Settimana Santa - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 Settimana Santa di don Gianni Antoniazzi Da domenica 14 aprile, festa delle Palme, noi cristiani iniziamo a cele- brare la passione, morte e risurre- zione di Gesù Cristo nostro Signore. Talvolta la Settimana Santa suscita nei credenti sentimenti di pietà e compassione. Talvolta i sentimen- ti generati dalla lavanda dei piedi, il bacio della Croce o la gioia del- la Pasqua ci sostengono della fede. Non sono da disprezzare. Resta da chiedersi se si tratta di una recita popolare o se ci sia un fondamento di realtà. Qui è necessario ribadire che i riti pasquali non stanno sul piano della fantasia. Essi rinnova- no per noi, ogni anno, la morte e la risurrezione di Gesù. In qualche modo ci rendono contemporanei di quel gesto di salvezza. In realtà, nessuno studioso mette in discus- sione l’esistenza del Maestro di Na- zaret. Sappiamo con certezza che, dopo una breve vita pubblica, è sta- to condannato alla croce. Personal- mente indico la data del 7 aprile del 30esimo anno dopo Cristo. Nell’ul- tima settimana egli è entrato in Gerusalemme osannato dalla folla. Ha celebrato la cena pasquale con i discepoli. Ha subìto il processo e la passione con la crocifissione ro- mana. La sua risurrezione non può essere dimostrata, ma non è irra- gionevole. Appartiene alla fede di ciascuno e può essere sperimentata solo nell’incontro personale con il Risorto. È però fondamentale dire che, per tutto il resto, una realtà storica c’è. Se Dio avesse vissuto un amore solo intellettuale o spiritua- le per l’uomo, non ci avrebbe real- mente raggiunti né salvati nel mo- mento della malattia e della morte.
Gli appuntamenti I giorni più importanti di Alvise Sperandio Arriva la Settimana Santa piena di riti da celebrare e con il suo culmine nel Triduo pasquale Il cristiano è invitato a vivere bene e col tempo necessario il giovedì, venerdì e sabato santi Arriva la Settimana Santa, la più im- na si tiene la Messa in coena Domi- sarà issato e morirà alle ore 15 in pun- portante dell'anno liturgico per un ni, memoriale della sua ultima cena. to, quando "si fece buio su tutta la cristiano. Anche il Natale è un evento Si celebra, in particolare, il rito della terra e levando un forte grido, spirò". molto atteso, ma Pasqua è la festa per lavanda dei piedi con il sacerdote che In alcune parrocchie c'è l'usanza di antonomasia per chi ha fede e merita si china a lavare i piedi di dodici fedeli attraversare le strade del quartiere. di essere preparata bene nella memo- solitamente rappresentantivi di deter- ria soprattutto degli eventi del Tri- minate categorie di persone - giovani, Il sabato santo è il giorno del silenzio, duo: giovedì, venerdì e sabato santi. anziani, poveri, malati, disoccupati... del raccoglimento, il giorno in cui me- Soprattutto si fa il memoriale dell'isti- glio ci si può dedicare al Sacramento Tutto comincia domenica 14 aprile, tuzione del Sacramento dell'Eucare- della Confessione. Verso notte arriva il la domenica delle Palme. È la do- stia con la condivisione del pane e momento della solenne veglia pasqua- menica in cui si ricorda l'ingresso di del vino a tavola di cui il Signore si le. Le celebrazioni del Triduo di fatto Gesù Cristo in Gerusalemme accol- rese protagonista nel Cenacolo. Alla costituiscono un'unica celebrazione. to dal popolo festante che lo accla- sera, dopo cena e per tutta la notte, mava "sbandierando" rami di ulivo. in molte realtà si svolge la veglia di Nelle pagine che seguono proponia- In questa domenica si dà lettura in- preghiera con adorazione del Santissi- mo le immagini più significative della tegrale del Vangelo della Passione. mo per stare vicini al Signore nel do- Settimana Santa: l'ingresso a Geru- lore dell'orto degli ulivi e dell'arresto. salemme; la lavanda dei piedi, il Ce- Lunedì, martedì e mercoledì, se- nacolo e il giardino del Getsemani; il condo un'antica usanza si svolgono le Il venerdì santo è in programma processo nel Sinedrio e la crocefissio- Quarantore di adorazione. Il Santissi- l'azione liturgica con il rito del bacio ne. Durante la Settimana Santa vale mo Sacramento viene esposto sull'al- alla Croce: uno per uno, i fedeli si la pena di ritagliarsi il tempo neces- tar maggiore della chiesa, per la pre- mettono in fila davanti al corpo di Cri- sario per partecipare con il giusto ghiera personale, alla fine della Messa sto inchiodato in croce (nei giorni pre- stile ai diversi riti che si susseguono, della mattina e poi riposto nel taber- cedenti nascosto da un drappo di co- per accompagnare passo passo nostro nacolo al termine di quella della sera. lore viola) e inchinandosi lo baciano. Signore sofferente, morto e infine ri- Dopo cena, è la volta della via Crucis: sorto. Ogni anno tutti uguali? Certo, Il Triduo ha inizio col giovedì santo. è il ricordo delle 14 stazioni lungo le ma ogni anno siamo noi ad essere di- Al mattino in cattedrale si svolge la quali, in Gerusalemme, Cristo appena versi dall'anno precedente. E anche in Messa crismale con la benedizione condannato a morte portò la Croce questo 2019 ci sono dati per cresce- degli oli santi. Nella Messa vesperti- fino a raggiungere il Golgota, dove re come uomini e donne nella fede. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contri- buti della gente di buona volontà che vengono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. 2 ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Il bello della vita Dimostriamoci partecipi di Plinio Borghi Chi crede è chiamato a essere testimone della fede dentro le grandi trasformazioni sociali Vale a maggior ragione nei giorni che precedono la Pasqua perché sia una festa per tutti L’epilogo della Quaresima è ben rap- del loro suono il sabato notte, nutri- svuotiamo e rendiamo inutili i nostri presentato dalla Settimana Santa, to scampanio che durava per tutta luoghi di preghiera, non valorizziamo un’esplosione di riti e di avvenimenti la domenica. Il venerdì santo e fino la nostra fede anche attraverso una che sono trampolino di lancio al tripu- alla sera del sabato perfino la radio più convinta partecipazione, specie ai dio finale che è la Pasqua di Resurre- trasmetteva solo musica sacra. In tali momenti più salienti del nostro tempo zione. Quando arriva la Domenica del- condizioni anche il non credente era liturgico. Non ha senso. La reciprocità le Palme nella mia mente si accavalla- coinvolto almeno da un senso di rispet- va stimolata mettendo in condizione no una ridda di ricordi ancestrali che to per l’alto valore di quello che veni- anche gli altri di conoscere i nostri richiamano cerimonie e ambientazio- va rappresentato. La domanda quindi percorsi, di capirli e di rispettarli. ni vissute da chierichetto prima e da sorge spontanea: come viviamo oggi a Certo che se ci vedono così poco pre- seminarista poi, che tuttora inquadro livello di comunità questi avvenimenti si, e lo vedono, se non dimostriamo da fin nei minimi particolari. Cerimonie che si rinnovano? E come riusciamo a Chi e da che cosa deriva tutto l’amo- lunghissime eppur suggestive si svol- coinvolgere la società? Non c’è nulla re che dichiariamo di avere per loro, gevano a San Marco ad un ritmo incal- di retorico nel chiederci queste cose, non possiamo vendere fumo: senza il zante, alla presenza del Patriarca, in bensì un serio invito a una riflessione veicolo dell’esempio, dell’amore an- una Basilica sempre affollata. Analoga sul nostro ruolo di cristiani, sul nostro che fra di noi, come ci ha ordinato il situazione si viveva nelle parrocchie, dovere di essere lievito. Se da un lato, nostro Maestro, ogni messaggio è de- dove persino il canto dei mattutini infatti, è chiaro che la cultura e il be- stinato ad impantanarsi. E allora sia non era vissuto fra pochi intimi, come nessere hanno “alleggerito” molto la questa una Pasqua più “moderna”, succede oggi nelle funzioni meno so- nostra religiosità, dall’altro è altret- risvegliamoci dal nostro torpore e lenni. Era bello constatare che la gen- tanto vero che non è corretto subire questa settimana sia davvero un mo- te si sentiva attratta da questo clima un paganesimo minoritario, foriero mento speciale, dove dimostriamo di speciale: la presenza in chiesa era il di una mondanità pronta a snaturare essere in grado di rinunciare alle fu- frutto di una spinta che veniva da una all’insegna del consumismo anche le tilità per qualcosa di più serio e fac- comunità partecipe, sulla quale di feste speciali. Per dimostrare acco- ciamo rivivere i fasti della presenza ai converso si riversava tutta la ricchez- glienza e apertura a una società mul- riti pasquali. Ne trarremo anche noi za della liturgia, veicolata appunto dai tietnica e multireligiosa siamo pronti delle belle sensazioni e si risveglieran- vari riti. Tutti tendevano le orecchie ad aprirci a ogni esigenza, a conce- no sentimenti sopiti. Se, poi, sull’on- la sera del giovedì santo, quando veni- dere spazi per l’esercizio dei vari cul- da dell’entusiasmo ci scappa anche vano “legate le corde delle campane” ti, a conoscere e rispettare le altrui un approccio alla Confessione e alla e a nessuno dava fastidio l’esplosione scadenze, come il Ramadan… e poi Comunione, non può farci che bene. Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi gli appartamen- ti si liberano a fronte di un turnover costante. Chiunque pensasse di pre- sentare domanda d’inserimento, può consegnarla in direzione al Centro don Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe- nedo dov’è già aperta una lista d’atte- sa. Per richiedere un alloggio occorre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condizione econo- mica modesta; essere normalmente autosufficienti; disporre di un garan- te che si assuma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in seguito alla perdita dell’autonomia. ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 3
Considerazioni Sottovoce di don Gianni Antoniazzi La Croce va riscoperta abbraccia ogni uomo, senza limite di a livello umano l’amore ha qualcosa tempo passato o futuro. Varcata la di eterno, che valica gli orizzonti del Ci si abitua a tutto, e, dopo secoli morte, noi troveremo la mano tesa tempo. Figuriamoci quando è una di cristianesimo, anche alla croce. di Gesù pronta a condurci nel giorno scelta di Dio! Così noi possiamo stare Storicamente la croce è stata presa senza tramonto. Certo: questa fede, assolutamente sicuri che nel momen- a riferimento da più parti. Qualcuno si diceva in copertina, non è dimo- to del dolore anche Gesù è in croce l’ha usata come ornamento e qual- strabile, ma resta pur sempre ragio- accanto a noi e nell’ora della nostra che altro come un segno d'identità. nevole, nel senso che supera la ra- morte sarà come un fratello buo- In realtà, all'epoca di Cristo, era una gione, ma non la contraddice. Anche no, ricco di vita per ogni creatura. vergogna riservata agli schiavi e ai ribelli, e fu una pietra di scandalo per la fede nel Gesù-Messia. Già pri- ma della Settimana Santa i crocifissi delle chiese vengono nascosti con un drappo di colore viola e mostrati di nuovo al pubblico il venerdì santo per invitare i cristiani a riscoprirne il senso. I Vangeli narrano che il Signo- re non ha evitato la croce, ma l’ha scelta liberamente per salvare noi, uomini di ogni tempo, dalla morte. Perciò chi ha fede riconosce nel Cro- cifisso l’amore di Dio per ogni creatu- ra e capisce che quel gesto di amore "traversa", e lavò i piedi ai discepoli. Il Vangelo, poi, In punta di piedi non dice che Gesù si sia tolto quest’abito. Par qua- si che abbia istituito l’Eucaristia vestito in quel modo. L’unica veste liturgica, dunque, usata dal nostro Signo- Il grembiule del servizio re, è stata quest’abito rozzo. Che differenza dalle ve- sti suntuose delle liturgie ebraiche! Quella del sommo In una sua celebre omelia, don Tonino Bello ha sottoli- sacerdote, per esempio, dava un aspetto divino. Aveva neato che Gesù ha celebrato l’ultima cena col grembiule un copricapo sfarzoso, arredi in oro e pietre preziose, del servizio. In effetti l’evangelista Giovanni racconta stoffe pregiatissime, e una magnificenza così suntuosa che, prima di mangiare, depose le vesti, indossò una che, nell’osservarlo, la gente pensava di incontrare Dio stesso. Per non passare inosservato, sulla frangia infe- riore dell’abito c’erano piccoli campanelli che attirava- no l’attenzione dei passanti. Ponzio Pilato aveva capito quanto il popolo fosse ammirato da quell’indumento al punto da tenerlo chiuso nella torre Antonia, per con- cederlo al sommo sacerdote solo su sua approvazione. Quant’è diverso lo stile di Gesù: umile in tutto. Dispiace dirlo e bisogna farlo in punta di piedi: talvolta la Chiesa ha dimenticato questo insegnamento e, in alcuni mo- menti, ha ritenuto di dover riproporre lo sfarzo. Oggi i nostri paramenti liturgici e alcuni nostri atteggiamenti imponenti, al posto di invitare la gente al Signore Gesù, rischiano di allontanarla dal Vangelo. Dobbiamo tornare in fretta al grembiule del servizio e, nella Messa, far risplendere la semplicità, l’umiltà e l’abito dimesso. 4 ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Tradizioni popolari Così era un tempo di don Sandro Vigani “Se no piove sue Palme, piove sui cantando il miserere. Le donne più molta gente si recava in cimitero ovi”, recita l’antico proverbio. La divote camminano senza scarpe o a per pregare. Spesso, tornati a casa, Settimana Santa si apre con la do- piedi nudi; alcune portano una coro- i ragazzi aiutati dai grandi prepara- menica detta delle Palme o di Pas- na di spine sulla testa”. Nella mattina vano piccoli sepolcri con l’immagine sione: nella Messa si fa memoria del giovedì santo veniva celebrata la del Cristo morto. La sera si faceva in dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme Messa in Coena Domini, posticipata chiesa l’adorazione della croce con la poco prima della Pasqua e si legge alla sera solo dopo la riforma dei riti rievocazione della Passione. In Vene- il Passio, il Vangelo della Passione. dello scorso secolo, con la lavanda to, il parroco, vestito col piviale vio- Un tempo il Passio veniva cantato in dei piedi. Al Gloria della Messa le la, fino a qualche decennio fa recava latino: poiché ciò richiedeva molto campane suonavano, per poi tacere la reliquia della croce nell’ostensorio tempo, nel vocabolario popolare, per fino alla Pasqua. Assieme alle campa- d’argento sotto il baldacchino di seta enfatizzare la durata di un qualunque ne venivano suonati da zelanti chie- ricamato d’oro, sostenuto da quattro avvenimento, si usava (e ancor oggi richetti tutti i campanelli in possesso uomini. Alle vetrine delle macellerie a volte si usa) dire: “Lungo come il della chiesa. La Messa si concludeva del paese venivano esposti con cura passio!”. Nel Veneto era consuetudi- con la riposizione dell’Eucaristia nel gli agnelli e i capretti macellati in ne che la Messa incominciasse, e lo Sepolcro. I sepolcri, che rappresen- giornata e ai balconi delle case veni- si fa ancora oggi, in un luogo poco tavano la tomba nella quale Gesù fu vano stesi i copriletto buoni e appesi distante dalla chiesa parrocchia- deposto dopo la crocifissione, erano flambeaux colorati. Il sabato santo le, dove venivano benedetti i rami chiamati anche Mortori, erano ge- fino al 1951 la veglia pasquale veniva d’ulivo. Quindi ci si avviava verso la neralmente molto belli, attiravano celebrata la mattina. Il fuoco nuovo, chiesa cantando: “Osanna al Figlio di l’attenzione dei fedeli, i quali spesso acceso sul sagrato della chiesa, ve- David, Osanna al Redentor”. I primi si recavano nelle diverse chiese del- niva portato nelle case per accende- tre giorni della Settimana Santa – la città per visitarli e per adorare il re il fuoco nel fogher. Uno dei segni lunedì, martedì, mercoledì - erano Signore. Il sacrestano, il giovedì san- più antichi della tradizione popolare dedicati all’adorazione eucaristica: to, dopo la riposizione del Santissimo con i quali la gente celebrava il sa- le Quarantore. Nel Basso Polesine le Sacramento nel Sepolcro, legava tra bato Santo era la benedizione degli donne devote andando alla preghie- loro le corde delle campane perché occhi. Quando, la mattina del sabato ra portano addirittura una corona di dovevano tacere fino alla Pasqua. santo, le campane, silenziose dalla spine sul capo: “…in tale occasione Infatti il venerdì santo, giorno del- notte del giovedì, venivano sciolte e si costuma che ad ogni famiglia tra la commemorazione della morte di suonavano a distesa il gloria, la gen- le principali, si assegna un’ora fissa, Gesù, ogni suono era bandito dalla te si bagnava gli occhi con l’acqua e e ciascheduna al suo tempo si por- chiesa. Era permesso suonare solo le madri li bagnavano ai bambini. Il ta ad adorare il SS.mo Sacramento la racoeta. La mattina del venerdì gesto ricordava la liturgia battesima- nella Cattedrale, processionalmente santo, giorno della morte di Gesù, le celebrata nella veglia pasquale. La grande squadra dei volontari in servizio I volontari all'opera nei diversi ambi- ti d'impegno della Fondazione Car- pinetum sono oltre mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servi- zio nel futuro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti nel registro dell'associazione Il Pros- simo che gestirà la struttura. Confi- diamo che il numero possa salire: ad essi possono aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbero entrare nell’Ipermerca- to solidale. Quanti ancora il Signore sta chiamando a questa impresa? Chi leggendo si sentisse chiamato venga a lasciare la propria adesione. ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 5
Pensieri a voce alta Speranza nuova Lente d'ingrandimento di don Gianni Antoniazzi di Federica Causin La solitudine "È il giorno dei macigni che rotola- la prospettiva cambia. A quel punto Forse una delle paure più frequen- no via dall’imboccatura dei sepolcri. entra in gioco la nostra capacità di ti della nostra gente, soprattutto È il tripudio di una notizia che corre essere discepoli e di testimoniare ciò giovane, è quella di restare soli. di bocca in bocca ricreando rapporti che abbiamo sperimentato in prima Molti temono questa idea più che nuovi tra vecchi amici. È la gioia del- persona. Nel concreto cosa dobbiamo la malattia e lo stesso dolore fisi- le apparizioni del Risorto che scatena fare durante la Settimana Santa, mi co. La solitudine, in effetti, è del abbracci nel cenacolo. È Pasqua, festa domando nel tentativo di dare sostan- tutto contraria alla nostra natura: della vita". Queste parole di don To- za ai pensieri. Come sottolinea Carlo se l’uomo è l’animale capace di in- nino Bello erano finite per sbaglio in Maria Martini in una riflessione che ho tense relazioni fraterne e di affet- to, la solitudine appare quasi come fondo a un cassetto e, mentre strin- letto di recente, attraverso la parteci- la negazione stessa della nostra gevo quel foglietto tra le mani, ho pazione ai riti, veniamo coinvolti negli dignità personale. Tuttavia, nella pensato di aver trovato la chiave che avvenimenti che hanno segnato l’ul- Settimana santa noi percepiamo un stavo cercando. Mi colpisce l’idea di tima parte dell’esistenza di Gesù. In fatto prezioso. Che anche Gesù, di una buona notizia che irrompe e ci effetti, realizzo, ogni volta che sento fronte alla morte, sperimentò la so- rende capaci di scrivere una pagina di declamare il racconto della Passione, litudine. Fu incompreso dal popolo. vita nuova. Forse il macigno che roto- nel momento in cui il Signore esala Fra i dodici discepoli uno lo tradì la via dal sepolcro è il simbolo di quel l’ultimo respiro sulla croce avverto un mentre gli altri lo abbandonarono. paradosso sul quale, secondo Enzo nodo in gola. Un’emozione che, seppur Le donne gli restarono più vicino e Bianchi, si fonda la nostra fede. In sincera, diventa sterile, se non per- sotto la croce se ne ricordano tre. quanto cristiani, crediamo a qualcosa suade a cimentarsi in un’inversione di Il Quarto evangelista fa riferimento d’incredibile. Ma com’è possibile cre- rotta, perché, per dirlo con le parole anche alla presenza del discepolo dere che quel corpo è risorto e che la di San Paolo, l’imperativo è “Accoglie- amato. Poco più. Comunque nes- resurrezione di Cristo può cambiare la tevi gli uni gli altri” (Rm, 15,7). Dob- suno di costoro comprendeva fino nostra vita?, si chiede il fondatore di biamo prepararci alla Pasqua trovan- in fondo il senso e la portata dei Bose. Si tratta di sapere e soprattut- do il modo di essere solidali, di aprirci fatti. C’è inoltre una frase che rap- to di sentire dentro di noi che l’amore verso gli altri. Nella quotidianità di presenta il culmine della solitudi- vissuto, quello che Gesù ha incarnato ciascuno di noi senz’altro non manca- ne. Secondo Marco, in croce Gesù fino all’estremo, è più forte della mor- no le occasioni di tendere la mano e avrebbe esclamato: "Dio Mio perché te. La morte mette a nudo la nostra forse riusciremo anche a trasmettere mi hai abbandonato". La solitudine fragilità, la fatica di convivere con la gioia incredula di avere di nuovo più forte è l’assenza di Dio stesso. Ed è il peso più gravoso. Tutto si assenze che pesano, con interrogati- accanto il Signore risorto, una presen- sopporta quando se ne capisce la vi ai quali non è semplice rispondere, za che la ragione non basta a com- ragione. L’assenza di Dio però sem- tuttavia se non ha l’ultima parola, se prendere, ma che il cuore riconosce bra stabilire anche la fine del sen- non è il fine del nostro andare, allora come la fonte di una speranza nuova. so. Per Gesù dunque la solitudine è stata una prova: ha continuato ad amare l’umanità quando aveva l’avvertenza di non essere ricam- biato. Può diventare un’esperien- za per tutti. Non ce ne dobbiamo scandalizzare. Anzi: come un seme piantato in terra resta solo ma poi porta frutto, così è per i nostri mo- menti oscuri. Passata la prova, vol- gendoci indietro, riconosciamo che quelle sono state le occasioni più feconde che più ci hanno fatto cre- scere e più ci hanno cambiato. Si tratta di saper restare al nostro po- sto nel momento della solitudine. Talvolta c’è la tentazione di fug- gire via, ma chi si comporta come un’ape e va di fiore in fiore, non lascia traccia da nessuna parte. 6 ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Il punto di vista Volare alto e non cadere di don Fausto Bonini Le cronache raccontano le sfide all'impossibile di tanti giovani che finiscono in tragedia Il Vangelo indica la via maestra per muovere l'entusiasmo e che passa per il dono dell'amore Dedalo e Icaro, prigionieri del Minotauro da una altezza considerevole. Tentativo fallito di sfidare “Vola a mezza altezza, mi raccomando, in modo che l’impossibile. Lo fanno tantissimi giovani. Sport estremi, non abbassandoti troppo l’umidità non appesantisca le alcool, droga, baby gang, sesso sfrenato. L’importante è penne o troppo in alto non le bruci il sole”. È Dedalo superare il limite, affrontare l’impossibile. O verso l’alto che parla così al figlio Icaro, per il quale sta costruen- o verso il basso, dove l’umidità appesantisce il volo e fa do delle ali di cera. Ambedue sono tenuti prigionieri cadere. Nel vuoto di ideali positivi prevalgono quelli ne- dal Minotauro nel suo labirinto dal quale è impossibile gativi. Non bastano le parole sagge del padre Dedalo a uscire. Ovidio, nelle sue Metamorfosi, racconta come convincere il figlio Icaro a rendersi conto dei propri limiti. il genio di Dedalo riesce a costruire delle ali di cera, le attacca alle spalle del figlio che prende il volo ed Volare verso un “sole che sorge dall’alto” esce dal labirinto. Antonio Canova ha rappresenta- La fragilità fa parte della vita. Superato un certo limite to la scena in un meraviglioso gruppo scultoreo con- la vita si rompe perché è fragile. Dobbiamo abituarci servato al Museo Correr di Venezia. Ma come si fa a ad avere consapevolezza dei nostri limiti, ad accettarci dire a un giovane “vola a mezza altezza” pretenden- così come siamo, a volerci bene. “Amerai il prossimo do che lo faccia? Infatti il giovane Icaro, inebriato da tuo come te stesso” ci insegna che l’amore comincia quel magico volo che gli fa vedere il mondo dall’alto, da noi, che se non ci vogliamo bene non riusciremo ad si esalta, non ascolta il padre e vola verso il sole. Icaro amare gli altri. Riconoscere e accettare i propri limiti e sapeva che la raccomandazione del padre era giusta, metterci a servizio delle fragilità altrui. Proporre “per- la ragione glielo confermava. Il calore del sole avrebbe corsi del combattente” alternativi, cose difficili da fare sciolto la cera delle ali. Lo sapeva benissimo, ma il de- per superare la barriera dell’"impossibile” a servizio siderio di volare sempre più in alto, di scoprire il signi- degli altri: amici handicappati, anziani, malati, stranie- ficato della parola “impossibile”, lo porta alla rovina. ri… È difficile convincere un giovane a “volare a mezza altezza”. L’importante è indicare dei “soli” alternativi Sfidare l’impossibile che non sciolgono la cera delle ali, ma che muovono Quanti giovani Icari esistono anche oggi!. Il racconto l’entusiasmo dei giovani. Il messaggio cristiano propo- della fine di Icaro mi è venuta in mente leggendo qual- ne una soluzione ottimale. Propone di fare spazio nella che giorno fa l’avventura di un ragazzino di 16 anni che, propria vita a un “sole che sorge dall’alto”, che si è con altri amici, seguiva la moda di saltare da un edificio fatto uomo, che ha sperimentato di persona la fragi- all’altro, in un percorso a ostacoli imprevedibile. Il gio- lità (“Padre, se possibile, passi da me questo calice”) co, molto pericoloso, si chiama “il percorso del combat- e ha condiviso la fragilità altrui come sta scritto nei tente”. Un lucernario ha ceduto e il ragazzo è caduto vangeli. Chi si “innamora” di Gesù vola alto e non cade. L'aiuto è per tutti Molti pensano che i generi alimenta- ri, la frutta e la verdura, i mobili, gli indumenti e gli oggetti per la casa, distribuiti al Don Vecchi, siano desti- nati esclusivamente ai senza tetto, ai disperati e ai mendicanti. In real- tà tutto ciò che viene raccolto e che si può ricevere a fronte di un’offerta simbolica destinata ai costi di gestio- ne, è a disposizione di chiunque abbia una difficoltà ad arrivare alla fine del mese: disoccupati, precari, lavorato- ri con stipendio inadeguato, famiglie numerose o in situazioni di disagio. Per fortuna di prodotti e materiali ne abbiamo spesso in abbondanza: chi ne abbia bisogno non indugi a farsi avanti! ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 7
Proverbi africani La gratitudine di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Sentimento ed espressione di affetto persona affettuosa; l’uomo goloso care mai i propri genitori, perché lo verso colui dal quale si è ottenuto è spesso ingrato. Non bisogna mai stato di vita al quale sono pervenuti un servizio, un bene di qualunque dimenticare il bene ricevuto, fino a è sempre frutto della loro educa- genere, la gratitudine è un atteg- commettere atti ingrati verso il be- zione e dei loro sacrifici. E un altro, giamento obbligatorio nell’etica nefattore. È quello che ci ricordano i simile, dei Kamba del Kenya: “Pur africana. Al mattino, alla sera, dopo Bambala del Congo RDC: “Non si ta- mangiando nell’oscurità, nessuno mangiato, ogni bambino ha il dove- glia l’albero che ti ha salvato il gior- ignora la strada verso la bocca” che re di dire "grazie" alla madre per il no che scappavi via da un bufalo”. significa di non dimenticare mai le cibo consumato. Chi non ringrazia Bisogna saper ringraziare per tutto proprie origini, quando si raggiunge è giudicato un maleducato e vie- e non sono necessari grandi doni qualche alto rango sociale. Verrebbe ne rimproverato. La gratitudine è per esprimerla. È la saggezza degli da dire che oggi non si sa più ringra- espressione di una personalità sag- Hutu del Rwanda che dicono: “La ziare, sembra che tutto sia dovuto. gia, perché umile, conscia dei propri gratitudine si soddisfa di un nulla”. Si fa fatica ad apprezzare quello che limiti, che quindi sa apprezzare con Quante volte una mamma o un papà si riceve e poi si fa fatica a donare, i dovuti modi il concorso degli altri si aspettavano un sorriso, un fiore, a condividere, pensando che se io alla propria vita. Si dice che chiun- una carezza come segno di grazie e ho qualche cosa, debba essere mia e que ringrazia ha già ottenuto il pros- magari abbiamo pensato che non ne chi è nel bisogno, che si arrangi... Da simo beneficio. Si richiede di ringra- valeva la pena! I Basuto del Lesotho piccoli, ci insegnavano a ringraziare ziare per ogni bene ricevuto: per ci regalano un proverbio speciale: “I per tutto, così da dare importanza quello più grande e per quello più fagioli devono anche pensare all’olio, e da custodire con cura quello che piccolo, per quello più importante e non devono pensare che sono sol- si riceveva. Ce lo ricordano mol- per quello più inutile. E ora via con tanto loro ad essere gustosi”, ovvero to bene i Basonge del Congo RDC: i proverbi. “Qualcuno che scompa- chi ha ottenuto un successo, ringrazi “Colui che ti dà un piccolo bene vale re nella foresta non si arrabbia mai tutte le persone che vi hanno contri- di più di colui che non ti dà nulla”, contro colui che lo ha fatto rientrare buito e non pensi che è tutto merito ogni cosa ricevuta ha diritto al gra- sulla strada”, dicono gli Ekonda del proprio. Altri proverbi ci dovreb- zie. Mi viene da ricordare i Natali Congo RDC per dire che si raccoman- bero aiutare a riflettere su quello della mia infanzia, quando il matti- da di saper ringraziare le persone che succede oggi. Ad esempio que- no della festa si scoprivano i doni: che ti fanno del bene. Interessan- sto dei Sango del Centro Africa: “Il qualche arancia e mandarino, noci, te questo dei Kikuyu del Kenya: “È cane non dimentica il suo padrone”, arachidi e qualche piccolo giocatto- sempre il cuore che è soddisfatto; lo a sottolienare che si usa spesso per lo. Si era contenti e si andava subito stomaco è sempre goloso”: vuol dire richiedere ai figli che si allontanano a ringraziare Gesù Bambino (i geni- che la gratitudine è la qualità di una oppure si sposano, di non dimenti- tori) con un bel bacio. (18/continua) Camere disponibili al Centro don Vecchi 6 Al Centro don Vecchi 6 degli Ar- zeroni, a non molta distanza dalla zona commerciale Aev del Terra- glio e dall’ospedale dell’Angelo, c'è qualche stanza a disposizione di chi dovesse trascorrere un cer- to periodo a Mestre per lavorare oppure, ad esempio, per assistere i propri parenti ricoverati in città. Sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una ne- cessità abitativa di carattere tem- poraneo. Per prenotare una stan- za cosiddetta di "Formula Uno" è possibile chiamare lo 0413942214. 8 ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Mondo volontariato Ricostruire un quartiere di Matteo Riberto Promuovere l’incontro tra culture promuoviamo molti incontri in cui differenti. Perché il confronto con cerchiamo di avvicinare le diverse l’altro è il primo passo per iniziare a persone che abitano il quartiere. conoscersi e abbattere le barriere di Credo che vivendo gli spazi comu- paura che conducono alla chiusura. ni e promuovendo una cittadinanza Questo è uno dei primi obiettivi del attiva che si prenda cura del quar- Gruppo di Lavoro di via Piave. Non tiere, si possano migliorare le cose" solo, l’altro obiettivo è sostenere una cittadinanza attiva, spingendo i citta- La cena di quartiere? dini a vivere gli spazi comuni. E poi c’è "Funziona così: individuiamo, dopo l’aiuto ai più deboli: anziani o persone aver ovviamente avuto l’autoriz- sole che vivono situazioni di difficol- zazione, uno spazio dove porta- tà. Obiettivi che alla fine coincidono re dei tavoli. Poi invitiamo tutti i e che guardano nella stessa direzione: residenti a partecipare. Ognuno rendere più vivibile il quartiere met- dona qualcosa, piatti preparati in tendo al centro chi lo abita, coinvol- casa, e mettiamo in piedi un gran- gendo i residenti in diverse iniziative dissimo buffet all’aria aperta. Negli sociali e culturali. Fabrizio Preo è il anni scorsi abbiamo fatto la cena presidente del Gruppo di Lavoro di via Fabrizio Preo nei giardini di via Piave o lungo la Piave e da anni s’impegna insieme agli ciclabile di via Dante. È un momen- altri soci per un quartiere migliore. 150 persone l’anno. Conoscere la to di convivialità, dove si mangia, lingua è il primo passo per integrar- ci si conosce, si canta e si balla. Ci spiega cos’è il Gruppo di Lavoro si e noi operiamo in un quartiere L’anno scorso eravamo più di 400". di Via Piave? multietnico dove convivono culture "È un’associazione di promozione differenti. Ma tra i nostri obiettivi La farete anche quest’anno? sociale nata nel 2006 che s’inte- non c’è solo l’integrazione: stiamo "Certamente, ci stiamo già organiz- ressa dei problemi del quartiere di vicini a tutti i residenti storici, in zando. La prossima sarà la nona edi- via Piave. Organizziamo iniziative particolare anziani o persone sole zione, credo la faremo il 15 giugno". che non vogliono solo denunciare i che vivono situazioni di difficoltà". problemi della zona. Ci interessa Come viene visto il vostro lavoro soprattutto promuovere una cit- Non è un quartiere facile, vero? dai residenti del quartiere? tadinanza attiva e una conviven- "No, purtroppo è una zona dove il "Devo dire che all’inizio c’era qual- za civile nel rispetto delle regole". fenomeno dello spaccio è sotto gli che perplessità. Non è un quartiere occhi di tutti. C’è molta microcri- semplice e forse all’inizio le inizia- Che genere di iniziative organizzate? minalità. Siamo vicino alla stazio- tive non venivano comprese. Con il "Abbiamo un grosso spazio in via Pia- ne e come in molte altre città si passare degli anni ci siamo però fatti ve, al civico 67, e il nostro Gruppo è tratta di una zona complicata. Poi conoscere e riusciamo a coinvolgere composto da 15 soci fondatori più 80 il fatto che qui abitino tanti stra- sempre più persone che vogliono vi- iscritti che ci danno una mano. Riu- nieri spaventa diverse persone: il vere questa zona della città per ren- sciamo quindi a promuovere diverse diverso può fare paura. Per questo derla un posto migliore, più vivibile". iniziative. All’interno della sede or- ganizziamo concerti, mostre di pit- tura, conferenze, dibattiti, spettacoli La scheda teatrali e laboratori. Ma la sede è Uno spazio e tante iniziative nel cuore di via Piave aperta anche ad altre associazio- Il Gruppo di Lavoro via Piave nasce nel 2007, grazie anche alla spinta di Etam, ni che vogliono organizzare eventi". un servizio delle Politiche sociali del Comune di Venezia che si occupava di sviluppo della cittadinanza attiva. Il Gruppo è totalmente autonomo, ha sede in Molte iniziative danno una grossa via Piave 67, all’interno di un negozio messo a disposizione temporaneamente a mano all’integrazione... titolo gratuito da un privato, finché non si faccia avanti un affittuario. Il Gruppo "È vero, le manifestazioni sono aper- paga bollette e utenze. Proprio in questi giorni ha aperto il tesseramento per te a tutti. Nei giorni scorsi è partito aderire all’associazione (la tessera costa 10 euro). La sede del Gruppo di Lavoro un dopo-scuola per bambini cinesi è aperta il primo e il terzo lunedì del mese alle 20.30 e durante i tanti eventi tenuto da studenti dell’Università. organizzati. È possibile contattare il Gruppo tramite mail: gdlpiave@gmail.com Ma da tempo organizziamo anche oppure al 3288623273. Per reperire qualsiasi informazione è anche a disposizio- ne un sito web, www.gruppodilavorodiviapiave.it, che riporta la storia del Grup- corsi di italiano per stranieri che po ed è aggiornato sulle diverse iniziative che vengono proposte durante l’anno. vedono la partecipazione di circa ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 9
La nostra storia Lo sviluppo industriale di Sergio Barizza Un non disattento cronista del Gaz- ve. Si coglie subito come l’ingran- quanto doveva assicurare la funzio- zettino, il 16 dicembre 1907 scrive- dirsi della stazione di Mestre e il nalità di binari, vagoni e locomoti- va: "Mestre avrà un futuro da cen- suo riconoscimento di stazione di ve. Dall'inizio di ottobre del 1909, tro più industriale della provincia". prima classe, in quanto snodo prin- quando a Mestre cominciò la pro- Erano i tempi in cui si insediavano cipale tra il Friuli Venezia Giulia e il duzione nello stabilimento della so- numerose industrie lungo il Canal resto d’Italia, avesse creato un in- cietà presieduta dal conte Raggio, Salso e nella zona agricola che dal- dotto che divenne occasione di la- che ne gestiva di analoghi a Novi, lo stesso canale andava fino alla voro per molti. La Cledca era scesa La Spezia, Falconara e Brindisi, la ferrovia, storicamente conosciuta direttamente da Milano, la Carbo- nera polvere di carbone, allontana- come Altobello. Mentre, sommersa nifera Italiana s'era spostata da Ve- ta dalla marittima e zone circostan- dai debiti, stava progressivamente nezia dove il genovese conte Carlo ti, cominciò a divenire un problema languendo l’attività della storica Raggio l'aveva insediata una trenti- per quanti vivevano sulle rive del fornace Da Re, poco distante co- na d'anni prima "tra la stazione cen- Canal Salso. Protestarono sia il di- minciarono a sorgere nuovi stabi- trale e quella marittima". All'inizio rimpettaio Camillo Matter che 32 limenti che crearano occasioni di del secolo vi si producevano ben abitanti della zona - primo firma- lavoro, raccogliendo manodopera 100.000 tonnellate di mattonelle tario Pietro Rallo (25 agosto 1910) nella vasta periferia mestrina. Nel l'anno con carbone di Cardiff che in - in questo modo semplice anche se 1908 usufruendo delle banchine del grandi mucchi veniva direttamente un po' sgrammaticato: "La polvere Canal Salso e di derivazioni ferro- scaricato sul molo della marittima, rende impraticabile le nostre abi- viarie, delle quali c’è ancora trac- vi lavoravano un centinaio di ope- tazioni. Le pareti delle nostre case cia all’inizio di via Torino, si erano rai, molti dei quali si trasferirono da bianche diventano nere. Con il insediati i Magazzini del Cotone (di in terraferma a seguito dell’azienda caldo eccessivo in questa stagio- cui abbiamo parlato qualche nume- per non perdere il lavoro. Il grande ne, siamo privi di aprire le finestre ro fa) cui si sarebbero aggiunti la parco ferroviario che si stava co- delle nostre stanze da leto, per non Cledca e la Carbonifera Italiana. La struendo in quegli stessi anni, ap- trovar questi, stante la polvere, ri- Cledca - Conservazione del Legno e pena fuori della stazione di Mestre dotti in porcili. Privi di asciugare Distillazione del Catrame - che dopo sul lato della frazione di Bottenigo, la nostra biancheria perché quando qualche anno si sarebbe trasferita ora Marghera, dove esiste una stra- asciuta da bianca la troviamo nera. a Marghera, fabbricava principal- da che ne porta il nome, si sarebbe Più va di mezzo la nostra salute, mente traversine per le ferrovie, rivelato così non solo un'essenziale la quale respirando detta polve- mentre la Carbonifera Industriale infrastruttura per l’intero sistema re ne sofre i nostri polmoni". Sin Italiana produceva "mattonelle" di ferroviario del Nordest, ma dive- dall’inizio della produzione indu- polvere di carbone pressato con niva esso stesso occasione di la- striale Mestre si trovò a fare i conti pece, per i motori delle locomoti- voro catalizzando la produzione di con l’inquinamento. (56/continua) Come poter donare alla Fondazione Per sostenere la Fondazione Carpine- tum si può effettuare un bonifico ban- cario al Monte dei Paschi di Siena - agenzia di Via San Donà, codice IBAN: I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8 o effettuare un versamento sul conto corrente postale numero 12534301. Il nostro settimanale L'incontro è distribuito gratuitamen- te in tutta la città in 5 mila copie e lo si può trovare a partire da mar- tedì nei posti più frequentati di Me- stre. Il settimanale può anche esse- re scaricato nella versione digitale dal sito www.centrodonvecchi.org 10 ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene La signora Alessandra Fantini, in pari a € 100, per onorare la memoria € 20, per ricordare il marito Giuseppe. occasione del 3° anniversario della del loro caro congiunto. morte di suo padre Eugenio, ha Il nipote della defunta Luisa Zanetti ha sottoscritto un’azione, pari a € 50, per La signora Loredana Patrio ha sottoscritto quasi tre azioni, pari a € onorarne la memoria. sottoscritto quasi mezza azione, pari a 140, per onorare la memoria della zia. € 20, in memoria di Giuseppe, Luigi e di È stata sottoscritta mezza azione tutti i defunti della sua famiglia. Il figlio della defunta Ada ha abbondante, pari a € 30, per ricordare sottoscritto mezza azione abbondante, Fedele, Sante e i defunti delle famiglie Il figlio della defunta Carmela ha pari a € 30, in occasione del primo Sandre e Carraro. sottoscritto quattro quinti di azione, anniversario della morte di sua madre. pari a € 40, in ricordo di sua madre. La figlia del defunto Renato ha La signora Emilia Battistella ha sottoscritto un’azione, pari a € 50, in Il signor Fabio Venzo ha sottoscritto sottoscritto quasi mezza azione, pari a memoria di suo padre. un’azione, pari a € 50, per ricordare € 20, per ricordare i defunti: Giovanna, sua moglie Marisa. Alessandro e di sua madre Maria. La famiglia della defunta Pierina Anoè ha sottoscritto due azioni, pari a € 100, La signora Franca Pellizzari in Bin, in La badante della defunta Prof.ssa per onorare la memoria della loro cara occasione dell’anniversario della morte Liliana Lorusso ha sottoscritto quasi congiunta. della sua carissima madre, ha sottoscritto mezza azione, pari a € 20, per onorare un’azione, pari a € 50, per ricordarla. la memoria della sua datrice di lavoro. I figli della signora Jolanda Cestaro hanno sottoscritto quasi mezza azione, La figlia della defunta Maria Grossi ha I signori Ida e Fernando Ferrari hanno pari a € 20, in riconoscenza per aver sottoscritto un’azione, pari a € 50, per sottoscritto quattro quinti di azione, ospitato per molti anni presso il Centro onorare la memoria di sua madre. pari a € 40, in memoria dei loro Don Vecchi la loro madre. defunti: Vittorio, Angela e Helga. È stata sottoscritta mezza azione I quattro figli della defunta Norma abbondante, pari a € 30, per ricordare La signora Loreta Davanzo ha Agnoletto hanno sottoscritto due i defunti delle famiglie Scaggiante, sottoscritto un’azione, pari a € 50, in azioni, pari a € 100, per onorare la Zamara e Casagrande. ricordo della sorella Anna. memoria della loro cara madre. La famiglia Tosi ha sottoscritto quasi I quatto figli della defunta Nerina La moglie e i due figli del defunto ing. mezza azione, pari a € 20, in memoria Saggia hanno sottoscritto un’azione, Sergio Zino hanno sottoscritto due del loro caro Arnaldo. pari a € 50, per onorare la memoria azioni, pari a € 100, in memoria del della loro madre. loro caro congiunto. La famiglia Trovò, in occasione del primo anniversario della morte del loro CENTRI DON VECCHI La moglie del defunto Fedele ha caro Roberto, ha sottoscritto quattro sottoscritto un’azione, pari a € 50, in azioni, pari a € 200, per onorare la Eventi di aprile ricordo del suo caro marito. memoria del loro caro estinto. MARGHERA I due figli del defunto Rocco Granito I familiari della defunta Teresa Camurri Domenica 14 aprile ore 16.30 hanno sottoscritto un’azione, pari a € hanno sottoscritto mezza azione Gruppo corale 50, al fine di onorare la memoria del abbondante, pari a € 30, in ricordo Chorus Mama loro padre. della loro cara estinta. CAMPALTO Domenica 14 aprile ore 16.30 La figlia e i nipoti della defunta Wilma È stata sottoscritta quasi mezza azione, Musiche di ogni tempo con Scognamiglio hanno sottoscritto due pari a € 20, per onorare la memoria dei The Modern Band azioni, pari a € 100, per onorare la defunti: Enrico e Caterina. memoria della loro cara congiunta. CARPENEDO I nipoti della defunta Cleofe Sanzovo, la Domenica 28 aprile ore 16.30 I quattro figli del defunto Giancarlo cara signora che per molti anni è stata Non solo lirica con Sperandio hanno sottoscritto due la responsabile del Foyer San Benedetto, Mariuccia, soprano azioni, pari a € 100, per onorare la hanno sottoscritto un’azione, pari a € Marco, tenore memoria del loro caro padre. 50, per onorarne la memoria. Giovanna, pianoforte ARZERONI I signori Orietta Boato e Paolo Furlan, I figli della defunta Antonia hanno Domenica 28 aprile ore 16.30 genitori di Matteo, ricordano il loro figlio sottoscritto un’azione, pari a € 50, in Magie e giochi di prestigio con sottoscrivendo un’azione, pari a € 50. ricordo della loro madre. Giovanni Serena La moglie e i figli del defunto Luigi La signora Antonietta Gori ha Ingressi liberi Bozzola hanno sottoscritto due azioni, sottoscritto quasi mezza azione, pari a ANNO 15 - N° 15 / Domenica 14 aprile 2019 11
La storia dei Centri don Vecchi Il Piavento 5 per mille Un modo concreto per aiutare di don Armando Trevisiol Il 5 per mille è una parte delle no- stre tasse a cui lo Stato "rinuncia" Dalle piccole esperienze delle quali nella quale vivevano otto anziane, per sostenere un ente benefico che ho parlato nel mio secondo "capitolo" casupola che io ho restaurato com- aiuta il prossimo in difficoltà. Non circa una soluzione abitativa degna e pletamente destinando una stanza costa nulla e se non si sceglie di do- possibile per anziani, pian piano nac- a soggiorno per un po' di vita in co- narlo rimane comunque allo Stato. que un indirizzo più preciso e defini- mune e costruendo due bagni da una Il 5 per mille non sostituisce l’8 per to. Questa scoperta della necessità seconda stanza, perché fino ad allora mille destinato alle confessioni reli- giose. Sono due opportunità diverse di trovare soluzioni che rendessero le anziane fruivano di un solo bagno di destinare le proprie imposte per meno angosciosa la situazione degli posto fuori dall'edificio e per nulla fini differenti. Amici lettori vi chie- anziani, specie di quelli che vivevano riscaldato. Questa casa, che dopo diamo di impiegare bene le tasse soli - situazione che può configurarsi la ristrutturazione tutti ritennero e scegliendo, nella dichiarazione dei nel discorso delle "nuove povertà" - ritengono una "villetta" e che si de- redditi, come destinare il 5 per mille. ebbe come spinta ultima due espe- nomina Piavento, era il frutto di un rienze di ordine pratico. La prima lascito di un antico parroco di Car- Tre possibilità di scelta fu determinata dall'aver constatato, penedo, don Lorenzo Piavento, che Se credete opportuno il lavoro fat- dopo la prima visita a tutte le fami- al tempo della scoperta dell'America to con gli anziani e le famiglie in glie della parrocchia, in occasione aveva destinato nel suo testamento difficoltà proponiamo di dare il 5 della benedizione delle case, che a "donzelle di buoni costumi". La ca- permille alla Fondazione Carpine- almeno un sesto degli abitanti ave- supola fu poi innalzata di un piano tum dei Centri don vecchi: codi- va più di settant'anni e che moltis- da parte di monsignor Romeo Mutto ce fiscale 94064080271. Se inve- simi di loro vivevano da soli perché con la vendita di un podere adiacen- ce preferite sostenere i bambini la "famiglia patriarcale" nella nostra te, nel quale oggi ci sono i negozi di si può aiutare il Centro Infanzia Il città era scomparsa ormai da molto mobili. La ragione sociale di questo Germoglio che da più di 100 anni tempo; quindi più di mille anziani vi- piccolo immobile era quella di "Ope- si occupa della formazione e del- vevano in questa condizione quanto ra pia", ente che una ventina di anni la crescita dei bambini in via Ca’ Rossa: codice fiscale 90178890274. mai triste e solitaria. La seconda fu fa lo Stato voleva accorpare ad uno Da ultimo invece, per chi ritiene che proprio in quegli anni era stato più grande, ma che noi difendemmo di sostenere le donne in difficol- abolito il blocco degli affitti e perciò con i denti perché rimanesse in ge- tà da secoli c’è l’Associazione Pia- gli anziani, che normalmente gode- stione alla parrocchia. Tanta fu la vento: codice fiscale 90017970279. vano di pensioni esigue, s'erano tro- determinazione che riuscimmo a te- vati spiazzati e in grossissime diffi- nerlo legato alla parrocchia sotto la Come destinarlo coltà per pagare l'affitto di casa. Una ragione sociale "Fondazione Piavento Se compili il Modello 730 o il Model- ipotesi di soluzione a questo proble- onlus", ente del quale il parroco pro lo Redditi, nel riquadro “Sostegno ma mi venne dal fatto che in parroc- tempore di Carpenedo rimane presi- del volontariato…” firma e scrivi il chia, in via Vallon, esisteva, ed esi- dente nominando altri due consiglie- codice fiscale dell'ente prescelto. ste ancora, una casupola di due piani ri per amministrarlo. (3/continua) Se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi puoi co- munque donare il tuo 5 per mille: nella scheda fornita insieme alla Certificazione Unica dal tuo da- tore di lavoro o dall’ente che ero- ga la pensione, firma nel riquadro “Sostegno del volontariato…” e scrivi nel riquadro il codice fisca- le dell'ente prescelto. Inserisci la scheda in una busta chiusa e scrivi- ci “Destinazione 5 per mille Irpef” insieme al tuo cognome, nome e codice fiscale, consegnala poi gra- tuitamente ad un ufficio postale, al Caf oppure al tuo commercialista. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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