Il messaggio di auguri ai Diocesi

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Il messaggio di auguri ai
fedeli     della      Diocesi
di Salerno, Campagna e Acerno
di Monsignor Andrea Bellandi
di Monica De Santis

Nella giornata della Santa Pasqua arriva a tutti i fedeli
della diocesi di Salerno, Campagna e Acerno, il messaggio di
auguri dell’Arcivescovo Metropolita, Monsignor Andrea
Bellandi. Nel suo messaggio Bellandi si rivolge ai fedeli per
“condividere qualche breve pensiero nella domenica di Pasqua,
che viviamo ancora nel contesto drammatico della pandemia.
Papa Francesco nella Domenica delle Palme, riferendosi
all’emergenza e facendosi voce del pensiero di ciascuno ha
detto che “l’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno
siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante”.
Bellandi parla anche della sofferenza dei giovani e dei
bambini e di coloro che hanno perso, a causa della malattia,
familiari, amici e colleghi di lavoro. “In questa situazione
storica e sociale, dove il mistero del male miete
inesorabilmente le proprie vittime, Dio cosa fa? Non usa la
bacchetta magica annullando il male e realizzando un mondo
perfetto ma a discapito della libertà; non interviene colpendo
a morte i cattivi con il rischio – si legge nel Vangelo – di
eliminare anche il buon grano insieme alla zizzania; non si
ritrae sdegnato dal mondo contemporaneo quasi pentendosi di
averlo creato e consegnato a delle creature così ribelli e
malvagie. No, egli, nel suo Figlio Gesù prende la croce, cioè
si fa carico del male – fisico, psicologico e soprattutto
spirituale – che tale realtà comporta e lo “con-patisce”,
ovvero lo assume in sé stesso per redimerlo e trasformarlo. Lo
fa anche per liberare ognuno di noi dal potere delle tenebre,
dalla superbia, dalla resistenza ad amare e a lasciarsi amare.
Tutto ciò solo l’amore di Dio può realizzarlo pienamente, solo
il Suo Amore con la “A” maiuscola”. E prosegue ancora il
vescovo della diocesi salernitana “Dalle sue piaghe siamo
stati guariti”, dice l’apostolo Pietro, cioè dalla sua morte
siamo stati rigenerati, tutti noi(…) La croce di Cristo ha
rivelato, da una parte, il dominio che il sacrificio ha sulla
vita di tutti gli uomini; dall’altra, che il suo significato
non è necessariamente negativo, anzi misteriosamente positivo:
è la condizione perché gli uomini raggiungano il loro destino
(…). Ma Dio non ha abbandonato il Suo Figlio Gesù
nell’oscurità della morte, al potere del nulla: lo ha
risuscitato il mattino di Pasqua, così che la vita si
affermasse come orizzonte di positività certa per il destino
di ogni uomo: «Tutte le domande e le incertezze, le esitazioni
e le paure sono fugate da questa rivelazione. Il Risorto ci dà
la certezza che il bene trionfa sempre sul male, che la vita
vince sempre la morte e la nostra fine non è scendere sempre
più in basso, di tristezza in tristezza, ma salire in alto. Il
Risorto è la conferma che Gesù ha ragione in tutto: nel
prometterci la vita oltre la morte e il perdono oltre i
peccati» (papa Francesco). Sia, perciò, a partire da quel
mattino di più di duemila anni fa, anche la nostra
partecipazione alla croce attraversata da una gioia sicura: la
Risurrezione! È questo annuncio, che diventa esperienza di
cambiamento reale nella vita di chi lo accoglie; è questo ciò
che i cristiani hanno la responsabilità di far risuonare in un
mondo altrimenti avvinto dalla disperazione e dal subdolo
virus del nichilismo; è questo stesso annuncio, ciò che gli
apostoli hanno fatto risuonare duemila anni fa e che rimane
l’unica, concreta e vera “buona notizia”: «Questo Gesù, Dio lo
ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (Atti 2,32)”.
“Non sospendere tassa di
soggiorno”, la richiesta di
sette albergatori salernitani
di Erika Noschese

Non sospendere la tassa di soggiorno e creare un meccanismo di
sostegno alle imprese. È la richiesta che sette albergatori
della città di Salerno hanno avanzato all’amministrazione
comunale, attraverso una lettera indirizzata al sindaco di
Salerno, Vincenzo Napoli. Portavoce dell’iniziativa
l’imprenditore Antonio Ilardi, titolare del Polo Nautico che
martedì mattina incontrerà il primo cittadino per trovare
soluzioni e discutere delle istanze presentate dagli
albergatori che chiedono di destinare il 50% della tassa di
sostegno come fondo sostegno locale per le strutture
ricettive. “Se un albergo ha 100 ospiti, guadagnerebbe 300
euro dalla tassa di soggiorno e si vedrebbe destinato 150 euro
dal fondo sostegno”, ha spiegato Ilardi che si schiera contro
la decisione della giunta comunale di Salerno di sospendere
fino al prossimo 12 dicembre l’imposta. Una decisione, questa,
che sarà presa proprio dal consiglio comunale, che dovrà
votare a favore o contro il provvedimento. “Con chiarezza
esprimo contrarietà alla sua sospensione, richiedendo che,
prima di procedere, si avvii un confronto sul tema con le
strutture ricettive alberghiere ed axtra alberghiere – ha
scritto Antonio Ilardi – La ripresa degli arrivi non risulterà
dipendente dall’esistenza o meno dell’imposta di soggiorno,
restando,      invece,     subordinata      prevalentemente
all’implementazione e al positivo esito della campagna
vaccinale di contrasto al Covid-19, nonché all’adozione di
ogni altra misura sanitaria finalizzata a garantire ai turisti
le più adeguate condizioni di sicurezza oltre al complessivo
grado di attrattività del Territorio”. Per l’imprenditore
salernitano, infatti, in tale contesto, più che agevolare la
domanda, la cui dinamica non dipende dall’intensità marginale
dei prezzi ma dalle condizioni sopra esposte, occorre
sostenere l’offerta turistica piagata da mesi di sostanziale
assenza di incassi, tanto che migliaia di strutture ricettive
hanno radicalmente ridotto o addirittura sospeso la propria
operatività e decine di migliaia di lavoratori sono posti in
trattamento di integrazione salariale. Da qui la proposta: “Si
utilizzino, quindi, questi incassi per sostenere le imprese e
favorire una campagna di promozione del Territorio. Se è vero,
come è vero, che la ricchezza finanziaria degli italiani è
aumentata nell’ultimo anno di 139 miliardi di euro, non
saranno i 3 euro dell’imposta di soggiorno a motivare o meno
un turista a venire a Salerno”. Intanto, già nella mattinata
di martedì il sindaco Napoli dovrebbe dare una prima risposta
alle istanze presentate dai sette albergatori.

“Pazienti        dimenticati
dall’Usca”, la denuncia della
Cisl Medici
di Erika Noschese

Pazienti abbandonati dall’Usca dopo l’accertamento della
positività; tenuti in casa fino ad una saturazione al limite;
impossibilità di comunicare telefonicamente; attese infinite.
Sono solo alcune delle problematiche relative all’unità
speciale di continuità assistenziale denunciate dalla Cisl
Medici che continua a segnalare alla direzione aziendale le
criticità rilevate in ambito sanitario. Le Unità Speciali di
Continuità Assistenziale, istituite per decongestionare 118 ed
ospedali, e dare una adeguata assistenza ai pazienti Covid
positivi presso il loro domicilio, “al momento senza un valido
coordinamento ed un adeguato supporto tecnico sono diventate
un carrozzone inutile che mortifica i medici che vi operano e
lascia insolute le esigenze dei pazienti che sono
completamente abbandonati. Fortunatamente è un fenomeno che
riguarda non tutti I Distretti Sanitari di Base ma solo alcuni
ed in particolare i territori che da 18 mesi sono vacanti di
titolari. Ripetutamente abbiamo comunicato alla direzione
aziendale di colmare i vuoti e non abbandonare al loro destino
parte di cittadini della provincia”, ha dichiarato
l’organizzazione sindacale. Nei giorni scorsi, infatti, le
segreterie aziendali della direzione medica, veterinaria e
sanitaria dell’Anaao Assomed, Cgil Fp, Cimo, Fassid,
Federazione Cisl Medici, Fesmed, Fvm, Uil Medici hanno inviato
una nota al direttore generazione dell’Asl per evidenziare
tutte le problematiche esistenti, anche dopo aver offerto il
loro contributo affinché si potesse fornire una sanità
migliore, pur nelle sopravvenute difficoltà. Tra queste anche
il fatto che i pazienti con tamponi falsamente positivi che
vengono “controllati” dopo settimane, lasciando inutilmente in
quarantena interi nuclei familiari; pazienti che per intere
giornate hanno chiamato i numeri di telefono delle Usca
territoriali senza mai ricevere risposta da parte di nessuno,
perché in alcuni distretti non si è pensato di impegnare
personale per rispondere alle continue richieste, né si è
pensato di dotare di telefoni aziendali i Sanitari dell’Usca.
Da qui la richiesta di un confronto con l’azienda sanitaria
locale, anche nel rispetto dei dipendenti dell’Usca che hanno
firmato un regolare contratto di ingaggio che li impegna per
12 ore diurne – dalle 8 alle 20 – eppure in qualche distretto
li si vorrebbe obbligare ad una sorta di reperibilità h 24 e
considerando anche si stanno impiegando i medici ingaggiati
per lo svolgimento di attività proprie di altri dirigenti. “Si
pretende che i medici che vi operano utilizzino per le
attività istituzionali le proprie auto, anche per chi l’auto
non ce l’ha, perché le auto di servizio occorrono per altri
compiti di vitale importanza come accompagnare i dirigenti
alle riunioni. Qualora poi si abbia la fortuna di avere in
dotazione delle auto di servizio queste risultano
insufficienti per le unità mediche disponibili tanto da
obbligarle ad uscire tutte insieme riducendo notevolmente gli
interventi – hanno dichiarato le organizzazioni sindacali
nella diffida presentata ai vertici della Asl di Salerno- Non
si è provveduto a fornire la strumentazione per la diagnostica
ematica e strumentale necessaria per la gestione dei pazienti
Covid + presso il domicilio”.

Il    consigliere   Antonio
D’Alessio:     “Un    passo
indietro? Con maggioranza è
un capitolo definitivamente
chiuso”
di Erika Noschese

Il rinvio delle elezioni amministrative, la zona rossa e la
settimana Santa hanno inevitabilmente rallentato la macchina
organizzativa per le prossime elezioni comunali di Salerno. Ad
oggi, l’obiettivo per i sei consiglieri che nei mesi scorsi
hanno lasciato la maggioranza per aderire all’opposizione e
dar vita ad Oltre sono ancora al lavoro per mettere in campo
una grande coalizione civica che possa offrire ai cittadini
salernitani – che tra il prossimo 15 settembre e 15 ottobre
torneranno alle urne per il rinnovo delle cariche a Palazzo di
Città – un’alternativa all’amministrazione Napoli. Intanto, il
consigliere Antonio D’Alessio replica all’appello lanciato dal
vicesindaco e assessore all’Urbanistica e Mobilità Mimmo De
Maio che, ospite di “Tribuna politica”, ha invitato i
dissidenti a “rifletterci”: “No, la maggioranza deve fare un
passo indietro, non noi”, ha infatti dichiarato D’Alessio, tra
i fondatori di Oltre. Mancano sei mesi alle elezioni
amministrative, c’è tempo per lavorare alle coalizioni ma
soprattutto sul territorio. Oltre a che punto è? “Noi stiamo
lavorando, il rinvio ha disposto tempi più rallentati e con la
settimana Santa è chiaro che, in questo momento, c’è da
prendere qualche giorno in più. Resta ferma l’idea di voltare
pagina, cambiare e creare le condizioni affinché la città
venga amministrata in maniera più partecipata e più inclusiva.
Questo è il fil rouge che detta ogni progetto e prospettiva:
offrire alla città la possibilità, per i cittadini, le
associazioni, ordini professionali, categorie e componenti, di
far sentire di più la propria voce perché in questi periodi
purtroppo non è accaduto”. Coesione, unità ma soprattutto una
grande coalizione civica. Si parla di incontri con il
centrodestra, Salerno in Comune, i Figli delle Chiancarelle e
così via. È ancora aperto il dialogo in questo senso? “Io non
parlerei di dialogo con il centrodestra o la sinistra. La
verità è che si prova a proiettare nella città del futuro
un’idea di amministrazione più aperta. È tutto qua. Tutti
questi che vogliono un’alternativa alla modalità con la quale
è stata amministrata la città negli ultimi anni partecipano
all’idea di una città nuova, un confronto continuo, ancora in
evoluzione con la conseguente idea che può venir fuori.
L’obiettivo è creare un’alternativa, in politica si parla con
tutti ma poi bisogna trovare le modalità giuste per dare voce
nella sua interezza e non con una classe amministrativa
chiusa, non predisposta all’ascolto”. Recentemente, il vice
sindaco e assessore Mimmo De Maio – ospite del nostro format
Tribuna Politica – vi ha teso la mano, lanciandovi un invito a
riflettere. Sareste pronti a fare un passo indietro? “No, la
maggioranza deve fare un passo indietro, non noi. Rispetto e
faccio i miei migliori auguri a Mimmo De Maio per questo lasso
di tempo nel quale eserciterà la funzione; noi, un passo
indietro nel senso di tornare alla vecchia amministrazione non
siamo disponibili”. La maggioranza Napoli è un capitolo
definitivamente chiuso? “Sì, assolutamente”. Il nome del
candidato sindaco è sempre l’ultima scelta, si parla prima di
programmi… “E’ ancora chiusa la situazione, ognuno ha una sua
idea ma stiamo provando a costruire qualcosa di inclusivo e
conclusivo. La priorità resta il programma”. Quale dovrebbe
essere il primo punto del programma elettorale? “Noi vogliamo
offrire la possibilità di tavoli sui quali i cittadini vengono
ascoltati e, naturalmente, i consiglieri comunali saranno lo
strumento attraverso il quale la città viene rappresentata,
non scelte non condivise con i consiglieri comunali e questo
lo abbiamo sottolineato fin dall’inizio”. La Campania resta
ancora in zona rossa anche dopo Pasqua. Ci sono state e ci
saranno proteste da parte di commercianti e Partite Iva. Molti
hanno già annunciato la riapertura il 7 aprile… “Noi siamo
vicini ai commercianti, bisogna mantenere la calma ed evitare
manifestazioni di protesta che possono essere destabilizzanti
per l’intera comunità. Un’amministrazione che si rispetti deve
essere punto di riferimento e al momento questo non si riesce
ad avere. Il disorientamento dei commercianti lo comprendiamo
ma bisogna evitare azioni di protesta non costruttive ma
l’amministrazione, in questo momento, non produce certezze,
punti di riferimento, non riesce ad essere riferimento per la
città e i cittadini”.

Frana  a   Giovi,                          disposto
studio geologico
di Erika Noschese

Un sondaggio geologico per la caratterizzazione geo-gnostica
dei terreni, in località Giovi. Dopo la consistente quantità
di pioggia, abbattutasi il 14 dicembre ultimo scorso, che ha
colpito duramente le frazioni collinari di Salerno causando la
caduta di alberi e frane lungo tutta la strada che collega la
città con Giovi, l’amministrazione comunale di Salerno,
guidata dal sindaco Vincenzo Napoli corre ai ripari. Il
settore Strutture comunali ufficio strade e fogne ha infatti
autorizzato i sondaggi geologici per la caratterizzazione geo-
gnostica dei terreni in località Giovi, per un totale di
9.680,00 euro per determinare le caratteristiche tecniche dei
terreni e delle rocce. Durante il violento temporale che ha
colpito la città nel mese di dicembre, infatti, la situazione
peggiore, si è avuta a Giovi casa De Rosa, dove è crollata
parte di via Madre Teresa di Calcutta e Santa Maria dei Campi,
pertanto si è reso necessario transennare l’intera area –
installando il senso unico alternato – per consentire gli
abitanti della zona la ripresa della viabilità. Gli interventi
per il ripristino strutturale e la messa in sicurezza
definitiva della strada comunale, l’amministrazione procederà
mediante il Consorzio Stabile Campania attuale affidataria
degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria
delle zone collinari; interventi verranno eseguiti
successivamente alla realizzazione dei sondaggi geologici – da
redigersi da parte di un professionista esterno – per la
presentazione dei calcoli strutturali al Genio Civile di
Salerno. Si tratta, nello specifico, si tre sondaggi a
carotaggio continuo spinti fino alla massima profondità di 30m
p.c.; prelievo di 4 campioni indisturbati a quote concordate
con i progettisti; prove Spt per intervalli di profondità
significativi o su indicazione dei progettisti; fornitura di
cassette catalogatrici; prospezione geofisica in foro tipo Dh
con intervallo di letture ogni 2.m; una caratterizzazione
sismica con metodo Masw, una tecnica di indagine non invasiva
che si basa sulla misura delle onde superficiali eseguita in
corrispondenza di diversi sensori posti sulla superficie del
suolo oltre e ad un’analisi di laboratorio geotecnico su
campioni prelevati: 4 granulometria con determinazione della
frazione più fine; 4 prove di taglio (determinazione coesione
drenata/non drenata); 4 caratteristiche fisiche; 2 limiti di
atterberg solo su campione argilloso ed una redazione dei
report di campagna-comprensivi di stratigrafie, documentazione
fotografica – elaborazione dati geofisici, quantificando il
tutto in 11mila euro. Ad occuparsi dell’intervento lo studio
di Geologia Tecnica di D’onofrio Giuseppe.

Gli operatori ecologici si
difendono: “Le critiche non
sono veritiere, problemi ci
sono ma aiuti no”
di Erika Noschese

Si difendono dalle accuse gli operatori della Salerno Pulita
che rispediscono al mittente ogni accusa. Ieri mattina,
esasperati dai continui attacchi e dalla importante presa di
posizione non solo da parte del comitato cittadino ma anche e
soprattutto da parte dell’amministrazione comunale hanno
deciso di provare a mettere un punto definitivo a questa
vicenda, scandita da continue accuse. “Noi abbiamo constatato
e abbiamo fatto vedere anche ad altre persone che non sono
critiche veritiere rispetto a quelle che sono le condizioni
attuali. Stiamo lavorando per migliorare sempre di più il
servizio”, ha dichiarato Cristian Cannavale, spiegando di aver
chiesto più volte al settore ambiente una serie di innovazioni
o situazioni che servono solo a migliorare e rendere il
servizio più efficace, soprattutto per la città. “Per quanto
riguarda le istanze presentate dal comitato ci sono difficoltà
e noi stiamo cercando di trovare delle soluzioni; quello che
noi chiediamo – ed è quanto recita anche il contratto di
servizio – è che laddove ci siano criticità e difficoltà, ci
sia un contraddittorio sul posto, non un’istanza lasciata là
senza poter replicare e palesare le difficoltà giornaliere”,
ha poi aggiunto l’operatore della società partecipata del
Comune di Salerno che, in questi giorni, deve fare i conti con
un nuovo caos: le dimissioni del presidente Antonio Ferraro
che solo una settimana fa ha detto addio alla Salerno Pulita:
“Con le dimissioni del presidente, la situazione non diventa
più caotica perché c’è un gruppo organizzato che porta avanti
le idee e l’organizzazione che ci siamo dati – ha aggiunto
Cannavale – Sicuramente, con la figura di un amministratore, e
una continuità in questo senso, si riesce a rendere più
efficaci tutte le operazioni che si vanno a fare”. Da qui poi
la richiesta all’amministrazione comunale di dare un supporto
ad una società del Comune di Salerno e di dare una prospettiva
futura rispetto ad un’organizzazione di 470 dipendenti. Se, ad
oggi, il centro storico vive in condizioni di degrado la colpa
è attribuibile anche ai comportamenti incivili dei residenti.
Le zone più “complesse”, da questo punto di vista, sono Vicolo
Porta Rateprandi, San Giovanniello: “noi tutte le mattine
passiamo e dopo poche ore vengono depositati rifiuti che non
sono neanche conformi alla tipologia della riforma”, ha
aggiunto Cannavale. Gli operatori ecologici sono ormai
esasperati da queste continue accuse e molti chiedono un
intervento decisivo da parte dell’amministrazione comunale:
“Conosciamo la situazione precaria, a causa della pandemia e
nessuno di noi si permetterebbe di non lavorare e non svolgere
le proprie mansioni sapendo che a fine mese a noi arriva lo
stipendio”, ha chiarito un dipendente della Salerno Pulita che
chiede di mettere a tacere le polemiche e di terminare la
“guerra” contro gli operatori. Molti confermano infatti di
rispettare in toto gli impegni, come previsto dal contratto e,
soprattutto, di essere operativi al centro storico ogni
giorno. Intanto, i residenti rilanciano la proposta
all’amministrazione       di   installare    telecamere     di
videosorveglianza, in punti strategici per “beccare” i
responsabili del sacchetto selvaggio. Nei mesi scorsi, il
sindaco Napoli, accompagnato dall’assessore Angelo Caramanno e
dalla consigliera Sara Petrone hanno effettuato un sopralluogo
per constatare le reali condizioni della zona confermando,
proprio in quell’occasione, che le telecamere installate
attualmente non sono in grado di dare risposte sui cittadini
incivili, anche considerando che molte non sono funzionanti,
rendendo impossibile un’eventuale identificazione ed una
conseguente sanzione amministrativa per scongiurare nuovi
episodi simili.

Protesta dei ristoratori,
l’avvocato Sarno si schiera
con loro: a breve riapriranno
di Erika Noschese

Dalle parole ai fatti. Nei giorni scorsi, l’avvocato penalista
Michele Sarno ha incontrato i ristoratori salernitani per
offrire il suo sostegno professionale, in vista dei prossimi
sviluppi. Nella giornata di ieri è infatti stata confermata la
zona rossa per la Campania e già nel corso delle scorse
manifestazioni di protesta i ristoratori hanno anticipato di
essere intenzionati a riaprire, il prossimo 7 marzo. Nei
prossimi giorni, i ristoratori – con il sostegno dell’avvocato
Sarno – valuteranno il da farsi. “Credo che la protesta ci
sarà”, ha anticipato l’avvocato penalista, candidato sindaco
per la città di Salerno ma, ha aggiunto, “è una decisione che
spetta a loro, alla categoria e io non posso incidere sulle
loro scelte”. Il legale, proprio in occasione della
manifestazione di protesta tenutasi la scorsa settimana in
piazza Amendola e proseguita lungo tutto il corso cittadino,
ha offerto il suo sostegno, a livello professionale. “Voglio
chiarire che la mia non è propaganda politica, non sono qui in
veste di candidato o di politico ma solo per esercitare la mia
professione”, aveva chiarito in quell’occasione Sarno, dopo
che i ristoratori hanno chiesto il suo sostegno e il legale si
è offerto di difenderli gratuitamente, in segno di solidarietà
per la fase difficile che stanno attraversando a causa della
pandemia, costretti a lavorare solo con asporto e delivery. Un
prossimo incontro potrebbe esserci già nelle prossime ore, per
definire anche la modalità della protesta pacifica.

Rita Mazzotti: “Per lo Stato
la   mia   attività    non   è
essenziale ma per me è tutto”
di Monica De Santis

“Non mi posso più permettere di stare chiusa perché oramai i
costi sono diventati veramente insostenibili”. Rita Mazzotti,
titolare del Gran Blues Cafè di via Ligea ha deciso. Da
mercoledì 7 aprile riaprirà per tutta la giornata ai suoi
clienti. “Sono 14 mesi che viviamo così. Le attività del
settore della ristorazione sono quelle che hanno subito
maggiori imposizioni da parte del Ministero della Sanità.
Disposizioni molto più restrittive e che per metterle in
pratica ci hanno visto anche investire anche un bel po’ di
soldi. Quindi a noi ci hanno imposto regole severe, rispetto
agli autogrill, ai supermercati ed altri, però noi siamo
chiusi e loro aperti. Io non me lo posso più permettere, i
miei dipendenti hanno bisogno di lavorare, hanno bisogno di
andare avanti, abbiamo bisogno di respirare. Per questo Io
apro”. Il bar ristorante di Rita Mazzotti conta in tutto 70
posti a sedere… “Ma onde evitare qualsiasi tipo di problema
predisporrò solo 40 posti a sedere, garantendo quindi un
distanziamento tra i tavoli superiore ad un metro. Aprirò la
mattina come sempre, e resterò aperta fino a sera, offrendo
anche il servizio di ristorante a pranzo e a cena”. Non ha
paura di prendere un verbale per questa apertura non legale?
“Nessuna paura. Attualmente, per me ogni tipo di verbale che
potrebbero farmi vale carta straccia. Prima dello scoppio
della pandemia avevo 5 dipendenti. Ora tre di questi, visto
che il contratto sta scadendo mi hanno chiesto di non
rinnovarlo perchè così possono accedere alla disoccupazione. E
tra le altre cose di questi tre dipendenti una di loro in 14
mesi non ha ancora avuto un euro di cassa integrazione”.
Martedì oltre a lei, nel locale torneranno a lavorare tutti i
suoi dipendenti? “No verranno solo due di loro, poi ovviamente
se riprenderemo a lavorare bene chiamerò anche gli altri.
Quello che mi auguro è di lavorare, anche perchè io vivo di
questo, lo so che per lo Stato il mio locale non è essenziale
ma per me si. Senza contare che ogni mese ho 2400 euro di
fitto da pagare, e questi soldi non me li da nessuno”.

Vincenzo Penna: “Dopo 14 mesi
sono stanco, mercoledì il mio
pub torna aperto al pubblico”
di Monica De Santis

“Sono 14 mesi che stiamo chiusi, abbiamo investito soldi e
sacrifici per metterci in regola con le normative imposte dal
governo Conte, abbiamo avuto ristori che sono stati ridicoli
ed insufficienti e che non sono serviti neanche a pagare il
fitto del locale per tutti questi mesi. Senza contare che
nella campagna vaccinale non siamo stati nominati neanche per
errore. Siamo gli ultimi, quelli che possono essere
sacrificati, perchè siamo noi quelli che facciamo diffondere
il virus secondo gli scienziati che in questi mesi hanno solo
fatto ipotesi ma non risolto davvero la situazione. Adesso
basta, Io Apro”. Si sfoga così Vincenzo Penna, titolare del
Black Roses Irish Pub, in via Vinciprova a Salerno. Penna è
stanco e dopo mesi di chiusura della sua attività, adesso ha
deciso di aprire. E così da mercoledì 7 aprile il suo pub,
frequentato principalmente da ragazzi torna ad aprire le sue
porte e ad accogliere al suo interno i clienti che potranno
sedersi e consumare al tavole le pietanze che vengono
preparate. “Ho valutato il rischio. Tra lo stare chiuso e il
rischiare di prendere un verbale. Meglio un verbale che
perdere incasso che nessuno mi restituirà mai. E visto che ho
speso tanti soldi per adeguare il mio locale alle disposizioni
imposte allora voglio e starò aperto. Anche perchè questa
chiusura imposta al mondo della ristorazione è assurda. Perchè
noi dobbiamo stare chiusi e poi i ristoranti sugli autogrill
invece possono funzionare e tra le altre cose far sedere,
senza alcun distanziamento, le persone ai tavoli una vicina ad
un’altra. Che differenza c’è tra loro e noi. Perchè loro si e
senza dover rispettare le norme imposte e noi no, nonostante
abbiamo speso tanti soldi. Nessuno ha risposto alle nostre
domande, mai. E allora Io apro. - prosegue Penna – Da martedì
alle ore 19 i miei clienti potranno tornare nel mio pub e
sedersi al tavoli e potranno stare tranquilli perchè il locale
è stato santificato e verrà sanificato tutti i giorni, abbiamo
dispenser per il gel per le mani, abbiamo messo cartelli
Anticovid, comprato termometri per controllare la temperatura
dei clienti, ci preoccuperemo di segnare su di un apposito
quadrno i dati dei clienti per ogni evenienza. Ad ogni tavolo
faremo sedere un massimo di 4 persone e tutti i tavoli sono
stati distanziati tra di loro. Ogni cliete potrà togliere la
mascherina solo quando sarà seduto al tavolo e la dovrà
indossare quando andrà in bagno oppure uscirà fuori per fumare
una sigaretta”.

Campania in zona rossa ma con
scuole aperte fino alla prima
media
di Monica De Santis

Ancora rosso è il colore assegnato alla Campania. Sicuramente
la zona rossa è stata prolungata per i prossimi 7 giorni, ma
la possibilità di rimanerci fino al prossimo 20 aprile è
altisimo. Dunque dal Ministero della Salute si fa un passo
indietro rispetto a ciò che si prospettava negli ultimi
giorni. Il passaggio da rosso ad arnacione viene bloccato su
decisione della cabina di regia Iss col ministero della
Salute. Quindi ancora chiusi ristoranti e bar tranne che per
domicilio e asporto, barbieri , parrucchieri, estetisti,
gioiellerie, abbigliamento uomo e donna, calzature e articoli
d’artigianato. La motivazione per la quale la Regione Campani
a resta in zona rossa sta nell’indice dell’RT che risulta
superiore a 1,25. In Campani, infatti, l’indice di contagio Rt
è 1.33, con picchi che arrivano anche al 1.36. Resta il fatto
che da martedì, pur rimanendo in zona rossa le scuole, o
comunque una parte di esse riapriranno. Tornano a scuola gli
alunni dalle sezioni dell’infanzia fino alla prima classe di
scuola media. Restano in DaD la seconda e terza media, le
scuole superiori e le università. Resta il fatto che comunque
da martedì anche rimanendo ancora in zona rossa possono
frequentare la scuola in presenza: gli alunni per l’uso dei
laboratori; gli alunni con disabilità e con bisogni educativi
speciali per i quali sia più opportuna la scuola in presenza;
altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe
con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare
l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, ai fini di una
effettiva inclusione. In zona rossa restano, ancora, chiusi i
centri commerciali nel weekend. Restano vietati gli
spostamenti tra regioni. La mobilità sarà consentita solo per
motivi di salute, necessità e urgenza. Si potrà sempre invece
raggiungere il proprio domicilio e la propria residenza.
Niente visite a parenti e amici con deroga a due persone con
minori under 14 al seguito. Palestre e piscine restano chiuse:
l’apertura è rimandata a maggio mentre l’attività motoria sarà
consentita soltanto in prossimità della propria abitazione,
come avviene già ora. Con il nuovo decreto di aprile, lo
ricordiamo passa in vigore anche lo scudo penale per medici e
infermieri, o chiunque altro somministri il vaccino anti
covid. La norma retroattiva esclude la responsabilità del
personale sanitario per i delitti di omicidio colposo e
lesioni personali colpose, conseguenti alla somministrazione
di un vaccino in caso di osservanza delle regole cautelari
relative all’attività di vaccinazione. Il decreto prevede
anche lo sblocco dei concorsi (circa 110mila posti) e
introduce procedure concorsuali semplificate. Tra le
principali novità il dl prevede una prova scritta e una prova
orale nei soli concorsi per il reclutamento di personale non
dirigenziale. Sono esclusi dalle procedure semplificate i
concorsi per alcune categorie tra cui magistrati ordinari,
amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello
Stato, professori universitari, appartenenti al comparto
sicurezza e difesa, personale della carriera diplomatica e
prefettizia.
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