compili il Modello 730 o il Model-
ipotesi di soluzione a questo proble-    onlus", ente del quale il parroco pro                    lo Redditi, nel riquadro “Sostegno
ma mi venne dal fatto che in parroc-     tempore di Carpenedo rimane presi-                       del volontariato…” firma e scrivi il
chia, in via Vallon, esisteva, ed esi-   dente nominando altri due consiglie-                     codice fiscale dell'ente prescelto.
ste ancora, una casupola di due piani    ri per amministrarlo. (3/continua)                       Se non sei tenuto a presentare la
                                                                                                  dichiarazione dei redditi puoi co-
                                                                                                  munque donare il tuo 5 per mille:
                                                                                                  nella scheda fornita insieme alla
                                                                                                  Certificazione Unica dal tuo da-
                                                                                                  tore di lavoro o dall’ente che ero-
                                                                                                  ga la pensione, firma nel riquadro
                                                                                                  “Sostegno del volontariato…” e
                                                                                                  scrivi nel riquadro il codice fisca-
                                                                                                  le dell'ente prescelto. Inserisci la
                                                                                                  scheda in una busta chiusa e scrivi-
                                                                                                  ci “Destinazione 5 per mille Irpef”
                                                                                                  insieme al tuo cognome, nome e
                                                                                                  codice fiscale, consegnala poi gra-
                                                                                                  tuitamente ad un ufficio postale, al
                                                                                                  Caf oppure al tuo commercialista.

                                         Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                         Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                         Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi
                                         Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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