INSIEME! 2019 - Fondazione Migrantes
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni 2019 INSIEME! MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 4 APRILE 2019 PRESS
sommario PRESS 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 4 APRILE 2019 Editoriale Rivista di informazione e di collegamento della Fondazione Migrantes Liberi di partire, liberi di restare 3 Anno XL - Numero 4 Aprile 2019 Mons. Stefano Russo Direttore responsabile Ivan Maffeis Primo Piano Direttore Giovanni De Robertis Voglio restare con voi 5 Caporedattore Raffaele Iaria Pino Ciociola PRESS Un viaggio per rilanciare il tema della fraternità 8 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 4 APRILE 2019 Andrea Gagliarducci Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni Immigrati Una emigrazione “circolare” 13 INSIEME Giorgio Paolucci Ius soli e il caso Rami 16 Direzione e Redazione Stefano De Martis Fondazione Migrantes Via Aurelia 796 - 00165 Roma Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Liberi di andare… 19 segreteria@migrantes.it Germano Garatto r.iaria@migrantes.it www.migrantes.it “Alla ricerca della casa perduta” 21 Autorizzazione del Tribunale di Roma Immigrati e lavoro 23 n. 17475 del 13.12.1978 Paolo Lambruschi Contributo stampa 2019 Italia: 21,00 Euro Rifugiati e richiedenti asilo Estero: 31,00 Euro - (via aerea 52,00 Euro) Un numero: 4,00 Euro Pietre d’inciampo 26 Ilaria Solini ISSN 0391-5492 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale Studenti Internazionali D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Viaggio intorno al mondo 28 art. 1, comma 2, DCB Roma Maurizio Certini C.C.P. n. 000088862008 intestato a Italiani nel Mondo Migrantes - Migranti Press Via Aurelia, 796 - 00165 Roma Ha ancora senso definirci “Missione”? 29 IBAN: IT76X0760103200000088862008 Antonio Grasso Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 segreteria@migrantes.it www.migrantes.it Rom e Sinti C.C.B. n. 100000010845 Una pastorale per i rom 31 intestato a Nicola Di Benedetto Fondazione Migrantes CC Stampa Bonifico bancario I rom non reclamano “un posto nella Chiesa: c/o Banca Prossima S.p.A. ne fanno già parte!” 35 Filiale 05000 - Milano IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 BIC: BCITITMX Fieranti e circensi Archivio fotografico Fondazione Migrantes – Roberto Ragno Pellegrini del luna park 36 Iscritto alla News Migrazioni 38 Federazione Italiana Settimanali Cattolici MigrantiPress percepisce i contributi pubblici all’editoria. MigrantiPress, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settima- Segnalazioni librarie 40 nali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunica- zione Commerciale. Ufficio nazionale per i problemi giuridici - CEI Progetto grafico, impaginazione e stampa Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza 41 Alessandro Pertici www.taueditrice.com
1 EDITORIALE 1 Liberi di partire, liberi di restare Mons. Stefano Russo* I l titolo della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Conferenza Episcopale Italia- na in un credente sollecita corde estremamen- te profonde: la libertà non è arbitrio, ma dispo- nibilità a seguire un disegno, attraverso il quale realizzare la propria vocazione. Il riferirsi alla ‘li- bertà di partire o di restare’ impone dunque già in prima battuta un rispetto profondissimo: il rispetto che si deve a chi cerca di realizzare quel- lo che per un credente si può scorgere nella fili- grana di una narrazione provvidenziale. Questo rispetto diventa ancora più prezioso quando lo si deve a storie fatte di relazioni, sofferenza e la- cerazioni. Chi fugge da un pericolo incombente, da una si- cooperazione diventa un gesto vitale, un dovere tuazione che percepisce priva di speranza, oppu- rispetto al quale non possiamo mai presumere re spera in tal modo di poter garantire ai propri di aver fatto abbastanza. cari un futuro migliore merita davvero la nostra L’importanza della parola “libertà” come chiave considerazione. Sappiamo che il progetto di chi di interpretazione non si arresta nemmeno con sceglie di migrare o di radicarsi è spesso il frut- il progetto del singolo o della sua famiglia, ma to di una scelta complessa che non trova certo ha conseguenze di ampia portata. San Giovan- esclusivamente nella singola persona la propria ni XXIII indicava nella libertà una delle quattro radice ultima: si tratta invece di un intero con- dimensioni della pace in un necessario “nuovo testo, che spesso investe nelle persone più capa- ordine” tra le donne e gli uomini che popolano ci e intraprendenti, quando non semplicemente il pianeta, “…fondato sulla verità, costruito se- in quelle che hanno più possibilità di sopravvi- condo giustizia, vivificato e integrato dalla carità vere a una traversata, di cui ben si conoscono ri- e posto in atto nella libertà” (PiT, 89). schi e difficoltà. Di questi percorsi sono spesso Se il richiamo alla verità e alla giustizia ci ricor- protagonisti coloro che sono più ‘capaci di futu- da la necessità di una costante attenzione alle ro’: i giovani, spesso i minori, che sono stati po- cause dei fenomeni, la parola “amore” e la pa- sti al centro di tante iniziative nate dalla nostra rola “libertà” ci segnalano il segno della gratuità campagna. Ugualmente complesse sono le scel- di una prossimità e di un’azione, che si traduce te di chi sceglie di restare nella propria terra, pur nell’aver cura, nell’accompagnare e nel soste- in mezzo a mille difficoltà e fatiche. Anche qui, nere le scelte delle persone. Su questa strada si l’impegno a sostenere progetti di sviluppo e di pongono anche le basi di una convivenza basa- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 3 1
1 EDITORIALE 1 ta sul rispetto per la dignità di ogni persona. Po- tremmo dire che è proprio su questo che si fon- 77 progetti in Italia da il sentimento stesso di maggiore “sicurezza” e nei Paesi di transito che in tanti oggi legittimamente ricercano: lavo- rare per il rispetto della libertà di tutti, è lavora- e partenza re per una società più sicura, basata sui diritti e Circa 23milioni il totale finora finanzia- sulle responsabilità di ciascuno. to per la Campagna CEI “Liberi di Partire. Accompagnare delle scelte di libertà significa Liberi di restare”. Settantasette i proget- guardare alle donne e agli uomini del “qui ed ti finora finanziati. Tra questi 45 progetti ora”, alle loro storie, alle loro ricchezze e pover- finanziati e avviati nelle diocesi italiane tà per aiutarli a ridiventare “soggetti” responsa- e 32 gli interventi nei Paesi di partenza, bili, protagonisti di una più profonda valorizza- di transito e di arrivo dei flussi migratori. I dati sono stati forniti durante un conve- zione della loro umanità. Siamo spesso abituati gno “Operatori dell’Accoglienza” da don a sentire descrivere i migranti come “oggetti” di Leonardo Di Mauro, responsabile del Ser- accoglienza o di rifiuto: la parola “libertà” ci of- vizio nazionale per gli interventi caritativi fre uno sguardo diverso, lo sguardo stesso con a favore del Terzo mondo. I principali pro- cui Gesù nel Vangelo pone i poveri al centro del- getti hanno come destinatari i minori e le la storia: non più giudicati, valutati, misurati; loro famiglie, le fasce più deboli e le vitti- me di tratta. Per info http://liberidipartire- ma ascoltati, accettati, accompagnati. liberidirestare.it. (R.I.) Accompagnare scelte di libertà è un lavoro com- plesso. Richiede, anche da parte nostra, la capa- cità di lavorare in modo ampio e non settoriale, l’unico efficace nella prospettiva di una cura e di uno sviluppo della persona umana nelle sue di- Paesi del terzo mondo, Missio, Migrantes, l’Apo- verse dimensioni. È in questo senso che deve es- stolato del Mare, Caritas Italiana. Tale collabo- sere valorizzata e sostenuta la cooperazione tra razione è veramente un segno visibile dell’unità gli uffici Cei e organismi pastorali, coinvolti nel- del corpo ecclesiale nell’offrire una risposta ma- la Campagna “Liberi di partire, Liberi di Resta- tura, efficace e diffusa ai problemi che scuotono re” ciascuno con il proprio specifico contributo: la nostra società. La Segreteria Generale assicura il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei disponibilità, vicinanza e condivisione. ■ * Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana 1 4 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 PRIMO PIANO 1 Voglio restare con voi Il card. Bassetti tra i migranti a Rocca di Papa Pino Ciociola G li danno una penna, gli chiedono, alla za straordinaria destinato alla relocation a Roc- fine, di lasciare il suo pensiero su un fo- ca di Papa, che ospita trecentosessanta migranti glio, che poi conserveranno. Neanche (quarantadue dei quali trasferiti qui dal Cara di pensa troppo, lo scrive, lo legge e quasi si com- Castelnuovo di Porto) ed è gestito dalla coope- muove. “Più che le parole, servono i gesti. Più rativa sociale “Auxilium”. Il presidente della Cei che parlare, serve amare. Ho visto tanto amo- vi ha trascorso un pomeriggio. È voluto venire a re nei volti emaciati di alcuni bambini, di don- trovare questa gente. ne e uomini a cui è stata rubata la dignità e, se Poi, in serata, sale in macchina e si porta via tan- fosse possibile, persino l’immagine di Dio che è te cose, un’immagine su tutte: “Quel bambino in loro. Resta l’amore, lo sguardo, la mano che che chissà quanto ha patito, che danzava davan- stringe la mano di un fratello o di una sorella. ti a me, che teneva la sua manina nella mia”. Anch’io voglio restare con voi”. Scopre il salone dove si mangia tutti insieme, le Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della cucine, le stanze dove vivono anche diverse fa- Conferenza Episcopale Italiana, sta per andarse- miglie. Scopre l’ambulatorio, dove un equipe di ne da “Mondo migliore”, Centro di accoglien- medici, psicologi e paramedici visita, segue e as- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 5 1
1 PRIMO PIANO 1 re bene la nostra lingua, che è formidabile mez- zo d’integrazione: “Per guardarsi negli occhi, per comunicare cuore a cuore, bisogna comunicare umanamente, fra noi”. Entra in un’altra grande sala, quella dei giochi per i bambini, e anche qui si ferma a lungo. Gio- ca un po’, guarda i disegni che hanno fatto i pic- coli, sorride con loro. Infine nell’auditorium incontra tutti, gli ospiti, le donne e gli uomini della Auxilium: “Prima di venire qui mi ero fatto un’idea di cosa poteva essere la vostra comunità – spiega -, ma con la mia fantasia non ero riusci- to a capire tutta la bellezza, la ricchezza, l’uma- nità che c’è fra queste mura”. siste chiunque arrivi qui, bambini, donne, uo- Va avanti. mini, famiglie: “Nemmeno il buon samaritano Parla “dei canti dei bambini e dei grandi” che si attenne alla legge, fece molto di più”, dice Bas- gli “hanno toccato il cuore”. Perché “può essere setti al responsabile. facile cantare quando siamo abbastanza spen- Si trattiene a lungo nel piccolo emporio, dove gli sierati. Ma un’umanità ferita che canta e ha il ospiti possono spendere i due euro e mezzo al coraggio di stare insieme è veramente un gran- giorno cui hanno diritto, chiede, ascolta, saluta, de miracolo della Provvidenza. Veramente una è curioso, colpito. Entra in un’aula dove s’inse- speranza. Una speranza viva. E non per il futuro, gna l’italiano, raccomanda ai ragazzi d’impara- ma qui, in questo momento”. ■ 1 6 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 PRIMO PIANO 1 FONDAZIONE MIGRANTES E DIOCESI DI MILANO TESSITORI DI COMUNITÀ COLORI DIVERSI PER UN’UNICA TENDA Centro Pastorale Ambrosiano San Pietro - Seveso (MI) 24-26 aprile 2019 IL PROGRAMMA 24 APRILE 2019 9.30 L’esperienza del Sinodo minore diocesano di Milano “Chiesa dalle genti, 15.00 Arrivo in autonomia a Seveso responsabilità e prospettive” 16.00 Saluti: Don Giovanni De Robertis, (Mons. Luca Bressan) direttore generale Fondazione Migrantes 11.00 Lavori di gruppo Preghiera biblica: la Pentecoste (At 2, 13.00 Pranzo Sabino Chialà, Comunità di Bose) 15.00 Trasferimento in pullman a Milano e Santa Messa in Santo Stefano Maggiore SALUTO AI PARTECIPANTI, (Mons. Guerino Di Tora) Mons. Stefano Russo, Segretario Generale CEI 17.30 Visita e condivisione in 11 parrocchie di Milano Mons. Guerino Di Tora, 20.00 Cena presso le parrocchie di destinazione Presidente CEMi e Fondazione Migrantes 21.30 Rientro a Seveso in pullman Mons. Franco Agnesi, Vicario Generale Arcidiocesi di Milano 17.30 Riflessione sul tema “È possibile una 26 APRILE 2019 convivialità delle differenze?” (prof.ssa Monica Martinelli, Università Cattolica 8.00 Colazione Milano) 9.00 Santa Messa presieduta da Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano 19.30 Cena e momento artistico (Gruppo Elikya) 10.00 Condivisione dei lavori di gruppo: “Tessere la tenda dai molti colori: punti fermi e nodi irrisolti. La Migrantes interroga la Chiesa di 25 APRILE 2019 Milano” (Mons. Delpini). 8.00 Colazione Dibattito 8.30 Preghiera biblica: lectio Atti 15: come la 12.00 Conclusioni: Mons. Guerino Di Tora e prima Chiesa ha composto Giudei e Greci don Giovanni De Robertis nell’unica Chiesa (Sabino Chialà) 13.00 Pranzo 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 7 1
1 PRIMO PIANO 1 Un viaggio per rilanciare il tema della fraternità Papa Francesco negli Emirati Arabi Andrea Gagliarducci C on tre no, e un sì deciso alla cultura dell’in- ri umani. Ed è stato questo l’apice, e il motivo contro, Papa Francesco e il Grande Imam principale, della visita di Papa Francesco negli di al Azhar hanno sancito lo scorso 4 feb- Emirati Arabi Uniti, dal 3 al 5 febbraio. braio una alleanza tra fedi per contrastare l’o- Per il primo viaggio di un pontefice nella peni- dio religioso e promuovere, invece, un dialogo sola arabica, Papa Francesco ha scelto gli Emirati pacifico in nome dell’eguale dignità degli esse- Arabi che hanno proclamato il 2019 anno della 1 8 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 PRIMO PIANO 1 tolleranza, e che negli ultimi anni hanno lavo- rato per posizionarsi come leader di un mondo musulmano che cerca di mostrarsi aperto alla modernità, tollerante, in dialogo. La dichiara- zione sulla fraternità umana arriva al termine di una grande conferenza sullo stesso tema, cui è intervenuto non solo il Papa, ma anche leader cattolici come l’arcivescovo Pierbattista Pizza- balla, che amministra il Vicariato Latino di Ge- rusalemme, o il cardinale Boutros Bechara Rai. Insieme a loro, esponenti di tutte le religioni, chiamati a raccontare che una convivenza è pos- sibile. Ma il momento davvero atteso era la firma del- la dichiarazione congiunta. Papa Francesco e Ahmed al-Tayyb, Grande Imam di al Azhar, fir- mano una dichiarazione destinata ad essere di- stribuita, con l’intenzione di farne un caposaldo per le relazioni tra fedi. Tre i grandi no della dichiarazione. No alla stru- mentalizzazione delle religioni “per incitare all’odio, alla violenza, al fanatismo cieco”; no all’utilizzo del “nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppres- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 9 1
1 PRIMO PIANO 1 sione”; no “a tutte le pratiche che minacciano la vita, come i genocidi, gli atti terroristici, gli spo- stamenti forzati, il traffico di esseri umani, l’a- borto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”. Ma ci sono anche temi comuni, come la lotta alla secolarizzazione e al degrado dell’etica. E ci sono anche aspetti che hanno suscitato qualche discussione, come l’affermazione che Dio ha vo- luto la diversità tra tutte le religioni. Il documento è una tappa di un percorso co- minciato con la dichiarazione di Marrakech nel 2016, proseguito con la conferenza internazio- nale sulla pace cui ha partecipato anche Papa Francesco al Cairo nel 2017, e arrivato fino alla dichiarazione di Islamabad del 2018, in cui un gruppo di ulema prendeva anche le difese di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia e rimasta in carcere per anni prima che la sentenza d morte fosse annullata. Papa Francesco è stato negli Emirati Arabi an- che per la comunità cristiana della zona, forma- ta da immigrati, che hanno anche una loro cat- tedrale dagli anni Sessanta, sebbene senza una 1 10 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 PRIMO PIANO 1 Emirati e Marocco quasi un primo e un secondo tempo di un “unico viaggio” Con il viaggio in Marocco, saranno 28 i viaggi apostolici internazionali e 42 i Paesi visitati dal Papa. Lo ha sottolineato Ales- sandro Gisotti, direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, nel briefing in preparazione al viaggio di papa Fran- cesco in Marocco dal 30 al 31 marzo 2018, terzo viaggio di Francesco in Africa, che precede di pochi mesi il quarto, appena annunciato, dal 4 al 10 settembre in Mo- zambico, Madagascar e Maurizio. “Bergoglio – ha reso noto Gisotti – non è mai stato in Marocco, ed è stato il secondo Papa a visitare il Paese. Il primo, in un viag- gio articolato in diversi Paesi, fu Giovanni Paolo II nel 1985: rimase storico il discorso che rivolse a migliaia e migliaia di giovani nello stadio di Casablanca. Un anno prima dell’incontro di Assisi, l’ottica era quella di un rafforzamento sempre più significativo del dialogo interreligioso”. Nel tradiziona- le discorso al Corpo diplomatico dell’inizio di quest’anno, ha fatto notare il direttore della sala stampa vaticana, “Papa France- sco ha legato il viaggio negli Emirati Arabi Uniti a quello del Marocco, che costitui- scono quasi un primo e un secondo tempo della stesso viaggio, nell’800° anniversario dell’incontro tra Francesco e il Sultano, e nel caso del Marocco, degli 800 anni della presenza francescana nel Paese”. Il Marocco è un Paese di 34 milioni di abi- tanti, il 99% dei quali di fede musulmana sunnita. I cattolici sono 25mila fedeli: un piccolo gregge radunato in 2 arcidiocesi, con 35 parrocchie e circa 50 sacerdoti. 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 11 1
1 PRIMO PIANO 1 croce che ne indichi la caratteristica di edificio cristiano. Davanti a 170 mila persone di 100 nazionali- tà diverse accorse allo Stadio al Zayed, in una giornata eccezionalmente proclamata festiva dal governo degli Emirati per permettere a tutti di partecipare, Papa Francesco ha predicato sul Vangelo delle beatitudini, e ha chiesto per i cat- tolici che vivono negli Emirati “la grazia di cu- stodire la pace, l’unità, di prendervi cura gli uni degli altri, con quella bella fraternità per cui non ci sono cristiani di prima e di seconda classe”. E così, il tema della fraternità è stato anche al centro dell’omelia della prima grande messa pubblica della penisola arabica. ■ 1 12 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 Una emigrazione “circolare” Alcune esperienze di migrazione fatta da partenze e rientri temporanei Giorgio Paolucci E sistono tante dinamiche migratorie: c’è di un progetto di migrazione circolare nato in quella di sola andata, quella che si conclu- Sicilia nell’ambito dell’associazione Don Bosco de con il rientro nel Paese di origine, e quel- 2000, che gestisce alcuni centri di accoglienza la “circolare” fatta di partenze e di rientri tempo- per migranti nel territorio catanese. Dopo esse- ranei. Seny Diallo, un giovane arrivato in Italia re stato accolto, Seny ha seguito un percorso di dal Senegal nel 2014, oggi titolare di protezio- formazione professionale, è diventato mediato- ne internazionale, da due anni è protagonista re interculturale e oggi fa la spola tra Africa e Ita- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 13 1
1 IMMIGRATI 1 lia con due obiettivi: informare sui pericoli dei viaggi nel deserto e in mare che tanti giovani in- traprendono andando incontro alla morte, e av- viare iniziative che favoriscano lo sviluppo loca- le motivando a restare nel Paese di origine chi si candida a partire verso l’Europa. La costruzio- ne di alternative praticabili alla migrazione si è tradotta nella realizzazione di orti attrezzati con pannelli solari e impianti di irrigazione a goccia per consentire una produzione che non si limi- ti ai quattro mesi della stagione delle piogge - come accade solitamente - ma si estenda a tutto l’arco dell’anno, e nella progettazione di attività che valorizzino l’artigianato locale e nella pro- posta di circuiti turistici. La regione di Tambacounda, una delle zone più povere del Senegal, è il luogo che ospita questi progetti, che hanno già coinvolto alcuni giova- ni decisi a lasciare la loro terra e ora coinvolti in queste iniziative con lo scopo di dare un futuro 1 14 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 più solido alla loro esistenza. Analoghe iniziati- attori di un ciclo di “andate e ritorni” nei quali ve si stanno avviando anche in Gambia, un altro diventano di fatto dei cooperanti. È una dinami- Paese da cui provengono molti giovani sbarcati ca che favorisce il loro protagonismo e contri- in Italia in questi anni. buisce a modificare le logiche della migrazione “Ho conosciuto tanti, troppi amici che sono ‘di sola andata’, pericolosa per chi la affronta - morti attraversando il deserto o il mare per co- come dimostrano le tragedie consumate nel Me- ronare un sogno che si è invece rivelato un incu- diterraneo in questi anni - e che sottrae capitale bo - racconta Seny -. E così ho pensato di impe- umano ai Paesi di partenza penalizzandone le gnarmi per convincere i giovani del mio Paese a potenzialità di sviluppo”. investire le loro energie per avviare esperienze di Venendo in Italia, Seny ha conosciuto il carisma microimprenditorialità che producono reddito”. salesiano attraverso i volti di Agostino Sella e di Nel tempo altri migranti arrivati in Sicilia si sono tanti volontari che collaborano nelle iniziative affiancati a Seny in questo progetto di migrazio- di accoglienza attuate a Catania e dintorni. “In- ne circolare, che fa intravedere una prospettiva contrandoli, ho capito che Don Bosco, che nella interessante su vasta scala e si presenta come una sua vita ha aiutato tanti giovani in difficoltà, era realizzazione concreta di slogan molto enuncia- un uomo di Dio perché amava chi incontrava ti e poco praticati come “aiutiamoli a casa loro”. e si chiedeva sempre cosa poteva fare per acco- “I migranti mettono a frutto ciò che hanno im- gliere il suo bisogno. Io, musulmano, lo rivedo parato in Italia, trasferendo nei Paesi di origine oggi nei volti degli amici cristiani che seguono il il know-how maturato durante la loro perma- suo carisma e mi stanno accompagnando in un nenza - spiega Agostino Sella, presidente dell’as- cammino di valorizzazione delle mie capacità e sociazione Don Bosco 2000 - e diventando così di riscatto della mia terra”. ■ 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 15 1
1 IMMIGRATI 1 Ius soli e il caso Rami Cosa prevede la legge (che non c’è) Stefano De Martis “U na pagina incivile per l’Italia. Chiedia- Il tema della cittadinanza italiana per i ragazzi mo scusa agli 800mila compagni di stranieri che crescono insieme ai “nostri figli”, scuola dei nostri figli”. Era il 23 dicem- per citare l’Unicef, è tornato sulle prime pagine bre 2017 e il lapidario commento dell’Unicef re- con il caso di Rami Shehata e Adam El Hamami, sta scolpito nella storia di una legge – quella sul- i due piccoli eroi del bus dirottato e incendiato. lo ius soli “temperato” e sullo ius culturae – che Ma non è un tema che possa essere circoscritto a non ha mai visto la luce nonostante l’approva- circostanze così eccezionali. zione da parte della Camera nell’ormai lontano È un tema che riguarda la sfera dei diritti e che do- 13 ottobre 2015. Quel 23 dicembre – era un sa- vrebbe trovare una sistemazione organica a livello bato, ultima seduta prima della pausa natalizia normativo. Se ci fossero la volontà politica e i nume- – al Senato venne a mancare il numero legale: ri in Parlamento, basterebbe ripartire da quell’onesto banchi vuoti nello spazio del centro-destra e del punto di mediazione che è rappresentato dalla legge M5S, ma in parte anche tra le fila del centro-sini- affondata nella passata legislatura. stra. Poiché si sapeva che il Parlamento sarebbe A essere precisi, nel nostro ordinamento il prin- stato sciolto di lì a pochi giorni per consentire le cipio dello ius soli (ben noto al diritto romano) elezioni politiche il 4 marzo successivo, fu subito già esiste in virtù della legge 91 del 1992, secon- chiaro che il destino di quella legge era segnato. do cui lo straniero nato in Italia e che vi abbia 1 16 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 e non prevedeva alcun automatismo generaliz- zato. Essa stabiliva l’acquisto della cittadinanza per chi fosse nato nel territorio italiano da geni- tori stranieri, dei quali almeno uno in posses- so del diritto di soggiorno permanente (per gli immigrati comunitari) o del permesso per sog- giorno di lungo periodo (nel caso di extracomu- nitari). Questa sottolineatura, in rapporto alla normativa allora in vigore, implicava che in en- trambi i casi il requisito decisivo fosse il soggior- no in Italia per almeno cinque anni. Infatti il diritto di soggiorno permanente veniva riconosciuto al cittadino dell’Unione europea e ai suoi familiari che avessero soggiornato legal- mente e in via continuativa per cinque anni sul risieduto legalmente senza interruzione fino territorio nazionale. A sua volta il permesso per alla maggiore età, diviene cittadino al raggiun- soggiorno di lungo periodo veniva rilasciato ai gimento di quest’ultima. Ma quella legge risale cittadini di Stati non appartenenti alla Ue pur- a oltre un quarto di secolo fa e negli anni la si- ché titolari, da almeno cinque anni, di un per- tuazione è profondamente cambiata. A guardar- messo di soggiorno in corso di validità, e di altri la con occhi liberi da schemi ideologici, la ne- tre requisiti: reddito non inferiore all’importo cessità di considerare italiani ragazzi che sono annuo dell’assegno sociale; alloggio idoneo a nati nel nostro Paese, che parlano italiano con termini di legge; superamento di un test di co- l’accento di uno dei nostri tanti dialetti e maga- noscenza della lingua italiana. Da tale permesso ri vorrebbero diventare carabinieri come Rami e venivano esclusi gli stranieri pericolosi per l’or- Adam, appare in tutta evidenza un fatto di equi- dine pubblico o la sicurezza dello Stato. tà e di civiltà. La proposta della scorsa legislatura individuava Ma quali erano i punti principali della proposta anche un’altra strada per il riconoscimento del- che nella XVII legislatura è stata approvata solo la cittadinanza ai minori stranieri e si trattava di da un ramo del Parlamento? un aspetto particolarmente originale e moderno La parte dedicata alla cittadinanza per nascita del provvedimento, in cui emergeva in primo era ispirata al cosiddetto ius soli “temperato”, piano il fattore formativo (di qui il riferimento in quanto fissava una serie di criteri e di regole allo ius culturae). 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 17 1
1 IMMIGRATI 1 Questo diverso itinerario riguardava gli stranieri introduceva un diritto, ma rientrava nel campo nati in Italia o entrati entro il compimento dei della concessione della cittadinanza, quella che dodici anni, a cui veniva riconosciuto il diritto comunemente si chiama “naturalizzazione”. Un alla cittadinanza italiana qualora avessero fre- provvedimento discrezionale (con decreto del quentato regolarmente (secondo le norme vi- Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio genti) un percorso formativo di almeno cinque di Stato, su proposta del ministro dell’Interno) anni nel territorio nazionale. da richiedere al prefetto o all’autorità consolare. Tale percorso formativo doveva consistere in I potenziali beneficiari erano gli stranieri arriva- uno o più cicli presso istituti appartenenti al si- ti in Italia prima della maggiore età e legalmen- stema nazionale d’istruzione oppure in corsi d’i- te residenti da almeno sei anni. Anche in questo struzione professionale triennali o quadrienna- caso entrava in gioco l’elemento formativo. Ve- li, idonei al conseguimento di una qualifica. Nel niva infatti richiesta la regolare frequenza di un caso in cui la frequenza riguardasse il corso di ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo istruzione primaria era necessaria anche la con- conclusivo, presso istituti del sistema naziona- clusione positiva di tale corso. le d’istruzione, o di un percorso di formazione Oltre ai primi due era previsto un terzo filone, professionale, con il conseguimento della relati- anch’esso con elementi di novità, che però non va qualifica. ■ *P RI M 15 O P .00 RE 0 € MI O CHI PARTECIPA fA vINCERE gLI ALTRI. A grande richiesta torna TuttixTutti, il concorso che premia le migliori idee per aiutare chi ne ha più bisogno. Iscrivi la tua parrocchia e presenta il tuo progetto di solidarietà: potresti vincere i fondi* per realizzarlo. Per partecipare basta organizzare un incontro formativo sul sostegno economico alla Chiesa cattolica e presentare un progetto di utilità Il concorso è organizzato CONCORSO dal Servizio C.E.I. PER LE PARROCCHIE sociale a favore della tua comunità. Parlane subito col parroco e informati su tuttixtutti.it per la Promozione del Sostegno Economico 2019 Anche quest'anno, aiuta e fatti aiutare. alla Chiesa cattolica. 1 18 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 Liberi di andare… …di traverso e contromano Germano Garatto L a società dentro cui viviamo la nostra vita D’altra parte, sono sempre più numerose le per- quotidiana – famiglia, scuola, professione, sone che hanno preso consapevolmente una de- appartenenze, amicizie, impegni, interes- cisione: quando si accende in loro questa luce si… – è come un fiume che scorre tra argini più e vedono ciò che la massa ignora, loro in que- o meno larghi e il panorama sembra ripetitivo, sti casi non si limitano a guardare, ma vanno senza sorprese. Eppure, a ciascuno di noi capita verso. Le notiamo tutti queste situazioni dove che in certe circostanze ci si accendano gli occhi persone come noi attraversano il movimento per vedere situazioni che ci mettono a disagio o della corrente, vanno verso un punto fuori dal- ci che fanno male. In quel preciso istante in cui la traiettoria della fiumana umana in cui stan- “vediamo” facciamo un’operazione istantanea: no procedendo, per avvicinarsi a una situazio- decidiamo se andare verso o se lasciar perdere. ne ignorata o volutamente trascurata. Ebbene, Se lasciamo perdere, continuiamo a seguire la quando questo succede, quelle persone fanno corrente: dei nostri pensieri, delle nostre pre- una cosa grande: accendono una luce e rendo- occupazioni, come stanno facendo tutti quelli no visibile a tanti una situazione e un compor- che camminano nella fiumana intorno a noi. E tamento che tutti noi potremmo imitare e ripro- quella luce dentro di noi si spegne, i nostri occhi durre. La luce che si accende quando andiamo non vedono più. di traverso, o addirittura contro corrente, per 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 19 1
1 IMMIGRATI 1 raggiungere una realtà ignorata, scartata, disu- manizzata, questa luce viene prodotta proprio dall’attrito con le coscienze che stanno andan- do nel senso della fiumana cieca, che cammi- na nel crepuscolo.È una luce di intensità va- riabile, dipende dalle circostanze, da quanto è fitto il buio intorno: può essere solo un cerino acceso per qualche istante, che lascerà comun- que impressa negli astanti l’immagine indele- bile di un gesto, di un volto, di uno sguardo… A nessuno di noi sfugge il valore di questi com- portamenti “illuminanti” per la nostra vita, per i nostri figli di oggi e di domani. Allora riprodu- ciamoli questi momenti di luce, decidiamo di deviare dalla traiettoria della fiumana, non te- miamo per l’attrito con le coscienze che urtiamo per andare di traverso o contromano. Questo at- trito genera luce per tanti che camminano con l’angoscia per il buio in cui ci stiamo addentran- do. E soprattutto indicano una via di uscita alle nuove generazioni che non sanno da che parte andare. ■ 1 20 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 “Alla ricerca della casa perduta” Il racconto di una ragazza tunisina A nove anni di età, la vita mi ha catapulta- più grandi con le quali ho un rapporto aperto, to in un altro mondo. Dalla Tunisia sono franco. È vero, emigrare significa lasciare la pro- arrivata in questo Paese, l’Italia. Paese sco- pria casa, il proprio nido per imparare a vivere nosciuto, in cui vivevano persone che non co- in un’altra casa con costumi differenti, un’altra noscevo, nel quale non avrei mai immaginato lingua, altre abitudini, comportamenti diversi… come poter essere accolta, soprattutto quando Ho imparato quanto l’ospitalità e l’accoglienza l’emigrazione non è una scelta, ma quasi una giocano un ruolo vitale nell’integrazione del mi- costrizione. Lasciare la mia terra e la mia casa, grante, colui che si trova a vivere in casa d’altri. luogo che mi dava sicurezza, per trasferirmi in Accogliere è far vivere. Ed è il valore più grande una terra e in una casa sconosciuta e insicura, nella nostra terra di Tunisia. Valore luminoso, mi faceva rabbrividire. Solamente il fatto di es- sorridente, solare. Perché è l’unica maniera per sere con la mia famiglia mi dava un senso di si- un essere umano di comunicare all’altro e di ri- curezza. L’accoglienza a scuola non mi è stata di scaldarne il cuore. aiuto per uscire dalla voragine del pregiudizio. Il luogo dove vivo ora è a Porto Recanati. Si chia- La mia infanzia non è stata facile, né tantome- ma Hotel House: un edificio di 16 piani, per cir- no sopportabile, vicino a coetanei che eviden- ca duemila persone, nel quale convivono più di ziavano la mia diversità. L’integrazione è stata 40 nazionalità diverse. È considerato una “ver- assai difficoltosa. Fino ad oggi ne sono ancora gogna nazionale”, un “ghetto verticale” secondo influenzata; sì, da tutto quello che ho passato la stampa nazionale. Qualsiasi disgrazia o trage- giorno per giorno… Sono state come delle cre- dia nella cittadina di Porto Recanati, viene im- pe sui muri della mia casa. Fino ad oggi sen- putata direttamente al palazzone, per cui mol- to la difficoltà di parlare con ragazzi e ragazze ti lo chiamano oggi “ghetto dell’orrore”. Per me che hanno la mia età, anche se ho tante amiche la cosa più importante è che le etnie convivono 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 21 1
1 IMMIGRATI 1 insieme, nonostante le diversità e le difficoltà di all’acqua per 4 o 5 giorni per lavori di manuten- integrazione, derivanti dai pregiudizi scagliati zione: questo mi causa un grande disagio a livel- verso questo grattacielo come maledizioni. Tali lo soprattutto igienico. definizioni rispecchiano solamente la parte este- Quest’estate sono stata a casa mia nel mio pae- riore del palazzone, come è per la punta di un se, la Tunisia. Mi ricordava con emozione il mio iceberg. Ciò che, invece, non è visibile e che pur- breve periodo di infanzia passato lì con mam- troppo pochi riescono a cogliere è la forte coabi- ma e i miei fratelli. Durante il viaggio in mac- tazione solidale tra le diverse etnie. Nell’estrema china sentivo il profumo dell’aria, l’odore delle povertà il valore della fratellanza. Non vi è mai fabbriche, il fumo di bruciato di legna: tutto mi stata una lite, la cui causa sia la razza o la reli- diceva che ero arrivata nel mio habitat. Sì, nella gione e questo crea le condizioni per una convi- mia casa. Davvero casa, nel senso più vero e più venza tra di noi. La sfida più grande della civiltà, grande della parola. Un porto sicuro, un rifugio, infatti, è la difficoltà degli uomini a vivere insie- un riparo e persino il calore di un nido che ac- me. L’Hotel House visto con i miei occhi sembra coglie me e la mia famiglia e ci protegge. Or- una grande casa comune per tutti gli stranieri. mai, avendo passato tanti anni in Italia, la mia Bravi e meno bravi. casa tunisina è diventata soltanto un luogo dove È come una città nella città, perché oltre ad avere passare le vacanze estive o natalizie. Vi vivo così una posizione molto periferica rispetto al cen- bene che se non fosse per la sessione di esami tro di Porto Recanati, offre con semplicità tutti i da fare, non ritornerei mai in Italia. La possibili- servizi di cui si ha bisogno: negozi etnici di ali- tà di fare una doccia quando volevo, di avere un mentari, lavanderia, bar, servizi del doposcuola tavolo su cui studiare, di non essere disturbata e persino il meccanico. Questa è l’immensa casa da nessuno, mi rendeva così contenta di vivere dove ho vissuto per 17 anni, non avendo mai nella mia casa. Le esigenze, i bisogni primari che problemi con nessuno. Essa delinea il confine non trovavo in Italia li ritrovavo nel mio paese. tra un dentro e un fuori, che spesso sono condi- Mi facevano capire il valore delle piccole cose, zioni più psicologiche che fisiche. Tuttavia, con che rendono l’anima felice e serena. E la non- il passar degli anni il disagio e le preoccupazio- na che mi diceva sempre di non pensare troppo ni mi stimolano sempre di più a voler lasciare e di lasciare tutto a Dio che decide tutto per le questa casa… persone. Così, nonostante le paure, le difficoltà, La preoccupazione è cresciuta ancora di più le preoccupazioni e i disagi ancora oggi viviamo quando i terremoti avvenuti nel 2016 e nel 2017 all’Hotel House. A differenza dei miei genitori, hanno portato al degrado in vari parti del grat- vorrei poter uscire da questo luogo. Soprattut- tacielo. Sono venute meno le condizioni igieni- to, tra l’altro, per l’igiene, perché a livello socia- che del palazzo, ascensori che non funzionano, le siamo tutti fratelli stranieri, che condividono scale di emergenza indisponibili, acqua che ar- una grande casa, simbolo del rispetto reciproco riva dal pozzo sporco, immondizia dappertut- della libertà altrui. to... Inoltre, nell’appartamento dei miei le crepe Il senso dell’abitare è quello di imparare ad rimaste sui muri mi provocano sempre il timo- ascoltarsi, a convivere con le proprie particolari- re appena le guardo. Nel periodo del terremoto tà, anche quelle che ci rendono meno orgoglio- è stato difficile vivere: dormivamo tutte le sere si di noi stessi, come la rabbia, la paura, le insi- nel furgone, finché la terra ha smesso di tremare. curezze, gli errori commessi. Ascoltare i nostri Poi, ogni giorno che dormivo nel mio letto, sen- bisogni, accettarsi ed accogliere quanto di noi tivo il diramarsi delle crepe all’interno del muro ci piace meno, ciò che non vorremmo mostrare e subito guardavo il lampadario per poter av- agli altri, ma che ci appartiene. Sì, la casa siamo vertire tutti in casa. Per me continuare a vive- noi. Essa appare solida all’esterno, ma con tan- re all’Hotel House è diventato ora ben difficile: te fragilità al suo interno. Coltivare anche que- qualche volta sono andata in depressione. Non ste fragilità, imparare ad amarle, ci renderà più avere un tavolo su cui studiare, non avere il ri- grandi. Ci farà crescere in umanità. ■ scaldamento d’inverno, non riuscire ad avere il confort per studiare, a volte non avere l’accesso Rihab Tabbal, 25 anni, studentessa universitaria 1 22 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 Immigrati e lavoro Così le competenze dei rifugiati diventano risorsa in azienda Paolo Lambruschi L o studio Baker McKenzie con il Consorzio collettività toglierli dal limbo dove spesso preci- Farsi Prossimo ha lanciato il “Refugee Inte- pitano finita l’ospitalità dello Sprar e dare loro gration Program”. Percorsi di traineeship in una possibilità. In Italia sono 167mila, numero coop e grandi aziende. decisamente sostenibile. In un palazzo poco di- Rifugiati come risorse e opportunità anche eco- stante da Piazza Duomo, a Milano, nella sede nomiche per le società dove sono stati accolti. milanese dello studio legale internazionale Ba- Quella che sembra una bestemmia per la propa- ker McKenzie, l’avvocato Andrea Cicala racconta ganda e il vento che spira nel pianeta reale e in la sua l’idea di integrazione lavorativa dei rifu- quello virtuale, è un’evidenza compresa da tem- giati nel suo mondo, quello produttivo. Un’idea po nel circuito delle grandi aziende nazionali e che grazie alle reti ha percorso un lungo cam- globali. Che collaborano in una rete strategica mino. «Una sera di luglio del 2017 – racconta con il terzo settore non per iniziative assisten- – dopo l’ennesimo sbarco mi sono chiesto cosa ziali, ma di responsabilità sociale ormai entra- poteva fare un cittadino per offrire un futuro al ta nel dna di molte imprese. Lo scopo è inserire profugo che restava in Italia. Ne ho parlato con in ambienti lavorativi persone di talento titolari una mia ex assistente in studio, oggi docente di uno status internazionale, quello di rifugiato, universitaria di diritto dell’immigrazione, Ales- che nessun governo o ministro potrà mai revo- sia Di Pascale. care. Insomma in Italia ci sono e ci resteranno. L’idea di puntare sul lavoro per integrare i rifu- Inoltre sono motivati perché vogliono integrarsi giati è nata in modo informale. Lei ha avuto l’in- e diventare autonomi, dunque è interesse della tuizione di puntare sui titolari di protezione in- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 23 1
1 IMMIGRATI 1 vazione trovata nei tirocinanti è stata alta. Un’e- sperienza da riproporre anche nelle nostre sedi ad esempio in Europa». A volte ci sono problemi di lingua perché i ri- fugiati provengono da Afghanistan, Turchia, Pa- kistan o dall’Africa subsharia. E poi i problemi culturali. Uno dei rifugiati in tirocinio, ad esem- pio, svolgeva benissimo il proprio lavoro in un albergo di una grande catena. Ma andava via un’ora prima. Quando gli è stato fatto notare ha risposto che, esauriti i compiti assegnati, non voleva farsi pagare in più. Non sapeva che il sa- lario non è orario. «La presenza dei rifugiati nei team – aggiunge Cicala – ha migliorato i rappor- ternazionale. Il loro permesso è irrevocabile e ti. Tutti si concentrano su di loro e le dinamiche loro devono comunque restare nel nostro Pae- relazionali cambiano». se. È interesse della comunità integrarli affinché L’assunzione di un rifugiato è spesso un successo raggiungano piena autonomia». La professores- anche del gruppo, passaggi fondamentali come sa Di Pascale conosceva le cooperative del con- l’autonomia abitativa o il ricongiungimento fa- sorzio Farsi Prossimo della Caritas Ambrosiana. migliare sono condivisi. «Cadono barriere e pre- «Eravamo in un percorso parallelo senza saper- giudizi perché il rapporto è interpersonale». Per lo – spiega il presidente del consorzio Giovan- Giovanni Carrara è una sfida vinta. «Il progetto ni Carrara – noi stavamo partecipando al ban- proponeva un centinaio di tirocini su scala na- do europeo Fami cofinanziato dal Viminale per l’integrazione lavorativa dei rifugiati». Dall’in- contro tra lo studio internazionale e il consor- zio di cooperative nasce la volontà di collabora- re. I fondi per i tirocini ci sono, la sfida è trovare aziende, ascoltare le necessità e scegliere i candi- dati. «Il ruolo del Consorzio è stato fondamen- tale – riconosce Cicala – perché conoscono le persone e da anni lavorano bene con i rifugia- ti. Da parte nostra abbiamo contattato diver- se aziende presentando il progetto». La propo- sta ha un inaspettato successo. Alcune aziende hanno aderito subito, altre hanno preso tempo. C’è chi preferisce ancora oggi non apparire e chi aderisce apertamente. Come Mantero, antica e nota azienda tessile lombarda, dove dopo il ti- rocinio sono stati assunti a tempo indetermina- to tre rifugiati. Dopo una attenta selezione cu- rata dal ‘Farsi prossimo’ i tre in azienda hanno dimostrato di avere attitudini adatte a un lavoro particolare come la scelta e l’abbinamento dei tessuti e dei colori delle stoffe. Altri sono stati as- sunti in una prestigiosa maison di moda, Rober- to Cavalli. In Baker McKenzie tre persone sono state inserite ai servizi generali, alla reception e ai servizi informatici. «Non è stato tutto facile, ovviamente – commenta il legale –. Ma la moti- 1 24 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 IMMIGRATI 1 zionale, una trentina sono stati assunti. Abbia- mo scelto le persone in base alle caratteristiche richieste trovando nelle aziende interlocutori at- tenti. Credo che si sia dimostrato che nei centri di accoglienza ci sono persone che sono risorse e non un peso. La Germania l’ha capito per pri- ma nel 2015. Vogliamo continuare questa colla- borazione strategica con il mondo produttivo». L’attenzione ai rifugiati e alle loro capacità si sta affermando su scala globale. Negli Usa il rifugia- to curdo Hamdi Ulukaya, divenuto imprendito- re di successo in campo alimentare, che ha dato vita a Tent.org, piattaforma di aziende che assu- mono rifugiati e sostengono le loro startup. In Italia Generali attraverso il programma azienda- le Safety Net si propone di realizzare il potenzia- le imprenditoriale dei rifugiati affinché possano procurarsi con dignità i mezzi di sostentamen- to creando 500 nuove imprese, posti di lavoro e opportunità professionali. Sulla terrazza del pa- lazzo milanese che ospita Baker McKenzie l’av- vocato Cicala guarda i grattacieli di Milano in perenne costruzione come la fabbrica del Duo- mo: «Milano cresce ed è sempre cresciuta perché accoglie». Un modello replicabile in molte aree del nostro strano Paese. ■ 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 25 1
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 Pietre d’inciampo… … a ricordo del giovane del Mali con la pagella cucita nella giacca Ilaria Solini E ntrando nelle scuole superiori di Vercelli ra- A Vercelli la cerimonia è avvenuta ieri, 12 gazze, ragazzi e insegnanti dovranno fare at- marzo in occasione della giornata dei Giusti tenzione a non inciampare in una piccola la- dell’Umanità dopo che tutte le scuole superiori stra a ricordo di un loro coetaneo nato in Mali avevano accolto la proposta dell’Istituto Com- e annegato nelle acque del Mediterraneo a 14 prensivo “B. Lanino”: “Quest’anno siamo felici anni, il 18 aprile 2015, in uno dei più spavento- di aver avuto la collaborazione di tutte le scuole si naufragi avvenuti nel mar Mediterraneo dalla della città, che hanno accolto la nostra propo- seconda guerra mondiale, dove morirono anne- sta di posizionare una pietra d’inciampo dedica- gati nel canale di Sicilia oltre mille esseri uma- ta al giovane del Mali morto annegato portando ni che cercavano di raggiungere il nostro Paese. la pagella cucita negli abiti” si legge sulla pagi- Nessuno conosce il suo nome, ma Cristina Catta- na Facebook dell’istituto Comprensivo “B. Lani- neo, medico legale che ha raccolto con cura le sue no”: “È un messaggio importante che testimo- spoglie, nel libro “Naufraghi senza volto” ha rive- nia l’apertura al dialogo e all’accoglienza della lato un dettaglio che ha commosso molti. Cucito comunità scolastica di Vercelli”. nel risvolto di una tasca dei suoi abiti ha trovato Già il presidente della Repubblica Sergio Mat- infatti, ben riposta, la sua pagella piena di buo- tarella aveva citato la commovente storia dello ni voti scritti in arabo e francese. Un documento studente del Mali come monito per le coscienze che dava prova del suo impegno scolastico e che di tutti: “I giovanissimi attribuiscono alla pagel- lui ha desiderato portare con sé nella lunga tra- la il valore di un passaporto, di accreditamen- versata del deserto e del mare, perché probabil- to per il mondo”, sottolineando come lo studio mente sognava potesse fargli da lasciapassare nel costituisca al tempo stesso “la spinta e lo stru- trovare un lavoro o magari proseguire gli studi. mento per l’apertura”. 1 26 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 Chiedendole ragione di questa scelta, aveva rac- contato a Internazionale che “quel segno, ben visibile nel pavimento all’ingresso dell’istituto che dirige, è solo uno dei punti di arrivo di un progetto didattico dedicato ai migranti, frutto di una ricerca che nella scuola dura dal 2015 e ha coinvolto i ragazzi del biennio”. Le pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig sono poste all’uscita di una casa in cui la vittima non è potuta tornare, mentre la pietra posta dai ragazzi di Pagani sta sulla soglia di una scuola che forse, se avesse avuto maggiore fortu- na, il ragazzo del Mali avrebbe potuto frequenta- re per completare gli studi a cui teneva tanto”. ■ E anche in un liceo della provincia di Salerno nel gennaio 2019 era stato compiuto un gesto analogo di testimonianza civile: Elzida Pepe, preside dello scientifico “Mangino” di Pagani, insieme ad alcuni insegnanti e a un gruppo di studenti “alla fine di una loro rappresentazione dedicata a esplorare e a mettere in scena l’ango- scia dei sopravvissuti, hanno voluto incastona- re, nel pavimento della scuola, una targa che ri- corda lo sconosciuto ragazzo del Mali annegato con la sua pagella”. 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 27 1
1 STUDENTI INTERNAZIONALI 1 Viaggio Queste le parole con cui Fabrizio Mandreoli e Giulia Cella, curatori del volume edito da Zikka- ron (febbraio 2019), sintetizzano il Progetto di intorno ricerca-azione che ha visto protagonisti otto gio- vani universitari di Bologna: Alice Spazian, Eri- ca Graziano, Fatima Zahra Dounasser, Leonardo Caterina, Lorenzo Panzavolta, Riccardo Merighi, al mondo Riccardo Tinti e Wissal Chabib. Il progetto che nasce per iniziativa dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Bologna, in stretta collaborazione con l’omoni- Una esperienza a Bologna mo Uffico CEI, ha visto i giovani ricercatori ri- trovarsi settimanalmente nei locali della chiesa universitaria di San Sigismondo, per studiare in- Maurizio Certini sieme, discutere, interrogare esperti; per poi par- tire alla scoperta del territorio, con lo sguardo su esperienze poco co- U n’esperienza di ricerca tra nosciute o per nulla note, incon- fedi, appartenenze e identità trando persone e comunità. Certi in trasformazione nella città che la nostra epoca della comples- di Bologna. sità e della mobilità, con città sem- Chi, dove e come si prega nelle nostre pre più plurali, ci impone di en- città post secolari? Come si esprime il trare in un tempo nuovo, in cui bisogno di riconoscimento della pro- l’umanità faccia un salto culturale pria identità di fede, culturale e socia- per crescere nella dimensione del- le? Un gruppo di giovani universita- la relazione, dimensione di frater- ri parte dalla ricerca delle molteplici nità che porta – come osserva nel tradizioni religiose presenti in una Bo- libro il prof. Marco Bontempi – logna in trasformazione. Un’incursio- alla “integrazione come processo ne straordinaria dentro a mondi vitali aperto di trasformazione della so- “altri”, per conoscere meglio anche se cietà, nella quale chi viene da fuori stessi. e chi c’è già sono reciprocamente coinvolti”. Il sociologo Bauman paragona i membri del- Consapevoli di come la vita sia fatta di incontri la nostre società occidentali a dei pattinatori su e di doni reciproci, la parola Viaggio rende bene di un lago ghiacciato, costretti a correre sempre l’idea del percorso fatto. Anzitutto un viaggio più veloci per non sprofondare a causa del poco verso le comunità e i gruppi religiosi presenti a spessore dello strato di giaccio su cui si trova- Bologna (il 15% della popolazione: sessantami- no. Non si riesce a sostare, per conoscersi e dia- la persone di 149 nazionalità), con tradizioni logare. Cresce la paura dell’altro. Si dilata un’a- culturali e religioni diverse; ma anche un viag- rea grigia, una fascia di popolazione a rischio, in gio dentro se stessi. Un viaggio che apre alla spe- bilico tra coscienza multietnica e atteggiamen- ranza, e ha permesso sia ai giovani ricercatori, ti intolleranti e xenofobi. Tale consapevolezza sia alle persone incontrate di andare più a fon- obbliga tutti a un maggiore impegno educativo, do nelle proprie rappresentazioni, per riscoprire che parta dall’incontro e dalla conoscenza della e comunicare ciò che si è. realtà dell’altro per realizzare una società inclu- Il volume dà anche ottime indicazioni di me- siva, interculturale, pacifica; ciò che Tonino Bel- todo per dar vita a viaggi-ricerca. L’obiettivo del lo chiamava “convivialità delle differenze”. volume è infatti raccontare, attraverso la voce “Un complesso esercizio di cittadinanza, di re- dei protagonisti, le tappe di un percorso di co- sponsabilità e di amicizia. Potremmo definire noscenza e di relazione, con l’auspicio che l’e- così i mesi trascorsi insieme in questo inedito sperienza fatta a Bologna possa essere di apripi- Viaggio intorno al mondo”. sta per iniziative analoghe. ■ 1 28 1 migrantiPRESS 1 4 aprile 2019
1 ITALIANI NEL MONDO 1 Ha ancora senso definirci “Missione”? Una riflessione di un missionario con gli italiani in Svizzera Antonio Grasso* L e nostre comunità sono conosciute come Queste non sono sottigliezze linguistiche ma “Missioni cattoliche italiane”. Col tempo ab- sono un linguaggio inclusivo, che è attento alle biamo imparato a dire “Missioni cattoliche dinamiche di sviluppo della comunità e cerca di di lingua italiana”, per sottolineare che non sia- generare un senso di appartenenza, fondando mo una comunità nazionale – italiana – ma una l’unità non sulla nazionalità ma sulla comune comunità di fedeli di varie nazionalità, che pre- fede in Gesù, espressa in lingua italiana. La lin- gano in lingua italiana. gua, dunque, in questo modo, diventa uno stru- 4 aprile 2019 1 migrantiPRESS 1 29 1
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