David di Donatello 2019: le candidature
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David di Donatello 2019: le candidature La 64esima edizione dei cosiddetti “Oscar italiani”, ovvero quella dei David di Donatello, è ormai imminente: si terrà infatti mercoledì 27 marzo in diretta su Rai Uno, dove la cerimonia torna, dopo le parentesi mediocri su Sky. La conduzione della serata di gala sarà affidata all’esperto Carlo Conti: una sicurezza, nonché un marchio di fabbrica di mamma Rai. L’edizione di quest’anno ha visto l’introduzione di una serie di cambiamenti, tra cui la nomina di una nuova giuria, nuove regole di ammissione dei film e la nascita del David di Donatello dello Spettatore. Il premio sarà assegnato al film uscito entro il 31 dicembre 2018 che avrà ottenuto il maggior numero di spettatori. Il direttore artistico Piera Detassis, al momento dell’annuncio alla stampa delle nominations, ha enunciato tutte le novità di un’edizione che si preannuncia innovativa, progressista, anche più internazionale se possibile. I gloriosi David alla Carriera, quelli più prestigiosi e importanti saranno assegnati al visionario e sognatore regista americano Tim Burton e al nostro Dario Argento, maestro mondiale dell’horror movie. Come per i David speciali alla carriera, anche altri premi sono stati già svelati: il David dello spettatore, assegnato al film che ha registrato più incassi al botteghino, è andato al film A casa tutti bene, opera corale di Gabriele Muccino, già vincitore del Nastro d’argento speciale a tutto il cast; il David al miglior film straniero, va a Roma di Alfonso Cuaròn, già vincitore degli Oscar come miglior film e migliore regia; il David al miglior cortometraggio, infine, è stato assegnato a Frontiera di Alessandro Di Gregorio. Tutti gli altri numerosi premi, verranno svelati la sera del 27 marzo, a fronte di una giuria numerosa che si è già pronunciata in merito. Ovviamente l’attenzione è quasi tutta concentrata sui premi principali, ovvero quelli al miglior film e alla migliore regia e ai quattro dedicati agli attori (miglior attore e miglior attrice, categorie protagonista e non protagonista). Quattro film sono presenti sia nella categoria “miglior film” che in quella dedicata alla “miglior regia”: Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino; Dogman, di Matteo Garrone; Euforia, di Valeria Golino; Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Sulla mia pelle di Alessio Cremonini è invece presente soltanto nella
categoria “miglior film”, così come Capri-revolution, di Mario Martone è presente soltanto in quella alla “miglior regia”. L’impressione, come spesso accade, è che il premio al miglior film e alla miglior regia, andranno a combaciare nel giudizio insindacabile della giuria. Per la categoria “miglior attrice protagonista”, favoritissima la splendida Elena Sofia Ricci, per la superba interpretazione di Veronica Lario nel film Loro, di Paolo Sorrentino, già vincitrice del Nastro d’argento nella medesima categoria. Sue rivali Marianna Fontana per Capri-Revolution, Pina Turco per Il vizio della speranza, Alba Rohrwacher per Troppa grazia, Anna Foglietta per Un giorno all’improvviso. Cinquina fenomenale ed incerta anche quella al “miglior attore
protagonista”: Marcello Fonte – Dogman, Riccardo Scamarcio – Euforia, Luca Marinelli – Fabrizio De André: Principe libero, Toni Servillo – Loro, Alessandro Borghi - (quest’ultimo favoritissimo). Particolare la cinquina della categoria al “miglior attore non protagonista”: dal favorito Massimo Ghini per A casa tutti bene, ad Edoardo Pesce per Dogman, passando per l’onnipresente Valerio Mastandrea (Euforia), collezionista di premi e nominations ai David, fino al compianto Ennio Fantastichini per Fabrizio De André: Principe libero, e Fabrizio Bentivoglio per Loro. Nella stessa categoria al femminile troviamo le seguenti candidature: Donatella Finocchiaro – Capri-Revolution, Marina Confalone – Il vizio della speranza, Nicoletta Braschi – Lazzaro felice, Kasia Smutniak – Loro, Jasmine Trinca – Sulla mia pelle. Considerato anche i numerosi premi minori, precisando quel termine “minori”, come impatto mediatico e non certo per l’impegno o per le professionalità delle competenze messe in atto, a fare la parte del leone è Dogman con 15 nomination, seguito da Capri-Revolution con 13 e Chiamami col tuo nome e Loro con 12 nomination ciascuno. Tutto è pronto dunque per quella che ogni anno, tra critiche e polemiche di ogni tipo, è la serata di gala del cinema italiano, checché se ne dica, sempre vivo e pieno di fresche novità. Milano: nasce il capitolo Italia di Global Women In Pr (GWPR) E’ stato celebrato il 22 marzo a Milano, nell’innovativo hub Le Village by CA, il lancio del capitolo italiano di Global Women in PR, associazione internazionale impegnata a creare opportunità di networking fra donne manager che lavorano nel settore delle PR, della Comunicazione, dei Public Affairs e dell’Advocacy al fine di contribuire a incidere in modo significativo sulla cultura e sul ruolo del valore nella diversità di genere. GWPR è un’associazione no profit fondata nel 2015 nel Regno Unito su iniziativa di Susan Hardwick e Angela Oakes, già Presidenti di Women in PR UK, con l’obiettivo di creare un’opportunità di crescita, integrazione e connessione tra professioniste del settore PR e Comunicazione a livello globale. Fondata in UK nel 2015, GWPR rappresenta una realtà importante di ICCO (International Communications Consultancy Organisation), organizzazione che rappresenta 2.500 Aziende del settore PR e Associazioni Nazionali di Categoria di 48 paesi in tutti i continenti: Europa, Africa, Asia, Americhe e Australasia. GWPR è un’associazione senza scopo di lucro, costituita da una rete internazionale di donne leader nel settore delle PR e della Comunicazione con il proposito di dare vita ad un forte networking globale, creare valore sul tema della diversità di genere, condividere esperienze, idee, progettualità e risorse. L’associazione si impegna inoltre fattivamente su
temi chiave, dalla flessibilità nel lavoro alla parità di retribuzione, per contribuire a realizzare un ambiente professionale e lavorativo più equo e meglio distribuito. Global Women in PR Italia nasce con l’ambizione di concorrere a creare valore, stimolare l’espressione del pieno potenziale e del talento femminile per consentire alle donne un ruolo di leadership capace di lasciare ogni giorno un segno nella società in cui viviamo, fertilizzando un ambito di dialogo, partecipazione e inclusione. GWPR Italia opererà sul territorio dando vita a iniziative e progetti di alto valore, per stabilire relazioni con tutti gli stakeholder, nell’ottica di diffondere maggiore consapevolezza sui valori e sul ruolo della diversità di genere. L’associazione inoltre si impegnerà fattivamente su temi legati al mondo del lavoro con particolare attenzione agli ambiti della flessibilità, dei percorsi di carriera e della parità di retribuzione, per contribuire a sostenere prospettive e modalità più eque e meglio ridistribuite della partecipazione delle donne alla vita professionale. “Nonostante ben due terzi dell’occupazione nell’industria delle PR sia rappresentata da donne, la posizione di CEO, nelle 30 principali agenzie di PR a livello globale, è ricoperta al 78% da figure maschili*” ha dichiarato Angela Oakes, Co-Founder and Joint President, GWPR. “Fare networking nel nostro settore significa offrire alle donne manager un ambiente di incontro non competitivo e collaborativo dove costruire il futuro della nostra Industry, dando vita a nuovi modelli culturali di riferimento per le generazioni future”. G W P R I t a l i a , i l n e t w o rk di riferimento e rappresentanza per le donne manager che operano nell’ambito delle PR e della Comunicazione. “Per molti questo è il secolo delle donne, il secolo dove siamo indistintamente chiamate a contribuire ad un cambiamento di cui tutta la nostra società ha intimamente bisogno. Le donne
portano in dote un potenziale essenziale col quale possono concorrere a nutrire la cultura della diversità, diventando anche portavoce dei valori intrinseci all’intelligenza emotiva, fondata sui processi di consapevolezza, integrazione e quindi generativa di una leadership orizzontale” ha dichiarato Carola Salvato, Fondatrice e Presidente di GWPR Italia e CEO di Havas Life Italia. L’associazione ha ricevuto il riconoscimento e il sostegno di ICCO (International Communications Consultancy Agency) e gode in Italia del supporto incondizionato di Assorel, l’associazione delle imprese di Relazioni Pubbliche e Comunicazione italiane e della piattaforma partecipativa PRHub che ne sosterranno fattivamente la crescita. GWPR Italia Consiglio Direttivo ■ Carola Salvato (CEO Havas Health and YOU Italy), Fondatrice e Presidente ■ Alessandra Malvermi (Managing Partner Sound PR), Fondatrice e Vice-Presidente ■ Cristina Risciotti (Senior Business Advisor OmnicomPRGroup), Fondatrice e Vice-Presidente ■ Antonella Romano (Managing Director & Partner Noesis), Fondatrice e Tesoriere ■ Rossella Rosciano (CEO & PR Manager MiRò Comunicazione), Fondatrice e Consigliere ■ Filomena Rosato (Chairman FiloComunicazione, Presidente Assorel), Fondatrice e Consigliere ■ Elena Silva (Market leader BCW Italia – WPP Group), Fondatrice e Consigliere ■ Rosanna D’Antona (Presidente EUROPA DONNA ITALIA), Consigliere G W P R I t a l i a – d a s x a d x : Carola Salvato (CEO Havas Health and YOU Italy), Fondatrice e Presidente Rossella Rosciano (CEO & PR Manager MiRò Comunicazione), Fondatrice e Consigliere Alessandra Malvermi (Managing Partner Sound PR), Fondatrice e Vice-Presidente Cristina Risciotti (Senior Business Advisor OmnicomPRGroup), Fondatrice e Vice-Presidente Antonella Romano (Managing Director & Partner Noesis), Fondatrice e Tesoriere Angela Oakes – GWPR Co-founder e Joint
President Elena Silva (Market leader BCW Italia – WPP Group), Fondatrice e Consigliere. (Credits: ELISA DUCOLI) *Fonte: GWPR Annual Survey 2017 20 anni senza Stanley Kubrick Il 7 marzo del 1999, a pochi giorni dalla conclusione del montaggio del suo ultimo film Eyes Wide Shut, moriva stroncato da un infarto, a 77 anni, il grande cineasta Stanley Kubrick. Un regista, geniale, irriverente e visionario, leggendario per almeno 3 generazioni (fra cui la mia), che per molti, moltissimi appassionati rappresenta l’essenza stessa della regia; il suo nome è, addirittura, diventato “sinonimo” delle parole regista e cinema. U n a c a r r i e r a l u n g a 5 0 anni, che ci consegna solo 13 film, ma che sono altrettanti pietre miliari del cinema mondiale. Basta scorrere l’elenco per rendersene conto: “Lolita”, “Il dottor Stranamore”, “2001 Odissea nello spazio”, “Arancia meccanica”, “Shining”, “Eyes Wide Shut”, giusto per citare i più celebri. Il suo talento visionario, la cura maniacale per i particolari, il carattere riservato, il suo famigerato controllo assoluto su tutti gli aspetti del film, sono solo alcune delle caratteristiche che ne hanno aumentato la leggenda ed il mito. Stanley Kubrick resta indissolubilmente legato all’arte del cinema e rappresenta, cosa rara, uno dei pochi registi apprezzato da pubblico e critica. I suoi complessi e stratificati film, le sue smaglianti immagini, i suoi spunti narrativi ancora permeano ed influenzano
profondamente, non solo la cultura alta e quella pop, ma il nostro stesso immaginario collettivo. Sareb bero tantis sime le cose da dire su quest o strao rdina rio regist a ed i suoi film (e franc amen te sono un po’ in imbarazzo a scrivere di questo cineasta), ma vi propongo, tredici aneddoti, tanti quanti i suoi film, tredici curiosità, tredici meta-informazioni cinematografiche per farvi conoscere, approfondire, innamorare o ri-innamorare di questo regista. 1. Il primo film fu il cortometraggio/documentario Day of the Fight, è del 1951, ed è basato sul reportage fotografico che lo stesso Kubrick realizzo per la rivista Look con la quale lavorava. Il film segue per un giorno intero la preparazione del pugile Walter Cartier per un combattimento. Fu autoprodotto con un investimento di 3900 dollari e Kubrick stesso si occupò di gran parte delle mansioni della troupe, oltre a quella di regista, infatti, svolse quelle di sceneggiatore, operatore della macchina da presa, direttore della fotografia, montatore e scenografo; 2. Il primo lungometraggio è del 1953, Fear and Desire (Paura e desiderio), dove il regista con una piccola troupe filma le vicende di un plotone disperso dietro le linee nemiche. Il film rappresenta il primo approccio del regista al genere bellico e la prima disamina sull’inutilità e la violenza della guerra, argomenti sui quali tornerà con “Orizzonti di gloria” del 1957, “Full Metal Jacket” del 1987 ed, in parte, con “Barry Lyndon” del 1975. Per girare il film, gli amici del regista raccolsero 1000 dollari con una colletta fra conoscenti e parenti e, lo stesso Kubrick, coinvolse nel progetto suo zio Martin Perveler, agiato proprietario di una catena di farmacie a Los Angeles, che divenne produttore associato e fornì altri 9000 dollari. Il film fu presto ripudiato dal regista, che lo considerava un errore giovanile e che si premurò di limitarne al massimo la diffusione, acquistando e facendo “sparire” gran parte delle copie presenti negli archivi;
3. Il terzo lungometraggio The Killing (Rapina a mano armata) del 1956, viene girato dal regista appena ventottenne con un budget di 330.000 dollari e con una piccola casa di produzione fondata insieme al regista, sceneggiatore e produttore James B. Harris, che produrrà anche “Orizzonti di gloria” e “Lolita”. Il film è un flop al botteghino dove incassa solo 30.000 dollari, ma un successo di critica, alcuni commentatori parlano di Kubrick come il nuovo Orson Welles, inoltre, la pellicola, diventa un vero paradigma del genere noir. Il regista, infatti, decide di adottare uno stile di racconto non consequenziale, ma con struttura diegetica non lineare, con diversi e continui salti indietro e in avanti nel tempo, che rendono lo svolgersi del film complesso ed originalissimo. Questa struttura del racconto sarà ripresa, omaggiata e “saccheggiata” da molti altri registi del genere, tra cui Quentin Tarantino che lo utilizzerà “pari-pari” per “Le Iene” del 1992, Michael Mann per “Heat – La sfida” del 1995 e Paul McGuigan per, il più recente, “Slevin – Patto criminale” del 2006. 4. Il quarto lungometraggio Paths of Glory (Orizzonti di Gloria) del 1957 è il primo film del regista girato con una star hollywoodiana in forte ascesa, Kirk Douglas, che interpreta l’umano colonello Dax. Il film è anche il primo del regista, prodotto da una grande casa di produzione, la United Artists ed è considerato uno dei film più antibellici di sempre. La storia raccontata si ispira ad un fatto realmente accaduto durate la Prima Guerra Mondiale al 336º Reggimento di fanteria francese, comandato dal generale Géraud Réveilhac. Il film è l’occasione per mostrare la grande capacità di Kubrick di utilizzare la tecnica di ripresa in maniera fortemente espressiva. In questo film, ad esempio, il regista utilizza per le scene girate in trincea, il carrello, a precedere e seguire, montato su gomma e non su rotaia, dando alle scene delle ispezioni delle trincee del colonello Dax, una fluidità, un rigore ed una solennità fino allora impensabili. Il film di guerra è originale anche per il fatto che il dramma e la morte sono tutte interne ad un solo esercito: il nemico menzionato, evocato, combattuto, non appare in nessuna scena. Il film farà vincere il Nastro d’argento 1959 a Stanley Kubrick come “Miglior regista straniero”;
5. Il quinto film di Kubrick è il colossal Spartacus del 1959, prodotto ed interpretato da Kirk Douglas, che volle fortemente il regista newyorkese dopo l’abbandono di Anthony Mann, con cui Douglas aveva avuto parecchi contrasti sul set. L’esperienza sarà negativa, Kubrick soffre il fatto di non avere il controllo totale sul film e delle continue intromissioni sulle scelte registiche da parte di Douglas. Il film è, a detta dello stesso regista, il meno kubrickiano dei suoi film, anche se in molte soluzioni tecniche e in moltissime spettacolari riprese, si riconosce lo sguardo e lo stile del regista. Il film vincerà 4 Oscar (Miglior attore non protagonista Peter Ustinov, Miglior fotografia, Miglior scenografia e Migliori Costumi) e sarà un successo al botteghino, ma rappresenta anche il definitivo addio di Kubrick ad Hollywood ed alle politiche delle major, l’anno dopo si trasferirà in Inghilterra, dove realizzerà tutti gli altri suoi film e che non lascerà più fino alla morte; 6. 2001: A Space Odyssey (2001: Odissea nello spazio) l’ottavo lungometraggio di Kubrick è forse il film della storia del cinema con la più ampia letteratura critica, psicologica, filosofica dedicata. Sul film, sul suo significato, sulle sue implicazioni filosofiche, sulla sua influenza nella cultura popolare, sul suo aver ridato dignità al genere fantascientifico, fino allora di serie B, sulle sue innovazioni tecniche e stilistiche, è stato detto e scritto di tutto e risulta davvero arduo trovare un aneddoto per questa lista. Forse i più significativi, fra i tanti, sono due: il primo, legato alla lavorazione durata 4 anni ed ai costi di produzione di quasi 12 milioni di dollari di cui 6 milioni e mezzo solo per gli effetti speciali; il secondo, legato al fatto che questo film fa vincere a Kubrick l’unico Oscar della sua carriera, quello per gli effetti speciali ai quali aveva lavorato personalmente;
7. A proposito di Oscar, Stanley Kubrick ricevette nel corso della sua carriera 13 Nomination (tra cui 3 per il “Miglior Film” e 4 per la “Miglior Regia”), ma non ne vinse nemmeno uno. Come abbiamo detto, l’unico Oscar che vinse fu quello per i Migliori Effetti Speciali nel 1969 per 2001: Odissea nello spazio. 8. 2001 Odissea nello spazio sarebbe dovuto cominciare con una serie di interviste a scienziati, filosofi, ingegneri ed astronomi, che avrebbero dovuto parlare di evoluzione, intelligenza artificiale, viaggi spaziali e vita extraterrestre; il progetto fu poi abbandonato dal regista e le interviste già fatte a personalità del calibro di Isaac Asimov, Aleksandr Oparin, Margaret Mead, finirono poi nel libro “Stanley Kubrick. Interviste extraterrestri”; 9. Arancia meccanica del 1971 è il nono film realizzato dal regista, il primo degli anni ’70. Fu un successo planetario sia di critica che di pubblico, la censura fu molto severa in tutta Europa, soprattutto in Inghilterra, Germania ed Italia; addirittura in Inghilterra e Germania il regista fu costretto a ritirare la pellicola dalle sale per un certo periodo, poiché molti giovani affascinati dall’ultraviolenza cominciarono ad imitare i comportamenti dei protagonisti del film. In Italia ebbe prima il divieto a 18 anni fino al 1998 poi abbassato a 14 anni ed ebbe il suo primo passaggio televisivo nel 2007 sul canale La7, ben 35 anni dopo la sua uscita cinematografica;
10. Il film Shining rappresenta il primo film a fare un largo uso della steadycam, lo stabilizzatore per le riprese in movimento inventato dall’operatore video Garrett Brown, che lavorava nel film di Kubrick. Secondo lo stesso Brown, Shining, resta tuttora insuperato, per eleganza e capacità espressiva delle riprese, proprio grazie alle idee del regista che seppe esaltare le possibilità tecniche; 11. È leggendaria e famigerata la cura maniacale che Kubrick dedicava a tutti gli aspetti del film anche per ricreare quanto più fedelmente gli ambienti dei suoi film. Il set di Shining è emblematico a riguardo: all’epoca delle riprese era il set cinematografico più grande del mondo, tanto da contenere la facciata e l’interno dell’Overlook Hotel e lo smisurato giardino labirinto. Per ricreare la neve del labirinto di “Shining”, vennero impiegate 900 tonnellate di sale da cucina mischiato a palline di polistirolo; 12. Il regista detiene diversi record, fra i quali: quello per il maggior numero di riprese per
una singola scena, ben 127, quelle che fece a Shelley Duvall nel film Shining del 1980 e quello per i tempi di lavorazione più lunghi per un film, ben 400 giorni per Eyes Wide Shut. 13. Infine Stanley Kubrick avrebbe potuto girare il Signore degli Anelli con i Beatles! Nel 1967 fu contattato da Denis O’Dell (collaboratore della band) che gli propose la regia dell’adattamento del libro con Paul McCartney come Frodo, Ringo Starr come Sam, George Harrison nei panni di Gandalf e John Lennon nella parte di Gollum. Kubrick che era già impegnato con le riprese di 2001Odissea nello spazio rifiutò l’offerta. Differenze tra giornalismo, ufficio stampa e brand journalism. Intervista a Daniele Chieffi. Nel mondo della comunicazione, del marketing e del content marketing spesso si fa una gran confusione con certi termini tecnici che identificano però aspetti ben distinti l’uno dall’altro. Nello specifico parliamo della definizione, delle differenze e delle specificità dell’attività del giornalismo e del brand journalism, così come della erronea collocazione del ruolo dell’ufficio stampa. Leggi anche: ■ L’evoluzione del mercato del lavoro nel marketing e nella comunicazione (digitale). Intervista a Cristiano Carriero. Proprio per fare chiarezza su questi temi, in occasione dell’evento Seo&Love di cui siamo stati media partner, abbiamo intervistato Daniele Chieffi, capo della Factory e della comunicazione digitale di AGI e Membro del consiglio direttivo di Ferpi: con il suo intervento definisce efficacemente l’attività giornalistica e il brand journalism, facendo luce su questo mondo. Inoltre, citando il caso Netflix, pone l’attenzione sul valore innovativo derivante dall’uso del brand journalism da parte delle aziende: sapersi porre come obiettivo la ricerca di quello che davvero interessa al proprio pubblico e costruirlo in termini di valore informativo.
Manca poco all'Affiliate EXPO 2019: l'evento dedicato all'Affiliate Marketing. Il countdown è cominciato. L’appuntamento è il 29-30-31 marzo 2019 a Roma, al Mercure Roma West, con Italian Affiliate EXPO 2019, edizione seconda. Per chi se lo fosse perso, Affiliate EXPO ha programmato tre giorni di workshops, networking e case studies, che avranno come filo conduttore l’Affiliate Marketing –naturalmente!-, inclusi i dettagli fiscali e legali. Marzo è cominciato, già si respira aria di primavera. Non importa se ritieni che i tuoi guadagni online siano già floridi. Crediamo che si possa sempre fare di meglio; che non si smetta mai di imparare; e che l’esperienza di tutti, di chi ce l’ha fatta e di chi ha fallito, possa essere d’aiuto tanto a esperti quanto a novizi. E nemmeno importa se stai ancora compiendo i primi passi. È proprio questa l’essenza dell’evento: essere non solo un’opportunità per stringere collaborazioni e joint venture, ma anche una chance di formazione personale e professionale. Italian Affiliate EXPO, infatti, è aperto a tutti: tanto a marketers professionisti, imprenditori digitali, fornitori di servizi e tools e giovani startupper, quanto a studenti di Comunicazione e Marketing, volenterosi di curiosare nel mondo del guadagno online. Adriano De Arcangelis, Gold Affiliate Team, e il socio Mattia Scattolin, sono (quasi) pronti per accogliere i loro speakers: le grandi menti dell’Affiliate Marketing italiano, e non solo! Giannicola Montesano, Joe di Siena e Cristian Sannino saranno i Top Affiliate presenti, ma ci saranno anche special guests internazionali. E, per non lasciare nessuno a bocca asciutta, soprattutto gli indecisi, ecco accenatta una delle novità di questa seconda edizione. Spoiler Alert: gli Affiliate Awards. Chi vincerà il premio di Miglior Affiliato 2019? Per ora il nostro team non può rilasciare nessuna dichiarazione aggiuntiva. Maggiori indicazioni il 29-30-31 marzo 2019 al Mercure Roma West. SCOPRIAMO INSIEME TUTTO IL PROGRAMMA Giorno 1: Venerdì 29 Marzo 2019 Riservato agli ALL Inclusive Apertura registrazioni dalle ore 12:00 in poi presso la Hall del Mercure Roma West Gli iscritti all’evento potranno registrarsi e ricevere il pass e la welcome bag dando il proprio nominativo al desk di accoglienza. Welcome drink e spazio networking dalle 12:00 in poi presso la Hall del Mercure Roma West Durante la fase di registrazione si potrà usufruire del welcome drink presso il bar della Hall. Bus 1 per Holykart ore 14:30 - Ingresso del Mercure Roma West Alle 14:30 troverai all’ingresso dell’hotel una navetta gratuita che ci porterà tutti alla pista prenotata per l’Affiliate GP 2019. La pista gokart Holykart in via Silicella, 11 (distanza 21,2 km tempo previsto 17 minuti). Bus 2 per Holykart ore 15:00 - Ingresso del Mercure Roma West
Alle ore 15:00 troverai all’ingresso dell’hotel la seconda navetta gratuita che ci porterà tutti alla pista prenotata per l’Affiliate GP 2019. La pista gokart Holykart in via Silicella, 11 (distanza 21,2 kmtempo previsto 17 minuti). AffiliateGP 2019 ore 15:30 – Pista Holykart Torneo di Go-kart con prove libere, qualificazioni e finalissima. Ci sarà una premiazione con consegna delle coppe, foto di rito e champagne. L’intero torneo è gratuito e accessibile solo a chi ha acquistato il pacchetto All Inclusive. La fine dell’Affiliate GP è prevista per le ore 18:00. Relax e networking ore 19:00-20:30 – Hotel Mercure Roma West I partecipanti che dormono in hotel potranno riposarsi nella piscina della SPA, compresa nell’alloggio. NB: Portarsi una cuffia da casa, altrimenti si pagano 3 euro. I partecipanti potranno anche allenarsi in palestra, compresa nell’alloggio, e/o usufruire dei servizi a pagamento, come massaggi, trattamenti, servizio bar. Cena di gala Affiliate ore 20:30 – Ristorante Hotel Mercure Roma West La sera ci sarà la cena presso il ristorante dell’hotel. Hanno diritto a partecipare solo gli sponsor, lo staff e gli iscritti con pacchetto All inclusive. Networking Party ore 22:30-01:00 – Hotel Mercure Roma West Il party della prima sera si terrà in Hotel ed è riservato solamente agli sponsor, lo staff e gli iscritti con pacchetto All Inclusive. Giorno 2: Sabato 30 Marzo 2019 Apertura registrazioni ore 9:00 – Hall Mercure Roma West Gli iscritti all’evento potranno registrarsi e ricevere il pass e la welcome bag dando il proprio nominativo al desk di accoglienza. Networking tra gli stand degli sponsor ore 9:00-10:30 – Area espositiva Mercure Roma West Apertura Affiliate Expo 2018 ore 10:30 – Affiliate Temple Adriano De Arcangelis Ore 10:45 – Affiliate Temple L’Affiliate Marketing è libertà Per la prima volta in migliaia di anni di storia abbiamo lo strumento per essere liberi Angelo Landriscina & Giovanni Paltera Ore 11:15 – Affiliate Temple Intervento in fase di Definizione Marco Salvo Ore 11:45 – Affiliate Temple Affiliazione Amazon: Iniziare con una delle più grandi affiliazioni del web e farsi le ossa in qualsiasi nicchia di mercato Quando si decide di iniziare il proprio percorso nel mondo delle affiliazioni si hanno sempre grandi dubbi: Da dove inizio? Quale prodotto? A chi devo chiedere? Quanto posso guadagnare?
Luca Borreani Ore 12:15 – Affiliate Temple Come rendere il tuo budget pubblicitario illimitato incrementando l’AOV e il CLTV nel’e-Commerce. 3 semplici step che fanno la differenza. Networking tra gli stand degli sponsor ore 12:45 – Area espositiva Mercure Roma West Pranzo a buffet nell’area dedicata ore 13:00-14:30 – Ristorante Hotel Mercure Roma West Networking tra gli stand degli sponsor ore 14:30 – Area espositiva Mercure Roma West Cristian Sannino Ore 15:30 – Affiliate Temple Il mio Metodo 10x per portare in maniera sistematica le campagne in Profitto in modo Scientifico Il Metodo è la parte più importante di ogni azienda ben strutturata, ed anche nell’Affiliate Marketing è fondamentale, l’errore che molti fanno è NON AVERE UN METODO, io ti dirò il MIO METODO personale Speakers Vari Ore 15:30 – Case Study Room con Adamo Romano, Giuseppe Sartore, Massimo Aruta e Riccardo Aruta Angelo Laudati Ore 16:40 – Affiliate Temple Google Ads per le tue campagne di Affiliazione Google Ads per le tue campagne di Affiliazione. Consigli per partire subito bene e per andare a ROI. Valerio Novelli Ore 17:10 – Affiliate Temple Affiliate Marketing: Da Dove Cominciare? Ti piacerebbe conoscere un metodo di lavoro per cominciare a lavorare con l’Affiliate Marketing? Quali sono gli step da seguire per lanciare la tua prima campagna? Cerchiamo di scoprire insieme uno dei possibili metodi di lavoro”. Massimo Ciaglia Ore 17:10 – Case Study Room Marketing automation Come usare la marketing automation per fare 63.000 euro di ricavi con 1.400 euro di Facebook ADV Ore 17:50 – Case Study Room In definizione Ore 18:00 – Affiliate Temple In definizione Networking tra gli stand degli sponsor ore 18:30 – Area espositiva Mercure Roma West Relax SPA ore 18:30-20:30 – Hotel Mercure Roma West
I partecipanti che dormono in hotel potranno riposarsi nella piscina della SPA, compresa nell’alloggio. NB: Portarsi una cuffia da casa, altrimenti si pagano 3 euro. I partecipanti potranno anche allenarsi in palestra, compresa nell’alloggio, e/o usufruire dei servizi a pagamento, come massaggi, trattamenti, servizio bar. Cena Affiliate ore 20:30 – Ristorante Hotel Mercure Roma West La sera ci sarà la cena presso il ristorante dell’hotel. Hanno diritto a partecipare solo gli sponsor, lo staff e gli iscritti con pacchetto all inclusive. AffiliateParty ore 22:30-02:00 – Hotel Mercure Roma West Giorno 3: Domenica 31 Marzo 2019 Apertura registrazioni dalle ore 9:00 – Hall Mercure Roma West Gli iscritti all’evento potranno registrarsi e ricevere il pass e la welcome bag dando il proprio nominativo al desk di accoglienza. Networking tra gli stand degli sponsor ore 9:00 – Area espositiva Mercure Roma West Joe Di Siena Ore 9:30 – Affiliate Temple Intervento in fase di Definizione Clarissa Rocci Ore 9:30 – Case Study Room Da barista a 40k netti al mese con l’Affiliate Marketing Dal bancone di un bar a 40000 € di revenue al mese grazie all’affiliate marketing in meno di un anno! Carlo Bellati Ore 10:10 – Affiliate Temple Panel: Il futuro dell’ E-Commerce e Product Keynote uDroppy. In questo Panel discuteremo insieme a Dropshippers, Affiliati, Networks e Advertisers sul futuro dell’E-Commerce. A seguire verra’ presentata la piattaforma uDroppy. Massimo Fattoretto Ore 10:10 – Case Study Room SEO e Affiliate Marketing Finance: Google AdSense ed un mondo perfetto Come monetizzare un network Finance senza lavorare con PPC o Facebook Ads? Ecco come Google AdSense può aiutati nella monetizzazoine ed avere così una rendita regolare. Attila O’Dree Ore 11:20 – Affiliate Temple Expert Affiliate Marketing Question & Answer Session with iAmAttila Cristian Orto Ore 10:50 – Case Study Room In fase di definizione
Francesco Cacciola Ore 11:30 – Case Study Room Come evitare di perdere i guadagni generati dall’affiliate marketing” E’ fondamentale riuscire a proteggere i soldi generati dall’affiliate e quindi evitare di commettere errori legali che potrebbero costarti caro. Nutriprofits Ore 12:00 – Affiliate Temple In fase di definizione Leonardo Saroni Ore 12:10 – Case Study Room In fase di definizione Vincenzo Spanò Ore 12:40 – Affiliate Temple Private Partner Network: Come aumentare il ROI a costo Zero Sicuro che da affiliato ti convenga non preoccuparti dei clienti? Pranzo a buffet nell’area dedicata ore 13:00-14:30 – Ristorante Hotel Mercure Roma West. Nicolò Augusto Manica Ore 15:00 – Affiliate Temple Perché il mini-branding nell’eCommerce rappresenta il modo più veloce per creare un business redditizio e scalabile Mattia Soragni Ore 15:00 – Case Study Room Marketing One-To-One: vendere di più grazie alla personalizzazione I tuoi clienti sono diversi: esigenze, modalità di acquisto, interessi diversi! Vedrai due casi studio reali con i risultati ottenuti ed un framework di lavoro per segmentare in modo efficace i tuoi clienti. Giannicola Montesano Ore 15:40 – Affiliate Temple Affiliate Marketing Secrets Non servono tools, metodi, tecniche, budget insostenibili se non sai come utilizzare il fattore più importante per le Affiliazioni. Ore 15:40 – Case Study Room In definizione Prelinker Ore 16:20 – Affiliate Temple Tavola Rotonda Dating Emiliano Micheli Ore 16:20 – Case Study Room
Come sono passato da un azienda di 2 dipendenti ad un azienda di 13 dipendenti e da un fatturato di 6000€ al mese ad un fatturato di 150.000€ euro al mese stabili. Nel passaggio da marketer ad imprenditore è necessario strutturare una metodologia di lavoro 3.0 ed imparare a delegare e a concentrarsi sullo sviluppo dell’azienda in tutti i suoi reparti, vediamo come. Davide Bellomi Ore 17:00 – Affiliate Temple Vself il metodo Vikings. Ti mostrerò come ho scalato una campagna da zero a oltre 200 ordini al giorno, potrai vedere le mie creativita, i copy, i target e le strategie utilizzate durante la scalata. Ore 17:00 – Case Study Room In definizione Emanuele Callori Ore 17:40 – Case Study Room Come dominare le traffic source adult più rilevanti, generando 500k l’ anno attraverso l’uso dei banners Smart Marketing è felice di essere media partner della 2^ edizione dell’Affiliate EXPO e, in virtù di questa collaborazione, gli organizzatori dell’Affiliate EXPO hanno riservato per i nostri lettori uno sconto del 10% sul prezzo del biglietto. Il codice da utilizzare è SMARK10 e il link per acquistarlo lo trovate qui. Link utili per restare in contatto con l’evento Affiliate EXPO 2019 ■ La pagina web: https://www.affiliatexpo.it/ ■ La pagina Facebook: https://www.facebook.com/affiliatexpo/ ■ La pagina Facebook dell’evento: https://www.facebook.com/events/2067828626611260/ Le aziende, il cambiamento e la comunicazione. Intervista a Alessio Beltrami. In occasione dell’evento Seo&Love dedicato a chi ama il digital marketing, di cui noi di Smart Marketing siamo Media Partner, abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessio Beltrami, consulente di comunicazione specializzato in Content Marketing. Con lui abbiamo parlato di aziende e cambiamento e di come quest’ultimo è vissuto all’interno delle
aziende. A parole tutte le aziende si dicono aperte al cambiamento ma, nei fatti, non sempre è così. La comunicazione ed il content marketing utilizzato per raccontare realmente la vita dell’azienda può essere la strada per creare una relazione efficace con i clienti e per superare anche quei momenti di difficoltà che possono capitare nella vita di una azienda, proprio come può accadere ad ognuno di noi. Ecco la video intervista a Alessio Beltrami. Proprio come consigliato da Alessio facciamo un’operazione verità :)…il parlato rispetto al labiale va un paio di secondi avanti, scusateci. Ma il suo messaggio è comunque molto chiaro ed efficace! La Copertina d’Artista – Work in Progress Un denso e stratificato collage fa da copertina a questo numero di Smart Marketing. L’artista ha inserito diversi materiali, ha ammassato diversi significati ed ha accumulato diversi messaggi. L’opera ci parla, forse ci interroga, sul senso e l’importanza che diamo ad uno degli argomenti più urgenti della nostra quotidianità: che cosa significa la parola lavoro per noi? Ha senso parlare di “work in progress”, lavori in corso, se oggi, oltre ad aver perso, oltre a cercare, oltre a sognare,
abbiamo anche smarrito il significato della parola lavoro? L’opera “Work in Progress” è un manifesto nel senso più letterale del termine. È un manifesto
perché manifesta e rende palese la cifra stilistica dell’artista ed è un manifesto perché rende intellegibile le intenzioni, le dichiarazioni e la volontà dello stesso. L’opera, come in un interrogatorio, ci punta in faccia un riflettore, ci acceca con una luce fredda e tagliente ed il suo autore, al secolo Azio Speziga, come un risoluto poliziotto, come un accigliato inquirente ci tormenta con una serie interminabile di domande. Non possiamo eluderle, non possiamo evitarle, non possiamo scappare e, cosa più importante di tutte, non sappiamo cosa rispondere. Siamo fregati! L’unica cosa che possiamo fare è ammettere la nostra inettitudine, confessare le nostre colpe e accettare la sentenza, sperando nella clemenza della corte. I n e s o r a b i l e , o p e r a p r e m i a t a a l l a B I B A R T 2019 nella sezione “Arte concettuale”.
L’opera di Azio Speziga, rappresenta l’arte quando è al meglio, perché, come disse lo scrittore francese Premio Nobel André Gide “Le più belle opere degli uomini sono ostinatamente dolorose”, e, non vi è dubbio alcuno, che l’artista non voglia farci riposare tranquilli, ma voglia scuotere le nostre coscienze infiacchite e farci uscire dal recinto delle nostre illusorie certezze. E noi lo sappiamo che ogni cambiamento oltre che difficile, è pure doloroso. L ’ A r t i s t a d i q uesto mese Azio Speziga. Azio Speziga (classe 1945): abbandona gli studi da geometra e si dedica alla pittura, sperimenta con successo ed entusiasmo varie tecniche. Fin dall’inizio predilige uno stile materico ed inserisce diversi materiali sui suoi quadri: sabbia, cemento, resine, colle, tempere, china, catrame e materiali di riciclo. Il risultato sono opere che si caratterizzano per pochi elementi visivi, ma che condensano e fanno esplodere una espressività carica di sentimenti, emozioni e vita vissuta. Sulla scena artistica nazionale da oltre mezzo secolo, partecipa a innumerevoli mostre e prestigiosi concorsi in tutta Italia rimanendo sempre un artista indipendente; Azio Speziga è apprezzato anche all’estero e alcune sue opere sono presenti anche a New York. Da segnalare, i riconoscimenti ricevuti alla Biennale di Roma, alla XXIX Edizione di Arte Padova nel 2018 ed all’ultima BIBART di Bari nel 2019. Lavora nel suo atelier a Casamassima (BA).
L ’ U o m o i n f r a c Per informazioni e per contattare l’artista Azio Speziga: Facebook: www.facebook.com/azio.speziga www.facebook.com/ilcovodellartista E.mail: aziospeziga@gmail.com Studio d’arte e galleria “Il Covo dell’Artista”, Centro Storico, Piazza del Popolo, n° 1, Casamassima (BA). Ricordiamo ai nostri lettori ed agli artisti interessati che è possibile candidarsi alla selezione della quinta edizione di questa interessante iniziativa scrivendo ed inviando un portfolio alla nostra redazione: redazione@smarknews.it
Work in progress – L’editoriale di Raffaello Castellano Disoccupazione, welfare, Reddito di Cittadinanza, Quota 100, sono queste le parole che stanno tenendo banco dall’inizio dell’anno. Discorsi e parole intorno al concetto del lavoro, di chi ce l’ha, di chi l’ha perso, di chi lo cerca, di chi non lo cerca più. Il grande problema, dell’Italia, dell’Europa e delle Democrazie Occidentali, in questi primi 20 anni del XXI secolo è, sempre e solamente, il lavoro. Stiamo facendo i conti con una popolazione che invecchia sempre di più, soprattutto in paesi come Spagna, Germania ed Italia, con il debito pubblico, della quasi totalità delle grandi democrazie europee, in costante aumento, con un mercato del lavoro profondamente mutato e con tutta una serie di nuove professioni, impensabili ed inesistenti solo 20 anni fa. Stiamo sperimentando quello che in gergo si chiama gap, che è culturale, evolutivo e sistemico. La scienza e la tecnologia, ad un certo punto, hanno cominciato a correre più in fretta di noi, siamo passati, in poco più di 30 anni, da una tecnologia analogica ad una digitale. Siamo sempre connessi, raggiungibili, localizzabili, rintracciabili e profilati. Cinque termini, tanto per dire, che non tutti ancora conoscono, benché agiscano con effetti profondi e potenti nella società contemporanea.
Più di cinquanta anni fa il famoso sociologo e filosofo dei media Marshall McLuhan aveva previsto tutto e coniato il termine “Villaggio Globale”. Nel 1964 nel libro “Gli strumenti del comunicare” scriveva “Oggi, dopo più di un secolo di tecnologia elettrica, abbiamo esteso il nostro sistema nervoso centrale fino a farlo diventare un abbraccio globale, abolendo limiti di spazio e tempo per quanto concerne il nostro pianeta”. Lui si riferiva ad una tecnologia satellitare e ai primordi di quella digitale ed informatica, pensate cosa avrebbe detto oggi, che la sua previsione, anzi, la sua profezia, è diventata non solo realtà, ma è stata ampiamente superata. Scopri il nuovo numero dedicato al mondo del lavoro: ■ Work in progress Sono profondamente convinto che la scienza e le nuove tecnologie offrano prospettive e sviluppo incommensurabili ma, allo stesso tempo, mi rendo conto che se non riusciamo a stare dietro al loro sviluppo ed evoluzione, e non ci stiamo tutti riuscendo, la tecnologia e la scienza possono frenare il nostro sviluppo ed annichilirci. I problemi legati al lavoro ed alla sua mancanza, sono da rintracciare anche in questo gap fra le infinite possibilità del progresso e le nostre limitate possibilità di coglierle, comprenderle e adoperarle. Questo numero di Smart Marketing, “Work in Progress”, vuole essere una mappa dei nuovi lavori e delle nuove opportunità lavorative di oggi e di domani, proporremo esempi, suggerimenti e
case history, ma, non dimenticate che, come disse un altro grande filosofo, nonché ingegnere e matematico, il polacco Alfred Korzybski: “La mappa non è il territorio!”. Buona lettura a tutti. Raffaello Castellano L’evoluzione del mercato del lavoro nel marketing e nella comunicazione (digitale). Intervista a Cristiano Carriero. Partiamo dal vedere un po’ di numeri per inquadrare il settore digitale. Il mercato del digitale in Italia cresce di anno in anno: nel 2018 valeva 65 miliardi di euro, +22% rispetto al 2016 (Fonte: Elaborazioni IAB/EY). Questa crescita, come ovvio che sia, ha avuto anche delle ricadute a livello occupazionale: 285 mila unità nel 2018, contro le 253 mila del 2017. A perimetro allargato, i numeri che abbiamo appena visto assumono valori ben più importanti: nel 2018 il digitale ha generato un indotto economico pari a 89 miliardi di euro e fatto registrare 675 mila occupati. Per approfondire: ■ I numeri del digitale nel 2018: conferme e continue opportunità di crescita. Chi si occupa di marketing e comunicazione (digitale) sa bene che è molto importante conoscere il contesto in cui ci si muove per capirne le dinamiche, seguire o anticipare i trend e cogliere le opportunità di sviluppo. E mai come in questo nostro tempo tale principio appare vero. Infatti, chi si occupa già da qualche tempo di marketing e comunicazione può dire di aver vissuto davvero il cosiddetto Prima e Dopo. In soli 10 anni tutto è cambiato: prima il lavoro del comunicatore era impostato sulla costruzione e veicolazione del messaggio per e attraverso i mass media. Oggi – dopo – il mondo della comunicazione è molto più parcellizzato e nuovo. Non si parla solo di nuovi strumenti e tecnologie – social media, blog, et similia – ma anche, se non soprattutto, di nuovi contenuti e nuovi linguaggi. Se cambiamo il come comunichiamo, cambiamo anche il cosa comunichiamo.
L’avvento dello smartphone e la proliferazione dei social media hanno messo al centro la persona in maniera inequivocabile. Siamo, di fatto, nell’era del marketing della prossimità. E di questo ne dobbiamo essere consapevoli. N e l l a f o t o: Cristiano Carriero. Fonte: profilo Facebook Per capire meglio come è cambiato il mondo della comunicazione e del marketing abbiamo voluto intervistare un professionista, Cristiano Carriero, che da tempo lavora in questo settore e che ha vissuto proprio quella fase, del prima e dopo, di cui abbiamo parlato. Cristiano può vantare una lunga esperienza lavorativa all’interno di agenzie di comunicazione, ma è anche formatore, autore di libri, curatore della collana di digital marketing per Hoepli ed ha fondato la Content Academy all’interno della quale si affrontano, in maniera trasversale, i pilastri del marketing. Per approfondire: ■ Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale: guida e consigli pratici. Cristiano, ti sei formato in un mondo analogico e hai iniziato a lavorare nel mondo pre social/rivoluzione digitale: come e cosa è cambiato di più nella tua professione? I media sono diventati tantissimi. Chi prima lavorava nella comunicazione doveva costruire e veicolare il messaggio attraverso la stampa, la radio e la televisione. Quindi preparare un comunicato stampa, un messaggio radio, ecc. Oggi, già all’atto della costruzione del messaggio, devi pensare ai vari format, come ad esempio alle Storie di Instagram. Se vuoi comunicare in maniera adeguata non puoi prescindere da questo aspetto. Ovviamente niente può essere improvvisato: le radici formative ti aiutano a capire cosa comunicare per poi pensare a come diffonderlo. Lo strumento comunque viene dopo e non è di certo la panacea di tutti i mali. È comunque fondamentale conoscere bene le varie piattaforme per capire come e cosa funziona di più, quali sono le dinamiche che si sviluppano all’interno e stare vicino alle persone. Proprio quest’ultimo punto è fondamentale: lo strumento che oggi funziona veramente è conoscere le persone. Scopri il nuovo numero dedicato al mondo del lavoro: ■ Work in progress
Quali figure professionali saranno maggiormente richieste nel prossimo futuro e perché? A breve termine, i ruoli dedicati all’influencer marketing. Questo sarà vero sia nelle piccole e medie agenzie che nelle aziende. In particolare servirà gente preparata nello scouting, mappatura, selezione, contatto, storytelling, analisi della campagna e monitoraggio delle azioni messe in campo. Poi sicuramente persone che si occupino di content marketing, ossia figure professionali in grado di gestire tutto il funnel: dalla studio della strategia al contatto finale. E, in ultimo, chi conoscerà molto bene lo strumento delle Ads. Persone capaci di fare la differenza e di essere davvero verticali su una piattaforma. Non so, per fare un esempio, mi viene in mente il nome di Veronica Gentili se si parla delle campagne di comunicazione su Facebook. Prima di salutarci, quale percorso consiglieresti di intraprendere in termine di formazione e lavoro nel digital marketing sia per chi è alle prime armi e sia per chi invece ha già qualche anno di esperienza? Per i più giovani certamente seguire dei punti di riferimento. Nel mio caso, ad esempio, ricordo che seguivo con costanza Luca Conti. In generale bisogna cercare di entrare in contatto con chi è del mestiere, frequentare corsi di formazione ed eventi, per individuare quelle due o tre aree in cui ci si vuole indirizzare. Poi, una volta individuate, bisogna studiare tanto e specializzarsi. Per chi ha già qualche anno di esperienza, invece, bisogna iniziare a mischiare le carte. Magari invece di seguire un (ennesimo) evento verticale sul social media marketing, bisogna cercare di investire il proprio tempo in corsi come business management o ritornare più alle origine andando ad approfondire temi come la costruzione del messaggio. Quel che è certo è il rischio di rimanere indietro: bisogna sempre aggiornarsi ed evitare di stazionare nella zona d comfort.
La situazione lavorativa italiana, raccontata in 5 film La complessa tematica della disoccupazione, la difficoltà di arrangiarsi con lavori sottopagati, il problema dei neolaureati costretti a fuggire all’estero, sono argomenti che spesso sono stati affrontati sul grande schermo. Tra i tanti film che parlando della situazione lavorativa attuale in Italia, cinque opere trovo particolarmente interessanti: Santa Maradona (2001, regia Marco Ponti): film che rappresenta una generazione, uno dei primi film italiani ad affrontare la difficile tematica del lavoro precario. “Santa Maradona” è un mix di citazioni letterarie, sportive e cinematografiche, che racconta la routine di due giovani squattrinati, i grandiosi Stefano Accorsi e Libero De Rienzo, attraverso dialoghi esilaranti e una movimentata regia stile fine anni ’90. Leggi anche: ■ Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale: guida e consigli pratici. ■ L’evoluzione del mercato del lavoro nel marketing e nella comunicazione (digitale). Intervista a Cristiano Carriero. Il regista, circa quindici anni prima di dedicarsi ai fortunati “Io che amo solo te” e “La cena di Natale”, distanti anche per stile e tematica da “Santa Maradona”, regala uno spaccato dei neolaureati di inizio duemila, preda delle incertezze e dell’amore (anch’esso incerto) nello sfondo di una Torino dinamica e talvolta cupa. Fugace apparizione dei Subsonica, che interpretano loro stessi, dopo soli cinque anni dalla loro nascita. Tutta la vita davanti (2008, regia Paolo Virzì): Il regista livornese ci ha sempre abituati ad un riso amaro, invitandoci a guardare e a riflettere su situazioni goffe e realistiche ed anche in questa pellicola non è da meno. E’ la storia di Marta, interpretata da una emergente e già brava Isabella Ragonese, che dopo una laurea in filosofia e tante porte in faccia, finisce per accrescere la sua carriera professionale in un call center, con a capo una brillante Sabrina Ferilli, in una delle sue migliori interpretazioni. SCOPRI IL NUOVO NUMERO DEDICATO AL MONDO DEL LAVORO: ■ Work in progress
Come sempre nei film di Virzì, anche in questo film i protagonisti sono personaggi umani, con numerosi limiti e difetti, che vivono una vita mediamente soddisfacente e fanno di tutto per non restare indietro e anche Marta, alla fine, troverà il modo di affrontare la sua banale, ma estremamente vera, esistenza. Workers – Pronti a tutto (2012, regia Lorenzo Vignolo): commedia divisa in tre episodi, tutti incentrati sul tema del precariato. Le tre storie (“Badante”, “Cuore di toro” e “Il Trucco”) partono da un elemento comune, una coppia di colleghi, proprietari dell’agenzia interinale “Workers”, che propina a tre giovani in cerca di futuro, dei lavori improponibili. Film piacevole e poco conosciuto che, con ironia, affronta il tema, purtroppo ancora attuale, del doversi accontentare di lavori mortificanti e sottopagati, ben lontani dal percorso di studi intrapreso. L’ultimo episodio, il più bello, ha un tocco surreale, non usuale per il cinema italiano ed è reso ancor più strambo e tetramente divertente, dal contributo attoriale di Paolo Briguglia, Nicole Grimaudo e Nino Frassica. Smetto quando voglio (2014, regia Sydney Sibilia): Esordio del regista salernitano con un action movie tutto italiano, una saga di tre episodi intelligente, spassosa e coinvolgente. E’ la rocambolesca storia di Pietro Zinni, ricercatore a caccia di un posto fisso all’università, che quando le sue aspettative vengono disattese, decide di provare a guadagnare con una folle intuizione. Per approfondire: ■ Scopri la nostra rubrica dedicata interamente al Cinema Vuole creare una smart drug, una droga considerata legale perché non ancora inserita nella lista delle sostanze stupefacenti; vuole riuscire in questa impresa radunando una banda di geniali ricercatori squattrinati. Esilarante pellicola che affronta il triste tema dei ricercatori plurilaureati, costretti a fare lavori sottopagati o addirittura ad emigrare all’estero, argomento trattato nel secondo capitolo della saga “Smetto quando voglio – Masterclass”, del 2017. Uscito nel 2017 anche l’episodio finale “Smetto quando voglio – Ad Honorem”, dove Pietro e la sua banda dovranno fare i conti con l’astuto Walter Mercurio. Gli ultimi saranno ultimi (2015, regia Massimiliano Bruno): commedia amara con protagonisti Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio. Il film, ambientato in un piccolo comune romano, racconta la storia di Luciana e Stefano, moglie e marito: lei lavora in una fabbrica tessile e lui cerca di sbarcare il lunario, provando a fare il meccanico e facendo piccoli scambi commerciali, non sempre fortunati. In contemporanea, è narrata anche la vicenda del poliziotto Antonio (Fabrizio Bentivoglio), che da poco è stato trasferito in paese. La vita va avanti tra difficoltà economiche e solita routine, finché la gravidanza di Luciana non cambierà le cose, causando il suo licenziamento.
Buon compleanno Faber! Il 18 febbraio del 1940, nasceva a Genova Fabrizio Cristiano De Andrè, secondogenito di una famiglia borghese di origini piemontesi. Nonostante ci abbia lasciato prematuramente a causa di un carcinoma polmonare, resta immensa la sua produzione letteraria e musicale, ben 14 album e diversi singoli, senza contare, la miriade di scritti ed appunti ancora gelosamente custoditi dalla sua famiglia. Era infatti, appena iniziato il 1999, quando Fabrizio De Andrè, terminò il percorso della sua vita terrena per diventare immortale con la sua musica e la sua poesia, lasciando però, orfano, il panorama musicale italiano che perdeva un grande cantautore. Oggi a vent’anni dalla sua morte, ci si interroga sull’immensa eredità che Faber ci ha lasciato e come questa abbia influenzato quello che i critici musicali definiscono, il nuovo cantautorato italiano. Innegabile è che questo grande intellettuale, perché chiamarlo solo cantautore, sarebbe davvero riduttivo, abbia lasciato un’impronta indelebile nella storia del nostro paese, modificandone per sempre il modo di fare musica e di utilizzarla come metodo di narrazione. Mi viene difficile raccontare sua la poetica, se non con le canzoni ed i personaggi a lui tanto cari,
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