Aprile 2020 risultati, persone, fatti della ricerca di Ateneo - Università degli Studi di Parma
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UNIPR Ricerca: un nuovo strumento per fare conoscere la nostra migliore ricerca in evidenza: Gentili lettrici e lettori, quest’anno accademico si è aperto all’insegna della sostenibilità. Molti sicu- Le ceneri da combustione dei ramente ricorderanno la cerimonia di apertura del 29 novembre, con la non rifiuti: da problema a risorsa rituale presenza del Presidente Mattarella e la prolusione del Prof. Giovannini dedicata allo sviluppo sostenibile. In quell’occasione, il nostro Rettore dedicò Efficienza energetica nelle gran parte del suo discorso a sottolineare i tre aspetti della sostenibilità coi costruzioni: il contributo dalla quali l’Università si confronta ogni giorno: sostenibilità economica, ambientale fisica tecnica e sociale. Tutti concetti che si ritrovano nel Rapporto di sostenibilità dell’U- niversità di Parma, presentato ufficialmente a dicembre 2019, e che hanno Fotovoltaico alternativo per portato alla definizione di precise azioni miranti, fra l’altro, a ridurre gli sprechi un’energia sostenibile di acqua e di energia, a sostituire i veicoli più inquinanti, a programmare nuove piantumazioni ed aree verdi, a nuove forme di inclusione e di supporto alle Modelli e metodi per la gestione fasce più deboli, a nuove iniziative di divulgazione scientifica. integrata delle reti energetiche “Salvare il pianeta e salvare l’umanità. Utopia o dovere morale?” era il titolo dell’intervento del Prof. Giovannini. Personalmente avrei ritenuto più giusto un Sostenibilità ambientale di secco “Dovere morale!” ma, guardando ai comportamenti medi delle società packaging e processi dell’indu- di tutto il mondo, temo che con gli appelli ai doveri morali non si risolverebbe stria alimentare un gran ché. Figuriamoci se lo spauracchio dell’effetto serra può modificare le abitudini consolidate dei popoli se persino in tempi di pandemia, con ospedali Quando il packaging diventa stracolmi e i drammi vissuti da tante famiglie, bisogna far ricorso a divieti ca- sinonimo di sostenibilità tegorici, alla mobilitazione massiccia delle forze dell’ordine, nonché a droni e verifiche sulle celle telefoniche, per riuscire a far rispettare una direttiva dalla Le scienze che tutelano le acque quale dipende anche la propria vita oltre a quella di tanti altri. Mentre una frazione, in aumento fortunatamente, di popolazione è ben consapevole della Rigenerazione urbana e adatta- necessità di apportare modifiche radicali allo stile di vita, un’altra frazione mento al cambiamento climatico appare refrattaria a qualsiasi cambiamento. E la classe politica non aiuta certo a migliorare le cose: si va dalla negazione esplicita dei cambiamenti climatici nella città consolidata (!) da parte di importanti capi di stato all’organizzazione di summit mondiali UNIPR Ricerca dai quali escono bei protocolli, poi purtroppo elusi da molti degli stati parteci- Aprile 2020 panti. a cura di: In attesa di improbabili inversioni di tendenza a breve termine, l’università Università di Parma può e deve comunque agire. In due direzioni: primo, promuovendo la cultura Area Ricerca, Internazionalizzazione e della sostenibilità fra il suo personale e gli studenti e, in generale, nella società, Terza Missione facendo comprendere che anche atti apparentemente simbolici, se considerati Via Università n. 12 - 43121 Parma individualmente, ad esempio l’uso della borraccia o la rinuncia all’auto privata nel tragitto casa-università, possono invece assumere grande significato inviare commenti, segnalazioni e quando ripetuti quotidianamente da migliaia di individui. In secondo luo- spunti a: go - e questo è l’aspetto più rilevante - l’università può promuovere ricerche dirigenza.ricerca@unipr.it su tematiche di forte impatto ambientale e sociale. Tanti docenti di diversi dipartimenti del nostro Ateneo da anni sono attivi sul fronte della sostenibilità archivio: ambientale. In questo numero di UNIPRicerca diamo conto di alcune delle www.unipr.it/ricerca ricerche da loro condotte, in particolare nell’ambito delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, dello smaltimento e riciclo dei rifiuti, della prote- in copertina: parco fotovoltaico associato zione delle falde acquifere, del packaging innovativo e biodegradabile, della alle Aule delle Scienze, Campus universitario rigenerazione urbana. di UNIPR. immagini: fornite e concesse dai Buona lettura e un cordiale saluto, docenti autori delle ricerche Roberto Fornari Prorettore per la Ricerca Parma, 3 aprile 2020 Le notizie a pagina 29 sono in parte tratte e riadattate dall’archivio noti- zie del portale www.unipr.it
LE CENERI DA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI: DA PROBLEMA Il team di ricerca da sinistra: Mario Tribaudino, Chiara De Matteis e Luciana Mantovani (dottoran- A RISORSA da e ricercatrice RTD-A, entrambe assunte sul progetto di eccellenza) A Parma, il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Mario Tribaudino, Professore Ordinario di Mineralogia del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, sta conducendo una ricerca, finanziata dal Ministero della Istruzione e della Ricerca, per conoscere quali minerali sono presenti nei residui solidi di un incene- ritore. È una nuova ricerca che parte dalla considerazione che, nonostante se ne parli spesso, la reale costituzione delle ceneri prodotte dagli inceneritori è poco nota. Que- sta conoscenza potrà fornire nuovi approcci per rendere inerti e riutilizzabili questi materiali. Prof. Tribaudino, ci spieghi perché è Parma brucia circa 195.000 tonnel- il metallo, nell’industria dei cementi importante studiare i residui solidi di late di rifiuti l’anno questo risulta o nell’industria ceramica, oppure un inceneritore? nell’imponente massa di 39.000 direttamente nell’edilizia. Il maggior Quando pensiamo ai rifiuti, pensiamo tonnellate di cenere pesante, e circa problema al riutilizzo estensivo delle a grandi masse di plastiche, residui 7.000 di cenere volante. Massa per ceneri è dato dalla presenza di ele- alimentari, vetri, pezzi di metallo la quale si vuole trovare un riciclo per menti potenzialmente tossici, come inutilizzabili e così via. In realtà molto evitare che finisca nelle discariche. il piombo, lo zinco ed il rame, che si di questo materiale viene diretta- In particolare, la cenere pesante è trovano nelle ceneri in quantità vicine mente riciclato. La parte restante considerata un rifiuto non pericoloso, al limite di legge. Conoscere dove si viene spesso inviata agli inceneritori, di cui è possibile un utilizzo. trovano questi elementi, se posso- nei quali gran parte della massa no essere rilasciati nell’ambiente, e Da cosa sono composte queste ceneri viene trasformata in vapore durante come si comportano durante i vari pesanti? l’incenerimento. Tuttavia, ne rimane trattamenti industriali è alla base del Le ceneri pesanti sono un aggregato riutilizzo del residuo di combustione. una parte residua sotto forma di di composti solidi: una parte è costi- In molti casi occorre fare un tratta- ceneri: le ceneri pesanti, quelle che si tuita da residui metallici o ceramici mento mirato delle ceneri. depositano sul fondo della camera e incombusti, ma la maggior parte è che vengono continuamente rimosse Sembrano problemi di interesse per costituita da un vetro (amorfo) e da (avete presente le ceneri del cami- l’ingegneria, la chimica, ambientale o un insieme di minerali, analoghi a no?), e le ceneri volanti, che si diffon- civile, o per la chimica applicata, che quelli presenti anche in natura. Que- dono nella camera di combustione contributo potete dare partendo dalla sto insieme, quando esce dall’ince- e che richiedono processi di abbat- mineralogia? neritore, è molto reattivo ed assorbe timento più complessi. Le ceneri pe- molto rapidamente CO2 dall’atmo- Esiste una forte somiglianza chimica santi sono circa il 20% della massa sfera formando carbonati di calcio. e mineralogica tra le ceneri pesanti e dei rifiuti inceneriti, quelle volanti il Una volta stabilizzato può essere molte rocce presenti ad alta tempe- 4%. Se contiamo che l’inceneritore di sfruttato in vari modi: per recuperare ratura. Non è una cosa tanto strana: 3
di dimensioni inferiori al micrometro, di vedere come sono cristallizzati e, con l’ausilio della microanalisi, di de- finirne la loro composizione chimica, identificando i minerali che li com- pongono. Invece per l’analisi media noi utilizziamo analisi chimiche glo- bali, su alcuni grammi di campione, e analisi di diffrazione a raggi X. Le analisi chimiche globali ci dicono la composizione media, mentre la dif- frazione rivela i minerali più comuni. Tutto questo viene effettuato per dif- ferenti granulometrie. Ma il punto più importante è, a partire da questi dati e dalla letteratura, capire che cosa sono e come si formano i minerali che abbiamo osservato: ci forniscono indicazioni importanti sulle condizio- ni di formazione e potenzialmente sul loro riutilizzo. figura 1. Le ceneri pesanti si presentano come un aggregato chiaro, con grani di dimensioni variabili. La base della foto è lunga 12 cm. Professore, che impatto può avere l’inceneritore è un imbuto in cui Le ceneri pesanti sono un materiale questa ricerca sul progresso delle finiscono tutti i prodotti dell’uomo molto composito. Sono eterogenee conoscenze? e l’uomo a sua volta li prende dalla per composizione chimica e granulo- È molto importante sapere dove si terra in cui vive. Tolta la componen- metria (Figure 1 e 2). Noi dobbiamo trovano gli elementi potenzialmente te organica, quel che rimane è la cercare di studiare questa etero- tossici. Se sono legati a un mine- componente solida inorganica, cioè geneità, ma anche di capire come rale che si decompone facilmente materiali cristallini e amorfi, analoghi sono costituite in media. Andare in saranno rilasciati altrettanto facil- a quelli che costituiscono le rocce. dettaglio sui vari minerali presenti mente nell’ambiente, mentre se sono Ci sono comunque delle differenze: serve per capire dove vanno a finire fortemente incorporati e legati in una per esempio il silicio nelle scorie gli elementi chimici potenzialmente struttura cristallina il riutilizzo delle degli inceneritori è maggiormente tossici e capire che tipo di reazioni ceneri diventa possibile. Conoscere presente (come SiO2, spesso allo avvengono all’interno delle ceneri, sia dove sono localizzati gli elementi stato amorfo) rispetto alla media durante l’incenerimento che durante chimici ci permette quindi di valutare delle rocce della crosta terreste, e la fase successiva di maturazione. la effettiva tossicità delle ceneri. Una così è anche per il cloro, ubiquitario Questo viene effettuato con l’uso del ricerca su questo tema ci è stata nelle plastiche. Queste differenze microscopio elettronico a scansione finanziata da IREN SpA. In generale, viste dalla prospettiva delle scienze (SEM), con annessa microanalisi, su conoscere come sono legati, e con della terra illustrano come e che cosa campioni lucidati (Figura 3). Il micro- quale concentrazione, i vari elementi l’uomo abbia utilizzato nell’ambiente scopio permette di distinguere grani chimici ci permette di prevedere circostante. Il mineralogista studia la costituzione chimico-cristallografica dei minerali che si formano durante la combustione nell’inceneritore, le reazioni che si osservano, le strutture con cui cristallizzano, e li confron- ta con quanto è noto dallo studio degli stessi minerali in natura. Tutto questo dà una indicazione delle condizioni chimiche e fisiche in cui si sono formati, principalmente tipo e temperatura di combustione dei rifiuti. Inoltre, permette di prevedere come si comporteranno in condizioni di trattamento, cioè inertizzazione e riciclo. figura 2. Una volta inglobati in resina e lucidati i granuli presentano una elevata eterogeneità, Ci illustri l’approccio metodologico del legata ad una variazione chimica e mineralogica. Si nota ad esempio una porzione più scura, vostro gruppo di ricerca. ricca in elementi metallici ed una più chiara costituita essenzialmente da silicati di Calcio (Ca) e di Alluminio (Al). In entrambe è presente del vetro. La base della foto è lunga due millimetri. 4 aprile 2020
figura 3. Una volta osservati al microscopio elettronico le sezioni si presentano come un agglomerato di cristalli finissimi, con strutture come quella a lisca di pesce che si osserva nell’immagine, che indicano una cristallizzazione molto veloce durante l’incenerimento. Il minerale chiaro è kirschtenite (CaFeSiO4), in una matrice vetrosa più scura. il comportamento nel riciclo e di (ambiente) del progetto d’eccellenza concludere a breve una pubblica- immaginare idonee metodologie di del dipartimento di Scienze Chimi- zione. Poi pensiamo di estendere trattamento. Si tratta di argomenti di che, della Vita e della Sostenibilità queste ricerche ad altri inceneritori grande impatto economico e sociale, Ambientale. Speriamo che anche e di valutare come si comportano che sono oggetto di pubblicazioni in futuro questi argomenti possano le ceneri in funzione del tempo di scientifiche in riviste di alto livello. ricevere adeguato spazio didattico, maturazione e della temperatura di Per esempio, sono state già state personalmente credo che possano inertizzazione. Ma tantissimi altri pubblicate ricerche rivolte alla carat- aprire nuove prospettive agli studenti campi sono aperti, dalla ricerca degli terizzazione magnetica dei metalli di scienze geologiche. equilibri termodinamici delle reazioni nelle ceneri pesanti, in collaborazione osservate, alla definizione di minerali Guardiamo avanti, su quali progetti con l’Università di Bologna, e sul indice delle condizioni di trattamen- state lavorando? riutilizzo delle ceneri volanti come ri- to, alla creazione di una relazione tra empitivi negli asfalti, in collaborazio- Il primo progetto è quello di caratte- composizione chimico-mineralogica ne con il Dipartimento di Ingegneria rizzare mineralogicamente i prodotti e tipo di rifiuti apportati nell’incene- e Architettura del nostro Ateneo. dell’inceneritore di Parma. Su questo rimento. stiamo lavorando e contiamo di La ricerca vede il coinvolgimento di studenti? Il gruppo di ricerca Senz’altro. Questi temi sono ampia- Il gruppo di ricerca di Parma si inserisce in un progetto nazionale che coin- mente discussi nel corso di Minera- volge 10 sedi differenti, sia universitarie che CNR (Consiglio Nazionale logia Ambientale di recente attivato delle Ricerche), e 6 unità operative sulla caratterizzazione e sul riciclo della e tenuto dalla dott.ssa Luciana Man- componente minerale dei residui industriali. In particolare, l’Unità di Parma, tovani. Diversi studenti hanno già che comprende al suo interno anche personale dell’Università di Bologna, si chiesto di effettuare la tesi in questo occupa dei residui dall’incenerimento dei rifiuti solidi urbani, con una collabo- ambito, a testimonianza dell’interes- razione continua con il dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di se suscitato da queste tematiche. Torino. In prospettiva si vogliono poi ampliare le collaborazioni internazionali: Inoltre, una posizione di dottorato nel 2021 verrà organizzata una scuola internazionale sulla caratterizzazione è stata assegnata al tema WG5 mineralogica dei rifiuti da tenersi a Bardonecchia (TO). 5
Giorgio Pagliarini Luca Cattani Fabio Bozzoli EFFICIENZA ENERGETICA NELLE COSTRUZIONI: IL CONTRIBUTO DALLA FISICA TECNICA Pamela Vocale Sara Rainieri Tematiche rilevanti per lo sviluppo sostenibile, quali l’efficienza negli usi finali dell’e- nergia, il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabli in campo civile e indu- striale sono tradizionalmente ambiti di interesse per i team di ricerca universitari di Fisica tecnica. Da anni il gruppo coordinato da Giorgio Pagliarini del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma si occupa di migliorare l’efficienza energetica nel settore delle costruzioni. Prof. Pagliarini, il settore delle costru- zioni è particolarmente sensibile al tema dell’efficienza energetica, sia nella fase di realizzazione di edifici e impianti, sia in quelle di gestione e smaltimento. In che cosa consiste il vostro contributo di ricerca in questo ambito veramente cruciale per uno sviluppo sostenibile? Oltre a lavorare in diversi ambiti di interesse generale, il nostro gruppo da diversi anni intraprende un’attività dedicata a tematiche di interesse locale: Piazza Ghiaia, Ospedale Nuovo, Campus Universitario. Ab- biamo studiato e proposto soluzioni molto innovative per questi comparti di grande interesse per la città di Parma. Tutte tematiche che stanno particolar- mente a cuore alla nostra città, e che hanno comunque applicabilità anche figura 1. Nella stagione fredda la copertura vetrata può rendere lo spazio sottostante più su scala globale. Ne sono prova le confortevole; in quella calda, invece, in assenza di opportuni accorgimenti, può essere causa di pubblicazioni scientifiche apparse su discomfort termico. primarie riviste internazionali del set- Pagliarini G., Rainieri S. “Dynamic Thermal Simulation of a Glass-Covered Semi-Out- door Space with Roof Evaporative Cooling”. Energy and Buildings, 43 (2011) 592-598; tore. Ci racconti i risultati ottenuti dal Pagliarini G., Rainieri S. “Thermal environment characterization of a glass covered gruppo di Fisica Tecnica partendo dagli semi-outdoor space subjected to natural climate mitigation”. Energy and Buildings, 43 studi sulla copertura di Piazza Ghiaia. (2011) 1609-1617. 6 aprile 2020
Mentre al Campus universitario avete ipotizzato e progettato un impianto di cogenerazione accoppiato a un inno- vativo sistema di accumulo termico. Ce lo può descrivere? Il Campus Universitario rappresenta la tipica utenza termica disconti- nua: l’esigenza di riscaldamento è fortemente ridotta, se non annullata, nelle ore notturne, nel fine settimana e nei periodi festivi. Questa caratte- ristica del carico rende problematico l’impiego efficiente di un impianto cogenerativo, di energia elettrica e figura 2. L’Ospedale Nuovo di Parma include 6 edifici, per complessivi 93968 m2 climatizzati. calore. L’impiego di un accumulatore Pagliarini G., Corradi C., Rainieri S., Hospital CHCP system optimization assisted by TRN- termico può aiutare a superare tale SYS building simulation tool. Applied Thermal Engineering, vol. 44, p. 150-158, (2012). limitazione. Nel caso del Campus dell’Università di Parma (figura 3), si Si voleva valutare l’effetto della coper- to di climatizzazione tradizionale che è dimostrato adeguato un sistema di tura vetrata sulla sensazione termica producesse lo stesso raffreddamento accumulo costituito da 1000 – 1500 degli utenti della piazza: in inverno, della lastra di vetro. m3 di acqua. la presenza della copertura mitiga Citava prima altre importanti ricerche, la sensazione di freddo, rendendo lo Sono numerosi i finanziamenti da voi ad esempio sull’Ospedale Nuovo, dove spazio più confortevole; in estate, in- ottenuti dalla Regione Emilia–Romagna avete condotto uno studio di fattibilità vece, il surriscaldamento della lastra su fondi strutturali europei, per progetti per un impianto trigenerativo. Può di vetro dovuto all’assorbimento della su efficienza energetica nel settore raccontarci i risultati ottenuti e che radiazione solare può produrre un delle costruzioni, in particolare della evoluzioni, in termini di applicabilità, effetto contrario (figura 1). climatizzazione. Segno che la vostra hanno avuto le vostre ricerche? Per alleviare questa possibile causa ricerca corrisponde a quanto l’Europa ci di disagio termico, è stato studiato il Lo studio relativo all’Ospedale Nuovo chiede in termini di innovazione verso fenomeno del raffreddamento eva- derivava dall’esigenza di ridurre il la sostenibilità. Ci racconti quali sono porativo: la superficie della copertura consumo di gas naturale e di ener- gli obiettivi di queste ricerche e quale il viene irrorata con un flusso di acqua gia elettrica per la climatizzazione potenziale impatto. nebulizzata che, a contatto con la (figura 2). L’analisi, energetica ed Nell’ambito del POR-FESR 2014-20 copertura, evapora, sottraendo alla economica, ha portato all’individua- il gruppo di ricerca ha ottenuto dalla lastra di vetro il calore latente di va- zione della configurazione ottimale RER l’approvazione di tre progetti, porizzazione e, dunque, raffreddando d’impianto e al suo ottimale dimen- per complessivi circa 567.000 euro: la copertura, anche al di sotto della sionamento. Negli anni seguenti l’A- HEGOS (Nuove pompe di calore temperatura dell’aria. Questa tecnica zienda Ospedaliera ha effettivamente per l’harvesting energetico in smart non è stata implementata ma, all’oc- adottato una soluzione impiantistica buildings), NANOFANCOIL (Applica- correnza, consentirebbe di alleviare il basata sulla trigenerazione, sostan- zione delle micro/nanotecnologie per discomfort termico con un costo che zialmente in linea con quella da noi lo sviluppo di componenti innovativi è di circa il 10% rispetto a un impian- studiata. figura 3. Figura 3 Il calore prodotto in eccesso dal motore cogenerativo viene immagazzinato nell’accumulatore termico, per essere utilizzato qualora il fabbisogno superi la produzione. Pagliarini G., Rainieri S., “Coupling of a thermal energy storage system with combined heat and power generation for the heating requi- rements of a university campus”, Applied Thermal Engineering, 30 (2010) 1255–1261. 7
figura 4. L’utilizzo del terreno come accumulatore termico accoppiato alla pompa di calore richiede un’accurata conoscenza delle sue proprietà termiche. Sulla base del metodo di stima dei parametri è stata messa a punto un’innovativa procedura di misura delle proprietà termiche carat- teristiche del sistema terreno-sonda geotermica. Bozzoli F., Pagliarini G., Rainieri S., Schiavi L., “Estimation of soil and grout thermal properties through a TSPEP (two-step parameter estimation procedure) applied to TRT (thermal response test) data”, Energy, 36 (2011) 839-846. per gli impianti di condizionamento), L’attività di ricerca in ambito energe- energetica e fonti rinnovabili”, che ha CLIWAX (Materiali a cambio di fase tico ha avuto un’importante ricaduta come oggetto l’efficienza energetica in per l’harvesting energetico in climatiz- sulla didattica. Per il Corso di Laurea edilizia, con particolare riferimento alla zazione). Principale tema dei progetti Magistrale in Ingegneria Meccanica certificazione energetica e all’impiego sono le nuove tecniche di climatiz- abbiamo attivato il corso di insegna- delle fonti rinnovabili. Vogliamo fatti- zazione, basate sull’uso delle pompe mento “Exergetica”, che ha come vamente contribuire alla formazione di calore, eventualmente azionate da oggetto i metodi dell’analisi exergetica di nuove generazioni di ingegneri e energia elettrica da fonte rinnovabile. e termoeconomica, e per il Corso di architetti con maggiori competenze La pompa di calore consente lo sfrut- laurea Magistrale in Architettura, il in termini di progettazione di edifici a tamento di sorgenti termiche a bassa corso di insegnamento “Efficienza basso impatto energetico. temperatura, quale, per esempio, la sorgente geotermica (figura 4), in al- ternativa all’impiego dei combustibili fossili, responsabili dell’inquinamento atmosferico da gas serra. Su fondi strutturali europei abbiamo inoltre ottenuto il finanziamento di una borsa di dottorato, che si è appena conclusa con una tesi sulla correlazione tra consumo di ener- gia elettrica per la climatizzazione e condizioni climatiche. Lo studio ha consentito di quantificare la dipendenza del consumo di energia elettrica dalla temperatura esterna e, in particolare, ha dimostrato che il consumo di energia elettrica per la climatizzazione estiva aumenta con la temperatura esterna molto più rapidamente di quanto previsto da una relazione di semplice proporzio- nalità (figura 5). Questa circostanza è rilevante in relazione alla sempre maggiore diffusione degli impianti di condizionamento dell’aria e all’incre- mento della temperatura ambiente figura 5. Il consumo di energia elettrica per la climatizzazione aumenta al diminuire della conseguente al riscaldamento globa- temperatura ambiente in inverno e al crescere della temperatura ambiente in estate. Mentre le causato dai gas serra. la prima correlazione è lineare, nel periodo estivo il consumo di elettricità aumenta con legge quadratica, come previsto dal secondo principio della termodinamica. Che ricadute ha avuto sulla didattica Pagliarini, G., Bonfiglio, C., Vocale, P., Outdoor temperature sensitivity of electricity consump- la vostra attività di ricerca in ambito tion for space heating and cooling: An application to the city of Milan, North of Italy. Energy energetico? and Buildings, vol. 204, (2019). 8 aprile 2020
FOTOVOLTAICO ALTERNATIVO PER UN’ENERGIA SOSTENIBILE Alessio Bosio Agli inizi degli anni ‘80, in conseguenza della prima crisi del petrolio, si comincia a parlare di fonti di energia rinnovabile. In quello stesso periodo nasce il Laborato- rio ThiFiLab (Thin Film Laboratory) dell’allora Dipartimento di Fisica, grazie ad una collaborazione tra Alessio Bosio e Nicola Romeo, con l’intento di sviluppare nuove tecnologie per la produzione di celle solari a basso costo ed alta efficienza, ovvero produrre energia elettrica a buon mercato direttamente dal sole. L’approccio innova- tivo derivava dall’utilizzare strati estremamente sottili (film sottili) di materiali con proprietà fisiche superiori a quelle del silicio, fino ad allora l’unico semiconduttore utilizzato nel campo fotovoltaico civile. Con questi nuovi materiali e relative tecno- logie a film sottile era possibile fabbricare un’intera cella solare in pochi micrometri (milionesimi di metro) di spessore. L’esigua quantità di materiale e, di conseguenza, la bassa impronta energetica ha permesso di realizzare dispositivi altamente soste- nibili da un punto di vista ambientale. Prof. Bosio, ci spiega meglio l’innova- produzione industriale basata sulla Qual è la sfida oggi? tività delle celle solari a film sottile da tecnologia a film sottili. I materiali Moduli a base di diseleniuro di indio voi studiate? alternativi utilizzati come assorbitori gallio e rame (CuInGaSe2) e tellururo La grande maggioranza di modu- sono il tellururo di cadmio (CdTe) e il di cadmio (CdTe) hanno recentemen- li fotovoltaici oggi installati viene diseleniuro di indio gallio e rame (Cu- te raggiunto un’efficienza di conver- prodotta con la consolidata tecnolo- InGaSe2) con cui si sono realizzate sione superiore al 23% rendendo la gia del silicio mono e policristallino, celle solari con efficienze di conver- tecnologia del film sottile confronta- parente molto stretto della tecnologia sione superiori al 17%. L’efficienza di bile, o addirittura superiore in termini per realizzare i micro-chip per l’elet- conversione misura quale frazione di efficienza, alla tecnologia del silicio. tronica, ma le complesse operazioni della luce solare che arriva sulle celle Tuttavia, questi composti semicon- di taglio e assemblaggio delle fette viene effettivamente convertita in duttori presentano lo svantaggio di ricavate dai lingotti di silicio mono- elettricità. I processi di fabbricazione includere elementi non abbondanti cristallino (wafer) rendono questa e di scalabilità industriale sono coper- sulla crosta terrestre (indio per Cu- tecnica intrinsecamente complicata e ti da più di 10 brevetti, depositati dal InGaSe2 e tellurio per CdTe) oppure costosa. Al ThiFiLab si sono studiati nostro gruppo di ricerca negli anni tossici, come il cadmio. Inoltre il materiali diversi, alternativi al silicio, 2000-2010. In quegli anni sono stati processo produttivo richiede spesso in grado di assorbire la luce del sole realizzati moduli fotovoltaici a base di l’uso di sostanze tossiche o perico- in strati di spessore inferiori al µm, tellururo di cadmio (CdTe) di grandi lose come acido solfidrico e seleni- aprendo così la strada a processi di dimensioni (≈ 1 m2) e con efficienza drico, idrazina, acidi forti, arsina e di circa 12% - 13% (figura 1). 9
Interazione degli studenti con il ThiFiLab L’attrattività del laboratorio ri- guardo alla scienza dei materiali e alla tecnologia fotovoltaica è molto alta presso gli studenti dei corsi di laurea in Fisica. Le tecniche utilizzate, la com- prensione di ogni singolo step realizzativo, la caratterizzazione del dispositivo finito permettono l’acquisizione di una conoscenza completa che va ben al di là del mondo delle celle solari. Questo know-how è molto apprezza- to dal mondo industriale del coating, dell’elettronica e della figura 1. Modulo fotovoltaico a base di film sottili policristallini di CdTe con efficienza di con- diagnostica strumentale. I nostri versione di circa il 15%. In piena luce solare eroga una potenza di 110 W per un’area di 0,72 m2. laureati e dottorandi trovano fosfina. Diventa pertanto sempre più piccole dimensioni: come si arriva da facilmente occupazione a pochi pressante utilizzare semiconduttori questi alla produzione industriale? mesi dalla fine del loro ciclo di innovativi come kesteriti (Cu2ZnSn- studi presso laboratori di ricerca La tecnologia sviluppata al ThiFiLab e sviluppo di aziende ed enti. Se4), seleniuro di antimonio (Sb2Se3) permette la realizzazione di tutti e grafene, i cui costituenti sono molto abbondanti sulla crosta terrestre. Questo è l’asse portante della nostra attuale ricerca. Utilizzando la kesteri- te è stata realizzata una piastrella fo- tovoltaica (figura 2) particolarmente adatta all’integrazione architettonica negli edifici a basso impatto energeti- co. Questa tecnologia rappresenta un esempio strategico di come materiali avanzati e nanotecnologie potreb- bero aiutare a liberare la Comunità Europea da una forte dipendenza da elementi rari e/o processi di produ- zione non sicuri, per un approvvigio- namento energetico sostenibile. Nel vostro laboratorio ThiFiLab vengo- no realizzati prototipi di celle solari di figura 2. Mini-modulo a film sottili policristallini di Cu2ZnSnSe4, realizzato su piastrella ceramica commerciale da integrare direttamente in pareti ventilate di case a im- figura 3. Il cuore della linea produttiva di moduli fotovoltaici a base di CdTe assemblata nel patto energetico nullo; dispositivo prodotto 2011: impianto di Close-Spaced Sublimation (CSS), completo del tunnel di riscaldamento a all’interno del progetto di Industria 2015 dal 550°C e di raffreddamento a temperatura ambiente, per la deposizione dello strato assorbi- titolo “Piastrelle Ceramiche Fotovoltaiche per tore (CdTe). Nel 2011 con queste macchine si sono ottenuti moduli di area 1 m2 ed efficienze Involucri Edilizi Sostenibili”. superiori al 13%. 10 aprile 2020
figura 4. Immagine termografica di un modulo fotovoltaico (tecnologia poli-silicon) presa in condizioni opera- tive mediante drone. I punti più caldi, evidenziati in colore tendente al bianco nella termografia, evidenziano difetti che rendono il modulo sottoproduttivo. gli strati costituenti la cella solare, Nel mondo circa l’80% dell’ener- parallelamente alla ricerca sulle celle questo ha permesso di studiare tutti gia utilizzata da azioni antropiche solari a film sottili, notevole cono- i materiali ma anche le interfacce, è prodotta con fonti fossili. È ormai scenza anche sui moduli commer- ovvero come gli strati interagisco- accettato che vi è un legame forte tra ciali basati sulla tecnologia del silicio no tra di loro. La ricerca ha puntato l’aumento della temperatura media mono e policristallino. La continua all’ottimizzazione di ogni singolo step del pianeta e l’emissione in atmosfera richiesta di diagnostiche su impianti del processo realizzativo della cella di anidride carbonica (CO2). Diventa fotovoltaici da parte di produttori, solare, utilizzando tecniche adatte sempre più pressante rispondere alle gestori ed operatori del settore ha per essere scalate a livello industria- esigenze dei paesi in via di sviluppo, portato alla elaborazione di una le. Tutti gli strati vengono depositati di crescita in modo da eliminare il procedura standardizzata in grado di mediante sputtering, tecnica nata per divario con le nazioni più industria- predire in che modo i moduli fotovol- depositare film sottili su grandi su- lizzate. Questo è possibile solo se si taici invecchiano e quindi perdono perfici di vetri o altri substrati a basso realizzano politiche di approvvigiona- efficienza, denominata Diagnostica costo, poi adattata alle esigenze dei mento energetico carbon-free in gra- Predittiva. laboratori di ricerca. Noi abbiamo do di contenere le emissioni di CO2, Per far fronte alle sempre più nu- utilizzato questa tecnica consapevoli in accordo con il concetto di sviluppo merose richieste di intervento su della fattibilità del processo inverso, sostenibile, capaci di mantenere l’au- impianti fotovoltaici sottoproduttivi ovvero di come passare dalla ricer- mento di temperatura medio entro è stato fondato SpoT s.r.l., Spin-off ca in laboratorio (prototipo) alla 1,5 °C rispetto agli anni ‘90. Solo una dell’Università di Parma in grado di produzione industriale. Il ThiFiLab ha produzione energetica mediante Fonti effettuare test direttamente sugli sviluppato know-how (coperto da 8 di Energia Rinnovabile (FER) assicura impianti mediante termografia ed brevetti) in grado di ingegnerizzare il un abbattimento delle emissioni di elettroluminescenza con droni ad processo produttivo della cella a base CO2 fino al 95% rispetto alle fonti autonomia aumentata (figura 4). di tellururo di cadmio (CdTe), realiz- fossili. Un kWh elettrico prodotto con L’elettroluminescenza in campo, as- zando una macchina in linea, comple- i nostri moduli fotovoltaici immette in sieme alla Diagnostica Predittiva, ha tamente automatizzata, in grado di atmosfera 90 grammi di CO2 contro i permesso a Spot s.r.l. di essere classi- produrre moduli fotovoltaici di grande 1800 grammi prodotti da una centra- ficato lo scorso novembre tra le prime dimensione, al ritmo di un modulo al le a carbone! dieci start up innovative che hanno minuto e con capacità produttiva di partecipato a Mr. Startup, Contest a Lei è fondatore dello Spin-off uni- 18 MW/anno (figura 3). livello nazionale per imprese inno- versitario SpoT - Smart Photovoltaic Professore, che tipo di valore ambien- Technology, di cosa si occupa? vative lanciato da MISTER - Smart tale ha la vostra ricerca? Innovation. Negli anni il ThiFiLab ha sviluppato, La collaborazione con gruppi di ricerca e aziende innovative internazionali europei Fin dai primi anni ’80 il ThiFiLab è stato molto attivo a livello europeo partecipando a progetti di ricerca all’interno di alcuni Progetti Quadro (Joule, FP7, Horizon 2020) finanziati dalla Commissione Europea. In quest’ambito ha collaborato con numerosi gruppi di ricerca ed aziende innovative in Germania, Francia, Belgio, Spagna, Slovenia e Svizzera. Con loro ha sviluppato progetti di ricerca e studi sui materiali assorbitori per celle solari a film sottili e tecnologie innovative di taglio laser utilizzate negli impianti produttivi di moduli fotovoltaici. Di recente ha istituito collaborazioni con gruppi di ricerca in Uzbekistan, Cuba, Regno Unito, Ungheria, Messico e USA. 11
Agostino Gambarotta Andrea De Lorenzi Costanza Saletti MODELLI E METODI PER LA GESTIONE INTEGRATA DELLE RETI ENERGETICHE Edoardo Di Mattia Mattia Alzapiedi Mirko Morini La riduzione dei consumi di energia da fonti fossili è un tema che impone oggi un ap- proccio multidisciplinare, soprattutto quando si applica a sistemi complessi quali scuole, campus universitari, quartieri e città. Da anni impegnato nello studio dei Sistemi Ener- getici per ridurre i consumi di energia e le emissioni nell’ambiente è il team di ricerca guidato da Agostino Gambarotta, docente presso il Dipartimento di Ingegneria e Archi- tettura e Direttore del CIDEA, Centro interdipartimentale per l’energia e l’ambiente. Prof. Gambarotta, siete partiti anni ritmi di gestione innovativi che non si tale è stato realizzare un sistema di fa dallo studio della rete di teleriscal- basano solamente sull’esperienza di monitoraggio per determinare in ogni damento del Campus e siete arrivati un operatore (costruita sul passato), istante, misurando i parametri di in- a progettare soluzioni avanzate per il ma anche sulla capacità di prevedere teresse, le condizioni operative della controllo e la gestione efficiente delle l’evoluzione del sistema nel futuro rete di teleriscaldamento. Quindi ab- reti energetiche. Come avete iniziato e tenendo conto delle reali richieste di biamo realizzato un sistema remoto qual è la peculiarità delle soluzioni che energia e delle condizioni al contorno di gestione che ogni quindici minuti, proponete? (in particolare le condizioni meteo). conoscendo le richieste termiche e A dire il vero siamo partiti ancora pri- Su queste considerazioni si basano le previsioni meteo, con una proce- ma studiando sistemi di controllo per gli algoritmi di “Model Predictive dura di ottimizzazione basata su un i Motori a Combustione Interna. In Control” (MPC) che stiamo utilizzan- algoritmo MPC calcola i parametri quel campo sono fondamentali i mo- do con successo. di regolazione trasmessi poi agli delli matematici per simulare il siste- attuatori degli impianti. Il sistema In quale misura le soluzioni che avete ma da controllare, e molti algoritmi di sviluppato per il controllo e la gestione è operativo sul complesso scolasti- controllo utilizzano modelli dinamici delle reti termiche permettono di ridur- co da tre anni ed ha permesso una per prevederne in “real-time” il com- re i consumi di energia primaria senza riduzione dei consumi termici nella portamento. Gli strumenti utilizzati in significativi interventi sugli impianti? stagione invernale tra il 12 e il 16%. questi campi (si pensi soprattutto ai Come funziona realmente il sistema e Un analogo sistema è operativo al veicoli ibridi) sono del tutto applica- con quali risultati? plesso di Scienze della Terra del bili alle reti energetiche complesse, Campus (figura 1). In questo caso Nella nostra ricerca siamo riusciti quali sono quelle che oggi utilizziamo la procedura di gestione, analoga a fin dall’inizio a tradurre le soluzio- per soddisfare i nostri “bisogni” di quella appena descritta, controlla ni proposte in sistemi di controllo energia. La capacità di gestire la com- le valvole che regolano il flusso di prototipali che abbiamo inizialmente plessità è fondamentale per integrare acqua calda dalla rete di teleriscal- applicato (in collaborazione con sempre più le fonti rinnovabili nelle damento agli scambiatori di calore un’Azienda del settore) ad un com- reti energetiche esistenti. dell’edificio. Il sistema ha permesso plesso scolastico (tre edifici ed una Poter simulare con modelli matema- di ottenere nelle ultime due stagioni palestra) servito da un’unica centrale tici il comportamento di un sistema invernali una riduzione dei consumi termica. Il primo passo fondamen- complesso permette di definire algo- termici tra l’8 ed il 12%. 12 aprile 2020
Un esempio è costituito dai sistemi Power-to-Gas per la conversione di energia elettrica da fonte rinnovabile in metano sintetico: su questo tema è attualmente attivo il progetto di ricerca E-CO2 (finanziato su fondi POR-FESR dalla Regione Emilia-Ro- magna) in cui siamo coinvolti come CIDEA e che prevede la realizzazio- ne di un pilota al Campus. Un altro esempio è la ricerca sulla gassifica- zione di biomasse: nell’ambito del progetto SYNBIOSE (finanziato dal MiSE) abbiamo realizzato un impian- to pilota con un gassificatore ed un motore cogenerativo integrato nelle figura 1. Il sinottico del controllore MPC (“Model Predictive Control”) operante da due stagioni reti del Campus. sul ramo della rete che alimenta l’edificio di Scienze della Terra al Campus. State considerando anche altre tipo- Da un plesso scolastico - monitorato plementari, integrando le nostre logie di reti energetiche? Quali sono le e gestito con un algoritmo innovativo esperienze per sviluppare strumenti criticità e le possibilità? orientato al risparmio energetico - a un innovativi per la progettazione e Il futuro (ed anche il presente!) intero quartiere: come si può affrontare la gestione ottimizzata delle reti dell’Energia richiede una visione la complessità di tali sistemi? di teleriscaldamento. L’obiettivo è “olistica” che permetta di inserire La chiave per affrontare lo studio di estendere le metodologie descritte a nuovi e diversi componenti in reti sistemi complessi è la modularità, comparti più ampi, quali aree urbane. energetiche complesse. Nella mag- ovvero la capacità di scomporre il Abbiamo anche l’obiettivo di appli- gior parte dei casi occorre operare sistema nei suoi componenti tenendo care queste metodologie al nostro sulle reti esistenti, integrando in esse conto delle loro interazioni. Definiti i Campus (figura 2), che rappresenta le nuove tecnologie (prime fra tutte modelli matematici dei singoli com- di fatto un comparto esteso (77 ha, le fonti rinnovabili). É quindi neces- ponenti, si possono assemblare i di- più di 30 edifici e circa 12.000 per- sario estendere lo studio anche alle versi elementi per costruire il modello sone giornalmente) e che potrebbe reti elettriche, alle reti gas, fino ad globale di un sistema complesso, riu- diventare un “living lab” a scala arrivare alle reti di trasporto: questo scendo a simularne adeguatamente il reale per applicare e sperimentare è evidente se si pensa ad esempio comportamento dinamico. Si tratta di nuove tecnologie, e per sviluppare a nuove soluzioni per lo storage di costruire opportunamente “matton- collaborazioni con soggetti pubbli- energia, alle tecnologie Power-to- cini” che si “incastrino” l’uno nell’altro ci (Università, CNR, ENEA, ecc.) e Gas, ai veicoli elettrici che richiedono per costruire e studiare realtà com- privati su temi di ricerca strategici nel -è ormai chiaro- una integrazione plesse, al fine di poterne ottimizzare campo dell’Energia e dell’Ambiente. ottimizzata nelle reti energetiche. l’architettura e la gestione. Con questa strategia è possibile studiare con gli stessi strumenti Sistemi e Reti Energetiche comples- se e diverse. Il punto è sviluppare competenze orientate ad una visione “sistemistica” in cui le conoscenze dei singoli componenti e delle singole tecnologie (quali quelle ad esempio trattate negli altri approfondimenti di questo numero della rivista) possano essere integrate. Obiettivo di un progetto europeo che vi è stato di recente finanziato (DI- STRHEAT) è proprio applicare le meto- dologie che avete sviluppato a livello di comparti urbani. Che tipo di risultati vi aspettate? Il progetto DISTRHEAT è nato da una delle collaborazioni che abbiamo sull’argomento. Con i nostri partner svedesi lavoriamo su aspetti com- figura 2. Il controllo digitalizzato: dal singolo edificio a un intero quartiere. 13
figura 3. Uno schema che illustra come opera un controllore MPC. È necessario pensare all’integrazione incoraggiano in questa direzione. Su ficaci tra professionalità anche molto delle diverse tipologie di reti ener- questo tema è recentemente partito diverse tra loro (ad esempio preve- getiche di interesse, ed è possibile un progetto di ricerca (finanziato su dendo insegnamenti “trasversali” che utilizzare un approccio del tutto fondi POR-FESR dalla Regione Emi- diano ai neolaureati di aree diverse la simile a quello che abbiamo usato lia-Romagna) denominato “ENER- capacità di “dialogare” tra loro). per le reti di teleriscaldamento: studi GYNIUS” cui partecipiamo come Per quanto riguarda la ricerca, dob- riportati nella letteratura scientifica ci CIDEA finalizzato all’integrazione di biamo rilevare che purtroppo esiste reti energetiche diverse (termiche, un significativo problema di “reclu- elettriche, gas) per ottimizzare i flussi tamento” di laureati intenzionati a di energia e ridurre i consumi e le sviluppare competenze specifiche emissioni. attraverso una esperienza iniziale in Università (con borse, assegni di Ci sembra di capire che questo approc- cio richieda un know-how specifico ricerca o dottorato di ricerca), e ciò che va sviluppato nell’ambito delle vale per molte attività di carattere professionalità attualmente esistenti. tecnico-scientifico. Mentre all’estero Che tipo di prospettive vedete nella le esperienze di ricerca post-laurea formazione di queste competenze e in Università sono una opportunità quali problemi nello sviluppo della di- per sviluppare studi di interesse dattica e nel reclutamento di ricercatori industriale (che aprono le porte ad in grado di coniugare le competenze un inquadramento in azienda), da trasversali richieste? noi queste vengono percepite come L’esigenza di affrontare con una “parentesi” con scarso peso a livello visione “olistica” le tematiche legate occupazionale. Occorre cambiare all’Energia ed all’Ambiente richiede questa tendenza, dimostrando sia un approccio multidisciplinare. Il alle aziende che ai laureati come dialogo costruttivo tra competenze l’attività di ricerca post-laurea non diverse è oggi un requisito fonda- sia un periodo di “parcheggio”, ma mentale per affrontare lo studio di un momento formativo in cui si Sistemi e di Reti Energetiche sempre acquisiscono ulteriori competenze più digitalizzati ed interconnessi. “spendibili” nel mondo del lavoro. Dal punto di vista della didattica A prova di ciò, voglio segnalare che questo non significa, però, che tutti due nostri collaboratori (un borsista debbano sapere poco di tutto, ma ed un assegnista) sono stati recen- che le competenze specifiche che temente assunti da una Azienda del figura 4. Visita guidata alla Centrale Termi- già forniamo ai nostri studenti siano settore proprio per il know-how da ca del Campus, l’impianto di cogenerazione loro sviluppato lavorando ai progetti nato all’interno del progetto Synbiose in unite a competenze “trasversali” che favoriscano la creazione di legami ef- presentati sopra. occasione della Notte dei Ricercatori 2019. 14 aprile 2020
Giuseppe Vignali Anna Ronzano Giulia Borghesi SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DI PACKAGING E PROCESSI DELL’INDU- STRIA ALIMENTARE Roberta Stefanini Giovanni Tancredi Il packaging, in particolare l’imballaggio degli alimenti individuale e “monoporzio- ne”, è una soluzione pratica che sperimentiamo ogni giorno, qualche volta magari chiedendoci se questa comodità possa essere sostenibile: e se non ora, almeno, nel prossimo futuro. In prima linea nello studio e nella proposta di soluzioni impianti- stiche, di packaging e di processo finalizzate a ridurre l’impatto ambientale della distribuzione al dettaglio è il gruppo di ricerca coordinato da Giuseppe Vignali del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, che utilizza da anni un approccio di siste- ma: “occuparsi di packaging significa, anche e soprattutto, valutare l’impatto ambientale associato a un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la quantificazio- ne dei consumi di materia, energia ed emissioni nell’ambiente in tutte le fasi di vita di un prodotto alimentare”. Prof. Vignali, il tema del packaging va dunque affrontato nel quadro di un approccio trasversale legato all’intero ciclo di vita di un prodotto: dalle mate- rie prime alla produzione, dal trasporto alla distribuzione, dal consumo fino allo smaltimento. Ci racconta che tipo di ricerca si fa nel nostro ateneo su una questione così dibattuta, quella degli imballaggi, e qual è il vostro contributo distintivo? Da circa dieci anni mi occupo, insieme al mio gruppo di lavoro, di tematiche legate all’impatto ambientale del packaging alimentare inteso appunto come insieme di fasi che hanno come aspetto finale il confezionamento e la vendita di un alimento. Lavoro da sempre in questo settore, come ingegnere meccanico, con la finalità di migliorare i processi; ad un certo punto, tuttavia, in accordo con le imprese, abbiamo capito come il miglioramento dovesse riguardare figura 1. Possibile approccio per incrementare la sostenibilità del packaging. 15
Ritengo che oggi uno dei maggiori generatori di impatto ambientale sia proprio lo spreco alimentare. Diversi studi della FAO dimostrano come le quantità di cibo sprecato lungo tutta la filiera (da quella agricola “losses” a quella industriale e alla fase di consu- mo domestico “waste”) siano ingenti e con elevatissimo impatto ambien- tale. In questo settore, come in altri, la priorità è sicuramente ridurre gli sprechi e, di seguito, rendere possibile il loro riciclo ed eventuale recupero energetico (figura 2). Molte ricer- che attuali sono rivolte ad ottenere figura 2. Evidenza del ruolo del packaging nella GDO. prodotti a valore aggiunto da scarti agricoli o industriali di lavorazione di anche l’impatto ambientale e non solo In generale le aziende si pongono que- vegetali. Queste si rivolgono princi- le performance o l’aspetto economico, sta sfida: avere un packaging che sia palmente al settore farmaceutico o che restano tuttavia imprescindibili riciclabile, se possibile biodegradabile cosmetico. In questo caso la nostra per le imprese e i consumatori. o compostabile, con buone prestazioni sfida è industrializzare e rendere Per questo motivo stiamo affrontando di conservazioni degli alimenti e di profittevoli le soluzioni tecnologiche il problema tramite metodologia Life lavorazione. Immagino non sia facile testate in laboratorio o su scala pilota. Cycle Assessment (LCA), per una se- racchiudere in un’unica soluzione tutti questi aspetti, soprattutto quello della In che modo le vostre ricerche danno rie di prodotti alimentari confezionati, riciclabilità. un effettivo contributo alle politiche per valutando diverse alternative possi- la sostenibilità ambientale? bili sul mercato e valutando i diversi Solitamente è necessario raggiungere scenari di fine vita di tutti i materiali di un compromesso fra questi aspetti, Per prima cosa cercando di portare ma ci sono margini di miglioramento. la discussione a livello scientifico, packaging. quantitativo e quindi il più possibile Abbiamo così assistito negli ultimi Un’esperienza molto significativa è oggettivo. Esistono molti indicatori anni a miglioramenti non solo nelle quella che vi ha portato a un finanzia- di impatto ambientale, al punto che mento regionale a fianco della coope- prestazioni, ma anche nella disponi- soluzioni di packaging che appaiono rativa Lattemilia. Ci racconta i risultati bilità e nel prezzo di alcuni materiali virtuose da un lato, possono risultare ottenuti? innovativi. Oggi esistono molte solu- addirittura più impattanti di altre per zioni che si definiscono “green” ma, a altri aspetti. Un approccio quanti- In quel caso la sfida era duplice, ossia nostro avviso, solo una attenta valu- tativo, basato su modelli ed esperi- cercare di ottenere prodotti ad elevato tazione del ciclo di vita può garantire menti, riesce a dare una valutazione valore aggiunto e basso impatto una valutazione quanto più oggettiva più completa ed affidabile del reale ambientale, partendo da residui della possibile del loro impatto ambientale impatto di un certo tipo di packaging, lavorazione del Parmigiano Reggiano. (figura 1). Ruolo molto importante dalla sua fabbricazione allo smalti- Siamo particolarmente fieri dei risul- hanno anche le municipalizzate che mento o riciclo. Il Centro Interdipar- tati ottenuti con una ricotta avente dovranno investire per migliorare le timentale per il Packaging CIPACK, all’interno parte di latticello, e confe- tecnologie di selezione e riciclaggio del quale faccio parte, ha competenze zionata e trattata in modo innovativo di molti materiali, potenzialmente multidisciplinari ed è in grado di per preservarne gusto e aroma per più riciclabili, ma che nella pratica non lo testare diversi tipi di materiali, e di giorni. Tutto questo è stato possibile sono. proporre nuove soluzioni adattate al grazie al contributo regionale che ha contesto nelle quali si vogliono intro- permesso al gruppo operativo, con L’approccio LCA sta dando risultati an- durre (ad esempio settore alimentare all’interno attori aziendali e del settore che su altri fronti, dal settore del “food o farmaceutico). Proprio questo è lo ricerca, di ottimizzare preparazione, waste and losses” a quelli del riciclo e spirito con il quale è stato fondato e trattamento e confezionamento della del risparmio energetico. Quali sono le condotto tale centro, ossia facilitare il stessa senza ricorrere a trattamenti vostre ultime ricerche sul tema? Quali trasferimento tecnologico da Univer- termici impattanti sulle caratteristiche gli sviluppi futuri della vostra ricerca? sità a impresa. sensoriali e nutrizionali del prodotto. Oltre a questo progetto, tanti altri sono stati portati avanti nell’ultimo periodo, anche con finanziamenti esclusivamente aziendali, frutto della visione sempre più aperta alla inno- vazione e alla riduzione di impatto ambientale che le aziende del settore stanno dimostrando. I nostri comportamenti possono influenzare il futuro delle prossime generazioni. 16 aprile 2020
Claudio Corradini Alessia Bacchi QUANDO IL PACKAGING DIVENTA SINONIMO DI SOSTENIBILITÀ Il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita, e della Sostenibilità Ambientale (SCVSA) vanta una pluriennale attività nel campo del packaging, iniziata nel 1997 su iniziativa di Angelo Montenero con il diploma universitario in Chimica e Tecnologia del Packaging, convertito nel 2001 in corso di laurea triennale ed evoluto dal 2011 in un master di I livello in Packaging. Diversi docenti e ricercatori di SCVSA si dedica- no attivamente a ricerche sul packaging: il gruppo guidato da Claudio Corradini ha come obiettivo lo sviluppo di packaging attivo, ottenuto funzionalizzando film poli- merici quali il polietilene tereftalato (PET) o acido polilattico (PLA) in grado di vei- colare sostanze con proprietà antimicrobiche; un secondo team, guidato da Alessia Bacchi, ha ottenuto nel 2019 un finanziamento del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) per la realizzazione di packaging attivo basato su cocristalli. Prof. Corradini, che ruolo ha il packa- soluzioni spray da impiegare sia per I film realizzati, oltre ad essere tutti ging in un’ottica di sostenibilità? la realizzazione di packaging attivo, di origine naturale, biodegradabili ed Recentemente il “gran parlare” delle sia come coadiuvanti alimentari rivol- edibili, possono inoltre venir trattati variazioni climatiche, dell’impatto ti alla protezione, conservazione ed con ulteriori sostanze che aggiungo- ambientale che hanno le materie eventuale arricchimento di alimenti, no nuove funzioni a quelle proprie del plastiche generate in larga maggio- sia di origine animale che vegetale. film (figura 1). ranza da derivati del petrolio e altre fonti non rinnovabili, hanno sensibi- lizzato mondo produttivo ed opinione pubblica verso una soluzione rivolta all’impiego di materiali che possano sostituire i materiali plastici, in parti- colare quelli impiegati nel packaging. Con la Prof.ssa Antonella Cavazza, valida ricercatrice di chimica anali- tica, e diversi dottorandi e borsisti, ho costituito un gruppo di ricerca che da anni è attivo nel campo della produzione e caratterizzazione di biopolimeri compositi di origine na- turale, biodegradabili ed edibili. Con figura 1. Serie di film edibili aromatizzati con derivati vegetali (cipolla, carciofo, peperoncino tali polimeri vengono realizzati film e ed altro). 17
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