"Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non fatte" una ricostruzione analitica degli eventi partendo dalla personalità di ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non fatte” una ricostruzione analitica degli eventi partendo dalla personalità di Falcone e Borsellino di Paolo Campanelli ROMA – Ore 17,58 del 23.5.2017, la Camera dei Deputati si è fermata in un minuto di raccoglimento in perfetta sincronia con il 25° Anniversario della Strage di Capaci, nella gremitissima Sala della Regina, per la presentazione del libro “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non fatte” di Carlo Sarzana di Sant’Ippolito edito da Castelvecchi. Dopo il saluto introduttivo del questore della Camera, Stefano Dambruoso vi sono stati interventi di Donatella Ferranti, presidente commissione giustizia, Renato Balduzzi, membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Giuseppe Di Gennaro, primo presidente onorario corte cassazione, già procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Palermo,
Carlo Palermo, magistrato, Umberto Rapetto, ex-generale della Guardia di Finanza, Luca Tescaroli, sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Roma. L’Autore, ex Presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione, ha condiviso con Falcone, oltre ad una lontana parentela, numerose esperienze professionali. Il libro si colloca molto lontano dalla apologia delle vittime illustri, e non deve essere scambiato per un ennesimo tassello della melassa celebrativa in stile televisivo; al contrario, tende coraggiosamente verso una ricostruzione analitica degli eventi partendo dalla personalità di Falcone e Borsellino, nel contesto della politica giudiziaria di quel periodo, fino ai tragici eventi: “Bisogna avere il coraggio di riscrivere la storia, al di là dei capi di imputazione, che danno una immagine parziale di un quadro che oggi ci dovrebbe essere chiaro” sostiene l’autore. Sarzana non risparmia alcun passaggio esaminando interrogativi e nodi insoluti, dalle critiche e dagli ostracismi subiti da Falcone e Borsellino all’interno e nelle adiacenze della magistratura e della politica alla malevolenza nei confronti di personaggi troppo esposti, alle mancate investigazioni sulla cancellazione delle memorie elettroniche e sulla manipolazione dei documenti informatici, alle lettere anonime,agli ostacoli frapposti dalla politica per impedire che Falcone desse spinta propulsiva alla Procura Nazionale Antimafia. Questa analisi, come precisa l’autore ha la funzione di consegnare alle future generazioni gli interrogativi irrisolti perché non sia dimenticato quel 23 maggio 1992, quando alle ore 17.58, in corrispondenza dello svincolo autostradale di Capaci, esplosero 500 kg di tritolo che provocarono uno degli eventi più sconvolgenti della storia del nostro Paese, perché, come conclude Sarzana, “il futuro è dei giovani, che hanno bisogno di chiarezza” . Sulla croisette del Festival del
Cinema di Cannes la superstar è Monica Bellucci CANNES – Il sorriso smagliante, occhiali da sole scuri, Monica Bellucci è arrivata completamente vestita di nero Stella Mc Cartney, madrina del festival, dicendo ancora un volta di “sì” alla Croisette “per la seconda volta perché il mio percorso cinematografico – da ‘Irreversible‘ a ‘Le Meraviglie‘ – non sarebbe stato lo stesso senza il festival” . Si è aperto oggi, con Les Fantômes d’Ismaël di Arnaud Desplechin, il Festival di Cannes 2017, giunto all’edizione numero 70, che si svolgerà sulla Croisette da oggi fino a domenica 28 maggio. In libreria, uscito in contemporanea in Francia e in Italia, “Incontri clandestini” (Rizzoli) un libro sulla Bellucci scritto da Guillaume Sbalchiero: non vi aspettate una raccolta di fotografie né la classica biografia. E’ quasi un libro filosofico, con una lunga riflessione sulla vita e il cinema, che ha porta il giovane giornalista a proporre alla top model e attrice un’intervista in cui raccontare gli aspetti più privati della sua esistenza. Divertita dall’idea, Monica Bellucci ha accettato. E’ nato così questo agile ma denso dialogo in cui la diva, spronata dalle domande di Guillaume, racconta dell’arte e del cinema, del suo essere madre e del rapporto con l’universo maschile. Dall’alba della sua carriera alla salda maturità di oggi.
Le citazioni su Freud, Kant e Ungaretti non le impediscono di essere ancor’oggi un simbolo di glamour, e infatti è stata lei la maîtresse de cérémonie del 70esimo Festival di Cannes durante il quale verrà presentato l’attesissimo nuovo Twin Peaks di David Lynch. E del cast fa parte Monica .
Una sessantina di film in quasi trent’anni di cinema, è la popolarità, sono i riconoscimenti (la Legion d’onore che il presidente Hollande le ha appuntato su un impeccabile abito nero nel novembre scorso all’Eliseo), sono le copertine, i contratti pubblicitari, e soprattutto una forma di devozione e simpatia che poche donne riescono a conquistarsi nel mondo dello spettacolo.
Questa primavera al cinema ma anche altrove, ci sarà per tutti una specie di “Bellucci festival” diffuso praticamente ovunque. Nelle sale cinematografiche dallo scorso 11 maggio è arrivato On the Milky Road – Sulla Via Lattea di Emir Kusturica, presentato alla Mostra del Cinema 2016 di Venezia. In televisione arriva invece la terza stagione della serie Mozart in the Jungle dove per la prima volta, entra in scena, il personaggio della cantante lirica italiana Alessandra, interpretato dalla nostra Monica Belluci. Si è spento Oliviero Beha, voce “libera” del giornalismo italiano ROMA – E’ morto Oliviero Beha. Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, aveva 68 anni. Lascia la moglie Rosalia e tre figli Germana, Manfredi e Saveria nata con la sindrome di Down, che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi, . Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949. Autore di un seguito blog, che ha aggiornato fino a ieri con un post dedicato ai tg, (“le parole sono importanti”) e al modo in cui è stata raccontata l’esplosione di un
rudimentale ordigno a Roma. Amato e odiato, molte volte premiato per i suoi libri, le trasmissioni in radio e in tv, i saggi critici. Ma anche censurato e osteggiato, spesso in polemica, era un po’ così. A volte un “Brontolo”, utilizzando il titolo di una sua fortunata trasmissione su Rai 3, chiusa tra le polemiche nel 2013. Giornalista, ma è stato un lettore attento e caparbio della società e spesso una voce “contro”. Un uomo libero. Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, “è stato un male molto veloce“. Ma se n’è andato nel suo letto, aggiunge, “circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”. “E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie. Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono”: con queste parole lo ricorda la figlia, in un lungo posto pubblicato sul sito Olivierobeha.it. “Scrivo queste righe – continua – perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La “libertà è un lusso di pochi” mi ripeteva…” Ha iniziato sua la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò alla metà degli anni Ottanta. Nel 1987 approda in televisione, conducendo con Andrea Barbato la trasmissione culturale ‘Va’ pensiero“. Uno dei suoi maggiori successi è stato il programma radiofonico, su Radiouno, ‘Radio Zorro‘, di cui firmerà anche una versione televisiva, ‘Video
Zorro‘ su RaiTre. Tra il ’96 e il ’97 Beha è ancora in Rai con ‘Attenti a quei tre’, programma del palinsesto notturno. In seguito, torna a dedicarsi alla radio, prima con ‘Radioacolori‘, poi ‘Beha a colori’. Beha è stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta. Tra i suoi libri ‘Sono stato io’ (Tropea Editore, 2004), ‘Crescete e Prostituitevi’ (Bur, 2005), ‘Indagine sul calcio’ (Bur, 2006, con Andrea Di Caro), ‘Italiopoli’ (Chiarelettere, 2007, prefazione di Beppe Grillo), ‘Dopo di lui il Diluvio’ (Chiarelettere, 2010), ‘Il calcio alla sbarra’ (Bur, 2011, insieme ad Andrea di Caro), ‘Il culo e lo stivale’ (Chiarelettere, 2012), ‘Un cuore in fuga’ (Piemme, 2014). In molti ricordano una delle sue inchieste più famose, condotta nel 1984 insieme a Roberto Chiodi, in cui si sosteneva che la partita tra Italia e Camerun del Campionato mondiale di calcio 1982 fosse stata combinata. Ipotesi, questa, per anni molto contestata. Tra il 2005 e il 2008 ha collaborato con l’Unità, e dal 2009 era editorialista per il ‘Fatto quotidiano‘, sul cui sito è apparso l’annuncio della scomparsa da parte della figlia Germana. I funerali a Roma, lunedì alle 11, nella chiesa degli Angeli Custodi in piazza Sempione. Ciao Oliviero, uomo libero, collega capace ed umile, ci mancherai. Alla famiglia di Oliviero Beha le condoglianze della direzione , redazione e collaboratori del CORRIERE DEL GIORNO Vico: “Presentato l’emendamento per la statizzazione del Paisiello”
ROMA – È stato presentato, a firma del gruppo Pd alla Camera dei Deputati – Ghizzoni, Vico ed altri – l’emendamento al Decreto Legge n°50 sul finanziamento agli enti locali, finalizzato alla statizzazione e razionalizzazione delle Istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale) non statali, tra cui l’Istituto Musicale Paisiello. L’emendamento prevede che a decorrere dall’anno 2017 si proceda gradualmente ai processi di statizzazione e razionalizzazione. A tale proposito vengono stanziati 63milioni di euro nel quadriennio 2017/2020(suddivisi in: 7,5 milioni nell’anno 2017, 17 milioni nel 2018, 18,5 milioni nel 2019 e 20 milioni a decorrere dall’anno 2020), da ripartire con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Si chiede, quindi, la modifica al comma 295 della legge n. 232/16 (bilancio dello Stato per il 2017), con la sostituzione delle parole “45 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017”, con: “45 milioni di euro in ciascuno degli anni 2017 e 2018, 31,87 milioni di euro nel 2019 e 30,54 milioni di euro a decorrere dal 2020”. “Con questo emendamento – ha dichiarato l’onorevole Vico – si vuol risolve l’annoso problema
sull’instabile futuro dello storico Istituto Musicale Paisiello, mantenendone anche l’autonomia. Un contenitore culturale di fondamentale importanza per la crescita in campo musicale di numerosi giovani ionici, il cui talento non può andare disperso. Salvaguardare il Paisiello, vuol dire anche consentire a questi giovani di non doversi spostare in altre province per proseguire i loro studi. Una realtà, quella tarantina, che richiama anche studenti provenienti da altre parti della Puglia e dall’estero”. “La statizzazione del Paisiello – ha aggiunto il parlamentare ionico – consentirebbe di stabilizzare in maniera definitiva i lavoratori, per i quali è stata sospesa fino alla fine dell’anno accademico la mobilità in vigore da un biennio. Garantire l’esistenza del Paisiello, inoltre, vuol dire mantenere accesi i riflettori sulla rivitalizzazione della “città vecchia” di Taranto, la quale se venisse privata dell’istituto musicale, subirebbe una grave perdita”. “La crescita socio-economico di un territorio – ha concluso Vico – passa dalla valorizzazione delle sue proposte culturali e della sua offerta formativa. E quella dell’Istituto Musicale Paisiello è un’eccellenza che non possiamo permetterci di perdere e alla quale è necessario offrire risposte adeguate. Strada lungo la quale ci stiamo muovendo”. I Guerrieri di Terracotta del Grande Imperatore cinese QIN a Bari
BARI – Sedici Guerrieri di Terracotta, le celebri sculture a grandezza naturale che da oltre mille anni presidiano il mausoleo dell’Imperatore cinese Qin inserite nel patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, saranno per la prima volta esposte in Puglia. La mostra promossa dalla Regione Puglia nell’ambito del Fondo speciale cultura e patrimonio culturale e realizzata dal Teatro pubblico pugliese sarà ospitata da domani – giorno di inaugurazione – al 31 agosto 2017 nell’Archivio di Stato di Bari, via Pietro Oreste 45. Curata dall’architetto Cristina Martina, la mostra, offre ai visitatori la possibilità di ammirare 16 delle 8000 statue in terracotta raffiguranti i guerrieri dell’esercito imperiale dell’Imperatore Qin Shi Huangdi, che diede avvio alla costruzione della Muraglia cinese. Le statue, del peso di circa 200kg, tra 1,75 e 1,95 cm di altezza, sono state realizzate con una tecnica che consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare un tubo (il torace) completato con l’aggiunta di gambe e braccia
I Guerrieri di terracotta, sono realizzati con impressionate realismo – infatti le statue riportano eventuali mutilazioni, ferite e deformazioni dei guerrieri – hanno l’aria triste, mesta, nobile e dignitosa. Ogni guerriero è diverso dall’altro: variano acconciature, uniformi e corazze a sottolineare che la guardia imperiale era composta dai migliori combattenti provenienti da eserciti di tutta la Cina. Le statue, del peso di circa 200kg, tra 1,75 e 1,95 cm di altezza, sono state realizzate con una tecnica che consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare un tubo (il torace) completato con l’aggiunta di gambe e braccia. La struttura veniva poi ricoperta da blocchetti di argilla per creare l’armatura e infine veniva aggiunta la testa. L’esercito è composto da guerrieri armati di lance e spade, arcieri, fanti, alabardieri e da numerose figure a servizio dei combattenti (servitori, mandarini, musicisti e concubine) e da 100 carri trainati da cavalli con relativi cocchieri, e infine dagli oggetti e utensili di vita quotidiana. Le armi, costruite in ferro e legno, sono andate nella quasi totalità erose e deteriorate dal tempo. Qin Shi Huang nacque nel 259 a.C. e salì al trono a tredici anni assistito dalla madre e dal primo ministro sino all’età di 22 anni quando iniziò ad esercitare direttamente il suo potere da imperatore. Fu il primo imperatore della società feudale cinese e fu fondamentale nello sviluppo della società, dell’economia e della cultura dell’impero. Nel 221 a.C. unificò buona parte della Cina decidendo di delineare il nuovo grande regno con l’unione delle mura difensive che
separavano i vecchi piccoli regni, opera che ha dato origine alla Muraglia Cinese. La mostra “I Guerrieri di Terracotta del Grande Imperatore cinese QIN“ sarà esposta presso l’ Archivio di Stato in via Pietro Oreste 45 a Bari, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.30; sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Apertura straordinaria anche il 2 giugno. Per informazioni 080.541.48.13 Alle Terme di Diocleziano in mostra i Borghi di tutta Italia nella foto Andrea Corsini ROMA – Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha inaugurato, questa mattina, con l’Assessore al turismo dell’Emilia Romagna Andrea Corsini e alla presenza degli assessori regionali al turismo di 17 regioni italiane, la Mostra “Ai Confini della Meraviglia”, allestita nella prestigiosa cornice delle Terme di Diocleziano e dedicata ai borghi italiani che sarà aperta gratuitamente al pubblico. La Mostra è l’evento portante del Progetto interregionale di promozione turistica “Borghi – Viaggio Italiano”, cofinanziato dal Mibact, e che interessa circa 1000 borghi del Belpaese, dal Piemonte alla Sicilia, dal Veneto alle Isole, con l’Emilia Romagna capofila
(www.viaggio-italiano.it). Il Progetto si inquadra nel “2017 Anno dei Borghi” eletto ufficialmente dal Ministro Franceschini e punta, attraverso una serie di iniziative, alla valorizzazione in chiave turistica dei borghi italiani di 18 regioni, luoghi ancora oggi custodi della storia, tradizione ed identità del territorio, in un’ottica di turismo slow. “I borghi che costellano il territorio delle nostre regioni – ha dichiarato il Ministro Franceschini – ricchi di storia, cultura e tradizioni, sono il cardine per la crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi vivono. L’Anno dei Borghi con le sue tante iniziative è importante per promuovere queste realtà che tanto contribuiscono alla qualità della vita nel nostro Paese”. L’esposizione romana, con un originale e suggestivo allestimento su 450 metri quadrati di superficie (ideato da Kaiti Expansion di Reggio Emilia, realizzato dalla veneta Tosetto su progetto dello studio di architettura Pentastudio di Roma) invita alla scoperta del “tesoro nascosto” dei circa 1.000 borghi italiani insigniti per la loro bellezza dei più importanti riconoscimenti: dalle “Bandiere Arancioni” del Touring Club Italiano ai “Borghi Più Belli d’Italia” dell’ ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), dai “Borghi Autentici d’Italia” ai “Gioielli d’Italia”, passando per i borghi storici marinari. Ad accogliere i visitatori fino al 9 giugno sarà una suggestiva scenografia che si basa sulla tecnica dell’anamorfosi (particolare effetto ottico in base al quale un’immagine fortemente distorta acquista la sua vera forma solo quando l’osservatore si dispone in una particolare posizione). Una sorta di “quinta teatrale”, da percorrere a piedi proprio come in un borgo antico, riproduce un paesaggio ideale con tutti gli archetipi architettonici tipici dei borghi italiani: un
susseguirsi di facciate di chiese, palazzi nobiliari, porticati, rocche, abbazie, torri medievali, a simboleggiare, attraverso un coinvolgente gioco prospettico, la Grande Bellezza italiana ancora poco conosciuta. Superata la quinta teatrale, ecco un grande touchwall interattivo con lo Stivale italiano, disegnato in modo originale, e i suoi borghi, cliccando su ognuno dei quali si aprirà una finestra informativa con storia e caratteristiche del borgo scelto. A raccontare il folklore, l’artigianato artistico, riti e tradizioni ed enogastronomia tipica dei borghi italiani saranno le Regioni, assieme a varie associazioni, con le animazioni giornaliere ospitate nella “Piazza del Borgo”, spazio che richiama idealmente il tipico mercato di paese con i suoi banchi, in cui le Regioni esporranno manufatti e prodotti artigianali (il calendario completo delle animazioni è sul sito www.viaggio-italiano.it). Il viaggio esperienziale tra i borghi si concluderà nella saletta polifunzionale, sulle cui pareti verranno proiettati video-racconti delle singole Regioni protagoniste dell’animazione giornaliera. A simboleggiare ogni territorio con i suoi borghi, la vita e le opere di alcuni personaggi celebri, ambasciatori di ciascuna regione, da Ignazio Silone a Federico Fellini, da Andrea Palladio a Leonardo, da Pier Paolo Pasolini a Piero della Francesca, da Giuseppe Verdi a Grazia Deledda, Fabrizio De Andrè, Pirandello, Fausto Coppi e tanti altri. “C’è un uomo nella mia vita. A 52 anni sono un’altra donna. “ L’ha confessato lei stessa alla rivista Paris Match, che ha intervistato “la più francese delle italiane” in vista del Festival del Cinema di Cannes, dove l’attrice
di origini umbre sarà per la seconda volta madrina, dopo l’esperienza nel 2003. L’attrice parla dei luoghi in cui vive o ha vissuto, e che ama: “vengo da un Paese, l’Italia, in cui la sensualità si respira nell’aria, in cui i corpi parlano senza parole. La Francia mi ha fatto scoprire un’altra maniera di essere femminile, più sottile. Ho capito che l’amore e la sensualità erano legati all’energia, non all’età“. Monica Bellucci ha un compagno e sta vivendo con felicità la sua nuova storia d’amore. “A 52 anni sono un’altra donna. C’è un uomo nella mia vita, Ma non vi dirò niente di più“, dichiara sottolineando di aver “bisogno di tenere un po’ di cose private per me”. “Sono già stata amata – spiega la Bellucci alla rivista parigina – ma non ero sempre pronta a ricevere quell’amore. Per molto tempo, ho trovato i rapporti di forza interessanti. Oggi, cerco altre cose. Entro in una nuova fase della mia vita, sono un’altra donna“. Ma non ha reso noto di chi si tratti, nè da quanto tempo vada avanti la relazione, ma un’informazione è stata chiara: “La prima volta percepivo l’ansia di dover piacere“, racconta alla giornalista, “In questo caso voglio divertirmi e godermi a pieno il momento. Devo così tanto a Cannes! Senza questo festival il mio percorso non sarebbe stato lo stesso. Amo il cinema, penso che alcuni film possano cambiare il nostro destino“. “Quando ero più giovane – continua – ero molto sensibile al fisico. Uscivo sempre con uomini della mia età, preferibilmente belli. Oggi, trovo che un uomo con le rughe sia più interessante, i segni del tempo sul suo viso e sul suo corpo mi piacciono. Perché quello che lo rende sexy è il suo vissuto. Attraverso le pieghe del corpo si vede meglio l’anima”.
Anche in questa occasione, come nelle passate interviste la Bellucci non si è tirata indietro quando le sono state poste domande sulla fine del suo matrimonio con Vincent Cassel: “In quel periodo ero completamente persa. Tutto ciò che avevo è andato in pezzi durante la notte. Ho dovuto ricostruire la mia vita“. “Quando ho divorziato, nel 2013 – spiega Monica – il padre delle mie figlie è rimasto in Brasile. Io ho scelto di vivere a Parigi. Ho acquistato l’anno scorso una casa a Lisbona e mi piacerebbe molto andarci ad abitare. In quella città c’è un lato internazionale e al tempo stesso provinciale che mi piace. Sarebbe straordinario per le mie figlie, perché vi si vive una vita più dolce”. “Nelle mie storie d’amore non ho mai avuto paura di correre rischi“, continua, “Non so se sono una donna ragionevole, ma in ogni caso non sono una donna pericolosa. Tutti nascondiamo qualcosa per sopravvivere. Io dico sempre che nulla accade per caso. È possibile evolversi davvero solo attraverso delle crisi personali“ Nessuna parola di biasimo o rancore per l’ex marito, che ormai appartiene al passato dell’attrice umbra. Quel che è certo è che il divorzio è stato superato e si tratta ormai di un periodo lasciato alle spalle, che l’ha aiutata a crescere ulteriormente. L’arte e la creatività di
Gianfranco Ferré nel racconto dei suoi disegni di Valentina Taranto “Gianfranco Ferré. Moda, un racconto nei disegni” mostra organizzata dalla Fondazione Gianfranco Ferrè è ospitata sino al prossimo 18 giugno dal Centro Culturale Santa Maria della Pietà a Cremona, include anche alcuni abiti, che sono autentica trasposizione del progetto e della poesia, espressi nei disegni, nella realtà: volumi e forme, materiali, lavorazioni, pizzi e ricami. Oltre cento bozzetti autografi dello stilista, esposti in gruppi sulla base di affinità tematiche o cromatiche, per comunanza di tratti o di accorgimenti grafici. Una mostra di abiti e disegni bellissimi che parlano di musica di alto livello che parla il linguaggio della cultura e della bellezza,nell’anno delle Celebrazioni Monteverdiane, in una Santa Maria della Pietà ormai diventata in questi ultimi anni spazio di riferimento per fumetto, grafica, incisione e disegno.
La mostra dei disegni di Ferrè vuole quindi ricostruire un percorso intellettuale, l’ evoluzione di un mondo interiore di ricerca, di lettura, di sintesi culturale e stilistica, affinchè resti una testimonianza e spunto di riflessione: il disegno come espressione di libertà e rigore, di creatività e progetto, ma nello stesso tempo uno strumento di lavoro come approccio concreto di esercizio quotidiano. Un habitus mentale. Cremona, città d’ arte e patria della famiglia di Gianfranco Ferrè, è ancora una volta al centro del mondo nazionale e internazionale, sempre presente nella memoria dello stilista. La Fondazione Ferrè in collaborazione con l’ Amministrazione Comunale attraverso il percorso espositivo di questi grandi capolavori che comprende disegni ed abiti raccontati come delle opere d’arte che manifestano vitalità e creatività, illustrano il ritorno alle radici dello stilista, da sempre molto legato a questo angolo di Lombardia.
All’interno di questo ritorno alle origini è presente la conferenza “Gianfranco Ferrè. Moda un racconto nella musica “ in calendario per il 18 maggio, un omaggio alla città di Cremona ed alle sue celebrazioni per i 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, padre del melodramma e della canzone, evento dedicato al ruolo delle colonne sonore delle sfilate per spiegare, attraverso l’aiuto di straordinari sound designer, come lo stilista riuscisse a far diventare la musica parte integrante dell’emozione emanata dagli abiti in passerella. L’ architetto Gianfranco Ferré era un innovatore con un incredibile “senso”della progettualità nei capi e con una visione sempre molto innovativa e contemporaneamente geniale, che si incontra con Monteverdi, in un mix di magia, eleganza, e creatività da sogno. Mentre l’auto lo portava da Legnano dove era nato ed abitava, a Milano dove si è svolta la sua vita di lavoro, Gianfranco Ferré creava e disegnava con una tale naturalezza, che gli bastavano pochi schizzi, i suoi appunti, le note di future collezioni, per riuscire ad esaltare ed immaginare la sensualità di una gonna.
Ferrè non guidava l’ auto e mentre il traffico che scorreva sul suo finestrino , rispettando quegli attimi di solitudine ispirata, trovava “lo stimolo che mi spinge a disegnare” come lui stesso raccontava “un’impressione, una suggestione che per qualche inspiegabile motivo rimane impressa nella mente più di altre e dà il via a un’idea, a un sogno. È l’emozione di un attimo che diventa segno su carta…una sfumatura di colore, il contatto tattile con un materiale, il fruscìo di una stoffa, le movenze di una persona che capita di osservare mentre cammina…”. L’esposizione di oltre 100 schizzi è curata da Rita Airaghi, Direttore della Fondazione e cugina dell’ architetto Ferrè con cui ha lavorato al fianco fin dall’inizio della sua carriera stilistica, la cui padronanza degli archivi è magistrale. “Perché il disegno” spiega Rita Airaghi, “È espressione di libertà e rigore, di creatività e progetto, ma nello stesso tempo esercizio quotidiano, approccio concreto. Soprattutto, metodo di lavoro”. “Gianfranco Ferré – spiega Rita Airaghi – trae il suo metodo dalla sua formazione di architetto, che proprio nel disegno ha il suo fulcro, il suo momento fondante, il suo modo di dare una forma alle idee, concretezza a un’intuizione, di “fermare le impressioni e dar loro un abbozzo di consistenza“: il disegno quindi come necessità e passione insieme, punto d’arrivo nella dimensione della realtà e insieme punto di partenza per un progetto ».
Dagli appunti di Gianfranco Ferrè :“il disegno per me è anche consapevolezza del corpo,con le sue naturali necessità di movimento, nella convinzione che al presente esso abbia necessità di forme d’abito sempre più immediate ed essenziali.In sintonia pressoché totale e quasi sorprendente con le linee e i tratti dei miei schizzi . Nel mio percorso formativo l ‘ esercizio al disegno è norma e pratica quotidiana. A questo devo la definizione di “architetto della moda“ che, confesso qualche volta mi va un po’ stretta, perché mi insegue dall’ inizio della mia carriera e soprattutto perché sottolinea maggiormente l’ aspetto logico-razionale del mio lavoro, adombrandone invece la componente di passione, di fascinazione e di incanto,indispensabile per completare la determinazione progettuale”. “Spesso lo stimolo che mi spinge a disegnare è un impressione, una suggestione – scriveva Ferrè nei suoi appunti – che per qualche inspiegabile ragione rimane impressa nella mente più di altre e dà il via a un’ idea,a un sogno.E l’ emozione di un attimo che diventa segno su carta una sfumatura di colore, il contatto tattile con un materiale,il fruscio di una stoffa,le movenze di una persona che capita di osservare mentre cammina”. A Roma la mostra Borghi-Viaggio Italiano di Valentina Taranto ROMA – Il 2017 è stato eletto dal Ministro ai Beni e Attività Culturali e Turismo Dario Franceschini l’ Anno dei Borghi d’Italia,
per valorizzare con una serie di iniziative l’ Italia dei piccoli paesi ricchi di testimonianze del passato e custodi di storia, tradizioni e identità del territorio. Luoghi unici ed affascinanti, dal Piemonte alle Isole, dove il tempo si è fermato e l’ospite può riappropriarsi di una dimensione di viaggio a misura d’uomo, lontano dai percorsi turistici convenzionali. “Borghi – Viaggio Italiano” è un iniziativa realizzata dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei progetti interregionali di sviluppo turistico, condivisa da 18 Regioni e cofinanziata dal Mibact, che coinvolge e valorizza dall’ entroterra alla costa 1000 borghi, come luoghi del turismo lento, dell’autenticità e della qualità di vita per promuovere in Italia ed all’ estero, con eventi, mostre, proposte di viaggio, rivolte al turista italiano e internazionale tra antiche architetture e suggestivi scorci, artigianato e manifatture del passato, enogastronomia tipica, arte, natura e tradizioni. Mille destinazioni tutte da scoprire offrono l’opportunità di sperimentare un viaggio fatto di esperienze ed emozioni, attraverso destinazioni simbolo della tradizione italiana e da uno stile di vita unico.Un percorso raccontato attraverso quattro punti : Borghi Storici Marinari, Terre Malatestiane e del Montefeltro, Località dei Paesaggi d’Autore,Borghi e località legate a illustri personaggi della cultura italiana. Evento portante dell’ iniziativa sarà “Ai Confini della Meraviglia” una coinvolgente mostra-racconto che è un invito alla scoperta dei Borghi Italiani più belli, sarà inaugurata sabato 6 maggio, alle Terme di Diocleziano a Roma, un invito alla scoperta dei Borghi italiani più
belli attraverso un affascinate percorso espositivo. Nel pomeriggio, animazione con gli studenti degli Istituti alberghieri e della ristorazione italiani, che illustreranno al pubblico i piatti tipici delle varie zone d’Italia. Dal 10 maggio, spazio alle animazioni delle Regioni . Un grande touchwall con mappa interattiva dei 1000 borghi italiani da scoprire, un allestimento di forte impatto basato sulla tecnica dell'”anamorfosi” (un particolare effetto di illusione ottica) sarà a disposizione dei visitatori per un tour virtuale alla scoperta di un mondo autentico ed ancora proiezioni, immagini, ritratti e citazioni, che si fonderanno con le sale dello splendido edificio di origine romana . Cliccando sull’ icona di ogni singolo borgo si potrà accedere a informazioni e contenuti emozionali. Ogni punto di interesse è illustrato rispettando la realtà dei luoghi e suddiviso per categorie tematiche. A seguire proiezioni, immagini,ritratti e citazioni, che si fonderanno con le sale dello splendido edificio di origine romana. Il calendario degli eventi (vedi QUI) sarà una finestra sempre aperta sulla mappa interattiva e una piattaforma di comunicazione partecipata dai turisti attraverso web e social.
Selfie vip “pubblicita ingannevole” sui social, esposto all’ Antitrust Stop ai personaggi dello spettacolo che fanno pubblicità ingannevole sui loro blog o sui social network attraverso la pubblicazione di foto e video. L’Unione Nazionale Consumatori ha presentato un esposto all’Autorità Antitrust, chiedendo di accertare “la legittimità di questa sorta di product placement camuffato sui social network“. A finire nel mirino dell’associazione – spiega una nota – numerosissimi personaggi famosi, tra i quali Belen, Fedez, Anna Tatangelo, Melissa Satta, colpevoli di aver pubblicato, con evidenti finalità promozionali, foto e video su popolari piattaforme dei socialnetwork (Facebook, Instagram, Twitter), promuovendo di fatto marchi e prodotti commerciali noti, senza però dare indicazioni esplicite circa la natura pubblicitaria di questo endorsement e quindi omettendo ogni dicitura idonea a spiegare che si trattava di contenuti sponsorizzati. Un’abitudine ormai molto diffusa in Italia tra i personaggi più amati dello sport, della moda e dello spettacolo. L’obiettivo dell’associazione di consumatori è quello di ottenere maggiore trasparenza e rispetto delle normative di Legge.
Qui Radio Bari. I 90 anni della radio in Italia Radio Bari fu la prima radio che riprese le trasmissioni all’indomani dell’8 settembre del 1943. L’emittente diede un importante contributo nella diffusione degli ideali di liberazione nell’Italia occupata, nell’opera di coordinamento delle varie realtà resistenziali, nonché nel rapporto con le migliaia di soldati italiani prigionieri nei Paesi occupati dai nazisti. Attraverso Radio Bari, quindi, raccontiamo quei mesi decisivi, dal luglio 1943 al gennaio 1944, che culminarono con l’importante Congresso di Bari, quando, per la prima volta, tutte le realtà della resistenza italiana si ritrovarono, per definire le linee direttive del nuovo Stato italiano. L’immaginario italiano a Matera Un viaggio dove storia e immaginario
interagiscono : frammenti visivi del Novecento che raccontano come si è mostrata l’Italia, dal 1924, e che rivelano il Paese reale. E’ quel che vivranno, sino al 15 settembre 2017, i visitatori della mostra : “Luce – L’immaginario italiano a Matera”, a cura di Gabriele D’ Autilia (curatore scientifico e dei testi) e di Roland Sejko curatore artistico e regista del video. Inaugurata a Matera dal presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà Roberto Cicutto e dal presidente della Fondazione Sassi, Vincenzo Santochirico, la mostra temporanea presenta un percorso visivo e uditivo di notevole impatto. Immagini tratte dall’archivio dell’Istituto Luce – Cinecittà che ha ideato e realizzato la mostra, organizzata a Matera dalla Fondazione Sassi con il sostegno di Sensi Contemporanei, Programma dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Regione Basilicata e Lucana Film Commission. Provincia, Comune e Camera di Commercio di Matera e la Fondazione Matera – Basilicata 2019, hanno concesso il patrocinio. dall’ Archivio Fotografico dell’Istituto Luce – Cinecittà “Matera è una tappa speciale è un apologo dell’Italia e della forza della sua gente. Da ultima fra gli ultimi è oggi uno dei loghi centrali del Mondo, per bellezza, capacità di riscatto, successo. Oggi
questa città, capitale della cultura europea nel 2019, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, – ha detto Roberto Cicutto, presidente dell’Istituto Luce – Cinecittà, ricordando le precedenti esposizioni in Italia e all’estero – è motore di cultura, bellezza, turismo e sviluppo. Il Luce non poteva mancare questa tappa fondamentale, perché Matera è il senso dell’Archivio Storico, è l’esempio più forte della necessità non solo di ricordare, ma di poter mostrare come i veri protagonisti della storia siano le persone comuni “. ” Il racconto della memoria e le testimonianze di un’epoca, oggi si trasformano in esperienza culturale per ogni generazione – ha sottolineato Vincenzo Santochirico presidente della Fondazione Sassi – ed è da questo concetto che la Fondazione muove i passi per un progetto più ampio. I materiali sulla Basilicata che, in base a una convenzione che abbiamo con l’Istituto Luce, la Fondazione Sassi conserverà nel tempo, saranno la base di partenza per la realizzazione, nel prossimo anno, di una mostra con altri filmati e immagini provenienti da archivi privati. Nel 2019 produrremo un documentario che ricostruirà l’immagine del territorio attraverso materiali di repertorio, archivio e inediti “. A Matera, la mostra è arricchita da una sezione dedicata alla Basilicata e alla città dei Sassi. Nei locali della Fondazione, presso la sede di San Giovanni Vecchio, sono esposte fotografie e video che raccontano tradizioni e vita di Matera dagli anni Trenta alla fine degli anni Sessanta, dalla Festa del 2 Luglio, alla visita del Duce a Matera e a quella dell’allora Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, alla Riforma fondiaria, alla nascita di nuovi borghi di La Martella e Gaudiano e alla costruzione delle dighe.
dall’ Archivio Fotografico dell’Istituto Luce – Cinecittà “Con questa iniziativa, che è una mostra attiva perché si apre a laboratori e sperimentazioni di diversi linguaggi – ha detto Patrizia Minardi dirigente dell’Ufficio sistemi culturali e turistici e cooperazione internazionale della Regione Basilicata – siamo in grado di porre l’elemento identitario in relazione con il presente e quindi considerarlo come utile strumento per la rappresentazione del futurosi tratta di un’azione che va ad intersecarsi con quanto realizzato all’interno del Piano triennale della programmazione culturale della Regione Basilicata“.
Mussolini dal balcone della Prefettura di Matera – 28 agosto 1936. La Minardi ha anche ricordato il sostegno alla mostra da parte di Sensi Contemporanei. Programma del Governo, nato nel 2003, che ha scelto di investire nei settori della cultura, attraverso progetti di arte contemporanea design, architettura, urbanistica e industria audiovisiva, per promuovere lo sviluppo locale, attraverso un costante lavoro di collaborazione istituzionale. Dal 2015 il coordinamento, la metodologia del programma e l’attuazione dei progetti promossi sono affidati all’Agenzia per la Coesione Territoriale che ne ha esteso l’ambito di attuazione a tutte le regioni. Il valore dell’iniziativa, che contribuisce alla valorizzazione delle identità territoriali della Basilicata, è stato sottolineato anche negli interventi del segretario regionale del Mibact per la Basilicata Leonardo Nardella, del direttore dell’Apt Basilicata Mariano Schiavone, del sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e del direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni è allestita in due sedi espositive : l’ex Ospedale di San Rocco – in piazza San Giovanni – che ospita video, fotografie, istallazioni e pannelli esplicativi dedicati all’Italia ; ed alla Fondazione Sassi – in via San Giovanni Vecchio n.24 nel rione Sasso Barisano – dove è possibile ammirare materiale video e fotografico, anche inediti, sulla città dei Sassi e la Basilicata.
Per informazioni su orari, biglietti e modalità di visita si può consultare il sito : www.fondazionesassi.org Musei statali aperti per il ponte della “Liberazione” ROMA – In occasione del ponte per la Festa della Liberazione i principali musei, aree archeologiche e luoghi della cultura statali resteranno aperti in tutt’ Italia, rispettando il normale piano orario e tariffario. Un lungo fine settimana all’insegna della cultura in cui cittadini e turisti, grazie anche all’apertura straordinaria lunedì 24 aprile potranno visitare fra gli altri anche Marta il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che osputa le collezioni dei più importanti musei statali presenti in Puglia. A restare aperti non saranno solo i musei statali del Ministero ma anche altri luoghi d’arte. Vediamo quali sono quelli che vedranno l’apertura straordinaria per il ponte del 25 aprile 2017. L’apertura straordinaria dei musei per il 25 aprile interessa molte città italiane con degli orari eccezionali anche per lunedì 24 aprile. Tra i tanti musei da visitare ci sono i Musei Civici del Castello Visconteo a Pavia. Numerose le aperture straordinarie anche a Milano dove saranno aperti il Mudec, Palazzo Reale, il Padiglione d’Arte Contemporanea, i musei del Castello Sforzesco, il Museo Archeologico, il Museo del Novecento, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, la Galleria d’arte moderna, il Museo del Risorgimento e Laboratorio di storia moderna e contemporanea, il Cenacolo Vinciano, la Pinacoteca di Brera e Palazzo Morando.
In Piemonte a Torino in occasione del 25 aprile resteranno aperti il Museo Egizio, dalle 9.00 alle 18.30, i Musei Reali, dalle 8.30 alle 19.30, Palazzo Madama, dalle 10 alle 18, Museo del Risorgimento, dalle 10.00 alle 18.00, Gam, dalle 10.00 alle 18.00, la Reggia di Venaria, dalle 9.00 alle 18.30, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, dalle 10.00 alle 18.30, il Planerario di Torino e il Mauto. Tra i musei che resteranno aperti a Venezia ci sono il Museo Nazionale di Villa Pisani, Palazzo Ducale, il Museo del Vetro a Murano, il Museo Correr, il Museo di Palazzo Mocenigo, la Torre dell’Orologio e Ca’Pesaro. Altre aperture previste di luoghi d’arte di importante valore artistico in Campania sono la Reggia e il Parco di Caserta e il Giardino Inglese, il Museo di Capodimonte a Napoli, il Palazzo Reale di Napoli, gli Scavi di Pompei e il Museo Storico Archeologico.
A Roma prevista l’apertura della Galleria Borghese, Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini e Palazzo Corsini, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, il Vittoriano, Castel Sant’Angelo, le Terme di Diocleziano, il Pantheon,delle Terme Taurine o di Traiano, il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, il Circuito Archeologico “Colosseo, Foro Romano e Palatino”, il Museo Hendrik Christian Andersen, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, gli Scavi di Ostia Antica, l’Area Archeologica di Villa Adriana e Villa d’Este. Nella Capitale come reso noto da Musei in Comune e Zètema Progetto Cultura rimarranno regolarmente aperti i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis e i
Mercati di Traiano. Gli altri spazi del Sistema Musei Civici di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali osserveranno invece il consueto riposo settimanale. Resteranno aperti anche il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, a Firenze la Galleria degli Uffizi, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Nazionale del Bargello. In Emilia Romagna a Bologna, tra i musei aperti la Pinacoteca Nazionale di Bologna Parte da Taranto il tour musicale "Teresa canta Pino" di Valentina Irene Taranto ROMA – Sarà il capoluogo ionico, dopo l’ evento “zero” di Sulmona, ad inaugurare il tour “Teresa canta Pino” (Sosia&Pistoia/distribuito da Universal Music) un personale “atto di venerazione” nei confronti del collega e amico, che prende origine dal nome della “dedica discografica” della cantautrice che compie un omaggio tutto partenopeo al grande artista napoletano scomparso, in programma in esclusiva per la Puglia, giovedì 27 aprile al Teatro Orfeo di Taranto.
Il mondo musicale di Teresa De Sio si fonde dando nuova vita ad alcuni storici brani di Pino Daniele, senza stravolgimenti ma con un’immersione dentro le sonorità tipicamente folk-rock di Teresa che racconta: “questo è per me un progetto devozionale perché Pino sta sulle facce della gente, sulle facciate dei palazzi, per le strade. Non possiamo salutarlo che con la musica“. “Teresa canta Pino” contiene quindici brani di Pino Daniele riletti in chiave personale e un brano inedito, “‘O jammone“, ossia “il capo“, scritto dalla stessa De Sio in ricordo dell’amico, da sempre visto come il più grande artista napoletano. Al progetto hanno preso parte anche Niccolò Fabi, voce nel brano “Un angolo di cielo“, e il coro dei ragazzi dell’Istituto Melissa Bassi di Scampia, protagonista in “Napule è“. Completano la tracklist i brani “‘O Scarrafone“, “Bella ‘mbriana“, “Je so’ pazza (Je so’ pazzo)”, “Lazzari felici“, “Serenata a fronn’ e limone“, “Quanno chiove”, “Notte che se ne va“, “Un angolo di cielo“, “Fatte ‘na pizza“, “Chi tiene ‘o mare“, “Ninnananinnanoè“, “Tutta n’ata storia“, “Alleria” e “Viento“. La conferenza stampa di presentazione del tour di Teresa De Sio
La grande “bufala sui Pooh”: smentito un articolo del quotidiano La Repubblica da Taranto ROMA- Ancora una volta il giornalismo “tarantino” varca il ponte girevole per fare solo figuracce pubblicando bufale su bufale, per qualche decina di euro in più (il compenso dell’ articolo) ed in questo caso, ancor più grave,
sull’edizione pugliese del quotidiano La Repubblica, in una corrispondenza da Taranto. Ma quanto ancor più grave, e che dovrebbe richiedere l’intervento del consiglio di disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia, è quanto riportato nella corrispondenza-bufala da Taranto : “Ragazzi, stiamo dismettendo il nostro magazzino di Milano e vorremmo che prendeste voi la nostra roba “. La telefonata raccontata da Repubblica sarebbe stata fatta da Red Canzian e Roby Facchinetti dei Pooh con il sapore del passaggio di testimone. Leggendo quanto scrive il poco attendibile giornalista “dall’altro capo del telefono, in Puglia, ci sono Pier e Claudio Giuffrida, fondatori dell’unica tribute band autorizzata: i Palasport. “Non ce lo siamo fatti ripetere due volte e in un sol colpo abbiamo portato via due camion di palchi, scenografie, costumi e perfino strumenti musicali“. Ma il bello viene dopo quando la Repubblica “virgoletta” delle dichiarazioni smentite ieri da POOH: “Un vero e proprio museo della band più longeva d’Italia ora è custodito con amore in un magazzino di Statte, in provincia di Taranto. “Facchinetti ha detto che è in buone mani, mentre Dodi Battaglia ci ha scritto che è felice perché tratteremo quel materiale con cura e rispetto” lasciando intendere di aver ricevuto in regalo dal gruppo musicale le loro attrezzature”
Ma all’improvviso ieri si è rivelata una “pasquetta” amara per il giornalista tarantino, che è stato smentito ufficialmente e pubblicamente proprio da Dodi Battaglia dei Pooh il quale ha scritto sulla sua pagina Facebook : “Ciao a tutti” inizia così il post “è stato pubblicato un articolo nel quale viene affermato che i Pooh avrebbero regalato parte del loro materiale storico ad una tribute band. Già da tempo i miei colleghi ed io avevamo annunciato che avremmo venduto attrezzature ed arredi scenici non più di nostro interesse. In virtù di questo proponimento diverse band hanno ACQUISTATO parte del materiale. Stessa cosa è avvenuta la scorsa settimana: non è stato donato nulla, non sono stati operati favoritismi“. Con questo chiarimento mi auguro che si dissipino eventuali equivoci e timori infondati sulla dispersione della memoria storica dei Pooh. Dodi“
A scanso di equivoci abbiamo verificato anche sulle pagine Facebook di Red Canzian e Roby Facchinetti, sulle quali della millantata “donazione” in realtà non compare nulla. Abbiamo quindi fatto contattare Red Canzian il quale ci ha ulteriormente smentito quanto apparso su LA REPUBBLICA. Basta leggere i commenti dei lettori e fans dello storico gruppo musicale italiano, per verificare la pessima figura fatta dal giornalista tarantina che riceve smentite su smentite. Scrive Manu Bosi su Facebook: ” Eh, sì, ma in questo caso c’era una notizia su Repubblica, mica su un giornaletto scandalistico qualunque. Per loro, tutto sommato, forse è meglio spendere due parole. Ma se becco CHI ha scritto che il materiale è stato “donato“…”Bravo Dodi!” scrive Silvana Adami “Hai fatto benissimo a chiarire. Quando l’ ho letto non ci credevo, si sa come sono certi giornalisti.” Rincara la dose di critiche Mara Marcon “Come al solito c’e gente che apre la bocca o in questo caso clicca sul computer solo perché non ha niente di meglio da fare ……grande Dody che ci metti a conoscenza di queste notizie fasulle……I mitici sono sempre Mitici“ Ma cosa aspettarsi da uno come Ricapito che fa l’addetto stampa all’ Ordine degli Avvocati di Taranto e contestualmente scrive di cronaca giudiziaria in un conflitto d’interessi enorme quanto il Palazzo di Giustizia ? Poverino… e pensare che voleva diventare direttore responsabile del magazine “Ribalta di Puglia” nonostante non fosse più pubblicato da anni. Ma anche in questo caso Vittorio Ricapito è rimasto ribaltato… Ecco il programma del Bif&st 2017 a Bari Saranno ben nove le Lezioni di Cinema in programma tutti i giorni dal 22 al 29 aprile prossimo in occasione del Bif&st-Bari International Film Festival, presieduto da Margarethe von Trotta e diretto da Felice Laudadio. Si comincerà il 22 aprile alle 11 al Teatro Petruzzelli con la Master Class di Andrej Konchalovskij dopo la proiezione del suo film più recente, Paradise.
Il giorno successivo sarà la volta di Alessandro Gassmann che parlerà, in particolare, di suo padre Vittorio in occasione della grande retrospettiva a lui dedicata. Il 24 interverrà l’attrice Greta Scacchi dopo la proiezione di un film da lei interpretato. Pupi Avati terrà la sua lezione il 25 aprile mentre il 26 toccherà a Carlo e Enrico Vanzina ricordare il loro padre, Steno, presentando il suo libro “Sotto le stelle del ’44″ appena pubblicato dal Centro Sperimentale di Cinematografia in occasione dei 100 anni dalla nascita del grande regista. Dario Argento terrà la sua Master Class il 27 aprile. Fanny Ardant e Margarethe von Trotta saranno impegnate il 28 in una conversazione a due voci al termine della proiezione di Paura e amore della von Trotta. Il grande attore e produttore francese Jacques Perrin, cui il Bif&st dedica la sezione “Cinema e scienza”, interverrà il 29 dopo Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini da lui prodotto e interpretato accanto a Vittorio Gassman e Philippe Noiret. E infine il premio Oscar Volker Schlöndorff concluderà le Lezioni di Cinema, questa volta nel pomeriggio del 29 aprile, dopo la proiezione del suo film Return to Montauk, in anteprima assoluta italiana. Le Master Classes al Petruzzelli sono seguite mediamente, ogni giorno, da oltre mille spettatori, soprattutto giovani. Eccovi di seguito il programma completo del Bif&st 2017.
PROGRAMMA DEL BIF&ST 2017 Anteprime internazionali. Il Teatro Petruzzelli ospiterà nove film in anteprima italiana assoluta o mondiale: 22 aprile: “LA TENEREZZA” di Gianni Amelio con Renato Carpentieri, Elio Germano, Micaela Ramazzotti, Giovanna Mezzogiorno, Maria Nazionale, Greta Scacchi – Italia 2017, anteprima mondiale Sentimenti che si incrociano tra il sorriso e la violenza. Un padre e i suoi figli non amati, un fratello e una sorella in conflitto, una giovane coppia che sembra serena. E i bambini che vedono e non possono ribellarsi. La storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in tragedia, anche se la speranza è a portata di mano. Rai Cinema-01 Distribution
23 aprile: “MISS SLOANE (Miss Sloane – Giochi di potere)“ di John Madden con Jessica Chastain, Gugu Mbatha Raw, Mark Strong, USA-Francia 2016 Una veterana lobbista di nome Elizabeth Sloane, insieme a una piccola squadra di politici, cerca di far passare un importante atto legislativo all’interno della legge federale scontrandosi con i membri senza scrupolo e meglio finanziati della lobby delle armi da fuoco. La nuova proposta di legge, che richiede controlli più rigorosi sul possesso delle armi, sta guadagnando terreno al Congresso e Sloane comincia a credere che le cose possano andare finalmente a buon fine. Ma per farlo dovrà compromettere il rapporto con le persone a lei care. 01 Distribution 23 aprile: “UNLOCKED (Codice Unlocked)” di Michael Apted con Noomi Rapace, Orlando Bloom, Michael Douglas, John Malkovich – Regno Unito 2017, 98’, anteprima mondiale Alice, agente della CIA, riesce ad ottenere da un giovane prigioniero membro di una cellula terroristica delle informazioni vitali su un prossimo attacco contro un obiettivo americano a Londra. La donna riferisce tutto a Frank Sutter, uno dei responsabili dell’operazione, ma presto scopre di essere stata raggirata favorendo involontariamente l’attentato, perché Sutter non è chi lei pensa. Notorious Pictures
Puoi anche leggere