Il settimo Don Vecchi - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 Il settimo Don Vecchi di don Gianni Antoniazzi Sabato 29 giugno alle ore 11 inaugu- reremo il nuovo Centro don Vecchi 7, in località Arzeroni. Invitiamo i let- tori a venire e festeggiare assieme. Si tratta di una nuova impresa imma- ginata un anno e mezzo fa, quando si è compreso che, contenendo altre spese, si sarebbe potuto realizzare quest'altro aiuto per la gente che ne ha necessità. Così è stato ed è nata una sessantina di nuovi alloggi. C'è una novità importante: mentre nei centri precedenti, poteva chiedere alloggio soltanto chi avesse supera- to i 65 anni, in questo caso possono fare richiesta anche i più “giovani”, già dai 57-58 anni in sù. La Fonda- zione Carpinetum si è resa conto, infatti, che sta nascendo una nuova categoria di persone messe a dura prova: coloro che, senza ancora be- neficiare della pensione, perdono il lavoro in tarda età. Il mercato li ri- tiene meno flessibili e ubbidienti di giovani lavoratori senza esperienza. A loro si è inteso dare una risposta. È importante chiarire che nella fe- sta del 29 giugno, alla presenza delle autorità, non si celebrano in alcun modo i fasti della Fondazio- ne oppure di qualche suo membro. C’è piuttosto il desiderio di mettere al centro le persone che con la loro generosità ed energia hanno reso possibile il compimento di questo so- gno. Si tratta di rendere grazie alla vitalità umana, laica e cristiana, di tanti buoni cittadini che ci aiutano in ogni circostanza. Il punto decisivo è proprio questo: sempre più si toc- ca con mano che quando un sogno è credibile, le persone si muovono con una energia che è impressionante.
Il punto La storia continua di Alvise Sperandio Sabato 29 giugno la Fondazione Carpinetum inaugura il Centro don Vecchi 7 agli Arzeroni Altri 68 alloggi per anziani autosufficienti, genitori separati e persone bisognose di aiuto Ecco il settimo "fratellino" che allar- Il Don Vecchi 7 è un prolungamento to in poi, in carico alla Fondazione ga la famiglia arrivando a tre anni di del sesto centro e sorge sul terreno di Carpinetum, rispettivamente 3 mi- distanza dall'ultimo venuto alla luce. fronte all'area di quello che in futuro lioni 900 mila, 4 milioni e 3 milioni Sabato 29 giugno, alle ore 11, la Fon- potrebbe essere il Don Vecchi 8 che, a 600 mila euro. Anche per il Don Vec- dazione Carpinetum presenta ufficial- sua volta, diventerebbe un prolunga- chi 7 la spesa per abitare un alloggio mente alla città il Centro don Vecchi mento del Don Vecchi 5. Le 12 stanze sarà pari a zero, nel senso che non 7. È l'ultimo "miracolo della solidarie- "formula uno", che raddoppiano le 12 ci sarà un canone d'affitto da pagare. tà" reso possibile per il lavoro di mol- già presenti al Don Vecchi 6, pratica- Ciascun residente sosterrà solo le sue ti, ma soprattutto grazie al contribu- mente sempre occupate, serviranno a utenze. Come già nelle esperienze to economico di tantissime persone di sostenere chi ha bisogno di un aiuto: precedenti, rimane un eventuale con- buona volontà, che credono nel fare disoccupati, persone che hanno perso tributo di solidarietà per i pensionati del bene per il prossimo. Il Don Vec- l'abitazione, lavoratori in trasferta, che abbiano un'entrata mensile più chi 7 sorge sempre agli Arzeroni dove pazienti di ricoverati all'ospedale da alta della pensione sociale, per fare già ci sono il quinto e il sesto centro. fuori sede, sacerdoti anziani. Anche fronte alle spese comuni. Quanto ai Consta di 56 appartamenti con sog- al Don Vecchi 7 è confermata la for- genitori separati si avrà riguardo a giorno, angolo cottura, camera da mula già adottata negli altri centri, diversi parametri tenuto conto delle letto, bagno e ripostiglio, giardinet- che mette insieme spazi riservati al singole esigenze e di quanto neces- to (se al piano terra) o terrazzino. Ci residente e spazi comuni dove incon- sario per ripartire nella vita. Con sono, inoltre, 12 stanze "formula uno" trarsi e socializzare: vista la continui- questo nuovo centro, la Fondazione dove per un periodo limitato può tro- tà della struttura, l'obiettivo è di fare Carpinetum arriva a un totale di 510 vare sistemazione chi attraversa un sinergia con il sesto centro, ma anche alloggi in città, tra Carpenedo, Mar- momento di fatica. Un terzo dei 56 col quinto condividendo i giardini e ghera, Campalto e Arzeroni: 379 sono appartamenti saranno destinati, ana- i cortili. Aggiungendo questo ultimo abitati da 400 anziani autosufficienti, logamente a quanto già avviene al tassello, l'investimento complessi- con un'età media di 79 anni, mentre Don Vecchi 6, ai genitori separati con vo sostenuto per realizzare i Centri i 46 appartamenti del Don Vecchi 6 figli minori. Gli altri due terzi, invece, don Vecchi sale a circa 21 milioni e sono abitati da 24 anziani, 29 genitori saranno appannaggio degli "anziani mezzo di euro in 25 anni: i primi tre separati con figli minori, 10 coppie, meno anziani", cioè persone attorno centri, realizzati dalla parrocchia di alcune con figli piccoli, e 7 disabili. alla sessantina a cui si è voluto ri- Carpenedo, sono costati rispettiva- Si prevede che l'inserimento dei nuo- spondere viste le numerose doman- mente 2 milioni 800 mila, 4 milioni e vi residenti possa essere completato de già pervenute nelle liste d'attesa. 3 milioni e 100 mila euro; dal quar- per la fine del mese di settembre. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contributi della gente di buona volontà che ven- gono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. 2 ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019
Il progetto Un edificio unico di Francesca Bellemo Francesca Cecchi, architetto e direttrice dei lavori, spiega l'impianto del Don Vecchi 7 Il nuovo centro va ad ampliare il Don Vecchi 6 con il quale condivide gli spazi in comune Realizzare in un anno una strut- tura accogliente, ottimizzando al La prima pietra massimo costi e spazi, è possibile. dell'Ipermercato solidale Questo è ciò che dimostra, ancora Dopo la consegna definitiva del Cen- una volta, l’esperienza della Fon- tro Don Vecchi 7, il team di lavoro si dazione Carpinetum che inaugura concentrerà immediatamente nella il Centro don Vecchi 7. Un edificio realizzazione dell'Ipermercato soli- di ben 3.900 metri quadrati che va dale di cui sempre sabato 29 giugno ci sarà la posa della prima pietra nel ad ampliare il Centro don Vecchi 6 terreno tra la rotatoria e i Don Vecchi portando la struttura a un totale di 5-6-7. Questo nuovo complesso con- 8 mila metri quadrati. Un progetto terrà i magazzini e le realtà ospitati in continuità con gli altri centri e nel sotterraneo del Don Vecchi 2 in nel quale la semplicità di materiali via dei Trecento campi a Carpene- do. “Sarà un vero e proprio centro e finiture non pregiudica in alcun del riuso - spiega Edoardo Rivola, modo la gradevolezza dell’edificio consigliere della Fondazione Carpi- e soprattutto la sua funzionalità. netum e presidente dell’associazio- “La richiesta specifica della Fon- ne Il Prossimo che gestirà la nuova dazione per quest’opera è stata la struttura – Dai 2 mila metri quadra- massimizzazione del numero di ap- ti attuali si passerà ai circa 4 mila Francesca Cecchi dell'Ipermercato solidale con un com- partamenti – spiega Francesca Cec- pleto ripensamento organizzativo che chi, progettista di A+ Studio Archi- Di fatto sarà un edificio unico”. Una vedrà convergere definitivamente in tetti Associati insieme alla collega scelta dettata dalla volontà della un'unica realtà tutte le diverse asso- Anna Casaril, nonché direttrice dei Fondazione Carpinetum di riuscire ciazioni solidali. Questa operazione ci lavori – per cui abbiamo sviluppato ad accogliere un numero più alto di consentirà una maggiore funzionalità un progetto, coerente con le prece- persone e di poter così rispondere ed efficienza, lavoreremo con meno dispersione di tempo ed energie da denti strutture e pienamente a nor- alle tante richieste, provenienti da parte dei volontari e con una dire- ma rispetto alle normative attuali, diverse tipologie di persone. Tra il zione che coordinerà tutti i servizi in ma nel quale siamo riusciti a rica- 6 e il 7 sono inoltre disponibili 11 modo da proporci come interlocutore vare un numero più alto di apparta- appartamenti accessibili anche per unico nel territorio e riuscire, così, menti rispetto, ad esempio, al Cen- carrozzine, quindi in grado di ospi- ad aiutare meglio chi ha bisogno”. tro don Vecchi 6”. Nel Centro don tare persone con disabilità, non ne- Vecchi 7 saranno infatti a dispo- cessariamente anziani. “Abbiamo sizione ben 56 appartamenti e 12 cercato un equilibrio tra volumi e C'è bisogno di vestiti camere di “formula uno” destinate forme - conclude Francesca Cecchi per i poveri della città alle emergenze temporanee, che si - cercando di conciliare molte esi- Nei sotterranei del Centro don Vecchi aggiungono ai 46 appartamenti del genze diverse insieme, idee, gusti di Carpenedo è aperto il magazzino San Martino dove vengono distribuiti Don Vecchi 6, più altre 12 "formula e stili proposti dall’esperienza di gli indumenti ai bisognosi, a fronte di uno", per un totale complessivo di don Armando, con altre esigenze un contributo simbolico di solidarie- 102 appartamenti e 24 camere di funzionali. Per via della forma del tà. Da quando, per motivi burocratici, “formula uno”. “Non abbiamo in al- lotto, l’edificio si sviluppa in lun- sono stati ritirati dal suolo pubblico i cun modo ridotto gli spazi degli ap- ghezza, ha una serie di corti all’in- cassonetti blu per la raccolta, le scor- te si sono ridotte e a lungo andare partamenti, ma solo densificato in terno che ci permettono di illumi- c'è il rischio concreto di non riuscire proporzione la struttura – chiarisce nare i corridoi e gli appartamenti". ad aiutare tutti. Chiunque avesse dei Cecchi – usufruendo dell’intero spa- Ogni appartamento ha una terrazza capi in buono stato da donare a chi da zio dell’edificio e riducendo le aree privata o il giardino nel caso del vestire non ha, è pregato di recapitar- comuni. Gli ospiti del Don Vecchi 7 piano terra. Novità di questa strut- li direttamente ai magazzini in via Dei si serviranno infatti delle aree co- Trecento campi. Il suo gesto si tramu- tura è che tutti gli appartamenti terà sicuramente in un'opera di carità. muni già presenti nel Don Vecchi 6. sono dotati di un piccolo ripostiglio. ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 3
Sottovoce Non è una routine di don Gianni Antoniazzi Il prossimo Centro don Vecchi che prio l’Apollo 13 fu invece un evento ne. Assicuriamo che non c’è alcuna ci apprestiamo a inaugurare porta straordinario e mostrò l’efficacia routine nelle nostre decisioni: ogni il numero 7. All’inaugurazione del dell’ingegno umano. La Fondazio- passo è ponderato con grande ri- primo centro di viale Don Sturzo, ne Carpinetum non va certo sulla flessione. Ce lo chiede la gente che nel 1994, ci fu la presenza di per- luna: si sforza solo di sostenere le ci vuol bene e, come risposta all’af- sone significative nel mondo della difficoltà del territorio. Qualcuno fetto di molti, la Fondazione inte- politica e della cultura. Carpenedo potrà pensare che, con il tempo, si ra continua a rinnovarsi in umiltà. stessa si sentiva del tutto partecipe stia procedendo quasi per abitudi- dell’evento e tanta gente capiva che lì c’era un’impresa nuova, frutto di un’intuizione pur rischiosa, ma del tutto giusta. Ora, per questa inau- gurazione, l’attenzione sembra un poco ridotta di tono. Qualcuno ad- dirittura dà quasi per scontato che si debba continuare a crescere sen- za sosta. In parte si realizza per la Fondazione Carpinetum quello che è accaduto per i progetti spaziali: grande pubblicità al primo uomo arrivato sulla luna, ma quando dopo ci fu il decollo dell’Apollo 13, l’unico elemento di curiosità era per la scaramanzia sul numero. Nel 1970 tutti oramai pensavano che fosse una routine consolidata. Pro- In punta di piedi sistema di forti per proteggere il centro storico. Quella La grande fatica spesa si è dimostrata subito inutile e, mentre le opere venivano compiute, fu rivoluzionata la tecnica di com- battimento. Allo stesso modo la Fondazione Carpine- Qualcuno penserà che il primo problema per la costru- tum cerca sempre di capire se le sue scelte sviluppano zione di un Centro don Vecchi stia nel reperire i soldi davvero la società. Ci sono infatti due tipi di peccati. I necessari all’impresa. Certo: la questione economica è più lievi sono quelli di fragilità: in un momento di stol- decisiva e senza la generosità di tanti, nulla sarebbe tezza tutti possiamo compiere sbagli. Chiesto il perdo- possibile. Ci sono, però, anche altre difficoltà. Facciamo no e convertito l’animo, si può riprendere il cammino. un esempio. A fine Ottocento Venezia ha costruito un E ci sono i peccati strutturali. Se, per esempio, le bar- riere mobili del Mose si rivelassero inadatte per i costi di gestione, non basterebbero le scuse e le confessio- ni degli ideatori a rimettere tutto a posto. Chi compie peccati strutturali li fa pagare ad altri anche per secoli. Il Gazzettino del 13 giugno spiegava che il nuovo M9 non decollerà se non con l’aiuto di tutta la città. Me- stre farà volentieri il possibile e l’impossibile perché ciò avvenga. Ma chi ha avuto l’idea dell’M9, ha valutato bene le spese di gestione? Torniamo a noi. Siamo arri- vati al Don Vecchi 7: la domanda che ci ripetiamo è se stiamo percorrendo strade giuste per aiutare il territo- rio. Credete: questo pensiero è la fatica più pesante. 4 ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019
Il punto di vista Sostenere l'integrazione di don Fausto Bonini Lo dicono le statistiche e lo si vede tutti i giorni che Mestre è diventata città multietnica Occorre promuovere occasioni d'incontro e di conoscenza con le persone di fede islamica Mestre, città multietnica Cita di Marghera, non ci si conosce e non ci si frequen- Volenti o nolenti, lo è già. Non servono indagini sta- ta. Ci si sfiora, ma non ci si incontra. Le nostre chiese tistiche. Basta guardarci attorno. In certe zone della si svuotano per mancanza di “materia prima”, cioè di città gli immigrati sono la maggioranza e crescono in fedeli cristiani e i luoghi di preghiera dei musulmani si modo esponenziale. Le statistiche dicono che in zona moltiplicano e spesso i loro incontri di preghiera, come stazione ferroviaria sono ormai la maggioranza. La la conclusione del Ramadan, sono fatti all’aperto per- quasi totalità delle carrozzine che si vedono in giro ché non ci sono luoghi capaci di accogliere tanta gente. e che sempre più spesso salgono sugli autobus sono i nuovi mestrini. Figli di immigrati, molto spesso anche Un libro per capire l’islam di colore. Per non parlare della vicina Marghera. “Il sa- Ma chi sono questi musulmani? Quale Dio adorano? Che bato, andando da piazza Mercato a piazzale Concordia, differenza c’è fra il loro Allah e il nostro Dio? Solo da quasi tutti quelli in piedi e che camminano sono stra- qualche giorno si può trovare in libreria un piccolo libro nieri, specie bengalesi; mentre quelli seduti sono per tradotto dal francese, di facile lettura, che vi suggeri- lo più italiani ultrasessantenni”, scrive Simal Magatte, sco di leggere. Titolo: Comprendere l’islam. O meglio, senegalese, nel suo libro Marghera. Da città industria- perché non ci capiamo niente. Autore: Adrien Candiard, le a città degli immigrati”, di recente pubblicazione. un frate domenicano francese che vive al Cairo e che si occupa di teologia islamica. Editore: Emi - Editrice Mis- La presenza dei mussulmani sionaria Italiana. Prezzo: 13 euro. Nella prefazione sta Tutti gli spazi lasciati vuoti dagli italiani vengono riem- scritto che “questo piccolo e prezioso libro è dedicato in piti dagli stranieri. E’ sempre successo così nel corso particolare a chi voglia capire qualcosa dell’islam come della storia e oggi succede in modo esponenziale. Oc- esso è e non come si vorrebbe che fosse”. Troverete le corre gestire non soltanto la convivenza, ma promuo- risposte alle domande più frequenti: è vero che il Cora- vere anche l’integrazione, altrimenti alla fine gli esclusi no è un libro che incita alla violenza? E’ vero che il Co- diventeremo noi. Origini diverse, lingue diverse, spesso rano non si può interpretare, ma va preso alla lettera? colore della pelle diverso, culture diverse, ma anche re- E’ possibile coniugare l’islam con la democrazia? Che ligioni diverse. Islam soprattutto. Anzi, quasi esclusiva- cos’è la sharia? E’ vero che i musulmani vogliono conqui- mente. Ed è quest’ultimo aspetto che mi interessa e che stare l’occidente con la jihad? E, infine, la domanda di dovrebbe interessare le comunità cristiane e soprattut- fondo: Bisogna avere paura dell’islam? Oppure: di qua- to le parrocchie. A parte qualche rara eccezione, come le islam dobbiamo avere paura? Lettura interessante. la presenza e le iniziative di don Nandino Capovilla alla Linguaggio scorrevole e comprensibile. Buona lettura. Come poter donare alla Fondazione Per sostenere la Fondazione Carpine- tum si può effettuare un bonifico ban- cario al Monte dei Paschi di Siena - agenzia di Via San Donà, codice IBAN: I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8 o effettuare un versamento sul conto corrente postale numero 12534301. Il nostro settimanale L'incontro è distribuito gratuitamente in città in 5 mila copie: è consultabile an- che sul sito www.centrodonvecchi.org Una volta letta la copia anziché es- sere buttata può essere donata a un parente, un amico o un conoscente. ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 5
Mondo volontariato La Casa di Anna di Matteo Riberto Prodotti biologici di prima qualità: c’è un ottimo clima tra le persone ortaggi freschi, minestroni, compo- che lavorano nella Casa di Anna: a ste, confetture, marmellate, miele fine giornata sono tutti contenti”. e molto altro. Tutto coltivato nel ri- spetto dell’ambiente da persone che Avete dei progetti particolari per il vivono, per diverse ragioni, condi- futuro? zioni di svantaggio. Casa di Anna è “Ce n’è uno, per esempio, legato una realtà modello nata nel 2015 per all’orto-giardino. A fine autunno, a volontà della famiglia Pellegrini. Ar- titolo sperimentale in collaborazio- monia, sviluppo, natura e impegno ne con la Facoltà di Agraria dell’Uni- sociale sono le fondamenta di una versità di Padova e la birreria Crak, struttura che negli anni è cresciuta, faremo delle birre artigianali aroma- riuscendo a farsi conoscere e apprez- tizzate con le nostre erbe. Voglia- zare sempre di più nel territorio: per mo creare un prodotto alternativo Piero Pellegrini la qualità dei prodotti e per la capa- alle birre di puro luppolo, riducen- cità di offrire percorsi di inserimento possibile assaggiare i nostri prodotti. do al minimo la concentrazione”. lavorativo a persone spesso escluse E, poi, c’è appunto l’orto-giardino dal mercato del lavoro. Piero Pellegri- appena inaugurato. È uno spazio di 2 Con quali attività coinvolgete i gio- ni è il fondatore della Casa di Anna. mila metri quadrati dove coltiviamo vani? erbe officinali ed erbe aromatiche. “Ce ne sono molte. Abbiamo appena Ci dice chi siete e cosa fate? Ne abbiamo tantissime: 140 specie di- ospitato i ragazzi che giocano nel Ve- “Siamo una fattoria sociale, l’unica verse. La caratteristica particolare è nezia per fargli conoscere la nostra della provincia di Venezia, che si oc- che le aiuole sono rialzate a 75 cm da realtà che è un’isola ecosostenibile”. cupa di creare opportunità di lavoro terra per consentire anche alle perso- e occupazione a persone in condizio- ne in carrozzina o agli anziani come Che significa? ne di svantaggio. Con noi lavorano me di lavorarci senza difficoltà”. “Che facciamo tutto nel rispetto persone con disabilità, persone che della natura: alle piante diamo ac- hanno avuto problemi con la giusti- Scopo della Casa di Anna è infatti qua potabile che preleviamo in falde zia, migranti e le cosiddette "nuove vendere prodotti, ma soprattutto profonde, poi tutti i rifiuti vegetali povertà". Non lavorano tutti i giorni, aiutare persone in difficoltà... che produciamo vengono riciclati e ognuno fa ciò che riesce a secon- “Cerchiamo di offrire opportuni- facciamo il compost. C'è inoltre una do delle sue capacità e possibilità”. tà a chi fa fatica a trovare colloca- cosa particolare: attraverso delle mento nel mercato del lavoro. Per specifiche canne riusciamo a depura- Vi occupate di orticoltura. esempio, durante il periodo di de- re l’acqua dei servizi igenici che vie- “Esatto, produciamo diversi pro- tenzione, alcune persone vengono ne poi ceduta ai fossi comunali. An- dotti biologici certificati che poi da noi a lavorare. Una volta sconta- che l’energia elettrica la facciamo in vengono immessi nel libero merca- ta la pena, qui da noi hanno anche casa. Ci impegniamo perché ogni atti- to: li vendiamo a bordo campo, nel la possibilità di continuare il percor- vità sia fatta nel rispetto dell’ambien- punto vendita che abbiamo all’in- so intrapreso. Posso assicurare che te e con il minor impatto possibile”. terno di Campagna Amica in centro a Mestre. Ma vendiamo anche onli- La scheda ne e al settore della ristorazione”. A Zelarino aiuti e lavoro per chi è svantaggiato La Casa di Anna è una fattoria sociale che, nata nel 2015, l’anno successivo viene Di recente avete anche inaugurato riconosciuta come biologica. L’azienda si estende su 4 ettari e mezzo di terreni un orto-giardino.. di proprietà e 2 e mezzo in affitto, con 3 e mezzo coltivati a orticole e frutti. “È il fiore all’occhiello della nostra È iscritta all’elenco regionale delle fattorie sociali della Regione Veneto, come fattoria. Negli anni siamo cresciuti: azienda agricola dove si danno opportunità di inserimenti lavorativi a persone in abbiamo aggiunto l’agriturismo dove è condizione di svantaggio sociale. La casa si trova in via Sardi 16 a Zelarino dove possibile pernottare, una sala polifun- ci sono le serre, gli orti, il ristorante e la sala polifunzionale. Per qualsiasi infor- zionale dove facciamo diverse attività mazione sulle tante attività e sul lavoro svolto è possibile visitare il sito www. (Yoga, conferenze, concerti, incontri casadianna.net che, costantemente aggiornato, permette anche di ordinare e culturali) e abbiamo anche un risto- acquistare i prodotti online. Pe ulteriori informazioni è possibile contattare il 3489015321 o il 3451605479 oppure mandare una mail a info@casadianna.net rante aperto il fine settimana dove è 6 ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019
Il bello della vita Corpus Domini Lente d'ingrandimento di don Gianni Antoniazzi I benefattori di Plinio Borghi del Don Vecchi 7 Domenica 23 giugno ricordiamo che Gesù con l'Eucarestia Il Centro don Vecchi 7 è costato 3 milioni e mezzo di euro. Da dove ar- continua a farsi presente in mezzo a noi in corpo e sangue riva questa cifra? Non abbiamo rice- La festa del Corpus Domini mi dà vuto nessun tipo di contributo dallo Stato italiano. Roma, con noi, non si l’occasione di riflettere sul più bel è mai spesa. Anche la Regione Ve- regalo che Gesù potesse mai lasciar- neto è rimasta un poco alla finestra. ci: l’Eucaristia e cioè sé stesso con- Neanche un incoraggiamento o una cretamente presente sotto le specie telefonata. Eppure, ci sembra di del pane e del vino, le due cose esserci sempre comportati in modo più semplici in natura. Il mistero è signorile nei suoi confronti. Molte talmente grande che gli sono stati sono state le parole di elogio spese dedicati due momenti di attenzione dall’assessore alle Politiche sociali particolare nella liturgia: il giovedì e alla Salute Manuela Lanzarin ma, santo, dove facciamo memoria della alla prova dei fatti, non è arrivato di sua istituzione, e in questa occasio- più. Del tutto diverso, invece, l’aiuto ne, un tempo collocata come festi- del Comune di Venezia, che conti- vità di precetto nel secondo giove- ancora colto qualcuno a farsi un sel- nua a manifestarci premura e atten- dì dopo la Pentecoste. Anzi, prima fie con Gesù e il Patriarca, ma non zione. Qui dobbiamo rivolgere un del Concilio Vaticano II le ricorren- credo manchi molto e sono convin- grazie sincero e attento al sindaco ze erano addirittura tre, perché il to che, se fatto con convinzione, a Luigi Brugnaro, ai suoi assessori e ad “Preziosissimo Sangue di Cristo” era Gesù non spiacerebbe (al Patriarca alcuni tecnici, in primis il direttore ricordato a parte il primo di luglio. non lo so..). E qui torniamo al noc- Danilo Gerotto, che hanno sempre La riforma ha unificato i due mo- ciolo della fede: cosa significa “con portato avanti con molta rapidità le menti, soprattutto per sottolinear- convinzione”? Prima di tutto che in questioni burocratiche, dimostran- ne il valore dogmatico: ogni singola quell’ostia consacrata c’è veramen- do cordiale simpatia. La riconoscen- particella sia dell’uno che dell’altro te Gesù, poi che Egli è il vero nu- za va espressa, per il passato, anche contiene in toto il Cristo in “corpo, trimento della nostra anima e infine all’attuale minoranza che pure ha sangue, anima e divinità”, come si che solo nutrendoci di lui traiamo sostenuto con equilibrio i nostri pas- recitava e si recita nel catechismo. E tutta la forza che ci serve per esse- si. Ci sono poi i benefattori, che sono così oggi si chiama festa del “Corpo re cristiani coerenti. Ci siamo? Fino tantissimi. A loro dovremmo innal- e Sangue di Cristo”. Al di là di questi in fondo? Sono concetti che acqui- zare un monumento. C’è uno stuolo aggiustamenti, rimane inalterata la siamo con facilità? Non credo che la impressionante di persone che ogni peculiarità di questa giornata, sul nostra poca fede arrivi a tanto. Ho settimana dà una mano perché la piano sia della fede che della sua conosciuto popoli che invece sono Fondazione Carpinetum continui a esternazione verso la comunità tut- arrivati alla conversione, introiet- compiere il suo dovere. Su l’Incontro ta, in forme di partecipazione che, tando in modo molto veloce e na- pubblichiamo i loro nomi cercando secondo tempi e zone, hanno offer- turale queste cose, solo perché esi- di dare un poco di spazio a ciascu- to una varietà di espressioni, non steva già nella loro cultura che il nu- no. Qui è giusto scusarsi perché non esenti da una buona dose di folklo- trirsi della carne altrui (del proprio sempre ci stanno i nomi di tutti in re. Sintesi di questa commistione è nemico in battaglia o addirittura del tempo reale nella pubblicazione, proprio la processione con il Santis- proprio rivale nelle attività ludiche) per problemi di spazio proprio per- simo nell’ostensorio, fra davanzali faceva acquisire anche la forza dello ché ogni settimana sono numerosi. riccamente drappeggiati, esplosioni sconfitto. Sembra un aspetto trucu- Dispiace non dare sempre il giusto di fiori ovunque, dimostrazioni di lento, ma esprime bene il concetto. grazie in tempo opportuno. Magari devozione fra chi si univa ai bellissi- Noi, dalla nostra, abbiamo che il Re- durante l’estate potremmo dedica- mi canti e chi s’inginocchiava al pas- dentore è un vincente e in più è il re più spazio a questi aspetti. Sap- saggio del baldacchino. Oggi la tec- Creatore stesso, che si è sacrifica- piano, però, tutti i nostri benefat- tori che sono al centro delle nostre nologia la fa da padrona e, in zone to per le sue creature. Approfittia- preghiere e della benedizione del turistiche come piazza San Marco, è mone e aiutiamoci pregando con il Signore Gesù, il quale non dimen- tutto un alzarsi di braccia con cellu- bell’inno composto da San Tommaso tica neppure un bicchiere d’acqua lari pronti a immortalare questa per d’Aquino Adoro te devote. Pura poe- dato al più piccolo, nel Suo nome. taluno singolare cerimonia. Non ho sia, con parole stimolanti e sublimi. ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 7
Pensieri a voce alta Musica e vita 5 per mille Un modo concreto per aiutare di Federica Causin Il 5 per mille è una parte delle no- stre tasse a cui lo Stato "rinuncia" “Non me l’aspettavo, ma me l’augu- i ricordi e le sensazioni di chi stava per sostenere un ente benefico che ravo”. Così Ezio Bosso ha commentato ascoltando. Ognuno ha dato la pro- aiuta il prossimo in difficoltà. Non il grande successo dello speciale che pria definizione di musica e alcune costa nulla e se non si sceglie di do- ha condotto su Rai3, intitolato Che mi hanno davvero colpito. “La musi- narlo rimane comunque allo Stato. storia è la musica. Lui l’ha definita ca è una storia d’amore, è la storia Il 5 per mille non sostituisce l’8 per la realizzazione di un sogno a lungo di uno scambio nel quale chi ascol- mille destinato alle confessioni reli- custodito in un cassetto: narrare la ta suona, senza avere uno strumen- giose. Sono due opportunità diverse musica attraverso le metafore della to”, ad esempio. Mi è piaciuta molto di destinare le proprie imposte per vita e viceversa creando un’osmo- l’idea dell’ascolto inteso come par- fini differenti. Amici lettori vi chie- si di note ed emozioni. La sfida era tecipazione attiva, come volontà di diamo di impiegare bene le tasse proporre al grande pubblico l’ascolto sentire un racconto diverso dal pro- scegliendo, nella dichiarazione dei della Quinta e della Settima sinfonia prio e, soprattutto, come possibilità redditi, come destinare il 5 per mille. di Beethoven, suonate dal vivo, per di suonare, forse perché appaga un dimostrare che la musica classica mio desiderio, una curiosità che fino- Tre possibilità di scelta non è “per pochi”. L’orchestra, il di- ra non ha trovato realizzazione. Pur Se credete opportuno il lavoro fat- rettore Bosso e il pubblico, composto non essendo un’esperta e lo dimo- to con gli anziani e le famiglie in da alcuni volti noti (tra gli altri Enrico stra il fatto che ci sono tanti gene- difficoltà proponiamo di dare il 5 Mentana, Nicoletta Mantovani, Roby ri di musica che conosco in maniera permille alla Fondazione Carpine- Facchinetti, Gino Strada), riuniti nel- molto superficiale, mi considero una tum dei Centri don vecchi: codi- lo stesso spazio, anche fisicamente “grande fruitrice” di note. A pensarci ce fiscale 94064080271. Se invece vicini, a rappresentare quell’intrec- bene, molti dei miei ricordi più cari preferite sostenere i bambini si cio di pensieri ed esperienze dal o dei momenti più significativi della può aiutare il Centro Infanzia Il quale è scaturita una chiacchierata mia vita sono legati a una canzone. Germoglio che da più di 100 anni autentica e coinvolgente. Bosso ha Se la memoria non m’inganna, un si occupa della formazione e del- descritto un Beethoven più familiare po’ di tempo fa, mi sono raccontata la crescita dei bambini in via Ca’ e meno austero dell’immagine che la in un articolo attraverso le canzoni, Rossa: codice fiscale 90178890274. storia ci ha tramandato e, con l’iro- ma ultimamente la mia “compila- Da ultimo invece, per chi ritiene nia e la competenza che lo contrad- tion” si è arricchita di nuovi brani! di sostenere le donne in difficoltà distinguono, ha guidato gli spettatori Faccio mia la riflessione vibrante di da secoli c’è l’Associazione Pia- tra le righe dello spartito, aiutandoli Gino Strada, fondatore di Emergen- vento: codice fiscale 90017970279. a riconoscere i diversi stati d’animo cy: “Nella musica c’è solidarietà, c’è che il compositore tedesco voleva l’essere insieme, c’è l’essere squa- Come destinarlo esprimere affidandosi all’uno o all’al- dra. Solidarietà è non voltarsi dall’al- Se compili il Modello 730 o il Mo- tro strumento. E proprio su questa fi- tra parte e accettare che i problemi dello Redditi, nel riquadro “So- ligrana di sentimenti si sono innestati del mio vicino sono anche i miei”. stegno del volontariato…” firma e scrivi il codice fiscale dell'ente prescelto. Se non sei tenuto a pre- sentare la dichiarazione dei redditi puoi comunque donare il tuo 5 per mille: nella scheda fornita insieme alla Certificazione Unica dal tuo datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione, firma nel riqua- dro “Sostegno del volontariato…” e scrivi nel riquadro il codice fisca- le dell'ente prescelto. Inserisci la scheda in una busta chiusa e scrivi- ci “Destinazione 5 per mille Irpef” insieme al tuo cognome, nome e codice fiscale, consegnala poi gra- tuitamente ad un ufficio postale, al Caf oppure al tuo commercialista. 8 ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019
Tradizioni popolari Giugno nelle campagne di don Sandro Vigani Giugno per la gente dei campi era il bume di un uovo: quindi espongono il ca, o un fiore, o un arnese qualunque, mese dell’amore. Sarà perché inizia- tutto fuori della finestra. Alla mattina sogliono col medesimo piombo cercare vano i raccolti o perché in quel mese osservano; e secondo le forme prese la propria fortuna ripetendo l'esperi- le streghe si davano appuntamento per dall' albume, si sforzano d'indovinare il mento. E solo quando il piombo assu- l’incontro annuale al noce dei Beneven- mestiere del futuro marito. Inoltre, per me una forma tale da potersi da esso to o perché giugno è il mese del solsti- tutta quella notte, si devono suonare ricavare una netta similitudine di qual- zio d’estate… Erano molte le pratiche le campane del villaggio”. La notte di che oggetto, essi od esse si contentano, più o meno magiche per cercare di ca- San Giovanni, il 23 giugno, in Veneto ed allegri la presentano ai genitori”. pire che cosa riservava loro il destino le ragazze che avevano più di un pre- Ma capitava anche che “nella notte di in ordine all’amore. Avrebbero trovato tendente scrivevano su dei bigliettini i san Giovanni le zittelle che guardano presto l’anima gemella? Il matrimonio nomi dei loro spasimanti, uno per uno: col lume di tre candele nello specchio, era vicino o lontano? La sposa mora o piegavano i biglietti in quattro e li get- mentre scocca la mezzanotte, vedran- bionda? Il futuro marito ricco o pove- tavano in un catino d’acqua. Il biglietti- no il volto del fidanzato futuro”. Se ro? A queste e molte altre domande no che a contatto l’acqua si apriva per si versava nell’acqua del piombo fuso, rispondevano i vaticini sull’amore. Un primo, conteneva il nome dell’uomo dalla forma che assumeva consolidan- mazzetto formato da sette erbe che "giusto". I maschi, invece, in questa dosi si poteva conoscere qualcosa ri- fioriscono in giugno - l'iperico, detto notte dovranno cogliere delle foglie di guardo al lavoro del futuro marito. Pre- anche scacciadiavoli, contro il maloc- maggiorana verbena e valeriana, farle si due cardi e bruciacchiatane la testa, chio, ma anche l'artemisia per la ferti- seccare al sole, ridurle in polvere e, al si mettevano in un vaso colmo d’acqua lità, la ruta, la mentuccia, il rosmarino, momento che giudicheranno propizio, sul davanzale, uno col capo all’interno il prezzemolo, l'aglio, la lavanda – as- gettarle addosso alla donna desiderata, e l’altro all’esterno. Se al mattino uno sicuravano buonumore, allontanavano sembra che il successo sia certo. Que- dei cardi era ritto sullo stelo la ragazza il maligno e, se messo sotto il cuscino sto invece il metodo per conoscere il si sarebbe spostata nell’anno. Se il car- la sera prima di andare a letto, assi- mestiere del futuro sposo, in un testo do era quello interno lo sposo sarebbe curava sogni dolcissimi. Nel Bellunese del 1800: “Coperta la bacinella col pan- stato del paese, se era quello all’ester- c’era quest’usanza: “Le ragazze da no, pronunziano tre Ave Maria e poscia no sarebbe stato di un altro paese. Se, marito del contado usano, nel costume tolgono il panno, prendono il piombo e invece, dopo aver raccolto un cardo e di nostra madre Eva, andare ad avvol- dalla nuova forma che questo ha preso averlo bruciacchiato, lo si nascondeva tolarsi in un prato sulla rugiada della nell'acqua le giovanette ne pronostica- in una fenditura del muro e la mattina lo notte. Oppure espongono un catino no il mestiere del loro futuro sposo, e i si ritrovava verde e fresco, ci si sarebbe all'aria libera e al mattino si lavano il ragazzi il loro mestiere futuro. Spesso, innamorati entro l’anno. A Venezia si viso con l'acqua che in esso vi trovano. quando il piombo non assume una for- usava buttare dell’acqua dalla finestra: Altre invece prendono un fiasco mezzo ma tale, da potersi dire con certezza se cadeva su un giovane o una giovane ripieno d'acqua e in esso versano l'al- che rappresenti un cavallo o una bar- da marito, quello era il partito buono. La grande squadra dei volontari in servizio I volontari all'opera nei diversi ambi- ti d'impegno della Fondazione Car- pinetum sono oltre mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servi- zio nel futuro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti nel registro dell'associazione Il Pros- simo che gestirà la futura struttura. Confidiamo che il numero possa sali- re: ad essi possono aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbero entrare nell’Ipermer- cato solidale. Quanti ancora il Signo- re sta chiamando a questa impresa? Chi leggendo si sentisse chiamato venga a lasciare la propria adesione. ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 9
La nostra storia I sindaci Allegri di Sergio Barizza Nei sessant’anni che vanno dal pas- Con la collaborazione del parroco moltissime case private erano state saggio sotto l’amministrazione del di San Lorenzo monsignor Antonio requisite come ospedali da campo o regno d’Italia (1866) alla sua sop- Pavon e di quello di Carpenedo don alloggiamenti, fu sottoposta ad al- pressione e annessione a quello di Pietro Zanini, affiancato dalla mo- cuni pesantissimi bombardamenti: si Venezia (1926), il Comune di Mestre glie Teresa Chitarin, familiarmen- ricordano in particolare quelli del 27 fu retto, per un certo periodo, da te chiamata Gina, e da numerose gennaio 1918, con lo sganciamento due sindaci che erano padre e figlio: signore e signorine della borghesia di 80 bombe che causarono 26 morti Girolamo e Carlo Allegri. Girolamo mestrina, diede vita a tutta una se- e 51 feriti, e del successivo 3 feb- fu sindaco dal 1867 al 1870, risie- rie di iniziative di supporto al fronte braio con 120 bombe, 19 morti e 14 deva stabilmente a Venezia, a San interno e di primo intervento per i feriti. Globalmente, tra il 15 mag- Beneto, ma esercitava l'avvocatura numerosi militari che affollavano le gio 1916 ed 27 settembre 1918, fu- soprattutto a Mestre, con residenza caserme di Mestre quali il Comitato rono effettuate su Mestre 42 incur- in un palazzetto all'inizio di borgo di Assistenza Civile, quello pro Casa sioni aeree e sganciate 526 bombe San Rocco, a due passi dall'omonima del Soldato, il Laboratorio per indu- che causarono 55 morti e 67 feriti. chiesa. Diede il via a una serie di la- menti ed effetti militari, il Comitato La guerra lo ferì personalmente vori per la sistemazione delle strade Croce Rossa, l'Ufficio notizie per le perché Carlo è il padre di quel Gino comunali, la costruzione del cimite- famiglie dei militari, il Comitato pro che, in qualità di sottotenente del- ro monumentale, l'ampliamento del Scaldarancio, il Comitato pro posto la squadriglia "Serenissima", sotto la palazzo municipale e risolse l’an- di conforto alla stazione, quello Pro guida di Gabriele D'Annunzio, da cui nosa questione della estromissione Lana, Pro Cucina del soldato, e da era stato denominato fra' Ginepro degli animali dalla piazza Maggiore ultimo, dopo il disastro di Caporet- per la fluente barba e il carattere durante mercati e sagre istituendo to, il Comitato di resistenza. I me- mite, aveva partecipato allo storico il Foro Boario in quello ch’era l’orto riti del sindaco, "patriota" come il volo su Vienna del 9 agosto 1918, ro- dei Bianchini, di fronte alla loro villa padre, si accrebbero dopo la rotta vesciando sulla capitale dell'impero, (oggi piazzale Donatori di Sangue). di Caporetto: in seguito gli sareb- invece di bombe, un nugolo di volan- Carlo, suo figlio, resse l'amministra- be infatti stato ascritto a merito di tini inneggianti alla pace. Gino non zione cittadina dal 1914 al 1919, a aver continuato indefessamente la assaporò l'entusiasmo della vittoria: capo di una giunta clerico-modera- sua attività e di non aver abbando- morì banalmente, il 5 ottobre 1918, ta, dopo il fallimento di quella gui- nato la città, come la maggior par- schiantandosi contro un altro velivolo data da Aurelio Cavalieri. Si trovò te dei residenti, neanche quando il mentre faceva piroette di gioia sopra ad amministrare la città nei difficili fronte si avvicinò pericolosamen- il campo d'aviazione della squadri- anni di guerra e nei durissimi mesi te a Mestre. La città, in massima glia, a San Pelagio di Battaglia Ter- successivi alla rotta di Caporetto. parte deserta, dove scuole, ville e me, sui colli Euganei. (62/continua) Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi gli appartamen- ti si liberano frequentemente perché il turnover è costante. Chi pensasse dipresentare domanda d’inserimen- to, mettendosi in lista d'attesa, può consegnarla in direzione al Centro don Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe- nedo dov’è già aperta una lista d’atte- sa. Per richiedere un alloggio occorre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condizione econo- mica modesta; essere normalmente autosufficienti; disporre di un garan- te che si assuma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in seguito alla perdita dell’autonomia. 10 ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene “Gli amici di sempre” hanno È stata sottoscritta quasi mezza È stata sottoscritta quasi mezza sottoscritto un’azione e mezza, azione, pari a € 20, in ricordo dei azione, pari a € 20, per ricordare i pari a € 75, in ricordo di Giuliana defunti: Lina Cappato, Giuseppe defunti: Aldo e Leda. e Bruno Guizzardi. Ghion e Antonietta Creazza. I coniugi Luciana e Massimo I figli della defunta Carla Lugato I parenti e gli amici della famiglia Di Tonno hanno sottoscritto hanno sottoscritto un’azione, pari a della defunta Giuliana Castellaro un’azione, pari a € 50, in € 50, in memoria della loro madre. hanno sottoscritto quattro azioni memoria dei loro cari defunti: abbondanti, pari a € 210, per Filomena, Amelia e Tina. I signori Ada e Ferdinando Casarin esprimere cordoglio ai familiari hanno sottoscritto quasi mezza della loro cara estinta. È stata sottoscritta mezza azione azione, pari a € 20. abbondante, pari a € 30, per La signora Giuseppina Boschian ricordare al Signore i defunti: La signora Flora Xalle ha e la figlia dottoressa Patrizia Anna Maria e Bruno. sottoscritto quasi mezza azione, Cumani hanno sottoscritto pari a € 20. un’azione, pari a € 50, in suffragio La signora Salvatorella ha del loro amatissimo Sergio. sottoscritto un’azione, pari a € 50, La signora Maria Gabriella Rampin per ricordare il suo caro marito ha sottoscritto quasi mezza Il figlio del defunto Enrico Lorenzo Bianchi. azione, pari a € 20. Zamberlan ha sottoscritto due azioni, pari a € 100, per onorare La signora Elsa Catella ha I figli della defunta Giovanna la memoria di suo padre. sottoscritto quasi mezza Tempra Quintarelli hanno azione, pari a € 20, in memoria sottoscritto tre azioni, pari a € I familiari del defunto Sergio di Carmen, Amelio, Emilia e 150, per onorare la memoria della Maccatrozzo hanno sottoscritto Umberto. loro cara madre. un’azione, pari a € 50, in ricordo del loro caro congiunto. La figlia della defunta Santina, Gli amici della famiglia in occasione del secondo Quintarelli: Giorgio e Michela, Sabato 6 aprile, una signora che Cesarina e Sandro, Caterina e ha chiesto l’anonimato, ha inteso anniversario della morte di sua Gianni, Laura e Andrea, Adinolfi e festeggiare il compleanno di don madre, ha sottoscritto un’azione, Bettiolo hanno sottoscritto quasi Armando, sottoscrivendo quattro pari a € 50, per onorarne la due azioni, pari a € 90, in segno azioni, pari a € 200. memoria. di cordoglio per la perdita della loro amica. La signora Natalina Michielon ha La signora Mariella Parisen ha sottoscritto quasi mezza azione, sottoscritto quasi mezza azione, La moglie e le due figlie del pari a € 20, per ricordare i defunti pari a € 20, in ricordo del marito defunto Mario Civellaro hanno della sua famiglia e quelli della Sergio, morto dieci anni fa e dei sottoscritto un’azione, pari a € 50, famiglia di suo marito Donaggio. defunti delle famiglie Parsen, per onorare la memoria del loro Dogà e Carlin. caro congiunto. È stata sottoscritta quasi mezza azione, pari a € 20, in suffragio I familiari del defunto Giancarlo I coniugi Luciana Mazzer e dei defunti: Carmela, Francesca, hanno sottoscritto un’azione, Sandro Merelli hanno sottoscritto Antonina, Damiano e Paolo. pari a € 50, per onorarne la cara sette azioni, pari a € 350, per memoria. festeggiare l’anniversario delle È stata sottoscritta quasi mezza loro nozze d’oro. azione, pari a € 20, in ricordo del I coniugi Gabriella ed Enrico defunto Mario Rossetto. Carnio hanno sottoscritto I familiari del defunto Mario un’azione, pari a € 50. Ruggeri hanno scelto di onorare È stata sottoscritta quasi mezza la memoria del loro congiunto azione, pari a € 20, per ricordare i È stata sottoscritta quasi mezza sottoscrivendo due azioni, pari a defunti: Ottavino, Maria, Umberto azione, pari a € 20, in ricordo di € 100. e Vittorina. Eligio ed Elisa. ANNO 15 - N° 25 / Domenica 23 giugno 2019 11
La storia dei Don Vecchi L'approdo agli Arzeroni di don Armando Trevisiol Per quanto riguarda il Don Vecchi Andrea Groppo, assieme a tutto anni. Aggiunse una piccola diaria di successivo, il quinto per intenderci, il Consiglio. Qualche curioso, che 25 euro al giorno per ogni residen- direi che il mio impegno direttoriale prendesse interesse a questa bella te al fine di aumentare il servizio. si è fermato alla individuazione del storia, potrebbe chiedere giusta- Allora don Gianni si rivolse, anche nuovo sito. Con Lanfranco Vianello, mente: "Come avete fatto a trovare su mio suggerimento, allo studio che a quel tempo era consigliere i soldi?" In merito a questa doman- quanto mai affermato dell'architetto della Fondazione Carpinetum, an- da credo di dover rispondere che Paolo Mar, il quale si avvalse di sua dammo all'Ufficio dell'Edilizia Pri- anche a questo proposito "ci mise figlia Giovanna, pure lei architetto, vata per avere indicazioni circa una un dito, ancora una volta, la Prov- con la collaborazione di due giovani superficie di proprietà comunale videnza". Credo dunque che sia op- professioniste, Francesca Cecchi ed perché il costo del terreno edifica- portuno e giusto che ve ne informi Anna Casaril. Insieme stilarono un bile a Mestre era veramente proi- sul come avvenne. L'assessore Remo piano volumetrico per tutta l'area e bitivo. Il funzionario ci indicò una Sernagiotto, che a quel tempo era a un progetto particolare per la nuo- superficie, in quel degli Arzeroni, capo delle Politiche sociali della Re- va struttura, una struttura partico- nella quale, ci disse, c'era perfino gione, un giorno venne a visitare il lare comprendente 65 alloggi, che un parcheggio pubblico attrezzato. Don Vecchi due e ne rimase quanto prevedeva l'autonomia dei residenti A questo punto entrò in campo don mai ammirato ed entusiasta. Tanto con angolo cottura, bagno e veran- Gianni Antoniazzi, il nuovo parroco da confidarci che stava perseguendo da, ma pure con la possibilità di una di Carpenedo e nuovo presidente un progetto a favore degli anziani assistenza infermieristica. La strut- della Fondazione Carpinetum. La si- proprio al limite dell'autosufficienza tura si rifaceva, tutto sommato, al tuazione catastale dell'area indicata e quindi bisognosi di avere qualche modello delle residenze sociosani- era davvero imbrogliatissima. Don supporto più consistente di quello tarie. Ne vennero fuori delle cellule Gianni, con grande perizia, riuscì più modesto che noi invece aveva- abitative tutte monolocali di 28,50 a trovare il bandolo della matas- mo deciso per i nostri residenti. In metri quadri di superficie abitabile. sa per avere prima la disponibilità quell'occasione, con nostra sorpre- In questa struttura sovrabbondano del terreno e, poi, l'autorizzazione sa, ci propose di fare noi una spe- gli spazi comunitari. L'inaugurazione a costruire, dato che pure quel ter- rimentazione del suo progetto. Noi ebbe luogo a metà maggio del 2014 reno era ad uso agricolo. A questo acconsentimmo con entusiasmo ed alla presenza dell'attuale patriarca punto le decisioni, pur rendendomi egli, per realizzarlo, ci offrì un mu- monsignor Francesco Moraglia. Il informato e compartecipe, furono tuo di due milioni e ottocentomila guaio di questa programmata spe- prese da don Gianni, dal geometra euro a tasso zero, estinguibile in 25 rimentazione fu che la Fondazione riempì la struttura di novantenni, evidentemente fragili e bisognosi di aiuto, mentre, nel frattempo, Serna- giotto aveva pensato bene di candi- darsi al Parlamento Europeo. I suoi successori si lavarono le mani, così la Fondazione si trovò una casa ri- empita di anziani "traballanti" senza che potessimo disporre della diaria promessa per assumere il personale necessario per l'assistenza. Fu gioco- forza necessario convocare le fami- glie, spiegare ciò che era accaduto e invitarle a farsi totalmente carico dell'assistenza. Pur con qualche mu- gugno dei parenti, si dovette arrivare a questa conclusione. (10/continua) Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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