ANIEM Rassegna Stampa del 06/05/2016
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ANIEM Rassegna Stampa del 06/05/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANIEM WEB 05/05/2016 www.iltempo.it 18:10 8 Governo: Agnelli (Confimi), sì a riforme no all'Europa del 3% (2) 05/05/2016 agenparl.com 19:00 9 Crisi, Agnelli (Confimi Industria): Sì alle riforme del governo Renzi, no all'Europa del 3% 05/05/2016 altalex.com 13:57 10 Il nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione: prime note 05/05/2016 www.sardegnaoggi.it 20:13 17 Governo: Agnelli (Confimi), s a riforme no all'Europa del 3% (2) 05/05/2016 www.sassarinotizie.com 20:04 18 Governo: Agnelli (Confimi), sì a riforme no all'Europa del 3% (2) SCENARIO EDILIZIA 06/05/2016 Il Sole 24 Ore 20 Mezzo secolo di calcoli esatti tra ingegneria e finanza 06/05/2016 La Repubblica - Torino 24 Dopo sette anni di attesa parte il cantiere per il parking davanti a Palazzo Nuovo 06/05/2016 L'Espresso 25 Come mi mangio il Nord 06/05/2016 Il Messaggero - Nazionale 28 Caltagirone cinquant'anni d'impresa come sfida globale 06/05/2016 Il Messaggero - Abruzzo 31 Costruzioni abusive: quattro demolizioni 06/05/2016 MF - Nazionale 32 Tesla perde ma anticipa gli obiettivi
06/05/2016 MF - Nazionale 33 Condotte vende ospedali e altre opere a M&G 06/05/2016 Avvenire - Nazionale 34 Affitto, via agli sgravi fiscali 06/05/2016 QN - Il Resto del Carlino - Modena 36 «Previsti oltre 850 nuovi alloggi Ma basta espansione, si pensi al riuso» SCENARIO ECONOMIA 06/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale 38 «La Grecia non rischia il default Il nuovo accordo è in arrivo» 06/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale 40 «Pensioni, Renzi vuole fare un regalo al sistema banche-assicurazioni» 06/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale 42 TAGLI AI VITALIZI UNA PROPOSTA CHE RIMANE NEL CASSETTO 06/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale 43 l'ora della svolta sui superstipendi dei manager 06/05/2016 Corriere della Sera - Nazionale 45 Clessidra rilancia sul pharma. Trapani tratta la buonuscita 06/05/2016 Il Sole 24 Ore 46 Ora il mercato punta sulle Gacs 06/05/2016 Il Sole 24 Ore 47 «Effetti anche sui crediti esistenti» 06/05/2016 Il Sole 24 Ore 49 Visco: sugli Npl i mercati esagerano 06/05/2016 La Repubblica - Nazionale 51 Inps: "Vitalizi insostenibili Con il contributivo risparmieremmo il 40%" 06/05/2016 La Repubblica - Nazionale 53 Spiragli di luce dalla trimestrale di Monte Paschi si ferma la fuga dei depositi 06/05/2016 La Repubblica - Nazionale 54 Veneto Banca, ribaltone in consiglio 06/05/2016 L'Espresso 56 Boeri, operazione verità nel paese dell'ipocrisia
06/05/2016 L'Espresso 58 Prima o poi bisognerà fare i conti con la Germania 06/05/2016 L'Espresso 60 Ma le banche tedesche nascondono tanti guai 06/05/2016 L'Espresso 61 Sì, Italians do it better 06/05/2016 La Stampa - Nazionale 64 Banche, i danni delle scelte fatte in emergenza SCENARIO PMI 06/05/2016 Il Sole 24 Ore 66 In Veneto sinergie sulla ricerca 06/05/2016 La Stampa - Imperia 68 Imprese, nel primo trimestre altra emorragia 06/05/2016 ItaliaOggi 69 Aiuti all'olivicolo: 32 mln, il grosso alle Op 05/05/2016 Effe - Risparmio e Investimenti 71 QUANDO REDDITIVITÀ FA RIMA CON RENDIMENTO
ANIEM WEB 5 articoli
05/05/2016 18:10 Sito Web www.iltempo.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Governo: Agnelli (Confimi), sì a riforme no all'Europa del 3% (2) pagerank: 6 (AdnKronos) - L'instabilità dei governi, la farraginosità dei processi decisionali, l'incertezza delle regole, la giungla della burocrazia, rileva, "non consentono oggi alle imprese italiane di vedere nello Stato e nelle istituzioni locali un potenziale alleato". Poi l'Europa e i canoni imposti all'economia nazionale: "non possiamo -sottolinea Agnelli- morire per il vincolo del 3%, ora serve un rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture per una ripresa del mercato interno rimuovendo i vincoli macroeconomici alle vendite per non soffocare le imprese".All'assemblea pubblica è seguita quella privata. Un momento dedicata ai soli soci di Confimi Industria che ha visto Paolo Agnelli è eletto per acclamazione al secondo mandato da Presidente di Confimi Industria. Nuova anche la Giunta: Vice Presidente Vicario Arturo Alberti, Vice Presidenti Flavio Lorenzin, Dino Piacentini, Giovanni Gorzanelli e Riccardo Chini. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 8
05/05/2016 19:00 Sito Web agenparl.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Crisi, Agnelli (Confimi Industria): Sì alle riforme del governo Renzi, no all'Europa del 3% pagerank: 5 (AGENPARL) - Roma, 05 mag 2016 - "Quando, tre anni fa, con i miei colleghi ci siamo avventurati in questa impresa ci siamo trovati di fronte uno scenario molto complesso: il perdurare di una crisi terribile, un vuoto enorme lasciato dall'attuale sistema della rappresentanza, e un contesto politico caratterizzato da una continua alternanza di governi" Apre così, Paolo Agnelli, la terza assemblea annuale di Confimi Industria, la Confederazione dell'industria manifatturiera italiana e dell'impresa privata. "Siamo partiti con una promessa: costruire una casa nuova per gli imprenditori - dice Agnelli - e l'abbiamo mantenuta, oggi la nostra casa, la casa delle 28.000 imprese che compongono Confimi industria c'è e è di cristallo, trasparente, libera da conflitti d'interesse, di acciaio, solida, e d'alluminio, flessibile e dalla struttura leggera". E se il ministro Madia portando il saluto del Governo insiste sulla potenza della Riforma Costituzionale "la Riforma di tutte le riforme" come vettore di rilancio per le imprese, Agnelli ha rilanciato: "Di fronte ad uno scenario economico che cambia con una velocità elevatissima, non possiamo esimerci dal valutare positivamente la funzione che possono avere le riforme costituzionali che saranno oggetto del referendum che si terrà ad ottobre 2016" E spiega il presidente "L'instabilità dei governi, la farraginosità dei processi decisionali, l'incertezza delle regole, la giungla della burocrazia, non consentono oggi alle imprese italiane di vedere nello Stato e nelle istituzioni locali un potenziale alleato". Poi l'Europa e i canoni imposti all'economia nazionale "Non possiamo morire per il vincolo del 3%, ora serve un rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture per una ripresa del mercato interno rimuovendo i vincoli macroeconomici alle vendite per non soffocare le imprese." E continua Agnelli con una provocazione: "Buitoni, Parmalat, Santarosa, Valentino, Alitalia, Telecom, Peroni, Fiorucci, Algida, Carapelli, Bertolli. Cosa vi dicono questi nomi?" chiede il presidente "Nessuno di questi marchi è ancora italiano, erano il made in Italy oggi sono italian sounding, il parmesan dello stile italiano". Il futuro dell'industria italiana è fatto di sfide "Sfide che vinceremo - scrive in un messaggio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti letto in assemblea - se sapremo riformare le strutture sociali, istituzionali e aziendali in modo coerente rispetto alle esigenze della contemporaneità". E proprio questo cambiamento di passo rappresenta una delle missioni di Confimi Industria: "Vogliamo un nuovo sistema della rappresentanza in grado di rimettere al centro le reali esigenze dell'impresa - dice Agnelli - e riteniamo in tal senso fondamentale che il Governo con coraggio decida di rottamare questo sistema eliminando il conflitto di interessi per ridare dignità alla rappresentanza e al dialogo sociale". All'assemblea pubblica è seguita quella privata. Un momento dedicata ai soli soci di Confimi Industria che ha visto Paolo Agnelli è eletto per acclamazione al secondo mandato da Presidente di Confimi Industria. Nuova anche la Giunta: Vice Presidente Vicario Arturo Alberti, Vice Presidenti Flavio Lorenzin, Dino Piacentini, Giovanni Gorzanelli e Riccardo Chini. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 9
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione: prime note pagerank: 5 Con il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (G.U. 19 aprile 2016, n. 91, S.O. n. 10 e n. 11), in attuazione della delega conferita con la legge 28 gennaio 2016, n. 11, il Governo ha recepito le tre direttive europee in materia di aggiudicazione dei contratti di concessione, di appalti pubblici e di procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, ed ha operato il riordino di tutta la disciplina vigente. Numerose sono le novità del nuovo codice dei contratti pubblici, introdotte nell'ottica della semplificazione, dello snellimento dei procedimenti e della lotta alla corruzione e soprattutto nel segno dell'incremento dell'efficienza amministrativa e della competitività del Paese. Un nuovo codice dei contratti pubblici Con il decreto legislativo approvato nella seduta del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2016, firmato dal Presidente della Repubblica il 18 aprile 2016 e pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 19 aprile 2016, è stato approvato il nuovo "codice dei contratti pubblici" (utilizzando, in mancanza di una espressa auto- qualificazione del nuovo testo normativo, la denominazione suggerita dal Consiglio di Stato, in luogo di quella di "codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione" indicata dall'art. 1, c. 1, lett. b della legge delega). Si tratta di un provvedimento di grande rilievo non solo per lo svolgimento dell'attività amministrativa, nell'ottica della semplificazione, dello snellimento dei procedimenti e della lotta alla corruzione, ma soprattutto nel segno della maggiore efficienza amministrativa e competitività del Paese. L'iter che ha portato alla riforma è stato complesso ed ha richiesto un'approfondita attività di redazione, volta non solo (e non tanto) al recepimento delle direttive europee, quanto allo snellimento della normativa vigente. Infatti, tra le due opzioni che la legge delega (art. 1, c. 1) aveva lasciato al Governo, ossia di attuare la delega con due testi normativi (ossia un decreto legislativo di recepimento più un decreto di riordino), ovvero attraverso un unico decreto di recepimento e di riordino, è stata scelta la seconda opzione. Ciò ha comportato il rispetto dei termini stabiliti dalla disciplina europea (entrata in vigore entro il 18 aprile 2016), per cui si è resa necessaria un'accelerazione dell'iter normativo specie nella sua fase finale. Numerose sono le novità del nuovo codice: innanzitutto, l'introduzione di una disciplina unitaria dei contratti e delle concessioni (anche per effetto della progressiva assimilazione dei due istituti da parte del diritto europeo, culminata con l'emanazione di una specifica direttiva); in secondo luogo, la fortissima semplificazione delle procedure, che si poggia su un ampliamento della discrezionalità delle amministrazioni e sul ruolo (di regolatore, controllore ed anche risolutore di controversie) dell'Autorità nazionale anticorruzione - ANAC; in terzo luogo, l'introduzione di numerose specifiche misure volte a dare maggiore efficienza al sistema. Al fine di dare un rapidissimo cenno delle novità introdotte dalla nuova disciplina, la cui entrata in vigore è immediata (pur con numerose eccezioni, determinate dalla necessità di attendere l'emanazione - generalmente prevista entro novanta giorni - dei numerosi atti di attuazione), se ne indicheranno, in primo luogo, l'iter di attuazione della delega; in secondo luogo, l'organizzazione normativa (ossia, la "struttura") del nuovo codice; infine, si passeranno in rassegna alcune delle novità più rilevanti. L'iter per l'approvazione del codice Con tre direttive europee (n. 2014/23/Ue del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione; n. 2014/24/Ue del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/Ce; n. 2014/25/Ue del 26 febbraio 2014, sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/Ce) sono state previste innovazioni alla disciplina nazionale, da attuarsi, attraverso il recepimento negli ordinamenti ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 10
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nazionali, entro il 18 aprile 2016. A tal fine, in Italia è stata emanata la Legge 28 gennaio 2016, n. 11, che ha conferito la delega al Governo. Già durante l'iter di approvazione della legge delega è stata avviata la predisposizione del testo del nuovo codice, di cui sono state predisposte diverse bozze nei mesi di gennaio e febbraio, fino alla versione "ufficiale" dello schema di decreto legislativo approvata dal Consiglio dei Ministri il 3 Marzo 2016. Su tale schema (come previsto dall'art. 1, c. 3, della legge delega) si sono pronunciate le commissioni parlamentari competenti (v. i pareri relativi all'atto del Governo n. 283, favorevoli con condizioni e/o osservazioni, delle commissioni del Senato, consultabili sul sito internet del Senato e della Camera, il Consiglio di Stato (con un ampio parere, che consta di ben 228 pagine, del 1 aprile 2016, n. 855/2016) nonché la Conferenza unificata Stato-Regioni e Stato-città (con parere del 31 marzo 2016). A loro volta, tali pareri son stati frutto di un'ampia attività di consultazione e confronto: la Conferenza unificata ha fatto propri i pareri della Conferenza delle regioni e delle province autonome (CINSEDO), dell'Unione province d'Italia (UPI) e dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI); il Consiglio di Stato ha preso in esame le osservazioni dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), di Accredia, dell'Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (Aiscat), dell'Alleanza delle cooperative italiane, dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), dell'Associazione nazionale imprese edili manufatturiere (ANIEM), della Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL), della Confederazione italiana sindacati lavoratori (CISL), della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA), del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori (CNAPPC), dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, della Confartigianato, della Confindustria, della Federazione industrie e costruzioni (FINCO), del Consiglio geometri e geometri laureati, del Consiglio nazionale degli ingegneri, dell'Associazione rete professioni tecniche (RPT), dell'Unione italiana del lavoro (UIL), dell'Associazione nazionale società organismo di attestazione (UNIONSOA), dell'Unione province d'italia (UPI) e dell'Unione nazionale avvocati amministrativisti (UNA); le Commissioni parlamentari hanno svolto numerose audizioni (tra cui rileva quella del presidente dell'ANAC). Sulla base delle criticità indicate in tali pareri, nonché di quelle emerse in altre sedi di confronto e dibattito, è stato elaborato un nuovo schema di decreto legislativo, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri del 15 aprile 2016. La disciplina transitoria (dettata in particolare dagli artt. 216 e 217) desta qualche preoccupazione, dal momento che è prevista una progressiva sostituzione delle vecchie norme man mano che saranno emanati gli oltre quaranta atti attuativi (generalmente da parte dell'ANAC o del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) o gli altri atti connessi: sarà quindi necessaria un'attenta attività di informazione ed aggiornamento nei confronti delle amministrazioni e degli operatori economici. Per una più agevole comprensione del dettato normativo e, in particolare, della disciplina transitoria, consulta le Procedure operative di "Leggi d'Italia In Pratica - Appalti"che, schede sintetiche e pratiche per sapere sempre "come e quando agire" e "come approfondire". Inoltre, probabilmente per la mancanza di tempo, non è stata messa mano ad una revisione delle norme contenute nella ormai antica legislazione di contabilità di Stato (tuttora vigente ed applicabile, pur se parzialmente ed in via residuale). Si deve ricordare, che, in base a quanto stabilito dalla legge delega (art. 1, c. 8), entro un anno dalla data di entrata in vigore del codice, il Governo può adottare disposizioni integrative e correttive (cd. decreti correttivi) nel rispetto dei principi e criteri direttivi e della procedura indicate nella legge delega. Tali decreti, comunque, non potranno mettere in discussione le scelte di fondo già operate, ma potranno intervenire solo per garantire la qualità formale del testo (in tal senso, cfr. il parere del Consiglio di Stato, pag. 18). ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 11
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La struttura del nuovo codice dei contratti pubblici Il nuovo codice dei contratti si presenta decisamente più breve e snello del precedente testo normativo (d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e relativo regolamento di esecuzione ed attuazione, approvato con d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207). Vi è una riduzione del numero complessivo di articoli, che, come notato nel parere del Consiglio di Stato, passa da complessivi 630 articoli e 37 allegati a soli 220 articoli e 25 allegati (anche tenendo conto della prevista abrogazione del regolamento, che verrà sostituito da atti di "soft law"). In realtà, diversi degli articoli del nuovo codice dei contratti pubblici sono "articoli monstre", che constano di numerosi commi ed occupano numerose pagine (come nel caso dell'art. 3, che contiene le numerose definizioni). La differenza di "stock normativo" è comunque notevole, dal momento che il nuovo codice è poco meno di due terzi (quanto a numero di parole) del vecchio codice, senza tenere conto della soppressione del regolamento. Al di là del dato meramente quantitativo, è da considerare con attenzione il lavoro di riorganizzazione e semplificazione concettuale della nuova disciplina. Il nuovo codice si presenta infatti più snello e meglio strutturato del vecchio codice, di modo che ne è più semplice la lettura (che rimane però faticosa per l'eccessiva lunghezza di molti articoli e, spesso, l'utilizzo di eccessivi tecnicismi o di espressioni rivolte esclusivamente agli addetti ai lavori). Il nuovo codice è articolato in sei parti. La prima parte contiene le norme volte a definire il suo ambito di applicazione, nonché alcune disposizioni comuni, come, in particolare, le definizioni (indicate all'art. 3), la specificazione dei contratti esclusi in tutto o in parte dall'ambito di applicazione (artt. 4-20), le norme sulla pianificazione, programmazione e progettazione (artt. 21-27) ed i principi comuni sulle modalità di affidamento (artt. 28-34). La seconda parte, relativa ai contratti di appalto per lavori, servizi e forniture, è articolata in ben sei titoli, relativi, il primo, alla rilevanza comunitaria ed ai contratti sotto soglia (artt. 35-36); il secondo alla qualificazione delle stazioni appaltanti (artt. 37-43); il terzo alla procedura di affidamento (suddiviso a sua volta in capi e sezioni: artt. 44-93); il quarto all'aggiudicazione per i settori ordinari (artt. 94-99); il quinto all'esecuzione (artt. 100-113) ed il sesto ai regimi particolari di appalto (ossia agli appalti nei settori speciali, nei servizi sociali, nel settore dei beni culturali, nei concorsi di progettazione e di idee, nei servizi ricerca e sviluppo ed in specifici settori: artt. 114-163). La parte terza è relativa ai contratti di concessione (artt. 164-178); mentre la quarta al partenariato pubblico privato ed al contraente generale (artt. 179-199), la quinta alle infrastrutture e insediamenti prioritari (artt. 200-203) e la sesta alle disposizioni finali e transitorie (relative soprattutto ai rimedi ed alle disposizioni transitorie; artt. 204-220). Le novità: tra semplificazione normativa e ampliamento della discrezionalità delle amministrazioni Dopo aver dato conto della brevità e della migliore organizzazione - sotto il profilo dell'ordine e della strutturazione del testo normativo - si può sottolineare la scelta del legislatore volta a semplificare l'azione amministrativa, attraverso la riduzione dello "stock" di regole. Si è già sottolineato in altra sede (v. M. Gnes, "La semplificazione normativa e amministrativa nel nuovo quadro degli appalti pubblici", in Quotidiano giuridico del 1 marzo 2016 e "Il divieto di "gold plating" nella legge delega sugli appalti pubblici", in Quotidiano giuridico del 23 marzo 2016) che la riduzione delle regole e l'ampliamento della discrezionalità dell'amministrazione non costituisce sempre e necessariamente la soluzione per la migliore regolazione di una materia: a seconda delle specifiche situazioni occorre valutare se ridurre le norme e favorire l'incremento della discrezionalità, ovvero se incrementare le norme (al fine di rendere più chiara la disciplina). In effetti, come sottolineato anche nel parere del Consiglio di Stato, alcune norme del codice (come quelle sulla centralizzazione obbligatoria della committenza, sulla qualificazione obbligatoria delle stazioni appaltanti, sull'istituzione di un albo dei commissari di gara, sulla separazione tra progettazione e ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 12
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato esecuzione, sui criteri reputazionali per gli operatori economici, sul conto corrente dedicato, sul dibattito pubblico sulle grandi opere) sembrano comportare un aumento della regolamentazione rispetto a quanto richiesto dalle direttive europee, in violazione del divieto di "gold plating". Tali norme sono però funzionali ad assicurare la realizzazione dei principi di trasparenza e concorrenza e quindi certamente giustificate. Si può apprezzare la scelta della riduzione delle regole poste in via normativa, sostituite da strumenti flessibili riconducibili alla cd. "soft law". Tali atti sono, in realtà, riconducibili a tre diverse tipologie di linee guida (che sono comunque tutte impugnabili innanzi al giudice amministrativo). Vi sono, innanzitutto, i decreti ministeriali contenenti le linee guida adottate su proposta dell'ANAC, che sono veri e propri regolamenti (sottoposti al parere delle commissioni parlamentari ed al parere del Consiglio di Stato, ai sensi dell'art. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400). Quindi, vi sono le linee guida "vincolanti" dell'ANAC, che, pur non essendo regolamenti, ma atti equiparabili agli atti di regolazione di un'autorità indipendente, devono seguire alcune garanzie procedimentali minime (consultazione pubblica, metodi di analisi e di verifica di impatto della regolazione, metodologie di qualità della regolazione, compresa la codificazione, adeguata pubblicità e pubblicazione, eventuale parere facoltativo del Consiglio di Stato: cfr. parere del Consiglio di Stato, pp. 39 ss.). Infine, le linee guida non vincolanti dell'ANAC hanno valore e funzione di indirizzo per le stazioni appaltanti e gli operatori economici. Accanto alle "linee guida" (la cui inosservanza, in alcuni casi, è specificamente sanzionata: v. ad es. art. 84, c. 2), sono previsti altri strumenti di regolazione flessibile (come bandi-tipo, capitolati-tipo, contratti-tipo, ecc.) predisposti dall'ANAC (cfr. art. 213). In "Leggi d'Italia In Pratica - Appalti" sono consultabili tutte le Delibere, le Determine, i Comunicati, gli Atti di segnalazione, i Pareri, i Protocolli, in Bandi tipo, le Linee Guida dell'ANAC, oltre al nuovo codice dei contratti pubblici e a tutta la legislazione (comunitaria, nazionale, regionale), alla prassi amministrativa ed alla giurisprudenza di ogni ordine e grado inerente alla materia. La diminuzione dello stock normativo ed il corrispondente incremento della discrezionalità delle amministrazioni e degli altri soggetti sottoposti alla disciplina corrisponde ad una nuova modalità di concepire la disciplina dei contratti pubblici. Si è infatti compreso che l'irrigidimento e l'incremento della complessità della disciplina, con cui, specie dopo gli scandali di Tangentopoli, si è cercato di dare una risposta ai problemi di corruzione ed inefficienza che caratterizzano l'attività amministrativa in generale e quella contrattuale in particolare, hanno invece sortito l'effetto opposto. L'ampliamento della discrezionalità dei soggetti è volta non solo a superare le rigidità della vecchia disciplina, ma, soprattutto, a rafforzare la prevalenza del fattore qualitativo rispetto a quello quantitativo. L'esempio migliore, in tal senso, è la prevalenza data al criterio (per l'aggiudicazione dell'appalto) dell'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto a quello dell'offerta al massimo ribasso (o del minor prezzo), il cui utilizzo non viene cancellato ma molto ridimensionato, in quanto può essere utilizzato solo in determinati casi (art. 95). Infatti, il criterio "meccanico" basato esclusivamente sul prezzo più basso, pur se sembrava limitare la discrezionalità dell'amministrazione (e, quindi, la possibilità di scelte arbitrarie ed il rischio di corruzione), aveva dato cattiva prova (in quanto spesso accadeva che gli imprenditori offrissero prezzi troppo bassi salvo poi riuscire ad aumentarli durante l'esecuzione). Certamente, l'ampliamento della discrezionalità deve essere bilanciato con misure atte a favorire l'efficienza (attraverso la redazione di linee guida, scambi di best practices, ecc.) e con l'incremento dell'attività di controllo, verifica e di vigilanza, nonché con misure atte a garantire l'imparzialità delle commissioni di gara. L'attività di controllo è prevista in diversi momenti della procedura, ed in particolare: in via preventiva rispetto alla progettazione (art. 26); durante lo svolgimento dell'intervento da parte del responsabile unico del procedimento, il cui ruolo viene fortemente rafforzato ed ampliato (art. 31); sugli atti delle procedure di affidamento, attraverso l'approvazione da parte degli organi competenti (art. 33); e, ovviamente, sull'attività svolta, specie attraverso il collaudo (artt. 101 e 102, sulla base di apposite linee guida, emanate ai sensi ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 13
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dell'art. 111). Viene dato rilievo all'attività di controllo svolta da parte delle stesse stazioni appaltanti: ciò costituisce un elemento per la valutazione delle premialità delle stesse (artt. 38 ed 84). Viene anche previsto uno specifico controllo da parte della Corte dei conti (tramite un proprio ufficio "organizzato in modo da salvaguardare le esigenze di riservatezza") sui contratti secretati (art. 162). In generale, viene attribuito un potere di vigilanza e controllo, oltre che di regolazione, all'Anac, che ha il potere-dovere di trasmettere atti e rilievi agli organi di controllo, nonché, a seconda della rilevanza penale e di responsabilità erariale, alle Procure della Repubblica o della Corte dei conti (art. 213). L'attività di controllo è volta anche, se non soprattutto, ad accertare i requisiti qualitativi del progetto esecutivo a gara (come si è fatto cenno sopra), delle stazioni appaltanti e degli operatori economici. Per quanto riguarda le stazioni appaltanti, è stato introdotto il principio che queste possano procedere direttamente e autonomamente all'acquisizione di forniture e servizi di importo inferiore a 40.000 euro e di lavori di importo inferiore a 150.000 euro (art. 37), ma, al di sopra di tali soglie, debbano possedere una specifica qualificazione sulla base dei requisiti tecnico organizzativi definiti dall'ANAC (art. 38). Consulta in "Leggi d'Italia In Pratica - Appalti" le Formule (fac-simile di atti amministrativi, capitolati, istanze, delibere e modulistica) già preimpostate e completamente personalizzabili, archiviabili o stampabili, che agevolano le attività quaotidiane di tutti gli operatori degli uffici della Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda gli operatori economici, è di grande rilevanza l'introduzione di "rating di impresa", basati su "requisiti reputazionali valutati sulla base di indici qualitativi e quantitativi, oggettivi e misurabili, nonché sulla base di accertamenti definitivi che esprimono la capacità strutturale e di affidabilità dell'impresa" definiti dall'ANAC, tenendo conto, in particolare, "del rating di legalità rilevato dall'ANAC in collaborazione con l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato [...], nonché dei precedenti comportamentali dell'impresa, con riferimento al rispetto dei tempi e dei costi nell'esecuzione dei contratti, all'incidenza del contenzioso sia in sede di partecipazione alle procedure di gara che in fase di esecuzione del contratto" e "della regolarità contributiva, ivi compresi i versamenti alle Casse edili, valutata con riferimento ai tre anni precedenti" (art. 83, c. 10). Tra le misure atte a garantire l'imparzialità vi è la previsione della composizione delle commissioni di aggiudicazione mediante scelta e poi sorteggio dei nominativi tratti da un apposito albo istituito presso l'ANAC, nel rispetto del principio di rotazione. Per gli appalti di valore inferiore alla soglia comunitaria (individuata all'art. 35 in base alla tipologia di appalto) nonché per quelli di minore complessità (specie nel caso di procedure svolte attraverso piattaforme telematiche di negoziazione), rimane la possibilità di nominare componenti interni alla stazione appaltante e comunque nel rispetto del principio di rotazione (art. 77). Dalle leggi speciali alla programmazione pluriennale ed alla partecipazione dei cittadini Tra le novità indicate nel nuovo codice dei contratti vi è il superamento del sistema della cd. "legge obiettivo". Tale sistema, introdotto con la 21 dicembre 2001, n. 443 ("Delega al Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle attività produttive") aveva la funzione di creare una "corsia preferenziale" per il finanziamento, l'approvazione progettuale e l'esecuzione delle opere definite quali infrastrutture strategiche nazionali. Tuttavia, tale sistema, come emerge dalle relazioni svolte dal Servizio studi della Camera e dall'ANAC, non solo non aveva consentito di realizzare le opere ivi inserite, se non in una minima percentuale, ma, soprattutto, per effetto delle semplificazioni e concentrazioni di potere decisionale, aveva rappresentato un terreno fertile per lo sviluppo di pratiche corruttive. Per tale motivo, il nuovo codice dei contratti ne prevede espressamente l'abrogazione (art. 217, che prevede l'abrogazione dell'art. 1, c. da 1 a 5, della legge 21 dicembre 2001, n. 443). Quindi, superando la logica dell'urgenza e della specialità, le infrastrutture e gli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese saranno individuati attraverso due strumenti di pianificazione e programmazione generale: il piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) ed il documento pluriennale di ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 14
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pianificazione (DPP). Il primo, contiene le linee strategiche delle politiche della mobilità delle persone e delle merci nonché dello sviluppo infrastrutturale del Paese ed è adottato ogni tre anni, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del CIPE, acquisito il parere della Conferenza unificata e sentite le Commissioni parlamentari competenti. Il secondo (secondo quanto stabilito dal d.lgs. 29 dicembre 2011 n. 228) è di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e contiene l'elenco degli interventi relativi al settore dei trasporti e della logistica la cui progettazione di fattibilità è valutata meritevole di finanziamento, ed è da realizzarsi in coerenza con il PGTL (art. 201). Inoltre, le grandi opere saranno sottoposte a consultazione pubblica (su modello del débat public francese) (art. 22). Sono state oggetto di revisione e semplificazione anche le disposizioni in materia di partenariato pubblico privato, in house e contraente generale (artt. 179-199). Si può segnalare la codificazione dell'istituto del baratto amministrativo (già introdotto nell'ordinamento italiano dall'art. 11, c. 2, lett. f) del d.lgs. 14 marzo 2011, del n. 23 e poi dall'art. 24 del d.l. 12 settembre 2014, n. 133 - cd. "Sblocca Italia"), per cui, sulla base dei criteri e delle condizioni stabilite dagli enti territoriali, per la realizzazione di contratti di partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione ad un preciso ambito territoriale (e relativi alla pulizia, manutenzione, abbellimento di aree verdi, piazze o strade, ovvero alla loro valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati) possono essere concesse riduzioni o esenzioni di tributi (art. 190). Semplificazioni procedimentali, trasparenza, soccorso istruttorio e contenzioso Accanto all'introduzione di maggiore flessibilità e discrezionalità è previsto un rafforzamento delle misure di trasparenza. In particolare, è stato previsto l'obbligo dell'utilizzo della procedura di gara con pubblicazione del bando, anche per i contratti sotto la soglia di rilevanza europea (definita all'art. 35), distinguendo le procedure utilizzabili tra diverse fasce. Per cui: a) per affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro, affidamento diretto, adeguatamente motivato o per i lavori in amministrazione diretta; b) per affidamenti di importi tra 40.000 e 150.000 euro per i lavori (o per le soglie di rilevanza europea per le forniture e i servizi), procedura negoziata previa consultazione di almeno cinque operatori economici; c) per i lavori di importi tra 150.000 e 1.000.000 di euro, procedura negoziata con consultazione di almeno dieci operatori economici; d) per i lavori di importo pari o superiore a 1.000.000 euro, ricorso alle procedure ordinarie (art. 36). Le misure di semplificazione sono volte soprattutto a tenere conto dell'utilizzo dei mezzi telematici. Tra tali strumenti è prevista la possibilità (ma, per ora, non l'obbligo, che potrebbe essere introdotto successivamente sulla base di un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) per le stazioni appaltanti di richiedere per le nuove opere, nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l'uso di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture (cd. building information modeling - BIM) (art. 23, c. 1, lett h, e c. 13). Di particolare interesse è l'introduzione del documento di gara unico europeo (DGUE), che consiste in un'autodichiarazione (su un modello stabilito da una norma europea, ossia il regolamento di esecuzione (Ue) n. 2016/7 della Commissione del 5 gennaio 2016) dell'operatore economico che fornisce una prova documentale preliminare in sostituzione dei certificati rilasciati da autorità pubbliche o terzi. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 15
05/05/2016 13:57 Sito Web altalex.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E' anche codificato l'istituto del soccorso istruttorio per cui "la mancanza, l'incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale degli elementi e del documento di gara unico europeo [...], con esclusione di quelle afferenti all'offerta tecnica ed economica" può essere regolarizzata, su richiesta della stazione appaltante ed entro il termine (non superiore a dieci giorni) da questa stabilito. Sul problema dell'onerosità dell'istituto, su cui a lungo si è dibattuto, la soluzione operata dal codice (art. 83, c. 9) pare equilibrata: è prevista una sanzione pecuniaria (stabilita dal bando di gara), in misura non inferiore all'uno per mille e non superiore all'uno per cento del valore della gara e comunque non superiore a 5.000 euro (da versare solo nel caso di regolarizzazione) che però non si applica nel caso di "irregolarità formali, ovvero di mancanza o incompletezza di dichiarazioni non essenziali". Viene anche previsto che, in caso di inutile decorso del termine di regolarizzazione, il concorrente è escluso dalla gara e che costituiscono irregolarità essenziali non sanabili "le carenze della documentazione che non consentono l'individuazione del contenuto o del soggetto responsabile della stessa". Infine, si può segnalare che, al fine di ridurre il contenzioso, è stato introdotto (all'art. 120 del codice del processo amministrativo) un nuovo rito abbreviato in camera di consiglio sull'impugnativa dei motivi di esclusione (art. 204) e sono stati previsti rimedi alternativi alla tutela giurisdizionale (artt. 205 e ss.). Vuoi saperne di più? Consulta "Leggi d'Italia In Pratica - Appalti", troverai le Guide, elaborati autorali che analizzano i principali argomenti di interesse in materia di appalti di lavori, servizi, forniture, focalizzando l'attenzione sui provvedimenti e sui principali orientamenti espressi dalla giurisprudenza. (Altalex, 5 maggio 2016. Articolo di Matteo Gnes tratto da Il Quotidiano Giuridico Wolters Kluwer) ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 16
05/05/2016 20:13 Sito Web www.sardegnaoggi.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Governo: Agnelli (Confimi), s a riforme no all'Europa del 3% (2) pagerank: 4 (AdnKronos) - L?instabilità dei governi, la farraginosità dei processi decisionali, l?incertezza delle regole, la giungla della burocrazia, rileva, "non consentono oggi alle imprese italiane di vedere nello Stato e nelle istituzioni locali un potenziale alleato". Poi l?Europa e i canoni imposti all?economia nazionale: "non possiamo -sottolinea Agnelli- morire per il vincolo del 3%, ora serve un rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture per una ripresa del mercato interno rimuovendo i vincoli macroeconomici alle vendite per non soffocare le imprese". All?assemblea pubblica è seguita quella privata. Un momento dedicata ai soli soci di Confimi Industria che ha visto Paolo Agnelli è eletto per acclamazione al secondo mandato da Presidente di Confimi Industria. Nuova anche la Giunta: Vice Presidente Vicario Arturo Alberti, Vice Presidenti Flavio Lorenzin, Dino Piacentini, Giovanni Gorzanelli e Riccardo Chini. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 17
05/05/2016 20:04 Sito Web www.sassarinotizie.com La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Governo: Agnelli (Confimi), sì a riforme no all'Europa del 3% (2) pagerank: 4 (AdnKronos) - L'instabilità dei governi, la farraginosità dei processi decisionali, l'incertezza delle regole, la giungla della burocrazia, rileva, "non consentono oggi alle imprese italiane di vedere nello Stato e nelle istituzioni locali un potenziale alleato". Poi l'Europa e i canoni imposti all'economia nazionale: "non possiamo -sottolinea Agnelli- morire per il vincolo del 3%, ora serve un rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture per una ripresa del mercato interno rimuovendo i vincoli macroeconomici alle vendite per non soffocare le imprese".All'assemblea pubblica è seguita quella privata. Un momento dedicata ai soli soci di Confimi Industria che ha visto Paolo Agnelli è eletto per acclamazione al secondo mandato da Presidente di Confimi Industria. Nuova anche la Giunta: Vice Presidente Vicario Arturo Alberti, Vice Presidenti Flavio Lorenzin, Dino Piacentini, Giovanni Gorzanelli e Riccardo Chini. ANIEM WEB - Rassegna Stampa 06/05/2016 18
SCENARIO EDILIZIA 9 articoli
06/05/2016 diffusione:162324 Pag. 1 tiratura:213091 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STORIE D'IMPRESA - I 50 ANNI DELGRUPPO CALTAGIRONE Mezzo secolo di calcoli esatti tra ingegneria e finanza Paolo Bricco «Palermo non è più una capitale. Qui non succede nulla. Siamo sui binari vuoti della Storia. Bisogna andarea Roma». Nel 1926 Francesco Caltagirone si rivolse così al padre, Gaetano, lasciando la Palermo dove la sua famiglia aveva edificato buona parte dei villini liberty di Via Libertà e una porzione rilevante di Via Roma, per andare a lavorare nella capitale del Regno d'Italia. Oggi Francesco Gaetano Caltagirone, fi• glio di quel palermitano innamorato di Roma che dopo la laurea in ingegneria avrebbe edificato negli anni Trenta molti dei palazzi di Via Barberini e Piazza Dalmazia, ha un dubbio simile in merito al nostro Paese. Continua u pagina 33 u Continua da pagina 1 «Il Paese sta vivendo una crisi drammatica. Economica e politica. Ma, soprattutto, l'Italia sembra avere perso la sua collocazio• ne. Siamo forse sui binari vuoti della Storia? Mi chiedo se oggi non sia necessario lasciare Romae Milano, per dire l'Italia nel suo insieme, per andare a Londra e a New York». L'analogia storica funziona. Novanta anni fa la meravigliosa città - violenta e prospera, teatrale e colta - del "Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa era ormai stata inghiottita dalla sua crescente marginalità storica. Nel pieno di una globalizzazione che ha ridisegnato le mappe della geoeconomia e gli equilibri internazionali l'Italia, il cui declino è incarnato da una Roma così mal amministrata da diventare la cloaca di se stessae da tempo immemore priva di un vero disegno strategico di lungo periodo, rischia di addormentarsi, come accaduto un tempo alla città del Regno delle Due Sicilie. Nella decomposizione del potere novecentesco, che ha visto la sfarinatura dell'asse fra Torinoe Milano fatto di grandi fabbriche orientate soprattutto al mercato interno e finanza chiusa, di dirigismo pubblico e elitarismo privato, una delle componenti più solidee coeseè rappresentata dalla real• tà del Gruppo Caltagirone che, imperniato sulla produzione di cemento, sull'immobiliare e sulle grandi opere, si è espanso negli anni alla finanza e all'editoria. Il gruppo ha un fatturato annuo di 1,4 miliardi di euro, un patrimonio netto complessivo di 3 miliardi di euro e 4mila addetti. Il profilo di oggi è l'esito delle vicende di ieri. In ogni storia imprenditoriale, si intrecciano i destini personali e i passaggi di un Paese, le sorti dei singoli e la traiettoria della comunità nazionale. Nella vita di questa famiglia, all'indomani della fine della seconda guerra mondiale, cambia tutto. Nel 1946 Francesco Caltagirone, che sotto il Fascismo morente è stato a Roma uno dei principali finanziatori della Democrazia Cristiana degasperiana, sceglie di vendere il suo patrimonio e di raggiungere Buenos Aires. Nel 1947, muore di infarto. Un mese dopo la moglie, Giuseppina Cacciatore, riporta la famiglia in Italia, dove l'unica fonte di reddito rimastaè un diritto di superficie trentennale su un fabbricato di Via Barberini. Francesco Gaetano Caltagirone ha 4 anni. «L'assenza del padre - riflette - è stata compensata dalla rappresentazione di mia madre, che ne ha sempre fatto una sorta di stellaa cui tendere. Una visione confermata dal giudizio di quanti lo hanno conosciuto. Il dolore nella mia famiglia si è così ricomposto intorno al perno di mia mamma, con la sua prudenza e il suo senso di libertà, mitigato e insieme reso più forte dal limite imposto ai figli del no all'illegalità e alle droghe». Il lessico famigliare è questo. La biblioteca di casa Caltagirone, in quella Roma borghese degli anni Cinquanta, è ricca. La tranquillità economica è garantita dal diritto di superficie di Via Barberini. Al liceo scientifico San Giuseppe De Merode, in Piazza di Spagna, il giovane Francesco Gae• tano affina la passionee la competenza nella matematica e nella fisica. A 16 anni, nelle pause dalle lezionie dallo studio, ha la possibilità di iniziare a frequentare i cantieri e gli uffici di zio Saverio, il fratello del padre da cui questi aveva separato nettamente gli affari. «Facendo i calcoli a mente - ricorda superavo in velocità lo zio, impegnato a digitare i numeri sulla calcolatrice». In un ipotetico ritratto dell'imprenditore da giovane, questa razionalità matematicae questa attitudine algebrica sono elementi fondamentali. E, nona caso,a 19 anni sceglie la facoltà di ingegneria, che anni dopo - nel melodramma del capitalismo italiano, composto da nomignoli SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 06/05/2016 20
06/05/2016 diffusione:162324 Pag. 1 tiratura:213091 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fantasiosie da retropensieri, da titoli cortigiani e da tratti effettivi del carattere - gli varranno l'appellativo di Ingegnere. Anzi, "IngegnerCaltagirone", da pronunciare tutto insieme e di filato, duro negli affari come le sue dita, affilate e robuste, tutte nervi e prominenti da mani mobili che sono l'accumulazione di muscoli. Tornando al tempo non semplice in cui era scaduto il diritto di superficie che aveva dato tranquillità economica alla sua famiglia,èa 23 anni che il giovane Francesco Gaetano realizza la sua prima operazione. Insieme al cugino Gaetano, figlio di zio Saverio, trova una area interessante in Via Silvestri, vicinoa Villa Pamphili: la firma del compromesso avviene esattamente 50 anni fa, il 6 maggio 1966. È una transazione da 70 milioni di lire. L'assegno consegnato alla controparte è di 7 milioni di lire, il 10 per cento del valore. Su questi terreni sorgeranno i primi tre fabbricati, con 43 appartamenti. «In quella occasione - ricorda - sperimentai una innovazione in cui, allora, nessuno credette, mentre oggi la adottano tutti: scelsi di non avere operai in proprio, ma di spezzettare la costruzione in 15 diversi contratti di appalto, con una sorta di parcellizzazione del meccanismo produttivo». Per tutti gli anni Sessanta e Settanta costruisce molto. E lo fa - lui che è segnato dal profondo interesse per la storia romana, volumie numismatica, letturee collezionismo - con la Roma reale di allora. «La mia prima esperienza con l'editoria - dice - fu nel 1976 con la rivista culturale "Prospettive nel mondo", che ruotava intorno a Amintore Fanfani. Fondata da Gian Paolo Crescie Augusto Del Noce, vi scrivevano Rosario Romeo e Piero Barucci, Ettore Bernabei e Giuseppe Petrilli. Ho sempre avuto simpatia per il Partito Liberale. Avrò visto due volte, in occasioni pubbliche, Giulio Andreotti». Un paradosso, dunque, per una persona inseguita- nell'immaginario pubblico diffuso e nella memoria mediatica falsata - dal doppio pirandelliano dell'«A Fra', che te serve?», frase formulata non da lui, ma da un suo quasi omonimo (lo scomparso Gaetano Bellavista Caltagirone), a Franco Evangelisti, luogotenente di Andreotti. Nel romanzo dell'impresa - fra potere e quotidianità, economia e passioni - un altro capitolo saliente è la capacità di tenere insieme attività imprenditorialie investimento sui mercati monetari. Il 15 agosto 1971 il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon annuncia la fine del sistema di Bretton Woods, basato sulla convertibilità in oro del dollaro. Ogni cosa muta.I tassiei cambi oscillano paurosamente. Adoperando il raziocinio predittivo per analizzarei sistemi con molte variabili e sottoposti a shock crescenti, Caltagirone prevede che i tassi di interesse sarebbero saliti molto. Alla fine del 1973 va in una filiale della Cariplo e attiva tutti i mutui possibili, anche sugli immobili ancora da costruire, per un valore di 18 miliardi di lire. Nel gennaio del 1974 i tassi iniziano a muoversi. E, fra aprile e luglio di quell'anno, Cal• tagirone apre e chiude le cartelle fondiarie collegate ai mutui, con una scelta tecnica che gli permette di portare il debito a 12 miliardi di liree di realizzare dunque un guadagno di 6 miliardi di lire. «Così abbiamo formato la prima provvista finanziaria, essenziale per lo sviluppo imprenditoriale del gruppo», rammenta Caltagirone. Il vero salto imprenditoriale è compiuto nel 1984 con l'acquisizione del Gruppo Vianini, posseduto dalla famiglia Morelli e dal Vaticano. Dice Caltagirone: «Non fu facile. Da 20•30 dipendenti, solo impiegati, passammo ad averne 5•6mila, in tutto il mondo. Di solito, nel capitalismo italiano le piccole imprese a un certo punto si fermano, non crescono. Noi riuscimmo a compiere la necessaria rivoluzione organizzativa e di mentalità». La metamorfosi nella cultura di impresa si concreta nella ristrutturazione delle attività italiane della Vianini, avvenuta anche con il consueto fortissimo controllo dei costi. Sui lavori all'estero prevale di nuovo l'abilità di operare con le regole dell'ingegneria finanziaria: a differenza dei concorrenti, la Vianini inizia a utilizzare la possibilità, prevista dalle gare di appalto internazionali, di essere pagata in valute forti e di sostenere i costi in valute deboli, ottenendo così un vantaggio sulle asimmetrie nei cambi spendibile in particolare per rendere redditizie le grandi ope• re nei Paesi in via di sviluppo. «Gradualmente - afferma Caltagirone - abbiamo costruito il nostro codice imprenditoriale. L'equilibrio è delicatissimo e spesso, nella nostra economia, non viene raggiunto dall'imprenditore, che non a caso resta piccolo. Serve la sua bravura. Ma serve anche l'organizzazione imprenditoriale, che rende comprensibile a tutti quello che tu fai. E, in più, occorre un controllo dei costi rigorosissimo, in grado di garantire sempre un cuscinetto finanziario alla tua specializzazione». Il secondo, fondamentale, tassello nella costruzione del mosaico industriale del gruppo SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 06/05/2016 21
06/05/2016 diffusione:162324 Pag. 1 tiratura:213091 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato avviene con la partecipazione del gruppo alla privatizzazione di Cementir, dismessa nel 1992 dall'Iri. Nella elaborazione di una nuova equazione del potere, quel passaggio è fondamentale. «Un misso dominico degli Agnelli venne a trovarmi - racconta Caltagirone - e mi chiese di farmi da parte. Fu gentile, ma fermo: "Ingegnere, consideri che la cosa interessa alla Famiglia". Ci pensai sue gli risposi: "Capisco. Interessa anche alla mia, di famiglia"». Caltagirone non si fa da partee partecipa all'asta. La base è di 300 miliardi di lire. Vince arrivando ad offrirne 482. Il quel no non c'è soltanto l'espressione di un carattere solido e ruvido fino alla durezza. C'è anche il segno dei tempi in cui il Paese si sta aprendoa una pluralità di poterie di in• teressi. Tutto, intorno, sta cambiando. Il 1992 è pure l'anno di Tangentopoli e del collasso della Repubblica dei partiti. Per un lustro i lavori si fermano. «Allora - ricorda Caltagirone- ci dedicammo alla ristrutturazione delle attività in Italia e all'espansione internazionale, con acquisizioni in Turchia, Danimarca e Svezia che portarono il peso dell'estero al 90% del nostro fatturato». La paralisi nella edilizia in Italia degli anni Novanta favorisce anche la diversificazione nell'editoria: nel 1995 Caltagirone compra «Il Tempo», nel 1996 lo cede per rilevare il «Messaggero» e nel 1997 acquisisce il «Mattino»; nel 2000 quota l'intero gruppo editoriale. Nel processo magmatico di ricomposizione degli equilibri del potere, Caltagirone assume un profilo di indipendenza. Gioca da solo. Nel 2001, nello scontro su Montedison fra Mediobanca e Fiat ormai divise dopo cinquant'anni di rapporto siamese, al culmine Caltagirone non sceglie una delle due parti, ma affida a Merrill Lynch il compito di vendere al miglior offerente sulla piazza di Londra il suo - decisivo - 9%, diviso in pacchetti pari ciascuno all'1 per cento. Tanti, tanti, tantissimi soldi. Nell'estate del 2004, quella dei newcomers variopinti e sbottonati che su Bnl e Rcs provocano il fastidio e accendono la fantasia di molti, l'Ingegnere in gessato grigio ha - simbolicamente- solo una cosa in testa: il ricordo della calcolatrice dello zio Saverio, con cui fare i conti di quanto si guadagna rispetto all'investimento iniziale. Poca dietrologia. Soltanto la solitudine della matematica finanziaria. Perché la sostanza, in questo caso, è liquida. E, su Bnl e Rcs, garantisce - di nuovo - plusvalenze significative. Non c'è, però, l'istinto della "mosconata", la speculazione rapida e fortunosa di Borsa. C'è la sistematicità dell'investitore. Dopo essere stato in Monte dei Paschi di Siena, è adesso in Generali, in UniCredit e in Acea. In cinquanta anni di attività imprenditoriale, come un protagonista di un romanzo di Carlo Emilio Gadda, Caltagirone ha sviluppato "una certa praticaccia del mondo, del nostro mondo detto latino". Ha reagito con sostanza dura: «Il potere? Il potere è dire di no. È chiedere quello che ti spetta. Senza farti da parte, se credi che sia giusto non farlo». Nella quadrata geometria della sua personalità, si avverte però il senso di una malinconia: «I costruttori costruiscono case. I produttori d'auto producono auto. Quelli di frigoriferi fanno frigoriferi. In Italia, invece, i costruttori sembrano essere figli di un Dio Minore», riflette Caltagirone. Questo, per un rapporto spesso ambiguo con la politica e l'amministrazione («noi non abbiamo mai avuto una variante su un nostro terreno, mai una nostra area da agricola è diventata edificabile»), per il carattere dirigistico dei piani regolatori («ma le sembra che a Roma non si sia mai potuti uscire da maglie strettissime e standard, con villette tutte uguali e nessuno sviluppo verticale vero?») e per la cifra ideologica («se penso a Bagnoli, a come è ridotta, per l'opposizione populista e di sinistra a una idea che ne avrebbe fatto un lungomare meraviglioso»). Cinquant'anni di attività. Nella sola Roma frai 70e gli 80 mila appartamenti costruiti. «Oggi un romano su tredici vive in una casa costruita dal nostro gruppo», dice con un senso di compiutezza Caltagirone. È servita la calcolatrice di zio Saverio. È servita, per citare l'Imperatore Adriano, un'anima tutt'altro che "vagula e blandula". È servita la testa da ingegnere. L'equazione, impostata in tutta la sua complessità cinquant'anni fa, oggi è stata risolta. DALLA CAPITALE AL MONDO Nel 1966 la prima operazione, con una transazione da 70 milioni di lire. Tappe fondamentali gli acquisti di Vianini (1984) e Cementir (1992). L'editoria negli anni 90 STORIE D'IMPRESA • LA SERIE Con questo articolo, Il Sole 24 Ore prosegue la sua tradizione di racconto di storie di impresae di imprenditori, in concomitanza con anniversarie ricorrenze, passaggi strategicie SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 06/05/2016 22
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