INTERVENTO DI COMMIATO - Carlo Riva Vercellotti Presidente della Provincia - 26 agosto 2019 - Provincia di Vercelli
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PROVINCIA DI VERCELLI Carlo Riva Vercellotti Presidente della Provincia INTERVENTO DI COMMIATO 26 agosto 2019
Cari Consiglieri della Provincia di Vercelli, cari Sindaci, la recente elezione in seno al Consiglio regionale del Piemonte e la prevista incompatibilità con il ruolo di Presidente della Provincia mi hanno portato ad anticipare la naturale scadenza del mio mandato, prevista tra un anno. Eccomi allora al momento formale del commiato, dei ringraziamenti e della sintesi del lavoro svolto in questi anni di amministrazione. Mi accompagnano, in questo momento, diversi sentimenti: la serenità che muove dalla certezza di aver svolto al meglio delle mie possibilità il mandato che, i cittadini prima e i sindaci poi, mi hanno affidato; la consapevolezza di lasciare un ente sano, che siamo riusciti a difendere quando era sotto attacco e piano piano, pazientemente, a curare, ridandogli la dignità di un’istituzione che ha dimostrato in questi anni il suo ruolo non sostituibile da alcun livello o tantomeno da società e agenzie che hanno finito in Italia per alimentare complicazioni e maggiori costi. Non solo: dopo anni di buio profondo, la nostra Provincia torna a programmare e a investire per garantire sicurezza e vivibilità al nostro territorio. Per questo ci tengo a rappresentarvi il mio profondo senso di gratitudine nei confronti di consiglieri e sindaci che, per puro senso di responsabilità e dedizione, hanno deciso in questi anni di indossare la casacca da volontari e di prestare la propria esperienza di amministratori al servizio della nostra provincia. A voi tutti chiedo di dare continuità al percorso avviato perché ancora tante sono le sfide che la Provincia ha davanti. A partire dal consolidamento dei rapporti nazionali con l’Associazione e col futuro Governo per ottenere ancora più risorse secondo quanto già promosso e concordato (riparto risorse dal 2021 secondo i criteri da me promossi in sede nazionale, ottenere la revisione del riparto dei fondi per la viabilità alla luce del passaggio di parte della rete viaria ad Anas, ottenere 5
nella prossima legge di stabilità nuove aperture assunzionali nelle figure tecniche a servizio delle funzioni fondamentali, essere parte attiva nell’ipotesi di transizione col Governo nella causa aperta sui cd. fondi “Scanzano”) fino agli aspetti organizzativi interni che scontano carenze gravi di personale qualificato. Una rinnovata capacità di assumere, cicli di formazione specialistica per il personale, pianificazione dei processi potranno essere leve importanti per consentire all’Ente di recuperare non solo l’autonomia finanziaria ma anche quella organizzativa. Voi avete risorse, esperienze, capacità per affrontare queste sfide e le nuove che verranno. Lascio a voi queste poche pagine a memoria del faticoso percorso promosso in questi anni. 6
La storia ………………………………………………………………………………. pag. 8 I risultati dell’area “strade” …………………………………………………….. pag. 16 I risultati nell’area “ambiente” ………………………………………………… pag. 18 I risultati nell’area “socio economico” …………………………………….. pag. 22 I risultati nell’area “scuole” ……………………………………………………. pag. 23 Il tempo delle sfide ……………………………………………………………….. pag. 25 Quale futuro? ………………………………………………………………………. pag. 26 7
La storia La storia del mio secondo mandato inizia nel solco del pionierismo. Vengo infatti eletto secondo le nuove regole contenute nella Legge Delrio, dai Sindaci e dai Consiglieri comunali della provincia di Vercelli. Accanto a me, un Consiglio provinciale composto da Sindaci e Consiglieri comunali e l’Assemblea dei Sindaci della provincia di Vercelli. Intorno a noi, un clima pesante che, illogicamente e in contrasto con i principi costituzionali della ragionevolezza e della corrispondenza tra funzioni e risorse, ha visto azzerati i trasferimenti e drenate verso l’Erario le poche risorse rimaste. Nel 2016, tra le province piemontesi, si registra uno squilibrio di quasi 35 milioni di euro. Ci salviamo solo noi e Cuneo grazie a una serie di fattori fondamentali: il bassissimo indebitamento, che responsabilmente in questi ultimi tre anni è sceso ancora del 15%, arrivando a poco più di 9 milioni, pochissimi dipendenti, fondi integrativi (compensazioni nucleare), un’attenta politica di recupero dei residui attivi e del controllo sulle spese non obbligatorie, una causa vinta contro la Regione relativa agli anni 2011, 2013 e 2014 che ha portato circa 4 milioni di euro sul triennio 2015-2017. Fig. 1 - Andamento debito per mutui 2009-2022 8
Debito al 31 dicembre 2018 Provincia di Alessandria € 140.969.020,89 Provincia di Asti € 30.761.471,43 Provincia di Biella € 46.020.410,50 Provincia di Cuneo € 135.341.308,33 Provincia di Novara € 82.717.926,71 Provincia di Verbania € 60.183.233,07 Provincia di Vercelli € 9.516.566,95 Fig. 2 – Confronto debito per mutui tra le Province piemontesi Tuttavia, oltre ad essere l’anno del passaggio al sistema di elezione indiretta, il 2016 fu soprattutto l’anno del referendum di dicembre tra i cui scopi vi era quello di eliminare la parola “Province” dalla Costituzione, cambiandole nome in “Enti di Area Vasta”. Il 4 dicembre, il 60% degli italiani votarono contro alla riforma. L’attesa che l’esito referendario portasse in tempi brevi ad una nuova legge per il superamento della Delrio si è tuttavia protratta fino ad oggi. La Legge 56/2014 nasceva, è bene ricordarlo, per gestire la fase transitoria in attesa della decostituzionalizzazione delle Province, invece non solo a distanza di cinque anni la norma non è cambiata ma è stata applicata alla lettera da molte Regioni (tra cui il Piemonte) che, anticipando l’esito referendario, si sono riempiti di funzioni amministrative, ingolfando l’attività legislativa e programmatoria, svuotando di competenze le Province e riassorbendo il personale con un aumento dei costi che l’Unione delle Province d’Italia ha stimato in almeno 36 milioni l’anno esclusivamente per il salario accessorio. Non solo. Il grave fu, nel 2017, che nessun intervento finanziario accompagnó l’esito non confermativo del referendum. Ci trovammo a inizio 2017 (novant’anni dall’istituzione della nostra Provincia), senza le risorse necessarie per approvare il bilancio 2017 e, soprattutto, per garantire la continuità dei servizi essenziali come la manutenzione delle scuole e le strade. 9
Fig. 3 – Incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella La situazione non era più sostenibile, i tragici fatti di Rigopiano, la chiusura di scuole e strade in tutta Italia per mancanza di risorse fecero il giro del Paese. Le difficoltà amministrative e finanziarie in cui si trovarono le Province con conseguenze pesantissime sugli amministratori, sui dirigenti e sui funzionari responsabili, dal punto di vista della responsabilità amministrativa, erariale, civile e penale portò tutte le Province italiane a percorrere la “linea dura”: un esposto cautelativo venne inviato alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, alla Sezione regionale della Corte dei Conti, evidenziando la grave situazione finanziaria e di difficoltà nella gestione dei servizi in cui versavano le Province. A maggio 2017 con l’UPI organizzammo una grande manifestazione, a Roma, per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sull’insostenibile situazione di emergenza che si era creata e che metteva a rischio la sicurezza dei cittadini a cui parteciparono anche molti Sindaci della nostra provincia e ancora, a giugno, per senso di coerenza ai tanti ricorsi contro il Ministero dell’Interno, decisi di compiere un gesto significativo ma di grande impatto e risonanza: con profondo rammarico non feci presenziare la Provincia alle celebrazioni del 2 giugno. Dall’estate successiva iniziarono ad arrivare i primi risultati, dopo aver incontrato tutte le più alte cariche dello Stato in veste di Vice presidente dell’Upi. Proprio dal Ministero dell’Interno le Province ottennero un contributo pari a 180 milioni di euro, per l'esercizio delle funzioni fondamentali, per gli 10
anni 2017 e 2018 e pari a 80 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019 (decreto Ministero dell’Interno del 14 luglio 2017). Nel 2017 ci salvammo, a settembre, grazie al riparto di un ulteriore contributo del Ministero dell’Interno pari a 72 milioni di euro che ci portò 1,7 milioni. Dovemmo, in quel caso, rinviare l’approvazione del bilancio da fine luglio a settembre: una mossa coraggiosa nata dalla conoscenza in anteprima delle intenzioni del governo. Non basta ancora. Dal 2017 portai la questione Province anche al Consiglio d’Europa. Dopo le audizioni, i dossier preparati in primavera e le commissioni preliminari dell’estate, in autunno la sessione plenaria del Congresso dei poteri locali del Consiglio d’Europa (organo che raccoglie la rappresentanza di più di 400.000 Comuni, Province e Regioni dell’Europa allargata dall’Islanda fino alla Russia, passando dalla Turchia e dalle repubbliche Caucasiche) arrivó a discutere il testo di Raccomandazione all’Italia. Fig. 4 – 18 ottobre 2017, intervento presso il Palazzo d'Europa a Strasburgo prima della votazione sulla raccomandazione "Local and regional democracy in Italy" Nonostante fossi diventato papà per la seconda volta da pochi giorni, il 18 ottobre 2017 volli partecipare e intervenire al dibattito in sede plenaria. Quel giorno venne votata la Raccomandazione n. CG33(2017) con cui il Governo italiano venne richiamato, nel rispetto della Carta Europea delle autonomie locali che il nostro Paese ha sottoscritto e ratificato, a riconsiderare i criteri per il calcolo dei tagli al bilancio e a revocare le 11
restrizioni finanziarie imposte agli enti locali, per garantire loro risorse sufficienti, proporzionate alle loro responsabilità. Venne inoltre raccomandato di chiarire le competenze delle province introducendo nuovamente l’elezione diretta dei loro organi di governo, prevedendo una retribuzione appropriata dei loro amministratori e riesaminando le attuali restrizioni imposte in materia di risorse umane a livello locale. L’eco mediatica nazionale costrinse il governo a intervenire nuovamente sul fronte finanziario in fase di approvazione della legge di stabilità. Il 2018 è stato l’anno delle elezioni politiche, della formazione di un nuovo Governo ma anche del tragico crollo del ponte Morandi a Genova. La politica è tornata a guardare con attenzione alla gestione della rete viaria nazionale. È stato un mese di settembre decisivo per noi. Prima otteniamo il via libera dal Ministero dell’Ambiente per un utilizzo dei fondi “Scanzano” libero sulle funzioni assegnateci dallo Stato, poi in audizione ai vertici del Governo spiego che la via di uscita per salvare le Province e far ripartire la crescita è investire sulle piccole opere, sulle manutenzioni, sulla sicurezza. A Palazzo Chigi otteniamo il via libera per un fondo di 250 milioni per la sicurezza di strade e scuole. Fig. 5 – Incontro istituzionale alla presenza, tra gli altri, del Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani 12
Il sistema di riparto di questi fondi, scritto in legge di stabilità nel successivo mese di ottobre è frutto del lavoro fatto in UPI. Vercelli esce benissimo, terza Provincia in Italia in rapporto agli abitanti. Teniamo duro fino a Natale, fino all’approvazione definitiva della Legge di bilancio per il 2019, fino alla “bollinatura” del Mef. È fatta! Per la nostra Provincia arrivano 4,2 milioni aggiuntivi dal 2019 al 2033. La Provincia è salva, gli equilibri finanziari sono ristabiliti, possiamo tornare a programmare e investire. La notizia ufficiale arriva solo qualche mese dopo ma noi anticipiamo i tempi e a febbraio ci presentiamo, tra le prime Province in Italia, con un bilancio pluriennale. Non solo. A febbraio porto a casa un altro risultato fondamentale: in sede di riparto di un ulteriore fondo (180 milioni) dal 2021, faccio passare la linea, in direttivo Upi e in Conferenza Stato Città, di un metodo di riparto nuovamente molto equilibrato e che ci favorisce ancora con un altro milione aggiuntivo (dal 2021, per sempre) oltre ai 4,2. Fig. 6 – Intervento in occasione dell’assemblea congressuale UPI La Provincia torna ai livelli pre-crisi. Non si possono sprecare risorse, ma si può programmare una buona gestione ordinaria e straordinaria puntando anche a qualche limitato ma strategico investimento. L’aria in primavera è decisamente positiva su tutti i fronti. Raccogliamo anche l’endorsement di Sua Santità Papa Francesco che, in udienza, il 27 13
aprile scorso dice che le Province sono “un elemento di raccordo e di stimolo per una più incisiva azione a favore dei bisogni più avvertiti dalle comunità locali”. Fig. 7 – 27 aprile 2019, le Province incontrano Sua Santità Papa Francesco Restano due nodi: quello del personale, perché le possibilità di assumere sono ancora limitate e ci sono gravi carenze di personale e quello istituzionale, per il superamento della Delrio: dopo essere arrivati ad un passo dal ritorno all’elezione diretta, al ritorno delle giunte, al potenziamento delle funzioni, il clima elettorale di maggio e la crisi di Governo di queste ultime settimane hanno stoppato l’iter del cd. “Tavolo Candiani”. Senza ipocrisia: difficilmente, vista l’aria di queste settimane, qualcosa nel medio periodo potrà cambiare. Sarà essenziale, ora, continuare a presidiare i tavoli nazionali per non disperdere il patrimonio di rapporti e le basi costruite con grande fatica in questi anni. Occorrerà non solo consolidare il ruolo e le attribuzioni delle Province, ma ampliarle per valorizzare la capacità che hanno come enti di semplificazione. 14
Fig. 8 – Incontro istituzionale alla presenza, tra gli altri, del Premier Giuseppe Conte Riprendere velocemente un ruolo nel direttivo nazionale per evitare di finire nuovamente isolati e, lì, battersi per ottenere ruolo e risorse. Si parte da prospettive ben diverse da quelle drammatiche del 2016 e tutto sarà più semplice ma sarà fondamentale non gioire sugli allori ma promuovere iniziative di visione futura per ridurre ancora la spesa improduttiva e favorire la propensione agli investimenti. Con una rinnovata stabilità finanziaria si potrà dunque fare molto e bene ed è questo il mio auspicio per il futuro. 15
I risultati dell’area “strade” L’obiettivo prioritario in questi anni terribili è stato prima di tutto garantire un livello minimo di servizi manutentivi. Fatto non per nulla scontato perché nel 2017 e 2018, a inizio anno, non avevamo le risorse per garantire i servizi invernali, lo sfascio dell’erba, tantomeno investimenti su bitumature e gestione delle urgenze. Fig. 9 - Lavori di asfaltatura e di rinnovamento della segnaletica orizzontale sulla SP119 che dall’incrocio di Pertengo porta a Rive Gli anni di Rigopiano, quando le Province non avevano i soldi per riparare mezzi, per togliere la neve dalle strade, non sono distanti nella memoria. Tuttavia, abbiamo provato a inventare iniziative a costo zero: non solo cercando finanziamenti (tra questi cito solo il ponte sul Po a Trino finanziato nel 2018 e i cui lavori sono ormai prossimi e il Viadotto di Varallo che riceverà un finanziamento per un restiling completo nel 2021-22); ma anche le iniziative innovative come l’aver definito in Consiglio provinciale le Linee guida per il corretto inserimento paesaggistico e ambientale delle strade. Visto che la Provincia oggi ha tra le due funzioni fondamentali ambiente e strade, sarebbe assurdo non farle dialogare. Ecco perché le linee guida con effetti obbligatori per chi gestisce le strade definiscono modalità realizzative e manutentive rispettose del paesaggio (a titolo esemplificativo, opere di ingegneria naturalistica, uso 16
colori ed essenze coerenti col paesaggio e l’identità del territorio, recupero opere e manufatti stradali). Infine abbiamo chiesto agli uffici una diversa pianificazione basata su indicazioni standardizzate e non più su una gestione estemporanea. Non può essere più il Presidente o il Consigliere che detta i tempi del taglio erba, degli affidamenti per la neve, o per la realizzazione di bitumature o segnaletica ma tutto deve essere pianificato secondo standard e cadenze temporali che vanno verificate e controllate da una diversa e migliore gestione. C’è ancora molto da fare ma siamo partiti e le prospettive sono buone. Se oggi in tanti dicono che abbiamo le strade migliori tra quelle gestite dalle Province nel nord ovest dell’Italia è, credo, solo frutto di un’attenta, quasi maniacale, attenzione che abbiamo avuto come amministrazione nonostante la scarsità di risorse e una dimensione organizzativa più simile a quella di un comune medio piccolo che di una Provincia. Infine, abbiamo mantenuto coerenza con le politiche nazionali dell’Associazione, con la nostra tradizione e con i principi più basilari di buon senso non avendo regalato ad Anas il nostro patrimonio di strade. Lo abbiamo fatto condividendo la proposta col Consiglio provinciale e con i sindaci interessati, abbiamo capito che perdere la gestione diretta avrebbe voluto dire non solo perdere autonomia, ma allontanare i servizi dai cittadini e aumentare le tasse (ad esempio la tassa sui passi carrai). Dei 150 chilometri richiesti ne abbiamo ceduti una quindicina: il tratto a confine con Pavia e il tratto a confine con Novara (SP11 e SP299). Questo solo perché abbiamo ceduto le nostre strade solo a condizione che su quelle tratte saranno realizzati interventi strategici per il nostro territorio quali, a titolo esemplificativo, l’allargamento della Vercelli - Novara. 17
I risultati nell’area “ambiente” Di un più stretto legame tra infrastrutture stradali e ambiente ho già parlato ma quello della centralità dell’ambiente e del paesaggio quale dovere di tutela delle istituzioni costituenti la Repubblica è un punto centrale di questi anni. Ce lo ricorda non solo la nostra Costituzione ma anche la nostra coscienza se vogliamo trasmettere a chi verrà dopo di noi un ambiente meglio conservato e tutelato e, visto che nutro una certa idiosincrasia verso le parole vuote e le prese di posizione ideologiche, credo sia più importante costruire con gli esempi e con i fatti la propria attenzione e coscienza ambientale. Certo non è stato semplice, un po’ per le gravi carenze di personale qualificato e un po’ anche per alcune forme di resistenza interne, ma pensare che, prima Provincia in Italia, abbiamo iniziato un percorso di prevenzione e repressione di quell’odioso malcostume di devastare i bordi strada e le piazzole di sosta, scambiate per discariche e non per luoghi di sosta in sicurezza, non può che renderci orgogliosi. Fig. 10 – Intervento di recupero della piazzola di sosta lungo la SP1 Su una dozzina di situazioni indecenti siamo intervenuti. Abbiamo realizzato diversi interventi di recupero e valorizzazione nell’ottica di una riqualificazione ambientale e naturalistica: abbiamo tagliato moltissime piante 18
invasive e pericolose dietro relazione di agronomi accreditati e abbiamo messo a dimora circa settecento piante arboree e arbustive autoctone secondo criteri di identità territoriale, abbiamo collocato una segnaletica innovativa e posizioneremo presto nuovi porta rifiuti differenziati. Non solo: abbiamo previsto, finanziato e deliberato l’acquisto di videocamere per il controllo delle aree. La centralità delle politiche ambientali, paesaggistiche ed energetiche è diventato il filo conduttore dunque per le strade (ricordo anche che abbiamo già dato come indicazione di Consiglio l’utilizzo di più di un milione di euro per convertire tutta l’illuminazione stradale con luci a led) così come per l’edilizia scolastica: investire su vetri sicuri ad alto efficientamento energetico, su nuovi laboratori e su un nuovo istituto a impatto ambientale zero sono state le nostre nuove sfide, insieme a quelle di aver dato continuità al programma per la sostituzione di tutte le luci di tutti gli istituti superiori con apparecchi a led e aver migliorato le prestazioni energetiche di molti edifici. Abbiamo poi garantito il pieno e concreto sostegno ai Comuni che hanno promosso una campagna per chiedere alla Regione di tutelare la falda acquifera nell’area di Valledora e in tutte quelle situazioni analoghe vietando cave o discariche proprio dove si trovano aree di ricarica di falda a tutela delle acque destinate al consumo umano. In merito all’area fragile che fa capo alla Valmastallone, abbiamo operato per estendere il sistema di tutele previste dal PTA per l’Alta Valsesia anche a questa porzione di territorio in accordo con Unione Montana e Regione. L’impegno, più in generale, è stato quello di difendere il territorio provinciale da un uso improprio e dannoso delle risorse presenti e di tutelare la salute dei cittadini attraverso il controllo costante della qualità dell’aria, delle acque, delle falde acquifere e delle azioni di bonifica su siti risultati a rischio inquinamento ambientale. Inoltre, vista la numerosità dei procedimenti e la carenza di personale, sono state adottate iniziative per semplificare i procedimenti autorizzativi. 19
Tra il 2016 e il 2017 abbiamo gestito i procedimenti relativi alla presentazione di 4 istanze per nuove discariche (3 per rifiuti non pericolosi e 1 per rifiuti inerti), che hanno necessitato di complessi approfondimenti relativi ai temi della tutela della falda sotterranea (Valledora in primis ed in generale aree di ricarica dell’acquifero profondo). I procedimenti si sono tutti chiusi con dinieghi e per alcuni di essi sono in corso procedimenti di giustizia amministrativa a seguito del ricorso presentato dai proponenti, che vedono ancora gli uffici impegnati nella redazione di pareri e memorie a supporto dell’avvocatura. Su 5 impianti di discarica attivi sul territorio provinciale, uno è entrato in post-gestione; ne restano 3 (discariche per inerti) in attività e un altro sito, costituito da discariche esaurite e da un intervento di messa in sicurezza permanente, per il quale è in corso il completamento finalizzato alla chiusura. Un altro “fronte caldo” cui abbiamo dedicato parecchie energie è stato quello relativo all’inquinamento atmosferico. Abbiamo collaborato attivamente ai lavori dei tavoli tecnici regionali per la redazione del nuovo “Piano regionale di qualità dell’aria” e per l’attuazione delle azioni previste dall’Accordo di bacino padano siamo riusciti a ottenere un successo importantissimo: la nostra proposta di divieto assoluto di bruciare le stoppie del riso è infatti stata accolta dal Consiglio regionale, seppur dopo due anni di lettere e richieste e solo dopo una procedura d’infrazione europea. È incredibile quanta fatica, in completa solitudine, abbiamo dovuto fare perché passasse il concetto che la salute delle persone deve avere la precedenza su tutto. Abbiamo poi promosso interventi finalizzati alla salvaguardia della biodiversità del territorio e delle sue peculiarità naturali tramite progetti di riqualificazione ambientale all’interno delle aree di pregio naturalistico ed aree strategiche e sempre nell’ottica di rafforzare il legame tra territorio, moderna risicoltura e biodiversità. Un grande lavoro è stato fatto e quest’anno, vista la situazione finanziaria finalmente favorevole, abbiamo investito anche per riqualificare energeticamente il Palazzo della Provincia e abbiamo iniziato l’acquisto di 20
auto elettriche, molto più performanti ed ecologiche. Tutte iniziative che, oltre ad aiutare l’ambiente, consentiranno di ridurre in prospettiva le spese correnti che gravano sull’ente, liberando risorse per gli investimenti. Infine, dal 2019, è iniziato un primo segnale di attenzione anche alle tasse e siamo riusciti a ridurre del 50% l’IPT per chi acquista auto elettriche. 21
I risultati nell’area “socio economico” Le competenze residue sono legate al campo dell’istruzione, delle pari opportunità e dell’antidiscriminazione. La programmazione e gestione dei servizi scolastici nelle scuole secondarie di II grado ha coinvolto, ogni anno, più di 7.500 studenti. Con i Piani di dimensionamento della rete scolastica abbiamo salvaguardato le autonomie scolastiche del territorio e mantenuto tutti i punti di erogazione del servizio delle scuole di ogni ordine e grado. Grazie al lavoro della Consigliera di Parità, con il supporto attivo degli uffici provinciali, abbiamo lavorato sul tema delle pari opportunità e dell’antidiscriminazione e abbiamo istituito il Nodo provinciale di Vercelli che fa parte della Rete regionale contro le discriminazioni del Piemonte. Il Nodo ha costituito la propria Rete territoriale con soggetti pubblici e privati interessati al tema della prevenzione e del contrasto delle discriminazioni, ha individuato i Punti informativi distribuiti sul territorio vercellese e valsesiano ed ha approvato, e in parte realizzato, il Programma operativo. Sempre in tema di pari opportunità, abbiamo partecipato a un bando promosso dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza Consiglio dei Ministri e, con il progetto www.Respect.us, ci siamo classificati all’11° posto in graduatoria nazionale. Infine abbiamo ottenuto un importante risultato strappando alla Regione, da quest’anno, un finanziamento per sostenere alcune spese per la promozione turistica e sportiva del territorio. 22
I risultati nell’area “scuole” Molto di quanto già detto per le strade vale anche per le scuole: la priorità è stata, in questi anni orribili, di garantire il diritto allo studio alle migliaia di studenti vercellesi a valsesiani. Fatto non certo scontato mentre tanti, troppi studenti di tutta Italia restavano a casa senza aule riscaldate o addirittura senza aule e scuole dove poter fare lezione. La precedenza sugli investimenti è stata data alla sicurezza e questo lo abbiamo spiegato ai presidi e alla Consulta degli studenti durante i diversi incontri promossi. In un momento di difficoltà finanziaria, le poche risorse le abbiamo volute mettere sulla sicurezza degli edifici, in particolare per ottenere i certificati di prevenzione incendi, per le verifiche dei solai e dei controsoffitti, per la rimozione dell’amianto residuo e per sostituire i vetri insicuri con vetri che, oltre a essere sicuri, consentano anche un risparmio energetico. Solo da quest’anno, recuperata una stabilità finanziaria e conclusi gli interventi urgenti per la sicurezza, abbiamo avviato una massiccia campagna di investimenti per il recupero delle aule con la loro tinteggiatura, insieme al recupero di corridoi, spazi comuni, laboratori, palestre e servizi igienici. Abbiamo poi avviato un programma per la sostituzione di tutte le luci con apparecchi a led e migliorato le prestazioni energetiche di molti edifici. Abbiamo tentato di recuperare quante più risorse possibile sia dallo Stato che dalla Regione e abbiamo difeso le nostre ragioni quando altri tentavano di scavalcarci. Così facendo siamo riusciti a mantenere il secondo posto nella graduatoria relativa al Bando MIUR “Scuole Innovative” che, attivato nel 2015, vede la Provincia di Vercelli quale capofila, congiuntamente con il Comune di Vercelli, in un progetto che consentirà di realizzare una nuova scuola nel capoluogo. Una scuola innovativa, poco visibile all’esterno, a impatto zero, che valorizzerà l’area esterna dell’ex caserma Garrone e consentirà di mettere a disposizione della città anche un parco urbano per famiglie, bambini e anziani. Un edificio all’avanguardia in termini di design scolastico, luminoso, tecnologico e immerso nel verde. 23
Tante, tantissime le riunioni a Torino e a Roma, al Ministero, per portare a casa un risultato storico: mai prima d’ora era stato ottenuto un tale finanziamento per l’edilizia scolastica vercellese. Un intervento che inoltre consentirà di migliorare la sicurezza di centinaia di pendolari che oggi si trovano a prendere i bus in condizioni precarie in corso Italia a Vercelli e che consentirà alla Provincia di risparmiare una cifra intorno ai 250.000 euro all’anno tra minori costi per gli affitti e risparmio energetico. Siamo riusciti poi ad avviare la demolizione della porzione del Liceo scientifico di Vercelli danneggiata dal terremoto avvenuto in Emilia Romagna nel 2012 e questo solo grazie all’azione svolta prima a Roma per ottenere le risorse sul piano triennale dell’edilizia scolastica 2018-2020, poi a Torino a lottare per avere una riserva per le Province, e per noi in particolare, “litigando” con l’Amministrazione e i funzionari regionali per settimane, fino a ottenere l’inserimento nel Piano regionale di due interventi: uno a Vercelli per riqualificare l’area del liceo scientifico e realizzare uno spazio per 5 lavoratori a impatto ambientale zero; l’altro a Borgosesia per far ripartire un vecchio cantiere interrottosi nel 2010 per il fallimento delle ditte e bloccato prima dal patto di stabilità e poi dalle sofferenze finanziarie delle Province. Anche in questo caso sorgerà uno spazio laboratori a impatto zero. Fig. 11 – Rendering dei nuovi laboratori che nasceranno al liceo scientifico di Vercelli 24
Il tempo delle sfide La stagione di riforme della passata legislatura richiede oggi una profonda rivisitazione dell’impianto normativo, dichiaratamente transitorio, affermato dalla legge 56/2014, una volta venuta meno, con la bocciatura referendaria del 4 dicembre 2016, la prospettiva della riforma costituzionale. È necessario intervenire, l’ho sempre sostenuto in questi anni a livello nazionale, con scelte legislative chiare e coerenti, sul piano istituzionale, organizzativo e finanziario, per tornare a garantire la piena funzionalità degli enti e riportando l’ordinamento delle Province nell’ambito del TUEL. Occorre dare attuazione alla Costituzione e rimettere al centro del dibattito politico i principi di autonomia e responsabilità che riconoscono le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica. Le Province devono essere messe nelle condizioni di erogare servizi di qualità, potendo contare su funzioni fondamentali ampliate e ben definite, organi politici pienamente riconosciuti attraverso una legittimazione democratica popolare. E ancora: un’autonomia finanziaria che assicuri le risorse necessarie per l’esercizio delle funzioni, dando finalmente attuazione alla legge delega sul federalismo fiscale, rimasta inattuata, e un’organizzazione dell’ente e del personale che permetta una migliore e piena funzionalità. Ritengo inoltre fondamentale rafforzare i rapporti con le istituzioni statali e regionali per portare al centro del dibattito politico uno sviluppo territoriale equilibrato tra le aree interne, le zone rurali e le aree più fortemente urbanizzate. Infine, se s’intenderà realmente semplificare il sistema, sarà necessario guardare al superamento di enti, agenzie, organismi che esercitano impropriamente funzioni attribuite alle Province, destinando i consistenti risparmi generati al miglioramento dei livelli di prestazione dei servizi forniti ai cittadini nei diversi territori del Paese. Le Province possono e devono continuare la propria azione di sensibilizzazione su questi temi di grande portata per il futuro e per il bene del nostro territorio e del nostro Paese. 25
Quale futuro? La Provincia di Vercelli è sana e salva. Certo, ancora risente del trauma vissuto in questi anni e la debolezza, istituzionale e organizzativa, non aiuta, ma la tempesta è passata e il momento è decisivo. Le Province che sapranno ricostruire, dalle macerie di questi anni, meglio e con oculatezza, saranno quelle che potranno gestire efficacemente servizi e funzioni e fare la differenza nella competizione tra territori. Per questo il lascito che diamo alle future amministrazioni è di un ente con un bassissimo debito, con una cassa ricca, con i conti in regola, con iniziative in cantiere finalizzate a ridurre ancor più la spesa improduttiva (utenze, spese di gestione, parco auto sono solo alcuni esempi), immaginando politiche coraggiose per promuovere nuove iniziative che generino economie e flessibilità. Contestualmente dovranno essere valutate le collaborazioni con gli enti territoriali locali, in particolare col Comune di Vercelli. Mettere a sistema uffici che svolgono stesse funzioni e compiti potrebbe creare economie di scala e migliorare la qualità dei servizi erogati. Infine, lo spazio aperto all’interno delle Province piemontesi e dell’Unione delle Province d’Italia deve continuare a essere presidiato se vogliamo contare. Troppo importante avere un contatto settimanale con gli esponenti del Governo nazionale e regionale. Sarà importante continuare ad avere le informazioni prima di tutti, poter influenzare le scelte nazionali, tenere i rapporti non solo con gli esponenti del futuro Governo ma anche con i direttori dei ministeri. Solo così si riuscirà a tenere la nostra Provincia, una delle più piccole di tutta Italia, viva e attiva nel panorama nazionale. Io, con tanto impegno, ho guadagnato questo spazio fondamentale e, se siamo riusciti a fare più e meglio di tante altre Province, è anche grazie al 26
lavoro svolto dalle mie due ultime consiliature e dal rapporto, ottimo, avuto con Sindaci, amministratori, presidi e categorie del territorio. Un grazie ritengo giusto e doveroso rivolgerlo a loro e a tutto il personale che ha creduto nel mio progetto per l’aiuto, il supporto, la condivisione, lo scambio dialettico, il franco rapporto che si è instaurato. L’invito è, senza retorica, a continuare a lottare per non farci rubare il nostro futuro, a difendere la nostra terra, i nostri comuni, le nostre comunità con orgoglio, costanza, determinazione. La lunga marcia di riaffermazione dell’impegno a rappresentare gli interessi territoriali non coperti dalla Regione o dalle ambizioni metropolitane ha ripreso con favore il suo cammino ma dovrà proseguire con costanza e decisione per ridare speranza alla nostra terra vercellese e valsesiana e per mantenere un livello intermedio a tutela degli interessi di prossimità. Abbiamo difeso con onore, equilibrio e responsabilità i valori e l’identità di questa terra. Abbiamo ridato dignità alla nostra Provincia ma ora è tempo di continuare in questo percorso per rilanciare il valore delle autonomie locali e per promuoverne un modello innovativo e centrato su di un’autonomia matura, “un’autonomia responsabile”. Con questo auspicio, auguro alla nostra Provincia il miglior avvio di una nuova stagione! Vercelli, 26 agosto 2019 (Carlo Riva Vercellotti) 27
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