Per sradicare la cultura dell'abuso - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 23 agosto 2018 anno LXXI, numero 34 (3.957) Per sradicare la cultura dell’abuso
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #editoriale 2 «S e un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme»: partendo da san Paolo, il Papa scri- ve una «lettera al popolo di Dio» drammatica e senza precedenti. In questo modo estende a tutta la Chiesa una profonda riflessione sulla tragedia degli abusi, perché, sostiene, «l’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio». È evidente che in questa drammatica situa- zione non bastano denunce e punizioni, anche se sono indispensabili. E non basta circoscrive- re la responsabilità all’interno del clero: biso- gna approfondire l’analisi, per cogliere l’origi- ne di questo male profondo ed estirparlo. Per questo devono essere coinvolti, come indica papa Francesco, tutti i credenti. Che in molti casi sono stati vittime, ma in altri, in qualche modo e in varia misura, sono stati anche com- poteva vedere perdenti davanti a strutture di Edward Hopper plici. potere percepite come minacciose. «Bambino che guarda il mare» Le modalità degli abusi rivelano colpe mol- In questi casi infatti anche alcuni fedeli non to gravi: il sacerdozio scambiato per un ruolo hanno creduto nel Vangelo e hanno preferito di potere da esercitare sugli altri, la copertura una molle acquiescenza invece di aiutare la lo- ipocrita come normale prassi di comportamen- ro Chiesa, quella comunità della quale, in vir- to per il “bene della Chiesa”. Praticamente, un tù del sacerdozio battesimale, fanno parte esat- atteggiamento che nega ogni parola detta da tamente come il clero. Anche alcuni fedeli si Gesù, come denuncia il Pontefice citando il sono così addormentati e hanno chiuso gli oc- Magnificat. chi, come se questa situazione non fosse affare Ma con questa lettera Bergoglio vuole allar- loro, confermando con questo atteggiamento il gare lo sguardo anche ai laici che hanno sop- peggiore clericalismo. Perché clericalismo, afferma il Papa nella sua lettera, è proprio questo: pensare che la Chiesa sia solo rappresentata dai sacerdoti, co- Alla radice stituiti in una gerarchia di potere, e non sia una comunità solidale di credenti testimoni del Vangelo. Invece, dice il Pontefice, «tale so- lidarietà ci chiede, a sua volta, di denunciare tutto ciò che possa mettere in pericolo l’inte- spirituale grità di qualsiasi persona», perché «è necessa- L’OSSERVATORE ROMANO rio che ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui Unicuique suum Non praevalebunt tanto abbiamo bisogno». Proprio per questo, Edizione settimanale in lingua italiana ricorda Papa Francesco e non per la prima della crisi Città del Vaticano volta, «dire no all’abuso significa dire con for- ornet@ossrom.va www.osservatoreromano.va za no a qualsiasi forma di clericalismo». GIOVANNI MARIA VIAN In questo testo, che va alla radice spirituale D irettore della crisi, il Pontefice chiede a noi tutti, in GIANLUCA BICCINI quanto corpo unico e ferito della Chiesa, di Coordinatore fare penitenza e di pregare, arrivando a pro- PIERO DI D OMENICANTONIO portato e taciuto per tanto tempo. E molti si porre un «digiuno che ci procuri fame e sete Progetto grafico domandano: perché i fedeli hanno accettato di di giustizia e ci spinga a camminare nella veri- Redazione tacere anche quando erano a conoscenza? Per- tà appoggiando tutte le mediazioni giudiziarie via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano di LUCETTA SCARAFFIA ché hanno continuato a chiudere gli occhi sen- che siano necessarie. Un digiuno che ci scuota fax +39 06 6988 3675 za difendere le vittime? Sono domande che e ci porti a impegnarci nella verità e nella cari- Servizio fotografico per esempio si è posta Isabelle de Gaulmyn in tà con tutti gli uomini di buona volontà e con telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 un libro sugli abusi a Lione, dei quali lei stes- la società in generale per lottare contro qual- photo@ossrom.va www.photo.va sa, giovane scout, era stata testimone e per i siasi tipo di abuso sessuale, di potere e di co- TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE quali, in un certo senso, si sente un po’ com- scienza». È insomma impossibile immaginare L’OSSERVATORE ROMANO plice. Anche i laici infatti preferivano accettare una vera conversione nella Chiesa, dice il Pa- Abbonamenti queste situazioni in un contesto dal quale po- Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). pa, «senza la partecipazione attiva di tutte le tevano ricavare favori e aiuti mondani, piutto- telefono 06 6989 9480 sto che correre il rischio di una battaglia che li componenti del Popolo di Dio». fax 06 6988 5164 info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #ilpunto 3 di ANTONIO ZANARDI LANDI C on la caduta del Muro e la fine della guerra fredda la politica internazionale è meno preve- dibile. Quello che sta accadendo nei rapporti tra Turchia, Stati Uniti, Federazione russa, Ci- na, paesi europei e quelli del Golfo dimostra che ben poco contano sistemi di alleanze, affi- nità ideologiche e religiose, legami commercia- li, e che sempre più i rapporti tra stati dipen- dono da personalità, disegni egemonici anche estemporanei e dalla necessità dei governanti di assicurarsi il consenso interno, anche a scapito dei buoni rapporti con partner consoli- dati. La crisi della Turchia, che ha visto la pro- pria moneta svalutarsi del 45 per cento nei confronti del dollaro e gli interessi del debito di stato a dieci anni schizzare a un 20 per cen- to, ha origini lontane, e in parte collegate alle scelte di Erdoğan che ha cercato di svolgere un ruolo su scala regionale sovradimensionato rispetto alle possibilità del paese. La repressio- ne del tentativo di colpo di stato del 2016 at- tribuito ai seguaci di Fethullah Gülen, ha comportato arresti e destituzioni di decine di migliaia di militari, funzionari pubblici, magi- strati e intellettuali, con la decapitazione di strutture essenziali dello stato e una perdita di fiducia da parte degli investitori che avevano A scatenare la crisi sono state le tensioni tra visto nella Turchia un esempio di successo nel- Ankara e Washington, irritata per il contratto la conversione di un’economia in buona parte concluso con i russi per l’acquisto di missili S- agricola e pastorale in un sistema industriale 400, davvero difficile da concepire per un pae- moderno e innovativo, con tassi di crescita di se Nato, e per il mancato rilascio di un pasto- tutto rispetto. Anche le centinaia di migliaia di re evangelico accusato di essere stato un fian- rifugiati siriani, per cui l’Europa ha concesso cheggiatore di Gülen e arrestato nell’agosto consistenti aiuti finanziari, ha rappresentato del 2016. Solo di recente gli sono stati concessi una sfida per Ankara accrescendone l’imposta- gli arresti domiciliari, ma non l’autorizzazione zione autoritaria. a lasciare la Turchia. Per Trump, che ha rice- I mancati progressi sulla via di un’integra- vuto un forte sostegno da molte Chiese evan- zione europea, per decenni promessa e non geliche, la soluzione del caso è politicamente più proponibile per le mutate condizioni poli- importante, come lo è per Erdoğan non cedere su un punto riguardante Gülen, di cui gli Sta- ti Uniti rifiutano da anni l’estradizione. Da qui l’imposizione di dazi ostili statunitensi sul- Le tensioni Dietro il crollo le importazioni di alluminio e acciaio dalla Turchia. Altri sviluppi, impensabili sino a poco fa, ri- con Washington disegnano il quadro politico intorno a un pae- hanno fatto se chiave nel Mediterraneo: oltre l’avvicina- della lira turca mento alla Federazione russa, la Turchia so- stiene l’Iran sino a contestare la legittimità delle sanzioni statunitensi. La Cina offre l’emissione di bond in yuan (i cosiddetti Pan- da Bonds) a sostegno dell’economia turca, esplodere una situazione che ha origini mentre il Qatar assicura 15 miliardi di dollari di investimenti, in riconoscenza dell’aiuto con- lontane tiche in molti paesi dell’Unione, hanno deter- cesso durante il blocco imposto dai sauditi e minato un’irritazione che si è sposata con dagli alleati, rafforzando l’asse fra Turchia e un’affermazione d’identità nazionale anche per Qatar in appoggio della Fratellanza Musulma- i turchi residenti in Europa, preoccupando i na. Putin e Merkel si ritrovano per un incon- governi di molti paesi. Ecco dunque le diffi- tro che sembra consentire il superamento, al- coltà con Bruxelles e in particolare con Ger- meno parziale, delle tensioni createsi in rela- mania e Olanda, oltre le tensioni con gli Stati zione a Ucraina e Crimea. E ancora una volta Uniti e la Nato, di cui la Turchia è stata sino a Italia ed Europa non ci sono, mentre si pensa ieri un vero pilastro, con forze armate numero- a una conferenza sulla Siria nel formato Ger- se e ben addestrate. mania, Russia, Francia e Turchia.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #francesco 4 I sogni sono importanti. Tengono il nostro sogni grandi hanno bisogno di Dio per non sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’oriz- diventare miraggi o delirio di onnipotenza. Tu zonte, a coltivare la speranza in ogni azione puoi sognare le cose grandi, ma da solo è peri- quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più coloso, perché potrai cadere nel delirio di on- importanti di tutti. Un giovane che non sa so- nipotenza. Ma con Dio non aver paura: vai gnare è un giovane anestetizzato; non potrà avanti. Sogna in grande. capire la vita, la forza della vita. I sogni ti sve- Sapete? I sogni dei giovani fanno un po’ gliano, ti portano in là, sono le stelle più lumi- paura agli adulti. Fanno paura, perché quando nose, quelle che indicano un cammino diverso un giovane sogna va lontano. Forse perché per l’umanità. Ecco, cari giovani, voi avete nel hanno smesso di sognare e di rischiare. Tante cuore queste stelle brillanti che sono i vostri volte la vita fa che gli adulti smettano di so- sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro gnare, smettano di rischiare; forse perché i vo- tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! E stri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita, questo è il lavoro che voi dovete fare: trasfor- sogni che vi portano a fare la critica, a criticar- mare i sogni di oggi nella realtà del futuro, e li. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni. per questo ci vuole coraggio. «E come faccio, Padre, per non farmi rubare i Certo, i sogni vanno fatti crescere, vanno sogni?». Cercate maestri buoni capaci di aiutar- purificati, messi alla prova e vanno anche con- vi a comprenderli e a renderli concreti nella divisi. Ma vi siete mai chiesti da dove vengono gradualità e nella serenità. Siate a vostra volta i vostri sogni? I miei sogni, da dove vengono? maestri buoni, maestri di speranza e di fiducia Sono nati guardando la televisione? Ascoltan- verso le nuove generazioni che vi incalzano. do un amico? Sognando ad occhi aperti? So- no sogni grandi oppure sogni piccoli, miseri, che si accontentano del meno possibile? I so- Il dialogo Ritrovare gni della comodità, i sogni del solo benessere: «No, no, io sto bene così, non vado più avan- del Papa ti». Ma questi sogni ti faranno morire, nella vita! Faranno che la tua vita non sia una cosa con i giovani grande! I sogni della tranquillità, i sogni che ideali nascosti addormentano i giovani e che fanno di un gio- italiani vane coraggioso un giovane da divano. È triste vedere i giovani sul divano, guardando come al Circo Massimo passa la vita davanti a loro. I giovani — l’ho detto altre volte — senza sogni, che vanno in pensione a 20, 22 anni. E la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli capaci di essere fecondi: i sogni grandi «Ma come, io posso diventare maestro?». Sì, sono quelli che danno fecondità, sono capaci un giovane che è capace di sognare, diventa di seminare pace, di seminare fraternità, di se- maestro, con la testimonianza. Perché è una minare gioia, come oggi; ecco, questi sono so- testimonianza che scuote, che fa muovere i gni grandi perché pensano a tutti con il NOI. I cuori e fa vedere degli ideali che la vita cor- sogni grandi includono, coinvolgono, sono rente copre. Non smettete di sognare e siate estroversi, condividono, generano nuova vita. maestri nel sogno. Il sogno è di una grande E i sogni grandi, per restare tali, hanno biso- forza. «Padre, e dove posso comprare le pasti- gno di una sorgente inesauribile di speranza, glie che mi faranno sognare?». No, quelle no! di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I Quelle non ti fanno sognare: quelle ti addor-
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #francesco 5 mentano il cuore! Quelle ti bruciano i neuroni. Allora dobbiamo chiederci: dov’è il mio Quelle ti rovinano la vita. «E dove posso com- amore, dov’è il mio tesoro? Dov’è la cosa che prare i sogni?». Non si comprano, i sogni. I io ritengo più preziosa nella vita? Gesù parla sogni sono un dono, un dono di Dio. di un uomo che aveva venduto tutto quello Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla che aveva per comprare una perla preziosa di strada dei vostri sogni. Rischiate su quella altissimo valore. L’amore è questo: vendere tutto per comprare questa perla preziosa di al- strada: non abbiate paura. Rischiate perché sa- tissimo valore. Tutto. Per questo l’amore è fe- rete voi a realizzare i vostri sogni, perché la vi- dele. Se c’è infedeltà, non c’è amore; o è un ta non è una lotteria: la vita si realizza. E tutti amore malato, o piccolo, che non cresce. Ven- noi abbiamo la capacità di farlo. dere tutto per una sola cosa. Pensate bene L’amore viene quando vuole — il vero amo- all’amore, pensateci sul serio. Non abbiate re. È un po’ pericoloso, parlare ai giovani paura di pensare all’amore: ma all’amore che dell’amore? No, non è pericoloso. Perché i rischia, all’amore fedele, all’amore che fa cre- giovani sanno bene quando c’è il vero amore e scere l’altro e reciprocamente crescono. Pensa- quando c’è il semplice entusiasmo truccato da te all’amore fecondo. amore: voi distinguete bene questo, non siete Non tutti i “perché” hanno una risposta. scemi, voi! E per questo, abbiamo il coraggio Perché soffrono i bambini, per esempio? Chi di parlare dell’amore. L’amore non è una pro- mi può spiegare questo? Non abbiamo la ri- fessione: l’amore è la vita e se l’amore viene sposta. Soltanto, troveremo qualcosa guardan- D oppio oggi, perché devo aspettare tre, quattro, cin- do Cristo crocifisso e sua Madre: lì troveremo appuntamento que anni per farlo crescere e per renderlo sta- una strada per sentire nel cuore qualcosa che bile? In questo io chiedo ai genitori di aiutare sia una risposta. i giovani a maturare quando c’è l’amore, che Per i giovani non sono più sufficienti le im- Nella sera di sabato 11 l’amore maturi. posizioni dall’alto. Se io cristiano, sia un fede- agosto Papa Francesco ha dialogato con le decine di Il nemico più grande dell’amore è la doppia le laico, una fedele laica, un sacerdote, una migliaia di giovani vita: avete capito? O devo essere più chiaro? Il suora, un vescovo, se noi cristiani non impa- convenuti al Circo Massimo nemico più grande dell’amore non solo è non riamo ad ascoltare le sofferenze, ad ascoltare i in occasione del lasciarlo crescere adesso, aspettare di finire la problemi, a stare in silenzio e lasciar parlare e pellegrinaggio nazionale carriera, ma è fare la doppia vita, perché se tu ascoltare, non saremo mai capaci di dare una organizzato dalla incominci ad amare la doppia vita, l’amore si risposta positiva. E tante volte le risposte posi- Conferenza episcopale perde, l’amore se ne va. Perché dico questo? tive non si possono dare con le parole: si de- italiana in preparazione al Perché nel vero amore, l’uomo ha un compito vono dare rischiando se stessi nella testimo- prossimo sinodo. Salutato da Elena, che gli ha donato e la donna ha un altro compito. Voi sapete nianza. Dove non c’è testimonianza non c’è lo un bastone-pastorale qual è il più grande compito dell’uomo e della Spirito Santo. scolpito, il Papa ha risposto donna nel vero amore? Lo sapete? La totalità: Dei primi cristiani si diceva: «Guardate co- alle domande postegli da l’amore non tollera mezze misure: o tutto o me si amano». Perché la gente vedeva la testi- Letizia, Lucamatteo, niente. monianza. Sapevano ascoltare, e poi vivevano Martina e Dario. Poi, C’è una cosa nella Bibbia che a me colpisce come dice il Vangelo. Essere cristiano non è ascoltata la testimonianza di tanto: alla fine della Creazione del mondo, di- uno status della vita, uno status qualificato. Nicoletta, un’ex ginnasta Dobbiamo scegliere la testimonianza. ce che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e oggi paraplegica, ha presieduto la veglia di somiglianza, e dice: «Li creò maschio e fem- Nell’Apocalisse c’è un passo in cui Gesù di- preghiera. All’indomani, in mina, tutti e due a sua immagine e somiglian- ce: «Io busso alla porta: se voi mi aprite, io piazza San Pietro, al za». Questo è l’amore. Quando tu vedi un entrerò e cenerò con voi»: Gesù vuole entrare termine della messa matrimonio, una coppia di un uomo e una da noi. Ma io penso tante volte a Gesù che celebrata dal cardinale donna che vanno avanti nella vita dell’amore, bussa alla porta, ma da dentro, perché lo la- presidente della Cei, lì c’è l’immagine e la somiglianza di Dio. Co- sciamo uscire, perché noi tante volte, senza te- Gualtiero Bassetti, ha me è Dio? Come quel matrimonio. Questa è stimonianza, lo teniamo prigioniero delle no- incontrato nuovamente i l’immagine e somiglianza di Dio. E poi conti- stre formalità, delle nostre chiusure, dei nostri giovani per l’Angelus e li ha nua, nel Nuovo Testamento: «Per questo, l’uo- egoismi, del nostro modo di vivere clericale. E salutati chiedendo loro di mo lascerà suo padre e sua madre, per diven- il clericalismo, che non è solo dei chierici, è un essere «protagonisti nel bene. Non sentitevi a posto tare con sua moglie una sola carne». Questo è atteggiamento che tocca tutti noi: il clericali- — è stata la sua l’amore. E qual è il compito, dell’uomo smo è una perversione della Chiesa. Gesù ci raccomandazione — quando nell’amore? Rendere più donna la moglie, o la insegna questo cammino di uscita da noi stes- non fate il male; ognuno è fidanzata. E qual è il compito della donna nel si, il cammino della testimonianza. E questo è colpevole del bene che matrimonio? Rendere più uomo il marito, o il lo scandalo — perché siamo peccatori! — non poteva fare e non ha fatto». fidanzato. uscire da noi stessi per dare testimonianza.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #francesco 6 A bbiamo tanti motivi per correre, spesso solo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci perché ci sono tante cose da fare e il tempo vuole il coraggio di rischiare un salto in avan- non basta mai. A volte ci affrettiamo perché ci ti, un balzo audace e temerario per sognare e attira qualcosa di nuovo, di bello, di interes- realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impe- sante. A volte, al contrario, si corre per scap- gnarvi per un’umanità più fraterna. pare da una minaccia, da un pericolo... Sarò felice di vedervi correre più forte di chi I discepoli di Gesù corrono perché hanno nella Chiesa è un po’ lento e timoroso, attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella ricevuto la notizia che il corpo di Gesù è spa- santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del rito dalla tomba. Da quella mattina, cari gio- fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga vani, la storia non è più la stessa. Quella mat- in questa corsa in avanti. La Chiesa ha biso- tina ha cambiato la storia. L’ora in cui la mor- gno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, te sembrava trionfare, in realtà si rivela l’ora della vostra fede. Abbiamo bisogno! E quando della sua sconfitta. Nemmeno quel pesante arriverete dove noi non siamo ancora giunti, macigno, messo davanti al sepolcro, ha potuto abbiate la pazienza di aspettarci, come Gio- resistere. E da quell’alba del primo giorno do- vanni aspettò Pietro davanti al sepolcro vuoto. po il sabato, ogni luogo in cui la vita è op- E un’altra cosa: camminando insieme, in que- pressa, ogni spazio in cui dominano violenza, sti giorni, avete sperimentato quanto costa fa- guerra, miseria, là dove l’uomo è umiliato e tica accogliere il fratello o la sorella che mi sta calpestato, in quel luogo può ancora riaccen- accanto, ma anche quanta gioia può darmi la dersi una speranza di vita. sua presenza se la ricevo nella mia vita senza pregiudizi e chiusure. Camminare soli permet- te di essere svincolati da tutto, forse più velo- ci, ma camminare insieme ci fa diventare un La riflessione Il coraggio popolo, il popolo di Dio. Cari giovani, è possibile incontrare la Vita nei luoghi dove regna la morte? Sì, è possibi- al termine le. Verrebbe da rispondere di no, che è meglio stare alla larga, allontanarsi. Eppure questa è della veglia di rischiare la novità rivoluzionaria del Vangelo: il sepol- cro vuoto di Cristo diventa l’ultimo segno in di preghiera cui risplende la vittoria definitiva della Vita. E allora non abbiamo paura! Non stiamo alla larga dai luoghi di sofferenza, di sconfitta, di morte. Dio ci ha dato una potenza più grande di tutte le ingiustizie e le fragilità della storia, Cari amici, vi siete messi in cammino e siete più grande del nostro peccato: Gesù ha vinto venuti a questo appuntamento. E ora la mia la morte dando la sua vita per noi. gioia è sentire che i vostri cuori battono Quanti sepolcri — per così dire — oggi at- d’amore per Gesù, come quelli di Maria Mad- tendono la nostra visita! Quante persone feri- dalena, di Pietro e di Giovanni. E poiché siete te, anche giovani, hanno sigillato la loro giovani, io, come Pietro, sono felice di vedervi sofferenza “mettendoci — come si dice — una correre più veloci, come Giovanni, spinti pietra sopra”. Con la forza dello Spirito e la dall’impulso del vostro cuore, sensibile alla vo- Parola di Gesù possiamo spostare quei maci- ce dello Spirito che anima i vostri sogni. Per gni e far entrare raggi di luce in quegli anfratti questo vi dico: non accontentatevi del passo di tenebre.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #scaffale 7 di ROBERTO RIGHETTO Ghinwa Kharouf «Gioventù perduta» I n un dialogo con Céline del 1934, l’abbé Mu- gnier, per decenni animatore spirituale dei sa- lotti letterari francesi e protagonista della con- versione di Huysmans, prese atto della desola- zione che permeava l’autore del Viaggio al ter- mine della notte. Appena tornato dalla Califor- nia, Céline era del tutto scettico sull’avvenire del cristianesimo in Occidente, vedeva ameri- cani ed europei «senza più scopi spirituali» e criticava severamente il comportamento delle famiglie, accusando i genitori di crescere i bimbi solo alla ricerca del piacere e di essere «castratori dell’entusiasmo» dei propri figli, racconta Mugnier nel suo Journal. Amico di Céline fu Robert Poulet, giornali- sta e scrittore belga anch’egli anarchico e rea- zionario, oltre che collaborazionista con il na- zismo. Tanto da essere condannato a morte e poi amnistiato nel 1945. Nato a Liegi nel 1893, aveva studiato dai gesuiti e apparteneva a una famiglia molto cattolica, un’impronta che non l’avrebbe mai lasciato, anche se finì per simpa- tizzare con Charles Maurras, il fondatore dell’Action Française, il movimento di estrema destra che voleva unire cattolicesimo e nazio- nalismo subordinando la religione alla politica condannato da Pio XI. Poulet fu tra l’altro au- tore di un j’accuse intollerabile verso il canto di Maria: «La grandezza del cattolicesimo è di aver purgato la Chiesa dal veleno del Magni- ficat». Di Poulet la casa editrice Oaks pubblica ora una nuova traduzione di un pamphlet irritante di speranze che si rivelano ben presto illusioni, ma curioso, Contro la gioventù, uscito in Fran- cui fa da contraltare l’età adulta segnata da cia nel 1963 e che si dovrebbe leggere con altri saggezza, equilibrio e tenerezza. Frasi che in- tre suoi volumetti anticonformisti: Contro quietano il lettore, spesso lo disorientano, ma l’amore, Contro il popolo e Contro l’automobile, che oltre il loro aspetto provocatorio esprimo- tutti pubblicati negli anni sessanta. Questo no schegge di autenticità. personaggio scomodo e imprevedibile volle colpire alcuni miti del progresso, convinto Come quando se la prende con i miti giova- com’era — come ben spiega Luigi Mascheroni nili rappresentati dagli attori che, da Marlon nella prefazione — che la rivoluzione francese rappresentasse «il tracollo morale ed estetico dell’Occidente». Andando oltre le polemiche Ripubblicato Contro ideologiche, il libretto dell’autore belga contie- ne non pochi frammenti di verità, se pensiamo un curioso che il nostro tempo esalta la giovinezza al punto di spostare sempre più in là l’inizio e provocatorio dell’età adulta e della vecchiaia. la gioventù Per Poulet non è affatto vero che la gioven- pamphlet tù sia la stagione più straordinaria della vita. del giornalista «È un luogo comune e totalmente falso che la gioventù sia rivoluzionaria e la vecchiaia con- e scrittore belga servatrice. Non si deve confondere il gusto della novità con quello del disordine» scrive. Robert Poulet E affonda ancor più i colpi: «I giovani di vent’anni non dovrebbero mai permettere che Brando a Gina Lollobrigida, dominano l’im- uno più anziano udisse le loro conversazioni. maginario diffuso da media e pubblicità, cui Esse rivelano una tale vuotaggine, avvolta in contrappone personaggi quali lo scienziato una tale frenesia d’imitazione, che quei disgra- umanista Albert Schweitzer o la poetessa e mi- ziati non possono illudere nemmeno se stessi». stica Marie Noël. Alla fine della lettura di E ancora: «Finché l’adolescente si limita a dire questo pamphlet resta un po’ di amarezza se si delle scempiaggini, egli resta accettabile. Tutto pensa che fu scritto pochi anni prima del Ses- cambia quando egli si preoccupa di essere in- santotto, la ribellione giovanile sorta come telligente». Sentenze che suonano come uno anelito dello spirito ma ben presto soffocata schiaffo e che disegnano un’età giovanile fatta dall’ideologia e dalla politica.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #copertina 8/9 Alla Guterman, «For those who suffering abuse silently» Signore vuole che stiamo, a convertire il dolore e vergogna le atrocità commesse cuore stando alla sua presenza. Per que- da persone consacrate, chierici, e anche sto scopo saranno di aiuto la preghiera e da tutti coloro che avevano la missione la penitenza. Invito tutto il santo Popo- di vigilare e proteggere i più vulnerabili. lo fedele di Dio all’esercizio penitenziale Chiediamo perdono per i peccati propri della preghiera e del digiuno secondo il e altrui. La coscienza del peccato ci aiu- comando del Signore,1 che risveglia la ta a riconoscere gli errori, i delitti e le nostra coscienza, la nostra solidarietà e ferite procurate nel passato e ci permette il nostro impegno per una cultura della di aprirci e impegnarci maggiormente protezione e del “mai più” verso ogni ti- nel presente in un cammino di rinnovata po e forma di abuso. conversione. È impossibile immaginare una conver- Al tempo stesso, la penitenza e la pre- sione dell’agire ecclesiale senza la parte- ghiera ci aiuteranno a sensibilizzare i cipazione attiva di tutte le componenti nostri occhi e il nostro cuore dinanzi al- del Popolo di Dio. Di più: ogni volta Parole forti la sofferenza degli altri e a vincere la che abbiamo cercato di soppiantare, bramosia di dominio e di possesso che mettere a tacere, ignorare, ridurre a pic- tante volte diventa radice di questi mali. Un ringraziamento per le cole élites il Popolo di Dio abbiamo co- forti parole che riconoscono Che il digiuno e la preghiera aprano le il dolore e la sofferenza di struito comunità, programmi, scelte teo- nostre orecchie al dolore silenzioso dei chi è stato vittima di abusi logiche, spiritualità e strutture senza ra- bambini, dei giovani e dei disabili. Di- perpetrati da alcuni membri dici, senza memoria, senza volto, senza giuno che ci procuri fame e sete di giu- della Chiesa è stato rivolto corpo, in definitiva senza vita.2 Ciò si stizia e ci spinga a camminare nella veri- al Papa dalla Pontificia manifesta con chiarezza in un modo tà appoggiando tutte le mediazioni giu- commissione per la anomalo di intendere l’autorità nella protezione dei minori. In un Lettera al Popolo di Dio Chiesa — molto comune in numerose co- diziarie che siano necessarie. Un digiu- comunicato diffuso no che ci scuota e ci porti a impegnarci munità nelle quali si sono verificati com- nella verità e nella carità con tutti gli all’indomani della «Se un membro soffre, tutte le membra portamenti di abuso sessuale, di potere pubblicazione della lettera, soffrono insieme» (1 Cor 12, 26). Queste uomini di buona volontà e con la socie- l’organismo sottolinea di e di coscienza — quale è il clericalismo, parole di San Paolo risuonano con forza tà in generale per lottare contro qualsia- sentirsi incoraggiato nella quell’atteggiamento che «non solo an- nel mio cuore constatando ancora una si tipo di abuso sessuale, di potere e di propria azione dalla nulla la personalità dei cristiani, ma ten- volta la sofferenza vissuta da molti mi- coscienza. chiamata del Pontefice alla de anche a sminuire e a sottovalutare la tolleranza zero verso coloro nori a causa di abusi sessuali, di potere grazia battesimale che lo Spirito Santo In tal modo potremo manifestare la che commettono gli abusi e e di coscienza commessi da un numero ha posto nel cuore della nostra gente»3. vocazione a cui siamo stati chiamati di verso coloro che li notevole di chierici e persone consacra- Il clericalismo, favorito sia dagli stessi essere «segno e strumento dell’intima nascondono. Da parte sua il te. Un crimine che genera profonde feri- sacerdoti sia dai laici, genera una scissio- unione con Dio e dell’unità di tutto il cardinale Daniel N. Lettera te di dolore e di impotenza, anzitutto ne nel corpo ecclesiale che fomenta e genere umano» (CONC. ECUM. VAT. II, DiNardo, presidente della nelle vittime, ma anche nei loro familiari aiuta a perpetuare molti dei mali che Lumen gentium, 1). Conferenza episcopale e nell’intera comunità, siano credenti o oggi denunciamo. Dire no all’abuso si- «Se un membro soffre, tutte le mem- statunitense, non ha usato non credenti. Guardando al passato, mezzi termini nell’invitare a gnifica dire con forza no a qualsiasi for- bra soffrono insieme», ci diceva San non sarà mai abbastanza ciò che si fa vivere «la dimensione ma di clericalismo. Paolo. Mediante l’atteggiamento orante penitenziale di digiuno e per chiedere perdono e cercare di ripara- e penitenziale potremo entrare in sinto- È sempre bene ricordare che il Signo- preghiera» come un a tutto il popolo di Dio re il danno causato. Guardando al futu- nia personale e comunitaria con questa re, «nella storia della salvezza, ha salva- compito che deve ro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa to un popolo. Non esiste piena identità esortazione, perché crescano tra di noi i coinvolgere tutti. Secondo il per dar vita a una cultura capace di evi- senza appartenenza a un popolo. Perciò doni della compassione, della giustizia, porporato, si tratta di «atti tare che tali situazioni non solo non si nessuno si salva da solo, come individuo della prevenzione e della riparazione. di fede che possono ripetano, ma non trovino spazio per es- isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto Maria ha saputo stare ai piedi della cro- spostare le montagne» e sere coperte e perpetuarsi. Il dolore del- «portare a una vera della complessa trama di relazioni inter- ce del suo Figlio. Non l’ha fatto in un guarigione e conversione». le vittime e delle loro famiglie è anche il personali che si stabiliscono nella comu- modo qualunque, ma è stata saldamente nostro dolore, perciò urge ribadire anco- Esprimendo anch’egli nità umana: Dio ha voluto entrare in in piedi e accanto ad essa. Con questa gratitudine per la lettera, ra una volta il nostro impegno per ga- rantire la protezione dei minori e degli ricorda della promessa che ha fatto ai 2. Tutte le membra soffrono exsultate, 165). L’appello di San Paolo a una dinamica popolare, nella dinamica posizione esprime il suo modo di stare «in risposta alle indagini del nostri padri: «Ha disperso i superbi nei soffrire con chi soffre è il miglior antido- di un popolo» (Esort. ap. Gaudete et nella vita. Quando sperimentiamo la de- gran jury della Pennsylvania adulti in situazione di vulnerabilità. pensieri del loro cuore; ha rovesciato i insieme to contro ogni volontà di continuare a exsultate, 6). Pertanto, l’unico modo che solazione che ci procurano queste pia- e ad altre rivelazioni che potenti dai troni, ha innalzato gli umili; La dimensione e la grandezza degli riprodurre tra di noi le parole di Caino: abbiamo per rispondere a questo male ghe ecclesiali, con Maria ci farà bene sono emerse», il cardinale ha ricolmato di beni gli affamati, ha ri- avvenimenti esige di farsi carico di que- «Sono forse io il custode di mio fratel- che si è preso tante vite è viverlo come “insistere di più nella preghiera” (cfr. S. ha voluto sottolineare che il 1. Se un membro soffre lo?» (Gen 4, 9). un compito che ci coinvolge e ci riguar- Pontefice scrive «a tutti noi mandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1, 51- sto fatto in maniera globale e comunita- Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, come un pastore». E le sue Negli ultimi giorni è stato pubblicato 53), e proviamo vergogna quando ci ac- ria. Benché sia importante e necessario Sono consapevole dello sforzo e del la- da tutti come Popolo di Dio. Questa 319), cercando di crescere nell’amore e parole, ha affermato, sono un rapporto in cui si descrive l’esperien- corgiamo che il nostro stile di vita ha in ogni cammino di conversione prende- voro che si compie in diverse parti del consapevolezza di sentirci parte di un nella fedeltà alla Chiesa. Lei, la prima «particolarmente utili» za di almeno mille persone che sono sta- smentito e smentisce ciò che recitiamo re conoscenza dell’accaduto, questo da mondo per garantire e realizzare le me- popolo e di una storia comune ci con- discepola, insegna a tutti noi discepoli proprio perché non te vittime di abusi sessuali, di potere e con la nostra voce. sé non basta. Oggi siamo interpellati co- diazioni necessarie, che diano sicurezza e sentirà di riconoscere i nostri peccati e come dobbiamo comportarci di fronte escludono nessuno dal di coscienza per mano di sacerdoti, in me Popolo di Dio a farci carico del do- proteggano l’integrità dei bambini e degli gli errori del passato con un’apertura alla sofferenza dell’innocente, senza eva- cammino penitenziale. Un Con vergogna e pentimento, come co- Il Papa chiede un arco di circa settant’anni. Benché si munità ecclesiale, ammettiamo che non lore dei nostri fratelli feriti nella carne e adulti in stato di vulnerabilità, come pure penitenziale capace di lasciarsi rinnovare sioni e pusillanimità. Guardare a Maria atteggiamento su cui lo possa dire che la maggior parte dei casi nello spirito. Se in passato l’omissione della diffusione della “tolleranza zero” e da dentro. Tutto ciò che si fa per sradi- vuol dire imparare a scoprire dove e co- stesso Francesco ha insistito perdono riguarda il passato, tuttavia, col passare abbiamo saputo stare dove dovevamo ha potuto diventare una forma di rispo- dei modi di rendere conto da parte di care la cultura dell’abuso dalle nostre me deve stare il discepolo di Cristo. con un tweet: «Lo Spirito del tempo abbiamo conosciuto il dolore stare, che non abbiamo agito in tempo comunità senza una partecipazione atti- Santo ci dia la grazia della sta, oggi vogliamo che la solidarietà, in- tutti coloro che compiono o coprono per i crimini di molte delle vittime e constatiamo che riconoscendo la dimensione e la gravità tesa nel suo significato più profondo ed questi delitti. Abbiamo tardato ad appli- va di tutti i membri della Chiesa non Lo Spirito Santo ci dia la grazia della conversione e l’unzione del danno che si stava causando in tante conversione e l’unzione interiore per po- interiore per poter le ferite non spariscono mai e ci obbli- care queste azioni e sanzioni così necessa- riuscirà a generare le dinamiche necessa- commessi gano a condannare con forza queste vite. Abbiamo trascurato e abbandonato esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito rie, ma sono fiducioso che esse aiuteran- rie per una sana ed effettiva trasforma- ter esprimere, davanti a questi crimini di esprimere, davanti ai crimini abuso, il nostro pentimento e la nostra di abuso, il nostro i piccoli. Faccio mie le parole dell’allora da chierici atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di Cardinale Ratzinger quando, nella Via dove i conflitti, le tensioni e specialmen- no a garantire una maggiore cultura della protezione nel presente e nel futuro. zione. La dimensione penitenziale di di- giuno e preghiera ci aiuterà come Popo- decisione di lottare con coraggio. pentimento e la nostra te le vittime di ogni tipo di abuso possa- decisione di lottare con e consacrati morte; le ferite “non vanno mai prescrit- Crucis scritta per il Venerdì Santo del 2005, si unì al grido di dolore di tante no trovare una mano tesa che le proteg- Unitamente a questi sforzi, è necessa- lo di Dio a metterci davanti al Signore e Vaticano, 20 agosto 2018 coraggio». Vicinanza alle te”. Il dolore di queste vittime è un la- ga e le riscatti dal loro dolore (cfr. rio che ciascun battezzato si senta coin- ai nostri fratelli feriti, come peccatori vittime e invito «ad agire a e invoca l’impegno mento che sale al cielo, che tocca l’ani- vittime e con forza disse: «Quanta spor- Esort. ap. Evangelii gaudium, 228). Tale volto nella trasformazione ecclesiale e che implorano il perdono e la grazia tutti i livelli» sono stati ribaditi poi dall’arcivescovo ma e che per molto tempo è stato igno- cizia c’è nella Chiesa, e proprio anche solidarietà ci chiede, a sua volta, di de- sociale di cui tanto abbiamo bisogno. della vergogna e della conversione, e co- dell’intera Chiesa rato, nascosto o messo a tacere. Ma il tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbe- nunciare tutto ciò che possa mettere in Tale trasformazione esige la conversione sì a elaborare azioni che producano di- Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati Uniti. suo grido è stato più forte di tutte le mi- ro appartenere completamente a Lui! pericolo l’integrità di qualsiasi persona. personale e comunitaria e ci porta a namismi in sintonia col Vangelo. Perché per sradicare sure che hanno cercato di farlo tacere o, Quanta superbia, quanta autosufficien- Solidarietà che reclama la lotta contro guardare nella stessa direzione dove «ogni volta che cerchiamo di tornare al- 1 «Questa specie di demoni non si za! […] Il tradimento dei discepoli, la la fonte e recuperare la freschezza origi- la cultura anche, hanno preteso di risolverlo con decisioni che ne hanno accresciuto la ricezione indegna del suo Corpo e del ogni tipo di corruzione, specialmente quella spirituale, «perché si tratta di una guarda il Signore. Così amava dire San Giovanni Paolo II: «Se siamo ripartiti nale del Vangelo spuntano nuove strade, scaccia se non con la preghiera e il di- giuno» (Mt, 17, 21) dell’abuso gravità cadendo nella complicità. Grido suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli tra- cecità comoda e autosufficiente dove al- davvero dalla contemplazione di Cristo, metodi creativi, altre forme di espressio- ne, segni più eloquenti, parole cariche di 2 Cfr. Lettera al Popolo di Dio pellegri- che il Signore ha ascoltato facendoci ve- la fine tutto sembra lecito: l’inganno, la dovremo saperlo scorgere soprattutto nel dere, ancora una volta, da che parte figge il cuore. Non ci rimane altro che calunnia, l’egoismo e tante sottili forme volto di coloro con i quali egli stesso ha rinnovato significato per il mondo attua- no in Cile, 31 maggio 2018. vuole stare. Il cantico di Maria non si rivolgergli, dal più profondo dell’animo, di autoreferenzialità, poiché “anche Sa- voluto identificarsi» (Lett. ap. Novo mil- le» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 11). 3 Lettera al Cardinale Marc Ouellet, sbaglia e, come un sottofondo, continua il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci tana si maschera da angelo della luce” lennio ineunte, 49). Imparare a guardare È imprescindibile che come Chiesa Presidente della Pontificia Commissione per a percorrere la storia perché il Signore si (cfr. Mt 8, 25)» (Nona Stazione). (2 Cor 11, 14)» (Esort. ap. Gaudete et dove guarda il Signore, a stare dove il possiamo riconoscere e condannare con l’America Latina, 19 marzo 2016.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #catechesi 10 C ontinuiamo le catechesi sui comandamenti e oggi affrontiamo il comandamento «Non pro- nuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio» (Es 20, 7). Giustamente leggiamo questa Parola come l’invito a non offendere il nome di Dio ed evitare di usarlo inopportunamente. Questo chiaro significato ci prepara ad approfondire di più queste preziose parole, di non usare il no- me di Dio invano, inopportunamente. Ascoltiamole meglio. La versione «Non pro- nuncerai» traduce un’espressione che significa letteralmente, in ebraico come in greco, «non prenderai su di te, non ti farai carico». L’espressione «invano» è più chiara e vuol dire: «a vuoto, vanamente». Fa riferimento a un involucro vuoto, a una forma priva di contenu- to. È la caratteristica dell’ipocrisia, del formali- smo e della menzogna, dell’usare le parole o usare il nome di Dio, ma vuoto, senza verità. Il nome nella Bibbia è la verità intima delle cose e soprattutto delle persone. Il nome rap- presenta spesso la missione. Ad esempio, Abramo nella Genesi (cfr. 17, 5) e Simon Pie- tro nei Vangeli (cfr. Gv 1, 42) ricevono un no- me nuovo per indicare il cambiamento della non sia falso, senza ipocrisie, a una relazione direzione della loro vita. E conoscere veramen- in cui ci affidiamo a Lui con tutto quello che te il nome di Dio porta alla trasformazione siamo. In fondo, fino al giorno in cui non ri- della propria vita: dal momento in cui Mosè schiamo l’esistenza con il Signore, toccando conosce il nome di Dio la sua storia cambia con mano che in Lui si trova la vita, facciamo (cfr. Es 3, 13-15). solo teorie. Il nome di Dio, nei riti ebraici, viene procla- Questo è il cristianesimo che tocca i cuori. mato solennemente nel Giorno del Grande Perché i santi sono così capaci di toccare i Perdono, e il popolo viene perdonato perché cuori? Perché i santi non solo parlano, muovo- per mezzo del nome si viene a contatto con la no! Ci si muove il cuore quando una persona vita stessa di Dio che è misericordia. santa ci parla, ci dice le cose. E sono capaci, Allora “prendere su di sé il nome di Dio” vuol perché nei santi vediamo quello che il nostro dire assumere su di noi la sua realtà, entrare in cuore profondamente desidera: autenticità, re- una relazione forte, in una relazione stretta lazioni vere, radicalità. E questo si vede anche con Lui. Per noi cristiani, questo comanda- in quei “santi della porta accanto” che sono, mento è il richiamo a ricordarci che siamo bat- ad esempio, i tanti genitori che danno ai figli tezzati «nel nome del Padre e del Figlio e dello l’esempio di una vita coerente, semplice, one- Spirito Santo», come affermiamo ogni volta sta e generosa. che facciamo su noi stessi il segno della croce, Se si moltiplicano i cristiani che prendono per vivere le nostre azioni quotidiane in comu- su di sé il nome di Dio senza falsità — prati- nione sentita e reale con Dio, cioè nel suo amore. E su questo, di fare il segno della cro- ce, io vorrei ribadire un’altra volta: insegnate All’udienza Il segno ai bambini a fare il segno della croce. Avete visto come lo fanno i bambini? Se dici ai bam- generale bini: “Fate il segno della croce”, fanno una co- sa che non sanno cosa sia. Non sanno fare il la catechesi segno della croce! Insegnate loro a fare il no- della croce me del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. sui comandamenti Il primo atto di fede di un bambino. Compito per voi, compito da fare: insegnare ai bambini a fare il segno della croce. Ci si può domandare: è possibile prendere su di sé il nome di Dio in maniera ipocrita, come una formalità, a vuoto? La risposta è purtroppo positiva: sì, è possibile. Si può vive- cando così la prima domanda del Padre No- re una relazione falsa con Dio. Gesù lo diceva stro, «sia santificato il tuo nome» — l’annuncio di quei dottori della legge; loro facevano delle della Chiesa viene più ascoltato e risulta più cose, ma non facevano quello che Dio voleva. credibile. Se la nostra vita concreta manifesta Parlavano di Dio, ma non facevano la volontà il nome di Dio, si vede quanto è bello il Batte- di Dio. E il consiglio che dà Gesù è: “Fate simo e che grande dono è l’Eucaristia!, quale quello che dicono, ma non quello che fanno”. sublime unione ci sia fra il nostro corpo e il Si può vivere una relazione falsa con Dio, co- Corpo di Cristo: Cristo in noi e noi in Lui! me quella gente. E questa Parola del Decalogo Uniti! Questa non è ipocrisia, questa è verità. è proprio l’invito a un rapporto con Dio che Questo non è parlare o pregare come un pap-
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #catechesi 11 pagallo, questo è pregare con il cuore, amare il tere nel nostro cuore il suo amore. Per questo Signore. Dio proclama in questo comandamento: Dalla croce di Cristo in poi, nessuno può “Prendimi su di te, perché io ti ho preso su disprezzare sé stesso e pensare male della di me”. propria esistenza. Nessuno e mai! Qualunque Chiunque può invocare il santo nome del cosa abbia fatto. Perché il nome di ognuno di Signore, che è Amore fedele e misericordioso, noi è sulle spalle di Cristo. Lui ci porta! Vale la in qualunque situazione si trovi. Dio non dirà pena di prendere su noi il nome di Dio mai di “no” a un cuore che lo invoca sincera- perché Lui si è fatto carico del nostro nome mente. E torniamo ai compiti da fare a casa: fino in fondo, anche del male che c’è in noi; insegnare ai bambini a fare il segno della croce Lui si è fatto carico per perdonarci, per met- ben fatto. I due chierichetti Dardo Darío Artigas Nilo oggi ha i capelli più nero ed è una certezza che, per me, ha un volto imbiancati per i suoi cinquantotto anni: ne aveva e un nome: María Victoria. Mia sorella ha partorito appena tredici — è nato a Montevideo nel 1960 nel la bambina il 25 agosto 1978 nel centro di quartiere periferico La Teja per poi trasferirsi in detenzione denominato Pozo de Banfield: siamo Argentina — quando i suoi due fratelli Rubén e riusciti a rintracciarla nel dicembre 1987 e a Alberto vennero portati via e divennero desaparecidos. restituirle la sua vera identità». La sua famiglia, Ne aveva quindici quando toccò a proprio a lui aggiunge, è sempre stata in prima linea essere prelevato e torturato in carcere. E ne aveva nell’impegno a dare voce a quanti sono stati diciassette quando a scomparire nel buco nero delle perseguitati e uccisi, soprattutto nell’ambito violenze furono sua sorella María Asunción con il dell’associazione Madres y familiares de uruguayos marito Alfredo Moyano. «È proprio nel nome di detenidos desaparecidos. Un abbraccio del tutto mia sorella e di mio cognato che oggi sono venuto particolare il Papa ha avuto poi per il sacerdote qui da Papa Francesco, con tutto il mio dolore ma argentino Raúl Perrupato, nato ottantasette anni fa anche con una tenace speranza: sto facendo di tutto nel barrio de Flores a Buenos Aires, a lui legato fin per trovare i loro resti per una sepoltura cristiana» dal 1942 da un profondo sentimento di amicizia: dice Dardo Darío, che lavora come infermiere a erano vicini di casa e svolgevano insieme il servizio Padova. A presentarlo al Papa è stata suor di ministranti in parrocchia. Più grande di cinque Geneviéve Jeanningros, che celebra i cinquant’anni anni, Raúl ha in pratica insegnato al giovanissimo di vita religiosa col carisma di Charles de Foucauld, Jorge Mario a fare il chierichetto. «Siamo venuti quarantanove dei quali passati tra i poveri e i per dire al Papa che siamo con lui nella Chiesa con giostrai all’Eur e a Ostia. «Mia zia Léonie Duquet, la Chiesa e per la Chiesa»: non usano mezze misure religiosa francese missionaria in Argentina, sparì tra le cinquanta suore domenicane missionarie di San l’8 e il 10 dicembre 1977, insieme con la consorella Sisto che stanno dando vita al loro quindicesimo Alice Domon e con altre donne. Torturata, è stata capitolo generale. A Francesco hanno presentato il gettata in mare in uno dei tanti “voli della morte”» loro carisma, centrato fortemente sull’unità dei racconta suor Geneviéve. «Sono consapevole — cristiani. Con affetto, infine, il Pontefice ha salutato rilancia Dardo Darío — che il bene e la luce suor Rosangela Sala con le consorelle dell’Istituto riescono a venir fuori e illuminare persino il buio dell’Immacolata.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 23 agosto 2018 #7giorniconilpapa 12 Uniamoci in preghiera per tutte le famiglie del mondo specialmente quelle in difficoltà ” La famiglia è un cantiere di speranza Prendiamoci cura della famiglia: lì si gioca il nostro futuro @Pontifex, 20, 21 e 22 agosto MERCOLEDÌ 15 1º aprile 1993, prestando servizio nelle nunzia- ture apostoliche in Kenya e in Jugoslavia, Nella solennità dell’Assunzione il Papa ha in- presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, vitato i fedeli presenti all’Angelus in piazza e quindi nelle nunziature apostoliche in Sud San Pietro a pregare per quanti «in tante parti Africa, Honduras e Messico. Nominato arcive- del mondo soffrono nel corpo e nello spirito». scovo titolare di Telepte l’8 gennaio 2011, ha Dopo la preghiera mariana il pensiero del ricevuto l’ordinazione episcopale il 5 febbraio Pontefice è andato, in particolare, alle vittime successivo, ricoprendo l’ufficio di nunzio apo- del crollo del ponte Morandi a Genova. stolico in Pakistan dal 2001 al 2014 e di nunzio «Mentre affido alla misericordia di Dio le per- apostolico in Mozambico dal 2015. sone che hanno perso la vita — ha detto — esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro fa- miliari, ai feriti, agli sfollati e a tutti coloro che L’Angelus soffrono» a causa del drammatico evento veri- D OMENICA 19 dell’Assunzione ficatosi lo scorso 14 agosto. «Vi invito ad unir- Il Papa ha invocato la «solidarietà» e il «concreto sostegno della comunità internazio- nale» per le popolazioni del Kerala colpite dalle alluvioni. Lo ha fatto al termine dell’An- gelus in piazza San Pietro, dopo aver com- mentato il brano evangelico di Giovanni (6, 51-58) che riporta il discorso di Gesù nella si- nagoga di Cafarnao. Nello stesso giorno è stato reso noto il mes- saggio di Francesco per l’apertura della trenta- novesima edizione del Meeting di Rimini. Il testo, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, è stato inviato al vescovo della città, Francesco Lambiasi. La preghiera mariana del 19 agosto MERCOLEDÌ 22 «Oggi la libertà religiosa e di coscienza de- ve fare i conti con due ideologie opposte ma ugualmente minacciose: il relativismo secolari- sta e il radicalismo religioso, in realtà pseudo religioso. A questo proposito mi limito a se- gnalare alla vostra attenzione il pericolo reale di combattere l’estremismo e l’intolleranza con Nella sera del 10 agosto altrettanto estremismo e intolleranza, anche dopo aver percorso 117 chilometri negli atteggiamenti e nelle parole». Lo ha det- a piedi i giovani partecipanti to Papa Francesco ricevendo nell’auletta alla trentottesima marcia vi a me nella preghiera» ha aggiunto infine ri- dell’aula Paolo VI, prima dell’udienza generale, francescana del Perdono di Assisi volgendosi ai numerosi presenti e invitandoli a i partecipanti al nono meeting annuale inter- hanno incontrato il Papa recitare un’Avemaria. In precedenza Francesco nazionale dei legislatori cattolici. in Vaticano aveva ricordato che «l’assunzione in cielo, in anima e corpo, è un privilegio divino accorda- to alla santa Madre di Dio per la sua partico- lare unione con Gesù». Nello stesso giorno, in occasione del quat- trocentocinquantesimo anniversario della mor- te di san Stanislao Kostka, il Papa ha inviato a monsignor Piotr Libera, vescovo della diocesi Il messaggio di Płock, un messaggio per unirsi alla «pre- al meeting di Rimini ghiera di ringraziamento» di tutta la Chiesa polacca per il giovane novizio gesuita nell’an- no a lui dedicato. In particolare il Pontefice si è rivolto ai giovani che nel mese di settembre daranno vita al pellegrinaggio a piedi da Prza- snysz a Rostkowo, dal luogo del suo battesimo al luogo della sua nascita, incoraggiandoli a guardare al futuro con fiducia. Sempre nella stessa giornata, il Pontefice ha nominato sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato monsignor Edgar Peña Par- ra, arcivescovo titolare di Telepte, finora Nun- zio Apostolico in Mozambico, il quale prende- rà possesso il prossimo 15 ottobre. Nato a Ma- racaibo, in Venezuela, il 6 marzo 1960, è stato ordinato sacerdote il 23 agosto 1985 ed è entra- to nel servizio diplomatico della Santa Sede il
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