IL DISORDINE CRESCENTE: L'ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI - Ipsos

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IL DISORDINE CRESCENTE: L'ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI - Ipsos
IL DISORDINE
CRESCENTE:
L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP
E TURBOLENZE INTERNAZIONALI
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IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

          IL DISORDINE
          CRESCENTE:
          L’ITALIA TRA CRISI
          DELLA LEADERSHIP
          E TURBOLENZE
          INTERNAZIONALI

      Dopo le elezioni amministrative
e il Brexit un aggiornamento del clima
politico, economico e social del Paese.

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     Luca Comodo

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          UN DISASTRO
          ANNUNCIATO

      Il voto delle amministrative, per                                                         Già con la crisi post elezioni
quanto, come vedremo, non estendibile                                                     regionali il tema era decisamente chiaro:
automaticamente ai comportamenti                                                          il rapporto con il territorio da un lato, la
dell’insieme degli elettori, è stato                                                      relazione con i ceti deboli dall’altro.
comunque, dal punto di vista delle sue
conseguenze politiche, un tornante                                                              Il rapporto con il territorio: la
rilevante, che ha riguardato innanzitutto                                                 rottamazione che ha convinto molti
il PD e il progetto renziano.                                                             degli italiani, un cambiamento radicale
                                                                                          di un sistema percepito come oramai
      Le difficoltà del Presidente del                                                    degenerato, non sembra ripercuotersi
Consiglio sono diventate sempre più                                                       sulle realtà regionali. Il distacco del
evidenti. La valutazione che se ne dà                                                     partito dai territori è sempre più
da parte degli elettori raggiunge i punti                                                 evidente. Un primo segnale si era avuto
più bassi nel luglio 2015, partendo dal                                                   nell’autunno 2014 con le elezioni in Emilia
livello elevatissimo delle europee. E, al                                                 Romagna dopo le dimissioni di Vasco
di là di qualche sbalzo, non riesce più a                                                 Errani rinviato a giudizio (e dopo circa
riprendersi.                                                                              due anni completamente assolto).

TABELLA 1.
LA VALUTAZIONE DELL’OPERATO DEL
GOVERNO E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

                                                                                                                                          Premier   Governo
                                                   70

                                                   60

                                                                                                                                                           50

                                                                                                                                                           40

                                                                                                                                                           30

                                                                                                                                                              0
   mar apr mag giu                lug    set     ott    nov dic gen feb mar apr mag giu                lug   set   ott   nov dic gen feb mar apr mag giu
   2014                                                                2015                                                      2016

                                                                                          4
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      Una partecipazione ai minimi storici,             Bene in Campania e Puglia, ma si
frutto della delusione e dello scarso              tratta di due “repubbliche autonome”,
investimento sull’istituzione regione.             dove contano esclusivamente o quasi i
                                                   due leader locali, De Luca ed Emiliano.
      La tornata del 2015 conferma le
difficoltà, sia in termini di partecipazione              La relazione con i ceti deboli: la
(complessivamente si reca alle urne                crisi di consenso di Renzi, pur trasversale
meno del 50% degli elettori richiamati             per le dimensioni in cui si esplicita,
al voto), sia in termini di risultati. Se          colpisce di più i ceti che sono esposti alle
da un lato infatti il PD conferma la               difficoltà economiche. Se infatti il calo è
propria prevalenza in cinque delle sette           di circa 35 punti mediamente tra operai e
regioni coinvolte, lo fa però con evidenti         disoccupati raggiunge e supera i 40 punti,
difficoltà soprattutto nelle regioni               come avviene anche nel Sud del paese. E
“rosse”, dove i candidati perdono oltre            superiore alla media è il calo del consenso
10 punti rispetto alle elezioni precedenti.        tra le casalinghe, che spesso gestiscono
E ottiene una secca sconfitta in Liguria,          il bilancio quotidiano delle famiglie. È un
a causa delle divisioni e della cattiva            gap che non si recupererà. Le elezioni
gestione del percorso delle primarie e dei         comunali sembrano certificare che non
rapporti interni al PD, nonché un risultato        si tratta di una défaillance momentanea
imbarazzante in Veneto, dove la candidata          ma di una vera e propria frattura la cui
avrebbe dovuto essere una delle punte del          ricomposizione richiede probabilmente
nuovo corso renziano.                              una profonda revisione strategica.

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     Se compariamo la popolarità di                                                            Questi i dati a poco prima delle
Renzi con i governi italiani più recenti,                                                 elezioni amministrative.
è evidente come le performances
del Presidente del Consiglio siano
preoccupanti:

  Romano Prodi                                                                       Silvio Berlusconi
  17 mag 2006 - 8 mag 2008                                                           8 mag 2008 - 16 nov 2011

  55                                                                                 57

                                                                                 36

                          2007                                          2008                                2009                                    2010              2011

                                                                                          Images licensed under Creative Commons CC BY 2.0 Generic. (ht tps://
                                                                                          creativecommons.org/licenses/by/2.0/). Edited from originals.
                                                                                          Credits—Photos (in order of use):
                                                                                          1) “Photo L2007021412380” by Public.Resource.Org
                                                                                             Source: ht tps://f lic.kr/p/Hq64WL
                                                                                          2) “#Ser vizioPubblico stasera farà il record della Social T V” by paz.ca
                                                                                             Source: ht tps://f lic.kr/p/dKkHGX

                                                                                          6
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 Mario Monti                 Enrico Letta            Matteo Renzi
 16 nov 2011 - 28 apr 2013   28apr 13 - 22feb 14     22 feb 2014

 76

                                     67
                                                     62

                                                    47

                                                                                                                                          38

27                                  25

      2012                   2013                  2014                              2015                                      2016

                                                              3)” Mario Monti, President of Università Bocconi and Praesidium
                                                                 Member of Friends of Europe” by Friends of Europe
                                                                 Source: ht tps://f lic.kr/p/avQTEu
                                                              4) “Visita Of icial del señor Enrico Let ta, Presidente del Consejo
                                                                 de Ministros de la República Italiana: Ceremonia Of icial de
                                                                 Bienvenida.” by Presidencia de la República Mexicana
                                                                 Source: ht tps://f lic.kr/p/jbENWZ
                                                              5) “Mat teo Renzi a San Giobbe” by Università Ca’ Foscari Venezia
                                                                 Source: ht tps://f lic.kr/p/zYC4pP

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          LE AMMINISTRATIVE:
          IL RIFIUTO DEL SISTEMA

      Come abbiamo più volte detto,                                                            • La scarsa omogeneità. In diversi
l’analisi del voto delle amministrative è                                                 comuni il MoVimento 5stelle non si è
particolarmente complesso per diverse                                                     presentato, in altri mancano coalizioni o
ragioni:                                                                                  partiti (emblematico il caso di Salerno).
                                                                                          La lettura sul totale quindi non è del tutto
      • La difficile comparabilità dei dati.                                              corretta;
Se infatti si scegliesse di comparare
i risultati alle precedenti tornate                                                             • L’elevato astensionismo:
amministrative, ci si troverebbe di fronte                                                con l’eccezione di Roma, che vede
ad un impetuoso incremento dei 5stelle.                                                   crescere la partecipazione rispetto alle
Dato assolutamente vero, beninteso,                                                       amministrative precedenti, in tutte le
ma superato, poiché nel frattempo ci                                                      principali città essa cala vistosamente.
sono state le elezioni politiche che
hanno sancito la rilevante presenza di                                                    LA PARTECIPAZIONE AL VOTO NELLE
questa formazione nell’arena politica.                                                    PRINCIPALI CITTÀ
Se si scegliesse di compararli con le
Europee 2014 si produrrebbe anche qui                                                          ROMA                   4,4%
                                                                                                                                57,2%
una distorsione: sono state il momento,                                                                                       52,8%
presumibilmente irripetibile, del più
elevato consenso recente al PD. In questo                                                      MILANO             -13,0%
                                                                                                                               54,7%
caso troveremmo un crollo di questo                                                                                                    67,6%
partito, dato vero anch’esso ma di dubbia
utilità interpretativa;                                                                         NAPOLI                -6,2%
                                                                                                                               54,1%
                                                                                                                                  60,3%
      • La difficoltà nell’identificare
precisamente le coalizioni. In molti comuni                                                     TORINO                 -9,4%
                                                                                                                                 57,2%
si registra una diffusa presenza di liste                                                                                            66,5%
civiche, non sempre chiaramente collegabili
ad una o all’altra coalizione. Elemento che                                                    BOLOGNA                 -11,8%
                                                                                                                                  59,7%
rende ulteriormente complessa e aleatoria                                                                                              71,4%
la comparazione dei dati;
                                                                                                 2016    precedenti      delta

      • La difficoltà nel dare un peso
effettivo ai principali partiti. Come per le                                                   Il che induce ulteriormente a
coalizioni, la comparazione dei principali                                                considerare i dati con un certo distacco.
partiti manifesta margini di ambiguità.
Per quanto chiaramente identificabili, in                                                      Detto per inciso, i sindaci delle
molti casi si registra la presenza di liste                                               grandi città sono stati tutti eletti da meno
del sindaco che drenano voti di questi                                                    di un terzo degli elettori:
stessi partiti. Anche qui comparazione
discutibile;

                                                                                          8
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

% VOTI OTTENUTI DAL SINDACO ELETTO SUL                     Con una percezione prevalente che
TOTALE DEGLI AVENTI DIRITTO                           Torino si muovesse sul binario giusto.

      ROMA 32,6%                                            La conclusione è stata una
                                                      sconfitta quasi umiliante per il sindaco.
      MILANO 29,1%                                    Certo, c’è stata una convergenza tutta
                                                      politica dell’elettorato di centrodestra
      NAPOLI 27,9%                                    sulla candidata pentastellata e la
                                                      partecipazione ha visto recarsi alle urne
      TORINO 26,3%                                    solo poco più della metà degli elettori. Ma
                                                      il dato politico è evidente.
      BOLOGNA 23,6%
                                                           E colpisce il fatto che siano state
                                                      prevalentemente le periferie a decretare
                                                      la sconfitta del sindaco, ex comunista
      A queste motivazioni potremmo                   formatosi a Mirafiori.
aggiungerne altre (ad esempio la
plateale differenza nel comportamento                      Lo stesso avviene a Roma. Vale la
di voto delle città, funzione dell’offerta            pena riportare la cartina dei voti nei
politica e della capacità coalizionale,               municipi al primo turno che dà l’idea
come evidenziano i risultati di Forza                 plastica del voto (in viola Raggi, in verde
Italia, praticamente scomparsa a Torino,              Giachetti):
in piena salute a Milano), ma queste
crediamo siano sufficienti.                           ROMA: CANDIDATO PIÙ VOTATO PER
                                                      QUARTIERE – PRIMO TURNO
    Ma, detto questo, non sfugge a
nessuno il significato politico di queste
consultazioni.

      Per il PD sembra essere
stato prevalente tra gli elettori un
atteggiamento “generale”, con poche
eccezioni come ad esempio Milano e
Varese, per cui il voto appare essere
espresso prevalentemente contro, per
un cambiamento purchessia, pensando
più al livello nazionale che non al livello
locale. Emblematico di questo voto
“antisistema” il caso di Torino. Una città
con una qualità della vita decisamente
buona e dove sindaco e amministrazione
erano tutto sommato salvati dagli elettori
come emerge da un nostro sondaggio del                      Si potrebbe pensare che sia un
novembre 2015:                                        fenomeno collegato alla presenza dei
                                                      candidati pentastellati: in una situazione
      AMMINISTRAZIONE            SINDACO              di disagio evidente a Torino e massima
              50,0%                   47,0%           per Roma, non ci si può aspettare altro.

                                                            Ma in realtà non è così. Se
                                                      guardiamo infatti al dato di Milano,
                                                      dove la competizione si è ristretta ai
                                                      due candidati di coalizioni “classiche”, i
       47% 3%                    47% 2%
                                                      risultati sono gli stessi:
       positivo   negativo   non sa

                                              9
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

DELTA SALA-PARISI                                                                              Il voto di chi è più colpito dalla crisi
                                                                                          tende a privilegiare Parisi.

                                                                                                Anche a Torino, in un contesto
                                                                                          politico profondamente differente,
                                                                                          troviamo analoghe tendenze:

                                                                                                imprenditori, professionisti, dirigenti
                                                                                                                          45%
                                                                                                                                55%
                                                                                                autonomi, commercianti, artigiani
                                                                                                                 31%
                                                                                                                                       69%
                                                                                                impiegati, insegnanti
                                                                                                                         42%
                                                                                                                                 58%
                                                                                                operai ed affini
                                                                                                                  33%
                                                                                                                                      67%
                                                                                                disoccupati, inoccupati
   ZONA delta                                                                                                       36%
                                                                                                                                      64%
     1         2,3%              11     7,7%              totale 0,9%
                                                                                                studenti
      2        0,6%              12      0,2%                                                                            44%
      3        5,3%              13     -4,5%                                                                                   56%
     4         2,2%              14     -4,6%                                                   casalinghe
      5       12,6%              15     1,1%                                                                                53%
                                                                                                                          47%
      6        6,4%              16     -0,5%                                                   pensionati
     7        -1,7%              17     -0,6%                                                                                    60%
      8       -5,9%              18     -4,9%                                                                           40%
      9        3,5%              19      0,6%
     10       -3,5%              20     -5,6%                                                     Fassino     Appendino

      Il candidato di centrodestra,
manager anch’esso e sicuramente privo                                                           Solo tra i pensionati si mantiene
di profili populisti, vince nelle estreme                                                 un apprezzabile consenso a Fassino.
periferie: Comasina, Quarto Oggiaro,                                                      Ma anche qui sono i ceti più a disagio
Baggio, Corvetto…In entrambe le                                                           (autonomi, operai, disoccupati) che si
città del Nord, sia pur con importanti                                                    orientano sull’Appendino. Sembra quindi
differenze, i fenomeni sono molto                                                         che anche in riferimento ad un’offerta
simili. A Milano il voto per condizione                                                   politica sensibilmente differente, i
professionale si esprime così:                                                            comportamenti tendono ad assomigliarsi.

                                                                                               È il segno di una frattura che sembra
          imprenditori, professionisti, dirigenti
                                                  51%
                                                                                          diventare drammatica.
                                                 49%
          autonomi, commercianti, artigiani
                                                47%
                                                  53%
          impiegati, insegnanti
                                                     54%
                                               46%
          operai ed affini
                                              45%
                                                     55%
          disoccupati, inoccupati
                                               46%
                                                  54%
          studenti
                                                            63%
                                        37%
          casalinghe
                                                48%
                                                  52%
          pensionati
                                                     54%
                                              46%

             Sala       Parisi

                                                                                          10
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

      LA FRATTURA
      POPOLO/ÉLITE

      “L’analisi politologica individua                   lacerazioni. L’avanzata dei populismi ci
quattro grandi fratture – i cleavages –                   racconta questo processo in maniera
che spaccano in due parti contrapposte                    evidente. Tutti i profili di voto richiamano
grandi aggregati di popolazione: città                    queste divisioni. Ad esempio la recente
e campagna, operai e padroni, centro e                    consultazione austriaca per la Presidenza.
periferia, Stato e Chiesa. La profondità                  Vinta di un soffio (ma il voto andrà
e la durata di queste fratture saranno                    ripetuto per vizi riscontrati nei voti
determinanti nel fornire ai nascenti                      espressi per corrispondenza) da Van
partiti di massa un serbatoio costante                    der Bellen, contro Hofer, un esponente
di partecipazione e sistemi valoriali,                    esplicitamente xenofobo e di ultradestra.
che consentiranno loro di consolidare
la propria organizzazione come attore                           Con una drammatica spaccatura
istituzionale.”1                                          città/campagna che indica una faglia che
                                                          sempre più si va allargando. Non solo in
     Si tratta di fratture ancora attuali                 Italia o in Austria. È in fondo una frattura
che però, non governate, producono                        che parla a tutto l’occidente:

1 - Mauro Calise La democrazia del leader, Laterza,
Roma-Basi, 2016, p.14

                                              11
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

      In Italia si riproducono                                                                 È la crisi della scelta razionale
comportamenti simili e il voto                                                            (ammesso che si possa davvero pensare
metropolitano è sempre più orientato                                                      che sia stata l’aspetto prevalente delle
all’inclusione, quello periferico e rurale                                                decisioni umane). E la Brexit lo evidenzia
all’esclusione. Sembra quindi che questo                                                  drammaticamente.
ultimo cleavage (esclusione/inclusione)
riassuma gli altri. È la frattura centrale,
non solo europea. Donald Trump negli
USA insiste sugli stessi temi. L’Europa
sente soffiare in maniera impetuosa
questo vento.

                                                                                          12
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

       BREXIT: LA VITTORIA
       DEL POPULISMO?

     La crisi dell’istituzione europea                     del Paese. Qui il distacco sembra più
è anch’essa annunciata da tempo. Il                        essere dettato dalla delusione per un
trend della fiducia presso gli italiani lo                 progetto politico che non decolla e che
evidenzia plasticamente:                                   ha mostrato profondamente la corda nel
                                                           corso della drammatica crisi economica.
 80
                                                                E in assenza di progetto politico
                                                           crescono le tendenze nazionaliste, come
 60                                                        dimostrano i dati di una recente indagine
                                                           di Pew Research Center condotta in 10
                                                           paesi europei:
 40
                                                           DISAGREEMENT ON “EVER CLOSER” UNION
                                                                      Which statement best describes your views
 20                                                                   about the future of the European Union?
                                                                      GREECE                                 68%        18% 8%

  0
                                                                      UK                                   65%              25%6%
      ‘08    ‘09   ‘10     ‘11     ‘12    ‘13   ‘14

                                                                      SWEDEN                  47%                       38% 13%

                                                                      NETHETRLANDS 44%                          29%             24%

 60
                                                                      GERMANY               43%              25%              26%

                                                                      HUNGARY             40%                    35%        17%
 40

                                                                      ITALY              39%               26%          21%

 20
                                                                      FRANCE             39%           21%                    34%

  0                                                                   POLAND            38%                        39% 9%
      feb    apr     lug         nov      feb   apr
      2015                               2016                         SPAIN           35%               27%                 30%

       Il calo di fiducia nella UE,                                   Some powers should be returned to national govts
drammatico in Italia come in altri                                    Division of powers should remain the same
paesi, è più concentrato su quelli che                                National govts should transfer more powers to EU
potremmo definire ceti dinamici: giovani,                             Note: Don’t know responses not shown.
professionalizzati o studenti, con alti                               Source: Spring 2016 Global Attitudes Survey. Q49.
                                                                      “Euroskepticism Beyond Brexit”
titoli di studio, residenti nel Nord                                  PEW RESEARCH CENTER

                                                  13
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

      Sembra però che la risposta di                                                       un percorso all’altezza del dramma che
chiusura nazionale, per quanto diffusa e                                                   si è aperto nel paese. Il fatto è che non
presente soprattutto, come ha evidenziato                                                  c’era nessun piano per il dopo exit.
il referendum in Gran Bretagna, nelle                                                            L’Italia corre meno rischi di altri
periferie, nelle zone rurali e povere, non                                                 paesi. Rimane, per quanto sbiadita,
sia davvero praticabile. L’implosione                                                      una vocazione europeista importante e
assoluta della classe dirigente inglese lo                                                 soprattutto è prevalente l’idea che, pur
dimostra. Nessuno dei leader del paese                                                     con molte perplessità l’uscita dall’Europa
riesce a dare una risposta e ad articolare                                                 non sia praticabile:

                                                                                                                               Molto
                                                                                                                             favorevole
SE CI FOSSE OGGI UN REFERENDUM                                                                                                20%
SULL'USCITA DELL'ITALIA DALL'EUROPA
LEI QUANTO SAREBBE FAVOREVOLE?                                                                                 7%                                22%
                                                                                                             non sa                             Abbastanza
                                                                                                                                                favorevole
E COSA VOTEREBBE?

                                                                                                                 25%                        26%
                                                                                                              Per nulla                     Poco
   Per rimanere in Europa                                                                                    favorevole                     favorevole
  Per uscire dall'Europa                                                                                                     TOTALE
  non voterebbe, non sa

Fonte: banca dati sondaggi Ipsos – giugno 2016                                                                        46%      28%        26%

                         23%

                                                                                                                                                  44%
                                            26%                              6% 6%         10%                         11%      2%
              8%

                                                                                                                                      5%
              22%                   21%
                                                                                                 37%           38%
                                                                  41%
              MoVimento 5 Stelle                                         Partito Democratico                              Liste di Centro

              37%        41%         22%                                 80%         13%        7%                    56%      27%        17%

                         39%                                                        35%

                                                                                                                               20%
                                                                                                       44%
               0%                     13%                                  1%                                         15%                  18%

                                                                           12%             8%
               17%
                                        31%                                                                           20%                  27%

                                                                                                                 altro, indecisi, astensione
                    Forza Italia                                                Lega Nord

              38%           40% 22%                                     20%       47%       33%                       41%       23%       36%

                                                                                           14
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

     Il problema è a che prezzo e in quale               L’Europa infatti si qualifica molto
direzione l’Europa saprà riprendersi.               nettamente per due aspetti centrali,
                                                    come evidenzia una recente indagine di
      Intanto, e non è un aspetto                   Eurobarometro:
secondario, è necessario che le élite,
                                                                                        La pace tra gli stati
sempre meno riconosciute, anzi spesso                          56%
                                                                                        membri dell'UE
contrastate e considerate un problema,
riprendano la capacità di ascolto e
                                                                                        La libera circolazione
di comunicazione. È l’incrinarsi della                         55%                      di persone, beni
voce degli esperti. Gli economisti in                                                   e servizi nell'UE

particolare, ma non solo, sempre più
additati come incapaci di prevedere o                          25%                      L'EURO
addirittura responsabili della crisi per
una parte non secondaria dell’opinione                                                  I programmi di scambio
pubblica. Le opinioni di questi settori                        22%                      tra studenti dell'UE
                                                                                        come l'ERASMUS
sono guardate con sempre maggiore
sospetto, quando non derise. Lo                                                         L'influenza politica
                                                               19%                      e dplomatica
sottolinea con grande franchezza                                                        dell'UE nel mondo
Christine Lagarde ai Rencontres di Aix
                                                                                        Il potere
en Provence che coinvolgono i massimi                          19%
                                                                                        economico dell'UE
rappresentanti economici francesi
e internazionali, come riportato da                                                     Il livello di benesere sociale
                                                               18%                      ( salute,educazione,
Repubblica: “… purtroppo si vede che gli                                                pensione) nell'UE
esperti avevano ragione. Perché allora
                                                                                        La politica
non sono stati ascoltati?”. E ancora:                          10%
                                                                                        agricola comune
“… perché i nostri commenti, basati
su fatti e comprovati dall’esperienza                          FONTE: Eurobarometro (nov-2015)
non sono serviti a convincere?”. Non si
tratta solo di una progressiva crescita                   Ma le richieste vertono su un
di atteggiamenti emotivi o irrazionali              allargamento delle politiche comuni:
nell’elettorato, cosa vera ma non
                                                                                        La libera circolazione dei cittadini
prevalente. Si tratta di una disaffezione al                   78%                      dell'Unione, per vivere, lavorare e
progetto politico che non ha corrisposto                                                studiare in qualsiasi paese UE

alle attese.
                                                                                        Una politica di sicurezza e di
                                                               72%                      difesa comune tra gli Stati
      Innanzitutto perché c’è una                                                       membri dell'Unione europea

drammatica crescita delle diseguaglianze,
                                                                                        Una politica energetica
acuita fortemente dalla crisi economica.                       70%                      comune tra gli Stati membri
Anche questo è un elemento riconosciuto                                                 dell'Unione europea

dal FMI per bocca del suo direttore che
parla della necessità di una globalizzazione                   68%
                                                                                        Una politica comune europea
                                                                                        in materia di immigrazione
benevola, dal volto più umano, capace di
redistribuire la ricchezza.
                                                                                        Una politica estera comune
                                                               63%                      dei 28 Stati membri dell'UE
      E proprio questo è il problema
centrale. Sembra cadere definitivamente il                                              Un'unione economica e
tema dell’autoregolazione dei mercati e della                  56%                      monetaria europea con una
                                                                                        moneta unica, l'euro
sua capacità di produrre ricchezza diffusa,
dato che invece è accaduto il contrario. Ma                                             Libero scambio e accordi di
                                                               53%                      investimento tra l'Unione europea
la redistribuzione della ricchezza richiede                                             e gli Stati Uniti
un chiaro e pesante intervento politico nel
                                                                                        Un ulteriore allargamento
momento in cui la politica appare sempre                       38%                      dell'Unione Europea ad altri Paesi
                                                                                        nei prossimi anni
più messa nell’angolo.
                                                               FONTE: Eurobarometro (nov-2015)

                                        15
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

      E per rafforzare l’identità europea                                                       E anche in Italia la povertà si
al primo posto ci sono i temi del welfare,                                                mantiene rilevante e segna una profonda
come ci ricorda sempre Eurobarometro.                                                     frattura territoriale:

     Oggi le difficoltà dei singoli paesi                                                 INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER
sono evidenti, con molti di essi che                                                      RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
evidenziano un elevato rischio di povertà:
                                                                                                  Anni 2011-2014, valori percentuali

                                                                                                                              7,2% 7,1% 6,6%
A RISCHIO DI POVERTÀ (ANNO 2014)                                                             4,4%
                                                                                                      5,2% 4,6%        4,9%                  6,3%

          ROMANIA                                           25,4%                             0                               0

                                                                                              ‘11      ‘12       ‘13   ‘14    ‘11       ‘12   ‘13   ‘14
          SERBIA                                             25,4%
                                                                                                          NORD                           CENTRO
          SPAGNA                                     22,2%

          GRECIA                                     22,1%
                                                                                                      21,5% 21,4% 21,1%
                                                                                             19,6%
          MACEDONIA                                  22,1%

          BULGARIA                                  21,8%
                                                                                                                                       10,8% 10,4% 10,3%
                                                                                                                              9,9%
          PORTOGALLO                           19,5%

          CROAZIA                             19,4%
                                                                                              0                               0
          ITALIA                              19,4%                                           ‘11      ‘12       ‘13   ‘14    ‘11       ‘12   ‘13   ‘14

          POLONIA                        17,0%                                                               SUD                         ITALIA

          REGNO UNITO                   16,8%                                                     FONTE: Istat

          GERMANIA                      16,7%
                                                                                                Come molti suggeriscono, la
          IRLANDA                    25,4%
                                                                                          risposta ad una crisi lunga, intensa e non
          BELGIO                     15,6%                                                uniforme poiché tende a colpire di più
                                                                                          segmenti specifici della popolazione, ed in
          SVEZIA                    15,5%
                                                                                          particolare i giovani, non può che passare
          UNGHERIA                  15,0%                                                 attraverso un surplus di coesione e quindi
          SLOVENIA                 14,5%
                                                                                          di politica europea. Anche perché la crisi
                                                                                          sociale innescata da questi processi
          AUSTRIA                 14,1%                                                   presumibilmente durerà più a lungo della
          SVIZZERA               13,8%
                                                                                          crisi economica.

          FRANCIA               13,3%                                                           E questo tema mette in evidenza la
          FINLANDIA            12,8%                                                      strettoia in cui si trova l’Europa, tra la
                                                                                          necessità di ampliare gli spazi di governo
          SLOVACCHIA 12,6%                                                                effettivo dell’economia (appunto il tema
          DANIMARCA 12,1%                                                                 della redistribuzione), la necessità
                                                                                          di rivedere i criteri e gli strumenti
          PAESI BASSI11,6%                                                                dell’austerità e le pulsioni diffuse che
          NORVEGIA 10,9%                                                                  spingono alla chiusura e all’esclusione.

          REPUBBLICA CECA 9,7%
                                                                                                È evidente che molto del peso e
          ISLANDA 7,9%                                                                    delle responsabilità dell’attuazione di
                                                                                          un percorso che sganci l’Europa dalla
                                          MEDIA UE (28)
                                            17,2%                                         crisi, politica innanzitutto, in cui si
          FONTE: Eurostat
                                                                                          trova pesa sulle spalle della Germania:

                                                                                          16
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

“Se nella situazione impietosa in cui è                          In tutto questo si inserisce, con
scivolata l’Europa è dovere di tutti i suoi               forza preponderante, il tema dei flussi
partner fare ognuno la propria parte per                  migratori e della loro gestione che sono
scongiurare una disintegrazione della                     stati in gran parte alla base delle ultime
Ue, è un fatto che da Berlino dipende,                    reazioni negative dei cittadini verso
in primo luogo, il futuro dell’Europa                     l’istituzione europea. Su questo anche
comunitaria. […]Ciò comporta, in                          e forse soprattutto gli italiani chiedono
sostanza, una concreta sensibilità ed                     un intervento forte e visibile dell’Europa,
apertura della Germania verso soluzioni                   che si ritiene abbia lasciato solo il nostro
sinergiche che valgano a coniugare                        paese a gestire l’emergenza.
stabilità finanziaria, crescita economica
ed equità sociale. D’altronde, si tratta di                     Tanto più che gli italiani ritengono
rilanciare e legittimare quella che in fondo              che l’immigrazione sia solo un problema,
costituisce la precipua ragion d’essere                   senza ricadute positive sull’economia:
della Comunità Europea”. 2

      I primi segnali in questo senso non                             71%
                                                                                              Ci sono troppi immigrati
sono del tutto confortanti. Schauble                                                          nel nostro Paese
in particolare tende ad enfatizzare il
ruolo dei governi a scapito di quelli della
                                                                                              L'immigrazione ha messo a
Commissione e pensa ad un’Europa a due                                                        dura prova i servizi pubblici
velocità, convinto che un rafforzamento                               67%                     nel nostro Paese (ad esempio
                                                                                              la salute, i trasporti, i servizi
dell’intergovernativo funzionerebbe                                                           educativi)
così come, a suo parere, ha funzionato
durante la crisi. Se pragmaticamente
potrebbe funzionare, sembra essere                                    54%                     A causa degli immigrati è più
                                                                                              difficile trovare un lavoro
distante dalla richiesta di una visione e
di un’empatia che i cittadini si aspettano.
                                                                                              La priorità dovrebbe essere
E poi il prossimo anno ci saranno le                                                          data agli immigrati con livelli
elezioni legislative in Germania. Pensare                             24%                     di istruzione più alta o a quelli
                                                                                              con qualifiche professionali
a concessioni in questo momento è                                                             carenti nel Paese che li ospita
improbabile.

      Quindi di nuovo una situazione                                  14%                     L'immigrazione è un bene per
                                                                                              l'economia del nostroPaese
di grande difficoltà. Con il rischio
di ritrovarsi nelle condizioni iniziali
mirabilmente descritte da Joschka Fisher:
“Il nostro destino è di stare al centro. La                          FONTE: Ipsos Global View on immigration Tracking
                                                                            2011 2015 – Agosto 2015
Germania è troppo grande per l’Europa
e troppo piccola per avere un ruolo
globale come stato indipendente. […] ci
siamo svegliati ed improvvisamente ci                           Su questa sfida è strategico che
siamo accorti di avere un ruolo da leader,                l’Europa trovi una via praticabile e
almeno in Europa, senza averne la voglia.                 fattiva. Prima che il 2 ottobre, quando
Il paese non aveva la minima idea di cosa                 ci saranno il referendum ungherese sui
volesse dire avere un ruolo egemone”. 3                   profughi e la ripetizione del ballottaggio
                                                          in Austria, segni un ulteriore passo verso
                                                          la disgregazione.
2 - Valerio Castronovo, L’Europa e la rinascita dei
nazionalismi, Laterza, Roma-Bari, 2016, pp.207-208
3 - Citato in Gian Enrico Rusconi, Egemonia
vulnerabile. La Germania e la sindrome di Bismarck,
Il Mulino, Bologna, 2016

                                               17
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

          L’ECONOMIA

      Gli scenari economici di                                                              conseguenze non irrilevanti sulla
Confindustria del giugno 2016 hanno un                                                      modernizzazione e quindi sulla capacità
titolo emblematico: “La risalita modesta e                                                  di ripresa del paese, è indubbiamente una
i rischi di instabilità”.                                                                   sintesi efficace delle condizioni attuali e
                                                                                            delle percezioni dei consumatori.
      Pur se forse troppo segnato dallo
shock Brexit e dai diffusi timori che                                                           Un decremento della fiducia dei
un risultato negativo al referendum                                                         consumatori è ben evidenziato da Istat:
costituzionale possa produrre

LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI (2010=100)

                                                                                                  Clima Consumatori    Clima Economico     Clima Personale

                                                                                                                                                    110
                                                                                                                                                    100
                                                                                                                                                     90
                                                                                                              80

                                                                                                                                                              0
      2010                                     2011                                       2012                        2013                       2014

                                                                                                 160
                                                                                                               150
                                                                                                                                           140
                                                                                                                                                        130
                                                                                                                                                        120
                                                                                                                                                        110
                                                                                                                                                        100

                                                                                                                                                              0
        giu           lug          ago           set           ott           nov           dic         gen     feb    mar      apr       mag     giu
        2015                                                                                           2016

FONTE: Istat

                                                                                            18
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

      La dinamica sembra molto evidente:
dalla fine del 2014 risale la fiducia
dei consumatori, trainata dal clima
economico, più che dal clima personale.
Ma dagli inizi del 2016 si assiste ad
un’evidente contrazione, anche in questo
caso trainata dal clima economico,
mentre la contrazione di quello personale
è più contenuta.

     Questo clima è evidenziato anche dai
nostri sondaggi continuativi:

LE PREVISIONI SULLA PROPRIA
SITUAZIONE PERSONALE

                                                                                                         migliorerà            peggiorerà

                                                                                 40%

                                                                                                                                        30%

                                                                                                                                        20%

                                                                                                                                        10%

                                                                                                                                        0%
  1° sem 2°        1°      2°      1°     2°   1°     2°   1°         2°       1°        2°        1°         2°        1°         2°
  2008            2009             2010        2011        2012               2013                 2014                 2015

                                                                                                                                        30%

                                                                                                                                        20%

                                                                                                                                        10%

                                                                                                                                        0%
       gen                   feb               mar              apr                       mag                          giu
      2016

FONTE: banca dati sondaggi Ipsos

                                                     19
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

         In questo caso il pessimismo                                                              E se i consumi hanno dato segnali
    rispetto alla propria situazione personale                                                positivi che dovrebbero confermarsi nel
    tende ad essere un po’ più evidente.                                                      2016, le previsioni si orientano su un calo
                                                                                              nel 2017.
          In sostanza si tratta di una sorta di
    strabismo rovesciato: nei primi anni della                                                      Lo prevede Confindustria, così come
    crisi il paese appariva in netta difficoltà                                               altre fonti autorevoli.
    mentre l’impatto diretto sulle proprie
    condizioni di vita era un po’ più ridotto,                                                      Il clima insomma è davvero percorso
    oggi la situazione appare rovesciata. Il                                                  da luci ed ombre. Oggi chi pensa che
    miglioramento dell’andamento economico                                                    l’uscita dalla crisi sia lunga, tra i 5 e i
    del paese, pur con le recenti contrazioni,                                                10 anni, è poco meno della metà degli
    sembra più evidente rispetto all’impatto                                                  italiani. Ma se la crisi è cominciata nel
    sulla situazione personale. In soldoni,                                                   2008 e finirà, se va bene, nel 2021,
    tra luci e ombre, sicuramente in maniera                                                  l’arco è quello di una generazione. In
    stentata, l’Italia sta dando qualche                                                      sostanza gli italiani hanno interiorizzato
    segnale di ripresa, ma questa non si è                                                    la crisi e percepiscono una evidente
    ancora ripercossa nella vita quotidiana                                                   precarizzazione della loro condizione di
    dei cittadini.                                                                            vita, non solo lavorativa.

         Questo panorama è confermato da                                                           Lo evidenziano i giovani lavoratori:
    gran parte delle stime e delle previsioni:

                                                                                              COME SI PERCEPISCE IL PROPRIO
                                              PIL   var. %      DEFICIT/PIL %
                                       2016           2017      2016          2017
                                                                                              FUTURO TRA 10 ANNI PRESSO I GIOVANI
                                                                                              LAVORATORI:
    Intesa San Paolo                                   1,4
                                        1,2                      2,5
    24 GIUGNO 2016
                                                                               1,9
                                                                                                   sarà migliore
    Governo                                            1,4                                                                 17%
                                        1,2                      2,3
    8 APRILE 2016                                                                                                  11%
                                                                               1,8
    ISTAT                                              1,4
                                        1,1                                                        uguale cioè positivo come ora
    17 MAGGIO 2016
                                                                                                               10%
                                                                                                                                   22%
    FMI                                                1,3       2,7
                                        1,1                                    1,6
    23 MAGGIO 2016

%                                                                                                  uguale, cioè negativo come ora
    Commissione europea                                1,3                                                                             23%
                                        1,1                      2,4
    3 MAGGIO 2016                                                                                                          17%
                                                                               1,9

    UniCredit                           1,2            1,2                                         peggiore
    24 MARZO 2016                                                2,4           1,4                                                             29%
                                                                                                                                                 31%
    OCSE                                               1,4
    18 FEBBRAIO 2016                    1,0
                                                                                                   non sa/non indica
    Banca d’Italia                                                                                                               20%
                                        1,1            1,2                                                                       20%
    6 GIUGNO 2016

    Deutsche Bank                       1,1            1,1       2,5
    13 MAGGIO 2016                                                             2,1
                                                                                                     a livello economico      per qualità della vita
    Prometeia                                          1,1       2,4                               FONTE:banca dati sondaggi Ipsos – novembre 2015
    6 MAGGIO 2016                       1,0                                    2,1

    IHS Global Insight                                           2,6
    22 GIUGNO 2016                      0,9            1,0                     2,2
                                                                                                    Con la pratica scomparsa del
    REF                                                          2,4           2,3            pilastro della previdenza sempre più
    27 GIUGNO 2016
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

LA PENSIONE BASTERÀ?

     sì, completamente
        2%
             5%

     sì ma dovrò fare qualche rinuncia
                    12%
                              20%

     no, dovrò ridurre drasticamente il mio tenore di vita
                                22%
                                                    38%

     no, non mi farà vivere in maniera accettabile
                                          29%
                                    25%

     non credo che avrò mai una pensione pubblica
                                           31%
                   11%

     non so
             5%
        2%

       giovani lavoratori       lavoratori maturi
     FONTE:banca dati sondaggi Ipsos – novembre 2015

     E questa condizione di
precarizzazione si riverbera sulla
percezione della propria condizione
sociale come ci ricordano le indagini sul
capitale sociale di Diamanti:

LA PERCEZIONE DI CLASSE

     2006     28%                               60% 12%

     2008             44%                        48% 8%

     2011            42%                         50% 8%

     2016                   54%                  39%7%

       bassa-medio/bassa       media       alta-medio/alta
     FONTE: sondaggio Demos & PI aprile 2016

     È la pratica scomparsa del ceto
medio. Indice di un problema non solo
sociale ma politico, dato che il ceto
medio è stato il nerbo delle democrazie
moderne.

                                                     21
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

         ALCUNE RIFLESSIONI:
         INTERVISTA A NANDO
         PAGNONCELLI

    CHI È IL MAGGIOR SCONFITTO DI                                                         veloce disorientano l’elettorato, ed è
QUESTA TORNATA ELETTORALE?                                                                in un contesto sempre più liquido come
                                                                                          quello attuale che gli elettori si rifugiano
      È difficile decretare chi sia il                                                    nell’astensionismo. Basti pensare che i
vincitore e chi lo sconfitto di questa                                                    sindaci delle grandi città sono stati tutti
tornata elettorale. La difficile                                                          eletti da meno di un terzo degli elettori.
comparabilità dei dati e l’elevato
astensionismo rendono l’analisi del voto
particolarmente complesso. Tuttavia, se
le osserviamo in un’ottica nazionale e
non solo locale queste elezioni segnano
un passaggio molto importante: la
trasformazione del M5S da partito di
protesta in partito di governo. Seppur
la vittoria di Roma e Torino segna la
maturità politica del movimento di
Beppe Grillo, attenzione comunque a non
sottovalutare l’effetto bandwagon per
il M5S. Un effetto simile a quello che si
verificato alle Elezioni Europee del 2014
quando il Partito Democratico di Matteo
Renzi ha ottenuto il fatidico 40,8% e
nelle settimane successive la fiducia nel
Premier schizzò al 70% e le intenzioni di
voto per il PD superarono il 43%.

     A SUO AVVISO QUAL È IL SIGNIFICATO                                                        I DATI MOSTRANO CHE NELLE GRANDI
POLITICO DI QUESTE ELEZIONI?                                                              CITTÀ I CANDIDATI DEL CENTROSINISTRA
                                                                                          HANNO OTTENUTO UNO SCARSISSIMO
      Come suggerisce il titolo di                                                        CONSENSO NELLE PERIFERIE. COME SPIEGA
quest’edizione speciale di Flair ”Il                                                      QUESTO RISULTATO?
disordine crescente”, questa tornata
elettorale ribadisce una tendenza in atto                                                       Come ha riconosciuto lo stesso Piero
dal 2013: ovvero l’estrema fluidità del                                                   Fassino dopo il risultato di Torino: “Il voto
sistema politico italiano. Quello attuale                                                 riflette una situazione di crisi sociale che
si conferma un sistema poli-centrico in                                                   si è sentita nelle grandi città”. Stiamo
cui le opinioni e i giudizi verso partiti                                                 assistendo infatti ad un momento storico
e leader sono estremamente volatili.                                                      in cui le fratture sociali, le divisioni
Le appartenenze politiche sempre più                                                      inclusi/esclusi, garantiti/non garantiti,
deboli e la comunicazione sempre più                                                      élite/popolo si fanno sempre più marcate.

                                                                                          22
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

Stando ai dati, il Partito Democratico non             ARRIVIAMO AL TEMA FORSE PIÙ
è riuscito ad intercettare quelle categorie       IMPORTANTE IN QUESTO MOMENTO: IL
maggiormente colpite dalla crisi. Hanno           BREXIT. SECONDO MOLTI LA CAMPAGNA PER
votato per il M5s, oltre ai giovani, i ceti       IL REMAIN - E LO STESSO JEREMY CORBYN- È
più in disagio, come gli autonomi, gli            STATA TROPPO “SOFT” RISPETTO A QUELLA
operai e i disoccupati e questo effetto           DEL LEAVE. SE GLI ORGANIZZATORI E IL
si è dimostrato in maniera plastica               LABOUR PARTY FOSSERO INTERVENUTI CON
nelle grandi città. C’è poi da aggiungere         MAGGIOR FORZA SIA ARGOMENTATIVA CHE
un ulteriore elemento: la campagna                ORGANIZZATIVA IL RISULTATO SAREBBE
elettorale per le amministrative è stata          STATO DIVERSO?
condizionata dal dibattito sul referendum
costituzionale, soprattutto all’interno del             Sicuramente sì. Quello che è
PD. I problemi delle città hanno perso di         mancato nella campagna per il Remain
significato e di importanza e questo ha           è stata una forza argomentata positiva.
sicuramente avvantaggiato il M5S.                 E’ stato uno scontro tra paure. Si è
                                                  discusso solo delle conseguenze negative
                                                  dell’uscita dall’Unione Europea e poco
     DOPO LA VITTORIA DEL M5S A ROMA              dei benefici che comporta essere
E TORINO MATTEO RENZI HA DICHIARATO:              membro della grande famiglia europea.
“QUELLO PER IL M5S NON È UN VOTO DI               Come abbiamo già detto nelle pagine
PROTESTA MA DI CAMBIAMENTO”. LEI                  precedenti, il Brexit segna la fine del voto
CONDIVIDE QUESTA AFFERMAZIONE?                    razionale e il fallimento di una classe
                                                  dirigente, non solo britannica, che si
      In realtà credo che esistano                dimostra sempre meno all’altezze dei
entrambi gli aspetti. Per una parte degli         grandi avvenimenti in corso in questi
elettori, il voto espresso per il M5S è           ultimi anni.
ancora un voto di protesta, per altri
invece una richiesta e una speranza                    GLI ITALIANI SONO PREOCCUPATI
di cambiamento. Al momento il M5S è               SULLE POSSIBILI CONSEGUENZE DEL BREXIT
senza dubbio l’unico partito in grado di          NEL NOSTRO PAESE?
canalizzare la “domanda di cambiamento”.
Tuttavia quanto durerà questa luna di                   Sì, e in particolare sono
miele? Vorrei ricordare che quella del            preoccupati di un possibile effetto Brexit
cambiamento, anche come sola forza                sull’economia del nostro paese, proprio
argomentativa, non è un tema nuovo                ora che sta facendo segnare timidi segni
nel nostro paese: è nato nel 2011 con             di ripresa. In un recente sondaggio Ipsos
i sindaci arancioni, passando per il              per il Corriere della Sera il 50% degli
risultato inaspettato del M5S alle elezione       italiani si aspetta conseguenze negative.
politiche del 2013, fino alle primarie del        Ancora una volta il pessimismo è più
Partito Democratico nel 2013. Piacciano           evidente tra i ceti deboli: le persone più
o meno, Matteo Renzi in questi due anni           anziane, quello meno istruite e i «non
e mezzo di governo ha attuato delle               garantiti» (disoccupati, commercianti,
riforme importanti per il nostro paese.           artigiani, piccoli imprenditori).
Quindi la mia domanda è: che genere di
cambiamento chiedono realmente gli                    E SE ANCHE IN ITALIA CI FOSSE UN
italiani? La mia sensazione è che questo          REFERENDUM SULL’USCITA DALL’UNIONE
paese sia restio al cambiamento e che chi         EUROPEA, GLI ITALIANI COSA
ci cerca di attuarlo, indipendentemente           VOTEREBBERO?
dall’area politica a cui appartiene, ne
rimanga poi vittima in prima persona.                   Nonostante i trend di lungo
                                                  periodo mostrino un evidente calo
                                                  nella fiducia nell’UE, nel nostro paese
                                                  rimane una certe tendenza europeista.

                                      23
IL DISORDINE CRESCENTE: L’ITALIA TRA CRISI DELLA LEADERSHIP E TURBOLENZE INTERNAZIONALI

La maggioranza degli italiani si dichiara                                                      PASSIAMO ADESSO ALL’ECONOMIA.
contraria all’uscita dell’Italia dall’UE.                                                 NELL’ULTIMO ANNO NEL NOSTRO PAESE CI
C’è comunque una larga percentuale                                                        SONO STATI, SEPPUR PICCOLI, CENNI DI
(42%) di cittadini che si dichiara                                                        RIPRESA MA GLI ITALIANI DICHIARANO CHE
favorevole a indire un referendum in                                                      IN FUTURO LA LORO SITUAZIONE PERSONALE
proposito, nonostante l’articolo 75 della                                                 PEGGIORERÀ. COME SE LO SPIEGA?
Costituzione lo escluda esplicitamente.
                                                                                                Con un concetto: mancanza di
                                                                                          fiducia. C’è un forte disallineamento
     STANDO AL BREXIT E ALL’AVANZATA                                                      tra le aspettative personali e i dati
DEI MOVIMENTI DI ESTREMA DESTRA                                                           reali. Nonostante gli indicatori facciano
ANTIEUROPEISTI SEMBREREBBE CHE IL                                                         segnare un lieve miglioramento della
PROGETTO EUROPEISTA STIA FALLENDO.                                                        condizione generale del nostro paese, non
QUESTO VUOL DIRE CHE I CITTADINI                                                          si percepiscono ancora i miglioramenti a
EUROPEI CHIEDONO MENO INTEGRAZIONE?                                                       livello personale e familiare. Insomma, il
                                                                                          paese sta faticosamente uscendo dalla
      No, in realtà è l’esatto contrario:                                                 crisi ma io non ne sto traendo benefici.
i cittadini europei chiedono più Europa                                                   Questo fenomeno è particolarmente
e una maggiore integrazione. Qui il                                                       evidente nelle nuove generazioni,
distacco sembra essere dettato dalla                                                      che avendo interiorizzato la crisi,
delusione per un progetto politico che                                                    percepiscono il loro futuro sempre più
non decolla. Come l’Eurobaromentro ci                                                     grigio e precario.
indica da diversi anni, i cittadini europei,
in particolare la generazione Erasmus,
chiedono più welfare, più politiche
comuni, una vera unione politica, anche
se ciò contrasta con la resistenza a
cedere ulteriore sovranità nazionale.
La retorica dell’Unione Europa che ci ha
permesso di vivere il periodo di pace più
lungo della storia non attecchisce più su
una generazione nata con gli smartphone.
La pace viene data per scontata,
nessuno o quasi conosce il manifesto
di Ventotene o i motivi che portarono
al trattato di Parigi del 1951 che istituì
la CECA o a quello di Roma del 1957,
da cui nacque la Comunità Economica
Europea. Bisognerebbe dunque lavorare
e comunicare nuovi valori che vadano
oltre l’Europa dell’austerità, del rigore e
della tecnocrazia. È necessario un nuovo
mito fondativo. Solo in questo modo si
potranno arginare quei fenomeni populisti
che stanno dilagando in Europa, e non
solo, che sempre più fanno leva sulle
emozioni e sulle paure dei cittadini.

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