Il Dante di Sanguineti per le nuove generazioni

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Il Dante di Sanguineti per le
nuove generazioni
di Olga Chieffi

Stamane una Tempesta spazzerà via secoli di incrostazioni,
sedimentazioni, tradizioni sullo studio dell’opera dantesca.
Dalle 10,20 alle 11,20, infatti, il filologo Federico
Sanguineti, dialogherà in diretta sui nostri canali social
Facebook, https://www.facebook.com/lecronachequotidiano e
YouTube
https://www.youtube.com/channel/UCJaOrPcGFKLxjQWMMDaiM4g, con
gli studenti dei licei “Torquato Tasso”, “Francesco De
Sanctis”,“Giovanni da Procida” e “Alfano I” di Salerno,
unitamente al “Renato Caccioppoli” di Scafati, co-
organizzatore dell’evento e al liceo “Galizia” di Nocera
Inferiore, e con tutti i nostri lettori, prendendo quale
“Launching pad” per dirla con Duke Ellington, la sua ultima
opera “Le parolacce di Dante”, in libreria per le edizioni
Tempesta, con la prefazione affidata a Moni Ovadia. Un agile
volumetto pubblicato in occasione dell’anno celebrativo del
DCC anniversario della morte dell’Alighieri e del centenario
della fondazione del Partito Comunista Italiano. Sono 14 i
capitoli, in scrittura chiara e comunicativa, in ossequio
all’onestà intellettuale che contraddistingue l’autore,
attraverso cui si snoda la storia e l’analisi della
“parolaccia”, dalla Bibbia in poi, passando per il “Manifesto
del partito comunista” di Karl Marx e Friedrich Engels, ovvero
della sua anticipazione nella Commedia di un’Italia serva e
borghese. Gli studenti saranno “iniziati” allo stile di
Federico Sanguineti, che è un approccio all’opera, è un
incrocio tra il porsi “vergine” al cospetto della pagina, ma
allo stesso tempo, lascia trasparire un lavoro di ricerca e
deduzione intensissimo. Il messaggio lanciato sarà quello di
non sottostare a quella concatenazione di sistemi e
imposizioni, blocchi marmorei, sotto cui aggobbire, ma far
ricerca e interpretazione in prima persona, d’ispirazione e
immediato riferimento. Un metodo, secondo il quale ciò che
rimane nascosto non stabilisce il limite e lo scacco
dell’interpretazione, ma ne costituisce il terreno fecondo,
ove, qui, un nuovo modus può fiorire e svilupparsi. In quest’
opera, inserita nella collana della casa editrice “Filologia
minima essenziale”, caratterizzata da una sintesi stringente e
una scrittura semplice e per “sottrazione”, l’invito è quello
di ricominciare dalla pagina dantesca, in difesa della sua
bellezza, e ancora, verificare, immaginare, scegliere,
analizzare, ideare per conseguire nuove folgorazioni e
meraviglie inaudite e nuovi spegnimenti angosciosi, in un
avvicinarsi, tendere, aspirare continui a qualcosa che
mancherà, che non si otterrà.

Don Patrizio Coppola                                alla
corte di Bonolis
di Monica De Santis

Don Patrizio Coppola, conosciuto dai più come Padre Joystick,
ieri sera intorno alle 21,30 è stato tra i protagonisti della
trasmissione televisiva “Avanti un altro, pure di sera”
condotta da Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Il sacerdote,
fondatore del campus universitario italiano del Valletta
Higher Education Istitute dove si forma la nuova generazione
di professionisti che progettano videogiochi e cartoni
animati, purtroppo non è stato molto fortunato al gioco. Dopo
aver risposto correttamente alle prime tre domande, invece di
scegliere un manicotto contenente danaro ha trovato la
pariglia. Il sacerdote ha dunque scelto di andare avanti e
sfortunatamente ha pesca la pariglia per altre due volte. Al
quarto giro di domande, purtroppo don Patrizio ne ha sbagliate
due, dovendo cedere così il suo posto ad un altro concorrente
e chiudere la sua avventura tv.

Pillole per una nuova storia
Letteraria 009 di Federico
Sanguineti

         Le scrittrici e la storia
                 letteraria

Di Federico Sanguineti

In un mondo capitalisticamente globalizzato, in cui ‒ dati
offerti dalla presidente del Gender group istituito dalla
Caritas nel 1999, Anne Dickinson – le donne detengono meno
dell’1% della proprietà privata del pianeta, costituendo, ogni
giorno di più, la stragrande maggioranza dei poveri fra i
poveri, non c’è da stupirsi di quanto ne consegue: 1)
producendo i due terzi della ricchezza mondiale e svolgendo il
70% del lavoro salariato, le donne ricevono solo un decimo
degli introiti disponibili e del reddito complessivo; 2) le
retribuzioni femminili non raggiungono in media il 75% di
quelle maschili. Infine: 3) date queste condizioni storiche di
ineguaglianza materiale, ogni donna si presenta sul piano
ideale, per il pensiero (maschile) dominante, come “oggetto”
incomprensibile: a prima vista, qualcosa di triviale, ovvio;
ma, al tempo stesso, un idolo pieno di sottigliezza metafisica
e capricci teologici. “Siamo così, dolcemente complicate…”,
cantava Fiorella Mannoia nel 1988, alla vigilia della caduta
del muro di Berlino, in una canzone non scritta da lei, ma da
due uomini: Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. Quello che le
donne non dicono lo sa dunque, a parole, una coppia di maschi.
Come dovevasi dimostrare: “è difficile spiegare… lascia
stare…”.Nella prefazione alla più monumentale delle sue opere,
L’idiot de la famille, Jean-Paul Sartre si chiede: “che cosa
si può sapere di un uomo, oggi?”. Il filosofo, dando per
scontato che la stessa domanda, formulata in relazione al
“secondo sesso” (“che cosa si può sapere di una donna,
oggi?”), sia inimmaginabile (o comunque di nessuna
importanza), pone così, al centro della propria ricerca, come
“soggetto”, un essere umano di sesso maschile: “che cosa
sappiamo ‒ si domanda ‒ di Gustave Flaubert?”. Ma se il
pensatore affronta tale questione, perché non fare altrettanto
riguardo a una donna? Che cosa sappiamo, per esempio, di
Gormonda di Montpellier? Sappiamo che è una scrittrice attiva
nella prima metà del Duecento, a cui si deve una poesia
politica, il sirventese Greu m’es a durar. Che cosa sappiamo,
ancora, di Marguerite d’Oingt, vissuta fra il XIII e il XIV
secolo? Sappiamo che scrive in latino e, nel suo libro
intitolato Pagina meditationum, vede in Gesù la propria madre.
Notizie e testi sono reperibili in un attimo sul web, ma
ancora oggi, per chi volesse studiare su manuali imposti dai
programmi ministeriali, si troverebbe di fronte a un silenzio
(imbarazzato e) imbarazzante. Si capisce: le trovatrici, per
cominciare, manifestano libertà inimmaginabili in un contesto
(patriarcale) borghese. Si pensi alla canzone “Estat ai en
greu cossirier”, dove l’autrice, Beatrice di Dia (Beatritz de
Dia), esprime ciò che, sul piano letterario come su quello
erotico, una donna borghese difficilmente potrebbe
permettersi: “Bels Amics, avinens e bos, / cora ·us tenrai en
mon poder, / e que iagues ab vos un ser, / e qe ·us des un
bais amoros?” (“O bell’amico, cortese e gentile, / quando
potrò tenervi in mio potere, / e giacere con voi per una sera,
/ e dare a voi un amoroso bacio?”). E ancora: “sapchatz, gran
talan n’auria / qe ·us tengues en luoc del marit, / ab so que
m’aguessetz plevit / de far tot so qu’eu volria” (“Gran
desiderio sappiate che avrei / di tener voi al posto del
marito / se solamente in cambio promettiate / di compier tutto
quello che io vorrei”). Morale della favola: ogni giorno è il
25 aprile, perché il processo di liberazione della
soggettività femminile è conditio sine qua non di ogni altra
liberazione.

Accoltella   la  moglie   a
Pontecagnano e poi tenta il
suicidio
Un uomo di 59 anni ha ferito con un coltello la moglie e poi
ha tentato il suicidio. E’ quanto accaduto     a Pontecagnano
Faiano, nel Salernitano. Le condizioni della donna non
sarebbero gravi. L’uomo, quando e’ stato rintracciato e
fermato dai carabinieri a casa di un parente nella frazione di
Ogliara a Salerno, aveva ferite ai polsi perche’ ha tentato di
togliersi la vita. Trasportato all’ospedale San Giovanni di
Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, il 59enne, che sarebbe gia’
destinatario del divieto di avvicinamento alla persona offesa,
e’ in gravi condizioni. Tuttora in corso le indagini dei
militari dell’Arma delle Compagnie di Salerno e di
Battipaglia.
Strianese: “Bisogna andare
verso la continuità per il
bene di Salerno”
di Erika Noschese

Ad un anno e mezzo dalla fine del suo mandato e a poco più di
mesi dal rinnovo del consiglio provinciale tempo di bilanci
per il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese
che fa il punto sulle opere in corso di realizzazione, grazie
ai finanziamenti della Regione Campania e alla sinergia con il
Comune di Salerno. Presidente, dopo le amministrative gli
amministratori saranno chiamati al voto per il rinnovo del
consiglio provinciale. Un primo bilancio di questo suo mandato
che scadrà tra un anno e mezzo circa? “Sì, il mio mandato
scade tra un anno e mezzo, sono state rinviate le elezioni del
consiglio provinciale. Si terranno a fine anno, dopo le
elezioni amministrative con una proroga voluta dal governo a
causa della pandemia. Quindi, elezioni amministrative tra il
15 settembre e il 15 ottobre ed entro 60 giorni dovremmo
convocare le elezioni provinciali che, ripeto, riguarderanno
solo il rinnovo del consiglio comunale perché il mio mandato
finirà tra ottobre e novembre 2022 ma siamo già a buon punto,
oltre la metà del mandato ed è possibile fare dei resoconti
parziali: abbiamo lavorato un po’ su tutto, strade, scuole,
ambiente; stiamo lavorando tanto sul risanamento dei corpi
idrici superficiali, investendo 90 milioni di euro per la
depurazione delle acque del Golfo di Salerno; abbiamo aperto –
e continuiamo ad aprire – cantieri su tutto il fronte del
mare, per realizzare reti fognarie ed impianti di depurazione
e questo credo che sia un’opera importantissima che stiamo
portando avanti. Non ultimo è la pubblicazione dell’appalto
che riguarderà il depuratore di Maiori e Minori in Costiera
Amalfitana. Ma poi, uno dei risultati importanti di cui vado
fiero è stato raggiunto proprio negli ultimi giorni: lo
sblocco dell’appalto per la Pisciottana, un’opera da 20milioni
di euro, finanziata dalla Regione Campania, sbloccata qui in
Provincia per una serie di problematiche burocratiche, ormai
da alcuni anni e che siamo riusciti a risolvere, gestendo bene
il procedimento che consentirà – nei prossimi giorni – alla
Regione Campania, di presentare la gara d’appalto, aggiudicare
quest’opera importante che consentirà di realizzare la
cosiddetta variante alla frana di Rizzico che si trova tra
Ascea e Pisciotta”. Da anni, le Province si ritrovano a fare i
conti con la legge DelRio che ha dimezzato funzioni e casse.
Grazie alla collaborazione tra Comune e Regione si riescono a
fronteggiare situazioni di emergenza… “Sì, la riforma DelRio
del 2014 ha creato non pochi problemi alle Province,
soprattutto sul fronte del bilancio di parte corrente tanto
che, nel 2017, abbiamo dovuto dichiarare il pre dissesto e
aderire alla fase di riequilibrio a seguito di un disavanzo di
amministrazione di circa 50 milioni di euro, dovuto alla
riforma DelRio. Questo ci rende problemi di gestione, con la
perdita di alcune funzioni fondamentali di tanto personale,
mandato alle Regioni, ai Comuni, allo Stato e la difficoltà
operativa è questa: pochissimo personale, pochi fondi sulla
parte corrente anche se ultimamente si è mosso qualcosa sul
fronte degli investimenti: lo Stato, sulla base della
necessità di rilanciare lo sviluppo economico anche in questa
fase pandemica, ha concesso una serie di finanziamenti per le
scuole e per le strade che stiamo sfruttando al meglio.
Ovviamente, nel momento più difficile ci ha dato e ci continua
a dare una mano la Regione Campania e il governatore De Luca
che ci è vicino sul fronte degli investimenti, sulle strade
regionali e provinciali; sulle scuole e sono finanziamenti
regionali i soldi per la depurazione delle acque e quello da
20milioni di euro per la Pisciottana. Stiamo lavorando sulla
Fondovalle Calore che completeremo entro l’estate, con un
finanziamento regionale; completeremo un primo tratto da 4
milioni di euro per le grandi opere e già in fase di
progettazione il secondo appalto, per circa 15 milioni di
euro, che ci consentirà di completare la Fondovalle Calore
verso Castel San Lorenzo e Roccadaspide. Lavoreremo in questa
direzione nel prossimo anno e mezzo per completare una serie
di opere importanti che sono in fase di realizzazione e
programmare tanti altri interventi. Voglio inoltre evidenziare
che abbiamo messo a posto, dal punto di vista finanziario, le
società partecipate della Provincia come Arechi Multiservice
sull’orlo del fallimento quando siamo arrivati ed EcoAmbiente
Salerno diventata di proprietà dell’Ente d’Ambito per
attuazione della legge regionale. Abbiamo gestito, con la
Provincia in primo piano e la Regione – e io ho firmato decine
di ordinanze di protezione civile – la crisi dei rifiuti
quando il depuratore è stato chiuso con una manutenzione
programmata, per 3 mesi: abbiamo fatto in modo che non si
risentisse di questa crisi dei rifiuti in provincia di Salerno
e, in quel caso, la Provincia è stata protagonista perché in
quel momento – e parlo di un anno e mezzo fa – gestiva ancora
il ciclo integrato dei rifiuti per poi dare, per legge
regionale, all’Ente d’Ambito. Stiamo già lavorando per rendere
più funzionali e adatti alla funzione che dovranno avere nei
prossimi mesi e nei prossimi anni, tutte le strade e la
viabilità a ridosso dell’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi
perché la Regione Campania ha messo 250milioni di euro per
rifunzionalizzare il tutto e fare in modo che l’aeroporto
possa svilupparsi come appendice di quello di Capodichino che
non ha più spazio per aumentare la sua potenzialità; Salerno è
luogo di sviluppo dell’aeroportualità in Campania. Stiamo già
lavorando, da mesi, per adeguare tutta la viabilità che tra
Pontecagnano, Bellizzi ed Eboli si trova a ridosso
dell’aeroporto”. I lavoratori del Consorzio di Bacino Salerno
2 sono ancora in attesa di ricollocazione e si sprecano gli
appelli delle organizzazioni sindacali. La Provincia poco e
nulla può fare… “La competenza sul ciclo dei rifiuti non è più
della Provincia. Da quando abbiamo trasferito il ciclo
all’Ente d’Ambito, circa un anno fa, noi non abbiamo più
competenza ma, in ogni caso, indirizziamo ogni qual volta si
tratta di problematiche sociali, lavorative, che riguardano
nostri concittadini. Nella prima fase che io ho seguito,
abbiamo ricollocato circa una trentina dei 60 lavoratori.
Erano inizialmente 57 e ne rimangono una ventina ma la Regione
Campania e l’ente d’Ambito si stanno occupando di risolvere
man mano anche questa problematica lavorativa e sono sicuro
che completeranno anche il ricollocamento di questi ultimi
lavoratori”. Con l’emergenza covid, sono stati necessarie
interventi per permettere il rispetto delle norme anti convid…
“Diciamo che gli interventi per il covid sono stati fatti
nell’estate dello scorso anno; sono stati spesi circa 2
milioni di euro per adeguamenti di aula, spazi, fornitura di
banchi, con il finanziamento del governo. Abbiamo fatto lavori
su tutti gli istituti, soprattutto per quanto riguarda la
sicurezza anti covid. Ci sono tanti istituti nuovi che avevano
gli spazi già adeguati a questa situazione, recuperando spazi
nei laboratori quando non era necessaria l’attività
laboratoriale. Sulle scuole stiamo investendo tanto, nelle
ultime settimane abbiamo iniziato lavori per circa due milioni
e otto del bilancio provinciale, per varie manutenzioni,
disseminate su tutto il territorio provinciale; stiamo
programmando interventi strutturali su tanti edifici, grazie a
finanziamenti del governo, uno da 20 milioni di euro e uno da
26 milioni di euro. Nei prossimi mesi c’è da lavorare tanto in
questo senso, sia sul fronte della progettazione che della
esecuzione vera e propria”. Elezioni amministrative, il
sindaco uscente ricandidato in cerca di una riconferma. È
necessario, in questa fase, andare nel segno della continuità?
“Siamo in piena sintonia con il sindaco Napoli, con la Regione
Campania e lavoriamo nella stessa direzione. Anche su Salerno
città si vedono importanti risultati: è stata inaugurata
un’altra parte del Trincerone; opere importanti che si stanno
completando come piazza della Libertà, il Crescent che
proiettano Salerno in una dimensione sempre più europeistica,
di modernità urbanistica, di sviluppo, di innovazione e come
avviene in tanti casi, se l’amministrazione uscente ha dato
risposte, soprattutto tenendo conto delle difficoltà imposte
dal covid, i cittadini apprezzano; a Salerno anche bisogna
continuare a lavorare in questa dimensione e portare la città
a rappresentare un simbolo del sud Italia, anche in questo
contesto, con il governatore De Luca grazie al quale Salerno e
la sua provincia ha avuto dei miglioramenti, sono territori
più rispettati. Inoltre, sono tanti gli investimenti in corso:
la Regione Campania sta dando una mano notevole sul fronte
delle strade”. L’intervista integrale sul canale youtube di Le
Cronache

Movimento civico “Insieme per
Salerno”   a   sostegno   del
candidato sindaco Sarno
di Erika Noschese

Porto, aeroporto e società partecipate: sono queste le
priorità che il movimento civico Insieme per Salerno, guidato
dall’avvocato Salvatore Memoli, ha presentato al candidato
sindaco Michele Sarno. Un consenso che cresce sempre di più,
per il legale salernitano che, in queste settimane, continua
ad ottenere adesioni. L’ultima è proprio quella di Insieme per
Salerno con Salvatore Memoli che, dopo aver annunciato la sua
candidatura a sindaco, ha scelto di fare un passo indietro.
“Ho creduto bene di riflettere perché ho la sensazione che si
rifletta poco su questo momento elettorale e sulle
amministrative a Salerno. Riflettere significa ricercare le
soluzioni migliori e alla luce di questa mia riflessione ho
ritenuto che la candidatura di Michele Sarno sia quella
migliore per offrire professionalità, moralità, competenza,
anche una vista che serve a questa città per riconoscersi
attorno ad un uomo e ad una squadra che possono creare una
svolta; abbiamo bisogno di un’ulteriore svolta a Salerno. Io
penso che abbiamo bisogno di un’età e il quadro politico, in
questo momento, non dà segnali – ha dichiarato Memoli – Sembra
molto disarticolato, si parte di Michele Sarno perché ha tutti
i numeri; è stato un mio allievo al liceo e un mio allievo
nella formazione politica: non voglio far torto alla sua
grande cultura politica e alla sua testimonianza ma Michele
nasce nei nostri incontri di formazione sul pensiero
democristiano, inteso come europeista, che allarga i suoi
confini. Noi a Salerno siamo ancora fermi alla lotta di
classe: lo schieramento con Michele apre, noi presumiamo – con
Insieme per Salerno e Giovanni Basso – di raccogliere
l’eredità democristiana e di consegnarla a Michele che ha le
mani degne, la mente ben desta per poter testimoniare, a
Salerno, questi valori che appartengono a parecchie persone e
noi le vogliamo raccogliere”. Capolista sarà Giovanni Basso
che, ieri mattina presso il bar Moka, ha presentato la sua
candidatura. Insieme per Salerno ha ribadito la posizione
della lista nel testimoniare i valori della Democrazia
Cristiana, ricordando “la scelta interclassista come
superamento di visioni parziali e lacunose di una politica
lobbista”. Giovanni Basso e Salvatore Memoli hanno poi
precisato di non aver chiesto poltrone ma collaborazione per
cambiare la storia amministrativa della città di Salerno.
“Ogni progetto si candida alla costruzione, nella vita
esistono costruttori e distruttori. Io ritengo che i
distruttori non lasceranno mai il segno di sé mentre i
costruttori sono quelli che, con grande umiltà e attenzione,
cercano di mettere insieme una serie di pezzi, non sulla base
della convenienza ma della bontà delle idee. Io sono
orgoglioso, al netto di un discorso politico, perché si
riannoda una storia personale: io sono stato un allievo di
Salvatore Memoli e abbiamo trovato in lui un’espressione di
moralità e onestà intellettuale che ci ha ispirato negli
anni”, ha dichiarato il candidato sindaco, l’avvocato Michele
Sarno. “Se oggi siamo qui dobbiamo dire grazie a questi
maestri che ci hanno accompagnato nel nostro percorso ed è
bellissimo, entusiasmante – ha poi aggiunto – Sono persone che
hanno rappresentato delle eccellenze nella nostra città e, nel
momento in cui non hanno detto sì signore al potente di turno,
sono stati visti come nemici. Io non vedo nemici: il dialogo,
il contradditorio, voglio essere messo in discussione se
serve. Io credo ci siano due momenti: la compattezza è nel
consenso dei cittadini, in città si respira quest’aria, stavo
venendo qui perché la gente mi ferma perché crede in una
proposta alternativa seria: per la prima volta in questa città
si parla di alternativa, si discute, si apre un
contraddittorio rispetto ad una narrazione unilaterale e che i
cittadini salernitani non riconoscono più”. Per il movimento
civico le priorità devono essere porto, aeroporto e società
partecipate “per garantire i livelli occupazionali e gestirli
con una visione moderna e manageriale, aiutando i lavoratori
ad uscire dalla schiavitù di un’adesione ad un modello
clientelare che non promuove il diritto al lavoro e
l’espressione libera di una testimonianza di un progresso di
idee e rinnovamento dei processi lavorativi” perché, ha
aggiunto Memoli, “Salerno merita una svolta di contenuti e di
presenza amministrativa che riporti in auge la città”.

Locali scuola Medaglie d’Oro:
continua la polemica
di Erika Noschese

Locali terranei nelle disponibilità dell’istituto comprensivo
Medaglie d’Oro: è la richiesta avanzata dai genitori del
plesso scolastico Costa e dei residenti del quartiere Carmine,
attraverso i portavoce Francesco Vota e Michele Sarrubbo,
riuniti nel comitato cittadino Insieme Si Può. Attraverso una
petizione è stato infatti chiesto al sindaco Napoli,
all’assessore all’Istruzione Eva Avossa, e al presidente
commissione Trasparenza per chiedere che alcuni locali
terranei restino nelle disponibilità dell’Istituto Comprensivo
Medaglie D’Oro, come prevede la delibera comunale del 2019. La
petizione è stata sottoscritta da circa trecento cittadini,
forti di uno storico insegnamento: le grandi comunità si
fondano sulla partecipazione. “Nessuna strategia politica ma
solo necessità di servizi scolastici indispensabili, per tutti
i bambini che oggi ed in futuro frequenteranno la il plesso
Costa”, hanno dichiarato Sarrubo e Vota. “Non usiamo giri di
parole, e sfatiamo ogni retroscena, la nostra presa di
posizione riguardo ai locali terranei dell’Istituto scolastico
Giacomo Costa è la stessa che palesiamo dal 2017,
semplicemente, la necessità per i bambini di una scuola che
abbia un ciclo didattico completo dalla infanzia alla scuola
secondaria di primo grado. Se presso il plesso sono attivi
percorsi didattici quale “Metodo Montessori” e “Scuola Senza
Zaino” è stato anche grazie all’impegno dei genitori. Oggi che
le difficoltà iniziali sono superate, siamo orgogliosi del
piccolo gioiello al servizio della comunità cittadina, valida
alternativa per i bambini con bisogni “speciali”, un istituto
Pubblico nella Città di Salerno offre la formazione che in
gran parte d’Italia è riservata, quasi esclusivamente, a
scuole private – hanno aggiunto – Per noi genitori e cittadini
del quartiere, il Costa rappresenta un valore da accrescere
attraverso l’attivazione del primo ciclo di scuola secondaria
a “metodo senza zaino”, sarebbe uno splendido traguardo per la
collettività cittadina, ma soprattutto un grande risultato per
tutti i livelli istituzionali. Questo significherebbe
soddisfare i reali bisogni della collettività”. I locali
terranei, lasciati alla disponibilità della scuola, andrebbero
ad accrescere gli spazi da dedicare alla didattica, in linea
con le norme per il contenimento del fenomeno epidemiologico
da Sarscov-19, e magari la riattivazione del servizio di
refezione, che ad oggi è sospeso per carenza di spazi. Una
delibera della Giunta del Comune di Salerno affidava i locali
alla scuola “per il raggiungimento dei propri fini
Istituzionali” ma, aggiunto i due portavoce, “apprendiamo da
altre dichiarazioni, che quegli spazi non sarebbero idonei
all’espletamento delle attività didattiche, bene, allora ci si
chiede come possa essere possibile che siano ritenuti inidonei
per le attività didattiche, ma idonei alla realizzazione di un
auditorium che ci si immagina frequentato allo stesso modo,
anche per attività di lunga durata, la cui utilità non ci
sembra prevalente rispetto al Diritto allo studio, sancito
dalla costituzione”. Altro punto di domanda è, quando questi
locali siano stati assimilati al progetto Por Fesr 2014/2020
per l’ammontare di circa 450mila euro: “riteniamo che questi
fondi vadano investiti al meglio, anche per questo segnaliamo
da anni che, a pochi metri dal sito scelto, esiste già il
Teatro Ghirelli che è sottoutilizzato. Il solo progetto di
realizzazione di questo Auditorium pare proprio una
duplicazione di strutture e servizi, nell’ambito dello stesso
quartiere quindi non cogliamo un impiego ottimale di questi
fondi. Perché non destinare questa preziosa risorsa economica
per soddisfare le esigenze dei tanti quartieri del territorio
comunale, privi di strutture e servizi del genere”.

Domenico De Siano: “Dobbiamo
dar vita ad un nuovo assetto
politico ed organizzato”
di Erika Noschese

“In Campania dobbiamo dar vita ad un nuovo assetto politico e
organizzativo di Forza Italia nello spirito dell’unità e della
collegialità, secondo le linee indicate dal Presidente Silvio
Berlusconi”. Lo ha dichiarato il coordinatore regionale
campano di Forza Italia Domenico De Siano rendendo noto che
“una squadra è già al lavoro per garantire la massima
partecipazione di giovani, donne, rappresentanti del mondo del
lavoro e delle professioni”. “Per favorire questo percorso di
rilancio – spiega il senatore De Siano – abbiamo condiviso con
il coordinatore nazionale del partito Antonio Tajani
l’azzeramento di tutti gli organismi pregressi”. Da qui
l’annuncio ufficiale: “Nelle prossime settimane verrà dunque
ufficializzata la composizione del nuovo organigramma chiamato
a rilanciare l’azione politico-amministrativa in Campania, a
partire dall’ormai prossimo appuntamento elettorale che
interessa il rinnovo dei consigli comunali di molte città
della nostra regione”. In pole position per il ruolo di
coordinatore ci sarebbe il parlamentare Vincenzo Fasano mentre
i vice dovrebbero essere Marzia Ferraioli e Gigi Casciello. In
caso di rifiuto dei due parlamentari scelta potrebbe ricadere
o su Lello Ciccone, Costabile Spinelli, Gaetano Amatruda o
Antonietta Coraggio, vice sindaco di Vallo della Lucania e
candidata al consiglio regionale della Campania alla scorsa
tornata elettorale.

Antonio             Visconti:
“Battipaglia è una Ferrari
guidata da piloti inadeguati”
di Erika Noschese

Sono quattro i punti programmatici sui quali lavora
Battipaglia Futura, il movimento civico che scende in campo a
sostegno del candidato sindaco Antonio Visconti e che, ieri
mattina, ha ufficializzato la sua candidatura. Alla conferenza
hanno partecipato l’avvocato Damiano Palo, presidente del
movimento Battipaglia Futura, Katiuscia Di Feo, in qualità di
portavoce dell’associazione, e il candidato a sindaco Antonio
Visconti. “Siamo un movimento civico ben preciso che coinvolge
diverse anime della società civile – esordisce Damiano Palo –
per raggiungere una finalità utile alla collettività. Stiamo
vivendo tempi duri e le sfide che ci attendono sono tutt’altro
che semplici. Il nostro movimento è formato da piccoli
imprenditori, professionisti, e volti nuovi. Ma apriamo a
tutti: ai giovani, agli anziani e a tutta la cittadinanza. Lo
spirito aggregativo sarà fondamentale per provare a
trasformare la nostra comunità. La scelta di virare su Antonio
Visconti è stata fondata principalmente sulla persona e sulle
sue competenze. E le nostre idee sono state ben accolte dal
candidato”. Gli fa eco il portavoce del movimento “Battipaglia
Futura”, Katiuscia Di Feo: “Il periodo difficile – aggiunge Di
Feo – si è aggravato a causa della pandemia. Mai come in
questo momento sono aumentati i bisogni e diminuite le
risposte. La nostra missione è creare le giuste condizioni
senza tralasciare il mondo dei valori, delle associazioni e
del volontariato, per costruire una Battipaglia che guardi al
futuro. Manca il confronto con la società che ci circonda, ed
è per questo che la nostra idea di programma sarà figlio del
confronto e dell’ascolto. Abbiamo analizzato i punti di forza
e quelli di debolezza, e attraverso questo studio efficiente
ci siamo soffermati su 4 punti fondamentali: politiche
sociali, sicurezza urbana, tutela e benessere degli animali e
riqualificazione delle periferie”. A chiudere la conferenza,
l’intervento del candidato a sindaco Antonio Visconti:
“Ringrazio innanzitutto l’instancabile Giovanni Valletta –
commenta il presidente del consorzio Asi -. Senza di lui non
sarebbe stato possibile tutto ciò. E ovviamente anche i
responsabili Damiano Palo e Katiuscia Di Feo, che insieme ai
fratelli Marciano e al dottore Colantuono hanno saputo
sintetizzare il perimetro entro il quale si definisce il
nostro percorso comune. La città si è indebolita sotto il
profilo sociale e culturale, e la riproposizione degli stessi
modelli amministrativi hanno contraddistinto la fase di
declino della città. Esperienze traumatiche che hanno leso
l’immagine di Battipaglia, aggravate da un’amministrazione,
l’ultima, incapace di fare qualsiasi scatto in avanti pur tra
mille aspettative. Il loro programma è stata la somma del non
fatto. Battipaglia somiglia a una Ferrari guidata da piloti
non all’altezza. I cittadini sono esasperati, in particolare
sul tema ambientale dove abbiamo visto tante chiacchiere e
pochi fatti. Noi ci candidiamo a realizzare gli interventi
centrali e strategici per la città con l’augurio di ridare una
classe dirigente all’altezza e restituire alla capofila della
Piana del Sele le eccellenze e la dignità che merita”.

Largo XXV aprile, flash mob
dell’Anpi e intitolazione
simbolica della piazza
Una targa simbolica per sollecitare l’amministrazione comunale
perché Salerno merita un luogo intitolaro al XXV aprile “a
memoria dei salernitani, perseguitati politici antifascisti,
partigiani, combattenti, caduti nella lotta di liberazione
nazionale”. Ieri mattina, il comitato provinciale Anpi Salerno
ha tenuto un breve flashmob per ricordare, proprio attraverso
una targa, quanti sono morti nella liberazione nazionale. Il
luogo prescelto è storicamente rappresentativo: è il largo che
precede l’inizio di Via Velia, essendo al centro di Salerno,
tra Piazza Portanova – dove era situato il patibolo dei
martiri della Libertà del 1820 e del 1828 e il monumento ai
caduti salernitani del Risorgimento- luogo altresì dove fu
posta originariamente nel 1864 la statua di Pisacane. “Questa
di oggi (ieri per chi legge) non è stata una semplice e
pacifica manifestazione di disobbedienza civile ma anche una
manifestazione di sollecito perché questo luogo sia
effettivamente intitolato al 25 aprile. Una manifestazione
però fortemente rappresentativa dello “spirito civile e
repubblicano” dell’antifascismo salernitano, perché Salerno
ricordi la Liberazione e i suoi caduti, come tappa
fondamentale di un percorso che condusse alla Costituzione che
ancora oggi è a caposaldo della nostra Repubblica”, ha
dichiarato il presidente provinciale Ubaldo Baldi. Di fatti,
uno Uno dei compiti istituzionali dell’Anpi è lo stimolo alla
tutela e a rafforzare la “memoria storica” relativa al
contributo di uomini e di ideali dell’Antifascismo e del
Movimento Resistenziale nel suo complesso. “E’ però un vulnus,
per i tanti democratici e antifascisti salernitani, che non vi
sia nel nostro Capoluogo, aldilà di alcune strade e alcune
storiche lapidi, un luogo simbolico che racchiuda in sé la
memoria storica della partecipazione dei salernitani alla
Liberazione e il loro contributo in caduti”, ha poi aggiunto
il presidente Baldi che nel mese di dicembre 2020 ha
incontrato il sindaco Vincenzo Napoli proprio per chiedere di
dedicare un luogo al XXV aprile. Intanto, a Pisciotta, il
comitato ”Giuseppe(Peppo) Veneroso/Partigiano della Libertà”
ha consegnato la richiesta di intitolazione nelle mani di
Ettore Liguori, sindaco del Comune cilentano, dove Peppo
nacque nel 1921 e da dove partì, non ancora diciannovenne, per
arruolarsi nelle Fiamme Gialle. “Il suo impegno è testimoniato
dal riconoscimento ottenuto nel dopoguerra di Partigiano
Combattente, riconoscimento non facile da ottenere. Onore
quindi al Partigiano Combattente Giuseppe Veneroso, detto
Peppo”, ha dichiarato il presidente del comitato provinciale
Anpi Salerno, Ubaldo Baldi.
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