KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN - IL TUO VIAGGIO - Soprattutto Viaggi
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IL TUO VIAGGIO KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN (Inserti estratti dal libro “Sulle ali di un Ape” di Paolo Brovelli) Finalmente la Karakoram Highway! Erano anni che ci pensavamo, e anni che attendevamo la possibilità di tornare in quei luoghi, negli ultimi tempi preclusi al mondo per amore di sicurezza. Ci siamo tornati tre anni fa e da allora la voglia di riprendere a frequentare e far conoscere questi bellissimi luoghi è ancora più forte! Lo sappiamo: è il Pakistan, un rifugio di forze talebane. Lo sappiamo: è la Cina interna, la Cina degli uighuri, l’etnia minoritaria turca e musulmana che si guarda di traverso con i padroni cinesi, han. Lo sappiamo: dobbiamo superare due confini caldi caldi. Confini che dividono mondi, universi. Lo sappiamo: è una strada di montagna che s’inerpica fino a 4693 m, quasi come la vetta più alta del Monte Bianco, e può mancare il fiato. Ma in quei paesaggi il fiato può mancare anche più a valle. Per la bellezza, per la suggestione. Perché ci si può sentire come una formichina sull’altare di San Pietro, tanto sono imponenti. Tanto ci sentiamo piccoli… È un viaggio sul tetto del mondo, su e giù per le montagne più alte e le vallate più scoscese, per mano con i fiumi del mito, lungo una rotta che collega l’Asia Centrale, quella nomade, ex sovietica, con il bacino del Tarim e il deserto del Taklamakan, e poi questo con le propaggini più settentrionali del subcontinente indiano, dove le vette aguzze delle catene maggiori dell’Himalaya si stemperano nelle opulente pianure dell’Indo. Sono i luoghi del Great Game, la guerra di spionaggio consumatasi a cavallo tra il XIX e il XX secolo tra Regno Unito e Russia per il controllo dell’Asia Centrale. Luoghi del sogno e del mistero. Per chi è stanco di aspettare. Che l’ora giusta per partire in quella zona può non arrivare mai. La strada è il leitmotiv del nostro viaggio. La Karakoram Highway, o Zhong-Pa gong lu, grande strada sino-pakistana, come dicono i cinesi, è il cammino che permette alla Cina occidentale di sboccare sull’oceano. L’unico. L’alternativa, da Kashgar, è un treno lungo più di quattromila chilometri, fino a Pechino. Per questo è stata costruita. “Nonostante il suo nome altisonante – che i pakistani abbreviano in un confidenziale KKH – è una camionabile relativamente piccola, un tracciato che si snoda tortuoso per KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 3
milletrecento chilometri attraverso le più impervie giogaie del continente, riassumendo in sé i sentieri malsicuri e le anguste mulattiere che da millenni hanno permesso a uomini e idee di spostarsi tra le due realtà più significative dell’Asia: il mondo cinese e quello indiano. Più che una strada è un’impresa, un’opera leggendaria, come rimarcano le numerose lapidi a futura memoria delle centinaia di lavoratori caduti, martiri del progresso.” Cominciamo il nostro andare da Biškek, la capitale di uno degli stati più nomadi e selvaggi dell’ex Unione Sovietica: il Kirghizistan. “Qui, tra le vette imbiancate degli Ala-Too, i Monti Variopinti, e del Tian Shan, i Monti Celesti, pare che il tempo si sia incagliato nelle secche del Medioevo. Qui, la strada non è che un tracciato pietroso da cui si scorgono tende isolate, le üi, o disorganici agglomerati di vagon fatiscenti. Due dei quattro milioni di kirghizi sopravvivono più poveri dei poveri, transumando come mille anni fa, o distillando cibo dalla Grande Madre montagna. Basta uno sguardo per accorgersi che infrastrutture, indumenti, visi, tutto riecheggia un’asiaticità d’altri tempi che la presenza russa non è riuscita a estirpare, nonostante sia ancora massiccia e ben accetta fin nelle aree più impervie. Quassù, il raglio dell’asino viaggia in filodiffusione e il rumore di zoccoli surclassa quello del pistone.” È il primo dei quattro viaggi che affronteremo in quest’unica impresa. Quattro nuclei geografici e culturali forti e distinti: il Centro Asia ex sovietico, quello cinese, l’ambiente himalayano e la pianura dell’Indo. E allora subito nel vivo, alla scoperta di questo scampolo di mondo sovietico partendo dalla capitale, Biškek, appunto, una città moderna ma già un po’ fatiscente, come spesso accade con i residui del Secondo Mondo. Poi via, nelle campagne a cercare tracce di storie antiche, come quella che ci racconta il minareto di Burana, dell’epoca karakhanide, un popolo che qui fondò la sua capitale, l’antica Balasagun, a capo di un territorio grande come l’India. Intorno all’anno Mille inglobava anche gran parte dell’odierno Kazakhistan, il maggiore degli attuali stati della zona. Siamo in piena Asia Centrale, un calderone ribollente da secoli popoli d’etnia turca, genti da sempre nomadi come questi kirghizi, e come i loro vicini uighuri che, all’epoca, di quell’impero erano parte. Altra grande emozione sarà l’arrampicata fino al passo Torugart: 3735 m, per un assaggio dell’altitudine che ci aspetterà al Khunjerab. “È dopo il villaggio di At-Bashy, oltre l’ennesimo dosso, che ci si para davanti l’alto bastione innevato delle vette maggiori del Tian Shan: acuminate, drammatiche, ammalianti. Catene che paiono un affresco dipinto ad arte, scenografie gotiche sovrapposte, che si inseguono in fenomeni di profondità prospettica, che bucano le nuvole con guglie e pinnacoli. La strada si è trasformata di nuovo in una pista pessima, con mucchi di sassi, ghiaia e buche. Ci danniamo slalomando nel tentativo di non rompere nulla. Sarebbero guai: da ore viaggiamo completamente soli. […] Dopo il passo Tus Bel, 3574 metri, a destra, pochi metri oltre gli onnipresenti pali elettrici, cominciano i tralicci di filo spinato. È il territorio cinese, lì, a portata di mano, a venti metri dalla carreggiata, sull’altopiano bianco e deserto. L’eccitazione sale, la senti 4 | IL TUO VIAGGIO
dentro, vuole prorompere, scoppiare, gridare a squarciagola. […] Tra pochi minuti tutto sarà Cina.” E Cina sia. Dopo il controllo kirghizo e sette chilometri di terra di nessuno, per evitare ogni contatto, ecco finalmente un arco di pietra, ritto su una strada di terra, a presidiare l’entrata al Celeste Impero, che varchiamo in uno dei luoghi più remoti dal suo centro. Dando così inizio al secondo dei nostri viaggi nel viaggio: il Turkestan cinese. “È il versante sud della catena del Tian Shan, margine settentrionale del bacino del fiume Tarim, unico rimasuglio di un preistorico mare interno vasto quanto la Francia, dove ora giace silente il deserto del Taklamakan. È la Cina esterna, lontana persino dagli ultimi tronchi di Grande Muraglia, la Cina dei turchi cugini d’Oriente. Da qui, dall’antico regno di Kashgaria, obliato quadrivio sulla Via della Seta, ultimo lembo della provincia di Xinjiang Uygur incuneato nel cuore dell’Asia Centrale, partirà la nostra lunga digressione verso il subcontinente indiano, oltre i bastioni del Karakorum, giù, giù fino alla brulicante piana dell’Indo e ai palmizi tropicali del Punjab.” Punto di passaggio della via che portò l’insegnamento del Buddha tra le genti del Regno di Mezzo, e la seta tra quelle del subcontinente indiano, Kashgar sarà il centro della nostra visita cinese. Kashgar con suo celeberrimo mercato domenicale, che accoglie genti che vi recano le proprie specialità da tutta la regione. “Qui già due secoli prima di Cristo giungevano i generali cinesi e proprio qui, nei bazar di Kashgar, per centinaia di anni i mercanti di Xi’an o di Kaifeng hanno incontrato quelli d’Aleppo, di Esfahan, di Baghdad per scambiare il loro carico di sete e porcellane con l’avorio, l’oro, il vetro colorato d’Occidente. Poi, dietro front, ognuno per la sua strada, ben attenti a non oltrepassare i confini dell’ignoto. […] Come i nostri mercati medievali, anche questo è diviso in aree a seconda delle mercanzie, e c’è proprio di tutto: pellame, legname, bestiame, coltelli, scarpe, cappelli di pelo, coppole e cineserie a iosa. C’è un buon assortimento anche tra i visi, che a volte sembra d’essere su un pianeta lontano. Uighuri, kirghizi, kazaki, tagiki, uzbeki e persino tatari si mescolano, riconoscibili soltanto grazie ai copricapi di differente fattura, a cinesi han, afghani, pakistani, nelle vie in terra battuta, polverose per l’andirivieni di biciclette, muli, carretti, cammelli e barrocci. C’è mezza Asia, che carica, scarica, contratta, briga, baratta, gesticola, pasteggia spalla a spalla in banchetti improvvisati o, accosciata in cerchio, spolpa coi denti prelibati crani di pecora bollita, in un continuo, disarmonico vociare. Discorsi che cominciano in uighuro, continuano in persiano, giustappongono parole pashtun a sillabe cinesi, accompagnati dal linguaggio internazionale dei gesti, da scarabocchi cifrati su cenci di carta o dal ‘bip-bip’ delle calcolatrici, che qua e là compaiono come d’incanto. Centinaia di suoni, decine di idiomi, ma solo due ufficiali: lo uighuro, scritto in caratteri arabi, e il cinese, equiparati in tutto il territorio della provincia.” Fuori dalla città, verso sud, comincia la lunga risalita verso il culmine della nostra visita: il passo Khunjerab. Saranno circa trecento chilometri di una pendenza quasi sempre KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 5
lieve, fino all’ultima, dura arrampicata fino allo spartiacque. Ma solo dopo la sosta a Tashkurgan, la ‘Torre di Pietra’, un abitato di cui già parla Marco Polo, in zona autonoma tagika. Se i colori dominanti del versante nord, cinese, sono il marrone, l’ocra, il rossiccio, i toni della sete, nell’altro, quello meridionale, pakistano, comincia il verde, l’acqua. Fin quassù arriva la coda del monsone, e in estate (l’unico periodo in cui la strada e il valico sono aperti) le piogge possono essere abbastanza frequenti. Anche la strada diventa qui scoscesa, con discese a picco e lunghi tornanti tra i boschi. È il terzo nucleo del nostro viaggio, quello più lungo, che ci vedrà arrancare su strade spesso disagiate, a volte anche soggette a frane. Paesaggi montani dove i villaggi in pietra sorgono radi nei fondovalle, tra i muriccioli dei coltivi e i pioppi, che svettano in tutte le oasi d’Eurasia, dove gli uomini vestono il classico shalwar kamis grigiastro della tradizione locale musulmana, mentre le donne, lontano dai centri importanti della fede, sono ancora autorizzate a esibire qualche colore. Ci accoglierà la valle del fiume Hunza, uno degli affluenti dell’Indo. Una valle delle meraviglie, dove gli occhi si riempiranno di spettacoli della natura. “Proseguendo verso sud la valle prende respiro, ansa dopo ansa, canyon dopo canyon. Burroni profondi, da vertigine, erosi, sgretolati dallo scorrere eterno delle acque grigie dei ghiacciai. La strada che si aggrappa a mezza costa, come sospesa alle infinite pareti delle montagne che si accavallano per centinaia di chilometri, seghe acuminate, punte, guglie, ora punteggiate di smeraldine oasi d’altura, ora spoglie. Un paesaggio tanto verticale che l’occhio non riesce ad abbracciarlo per intero. E sopra tutto, la sagoma onnipresente del Rakaposhi, che occhieggia tra i pinnacoli dai suoi 7788 metri. Siamo a due passi dal Baltistan e dall’Azadi Kashmir, il Kashmir ‘libero’, quello pakistano, dove si trova una speciale concentrazione di Settemila.” L’ultima scoperta del nostro viaggio sarà Taxila, ormai ai piedi delle montagne, stesa nella pianura del Punjab, proprio come la capitale pakistana, Islamabad. Lì, avremo ormai lasciato l’incanto delle solitudini montane per immergerci nel bagno di gente che questa parte di mondo riserva. Quaggiù, ovunque c’è qualcuno, e il silenzio è merce rara. A Taxila però c’è. Tra le sue rovine, tra il ricordo del suo splendore, quando era un grande centro di studio ed espansione buddhista, quando l’arte e la cultura Gandhara si irradiavano per la regione. Nel ricordo della dominazione degli achemenidi di Persia o di quella di Alessandro Magno, che la conquistò nel 326 a.C. portando nel subcontinente Indiano la cultura d’Occidente. Un viaggio composito, dunque, il nostro. Complicato e non per tutti. Necessita di una discreta capacità di adattamento, specie a livello di cibo e sistemazioni, dove i migliori hotel delle varie regioni di solito non superano le 3 e 4 stelle locali. Ci consoleremo di sicuro con il piacere degli occhi e della suggestione, perché spesso si troveranno in posizioni magnifiche e immersi in atmosfere d’altri mondi, da cui potremo distillare i ricordi di una vita. 6 | IL TUO VIAGGIO
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IL TUO VIAGGIO KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO 1° giorno (lunedì) Partenza da Milano per Biskek. Pernottamento a bordo 2° giorno (martedì) Biskek, la capitale kirghiza 3° giorno (mercoledì) Il villaggio di Kochkor e il Lago Son Kul 4° giorno (giovedì) Proseguimento per Naryn tra vallate, pascoli e nomadi 5° giorno (venerdì) Verso Kashgar attraverso il Torugart Pass (attraversamento del confine con la Cina) 6° giorno (sabato) Visita di Kashgar, punto d'incontro delle vie della seta 7° giorno (domenica) Il mercato domenicale di Kashgar e la Karakorum Highway 8° giorno (lunedì) Attraverso il Khunjerab Pass e la Valle dell'Hunza (attraversamento del confine con il Pakistan) 9° giorno (martedì) Escursione alla valle di Nagar per ammirare i "Settemila" 10° giorno (mercoledì) Lungo la KKH fino a Gilgit 8 | IL TUO VIAGGIO
11° giorno (giovedì) Lasciamo la KKH per esplorare il Baltistan, lungo la valle dell'Indo e raggiungere Skardu 12° giorno (venerdì) L'antico regno di Khaplu, Piccolo Tibet 13° giorno (sabato) Escursione a Machlu e a Hushe, tra valli e montagne imponenti 14° giorno (domenica) Ritorno a Skardu 15° giorno (lunedì) Riprendiamo la KKH costeggiando il Nanga Parbat verso Chilas 16° giorno (martedì) L'ultimo tratto della KKH da Chilas a Islamabad 17° giorno (mercoledì) Visita del sito archeologico di Taxila e di Islamabad 18° giorno (giovedì) Volo di rientro in Italia KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 9
1° giorno (lunedì) Partenza da Milano per Biskek. Pernottamento a bordo Nel pomeriggio partenza da Milano Malpensa per Biškek via Istanbul con volo di linea. Pernottamento a bordo. 2° giorno (martedì) Biskek, la capitale kirghiza (altitudine media 800 m slm) Arrivo in mattinata a Biškek, capitale kirghiza. Incontro con la guida locale, parlante inglese, che ci accompagnerà in hotel per riposarci e fare colazione (camere immediatamente disponibili). Nel pomeriggio visita panoramica della città, con i suoi punti nevralgici: il monumento a Manas, l’eroe nazionale kighizo, la Piazza Ala Too, la Piazza Vecchia con l’edificio del Parlamento e la Piazza della Vittoria. Biškek è caratterizzata da grandi boulevard ed edifici di epoca sovietica ed oltre ad essere la capitale del Paese ne è il principale centro industriale. Sebbene non sia una città particolarmente interessante, come sempre uno sguardo alla capitale consente di introdurci a molteplici aspetti del Paese che ci accingiamo a visitare. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Ambassador 4*. 3° giorno (mercoledì) Il villaggio di Kochkor e il Lago Son Kul (3000 m slm, 380 km, 7 ore circa) Dopo la colazione lasciamo Biškek per dirigerci verso il Lago Son Kul. Lungo il percorso sosta alla Torre di Burana, che grazie a un buon restauro di epoca sovietica è possibile visitare. Il minareto fu costruito nella città di Balasagun, una delle capitali dello stato di cultura turca karakanide dell’XI-XII secolo. Se possibile visitiamo il piccolo museo locale (non sempre aperto); si potranno anche osservare le “balbas”, antiche tombe dei Turkic, antico quanto esteso gruppo etnico i cui discendenti popolano ancora numerose aree asiatiche, dalla Mongolia al cuore dell’Asia Centrale. Proseguiamo quindi per il villaggio di Kochkor dove potremo pranzare e condividere qualche ora con le famiglie kirghize del luogo. In questa zona gli abitanti vivono ancora secondo gli usi semplici della tradizione e questa è un’opportunità di conoscere la loro vita quotidiana, il loro lavoro. I villaggi della vallata sono noti per la produzione di “airan”, lo yogurt, e “kumis”, bevanda nazionale a base di latte di cavalla fermentato, mentre le donne sono abili tessitrici e lavorano abilmente la lana di pecora per ottenere variopinti tappeti. Nel tardo pomeriggio arrivo al secondo grande lago del Paese, il lago Son Kul. Sistemazione in campo di yurte, le tipiche tende dell’Asia Centrale, rifugio delle genti del Tian Shan, fatte di legno, feltro, lana di pecora e tappeti (i servizi, essenziali, sono in comune). Cena e pernottamento al campo (gli ultimi 90 Km del percorso sono su sterrato). 4° giorno (giovedì) Proseguimento per Naryn tra vallate, pascoli e nomadi (2000 m slm, 190 km, circa 4 ore) 10 | IL TUO VIAGGIO
Colazione e mattinata dedicata a esplorare i dintorni del lago e a conoscere le famiglie nomadi kirghize che vi abitano. Qui è facile incontrare famiglie di allevatori nomadi con le loro tende di panno da cui fuma quasi sempre un focolare, i loro recinti, i loro cavalli. Visiteremo una famiglia, ne saluteremo decine. Dopo il pranzo viaggeremo tra i monti della catena Tian Shan, le Montagne Celesti, fino a Naryn. Il cuore montagnoso del Kirghizistan offre splendide vallate, cascate, canyon, formazioni rocciose d’ogni tipo, con panorami da riempire gli occhi e il cuore. Non è raro incontrare anche luoghi di sepoltura. Preferiscono riposare accanto una strada o un fiume, i kirghizi, per non smentire il loro animo nomade. In tombe in muratura, stabili, creano uno strano contrasto con la loro vita da viandanti L’arrivo è previsto in serata nella cittadina di Naryn. Pensione completa. Pernottamento all’hotel Guest House Khan Tengri 3*. 5° giorno (venerdì) Verso Kashgar attraverso il Torugart Pass (attraversamento del confine con la Cina) (1270 m slm, 243 km, 5 ore circa + 170 km, 4 ore circa) Oggi ci attende una lunga e bellissima giornata! Siamo pronti per il grande balzo verso la Cina. Ma prima faremo una sosta a Tash Rabai, caravanserraglio del XIV secolo. Edificio in pietra restaurato con cura, questo caravanserraglio ospitava i mercanti che, con i loro animali, si muovevano lungo la Via della Seta. Le sue origini si perdono nel tempo, sebbene l’evidenza dei reperti archeologici suggerisca che il sito fosse occupato già a partire dal X secolo. Saliremo poi verso il Torugart Pass (3750 m), la nostra porta per il Regno di Mezzo. Il tragitto è affascinante. Sono zone desertiche, montane, aspre. Verso la frontiera ancor di più. I Monti Celesti intorno e sullo sfondo, la strada dritta, evanescente, il filo spinato per lunghi chilometri in mezzo al nulla. Dopo At Baši diventa una pista sassosa e da qualche tempo può anche essere piena di camion diretti, come noi, alla frontiera. Sì, perché lassù entriamo in Cina, nella provincia dello Xinjiang Uyghur. Dopo le formalità doganali kirghize, la nostra guida kirghiza ci accompagnerà per un pezzo fino alla cima del passo, all’interno di una zona neutrale di sette chilometri, quella che divideva i due giganti d’Asia, due mondi. Sull’altro versante della montagna incontreremo la guida cinese, ci registreremo e ripartiremo verso Kashgar. La strada oltreconfine è tutta un cantiere, segno della modernità cinese che avanza. A fine giornata, sbrigate le formalità doganali cinesi lungo la strada, arriveremo a Kashgar. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Yue Xing Jin Jiang 5* o similare. 6° giorno (sabato) Visita di Kashgar, punto d'incontro delle vie della seta La leggendaria città-oasi di Kashgar è la più occidentale di tutte le città cinesi posta ai margini del bacino del Tarim prima che i contrafforti dei Tien Shan e del Pamir si uniscano creando una barriera formidabile ad ogni comunicazione. Qui le due Vie della Seta, quella meridionale proveniente da Dunhuang e quella settentrionale proveniente da Turfan, si congiungevano e da qui la vecchia rotta carovaniera puntava verso gli alti passi dell'attuale Tagikistan e quindi scendeva nella valle di Fergana e poi verso Samarcanda. Meno battuta, ma ugualmente importante, un'altra strada carovaniera KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 11
attraversava il Pamir poco dopo l'attuale Tashkurgan e qui attraversando una regione culturalmente tibetana raggiungeva infine la valle dell'Indo e, di qui, le grandi città commerciali della Persia. L’antico splendore di Kashgar è ormai scomparso da lungo tempo, ma la città continua ugualmente a possedere un’insolita forza di attrazione, unico avamposto della civiltà a separare i deserti dello Xinjiang dai picchi ghiacciati del Karakorum. Il continuo flusso di popolazione cinese con le scuse più diverse sta ormai trasformando anche Kashgar in una città a popolazione mista, con l'elemento cinese ormai in procinto di diventare maggioranza su uiguri, tagiki, uzbeki e kirghizi. Oggi, oltre a riposarci dopo i primi intensi giorni di viaggio, visiteremo la città con la tomba di Abakh Hoja (Xiang Fei in cinese), un santo sufi del XVII secolo e la grande Moschea del XV che richiama nel portale centrale la grande arte timuride di Samarcanda e Bukhara. Pensione completa e pernottamento in hotel. 7° giorno (domenica) Il mercato domenicale di Kashgar e la Karakorum Highway (3200 m slm, 200 km, 3,5 ore circa) La domenica è il giorno del mercato settimanale di Kashgar. Se è vero che la Cina ha invaso di merci moderne il mercato tradizionale, è anche vero che tra le tante mercanzie alcune resistono all’omologazione, i cappelli, le pelli e alcuni tessuti locali, ma la parte del mercato rimasta più autentica è quella popolare e contadina, quella del mercato del bestiame dove pastori e mercanti si avvicendano intorno a una pecora in una danza antica di trattative fatte di gesti, di occhiate indifferenti, di strette di mano che si ripetono uguali da secoli. Dedicheremo tutta la mattinata al mercato. Dopo il pranzo ripartiamo diretti al passo Khunjerab. È proprio a Kashgar che comincia la KKH (KaraKorum Highway), che arriva fino ad Abbottabad, oltre le montagne, già verso la capitale del Pakistan. Tra Kashgar e il passo faremo molte soste fotografiche. Ogni momento è buono. Una delle principali sarà quella sul lago Karakul, ai piedi del Muztagh Ata (7546 m), il “padre delle montagne”, una delle vette più elevate della zona. La strada da Kashgar al confine è d’una varietà infinita, piena di sorprese. Di certo incontreremo gli accampamenti di pastori tagiki, che quassù vengono a passare l’estate prima della grande transumanza di settembre, quando tornano a valle. Ci saranno greggi, cammelli battriani, dzu (specie di piccoli yak), caffetani, copricapi, barbe. Passeremo accanto al triplice confine, dove la Cina incontra il Tagikistan e l’Afghanistan. Così fino a Tashkurgan, l’ultima cittadina prima del confine. Lì, ceneremo e passeremo la notte al Crown Inn 3* con bella veduta del massiccio del Pamir. Pensione completa. 8° giorno (lunedì) Attraverso il Khunjerab Pass e la Valle dell'Hunza (attraversamento del confine con il Pakistan) (2500 m slm, 325 km, 9 ore circa) Breve visita panoramica della città, dove pare sia passato anche Marco Polo, venendo però dall’Afghanistan. Ora è la capitale del territorio autonomo concesso ai tagiki cinesi. È all’uscita da questa città che ci saranno anche i controlli doganali e di polizia per continuare ed essere autorizzati a valicare il passo, a monte di una cinquantina di chilometri. Poi, saliamo finalmente al passo Khunjerab (4693 m). È una salita lenta e 12 | IL TUO VIAGGIO
appassionante, fino alle casupole di frontiera cinese e pakistana. Sarà un passaggio radicale, come quello dal Torugart. Oltre il valico la strada comincia a scendere ripida. Cambia tutto, non solo la gente. È uno spartiacque deciso e le montagne, da questa parte, sono umide e scoscese. Il primo abitato sarà Sost, dove si sbrigheranno le formalità pakistane, saluteremo la nostra guida cinese e conosceremo quella pakistana, con cui poi concluderemo il tour. Lì pranzeremo e proseguiremo nella valle dell’Hunza, che ha un’altitudine media di 2500 m e che percorreremo per intero, giungendo in serata a Karimabad, già Baltit, sede di un importante forte. La valle dell’Hunza fu per più di un millennio uno stato indipendente, anche se altalenante tra varie alleanze con i giganti intorno, come la Cina, per esempio, e poi l’India britannica. Questo, fino alla sua annessione al Pakistan (1947) e soprattutto all’anno 1974, quando l’allora presidente pakistano Ali Bhutto decise di abolire quel tipo di regime, molto diffuso nelle Northern Areas (i Territori del Nord), e incorporare tutti i vari territori, staterelli all’interno dello stato democratico. Tutto il viaggio di oggi sarà molto fotogenico, con diversi picchi da ammirare, come il Pass Peak, il Gulmit Peak, ecc. Pernottamento all’Hotel Serena Inn 3*. Pensione completa. 9° giorno (martedì) Escursione alla valle di Nagar per ammirare i "Settemila" L’escursione alla magnifica vallata di Nagar, dominata dai monti Rakaposhi (7788 m), Diram (7266 m) e un’altra manciata di ‘Settemila’, prenderà tutta la mattinata. Anch’essa formava un principato autonomo, che seguì le stesse sorti di quello dell’Hunza. Rientriamo a Karimabad per il pranzo e visitiamo la fortezza di Baltit e il bazar. All’ora del tramonto ascesa all’Eagle Nest, da dove si godono panorami d’eccezione. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Serena Inn 3*. 10° giorno (mercoledì) Lungo la KKH fino a Gilgit (1500 m slm, 110 km, 3 ore circa) Prima di lasciare Karimabad, visiteremo i villaggi della zona, come Altit, con la sua fortezza, prima residenza dei mir, i sovrani della valle dell’Hunza, prima che traslocassero nella più recente fortezza di Baltit. Altro villaggio interessante è Ganish, che si dice essere il primo insediamento della Via della Seta lungo la valle dell’Hunza. Un villaggio denso di storia, con edifici lignei d’epoca e antiche torri di guardia. Ricominceremo quindi la nostra discesa verso sud. Seguiremo la KKH fino a Gilgit, che visiteremo nel pomeriggio. Sarà forse possibile anche assistere a una partita di polo, uno degli sport più importanti della regione (ne verificheremo la fattibilità in loco). Gilgit è il luogo dove lasceremo temporaneamente la KKH per prendere verso est, verso il Kashmir. Poco dopo la città esiste una targa che indica il punto in cui la catena del Karakorum si unisce ad altre due tra le cordigliere maggiori del pianeta: Himalaya e Hindukush. Un luogo suggestivo. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Gilgit Serena 4*. 11° giorno (giovedì) KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 13
Lasciamo la KKH per esplorare il Baltistan, lungo la valle dell'Indo e raggiungere Skardu (2223 m slm, 218 km, 5 ore circa) Cominceremo la giornata di mattina presto, imboccando la lunga deviazione verso sud-est, lungo la valle dell’Indo, per esplorare il Baltistan, che comprende l’Azadi Kashmir, il Kashmir Libero. È una zona delicata, che confina con il Kashmir indiano, più a meridione, un territorio da decenni conteso tra i due grandi paesi del subcontinente. Ma è pure un’altra delle regioni che vogliono dare spettacolo, adiacente al grande Parco Naturale del Karakorum centrale. L’arrivo è previsto nel pomeriggio a Skardu, dove ci sistemeremo in hotel. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel One 3* o similare. 12° giorno (venerdì) L'antico regno di Khaplu, Piccolo Tibet (2600 m slm, 125 km, 3/4 ore circa) Questa giornata ci porterà prima a Shiger, per la visita della fortezza, da poco restaurata e trasformata in un hotel, delle piccole moschee e quindi alla nostra meta, Khaplu, il tutto esplorando la zona e le montagne intorno. La città è situata in un punto molto aperto, affacciato alla confluenza della valle di ben tre fiumi, Shyok, Hushe e Saltoro, il che la rende particolarmente interessante. Anche la città in sé riserva diversi gioielli, come lo stesso forte, trasformato come il precedente in hotel, diversi edifici e moschee antiche. È chiamata Piccolo Tibet, per la sua popolazione proveniente da queste regioni, e sempre fu a presidio degli accessi del vicino Ladakh, l’altro Piccolo Tibet della zona. Pensione completa. Pernottamento al Serena Khaplu Palace 3*. 13° giorno (sabato) Escursione a Machlu e a Hushe, tra valli e montagne imponenti (30 km andata/ritorno, circa 2 ore + 150 km, circa 4 ore) Partenza per Machlu, dove oggi ci attendono magnifiche visioni (sperando in una bella giornata e nel cielo terso). Machlu è una delle tante zone da cui partono lunghi trekking sulle montagne. Continueremo quindi in jeep verso Hushe, seguendo dapprima il fiume Shyok e puntando poi verso nord. Il luogo è davvero panoramico, il villaggio si trova infatti a più di 3000 metri su un terrazzo pianeggiante, ed è l’ultimo della valle, il più remoto, con una vista spettacolare sulla piramide del Masherbrum (7821 m) e sui ghiacciai circostanti. Il villaggio è molto semplice e composto da una cinquantina di case, ma la gente è cordiale e ospitale, avvezza ad accogliere i trekkers e gli alpinisti che tentano la scalata alle grandi cime dei dintorni. Visita alla piccola scuola e pranzo in semplice guest house. Nel tardo pomeriggio rientro a Khaplu. Cena e pernottamento. 14° giorno (domenica) Ritorno a Skardu (2500 m slm) Lasciamo Khaplu per rientrare a Skardu, lungo l’unica strada di collegamento, già percorsa all’andata. Potremo utilizzare il pomeriggio per bighellonare nel bazar, visitare 14 | IL TUO VIAGGIO
il Manthal Buddha e salire a piedi alle rovine del Forte di Kahpochu (salita a piedi di circa 30 minuti) per un ultimo sguardo ai bei panorami della valle. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel One 3* o similare. 15° giorno (lunedì) Riprendiamo la KKH costeggiando il Nanga Parbat verso Chilas (1278 m slm , 270 km, circa 5/6 ore) Riprendiamo la Karakorum Highway in direzione di Chilas. La strada taglia i fianchi delle montagne in fondo alle quali scorre l'Indo, e costeggia il versante nord del maestoso Nanga Parbat (8125 metri) che potremo ammirare sperando in una giornata di bel tempo. Chilas è una tappa fondamentale della strada carovaniera che collegava la pianura a Gilgit. Già nel II secolo a.C. un importante ramo della Via della Seta passava di qui collegando la Cina con il regno di Gandhara. Su questa strada passavano mercanti, missionari, studenti, pellegrini e invasori. La sua lunga storia è testimoniata dalle numerose incisioni rupestri che si possono osservare lungo tutta la Karakorum Highway. Le incisioni raffigurano soprattutto animali, uomini, scene di caccia, ruote, Buddha, stupa e se ne osserva la più alta concentrazione proprio nei pressi di Chilas. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Shangrila 3* o similare. 16° giorno (martedì) L'ultimo tratto della KKH da Chilas a Islamabad (360 km, circa 9/10 ore) Dopo la prima colazione partenza per Islamabad. Ci attende un lungo percorso alla fine del quale ci lasceremo definitivamente alle spalle la Valle dell’Indo. Percorriamo la vecchia strada dell’Indo attraverso il Babusar Pass, a quota 4175 metri verso la Valle di Kaghan. Con un po’ di fortuna possiamo incontrare gli accampamenti dei nomadi che si spostano con i loro animali negli alti pascoli dell’Hazara. Costeggiando il Lago Lulusar raggiungiamo il villaggio di Naran (2400 m), il centro più attivo della valle. Continuiamo ad avanzare verso sud in direzione della conca di Abbottabad, attraverso un bel paesaggio montano di foreste di pini, interrotte da laghi azzurri. Percorrendo la strada tra i boschi, s’intravvedono in alto le vette innevate del Koh-i-Makra (3900 m) e del Malika Parbat (5290 m), il monte più alto della Valle di Kaghan. Il nome della città di Abbottabad, la più popolosa toccata dalla KKH, ricorda il capitano James Abbottabad, primo Deputy Commissioner dell'Hazara, dove era giunto come consigliere dei Sikh. Numerosi reggimenti e l’Accademia Militare Pakistana hanno i loro quartieri qui. Oltrepassata Abbottabad il paesaggio si fa collinoso, salutiamo la KKH e proseguiamo verso Islamabad. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Ramada 4* o similare. 17° giorno (mercoledì) Visita del sito archeologico di Taxila e di Islamabad Prima colazione in hotel. Poco distante da Islamabad visitiamo il sito archeologico di Taxila (V sec a.C - V sec. d.C), per uno sguardo sulla cultura ellenistica e buddhista della zona. KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 15
Dario I di Persia annesse Taxila all'impero achemenide nel 518 a.C., Alessandro il Grande la conquistò nel 326 a.C., lasciandovi una guarnigione di macedoni che perdettero la città nel 317 a.C. a beneficio di Chandragupta Maurya, che conquistò tutto il Punjab, e dei suoi successori tra i quali il nipote Ashoka che la trasformò in un fiorente centro di studio buddhista. Il sito fu in continua espansione tra il V e il I secolo a.C. diventando, con Peshawar, uno dei due principali centri del Regno di Gandhara. Posto nel punto di congiunzione di tre importanti rotte commerciali, svolse anche un ruolo economico e militare molto importante. Nella zona furono fondati diversi centri abitati. Visitiamo il museo che raccoglie una ricca collezione di arte Gandhara. Sono inoltre esposti oggetti che raccontano la vita degli abitanti dell'antica Taxila, utensili, monete, pesi, gioielli e monili, giocattoli. Fra i vari reperti, un ombrello di pietra che svettava un tempo sopra uno stupa, e statue che ci illustrano quale fosse l'abbigliamento degli abitanti. Terminata la visita, rientriamo a Islamabad. Nel pomeriggio ne visitiamo i luoghi più significativi, come la grande moschea di Shah Faisal, una delle più grandi dell’intera Asia. Ampi viali alberati e quartieri ariosi caratterizzano questa città ordinata, molto occidentale e poco orientale, architettata in maniera razionale quando, negli anni sessanta, fu tirata su dal nulla per sostituire la troppo isolata Karachi nel ruolo di capitale. Tempo a disposizione per acquisti o, se le condizioni lo permetteranno, per dare uno sguardo alla vicina città di Rawalpindi. Pensione completa. Pernottamento al Ramada Hotel 4*. 18° giorno (giovedì) Volo di rientro in Italia Sveglia all’alba per il trasferimento in aeroporto e il volo di rientro in Italia via Istanbul. 16 | IL TUO VIAGGIO
1. Campo di yurte, Lago Son Kul 2. Mercato di Kashgar Karimabad, Valle dell’Hunza KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 17
PRIMA DELLA PARTENZA BENE A SAPERSI Un viaggio composito che attraversa tre Paesi diversi, complicato e non per tutti. Necessita di una buona capacità di adattamento, specie a livello di cibo e sistemazioni, dove i migliori hotel delle varie regioni di solito non superano le 3 e 4 stelle locali (non paragonabili agli standard occidentali). Un pernottamento è previsto in un campo di yurte, le classiche tende dell’Asia Centrale, con servizi in comune. Gli spostamenti terrestri saranno piuttosto faticosi e disagevoli. Le ore di auto occuperanno spesso più della metà della giornata, e di regola su strade dissestate, molte volte solo delle piste. Avremo sempre veicoli privati: un pulmino o un autobus per le tratte kirghiza e cinese; jeep (non aspettiamoci ultimi modelli, ma fuoristrada del vecchio tipo Willy con il tettuccio apribile) durante le escursioni nel tratto pakistano, più pratiche e sicure per il tipo di strada. Le altitudini raggiunte saranno tra le maggiori del pianeta, con un apice ai 4693 m del passo Khunjerab, e altre occasioni da oltre 4000. Il viaggio si svolge in parte su strade asfaltate e in parte su piste. Il fondo stradale, a volte danneggiato, può rendere i trasferimenti più lunghi e pesanti del previsto. I tempi di percorrenza riportati nel programma sono indicativi e dipendono dal traffico, condizioni delle strade, soste fotografiche e richieste dal gruppo. L’ordine delle visite ed escursioni in ciascuna località può essere soggetto a variazioni per motivi di opportunità contingenti, senza compromettere le peculiarità del viaggio. E’ senz’altro utile ricordare che, come tutti i viaggi che si svolgono in zone lontane sia geograficamente sia culturalmente dall’Europa e dalle nostre abitudini, è fondamentale una buona predisposizione all’adattamento. Per ottenere i visti pakistano e cinese i passaporti e la documentazione richiesta dovranno pervenire nei nostri uffici almeno un mese prima della partenza, essendo i tempi di rilascio piuttosto lunghi. Segnaliamo che, oltre al passaporto, per l’ottenimento del visto pakistano, sono necessarie 2 fototessera a colori recenti, il modulo di richiesta del visto compilato in ogni sua parte e una dichiarazione della propria banca che attesti il possesso di un conto corrente attivo ed aperto. E’ inoltre necessario presentare una copia della busta paga o, in alternativa, libretto pensionistico. Vi informiamo che, per chi possiede un visto d’ingresso in uno dei seguenti Paesi elencati di seguito, l’ottenimento del visto cinese potrebbe richiedere più tempo e potrebbero essere richiesti dei documenti aggiuntivi 18 | IL TUO VIAGGIO
- Iraq - Pakistan - Afghanistan - Turchia - Siria Prima di iscriversi al viaggio è opportuno consultarsi con il proprio medico di fiducia per escludere eventuali controindicazioni ai viaggi a quote elevate (il viaggio non è indicato in particolare per chi soffre di problemi cardio-vascolari, respiratori o di alta pressione). KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 19
Quando partire: L’estate è il momento migliore per recarsi sia in Kirghizistan che nelle regioni settentrionali del Pakistan e nella regione cinese dello Xinjiang. Il clima caldo non è di norma afoso ed è stemperato dalle montagne. Il periodo migliore per intraprendere un viaggio lungo la Karakorum Highway va da fine maggio a ottobre. In primavera i cieli sono tersi e offrono visioni nitide delle grandi montagne, ma il rischio di frane e smottamenti è maggiore a causa dell’accumulo delle nevi e conseguente scioglimento. Sul territorio pakistano gli influssi monsonici dell’Oceano Indiano giungono assai attenuati e si fanno sentire soprattutto sui versanti himalayani (le masse d’aria provenienti da sud-est hanno ormai scaricato quasi tutta la loro umidità sull’India), mentre il Pakistan è aperto ai venti caldi e asciutti di sud-ovest. Pertanto mentre nella stagione calda e umida l’ultima propaggine dei monsoni inzuppa la striscia del Punjab compresa tra Lahore e Islamabad, all’estremo nord in generale piove poco perché le nuvole sono bloccate dalle alte montagne, anche se il rischio di pioggia non si può mai escludere, specialmente alle quote meno elevate. Clima e abbigliamento: Attraversando un territorio in maggioranza montuoso, in estate le temperature risultano in generale miti e gradevoli. Le giornate possono essere variabili, con temperature in media tra i 20 e i 30°, dipendendo dall’altitudine, con serate fresche e notevole escursione termica tra il giorno e la notte (di notte la temperatura può variare dai 10 ai 20° a seconda dell’altitudine). Nella sezione cinese del viaggio, nell’area di Kashgar, le temperature estive medie sono tra i 30° e 35° di giorno. Si consiglia un abbigliamento leggero/medio (pantaloni, camicie e magliette) con strati aggiuntivi da sovrapporre (pullover di lana o pile, k-way, berretto, calze, una giacca a vento per le altitudini più elevate). Scarpe comode con suola robusta o da trekking. Da non dimenticare: crema solare, burro cacao, occhiali da sole, cappello/berretto, repellente per gli insetti, una torcia con batterie può sempre essere utile. In Pakistan, trattandosi di un paese musulmano, dove la religione è molto sentita, si raccomanda un abbigliamento e comportamento consoni. Preferire abiti lunghi e morbidi, evitare calzoncini corti e canottiere. Consigliamo alle donne di avere sempre a portata di mano, nello zainetto, un foulard per coprire il capo e che si rivelerà utile in un sacco di occasioni. Alberghi: Come tutti i viaggiatori ormai sanno, le “stelle” degli alberghi nei paesi in via di sviluppo sono indicative, ma non sono rapportabili agli standard europei! Nel programma riportiamo i nomi degli hotel che abbiamo selezionato per questo viaggio. Si tratta di strutture in genere semplici. I nomi degli hotel sono indicativi e per questioni organizzative o di forza maggiore potrebbero essere cambiati con altri di pari categoria. Gli hotel definitivi saranno comunicati all’interno del Foglio Notizie con i documenti di viaggio. 20 | IL TUO VIAGGIO
NB: l’accorgimento elementare da adottare sempre quando si viaggia in regioni così distanti dai nostri standard occidentali è quello di portare con sé un sacco–lenzuolo leggero e un asciugamano personale… In questo modo l’igiene è sempre garantita. Alcuni alberghi sono dotati di asciugacapelli e altri minori ne sono privi. E’ sempre buona norma portare con sé un adattatore universale per le prese. Mezzi di trasporto: Durante questo tipo di viaggio utilizzeremo un bus/minibus turistico. Esploreremo poi le valli del nord del Pakistan utilizzando fuoristrada tipo vecchio modello Willy con il tettuccio apribile. La distribuzione dei passeggeri per ogni macchina è di quattro persone più l’autista. Ricordiamo vivamente che durante il viaggio è buona norma effettuare una rotazione dei passeggeri sulle diverse auto e anche una rotazione dei posti all’interno delle auto stesse. Bagagli: Considerati i trasferimenti e l’utilizzo dei fuoristrada, si raccomanda di portare con sé un bagaglio essenziale, riducendo il superfluo e privilegiando borsoni/trolley morbidi alle valigie rigide. Cucina locale e pasti: Essendo il viaggio piuttosto complesso e vario per le diverse aree che tocca, la cucina è anch’essa abbastanza varia. La cucina kirghiza è basata su vari piatti a base di verdure e di carne e riso. La cucina uigura, vale a dire la cucina tipica e tradizionale del Xinjiang, l’ovest cinese, è anch’essa basata sul riso e sulle carni , ma ha come tipo di carne principale quella di pecora. La cucina pakistana è molto simile a quella dell'India settentrionale. A causa della sua vicinanza con l'Asia Centrale ed Occidentale vi si trovano anche contaminazioni da queste regioni. Molta attenzione viene data al pane. Dopo ogni pasto si sorseggia il Qehwa o kehwa, di solito servito in piccoli bicchieri, cha ha il sapore di te al gelsomino. I pasti sono molto spesso consumati in ristoranti al di fuori degli alberghi di pernottamento . Durante i trasferimenti, là dove non vi fosse la possibilità di usufruire di ristoranti affidabili, i pranzi potranno essere al sacco. Cercheremo di fruire, per uno o due pasti, a seconda delle possibilità, dell’ospitalità di qualche famiglia locale. Importante Passaporti e visti: I passaporti e la documentazione necessaria per l’ottenimento dei visti cinese e pakistano dovranno pervenire nei nostri uffici un mese prima della partenza, in caso contrario saranno applicati i diritti di urgenza. In Italia verranno richiesti i visti di ingresso in Cina e in Pakistan. Per l’ottenimento del visto pakistano segnaliamo che è necessario produrre una dichiarazione della banca che attesti il possesso di un conto corrente attivo e aperto. KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 21
Per il Kirghizistan è sufficiente il passaporto, con validità residua di almeno tre mesi dalla data di ingresso nel Paese. E’ necessario inviarci la scansione a colori delle prime pagine del passaporto. Suggerimenti generali: E’ buona norma provvedere a fotocopiare il passaporto, il biglietto aereo, dotarsi di 2 foto formato tessera. Ciò può rivelarsi utile in caso di smarrimento dei documenti), e va conservato in posti diversi da quelli degli originali. Nel caso le nostre indicazioni non fossero sufficienti in un qualsiasi aspetto del programma, contattateci per richiedere specificazioni anche su questioni che a casa appaiano secondarie, ma che in corso di viaggio potrebbero rivelarsi importanti. 22 | IL TUO VIAGGIO
Quota Individuale di partecipazione da Milano Minimo 8 partecipanti € 4,900.00 Con Esperto Kel 12. Massimo 16 partecipanti Supplementi per persona Supplemento singola € 880.00 Tasse aeroportuali/fuel surcharge € 328.00 Suppl. partenza da altre città (su richiesta € 150.00 e soggetto a disponibilità) Visto € 177.00 Spese di ottenimento visto € 60.00 Spese di ottenimento visto - Urgente € 200.00 Prezzo Bloccato € 125.00 Prezzo Bloccato Singola € 150.00 Quota di gestione pratica € 80.00 Kel 12 è socio e aderisce al Scheda Tecnica A) Ogni nostro programma di viaggio riporta il tasso di cambio utilizzato per il calcolo delle quote e la percentuale pagata in valuta estera. Ogni programma di viaggio riporta altresì la validità dello stesso. B) Le modalità e le condizioni di sostituzione del viaggiatore sono disciplinate dall’art. 39 del Codice del Turismo. C) Richieste di variazioni alle pratiche o ai servizi già confermati potrebbero comportare costi aggiuntivi. D) Al viaggiatore che receda dal contratto di viaggio prima della partenza, al di fuori delle ipotesi elencate al comma 1 dell’art. 10 delle condizioni generali di contratto di viaggio o nel caso previsto dall’art. 7 comma 2, indipendentemente dal pagamento dell’acconto di cui art. 7 comma 1, sarà addebitato l’importo della penale nella misura indicata qui di seguito: - 10% fino a 45 giorni di calendario prima della partenza; - 20% da 44 a 31 giorni di calendario prima della partenza; - 30% da 30 a 18 giorni di calendario prima della partenza; - 50% da 17 a 10 giorni di calendario prima della partenza; KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 23
- 75% da 9 giorni di calendario a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima della partenza; - 100% dopo tali termini. Salvo diverse indicazioni presenti nel programma di viaggio. Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà durante lo svolgimento del viaggio stesso. Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della partenza. La copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto. Assicurazione Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi come determinato dalla tabella premi seguente: Costo individuale del viaggio fino a Premio individuale € 500,00 € 24,00 € 1.000,00 € 40,00 € 2.000,00 € 68,00 € 3.000,00 € 98,00 € 4.000,00 € 128,00 € 5.000,00 € 159,00 € 6.000,00 € 190,00 € 7.000,00 € 218,00 € 8.000,00 € 251,00 € 9.000,00 € 282,00 € 10.000,00 € 317,00 € 11.000,00 € 346,00 € 12.000,00 € 371,00 € 13.000,00 € 407,00 € 14.000,00 € 449,00 € 16.500,00 € 499,00 Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di annullamento. Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio. 24 | IL TUO VIAGGIO
Questi prezzi sono ancorati al rapporto di cambio (1 Euro = 1,20 USD) e possono essere soggetti ad adeguamento valutario (valgono le condizioni di vendita da catalogo). La percentuale delle quota pagate in valuta estera è del 55% del prezzo del viaggio Prenota Senza Pensieri. Tutela il prezzo del viaggio da eventuali adeguamenti valutari. Modalità: In fase di prenotazione dovrai comunicare la volontà di aderire al “Prezzo bloccato”; Potrai così conoscere da subito l’importo forfettario richiesto a copertura dell’adeguamento valutario, che normalmente viene comunicato fino a 21 giorni prima della partenza; Ovviamente il “Prezzo bloccato” è facoltativo. Decidendo di non aderire gli eventuali adeguamenti ti verranno comunicati fino a 21 giorni dalla partenza; Il Blocco Prezzi può essere applicato solo alle prenotazioni effettuate fino a 45 giorni prima della partenza. La quota comprende: Volo di linea Malpensa-Istanbul-Biskek/Islamabad-Istanbul-Malpensa in classe economica Franchigia bagaglio aereo kg. 23 per persona Trasferimenti da/per gli aeroporti all’estero Trasporti interni con minibus e in jeep 4x4 (tipo vecchio modello Willy) nelle valli pakistane Sistemazione in camera doppia in alberghi 3* e 4* (classificazione locale) e 1 pernottamento in campo di yurte Trattamento di pensione completa Visite ed escursioni come da programma Guide locali parlanti inglese Ingressi, tasse e percentuali di servizio Esperto Kel 12 al raggiungimento del numero minimo di partecipanti indicato La quota non comprende: Trasferimenti da/per gli aeroporti in Italia Tasse aeroportuali, fuel surcharge Visti d’ingresso in Cina e in Pakistan che si ottengono tramite la nostra organizzazione in Italia Mance. Prevedere circa 100 USD di mance in totale a persona da consegnare all’accompagnatore all’inizio del viaggio. L’accompagnatore provvederà a distribuirle a guide, autisti e personale di servizio in genere in accordo con il gruppo Bevande ai pasti Permessi per fotografare laddove richiesti Facchinaggio (né negli aeroporti, né negli alberghi) KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 25
Eventuali tasse d’imbarco estere da pagare in uscita dai tre Paesi Spese extra personali in genere e tutto quanto indicato come facoltativo Tutto quanto non espressamente indicato nel programma e al paragrafo “La quota comprende” Partenza Rientro Stagionalità Note 06/08/2018 (lunedì) 23/08/2018 (giovedì) 26 | IL TUO VIAGGIO
Informazioni pratiche Kirghizistan FORMALITÀ Per entrare in Kirghizistan è necessario il passaporto, con validità residua di almeno tre mesi dalla data di ingresso nel Paese. Non è richiesto alcun visto dall’Italia. Ogni partecipante è tenuto a controllare personalmente la validità del proprio passaporto. Si consiglia di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del passaporto e di tenerla separata dal documento. Si fa presente che l'organizzazione non si assume alcuna responsabilità nel caso di impossibilità a partire o ad entrare nel Paese di destinazione a causa di documenti non corretti oppure di rifiuto al rilascio del visto da parte delle autorità governative anche all’ultimo momento. DISPOSIZIONI SANITARIE Nessuna vaccinazione è obbligatoria. La maggior parte dei medicinali specifici non è reperibile nelle farmacie locali ed è spesso molto difficile valutare le caratteristiche e le compatibilità di quelli disponibili. Si consiglia quindi di portare con sé nel bagaglio a mano un'adeguata scorta le medicine di uso personale e i medicinali necessari per fronteggiare l’insorgere di patologie gastro-intestinali. Per ogni esigenza di carattere medico è sempre opportuno consultare l'Ufficio di Igiene della propria città. Consigliati collirio e antidiarroici. Si raccomanda di seguire le buone pratiche dell’accorto viaggiatore: non bere acqua se non da bottiglie sigillate, non aggiungere ghiaccio alle bevande, consumare cibi ben cotti a eccezione della frutta lavata e sbucciata dallo stesso consumatore. Il vaccino contro la febbre gialla è obbligatorio per tutti i viaggiatori di età superiore ad 1 anno provenienti da Paesi a rischio di trasmissione della malattia, nonché per i viaggiatori che abbiano anche solo transitato per più di 12 ore nell’aeroporto di un Paese a rischio di trasmissione della malattia. CLIMA Il clima è continentale con notevoli differenze fra le aree montane e le valli desertiche. La neve perdura durante tutto l'arco dell'anno nelle zone montane, mentre il caldo è afoso nelle zone desertiche, con temperature che variano dai 30 ai 40°C in estate. Il clima è più fresco in altitudine. In inverno le temperature restano negative, in particolare a gennaio quando soffiano i venti siberiani. Il miglior periodo per visitare il Kirghizistan è durante l'estate e a inizio autunno (da giugno a metà ottobre). Tuttavia dalla fine di giugno alla metà di agosto le temperature di pomeriggio possono superare anche i 32°C, con picchi di 40°C nella valle di Fergana. Le valli delle montagne sono molto più fresche, con temperature gradevoli. ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO In estate il clima è piuttosto variabile con serate fresche. Si consiglia un abbigliamento leggero (pantaloni, camicie e magliette) con strati aggiuntivi da sovrapporre (pullover di lana o pile, k-way, berretto, calze...). Scarpe comode con suola robusta o da trekking. Non dimenticare occhiali da sole, creme solari, burro cacao, repellente per insetti, cappello/berretto. KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 27
FUSO ORARIO 4 ore in avanti rispetto all’Italia (5 quando in Italia vige l’ora solare). VALUTA La valuta in corso è il Som (KGS). La valuta estera più accettata è il dollaro USA, a patto che le banconote siano nuove o in buone condizioni (ci sono alcuni sportelli bancomat che erogano sia som che dollari a Biskek). Nelle città è possibile cambiare presso banche e cambiavalute i dollari o gli euro in som. Si consiglia di munirsi di valuta soprattutto di piccolo taglio per i piccoli acquisti. Per quanto riguarda l'ammontare di valuta da portare durante il viaggio facciamo presente che occorre pagare solo le bevande, le telefonate, gli acquisti di souvenir personali e le mance. FORMALITA’ VALUTARIE E DOGANALI Al momento dell’arrivo nel Paese, occorre compilare una dichiarazione nella quale si indica, fra le altre cose, l’eventuale possesso di oggetti preziosi o armi. Il documento dovrà essere conservato fino al momento dell’uscita dal Paese stesso. L’importazione e l’esportazione di valuta è libera. Per cifre consistenti, si consiglia tuttavia di effettuare una dichiarazione doganale all’arrivo. Sono diffusi sia gli sportelli di cambio valuta che gli sportelli per il prelievo di valuta. Anche l’uso della carta di credito è ormai largamente diffuso, soprattutto nelle città. Divieto di importazione: armi e droghe. Le armi da caccia possono essere importate solo se dichiarate. Limitazione di esportazione: oggetti di antiquariato di oltre 50 anni. Per quadri e altri beni artistici occorre munirsi del relativo permesso di esportazione rilasciato dall’apposito ufficio del Ministero della Cultura locale. LINGUA Il Kirghizistan è una delle due ex repubbliche sovietiche dell'Asia Centrale (assieme al Kazakistan) ad aver mantenuto il russo come lingua ufficiale dopo l'indipendenza, affiancandogli il kirghiso, appartenente al gruppo delle lingue turche, e rendendo il Kirghizistan un paese bilingue. In generale, la popolazione in tutto il paese capisce e parla il russo, eccetto in alcune aree remote di montagna; il russo è la lingua madre della maggior parte degli abitanti di Biškek, e la maggior parte degli affari economici e politici sono condotti in questa lingua. A grandi linee il russo è predominante nel nord e nel nord-est, il kirghizo nel sud-est e l'uzbeko nel sud, nel sud-ovest e nelle zone di Oš e Žalalabad. RELIGIONE La maggioranza della popolazione è musulmana sunnita (75% circa). Seguono i cristiani ortodossi (rito russo), che sono circa il 20% della popolazione. Il Kirghizistan è uno stato secolarizzato. La capitale Biškek e, più in generale, le regioni settentrionali del paese sono in gran parte laicizzate. Nel sud, dove i sentimenti religiosi tradizionali sono più forti, è opportuno avere un comportamento adeguato anche nell’abbigliamento. 28 | IL TUO VIAGGIO
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