Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo

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Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna
                                      Nostra
                                        Notiziario Aveto - Nure N. 2/2018

Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza

Si riparte dal Cantamaggio
                                                                          (Foto Ilaria Toscani)
Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                      ontagna
         Nostra                                                                                                       Nostra
    Biancheria intima uomo e donna delle migliori marche

                                                                               FERRIERE - Corso Genova, 13
                                                                         Tel. 0523.922166 - Abit. Tel. 0523.922540
                                                                              PODENZANO - Piazza Italia, 53
                                                                                      tel. 0523.556790
                                                                                  Cellulare 339.7893311
                                                                                  guidobergonzi@libero.it

                                                                    Si vendono appartamenti oltre che a FERRIERE
                                                           anche a BETTOLA - PONTEDELLOLIO - PODENZANO - PIACENZA
                                                                   e in località di riviera come CHIAVARI e LAVAGNA

2                                                                                                                              3
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     Nostra                                                                                    Nostra
              Editoriale

              C    on la consueta puntualità, Monta-
                   gna Nostra presenta ai propri let-
              tori alcuni aspetti di vita quotidiana
                                                           un’occasione per chiedere al “nostro
                                                           protettore” aiuto e una speciale bene-
                                                           dizione.
              vissuti dalla comunità in questo perio-      Aiuto, benedizione e protezione che
              do.                                          chiediamo anche oggi, con rinnovata
              Lo facciamo, con significativo riferi-       fiducia, per i bisogni del territorio e di
              mento a due momenti che hanno ca-            tutte le nostre famiglie.
              ratterizzato e caratterizzano partico-       Affrontiamo intanto questa nostra
              larmente il territorio.                      estate auspicando per tutti, residenti,
              Domenica 10 giugno u.s. abbiamo              emigrati, villeggianti un felice e pro-
              eletto il nuovo Sindaco: facciamo gli        ficuo soggiorno nella nostra stupenda
              auguri di “buon lavoro” al riconfer-         alta Valnure.
              mato Giovanni Malchiodi, che con
              disponibilità, passione e tanto amore
              sta “lavorando” per una crescita eco-
              nomica e sociale della popolazione.
              Facciamo gli auguri anche ai riconfer-
              mati amministratori e a quelli che per
              la prima volta sono entrati a far parte
              della nuova amministrazione.
              L’augurio che, al di là, delle singole e
              diverse opinioni personali, tutti lavori-
                                                                 Prossima uscita di
              no per il bene comune.                             Montagna Nostra
              Siamo usciti da poco dalle elezioni po-       sabato 15 settembre 2018
              litiche, che stante una discutibile rifor-
              ma elettorale, voluta e approvata dal
              precedente governo, ha portato di fatto
              ad un “momento difficile”. Riteniamo
                                                                                   ontagna
              che solo un azzeramento di tale situa-                                Nostra
              zione può indicare la strada maestra
              per il futuro nostro e per le generazio-       Direttore responsabile:
              ni a venire.                                   Paolo Labati labati.paolo@alice.it
              Un secondo aspetto, non meno impor-
              tante per noi, è la festa patronale di         Registrato al Tribunale Piacenza:
              San Giovanni Battista.                         n. 39 del 24 marzo 1975
              Sono lontani i tempi quando tale ap-           Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P.
              puntamento rappresentava un grande             D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004,n.46)
              e insostituibile riferimento per la vita       Art.1, comma 1
              sociale e cristiana di tutta la nostra         Stampatore:
              gente: la grande fiera era un momen-           Ediprima - Piacenza
              to di incontro e opportunità economi-          Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza
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              ca per tutti; le celebrazioni religiose
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                                 Chiesa e Mondo
                 Nostra                                                                                                                                                Nostra

    L’olio che non si può prestare
    N     ella vita di ciascuno vi sono delle parole e delle azioni che non possono in
          alcun modo essere delegate. Gli altri possono sì aiutarci, ma mai sostituirsi a
    noi in quello che personalmente, e in modo responsabile, siamo chiamati a dire
    e realizzare. La pagina evangelica ci presenta una di queste impossibili deleghe.
    Se l’olio - il combustibile per le lampade - come nei Padri, è stato considerato
    come le buone/giuste azioni, ne consegue che, quando saremo dinanzi al Signore,
    ciascuno presenterà quanto compiuto.
    O, con altre parole, tutto ciò che la vita ci ha offerto per l’esercizio della nostra
    personale responsabilità, alla fine dei tempi ci verrà chiesto, con la tragedia che
    non avremo alcuna possibilità per colmare il vuoto che presentiamo, chiedendo ad
    altri un, ormai impossibile, aiuto. Siamo responsabili in prima persona di quanto
    detto o non detto, operato o non operato. Per questo, “nessuno deve appoggiarsi
    sulle opere e sui meriti altrui, perché è necessario che ognuno compri olio per la
    propria lampada”.
    Ma quanto finora considerato per i singoli ha, al contempo, una valenza comunita-
    ria, perché il numero dieci presente nella parabola dice l’interezza della comunità
    cristiana. Vi sono, così, delle responsabilità prettamente ecclesiali - per questo non
    delegabili - che vanno assolte, delle quali ci verrà chiesto conto dal Signore, e
    nei riguardi delle quali risponderemo pienamente: l’annuncio evangelico, il dono          Il 20 Aprile tutti i sacerdoti della Valnure (da Pontenure a Ferriere) si sono incontrati
    eucaristico, l’amore vicendevole fino al perdono illimitato, la testimonianza traspa-     a Pontedell’Olio per alcune riflessioni sull’attuale momento. Era presente il Vescovo
    rente del Dio di Gesù Cristo. Sono, questi, soltanto alcuni ambiti essenziali della       mons. Gianni Ambrosio.
    vita e dell’azione della Chiesa che esigono la sua piena assunzione di responsabi-
    lità nell’attesa che lo Sposo ritorni. Ambiti che ricordano come la Chiesa è in fun-
    zione del suo Signore e del Regno e che nella sua vita, nel frattempo storico asse-       Non si può delegare ad altri quanto è responsabilità di ciascuno. Per questo la tra-
    gnatole, deve annunciare agli altri uomini e donne l’Evangelo liberante di Gesù. La       dizione cristiana ha sempre raccomandato l’esigenza di nutrire e custodire la vita
    prudenza delle cinque vergini, poi, significa essere vigilanti/pronti durante l’attesa.   spirituale, personale ed ecclesiale. M.T.
    E anche questo non è delegabile, memori sempre della parola di Gesù: “due uomi-
    ni saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato” (Mt 24,40), perché non si
    può vigilare/essere pronti al posto di un altro. Ovvero, se la vigilanza/prontezza è
    l’attesa gioiosa e amante del Signore che viene, proprio queste caratteristiche non          La Cooperativa di gestione, il Consorzio Casa Protetta
    possono essere inoculate nel profondo del cuore di un’altra persona. O si ama o                          e i Comuni di Farini e Ferriere
    non si ama lo Sposo. Pertanto, la delega impossibile consiste proprio nel trovarsi
    pronti alla venuta del Signore Gesù, rispetto a chi non lo sarà.
                                                                                                                      invitano tutti
    La vigilanza dice, inoltre, la fedeltà che deve caratterizzare il discepolo nell’adem-                 sabato 21 Luglio 2018 - Ore 16,30
    pimento del dono della fede cristiana ricevuta nel Battesimo, nella vocazione alla                           a Farini, nella struttura
    quale il Signore ci ha chiamati, nel luogo e con le persone con le quali Egli vuole
    che ci santifichiamo.                                                                             per il ventennale di avviamento della Casa.
    Olio che non si può prestare è, ancora, tutto il tempo vissuto nell’ascolto del Si-
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    gnore e nello stare alla sua presenza.
Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
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                 Nostra                                                                                                                                         Nostra

    Giovanni Malchiodi                                                                     Al dottor Gianfranco Bruzzi
    confermato Sindaco del Comune                                                          il Bisturi d’oro 2018: il medico amato dalla gente
    Il sindaco uscente Giovanni Malchiodi batte lo sfidante Giampaolo Mainardi:
    58,10% (488 voti) a 352 (41,90%). Malchiodi: “Sarò il sindaco di tutti”.
                                                                                           U     na Mareto ospitale come sempre, un comitato “paesano” che lavora per il bene
                                                                                                 della comunità, il vicino Albergo che collabora ad ogni iniziativa pubblica, un
                                                                                           stupenda giornata di sole che ha messo in primo piano le bellezze della natura, un
    Mainardi: “Da noi opposizione seria e responsabile”.                                   medico, che alla fine di un lungo servizio professionale svolto con capacità e tanto
                             Questo il quadro delle preferenze:                            spirito di adattamento, di fronte a suoi ex pazienti che lo ringraziavano per il bene
    LISTA N. 1 MAINARDI SINDACO                   LISTA N. 2 MALCHIODI SINDACO             ricevuto, si è commosso trattenendo a fatica le lacrime.
    Mattia Bergonzi 55                            Paolo Scaglia 88                         E’ questo il “bisturi d’oro” che il comitato “Pro Mareto” - presieduto da Stefano
    Giuseppe Sordi 39                             Cristian Bergonzi 76                     Garilli - ha voluto assegnare al dottor Gianfranco Bruzzi, bisturi d’oro che il gio-
    Girolamo Barbieri detto Carletto 30           Carlotta Oppizzi 48                      ielliere Giulio Manfredi ha realizzato e donato per l’occasione. Dopo la Messa ce-
    Roberto Maloberti 28                          Alice Agogliati 44                       lebrata da padre Stelio Fongaro dei Scalabriniani, durante la quale oltre al Vangelo
    Pietro Roffi 22                               Paolo Toscani 44                         del giorno sul Regno di Dio, ha citato la 5° Opera di Misericordia corporale che
    Alessandro Costellotti 19                     Antonio Labati 33                        invita a visitare gli infermi. Gianfranco, ha continuato il celebrante, in questi 40
    Livio Pareti 15                               Fabio Casella 17                         anni di attività in montagna ha messo in pratica ciò. “Mai un bisturi, ha detto padre
    Marta Carini 14                            Ermanno Preli 11
                                                                                           Fongaro, è mai stato così ben assegnato”.
    Francesca Regano 10                        Lodovico Balderacchi 5
                                                                                           Accanto al premiato, la moglie Adriana Lisetti, autorità e tanta gente che ha voluto
    Gianluca Bonvicini 10
                                                                                           esprimere al dottor Bruzzi un corale grazie.
    Malchiodi è stato riconfermato dai ferrieresi nel confronto con lo sfidante Giam-
    paolo Mainardi. Malchiodi con la sua lista “Ferriere continuare insieme Malchiodi
    sindaco” l’ha spuntata in quattro dei cinque seggi del comune: 488 voti a 352. In
    Consiglio comunale entreranno sette candidati di Malchiodi, mentre faranno parte
    dei banchi della minoranza Mainardi, Mattia Bergonzi e Giuseppe Sordi. Malchiodi
    ringrazia e gli elettori e promette lo stesso impegno che ha caraterizzato lo scorso
    mandato amministrativo.
    Mainardi in un comunicato afferma che “la maggioranza nei prossimi 5 anni ci
    troverà a suo fianco quando e se proporrà iniziative a favore dei concittadini.Sare-
    mo a suo fianco, continua, per battaglie a difesa e etutela del territorio, come per
    avere un medico fisso a Ferriere, una strada migliore per Piacena, per difendere la
    guardia medica, il centro prelievi e l’ambulatorio pediatrico”.

      “La suadra vinci-
    trice di Malchiodi”
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Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                                                               ontagna
                  Nostra                                                                                                                                                Nostra
                   L’emigrazione da Ferriere a Parigi                                          nella tesi di laurea della dott.ssa Martina Bosoni
     Pubblichiamo di seguito lo stralcio della tesi di laurea conseguita da Martina
     Bosoni in lingue e letterature straniere dal titolo "Da Ferriere a Parigi e ritorno:      la maggior parte degli emigrati era il       tà della motivazione, sia dal numero di
     l'emigrazione e la nascita di una comunità francofona".                                   dialetto della regione nativa e l’italiano   parlanti francese con cui erano in con-
                                                                                               era parlato a stento. François Cavanna       tatto. Naturalmente chi lavorava in ditte
     “...Noi siamo tuttavia gente                                                              rappresenta un’eccezione, dato che ha        italiane con colleghi italiani parlava la
     onesta che non potendo rica-                                                              avuto la fortuna di intraprendere una        lingua nativa, e aveva scarso interesse
     vare da questi sterili monti di                                                           formazione accademica, ma è comun-           per il francese, come anche coloro che
     che vivere, invece di gridare, si                                                         que possibile rilevare nelle sue opere       si trasferivano in Francia solo per brevi
     rassegna ad emigrare all’este-                                                            qualche aspetto dei problemi linguisti-      periodi. Chi invece era a stretto con-
     ro e al di là, a forza di fatiche,                                                        ci di questa comunità.                       tatto con Francesi era più motivato ad
     privazioni e di risparmi, man-                                                            La lingua non era una grande preoccu-        apprendere questa lingua e vi riusciva
     da alle proprie famiglie soddi-                                                           pazione per gli emigrati, confortati dal     in tempi più brevi.
     sfatte quei mezzi di sussisten-                                                           fatto che nei quartieri che li avrebbero     Un altro fattore importante per l’ap-
     za che le nega la terra nativa.                                                           ospitati avrebbero trovato i compaesa-       prendimento del francese è quello dei
     (...)” (1)                                                                                ni della Val Nure.                           matrimoni misti. Generalmente il co-
                                                                                               Gli emigrati imparavano velocemente          niuge francese era restìo ad imparare
     Così cita il quotidiano pia-                                                              qualche rudimento di francese per po-        l’italiano e di conseguenza l’altro co-
     centino “Libertà” nel lontano                                                             ter farsi capire dagli autoctoni, ma fuo-    niuge apprendeva velocemente il fran-
     5 maggio 1883 per descrive-                                                               ri dall’orario di lavoro la maggior parte    cese e ne assorbiva anche la cultura.
     re la condizione socioeconomica che          La dott.ssa Martina Bosoni, a Casaldona-     di loro non ne facevano uso. La com-         Un esempio di questa situazione lo tro-
     i piacentini dovettero attraversare in       to, dove trascorre il proprio tempo libe-    petenza in francese raggiungeva livelli      viamo nel romanzo di Cavanna “L’oeil
     quegli anni. Diverse furono le cause         ro nella casa dei nonni materni.             diversi per gli emigrati della prima e       du lapin”:
     che li spinsero a lasciare l’amata ter-                                                   della seconda generazione.                   Maman n’a jamais daigné s’abaisser
     ra natale, due tra le principali furono                                                   I primi della famiglia che emigravano        à essayer de comprendre la moindre
     senza dubbio la povertà estrema del-                                                      in Francia (la prima generazione) si         syllabe de dialetto, “ce baragouin de
     la zona e l’aumento delle imposte. La        re a sé stante, infatti la conseguenza di    trovavano in una situazione di bilingui-     sauvages”. Son vocabulaire exotique se
     situazione era aggravata dal fatto che       tale fenomeno è il bilinguismo. Con il       smo secondario, poiché hanno appre-          limite à trois mots, qu’elle a d’ailleurs
     l’amministrazione provinciale mostra-        termine bilinguismo intendiamo la ca-        so naturalmente l’italiano o il dialetto     francisés sans complexe (…). Ces trois
     va un completo disinteresse verso lo         pacità che ha un individuo, o un grup-       piacentino e in un secondo momento           mots sont “poulainte”, “passe-ta-chute”
     sviluppo economico del paese. La crisi       po etnico, di usare alternativamente e       hanno imparato la lingua francese. La        et “minestre”.
     economica fece sì che il tasso di po-        senza difficoltà due diverse lingue.1        seconda generazione, costituita dai fi-
     vertà aumentasse e di conseguenza l’e-       François Cavanna, nelle sue opere au-        gli della prima, ha appreso l’italiano
     migrazione divenne l’unico spiraglio di      tobiografiche (Les Ritals, L’oeil du la-     (o il dialetto piacentino) e il francese
     luce per la sopravvivenza.                   pin) mostra come questi fenomeni si-         nello stesso momento, quindi vive una
     Analisi linguistica dell’emigrazione.        ano caratteristici anche delle comunità      situazione di bilinguismo primario.2
     Sul piano linguistico i movimenti mi-        piacentine emigrate in Francia; fornisce     Evidentemente, il francese parlato dal-      (1) “da Morfasso” in “Libertà” 5 maggio
     gratori possono produrre dei fenome-         esempi di interferenze fra più codici:       la prima generazione risentiva mag-          1883, in Luigi Taravella, I Piacentini nella
     ni di contatto, e interferenza, tra idiomi   il francese accademico (quindi colto),       giormente dell’influsso della lingua         regione parigina, Piacenza, Edizioni Tip.
     diversi, tipici delle situazioni di bi- e    l’argot, il francese titubante parlato dai   materna.                                     Le.Co., 2006, p. 21.
     plurilinguismo.                              ritals e il dialetto piacentino.             I tempi di apprendimento per la prima
     Il contatto linguistico non è un fatto-      Tra l’800 e il ‘900 la lingua materna del-   generazione dipendevano sia dall’enti-
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Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                                                                 ontagna
                  Nostra                                                                                                                                                  Nostra
                                        ricordi del passato         a cura di Paolo Labati
                                                                                                scendere nelle buie e malsane galle-
     Un doveroso omaggio alle nostre Miniere                                                    rie e i secondi per trasportare fatico-
                                                                                                samente il minerale verso Ferriere.
                                                                                                Perché allora non cercare di mante-

     C    hi oggi volesse visitare le “nostre miniere” di Canneto dovrebbe armarsi di un
          “pizzico” di spirito avventuroso ed inoltrarsi nella boscaglia che cresce spon-
     tanea nei pressi dell’accesso ai luoghi di estrazione.
                                                                                                nere vivo il ricordo di questa passata
                                                                                                attività?
                                                                                                Ferriere, negli ultimi decenni, si è
     Per raggiungere l’antico centro siderurgico, partendo dalla “Piazza delle Miniere”         sviluppato soprattutto come centro
     dove un tempo al posto della chiesa si trovava la fucina, ci si può incamminare            turistico, climatico e luogo di villeg-
     verso la periferia di Ferriere passando accanto al ristorante "Il Maglio” il cui nome      giatura.
     è stato conservato per rammentare che in quella casa anticamente era installato            Allora diamo la possibilità a tutti di
     l’impianto di lavorazione del ferro.                                                       assaporare la storia antica di questo        Canneto, il luogo dell’estrazione del mine-
                                                                                                paese mediante la visita al Museo del-                                              rale.
     Appena fuori dal paese, dopo alcuni chilometri, si scorge immediatamente la gros-
     sa roccia nuda e nerastra, che celava o cela ancora i minerali ferrosi, che appare,        le Miniere, della famiglia Bergonzi, in
     con la sua imponenza, completamente differente dal resto del paesaggio fatto di            Piazza delle Miniere nel capoluogo,
     montagne ricche di alberi e di vegetazione.                                                dove sono conservati gli attrezzi uti-
     Abbandonando la strada e scendendo un ripido sentiero, oramai cancellato dal               lizzati dai minatori, alcuni minerali
     tempo, evitando i rovi e gli spini, si arriva proprio di fronte alla miniera. Si è an-     trovati nelle cave e antichi documenti
     cora lontani ma sulla facciata della nera roccia si possono scorgere tante piccole         rappresentanti la struttura degli im-
     gallerie alcune franate, altre perfettamente integre che sembrano tante finestrelle        pianti di lavorazione del ferro.
     affacciate sulla valle.                                                                    Un doveroso grazie a tutti i volonta-
     Scendendo fino ai piedi della miniera e, oltrepassando il torrente Grondana, ci si         ri che hanno reso e rendono anche
     trova proprio di fronte ad una galleria. Vicino all’ingresso si apre un pozzo molto        quest’anno più agevole la visita alle
     profondo e la cava non è minimamente illuminata.                                           miniere, sistemando i sentieri che vi
     Scalando la ripida montagna si può passare alla successiva galleria.                       conducono e ponendo cartelli segna-
     E’ profonda una decina di metri ed è perfettamente intatta. E’ facilmente ispezio-         letici, in modo da permettere a tutti        Il trasporto del materiale ferroso da Can-
     nabile: le parenti sono nere, lucenti dall’umidità e dalla presenza di pirite o di altri   di visitarle liberamente.                                           neto al Capoluogo.
     minerali dimenticati anni prima. Sul lato destro si trova una specie di nicchia dove       Così facendo la storia delle “fabbri-
     sicuramente veniva collocata la lanterna per l’illuminazione e sul fondo della gal-        che ferriere” non sarà dimenticata.
     leria si notano nel muro i buchi pronti per accogliere le cariche esplosive che per        E se l’attività estrattiva, all’epoca, non
     chissà quali ragioni non sono mai esplose.                                                 ha permesso a Ferriere di svilupparsi
     Da fuori arrampicandosi per qualche metro, si arriva su un piccolo spiazzo dove            come un’efficiente centro siderurgi-
     una di fianco all’altra si aprono due cave: la prima è franata perché le assi di legno     co, forse la sua storia, oggi, gli darà
     che formavano la volta sono marcite a causa dell’umidità, mentre la seconda, il cui        un briciolo di benessere economico.
     ingresso è stato rivestito di mattoni, è molto lunga e buia. E’ consigliabile non sa-
     lire oltre perché la montagna si fa sempre più ripida e franosa. Sovente nell’alveo        Invitiamo tutti a partecipare alle visi-
     del Grondana si trovano dei pezzi di ferro di varia grossezza.                             te settimanali di questo luogo impor-
     Sembra di essere tornati indietro nei secoli perché il tempo ha conservato questi          tante per la storia della nostra ter-
     luoghi, ha distrutto i segni lasciati dagli uomini e la vegetazione ha ricoperto i         ra - secondo il programma che sarà
     sentieri.                                                                                  esposto in Tabaccheria a Ferriere.
                                                                                                                                              Celso illustra lo stato dei luoghi e in foto
     E’ suggestivo perlustrare le miniere dove secoli prima l’attività estrattiva era fioren-
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     te, dove minatori ed operai ogni giorno abbandonavano le loro case, i primi per
Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                                                                     ontagna
                   Nostra                                                                                                                                                      Nostra
     Confederazione Italiana Agricoltura (Cia) - A Giovanni
     Malchiodi subentra un’altro ferrierese: Franco Boeri                                           naturalmente qui non posso fare altro che un piccolo elenco, senza pretesa di essere
     Cos’ è CIA Piacenza                                                                            esaustivo, né di dare ricette miracolose. Lo spopolamento e l’abbandono dei terreni

     D     opo lo svolgimento delle assemblee di zona, il 18                                        in essere può favorire l’accorpamento degli stessi da parte di persone interessate per
           gennaio scorso, presso l’agriturismo Ronco delle                                         raggiungere dimensioni minime per esercitare l’attività agricola; la presenza di vasti
     Rose di Carmiano, sono stato eletto Presidente della CIA                                       pascoli sul territorio va comunque sfruttata (se non è possibile con bestiame di pro-
     Agricoltori Italiani di Piacenza, succedendo a Giovanni                                        prietà) affittandoli ad allevatori provenienti dall’ esterno perché il pascolo migliora i
     Malchiodi che ha svolto quell’incarico per 10 anni. Un                                         terreni. Sarebbe utile individuare delle colture adatte alla montagna per mettere a red-
     riconoscimento, tra l’altro, agli agricoltori di montagna                                      dito i terreni abbandonati, ispirandosi semplicemente a quello che viene realizzato in
     per quell’imprescindibile ruolo di tutela del territorio                                       contesti similari (quali potrebbero essere nocciolo, piccoli frutti, patata), naturalmente
     che li caratterizza.                                                                           con adeguati sistemi di difesa dagli animali selvatici. Ricreare una filiera del latte, an-
     La CIA (insieme a Coldiretti e a Confagricoltura) è un’as-                                     che se con piccoli numeri, in modo da poter sfruttare la grande quantità di fieno che
     sociazione/sindacato degli agricoltori, ai quali fornisce                                      attualmente trova scarsi sbocchi di mercato, per arrivare attraverso un minicaseificio
     servizi di assistenza sia tecnica che fiscale per tutte le                                     a produrre pregiati formaggi locali. L’idea, molto semplice, sarebbe in realtà quella di
     loro pratiche. Negli ultimi anni la Cia di Piacenza è cre-                                     abbinare agricoltura e turismo, uscendo dagli schemi dell’agricoltura tradizionale, per
     sciuta, arrivando oggi ad avere circa 500 associati ai                                         abbinarla ad un turismo che porti persone e famiglie ad apprezzare e frequentare per
     quali si propone di offrire servizi efficienti, con persona-                                   vari periodi dell’anno la montagna. L’agricoltura contribuirebbe a migliorare il paesag-
     le formato, motivato e composto soprattutto da giovani,                                        gio, divenendo elemento di attrazione per i turisti, ai quali potrebbe fornire, a prezzi
     il che ci induce a ben sperare per il futuro.                                                  adeguati, prodotti locali di alta qualità. Si tratterebbe, inizialmente anche con piccoli
     Siamo presenti su tutto il territorio della provincia che                                      numeri, di invertire la tendenza e provare ad imboccare il circolo virtuoso (più atti-
     è produttivamente diversificato, caratterizzato da diverse grandi aziende di pianura e         vità sul territorio, maggiore presenza dell’uomo, più servizi disponibili…). Per avere
     da tante medio/piccole aziende di collina e montagna: utilizzando le professionalità           prospettive di avanzamento, il tutto dovrebbe essere basato su formazione, tecnologia
     disponibili, portiamo avanti gli interessi di tutti per assicurare agli associati un reddito   e portato avanti, possibilmente, da persone giovani che amano valorizzare la propria
     adeguato. Dobbiamo ogni giorno fare i conti con una burocrazia sempre più ingom-               terra.                            					                                      Franco Boeri
     brante per ogni pratica istruita, nella consapevolezza che non possiamo commettere
     errori, perché ogni pratica non sviluppata correttamente, significa una perdita di de-
     naro e di tempo.
                                                                                                           Vita nuova che avanza anche a Farini
     Al di là dei servizi tecnici e fiscali che costituiscono la base del lavoro quotidiano, il                                                                               Angelo Zanel-
     nostro obiettivo è quello di offrire alle aziende, tramite un gruppo di esperti e median-                                                                                lotti e Maria
     te un check-up aziendale, una consulenza che proponga indicazioni sia di carattere                                                                                       Grazia Binelli
     tecnico che fiscale per sapersi adeguare tempestivamente alle esigenze dell’ambiente                                                                                     presentano
     esterno, in pratica per un miglioramento delle potenzialità aziendali.                                                                                                   a Mareto la
                                                                                                                                                                              loro piccola
     E la montagna?                                                                                                                                                           Giulia, nata
     Tutti noi conosciamo la realtà della montagna, per la quale è necessario fare un discor-                                                                                 lo scorso 12
     so a parte. Da quando non viene più praticata un’agricoltura di sussistenza, in cui ogni                                                                                 gennaio e “fu-
     famiglia produceva, con grandi sacrifici, il minimo indispensabile per sopravvivere, la                                                                                  tura speran-
     montagna si è trovata a dover fronteggiare, il grave problema dello spopolamento, con                                                                                    za” per Farini
     evidenti ripercussioni sull’agricoltura, quasi completamente abbandonata. Nonostante                                                                                     e per tutta
     ciò bisogna agire sulle persone determinate a non abbandonare la montagna, anche                                                                                         l’alta Valnure.
     perché le opportunità offerte dalla città non sono più così allettanti ed in alcuni casi
     favorire i ritorni, magari anche solo a tempo parziale.
     Ci sono alcune condizioni a mio parere favorevoli all’ attività agricola, che potrebbero
     contribuire a fermare lo spopolamento e favorire un cambiamento su basi diverse:
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Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                                                                 ontagna
                  Nostra                                                                                                                                                  Nostra

                              Gemellaggio Selva – Torrio                                        nel giorno del Corpus Domini

     N     el pomeriggio di sabato 2 giugno 2018, al passo del Monte Crociglia, sullo
           spartiacque Aveto-Nure, si sono ritrovate le comunità di Selva e Torrio dove
     Don Roberto ha celebrato la S. Messa in una solennità tra le più sentite anche da
                                                                                                non finisce. Non si può, con verità e autenticità, spezzare il pane eucaristico senza
                                                                                                spezzare anche il pane quotidiano: cogliere ogni occasione di attenzione, di ami-
                                                                                                cizia, di incoraggiamento, di condivisione fra queste due comunità. Il pane quoti-
     noi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia,      diano l’abbiamo condiviso, quest’anno, al Centro Sportivo e ricreativo di Torrio. PG
     rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo. Chi non ricor-
     da infatti le processioni con le strade dei nostri paesi adornate di ghirlande, fiori
     e drappi colorati del Corpus Domini. Mentre meditiamo insieme la profondità                     Nel corso dell’incontro in quota
     dell'amore che ha spinto il Signore a restare con noi nell’eucarestia, ci sembra di              sono stati consegnati riconosci-
     udire quasi fisicamente quel suo insegnamento alla folla: Ecco, il seminatore usci               menti a Gianni Toscani di Selva
     a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero                e Michela Rezzoagli di Torrio per
     gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era             l’impegno profuso a favore delle
     molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato                                   due comunità.
     il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spi-
     ne e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e
     diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Il nostro Dio ha deciso
     di rimanere nel tabernacolo per essere nostro alimento, per darci forza, per dare
     efficacia al nostro lavoro e al nostro sforzo. Anche noi eravamo qui a rinnovare
     questo patto di gemellaggio, a rinnovare l’alleanza con Dio ed anche a rinnovare le
     altre alleanze, tutte, quelle che abbiamo stipulato con gli altri, nella vita familiare,
     matrimoniale, professionale, comunitaria …, così da onorare gli impegni che ci
                                                                                                                                         Gianni e Paolo alla “piastra”
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     siamo presi, “le parole date”. La Messa - alleanza l’abbiamo celebrata qui, ma qui                                                                                                 17
Ontagna Nostra - Si riparte dal Cantamaggio - Torrio Circolo
ontagna                                                                                                                                                   ontagna
                   Nostra                                                                                                                                                    Nostra
                      Il vento dura tre giorni
                                                                 Romanzo di Maurizio Caldini

     Questo breve romanzo, scritto qualche anno fa e tuttora inedito, è ambientato a Cattara-      che nascevano dalla fila di panche di sinistra e scomparivano sotto quella di de-
     gna negli anni cinquanta, sulla base delle informazioni che a suo tempo avevo raccolto.       stra. Ce n’era una che aveva una crepa, si diramava su un angolo, ma era compatta,
     La storia narrata è frutto della mia fantasia, mi interessava conoscere e raccontare i riti   segno che qualcuno l’aveva messa a posto alla bell’e meglio chissà quanto tempo
     che accompagnavano la fine dell’inverno e la primavera in quegli anni. Ogni riferimento       prima, non ne aveva una buona per sostituirla. Le sembrò di poter restare tutto il
     a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti è puramente casuale. Mi scuso      tempo così, senza guardare davanti a lei. Ma la voce del prete all’altare la scosse e
     anche per le probabili inesattezze.                                                           vinse la sua resistenza, la costrinse ad alzare lo sguardo, mentre con le dita iniziò
     Nei capitoli precedenti: Nina è una ragazzina che vive a Cattaragna, all’inizio degli anni
                                                                                                   a disegnare il segno della croce, dalla fronte verso il petto.
     cinquanta. L’abbiamo incontrata in una mattina come tante, e abbiamo vissuto la sua
     quotidianità, il lavoro, gli affetti. Nell’ultimo capitolo, abbiamo accompagnato Nina in
                                                                                                   Gesù era disteso su un lenzuolo, abbandonato. Gli occhi chiusi rivolti verso le pan-
     una confessione pasquale colma di sofferenza e sensi di colpa. E l’abbiamo lasciata poco      che, la testa scolpita dal senso esanime di movimento, come se stesse ciondolando
     dopo, avvolta dal conforto di una preghiera.                                                  ancora. La pelle era grigia, come il panno. Forse era proprio quel colore a confe-
                                                                                                   rirgli quella sensazione di gelo, quel gelo che solo la morte riusciva a trasmettere.
                                      Capitolo sedicesimo                                          Sulla fronte, sulle mani, sui piedi, i segni della Passione, di quella grande sofferen-
     Nina continuava a guardare giù, la panca davanti, le gonne nere delle donne anziane           za ormai conclusa. Ma il viso aveva mantenuto un’espressione dolente; sembrava
     di fronte a lei..                                                                             chiedesse aiuto, a guardarlo bene.
                                                                                                   Poi c’era la ferita sul costato, uno sfregio su quel torace ossuto. E grigio. E fred-

     V    enerdì Santo. La chiesa gremita. Al buio nero della sera senza luna si era so-
          stituita la luce viva di tante candele. Erano proprio le candele a dominare la
     scena. Anche l’odore, l’unico che si riusciva a distinguere, in mezzo a tanti fedeli,
                                                                                                   do. Longino, era stato un soldato romano che si chiamava Longino. L’aveva detto
                                                                                                   il prete al catechismo. L’aveva trafitto per vedere se era morto davvero. Sangue
                                                                                                   e acqua. Sangue e acqua. Che cosa voleva dire? Che era morto? E se fosse stato
     era quello della cera sciolta e bruciata.                                                     vivo? La ferita era formata da due labbra sollevate come un’asola, qualche goccia
     Nina entrò con la sorella più piccola, videro che le donne avevano lasciato un                di sangue scendeva scura dal bordo inferiore lungo il fianco, come fosse appena
     posto libero sulla panca, accanto alla madre. Era un posto solo, ma potevano strin-           sgorgata. Tutto era talmente realistico, anche troppo. E tutti stavano vegliando
     gersi. E non era male, visto che la navata, nonostante il sole di quei giorni, non            Gesù morto, mentre il celebrante iniziò a descrivere gli eventi che avevano portato
     aveva ancora accantonato il ricordo freddo e umido dell’inverno. In più, il vento,            a quella morte, a quello scempio. Il Venerdì Santo era il tempo per ricordare, la
     che aveva iniziato a prendere corpo dal giorno prima, era cresciuto ancora ed en-             Via Crucis ripercorreva quel cammino. Il prete era disceso dall’altare, preceduto da
     trava con vigore dal portone, aperto “sui canti”, spalancato, per permettere a tutti          un chierichetto con la croce, la stessa del funerale del nonno. Un altro strisciava il
     i fedeli di partecipare alla funzione religiosa.                                              pavimento con un piccolo inginocchiatoio, che spostava compunto, stazione dopo
     Tre passi ed erano arrivate. Nina camminava a testa bassa, un po’ per timidezza,              stazione. Seguivano altri due chierichetti, ognuno reggeva una candela accesa, le
     perché erano in ritardo, un po’ perché non voleva vedere il fondo della navata,               fiammelle ogni tanto si lasciavano scappare una linea diritta di fumo nero, che si
     ai piedi dell’altare. S’infilò per prima al posto, sentì il corpo tiepido della madre         dissolveva poco più in alto. Nina si sentì sollevata, il gruppo le ostruiva la visuale
     appoggiato al suo. La sorellina si aggrappò al suo braccio destro, in bilico sull’ingi-       su Gesù, così poté lasciarsi distrarre dal racconto del parroco e dalle risposte dei
     nocchiatoio. Nina continuava a guardare giù, la panca davanti, le gonne nere delle            fedeli alle invocazioni. Poi il sacerdote e i chierichetti la oltrepassarono per rag-
     donne anziane di fronte a lei. Sentì tirare il braccio verso il basso, si chinò.              giungere il fondo della chiesa, per tre o quattro stazioni non sarebbero tornati.
     “Voglio stare vicino alla mamma”, sottovoce.                                                  Le ragazze attendevano trepidanti quel momento per potersi voltare e vedere i loro
     “Dai, stai brava, da lì vedi anche meglio.”                                                   giovani innamorati, che dovevano restare in fondo alla navata, accanto all’ingresso,
     “Voglio stare vicino alla mamma!” La sorellina iniziò ad alzare la voce, anche se il          nel posto riservato agli uomini: senza parlare, e rigorosamente in piedi. Stava per
     tono era sempre molto sommesso. La funzione non era ancora cominciata.                        volgersi come gli altri verso il celebrante, che si era già inginocchiato, quando il
     “Per favore, stai lì, fai la brava che adesso arriva il prete con la croce.”                  suo sguardo si fissò su una ciotola di terracotta, posta accanto all’altare. I semi di
     “Dai, fammi andare vicino alla mamma!” Capricci in arrivo.                                    grano e il frumento piantati la prima domenica di Quaresima, quella del grande
     “Su, Nina, lasciala venire qui e state in silenzio.”                                          falò, ormai erano cresciuti: gli steli verdi svettavano già oltre l’orlo. Il vaso era stato
     Nina lasciò passare la sorellina, che andò ad aggrapparsi alla gamba della madre              decorato con fiori di carta colorati, Nina li adorava. Avrebbe tanto voluto imparare
     e nascose la faccia tra le increspature della gonna. Continuò a tenere lo sguardo             a farli anche lei, le sarebbe piaciuto prepararne qualcuno da portare al cimitero,
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     fisso sul pavimento, le mattonelle esagonali disegnavano zig-zag bianchi e neri,              per abbellire la croce del nonno.
ontagna                                                                                                                                           ontagna
                  Nostra                                                                                                                                            Nostra

     Non c’erano soldi per comprare la lapide: tutta la famiglia sperava che i parenti
     emigrati in America, ricevuta la notizia, avrebbero mandato il denaro necessario                                Nuovo giallo di Angela Zeppi
                                      Fine capitolo sedicesimo - continua sul prossimo numero
                                                                                                                     Il veleno della Pantera - Durante quella torrida esta-
                                                                                                                     te, il vecchio ponte sul fiume Trebbia fu chiuso per re-
                                                     Finalmente è uscito, sia in forma-                              stauri. Lunghe file di automobili, camion e trattori si for-
                                                     to cartaceo che digitale, su tutti                              marono sul tragitto alternativo. Imperversarono perdite
                                                     i principali siti di vendita online                             di tempo, incidenti e imprecazioni. Per placare gli animi,
                                                     (digital book store), a richiesta                               i politici proposero la costruzione di una metropolitana
                                                     nelle migliori librerie (compresa                               con fondi europei. Ma il progetto si bloccò, perché i
                                                     l’edicola di Ferriere), il romanzo                              politici cominciarono a morire. Uccisi dal veleno della
                                                     “Il vento dura tre giorni”, in cor-                             Pantera. Il questore Mauro Quagliaroli intuirà per pri-
                                                     so di pubblicazione su Montagna                                 mo le tracce dell’omicida. Le farà seguire dalla poliziotta
                                                     Nostra.                                    Vincenza Barreca, bella calabrese vessata da alcuni colleghi. Fra Mauro e
                                                     Se in questi anni vi siete persi           Vincenza scoppierà un’attrazione potente e impossibile. Il volume si trova:
                                                     qualche capitolo, se volete sape-          •       Contattando l’autrice alla mail angelazp@alice.it
                                                     re come prosegue e si conclude             •       Presso le librerie piacentine Romagnosi (Via Romagnosi 31 tel. 0523
                                                     la storia di Nina e siete impazien-        338474) e Postumia (Via E. Pavese 105 Sant’Antonio - tel. 0523 489984)
                                                     ti, non lasciatevi sfuggire l’occa-        •       Sul sito www.libreriaromagnosi.com
                                                     sione!                                     Edizioni Lir - Prezzo 12 euro – pagine 209
                                                     Se, invece, vi piace gustarlo pia-                             Romanzi precedenti di Angela Zeppi
                                                     no piano, un numero alla volta,            - Le onde del male
                                                     continuate a seguire “Il vento             - Piccoli omicidi condominiali
                                                     dura tre giorni” qui su Montagna           - Coccinelle nere nel vaso di fiori
                                                     Nostra!

                                                                                                In sostituzione del dottor Erminio Crenna, emigrato volontariamente a
                                                                                                  Cadeo, è arrivata nel capoluodo la dottoressa Wadeu Ngaffi Viviane.
         Un grazie a chi ha rinnovato l’abbonamento al Bollettino                                Riceve i pazienti nei locali della Guardia Medica, (sotto il Municipio),
        Indichiamo, per chi desidera, gli estremi del conto intestato alla Parrocchia di
                                                                                                                                 tutti i giorni
        San Giovanni Battista di Ferriere per il rinnovo dell’abbonamento.
        Numero Conto corrente postale: 6212788                                                  - dal lunedì al giovedì dalle 11 alle 13
        Per il bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788
        Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX                                                           - il venerdì dalla 15 alle 17.
        Annuo - Italia: € 20,00 - Estero € 30,00                                                Ci congratuliamo con la dottoressa per aver scelto di essere il nostro me-
        Ricordiamo inoltre (per gli abbonati) che sull’etichetta dell’indirizzo è indicata
        la data di scadenza dell’abbonamento. Si chiede che dall’estero non vengano             dico e le formuliano tanti auguri di buona e lunga permanenza tra noi.
        inviati assegni per difficoltà di riscossione.

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ontagna                                                                                                                                              ontagna
                  Nostra                                                                                                                                               Nostra

     Un giorno con i “cantamaggio”
     L    a mattina del primo maggio con un cielo coperto di nubi come gli ultimi tre          Si riparte per
          anni, ci siamo dati appuntamento davanti alla Banca, circa trenta cantori (mag-      Rompeggio dove
     gianti), per dare vita al tradizionale “Cantamaggio” in varie frazioni di Ferriere. Il    la sosta viene
     tutto per salutare l’inverno e dare il benvenuto alla primavera.                          fatta al Bar del-
     Per gli spostamenti da una frazione all’altra ci siamo serviti di un pullman addob-       la “Bulaca”. Altre
     bato di fiori soprattutto maggiociondolo.                                                 tavole imbandite
     Prima della partenza foto di rito davanti al pullman con le nostre divise azzurre di      di tutto e si canta
     pile, cappelli di paglia adornati di fiori e foulard rosso al collo.                      sempre accompa-
     Ho notato con piacere la presenza di quindici giovanotti dai 18 ai 25 anni e questo       gnati dalla fisar-
     è una cosa positiva per continuare la tradizione.                                         monica di Fabio.
     I primi canti accompagnati dal nostro fisarmonicista Fabio li abbiamo eseguiti            La cosa che ho
     davanti alla Casa Protetta. E’ stata una gioia vedere gli anziani come erano felici.      notato con im-
     Chi scrive, come più anziano del gruppo aveva l’onore di tenere il cesto per la           menso       piacere
     raccolta delle offerte. C’è stata molta concreta solidarietà da parte di tutti. Partiti   sono stati i gio-
     col pullman, prima sosta a Marconi da Claudia e Walter, che ci hanno accolti sotto        vani che oltre ad
     il loro porticato dove c’erano tavoli imbanditi di salame, coppa, pancetta, focacce       avere una gran
     e pizzette. Questa la parte salata, poi la parte dolce con torte di cioccolato, ricotta   bella voce, conoscevano tutte le parole delle canzoni.
     e crostate, bibite, vino e per ultimo anche il caffè.                                     A Valle ci siamo fermati a casa di Renzo e Cristina e ci siamo abbuffati di torte di
     Tutti vergognosi, nessuno voleva mangiare per primo, ma poi scacciata la vergogna         patate e dolci oltre alle solite bevute.
     ci si abbuffa tra una fetta di salame e un bicchiere di vino. Intanto si intonano le      Si riparte per Selva e si fa sosta al Circolo “Anspi”. Oltre a cantare, mangiare e bere,
     canzoni del maggio.                                                                       abbiamo raccontato barzellette di tutti i tipi.
     Poi si ritorna verso Ferriere e si fa tappa al Castello Malaspina di Gambaro ristrut-     Siamo andati poi all’Albergo “Lago Nero”, dove abbiamo trovato dentro al bar una
     turato un po’ di anni fa. Anche lì nel salone altra mangiata e bevuta e canti a non       stufa che faceva caldo anche perchè era quasi sera e c’era molto freddo. Poi mar-
     finire. Siamo ridiscesi a Ferriere con sosta al Bar “Cis”.                                mitte di uova sode, affettati e formaggi.
     Davanti al Bar abbiamo continuato il nostro repertorio di canzoni tanto che c’era         Ultima tappa a Folli in casa della Pina. Ormai si mangia per inerzia, perchè non ce
     il traffico in tilt.                                                                      la facciamo più dalla stanchezza, però cantiamo ancora.
     Si riparte e si sale fino a Canadello e si fa sosta davanti ad una Baita chiamata “La     Alle ore 22 il nostro giro termina e ognuno si dirige verso le proprie autovetture.
     Pineta”, struttura in legno con telaio in ferro.                                          Cosa mi ha lasciato questa giornata?
     E’ stata costruita da Paolo, Bonfi, Gazzola, e altri volenterosi che ci hanno accolti     L’allegria tra noi e l’allegria che penso abbiamo portato a chi ci aspettava. L’ospi-
     con applausi e sorrisi.                                                                   talità di tutti gli abitanti verso di noi tra abbracci e pacche sulle spalle. Un grazie
     Numerosi tavoli con salumi, dolci vari tanto che ci vorrebbero pagine per descri-         a Celso perchè oltre ad essere l’anima di questo Cantamaggio è anche l’organizza-
     vere tutto.                                                                               tore e l’economo, e tutti gli altri che si sono impegnati.
     Guardandomi in giro purtroppo manca qualcuno che c’era l’anno precedente, Vito.           Le parole delle canzoni quando si arriva: “A Voi padron di casa vi siam venuti a
     Quando si canta la canzone che tanto piaceva a lui, si nota che tra le persone,           dire che maggio è arrivato ed è partito aprile”.
     spunta agli occhi qualche lacrima come del resto anche tra noi.                           Quando ci si lasciava: “In pace vi troviamo, in pace vi lasciamo, arrivederci ad
     Si riparte e ci si ferma a Pertuso davanti alla Trattoria Cavanna. Sotto la veranda       un altro anno”.
     coperta si cantano canzoni che narrano del maggio della guerra, degli amori finiti.       Grazie a tutti per quello che avete fatto. Viva il Cantamaggio.
     Molta gente con i telefonini di ultima generazione scattano foto e registrano canti.      Dimenticavo: “Un cuore che canta è un cuore che ama”.
     E’ tradizione che si mangia un ottimo risotto e la farinata.                                                                                                           Domenico
     Affettati e dolciumi non mancano mai. Poi c’è la torta offerta da Armando per il suo
22   compleanno. C’è qualche nonno che da al nipotino l’offerta da mettere nel cesto.                                                                                                     23
ontagna                                                                                                                                             ontagna
                  Nostra                                                                                                                                              Nostra
                                                                                              Ferriere
                   Alla Madonna del Piratello                                                 Dio è Amore
                                                                                              G     iovanni (1Gv.4,7-10) ci regala la più bella “definizione di Dio”: “Dio è amore
                                                                                                    – agàpe”. Non dice: in Dio c’è amore o Dio ama, ma “Dio è amore”, è amore
                                                                                              in se stesso.
                                                                                              La sua indicibile essenza non è altro che amore. Dio è “agàpe”, cioè amore di
                                                                                              benevolenza, assolutamente gratuito, senza condizioni, senza limiti. Non nasce
                                                                                              dal bisogno, come è l’”eros”; neppure esige di essere ricambiato come quello, già
                                                                                              buono, di amicizia, di reciprocità, (“filia”): “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma
                                                                                              è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima”. E’ un amore che
                                                                                              non ama in base al merito né condizionato dalla corrispondenza: “manda la sua
                                                                                              pioggia sui giusti e sugli ingiusti”.

                                                                                              Certo di Dio possiamo avere solo immagini inadeguate; ma a volte sono davvero
                                                                                              scorrette, opposte a quelle rivelate da Gesù: per es., di un Dio moralista e punitivo
                                                                                              impegnato a dettare leggi e divieti, oppure di un Dio tirannico che limita la nostra
                                                                                              libertà, geloso delle nostre gioie; ed anche di un Dio “onnipotente” che tiene in
                                                                                              mano i fili e tutto manovra come un burattinaio.
                                                                                              No, quelle immagini sono da cancellare. “Dio è amore”.
     Eravamo in oltre 70 (di Ferriere, Farini e Bettola) a pregare e visitare lo stupendo     La verità più bella, più consolante è sapere che ognuno di noi, l’umanità tutta, la
     Santuario della Madonna del Piratello, frazione a soli tre Km. da Imola.
                                                                                              creazione, tutto, sta dentro a questo amore. La consapevolezza che l’amore di Dio
     Foto di gruppo nel chiostro interno.
                                                                                              tutto abbraccia ci riconcilia con la vita, con ogni creatura, ci fa guardare l’esistente
                                                                                              con simpatia, e il futuro con speranza.
                                                      Auguri                                  Così come chi non ama è ateo: non conosce Dio. “Chi non ama non ha conosciuto
                                                                                              Dio, perché Dio è amore”. Si conosce più con il cuore che con la testa; si cono-
                                                      Fabrizio                                scono veramente soltanto quelli che si amano. La conoscenza delle persone è
                                                      Dopo la celebrazione al Santuario,      esperienziale, così come quella di Dio, e passa attraverso la relazione. “L’amore è
                                                      il gruppo ha fatto una “sostanzio-      da Dio”. Questo vale anche per chi non ne è consapevole. “Ogni amore è da Dio”.
                                                      sa” tappa da “Laura”, noto risto-
                                                      rante del pesce a Rimini.               Il vangelo (Gv.15,9-17), afferma che unico è l’amore che fluisce dal Padre al Figlio,
                                                      La giornata di festa è stata l’occa-
                                                                                              dal Figlio ai discepoli e dai discepoli agli altri. “Come il Padre ha amato me, così
                                                      sione per festeggiare il 45°esimo
                                                                                              io ho amato voi … Amatevi come io vi ho amato”. E’ un flusso, una corrente che
                                                      compleanno di Fabrizio, sempre
                                                                                              ha questi passaggi: Dio verso Gesù – Gesù verso noi – e noi verso gli uni altri.
                                                      seguito con tanta cura e premure
                                                      dai genitori Ivano Galli e Mariuc-
                                                                                              E’ come un circuito che non può essere interrotto, come quello della corrente
                                                      cia Raggi.                              elettrica: se si taglia un filo, si fa buio. Purtroppo, e ne facciamo esperienza, l’a-
                                                      A fianco il taglio della torta offer-   more che proviene da Dio come acqua che sgorga pura dalla sorgente, nei nostri
                                                      ta dalla famiglia Galli.                rapporti con gli altri può inquinarsi, intorbidirsi. L’amore umano può diventare
                                                                                              strumento di possesso, di dominio, amore egoistico, perfino distruttivo.
                                                                                              “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato
                                                                                              voi.” Il criterio per valutare la nostra vita è anzitutto ciò che abbiamo fatto agli
                                                                                              altri.
24                                                                                                                                                                                       25
                                                                                              Don Stefano
ontagna                                                                                                                                ontagna
                Nostra                                                                                                                                 Nostra

      E’ stata montata una nuova croce sulla fac-                                           Alessandro Scaglia nato 8 febbraio 2018 da Marco e Chiara Tassi. In
     ciata della chiesa di Ferriere in sostituzione                                         foto Alessandro con i genitori e il bisnonno Luigi.
      di quella caduta in occasione del gelicidio
                     del mese di febbraio scorso.

                                                 La croce è stata costruita, installata
                                                 e donata da “Nuova Neon Radelme
                                                 srl” di Quartieri Eugenio e Marianna
                                                 in ricordo del loro amato papà Fran-
                                                 cesco. Un grande grazie dai parroc-
                                                 chiani tutti.
                                                                                          Il giorno 6 maggio, Giovanni Noto, ha inaugurato la sua nuova attività di
                                                                                          parrucchiere per uomo e donna nel rinnovato negozio di Via San Nicola, 6.
                                                                                                         Tanti auguri da tutta la comunità.

        Congratulazioni a
        Malchiodi Gabriele e

      Pakpahan Lenni Helena

      sposi nella chiesa del capo-
                            luogo.

              Foto Gaudenzi

26                                                                                                                                                                    27
ontagna                                                                                                                                         ontagna
                  Nostra                                                                                                                                          Nostra
                          Grazie dottor Guido
     I  l primo gennaio 2018 il dott. Guido Bergonzi è andato volontariamente in pen-
        sione. Grande amico del territorio, è nato ed ha vissuto gli anni della prima
     fanciullezza nel capoluogo dove i genitori gestivano una piccola osteria al bivio
     per Casa Rossa. Laureatori in medicina a Parma ha svolto la professione di medi-
     co in città con grande serietà e professionalità, ricevendo nel corso della carriera
     numerosi attestati di stima e riconoscenza.
     Fra i tanti riconoscimenti ricevuti, pubblichiamo di seguito la lettera che Anna Ma-
     ria Capucciati di Costa Curletti e residente a Piacenza ci ha inviato per l’occasione:
     “E’ stato il mio medico di base dagli anni ’80. Era anche il medico di mia suocera,
     mia cognata Iginia e di mio cognato Pippo. Io l’avevo scelto perché conoscevo la sua
     famiglia e i miei familiari perché si sono fidati della mia scelta e non si sono mai pen-
     titi. Ho pensato che fosse doveroso, da parte mia, ringraziarlo sulle pagine di questo
     bollettino per tutte le attenzioni che ha avuto in tutti questi anni verso la mia fami-
     glia. Io, per fortuna, non ho avuto particolari problemi di salute, ma mio cognato era
     affetto da una grave patologia polmonare per cui doveva portare l’ossigeno 24 ore su
     24. Era seguito dalla dott.ssa Garavaldi, medico specialista del reparto di pneumolo-
     gia dell’ospedale di Piacenza. Guido l’ha sempre assistito con grande disponibilità,           Battesimo
     competenza, discrezione, riservatezza e grande umanità. Mio cognato aveva molta
     fiducia di Guido, tant’è che le sue paure e le sue ansie le confessava più a lui che a
                                                                                                                   di Stephan Brun,
     noi familiari. Ricordo un episodio in particolare. Mio cognato abitava da solo ed era       a Bre di Lugano, il 15 aprile 2018.
     molto geloso della sua privacy, per questo noi familiari eravamo in difficoltà per aiu-     In foto Stephan con i genitori Sara
     tarlo. Lui aveva sempre paura di disturbare. Era appena stato dimesso dall’Hospice e        Ferrari e Matthias Brun e con il padri-
     si trovava a casa sua con una badante perché ormai non poteva più alzarsi dal letto.        no Paolo Ferrari e la madrina Iolanda
     Io sono andata a trovarlo e l’ho visto in uno stato di semi -incoscienza. Era luglio,       Amorelli.
     quindi c’era molto caldo e avevo lasciato la porta socchiusa. Stavo valutando che cosa
     fare e, proprio in quel momento, quando la prima cosa che ho pensato è stata quella
     di chiamare il dottore, Guido è entrato in casa. Io l’ho guardato come se vedessi un
     angelo mandato dal cielo e in quel momento gli ho dato del “tu”, poi mi sono scusata,
     ma lui mi ha risposto che dopo tanti anni che
     ci conoscevamo ci poteva stare. Mio cognato è
     stato portato all’ospedale e durante la stessa
     notte è spirato. So che non svolge più la profes-
     sione, ma credo che quando avrò bisogno di                                                                                             Auguri Giovanni
     un consiglio o di un consulto lo cercherò anco-
     ra. Conservo il suo numero di telefono. Grazie
     Guido per la tua disponibilità e la tua uma-                                                                                      Giovanni Dodici
                                                                                                                                       di Cerreto, ha festeggiato 90 anni
     nità da parte mia e di tutta la mia famiglia”.
                                                                                                                                       nella nostra Casa Anziani
                                                                                                                                       del capoluogo.
                                                                                                                                       Oltre all’immancabile
     Il dott. Guido e la moglie Olga donano al Ve-                                                                                     torta augurale,
     scovo un crocefisso in legno da lui realizzato.                                                                                   con lui anche
                                                                                                                                       la sorella Lucia.
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ontagna                                                                                                                                          ontagna
                Nostra                                                                                                                                           Nostra

     Bertuzzi Nella                                                                                                                        Auguri listati
     21.06.1926 - 14.01.2018
                                                                                                                                           a lutto
             “Signore date a lei la felicità che ella
                 ha dato a noi col suo affetto”                                                                                            Gallinari Pasqualina
     Nella, come documentato dalla foto sotto pubbli-                                                                                      08.04.1928 - 04.06.2018
     cata, frequentava Ferriere fin dai primi anni trenta.                                                                                 che lo scorso mese di aprile ave-
     Fino allo scoppio della grande guerra non è mai                                                                                       va festeggiato i suoi novant’anni
     mancata, assieme alla famiglia, a Mulino Boeri, dove                                                                                  attorniata dalla persone care, è
     ricorda l’amica Lucia Moia, hanno trascorso le estati                                                                                 improvvisamente deceduta nella
                                              in un clima                                                                                  sua abitazione in Via Marconi nel
                                              di     fraterna                                                                              capoluogo. In modo silenzioso,
                                              amicizia. Il                                                                                 come è sempre stata la sua per-
                                              padre Remo,                                                                                  manenza tra noi, è tornata per il
                                              fondatore dell’Agenzia Trasporti citta-                                                      riposo eterno nella sua terra nata-
                                              dina, in collaborazione con le Ferrovie                                                      le di Pecorara.
                                              dello Stato, è mancato in giovane età, la-
                                                                                                                                           Ai famigliari le nostre condoglian-
                                              sciando a Nella e ai suoi fratelli, l’incom-
                                                                                                                                           ze.
                                              benza della continuazione dell’azienda.
                                              Ritiratasi dal lavoro, Nella ha dedicato
                                              tutto il suo tempo alla cura della mam-
                                              ma Pasqualina, deceduta all’età di 103
                                              anni. La Parrocchia partecipa al dolore
                                              dei famigliari con una vicinanza cristia-
                                                                                                                             Labati Pompeo
                                                                                                              n. 07.06.1922 - m. 16.05.2018
                                              na alla sorella Iris e alla cognata Maria
                                                                                             Pompeo, nato e cresciuto a Ferriere capoluogo,
                                              Pia, ospite estiva del capoluogo e testi-
                                                                                             ha vissuto una vita di sacrifici, di emigrazione,
                                              mone delle nostre tradizioni cristiane.
                                                                                             di lavoro e di grande dedizione alla famiglia.
                                                                                             Solo i più anziani ricorderanno Pompeo legan-
                                                                                             do la sua persona e la sua vita a quell’indimen-
                                                                                             ticabile domenica del luglio 1944, in piena guer-
                                                                                             ra, quando i tedeschi, caricarono su un camion
                                                                                             numerosi ferrieresi, fra cui lui stesso deportan-
      Beato l’uomo che ha cura del debole                                                    doli in Germania. Il suo forte fisico, la sua forza
      Un missionario che era vissuto in Cina per molti anni e un famoso cantante             morale, la sua fede e la speranza di potercela
      che vi era stato solo due settimane tornavano negli Usa a bordo della stessa           fare, gli hanno permesso di fare ritorno a casa.
      nave. Quando attraccarono il misisonario vide una gra folla in attesa del              La seconda parte della sua vita l’ha vissuta a
      cantante. “Signore, non capisco”, mormorò il missionario. “Ho dedicato 42              Bettola formando la sua bella famiglia e lavo-
      anni alla Cina, e lui ci è rimasto due settimane, eppure ci sono migliaia di           rando come cantoniere. Non ha mai dimenti-
      persone che gli danno il bentornato, mentre per me nessuno”. E il Signore              cato il suo paese e i suoi cari che visitava nel
      rispose: “Figliolo, ma tu non sei ancora a casa!”.                                     nostro cimitero con frequenza.
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ontagna                                                                                             ontagna
               Nostra                                                                                              Nostra
                                                                                  Ferriere - Ostello Gioventù
     Vive Congratulazioni
                                                                                  Domenica 12 Agosto 2018
                                                                                        Ore 16,30
                     a
            Rinnen Nicole,

     laureatasi il 12 Febbraio 2018
     in Scienze della Formazione e
     dell'Educazione presso l'Uni-
     versità Cattolica di Piacenza
     con una tesi dal titolo: "Il valo-
     re pedagogico dello sport. Per
     essere vincenti nella partita
     della vita".
     Ricordiamo che Nicole è - da                                                            Presentazione Volume
     diversi anni - ospite estiva con
     la famiglia nel capoluogo -
     zona Casa Rossa.                                                                                    “Viaggio
                                                                                                       nel tempo”
                                                                                         di Dina Bergamini e Paolo Labati
                                                                                       “Cronaca e storia di un secolo
                                          Un grazie                                                    nei Comuni di
                                          ad Anna Bossalini
                                          e al marito Francesco Bocellari
                                                                                           Ferriere, Farini e Bettola”
                                          per la sistematica cura
                                          della cappellina alla Madonna
                                          collocata a Casa Rossa - parte alta.
                                          Ricordiamo che davanti a tale sacello
                                          verrà celebrata la messa
                                           - come consuetudine -
                                          martedì 14 agosto 2018 alle ore 18.
                                                                                        Inter verranno gli autori
                                                                                    e testimoni della nostra storia
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                                                                                   Coordinerà l’incontro Angela Zeppi       33
                                                                                           Al termine rinfresco
ontagna                                                                                                                                           ontagna
                  Nostra                                                                                                                                            Nostra
                                                        Canadello
     Il 15 Giugno è stato festeggiato uno dei due patroni, San Vito, per la prima volta        Draghi Giovanni
     presso il Circolo La Pineta. Occasione per stare in compagnia e per ricordare il nostro   25.01.1926 - 11.03.2018
     caro Vito, scomparso pochi mesi fa.
                                                                                               Grazie Giovanni! Grazie per tutto il bene che
                                                                                               mi hai sempre voluto, per l’amicizia sincera
                                                                                               e generosa che hai donato a me e a quanti
                                                                                               hai incontrato sul tuo cammino. Sei stato il
                                                                                               perno centrale della tua bella famiglia, sei
                                                                                               stato un “ferrierese” che in Francia ha lavo-
                                                                                               rato con onestà e capacità, sei stato il punto
                                                                                               di riferimento per tanti nostri emigrati, sei
                                                                                               stato l’animatore del gemellaggio che i nostri
                                                                                               Comuni hanno stabilito con Nogent, sei stato
                                                                                               un lavoratore del tuo piccolo paese, sei stato
                                                                                               un uomo che è stato fermento per l’intera co-
                                                                                               munità. Aiutaci, insieme a San Bernardo, a
                                                                                               cui eri legatissimo, a continuare a percorrere
                                                                                               con dignità questo nostro cammino terreno.

                                                                                               Ciao Giovanni !!!!
                                                                                               Giunse in Francia all’età di 11 anni, accompagnato dalla mamma Caroline
                                                                                               e dal fratello Pierre, con la tristezza nel cuore di lasciare il piccolo paese di
                                                                                               Canadello e la sorpresa di scoprire una nuova vita, una nuova lingua e una
                                                                                               nuova casa, rue Charles VII a Nogent sur Marne, dove l’attendeva il papà Lou-
                                                                                               is. Subito dovette affrontare l’inserimento scolastico, in un momento storico
                                                                                               non certo favorevole per un bimbo italiano: infatti non mancarono le derisioni,
                                                                                               le incomprensioni, gli scontri con i compagni di scuola, ma anche le nuove
                                                                                               amicizie. A 12 anni torna in Italia ospite presso una colonia estiva a Pesaro;
                                                                                               proprio allora l’Italia entra in guerra e ciò lo costringe a rimanere per 2 anni
                                                                                               lontano dalla famiglia, che ritroverà due anni dopo al completo a seguito
                                                                                               dell’arrivo del fratellino Valentino e della nonna Giuditta.
                                                                                               Nel 1946 il papà Louis avvia l’attività di falegnameria insieme ai tre figli in rue
                                                                                               de Plaisance; una intera vita dedicata al lavoro, con serietà e professionalità,
                                                                                               che li impegnerà tutti i giorni, a volte anche la domenica. Tutti questi sacrifici
                                                                                               saranno premiati da un crescente sviluppo dell’attività dell’atelier, affermando-
                                                                                               si come una ditta seria e affidabile.
                                                                                               Il 1954 è per Giovanni una data molto importante perché trova la sua adora-
                                                                                               ta compagna Angele a cui si unisce in matrimonio: in questo modo vennero
                                                                                               unite anche le due frazioni di Canadello ( Jean) e Rocca (Angele) che ancora
                                                                                               oggi sono legate dalla presenza a Rocca del figlio Louis e dalla nipote Aurelie.
                                                                                               I tre figli, Bernard, Louis e Alain crescono in un ambiente famigliare sereno e
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