OR PHO TAM E ARTI VISIVE ME - METAMORPHOSIS: LE COLLEZIONI - SILOUNGE HOME

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Metamorphosis:
le collezioni

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Moroso fra design
e arti visive

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Metamorphosis:
le collezioni
Moroso fra design
e arti visive
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Metamorphosis:             Mostra a cura di           Catalogo a cura di          Si ringraziano:                  Metamorphosis:
le collezioni Moroso       Andrea Bruciati            Andrea Bruciati             Marco Bazzini, Sara
                                                                                                                   le collezioni
fra design e arti visive   Patrizia Moroso            Vania Gransinigh            Benedetti, Andrea Busto,
                           Marco Viola                                            Irene Calderoni, Cecilia         Moroso fra design
Udine, Casa Cavazzini                                 Saggi                       Canziani, Comune di              e arti visive
Museo d’Arte Moderna       Progetto allestitivo       Andrea Bruciati             Monfalcone (Silvia Altran,
e Contemporanea            Marco Viola                Elena Commessatti           Paola Benes, Giovanna
5 ottobre – 13 gennaio                                Vania Gransinigh            D’Agostini, Paola Devetta,
                                                                                                                   Casa Cavazzini
2013                       Allestimento                                           Aida Klanjscek), Eva             Museo

                                                                                                                                        me
                           Marco Viola in             Ricerche bibliografiche     Comuzzi, Laura Corazzol,         d’Arte Moderna
                           collaborazione con         Barbara Morandini           Tiziana Danna, Héléne            e Contemporanea
                           Tanja Mlinar per Moroso                                de Franchis, Francesca
Comune di Udine                                       Progetto grafico            Di Nardo, Alice Ginaldi,
                           Coordinamento tecnico      Designwork                  Alberto Gortani, Lorenzo         a cura di
                                                                                                                   Andrea Bruciati

                                                                                                                                       tam
Sindaco                    Mariangela Buligatto       Artemio Croatto             Lomonaco, Martina
Furio Honsell              Denis De Tina              Chiara Caucig               Lorenzoni, Emanuele              Vania Gransinigh
                           Veniero De Venz                                        Mocarelli, Francesco Monai,
Assessore alla Cultura     Paolo Tosolini             Referenze fotografiche      Marina Pugliese, Alessandro
Luigi Reitani              Marco Visintini            Alessandro Paderni          Rabottini, Luigi Ricciardi,
                                                      Archivio Friuli, Fototeca   Donatella Righini, Laura
                           Coordinamento              dei Civici Musei di Udine   Rossi, Federica Schiavo,

                                                                                                                                        or
                           amministrativo             Archivio Moroso             Ciro e Antonia Schioppa,
                           e di segreteria            Gabriele Basilico           Francesca Tamburlini,
                           Giovanna Bonafè            Giuliana De Luca            Luigina Zani
Civici Musei               Sonja-Francesca Morassi    Stefano De Monte
                                                      Maurizio Galimberti         e in particolar modo
Direttore                  Coordinamento              Mauro Paviotti              tutti gli artisti e i designer

                                                                                                                                       pho
Marco Biscione             organizzativo,             Giulia Pittioni x neo.      che hanno collaborato
                           relazioni esterne          associazione culturale      al progetto
Conservatore               e ufficio prestiti         Tom Vack
Vania Gransinigh           Francesca Tesei            Fulvio Ventura
                           Margherita Zandigiacomo
                                                      Ricerche Archivio
                           Segreteria                 fotografico

                                                                                                                                        sis
                           Patrizia Goveto            dei Civici Musei            Nessuna parte di questa
Moroso Spa                 Gianna Piccolo             Loris Milocco               pubblicazione può essere
                           Assunta Serra                                          riprodotta o trasmessa
                                                                                  in nessuna forma e con
                           Coordinamento                                          nessun mezzo (elettronico
                           book-shop e biglietteria                               o meccanico, inclusi la
                           Rita De Luca                                           fotocopia, la registrazione
                                                                                  od ogni altro mezzo di
                           Fotografo                                              ripresa delle informazioni)
                           Claudio Marcon per                                     senza il permesso scritto
                           i Civici Musei                                         dell’editore.

                           Promozione                                             L’editore è a disposizione
                           Susanna Cardinali per                                  degli eventuali aventi diritto
                           i Civici Musei                                         per le fonti non individuate.

                           Daria Triolo per Moroso                                © Casa Cavazzini Museo
                                                                                  d’Arte Moderna
                           Ufficio Stampa                                         e Contemporanea
                           Simonetta Di Zanutto                                   © Moroso Spa
                           Mario Giudici                                          © Gli autori per i testi
                           Stefano Zucchini                                       © Gli artisti per
                           per il Comune di Udine                                 le immagini

                           Daria Triolo per Moroso                                ISBN 9788895752129
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Metamorphosis                                 004. 005.

                                                              Casa Cavazzini costituisce di per sé un         Questa storica inaugurazione si
                                                          luogo profondamente friulano dell’arte,         arricchisce di ulteriori significati con
                                                          della storia, del design, dell’architettura.    l’apertura di una mostra dedicata al design
                                                          Grazie alla ristrutturazione piranesiana        promossa dall’azienda Moroso, fulgido
                                                          curata da Gae Aulenti è possibile               esempio di arte-artigianato friulano.
                                                          cogliervi ora una composizione prima            Cosa c’è di più affascinante del design:
                                                          inimmaginabile di tracce preistoriche,          forma di creatività capace di coniugare
                                                          medioevali, moderne, contemporanee.             funzionalità, arte, artigianato, tecnologia,
                                                          Casa Cavazzini sembra quindi il luogo           ironia, astuzia, folgorazione? L’Italia è
                                                          predestinato da migliaia di anni a              uno dei luoghi del design e questa mostra
                                                          diventare la sede di un importante museo        stabilisce per Casa Cavazzini Museo d’Arte
                                                          di arte moderna e contemporanea.                Moderna e Contemporanea il punto di
                                                             È perciò con grandissima soddisfazione       partenza di una traiettoria che partendo
                                                          che compio l’ultimo atto di un percorso         dai valori friulani più profondi ci proietta
                                                          al quale hanno contribuito i miei               nel futuro della storia dell’arte.
                                                          predecessori Enzo Barazza e Sergio
                                                          Cecotti consegnando alla città questa               Un ultimo pensiero voglio riservarlo
                                                          nuova sede museale. I miei ringraziamenti       alle due fanciulle che nell’affresco di Afro
                                                          vanno ai tanti tecnici ed esperti che hanno     giocano nel cortile udinese ai “cerchietti”,
                                                          contribuito a quest’opera, tra i quali vorrei   gioco di una tradizione quasi dimenticata.
                                                          ringraziare in modo particolare l’ingegner      Sono il simbolo dei giovani di tutti i tempi,
                                                          Luigi Fantini, il dott. Marco Biscione, la      a cui realmente dedichiamo questo
                                                          dott.ssa Vania Gransinigh e l’assessore         Museo.
                                                          Gianna Malisani, senza il cui slancio e gusto
                                                          non sarebbe stato possibile raggiungere         Furio Honsell
                                                          questo risultato. Vorrei ricordare anche        Sindaco di Udine
                                                          l’ispettore della Soprintendenza ai Beni
                                                          Artistici Paolo Casadio, che nel corso
                                                          del restauro degli appartamenti ha
                                                          scoperto negli affreschi un inquietante ma
                                                          affascinante bestiario medioevale.

                                                              Ma il ringraziamento più sentito va a
                                                          Dante e Aminta Cavazzini che donarono
                                                          alla città di Udine questo magnifico
                                                          edificio. I Cavazzini, commercianti di
                                                          stoffe figli di quella tradizione tessile che
                                                          aveva segnato la nascita industriale della
                                                          Carnia, non seppero solamente conservare
                                                          questo edificio, ma anche arricchirlo
                                                          commissionando pregevolissime opere
                                                          quali le tempere murali di Afro Basaldella
                                                          e la porta di Corrado Cagli nei loro
                                                          appartamenti.
                Scalone storico all’interno
                    di Casa Cavazzini
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Metamorphosis                006. 007.

                                                   Con il trasferimento delle prestigiose     comitato scientifico internazionale.
                                               collezioni civiche d’arte moderna nella            Emblematicamente, la prima di queste
                                               nuova e magnifica sede di Casa Cavazzini,      mostre è dedicata al design e al suo
                                               giunge quasi al termine un lungo processo      dialogo con le arti visive. Espressione
                                               di riqualificazione e riorganizzazione del     creativa e al tempo stesso prodotto
                                               patrimonio artistico della città di Udine,     industriale, il design rappresenta una
                                               che ha visto negli ultimi anni l’apertura      delle eccellenze del nostro territorio, per
                                               del Museo Etnografico del Friuli, la nascita   merito di aziende leader del settore a
                                               della Galleria fotografica «Tina Modotti»      livello mondiale, che sono state capaci di
                                               e l’avvio del progetto pluriennale Udine       rinnovare l’antica tradizione artigianale
                                               città del Tiepolo. Completando questo          delle botteghe d’arte, aprendosi agli
                                               percorso, entro il 2012 l’Amministrazione      stimoli internazionali.
                                               Comunale conta di poter riaprire al                Nata con il sostegno della azienda
                                               pubblico, nella storica sede del Castello di   Moroso, non a caso iniziatrice di un
                                               Udine, la significativa collezione museale     premio per l’arte contemporanea,
                                               di archeologia e una parte di quella           Metamorphosis racconterà dunque il
                                               dedicata al Risorgimento, chiusa ormai dal     doppio percorso che porta dal progetto
                                               1976, in nuovi allestimenti all’altezza dei    creativo all’oggetto di arredamento e
                                               tempi.                                         da questo ancora alla pura espressione
                                                   Questo investimento di portata             visiva, ospitando lavori di riconosciuti
                                               straordinaria, operato grazie al generoso      artisti internazionali. Un mutamento delle
                                               impegno dell’intero personale dei Civici       forme, appunto, che strutturano la nostra
                                               Musei, si basa sul riconoscimento del          quotidianità e il nostro immaginario.
                                               valore insostituibile dell’arte, fondamento        Inaugurando in tal modo la propria
                                               identitario di ogni comunità, fonte            attività a pieno ritmo, in collaborazione
                                               inesauribile di conoscenza, risorsa            con le migliori energie produttive della
                                               primaria per lo sviluppo turistico: un         regione, Casa Cavazzini vuole così porsi
                                               valore che spetta all’ente pubblico            come riferimento imprescindibile dello
                                               tutelare e rendere accessibile, come           sviluppo culturale udinese e come punta
                                               sancito dalla nostra Costituzione. In          di diamante dell’offerta turistica cittadina,
                                               questo quadro, la destinazione di Casa         nel segno della valorizzazione delle risorse
                                               Cavazzini a nuova sede del Museo d’Arte        del territorio, dell’apertura internazionale
                                               Moderna e Contemporanea riveste un             e del proficuo rapporto fra saperi,
                                               ruolo essenziale e strategico: nel cuore       creatività e imprenditoria.
                                               della città viene a essere collocato
                                               un luogo dell’esperienza estetica e            Luigi Reitani
                                               dell’accesso al sapere, che partendo dalla     Assessore alla Cultura
                                               pittura mediana dell’Ottocento risalirà        e al Turismo
                                               fino ai fermenti più vitali del nostro         del Comune di Udine
                                               tempo. Oltre a ospitare le opere delle
                                               collezioni permanenti, Casa Cavazzini
                                               offrirà infatti al pubblico esposizioni
                                               temporanee dedicate soprattutto all’arte
                                               contemporanea, affidandosi a curatori di
                Spazi espositivi all’interno   vaglia sotto la supervisione di un illustre
                    di Casa Cavazzini
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Metamorphosis                                   008. 009.

                                                               L’apertura di Casa Cavazzini, Museo        del genio artistico al prodotto di larga
                                                            d’Arte Moderna e Contemporanea di             diffusione, la realizzazione di una vera
                                                            Udine – nel quale trovano finalmente          forma di arte diffusa e popolare. Dall’altro
                                                            spazio le collezioni di arte moderna e        presenta una delle eccellenze del tessuto
                                                            contemporanea dei Civici Musei- aggiunge      produttivo e del genio friulano, che riesce
                                                            un tassello fondamentale alla rete dei        a trasformare le tradizionali competenze e
                                                            musei udinesi. Una serie di Musei e spazi     conoscenze del territorio in un prodotto,
                                                            espositivi diffusi nel centro cittadino,      o meglio, in una forma espressiva che
                                                            inseriti nella vita della città, aperti ai    si rivolge al mondo. L’inserimento
                                                            turisti e agli udinesi, un grande patrimonio  nella mostra di alcune opere realizzate
                                                            fruibile per tutti.                           nell’ambito del Premio Moroso di arte
                                                                                                          contemporanea sottolinea la dinamica del
                                                                Casa Cavazzini è poi un edificio          rapporto tra arte e design e soprattutto
                                                            bellissimo e singolare, che racchiude e       l’attenzione agli artisti emergenti e
                                                            simboleggia nelle sue mura e nei suoi spazi quindi al futuro. Questa mostra vuole
                                                            la storia della città, dagli insediamenti     poi rappresentare per Casa Cavazzini un
                                                            protostorici, agli affreschi medievali,       primo passo verso un rapporto virtuoso tra
                                                            all’appartamento padronale decorato           pubblico e privato nella promozione della
                                                            da Afro Basaldella in un arco che copre       cultura e dell’arte, una collaborazione
                                                            tremila anni di storia e di arte della città. doverosa e necessaria per coinvolgere
                                                            Gli spazi luminosi e articolati, carichi di   nella vita dei musei e della città gli
                                                            queste evidenze storiche hanno costituito elementi più vitali della nostra società.
                                                            una sfida per i curatori e gli allestitori ma
                                                            permettono di valorizzare al massimo le           Il lavoro di restauro e apertura di
                                                            straordinarie collezioni di arte moderna      Casa Cavazzini è stato lungo e difficile.
                                                            dei Civici Musei, ospitate finora al          Siamo riusciti nell’opera grazie alla
                                                            Palamostre nella vecchia GAMUD, troppo al collaborazione di tutta l’Amministrazione
                                                            margine della vita della città.               del Comune di Udine, in particolare del
                                                                È stato deciso di mantenere per questo Servizio Infrastrutture che ha seguito
                                                            nuovo Museo il nome di Casa Cavazzini         con grande pazienza e competenza
                                                            (ignorando la tendenza attuale per gli        i difficili e lunghi lavori di restauro
                                                            acronimi) proprio per dare il senso di una    dell’edificio e ci ha dato un aiuto decisivo
                                                            continuità storica rivolta però al futuro,    nella realizzazione dell’allestimento.
                                                            con l’auspicio poi che, con un nome così      Il personale dei Civici Musei si è poi
                                                            accogliente e familiare per gli udinesi, il   speso senza riserve per arrivare infine
                                                            Museo divenga una Casa dell’arte aperta a all’apertura, ma un ringraziamento
                                                            tutti.                                        particolare va a Vania Gransinigh,
                                                                                                          conservatrice di Casa Cavazzini, che
                                                                Proprio nell’ottica di questa continuità con amorevole determinazione ha
                                                            storica che guarda al futuro si inserisce     portato le collezioni di arte moderna e
                                                            la mostra Metamorphosis, realizzata in        contemporanea a nuova vita.
                                                            collaborazione con la Moroso, in occasione La Casa dell’arte è finalmente aperta.
                                                            dei sessanta anni dell’azienda. La mostra
            Willem De Kooning, Senza titolo, 1970           esplora da un lato il sottile e labile        Marco Biscione
              Collezione FRIAM, Casa Cavazzini              confine tra design e arte, l’applicazione     Direttore dei Civici Musei di Udine
           Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
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Metamorphosis                               010. 011.

    Alessandro Paderni e Patrizia Moroso
           sul set fotografico della
     Collezione Dinamic di M. Iosa Ghini,
                settembre 1987
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Metamorphosis                          012. 013.   Lo sguardo laterale

                                                       Nel 2012, anno del potente drago            Preferisco celebrare al futuro una
                                                   d’acqua, segno premonitore e propiziatore       ricorrenza densa di ricordi e a rischio
                                                   che cade ogni 60 anni nell’astrologia           “nostalgia”, con una mostra che è vita
                                                   cinese, anche la Moroso festeggia il suo        e cambiamento, è incontro e
                                                   sessantesimo.                                   contaminazione con “Arte”.
                                                   Se devo fare un bilancio dei nostri tanti       Ed è quello che ho sempre amato del mio
                                                   anni di lavoro, mi coglie una piccola           lavoro: la magia che ci sta dietro,
                                                   vertigine, pensando al tempo passato,           la forza del progetto, e il percorso lungo
                                                   agli inizi ormai mitici e un po’ eroici,        e a volte avventuroso per arrivare infine
                                                   alla fatica di conquistarsi un posto al sole,   alla produzione.
                                                   alla gioia di lavorare con passione, ai tanti       Metamorphosis è una passeggiata nel
                                                   incontri importanti con persone vicine          tempo, uno sguardo laterale su quello che
                                                   e lontane -nel tempo e nel mondo- che ci        si è fatto e quello che si sarebbe potuto
                                                   hanno aiutato a crescere e a conoscere.         fare: una storia per idee, prototipi,
                                                   Vorrei ringraziare tutti per questo, a          varianti, variazioni, ibridi, contaminazioni,
                                                   cominciare dagli operai, maestri artigiani      interpretazioni d’arte, errori. Ed è la storia
                                                   che dal ‘52 a oggi hanno aiutato la nostra      di relazioni, anche profonde, con gente
                                                   crescita con la loro bravura e attenzione,      che il mondo
                                                   ai colleghi e collaboratori che hanno           -quello vicino che ci sta intorno e che
                                                   attraversato attivamente la storia              ci può così sensibilmente coinvolgere-
                                                   dell’azienda, agli amici creativi -fotografi,   sta cercando di cambiarlo positivamente,
   Artemio Croatto, Patrizia Moroso                grafici, comunicatori- che hanno                con intelligenza e con quella febbre
    e signora Ventura, sul set della
   campagna pubblicitaria Moroso,
                                                   interpretato il nostro sogno con la loro        che muove sempre gli artisti davanti alla
      1986, foto di Fulvio Ventura                 fantasiosa professionalità, ai designer         bellezza.
                                                   e architetti di tutto il mondo, che hanno
                                                   contribuito a progettare un’identità            Patrizia Moroso
                                                   speciale e un’anima colorata.                   Art Director Moroso
                                                   Ringrazio anche i Civici Musei cittadini
                                                   e il Comune di Udine per aver pensato di
                                                   inaugurare Casa Cavazzini con la nostra
                                                   storia e, in particolare la conservatrice
                                                   Vania Gransinigh, il direttore dei Civici
                                                   Musei Marco Biscione, l’assessore
                                                   alla cultura Luigi Reitani, il sindaco Furio
                                                   Honsell.
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Metamorphosis   014. 015.                                                Indice

                                                                   016. “Dare corpo alle idee per creare
                                                                        un mondo”: percorsi di storia
                                                                        del design attraverso le collezioni
                                                                        Moroso.
                                                                        di Vania Gransinigh

                                                                   042. Moroso 1952-2012.
                                                                        Common ground, storia
                                                                        di una linea che si mantiene.
                                                                        di Elena Commessatti

                                                                   064. La forma come struttura
                                                                        del possibile: una storia.
                                                                        di Andrea Bruciati

                                                                    113. Biografie

                                                                   123. Bibliografia

                             Seconda edizione Premio Moroso per
                                   l’Arte Contemporanea,
                            veduta d’insieme, GC.AC, Monfalcone,
                                             2011
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Metamorphosis                           016. 017.

                                                    “Dare corpo alle idee per
                                                    creare un mondo”*:
                                                    percorsi di storia del design
                                                    attraverso le collezioni
                                                    Moroso.
                                                    di Vania Gransinigh

 Antibodi di Patricia Urquiola, 2006
  giardini del Palais de Tokyo Parigi
Metamorphosis                                  018. 019.   “Dare corpo alle idee per creare un mondo”*:
                                                           percorsi di storia del design attraverso le collezioni
                                                           Moroso.

                                                               “SEDIA. È la regina dell’architettura      un mondo, quello dell’abitare
                                                           moderna. Unica struttura su cui si è           contemporaneo, che appartiene a pieno
                                                           compiutamente realizzata la rivoluzione        titolo alla storia che vogliamo raccontare.
                                                           del Movimento Moderno. Tutti i Grandi          La storia è quella dell’azienda Moroso
                                                           l’hanno disegnata, e forse sono diventati      che da sessant’anni opera nel settore
                                                           grandi proprio per questo. È una mini-         produttivo degli imbottiti e delle sedute
                                                           struttura abitabile, ed è l’ipotesi di una     per l’arredo intrecciando la propria
                                                           diversa forma di tutto l’universo costruito.   vicenda individuale con quella del design
                                                           […]”                                           nazionale ed internazionale. Ma se di un
                                                                                                          racconto si tratta è dal principio che si
                                                               “IMBOTTITI. Sulle poltrone si gioca,       deve partire e all’inizio c’è il capostipite:
                                                           nello spessore delle piume o delle             Agostino Moroso, uno dei protagonisti
                                                           schiume, il modello di società che è           principali di questa narrazione.
                                                           possibile alternare. Comoda, rilassata,            È lui a fondare nel 1952 a Tricesimo,
                                                           anche troppo disinvolta; oppure                a pochi chilometri da Udine, il laboratorio
                                                           composta, attenta, sempre disposta ad          destinato a diventare il nucleo costituente
                                                           alzarsi. In pochi centimetri di imbottitura,   dell’azienda che oggi conosciamo. Ad
                                                           la scelta di fondo di chi progetta.            affiancarlo nell’impresa ci sono Diana,
                                                           Anche la poltrona scomoda può avere una        compagna di vita e di lavoro e un gruppo
                                                           sua ragione d’essere. Anche una poltrona       di amici fidati tra cui Marino Mansutti che
                                                           grottesca. […]”1                               di Diana è il fratello, noto oggi come
                                                                                                          “l’uomo dei prototipi” per le sue
                                                               Le due citazioni d’apertura spettano       preziosissime abilità tecniche e manuali,
                                                           ad Andrea Branzi e Denis Santachiara           personaggio centrale in questo racconto,
                                                           e risalgono al 1980. Quell’anno la rivista     capace di “dare corpo” e forma alla
                                                           «Domus» compiva una ricognizione               creatività di tutti i designers che negli
                                                           critica su quanto andava accadendo nel         anni hanno collaborato con l’azienda2.
                                                           settore produttivo del mobile e                    La figura di imprenditore – artigiano
                                                           Alessandro Mendini aveva incaricato i due      incarnata da Agostino Moroso
                                                           designers di individuare e commentare          rappresenta il fulcro non solo della
                                                           alcuni elementi dell’arredo moderno sui        vicenda che stiamo ricostruendo, ma
                                                           quali progettazione e produzione avevano       anche di quello che in generale costituiva
                                                           operato mutamenti sostanziali negli ultimi     il tessuto produttivo e industriale italiano
                                                           decenni. Le definizioni di sedia e             nell’immediato secondo dopoguerra3.
                                                           imbottito riportate, ci sono apparse           “Fare” e “fare bene” era l’imperativo di
                                                           importanti perché restituiscono,               quegli anni difficili, ma pieni di speranza
                                                           con buona approssimazione, i termini di        nel futuro e tale era anche la convinzione
                                                           un dibattito sviluppatosi negli anni           di Agostino Moroso e dei suoi compagni
                                                           precedenti riguardo a forma e funzione di      di viaggio che avevano rinunciato
          Fjord di Patricia Urquiola
 Padiglione dei Paesi Nordici ai Giardini de
                                                           due oggetti che il design dell’epoca aveva     a trasferirsi in America per inseguire il
        La Biennale di Venezia, 2003                       messo al centro della trasformazione di        sogno tutto nostrano di una ricostruzione
Metamorphosis                                   020. 021.                                        “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

etica e civile prima ancora che materiale,      il quale forma, funzione e realizzazione         realtà internazionali. Essi vennero favoriti   industriale in netta crescita, sull’onda del
della nuova Italia moderna e democratica.       dovevano equilibrarsi a vicenda                  da una serie di iniziative avviate nel corso   boom economico che di lì a qualche anno
In campo economico e produttivo ciò si          rispondendo a standard elevati di qualità.       del decennio e scandite dalle esposizioni      avrebbe investito anche il sistema
traduceva nella fabbricazione di oggetti di     Ciò permetteva una limitazione dei costi         della Triennale di Milano, terreno di          produttivo italiano8.
qualità che fossero in grado di                 di produzione con la logica conseguenza          confronto e discussione nell’ambito della          Tra la fine degli anni Cinquanta e
riconfigurare il mondo raggiungendo ampi        dell’abbassamento dei prezzi alla vendita        progettazione industriale5.                    l’inizio dei Sessanta, l’aumento massiccio
strati della popolazione: un principio,         e la prospettiva di una produzione in serie      In questo contesto, a partire almeno dalla     di produzione e consumi che
questo, legato al Razionalismo dominante        che andasse incontro alle esigenze del           IX edizione del 1951 e da quella successiva    riguardarono ampi strati della
nell’ambito della cultura architettonica        mercato nelle sue differenti stratificazioni     del 1954, vennero definendosi i primi          popolazione indussero anche nuove
dell’epoca da cui derivava                      sociali.                                         legami di cooperazione tra alcune aziende      riflessioni teoriche intorno agli oggetti
necessariamente anche la morfologia di              Quello che è stato definito                  italiane e le personalità di spicco del        che di quel flusso su larga scala erano
quello che allora era noto come una delle       efficacemente il “modo italiano”, veniva         design di quegli anni. Franco Albini si        il prodotto ultimo. La circolazione sempre
sue applicazioni, ovvero il disegno             evolvendo in quell’arco cronologico              associò con l’imprenditore Poggi, Zanuso       maggiore che interessò le merci di ogni
industriale. In quel periodo, la storia del     grazie all’incontro di “progettisti” e di        con Arflex avviò, in collaborazione con la     tipo determinò un rinnovato rapporto
design nazionale ai suoi albori si svolgeva     “imprenditori” nei laboratori artigianali        compagnia Pirelli, una produzione su           tra esse e la società a cui erano dirette
molto lontano dal Friuli Venezia Giulia:        o nelle officine delle piccole e medie           piccola scala di poltrone che sfruttavano      e una conseguente riconsiderazione
il centro era Milano e i suoi strumenti di      imprese, piuttosto che nei centri                le potenzialità della gommapiuma, ma che       del loro fine funzionale. L’equazione che
diffusione erano riviste come «Casabella»       di ricerca delle grandi aziende4. Il loro        erano ottenute attraverso un                   traduceva il design in un bilanciamento
rinata in quello stesso 1952 e «Domus»          lavoro aveva assai pochi contatti con            procedimento industriale. La Solari di         tra bellezza e funzione cominciò
affidata, dal 1946 al 1948, ad Ernesto          gli aspetti commerciali del prodotto e si        Udine, per indicare un parallelo regionale,    a rivelarsi inadeguata nel rispondere alle
N. Rogers che nel motto “dal cucchiaio          nutriva, oltre che di “sapienza del fare”,       chiese la collaborazione dello studio          esigenze di una collettività sempre
alla città” aveva condensato il credo           anche di quel portato umanistico                 milanese BBPR per il design dei suoi           più stratificata e complessa: era quindi
del movimento razionalista italiano,            che caratterizzava ancora la formazione          orologi elettronici6.                          necessario esercitare un maggiore
impegnato a recuperare il tempo perduto         degli architetti e, per certi aspetti,               Nel 1954 i grandi magazzini                controllo sui processi produttivi onde
e ad inserirsi, quanto prima possibile,         degli ingegneri italiani.                        La Rinascente di Milano davano vita al         verificare le conseguenze che il prodotto
nel mainstream del tanto acclamato                  Presso lo studio – laboratorio di            premio Compasso d’Oro, riconoscimento          industriale avrebbe generato nel suo
International Style. Nell’immediato             Agostino Moroso, nel corso dello stesso          dedicato al produttore e al designer           diffondersi sociale attraverso la sua
secondo dopoguerra e nel corso degli            decennio, i progetti di poltrone e divani        dell’oggetto ritenuto migliore per le sue      serializzazione. Gli oggetti cominciarono
anni Cinquanta, l’industria italiana tentava    spettavano a lui e a Marino Mansutti:            qualità estetiche e per la perfezione          ad essere visti non più come semplici
la strada della ricostruzione e                 l’importante era creare serie di oggetti,        tecnica della sua realizzazione.               strumenti d’uso, ma si caricarono
modernizzazione dei processi di                 dai nomi evocativi come Conchiglia               Due anni dopo, sempre a Milano, nasceva        progressivamente di valori espressivi
produzione sotto la guida di abili              o Milly, che fossero solidi e duraturi,          l’Associazione del Design Industriale (ADI)    e simbolici che fino ad allora erano stati
imprenditori e di progettisti, depositari di    oltre che esteticamente validi. A giudicare      con lo scopo di affermare l’autonomia          loro estranei. Tali valori finivano
conoscenze tecniche che derivavano dalla        dalle foto d’epoca e dalla poca                  creativa dei designers suoi associati.         per riflettersi sullo spazio circostante
tradizione artigianale più che da un            documentazione rimasta, il comfort               Il dibattito suscitato da queste               l’oggetto sotto forma di relazioni
sistematico rapporto tra impresa e              trionfava su tutti i modelli inseriti in         manifestazioni trovò il suo mentore            ambientali con produttori e fruitori, a cui
cultura del disegno industriale. Laddove        produzione secondo gli stessi principi che       ideologico in Giulio Carlo Argan che non       il mercato non rimaneva estraneo9.
questa collaborazione veniva avviata –          governavano le forme severe e controllate        mancò di individuare il legame esistente       La funzione di controllo sui processi fu
i casi come quello di Marcello Nizzoli e        delle coeve creazioni di Franco Albini           tra pianificazione urbana e disegno            affidata a designers esterni alle aziende,
Adriano Olivetti risultavano però assai rari    o di quelle più libere e fantasiose di           industriale indicando nel secondo una          incaricati di seguire, oltre alla fase
– erano gli ingegneri, talvolta gli artisti e   Roberto Gabetti e Aimaro Isola o di Marco        forma estesa della prima alla quale il         progettuale, anche quella produttiva degli
soprattutto gli architetti ad occuparsi del     Zanuso che proprio durante gli anni              design avrebbe potuto offrire il suo           oggetti. Ciò da un lato attirò loro le
design degli oggetti e a loro spettava          Cinquanta darà vita all’azienda Arflex.          contributo di “redenzione sociale”7.           accuse di asservimento alle logiche della
seguirne, all’interno dell’azienda, l’intero        In Italia i rapporti di collaborazione tra   Si trattava di elaborazioni concettuali        commercializzazione e del puro profitto
processo produttivo. Ciò avveniva sulla         architetti e designers con l’industria si        utopiche che non avrebbero tardato a           tipiche del sistema capitalistico, ma
base dell’approccio funzionalista per           svilupparono in ritardo rispetto ad altre        scontrarsi con la realtà di una produzione     dall’altro ripropose con forza “i problemi
Metamorphosis                           022. 023.   “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

                                                    tradizionali del design: l’obiettivo                 Tale atteggiamento, che confluì nel
                                                    dell’equilibrio tra arte e tecnica, il valore   movimento dell’architettura e del design
                                                    sociale dell’oggetto d’uso, la dialettica tra   radicale di quegli anni, fu largamente
                                                    autonomia ed eteronomia insita nella sua        recepito a livello di progetto industriale
                                                    progettazione formale”10. Si incrinavano        grazie alla carismatica personalità di
                                                    d’un tratto le certezze funzional-              Sottsass, ma anche a seguito di alcuni
                                                    razionaliste fino ad allora dominanti e si      elementi innovativi provenienti da altri
                                                    innescava una nuova stagione di                 ambiti creativi.
                                                    sperimentazione nell’ambito del progetto             Da questo punto di vista, la Biennale
                                                    industriale.                                    di Venezia del 1964 svolse un ruolo
                                                        Come ricordato da Vittorio Gregotti,        fondamentale. L’esposizione di
                                                    tra la fine degli anni Cinquanta e              quell’anno, infatti, registrò il successo in
                                                    il principio dei Sessanta sorse in Italia un    Italia della Pop Art americana che
                                                    gruppo di aziende fondate su questo tipo        rappresentava fedelmente i valori di una
                                                    di collaborazione con architetti-               società consumistica e di massa,
        Divani e poltrone, produzione               designers: la Kartell per le materie            suggestionata dalla pubblicità e riflessa
               Moroso, anni ‘50                     plastiche, Fantoni e Castelli per i sistemi     nelle strips dei fumetti in cui essa stessa
                                                    d’ufficio, Artemide per l’illuminazione,        si rispecchiava. Non sarebbe possibile
                                                    Cassina, Busnelli e Zanotta per gli arredi,     comprendere i colori vivaci, le tecniche
                                                    Pirelli per l’utilizzo della gommapiuma         formali dell’ingrandimento fuori scala e
                                                    negli imbottiti11.                              il trionfo dell’oggetto “molle” nel disegno
                                                        In questo contesto la figura emergente      industriale di quegli anni se non si tenesse
                                                    è senza dubbio quella di Ettore Sottsass        conto di questi scambi e di queste
                                                    jr. che nel 1959 iniziò a collaborare con       interrelazioni ideali. Accanto ad essi si
                                                    Adriano Olivetti. Figlio di un architetto       ponevano, inoltre, gli influssi concettuali
                                                    razionalista, egli seppe andare oltre           e poveristi che andavano affermandosi nel
                                                    quella che era stata la sua prima               corso del decennio anche grazie
                                                    formazione a contatto con il padre per          all’esperienza di gruppi di lavoro come
                                                    elaborare un pensiero che superasse             Archizoom, Superstudio e UFO o di singoli
                                                    il funzionalismo ed attingesse ad una sfera     designer di professione come Alessandro
                                                    creativa più libera, tale da ricollegarsi       Mendini, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce
                                                    alle radici estetiche e ideali della            nonché di artisti prestati al design come
                                                    progettazione industriale. I suoi interessi     Piero Gilardi, attivo per l’azienda Gufram,
                                                    per la pittura americana contemporanea,         esponenti tutti della corrente del Radical
                                                    i contatti con la cultura indiana e             design13. Nel 1967 Germano Celant aveva
                                                    dell’estremo oriente e successivamente la       presentato, in una prima mostra collettiva
                                                    conoscenza personale dei poeti della Beat       a Genova, gli artisti che lui stesso aveva
        Poltrone, produzione Moroso,                Generation lo condussero a sviluppare un        raccolto sotto l’etichetta dell’Arte
                   anni ‘60                         concetto del disegno industriale che            povera. Come evidenziato da Andrea
                                                    puntando sulla riduzione stereometrica          Branzi, l’iniziativa segnava “una rinascita
                                                    della forma e sull’utilizzo espressivo          originale dell’arte italiana, interamente
                                                    del colore nelle sue valenze simboliche         basata sull’uso di materiali poveri,
                                                    e rituali mettesse in luce le relazioni         naturali, fuori dall’idea di una modernità
                                                    istituite dagli oggetti con l’ambiente          invasiva e programmata; un’arte rivolta
                                                    umano e con il comportamento delle              alla ricerca di gesti semplici,
                                                    persone12.                                      antropologici, forti della loro umanistica
Metamorphosis                                    024. 025.                                       “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

incertezza”14. Sul versante del design tale      diffusa. Fu l’incontro quasi casuale tra
atteggiamento si tradusse nella riscoperta       Agostino Moroso e il giovanissimo Antonio
di materiali tradizionali in associazione        Citterio ad avviare l’azienda sulla strada
con soluzione tecnologiche avveniristiche.       di una rinnovata modernizzazione17.
     Tali sperimentazioni che si attestarono     L’occasione fu offerta dal soggiorno
a volte su un puro livello teorico               friulano del giovane architetto per
ed utopistico, ebbero però il merito             assolvere al servizio di leva: fu l’inizio di
di sbilanciare la produzione industriale         una collaborazione destinata a durare e
nel senso di una maggiore estetizzazione         a dare i suoi frutti. Dopo aver conseguito
degli oggetti, indirizzandola a modificare       la laurea in architettura al Politecnico
il loro utilizzo più che la loro forma.          di Milano, nel 1972 Antonio Citterio aveva
Nel loro insieme questi differenti               fondato, nel capoluogo lombardo,
approcci rappresentavano gli sforzi              uno studio di progettazione industriale
compiuti da architetti e designers per           insieme a Paolo Nava18. Da allora aveva
uscire dalle secche del modernismo               avviato con Moroso un rapporto di lavoro
razionalista che appariva ormai                  che produsse nel tempo poltrone e divani
decisamente fuori tempo rispetto alle            in serie, passati in produzione per
esigenze della società contemporanea.            l’unione calibrata di funzionalità ed
     Gli sviluppi conseguiti dal design          aspetti estetici in nome di quella qualità a          Antonio Citterio e Paolo Nava
nazionale negli anni Sessanta trovarono          cui Agostino Moroso aveva sempre mirato.            in azienda con Agostino Moroso,
una loro esplicitazione programmatica            L’approccio del designer è ancora quello                          1972
all’interno della grande mostra Italy:           che Ambasz avrebbe definito conformista:
The New Domestic Landscape organizzata           comodo, funzionale e misurato,
da Emilio Ambasz al Museum of Modern             caratteristiche queste che da sole
Art di New York nel 197215. La complessità       rendevano “bello” un oggetto, proprio
della situazione veniva ricondotta dal           come si confaceva ad un’azienda che solo
curatore a tre fondamentali correnti di          allora cominciava ad aprirsi cautamente
pensiero incarnate dai designers                 al mercato nazionale. In quel periodo
conformisti, da quelli riformisti e da quelli    e dopo la fase sperimentale di matrice
contestatari, ugualmente vitali nel              radicale, il design d’avanguardia italiano
panorama italiano di quegli anni16.              si apprestava a vivere la sua stagione più
Nel loro insieme tali attitudini ebbero          esaltante. Nel 1976 Alessandro Mendini                                                       Divano America, 1974
il merito di garantire all’Italia un successo    insieme a Ettore Sottsass, Andrea Branzi
internazionale che innescò un’evoluzione         e Alessandro Guerriero fondava a Milano
importante nell’ambito della creazione           lo Studio Alchymia, un laboratorio di idee
di oggetti per la vita domestica.                applicate alla produzione in piccole serie
     Di fatto, all’epoca le collaborazioni tra   di oggetti per l’arredo con criteri di tipo
industria e designers rimanevano ancora          industriale19. Il gesto era importante
legate a casi particolari. Poche erano le        poiché da un lato apriva la strada alla
manifatture italiane ad essere dotate di         definitiva affermazione dell’autonomia del
un centro interno per la ricerca stilistica      designer dai processi produttivi industriali
che riguardasse l’aspetto estetico dei loro      e dall’altro sanciva il definitivo divorzio
prodotti. La Moroso, che nel corso               tra cultura architettonica e disegno
                                                                                                        Divano Onda di Citterio e Nava,
degli anni Sessanta aveva assunto                industriale. Quest’ultimo si spostava
                                                                                                                    1968
le caratteristiche di una piccola-media          invece verso la sfera delle arti visive
impresa, non sfuggiva a questa logica            portando a termine un processo
Metamorphosis                                        026. 027.                                             “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

                                                                                                           di estetizzazione dell’oggetto iniziato nel     corso degli anni in oggetti la cui funzione,
                                                                                                           decennio precedente. Seguendo un                mortificata nei suoi assunti originari,
                                                                                                           principio affermatosi negli Stati Uniti,        era diventata soprattutto un modo per
                                                                                                           già alla fine degli anni Cinquanta, la forma    rispecchiare la società di cui erano il
                                                                                                           del prodotto industriale finiva per             prodotto e con cui ambivano interloquire
                                                                                                           confrontarsi solo con l’ideologia imposta       senza più l’esigenza di alcuna mediazione.
                                                                                                           dal mercato mentre la funzione veniva               Nella situazione appena delineata,
                                                                                                           trasformata in un semplice accessorio.          un’industria che continuasse a puntare
                                                                                                           I riferimenti morfologici all’avanguardia       solo sull’aspetto funzionale della propria
                                                                                                           costruttivista lasciavano il posto a            produzione non poteva che entrare in
                                                                                                           ispirazioni metafisiche e surrealiste           crisi, cosa che puntualmente avvenne
                                                                                                           che andavano a sovrapporsi all’aspetto          in Moroso all’inizio degli anni Ottanta.
                                                                                                           soft delle proposte della Pop Art.              Fu solo con l’ingresso in azienda
                                                                                                           Non mancavano nemmeno i richiami alla           di Patrizia e Roberto Moroso, figli dei
                                                                                                           “grazia decorativa delle arti applicate”        fondatori, e con il rinnovamento
                                                                                                           d’inizio Novecento, al kitsch e alla            del sistema di gestione affidato a Marco
                                                                                                           fantascienza combinati in maniera               Cappellin e Alberto Gortani che il quadro
                                                                                                           alchemica nella produzione di manufatti         produttivo riprese a funzionare grazie
                                                                                                           che fossero espressione dei tempi               a scelte, per allora, davvero coraggiose23.
    Disegno di Massimo Iosa Ghini,                                                                         nuovi20. Lo stesso atteggiamento                Una parte di esse spetta al settore
                 1991
                                                                                                           caratterizzava nel 1980 la nascita di           creativo, affidato a Patrizia Moroso
                                                                                                           Memphis per iniziativa, ancora una volta,       in qualità di art director, che era appena
                                                                                                           del vulcanico Ettore Sottsass21. Il risultato   rientrata da Bologna dove aveva studiato
                                                                                                           era “una neoavanguardia costruita con           al DAMS. La sua cultura di matrice
                                                                                                           i pezzi dell’empiria quotidiana: fumetti,       umanistica, le conoscenze accumulate
                                                                                                           cultura pop, decorazione, pubblicità,           leggendo riviste come «Domus», «Modo»
                                                                                                           audiovisivi, moda, con qualche ricordo          e «Casabella» che circolavano negli uffici
                                                                                                           dell’Art déco”22. La cultura progettuale        aziendali, nonché i contatti avviati con
                                                                                                           del taglia-incolla e le operazioni di           il mondo del disegno industriale coevo
                                                                                                           bricolage sottese agli oggetti prodotti da      le permisero di intuire che per rilanciare
                                                                                                           Alchymia e Memphis in quel breve volgere        la produzione
                                                                                                           di anni si inseriva pienamente nel flusso       esisteva una
                                                                                                           postmoderno che aveva investito la vita         sola strada:
                                                                                                           quotidiana delle persone. I manufatti           puntare sul
                                                                                                           realizzati e inseriti in produzione non         design
                                                                                                           facevano parte di alcun progetto globale,       d’avanguardia
                                                                                                           non si coordinavano con l’ambiente              e sulla ricerca
                                                                 Numero 1 - Dinamic Collection,            circostante: essi semmai ambivano               nel mondo
                                                                              1986                         a segnare lo spazio come antichi menhir         delle forme.
                                                                                                           colorati, carichi di significati simbolici      Con questo
                                                                                                           tradotti nell’ironia delle forme e nel gioco    intendimento,
                                                                                                           dei richiami metaforici.                        nel 1986 fu lei
                                                                                                               Da lì, ai concetti di sedia e poltrona      ad interpellare
                                                                               A destra Alberto Gortani,   di Branzi e Santachiara citati in apertura      l’amico
                Dinamic Collection di Massimo Iosa                                 Patrizia Moroso         il passo è breve. Gli elementi dell’abitare     Massimo Iosa
                           Ghini, 1986                                        e Massimo Iosa Ghini, 1987   contemporaneo si erano trasformati nel          Ghini perché
Metamorphosis                          028. 029.   “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

    Saruyama di Toshiyuki Kita, 1988
         Palais de Tokyo Parigi
Metamorphosis   030. 031.                                   “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

                               Ron Arad fotografato         fosse lui a progettare qualcosa di nuovo         struttura, più una scultura che un oggetto
                                da Tom Vack, 1989           tra sedie, divani e poltrone: nacque così        di design, pienamente rispondente, per il
                            A destra Misfits di Ron Arad,
                               2007, MoMA New York
                                                            la serie Dinamic presentata al Salone del        ricorso alla linea curva e per l’espandersi
                                                            Mobile di Milano l’anno successivo.              della forma nello spazio intorno a sé alle
                                                            All’epoca il giovane architetto era              poetiche “morbide” ancora trionfanti in
                                                            certamente più noto per la sua attività di       quegli anni. La sua morfologia concepita
                                                            disegnatore di fumetti e per aver fondato,       per assolvere contemporaneamente
                                                            insieme ad altri alla metà degli anni            differenti modi di stare seduti, risponde
                                                            Ottanta, il movimento del Bolidismo              perfettamente all’idea di sedia come
                                                            ispirato all’avanguardia futurista e al mito     mini-struttura abitabile, così come era
                                                            della velocità24. In quello stesso 1986          stata invocata dalle parole di Branzi e
                                                            aveva progettato una sedia per Memphis           Santachiara riportate in apertura.
                                                            in legno, acciaio e pelle25. La serie di             Il 1988 registra per Moroso un altro
                                                            sedute concepite per Moroso risente di           incontro notevole, quello con Ron Arad
                                                            queste convinzioni: in particolare la            allora già molto conosciuto per le
                                                            poltroncina Numero 1, in pelle e tubolare        produzioni in piccole serie legate al suo
                                                            d’acciaio, sembra fatta per l’azione più         studio di design One Off Ltd che in quel
                                                            che per il riposo. Come avrebbero voluto         periodo aveva ancora sede al Covent
                                                            Branzi e Santachiara, essa riflette le           Garden di Londra27. Le convinzioni che
                                                            modalità di una società in moto perpetuo,        muovevano il designer di origini israeliane
                                                            “sempre disposta ad alzarsi”, attiva e           erano ben riassunte nei due oggetti che
                                                            re-attiva. A sottolineare i nuovi                gli avevano dato la notorietà pochi anni
                                                            raggiungimenti strutturali era lo stesso         prima: la Rover Chair, ottenuta montando
                                                            Iosa Ghini che, presentando il suo               su una struttura tubolare d’acciaio i sedili
                                                            progetto/prodotto nel depliant                   delle auto Rover 2000 andate in
                                                            commerciale che ne accompagnava il               demolizione (1981) e il Concrete Stereo,
                                                            lancio sul mercato, ricordava come fosse         giradischi con struttura in cemento
                                                            necessario “rompere il regno dell’angolo         armato, divenuto oggi un’icona del
                                                            e della linea retta e ritrovare, certi delle     Postmoderno (1983)28. Il design per lui
                                                            possibilità neotecniche, la sinuosa curva,       non era altro che “l’atto di imporre la
                                                            la voluta, la spirale, le forme definibili da    propria volontà su un materiale per dare
                                                            equazioni complesse, da frattali” per            forma a una funzione” portando quel
                                                            mutare “sintatticamente e                        materiale al limite delle sue potenzialità
                                                            semiologicamente il prodotto seduta”26.          espressive29. Acciaio, legno, plastica
                                                            A monte di questa innovazione però – e
                                                            questa è la vera novità - vi era lo sviluppo
                                                            della tecnologia che aveva consentito la
                                                            realizzabilità di oggetti altrimenti destinati
                                                            a rimanere pura utopia.
                                                                Le stesse premesse dovrebbero essere
                                                            poste per spiegare la nascita, nel 1988,
                                                            di Saruyama, la “Montagna delle scimmie”
                                                            disegnata dal giapponese Toshiyuki Kita
                                                            vent’anni prima quale progetto per la tesi
                                                            di laurea. La seduta multipla ricorda, nella
                                                            caratterizzazione “organica” della sua
Metamorphosis                                   032. 033.                                            “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

erano gli elementi costituitivi dei suoi        La sua cultura visiva appartiene
progetti, caratterizzati da una dominante       completamente a questo mondo a cui
dura e fredda che Patrizia Moroso lo            egli attinge, per sua stessa ammissione,
convincerà a trasformare nella                  nella propria fase creativa. Un poster,
componente “morbida” degli imbottiti            una vetrina, un’automobile così come un
prodotti nell’azienda di famiglia. Nascono      riverbero di luce possono costituire per
così la Spring Collection (1990) cui fanno      lui altrettante ispirazioni formali riunite
seguito, il prototipo per Misfits (1993,        sincreticamente in sedie, poltrone
entrato in produzione solo nel 2007) la         e divani come Alessandra, Eulalia Perez o
serie Victoria and Albert (prodotta nel         Saula Marina. Sono oggetti che sembrano
2000 da Moroso, ma ideata per rendere           usciti direttamente dalle pagine di
omaggio al museo londinese che                  qualche underground comix con cui
quell’anno dedica una grande                    condividono la stessa ironia al limite
retrospettiva a Ron Arad) e la poltroncina      del sarcasmo e l’approccio ludico
Little Albert (2001) in polietilene colorato    con la realtà contemporanea. Si tratta
che inaugura l’utilizzo di materiali plastici   delle propaggini più estreme della visione
di ultima generazione. Le linee hard            radical del design così come essa
edge delle sue realizzazioni originarie         si è sviluppata nell’esteso e controverso
si trasformano nei contorni smussati            ambito del postmoderno.
                                                                                                                  Gluon di Marc Newson,           Progetti per Gluon Collection
dell’imbottito, i profili accentuano la             In parallelo a queste sperimentazioni,                                 1993                      di Marc Newson, 1993
propria fluidità e curvatura, i colori accesi   all’inizio degli anni Novanta, Moroso
e vivaci si moltiplicano. Le diverse sedute     prosegue da un lato la sua tradizionale
che costituiscono le collezioni evocano,        ricerca sul comfort funzionale grazie alla
nelle forme sinuose e ondeggianti e nelle       collaborazione di architetti come Enrico
cromie multicolori, sensazioni                  Franzolini, unico designer di origini
ed emozioni che si sommano all’aspetto          friulane della scuderia aziendale.
ludico e ironico sempre presente                Dall’altro lato, però, avvia un progetto
nelle creazioni di Ron Arad e che               anche con Marc Newson, designer di
rappresentano l’adesione ad una delle           origini australiane che nel 1991 si
linee più aggiornate del design                 trasferisce da Tokyo a Parigi dove apre
contemporaneo. La collaborazione tra            uno studio di design31. Nascono così la TV
Ron Arad e Moroso si protrae a lungo            – Chair e la poltrona della serie Gluon
e giunge fino ai nostri giorni con la           entrati in produzione nel 1993 e
creazione di Do-Lo-Rez un sistema di            caratterizzati da forme arrotondate e
sedute modulari inserito in produzione          biomorfiche , le stesse che
nel 2008.                                       contraddistinguono anche la Lockheed
    Le stesse ricerche su forme e materiali     Lounge Chair una delle creazioni grazie
contraddistinguono la collezione de             alla quale il nome di Newson è noto,
Los Muebles Amorosos ideata da Javier           già allora, a livello internazionale.
Mariscal insieme a Ron Arad per Moroso              Le radici culturali che
nel 1995. Il nome di Javier Mariscal evoca      contraddistinguono il lavoro di Mariscal,
naturalmente la sua esperienza con il           invece, si possono rintracciare a monte
gruppo Memphis che egli aveva portato           delle ideazioni di Konstantin Grcic,
a compimento negli anni Ottanta dopo un         il designer tedesco creatore per Moroso
esordio messo a segno in Spagna, sua            di Osorom (2002), uno degli oggetti                                                                  Los Muebles Amorosos
terra d’origine, nell’ambito del fumetto30.     la cui immagine è,Toshiyuki
                                                                      ancoraKita,
                                                                             oggi Saruyama
                                                                                    a dieciIsland,
                                                                                            anni                                                     di Javier Mariscal, 1995
                                                                              1989-2006
Metamorphosis                     034. 035.   “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

    Osorom di Konstantin Grcic,
              2002
Metamorphosis   036. 037.                                        “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

                             Tropicalia Collection di Patricia   di distanza dalla sua nascita, fortemente      stratificato, il libero gioco dei tasselli
                                     Urquiola, 2008              legata a quella dell’azienda produttrice.      geometrici, l’inaspettata visione di
                                A destra, Patricia Urquiola
                            fotografata da Alessandro Paderni
                                                                 Darne una definizione sulla base della sua     possibili intersezioni di linee rette e curve
                                                                 funzione è assai difficile: è una seduta, ma   consentite dalla trasparenza della
                                                                 anche un piano d’appoggio e, a guardarlo       concezione volumetrica.
                                                                 nella sua cristallina struttura di linee-      I primi anni del terzo millennio
                                                                 forza, di pieni e di vuoti, potrebbe essere    rappresentano per Moroso il definitivo
                                                                 anche una scultura del nostro tempo.           riconoscimento a livello internazionale:
                                                                     Osorom rappresenta efficacemente           nel 2003 la partecipazione alla Biennale
                                                                 quelle che sono le convinzioni intellettuali   di Architettura di Venezia e la mostra
                                                                 di Grcic, formatosi al Royal College di        al Palais de Tokyo a Parigi contrappuntano
                                                                 Londra dove fu allievo di Jasper Morrison.     un successo che appare inarrestabile.
                                                                 Rappresentante di quella generazione di            In questi anni si consolida la
                                                                 designers che avevano guardato agli anni       collaborazione tra l’azienda friulana
                                                                 Ottanta con attenzione e curiosità             e la designer Patricia Urquiola, iniziata
                                                                 assumendone il meglio allo scopo di            nel 1998. Originaria di Oviedo in Spagna,
                                                                 trovare un nuovo modo di progettare            Urquiola ha studiato architettura a Madrid
                                                                 l’oggetto industriale, egli punta              per completare in seguito il suo percorso
                                                                 ugualmente alla logica stringente quanto       di studi al Politecnico di Milano, allieva
                                                                 alla libertà d’invenzione32. A sottolinearlo   di Achille Castiglioni di cui sarà anche
                                                                 è Grcic stesso che in un’intervista            assistente. Il suo punto di riferimento
                                                                 rilasciata nel 1999 afferma apertamente        rimane Bruno Munari ed è proprio
                                                                 che ”funzionalità, pensiero razionale,         sul gioco delle forme e sulla loro ludica
                                                                 struttura sono concetti che ritengo molto      interscambiabilità che lei costruisce
                                                                 importanti, ma nello stesso tempo lavoro       le sue creazioni. Nel 2003 il suo divano
                                                                 per contraddire tutto questo.
                                                                 Allora cerco di esprimere un’idea di
                                                                 funzionalità che sia anche ironica, cerco
                                                                 di costruire un sistema che sia anche un
                                                                 po’ caotico, lavoro perché gli oggetti
                                                                 funzionino in maniera ineccepibile ma
                                                                 nello stesso tempo alludano a una totale
                                                                 libertà d’uso”33. Stando sempre alle sue
                                                                 dichiarazioni, il suo modo di progettare
                                                                 risente anche dei contatti con Wolf
                                                                 Vostell, esponente del gruppo Fluxus,
                                                                 artista impegnato sul versante
                                                                 dell’happening da cui Grcic avrebbe
                                                                 mutuato la propria idea di progetto forte,     Malmö e le poltroncine Fjord vengono
                                                                 ma sul quale finiscono per innestarsi,         fotografate alla Biennale di Venezia,
                                                                 in maniera imprevedibile, una serie            mentre Highlands entra nel novero dei
                                                                 di variabili che attribuiscono al risultato    pezzi esposti al parigino Palais de Tokyo.
                                                                 raggiunto il fascino della sorpresa34.         Nel 2006 Urquiola crea per Moroso
                                                                 Sotto certi aspetti, Osorom raffigura          la serie di sedute Antibodi che nel 2008 si
                                                                 visivamente tutto questo: il rigore della      trasformeranno in Tropicalia grazie alla
                                                                 struttura in tecnopolimero composito           lavorazione ad intreccio dei fili di plastica
Metamorphosis                           038. 039.                                        “Dare corpo alle idee per creare un mondo”

                                                                                         colorati, tesi entro strutture d’acciaio       Moroso da Nipa Doshi e Jonathan Levien
                                                                                         geometriche, disposte come le facce            indiana di famiglia Gujarati lei, scozzese
                                                                                         di un poliedro.                                lui. Dal loro incontro nascono oggetti
                                                                                             Su basi diverse, nel 2005, entra in        come la serie di sedute My Beautiful Back
                                                                                         produzione per Moroso la sedia                 Side o Principessa che alla raffinatezza
                                                                                         Supernatural di Ross Lovegrove,                dei tessuti e dei ricami indiani coniugano
                                                                                         rappresentante della corrente di quello        la sorpresa del dettaglio straniante
                                                                                         che è stato definito “nuovo naturalismo”,      e fuori contesto.
                                                                                         versione evoluta dell’organicismo                  Tra i giovani, infine, è doveroso
                                                                                         novecentesco35. La sedia, concepita            segnalare il lavoro del gruppo svedese
                                                                                         in polipropilene colorato con il ricorso       Front (Sofia Lagerkvist, Charlotte von der
                                                                                         a tecnologie evolute, si presenta              Lanken, Anna Lindgren) caratterizzato da
                                                                                         perfettamente allineata ai principi creativi   un concept che si avvale delle potenzialità
                                                                                         del designer che intende riproporre nel        espressive dei tessuti stampati con
                                                                                         suo lavoro la bellezza assoluta e originaria   procedimenti fotografici per creare
                                                                                         delle forme naturali36. Affascinato dalla      effetti percettivi illusionistici come nella
                                                                                         nitidezza e dalla ricchezza delle strutture    collezione Moment. Un divano di
                                                                                         organiche cresciute in totale armonia con      concezione semplicissima si trasforma
                                                                                         la vita e lo spazio circostante, Lovegrove     così in un oggetto fintamente
                                                                                         ad esse si ispira per creare oggetti           drappeggiato mentre una panca evoca
          Moment Collection di Front,               Moon e Memory di Tokujin Yoshioka,   racchiusi entro linee raffinate ed eleganti    la durezza del legno nell’immagine,
                   2009                                          2011                    che esaltano le possibilità estetiche della    ma è nella sostanza un imbottito di grande
                                                                                         curva e dell’ellisse. Leggerezza,              comfort.
                                                                                         flessibilità, eleganza sono i criteri guida        Ripercorrere la storia di un’azienda
                                                                                         dei suoi progetti indirizzati all’utilizzo     come Moroso ha così permesso di
                                                                                         delle tecnologie più avanzate nella            evidenziare l’evoluzione del design dalla
                                                                                         lavorazione dei materiali con “l’intento       seconda metà del Novecento ad oggi
                                                                                         di solidificare idee e forme che un tempo      tracciandone, ad un tempo, lo sviluppo
                                                                                         erano fluide”37, dichiarazione                 nazionale e quello internazionale.
                                                                                         quest’ultima che si adatta esattamente         Si è parlato di forma e funzione, di
                                                                                         ai processi di produzione di Supernatural.     avanguardia radicale, della sua eredità
                                                                                             Tra i designers di ultima generazione      stilistica e dei suoi ultimi raggiungimenti
                                                                                         spicca il gruppo dei giapponesi con lo         per arrivare a toccare argomenti come il
                                                                                         studio Nendo che con Kub e Dew                 continuo rinnovamento dei materiali,
                                                                                         riprendono decorazioni di ascendenza           l’ecosostenibilità e l’ergonomia che
                                                                                         optical, mentre Tokujin Yoshioka si ispira     sicuramente indicano il futuro del disegno
                                                                                         al mondo naturale per le sue creazioni         industriale. Al di là di ogni metafora, però
                                                                                         che puntano sul decoro e sull’utilizzo di      ciò di cui si è parlato è soprattutto
                                                                                         tessuti innovativi come quello che riveste     il nostro modo di vivere e di stare nel
                                                                                         e dà forma alla seduta Memory o alla           mondo, la nostra capacità di rapportarci
                                                                                         poltroncina Moon in polietilene                con l’ambiente che ci circonda creando
                                                                                         trasparente che cattura e riflette la luce     oggetti che siano in sintonia e rispecchino
                                                                                         ad imitazione dell’astro lunare.               le nostre esigenze, i nostri desideri e,
                Kub e Dew di Nendo,                  Supernatural di Ross Lovegrove,         Frutto dell’intreccio di culture e         in ultima analisi, i nostri sogni unica e vera
                       2009                                       2005                   tradizioni assai lontane tra loro nel tempo    frontiera del design contemporaneo.
                                                                                         e nello spazio sono gli oggetti ideati per
Metamorphosis                                                 040. 041.                                                      “Dare corpo alle idee per creare un mondo”                  Note

*
  L’affermazione               mostra (Rovereto, MART,        24 giugno – 26 settembre        17
                                                                                                 L. Sossella, 40 anni.       Mariscal, Alessandro          p. 12.                        32
                                                                                                                                                                                            C. Morozzi, Konstantin
abbreviata spetta              3 marzo – 3 giugno 2007),      2004), Firenze, Maschietto      Istruzioni per l’uso, Udine,   Mendini, Paola Navone,        30
                                                                                                                                                              Javier Mariscal è          Grcic, Milano, Il Sole 24
a Patrizia Moroso              Milano, Skira, 2007, pp.       Editore, 2004, pp. 9-35.        Moroso, 1992, p. 28;           Peter Shire, Ettore           l’ideatore di personaggi      ore, 2011.
ed è riportata in E.           31-32.                         10
                                                                 Cfr. M. Vitta, Il progetto   Commessatti, Cavalicco         Sottsass, George James        come El Señor del             33
                                                                                                                                                                                            Cfr. quanto riportato
Commessatti, Cavalicco         5
                                 Per un quadro generale       della bellezza. Il design fra   Friuli Mondo…cit., pp.         Sowden, Studio Alchimia       Caballito o il creatore       da F. Picchi, Konstantin
Friuli Mondo. Elena            si veda V. Gregotti,           arte e tecnica, 1851-2001,      13-14.                         – Bruno Gregori, Matteo       del Rrollo enmascarado,       Grcic, in «Domus», 820,
Commessatti racconta           Italian Design, 1945-1971,     Torina, Einaudi, 2001, pp.      18
                                                                                                 A. Cappellieri, Antonio     Thun, Masanori Umeda,         primo fumetto spagnolo        novembre 1999, p. 42.
Moroso, Milano, Il Sole 24     in E. Ambasz (a cura di),      268-269.                        Citterio: architettura e       Marco Zanini. Le aziende      “underground”. Per            34
                                                                                                                                                                                            Ivi, p. 45.
Ore, 2007, p. 73.              Italy: The New Domestic        11
                                                                 Gregotti, Cultura            design, Milano, Skira, 2007.   che partecipavano alla        ulteriori approfondimenti     35
                                                                                                                                                                                            Supernatural the work of
1
  A. Branzi – D.               Landscape. Achievements        architettonica…, cit., p.       19
                                                                                                 Sull’esperienza di          fase di realizzazione         si rimanda a Drawing          Ross Lovegrove, London,
Santachiara, Idee, appunti,    and Problems of Italian        43.                             Alchymia e in generale         dei progetti erano            Life. Mariscal, London,       Phaidon, 2004.
divagazioni, in «Mobili ‘81»   Design, catalogo della         12
                                                                 Gregotti, Italian Design…,   sul design anni Settanta       Abet Print, Brionvega,        Phaidon, 2009.                36
                                                                                                                                                                                            Peter M. Fiell, Ross
numero speciale allegato       mostra (New York,              cit., pp. 330-331. Sul          si vedano A. Branzi, La        Brugola, Lorenz, Rainbow,     31
                                                                                                                                                              C. Ferrara, Marc Newson:   Lovegrove la nuova
al fascicolo di «Domus»,       Museum of Modern Art,          ruolo di Sottsass si vedano     Casa Calda. Esperienze         Riforma. Per ulteriori        design tra organicità e       natura, in «Domus», 818,
dicembre 1980, pp. 6-7.        26 maggio – 11 settembre       anche le considerazioni         del Nuovo Design Italiano,     approfondimenti si            fantascienza, Milano,         settembre 1999, p. 70.
2
  Per ulteriori informazioni   1972), Firenze, Centro         di G. Adamson – J. Pavitt,      Milano, Idea Books, 1999       rimanda a B. Radice,          Lupetti, 2005.                37
                                                                                                                                                                                            Ibidem.
relativamente alla storia      Di, 1972, pp. 315-340          Postmodernism: style and        (ristampa dell’edizione del    Memphis, Milano, Electa,
dell’azienda e dei suoi        e successivamente V.           subversion, in G. Adamson       1984) e Adamson – Pavitt,      1984.
componenti si legga            Gregotti (a cura di e con      – J. Pavitt (a cura di),        Postmodernism…cit., pp.        22
                                                                                                                                Cfr. Gregotti, Cultura
Commessatti, Cavalicco         la collaborazione di G.        Postmodernism. Style and        40-42.                         architettonica…, cit., p.
Friuli Mondo…cit. e il         Bosoni, M. De Giorgi,          subversion, 1970-1990,          20
                                                                                                 R. Barilli, Arredo          47.
saggio della stessa autrice    A. Nulli), Il disegno del      catalogo della mostra           alchemico, in «Domus»,         23
                                                                                                                                Commessatti, Cavalicco
nel presente catalogo.         prodotto industriale.          (London, Victoria & Albert      607, giugno 1980, p. 33.       Friuli Mondo…cit., pp.
La definizione di Marino       Italia 1860-1980, Milano,      Museum, 24 settembre            21
                                                                                                 C. Jencks, The…New…         24-35.
Mansutti come “uomo            Electa, 1982; Id., Cultura     2011 – 15 gennaio 2012),        International…Style…e          24
                                                                                                                                15 anni di progetti
dei prototipi” spetta a        architettonica e disegno       London, V&A Publishing,         altre etichette, in            Massimo Iosa Ghini
Ron Arad e compare in          del prodotto industriale       2011, pp. 12-95, in             «Domus», 623, dicembre         15 years of projects,
un breve testo riportato       in Italia, in Bosoni –         particolare alle pp. 22-23.     1981, pp. 41-51. Coordinato    Milano, Electa, 2001.
sull’opuscolo commerciale      Cogeval (a cura di), Il Modo   13
                                                                 Per ulteriori                teoricamente da Barbara        25
                                                                                                                                15 anni di progetti
che presentava il lancio       Italiano…, cit., pp. 37-49.    approfondimenti si faccia       Radice, Memphis si             Massimo Iosa Ghini…, cit.,
della collezione de Los        6
                                 Gregotti, Italian Design,    riferimento a A. Branzi,        presentava esplicitamente      p. 9.
Muebles Amorosos di            1945-1971…, cit.,              Introduzione al design          come un movimento              26
                                                                                                                                Desidero qui
Javier Mariscal.               7
                                 Per un approfondimento       italiano. Una modernità         di superamento sia             ringraziare gli amici
3
  Si vedano a questo           generale si veda G.            incompleta, Milano, Baldini     del funzionalismo              Elena Commessatti,
proposito le osservazioni      C. Argan, Ideological          Castoldi Dalai, 2008, pp.       razionalista che ancora        Artemio Croatto e
di G. Corretti, Il progetto    development in the             156-157 e il già citato         contraddistingueva il          Alessandro Paderni
di un paese che cambia,        thought and imagery of         Pettena (a cura di), Radical    “real design” di stampo        per avermi aiutato nel
in A. Branzi (a cura di), Il   Italian Design, in Ambasz      design…, cit.                   internazionale sia del         reperimento dei materiali
design italiano 1964-1990,     (a cura di), Italy: The New    14
                                                                 Cfr. Branzi, Introduzione    “radicalismo” degli anni       d’archivio riguardanti le
Milano, Electa, 1996, pp.      Domestic Landscape…,           al design italiano…, cit.,      Sessanta e Settanta            campagne promozionali e
26-35; G. D’Amato, Storia      cit., pp. 358-369.             p. 156.                         per attingere ad una           pubblicitarie Moroso dagli
del design, Milano, Bruno      8
                                 Gregotti, Italian Design…,   15
                                                                 Una lunga ricognizione       visione ottimista e            anni Ottanta ad oggi.
Mondadori, 2005, pp.           cit., p. 324.                  critica della mostra fu         propositiva del progetto       27
                                                                                                                                D. Sudjic, Ron Arad,
166-167.                       9
                                 Ivi, pp. 329-332, ma si      pubblicata a cura di            industriale. Facevano          London, Laurence King
4
  G. Bosoni, Del “modo         vedano sull’argomento          F. Raggi, N.Y. M.O.M.A:         parte del gruppo i             Publishers, 1999.
italiano” e le sue             anche le osservazioni          «Italy: The New Domestic        designers di provenienza       28
                                                                                                                                Si veda per questo lo
forme. Storia di “cose”,       generali avanzate da G.        Landscape», in                  internazionale: Martine        spazio riservato al pezzo
espressioni, simboli della     Pettena, Il percorso del       «Casabella», 366, giugno        Bedin, Andrea Branzi,          all’interno della mostra
creatività italiana, in G.     Radicale, in G. Pettena (a     1972, pp. 12-26 e 62-74.        Aldo Cibic, Michele            Adamson – Pavitt (a cura
Bosoni – G. Cogeval (a         cura di), Radical design.      16
                                                                 E. Ambasz, Introduction,     De Lucchi, Nathalie du         di), Postmodernism…cit..
cura di), Il Modo Italiano.    Ricerca e progetto dagli       in Id. (a cura di), Italy:      Pasquier, Michael Graves,      29
                                                                                                                                La citazione è tratta da
Design e avanguardie           anni ’60 a oggi, catalogo      The New Domestic                Hans Hollein, Arata            A. Cappellieri, Design e
artistiche in Italia nel XX    della mostra (San Giovanni     Landscape…, cit., pp.           Isozaki, Terry Jones,          Italy: Ron Arad, Milano,                         My beautiful backside di Nipa Doshi
secolo, catalogo della         Valdarno, Casa Masaccio,       19-21.                          Shiro Kuramata, Javier         Mondadori Electa, 2008,                               e Jonathan Levien, 2008
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