PRODI, L'EMILIA, IL MONDO - Unibo
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L'INCHIESTA IL REPORTAGE FUMETTI Che fine fanno i rifiuti in plastica Ogni anno i bolognesi passano un Sotto le Torri che differenziamo? milione di ore al pronto soccorso le nuvole parlano ANNO 3 | 30 GENNAIO 2020 PRODI, L'EMILIA, IL MONDO Supplemento quindicinale di “InCronaca” – giornale del Master in Giornalismo di Bologna Quindici 1
10 SOMMARIO 4 Intervista a Romano Prodi «La sinistra cambi o arriva l'uomo forte» di Michele Mastandrea 10 Recuperare la plastica una missione (quasi) impossibile di Elisa Grossi 15 L'Emilia contro ogni previsione di Bruno Cosentino, Federico Gonzato e Francesco Mazzanti 17 Quello che le donne dicono 17 di Chiara Caravelli 20 Pronto soccorso, la rivoluzione non può più attendere di Giulia D'Argenio 23 College alla bolognese nascono i campus privati di Caterina Maggi 26 QUINDICI giorni 27 Sotto le torri le nuvole parlano di Giorgio Pirani 30 Il pallone è dei ricchi, si è sempre Saputo di Marco Alessandri 32 IL CARTELLONE DI QUINDICI Direttore Responsabile: Giampiero Moscato Edizione a cura di: Luciano Nigro Desk: Federico Gonzato ed Elisa Toma Rivista informativa: Quindici ©Copyright 2020 - Supplemento quindicinale di “InCronaca” Giornale del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna Pubblicazione registrata al Tribunale di Bologna in data 15/12/2016 numero 8446 Piazzetta Morandi, 2 - 40125 Bologna 27 Numero telefonico. 051 2091968 E-mail: red.incronaca@gmail.com Sito Web: www.incronaca.unibo.it In copertina: foto di Elisa Toma. A lato, dall'alto: foto di Gruppo Hera, foto di Carolina Cortesi, disegno di Lucio Filippucci Quindici 2
La foto di QUINDICI Bologna, 24 gennaio 2020. Oltre 300 persone si sono radunate per la manifestazione al Pilastro, in risposta alla "citofonata" di Matteo Salvini. GIULIA D'ARGENIO. Quindici 3
L'intervista di Michele Mastandrea «LA SINISTRA CAMBI O ARRIVA L'UOMO FORTE» H a ragione Zingaretti, il Pd deve cambiare. Tutti i partiti devono trasformarsi, in realtà, perché se non lo fanno crescerà il desiderio di autoritarismo». Romano Prodi continua a incalzare il centrosinistra a non adagiarsi sulla vittoria in Emilia-Romagna. In una lunga intervista collettiva al master di giornalismo di Bologna, il fondatore dell’Ulivo e del Pd, due volte presidente del Consiglio in Italia ed ex presidente della Commissione europea, parla delle elezioni lungo la via Emilia, degli errori di Salvini («con un candidato della società civile avrebbe vinto»), ma ammonisce a non trarre conseguenze sbagliate dal voto. Il Professore spazia su tanti temi: dal coronavirus («avrà conseguenze economiche significative nel breve periodo») al ruolo dei social network e alla Bologna culla di Grillo e delle Sardine, dall’identikit del futuro sindaco all'Italia («che ha bisogno di un successo per ritrovare fiducia»), dalla sua passione per la Virtus fino alla Libia e ai suoi rapporti personali con Gheddafi. E spiega perché non diventerà mai capo dello Stato.
Professor Prodi, la spallata di lontà popolare. Non ci può essere Salvini al governo non c’è stata, «Le sardine, democrazia, né possono esserci ma il centrodestra resta forte. partiti funzionanti, senza un dia- Non è presto per parlare di ri- come l'Ulivo e logo collettivo con la popolazione. partenza del centrosinistra? Se questi strumenti condizionano come i Cinque la vita, bisogna che i partiti si or- «Un'elezione regionale è solo ganizzino tenendone conto». un'elezione regionale, da sola non Stelle, sono nate cambia molto. Altro discorso è se Ritiene che Salvini abbia sba- coloro che hanno vinto e perso a Bologna. Da gliato strategia? mutano la loro strategia. È qui la riflessione da fare. Il Pd, che ha che cosa dipende? «Credo che la strategia di Salvini avuto questo momento di respiro, sia stata coerente con il suo obiet- dopo un lungo declino, ne saprà Forse dalla sua tivo, raggiungere Palazzo Chigi. trarre le conseguenze in modo da Perciò la candidata emiliana non riorganizzarsi? Se ciò non avvie- università» doveva esistere, lo scontro sul lo- ne, fra un mese siamo da capo. Se cale era strumentale. Lui ha segui- impara, comincia un gioco diver- to la sua strategia, ma siccome la so». strategia deve essere coerente con l'obiettivo, forse era l'obiettivo ad Le Sardine sono state decisive. essere sbagliato. Se Salvini avesse Dureranno? indicato un candidato che rap- presentava la società civile, forse «Non so rispondere. Io non le ho avrebbe vinto». fondate e mi dispiace. Piuttosto mi chiedo: perché sono nate a Cosa pensa dello slogan “libe- Bologna? Questa città merita una riamo l'Emilia-Romagna”? riflessione intellettuale. Anche l'Ulivo e i Cinque Stelle di Grillo «È stato un errore enorme, un sono nati qui. Da cosa dipende? boomerang. Non si attacca mai a Dalla sua grande università? O è fondo l'identità collettiva di una abbastanza grande perché vi cir- comunità. Magari alcuni suoi colino le nuove idee? Oppure è pezzi, non la sua visione di fondo. abbastanza piccola e le idee circo- «Salvini ha fatto L'elettore a quel punto risponde: lano più velocemente?». “Sono stato scemo io finora a far- un errore enorme. mi schiavizzare?”». E qual è la sua idea in proposito? Se attacchi Qual è il suo consiglio al go- «Da tre-quattro anni vedo un ar- vernatore eletto per il prossimo retramento della democrazia rap- l'identità di una mandato? presentativa in tutto il mondo, che si collega a un forte desiderio di autorità. C'è voglia di delega comunità, l'elettore «Andare avanti come ha fatto fi- nora. Lo sviluppo è il più eleva- verso l'alto. Il quadro è uguale dalle Filippine agli Stati Uniti. Nel risponde: sono to del paese, la disoccupazione è la più bassa, le tensioni sociali 2019, però, ci sono state un sac- co di rivolte popolari nel mondo, stato scemo a farmi sono diminuite... Ma non basta. È cambiato il mondo. Bonaccini Hong Kong, il Cile, i Gilet gialli, per esempio. Rivolte che hanno schiavizzare?» ha vinto lanciando un messaggio al partito, quello per cui “bisogna due elementi in comune. La pri- muoversi per vincere”. E allora bi- ma è che nessuna ha un capo. La sogna continuare a muoversi, va- seconda è che sono una risposta rando una giunta con personalità all’autoritarismo. Anche le Sardi- forte, di cui lui possa dire che non ne hanno caratteristiche simili». gliel'ha dettata il partito». Quanto hanno contato i social Quale, secondo lei, il profilo ide- networks in questa campagna ale del sindaco che nel 2021 so- elettorale? stituirà Merola? «Tantissimo. Ritengo che questa «Bologna è piccola, non è una sia una grande sfida per i partiti, grande metropoli. La città ha bi- che dovranno capire come ade- sogno in questo momento di pro- guarsi a questi mezzi, ormai de- cessi di modernizzazione ed in- cisivi nella formazione della vo- ternazionalizzazione molto forti. Quindici 5
squadre venute dal basso, dall’a- La ricerca di una vocazione parti- colare è indispensabile. Abbiamo «Il successore nima della gente. Da nessun’altra parte in Italia c’è la cultura del l'università, ma anche una fortis- sima industria di beni strumenta- di Merola? basket che c’è a Bologna». li. Partirei da qui per poi andare ad affrontare i temi fondamentali. Il prossimo Lei è d’accordo sul concedere maggiore autonomia alle Regio- In particolare, il problema abitati- vo». sindaco deve ni? Lei ha più volte dichiarato di modernizzare «Discorso complesso. In alcuni non essere interessato al ruolo settori importanti dev'esser con- di presidente della Repubblica. la città e darle cessa. In altri no. La frammenta- Quale ritiene potrebbe essere la zione del marketing turistico su figura più adeguata a sostituire una dimensione base locale che vedo all'estero, per Mattarella alla fine del suo man- esempio, è un suicidio. Ritengo dato? internazionale» che la tanto criticata esperienza della sanità regionale funzioni, «Quando è stato eletto Mattarel- anche se solo in parti del paese. la, ho detto “questo mi piace”! Lo Invece, bisogna andare molto ada- conosco da tempo, è uno che ha gio con le autonomie fiscali. Non la Costituzione nella testa e nel si può dividere il paese. L’Italia ha cuore, oltre che grande capacità bisogno di un successo, deve tor- di sorvegliare e guidare insieme nare a vincere. Tutta insieme». la vita politica di un Paese. È così credibile perché, in caso di crisi, Il ministro dello sviluppo eco- è in grado di essere l'arbitro che nomico Patuanelli ha parlato in unisce il Paese». passato di un eventuale "nuo- vo-Iri" per affrontare le future Quanto l'ha segnata sul piano grandi crisi aziendali. personale la vicenda dei 101? «Un nuovo Iri è semplicemente «Per nulla. Nonostante questo, impossibile, e neppure desidera- sono consapevole di essere ogget- bile. Da qui a dire che lo Stato non to di divisioni. Una figura contro- «Io capo dello serve in economia c'è però una versa, che non può diventare Pre- differenza enorme. Lo Stato Fran- sidente della Repubblica». Stato? Non lo sarò cese lavora per l'economia del suo paese in un modo straordinario. Alcuni giornali la prendono mai. Il problema Se tutti gli stati si astenessero spesso di mira. dall'intervenire, potremmo farlo non sono i 101, anche noi, ma i francesi hanno «Perché mi sono ritirato in tem- comprato tanto in Italia, hanno po. Quando sono stato sfiduciato il Presidente banche, moda, grande distribu- zione... Non è successo il contra- in Parlamento non ho brontolato, in seguito ho passato anni mol- deve unire e io rio». to belli, ho insegnato in Usa e in Cina. Dei ragazzi cinesi ricordo sono oggetto di Qual è il suo giudizio sull'opera- to del governo su dossier come l’incredibile determinazione, la voglia di avere successo. Uno dei divisioni» Ilva e Alitalia? miei studenti voleva diventare le- ader in un settore industriale stra- «Oggi non so cosa stia succeden- no, autolettighe speciali se non do. Quando ero al governo ave- sbaglio. Bene, lo è diventato! Ad vo un'idea precisa: avevo cerca- ogni modo, ora sto molto bene a to un accordo con la Merkel e la Bologna». Lufthansa, ma il consiglio di sor- veglianza dell'azienda lo bocciò. Dove è anche tornato lo scontro Trattai dunque con Air France. La di basket tra Virtus e Fortitudo. Francia ci stava, ma siccome tutte Chi rappresenta meglio la città? le previsioni elettorali mi davano per sconfitto, l'ad Spinetta chiese «Io sono virtussino, quindi non anche l'ok di Berlusconi, che mi posso rispondere oggettivamente. disse di sì e poi mandò tutto a sca- La rivalità è diventata utile alla po- tafascio». polarità. Posso dire che sono due Come interpreta l’annuncio di Quindici 6
Un momento dell'intervista nella sala riunioni del complesso di Santa Cristina Zingaretti di voler sciogliere il lega diventa indispensabile, e il Pd e lanciare un nuovo parti- vuoto qualcuno lo riempirà». to? Un progetto di evoluzione o l’ammissione di un fallimento? Quindi concorda con le parole di Graziano Delrio, per cui il parti- «C'è un'insufficienza dell'attuale to non va sciolto ma rinnovato? organizzazione dei partiti. Tutti dovrebbero ammetterlo come ha «Certo. Ci vuole una nuova clas- «Il Pd è inutile fatto Zingaretti, e non solo davan- ti ad una sconfitta ad o una vitto- se dirigente, che va formata però non prendendo premi Nobel o aprirlo dall'alto, ria. I partiti devono trasformarsi, altrimenti si va nella direzione di professori». non è una scatola una delega verso l'alto. La demo- crazia è faticosa». Lei ha dichiarato che c’è la neces- sità di aprire il Pd. Come? di sardine. Chiami La sinistra è accusata di aver «Credo sia inutile aprirlo dall’al- i non iscritti e le perso il contatto con la realtà. Secondo lei, quali caratteristiche to, il partito non è una scatola di sardine! Ci vuole una conferen- intelligenze del dovrebbe ritrovare la sinistra italiana per essere nuovamente za, una nuova assise, per aprire ai non iscritti, all'intelligenza collet- paese» credibile nei suoi valori e obiet- tiva del paese. Poi bisogna smet- tivi? terla con il partito delle tessere. Uno deve contare a seconda dei «Non solo la sinistra, tutti. Avevo voti che ha preso, non delle tesse- detto che nel Pd si parlano in dieci, re che ha portato. Inoltre, affiderei ma in realtà sono meno. La Lega la direzione del partito ai venti se- ha un ventriloquo. I partiti hanno gretari regionali». perso il contatto con la gente, si è perso ciò che c'era prima, i corpi L'Europa di oggi assomiglia in sociali intermedi. Tutto questo qualcosa a ciò che sognava sa- oggi è sostituito dai nuovi media, rebbe diventata? con cui i partiti non dialogano. Il Pd dovrebbe essere il più adatto, «Per nulla. Ai tempi ho contri- per la sua storia, ad una sfida del buito a prendere delle decisioni, genere. Eppure io stesso ho con- che oggi sono molto controverse. statato che questo dialogo non c'è L'euro, l'allargamento... Eravamo più. Se non lo si riprende, la de- tutti d'accordo e contenti. Lo stop Quindici 7
del 2005 alla Costituzione euro- mia in Cina possa avere riper- pea bloccò tutto. Il potere è pas- «La sinistra è in cussioni sull'economia mondia- sato dalla Commissione al Consi- le? glio. L'Europa che doveva essere profonda crisi in unione di minoranze è diventata «Mi ha colpito il fatto che sia in- unione di maggioranze. Da allora tutto il mondo. tervenuto direttamente Xi Jin- molte decisioni sono state prese, ping, vuol dire che la situazione è ma tutte in chiave minore. Biso- Ha bisogno di un davvero grave. Pechino ha reagito gna invece affrontare grandi pro- con grande forza, meglio rispetto blemi, come l'immigrazione e la progetto, ma se è a quanto fece con la Sars. Det- grande riconversione economica to ciò, è davvero incredibile che verde. Certo che se vi si investe troppo radicale, tutto ciò sia avvenuto durante il solo l'1% del Pil...». Capodanno Cinese, il periodo in alla Corbyn, cui chiude tutto e tutti viaggiano Negli ultimi anni la sinistra è in a trovare i propri cari. Non so se crisi un po' ovunque. Cosa do- perde» sarà così anche nel lungo periodo, vrebbe fare su scala internazio- ma sul breve il virus sta avendo nale per riguadagnare elettori? sicuramente gravi effetti. Basti pensare a cosa può significare per «Serve un programma organico, il commercio mondiale la sospen- senza un ritorno al passato, con sione dei voli, già attuata da alcu- nazionalizzazioni ad esempio, ma ne compagnie». mettendo l'accento sulla redistri- buzione, contro le diseguaglianze. Perché c'è così distanza tra i gio- D'altro canto bisogna offrire pro- vani italiani e l'Europa oggi? grammi credibili per il futuro. In molti luoghi all'interno dei partiti «L'Unione Europea deve ricomin- di sinistra sono prevalse opzio- ciare a fare politica. Se ci fosse ni troppo radicali, alla Corbyn o stata una politica seria sul tema Sanders, che non coincidono con immigrazione, molti problemi di gli elettorati e quindi perdono. La consenso sarebbero stati evitati. cosa però non riguarda solo la si- In passato sono stati fatti impor- nistra. Il problema dell'efficienza tanti progetti come Erasmus. Avrà delle democrazie rappresentative «Del coronavirus fatto più bambini che premi No- è forte. Quando ero a colloquio bel, ma ha avuto enorme rilievo. con i cinesi durante qualche bila- mi ha colpito Ai tempi proposi di estendere il terale, lo scambio iniziava sempre progetto anche ai non universi- con il primo ministro che ricorda- l'intervento diretto tari, sarebbe stato importante per va come la Cina fosse un paese in un perito fare esperienza in Fran- via di sviluppo, per cui la demo- del presidente cia o Germania... Ma non se ne crazia occidentale era un obietti- fece nulla». vo. Oggi Xi dice che è la Cina il punto di riferimento. E ormai lo cinese Xi Jinping, Il governo Renzi approvò una scontro è tra Usa e Cina, l'Europa sta a guardare». vuol dire che legge che offriva benefici fiscali ai giovani di rientro dall’estero. Manca un pensiero forte a sini- la situazione è Si può fare di più? stra? davvero grave» «Le agevolazioni fiscali aiutano, ma non sono decisive. È il pro- «Non solo quello. C’è anche un gresso che attira i giovani. Serve problema di mentalità collettiva maggiore sicurezza sul lavoro, bi- su alcuni temi. Ormai da tutte le sogna dare un orizzonte ai giova- parti non si dice altro che “taglie- ni. Per assurdo, il discorso non è remo le tasse”. Io persi un vantag- neanche relativo al solo stipendio. gio di sette punti contro Berlusco- Contano la prospettiva, la pro- ni solo perché il leader di Forza messa di una minore precarietà, Italia, a “Porta a Porta”, propose oltre agli incentivi fiscali». di togliere l’Ici sulla prima casa. Solo perché propose “meno tasse”. Cosa dovrebbe fare il governo E anche perché Vespa, contraria- italiano rispetto alla situazione mente agli accordi, fece parlare lui in Libia? per ultimo». «Non capisco perché l'Italia per- Crede che lo scoppio dell'epide- ché abbia fatto la guerra contro sé Quindici 8
stessa. Si doveva mettere tutti in- pre più uomini politici che non torno a un tavolo, ma gli interessi hanno le capacità necessarie per svolgere il loro lavoro? internazionali l'hanno impedito. E così l'Europa, numero uno dell'e- «Con Craxi ho conomia mondiale, maggiore po- tenza industriale del mondo fino «È il processo di selezione che manca. E poi la politica è anche avuto tensioni a dopodomani, a pochi chilometri mestiere. Ho fatto decine di notti dalla Sicilia non conta nulla». insonni a studiare dossier, a con- terribili ai tempi frontarmi. Fare l’amministratore Si parlò di un suo ruolo come locale o il sindacalista sono pas- dell'Iri. Aveva mediatore nel conflitto. saggi indispensabili. Una delle cose che più mi ha colpito è l’al- enormi capacità «Ho conosciuto bene Gheddafi, lontanamento che si è prodotto ho trattato con lui. Era un ditta- tra opinione pubblica e politici. ma anche una tore, senza rispetto per i diritti Essere stato un politico oggi è un umani. Ma sapevo che dopo di titolo di demerito. Ci sono per- grande durezza lui sarebbe stato il caos. La Libia sone che dopo una legislatura in è paese di tribù, nel senso di po- Parlamento non riescono a trova- personale» teri locali. Poi cominciò quella re un impiego. E con queste va- sciagurata guerra, causata dalla riazioni nei rapporti di forza tra totale ignoranza franco-britanni- partiti che ci sono oggi, non è det- ca del contesto. Prima della morte to che uno verrà rieletto. Questo di Gheddafi, venticinque ex capi incide molto sul modo con cui si di stato africani scrissero al se- fa politica». gretario dell'Onu, raccomandan- do me come mediatore in Libia. Che ricordo ha di Bettino Craxi, Non successe nulla. Quattro anni nei giorni in cui esce il film sulle fa i capi tribù mi chiesero di nuo- ultime fasi della sua vita? vo di mediare. Andai da Renzi a proporre questa cosa, mi disse di «Ho difficoltà a rispondere. Ho no. “Tu dovrai fare il segretario avuto tensioni terribili con Craxi, dell'Onu, piuttosto”, rispose. Ma ai tempi dell'Iri ad esempio, an- quel punto perché non il papa che se ne ammiravo alcuni aspet- pensai?». ti come la rapidità di decidere. Aveva grandi capacità ma anche Di recente ha dichiarato che fino una grande durezza personale. a poco tempo fa si inseguiva Va detto che la vita è una cosa solo la novità, adesso si inizia a strana. Tuttora la figlia mi attacca valutare l’esperienza. Perché ne- duramente, mentre col figlio vado gli ultimi anni ci sono stati sem- d'accordo come fossi un fratello». Romano Prodi insieme agli studenti del Master Quindici 9
L'inchiesta (FOTO) di Elisa Grossi RECUPERARE LA PLASTICA UNA MISSIONE (QUASI) IMPOSSIBILE C he fine fanno i rifiuti che separiamo? Secondo Arpae, in un anno nella provincia di Bologna si raccolgono 27mila tonnellate di plastica differenziata: la media regionale è di 30 kg per abitante. Abbiamo seguito il percorso dei camion di Hera tra aziende che selezionano piatti usa-e-getta e recuperano bottiglie in pet, tra macchine gigantesche che macinano gli scarti o li riducono in piccoli granuli. Risultato? Due terzi della plastica dei sacchi gialli o dei cassonetti finisce al termovalorizzatore o in discarica. Solo un terzo si avvia a un costoso riciclo Quindici 10
L Come in una ettori ottici che scelgono turni giornalieri da otto ore. Gli e separano i diversi scarti corrono lungo i nastri tra- tipi di plastica, grandi mulini che triturano sportatori e gli operai ne fanno una prima divisione. Sulla linea di catena di gli scarti riducendoli in pezzetti di diversa forma e colore, selezione della plastica operano il vaglio rotante, un enorme cilindro montaggio, macchinari che rifondono il materiale selezionato, ottenendo dotato di fori che divide i rifiuti per dimensione, e il vaglio balisti- sui rifiuti in piccoli granuli omogenei per co che, con un movimento “a pe- forma e colore. Come in una dale”, li divide per forma. Tramite plastica operano catena di montaggio, sui rifiuti nastri trasportatori il materiale in plastica operano diverse arriva ai tre lettori ottici, che in- diverse aziende aziende specializzate di volta dividuano le porzioni da recupe- in volta nella selezione e nel recupero, nella macinazione e rare. Il rifiuto selezionato viene infine compresso in balle pronte specializzate nella rigenerazione. Abbiamo seguito il percorso delle bottiglie per la spedizione. «Qui facciamo una ripulitura del materiale – pre- nella selezione d’acqua e dei piatti monouso che i bolognesi lasciano nel sacchetto cisa Daniele Ceccantini, respon- sabile dello stabilimento – prima e nel recupero, giallo o nel cassonetto di Hera, per capire dove vanno a finire i 30 dei centri di seconda selezione del Corepla, il consorzio recupero nella kg di plastica che ognuno di noi separa in un anno e che formano plastica. Sui materiali provenienti dalla raccolta differenziata urbana macinazione le 27mila tonnellate raccolte nella provincia di Bologna, secondo abbiamo una percentuale di re- cupero del 70%. Lo scarto viene e nella l’agenzia Arpae. Un viaggio che ci porterà a scoprire qualcosa di inviato in gran parte al termova- lorizzatore qui vicino oppure in rigenerazione inatteso: solo una piccola parte discarica, mentre la plastica esce di ciò che noi differenziamo può da qui ancora come rifiuto». essere effettivamente riciclato. In altre parole, quasi un terzo dei La prima tappa del nostro viag- 30 kg raccolti per abitante fini- gio è a Granarolo dell’Emilia, in sce subito in fumo e si trasforma uno dei due impianti di selezione in energia. E i restanti 20 kg? Se- e recupero di Hera nei quali fi- condo la ricostruzione della filie- nisce la plastica differenziata dai ra eseguita da Hera finiscono nei bolognesi (l’altro è a Voltana di centri di seconda selezione e suc- Lugo, in Romagna). Nell’impian- cessivamente di recupero stabiliti to di Herambiente a Granarolo la dal Corepla: in questi passaggi, il selezione dei rifiuti è prevalente- 49% del rifiuto (10 kg) viene rici- mente automatizzata, ma prevede clato e il 51% (altri 10 kg) viene anche alcuni passaggi manuali. definitivamente scartato e utiliz- Qui lavorano 55 persone su tre zato per il recupero energetico nei I nastri trasportatori nell'impianto di Herambiente a Granarolo (Gruppo Hera) Quindici 11
termovalorizzatori. Questo mate- Fontana racconta che la Starpla- «Tanto materiale riale non è riciclabile per varie ra- stick ha risentito della decisione gioni, principalmente la presenza della Cina di non importare più andava in di additivi nei prodotti plastici e la rifiuti in plastica all’inizio del compresenza di diversi polimeri 2018. «Tanto materiale andava in Cina, quindi all’interno dello stesso prodotto. Cina, quindi abbiamo avuto ini- Hera indica che la plastica prove- zialmente un crollo delle vendite abbiamo avuto niente dalla raccolta differenziata e dei prezzi. Lo sbocco principale urbana nella provincia di Bologna è rimasto il mercato della Turchia. inizialmente viene recuperata da 14 aziende, La nostra strategia è stata cerca- sparse in tutta Italia. re nuovi mercati, come Vietnam, un crollo delle Tra queste 14 c’è la Starplastick di Parma, la seconda tappa del no- Malesia, Thailandia, cambiare gamma di prodotti e adattare i vendite e dei stro viaggio. Varcando il cancello dell’azienda, si entra nell’ampia prezzi all’abbassamento drastico che c’è stato». prezzi» area di stoccaggio, dove sacchi di materiale sono disposti ordi- Il calo dei prezzi sul mercato è stato rilevato anche da Stefano natamente uno accanto all’altro. Saltarelli, titolare dell’omonima In Starplastick arrivano rifiuti sia azienda di Crevalcore. Siamo alla di provenienza industriale che terza fermata del nostro viaggio. post-consumo. L’azienda, fondata «Specialmente negli ultimi due nel 2014, conta 38 dipendenti e ha anni, dopo che la Cina ha smes- un fatturato di cinque milioni e so di importare rifiuti – osserva mezzo di euro. La Staplastick ospi- l’imprenditore – c’è troppo ma- ta un impianto di selezione dedi- teriale da gestire. L’offerta è mag- cato al polietilene a bassa densità giore della domanda e quindi (comunemente detto “film”) e sono calati i prezzi». La Saltarelli un reparto di macinazione per le conta cinque dipendenti e ha un plastiche rigide. «Nel primo im- fatturato che si attesta sui due pianto il materiale – spiega Letizia milioni di euro. L’azienda, che si Fontana, responsabile dello sta- occupa di recupero della plasti- bilimento – entra come rifiuto ed ca da circa trent’anni, tratta quasi esce come rifiuto. I nostri clienti esclusivamente scarti industriali, sono aziende che producono gra- provenienti dall'Emilia-Romagna nuli. Vendiamo in Italia, in paesi e regioni limitrofe. «Acquistiamo europei come Croazia e Unghe- da aziende che stampano materie ria, inoltre in Malesia, Thailandia plastiche – spiega il titolare – re- e Turchia. Nel secondo reparto, cuperando tantissimi tipi di pla- la linea di macinazione principa- stica, che entrano qui come rifiuti le è destinata alla triturazione di ed escono come materie prime polipropilene e polietilene ad alta secondarie». Intanto appoggia densità. Con questo processo, il sulla scrivania tre piccole scatole rifiuto diventa una materia prima trasparenti, due ai lati contenenti secondaria, che viene rivenduta pezzetti di plastica di varie forme, direttamente al produttore finale colori e dimensioni, e la terza, al (cassette della frutta, bancali, sec- centro, con minuscole sfere di chi, fusti, tubi…). In questo caso plastica tutte bianche. Le scatole il mercato è tendenzialmente ita- ai lati contengono materiale ma- liano». cinato, quella al centro materiale Scarti in plastica macinati (ai lati) e rigenerati (al centro) L'impianto di macinazione della Saltarelli di Crevalcore Quindici 12
Il reparto di macinazione della Starplastick di Parma Un estrusore della Gefe.Polymers di Toscanella di Dozza rigenerato. «In sede facciamo la de italiane ed europee. «I granuli macinazione, cioè la riduzione di vengono poi venduti a produttori volume – continua – poi abbiamo di manufatti di materie plastiche o collaboratori che eseguono la tra- a distributori – continua Ambol- filatura, con cui si ottiene il mate- di – e sono destinati a essere fusi riale rigenerato». Saltarelli mostra ulteriormente per realizzare nuo- infine l’impianto di macinazione: vi prodotti in diversi settori, prin- «Il materiale viene diviso, messo cipalmente automotive, ma anche su un nastro trasportatore, ma- arredamento, elettrodomestici e cinato nel mulino, aspirato e in- altri. Le caratteristiche meccani- fine insaccato. Vendiamo i nostri che del materiale rigenerato sono prodotti agli stessi stampatori di ridotte della metà, per cui la sua materie plastiche, che ce li richie- percentuale di utilizzo rispetto dono macinati o anche rigenerati, alla materia prima nel prodotto oppure alle aziende che si occupa- finale dipende dal tipo di appli- no della rigenerazione». cazione, ma può arrivare anche al Questo processo costituisce l’at- 100%. Ad esempio, per i compo- tività della Gefe.Polymers di nenti sotto cofano delle auto ven- Toscanella di Dozza. L’azienda, gono utilizzate quasi esclusiva- fondata nel 2012, è specializzata mente materie prime secondarie nella produzione di poliammidi perché per questi pezzi non sono derivate da scarti industriali tes- richieste particolari caratteristi- sili (ad esempio calze da donna, reti da pesca, tappeti, moquette). che meccaniche né estetiche». Al quarto passaggio del nostro Al quarto La Gefe.Polymers impiega una trentina di persone tra dipenden- viaggio abbiamo ancora a che fare con granuli di plastica destinati a passaggio del ti e lavoratori interinali e ha un fatturato di sei milioni e mezzo diventare componenti sotto cofa- no delle auto, asciugacapelli, gam- nostro viaggio di euro. «A noi arriva il materiale già selezionato e lavato. Tramite be per sedie girevoli da ufficio. Altre aziende sono specializzate abbiamo ancora la rigenerazione – spiega Mauro Amboldi, responsabile dell’assi- nel riciclo della plastica per uso alimentare, mentre stoviglie e po- a che fare con stenza tecnica – questo materiale viene valorizzato, ad esempio ad- sate monouso sono prodotti de- stinati a diventare fuorilegge in granuli in ditivandolo e mettendo delle ca- riche rinforzanti. La lavorazione Europa a partire dal 2021, quelli su cui si è scatenata una enorme plastica destinati vera e propria è l’estrusione, cioè una rifusione del materiale pla- polemica attorno alla cosiddet- ta plastic tax. Una questione che a diventare stico il cui risultato sono dei gra- nuli omogenei in forma e colore». tratteremo nei prossimi numeri del Quindici. Già ora, però, appa- componenti sotto Amboldi accompagna il racconto re chiaro che il processo di recu- mostrando una manciata di pic- pero e poi di riciclo della plastica cofano delle auto, coli granuli neri. è particolarmente complesso, so- I fornitori della Gefe.Polymers prattutto nel caso della raccolta asciugacapelli, sono aziende italiane specializzate differenziata urbana, dove i diver- nell’acquisto e recupero di scarti industriali tessili, provenienti da si tipi di plastica sono mischiati tra loro. Per questo materiale, la gambe per sedie tutta Europa e anche dagli Stati Uniti, mentre i clienti sono azien- strada verso l’economia circolare è quindi ancora all’inizio. girevoli da ufficio Quindici 13
LA PAROLA ALL'ESPERTO «Riciclare la plastica? Una follia, senza nuove tecnologie» Intervista ad Alberto Bellini, docente di Ingegneria e coordinatore del programma europeo eCircular «Il riciclo della plastica, in termini ingegneristici, è una follia». È un’af- fermazione forte quella del professor Alberto Bellini, docente al Diparti- mento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione “Gugliel- mo Marconi” dell’Università di Bologna. Il professore coordina il programma eCircular, che studia l’utilizzo di tec- nologie digitali per ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti plastici e quin- di ridurre la produzione di rifiuti. Il progetto nasce dalla collaborazione con Climate-KIC, la comunità europea che si occupa dei cambiamenti climatici e che connette istituzioni, università e aziende. Il finanziamento, del valore di oltre sei milioni di euro, proviene dall’Eit (European Insti- tute of Innovation and Technology). Il progetto, partito nel 2018, avrà una durata di tre anni e può contare su un gruppo di lavoro costituito da cinque partner in tutta Europa: oltre all’Università di Bologna, che fa da capofila, gli altri partner sono Wuppertal Institute (Germania), Lund University (Svezia), Montanuniversitaet Leoben (Austria) ed Ecomatters (Olanda). Professore, come mai è così difficile riciclare la plastica? «Riciclare la plastica è praticamente impossibile. Questo è dovuto alla presenza di additivi all’interno dei pro- dotti in plastica, ad esempio i ritardanti di fiamma, che spesso sono pericolosi e impediscono il riciclo. Inoltre, il riciclo porta a ottenere materiali meno pregiati rispetto a quelli originali. Infine, i materiali plastici sono com- posti da diversi polimeri che quasi sempre nei prodotti finali sono mischiati: è il caso, ad esempio, del Tetra Pak». E non si possono dividere? «La separazione di questi materiali non è ovviamente impossibile, ma ha un costo spesso superiore al valore del materiale recuperato. Facendo il massimo, si può riciclare il 30% dei materiali messi a consumo, il resto va a incenerimento». Qual è allora la soluzione per ovviare al problema dei rifiuti in plastica? «Non è sufficiente raccogliere in forma differenziata i rifiuti plastici, ma occorre ridurre l’uso della plastica laddove è sprecata. Il progetto eCircular nasce dalla consapevolezza che la gestione dei rifiuti ha un forte im- patto sulle emissioni che producono un effetto sul clima. Tra i materiali che hanno la più elevata intensità di emissioni per unità di peso (acciaio, alluminio, cemento, plastica), abbiamo deciso di occuparci della plastica anche per il suo impatto emotivo: in questo momento è un argomento prioritario per l’opinione pubblica. Inoltre, abbiamo scelto un tema poco toccato nell’ambito della ricerca sui materiali e sulla plastica in partico- lare: la digitalizzazione. Il nostro progetto, detto in uno slogan, si occupa di tecnologie digitali per la plastica». Cosa c’entrano le tecnologie digitali con la plastica? «Le tecnologie digitali possono avere diversi impatti. Il primo scopo è quello diretto: utilizzare la digitalizzazione per la dematerializzazione. Ad esempio, oggi lo streaming ha praticamente annullato l’uso dei supporti plastici per la distribuzione di multimedia. Il secondo livello invece prevede l’utilizzo delle tecnologie digitali per tracciare i prodotti plastici, quindi per identificare dove sono nella catena del valore, quando e come possono essere sostituiti». E lei vorrebbe “pedinare” le bottiglie in pet? «Idealmente, con un sistema digitale che permette di conoscere la richiesta di prodotti plastici, si può pro- durre esattamente quello che serve senza andare in sovraproduzione. In secondo luogo, sapendo dove si trovano i prodotti plastici nel mondo istante per istante, ad esempio con l’utilizzo di una mappa georeferen- ziata, è molto più facile evitarne la dispersione nell’ambiente, perché un controllo di questo tipo favorisce la responsabilità degli utenti. I prodotti possono essere tracciati attraverso un bar code oppure con una tecnolo- gia più complessa, marchiando il polimero a livello micrometrico. È il cosiddetto plastic Dna, una firma che rimane sempre sul prodotto».
Politica Alle elezioni regionali Bonaccini ha vinto con un margine inaspettato L’Emilia contro ogni previsione di Bruno Cosentino, Federico Gonzato e Francesco Mazzanti Le urne smentiscono ancora una volta i sondaggi. Complice il voto disgiunto, il presidente della Regione ha staccato ampiamente l’avversaria leghista. Il racconto per numeri della campagna elettorale Un sondaggio ogni tre giorni solo nel mese di no- attacca su Facebook il presidente uscente riferendosi vembre. Un tam-tam di previsioni, dati e percentuali a Borgonzoni. Il divario tra i due si allarga quando condensati in tre mesi di scontro politico. Doveva viene chiesto agli intervistati di giudicare “serietà e essere un testa a testa, ma Stefano Bonaccini ha pre- onestà, preparazione e conoscenza” dei candidati. Il valso ampiamente su Lucia Borgonzoni, smentendo 53% si fida di Bonaccini, solo il 24% di Borgonzoni. le statistiche. Il risultato è netto: 51,42% a 43,63% a Anche chi vota Lega, sembrano dire i sondaggi, du- favore del presidente uscente. Gioco, partita, incon- bita della candidata bolognese. tro. Ma riavvolgiamo il nastro. Il 7 novembre Il Fat- In meno di due settimane lo scenario sembra però to quotidiano e il Resto del Carlino pubblicano un cambiare. Il 14 novembre la Lega lancia la sua cam- sondaggio di Emg-Acqua Group. È una delle prime pagna elettorale al PalaDozza, ma le risponde un rilevazioni sul voto emiliano-romagnolo. Bonaccini nuovo soggetto politico: le Sardine. E Bonaccini ne viene dato al 45,5%, mentre Borgonzoni al 44%. Si intuisce il potenziale: «Abbiamo valori comuni», di- parla subito di scontro all’ultimo voto. Il tutto nella chiara al Corriere di Bologna. «È un disegno del Pd», regione “rossa” per eccellenza, una novità assoluta. ribatte Borgonzoni. A Cartabianca, su Rai3, il 19 no- «Se il centrodestra vincesse in Emilia, ci sarebbe uno vembre il primo faccia a faccia tra i due. Il sondaggio scossone fortissimo» dichiara Borgonzoni al diretto- Ixè, pubblicato nel corso della trasmissione, dà Bo- re di Qn – il Resto del Carlino Michele Brambilla. Il naccini al 40% mentre Borgonzoni al 29,2%. Più di Movimento 5 Stelle è lontano dai due principali con- dieci punti di distacco, con la candidata leghista fuo- tendenti, con appena il 7% delle preferenze. La cam- rigioco. Nello stesso giorno però accade qualcosa di pagna si anima. «Parla sempre Salvini al posto suo», sorprendente. Un altro sondaggio, condotto da Swg, Quindici 15
ribalta le previsioni di Ixè. Per la prima volta, Lucia tynews, editore di BolognaToday, pubblica i nuovi Borgonzoni supera Bonaccini. La candidata del cen- dati di Demopolis. In questo caso il campione è più trodestra è data tra il 43% e il 47% mentre il presi- ampio: 4.008 le persone intervistate. Di queste, dato dente uscente tra il 41% e il 45%. In media, 45% a importante, il 25% si considera indeciso e non viene 43%, due punti di vantaggio. I partiti però rimango- incluso nel calcolo finale. Le previsioni su Bonacci- no alla pari. Secondo Ixè, i democratici vengono dati ni e Borgonzoni non cambiano rispetto al sondaggio al 31,6% e la Lega li tallona al 30,9%. Il Movimento precedente: 46% per il candidato di centrosinistra 5 Stelle, ancora indeciso se presentarsi alle elezioni, è contro il 44% della leghista. Con Benini in leggera dato al 10%. Col senno di poi, una stima decisamente crescita, dato al 7%. ottimista. La campagna elettorale entra nel vivo. Dopo aver at- Il 25 novembre un altro sondaggio. Questa volta è taccato la tassa sulla plastica e quella sullo zucche- Quarta Repubblica, trasmissione di Rete 4, a pubbli- ro, Borgonzoni annuncia: «Prima liberiamo l’Emi- care le previsioni di Tecnè. Come nei casi precedenti, lia-Romagna, poi liberiamo l’Italia». Tre giorni dopo il campione preso in esame è di mille persone. Bo- la risposta di Bonaccini: «Per fortuna siamo liberi dai naccini e Borgonzoni sono entrambi al 45%. Parità nazifascisti da 74 anni. E io che pensavo di dovermi assoluta, palla al centro. Ma c’è una novità: dopo la confrontare su sanità, lavoro, scuola, ambiente, cul- votazione sulla piattaforma Rousseau i grillini de- tura». cidono di scendere in campo. Non specificano però L’ultimo sondaggio prima delle elezioni viene pubbli- se da soli o a sostegno di Bonaccini. In quest’ultima cato il 9 gennaio dal Tg La7. Per legge infatti, come ipotesi, il candidato del centrosinistra sarebbe in previsto dall’Autorità per le garanzie nelle comunica- vantaggio: 50,5% contro il 47,5% di Borgonzoni. Al zioni (Agcom), è vietata la diffusione di sondaggi a di là dei numeri, i due continuano a sfidarsi sui temi. partire da quindici giorni prima di un’elezione. An- La leghista attacca la Regione sulla sanità. Mentre che i dati di Swg non presentano sorprese sui can- Bonaccini difende la qualità dell’Emilia-Romagna didati: 47% Bonaccini, 45% Borgonzoni. Discorso in questo settore e rilancia: «Il 7 dicembre tutti in diverso per i partiti: il Pd, al 25%, è in netto svantag- Piazza Maggiore, a Bologna. Non contro qualcuno, gio rispetto alla Lega, data al 31%. Se la percentuale ma per l’Emilia-Romagna». «Gli uomini e le donne del Carroccio verrà confermata dalle urne, quella del del Pd – accusa Borgonzoni – non hanno niente da Pd no. Il partito democratico risulterà il più votato dire sulle offese che ricevo in quanto donna?». La in regione, sfiorando il 35% delle preferenze. Dieci campagna elettorale è più accesa che mai. Bonaccini punti in più rispetto alle statistiche pre-voto. Le quali risponde alla leghista: «Non mi considero migliore, si sbaglieranno anche sulle percentuali finali dei due ma piuttosto diverso. Da me non riceverai mai un principali candidati. attacco personale». Cinque giorni dopo, il 12 dicem- Domenica notte, le prime proiezioni Rai realizzate bre, è la volta di un’altra rilevazione. La trasmissione dall’istituto Noto recitano: Bonaccini 47-51%, Bor- di Rai 3 Agorà diffonde i risultati di un sondaggio gonzoni 44-48%. Calcolando la media, Bonaccini di Emg-Acqua Group. I due candidati sono quasi in sarebbe avanti di 3 punti. Pochi minuti dopo, Mara- parità: lieve il vantaggio per Bonaccini (46,5%) su tona Mentana diffonde la prima proiezione di Swg. È Borgonzoni (44%). Il nome del futuro candidato 5 la prima fotografia di quello che sarà poi il distacco Stelle, il forlivese Simone Benini, non c’è ancora. E reale tra i due candidati, il margine di vantaggio sale il Movimento viene dato al 5,5%. In serata, il candi- all’8%, smentendo mesi di aspettative. Il giorno dopo dato grillino dichiara: «Saremo le sentinelle utili dei è un profluvio di analisi del voto. I commentatori so- cittadini». Come a dire: vinceranno gli altri, ma noi stengono che la differenza l'ha fatta il voto disgiunto: vigileremo. il 56% di coloro che alle Europee 2019 aveva votato il Nel frattempo il Natale si avvicina, ma i sondaggi M5s, alle Regionali avrebbe scelto Stefano Bonaccini. non vanno in vacanza. È il 23 dicembre quando Ci- Fare il sondaggista non è mai stato così difficile. Quindici 16
La storia Il centro di auto mutuo aiuto a San Giovanni in Persiceto Quello che le donne dicono Foto di Carolina Cortesi di Chiara Caravelli Dopo la violenza, mille modi per rinascere. Dal dramma di Alla, una speranza nella periferia di Bologna. Il progetto “Mai più” racconta storie di riscatto al femminile Ottobre 2015. L’assistente sociale Barbara Verasa- che ad oggi fanno parte del gruppo. Una personalità, ni fonda, nel comune di San Giovanni in Persiceto, la loro, frantumata dalla violenza sotto vari fronti, fi- “Mai più”, il primo gruppo italiano di auto mutuo sici e psicologici, che nell’ascolto collettivo ritrova la aiuto per donne che subiscono o hanno subito vio- forza per una lenta e difficile ricostruzione. Donne lenza. «Tutto è nato da una giornata in ufficio in cui disposte a metterci la faccia, che testimoniano nelle una donna di origini russe mi disse: “Io lo amavo e scuole, nei luoghi pubblici, affinché la violenza non non ero autonoma”. Questa consapevolezza per me è rimanga circoscritta alla sola sfera privata, ma diven- stata una scintilla. Sono partita in un luogo segreto ti un fatto di cui tutta la comunità si deve occupare. con tre o quattro donne fra cui lei». L’auto mutuo aiu- “Mai più”, spiega Barbara Verasani, accoglie donne to si definisce come una cultura che, nello specifico provenienti da tutto il mondo: «Questo è un tratto di “Mai più”, è inserita dentro le normative, nelle reti fondamentale. Nel corso dei quattro anni di attivi- cosiddette informali con il coordinamento dell’azien- tà, il gruppo ha visto passare donne di tutti i popoli. da Usl città di Bologna. Il gruppo ha come presup- Ad oggi ci sono magrebine, italiane, sudamericane posto che un’esperienza o un problema diventi una e dell’est Europa». Un luogo “magico”, di grande ap- risorsa ed un sapere. Secondo la Verasani «chiunque prendimento e formazione, ma anche di solidarietà. viva un’esperienza è portatore di un sapere», ed è Le donne hanno infatti istituito un sistema di presti- proprio questo il pensiero sul quale si fonda il lavoro ti virtuosi con il ricavato delle raccolte di fondi, con dell’Ama. Apertura, forte ascolto e sospensione del i quali si aiutano vicendevolmente al fine di trova- giudizio sono solo alcune delle regole fondamenta- re un lavoro o prendere in affitto una casa una volta li che accompagnano i racconti delle oltre 30 donne uscite dalla violenza. Alla domanda su un possibile Quindici 17
contesto sociale, culturale, strutturale che legittima la violenza, la nega e quando non può negarla, la mini- «Non lasciamo mai le mizza». Ottobre 2015. La donna di origini russe che insieme donne sole, anche nelle a Barbara Verasani ha dato vita al progetto di “Mai più” si chiama Alla e la sua è una storia di dolore e piccole cose. Quando non di rinascita. «La violenza è iniziata quasi subito, dopo circa sei mesi, quando già ero incinta della nostra pri- hai più niente, anche una ma figlia - spiega a Quindici la vittima della violenza - Una sera siamo usciti con amici, avevo messo la mia semplice pizza è qualcosa camicetta preferita, con un po’ di pizzo. Non so cosa abbia scatenato in lui, ma me la strappò urlando. Poi, di importante» la prima sberla». Il calvario di Alla è iniziato così, per poi assumere forme di violenza sempre più disparate, da quella psicologica («sei grassa, sembri una vacca, aumento o diminuzione dei casi di violenza dal 2015 sei stupida, sei ignorante») a quella economica: «Non ad oggi, Barbara Verasani risponde: «Ci siamo accorte potevo andarmene da casa. Non avevo abbastanza che ovunque andiamo scoperchiamo delle pentole di soldi, pur facendo due lavori, per mantenere me stes- violenza. La violenza probabilmente è incrementata, sa e tre figli, due dei quali nati da questa relazione». Il ma più in generale è incrementata la denuncia da par- vortice per lei è il simbolo della violenza, che giorno te delle donne». Un’affermazione che trova conferma dopo giorno ti risucchia: «O esci con le ossa rotte op- nei dati di monitoraggio relativi al 2019 resi noti dal- pure anneghi». Una storia di dolore e silenzi durata la presidente del Coordinamento dei centri antivio- quasi diciotto anni, in cui paura, solitudine e vergogna lenza dell’Emilia-Romagna e formatrice nella Casa si sono alternate, molto spesso unite, al punto di di- delle Donne di Bologna, Angela Romanin. Nel corso ventare per Alla le uniche basi da cui ripartire. Il cul- dell’anno le donne che si sono rivolte ad un centro del mine della violenza si è manifestato in una notte d’ini- Coordinamento sono state complessivamente 3.785, zio luglio: «Mi ha tirato giù dal letto prendendomi per di cui il 92% sono vittime di violenza, per un totale i capelli, buttato di sotto dalle scale e trascinato fino di 3.485. Fra queste, coloro che lo hanno fatto per la fuori casa», racconta Alla, che nel terribile tentativo prima volta nel 2019 sono 2.597. Da un confronto con di scappare per chiedere aiuto è stata nuovamente col- l’anno precedente si evidenzia un aumento del cinque pita dal suo ex marito: «Mi ha inseguita e gettata nel per cento nell’accoglienza di vittime di violenza, che baule della macchina spezzandomi le gambe con una denota anche una maggiore consapevolezza da parte spranga di metallo per impedirmi di correre ancora. delle donne con relativa denuncia della violenza su- Ogni tanto fermava la macchina e iniziava di nuovo bita. «La violenza non è trasversale ai generi – dice a picchiarmi». Alla si emoziona. La voce flebile, rotta Angela Romanin – gli uomini occupano quasi sempre dal pianto, non le impedisce di continuare a raccon- il posto dei carnefici e le donne delle vittime. C’è un tare: «Ho capito che stavo per morire e gli chiesi solo Verona, 30 marzo 2019. Manifestazione “Non una di meno”. Foto di Carolina Cortesi Quindici 18
di poter chiamare i miei figli per salutarli. Non pote- vo morire senza averli salutati». Quella notte Alla non morì, nonostante fosse rimasta per un’ora e quaranta «Mi ha inseguita sotto i pugni dell’uomo che amava. È sopravvissuta grazie a una chiamata di un conoscente ai carabinieri: e gettata nel baule «Quando ho visto i lampeggianti blu ho capito di es- sere salva». L’ex marito è stato condannato a un anno della macchina, e dieci mesi, di cui solo due passati in carcere. Da quel momento, Alla ha dovuto iniziare tutto da capo: «Non spezzandomi le gambe avevo nemmeno i soldi per comprarmi un paio di scarpe, mi avevano tolto la luce a casa», s’interrom- con una spranga di pe, scusandosi per quanto ancora, a volte, sia difficile parlarne: «Per mesi con i miei figli abbiamo acceso il metallo per impedirmi camino, aperto il divano e dormito lì davanti, tutti in- sieme, per riscaldarci». Entrare a far parte del gruppo è stato per Alla l’inizio della sua guarigione. Non ci di correre ancora. sono regole né obblighi, ogni donna è libera di entrare quando ha bisogno e uscire quando si sente pronta a Ogni tanto fermava la farcela da sola. C’è una grande partecipazione, raccon- ta Alla, «non lasciamo mai le donne sole, se possiamo macchina e iniziava di le accompagniamo ai processi, le aiutiamo con piccoli prestiti, offriamo loro la possibilità di uscire a mangia- nuovo a picchiarmi» re una pizza. Quando non hai più niente, anche una semplice pizza è qualcosa di importante. Abbiamo ar- redato una casa in venti giorni con meno di 200 euro, siamo organizzate». Donne che riacquisiscono quin- di la libertà, la voglia di ridere, di raccontarsi, di non sentirsi sole. Una solitudine, la loro, che nei racconti delle altre vittime riesce a trovare conforto. “Mai più” è il grido di chi ce l’ha fatta, come Alla, che oggi insie- me ad altre donne racconta la sua storia nelle scuole, nei luoghi pubblici, affinché di violenza se ne parli, perché solo nella voce di coloro che sono sopravvissu- te si riesce a comprendere davvero il significato della parola violenza. «Ho paura anche adesso, non lo nego, ma guardare in faccia quell’uomo e poter dire “io ce l’ho fatta” è più forte di me. Ora sono libera». Verona, 30 marzo 2019. Manifestazione “Non una di meno”. Foto di Carolina Cortesi Quindici 19
Il reportage Pronto Soccorso, la rivoluzione non può più attendere di Giulia D'Argenio Ogni anno i bolognesi passano oltre un milione di ore negli ospedali in attesa di cure non urgenti. Ecco le soluzioni che i vertici della sanità stanno mettendo a punto per risolvere un problema che tocca centinaia di migliaia di persone La sala di attesa del pronto soccorso dell’ospedale li: persone con difficoltà cardio-respiratorie e dolori Maggiore brulica di voci. Davanti a noi, la fila per intensi, da visitare entro 45 minuti per scongiurarne l’accettazione si allunga e si accorcia come il mantice ulteriori peggioramenti. Al versante opposto, ci sono di una fisarmonica. “Triage” è il termine tecnico che tutti quei casi poco - o per niente - urgenti, che non indica il punto di accesso in cui avviene la prima va- dovrebbero nemmeno varcare le soglie di un ospe- lutazione dei pazienti. dale. Un fenomeno, stando ai dati del portale sani- Sulle nostre teste, un monitor indica quanto tempo tà regionale, di proporzioni enormi e che ogni anno debba trascorrere, in media, prima di una visita: dai riguarda centinaia di migliaia di persone nella sola 230 ai 270 minuti (fino a 4,5 ore) per i codici bianchi; area metropolitana di Bologna. Dimensioni tali da 230 minuti (4 ore) per i verdi. Nei momenti più criti- aver portato la questione alla ribalta della campagna ci, come la domenica pomeriggio, l’attesa di un codice per le elezioni regionali, scandendo il confronto tra bianco può superare le cinque ore. Nel 2018, secondo i due candidati alla presidenza, Stefano Bonaccini e i dati del Report sanità Emilia Romagna, gli accessi Lucia Borgonzoni. ai pronto soccorso del distretto bolognese sono stati Stiamo parlando dei codici bianchi: i casi non ur- di 123.700 utenti in codice bianco e 176.500 in ver- genti che potrebbero (e dovrebbero) essere dirottati de. Nel periodo 2014-2018, la media annua è stata lontano dagli ospedali. Il vero anello debole della ca- di 127.260 codici bianchi e 179.288 codici verdi. I tena sono, però, i codici verdi, i cosiddetti “pazienti numeri, fortunatamente, crollano quando si parla di urgenti differibili”: persone che, pur avendo bisogno codici rossi e gialli. di assistenza, non sono in pericolo di vita. Si tratta, I codici rossi sono i pazienti in pericolo di vita, con molto spesso, di malati cronici, soggetti con patolo- priorità assoluta. Subito dopo arrivano i codici gial- gie che non possono essere superate. La loro posizio- Quindici 20
ne nella scala delle priorità dipende dall’eventuale pre- problema non secondario è il senso di abbandono senza di codici gialli e rossi che, avendo la precedenza, percepito da quanti attendono per più tempo. È per possono allungarne le attese. È in questo punto che si ciò che immaginiamo di allestire anche per i codici annidano le criticità maggiori, fonte di disagi e pole- verdi un’area di attesa analoga a quella oggi dedicata miche. Le ragioni sono molteplici e note: dalla carenza ai pazienti più gravi. Un modo per aiutare le persone a di personale, all’organizzazione stessa dei servizi. Ma sentirsi sotto controllo costante». vi è anche una componente legata ai comportamenti I tempi di attesa per l’accesso alle cure variano da dei cittadini. struttura a struttura. Com’è ovvio, i picchi più acuti «Per i codici verdi, dopo i primi controlli, è possibi- si registrano al Maggiore, il più grande ospedale del- le che scatti un cambio di codice colore, in senso più la città. In generale, sono milioni le ore spese in fila o meno grave. È per questo che gruppi di specialisti all’accettazione dei pronto soccorso locali. Se le quat- stanno lavorando alla loro riclassificazione. L’idea è tro ore di media previste per il trattamento di codici quella di introdurre un codice intermedio - l’arancio- bianchi e verdi si moltiplicano per i 300.200 pazien- ne - in modo da chiarire meglio la scala delle priorità ti del 2018, il totale è di 1.200.800 ore: più di mille di intervento». Il dottor Vincenzo Carnuccio, dirigen- anni. Nel 2014, i soli codici verdi hanno speso nelle te del Maggiore, mette sul tavolo le strategie attraverso sale di attesa del distretto un tempo pari a 84 anni. Un cui il presidio ospedaliero immagina di risolvere, o al- numero che sale in maniera esponenziale se si consi- meno limitare, il problema. Un impianto che lascia in- travedere una trasformazione generale della struttura. Primo importante passo sarà la sperimentazione del cosiddetto triage dinamico, prevista in partenza già Nel 2018 i pazienti a novembre scorso, rinviata per definirne meglio i protocolli di intervento. «Il triage dinamico dovreb- non urgenti visitati be permetterci di tagliare di molto i tempi di attesa. La procedura prevede che i primi esami siano effet- nei pronto soccorso tuati già in fase di accettazione, in base ai sintomi del paziente. In questo modo, i medici che interverranno di Bologna sono stati nelle fasi successive avranno un quadro clinico più chiaro». 300.200. Nel periodo La vera rivoluzione, però, sembra dover arrivare dal triage veloce, dedicato ai casi non urgenti. «Si tratta 2014-2018, la media di organizzare la presenza di specialisti che fornisca- no piccole prestazioni ambulatoriali. Al Maggiore, annua è stata di prevediamo un otorino, un oculista, un dermatologo e un urologo, a disposizione 12 ore al giorno». La ri- 306.548 persone organizzazione riguarderà anche lo spazio fisico. «Un Quindici 21
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