Il messaggio di auguri ai Diocesi
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Il messaggio di auguri ai fedeli della Diocesi di Salerno, Campagna e Acerno di Monsignor Andrea Bellandi di Monica De Santis Nella giornata della Santa Pasqua arriva a tutti i fedeli della diocesi di Salerno, Campagna e Acerno, il messaggio di auguri dell’Arcivescovo Metropolita, Monsignor Andrea Bellandi. Nel suo messaggio Bellandi si rivolge ai fedeli per “condividere qualche breve pensiero nella domenica di Pasqua, che viviamo ancora nel contesto drammatico della pandemia. Papa Francesco nella Domenica delle Palme, riferendosi all’emergenza e facendosi voce del pensiero di ciascuno ha detto che “l’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante”. Bellandi parla anche della sofferenza dei giovani e dei bambini e di coloro che hanno perso, a causa della malattia, familiari, amici e colleghi di lavoro. “In questa situazione storica e sociale, dove il mistero del male miete inesorabilmente le proprie vittime, Dio cosa fa? Non usa la bacchetta magica annullando il male e realizzando un mondo perfetto ma a discapito della libertà; non interviene colpendo a morte i cattivi con il rischio – si legge nel Vangelo – di eliminare anche il buon grano insieme alla zizzania; non si ritrae sdegnato dal mondo contemporaneo quasi pentendosi di averlo creato e consegnato a delle creature così ribelli e malvagie. No, egli, nel suo Figlio Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male – fisico, psicologico e soprattutto spirituale – che tale realtà comporta e lo “con-patisce”, ovvero lo assume in sé stesso per redimerlo e trasformarlo. Lo fa anche per liberare ognuno di noi dal potere delle tenebre, dalla superbia, dalla resistenza ad amare e a lasciarsi amare.
Tutto ciò solo l’amore di Dio può realizzarlo pienamente, solo il Suo Amore con la “A” maiuscola”. E prosegue ancora il vescovo della diocesi salernitana “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”, dice l’apostolo Pietro, cioè dalla sua morte siamo stati rigenerati, tutti noi(…) La croce di Cristo ha rivelato, da una parte, il dominio che il sacrificio ha sulla vita di tutti gli uomini; dall’altra, che il suo significato non è necessariamente negativo, anzi misteriosamente positivo: è la condizione perché gli uomini raggiungano il loro destino (…). Ma Dio non ha abbandonato il Suo Figlio Gesù nell’oscurità della morte, al potere del nulla: lo ha risuscitato il mattino di Pasqua, così che la vita si affermasse come orizzonte di positività certa per il destino di ogni uomo: «Tutte le domande e le incertezze, le esitazioni e le paure sono fugate da questa rivelazione. Il Risorto ci dà la certezza che il bene trionfa sempre sul male, che la vita vince sempre la morte e la nostra fine non è scendere sempre più in basso, di tristezza in tristezza, ma salire in alto. Il Risorto è la conferma che Gesù ha ragione in tutto: nel prometterci la vita oltre la morte e il perdono oltre i peccati» (papa Francesco). Sia, perciò, a partire da quel mattino di più di duemila anni fa, anche la nostra partecipazione alla croce attraversata da una gioia sicura: la Risurrezione! È questo annuncio, che diventa esperienza di cambiamento reale nella vita di chi lo accoglie; è questo ciò che i cristiani hanno la responsabilità di far risuonare in un mondo altrimenti avvinto dalla disperazione e dal subdolo virus del nichilismo; è questo stesso annuncio, ciò che gli apostoli hanno fatto risuonare duemila anni fa e che rimane l’unica, concreta e vera “buona notizia”: «Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (Atti 2,32)”.
“Non sospendere tassa di soggiorno”, la richiesta di sette albergatori salernitani di Erika Noschese Non sospendere la tassa di soggiorno e creare un meccanismo di sostegno alle imprese. È la richiesta che sette albergatori della città di Salerno hanno avanzato all’amministrazione comunale, attraverso una lettera indirizzata al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. Portavoce dell’iniziativa l’imprenditore Antonio Ilardi, titolare del Polo Nautico che martedì mattina incontrerà il primo cittadino per trovare soluzioni e discutere delle istanze presentate dagli albergatori che chiedono di destinare il 50% della tassa di sostegno come fondo sostegno locale per le strutture ricettive. “Se un albergo ha 100 ospiti, guadagnerebbe 300 euro dalla tassa di soggiorno e si vedrebbe destinato 150 euro dal fondo sostegno”, ha spiegato Ilardi che si schiera contro la decisione della giunta comunale di Salerno di sospendere fino al prossimo 12 dicembre l’imposta. Una decisione, questa, che sarà presa proprio dal consiglio comunale, che dovrà votare a favore o contro il provvedimento. “Con chiarezza esprimo contrarietà alla sua sospensione, richiedendo che, prima di procedere, si avvii un confronto sul tema con le strutture ricettive alberghiere ed axtra alberghiere – ha scritto Antonio Ilardi – La ripresa degli arrivi non risulterà dipendente dall’esistenza o meno dell’imposta di soggiorno, restando, invece, subordinata prevalentemente all’implementazione e al positivo esito della campagna vaccinale di contrasto al Covid-19, nonché all’adozione di ogni altra misura sanitaria finalizzata a garantire ai turisti le più adeguate condizioni di sicurezza oltre al complessivo grado di attrattività del Territorio”. Per l’imprenditore salernitano, infatti, in tale contesto, più che agevolare la
domanda, la cui dinamica non dipende dall’intensità marginale dei prezzi ma dalle condizioni sopra esposte, occorre sostenere l’offerta turistica piagata da mesi di sostanziale assenza di incassi, tanto che migliaia di strutture ricettive hanno radicalmente ridotto o addirittura sospeso la propria operatività e decine di migliaia di lavoratori sono posti in trattamento di integrazione salariale. Da qui la proposta: “Si utilizzino, quindi, questi incassi per sostenere le imprese e favorire una campagna di promozione del Territorio. Se è vero, come è vero, che la ricchezza finanziaria degli italiani è aumentata nell’ultimo anno di 139 miliardi di euro, non saranno i 3 euro dell’imposta di soggiorno a motivare o meno un turista a venire a Salerno”. Intanto, già nella mattinata di martedì il sindaco Napoli dovrebbe dare una prima risposta alle istanze presentate dai sette albergatori. “Pazienti dimenticati dall’Usca”, la denuncia della Cisl Medici di Erika Noschese Pazienti abbandonati dall’Usca dopo l’accertamento della positività; tenuti in casa fino ad una saturazione al limite; impossibilità di comunicare telefonicamente; attese infinite. Sono solo alcune delle problematiche relative all’unità speciale di continuità assistenziale denunciate dalla Cisl Medici che continua a segnalare alla direzione aziendale le criticità rilevate in ambito sanitario. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, istituite per decongestionare 118 ed ospedali, e dare una adeguata assistenza ai pazienti Covid
positivi presso il loro domicilio, “al momento senza un valido coordinamento ed un adeguato supporto tecnico sono diventate un carrozzone inutile che mortifica i medici che vi operano e lascia insolute le esigenze dei pazienti che sono completamente abbandonati. Fortunatamente è un fenomeno che riguarda non tutti I Distretti Sanitari di Base ma solo alcuni ed in particolare i territori che da 18 mesi sono vacanti di titolari. Ripetutamente abbiamo comunicato alla direzione aziendale di colmare i vuoti e non abbandonare al loro destino parte di cittadini della provincia”, ha dichiarato l’organizzazione sindacale. Nei giorni scorsi, infatti, le segreterie aziendali della direzione medica, veterinaria e sanitaria dell’Anaao Assomed, Cgil Fp, Cimo, Fassid, Federazione Cisl Medici, Fesmed, Fvm, Uil Medici hanno inviato una nota al direttore generazione dell’Asl per evidenziare tutte le problematiche esistenti, anche dopo aver offerto il loro contributo affinché si potesse fornire una sanità migliore, pur nelle sopravvenute difficoltà. Tra queste anche il fatto che i pazienti con tamponi falsamente positivi che vengono “controllati” dopo settimane, lasciando inutilmente in quarantena interi nuclei familiari; pazienti che per intere giornate hanno chiamato i numeri di telefono delle Usca territoriali senza mai ricevere risposta da parte di nessuno, perché in alcuni distretti non si è pensato di impegnare personale per rispondere alle continue richieste, né si è pensato di dotare di telefoni aziendali i Sanitari dell’Usca. Da qui la richiesta di un confronto con l’azienda sanitaria locale, anche nel rispetto dei dipendenti dell’Usca che hanno firmato un regolare contratto di ingaggio che li impegna per 12 ore diurne – dalle 8 alle 20 – eppure in qualche distretto li si vorrebbe obbligare ad una sorta di reperibilità h 24 e considerando anche si stanno impiegando i medici ingaggiati per lo svolgimento di attività proprie di altri dirigenti. “Si pretende che i medici che vi operano utilizzino per le attività istituzionali le proprie auto, anche per chi l’auto non ce l’ha, perché le auto di servizio occorrono per altri compiti di vitale importanza come accompagnare i dirigenti
alle riunioni. Qualora poi si abbia la fortuna di avere in dotazione delle auto di servizio queste risultano insufficienti per le unità mediche disponibili tanto da obbligarle ad uscire tutte insieme riducendo notevolmente gli interventi – hanno dichiarato le organizzazioni sindacali nella diffida presentata ai vertici della Asl di Salerno- Non si è provveduto a fornire la strumentazione per la diagnostica ematica e strumentale necessaria per la gestione dei pazienti Covid + presso il domicilio”. Il consigliere Antonio D’Alessio: “Un passo indietro? Con maggioranza è un capitolo definitivamente chiuso” di Erika Noschese Il rinvio delle elezioni amministrative, la zona rossa e la settimana Santa hanno inevitabilmente rallentato la macchina organizzativa per le prossime elezioni comunali di Salerno. Ad oggi, l’obiettivo per i sei consiglieri che nei mesi scorsi hanno lasciato la maggioranza per aderire all’opposizione e dar vita ad Oltre sono ancora al lavoro per mettere in campo una grande coalizione civica che possa offrire ai cittadini salernitani – che tra il prossimo 15 settembre e 15 ottobre torneranno alle urne per il rinnovo delle cariche a Palazzo di Città – un’alternativa all’amministrazione Napoli. Intanto, il consigliere Antonio D’Alessio replica all’appello lanciato dal
vicesindaco e assessore all’Urbanistica e Mobilità Mimmo De Maio che, ospite di “Tribuna politica”, ha invitato i dissidenti a “rifletterci”: “No, la maggioranza deve fare un passo indietro, non noi”, ha infatti dichiarato D’Alessio, tra i fondatori di Oltre. Mancano sei mesi alle elezioni amministrative, c’è tempo per lavorare alle coalizioni ma soprattutto sul territorio. Oltre a che punto è? “Noi stiamo lavorando, il rinvio ha disposto tempi più rallentati e con la settimana Santa è chiaro che, in questo momento, c’è da prendere qualche giorno in più. Resta ferma l’idea di voltare pagina, cambiare e creare le condizioni affinché la città venga amministrata in maniera più partecipata e più inclusiva. Questo è il fil rouge che detta ogni progetto e prospettiva: offrire alla città la possibilità, per i cittadini, le associazioni, ordini professionali, categorie e componenti, di far sentire di più la propria voce perché in questi periodi purtroppo non è accaduto”. Coesione, unità ma soprattutto una grande coalizione civica. Si parla di incontri con il centrodestra, Salerno in Comune, i Figli delle Chiancarelle e così via. È ancora aperto il dialogo in questo senso? “Io non parlerei di dialogo con il centrodestra o la sinistra. La verità è che si prova a proiettare nella città del futuro un’idea di amministrazione più aperta. È tutto qua. Tutti questi che vogliono un’alternativa alla modalità con la quale è stata amministrata la città negli ultimi anni partecipano all’idea di una città nuova, un confronto continuo, ancora in evoluzione con la conseguente idea che può venir fuori. L’obiettivo è creare un’alternativa, in politica si parla con tutti ma poi bisogna trovare le modalità giuste per dare voce nella sua interezza e non con una classe amministrativa chiusa, non predisposta all’ascolto”. Recentemente, il vice sindaco e assessore Mimmo De Maio – ospite del nostro format Tribuna Politica – vi ha teso la mano, lanciandovi un invito a riflettere. Sareste pronti a fare un passo indietro? “No, la maggioranza deve fare un passo indietro, non noi. Rispetto e faccio i miei migliori auguri a Mimmo De Maio per questo lasso di tempo nel quale eserciterà la funzione; noi, un passo
indietro nel senso di tornare alla vecchia amministrazione non siamo disponibili”. La maggioranza Napoli è un capitolo definitivamente chiuso? “Sì, assolutamente”. Il nome del candidato sindaco è sempre l’ultima scelta, si parla prima di programmi… “E’ ancora chiusa la situazione, ognuno ha una sua idea ma stiamo provando a costruire qualcosa di inclusivo e conclusivo. La priorità resta il programma”. Quale dovrebbe essere il primo punto del programma elettorale? “Noi vogliamo offrire la possibilità di tavoli sui quali i cittadini vengono ascoltati e, naturalmente, i consiglieri comunali saranno lo strumento attraverso il quale la città viene rappresentata, non scelte non condivise con i consiglieri comunali e questo lo abbiamo sottolineato fin dall’inizio”. La Campania resta ancora in zona rossa anche dopo Pasqua. Ci sono state e ci saranno proteste da parte di commercianti e Partite Iva. Molti hanno già annunciato la riapertura il 7 aprile… “Noi siamo vicini ai commercianti, bisogna mantenere la calma ed evitare manifestazioni di protesta che possono essere destabilizzanti per l’intera comunità. Un’amministrazione che si rispetti deve essere punto di riferimento e al momento questo non si riesce ad avere. Il disorientamento dei commercianti lo comprendiamo ma bisogna evitare azioni di protesta non costruttive ma l’amministrazione, in questo momento, non produce certezze, punti di riferimento, non riesce ad essere riferimento per la città e i cittadini”. Frana a Giovi, disposto studio geologico di Erika Noschese Un sondaggio geologico per la caratterizzazione geo-gnostica
dei terreni, in località Giovi. Dopo la consistente quantità di pioggia, abbattutasi il 14 dicembre ultimo scorso, che ha colpito duramente le frazioni collinari di Salerno causando la caduta di alberi e frane lungo tutta la strada che collega la città con Giovi, l’amministrazione comunale di Salerno, guidata dal sindaco Vincenzo Napoli corre ai ripari. Il settore Strutture comunali ufficio strade e fogne ha infatti autorizzato i sondaggi geologici per la caratterizzazione geo- gnostica dei terreni in località Giovi, per un totale di 9.680,00 euro per determinare le caratteristiche tecniche dei terreni e delle rocce. Durante il violento temporale che ha colpito la città nel mese di dicembre, infatti, la situazione peggiore, si è avuta a Giovi casa De Rosa, dove è crollata parte di via Madre Teresa di Calcutta e Santa Maria dei Campi, pertanto si è reso necessario transennare l’intera area – installando il senso unico alternato – per consentire gli abitanti della zona la ripresa della viabilità. Gli interventi per il ripristino strutturale e la messa in sicurezza definitiva della strada comunale, l’amministrazione procederà mediante il Consorzio Stabile Campania attuale affidataria degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle zone collinari; interventi verranno eseguiti successivamente alla realizzazione dei sondaggi geologici – da redigersi da parte di un professionista esterno – per la presentazione dei calcoli strutturali al Genio Civile di Salerno. Si tratta, nello specifico, si tre sondaggi a carotaggio continuo spinti fino alla massima profondità di 30m p.c.; prelievo di 4 campioni indisturbati a quote concordate con i progettisti; prove Spt per intervalli di profondità significativi o su indicazione dei progettisti; fornitura di cassette catalogatrici; prospezione geofisica in foro tipo Dh con intervallo di letture ogni 2.m; una caratterizzazione sismica con metodo Masw, una tecnica di indagine non invasiva che si basa sulla misura delle onde superficiali eseguita in corrispondenza di diversi sensori posti sulla superficie del suolo oltre e ad un’analisi di laboratorio geotecnico su campioni prelevati: 4 granulometria con determinazione della
frazione più fine; 4 prove di taglio (determinazione coesione drenata/non drenata); 4 caratteristiche fisiche; 2 limiti di atterberg solo su campione argilloso ed una redazione dei report di campagna-comprensivi di stratigrafie, documentazione fotografica – elaborazione dati geofisici, quantificando il tutto in 11mila euro. Ad occuparsi dell’intervento lo studio di Geologia Tecnica di D’onofrio Giuseppe. Gli operatori ecologici si difendono: “Le critiche non sono veritiere, problemi ci sono ma aiuti no” di Erika Noschese Si difendono dalle accuse gli operatori della Salerno Pulita che rispediscono al mittente ogni accusa. Ieri mattina, esasperati dai continui attacchi e dalla importante presa di posizione non solo da parte del comitato cittadino ma anche e soprattutto da parte dell’amministrazione comunale hanno deciso di provare a mettere un punto definitivo a questa vicenda, scandita da continue accuse. “Noi abbiamo constatato e abbiamo fatto vedere anche ad altre persone che non sono critiche veritiere rispetto a quelle che sono le condizioni attuali. Stiamo lavorando per migliorare sempre di più il servizio”, ha dichiarato Cristian Cannavale, spiegando di aver chiesto più volte al settore ambiente una serie di innovazioni o situazioni che servono solo a migliorare e rendere il servizio più efficace, soprattutto per la città. “Per quanto riguarda le istanze presentate dal comitato ci sono difficoltà
e noi stiamo cercando di trovare delle soluzioni; quello che noi chiediamo – ed è quanto recita anche il contratto di servizio – è che laddove ci siano criticità e difficoltà, ci sia un contraddittorio sul posto, non un’istanza lasciata là senza poter replicare e palesare le difficoltà giornaliere”, ha poi aggiunto l’operatore della società partecipata del Comune di Salerno che, in questi giorni, deve fare i conti con un nuovo caos: le dimissioni del presidente Antonio Ferraro che solo una settimana fa ha detto addio alla Salerno Pulita: “Con le dimissioni del presidente, la situazione non diventa più caotica perché c’è un gruppo organizzato che porta avanti le idee e l’organizzazione che ci siamo dati – ha aggiunto Cannavale – Sicuramente, con la figura di un amministratore, e una continuità in questo senso, si riesce a rendere più efficaci tutte le operazioni che si vanno a fare”. Da qui poi la richiesta all’amministrazione comunale di dare un supporto ad una società del Comune di Salerno e di dare una prospettiva futura rispetto ad un’organizzazione di 470 dipendenti. Se, ad oggi, il centro storico vive in condizioni di degrado la colpa è attribuibile anche ai comportamenti incivili dei residenti. Le zone più “complesse”, da questo punto di vista, sono Vicolo Porta Rateprandi, San Giovanniello: “noi tutte le mattine passiamo e dopo poche ore vengono depositati rifiuti che non sono neanche conformi alla tipologia della riforma”, ha aggiunto Cannavale. Gli operatori ecologici sono ormai esasperati da queste continue accuse e molti chiedono un intervento decisivo da parte dell’amministrazione comunale: “Conosciamo la situazione precaria, a causa della pandemia e nessuno di noi si permetterebbe di non lavorare e non svolgere le proprie mansioni sapendo che a fine mese a noi arriva lo stipendio”, ha chiarito un dipendente della Salerno Pulita che chiede di mettere a tacere le polemiche e di terminare la “guerra” contro gli operatori. Molti confermano infatti di rispettare in toto gli impegni, come previsto dal contratto e, soprattutto, di essere operativi al centro storico ogni giorno. Intanto, i residenti rilanciano la proposta all’amministrazione di installare telecamere di
videosorveglianza, in punti strategici per “beccare” i responsabili del sacchetto selvaggio. Nei mesi scorsi, il sindaco Napoli, accompagnato dall’assessore Angelo Caramanno e dalla consigliera Sara Petrone hanno effettuato un sopralluogo per constatare le reali condizioni della zona confermando, proprio in quell’occasione, che le telecamere installate attualmente non sono in grado di dare risposte sui cittadini incivili, anche considerando che molte non sono funzionanti, rendendo impossibile un’eventuale identificazione ed una conseguente sanzione amministrativa per scongiurare nuovi episodi simili. Protesta dei ristoratori, l’avvocato Sarno si schiera con loro: a breve riapriranno di Erika Noschese Dalle parole ai fatti. Nei giorni scorsi, l’avvocato penalista Michele Sarno ha incontrato i ristoratori salernitani per offrire il suo sostegno professionale, in vista dei prossimi sviluppi. Nella giornata di ieri è infatti stata confermata la zona rossa per la Campania e già nel corso delle scorse manifestazioni di protesta i ristoratori hanno anticipato di essere intenzionati a riaprire, il prossimo 7 marzo. Nei prossimi giorni, i ristoratori – con il sostegno dell’avvocato Sarno – valuteranno il da farsi. “Credo che la protesta ci sarà”, ha anticipato l’avvocato penalista, candidato sindaco per la città di Salerno ma, ha aggiunto, “è una decisione che spetta a loro, alla categoria e io non posso incidere sulle loro scelte”. Il legale, proprio in occasione della
manifestazione di protesta tenutasi la scorsa settimana in piazza Amendola e proseguita lungo tutto il corso cittadino, ha offerto il suo sostegno, a livello professionale. “Voglio chiarire che la mia non è propaganda politica, non sono qui in veste di candidato o di politico ma solo per esercitare la mia professione”, aveva chiarito in quell’occasione Sarno, dopo che i ristoratori hanno chiesto il suo sostegno e il legale si è offerto di difenderli gratuitamente, in segno di solidarietà per la fase difficile che stanno attraversando a causa della pandemia, costretti a lavorare solo con asporto e delivery. Un prossimo incontro potrebbe esserci già nelle prossime ore, per definire anche la modalità della protesta pacifica. Rita Mazzotti: “Per lo Stato la mia attività non è essenziale ma per me è tutto” di Monica De Santis “Non mi posso più permettere di stare chiusa perché oramai i costi sono diventati veramente insostenibili”. Rita Mazzotti, titolare del Gran Blues Cafè di via Ligea ha deciso. Da mercoledì 7 aprile riaprirà per tutta la giornata ai suoi clienti. “Sono 14 mesi che viviamo così. Le attività del settore della ristorazione sono quelle che hanno subito maggiori imposizioni da parte del Ministero della Sanità. Disposizioni molto più restrittive e che per metterle in pratica ci hanno visto anche investire anche un bel po’ di soldi. Quindi a noi ci hanno imposto regole severe, rispetto agli autogrill, ai supermercati ed altri, però noi siamo chiusi e loro aperti. Io non me lo posso più permettere, i
miei dipendenti hanno bisogno di lavorare, hanno bisogno di andare avanti, abbiamo bisogno di respirare. Per questo Io apro”. Il bar ristorante di Rita Mazzotti conta in tutto 70 posti a sedere… “Ma onde evitare qualsiasi tipo di problema predisporrò solo 40 posti a sedere, garantendo quindi un distanziamento tra i tavoli superiore ad un metro. Aprirò la mattina come sempre, e resterò aperta fino a sera, offrendo anche il servizio di ristorante a pranzo e a cena”. Non ha paura di prendere un verbale per questa apertura non legale? “Nessuna paura. Attualmente, per me ogni tipo di verbale che potrebbero farmi vale carta straccia. Prima dello scoppio della pandemia avevo 5 dipendenti. Ora tre di questi, visto che il contratto sta scadendo mi hanno chiesto di non rinnovarlo perchè così possono accedere alla disoccupazione. E tra le altre cose di questi tre dipendenti una di loro in 14 mesi non ha ancora avuto un euro di cassa integrazione”. Martedì oltre a lei, nel locale torneranno a lavorare tutti i suoi dipendenti? “No verranno solo due di loro, poi ovviamente se riprenderemo a lavorare bene chiamerò anche gli altri. Quello che mi auguro è di lavorare, anche perchè io vivo di questo, lo so che per lo Stato il mio locale non è essenziale ma per me si. Senza contare che ogni mese ho 2400 euro di fitto da pagare, e questi soldi non me li da nessuno”. Vincenzo Penna: “Dopo 14 mesi sono stanco, mercoledì il mio pub torna aperto al pubblico” di Monica De Santis “Sono 14 mesi che stiamo chiusi, abbiamo investito soldi e
sacrifici per metterci in regola con le normative imposte dal governo Conte, abbiamo avuto ristori che sono stati ridicoli ed insufficienti e che non sono serviti neanche a pagare il fitto del locale per tutti questi mesi. Senza contare che nella campagna vaccinale non siamo stati nominati neanche per errore. Siamo gli ultimi, quelli che possono essere sacrificati, perchè siamo noi quelli che facciamo diffondere il virus secondo gli scienziati che in questi mesi hanno solo fatto ipotesi ma non risolto davvero la situazione. Adesso basta, Io Apro”. Si sfoga così Vincenzo Penna, titolare del Black Roses Irish Pub, in via Vinciprova a Salerno. Penna è stanco e dopo mesi di chiusura della sua attività, adesso ha deciso di aprire. E così da mercoledì 7 aprile il suo pub, frequentato principalmente da ragazzi torna ad aprire le sue porte e ad accogliere al suo interno i clienti che potranno sedersi e consumare al tavole le pietanze che vengono preparate. “Ho valutato il rischio. Tra lo stare chiuso e il rischiare di prendere un verbale. Meglio un verbale che perdere incasso che nessuno mi restituirà mai. E visto che ho speso tanti soldi per adeguare il mio locale alle disposizioni imposte allora voglio e starò aperto. Anche perchè questa chiusura imposta al mondo della ristorazione è assurda. Perchè noi dobbiamo stare chiusi e poi i ristoranti sugli autogrill invece possono funzionare e tra le altre cose far sedere, senza alcun distanziamento, le persone ai tavoli una vicina ad un’altra. Che differenza c’è tra loro e noi. Perchè loro si e senza dover rispettare le norme imposte e noi no, nonostante abbiamo speso tanti soldi. Nessuno ha risposto alle nostre domande, mai. E allora Io apro. - prosegue Penna – Da martedì alle ore 19 i miei clienti potranno tornare nel mio pub e sedersi al tavoli e potranno stare tranquilli perchè il locale è stato santificato e verrà sanificato tutti i giorni, abbiamo dispenser per il gel per le mani, abbiamo messo cartelli Anticovid, comprato termometri per controllare la temperatura dei clienti, ci preoccuperemo di segnare su di un apposito quadrno i dati dei clienti per ogni evenienza. Ad ogni tavolo faremo sedere un massimo di 4 persone e tutti i tavoli sono
stati distanziati tra di loro. Ogni cliete potrà togliere la mascherina solo quando sarà seduto al tavolo e la dovrà indossare quando andrà in bagno oppure uscirà fuori per fumare una sigaretta”. Campania in zona rossa ma con scuole aperte fino alla prima media di Monica De Santis Ancora rosso è il colore assegnato alla Campania. Sicuramente la zona rossa è stata prolungata per i prossimi 7 giorni, ma la possibilità di rimanerci fino al prossimo 20 aprile è altisimo. Dunque dal Ministero della Salute si fa un passo indietro rispetto a ciò che si prospettava negli ultimi giorni. Il passaggio da rosso ad arnacione viene bloccato su decisione della cabina di regia Iss col ministero della Salute. Quindi ancora chiusi ristoranti e bar tranne che per domicilio e asporto, barbieri , parrucchieri, estetisti, gioiellerie, abbigliamento uomo e donna, calzature e articoli d’artigianato. La motivazione per la quale la Regione Campani a resta in zona rossa sta nell’indice dell’RT che risulta superiore a 1,25. In Campani, infatti, l’indice di contagio Rt è 1.33, con picchi che arrivano anche al 1.36. Resta il fatto che da martedì, pur rimanendo in zona rossa le scuole, o comunque una parte di esse riapriranno. Tornano a scuola gli alunni dalle sezioni dell’infanzia fino alla prima classe di scuola media. Restano in DaD la seconda e terza media, le scuole superiori e le università. Resta il fatto che comunque da martedì anche rimanendo ancora in zona rossa possono
frequentare la scuola in presenza: gli alunni per l’uso dei laboratori; gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali per i quali sia più opportuna la scuola in presenza; altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, ai fini di una effettiva inclusione. In zona rossa restano, ancora, chiusi i centri commerciali nel weekend. Restano vietati gli spostamenti tra regioni. La mobilità sarà consentita solo per motivi di salute, necessità e urgenza. Si potrà sempre invece raggiungere il proprio domicilio e la propria residenza. Niente visite a parenti e amici con deroga a due persone con minori under 14 al seguito. Palestre e piscine restano chiuse: l’apertura è rimandata a maggio mentre l’attività motoria sarà consentita soltanto in prossimità della propria abitazione, come avviene già ora. Con il nuovo decreto di aprile, lo ricordiamo passa in vigore anche lo scudo penale per medici e infermieri, o chiunque altro somministri il vaccino anti covid. La norma retroattiva esclude la responsabilità del personale sanitario per i delitti di omicidio colposo e lesioni personali colpose, conseguenti alla somministrazione di un vaccino in caso di osservanza delle regole cautelari relative all’attività di vaccinazione. Il decreto prevede anche lo sblocco dei concorsi (circa 110mila posti) e introduce procedure concorsuali semplificate. Tra le principali novità il dl prevede una prova scritta e una prova orale nei soli concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale. Sono esclusi dalle procedure semplificate i concorsi per alcune categorie tra cui magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello Stato, professori universitari, appartenenti al comparto sicurezza e difesa, personale della carriera diplomatica e prefettizia.
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