"Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non fatte" una ricostruzione analitica degli eventi partendo dalla personalità di ...

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"Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non fatte" una ricostruzione analitica degli eventi partendo dalla personalità di ...
“Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino.Le cose non dette e
quelle non fatte” una ricostruzione
analitica degli eventi partendo
dalla personalità di Falcone e
Borsellino
di Paolo Campanelli

                              ROMA – Ore 17,58 del 23.5.2017, la
Camera dei Deputati si è fermata in un minuto di raccoglimento in
perfetta sincronia con il 25° Anniversario della Strage di Capaci,
nella gremitissima Sala della Regina, per la presentazione del libro
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.Le cose non dette e quelle non
fatte” di Carlo Sarzana di Sant’Ippolito edito da Castelvecchi. Dopo
il saluto introduttivo del questore della Camera, Stefano Dambruoso vi
sono stati interventi di Donatella Ferranti, presidente commissione
giustizia, Renato Balduzzi, membro del Consiglio Superiore della
Magistratura, Giuseppe Di Gennaro, primo presidente onorario corte
cassazione, già procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo,
sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Palermo,
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Carlo Palermo, magistrato, Umberto Rapetto, ex-generale della Guardia
di Finanza, Luca Tescaroli, sostituto procuratore della repubblica
presso il Tribunale di Roma.

L’Autore, ex Presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione,
ha condiviso con Falcone, oltre ad una lontana parentela, numerose
esperienze professionali. Il libro si colloca molto lontano dalla
apologia delle vittime illustri, e non deve essere scambiato per un
ennesimo tassello della melassa celebrativa in stile televisivo; al
contrario, tende coraggiosamente verso una ricostruzione analitica
degli eventi partendo dalla personalità di Falcone e Borsellino, nel
contesto della politica giudiziaria di quel periodo, fino ai tragici
eventi: “Bisogna avere il coraggio di riscrivere la storia, al di là
dei capi di imputazione, che danno una immagine parziale di un quadro
che oggi ci dovrebbe essere chiaro” sostiene l’autore.

Sarzana non risparmia alcun passaggio esaminando interrogativi e nodi
insoluti, dalle critiche e dagli ostracismi subiti da Falcone e
Borsellino all’interno e nelle adiacenze della magistratura e della
politica alla malevolenza nei confronti di personaggi troppo esposti,
alle mancate investigazioni sulla cancellazione delle memorie
elettroniche e sulla manipolazione dei documenti informatici, alle
lettere anonime,agli ostacoli frapposti dalla politica per impedire
che Falcone desse spinta propulsiva alla Procura Nazionale Antimafia.

Questa analisi, come precisa l’autore ha la funzione di consegnare
alle future generazioni gli interrogativi irrisolti perché non sia
dimenticato quel 23 maggio 1992, quando alle ore 17.58, in
corrispondenza dello svincolo autostradale di Capaci, esplosero 500 kg
di tritolo che provocarono uno degli eventi più sconvolgenti della
storia del nostro Paese, perché, come conclude Sarzana, “il futuro è
dei giovani, che hanno bisogno di chiarezza” .

Sulla croisette del Festival del
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Cinema di Cannes la superstar è
Monica Bellucci
CANNES –     Il sorriso smagliante, occhiali da sole scuri,
 Monica Bellucci è arrivata completamente vestita di nero Stella Mc
Cartney, madrina del festival, dicendo ancora un volta di “sì” alla
Croisette “per la seconda volta perché il mio percorso cinematografico
– da ‘Irreversible‘ a ‘Le Meraviglie‘ – non sarebbe stato lo stesso
senza il festival” .        Si è aperto oggi, con Les Fantômes
d’Ismaël di Arnaud Desplechin, il Festival di Cannes 2017, giunto
all’edizione numero 70, che si svolgerà sulla Croisette da oggi fino a
domenica 28 maggio.

In libreria,    uscito in contemporanea in Francia e in Italia,
“Incontri clandestini” (Rizzoli) un libro sulla Bellucci scritto da
Guillaume Sbalchiero: non vi aspettate una raccolta di fotografie né
la classica biografia. E’ quasi un libro filosofico, con una lunga
riflessione sulla vita e il cinema,        che ha porta il giovane
giornalista a proporre alla top model e attrice un’intervista in cui
raccontare gli aspetti più privati della sua esistenza. Divertita
dall’idea, Monica Bellucci ha accettato. E’ nato così questo agile ma
denso dialogo in cui la diva, spronata dalle domande di Guillaume,
racconta dell’arte e del cinema, del suo essere madre e del rapporto
con l’universo maschile. Dall’alba della sua carriera alla salda
maturità di oggi.
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Le citazioni su Freud, Kant e Ungaretti non le impediscono di essere
ancor’oggi un simbolo di glamour, e infatti è stata lei la maîtresse
de cérémonie del 70esimo Festival di Cannes durante il quale verrà
presentato l’attesissimo nuovo Twin Peaks di David Lynch. E del
cast fa parte Monica .
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Una sessantina di film in quasi trent’anni di cinema, è la popolarità,
sono i riconoscimenti (la Legion d’onore che il presidente Hollande le
ha appuntato su un impeccabile abito nero nel novembre scorso
all’Eliseo), sono le copertine, i contratti pubblicitari, e
soprattutto una forma di devozione e simpatia che poche donne riescono
a conquistarsi nel mondo dello spettacolo.
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Questa primavera al cinema ma anche altrove, ci sarà per tutti una
specie di “Bellucci festival” diffuso praticamente ovunque. Nelle sale
cinematografiche dallo scorso 11 maggio è arrivato On the Milky Road
– Sulla Via Lattea di Emir Kusturica, presentato alla Mostra del
Cinema 2016 di Venezia.      In televisione arriva invece la terza
stagione della serie Mozart in the Jungle dove per la prima volta,
 entra in scena,     il personaggio della cantante lirica italiana
Alessandra, interpretato dalla nostra Monica Belluci.

Si è spento Oliviero Beha, voce
“libera” del giornalismo italiano
ROMA – E’ morto Oliviero Beha. Giornalista, scrittore, conduttore
televisivo e radiofonico, aveva 68 anni. Lascia la moglie Rosalia e
tre figli Germana, Manfredi e Saveria nata con la sindrome di Down,
che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di
Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi, . Beha era nato
a Firenze il 14 gennaio 1949. Autore di un seguito blog, che ha
aggiornato fino a ieri con un post dedicato ai tg, (“le parole sono
importanti”) e al modo in cui è stata raccontata l’esplosione di un
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rudimentale ordigno a Roma.

                                           Amato e odiato, molte volte
premiato per i suoi libri, le trasmissioni in radio e in tv, i saggi
critici. Ma anche censurato e osteggiato, spesso in polemica, era un
po’ così. A volte un “Brontolo”, utilizzando il titolo di una sua
fortunata trasmissione su Rai 3, chiusa tra le polemiche nel 2013.
Giornalista, ma è stato un lettore attento e caparbio della società e
spesso una voce “contro”. Un uomo libero. Ad ucciderlo, racconta la
figlia Germana, “è stato un male molto veloce“. Ma se n’è andato nel
suo letto, aggiunge, “circondato dalla sua grande famiglia allargata.
Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia
allargata di parenti e amici”.

“E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie. Nelle ultime
settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito
in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava.
Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti,
non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io
scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui,
l’aveva come dono”: con queste parole lo ricorda la figlia, in un
lungo posto pubblicato sul sito Olivierobeha.it. “Scrivo queste righe
– continua – perché con grande orgoglio, sono convinta che papà
lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a
dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso
ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e
rimarrà un giornalista libero. La “libertà è un lusso di pochi” mi
ripeteva…”

Ha iniziato sua la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a
Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò alla metà degli
anni Ottanta. Nel 1987 approda in televisione, conducendo con Andrea
Barbato la trasmissione culturale ‘Va’ pensiero“. Uno dei suoi
maggiori successi è stato il programma radiofonico, su Radiouno,
‘Radio Zorro‘, di cui firmerà anche una versione televisiva, ‘Video
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Zorro‘ su RaiTre. Tra il ’96 e il ’97 Beha è ancora in Rai con
‘Attenti a quei tre’, programma del palinsesto notturno. In seguito,
torna a dedicarsi alla radio, prima con ‘Radioacolori‘, poi ‘Beha a
colori’.

Beha è stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta. Tra i
suoi libri ‘Sono stato io’ (Tropea Editore, 2004), ‘Crescete e
Prostituitevi’ (Bur, 2005), ‘Indagine sul calcio’ (Bur, 2006, con
Andrea Di Caro), ‘Italiopoli’ (Chiarelettere, 2007, prefazione di
Beppe Grillo), ‘Dopo di lui il Diluvio’ (Chiarelettere, 2010), ‘Il
calcio alla sbarra’ (Bur, 2011, insieme ad Andrea di Caro), ‘Il culo e
lo stivale’ (Chiarelettere, 2012), ‘Un cuore in fuga’ (Piemme, 2014).
In molti ricordano una delle sue inchieste più famose, condotta nel
1984 insieme a Roberto Chiodi, in cui si sosteneva che la partita tra
Italia e Camerun del Campionato mondiale di calcio 1982 fosse stata
combinata. Ipotesi, questa, per anni molto contestata.

Tra il 2005 e il 2008 ha collaborato con l’Unità, e dal 2009 era
editorialista per il ‘Fatto quotidiano‘, sul cui sito è apparso
l’annuncio della scomparsa da parte della figlia Germana. I funerali a
Roma, lunedì alle 11, nella chiesa degli Angeli Custodi in piazza
Sempione.

Ciao Oliviero, uomo libero, collega capace ed umile, ci mancherai.

Alla famiglia di Oliviero Beha le condoglianze della direzione ,
redazione e collaboratori del CORRIERE DEL GIORNO

Vico: “Presentato l’emendamento per
la statizzazione del Paisiello”
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ROMA – È stato presentato,
a firma del gruppo Pd alla Camera dei Deputati – Ghizzoni, Vico ed
altri – l’emendamento al Decreto Legge n°50 sul finanziamento agli
enti locali, finalizzato alla statizzazione e razionalizzazione delle
Istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale) non statali, tra
cui l’Istituto Musicale Paisiello.

L’emendamento prevede che a decorrere dall’anno 2017 si proceda
gradualmente ai processi di statizzazione e razionalizzazione. A tale
proposito vengono stanziati 63milioni di euro nel quadriennio
2017/2020(suddivisi in: 7,5 milioni nell’anno 2017, 17 milioni nel
2018, 18,5 milioni nel 2019 e 20 milioni a decorrere dall’anno 2020),
da ripartire con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze,
su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della
ricerca. Si chiede, quindi, la modifica al comma 295 della legge n.
232/16 (bilancio dello Stato per il 2017), con la sostituzione delle
parole “45 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017”, con: “45
milioni di euro in ciascuno degli anni 2017 e 2018, 31,87 milioni di
euro nel 2019 e 30,54 milioni di euro a decorrere dal 2020”.

                                            “Con questo emendamento –
ha dichiarato l’onorevole Vico – si vuol risolve l’annoso problema
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sull’instabile futuro dello storico Istituto Musicale Paisiello,
mantenendone anche l’autonomia. Un contenitore culturale di
fondamentale importanza per la crescita in campo musicale di numerosi
giovani ionici, il cui talento non può andare disperso. Salvaguardare
il Paisiello, vuol dire anche consentire a questi giovani di non
doversi spostare in altre province per proseguire i loro studi. Una
realtà, quella tarantina, che richiama anche studenti provenienti da
altre parti della Puglia e dall’estero”.

“La statizzazione del Paisiello – ha aggiunto il parlamentare ionico –
consentirebbe di stabilizzare in maniera definitiva i lavoratori, per
i quali è stata sospesa fino alla fine dell’anno accademico la
mobilità in vigore da un biennio. Garantire l’esistenza del Paisiello,
inoltre, vuol dire mantenere accesi i riflettori sulla
rivitalizzazione della “città vecchia” di Taranto, la quale se venisse
privata dell’istituto musicale, subirebbe una grave perdita”.

“La crescita socio-economico di un territorio – ha concluso Vico –
passa dalla valorizzazione delle sue proposte culturali e della sua
offerta formativa. E quella dell’Istituto Musicale Paisiello è
un’eccellenza che non possiamo permetterci di perdere e alla quale è
necessario offrire risposte adeguate. Strada lungo la quale ci stiamo
muovendo”.

I Guerrieri di Terracotta del
Grande Imperatore cinese QIN a Bari
BARI    –   Sedici    Guerrieri    di
Terracotta, le celebri sculture a grandezza naturale che da oltre
mille anni presidiano il mausoleo dell’Imperatore cinese Qin inserite
nel patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, saranno per la prima volta
esposte in Puglia. La mostra promossa dalla Regione Puglia nell’ambito
del Fondo speciale cultura e patrimonio culturale e realizzata dal
Teatro pubblico pugliese sarà ospitata da domani – giorno di
inaugurazione – al 31 agosto 2017 nell’Archivio di Stato di Bari, via
Pietro Oreste 45.

Curata dall’architetto Cristina Martina, la mostra,         offre ai
visitatori la possibilità di ammirare 16 delle 8000 statue in
terracotta raffiguranti i guerrieri dell’esercito imperiale
dell’Imperatore Qin Shi Huangdi, che diede avvio alla costruzione
della Muraglia cinese. Le statue, del peso di circa 200kg, tra 1,75 e
1,95 cm di altezza, sono state realizzate con una tecnica che
consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare un tubo
(il torace) completato con l’aggiunta di gambe e braccia
I Guerrieri di terracotta, sono
realizzati con impressionate realismo – infatti le statue riportano
eventuali mutilazioni, ferite e deformazioni dei guerrieri – hanno
l’aria triste, mesta, nobile e dignitosa. Ogni guerriero è diverso
dall’altro: variano acconciature, uniformi e corazze a sottolineare
che la guardia imperiale era composta dai       migliori combattenti
provenienti da eserciti di tutta la Cina. Le statue, del peso di circa
200kg, tra 1,75 e 1,95 cm di altezza, sono state realizzate con una
tecnica che consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da
creare un tubo (il torace) completato con l’aggiunta di gambe e
braccia.

La struttura veniva poi ricoperta da blocchetti di argilla per creare
l’armatura e infine veniva aggiunta la testa. L’esercito è composto da
guerrieri armati di lance e spade, arcieri, fanti, alabardieri e da
numerose figure a servizio dei combattenti (servitori, mandarini,
musicisti e concubine) e da 100 carri trainati da cavalli con relativi
cocchieri, e infine dagli oggetti e utensili di vita quotidiana. Le
armi, costruite in ferro e legno, sono andate nella quasi totalità
erose e deteriorate dal tempo.

Qin Shi Huang nacque nel 259 a.C. e salì al trono a tredici anni
 assistito dalla madre e dal primo ministro sino all’età di 22 anni
quando iniziò ad esercitare direttamente il suo potere da imperatore.
Fu il primo imperatore della società feudale cinese e fu fondamentale
nello sviluppo della società, dell’economia e della cultura
dell’impero. Nel 221 a.C. unificò buona parte della Cina decidendo di
delineare il nuovo grande regno con l’unione delle mura difensive che
separavano i vecchi piccoli regni, opera che ha dato origine
alla Muraglia Cinese.

La mostra “I Guerrieri di Terracotta del Grande Imperatore cinese QIN“
sarà esposta presso l’ Archivio di Stato in via Pietro Oreste 45 a
Bari, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.30; sabato
dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Apertura straordinaria
anche il 2 giugno. Per   informazioni 080.541.48.13

Alle Terme di Diocleziano in mostra
i Borghi di tutta Italia

nella foto Andrea Corsini

ROMA – Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Dario Franceschini ha inaugurato, questa mattina, con l’Assessore al
turismo dell’Emilia Romagna Andrea Corsini e alla presenza degli
assessori regionali al turismo di 17 regioni italiane, la Mostra “Ai
Confini della Meraviglia”, allestita nella prestigiosa cornice delle
Terme di Diocleziano e dedicata ai borghi italiani che sarà aperta
gratuitamente al pubblico.

La Mostra è l’evento portante del Progetto interregionale di
promozione turistica “Borghi – Viaggio Italiano”, cofinanziato dal
Mibact, e che interessa circa 1000 borghi del Belpaese, dal Piemonte
alla Sicilia, dal Veneto alle Isole, con l’Emilia Romagna capofila
(www.viaggio-italiano.it)​. Il Progetto si inquadra nel “2017 Anno dei
Borghi” eletto ufficialmente dal Ministro Franceschini e punta,
attraverso una serie di iniziative, alla valorizzazione in chiave
turistica dei borghi italiani di 18 regioni, luoghi ancora oggi
custodi della storia, tradizione ed identità del territorio, in
un’ottica di turismo slow.

“I borghi che costellano il territorio delle nostre regioni – ha
dichiarato il Ministro Franceschini – ricchi di storia, cultura e
tradizioni, sono il cardine per la crescita di un turismo sostenibile,
capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di
permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi vivono. L’Anno
dei Borghi con le sue tante iniziative è importante per promuovere
queste realtà che tanto contribuiscono alla qualità della vita nel
nostro Paese”.

L’esposizione romana, con un originale e suggestivo allestimento su
450 metri quadrati di superficie (ideato da Kaiti Expansion di Reggio
Emilia, realizzato dalla veneta Tosetto su progetto dello studio di
architettura Pentastudio di Roma) invita alla scoperta del “tesoro
nascosto” dei circa 1.000 borghi italiani insigniti per la loro
bellezza dei più importanti riconoscimenti: dalle “Bandiere Arancioni”
del Touring Club Italiano ai “Borghi Più Belli d’Italia” dell’ ANCI
(Associazione Nazionale Comuni Italiani), dai “Borghi Autentici
d’Italia” ai “Gioielli d’Italia”, passando per i borghi storici
marinari.

Ad accogliere i visitatori fino al 9 giugno      sarà una suggestiva
scenografia che si basa sulla tecnica dell’anamorfosi (particolare
effetto ottico in base al quale un’immagine fortemente distorta
acquista la sua vera forma solo quando l’osservatore si dispone in una
particolare posizione). Una sorta di “quinta teatrale”, da percorrere
a piedi proprio come in un borgo antico, riproduce un paesaggio ideale
con tutti gli archetipi architettonici tipici dei borghi italiani: un
susseguirsi di facciate di chiese, palazzi nobiliari, porticati,
rocche, abbazie, torri medievali, a simboleggiare, attraverso un
coinvolgente gioco prospettico, la Grande Bellezza italiana ancora
poco conosciuta. Superata la quinta teatrale, ecco un grande touchwall
interattivo con lo Stivale italiano, disegnato in modo originale, e
i suoi borghi, cliccando su ognuno dei quali si aprirà una finestra
informativa con storia e caratteristiche del borgo scelto.

A raccontare il folklore, l’artigianato artistico, riti e tradizioni
ed enogastronomia tipica dei borghi italiani saranno le Regioni,
assieme a varie associazioni, con le animazioni giornaliere ospitate
nella “Piazza del Borgo”, spazio che richiama idealmente il tipico
mercato di paese con i suoi banchi, in cui le Regioni esporranno
manufatti e prodotti artigianali (il calendario completo delle
animazioni è sul sito  www.viaggio-italiano.it).

Il viaggio esperienziale tra i borghi si concluderà nella saletta
polifunzionale, sulle cui pareti verranno proiettati video-racconti
delle singole Regioni protagoniste dell’animazione giornaliera. A
simboleggiare ogni territorio con i suoi borghi, la vita e le opere di
alcuni personaggi celebri, ambasciatori di ciascuna regione, da
Ignazio Silone a Federico Fellini, da Andrea Palladio a Leonardo, da
Pier Paolo Pasolini a Piero della Francesca, da Giuseppe Verdi a
Grazia Deledda, Fabrizio De Andrè, Pirandello, Fausto Coppi e tanti
altri.

“C’è un uomo nella mia vita. A 52
anni sono un’altra donna. “

                                            L’ha confessato lei stessa
alla rivista Paris Match, che ha intervistato “la più francese delle
italiane” in vista del Festival del Cinema di Cannes, dove l’attrice
di origini umbre sarà per la seconda volta madrina, dopo l’esperienza
nel 2003.

L’attrice parla dei luoghi in cui vive o ha vissuto, e che ama: “vengo
da un Paese, l’Italia, in cui la sensualità si respira nell’aria, in
cui i corpi parlano senza parole. La Francia mi ha fatto scoprire
un’altra maniera di essere femminile, più sottile. Ho capito che
l’amore e la sensualità erano legati all’energia, non all’età“.

Monica Bellucci ha un compagno e sta vivendo con felicità la sua nuova
storia d’amore. “A 52 anni sono un’altra donna. C’è un uomo nella mia
vita, Ma non vi dirò niente di più“, dichiara sottolineando di aver
“bisogno di tenere un po’ di cose private per me”. “Sono già stata
amata – spiega la Bellucci alla rivista parigina – ma non ero sempre
pronta a ricevere quell’amore. Per molto tempo, ho trovato i rapporti
di forza interessanti. Oggi, cerco altre cose. Entro in una nuova fase
della mia vita, sono un’altra donna“.

Ma non ha reso noto di chi si tratti, nè da quanto tempo vada avanti
la relazione, ma un’informazione è stata chiara:      “La prima volta
percepivo l’ansia di dover piacere“, racconta alla giornalista, “In
questo caso voglio divertirmi e godermi a pieno il momento. Devo così
tanto a Cannes! Senza questo festival il mio percorso non sarebbe
stato lo stesso. Amo il cinema, penso che alcuni film possano cambiare
il nostro destino“.
“Quando ero più giovane – continua – ero molto sensibile al fisico.
Uscivo sempre con uomini della mia età, preferibilmente belli. Oggi,
trovo che un uomo con le rughe sia più interessante, i segni del tempo
sul suo viso e sul suo corpo mi piacciono. Perché quello che lo rende
sexy è il suo vissuto. Attraverso le pieghe del corpo si vede meglio
l’anima”.
Anche in questa occasione, come nelle passate interviste la Bellucci
non si è tirata indietro quando le sono state poste domande sulla fine
del suo matrimonio con Vincent Cassel: “In quel periodo ero
completamente persa. Tutto ciò che avevo è andato in pezzi durante la
notte. Ho dovuto ricostruire la mia vita“.      “Quando ho divorziato,
nel 2013 – spiega Monica – il padre delle mie figlie è rimasto in
Brasile. Io ho scelto di vivere a Parigi. Ho acquistato l’anno scorso
una casa a Lisbona e mi piacerebbe molto andarci ad abitare. In quella
città c’è un lato internazionale e al tempo stesso provinciale che mi
piace. Sarebbe straordinario per le mie figlie, perché vi si vive una
vita più dolce”.
“Nelle mie storie d’amore non ho mai avuto paura di correre rischi“,
continua, “Non so se sono una donna ragionevole, ma in ogni caso non
sono una donna pericolosa. Tutti nascondiamo qualcosa per
sopravvivere. Io dico sempre che nulla accade per caso. È possibile
evolversi davvero solo attraverso delle crisi personali“

Nessuna parola di biasimo o rancore per l’ex marito, che ormai
appartiene al passato dell’attrice umbra. Quel che è certo è che il
divorzio è stato superato e si tratta ormai di un periodo lasciato
alle spalle, che l’ha aiutata a crescere ulteriormente.

L’arte e la creatività di
Gianfranco Ferré nel racconto dei
suoi disegni
di Valentina Taranto

                                           “Gianfranco Ferré. Moda, un
racconto nei disegni” mostra organizzata dalla Fondazione Gianfranco
Ferrè è ospitata sino al prossimo 18 giugno dal Centro Culturale Santa
Maria della Pietà a Cremona, include anche alcuni abiti, che sono
autentica trasposizione del progetto e della poesia, espressi nei
disegni, nella realtà: volumi e forme, materiali, lavorazioni, pizzi e
ricami. Oltre cento bozzetti autografi dello stilista, esposti in
gruppi sulla base di affinità tematiche o cromatiche, per comunanza di
tratti o di accorgimenti grafici.

Una mostra di abiti e disegni bellissimi che parlano di musica di
alto livello che parla il linguaggio della cultura e della
bellezza,nell’anno delle Celebrazioni Monteverdiane, in una Santa
Maria della Pietà ormai diventata in questi ultimi anni spazio di
riferimento per fumetto, grafica, incisione e disegno.
La mostra dei disegni di Ferrè vuole quindi ricostruire un percorso
intellettuale, l’ evoluzione di un mondo interiore di ricerca, di
lettura, di sintesi culturale e stilistica, affinchè resti
una testimonianza e spunto di riflessione: il disegno come espressione
di libertà e rigore, di creatività e progetto, ma nello stesso tempo
uno strumento di lavoro come approccio concreto di esercizio
quotidiano. Un habitus mentale.

Cremona, città d’ arte e patria della famiglia di Gianfranco Ferrè, è
ancora una volta al centro del mondo nazionale e internazionale,
sempre presente nella memoria dello stilista. La Fondazione Ferrè in
collaborazione con l’ Amministrazione Comunale attraverso il percorso
espositivo di questi grandi capolavori che comprende disegni ed abiti
raccontati come delle opere d’arte che manifestano vitalità e
creatività, illustrano    il ritorno alle radici dello stilista, da
sempre molto legato a questo angolo di Lombardia.
All’interno di questo ritorno alle origini è presente la conferenza
“Gianfranco Ferrè. Moda un racconto nella musica “ in calendario per
il 18 maggio, un omaggio alla città di Cremona ed alle sue
celebrazioni per i 450 anni della nascita di Claudio Monteverdi, padre
del melodramma e della canzone, evento dedicato al ruolo delle colonne
sonore delle sfilate per spiegare, attraverso l’aiuto di straordinari
sound designer, come lo stilista riuscisse a far diventare la musica
 parte integrante dell’emozione emanata dagli abiti in passerella.

L’ architetto Gianfranco Ferré era un innovatore con un incredibile
“senso”della progettualità nei capi e con una visione sempre molto
innovativa e contemporaneamente geniale, che si incontra con
Monteverdi, in un mix di magia, eleganza, e creatività da sogno.

Mentre l’auto lo portava da Legnano dove era nato ed abitava, a Milano
dove si è svolta la sua vita di lavoro, Gianfranco Ferré creava
e disegnava con una tale naturalezza, che gli bastavano pochi schizzi,
i suoi appunti, le note di future collezioni, per riuscire ad esaltare
ed immaginare la sensualità di una gonna.
Ferrè non guidava l’ auto e mentre il
traffico che scorreva sul suo finestrino , rispettando quegli
attimi di solitudine ispirata, trovava “lo stimolo che mi spinge a
disegnare”     come lui stesso raccontava “un’impressione, una
suggestione che per qualche inspiegabile motivo rimane impressa nella
mente più di altre e dà il via a un’idea, a un sogno. È l’emozione di
un attimo che diventa segno su carta…una sfumatura di colore, il
contatto tattile con un materiale, il fruscìo di una stoffa, le
movenze di una persona che capita di osservare mentre cammina…”.

L’esposizione di oltre 100 schizzi è curata da Rita Airaghi, Direttore
della Fondazione e cugina dell’ architetto Ferrè con cui ha lavorato
al fianco fin dall’inizio della sua carriera stilistica, la cui
padronanza degli archivi è magistrale. “Perché il disegno” spiega
Rita Airaghi, “È espressione di libertà e rigore, di creatività e
progetto, ma nello stesso tempo esercizio quotidiano, approccio
concreto. Soprattutto, metodo di lavoro”.

“Gianfranco Ferré – spiega Rita Airaghi – trae il suo metodo dalla
 sua formazione di architetto, che proprio nel disegno ha il suo
fulcro, il suo momento fondante, il suo modo di dare una forma alle
idee, concretezza a un’intuizione, di “fermare le impressioni e dar
loro un abbozzo di consistenza“: il disegno quindi come necessità e
passione insieme, punto d’arrivo nella dimensione della realtà e
insieme punto di partenza per un progetto ».
Dagli appunti di Gianfranco Ferrè :“il disegno per me è anche
consapevolezza del corpo,con le sue naturali necessità di movimento,
nella convinzione che al presente esso abbia necessità di forme
d’abito sempre più immediate ed essenziali.In sintonia pressoché
totale e quasi sorprendente con le linee e i tratti dei miei schizzi .
Nel mio percorso formativo l ‘ esercizio al disegno è norma e pratica
quotidiana. A questo devo la definizione di “architetto della
moda“ che, confesso qualche volta mi va un po’ stretta, perché mi
insegue dall’ inizio della mia carriera e soprattutto perché
sottolinea maggiormente l’ aspetto logico-razionale del mio lavoro,
adombrandone invece la componente di passione, di fascinazione e di
incanto,indispensabile per completare la determinazione progettuale”.

“Spesso lo stimolo che mi spinge a disegnare è un impressione, una
suggestione   – scriveva Ferrè nei suoi appunti – che per qualche
inspiegabile ragione rimane impressa nella mente più di altre e dà il
via a un’ idea,a un sogno.E l’ emozione di un attimo che diventa segno
su carta una sfumatura di colore, il contatto tattile con un
materiale,il fruscio di una stoffa,le movenze di una persona che
capita di osservare mentre cammina”.

A Roma la mostra Borghi-Viaggio
Italiano
di Valentina Taranto

ROMA – Il 2017 è stato eletto dal Ministro ai Beni e Attività
Culturali e Turismo Dario Franceschini l’ Anno dei Borghi d’Italia,
per valorizzare con una serie di iniziative l’ Italia dei piccoli
paesi ricchi di testimonianze del passato e custodi di storia,
tradizioni e identità del territorio. Luoghi unici ed affascinanti,
dal Piemonte alle Isole, dove il tempo si è fermato e l’ospite può
riappropriarsi di una dimensione di viaggio a misura d’uomo, lontano
dai percorsi turistici convenzionali.

                          “Borghi – Viaggio Italiano” è un
iniziativa realizzata dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei
progetti interregionali di sviluppo turistico,      condivisa da 18
Regioni e cofinanziata dal Mibact, che coinvolge e valorizza dall’
entroterra alla costa 1000 borghi, come luoghi del turismo lento,
dell’autenticità e della qualità di vita per promuovere in Italia ed
all’ estero,   con eventi, mostre, proposte di viaggio, rivolte al
turista italiano e internazionale tra antiche architetture e
suggestivi scorci, artigianato e manifatture del passato,
enogastronomia tipica, arte, natura e tradizioni.

Mille destinazioni tutte da scoprire offrono l’opportunità di
sperimentare un viaggio fatto di esperienze ed emozioni, attraverso
destinazioni simbolo della tradizione italiana e da uno stile di vita
unico.Un percorso raccontato attraverso quattro punti : Borghi Storici
Marinari, Terre Malatestiane e del Montefeltro, Località dei Paesaggi
d’Autore,Borghi e località legate a illustri personaggi della cultura
italiana.

Evento portante dell’ iniziativa sarà “Ai Confini della Meraviglia”
una coinvolgente mostra-racconto che è un invito alla scoperta dei
Borghi Italiani più belli, sarà inaugurata sabato 6 maggio, alle Terme
di Diocleziano a Roma, un invito alla scoperta dei Borghi italiani più
belli attraverso un affascinate percorso espositivo. Nel pomeriggio,
animazione con gli studenti degli Istituti alberghieri e della
ristorazione italiani, che illustreranno al pubblico i piatti tipici
delle varie zone d’Italia.   Dal 10 maggio, spazio alle animazioni
delle Regioni .

Un grande touchwall con mappa interattiva dei 1000 borghi italiani da
scoprire, un allestimento di forte impatto basato sulla tecnica
dell'”anamorfosi” (un particolare effetto di illusione ottica) sarà a
disposizione dei visitatori per un tour virtuale alla scoperta di un
mondo autentico ed ancora proiezioni, immagini, ritratti e citazioni,
che si fonderanno con le sale dello splendido edificio di origine
romana . Cliccando sull’ icona di ogni singolo borgo si potrà accedere
a informazioni e contenuti emozionali. Ogni punto di interesse è
illustrato rispettando la realtà dei luoghi e suddiviso per categorie
tematiche. A seguire proiezioni, immagini,ritratti e citazioni, che si
fonderanno con le sale dello splendido edificio di origine romana.

Il calendario degli eventi   (vedi QUI) sarà una finestra sempre
aperta sulla mappa interattiva e una piattaforma di comunicazione
partecipata dai turisti attraverso web e social.
Selfie vip “pubblicita ingannevole”
sui social, esposto all’ Antitrust
Stop ai personaggi dello spettacolo che fanno pubblicità
ingannevole sui loro blog o sui social network attraverso la
pubblicazione di foto e video. L’Unione Nazionale Consumatori ha
presentato un esposto all’Autorità Antitrust, chiedendo di accertare
“la legittimità di questa sorta di product placement camuffato sui
social network“.

                                    A    finire       nel     mirino
dell’associazione – spiega una nota – numerosissimi personaggi famosi,
tra i quali Belen, Fedez, Anna Tatangelo, Melissa Satta, colpevoli di
aver pubblicato, con evidenti finalità promozionali, foto e video su
popolari piattaforme dei socialnetwork (Facebook, Instagram, Twitter),
promuovendo di fatto marchi e prodotti commerciali noti, senza però
dare indicazioni esplicite circa la natura pubblicitaria di questo
endorsement e quindi omettendo ogni dicitura idonea a spiegare che si
trattava di contenuti sponsorizzati.

Un’abitudine ormai molto diffusa in Italia tra i personaggi più amati
dello sport, della moda e dello spettacolo. L’obiettivo
dell’associazione di consumatori è quello di ottenere maggiore
trasparenza e rispetto delle normative di Legge.
Qui Radio Bari. I 90 anni della
radio in Italia
Radio Bari fu la prima radio che riprese le trasmissioni all’indomani
dell’8 settembre del 1943. L’emittente diede un importante contributo
nella diffusione degli ideali di liberazione nell’Italia occupata,
nell’opera di coordinamento delle varie realtà resistenziali, nonché
nel rapporto con le migliaia di soldati italiani prigionieri nei Paesi
occupati dai nazisti.

Attraverso Radio Bari, quindi, raccontiamo quei mesi decisivi, dal
luglio 1943 al gennaio 1944, che culminarono con l’importante
Congresso di Bari, quando, per la prima volta, tutte le realtà della
resistenza italiana si ritrovarono, per definire le linee direttive
del nuovo Stato italiano.

L’immaginario italiano a Matera

                              Un viaggio dove storia e immaginario
interagiscono : frammenti visivi del Novecento che raccontano come si
è mostrata l’Italia, dal 1924, e che rivelano il Paese reale. E’ quel
che vivranno, sino al 15 settembre 2017, i visitatori della mostra :
“Luce – L’immaginario italiano a Matera”,     a cura di Gabriele D’
Autilia (curatore scientifico e dei testi) e di Roland Sejko curatore
artistico e regista del video.

Inaugurata a Matera dal presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà
Roberto Cicutto e dal presidente della Fondazione Sassi, Vincenzo
Santochirico, la mostra temporanea presenta un percorso visivo e
uditivo di notevole impatto. Immagini tratte dall’archivio
dell’Istituto Luce – Cinecittà che ha ideato e realizzato la mostra,
organizzata a Matera dalla Fondazione Sassi con il sostegno di Sensi
Contemporanei, Programma dell’Agenzia per la Coesione Territoriale,
Regione Basilicata e Lucana Film Commission. Provincia, Comune e
Camera di Commercio di Matera e la Fondazione Matera – Basilicata
2019, hanno concesso il patrocinio.

dall’ Archivio Fotografico dell’Istituto Luce – Cinecittà

“Matera è una tappa speciale è un apologo dell’Italia e della forza
della sua gente. Da ultima fra gli ultimi è oggi uno dei loghi
centrali del Mondo, per bellezza, capacità di riscatto, successo. Oggi
questa città, capitale della cultura europea nel 2019, riconosciuta
dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, –     ha detto Roberto Cicutto,
presidente dell’Istituto Luce – Cinecittà, ricordando le precedenti
esposizioni in Italia e all’estero –    è motore di cultura, bellezza,
turismo e sviluppo. Il Luce non poteva mancare questa tappa
fondamentale, perché Matera è il senso dell’Archivio Storico, è
l’esempio più forte della necessità non solo di ricordare, ma di poter
mostrare come i veri protagonisti della storia siano le persone
comuni “.

                            ” Il racconto della memoria e le
testimonianze di un’epoca, oggi si trasformano in esperienza culturale
per ogni generazione – ha sottolineato Vincenzo Santochirico
presidente della Fondazione Sassi – ed è da questo concetto che la
Fondazione muove i passi per un progetto più ampio. I materiali sulla
Basilicata che, in base a una convenzione che abbiamo con l’Istituto
Luce, la Fondazione Sassi conserverà nel tempo, saranno la base di
partenza per la realizzazione, nel prossimo anno, di una mostra con
altri filmati e immagini provenienti da archivi privati. Nel 2019
produrremo un documentario che ricostruirà l’immagine del territorio
attraverso materiali di repertorio, archivio e inediti “.

A Matera, la mostra è arricchita da una sezione dedicata alla
Basilicata e alla città dei Sassi. Nei locali della Fondazione, presso
la sede di San Giovanni Vecchio, sono esposte fotografie e video che
raccontano tradizioni e vita di Matera dagli anni Trenta alla fine
degli anni Sessanta, dalla Festa del 2 Luglio, alla visita del Duce a
Matera e a quella dell’allora Presidente del Consiglio, Alcide De
Gasperi, alla Riforma fondiaria, alla nascita di nuovi borghi di La
Martella e Gaudiano e alla costruzione delle dighe.
dall’ Archivio Fotografico dell’Istituto Luce – Cinecittà

“Con questa iniziativa, che è una mostra attiva perché si apre a
laboratori e sperimentazioni di diversi linguaggi – ha detto Patrizia
Minardi dirigente dell’Ufficio sistemi culturali e turistici e
cooperazione internazionale della Regione Basilicata     –   siamo in
grado di porre l’elemento identitario in relazione con il presente e
quindi considerarlo come utile strumento per la rappresentazione del
futurosi tratta di un’azione che va ad intersecarsi con quanto
realizzato all’interno del Piano triennale della programmazione
culturale della Regione Basilicata“.
Mussolini dal balcone della Prefettura di
Matera – 28 agosto 1936.

La Minardi ha anche ricordato il sostegno alla mostra da parte di
Sensi Contemporanei. Programma del Governo, nato nel 2003, che ha
scelto di investire nei settori della cultura, attraverso progetti di
arte contemporanea design, architettura, urbanistica e industria
audiovisiva, per promuovere lo sviluppo locale, attraverso un costante
lavoro di collaborazione istituzionale. Dal 2015 il coordinamento, la
metodologia del programma e l’attuazione dei progetti promossi sono
affidati all’Agenzia per la Coesione Territoriale che ne ha esteso
l’ambito di attuazione a tutte le regioni.

Il valore dell’iniziativa, che contribuisce alla valorizzazione delle
identità territoriali della Basilicata, è stato sottolineato anche
negli interventi del segretario regionale del Mibact per la Basilicata
Leonardo Nardella, del direttore dell’Apt Basilicata Mariano
Schiavone, del sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e del direttore
della Lucana Film Commission Paride Leporace.

La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni è allestita in due sedi
espositive : l’ex Ospedale di San Rocco – in piazza San Giovanni – che
ospita video, fotografie, istallazioni e pannelli esplicativi dedicati
all’Italia ; ed alla Fondazione Sassi – in via San Giovanni Vecchio
n.24 nel rione Sasso Barisano – dove è possibile ammirare materiale
video e fotografico, anche inediti, sulla città dei Sassi e la
Basilicata.
Per informazioni su orari, biglietti e modalità di visita si può
consultare il sito : www.fondazionesassi.org

Musei statali aperti per il ponte
della “Liberazione”

                                         ROMA – In occasione del
ponte per la Festa della Liberazione i principali musei, aree
archeologiche e luoghi della cultura statali resteranno aperti in
tutt’ Italia, rispettando il normale piano orario e tariffario. Un
lungo fine settimana all’insegna della cultura in cui cittadini e
turisti, grazie anche all’apertura straordinaria lunedì 24 aprile
potranno visitare fra gli altri anche Marta il Museo Archeologico
Nazionale di Taranto, che osputa le collezioni dei più importanti
musei statali presenti in Puglia.

A restare aperti non saranno solo i musei statali del Ministero ma
anche altri luoghi d’arte. Vediamo quali sono quelli che vedranno
l’apertura straordinaria per il ponte del 25 aprile 2017.

L’apertura straordinaria dei musei per il 25 aprile interessa molte
città italiane con degli orari eccezionali anche per lunedì 24 aprile.
Tra i tanti musei da visitare ci sono i Musei Civici del Castello
Visconteo a Pavia. Numerose le aperture straordinarie anche a Milano
dove saranno aperti il Mudec, Palazzo Reale, il Padiglione d’Arte
Contemporanea, i musei del Castello Sforzesco, il Museo Archeologico,
il Museo del Novecento, il Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia Leonardo da Vinci, la Galleria d’arte moderna, il Museo del
Risorgimento e Laboratorio di storia moderna e contemporanea, il
Cenacolo Vinciano, la Pinacoteca di Brera e Palazzo Morando.
In Piemonte a Torino in occasione del 25 aprile resteranno aperti il
Museo Egizio, dalle 9.00 alle 18.30, i Musei Reali, dalle 8.30 alle
19.30, Palazzo Madama, dalle 10 alle 18, Museo del Risorgimento, dalle
10.00 alle 18.00, Gam, dalle 10.00 alle 18.00, la Reggia di Venaria,
dalle 9.00 alle 18.30, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, dalle
10.00 alle 18.30, il Planerario di Torino e il Mauto.

Tra i musei che resteranno aperti a Venezia ci sono    il Museo
Nazionale di Villa Pisani, Palazzo Ducale, il Museo del Vetro a
Murano, il Museo Correr, il Museo di Palazzo Mocenigo, la Torre
dell’Orologio e Ca’Pesaro.

Altre aperture previste di luoghi d’arte di importante valore
artistico in Campania sono la Reggia e il Parco di Caserta e il
Giardino Inglese, il Museo di Capodimonte a Napoli, il Palazzo Reale
di Napoli, gli Scavi di Pompei e il Museo Storico Archeologico.
A Roma prevista l’apertura della Galleria Borghese, Galleria Nazionale
d’Arte Antica in Palazzo Barberini e Palazzo Corsini, la Galleria
Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, il Vittoriano, Castel
Sant’Angelo, le Terme di Diocleziano, il Pantheon,delle Terme Taurine
o di Traiano, il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, il
Circuito Archeologico “Colosseo, Foro Romano e Palatino”, il Museo
Hendrik Christian Andersen, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia,
 gli Scavi di Ostia Antica, l’Area Archeologica di Villa Adriana e
Villa d’Este.

                                         Nella Capitale come reso
noto da Musei in Comune e Zètema Progetto Cultura rimarranno
regolarmente aperti i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis e i
Mercati di Traiano. Gli altri spazi del Sistema Musei Civici di Roma
Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali osserveranno
invece il consueto riposo settimanale.

 Resteranno aperti anche il Museo Archeologico Nazionale delle Marche,
 a Firenze la Galleria degli Uffizi, il Museo Archeologico Nazionale e
il Museo Nazionale del Bargello. In Emilia Romagna a Bologna, tra i
musei aperti la Pinacoteca Nazionale di Bologna

Parte da Taranto il tour musicale
"Teresa canta Pino"

                                           di Valentina Irene Taranto

ROMA – Sarà il capoluogo ionico, dopo l’ evento “zero” di Sulmona, ad
inaugurare il tour “Teresa canta Pino” (Sosia&Pistoia/distribuito da
Universal Music) un personale “atto di venerazione” nei confronti del
collega     e    amico,    che    prende     origine     dal    nome
della “dedica discografica” della cantautrice che compie un omaggio
tutto partenopeo al grande artista napoletano scomparso, in programma
in esclusiva per la Puglia, giovedì 27 aprile al Teatro Orfeo di
Taranto.
Il mondo musicale di Teresa De
Sio si fonde dando nuova vita ad alcuni storici brani di Pino Daniele,
senza stravolgimenti ma con un’immersione dentro le sonorità
tipicamente folk-rock di Teresa che racconta: “questo è per me un
progetto devozionale perché Pino sta sulle facce della gente, sulle
facciate dei palazzi, per le strade. Non possiamo salutarlo che con la
musica“.

“Teresa canta Pino” contiene quindici brani di Pino Daniele riletti
in chiave personale e un brano inedito, “‘O jammone“, ossia “il capo“,
scritto dalla stessa De Sio in ricordo dell’amico, da sempre visto
come il più grande artista napoletano. Al progetto hanno preso parte
anche Niccolò Fabi, voce nel brano “Un angolo di cielo“, e il coro dei
ragazzi dell’Istituto Melissa Bassi di Scampia, protagonista in
“Napule è“. Completano la tracklist i brani “‘O Scarrafone“, “Bella
‘mbriana“, “Je so’ pazza (Je so’ pazzo)”, “Lazzari felici“, “Serenata
a fronn’ e limone“, “Quanno chiove”, “Notte che se ne va“, “Un angolo
di cielo“, “Fatte ‘na pizza“, “Chi tiene ‘o mare“, “Ninnananinnanoè“,
“Tutta n’ata storia“, “Alleria” e “Viento“.

   La conferenza stampa di presentazione del tour di Teresa De Sio
La grande “bufala sui Pooh”:
smentito un articolo del quotidiano
La Repubblica da Taranto

                                          ROMA- Ancora una volta il
giornalismo “tarantino” varca il ponte girevole per fare solo
figuracce pubblicando bufale su bufale, per qualche decina di euro in
più (il compenso dell’ articolo) ed in questo caso, ancor più grave,
sull’edizione pugliese del quotidiano La Repubblica, in una
corrispondenza da Taranto. Ma quanto ancor più grave, e che dovrebbe
richiedere l’intervento del consiglio di disciplina dell’ Ordine dei
Giornalisti di Puglia, è quanto riportato nella corrispondenza-bufala
da Taranto :

“Ragazzi, stiamo dismettendo il nostro magazzino di Milano e vorremmo
che prendeste voi la nostra roba “. La telefonata raccontata da
Repubblica sarebbe stata fatta da Red Canzian e Roby Facchinetti dei
Pooh con il sapore del passaggio di testimone. Leggendo quanto scrive
il poco attendibile giornalista “dall’altro capo del telefono, in
Puglia, ci sono Pier e Claudio Giuffrida, fondatori dell’unica tribute
band autorizzata: i Palasport. “Non ce lo siamo fatti ripetere due
volte e in un sol colpo abbiamo portato via due camion di palchi,
scenografie, costumi e perfino strumenti musicali“.

Ma il bello viene dopo quando la Repubblica “virgoletta” delle
dichiarazioni smentite ieri da POOH: “Un vero e proprio museo della
band più longeva d’Italia ora è custodito con amore in un magazzino di
Statte, in provincia di Taranto. “Facchinetti ha detto che è in buone
mani, mentre Dodi Battaglia ci ha scritto che è felice perché
tratteremo quel materiale con cura e rispetto” lasciando intendere di
aver ricevuto in regalo dal gruppo musicale le loro attrezzature”
Ma all’improvviso ieri
si è rivelata una “pasquetta” amara per il giornalista tarantino, che
è stato smentito ufficialmente e pubblicamente proprio da         Dodi
Battaglia dei Pooh il quale ha scritto sulla sua pagina Facebook
: “Ciao a tutti” inizia così il post “è stato pubblicato un articolo
nel quale viene affermato che i Pooh avrebbero regalato parte del loro
materiale storico ad una tribute band. Già da tempo i miei colleghi ed
io avevamo annunciato che avremmo venduto attrezzature ed arredi
scenici non più di nostro interesse. In virtù di questo proponimento
diverse band hanno ACQUISTATO parte del materiale. Stessa cosa è
avvenuta la scorsa settimana: non è stato donato nulla, non sono stati
operati favoritismi“. Con questo chiarimento mi auguro che si
dissipino eventuali equivoci e timori infondati sulla dispersione
della memoria storica dei Pooh. Dodi“
A scanso di equivoci abbiamo verificato anche sulle pagine Facebook
  di Red Canzian e Roby Facchinetti, sulle quali della
millantata “donazione” in realtà non compare nulla. Abbiamo quindi
fatto contattare Red Canzian il quale ci ha ulteriormente smentito
quanto apparso su LA REPUBBLICA.

Basta leggere i commenti dei lettori e fans dello storico gruppo
musicale italiano, per verificare la pessima figura fatta dal
giornalista tarantina che riceve smentite su smentite.

Scrive Manu Bosi su Facebook: ” Eh, sì, ma in questo caso c’era una
notizia su Repubblica, mica su un giornaletto scandalistico qualunque.
 Per loro, tutto sommato, forse è meglio spendere due parole. Ma se
becco CHI ha scritto che il materiale è stato “donato“…”Bravo Dodi!”
scrive Silvana Adami “Hai fatto benissimo a chiarire. Quando l’ ho
letto non ci credevo, si sa come sono certi giornalisti.”

Rincara la dose di critiche Mara Marcon “Come al solito c’e gente che
apre la bocca o in questo caso clicca sul computer solo perché non ha
niente di meglio da fare ……grande Dody che ci metti a conoscenza di
queste notizie fasulle……I mitici sono sempre Mitici“

Ma cosa aspettarsi da uno come Ricapito che fa l’addetto stampa all’
Ordine degli Avvocati di Taranto e contestualmente scrive di cronaca
giudiziaria in un conflitto d’interessi enorme quanto il Palazzo di
Giustizia ?    Poverino… e pensare che voleva diventare direttore
responsabile del magazine “Ribalta di Puglia” nonostante non fosse più
pubblicato da anni.

Ma anche in questo caso Vittorio Ricapito è rimasto ribaltato…

Ecco il programma del Bif&st 2017 a
Bari
Saranno ben nove le Lezioni di Cinema in programma tutti i giorni dal
22 al 29 aprile prossimo in occasione del Bif&st-Bari International
Film Festival, presieduto da Margarethe von Trotta e diretto da Felice
Laudadio. Si comincerà il 22 aprile alle 11 al Teatro Petruzzelli con
la Master Class di Andrej Konchalovskij dopo la proiezione del suo
film più recente, Paradise.
Il giorno successivo sarà
la volta di Alessandro Gassmann che parlerà, in particolare, di suo
padre Vittorio in occasione della grande retrospettiva a lui dedicata.
Il 24 interverrà l’attrice Greta Scacchi dopo la proiezione di un film
da lei interpretato. Pupi Avati terrà la sua lezione il 25 aprile
mentre il 26 toccherà a Carlo e Enrico Vanzina ricordare il loro
padre, Steno, presentando il suo libro “Sotto le stelle del ’44″
appena pubblicato dal Centro Sperimentale di Cinematografia in
occasione dei 100 anni dalla nascita del grande regista. Dario Argento
terrà la sua Master Class il 27 aprile.

Fanny Ardant e Margarethe von Trotta saranno impegnate il 28 in una
conversazione a due voci al termine della proiezione di Paura e amore
della von Trotta. Il grande attore e produttore francese Jacques
Perrin, cui il Bif&st dedica la sezione “Cinema e scienza”, interverrà
il 29 dopo Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini da lui prodotto e
interpretato accanto a Vittorio Gassman e Philippe Noiret. E infine il
premio Oscar Volker Schlöndorff concluderà le Lezioni di Cinema,
questa volta nel pomeriggio del 29 aprile, dopo la proiezione del suo
film Return to Montauk, in anteprima assoluta italiana.

Le Master Classes al Petruzzelli sono seguite mediamente, ogni giorno,
da oltre mille spettatori, soprattutto giovani. Eccovi di seguito
il programma completo del Bif&st 2017.
PROGRAMMA DEL BIF&ST 2017

Anteprime internazionali. Il Teatro Petruzzelli ospiterà nove film in
anteprima italiana assoluta o mondiale:

           22 aprile: “LA TENEREZZA” di Gianni Amelio con Renato
Carpentieri, Elio Germano, Micaela Ramazzotti, Giovanna Mezzogiorno,
Maria Nazionale, Greta Scacchi – Italia 2017, anteprima mondiale

Sentimenti che si incrociano tra il sorriso e la violenza. Un padre e
i suoi figli non amati, un fratello e una sorella in conflitto, una
giovane coppia che sembra serena. E i bambini che vedono e non possono
ribellarsi. La storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana
dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in
tragedia, anche se la speranza è a portata di mano.

Rai Cinema-01 Distribution
23 aprile: “MISS SLOANE (Miss Sloane – Giochi di potere)“
di John Madden con Jessica Chastain, Gugu Mbatha Raw, Mark Strong,
USA-Francia 2016
Una veterana lobbista di nome Elizabeth Sloane, insieme a una piccola
squadra di politici, cerca di far passare un importante atto
legislativo all’interno della legge federale scontrandosi con i membri
senza scrupolo e meglio finanziati della lobby delle armi da fuoco. La
nuova proposta di legge, che richiede controlli più rigorosi sul
possesso delle armi, sta guadagnando terreno al Congresso e Sloane
comincia a credere che le cose possano andare finalmente a buon fine.
Ma per farlo dovrà compromettere il rapporto con le persone a lei
care.

01 Distribution

           23 aprile: “UNLOCKED (Codice Unlocked)” di Michael Apted
con Noomi Rapace, Orlando Bloom, Michael Douglas, John Malkovich –
Regno Unito 2017, 98’, anteprima mondiale
Alice, agente della CIA, riesce ad ottenere da un giovane prigioniero
membro di una cellula terroristica delle informazioni vitali su un
prossimo attacco contro un obiettivo americano a Londra. La donna
riferisce tutto a Frank Sutter, uno dei responsabili dell’operazione,
ma presto scopre di essere stata raggirata favorendo involontariamente
l’attentato, perché Sutter non è chi lei pensa.

Notorious Pictures
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