Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
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ontagna Nostra Notiziario Aveto - Nure N. 2/2018 Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza Si riparte dal Cantamaggio (Foto Ilaria Toscani)
ontagna ontagna Nostra Nostra Biancheria intima uomo e donna delle migliori marche FERRIERE - Corso Genova, 13 Tel. 0523.922166 - Abit. Tel. 0523.922540 PODENZANO - Piazza Italia, 53 tel. 0523.556790 Cellulare 339.7893311 guidobergonzi@libero.it Si vendono appartamenti oltre che a FERRIERE anche a BETTOLA - PONTEDELLOLIO - PODENZANO - PIACENZA e in località di riviera come CHIAVARI e LAVAGNA 2 3
ontagna ontagna Nostra Nostra Editoriale C on la consueta puntualità, Monta- gna Nostra presenta ai propri let- tori alcuni aspetti di vita quotidiana un’occasione per chiedere al “nostro protettore” aiuto e una speciale bene- dizione. vissuti dalla comunità in questo perio- Aiuto, benedizione e protezione che do. chiediamo anche oggi, con rinnovata Lo facciamo, con significativo riferi- fiducia, per i bisogni del territorio e di mento a due momenti che hanno ca- tutte le nostre famiglie. ratterizzato e caratterizzano partico- Affrontiamo intanto questa nostra larmente il territorio. estate auspicando per tutti, residenti, Domenica 10 giugno u.s. abbiamo emigrati, villeggianti un felice e pro- eletto il nuovo Sindaco: facciamo gli ficuo soggiorno nella nostra stupenda auguri di “buon lavoro” al riconfer- alta Valnure. mato Giovanni Malchiodi, che con disponibilità, passione e tanto amore sta “lavorando” per una crescita eco- nomica e sociale della popolazione. Facciamo gli auguri anche ai riconfer- mati amministratori e a quelli che per la prima volta sono entrati a far parte della nuova amministrazione. L’augurio che, al di là, delle singole e diverse opinioni personali, tutti lavori- Prossima uscita di no per il bene comune. Montagna Nostra Siamo usciti da poco dalle elezioni po- sabato 15 settembre 2018 litiche, che stante una discutibile rifor- ma elettorale, voluta e approvata dal precedente governo, ha portato di fatto ad un “momento difficile”. Riteniamo ontagna che solo un azzeramento di tale situa- Nostra zione può indicare la strada maestra per il futuro nostro e per le generazio- Direttore responsabile: ni a venire. Paolo Labati labati.paolo@alice.it Un secondo aspetto, non meno impor- tante per noi, è la festa patronale di Registrato al Tribunale Piacenza: San Giovanni Battista. n. 39 del 24 marzo 1975 Sono lontani i tempi quando tale ap- Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. puntamento rappresentava un grande D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004,n.46) e insostituibile riferimento per la vita Art.1, comma 1 sociale e cristiana di tutta la nostra Stampatore: gente: la grande fiera era un momen- Ediprima - Piacenza to di incontro e opportunità economi- Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza 4 5 ca per tutti; le celebrazioni religiose
ontagna ontagna Chiesa e Mondo Nostra Nostra L’olio che non si può prestare N ella vita di ciascuno vi sono delle parole e delle azioni che non possono in alcun modo essere delegate. Gli altri possono sì aiutarci, ma mai sostituirsi a noi in quello che personalmente, e in modo responsabile, siamo chiamati a dire e realizzare. La pagina evangelica ci presenta una di queste impossibili deleghe. Se l’olio - il combustibile per le lampade - come nei Padri, è stato considerato come le buone/giuste azioni, ne consegue che, quando saremo dinanzi al Signore, ciascuno presenterà quanto compiuto. O, con altre parole, tutto ciò che la vita ci ha offerto per l’esercizio della nostra personale responsabilità, alla fine dei tempi ci verrà chiesto, con la tragedia che non avremo alcuna possibilità per colmare il vuoto che presentiamo, chiedendo ad altri un, ormai impossibile, aiuto. Siamo responsabili in prima persona di quanto detto o non detto, operato o non operato. Per questo, “nessuno deve appoggiarsi sulle opere e sui meriti altrui, perché è necessario che ognuno compri olio per la propria lampada”. Ma quanto finora considerato per i singoli ha, al contempo, una valenza comunita- ria, perché il numero dieci presente nella parabola dice l’interezza della comunità cristiana. Vi sono, così, delle responsabilità prettamente ecclesiali - per questo non delegabili - che vanno assolte, delle quali ci verrà chiesto conto dal Signore, e nei riguardi delle quali risponderemo pienamente: l’annuncio evangelico, il dono Il 20 Aprile tutti i sacerdoti della Valnure (da Pontenure a Ferriere) si sono incontrati eucaristico, l’amore vicendevole fino al perdono illimitato, la testimonianza traspa- a Pontedell’Olio per alcune riflessioni sull’attuale momento. Era presente il Vescovo rente del Dio di Gesù Cristo. Sono, questi, soltanto alcuni ambiti essenziali della mons. Gianni Ambrosio. vita e dell’azione della Chiesa che esigono la sua piena assunzione di responsabi- lità nell’attesa che lo Sposo ritorni. Ambiti che ricordano come la Chiesa è in fun- zione del suo Signore e del Regno e che nella sua vita, nel frattempo storico asse- Non si può delegare ad altri quanto è responsabilità di ciascuno. Per questo la tra- gnatole, deve annunciare agli altri uomini e donne l’Evangelo liberante di Gesù. La dizione cristiana ha sempre raccomandato l’esigenza di nutrire e custodire la vita prudenza delle cinque vergini, poi, significa essere vigilanti/pronti durante l’attesa. spirituale, personale ed ecclesiale. M.T. E anche questo non è delegabile, memori sempre della parola di Gesù: “due uomi- ni saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato” (Mt 24,40), perché non si può vigilare/essere pronti al posto di un altro. Ovvero, se la vigilanza/prontezza è l’attesa gioiosa e amante del Signore che viene, proprio queste caratteristiche non La Cooperativa di gestione, il Consorzio Casa Protetta possono essere inoculate nel profondo del cuore di un’altra persona. O si ama o e i Comuni di Farini e Ferriere non si ama lo Sposo. Pertanto, la delega impossibile consiste proprio nel trovarsi pronti alla venuta del Signore Gesù, rispetto a chi non lo sarà. invitano tutti La vigilanza dice, inoltre, la fedeltà che deve caratterizzare il discepolo nell’adem- sabato 21 Luglio 2018 - Ore 16,30 pimento del dono della fede cristiana ricevuta nel Battesimo, nella vocazione alla a Farini, nella struttura quale il Signore ci ha chiamati, nel luogo e con le persone con le quali Egli vuole che ci santifichiamo. per il ventennale di avviamento della Casa. Olio che non si può prestare è, ancora, tutto il tempo vissuto nell’ascolto del Si- 6 7 gnore e nello stare alla sua presenza.
ontagna ontagna Nostra Nostra Giovanni Malchiodi Al dottor Gianfranco Bruzzi confermato Sindaco del Comune il Bisturi d’oro 2018: il medico amato dalla gente Il sindaco uscente Giovanni Malchiodi batte lo sfidante Giampaolo Mainardi: 58,10% (488 voti) a 352 (41,90%). Malchiodi: “Sarò il sindaco di tutti”. U na Mareto ospitale come sempre, un comitato “paesano” che lavora per il bene della comunità, il vicino Albergo che collabora ad ogni iniziativa pubblica, un stupenda giornata di sole che ha messo in primo piano le bellezze della natura, un Mainardi: “Da noi opposizione seria e responsabile”. medico, che alla fine di un lungo servizio professionale svolto con capacità e tanto Questo il quadro delle preferenze: spirito di adattamento, di fronte a suoi ex pazienti che lo ringraziavano per il bene LISTA N. 1 MAINARDI SINDACO LISTA N. 2 MALCHIODI SINDACO ricevuto, si è commosso trattenendo a fatica le lacrime. Mattia Bergonzi 55 Paolo Scaglia 88 E’ questo il “bisturi d’oro” che il comitato “Pro Mareto” - presieduto da Stefano Giuseppe Sordi 39 Cristian Bergonzi 76 Garilli - ha voluto assegnare al dottor Gianfranco Bruzzi, bisturi d’oro che il gio- Girolamo Barbieri detto Carletto 30 Carlotta Oppizzi 48 ielliere Giulio Manfredi ha realizzato e donato per l’occasione. Dopo la Messa ce- Roberto Maloberti 28 Alice Agogliati 44 lebrata da padre Stelio Fongaro dei Scalabriniani, durante la quale oltre al Vangelo Pietro Roffi 22 Paolo Toscani 44 del giorno sul Regno di Dio, ha citato la 5° Opera di Misericordia corporale che Alessandro Costellotti 19 Antonio Labati 33 invita a visitare gli infermi. Gianfranco, ha continuato il celebrante, in questi 40 Livio Pareti 15 Fabio Casella 17 anni di attività in montagna ha messo in pratica ciò. “Mai un bisturi, ha detto padre Marta Carini 14 Ermanno Preli 11 Fongaro, è mai stato così ben assegnato”. Francesca Regano 10 Lodovico Balderacchi 5 Accanto al premiato, la moglie Adriana Lisetti, autorità e tanta gente che ha voluto Gianluca Bonvicini 10 esprimere al dottor Bruzzi un corale grazie. Malchiodi è stato riconfermato dai ferrieresi nel confronto con lo sfidante Giam- paolo Mainardi. Malchiodi con la sua lista “Ferriere continuare insieme Malchiodi sindaco” l’ha spuntata in quattro dei cinque seggi del comune: 488 voti a 352. In Consiglio comunale entreranno sette candidati di Malchiodi, mentre faranno parte dei banchi della minoranza Mainardi, Mattia Bergonzi e Giuseppe Sordi. Malchiodi ringrazia e gli elettori e promette lo stesso impegno che ha caraterizzato lo scorso mandato amministrativo. Mainardi in un comunicato afferma che “la maggioranza nei prossimi 5 anni ci troverà a suo fianco quando e se proporrà iniziative a favore dei concittadini.Sare- mo a suo fianco, continua, per battaglie a difesa e etutela del territorio, come per avere un medico fisso a Ferriere, una strada migliore per Piacena, per difendere la guardia medica, il centro prelievi e l’ambulatorio pediatrico”. “La suadra vinci- trice di Malchiodi” 8 9
ontagna ontagna Nostra Nostra L’emigrazione da Ferriere a Parigi nella tesi di laurea della dott.ssa Martina Bosoni Pubblichiamo di seguito lo stralcio della tesi di laurea conseguita da Martina Bosoni in lingue e letterature straniere dal titolo "Da Ferriere a Parigi e ritorno: la maggior parte degli emigrati era il tà della motivazione, sia dal numero di l'emigrazione e la nascita di una comunità francofona". dialetto della regione nativa e l’italiano parlanti francese con cui erano in con- era parlato a stento. François Cavanna tatto. Naturalmente chi lavorava in ditte “...Noi siamo tuttavia gente rappresenta un’eccezione, dato che ha italiane con colleghi italiani parlava la onesta che non potendo rica- avuto la fortuna di intraprendere una lingua nativa, e aveva scarso interesse vare da questi sterili monti di formazione accademica, ma è comun- per il francese, come anche coloro che che vivere, invece di gridare, si que possibile rilevare nelle sue opere si trasferivano in Francia solo per brevi rassegna ad emigrare all’este- qualche aspetto dei problemi linguisti- periodi. Chi invece era a stretto con- ro e al di là, a forza di fatiche, ci di questa comunità. tatto con Francesi era più motivato ad privazioni e di risparmi, man- La lingua non era una grande preoccu- apprendere questa lingua e vi riusciva da alle proprie famiglie soddi- pazione per gli emigrati, confortati dal in tempi più brevi. sfatte quei mezzi di sussisten- fatto che nei quartieri che li avrebbero Un altro fattore importante per l’ap- za che le nega la terra nativa. ospitati avrebbero trovato i compaesa- prendimento del francese è quello dei (...)” (1) ni della Val Nure. matrimoni misti. Generalmente il co- Gli emigrati imparavano velocemente niuge francese era restìo ad imparare Così cita il quotidiano pia- qualche rudimento di francese per po- l’italiano e di conseguenza l’altro co- centino “Libertà” nel lontano ter farsi capire dagli autoctoni, ma fuo- niuge apprendeva velocemente il fran- 5 maggio 1883 per descrive- ri dall’orario di lavoro la maggior parte cese e ne assorbiva anche la cultura. re la condizione socioeconomica che La dott.ssa Martina Bosoni, a Casaldona- di loro non ne facevano uso. La com- Un esempio di questa situazione lo tro- i piacentini dovettero attraversare in to, dove trascorre il proprio tempo libe- petenza in francese raggiungeva livelli viamo nel romanzo di Cavanna “L’oeil quegli anni. Diverse furono le cause ro nella casa dei nonni materni. diversi per gli emigrati della prima e du lapin”: che li spinsero a lasciare l’amata ter- della seconda generazione. Maman n’a jamais daigné s’abaisser ra natale, due tra le principali furono I primi della famiglia che emigravano à essayer de comprendre la moindre senza dubbio la povertà estrema del- in Francia (la prima generazione) si syllabe de dialetto, “ce baragouin de la zona e l’aumento delle imposte. La re a sé stante, infatti la conseguenza di trovavano in una situazione di bilingui- sauvages”. Son vocabulaire exotique se situazione era aggravata dal fatto che tale fenomeno è il bilinguismo. Con il smo secondario, poiché hanno appre- limite à trois mots, qu’elle a d’ailleurs l’amministrazione provinciale mostra- termine bilinguismo intendiamo la ca- so naturalmente l’italiano o il dialetto francisés sans complexe (…). Ces trois va un completo disinteresse verso lo pacità che ha un individuo, o un grup- piacentino e in un secondo momento mots sont “poulainte”, “passe-ta-chute” sviluppo economico del paese. La crisi po etnico, di usare alternativamente e hanno imparato la lingua francese. La et “minestre”. economica fece sì che il tasso di po- senza difficoltà due diverse lingue.1 seconda generazione, costituita dai fi- vertà aumentasse e di conseguenza l’e- François Cavanna, nelle sue opere au- gli della prima, ha appreso l’italiano migrazione divenne l’unico spiraglio di tobiografiche (Les Ritals, L’oeil du la- (o il dialetto piacentino) e il francese luce per la sopravvivenza. pin) mostra come questi fenomeni si- nello stesso momento, quindi vive una Analisi linguistica dell’emigrazione. ano caratteristici anche delle comunità situazione di bilinguismo primario.2 Sul piano linguistico i movimenti mi- piacentine emigrate in Francia; fornisce Evidentemente, il francese parlato dal- (1) “da Morfasso” in “Libertà” 5 maggio gratori possono produrre dei fenome- esempi di interferenze fra più codici: la prima generazione risentiva mag- 1883, in Luigi Taravella, I Piacentini nella ni di contatto, e interferenza, tra idiomi il francese accademico (quindi colto), giormente dell’influsso della lingua regione parigina, Piacenza, Edizioni Tip. diversi, tipici delle situazioni di bi- e l’argot, il francese titubante parlato dai materna. Le.Co., 2006, p. 21. plurilinguismo. ritals e il dialetto piacentino. I tempi di apprendimento per la prima Il contatto linguistico non è un fatto- Tra l’800 e il ‘900 la lingua materna del- generazione dipendevano sia dall’enti- 10 11
ontagna ontagna Nostra Nostra ricordi del passato a cura di Paolo Labati scendere nelle buie e malsane galle- Un doveroso omaggio alle nostre Miniere rie e i secondi per trasportare fatico- samente il minerale verso Ferriere. Perché allora non cercare di mante- C hi oggi volesse visitare le “nostre miniere” di Canneto dovrebbe armarsi di un “pizzico” di spirito avventuroso ed inoltrarsi nella boscaglia che cresce spon- tanea nei pressi dell’accesso ai luoghi di estrazione. nere vivo il ricordo di questa passata attività? Ferriere, negli ultimi decenni, si è Per raggiungere l’antico centro siderurgico, partendo dalla “Piazza delle Miniere” sviluppato soprattutto come centro dove un tempo al posto della chiesa si trovava la fucina, ci si può incamminare turistico, climatico e luogo di villeg- verso la periferia di Ferriere passando accanto al ristorante "Il Maglio” il cui nome giatura. è stato conservato per rammentare che in quella casa anticamente era installato Allora diamo la possibilità a tutti di l’impianto di lavorazione del ferro. assaporare la storia antica di questo Canneto, il luogo dell’estrazione del mine- paese mediante la visita al Museo del- rale. Appena fuori dal paese, dopo alcuni chilometri, si scorge immediatamente la gros- sa roccia nuda e nerastra, che celava o cela ancora i minerali ferrosi, che appare, le Miniere, della famiglia Bergonzi, in con la sua imponenza, completamente differente dal resto del paesaggio fatto di Piazza delle Miniere nel capoluogo, montagne ricche di alberi e di vegetazione. dove sono conservati gli attrezzi uti- Abbandonando la strada e scendendo un ripido sentiero, oramai cancellato dal lizzati dai minatori, alcuni minerali tempo, evitando i rovi e gli spini, si arriva proprio di fronte alla miniera. Si è an- trovati nelle cave e antichi documenti cora lontani ma sulla facciata della nera roccia si possono scorgere tante piccole rappresentanti la struttura degli im- gallerie alcune franate, altre perfettamente integre che sembrano tante finestrelle pianti di lavorazione del ferro. affacciate sulla valle. Un doveroso grazie a tutti i volonta- Scendendo fino ai piedi della miniera e, oltrepassando il torrente Grondana, ci si ri che hanno reso e rendono anche trova proprio di fronte ad una galleria. Vicino all’ingresso si apre un pozzo molto quest’anno più agevole la visita alle profondo e la cava non è minimamente illuminata. miniere, sistemando i sentieri che vi Scalando la ripida montagna si può passare alla successiva galleria. conducono e ponendo cartelli segna- E’ profonda una decina di metri ed è perfettamente intatta. E’ facilmente ispezio- letici, in modo da permettere a tutti Il trasporto del materiale ferroso da Can- nabile: le parenti sono nere, lucenti dall’umidità e dalla presenza di pirite o di altri di visitarle liberamente. neto al Capoluogo. minerali dimenticati anni prima. Sul lato destro si trova una specie di nicchia dove Così facendo la storia delle “fabbri- sicuramente veniva collocata la lanterna per l’illuminazione e sul fondo della gal- che ferriere” non sarà dimenticata. leria si notano nel muro i buchi pronti per accogliere le cariche esplosive che per E se l’attività estrattiva, all’epoca, non chissà quali ragioni non sono mai esplose. ha permesso a Ferriere di svilupparsi Da fuori arrampicandosi per qualche metro, si arriva su un piccolo spiazzo dove come un’efficiente centro siderurgi- una di fianco all’altra si aprono due cave: la prima è franata perché le assi di legno co, forse la sua storia, oggi, gli darà che formavano la volta sono marcite a causa dell’umidità, mentre la seconda, il cui un briciolo di benessere economico. ingresso è stato rivestito di mattoni, è molto lunga e buia. E’ consigliabile non sa- lire oltre perché la montagna si fa sempre più ripida e franosa. Sovente nell’alveo Invitiamo tutti a partecipare alle visi- del Grondana si trovano dei pezzi di ferro di varia grossezza. te settimanali di questo luogo impor- Sembra di essere tornati indietro nei secoli perché il tempo ha conservato questi tante per la storia della nostra ter- luoghi, ha distrutto i segni lasciati dagli uomini e la vegetazione ha ricoperto i ra - secondo il programma che sarà sentieri. esposto in Tabaccheria a Ferriere. Celso illustra lo stato dei luoghi e in foto E’ suggestivo perlustrare le miniere dove secoli prima l’attività estrattiva era fioren- 12 una galleria. 13 te, dove minatori ed operai ogni giorno abbandonavano le loro case, i primi per
ontagna ontagna Nostra Nostra Confederazione Italiana Agricoltura (Cia) - A Giovanni Malchiodi subentra un’altro ferrierese: Franco Boeri naturalmente qui non posso fare altro che un piccolo elenco, senza pretesa di essere Cos’ è CIA Piacenza esaustivo, né di dare ricette miracolose. Lo spopolamento e l’abbandono dei terreni D opo lo svolgimento delle assemblee di zona, il 18 in essere può favorire l’accorpamento degli stessi da parte di persone interessate per gennaio scorso, presso l’agriturismo Ronco delle raggiungere dimensioni minime per esercitare l’attività agricola; la presenza di vasti Rose di Carmiano, sono stato eletto Presidente della CIA pascoli sul territorio va comunque sfruttata (se non è possibile con bestiame di pro- Agricoltori Italiani di Piacenza, succedendo a Giovanni prietà) affittandoli ad allevatori provenienti dall’ esterno perché il pascolo migliora i Malchiodi che ha svolto quell’incarico per 10 anni. Un terreni. Sarebbe utile individuare delle colture adatte alla montagna per mettere a red- riconoscimento, tra l’altro, agli agricoltori di montagna dito i terreni abbandonati, ispirandosi semplicemente a quello che viene realizzato in per quell’imprescindibile ruolo di tutela del territorio contesti similari (quali potrebbero essere nocciolo, piccoli frutti, patata), naturalmente che li caratterizza. con adeguati sistemi di difesa dagli animali selvatici. Ricreare una filiera del latte, an- La CIA (insieme a Coldiretti e a Confagricoltura) è un’as- che se con piccoli numeri, in modo da poter sfruttare la grande quantità di fieno che sociazione/sindacato degli agricoltori, ai quali fornisce attualmente trova scarsi sbocchi di mercato, per arrivare attraverso un minicaseificio servizi di assistenza sia tecnica che fiscale per tutte le a produrre pregiati formaggi locali. L’idea, molto semplice, sarebbe in realtà quella di loro pratiche. Negli ultimi anni la Cia di Piacenza è cre- abbinare agricoltura e turismo, uscendo dagli schemi dell’agricoltura tradizionale, per sciuta, arrivando oggi ad avere circa 500 associati ai abbinarla ad un turismo che porti persone e famiglie ad apprezzare e frequentare per quali si propone di offrire servizi efficienti, con persona- vari periodi dell’anno la montagna. L’agricoltura contribuirebbe a migliorare il paesag- le formato, motivato e composto soprattutto da giovani, gio, divenendo elemento di attrazione per i turisti, ai quali potrebbe fornire, a prezzi il che ci induce a ben sperare per il futuro. adeguati, prodotti locali di alta qualità. Si tratterebbe, inizialmente anche con piccoli Siamo presenti su tutto il territorio della provincia che numeri, di invertire la tendenza e provare ad imboccare il circolo virtuoso (più atti- è produttivamente diversificato, caratterizzato da diverse grandi aziende di pianura e vità sul territorio, maggiore presenza dell’uomo, più servizi disponibili…). Per avere da tante medio/piccole aziende di collina e montagna: utilizzando le professionalità prospettive di avanzamento, il tutto dovrebbe essere basato su formazione, tecnologia disponibili, portiamo avanti gli interessi di tutti per assicurare agli associati un reddito e portato avanti, possibilmente, da persone giovani che amano valorizzare la propria adeguato. Dobbiamo ogni giorno fare i conti con una burocrazia sempre più ingom- terra. Franco Boeri brante per ogni pratica istruita, nella consapevolezza che non possiamo commettere errori, perché ogni pratica non sviluppata correttamente, significa una perdita di de- naro e di tempo. Vita nuova che avanza anche a Farini Al di là dei servizi tecnici e fiscali che costituiscono la base del lavoro quotidiano, il Angelo Zanel- nostro obiettivo è quello di offrire alle aziende, tramite un gruppo di esperti e median- lotti e Maria te un check-up aziendale, una consulenza che proponga indicazioni sia di carattere Grazia Binelli tecnico che fiscale per sapersi adeguare tempestivamente alle esigenze dell’ambiente presentano esterno, in pratica per un miglioramento delle potenzialità aziendali. a Mareto la loro piccola E la montagna? Giulia, nata Tutti noi conosciamo la realtà della montagna, per la quale è necessario fare un discor- lo scorso 12 so a parte. Da quando non viene più praticata un’agricoltura di sussistenza, in cui ogni gennaio e “fu- famiglia produceva, con grandi sacrifici, il minimo indispensabile per sopravvivere, la tura speran- montagna si è trovata a dover fronteggiare, il grave problema dello spopolamento, con za” per Farini evidenti ripercussioni sull’agricoltura, quasi completamente abbandonata. Nonostante e per tutta ciò bisogna agire sulle persone determinate a non abbandonare la montagna, anche l’alta Valnure. perché le opportunità offerte dalla città non sono più così allettanti ed in alcuni casi favorire i ritorni, magari anche solo a tempo parziale. Ci sono alcune condizioni a mio parere favorevoli all’ attività agricola, che potrebbero contribuire a fermare lo spopolamento e favorire un cambiamento su basi diverse: 14 15
ontagna ontagna Nostra Nostra Gemellaggio Selva – Torrio nel giorno del Corpus Domini N el pomeriggio di sabato 2 giugno 2018, al passo del Monte Crociglia, sullo spartiacque Aveto-Nure, si sono ritrovate le comunità di Selva e Torrio dove Don Roberto ha celebrato la S. Messa in una solennità tra le più sentite anche da non finisce. Non si può, con verità e autenticità, spezzare il pane eucaristico senza spezzare anche il pane quotidiano: cogliere ogni occasione di attenzione, di ami- cizia, di incoraggiamento, di condivisione fra queste due comunità. Il pane quoti- noi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, diano l’abbiamo condiviso, quest’anno, al Centro Sportivo e ricreativo di Torrio. PG rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo. Chi non ricor- da infatti le processioni con le strade dei nostri paesi adornate di ghirlande, fiori e drappi colorati del Corpus Domini. Mentre meditiamo insieme la profondità Nel corso dell’incontro in quota dell'amore che ha spinto il Signore a restare con noi nell’eucarestia, ci sembra di sono stati consegnati riconosci- udire quasi fisicamente quel suo insegnamento alla folla: Ecco, il seminatore usci menti a Gianni Toscani di Selva a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero e Michela Rezzoagli di Torrio per gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era l’impegno profuso a favore delle molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato due comunità. il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spi- ne e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Il nostro Dio ha deciso di rimanere nel tabernacolo per essere nostro alimento, per darci forza, per dare efficacia al nostro lavoro e al nostro sforzo. Anche noi eravamo qui a rinnovare questo patto di gemellaggio, a rinnovare l’alleanza con Dio ed anche a rinnovare le altre alleanze, tutte, quelle che abbiamo stipulato con gli altri, nella vita familiare, matrimoniale, professionale, comunitaria …, così da onorare gli impegni che ci Gianni e Paolo alla “piastra” 16 siamo presi, “le parole date”. La Messa - alleanza l’abbiamo celebrata qui, ma qui 17
ontagna ontagna Nostra Nostra Il vento dura tre giorni Romanzo di Maurizio Caldini Questo breve romanzo, scritto qualche anno fa e tuttora inedito, è ambientato a Cattara- che nascevano dalla fila di panche di sinistra e scomparivano sotto quella di de- gna negli anni cinquanta, sulla base delle informazioni che a suo tempo avevo raccolto. stra. Ce n’era una che aveva una crepa, si diramava su un angolo, ma era compatta, La storia narrata è frutto della mia fantasia, mi interessava conoscere e raccontare i riti segno che qualcuno l’aveva messa a posto alla bell’e meglio chissà quanto tempo che accompagnavano la fine dell’inverno e la primavera in quegli anni. Ogni riferimento prima, non ne aveva una buona per sostituirla. Le sembrò di poter restare tutto il a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti è puramente casuale. Mi scuso tempo così, senza guardare davanti a lei. Ma la voce del prete all’altare la scosse e anche per le probabili inesattezze. vinse la sua resistenza, la costrinse ad alzare lo sguardo, mentre con le dita iniziò Nei capitoli precedenti: Nina è una ragazzina che vive a Cattaragna, all’inizio degli anni a disegnare il segno della croce, dalla fronte verso il petto. cinquanta. L’abbiamo incontrata in una mattina come tante, e abbiamo vissuto la sua quotidianità, il lavoro, gli affetti. Nell’ultimo capitolo, abbiamo accompagnato Nina in Gesù era disteso su un lenzuolo, abbandonato. Gli occhi chiusi rivolti verso le pan- una confessione pasquale colma di sofferenza e sensi di colpa. E l’abbiamo lasciata poco che, la testa scolpita dal senso esanime di movimento, come se stesse ciondolando dopo, avvolta dal conforto di una preghiera. ancora. La pelle era grigia, come il panno. Forse era proprio quel colore a confe- rirgli quella sensazione di gelo, quel gelo che solo la morte riusciva a trasmettere. Capitolo sedicesimo Sulla fronte, sulle mani, sui piedi, i segni della Passione, di quella grande sofferen- Nina continuava a guardare giù, la panca davanti, le gonne nere delle donne anziane za ormai conclusa. Ma il viso aveva mantenuto un’espressione dolente; sembrava di fronte a lei.. chiedesse aiuto, a guardarlo bene. Poi c’era la ferita sul costato, uno sfregio su quel torace ossuto. E grigio. E fred- V enerdì Santo. La chiesa gremita. Al buio nero della sera senza luna si era so- stituita la luce viva di tante candele. Erano proprio le candele a dominare la scena. Anche l’odore, l’unico che si riusciva a distinguere, in mezzo a tanti fedeli, do. Longino, era stato un soldato romano che si chiamava Longino. L’aveva detto il prete al catechismo. L’aveva trafitto per vedere se era morto davvero. Sangue e acqua. Sangue e acqua. Che cosa voleva dire? Che era morto? E se fosse stato era quello della cera sciolta e bruciata. vivo? La ferita era formata da due labbra sollevate come un’asola, qualche goccia Nina entrò con la sorella più piccola, videro che le donne avevano lasciato un di sangue scendeva scura dal bordo inferiore lungo il fianco, come fosse appena posto libero sulla panca, accanto alla madre. Era un posto solo, ma potevano strin- sgorgata. Tutto era talmente realistico, anche troppo. E tutti stavano vegliando gersi. E non era male, visto che la navata, nonostante il sole di quei giorni, non Gesù morto, mentre il celebrante iniziò a descrivere gli eventi che avevano portato aveva ancora accantonato il ricordo freddo e umido dell’inverno. In più, il vento, a quella morte, a quello scempio. Il Venerdì Santo era il tempo per ricordare, la che aveva iniziato a prendere corpo dal giorno prima, era cresciuto ancora ed en- Via Crucis ripercorreva quel cammino. Il prete era disceso dall’altare, preceduto da trava con vigore dal portone, aperto “sui canti”, spalancato, per permettere a tutti un chierichetto con la croce, la stessa del funerale del nonno. Un altro strisciava il i fedeli di partecipare alla funzione religiosa. pavimento con un piccolo inginocchiatoio, che spostava compunto, stazione dopo Tre passi ed erano arrivate. Nina camminava a testa bassa, un po’ per timidezza, stazione. Seguivano altri due chierichetti, ognuno reggeva una candela accesa, le perché erano in ritardo, un po’ perché non voleva vedere il fondo della navata, fiammelle ogni tanto si lasciavano scappare una linea diritta di fumo nero, che si ai piedi dell’altare. S’infilò per prima al posto, sentì il corpo tiepido della madre dissolveva poco più in alto. Nina si sentì sollevata, il gruppo le ostruiva la visuale appoggiato al suo. La sorellina si aggrappò al suo braccio destro, in bilico sull’ingi- su Gesù, così poté lasciarsi distrarre dal racconto del parroco e dalle risposte dei nocchiatoio. Nina continuava a guardare giù, la panca davanti, le gonne nere delle fedeli alle invocazioni. Poi il sacerdote e i chierichetti la oltrepassarono per rag- donne anziane di fronte a lei. Sentì tirare il braccio verso il basso, si chinò. giungere il fondo della chiesa, per tre o quattro stazioni non sarebbero tornati. “Voglio stare vicino alla mamma”, sottovoce. Le ragazze attendevano trepidanti quel momento per potersi voltare e vedere i loro “Dai, stai brava, da lì vedi anche meglio.” giovani innamorati, che dovevano restare in fondo alla navata, accanto all’ingresso, “Voglio stare vicino alla mamma!” La sorellina iniziò ad alzare la voce, anche se il nel posto riservato agli uomini: senza parlare, e rigorosamente in piedi. Stava per tono era sempre molto sommesso. La funzione non era ancora cominciata. volgersi come gli altri verso il celebrante, che si era già inginocchiato, quando il “Per favore, stai lì, fai la brava che adesso arriva il prete con la croce.” suo sguardo si fissò su una ciotola di terracotta, posta accanto all’altare. I semi di “Dai, fammi andare vicino alla mamma!” Capricci in arrivo. grano e il frumento piantati la prima domenica di Quaresima, quella del grande “Su, Nina, lasciala venire qui e state in silenzio.” falò, ormai erano cresciuti: gli steli verdi svettavano già oltre l’orlo. Il vaso era stato Nina lasciò passare la sorellina, che andò ad aggrapparsi alla gamba della madre decorato con fiori di carta colorati, Nina li adorava. Avrebbe tanto voluto imparare e nascose la faccia tra le increspature della gonna. Continuò a tenere lo sguardo a farli anche lei, le sarebbe piaciuto prepararne qualcuno da portare al cimitero, 18 19 fisso sul pavimento, le mattonelle esagonali disegnavano zig-zag bianchi e neri, per abbellire la croce del nonno.
ontagna ontagna Nostra Nostra Non c’erano soldi per comprare la lapide: tutta la famiglia sperava che i parenti emigrati in America, ricevuta la notizia, avrebbero mandato il denaro necessario Nuovo giallo di Angela Zeppi Fine capitolo sedicesimo - continua sul prossimo numero Il veleno della Pantera - Durante quella torrida esta- te, il vecchio ponte sul fiume Trebbia fu chiuso per re- Finalmente è uscito, sia in forma- stauri. Lunghe file di automobili, camion e trattori si for- to cartaceo che digitale, su tutti marono sul tragitto alternativo. Imperversarono perdite i principali siti di vendita online di tempo, incidenti e imprecazioni. Per placare gli animi, (digital book store), a richiesta i politici proposero la costruzione di una metropolitana nelle migliori librerie (compresa con fondi europei. Ma il progetto si bloccò, perché i l’edicola di Ferriere), il romanzo politici cominciarono a morire. Uccisi dal veleno della “Il vento dura tre giorni”, in cor- Pantera. Il questore Mauro Quagliaroli intuirà per pri- so di pubblicazione su Montagna mo le tracce dell’omicida. Le farà seguire dalla poliziotta Nostra. Vincenza Barreca, bella calabrese vessata da alcuni colleghi. Fra Mauro e Se in questi anni vi siete persi Vincenza scoppierà un’attrazione potente e impossibile. Il volume si trova: qualche capitolo, se volete sape- • Contattando l’autrice alla mail angelazp@alice.it re come prosegue e si conclude • Presso le librerie piacentine Romagnosi (Via Romagnosi 31 tel. 0523 la storia di Nina e siete impazien- 338474) e Postumia (Via E. Pavese 105 Sant’Antonio - tel. 0523 489984) ti, non lasciatevi sfuggire l’occa- • Sul sito www.libreriaromagnosi.com sione! Edizioni Lir - Prezzo 12 euro – pagine 209 Se, invece, vi piace gustarlo pia- Romanzi precedenti di Angela Zeppi no piano, un numero alla volta, - Le onde del male continuate a seguire “Il vento - Piccoli omicidi condominiali dura tre giorni” qui su Montagna - Coccinelle nere nel vaso di fiori Nostra! In sostituzione del dottor Erminio Crenna, emigrato volontariamente a Cadeo, è arrivata nel capoluodo la dottoressa Wadeu Ngaffi Viviane. Un grazie a chi ha rinnovato l’abbonamento al Bollettino Riceve i pazienti nei locali della Guardia Medica, (sotto il Municipio), Indichiamo, per chi desidera, gli estremi del conto intestato alla Parrocchia di tutti i giorni San Giovanni Battista di Ferriere per il rinnovo dell’abbonamento. Numero Conto corrente postale: 6212788 - dal lunedì al giovedì dalle 11 alle 13 Per il bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788 Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX - il venerdì dalla 15 alle 17. Annuo - Italia: € 20,00 - Estero € 30,00 Ci congratuliamo con la dottoressa per aver scelto di essere il nostro me- Ricordiamo inoltre (per gli abbonati) che sull’etichetta dell’indirizzo è indicata la data di scadenza dell’abbonamento. Si chiede che dall’estero non vengano dico e le formuliano tanti auguri di buona e lunga permanenza tra noi. inviati assegni per difficoltà di riscossione. 20 21
ontagna ontagna Nostra Nostra Un giorno con i “cantamaggio” L a mattina del primo maggio con un cielo coperto di nubi come gli ultimi tre Si riparte per anni, ci siamo dati appuntamento davanti alla Banca, circa trenta cantori (mag- Rompeggio dove gianti), per dare vita al tradizionale “Cantamaggio” in varie frazioni di Ferriere. Il la sosta viene tutto per salutare l’inverno e dare il benvenuto alla primavera. fatta al Bar del- Per gli spostamenti da una frazione all’altra ci siamo serviti di un pullman addob- la “Bulaca”. Altre bato di fiori soprattutto maggiociondolo. tavole imbandite Prima della partenza foto di rito davanti al pullman con le nostre divise azzurre di di tutto e si canta pile, cappelli di paglia adornati di fiori e foulard rosso al collo. sempre accompa- Ho notato con piacere la presenza di quindici giovanotti dai 18 ai 25 anni e questo gnati dalla fisar- è una cosa positiva per continuare la tradizione. monica di Fabio. I primi canti accompagnati dal nostro fisarmonicista Fabio li abbiamo eseguiti La cosa che ho davanti alla Casa Protetta. E’ stata una gioia vedere gli anziani come erano felici. notato con im- Chi scrive, come più anziano del gruppo aveva l’onore di tenere il cesto per la menso piacere raccolta delle offerte. C’è stata molta concreta solidarietà da parte di tutti. Partiti sono stati i gio- col pullman, prima sosta a Marconi da Claudia e Walter, che ci hanno accolti sotto vani che oltre ad il loro porticato dove c’erano tavoli imbanditi di salame, coppa, pancetta, focacce avere una gran e pizzette. Questa la parte salata, poi la parte dolce con torte di cioccolato, ricotta bella voce, conoscevano tutte le parole delle canzoni. e crostate, bibite, vino e per ultimo anche il caffè. A Valle ci siamo fermati a casa di Renzo e Cristina e ci siamo abbuffati di torte di Tutti vergognosi, nessuno voleva mangiare per primo, ma poi scacciata la vergogna patate e dolci oltre alle solite bevute. ci si abbuffa tra una fetta di salame e un bicchiere di vino. Intanto si intonano le Si riparte per Selva e si fa sosta al Circolo “Anspi”. Oltre a cantare, mangiare e bere, canzoni del maggio. abbiamo raccontato barzellette di tutti i tipi. Poi si ritorna verso Ferriere e si fa tappa al Castello Malaspina di Gambaro ristrut- Siamo andati poi all’Albergo “Lago Nero”, dove abbiamo trovato dentro al bar una turato un po’ di anni fa. Anche lì nel salone altra mangiata e bevuta e canti a non stufa che faceva caldo anche perchè era quasi sera e c’era molto freddo. Poi mar- finire. Siamo ridiscesi a Ferriere con sosta al Bar “Cis”. mitte di uova sode, affettati e formaggi. Davanti al Bar abbiamo continuato il nostro repertorio di canzoni tanto che c’era Ultima tappa a Folli in casa della Pina. Ormai si mangia per inerzia, perchè non ce il traffico in tilt. la facciamo più dalla stanchezza, però cantiamo ancora. Si riparte e si sale fino a Canadello e si fa sosta davanti ad una Baita chiamata “La Alle ore 22 il nostro giro termina e ognuno si dirige verso le proprie autovetture. Pineta”, struttura in legno con telaio in ferro. Cosa mi ha lasciato questa giornata? E’ stata costruita da Paolo, Bonfi, Gazzola, e altri volenterosi che ci hanno accolti L’allegria tra noi e l’allegria che penso abbiamo portato a chi ci aspettava. L’ospi- con applausi e sorrisi. talità di tutti gli abitanti verso di noi tra abbracci e pacche sulle spalle. Un grazie Numerosi tavoli con salumi, dolci vari tanto che ci vorrebbero pagine per descri- a Celso perchè oltre ad essere l’anima di questo Cantamaggio è anche l’organizza- vere tutto. tore e l’economo, e tutti gli altri che si sono impegnati. Guardandomi in giro purtroppo manca qualcuno che c’era l’anno precedente, Vito. Le parole delle canzoni quando si arriva: “A Voi padron di casa vi siam venuti a Quando si canta la canzone che tanto piaceva a lui, si nota che tra le persone, dire che maggio è arrivato ed è partito aprile”. spunta agli occhi qualche lacrima come del resto anche tra noi. Quando ci si lasciava: “In pace vi troviamo, in pace vi lasciamo, arrivederci ad Si riparte e ci si ferma a Pertuso davanti alla Trattoria Cavanna. Sotto la veranda un altro anno”. coperta si cantano canzoni che narrano del maggio della guerra, degli amori finiti. Grazie a tutti per quello che avete fatto. Viva il Cantamaggio. Molta gente con i telefonini di ultima generazione scattano foto e registrano canti. Dimenticavo: “Un cuore che canta è un cuore che ama”. E’ tradizione che si mangia un ottimo risotto e la farinata. Domenico Affettati e dolciumi non mancano mai. Poi c’è la torta offerta da Armando per il suo 22 compleanno. C’è qualche nonno che da al nipotino l’offerta da mettere nel cesto. 23
ontagna ontagna Nostra Nostra Ferriere Alla Madonna del Piratello Dio è Amore G iovanni (1Gv.4,7-10) ci regala la più bella “definizione di Dio”: “Dio è amore – agàpe”. Non dice: in Dio c’è amore o Dio ama, ma “Dio è amore”, è amore in se stesso. La sua indicibile essenza non è altro che amore. Dio è “agàpe”, cioè amore di benevolenza, assolutamente gratuito, senza condizioni, senza limiti. Non nasce dal bisogno, come è l’”eros”; neppure esige di essere ricambiato come quello, già buono, di amicizia, di reciprocità, (“filia”): “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima”. E’ un amore che non ama in base al merito né condizionato dalla corrispondenza: “manda la sua pioggia sui giusti e sugli ingiusti”. Certo di Dio possiamo avere solo immagini inadeguate; ma a volte sono davvero scorrette, opposte a quelle rivelate da Gesù: per es., di un Dio moralista e punitivo impegnato a dettare leggi e divieti, oppure di un Dio tirannico che limita la nostra libertà, geloso delle nostre gioie; ed anche di un Dio “onnipotente” che tiene in mano i fili e tutto manovra come un burattinaio. No, quelle immagini sono da cancellare. “Dio è amore”. Eravamo in oltre 70 (di Ferriere, Farini e Bettola) a pregare e visitare lo stupendo La verità più bella, più consolante è sapere che ognuno di noi, l’umanità tutta, la Santuario della Madonna del Piratello, frazione a soli tre Km. da Imola. creazione, tutto, sta dentro a questo amore. La consapevolezza che l’amore di Dio Foto di gruppo nel chiostro interno. tutto abbraccia ci riconcilia con la vita, con ogni creatura, ci fa guardare l’esistente con simpatia, e il futuro con speranza. Auguri Così come chi non ama è ateo: non conosce Dio. “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. Si conosce più con il cuore che con la testa; si cono- Fabrizio scono veramente soltanto quelli che si amano. La conoscenza delle persone è Dopo la celebrazione al Santuario, esperienziale, così come quella di Dio, e passa attraverso la relazione. “L’amore è il gruppo ha fatto una “sostanzio- da Dio”. Questo vale anche per chi non ne è consapevole. “Ogni amore è da Dio”. sa” tappa da “Laura”, noto risto- rante del pesce a Rimini. Il vangelo (Gv.15,9-17), afferma che unico è l’amore che fluisce dal Padre al Figlio, La giornata di festa è stata l’occa- dal Figlio ai discepoli e dai discepoli agli altri. “Come il Padre ha amato me, così sione per festeggiare il 45°esimo io ho amato voi … Amatevi come io vi ho amato”. E’ un flusso, una corrente che compleanno di Fabrizio, sempre ha questi passaggi: Dio verso Gesù – Gesù verso noi – e noi verso gli uni altri. seguito con tanta cura e premure dai genitori Ivano Galli e Mariuc- E’ come un circuito che non può essere interrotto, come quello della corrente cia Raggi. elettrica: se si taglia un filo, si fa buio. Purtroppo, e ne facciamo esperienza, l’a- A fianco il taglio della torta offer- more che proviene da Dio come acqua che sgorga pura dalla sorgente, nei nostri ta dalla famiglia Galli. rapporti con gli altri può inquinarsi, intorbidirsi. L’amore umano può diventare strumento di possesso, di dominio, amore egoistico, perfino distruttivo. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.” Il criterio per valutare la nostra vita è anzitutto ciò che abbiamo fatto agli altri. 24 25 Don Stefano
ontagna ontagna Nostra Nostra E’ stata montata una nuova croce sulla fac- Alessandro Scaglia nato 8 febbraio 2018 da Marco e Chiara Tassi. In ciata della chiesa di Ferriere in sostituzione foto Alessandro con i genitori e il bisnonno Luigi. di quella caduta in occasione del gelicidio del mese di febbraio scorso. La croce è stata costruita, installata e donata da “Nuova Neon Radelme srl” di Quartieri Eugenio e Marianna in ricordo del loro amato papà Fran- cesco. Un grande grazie dai parroc- chiani tutti. Il giorno 6 maggio, Giovanni Noto, ha inaugurato la sua nuova attività di parrucchiere per uomo e donna nel rinnovato negozio di Via San Nicola, 6. Tanti auguri da tutta la comunità. Congratulazioni a Malchiodi Gabriele e Pakpahan Lenni Helena sposi nella chiesa del capo- luogo. Foto Gaudenzi 26 27
ontagna ontagna Nostra Nostra Grazie dottor Guido I l primo gennaio 2018 il dott. Guido Bergonzi è andato volontariamente in pen- sione. Grande amico del territorio, è nato ed ha vissuto gli anni della prima fanciullezza nel capoluogo dove i genitori gestivano una piccola osteria al bivio per Casa Rossa. Laureatori in medicina a Parma ha svolto la professione di medi- co in città con grande serietà e professionalità, ricevendo nel corso della carriera numerosi attestati di stima e riconoscenza. Fra i tanti riconoscimenti ricevuti, pubblichiamo di seguito la lettera che Anna Ma- ria Capucciati di Costa Curletti e residente a Piacenza ci ha inviato per l’occasione: “E’ stato il mio medico di base dagli anni ’80. Era anche il medico di mia suocera, mia cognata Iginia e di mio cognato Pippo. Io l’avevo scelto perché conoscevo la sua famiglia e i miei familiari perché si sono fidati della mia scelta e non si sono mai pen- titi. Ho pensato che fosse doveroso, da parte mia, ringraziarlo sulle pagine di questo bollettino per tutte le attenzioni che ha avuto in tutti questi anni verso la mia fami- glia. Io, per fortuna, non ho avuto particolari problemi di salute, ma mio cognato era affetto da una grave patologia polmonare per cui doveva portare l’ossigeno 24 ore su 24. Era seguito dalla dott.ssa Garavaldi, medico specialista del reparto di pneumolo- gia dell’ospedale di Piacenza. Guido l’ha sempre assistito con grande disponibilità, Battesimo competenza, discrezione, riservatezza e grande umanità. Mio cognato aveva molta fiducia di Guido, tant’è che le sue paure e le sue ansie le confessava più a lui che a di Stephan Brun, noi familiari. Ricordo un episodio in particolare. Mio cognato abitava da solo ed era a Bre di Lugano, il 15 aprile 2018. molto geloso della sua privacy, per questo noi familiari eravamo in difficoltà per aiu- In foto Stephan con i genitori Sara tarlo. Lui aveva sempre paura di disturbare. Era appena stato dimesso dall’Hospice e Ferrari e Matthias Brun e con il padri- si trovava a casa sua con una badante perché ormai non poteva più alzarsi dal letto. no Paolo Ferrari e la madrina Iolanda Io sono andata a trovarlo e l’ho visto in uno stato di semi -incoscienza. Era luglio, Amorelli. quindi c’era molto caldo e avevo lasciato la porta socchiusa. Stavo valutando che cosa fare e, proprio in quel momento, quando la prima cosa che ho pensato è stata quella di chiamare il dottore, Guido è entrato in casa. Io l’ho guardato come se vedessi un angelo mandato dal cielo e in quel momento gli ho dato del “tu”, poi mi sono scusata, ma lui mi ha risposto che dopo tanti anni che ci conoscevamo ci poteva stare. Mio cognato è stato portato all’ospedale e durante la stessa notte è spirato. So che non svolge più la profes- sione, ma credo che quando avrò bisogno di Auguri Giovanni un consiglio o di un consulto lo cercherò anco- ra. Conservo il suo numero di telefono. Grazie Guido per la tua disponibilità e la tua uma- Giovanni Dodici di Cerreto, ha festeggiato 90 anni nità da parte mia e di tutta la mia famiglia”. nella nostra Casa Anziani del capoluogo. Oltre all’immancabile Il dott. Guido e la moglie Olga donano al Ve- torta augurale, scovo un crocefisso in legno da lui realizzato. con lui anche la sorella Lucia. 28 29
ontagna ontagna Nostra Nostra Bertuzzi Nella Auguri listati 21.06.1926 - 14.01.2018 a lutto “Signore date a lei la felicità che ella ha dato a noi col suo affetto” Gallinari Pasqualina Nella, come documentato dalla foto sotto pubbli- 08.04.1928 - 04.06.2018 cata, frequentava Ferriere fin dai primi anni trenta. che lo scorso mese di aprile ave- Fino allo scoppio della grande guerra non è mai va festeggiato i suoi novant’anni mancata, assieme alla famiglia, a Mulino Boeri, dove attorniata dalla persone care, è ricorda l’amica Lucia Moia, hanno trascorso le estati improvvisamente deceduta nella in un clima sua abitazione in Via Marconi nel di fraterna capoluogo. In modo silenzioso, amicizia. Il come è sempre stata la sua per- padre Remo, manenza tra noi, è tornata per il fondatore dell’Agenzia Trasporti citta- riposo eterno nella sua terra nata- dina, in collaborazione con le Ferrovie le di Pecorara. dello Stato, è mancato in giovane età, la- Ai famigliari le nostre condoglian- sciando a Nella e ai suoi fratelli, l’incom- ze. benza della continuazione dell’azienda. Ritiratasi dal lavoro, Nella ha dedicato tutto il suo tempo alla cura della mam- ma Pasqualina, deceduta all’età di 103 anni. La Parrocchia partecipa al dolore dei famigliari con una vicinanza cristia- Labati Pompeo n. 07.06.1922 - m. 16.05.2018 na alla sorella Iris e alla cognata Maria Pompeo, nato e cresciuto a Ferriere capoluogo, Pia, ospite estiva del capoluogo e testi- ha vissuto una vita di sacrifici, di emigrazione, mone delle nostre tradizioni cristiane. di lavoro e di grande dedizione alla famiglia. Solo i più anziani ricorderanno Pompeo legan- do la sua persona e la sua vita a quell’indimen- ticabile domenica del luglio 1944, in piena guer- ra, quando i tedeschi, caricarono su un camion numerosi ferrieresi, fra cui lui stesso deportan- Beato l’uomo che ha cura del debole doli in Germania. Il suo forte fisico, la sua forza Un missionario che era vissuto in Cina per molti anni e un famoso cantante morale, la sua fede e la speranza di potercela che vi era stato solo due settimane tornavano negli Usa a bordo della stessa fare, gli hanno permesso di fare ritorno a casa. nave. Quando attraccarono il misisonario vide una gra folla in attesa del La seconda parte della sua vita l’ha vissuta a cantante. “Signore, non capisco”, mormorò il missionario. “Ho dedicato 42 Bettola formando la sua bella famiglia e lavo- anni alla Cina, e lui ci è rimasto due settimane, eppure ci sono migliaia di rando come cantoniere. Non ha mai dimenti- persone che gli danno il bentornato, mentre per me nessuno”. E il Signore cato il suo paese e i suoi cari che visitava nel rispose: “Figliolo, ma tu non sei ancora a casa!”. nostro cimitero con frequenza. 30 31
ontagna ontagna Nostra Nostra Ferriere - Ostello Gioventù Vive Congratulazioni Domenica 12 Agosto 2018 Ore 16,30 a Rinnen Nicole, laureatasi il 12 Febbraio 2018 in Scienze della Formazione e dell'Educazione presso l'Uni- versità Cattolica di Piacenza con una tesi dal titolo: "Il valo- re pedagogico dello sport. Per essere vincenti nella partita della vita". Ricordiamo che Nicole è - da Presentazione Volume diversi anni - ospite estiva con la famiglia nel capoluogo - zona Casa Rossa. “Viaggio nel tempo” di Dina Bergamini e Paolo Labati “Cronaca e storia di un secolo Un grazie nei Comuni di ad Anna Bossalini e al marito Francesco Bocellari Ferriere, Farini e Bettola” per la sistematica cura della cappellina alla Madonna collocata a Casa Rossa - parte alta. Ricordiamo che davanti a tale sacello verrà celebrata la messa - come consuetudine - martedì 14 agosto 2018 alle ore 18. Inter verranno gli autori e testimoni della nostra storia 32 Coordinerà l’incontro Angela Zeppi 33 Al termine rinfresco
ontagna ontagna Nostra Nostra Canadello Il 15 Giugno è stato festeggiato uno dei due patroni, San Vito, per la prima volta Draghi Giovanni presso il Circolo La Pineta. Occasione per stare in compagnia e per ricordare il nostro 25.01.1926 - 11.03.2018 caro Vito, scomparso pochi mesi fa. Grazie Giovanni! Grazie per tutto il bene che mi hai sempre voluto, per l’amicizia sincera e generosa che hai donato a me e a quanti hai incontrato sul tuo cammino. Sei stato il perno centrale della tua bella famiglia, sei stato un “ferrierese” che in Francia ha lavo- rato con onestà e capacità, sei stato il punto di riferimento per tanti nostri emigrati, sei stato l’animatore del gemellaggio che i nostri Comuni hanno stabilito con Nogent, sei stato un lavoratore del tuo piccolo paese, sei stato un uomo che è stato fermento per l’intera co- munità. Aiutaci, insieme a San Bernardo, a cui eri legatissimo, a continuare a percorrere con dignità questo nostro cammino terreno. Ciao Giovanni !!!! Giunse in Francia all’età di 11 anni, accompagnato dalla mamma Caroline e dal fratello Pierre, con la tristezza nel cuore di lasciare il piccolo paese di Canadello e la sorpresa di scoprire una nuova vita, una nuova lingua e una nuova casa, rue Charles VII a Nogent sur Marne, dove l’attendeva il papà Lou- is. Subito dovette affrontare l’inserimento scolastico, in un momento storico non certo favorevole per un bimbo italiano: infatti non mancarono le derisioni, le incomprensioni, gli scontri con i compagni di scuola, ma anche le nuove amicizie. A 12 anni torna in Italia ospite presso una colonia estiva a Pesaro; proprio allora l’Italia entra in guerra e ciò lo costringe a rimanere per 2 anni lontano dalla famiglia, che ritroverà due anni dopo al completo a seguito dell’arrivo del fratellino Valentino e della nonna Giuditta. Nel 1946 il papà Louis avvia l’attività di falegnameria insieme ai tre figli in rue de Plaisance; una intera vita dedicata al lavoro, con serietà e professionalità, che li impegnerà tutti i giorni, a volte anche la domenica. Tutti questi sacrifici saranno premiati da un crescente sviluppo dell’attività dell’atelier, affermando- si come una ditta seria e affidabile. Il 1954 è per Giovanni una data molto importante perché trova la sua adora- ta compagna Angele a cui si unisce in matrimonio: in questo modo vennero unite anche le due frazioni di Canadello ( Jean) e Rocca (Angele) che ancora oggi sono legate dalla presenza a Rocca del figlio Louis e dalla nipote Aurelie. I tre figli, Bernard, Louis e Alain crescono in un ambiente famigliare sereno e 34 35
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