KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN - IL TUO VIAGGIO - Soprattutto Viaggi

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KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN - IL TUO VIAGGIO - Soprattutto Viaggi
IL TUO VIAGGIO
KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL
MONDO
KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN
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IL TUO VIAGGIO

KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO
KIRGHIZISTAN - CINA - PAKISTAN

(Inserti estratti dal libro “Sulle ali di un Ape” di Paolo Brovelli)

Finalmente la Karakoram Highway!
Erano anni che ci pensavamo, e anni che attendevamo la possibilità di tornare in quei
luoghi, negli ultimi tempi preclusi al mondo per amore di sicurezza.
Ci siamo tornati tre anni fa e da allora la voglia di riprendere a frequentare e far
conoscere questi bellissimi luoghi è ancora più forte!

Lo sappiamo: è il Pakistan, un rifugio di forze talebane.
Lo sappiamo: è la Cina interna, la Cina degli uighuri, l’etnia minoritaria turca e
musulmana che si guarda di traverso con i padroni cinesi, han.
Lo sappiamo: dobbiamo superare due confini caldi caldi. Confini che dividono mondi,
universi.
Lo sappiamo: è una strada di montagna che s’inerpica fino a 4693 m, quasi come la
vetta più alta del Monte Bianco, e può mancare il fiato. Ma in quei paesaggi il fiato può
mancare anche più a valle. Per la bellezza, per la suggestione. Perché ci si può sentire
come una formichina sull’altare di San Pietro, tanto sono imponenti. Tanto ci sentiamo
piccoli…

È un viaggio sul tetto del mondo, su e giù per le montagne più alte e le vallate più
scoscese, per mano con i fiumi del mito, lungo una rotta che collega l’Asia Centrale,
quella nomade, ex sovietica, con il bacino del Tarim e il deserto del Taklamakan, e poi
questo con le propaggini più settentrionali del subcontinente indiano, dove le vette
aguzze delle catene maggiori dell’Himalaya si stemperano nelle opulente pianure
dell’Indo. Sono i luoghi del Great Game, la guerra di spionaggio consumatasi a cavallo
tra il XIX e il XX secolo tra Regno Unito e Russia per il controllo dell’Asia Centrale.
Luoghi del sogno e del mistero.
Per chi è stanco di aspettare. Che l’ora giusta per partire in quella zona può non
arrivare mai.
La strada è il leitmotiv del nostro viaggio.

La Karakoram Highway, o Zhong-Pa gong lu, grande strada sino-pakistana, come
dicono i cinesi, è il cammino che permette alla Cina occidentale di sboccare
sull’oceano. L’unico. L’alternativa, da Kashgar, è un treno lungo più di quattromila
chilometri, fino a Pechino. Per questo è stata costruita.

“Nonostante il suo nome altisonante – che i pakistani abbreviano in un confidenziale
KKH – è una camionabile relativamente piccola, un tracciato che si snoda tortuoso per

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milletrecento chilometri attraverso le più impervie giogaie del continente, riassumendo
in sé i sentieri malsicuri e le anguste mulattiere che da millenni hanno permesso a
uomini e idee di spostarsi tra le due realtà più significative dell’Asia: il mondo cinese e
quello indiano. Più che una strada è un’impresa, un’opera leggendaria, come rimarcano
le numerose lapidi a futura memoria delle centinaia di lavoratori caduti, martiri del
progresso.”

Cominciamo il nostro andare da Biškek, la capitale di uno degli stati più nomadi e
selvaggi dell’ex Unione Sovietica: il Kirghizistan.

“Qui, tra le vette imbiancate degli Ala-Too, i Monti Variopinti, e del Tian Shan, i Monti
Celesti, pare che il tempo si sia incagliato nelle secche del Medioevo. Qui, la strada non
è che un tracciato pietroso da cui si scorgono tende isolate, le üi, o disorganici
agglomerati di vagon fatiscenti. Due dei quattro milioni di kirghizi sopravvivono più
poveri dei poveri, transumando come mille anni fa, o distillando cibo dalla Grande
Madre montagna. Basta uno sguardo per accorgersi che infrastrutture, indumenti, visi,
tutto riecheggia un’asiaticità d’altri tempi che la presenza russa non è riuscita a
estirpare, nonostante sia ancora massiccia e ben accetta fin nelle aree più impervie.
Quassù, il raglio dell’asino viaggia in filodiffusione e il rumore di zoccoli surclassa quello
del pistone.”

È il primo dei quattro viaggi che affronteremo in quest’unica impresa. Quattro nuclei
geografici e culturali forti e distinti: il Centro Asia ex sovietico, quello cinese, l’ambiente
himalayano e la pianura dell’Indo.
E allora subito nel vivo, alla scoperta di questo scampolo di mondo sovietico partendo
dalla capitale, Biškek, appunto, una città moderna ma già un po’ fatiscente, come
spesso accade con i residui del Secondo Mondo. Poi via, nelle campagne a cercare
tracce di storie antiche, come quella che ci racconta il minareto di Burana, dell’epoca
karakhanide, un popolo che qui fondò la sua capitale, l’antica Balasagun, a capo di un
territorio grande come l’India. Intorno all’anno Mille inglobava anche gran parte
dell’odierno Kazakhistan, il maggiore degli attuali stati della zona. Siamo in piena Asia
Centrale, un calderone ribollente da secoli popoli d’etnia turca, genti da sempre
nomadi come questi kirghizi, e come i loro vicini uighuri che, all’epoca, di quell’impero
erano parte.
Altra grande emozione sarà l’arrampicata fino al passo Torugart: 3735 m, per un
assaggio dell’altitudine che ci aspetterà al Khunjerab.

“È dopo il villaggio di At-Bashy, oltre l’ennesimo dosso, che ci si para davanti l’alto
bastione innevato delle vette maggiori del Tian Shan: acuminate, drammatiche,
ammalianti. Catene che paiono un affresco dipinto ad arte, scenografie gotiche
sovrapposte, che si inseguono in fenomeni di profondità prospettica, che bucano le
nuvole con guglie e pinnacoli. La strada si è trasformata di nuovo in una pista pessima,
con mucchi di sassi, ghiaia e buche. Ci danniamo slalomando nel tentativo di non
rompere nulla. Sarebbero guai: da ore viaggiamo completamente soli. […] Dopo il
passo Tus Bel, 3574 metri, a destra, pochi metri oltre gli onnipresenti pali elettrici,
cominciano i tralicci di filo spinato. È il territorio cinese, lì, a portata di mano, a venti
metri dalla carreggiata, sull’altopiano bianco e deserto. L’eccitazione sale, la senti

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dentro, vuole prorompere, scoppiare, gridare a squarciagola. […] Tra pochi minuti tutto
sarà Cina.”

E Cina sia. Dopo il controllo kirghizo e sette chilometri di terra di nessuno, per evitare
ogni contatto, ecco finalmente un arco di pietra, ritto su una strada di terra, a
presidiare l’entrata al Celeste Impero, che varchiamo in uno dei luoghi più remoti dal
suo centro. Dando così inizio al secondo dei nostri viaggi nel viaggio: il Turkestan
cinese.

“È il versante sud della catena del Tian Shan, margine settentrionale del bacino del
fiume Tarim, unico rimasuglio di un preistorico mare interno vasto quanto la Francia,
dove ora giace silente il deserto del Taklamakan. È la Cina esterna, lontana persino
dagli ultimi tronchi di Grande Muraglia, la Cina dei turchi cugini d’Oriente.
Da qui, dall’antico regno di Kashgaria, obliato quadrivio sulla Via della Seta, ultimo
lembo della provincia di Xinjiang Uygur incuneato nel cuore dell’Asia Centrale, partirà
la nostra lunga digressione verso il subcontinente indiano, oltre i bastioni del
Karakorum, giù, giù fino alla brulicante piana dell’Indo e ai palmizi tropicali del Punjab.”

Punto di passaggio della via che portò l’insegnamento del Buddha tra le genti del
Regno di Mezzo, e la seta tra quelle del subcontinente indiano, Kashgar sarà il centro
della nostra visita cinese. Kashgar con suo celeberrimo mercato domenicale, che
accoglie genti che vi recano le proprie specialità da tutta la regione.

“Qui già due secoli prima di Cristo giungevano i generali cinesi e proprio qui, nei bazar
di Kashgar, per centinaia di anni i mercanti di Xi’an o di Kaifeng hanno incontrato quelli
d’Aleppo, di Esfahan, di Baghdad per scambiare il loro carico di sete e porcellane con
l’avorio, l’oro, il vetro colorato d’Occidente. Poi, dietro front, ognuno per la sua strada,
ben attenti a non oltrepassare i confini dell’ignoto. […]
Come i nostri mercati medievali, anche questo è diviso in aree a seconda delle
mercanzie, e c’è proprio di tutto: pellame, legname, bestiame, coltelli, scarpe, cappelli
di pelo, coppole e cineserie a iosa.
C’è un buon assortimento anche tra i visi, che a volte sembra d’essere su un pianeta
lontano. Uighuri, kirghizi, kazaki, tagiki, uzbeki e persino tatari si mescolano,
riconoscibili soltanto grazie ai copricapi di differente fattura, a cinesi han, afghani,
pakistani, nelle vie in terra battuta, polverose per l’andirivieni di biciclette, muli, carretti,
cammelli e barrocci. C’è mezza Asia, che carica, scarica, contratta, briga, baratta,
gesticola, pasteggia spalla a spalla in banchetti improvvisati o, accosciata in cerchio,
spolpa coi denti prelibati crani di pecora bollita, in un continuo, disarmonico vociare.
Discorsi che cominciano in uighuro, continuano in persiano, giustappongono parole
pashtun a sillabe cinesi, accompagnati dal linguaggio internazionale dei gesti, da
scarabocchi cifrati su cenci di carta o dal ‘bip-bip’ delle calcolatrici, che qua e là
compaiono come d’incanto. Centinaia di suoni, decine di idiomi, ma solo due ufficiali: lo
uighuro, scritto in caratteri arabi, e il cinese, equiparati in tutto il territorio della
provincia.”

Fuori dalla città, verso sud, comincia la lunga risalita verso il culmine della nostra visita:
il passo Khunjerab. Saranno circa trecento chilometri di una pendenza quasi sempre

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lieve, fino all’ultima, dura arrampicata fino allo spartiacque. Ma solo dopo la sosta a
Tashkurgan, la ‘Torre di Pietra’, un abitato di cui già parla Marco Polo, in zona
autonoma tagika.
Se i colori dominanti del versante nord, cinese, sono il marrone, l’ocra, il rossiccio, i toni
della sete, nell’altro, quello meridionale, pakistano, comincia il verde, l’acqua. Fin
quassù arriva la coda del monsone, e in estate (l’unico periodo in cui la strada e il
valico sono aperti) le piogge possono essere abbastanza frequenti. Anche la strada
diventa qui scoscesa, con discese a picco e lunghi tornanti tra i boschi.
È il terzo nucleo del nostro viaggio, quello più lungo, che ci vedrà arrancare su strade
spesso disagiate, a volte anche soggette a frane. Paesaggi montani dove i villaggi in
pietra sorgono radi nei fondovalle, tra i muriccioli dei coltivi e i pioppi, che svettano in
tutte le oasi d’Eurasia, dove gli uomini vestono il classico shalwar kamis grigiastro della
tradizione locale musulmana, mentre le donne, lontano dai centri importanti della fede,
sono ancora autorizzate a esibire qualche colore.
Ci accoglierà la valle del fiume Hunza, uno degli affluenti dell’Indo. Una valle delle
meraviglie, dove gli occhi si riempiranno di spettacoli della natura.

“Proseguendo verso sud la valle prende respiro, ansa dopo ansa, canyon dopo canyon.
Burroni profondi, da vertigine, erosi, sgretolati dallo scorrere eterno delle acque grigie
dei ghiacciai. La strada che si aggrappa a mezza costa, come sospesa alle infinite
pareti delle montagne che si accavallano per centinaia di chilometri, seghe acuminate,
punte, guglie, ora punteggiate di smeraldine oasi d’altura, ora spoglie. Un paesaggio
tanto verticale che l’occhio non riesce ad abbracciarlo per intero. E sopra tutto, la
sagoma onnipresente del Rakaposhi, che occhieggia tra i pinnacoli dai suoi 7788 metri.
Siamo a due passi dal Baltistan e dall’Azadi Kashmir, il Kashmir ‘libero’, quello
pakistano, dove si trova una speciale concentrazione di Settemila.”

L’ultima scoperta del nostro viaggio sarà Taxila, ormai ai piedi delle montagne, stesa
nella pianura del Punjab, proprio come la capitale pakistana, Islamabad. Lì, avremo
ormai lasciato l’incanto delle solitudini montane per immergerci nel bagno di gente che
questa parte di mondo riserva. Quaggiù, ovunque c’è qualcuno, e il silenzio è merce
rara. A Taxila però c’è. Tra le sue rovine, tra il ricordo del suo splendore, quando era un
grande centro di studio ed espansione buddhista, quando l’arte e la cultura Gandhara
si irradiavano per la regione. Nel ricordo della dominazione degli achemenidi di Persia
o di quella di Alessandro Magno, che la conquistò nel 326 a.C. portando nel
subcontinente Indiano la cultura d’Occidente.

Un viaggio composito, dunque, il nostro. Complicato e non per tutti. Necessita di una
discreta capacità di adattamento, specie a livello di cibo e sistemazioni, dove i migliori
hotel delle varie regioni di solito non superano le 3 e 4 stelle locali. Ci consoleremo di
sicuro con il piacere degli occhi e della suggestione, perché spesso si troveranno in
posizioni magnifiche e immersi in atmosfere d’altri mondi, da cui potremo distillare i
ricordi di una vita.

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IL TUO VIAGGIO
                            KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO
                           DEL MONDO

    1° giorno (lunedì)
     Partenza da Milano per Biskek. Pernottamento a bordo

    2° giorno (martedì)
     Biskek, la capitale kirghiza

    3° giorno (mercoledì)
     Il villaggio di Kochkor e il Lago Son Kul

    4° giorno (giovedì)
     Proseguimento per Naryn tra vallate, pascoli e nomadi

    5° giorno (venerdì)
     Verso Kashgar attraverso il Torugart Pass (attraversamento del confine con la Cina)

    6° giorno (sabato)
     Visita di Kashgar, punto d'incontro delle vie della seta

    7° giorno (domenica)
     Il mercato domenicale di Kashgar e la Karakorum Highway

    8° giorno (lunedì)
     Attraverso il Khunjerab Pass e la Valle dell'Hunza (attraversamento del confine con il
     Pakistan)

    9° giorno (martedì)
     Escursione alla valle di Nagar per ammirare i "Settemila"

    10° giorno (mercoledì)
     Lungo la KKH fino a Gilgit

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   11° giorno (giovedì)
    Lasciamo la KKH per esplorare il Baltistan, lungo la valle dell'Indo e raggiungere Skardu

   12° giorno (venerdì)
    L'antico regno di Khaplu, Piccolo Tibet

   13° giorno (sabato)
    Escursione a Machlu e a Hushe, tra valli e montagne imponenti

   14° giorno (domenica)
    Ritorno a Skardu

   15° giorno (lunedì)
    Riprendiamo la KKH costeggiando il Nanga Parbat verso Chilas

   16° giorno (martedì)
    L'ultimo tratto della KKH da Chilas a Islamabad

   17° giorno (mercoledì)
    Visita del sito archeologico di Taxila e di Islamabad

   18° giorno (giovedì)
    Volo di rientro in Italia

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1° giorno (lunedì)
Partenza da Milano per Biskek. Pernottamento a bordo

Nel pomeriggio partenza da Milano Malpensa per Biškek via Istanbul con volo di linea.
Pernottamento a bordo.

2° giorno (martedì)
Biskek, la capitale kirghiza (altitudine media 800 m slm)

Arrivo in mattinata a Biškek, capitale kirghiza. Incontro con la guida locale, parlante
inglese, che ci accompagnerà in hotel per riposarci e fare colazione (camere
immediatamente disponibili).
Nel pomeriggio visita panoramica della città, con i suoi punti nevralgici: il monumento
a Manas, l’eroe nazionale kighizo, la Piazza Ala Too, la Piazza Vecchia con l’edificio del
Parlamento e la Piazza della Vittoria. Biškek è caratterizzata da grandi boulevard ed
edifici di epoca sovietica ed oltre ad essere la capitale del Paese ne è il principale
centro industriale. Sebbene non sia una città particolarmente interessante, come
sempre uno sguardo alla capitale consente di introdurci a molteplici aspetti del Paese
che ci accingiamo a visitare. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Ambassador
4*.

3° giorno (mercoledì)
Il villaggio di Kochkor e il Lago Son Kul (3000 m slm, 380 km, 7 ore circa)

Dopo la colazione lasciamo Biškek per dirigerci verso il Lago Son Kul.
Lungo il percorso sosta alla Torre di Burana, che grazie a un buon restauro di epoca
sovietica è possibile visitare. Il minareto fu costruito nella città di Balasagun, una delle
capitali dello stato di cultura turca karakanide dell’XI-XII secolo. Se possibile visitiamo il
piccolo museo locale (non sempre aperto); si potranno anche osservare le “balbas”,
antiche tombe dei Turkic, antico quanto esteso gruppo etnico i cui discendenti
popolano ancora numerose aree asiatiche, dalla Mongolia al cuore dell’Asia Centrale.
Proseguiamo quindi per il villaggio di Kochkor dove potremo pranzare e condividere
qualche ora con le famiglie kirghize del luogo. In questa zona gli abitanti vivono ancora
secondo gli usi semplici della tradizione e questa è un’opportunità di conoscere la loro
vita quotidiana, il loro lavoro. I villaggi della vallata sono noti per la produzione di
“airan”, lo yogurt, e “kumis”, bevanda nazionale a base di latte di cavalla fermentato,
mentre le donne sono abili tessitrici e lavorano abilmente la lana di pecora per ottenere
variopinti tappeti. Nel tardo pomeriggio arrivo al secondo grande lago del Paese, il
lago Son Kul. Sistemazione in campo di yurte, le tipiche tende dell’Asia Centrale, rifugio
delle genti del Tian Shan, fatte di legno, feltro, lana di pecora e tappeti (i servizi,
essenziali, sono in comune). Cena e pernottamento al campo (gli ultimi 90 Km del
percorso sono su sterrato).

4° giorno (giovedì)
Proseguimento per Naryn tra vallate, pascoli e nomadi (2000 m slm, 190 km, circa 4
ore)

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Colazione e mattinata dedicata a esplorare i dintorni del lago e a conoscere le famiglie
nomadi kirghize che vi abitano. Qui è facile incontrare famiglie di allevatori nomadi con
le loro tende di panno da cui fuma quasi sempre un focolare, i loro recinti, i loro cavalli.
Visiteremo una famiglia, ne saluteremo decine. Dopo il pranzo viaggeremo tra i monti
della catena Tian Shan, le Montagne Celesti, fino a Naryn. Il cuore montagnoso del
Kirghizistan offre splendide vallate, cascate, canyon, formazioni rocciose d’ogni tipo,
con panorami da riempire gli occhi e il cuore. Non è raro incontrare anche luoghi di
sepoltura. Preferiscono riposare accanto una strada o un fiume, i kirghizi, per non
smentire il loro animo nomade. In tombe in muratura, stabili, creano uno strano
contrasto con la loro vita da viandanti L’arrivo è previsto in serata nella cittadina di
Naryn. Pensione completa. Pernottamento all’hotel Guest House Khan Tengri 3*.

5° giorno (venerdì)
Verso Kashgar attraverso il Torugart Pass (attraversamento del confine con la Cina)
(1270 m slm, 243 km, 5 ore circa + 170 km, 4 ore circa)

Oggi ci attende una lunga e bellissima giornata!
Siamo pronti per il grande balzo verso la Cina. Ma prima faremo una sosta a Tash
Rabai, caravanserraglio del XIV secolo. Edificio in pietra restaurato con cura, questo
caravanserraglio ospitava i mercanti che, con i loro animali, si muovevano lungo la Via
della Seta. Le sue origini si perdono nel tempo, sebbene l’evidenza dei reperti
archeologici suggerisca che il sito fosse occupato già a partire dal X secolo. Saliremo
poi verso il Torugart Pass (3750 m), la nostra porta per il Regno di Mezzo. Il tragitto è
affascinante. Sono zone desertiche, montane, aspre. Verso la frontiera ancor di più. I
Monti Celesti intorno e sullo sfondo, la strada dritta, evanescente, il filo spinato per
lunghi chilometri in mezzo al nulla. Dopo At Baši diventa una pista sassosa e da
qualche tempo può anche essere piena di camion diretti, come noi, alla frontiera. Sì,
perché lassù entriamo in Cina, nella provincia dello Xinjiang Uyghur.
Dopo le formalità doganali kirghize, la nostra guida kirghiza ci accompagnerà per un
pezzo fino alla cima del passo, all’interno di una zona neutrale di sette chilometri,
quella che divideva i due giganti d’Asia, due mondi. Sull’altro versante della montagna
incontreremo la guida cinese, ci registreremo e ripartiremo verso Kashgar. La strada
oltreconfine è tutta un cantiere, segno della modernità cinese che avanza. A fine
giornata, sbrigate le formalità doganali cinesi lungo la strada, arriveremo a Kashgar.
Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Yue Xing Jin Jiang 5* o similare.

6° giorno (sabato)
Visita di Kashgar, punto d'incontro delle vie della seta

La leggendaria città-oasi di Kashgar è la più occidentale di tutte le città cinesi posta ai
margini del bacino del Tarim prima che i contrafforti dei Tien Shan e del Pamir si
uniscano creando una barriera formidabile ad ogni comunicazione. Qui le due Vie della
Seta, quella meridionale proveniente da Dunhuang e quella settentrionale proveniente
da Turfan, si congiungevano e da qui la vecchia rotta carovaniera puntava verso gli alti
passi dell'attuale Tagikistan e quindi scendeva nella valle di Fergana e poi verso
Samarcanda. Meno battuta, ma ugualmente importante, un'altra strada carovaniera

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attraversava il Pamir poco dopo l'attuale Tashkurgan e qui attraversando una regione
culturalmente tibetana raggiungeva infine la valle dell'Indo e, di qui, le grandi città
commerciali della Persia. L’antico splendore di Kashgar è ormai scomparso da lungo
tempo, ma la città continua ugualmente a possedere un’insolita forza di attrazione,
unico avamposto della civiltà a separare i deserti dello Xinjiang dai picchi ghiacciati del
Karakorum. Il continuo flusso di popolazione cinese con le scuse più diverse sta ormai
trasformando anche Kashgar in una città a popolazione mista, con l'elemento cinese
ormai in procinto di diventare maggioranza su uiguri, tagiki, uzbeki e kirghizi.
Oggi, oltre a riposarci dopo i primi intensi giorni di viaggio, visiteremo la città con la
tomba di Abakh Hoja (Xiang Fei in cinese), un santo sufi del XVII secolo e la grande
Moschea del XV che richiama nel portale centrale la grande arte timuride di
Samarcanda e Bukhara. Pensione completa e pernottamento in hotel.

7° giorno (domenica)
Il mercato domenicale di Kashgar e la Karakorum Highway (3200 m slm, 200 km, 3,5
ore circa)

La domenica è il giorno del mercato settimanale di Kashgar. Se è vero che la Cina ha
invaso di merci moderne il mercato tradizionale, è anche vero che tra le tante
mercanzie alcune resistono all’omologazione, i cappelli, le pelli e alcuni tessuti locali,
ma la parte del mercato rimasta più autentica è quella popolare e contadina, quella del
mercato del bestiame dove pastori e mercanti si avvicendano intorno a una pecora in
una danza antica di trattative fatte di gesti, di occhiate indifferenti, di strette di mano
che si ripetono uguali da secoli. Dedicheremo tutta la mattinata al mercato. Dopo il
pranzo ripartiamo diretti al passo Khunjerab. È proprio a Kashgar che comincia la KKH
(KaraKorum Highway), che arriva fino ad Abbottabad, oltre le montagne, già verso la
capitale del Pakistan. Tra Kashgar e il passo faremo molte soste fotografiche. Ogni
momento è buono. Una delle principali sarà quella sul lago Karakul, ai piedi del
Muztagh Ata (7546 m), il “padre delle montagne”, una delle vette più elevate della
zona. La strada da Kashgar al confine è d’una varietà infinita, piena di sorprese. Di
certo incontreremo gli accampamenti di pastori tagiki, che quassù vengono a passare
l’estate prima della grande transumanza di settembre, quando tornano a valle. Ci
saranno greggi, cammelli battriani, dzu (specie di piccoli yak), caffetani, copricapi,
barbe. Passeremo accanto al triplice confine, dove la Cina incontra il Tagikistan e
l’Afghanistan. Così fino a Tashkurgan, l’ultima cittadina prima del confine. Lì, ceneremo
e passeremo la notte al Crown Inn 3* con bella veduta del massiccio del Pamir.
Pensione completa.

8° giorno (lunedì)
Attraverso il Khunjerab Pass e la Valle dell'Hunza (attraversamento del confine con il
Pakistan) (2500 m slm, 325 km, 9 ore circa)

Breve visita panoramica della città, dove pare sia passato anche Marco Polo, venendo
però dall’Afghanistan. Ora è la capitale del territorio autonomo concesso ai tagiki
cinesi. È all’uscita da questa città che ci saranno anche i controlli doganali e di polizia
per continuare ed essere autorizzati a valicare il passo, a monte di una cinquantina di
chilometri. Poi, saliamo finalmente al passo Khunjerab (4693 m). È una salita lenta e

12 | IL TUO VIAGGIO
appassionante, fino alle casupole di frontiera cinese e pakistana. Sarà un passaggio
radicale, come quello dal Torugart. Oltre il valico la strada comincia a scendere ripida.
Cambia tutto, non solo la gente. È uno spartiacque deciso e le montagne, da questa
parte, sono umide e scoscese. Il primo abitato sarà Sost, dove si sbrigheranno le
formalità pakistane, saluteremo la nostra guida cinese e conosceremo quella pakistana,
con cui poi concluderemo il tour. Lì pranzeremo e proseguiremo nella valle dell’Hunza,
che ha un’altitudine media di 2500 m e che percorreremo per intero, giungendo in
serata a Karimabad, già Baltit, sede di un importante forte. La valle dell’Hunza fu per
più di un millennio uno stato indipendente, anche se altalenante tra varie alleanze con i
giganti intorno, come la Cina, per esempio, e poi l’India britannica. Questo, fino alla sua
annessione al Pakistan (1947) e soprattutto all’anno 1974, quando l’allora presidente
pakistano Ali Bhutto decise di abolire quel tipo di regime, molto diffuso nelle Northern
Areas (i Territori del Nord), e incorporare tutti i vari territori, staterelli all’interno dello
stato democratico.
Tutto il viaggio di oggi sarà molto fotogenico, con diversi picchi da ammirare, come il
Pass Peak, il Gulmit Peak, ecc. Pernottamento all’Hotel Serena Inn 3*. Pensione
completa.

9° giorno (martedì)
Escursione alla valle di Nagar per ammirare i "Settemila"

L’escursione alla magnifica vallata di Nagar, dominata dai monti Rakaposhi (7788 m),
Diram (7266 m) e un’altra manciata di ‘Settemila’, prenderà tutta la mattinata.
Anch’essa formava un principato autonomo, che seguì le stesse sorti di quello
dell’Hunza.
Rientriamo a Karimabad per il pranzo e visitiamo la fortezza di Baltit e il bazar. All’ora
del tramonto ascesa all’Eagle Nest, da dove si godono panorami d’eccezione. Pensione
completa. Pernottamento all’Hotel Serena Inn 3*.

10° giorno (mercoledì)
Lungo la KKH fino a Gilgit (1500 m slm, 110 km, 3 ore circa)

Prima di lasciare Karimabad, visiteremo i villaggi della zona, come Altit, con la sua
fortezza, prima residenza dei mir, i sovrani della valle dell’Hunza, prima che
traslocassero nella più recente fortezza di Baltit. Altro villaggio interessante è Ganish,
che si dice essere il primo insediamento della Via della Seta lungo la valle dell’Hunza.
Un villaggio denso di storia, con edifici lignei d’epoca e antiche torri di guardia.
Ricominceremo quindi la nostra discesa verso sud. Seguiremo la KKH fino a Gilgit, che
visiteremo nel pomeriggio. Sarà forse possibile anche assistere a una partita di polo,
uno degli sport più importanti della regione (ne verificheremo la fattibilità in loco).
Gilgit è il luogo dove lasceremo temporaneamente la KKH per prendere verso est,
verso il Kashmir. Poco dopo la città esiste una targa che indica il punto in cui la catena
del Karakorum si unisce ad altre due tra le cordigliere maggiori del pianeta: Himalaya e
Hindukush. Un luogo suggestivo.
Pensione completa. Pernottamento all’Hotel Gilgit Serena 4*.

11° giorno (giovedì)

                                                   KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 13
Lasciamo la KKH per esplorare il Baltistan, lungo la valle dell'Indo e raggiungere
Skardu (2223 m slm, 218 km, 5 ore circa)

Cominceremo la giornata di mattina presto, imboccando la lunga deviazione verso
sud-est, lungo la valle dell’Indo, per esplorare il Baltistan, che comprende l’Azadi
Kashmir, il Kashmir Libero. È una zona delicata, che confina con il Kashmir indiano, più
a meridione, un territorio da decenni conteso tra i due grandi paesi del subcontinente.
Ma è pure un’altra delle regioni che vogliono dare spettacolo, adiacente al grande
Parco Naturale del Karakorum centrale.
L’arrivo è previsto nel pomeriggio a Skardu, dove ci sistemeremo in hotel. Pensione
completa. Pernottamento all’Hotel One 3* o similare.

12° giorno (venerdì)
L'antico regno di Khaplu, Piccolo Tibet (2600 m slm, 125 km, 3/4 ore circa)

Questa giornata ci porterà prima a Shiger, per la visita della fortezza, da poco
restaurata e trasformata in un hotel, delle piccole moschee e quindi alla nostra meta,
Khaplu, il tutto esplorando la zona e le montagne intorno. La città è situata in un punto
molto aperto, affacciato alla confluenza della valle di ben tre fiumi, Shyok, Hushe e
Saltoro, il che la rende particolarmente interessante. Anche la città in sé riserva diversi
gioielli, come lo stesso forte, trasformato come il precedente in hotel, diversi edifici e
moschee antiche. È chiamata Piccolo Tibet, per la sua popolazione proveniente da
queste regioni, e sempre fu a presidio degli accessi del vicino Ladakh, l’altro Piccolo
Tibet della zona. Pensione completa. Pernottamento al Serena Khaplu Palace 3*.

13° giorno (sabato)
Escursione a Machlu e a Hushe, tra valli e montagne imponenti (30 km
andata/ritorno, circa 2 ore + 150 km, circa 4 ore)

Partenza per Machlu, dove oggi ci attendono magnifiche visioni (sperando in una bella
giornata e nel cielo terso). Machlu è una delle tante zone da cui partono lunghi trekking
sulle montagne. Continueremo quindi in jeep verso Hushe, seguendo dapprima il fiume
Shyok e puntando poi verso nord. Il luogo è davvero panoramico, il villaggio si trova
infatti a più di 3000 metri su un terrazzo pianeggiante, ed è l’ultimo della valle, il più
remoto, con una vista spettacolare sulla piramide del Masherbrum (7821 m) e sui
ghiacciai circostanti. Il villaggio è molto semplice e composto da una cinquantina di
case, ma la gente è cordiale e ospitale, avvezza ad accogliere i trekkers e gli alpinisti
che tentano la scalata alle grandi cime dei dintorni.
Visita alla piccola scuola e pranzo in semplice guest house. Nel tardo pomeriggio
rientro a Khaplu. Cena e pernottamento.

14° giorno (domenica)
Ritorno a Skardu (2500 m slm)

Lasciamo Khaplu per rientrare a Skardu, lungo l’unica strada di collegamento, già
percorsa all’andata. Potremo utilizzare il pomeriggio per bighellonare nel bazar, visitare

14 | IL TUO VIAGGIO
il Manthal Buddha e salire a piedi alle rovine del Forte di Kahpochu (salita a piedi di
circa 30 minuti) per un ultimo sguardo ai bei panorami della valle.
Pensione completa. Pernottamento all’Hotel One 3* o similare.

15° giorno (lunedì)
Riprendiamo la KKH costeggiando il Nanga Parbat verso Chilas (1278 m slm , 270 km,
circa 5/6 ore)

Riprendiamo la Karakorum Highway in direzione di Chilas. La strada taglia i fianchi
delle montagne in fondo alle quali scorre l'Indo, e costeggia il versante nord del
maestoso Nanga Parbat (8125 metri) che potremo ammirare sperando in una giornata
di bel tempo. Chilas è una tappa fondamentale della strada carovaniera che collegava
la pianura a Gilgit. Già nel II secolo a.C. un importante ramo della Via della Seta passava
di qui collegando la Cina con il regno di Gandhara. Su questa strada passavano
mercanti, missionari, studenti, pellegrini e invasori. La sua lunga storia è testimoniata
dalle numerose incisioni rupestri che si possono osservare lungo tutta la Karakorum
Highway. Le incisioni raffigurano soprattutto animali, uomini, scene di caccia, ruote,
Buddha, stupa e se ne osserva la più alta concentrazione proprio nei pressi di Chilas.
Pensione completa e pernottamento all’Hotel Shangrila 3* o similare.

16° giorno (martedì)
L'ultimo tratto della KKH da Chilas a Islamabad (360 km, circa 9/10 ore)

Dopo la prima colazione partenza per Islamabad. Ci attende un lungo percorso alla
fine del quale ci lasceremo definitivamente alle spalle la Valle dell’Indo.
Percorriamo la vecchia strada dell’Indo attraverso il Babusar Pass, a quota 4175 metri
verso la Valle di Kaghan. Con un po’ di fortuna possiamo incontrare gli accampamenti
dei nomadi che si spostano con i loro animali negli alti pascoli dell’Hazara.
Costeggiando il Lago Lulusar raggiungiamo il villaggio di Naran (2400 m), il centro più
attivo della valle. Continuiamo ad avanzare verso sud in direzione della conca di
Abbottabad, attraverso un bel paesaggio montano di foreste di pini, interrotte da laghi
azzurri. Percorrendo la strada tra i boschi, s’intravvedono in alto le vette innevate del
Koh-i-Makra (3900 m) e del Malika Parbat (5290 m), il monte più alto della Valle di
Kaghan. Il nome della città di Abbottabad, la più popolosa toccata dalla KKH, ricorda il
capitano James Abbottabad, primo Deputy Commissioner dell'Hazara, dove era giunto
come consigliere dei Sikh. Numerosi reggimenti e l’Accademia Militare Pakistana hanno
i loro quartieri qui. Oltrepassata Abbottabad il paesaggio si fa collinoso, salutiamo la
KKH e proseguiamo verso Islamabad. Pensione completa. Pernottamento all’Hotel
Ramada 4* o similare.

17° giorno (mercoledì)
Visita del sito archeologico di Taxila e di Islamabad

Prima colazione in hotel. Poco distante da Islamabad visitiamo il sito archeologico di
Taxila (V sec a.C - V sec. d.C), per uno sguardo sulla cultura ellenistica e buddhista
della zona.

                                                KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 15
Dario I di Persia annesse Taxila all'impero achemenide nel 518 a.C., Alessandro il
Grande la conquistò nel 326 a.C., lasciandovi una guarnigione di macedoni che
perdettero la città nel 317 a.C. a beneficio di Chandragupta Maurya, che conquistò
tutto il Punjab, e dei suoi successori tra i quali il nipote Ashoka che la trasformò in un
fiorente centro di studio buddhista. Il sito fu in continua espansione tra il V e il I secolo
a.C. diventando, con Peshawar, uno dei due principali centri del Regno di Gandhara.
Posto nel punto di congiunzione di tre importanti rotte commerciali, svolse anche un
ruolo economico e militare molto importante. Nella zona furono fondati diversi centri
abitati. Visitiamo il museo che raccoglie una ricca collezione di arte Gandhara. Sono
inoltre esposti oggetti che raccontano la vita degli abitanti dell'antica Taxila, utensili,
monete, pesi, gioielli e monili, giocattoli. Fra i vari reperti, un ombrello di pietra che
svettava un tempo sopra uno stupa, e statue che ci illustrano quale fosse
l'abbigliamento degli abitanti. Terminata la visita, rientriamo a Islamabad.
Nel pomeriggio ne visitiamo i luoghi più significativi, come la grande moschea di Shah
Faisal, una delle più grandi dell’intera Asia. Ampi viali alberati e quartieri ariosi
caratterizzano questa città ordinata, molto occidentale e poco orientale, architettata in
maniera razionale quando, negli anni sessanta, fu tirata su dal nulla per sostituire la
troppo isolata Karachi nel ruolo di capitale.
Tempo a disposizione per acquisti o, se le condizioni lo permetteranno, per dare uno
sguardo alla vicina città di Rawalpindi.
Pensione completa. Pernottamento al Ramada Hotel 4*.

18° giorno (giovedì)
Volo di rientro in Italia

Sveglia all’alba per il trasferimento in aeroporto e il volo di rientro in Italia via Istanbul.

16 | IL TUO VIAGGIO
1. Campo di yurte, Lago Son Kul 2. Mercato di Kashgar
              Karimabad, Valle dell’Hunza

                              KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 17
PRIMA DELLA PARTENZA

BENE A SAPERSI
    Un viaggio composito che attraversa tre Paesi diversi, complicato e non per tutti.
     Necessita di una buona capacità di adattamento, specie a livello di cibo e
     sistemazioni, dove i migliori hotel delle varie regioni di solito non superano le 3 e 4
     stelle locali (non paragonabili agli standard occidentali). Un pernottamento è
     previsto in un campo di yurte, le classiche tende dell’Asia Centrale, con servizi in
     comune.

    Gli spostamenti terrestri saranno piuttosto faticosi e disagevoli. Le ore di auto
     occuperanno spesso più della metà della giornata, e di regola su strade dissestate,
     molte volte solo delle piste. Avremo sempre veicoli privati: un pulmino o un
     autobus per le tratte kirghiza e cinese; jeep (non aspettiamoci ultimi modelli, ma
     fuoristrada del vecchio tipo Willy con il tettuccio apribile) durante le escursioni nel
     tratto pakistano, più pratiche e sicure per il tipo di strada. Le altitudini raggiunte
     saranno tra le maggiori del pianeta, con un apice ai 4693 m del passo Khunjerab, e
     altre occasioni da oltre 4000.

    Il viaggio si svolge in parte su strade asfaltate e in parte su piste. Il fondo stradale,
     a volte danneggiato, può rendere i trasferimenti più lunghi e pesanti del previsto. I
     tempi di percorrenza riportati nel programma sono indicativi e dipendono dal
     traffico, condizioni delle strade, soste fotografiche e richieste dal gruppo.

    L’ordine delle visite ed escursioni in ciascuna località può essere soggetto a
     variazioni per motivi di opportunità contingenti, senza compromettere le
     peculiarità del viaggio.

    E’ senz’altro utile ricordare che, come tutti i viaggi che si svolgono in zone lontane
     sia geograficamente sia culturalmente dall’Europa e dalle nostre abitudini, è
     fondamentale una buona predisposizione all’adattamento.

    Per ottenere i visti pakistano e cinese i passaporti e la documentazione richiesta
     dovranno pervenire nei nostri uffici almeno un mese prima della partenza, essendo
     i tempi di rilascio piuttosto lunghi. Segnaliamo che, oltre al passaporto, per
     l’ottenimento del visto pakistano, sono necessarie 2 fototessera a colori recenti, il
     modulo di richiesta del visto compilato in ogni sua parte e una dichiarazione della
     propria banca che attesti il possesso di un conto corrente attivo ed aperto. E’
     inoltre necessario presentare una copia della busta paga o, in alternativa, libretto
     pensionistico.

    Vi informiamo che, per chi possiede un visto d’ingresso in uno dei seguenti Paesi
     elencati di seguito, l’ottenimento del visto cinese potrebbe richiedere più tempo e
     potrebbero essere richiesti dei documenti aggiuntivi

18 | IL TUO VIAGGIO
- Iraq
-   Pakistan
-   Afghanistan
-   Turchia
-   Siria

       Prima di iscriversi al viaggio è opportuno consultarsi con il proprio medico di
        fiducia per escludere eventuali controindicazioni ai viaggi a quote elevate (il
        viaggio non è indicato in particolare per chi soffre di problemi cardio-vascolari,
        respiratori o di alta pressione).

                                                 KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 19
Quando partire:
L’estate è il momento migliore per recarsi sia in Kirghizistan che nelle regioni
settentrionali del Pakistan e nella regione cinese dello Xinjiang. Il clima caldo non è di
norma afoso ed è stemperato dalle montagne.
Il periodo migliore per intraprendere un viaggio lungo la Karakorum Highway va da
fine maggio a ottobre. In primavera i cieli sono tersi e offrono visioni nitide delle grandi
montagne, ma il rischio di frane e smottamenti è maggiore a causa dell’accumulo delle
nevi e conseguente scioglimento. Sul territorio pakistano gli influssi monsonici
dell’Oceano Indiano giungono assai attenuati e si fanno sentire soprattutto sui versanti
himalayani (le masse d’aria provenienti da sud-est hanno ormai scaricato quasi tutta la
loro umidità sull’India), mentre il Pakistan è aperto ai venti caldi e asciutti di sud-ovest.
Pertanto mentre nella stagione calda e umida l’ultima propaggine dei monsoni inzuppa
la striscia del Punjab compresa tra Lahore e Islamabad, all’estremo nord in generale
piove poco perché le nuvole sono bloccate dalle alte montagne, anche se il rischio di
pioggia non si può mai escludere, specialmente alle quote meno elevate.

Clima e abbigliamento:
Attraversando un territorio in maggioranza montuoso, in estate le temperature
risultano in generale miti e gradevoli. Le giornate possono essere variabili, con
temperature in media tra i 20 e i 30°, dipendendo dall’altitudine, con serate fresche e
notevole escursione termica tra il giorno e la notte (di notte la temperatura può variare
dai 10 ai 20° a seconda dell’altitudine). Nella sezione cinese del viaggio, nell’area di
Kashgar, le temperature estive medie sono tra i 30° e 35° di giorno. Si consiglia un
abbigliamento leggero/medio (pantaloni, camicie e magliette) con strati aggiuntivi da
sovrapporre (pullover di lana o pile, k-way, berretto, calze, una giacca a vento per le
altitudini più elevate).
Scarpe comode con suola robusta o da trekking. Da non dimenticare: crema solare,
burro cacao, occhiali da sole, cappello/berretto, repellente per gli insetti, una torcia
con batterie può sempre essere utile.
In Pakistan, trattandosi di un paese musulmano, dove la religione è molto sentita, si
raccomanda un abbigliamento e comportamento consoni. Preferire abiti lunghi e
morbidi, evitare calzoncini corti e canottiere. Consigliamo alle donne di avere sempre a
portata di mano, nello zainetto, un foulard per coprire il capo e che si rivelerà utile in
un sacco di occasioni.

Alberghi:
Come tutti i viaggiatori ormai sanno, le “stelle” degli alberghi nei paesi in via di sviluppo
sono indicative, ma non sono rapportabili agli standard europei!
Nel programma riportiamo i nomi degli hotel che abbiamo selezionato per questo
viaggio. Si tratta di strutture in genere semplici. I nomi degli hotel sono indicativi e per
questioni organizzative o di forza maggiore potrebbero essere cambiati con altri di
pari categoria. Gli hotel definitivi saranno comunicati all’interno del Foglio Notizie con i
documenti di viaggio.

20 | IL TUO VIAGGIO
NB: l’accorgimento elementare da adottare sempre quando si viaggia in regioni così
distanti dai nostri standard occidentali è quello di portare con sé un sacco–lenzuolo
leggero e un asciugamano personale… In questo modo l’igiene è sempre garantita.
Alcuni alberghi sono dotati di asciugacapelli e altri minori ne sono privi. E’ sempre
buona norma portare con sé un adattatore universale per le prese.

Mezzi di trasporto:
Durante questo tipo di viaggio utilizzeremo un bus/minibus turistico. Esploreremo poi
le valli del nord del Pakistan utilizzando fuoristrada tipo vecchio modello Willy con il
tettuccio apribile. La distribuzione dei passeggeri per ogni macchina è di quattro
persone più l’autista.
Ricordiamo vivamente che durante il viaggio è buona norma effettuare una rotazione
dei passeggeri sulle diverse auto e anche una rotazione dei posti all’interno delle auto
stesse.

Bagagli:
Considerati i trasferimenti e l’utilizzo dei fuoristrada, si raccomanda di portare con sé
un bagaglio essenziale, riducendo il superfluo e privilegiando borsoni/trolley morbidi
alle valigie rigide.

Cucina locale e pasti:
Essendo il viaggio piuttosto complesso e vario per le diverse aree che tocca, la cucina
è anch’essa abbastanza varia. La cucina kirghiza è basata su vari piatti a base di
verdure e di carne e riso.
La cucina uigura, vale a dire la cucina tipica e tradizionale del Xinjiang, l’ovest cinese, è
anch’essa basata sul riso e sulle carni , ma ha come tipo di carne principale quella di
pecora. La cucina pakistana è molto simile a quella dell'India settentrionale. A causa
della sua vicinanza con l'Asia Centrale ed Occidentale vi si trovano anche
contaminazioni da queste regioni. Molta attenzione viene data al pane. Dopo ogni
pasto si sorseggia il Qehwa o kehwa, di solito servito in piccoli bicchieri, cha ha il
sapore di te al gelsomino. I pasti sono molto spesso consumati in ristoranti al di fuori
degli alberghi di pernottamento . Durante i trasferimenti, là dove non vi fosse la
possibilità di usufruire di ristoranti affidabili, i pranzi potranno essere al sacco.
Cercheremo di fruire, per uno o due pasti, a seconda delle possibilità, dell’ospitalità di
qualche famiglia locale.

Importante

Passaporti e visti:
I passaporti e la documentazione necessaria per l’ottenimento dei visti cinese e
pakistano dovranno pervenire nei nostri uffici un mese prima della partenza, in caso
contrario saranno applicati i diritti di urgenza.
In Italia verranno richiesti i visti di ingresso in Cina e in Pakistan.
Per l’ottenimento del visto pakistano segnaliamo che è necessario produrre una
dichiarazione della banca che attesti il possesso di un conto corrente attivo e aperto.

                                                 KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 21
Per il Kirghizistan è sufficiente il passaporto, con validità residua di almeno tre mesi
dalla data di ingresso nel Paese.
E’ necessario inviarci la scansione a colori delle prime pagine del passaporto.

Suggerimenti generali:
E’ buona norma provvedere a fotocopiare il passaporto, il biglietto aereo, dotarsi di 2
foto formato tessera. Ciò può rivelarsi utile in caso di smarrimento dei documenti), e va
conservato in posti diversi da quelli degli originali.
Nel caso le nostre indicazioni non fossero sufficienti in un qualsiasi aspetto del
programma, contattateci per richiedere specificazioni anche su questioni che a casa
appaiano secondarie, ma che in corso di viaggio potrebbero rivelarsi importanti.

22 | IL TUO VIAGGIO
Quota Individuale di partecipazione da Milano

Minimo 8 partecipanti                                                              € 4,900.00
Con Esperto Kel 12.
Massimo 16 partecipanti

Supplementi per persona

Supplemento singola                                                               € 880.00
Tasse aeroportuali/fuel surcharge                                                 € 328.00
Suppl. partenza da altre città (su richiesta
                                                                                  € 150.00
e soggetto a disponibilità)
Visto                                                                             € 177.00
Spese di ottenimento visto                                                        € 60.00
Spese di ottenimento visto - Urgente                                              € 200.00
Prezzo Bloccato                                                                   € 125.00
Prezzo Bloccato Singola                                                           € 150.00

Quota di gestione pratica € 80.00

Kel 12 è socio                                 e aderisce al

Scheda Tecnica

A) Ogni nostro programma di viaggio riporta il tasso di cambio utilizzato per il calcolo
delle quote e la percentuale pagata in valuta estera. Ogni programma di
viaggio riporta altresì la validità dello stesso.
B) Le modalità e le condizioni di sostituzione del viaggiatore sono disciplinate dall’art.
39 del Codice del Turismo.
C) Richieste di variazioni alle pratiche o ai servizi già confermati potrebbero
comportare costi aggiuntivi.
D) Al viaggiatore che receda dal contratto di viaggio prima della partenza, al di fuori
delle ipotesi elencate al comma 1 dell’art. 10 delle condizioni generali di contratto di
viaggio o nel caso previsto dall’art. 7 comma 2, indipendentemente dal pagamento
dell’acconto di cui art. 7 comma 1, sarà addebitato l’importo della penale nella misura
indicata qui di seguito:
- 10% fino a 45 giorni di calendario prima della partenza;
- 20% da 44 a 31 giorni di calendario prima della partenza;
- 30% da 30 a 18 giorni di calendario prima della partenza;
- 50% da 17 a 10 giorni di calendario prima della partenza;

                                                   KARAKORUM HIGHWAY, SUL TETTO DEL MONDO | 23
- 75% da 9 giorni di calendario a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima
della partenza;
- 100% dopo tali termini.
Salvo diverse indicazioni presenti nel programma di viaggio.
Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà
durante lo svolgimento del viaggio stesso.
Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il
corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi.
Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno
successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della
partenza.
La copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto.

Assicurazione

Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento
del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi come determinato
dalla tabella premi seguente:

Costo individuale del viaggio fino a      Premio individuale
€    500,00                               € 24,00
€ 1.000,00                                € 40,00
€ 2.000,00                                € 68,00
€ 3.000,00                                € 98,00
€ 4.000,00                                € 128,00
€ 5.000,00                                € 159,00
€ 6.000,00                                € 190,00
€ 7.000,00                                € 218,00
€ 8.000,00                                € 251,00
€ 9.000,00                                € 282,00
€ 10.000,00                               € 317,00
€ 11.000,00                               € 346,00
€ 12.000,00                               € 371,00
€ 13.000,00                               € 407,00
€ 14.000,00                               € 449,00
€ 16.500,00                               € 499,00

Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia
l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di
annullamento.

Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio.

24 | IL TUO VIAGGIO
Questi prezzi sono ancorati al rapporto di cambio (1 Euro = 1,20 USD) e possono essere
soggetti ad adeguamento valutario (valgono le condizioni di vendita da catalogo).
La percentuale delle quota pagate in valuta estera è del 55% del prezzo del viaggio

Prenota Senza Pensieri. Tutela il prezzo del viaggio da eventuali adeguamenti valutari.
Modalità:
  In fase di prenotazione dovrai comunicare la volontà di aderire al “Prezzo
   bloccato”;
  Potrai così conoscere da subito l’importo forfettario richiesto a copertura
   dell’adeguamento valutario, che normalmente viene comunicato fino a 21 giorni
   prima della partenza;
  Ovviamente il “Prezzo bloccato” è facoltativo. Decidendo di non aderire gli
   eventuali adeguamenti ti verranno comunicati fino a 21 giorni dalla partenza;
  Il Blocco Prezzi può essere applicato solo alle prenotazioni effettuate fino a 45
   giorni prima della partenza.

La quota comprende:

    Volo di linea Malpensa-Istanbul-Biskek/Islamabad-Istanbul-Malpensa in classe
     economica
    Franchigia bagaglio aereo kg. 23 per persona
    Trasferimenti da/per gli aeroporti all’estero
    Trasporti interni con minibus e in jeep 4x4 (tipo vecchio modello Willy) nelle valli
     pakistane
    Sistemazione in camera doppia in alberghi 3* e 4* (classificazione locale) e 1
     pernottamento in campo di yurte
    Trattamento di pensione completa
    Visite ed escursioni come da programma
    Guide locali parlanti inglese
    Ingressi, tasse e percentuali di servizio
    Esperto Kel 12 al raggiungimento del numero minimo di partecipanti indicato

La quota non comprende:

    Trasferimenti da/per gli aeroporti in Italia
    Tasse aeroportuali, fuel surcharge
    Visti d’ingresso in Cina e in Pakistan che si ottengono tramite la nostra
     organizzazione in Italia
    Mance. Prevedere circa 100 USD di mance in totale a persona da consegnare
     all’accompagnatore all’inizio del viaggio. L’accompagnatore provvederà a
     distribuirle a guide, autisti e personale di servizio in genere in accordo con il
     gruppo
    Bevande ai pasti
    Permessi per fotografare laddove richiesti
    Facchinaggio (né negli aeroporti, né negli alberghi)

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   Eventuali tasse d’imbarco estere da pagare in uscita dai tre Paesi
    Spese extra personali in genere e tutto quanto indicato come facoltativo
    Tutto quanto non espressamente indicato nel programma e al paragrafo “La
     quota comprende”

Partenza              Rientro                Stagionalità     Note
06/08/2018 (lunedì)   23/08/2018 (giovedì)

26 | IL TUO VIAGGIO
Informazioni pratiche Kirghizistan

FORMALITÀ
Per entrare in Kirghizistan è necessario il passaporto, con validità residua di almeno tre
mesi dalla data di ingresso nel Paese. Non è richiesto alcun visto dall’Italia.
Ogni partecipante è tenuto a controllare personalmente la validità del proprio
passaporto. Si consiglia di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del
passaporto e di tenerla separata dal documento. Si fa presente che l'organizzazione
non si assume alcuna responsabilità nel caso di impossibilità a partire o ad entrare nel
Paese di destinazione a causa di documenti non corretti oppure di rifiuto al rilascio del
visto da parte delle autorità governative anche all’ultimo momento.

DISPOSIZIONI SANITARIE
Nessuna vaccinazione è obbligatoria. La maggior parte dei medicinali specifici non è
reperibile nelle farmacie locali ed è spesso molto difficile valutare le caratteristiche e le
compatibilità di quelli disponibili. Si consiglia quindi di portare con sé nel bagaglio a
mano un'adeguata scorta le medicine di uso personale e i medicinali necessari per
fronteggiare l’insorgere di patologie gastro-intestinali. Per ogni esigenza di carattere
medico è sempre opportuno consultare l'Ufficio di Igiene della propria città. Consigliati
collirio e antidiarroici. Si raccomanda di seguire le buone pratiche dell’accorto
viaggiatore: non bere acqua se non da bottiglie sigillate, non aggiungere ghiaccio alle
bevande, consumare cibi ben cotti a eccezione della frutta lavata e sbucciata dallo
stesso consumatore.

Il vaccino contro la febbre gialla è obbligatorio per tutti i viaggiatori di età superiore ad 1
anno provenienti da Paesi a rischio di trasmissione della malattia, nonché per i
viaggiatori che abbiano anche solo transitato per più di 12 ore nell’aeroporto di un Paese
a rischio di trasmissione della malattia.

CLIMA
Il clima è continentale con notevoli differenze fra le aree montane e le valli desertiche.
La neve perdura durante tutto l'arco dell'anno nelle zone montane, mentre il caldo è
afoso nelle zone desertiche, con temperature che variano dai 30 ai 40°C in estate. Il
clima è più fresco in altitudine. In inverno le temperature restano negative, in
particolare a gennaio quando soffiano i venti siberiani. Il miglior periodo per visitare il
Kirghizistan è durante l'estate e a inizio autunno (da giugno a metà ottobre). Tuttavia
dalla fine di giugno alla metà di agosto le temperature di pomeriggio possono
superare anche i 32°C, con picchi di 40°C nella valle di Fergana. Le valli delle
montagne sono molto più fresche, con temperature gradevoli.

ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
In estate il clima è piuttosto variabile con serate fresche. Si consiglia un abbigliamento
leggero (pantaloni, camicie e magliette) con strati aggiuntivi da sovrapporre (pullover
di lana o pile, k-way, berretto, calze...). Scarpe comode con suola robusta o da
trekking. Non dimenticare occhiali da sole, creme solari, burro cacao, repellente per
insetti, cappello/berretto.

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FUSO ORARIO
4 ore in avanti rispetto all’Italia (5 quando in Italia vige l’ora solare).

VALUTA
La valuta in corso è il Som (KGS).
La valuta estera più accettata è il dollaro USA, a patto che le banconote siano nuove o
in buone condizioni (ci sono alcuni sportelli bancomat che erogano sia som che dollari
a Biskek). Nelle città è possibile cambiare presso banche e cambiavalute i dollari o gli
euro in som. Si consiglia di munirsi di valuta soprattutto di piccolo taglio per i piccoli
acquisti.
Per quanto riguarda l'ammontare di valuta da portare durante il viaggio facciamo
presente che occorre pagare solo le bevande, le telefonate, gli acquisti di souvenir
personali e le mance.

FORMALITA’ VALUTARIE E DOGANALI
Al momento dell’arrivo nel Paese, occorre compilare una dichiarazione nella quale si
indica, fra le altre cose, l’eventuale possesso di oggetti preziosi o armi. Il documento
dovrà essere conservato fino al momento dell’uscita dal Paese stesso. L’importazione e
l’esportazione di valuta è libera. Per cifre consistenti, si consiglia tuttavia di effettuare
una dichiarazione doganale all’arrivo. Sono diffusi sia gli sportelli di cambio valuta che
gli sportelli per il prelievo di valuta. Anche l’uso della carta di credito è ormai
largamente diffuso, soprattutto nelle città.
Divieto di importazione: armi e droghe. Le armi da caccia possono essere importate
solo se dichiarate.
Limitazione di esportazione: oggetti di antiquariato di oltre 50 anni. Per quadri e altri
beni artistici occorre munirsi del relativo permesso di esportazione rilasciato
dall’apposito ufficio del Ministero della Cultura locale.

LINGUA
Il Kirghizistan è una delle due ex repubbliche sovietiche dell'Asia Centrale (assieme al
Kazakistan) ad aver mantenuto il russo come lingua ufficiale dopo l'indipendenza,
affiancandogli il kirghiso, appartenente al gruppo delle lingue turche, e rendendo il
Kirghizistan un paese bilingue. In generale, la popolazione in tutto il paese capisce e
parla il russo, eccetto in alcune aree remote di montagna; il russo è la lingua madre
della maggior parte degli abitanti di Biškek, e la maggior parte degli affari economici e
politici sono condotti in questa lingua. A grandi linee il russo è predominante nel nord
e nel nord-est, il kirghizo nel sud-est e l'uzbeko nel sud, nel sud-ovest e nelle zone di
Oš e Žalalabad.

RELIGIONE
La maggioranza della popolazione è musulmana sunnita (75% circa). Seguono i
cristiani ortodossi (rito russo), che sono circa il 20% della popolazione. Il Kirghizistan è
uno stato secolarizzato. La capitale Biškek e, più in generale, le regioni settentrionali
del paese sono in gran parte laicizzate. Nel sud, dove i sentimenti religiosi tradizionali
sono più forti, è opportuno avere un comportamento adeguato anche
nell’abbigliamento.

28 | IL TUO VIAGGIO
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