Cont 201801 - Parrocchia San Marco Gardone VT
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2 Chi un art unque vogl inviar icolo per i ia scrivere lo al s l bollet eguen Bollettino te ind p In copertina: tino.g irizzo uò Marc Chagall, ardon mail: La red e@gm “Crocifissione bianca”, 1938 azione ail.com Institut for Art, Chicago la faco si rise l rv di pub tà e i tempi a blicaz ione Quando gli fu chiesto quale fosse la sua opera d’arte preferita, papa Francesco rispose indicando la Crocifissione bianca di Marc Chagall, un’ opera che - disse - “non è crudele, ma è ricca di speranza. Mostra un dolore pieno di serenità”. Marc Chagall, che era nato nel 1887 a Vitebsk, in Bielorussia, da una famiglia ebrea chassidica, dipinse questo quadro nel 1938 a Parigi, dove risiedeva da tempo. Hitler avrebbe invaso l’anno seguente la Polonia e per gli ebrei era già iniziato Direttore responsabile SACERDOTI il tempo del dolore. MONS. ANTONIO FAPPANI NELLA PARROCCHIA Direttore In quest’opera, “spicca il grande crocifisso DON ALDO RINALDI raggiunto da una luce bianchissima Don Aldo Rinaldi Redazione e divina che proviene dall’alto: Cristo, via Costa, 2 Via Costa, 2 Gardone V.T. con il volto reclinato e gli occhi chiusi, Tel. 030.8912432 Stampa pare dormire. il ventre è cinto non dal Cell. +39 329 1856242 TIPOLITORAFIA BATAN Gardone V.T. perizoma ma dallo scialle rituale della preghiera, il tallit, mentre ai Suoi piedi Don Michele Flocchini Abbonamenti arde la menorah, il candelabro ebraico.” via S. G. Bosco, 3 Una copia - 2,50 € Intorno, un susseguirsi di scene di scene Cell. +39 389 024 6950 Ordinario (4 numeri) - 10€ di violenza, distruzione e dolore che ricordano le terribili sofferenze patite Sostenitore - 20 € Simpatizzante - 50 € Don Giuliano Boniotti durante i pogrom russi dagli ebrei. via Don Zanetti, 5 Benemerito - 100 € Cell. 339.1107608 Chagall vede nella figura del crocifisso, nella passione del profeta degli ebrei Don Amatore Guerini (come lui considera Cristo), del Dio della Via Giovanni Pascoli, 86 cristianità morto come uomo, un simbolo PARROCCHIA DI S. MARCO ev. Tel 030 833 6021 valido universalmente per esprimere le sofferenze del suo tempo e di sempre. in Gardone Val Trompia - Diocesi di Brescia Il crocifisso rimane l’unica speranza rimasta Via Costa, 2 - 25063 Gardone Val Trompia (BS) ORARIO Ss MESSE all’uomo, e per questo viene raffigurato Tel. 030 8912432 - Cell +39 329 185 62 42 senza i segni tipici della morte sofferente, FESTIVE e-mail: aldorinaldi@diocesi.brescia.it e una scala fa da ponte tra l’umano 7.30 - All’Ospedale www.parrocchiagardonevt.it e la luce del divino. Cristo è colui che 8.00 - Nella Parrocchiale avvicina le sofferenze degli uomini 9.30 - In Basilica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto al Trascendente e non è solo il Dio 10.30 - Nella Parrocchiale fatto uomo del cristianesimo, con D.M. 18.02.1987 18.30 - Nella Parrocchiale ma anche il simbolo del popolo Reg. Canc. Tribunale di BS n. 400 del 25.07.1989; ebraico perseguitato. Prefettura di Brescia n° 109 del 23.09.2002 FERIALE Cod. Fisc. N. 830 00 170 171 In Parrocchia: 7.00 - 8.30 In Basilica: 18.30 c/c Banco Popolare, Gardone V.T. SABATO E VIGILIE IBAN: IT29 E 05034 54540 0000 0000 1892 In Parrocchia: 8.30 c/c Cassa Padana, Gardone V.T. In Basilica: 16.30 prefestiva IBAN: IT09 E083 4054 5400 0000 0500 237 In Parrocchia: 18.30 prefestiva c/c Ubi Banca, Gardone V.T. CONFESSIONI IBAN: IT71 I 03111 5454 0000 0000 4006 Mezz’ora prima della Santa Messa Incontro - 01-2018
3 La risurrezione ne che fanno spazio nella loro vita agli ultimi spesso si trovano a loro volta emarginate. Infatti, quando la loro scel- di Gesù: ta di solidarietà si fa proposta di nuova esistenza, diventa un progetto che al- larma il sistema consolidato, sociale e la vittoria religioso, che si sente così minacciato. È un progetto che al contempo è de- nuncia delle vere cause dell’emargi- nazione e proposta di nuovi valori, è del piccolo una nuova cultura. E da qui sorgono l’incomprensione, l’isolamento, per- fino la condanna. La stessa comunità sul sapiente cristiana non sempre riesce a capire, resta sostanzialmente indifferente, e a volte non accoglie, ma giudica. e sul dotto. Gesù ha vissuto questa esperienza. Ha suscitato scandalo e reazione. Gesù ha detto di evitare gli scandali (Mt 18, 6-7), ma Lui stesso non ha esitato a su- scitarne alcuni: lo scandalo delle sue umili origini (Mc 6, 3), lo scandalo della croce (Mc 14, 27) e lo scandalo dell’ac- coglienza degli esclusi. Luca nel suo vangelo ci riferisce che Durante tutta la sua vita Gesù ha scribi e farisei “mormoravano”, cioè di- testimoniato un amore preferenziale sapprovavano il comportamento di Gesù verso i piccoli. Facendo questa scel- nei confronti dei peccatori: quando Gesù ta ha visto il mondo dalla loro parte. accetta l’invito del pubblicano Levi (Mat- Dalla sua uscita vittoriosa dal deserto teo) e banchetta con i pubblicani (5,30), delle tentazioni, Gesù ha scelto questa quando descrive il comportamento abi- indispensabile modalità. E’ l’unica che tuale di Gesù (15, 2) e quando Gesù ac- permette di vedere il mondo come lo cetta l’invito di Zaccheo (19, 7). Questa di vede il Padre dei cieli. Gesù è una ‘pastorale’, che non soltanto irrita scribi e farisei, ma che può conti- Guardare il mondo a partire dai pri- nuare a suscitare irritazione anche fra i mi, per Gesù, vuol dire vederlo defor- cristiani. mato. Egli, dunque, ha capovolto l’abi- tudine di tutti. «Ti rendo lode, o Padre, La carità evangelica è - anche oggi, Signore del cielo e della terra, perché come sempre - proclamata, ma spesso hai nascosto queste cose ai sapienti e solo perché ad essa si deve far riferi- ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o mento. Quando la si incontra concre- Padre, perché così hai deciso nella tua tamente, disturba; nei suoi confronti benevolenza» (Mt 11, 25-26). si diventa subito critici e guardinghi. La pastorale - quella vera, quella che Se una persona vuole seguire la si vede e che si fa - è la prova della modalità di Gesù e pone gesti anche verità della propria scelta religiosa. È clamorosi, ma soltanto suoi, questi da come io, gli organismi di comunione sono accettati da tutti, perché non in- (Consiglio Pastorale, catechisti, educa- taccano il modo di pensare comune e tori, animatori, collaboratori) e ognuno neppure fanno interrogare un sistema di noi guardiamo il mondo, che si vede di vita. Al contrario, invece, le perso- in quale Dio crediamo. Incontro - 01-2018
4 Il Consiglio Pastorale in questo Ognuno sperimenti la risurrezione anno cerca di reagire all’individuali- del Signore: il suo amore gratuito e smo confrontandosi con il Vangelo per reciproco è nuovo perché è il segno fare in modo che “la cura autentica e il frutto del mondo nuovo che la della nostra stessa vita e delle nostre sua venuta ha inaugurato. relazioni con la natura sia inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla L’amore reciproco è la novità della la cura autentica fedeltà nei confronti degli altri” (Lau- dato si’ n.70). vita di Dio che irrompe nel nostro vec- chio mondo, rigenerandolo, ed è l’an- della nostra ticipo della vita futura a cui aspiriamo. La comunità cristiana è chiamata a stessa vita e delle vivere, in particolare, quella profonda L’amore di Dio spinge verso le al- nostre relazioni relazione umana che si chiama ‘fra- ternità’. La fraternità è diversa da un tre persone. con la natura sia gruppo di amici: gli amici si scelgono, È amando i fratelli che si ricambia mentre i fratelli e le sorelle li trovi. I l’amore del Padre. Come in ogni vera inseparabile fratelli li riconosci perché figli dello famiglia. «Da questo tutti riconosce- dalla fraternità, stesso padre. La fraternità ha origine ranno che siete miei discepoli». dall’alto, per il sacramento del Bat- dalla giustizia tesimo.. La relazione fraterna di una Il Padre non abbandoni la comu- nità alla tentazione di chiudersi in e dalla fedeltà comunità cristiana - se è veramente tale - è una testimonianza visibile del sé stessa. L’amore cristiano, proprio nei confronti primato di Dio. L’essere figli di del Pa- nella sua nota di reciprocità, non ces- si di essere aperto, missionario: come dre che è nei cieli è più importante di degli altri ogni altra parentela, più importante di l’amore del Padre che ha dato il Figlio ogni altra amicizia. E dalla fraternità al mondo, come l’amore di Gesù che Laudato si’ n.70 ha dato la vita per il mondo. che discende da Dio non può essere escluso nessun uomo e nessuna don- na. È dunque, per natura, universale. Siano questi gli auguri, che estendia- Verso chi non ha ricevuto il Battesimo mo a don Severino e don Francesco che il credente è chiamato a diffondere il ci hanno introdotti continuamente alla Vangelo che Gesù ha incaricato i suoi Pasqua del Signore, con i loro moltepli- discepoli di portare ad ogni creatura. ci esempi di missionarietà e fraternità. Gli Auguri di Buona e Santa Pa- squa, che rivolgo a tutti voi, possano Il vostro parroco significare queste sottolineature. Don Aldo Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 5 Radici in terra e finestre spalancate sull'eterno Congregazione delle Cause dei Santi, l’11 gennaio 2010 affermava: “Attraver- so il veicolo sempre vivo della parola i nostri fratelli continuano ad animare e ad illuminare il nostro pensiero, il nostro spirito; vengono in qualche modo a vivere dentro di noi. Dob- biamo credere che tutti coloro che ci hanno preceduti nella Casa del Padre sono vicini e presenti a noi. Il Concilio Vaticano II ci insegna che l’unione tra noi, ancora in cammino, e i fratelli già nella pace di Cristo non è minimamen- te spezzata. Anzi è consolidata dallo scambio dei beni spirituali: essi, per la loro intima unione con Cristo, rinsalda- no la Chiesa nella santità e non cessano di intercedere per noi presso il Padre. Siamo chiamati a ravvivare il clima di fiducia e di fede nella loro vicinanza e assistenza, e nella loro forza d’interces- sione presso Dio. ALESSANDRA PLEBANI Con il loro stile di vivere, dimostrano che una determinata forma di vita e di azione apostolica offre la pos- sibilità di realizzarsi come persone e come cristiani. Infatti, la devozione verso i santi ci ricorda che il Signore Benedetto XVI ai Postulatori il 17 dicem- ha messo in ciascuno il germe della bre 2007 diceva:” I Santi, se giustamente vocazione alla santità. La prospettiva presentati nel loro dinamismo spirituale della Chiesa non è quella di istituire de- e nella loro realtà storica, contribuisco- gli intermediari per accedere a Dio, ma no a rendere più credibile ed attraen- di prendere atto della fecondità della te la parola del Vangelo e la missione grazia di Cristo e di raccogliere e te- della Chiesa”. Essi ci mostrano come ner viva l’eredità della testimonian- nelle più svariate condizioni ambientali, za, dell’insegnamento e della me- sociali, politiche è possibile imitare Cristo diazione di questi fratelli. Il Concilio e praticare la carità. afferma che la galassia della santità è Il card. Angelo Amato, Prefetto della vasta e differenziata e non va appiattita Incontro - 01-2018
6 FORMAZIONE E CULTURA in un generico orientamento verso il bene: è una inesauribile è presa cura dell’educazione della gioventù femminile; Santa sorgente di ispirazione e di progettualità. I Santi sono immagi- Maria Crocifissa Di Rosa (1813-1855) e le sue Ancelle della Carità specializzate nell’assistenza degli infermi; il beato Lu- igi Maria Palazzolo (1827-1886) con le Suore Poverelle, che per valorizzare anche il tempo libero dei giovani non esitava a trasformarsi in abile burattinaio inventando commedie con Santi figli del protagonista la famosa maschera bergamascca di Gioppino. nostro territorio lombardo S. Ludovico Pavoni (1784-1849) Decise di fondare un oratorio in prima persona per prendersi cura dei giovani. Andava personalmente a cercare i ragazzi più poveri e abban- donati, mal vestiti, che sopravvivevano, non vivevano davvero, Santi che si sono dando loro ospitalità. Nel 1824, fece entrare in funzione la prima scuola tipografica ita- presi cura dei liana. Dieci profili professionali erano presentati ai giovani allievi: giovani tipografo, legatore di libri, cartolaio, fabbro ferraio, falegname, argentiere, intagliatore, tornitore, calzolaio e sarto. Secondo le sue stesse parole, i ragazzi poveri e abbandonati dovevano tro- varvi «non solamente [...] un pane, un vestito ed una educazione Santi che nelle lettere e nelle arti, ma il padre e la madre, la famiglia, di cui hanno avuto la sventura li ha privati, e col padre, la madre, la famiglia tutto ciò che un povero poteva ricevere e godere». Il sacerdote accettò di a cuore il loro ospitare anche alcuni ragazzi sordomuti, perché imparassero un futuro mestiere accanto agli altri; lui stesso cercò d’imparare il linguag- gio dei segni, per mettersi al loro livello. Nello stesso periodo, una giovane di 22 anni, Paola di Rosa, figlia di un imprendi- tore amico del padre di don Lodovico, si diede all’assistenza e ni viventi del Vangelo e ne interpretano lo spirito più genuino. alla cura dei colerosi: in seguito fondò le Ancelle della Carità Non possiamo fare a meno di citare S.Ludovico Pavoni (1784- di Brescia e assunse il nome di suor Maria Crocifissa (è stata 1849) coi suoi Figli di Maria Immacolata, pioniere dei labora- canonizzata nel 1954).Padre Ludovico pensò di creare «un be- tori professionali per fabbri, falegnami, calzolai, tipografi; S. nefico privato Istituto, o Collegio d’Arti, ove almeno gli orfani, Giovanni Battista Piamarta (1841-1913) anche lui dedito ai o trascurati da propri genitori venissero raccolti, gratuitamente giovani, al lavoro e al mondo sociale; le sante Bartolomea mantenuti, cristianamente educati, e fatti abili al disimpegno di Capitanio (1807-1833) e Vincenza Gerosa (1784-1847) fon- qualche arte, affine di formarli insieme cari alla religione, ed uti- datrici delle Suore di Maria Bambina, presenti negli ospedali li alla società, ed allo Stato». Nel 1847 il Vicario generale della di mezzo mondo (sono oltre seimila con circa quattrocento diocesi bresciana eresse canonicamente la Congregazione dei case!); la bergamasca santa Teresa Eustochio Verzeri (8101- Figli di Maria. 1852), fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù che si Quando i moti per l’indipendenza italiana, partiti nel 1848, Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 7 nel 2016. Qualche anno prima, della morte del Pavoni, nel 1841, aveva visto la luce S.Giovanni Battista Piamarta. S. Giovanni Battista Piamarta (1844-1913) Si trova a conoscere la gioventù alle prese con il duro mondo delle fabbriche della nascente industria bresciana. Per dare ai giovani una sicura preparazione professionale e cristiana e riflettendo sull’abbandono spirituale e la perdita della fede di tanti giovani che confluivano in città per motivi di lavoro, egli, poverissimo ma fiducioso nella provvidenza, avvia l’Istituto Ar- tigianelli il 3 dicembre 1886. Seppur con enormi difficoltà, dal 1888 la crescita degli “artigianelli” non si ferma più, si moltipli- cano i fabbricati ed i laboratori e i giovani ricevono una buona preparazione tecnica. Pochi anni dopo, rivolge la sua solle- citudine anche al mondo dell’agricoltura, dando origine con San Ludovico Pavoni padre Giovanni Bonsignori alla Colonia Agricola di Remedello (Brescia), con lo scopo di ridare vitalità e dignità all’ agricol- tura. Nel marzo del 1900 il Padre degli Artigianelli realizza un toccarono anche Brescia a partire dal 23 marzo 1849, padre proprio progetto, istituendo una Famiglia Religiosa, composta Lodovico cercò di frenare le intemperanze dei suoi giovani, da sacerdoti e laici che guidassero l’educazione dei giovani; ma cominciò a considerare la possibilità di metterli in salvo. diventa il fondatore della Congregazione “Sacra Famiglia di Alla mezzanotte del 24 divise i ragazzi in piccoli gruppi, dando Nazareth”, presente oggi (assieme all’altra sua congregazio- loro appuntamento sulla collina del Calvario presso Saiano, ne: le “Umili Serve del Signore”) in vari continenti, Europa (Ita- dove già aveva istituito la loro colonia estiva. La sua salute lia),Africa (Angola e Mozambico) e America del Sud ( Brasile e uscì gravemente compromessa da quello strapazzo, anche a Cile). In questi Paesi sono state fondate case missionarie per causa della pioggia e del vento che accompagnarono la fuga. assistere le popolazioni indigenti. E’ stato dichiarato BEATO Il 26 marzo padre Lodovico era ormai gravissimo, mentre da nel 1997 e SANTO nel 2012. ■ fuori giungeva l’eco delle battaglie. Fino all’ultimo incoraggiò i presenti: “Alzate gli occhi al cielo. Abbiate spirito di fede e di carità”. All’alba del 1° aprile, Domenica delle Palme, diede i San Giovanni Battista Piamarta suoi ultimi consigli e, in un estremo addio, rese l’anima al Cre- atore: aveva 64 anni. Sepolto provvisoriamente nel cimitero di Saiano, venne portato in quello di Brescia il 29 aprile 1849. Alla morte del fondatore, erano rimasti solo i suoi sei più fe- deli collaboratori. Non tardarono a venire momenti difficili: la morte prematura del successore, la soppressione degli ordini religiosi, la confisca dei loro beni e la dispersione dei membri superstiti. Un piccolo gruppo si radunò ad Ala, nel Trentino, e mantenne vivo il ricordo e il carisma di padre Pavoni. La congregazione si diffuse, dal 1880 in poi, nel Veneto e in Lombardia. L’espansione all’estero ha toccato il Brasile (im- portante è oggi la missione a Fortaleza con Operazione Lieta), ma anche in Messico, Filippine, Eritrea e Burkina Faso. Quanto al nome, originariamente era “Figli di Maria”, amplia- to nel 1892, con l’approvazione pontificia, in “Figli di Maria Immacolata”, considerando l’importanza che questo titolo ha sempre avuto per il fondatore. Popolarmente sono conosciuti come “Pavoniani” o “Artigianelli”. Ludovico Pavoni è stato dichiarato Beato nel 2002 e Santo Incontro - 01-2018
8 FORMAZIONE E CULTURA "Con molta cura" LILIANA BOTTI con un pino gigante, resoconti di cure e incontri con persone straordinarie, si spalanca agli occhi di chi legge la storia di un uomo dal cuore aperto, gioioso, “Io non sono altro che la cura che faccio. E non sono consapevole del dono della vita e della solo nel farla. La cura presuppone l’esercizio quotidiano preziosità di ogni suo momento, anche dell’amore. Non c’è altra vita che questa adesso, questa quando è minata, dolorosa, a volte per- sino limitata, oltre che nei movimenti, vita meravigliosa che permette altra vita. In una ghirlanda anche nel pensiero e nella scrittura. magica, un rimandarsi continuo. Mi travolge un’onda di In effetti non gli è stato risparmiato gratitudine senza fine. Curarsi, praticare con metodo ed niente: ha avuto prima una ischemia efficienza la cura che devi obbligatoriamente fare, vuol cerebrale abbastanza devastante, i cui esiti ha superato con la determinazione dire star bene, in linea di massima. L’esercizio quotidiano e il coraggio; poi un trapianto di rene, dell’amore, questo infine auguro a tutti, a tutte. Non c’è infine un tumore diagnosticato troppo altro credete. Se non avete sottomano l’opportunità di una tardi: in più, durante la battaglia per fer- mare la metastasi, in mezzo alle chemio cura da fare - scherzo, ma fino a un certo punto! - potete più o meno debilitanti, ha dovuto affron- sempre però prendervi cura, prendervi cura di voi stessi, e di tare anche un intervento al cuore e altre quelli a cui volete bene. E magari anche degli altri. Non c’è minori ischemie. altro davvero, credete. Questo è davvero importante, penso Eppure, il racconto dei suoi ultimi due anni di vita, della Cura (con la C maiu- allora: non è vita minore questa mia, che adesso mi è data, scola), con flebo di tutti i generi, che sa è vita e capacità e voglia di sorridere alla vita” SC destinata non a guarirlo, ma a croniciz- zare il male, dà origine ad un libro che vorrei definire anche lieve, sorridente: “un inno alla vita e alla cura che tutti Voglio dire subito che “Con molta cura” qualcosa di nuovo. dovremmo avere di noi stessi e degli di Severino Cesari (ed. Rizzoli, 2017), Cesari, nato nel 1951, è stato un perso- altri sempre, anche, e forse soprattut- tratto dalle bacheche di Facebook da naggio importante nell’ambiente edito- to, quando siamo sani.” Prendersi cura lui tenute in tempo reale, è, senza esa- riale e letterario italiano, e questo libro di sé e degli altri, della moglie che lo gerare, un gran bel libro: meraviglioso, è la cronaca di una malattia (che l’ha segue con dedizione infinita, del figlio potrei dire, ma in questo caso mi sem- portato a morire nell’ottobre dello scor- che sta iniziando un lavoro a New York, bra quasi un termine banale; certo su- so anno, lo stesso giorno in cui il libro è persino, perché no, dei medici e degli periore, e decisamente vero. È anche stato consegnato all’editore), il raccon- infermieri di cui riconosce l’umanità e un libro doloroso, che ho letto e con- to di un percorso difficile, accidentato, la competenza; uscire allo scoperto, siglio di leggere con calma, prenden- ma anche la testimonianza di come si ironizzando su un cappuccino di soia do ogni tanto una pausa; ed è un libro dovrebbero affrontare con dignità e e gustando come una ricetta di altis- necessario, di quelli che quando li rileg- gioia di vivere anche i momenti più diffi- sima cucina un piatto di mazzancolle, gi, o ne scorri soltanto qualche pagina cili della vita. Tra “ciarle” (come le chia- scampi e gamberi che può finalmente con gli occhi, è come se li leggessi per ma lui) intelligenti e divagazioni perso- permettersi dopo mesi; condividere le la prima volta, perché ci trovi sempre nali, citazioni di libri, colloqui surreali sofferenze senza vergogna, così come Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 9 sono condivisi gesti, suoni, momenti fa a risorgere.” Pagine che portano a libertà e la forza per lottare, qualunque della sua vita in ospedale e a casa, che riflettere che, per il male di vivere che sia la sua condizione. Che ognuno trovi si alternano ai buongiorno con brani di ci abita dentro, la vera cura potremmo la forza per resistere al male e scopra Melville, RilKe, Bulgakov, Jacopone da trovarla in noi stessi, se lo volessimo di nuovo di avere fratelli e sorelle negli Todi o passi dei Vangeli; stupirsi del sole davvero: è il prendersi cura di noi, dei altri uomini e donne che riescono a resi- che entra strisciando nella camera an- nostri cari, degli altri; è la gratitudine stere al male. Che ognuno, ognuna nel- che nel giorno del solstizio d’inverno, o per ciò che di significativo ci è dato da la nostra miseria e nello sconforto pos- della grandezza della luna che brilla sui vivere; lo stupore per ogni contatto e sa trovare nuova energia nella bellezza, tetti di Roma nelle notti d’estate … per ogni incontro che ci colpisce, sia che è la vera fonte della forza. Anche Come dice un critico, “Pagine e pagine esso con persone, o con animali, alberi, per chi invece nemmeno è in condizio- d’anima e bellezza, raccontano sì di la natura, perfino cose. Qualche vol- ne di vederla, la bellezza. male, terapie, dottori, alti e bassi, cadu- ta basta un cambio di prospettiva: “Mi Questa è oggi la mia preghiera in que- te e risalite, ma ciò che appare sempre consigliano un bastone per non cadere. sto giorno. e comunque è la prepotenza del vivere Sono eleganti, gli uomini col bastone”. Che questo giorno possa avere memoria ogni singolo momento, ogni giorno, cer- Tutto questo non esclude, va da sé, lo della notte. candone la bellezza, l’attimo di magia: sconforto, i problemi, il dolore: ma se io Che ogni giorno possa avere memoria la vera cura. Magari non intesa come collaboro (il verbo collaborare è impor- della notte.” guarigione assoluta, quanto come gua- tantissimo, in questo libro), essi riusci- Sarebbero tanti, i passi di “questa mera- rigione dell’anima, della propria essen- ranno ad essere accettati come parte viglia del creato” (così un critico definisce za. Di noi che, da sani, perdiamo di vista integrante della fortuna di essere vivi. questo libro) che si potrebbero citare … troppo in favore di niente.” Pagine che Proprio per questo bene che si può rice- Ma anch’io, come lui, ho amato queste raccontano per esempio di una nuova vere e si può dare agli altri, “Con molta parole: lucidità, che aiuta a ridimensionare tan- cura” infine, secondo me, è un libro “Quando guarirò, te cose, o a scoprire che “solo la nostra religioso, e anche questa preghiera mi Ci sarà aria fredda e pulita, come ora forza è dietro ad ogni cosa, pronta ad ha portato a pensarlo: Con un sole chiaro accoglierci, come un luogo calmo, come “Che questo giorno possa avere memo- Quando guarirò un fiume che scorre e se ascolti bene ria della notte. Chi soffre possa avere Non importa se io non ci sarò più, a ve- ne puoi sentire il mormorio, in ogni mo- sollievo. Chi è malato, sentirsi accolto, e dermi guarire mento, in ogni momento. Noi sappia- amato. Chi è costretto e impedito e im- Io guarisco in ogni istante in cui mi curo.” mo, dentro di noi lo sappiamo, come si prigionato, possa avere memoria della ■ Incontro - 01-2018
10 FORMAZIONE E CULTURA “Laudato si” proteggere il creato per difendere l’uomo VALENTINO MAFFINA tale e affrontando temi concreti. to. L’essere umano ha il compito di “col- tivare e custodire” il giardino del mondo Inquinamento e cambiamenti climatici: “I (cfr Gen 2,15), sapendo che “lo scopo cambiamenti climatici sono un problema finale delle altre creature non siamo noi. globale con gravi implicazioni ambien- Invece tutte avanzano, insieme a noi e tali, sociali, economiche, distributive e attraverso di noi, verso la meta comune, “Laudato si’ mi Signore per sora nostra politiche e costituiscono una delle prin- che è Dio” (n.83). madre terra”, cantava san Francesco. cipali sfide attuali dell’umanità” (n.25). La Terra, “casa comune”, ricorda papa Fran- questione dell’acqua: “L’accesso all’ac- Nel terzo capitolo “La radice umana della cesco, che “è anche come una sorella qua potabile e sicura è un diritto umano crisi ecologica”, Papa Francesco va alle con la quale condividiamo l’esistenza e essenziale, fondamentale e universale, cause profonde del degrado. La denun- come una madre bella che ci accoglie tra perché determina la sopravvivenza delle cia è in particolare per la logica “usa e le sue braccia”. In tutto 192 pagine, sei persone e per questo è condizione per getta” che genera la cultura dello scarto. capitoli, 246 paragrafi e due preghiere l’esercizio degli altri diritti umani”. Privare Le competenze tecniche, scrive il Papa, per chiedere con questa enciclica, “che i poveri dell’accesso all’acqua significa danno a “coloro che detengono la cono- tipo di mondo vogliamo trasmettere a negare “il diritto alla vita radicato nella scenza e soprattutto il potere economico coloro che verranno dopo di noi, ai bam- loro inalienabile dignità” (n.30). La perdi- per sfruttarla, un dominio impressionan- bini che stanno crescendo” (n.160). ta della biodiversità e la distruzione degli te sull’insieme del genere umano e del ecosistemi producono effetti di degrado mondo intero” (n.104). Sono proprio le Papa Francesco non parte da zero. Ri- ambientale e di conseguenza il deterio- logiche di dominio tecnocratico che por- prende le parole dei suoi predecessori ramento della qualità della vita umana, tano a distruggere la natura e a sfruttare e il grido di allarme che da tempo mette il degrado sociale, il diffondersi dell’i- le persone e le popolazioni più deboli. “Il in guardia dallo sfruttamento inconside- nequità in un mare d’indifferenza e di paradigma tecnocratico tende ad eser- rato delle risorse, da una politica miope presunta impotenza. Francesco denun- citare il proprio dominio anche sull’e- che guarda al successo immediato sen- cia “la mancanza di reazioni di fronte a conomia e sulla politica”, impedendo di za prospettive a lungo termine, dall’e- questi drammi dei nostri fratelli e sorelle” riconoscere che “il mercato da solo non goismo delle società consumistiche che (n.54) come “segno della perdita di quel garantisce lo sviluppo umano integrale stentano a cambiare i propri stili di vita. senso di responsabilità per i nostri simili e l’inclusione sociale” (n.109). Ne deriva Ricorda che la cura del creato è impegno su cui si fonda ogni società civile”. “Man- la logica che “porta a sfruttare i bambini, di tutti, credenti e non credenti. cano una cultura adeguata e la disponi- ad abbandonare gli anziani, a ridurre altri bilità a cambiare stili di vita, produzione in schiavitù, a sopravvalutare la capacità Dopo un ampio sguardo d’insieme e e consumo” (n.59). del mercato di autoregolarsi, a pratica- l’appello a “rinnovare il dialogo sul re la tratta di esseri umani, il commercio modo in cui stiamo costruendo il fu- Nel secondo capitolo “Il Vangelo della di pelli di animali in via di estinzione e turo del pianeta” (n.14), il Papa ana- creazione”, il Papa rilegge i racconti bi- di “diamanti insanguinati”. È la stessa lizza nel primo capitolo quello che blici e dà una visione complessiva della logica di molte mafie, dei trafficanti di sta accadendo alla nostra casa. Lo fa tradizione ebraico-cristiana spiegando il organi, del narcotraffico e dello scarto servendosi delle più recenti acquisi- perché della “tremenda responsabilità” dei nascituri perché non corrispondono zioni scientifiche in materia ambien- dell’essere umano nei confronti del crea- ai progetti dei genitori” (n.123). Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 11 Papa Francesco parla della dignità del la- Non solo denuncia, ma pone la domanda corsi di educazione ambientale capaci di voro e della centralità della persona spie- su cosa è possibile fare per “uscire dalla incidere su gesti e abitudini quotidiane, gando che “rinunciare ad investire sulle spirale di autodistruzione in cui stiamo dalla riduzione del consumo di acqua, persone per ottenere un maggior profit- affondando” (n.163). La Chiesa non pre- alla raccolta differenziata dei rifiuti fino a to immediato è un pessimo affare per la tende di definire le questioni scientifiche, “spegnere le luci inutili” (n.211). società” (n.128). E poi riprende il dibattito né di sostituirsi alla politica, ma il Papa sugli OGM che sono “una questione di invita “ad un dibattito onesto e traspa- Il 5 febbraio scorso, nella Lectio magi- carattere complesso”. Sebbene il loro uti- rente, perché le necessità particolari o stralis tenuta in Palazzo Loggia, dal Ve- lizzo abbia prodotto in alcune regioni una le ideologie non ledano il bene comu- scovo Pierantonio Tremolada sul tema crescita economica che ha contribuito a ne”. Il giudizio è severo: “I vertici mon- “Nostro pane quotidiano”, inteso come risolvere qualche problema, presentano diali sull’ambiente degli ultimi anni non ciò che è essenziale per il nutrimento significative difficoltà a partire dalla “con- hanno risposto alle aspettative perché, dell’umanità e quindi non solo cibo ma- centrazione di terre produttive nelle mani per mancanza di decisione politica, non teriale, ma anche elemento culturale e di pochi” (n.134). Francesco pensa in par- hanno raggiunto accordi ambientali glo- spirituale, ricevuto in dono, il Vescovo ticolare ai piccoli produttori e ai lavoratori bali realmente significativi ed efficaci”. Il fa ampi riferimenti all’enciclica Laudato rurali che utilizzano sistemi di produzione Papa scrive, riprendendo le parole del si’ e nella conclusione riprende il tema meno inquinanti, sostenendo un modello Compendio della dottrina sociale della della necessità di un cambiamento di sti- di vita, di felicità e di convivialità non con- Chiesa, che serve “un accordo sui regi- le di vita, dell’assunzione di un modo di sumistico (n.112) mi di governance per tutta la gamma dei vivere in grado di offrire la risposta alla cosiddetti beni comuni globali visto che domanda riguardante il nutrimento di cui Nel quarto capitolo “Un’ecologia inte- la protezione ambientale non può esse- l’uomo ha desiderio. E ricorda come lo grale” si affronta il tema della giustizia re assicurata solo sulla base del calcolo stile di vita auspicato dal Papa sia ben e della politica. Il Papa parla di ecologia finanziario di costi e benefici. L’ambiente rappresentato nella figura di san France- delle istituzioni. “Se tutto è in relazione, è uno di quei beni che i meccanismi del sco d’Assisi. “In lui si riscontra fino a che anche lo stato di salute delle istituzioni mercato non sono in grado di difendere punto sono inseparabili la preoccupazio- di una società comporta conseguen- o di promuovere adeguatamente” (n.174). ne per la natura, la giustizia verso i pove- ze per l’ambiente e per la qualità della ri, l’impegno nella società e la pace inte- vita umana: ogni lesione della solida- Particolarmente incisivo è l’appello rivol- riore” (n.10). Provando a declinare questo rietà e dell’amicizia civica provoca dan- to a chi ricopre incarichi politici, affinché esempio nella vita di oggi, lo stesso Papa ni ambientali” (n.142). Il Papa ribadisce si sottragga “alla logica efficientista e afferma: “La spiritualità cristiana propo- che “l’analisi dei problemi ambientali immediatista oggi dominante: “Se avrà ne una crescita nella sobrietà e una ca- è inseparabile dall’analisi dei contesti il coraggio di farlo, potrà nuovamente ri- pacità di godere con poco. È un ritorno umani, familiari, lavorativi, urbani e dal- conoscere la dignità che Dio gli ha dato alla semplicità che ci permette di fermar- la relazione di ciascuna persona con sé come persona e lascerà, dopo il suo pas- ci a gustare le piccole cose, di ringraziare stessa”. “Non ci sono due crisi separate, saggio in questa storia, una testimonian- delle possibilità che offre la vita” (n.222). una ambientale e un’altra sociale, bensì za di generosa responsabilità” (n.181). una sola e complessa crisi socio-ambien- Alla fine dell’enciclica, prima di propor- tale” (n.139). Questa ecologia integrale Infine il sesto capitolo “Educazione e re due preghiere conclusive, di cui bel- “è inseparabile dalla nozione di bene spiritualità ecologica” perché “ogni cam- lissima la Preghiera per la nostra terra comune” (n.156). Nel contesto odierno, in biamento ha bisogno di motivazioni e di (n.246), il Papa sostiene di aver compiuto cui “si riscontrano tante inequità e sono un cammino educativo”. Sono qui coin- una “riflessione insieme gioiosa e dram- sempre più numerose le persone che volti tutti gli ambiti educativi, in primis “la matica”. Credo si possa dire che è la gioia vengono scartate, private dei diritti uma- scuola, la famiglia, i mezzi di comunica- a prevalere, seppure i presupposti siano ni fondamentali”, impegnarsi per il bene zione, la catechesi” (n.213). La partenza profondamente dolorosi. È la gioia di po- comune significa fare scelte solidali sulla è “puntare su un altro stile di vita” che ter credere in un cambiamento radicale, base di “una opzione preferenziale per apre anche la possibilità di “esercitare in una nuova umanità, anche se l’impre- i più poveri” (n.158). La nozione di bene una sana pressione su coloro che deten- sa è ardua. San Francesco diceva: “Co- comune coinvolge anche le generazioni gono il potere politico, economico e so- minciate col fare ciò che è necessario, future. “l’ambiente è un prestito che ogni ciale”. È ciò che accade quando le scelte poi ciò che è possibile. E all’improvviso generazione riceve e deve trasmettere dei consumatori riescono a “modificare vi sorprenderete a fare l’impossibile” E alla generazione successiva” (n.159). il comportamento delle imprese, forzan- allora nulla ci deve spaventare in questo dole a considerare l’impatto ambientale compito a cui siamo chiamati, credenti e Nel capitolo quinto, Francesco offre “al- e i modelli di produzione” (n.206). Non non credenti. ■ cune linee d’orientamento e di azione”. si può sottovalutare l’importanza di per- Incontro - 01-2018
12 FORMAZIONE E CULTURA Francesco Paglia pittore e “virtuoso scrittore” “In questa terra ove si fabricano le armi, l’anello a Santa Caterina, opera del FRANCESCO TROVATI in quella Chiesa Parrocchiale, avvi una suddetto Paglia.” Pala dell’Ascensione di Nostro Signore, con S. Pietro e S. Marco ed altri Santi di Premesso che in entrambe le tele sono Nel precedente numero di questo no- mano di Francesco Paglia.” presenti sia forti connotazioni chiaro- tiziario parrocchiale, presentando in scurali - che l’autore deve principal- rapida rassegna i più notevoli dipinti, Di seguito si riferisce anche della se- mente al suo alunnato bolognese nella ispirati al mistero del Natale, ospitati conda pala, che è quella bottega di Francesco Barbieri detto il nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Guercino (1591-1666) - sia caratteristi- Brescia e le opere del medesimo tema “di S. Carlo con altri Santi che rimira- che figurative e schemi compositivi mu- esposte nelle chiese dell’alta Valtrom- no la Vergine col Bambino che porge tuati dalla continua lezione dei grandi pia, si è fatto fuggevole cenno all’atti- vità di Francesco Paglia (Brescia, 1635 - 1714), considerato oggi dagli storici e dai critici dell’arte il pittore bresciano più importante del suo tempo. Non dissimile da questo giudizio ed , anzi, ben argomentata e compiuta è la valutazione dei contemporanei circa questo artista, stimato anche buon ver- seggiatore e “virtuoso scrittore”, capa- ce di commentare minutamente “con accurata, lodevolissima diligenza, tutte le insigni pitture e sculture” presenti sia nelle chiese, sia nei palazzi pubblici e privati di Brescia e del suo territorio, “di- chiarando, con dotto ed erudito discor- so, la loro bontà, qualità e perfezione”. Così scrive Leonardo Cozzando, padre Servita, filosofo, saggista e storiografo bresciano, contemporaneo del Paglia, nella prefazione all’opera: “Il giardino della pittura”, pubblicato dal Paglia stes- so che qui ha raccolto tutte le sue osser- vazioni circa il patrimonio artistico bre- sciano. Proprio da questa fonte diretta si apprende che il maestro si trova a Gar- done V.T. in due distinte occasioni tra il 1692 e il 1694, biennio durante il quale porta a compimento due grandi pale, da annoverarsi tra le più notevoli del suo catalogo. È molto interessante seguire quanto annota in proposito l’artista stes- so, che scrive di sé in terza persona: Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 13 parrocchiale di Gardone V.T., altrettan- to studiata ed apprezzata dai critici è la pala consegnata dal maestro per l’alta- re maggiore dell’oratorio di S. Carlo. L’opera è commissionata all’artista da Giovanni Battista Aquisti, discendente da un’antica famiglia gardonese che si è arricchita con il commercio delle armi, si è trasferita da qualche tempo a Venezia ed è stata iscritta nei regi- stri del patriziato veneto. Lo stemma del casato e il nome del committente sono anzi ben visibili sulla tela stessa, in basso, nell’angolo destro rispetto all’osservatore. Dei santi effigiati in quest’opera insieme con Carlo Borromeo, raffigurato in posi- zione centrale ed eminente nella parte inferiore della tela, ha già dato anticipa- ta notizia, almeno in parte, il Paglia stes- so nel passo autografo sopra riportato. Occorre tuttavia qui aggiungere che fra gli “altri Santi”, indicati con espressione generica dall’artista, compare, in alto sul podio, S. Giuseppe che affianca la Vergine. In basso, a destra del Borro- meo, si riconosce Bernardino da Siena e, accanto a lui, un santo non identifi- cabile o, forse, lo stesso committente. A sinistra dell’arcivescovo milanese stan- no Giovanni Battista e Ambrogio. Da ri- levare, soprattutto nella parte inferiore Chiesa di S. Carlo: S. Carlo con altri Santi che rimirano la Vergine col Bambino che porge l’anello dell’opera, la grande abilità del pittore a Santa Caterina sia nei panneggi sia nel disegno della Nella pagina a fianco: Chiesa Parrocchiale, Ascensione di Cristo figura e del volto dei santi; particolari questi che giustificano pienamente la fama che il Paglia si è guadagnato an- maestri bresciani del Cinquecento, si Paglia - tra i santi Pietro e Marco sta la che come valente ritrattista. possono qui sottolineare alcuni partico- Vergine Maria, che il pittore rende rico- lari che si riferiscono prima di tutto alla noscibile tra le altre indistinte figure che Non appena il dipinto è consegnato, grande pala che ancor oggi sovrasta osservano Gesù che raggiunge il Padre. esso viene subito inserito nella ricca l’altare eucaristico nella cappella mag- soasa che si ammira anche attualmente A chiudere il discorso su questo dipin- sopra l’altare maggiore della chiesetta. giore della nostra chiesa parrocchiale. to, si segnala qui una circostanza par- Questo manufatto ligneo, attribuito a Nella parte superiore del dipinto, do- ticolare: l’artista firma l’opera sul retro Gaspare Bianchi da Lumezzane - au- minata dalla figura del Cristo che sale al della tela. Soltanto in epoca successiva tore di altre pregevoli opere in città e cielo, il Risorto è avvolto da una grande - forse nel 1723, quando la pala è siste- in alcuni grossi centri del Bresciano - è mandorla dorata e accolto da schiere mata entro l’imponente, ricca soasa che pagato all’artista dalla Confraternita di di cherubini adoranti, che sembrano si ammira anche attualmente - l’auto- S. Carlo nel 1692. L’altare maggiore, uscire dall’oscurità ad aprire un gran- grafo del pittore è trascritto sul dipinto, opera egregia dei maestri “marmorari” de squarcio di luce che si riverbera su in basso, a sinistra. di Rezzato, è invece più tardo: è datato quanti, nella parte inferiore della tela, assistono all’Ascensione del Signore. Si Se tanto si può sinteticamente anno- 1756 e pagato con i proventi di un lasci- deve qui aggiungere in proposito che - tare circa questo primo lavoro portato to, disposto nel 1753 da Giovanni Batti- ancorché non ricordata nello scritto del a termine da Francesco Paglia per la sta Beccalossi. ■ Incontro - 01-2018
14 FORMAZIONE E CULTURA Spirito Aprire cuore e mente al soffio dello CONSIGLIO PASTORALE cristiana. Infatti racconta la “violenta per- stenza umana e spirituale. Fondamento secuzione” scoppiata contro la Chiesa di della missione stanno le parole di Gesù: PARROCCHIALE Gerusalemme, il ruolo di Saulo che “era “Andate dunque e fate discepoli tutti i tra coloro che approvavano” l’uccisione popoli, battezzandoli nel nome del Pa- di Stefano, gli arresti di uomini e donne dre e del Figlio e dello Spirito Santo ….”. presi dalle loro case e imprigionati, e Questo significa ancora oggi, per noi, Come di consueto l’incontro del Consi- la conseguente fuga nelle regioni della non rinunciare a chiamare uomini e don- glio Pastorale si è aperto con la preghie- Giudea e della Samaria di tutti i cristiani ne all’adesione e alla sequela di Gesù, ra e una riflessione, proposta dal parro- ad eccezione degli Apostoli, che riman- perché possano iniziare a leggere la vita co, che aiuta ad entrare nel lavoro di gono a Gerusalemme. a partire dal disegno d’amore del Padre elaborazione e confronto che si svolgerà verso tutti, così come Gesù il Servo ha nella serata. Così anche per martedì 16 Don Aldo fa notare come la dispersione raccontato con la sua esistenza crocifis- gennaio scorso la riunione è iniziata con dei discepoli non intralcia la diffusione sa. Ciò permette di uscire dalla notte ed la lettura del brano tratto dagli Atti degli della Parola di Dio, anzi, essi sanno re- entrare nella luce e di essere partecipi di Apostoli (cap. 8, versetti 1-8). agire dando prova di fedeltà a Cristo e un’esperienza di ricerca e di misericor- diffondendo in quelle regioni il Vangelo. dia, riscoprendo nella Pasqua del Signo- Don Aldo, prima di commentare il brano, Infatti Filippo, uno dei diaconi scelti da- re, nel Servo crocifisso e risorto, il dono manifesta la sua intenzione di offrire al gli apostoli, raggiungerà la Samaria, re- definitivo d’amore umile e obbediente. Consiglio pastorale motivi di riflessione gione esclusa dalla comunità israelitica perché, guidato dallo Spirito e alla luce perché considerata eretica, e annuncerà Dopo queste sollecitazioni alcuni membri della Parola di Dio, esso possa cogliere con energia il Vangelo con parole e se- spontaneamente chiedono: quali priori- cosa il Signore dice oggi alla Chiesa, alla gni e troverà accoglienza presso i sama- tà? Da dove si potrebbe partire? Quale nostra comunità, in questa concreta si- ritani, che, risanati nel corpo e nello spi- sguardo avere verso le situazioni di mar- tuazione storica e, quindi, possa scrivere rito, “prestavano ascolto unanimi” alla ginalità presenti nella nostra comunità? un progetto missionario parrocchiale sul sue parole. La comprensione della fede quale sta ragionando da tempo. suscita “grande gioia” in quella comuni- La risposta del parroco è stata un incita- tà, che ha aperto i cuori per ospitare la mento ad avere il coraggio di andare là Per questo, attingendo al testo degli Atti Parola del Signore. dove le persone sono più isolate come degli Apostoli, il parroco traccia alcuni at- quartiere, rione, vie, … magari trovando teggiamenti e annota alcuni stimoli che A questo punto il parroco chiede: “Dopo un luogo che possa diventare un punto possono aiutare i membri del Consiglio in aver ascoltato questo brano, come ini- di incontro, dove la proposta della Parola questo percorso di discernimento. ziare la nostra comunità al mistero di di Dio raggiunga in forma semplice co- Cristo?”. E aggiunge che non si tratta di loro che non hanno una partecipazione Nei pochi versetti del brano proposto, trovare strategie pastorali, o di proporre assidua alla chiesa. Un’altra opportunità che fa seguito a quello che narra il mar- l’adesione a una dottrina o a un sistema sarà quella di accompagnare nel cam- tirio di Stefano, l’evangelista Luca, con filosofico, ma, piuttosto, di intraprendere mino di catecumenato alcune persone alcune sintetiche ma efficaci pennellate, la via evangelica di Gesù, cioè l’arte di adulte che hanno chiesto di ricevere il narra le vicende della prima comunità suscitare le domande essenziali dell’esi- sacramento del Battesimo. Incontro - 01-2018
FORMAZIONE E CULTURA 15 Certamente l’impegno di stendere un progetto pastorale missionario è indub- biamente un compito non semplice, ma con il quale il Consiglio proverà a mi- surarsi invocando l’aiuto dello Spirito, sostenuto dalla preghiera della nostra comunità, e con un serio esercizio di di- scernimento. Il lavoro poi è continuato rivolgendo l’at- tenzione alla programmazione ordinaria, che prevedeva il pensare alcune propo- ste per la Quaresima inserendo le idee scaturite dal Consiglio di Oratorio. Ad esempio per i bambini e ragazzi si è va- lutata la possibilità di riproporre il “Buon- giorno Gesù”, lasciando a don Michele il compito di decidere i tempi e i luoghi; si è suggerito anche la partecipazione alla serata del Lunedì sera a Inzino “Mi inte- ressa la Bibbia” per un approfondimento sulla Parola di Dio della domenica; si è riconfermata la preghiera della Via Cru- cis con cadenza settimanale, il Venerdì sera alle 20.15 nella varie zone, animata dai gruppi dell’ICFR, e la Via Crucis per le strade, animata dalle varie associazioni e gruppi. E’ prevista la celebrazione dei Sacri Tri- dui per i defunti nei giorni successivi al mercoledì delle Ceneri come è consue- tudine nella nostra parrocchia. Inoltre, poiché la Quaresima ha anche una con- notazione missionaria, saranno a dispo- sizione i sussidi, reperibili in Chiesa par- rocchiale, in Basilica e all’Oratorio, per la preghiera in famiglia, con le cassettine per le offerte che saranno devolute al Centro missionario di Brescia a sostegno dei missionari bresciani. A conclusione portiamo nel cuore una delle invocazioni che abbiamo pregato alla fine dell’incontro: Abbiamo ricevuto il dono del tuo amore, Signore: ora dobbiamo vivere come te. E’ compito nostro gridare il tuo amore; è missione nostra annunciare che tu sei amore infinito, che sei bontà che soffre, cerca e invita tutti alla festa del Regno. Fa’ o Signore che la tua Chiesa evange- lizzi vivendo l’unità nell’amore!. ■ Incontro - 01-2018
16 GRUPPI PARROCCHIALI 17 Febbraio 2018 Happening Zonale ACR GLI EDUCATORI ACR Alla fine di Gennaio (impegni parroc- Sabato 17 Febbraio 2018, alle ore 14.20, chiali permettendo), l’Azione Cattolica partenza dall’Oratorio di Gardone V.T. Ragazzi è solita proporre, a conclusione per raggiungere quello di Sant’Apol- di questo mese di cammino, una festa lonio, dove ad attenderci ci sono gli zonale, l’Happening appunto, nella qua- amici delle tre parrocchie di Lumezzane le i bambini e i ragazzi della zona si ri- Sant’Apollonio, San Sebastiano e Pieve. trovano insieme per condividere idee e riflessioni sul tema della Pace. Siamo accolti dalla musica dell’ACR Band, che ci propone canti e balli per darci il tempo di ambientarci e salutare vecchi amici che non vediamo dalle pre- cedenti feste. Mentre la band riprende fiato, ci viene proposto un filmato sul quale riflettere. È un cortometraggio che parla dell’amicizia tra una nuvola ed una cicogna e di come un giorno la nuvola, interpretando male le intenzioni della cicogna, si arrabbi con lei e pensi di es- sere stata tradita. All’improvviso la nuvola e la cicogna diventano reali ed appaiono, quasi per magia, in carne ed ossa all’interno del salone che ospita la festa. I due personaggi hanno un messaggio per noi : a volte le cose non sono come sembrano, bisogna saper andare oltre le apparenze, bisogna saper guardare le cose con occhi nuovi!!! Così ci invitano a dividerci in gruppi per archi di età (6/8 – 9-/11 – 12/14) per andare ad “incontrare” personaggi e situazioni che hanno saputo guardare alla vita con occhi nuovi. Al termine delle attività non poteva mancare una dolce merenda per risto- rarci dalle fatiche del pomeriggio ed Incontro - 01 - 2018
GRUPPI PARROCCHIALI 17 aiutarci ad entrare nel giusto clima per la parte conclusiva della festa. Chi ci ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi? Chi ci ha dato un nuovo comandamen- to? Don Luca e Don Michele ci aiutano a dare una risposta a queste domande guidandoci, insieme ai nostri genitori, in una preghiera che ci fa scoprire come dietro il volto di ognuno di noi si na- sconde il volto di Gesù che ci invita ad amarci come fratelli. Il pomeriggio è finito, torniamo a casa portando nel cuore il viso dei nuovi ami- ci incontrati, sicuri che da oggi saranno compagni di viaggio alla scoperta di un mondo da guardare con occhi nuovi. ■ Incontro - 01 - 2018
18 GRUPPI PARROCCHIALI Indovina chi viene a cena CATERINA e difficoltà di prendersi cura di chi ci è prossimo. Ecco il racconto di Caterina, 13 anni, che ha vissuto questa espe- Sei sicuro di conoscere chi ti circonda? rienza in prima persona. Dal 27 al 30 dicembre 2017 gli Esplo- CAMPO INVERNALE 2017 ratori e le Guide del nostro reparto Il campo invernale è durato da merco- (22 ragazzi dai 12 ai 16 anni) sono stati ledì 27 dicembre a sabato 30 dicembre a Boniprati, vicino a Pieve di Bono, 2017, si è svolto all’Altopiano di Bonipra- per il consueto campo invernale. In ti (Pieve di Bono-Prezzo in Trentino). La questi quattro giorni trascorsi insieme partenza è stata dall’oratorio di Gardo- abbiamo giocato dando la caccia a un ne Val Trompia, siamo saliti sulle mac- misterioso assassino, ma anche riflet- chine dei genitori, organizzate in squa- tuto su giudizio, pregiudizio, curiosità driglia, e ci siamo avviati per il campo. Il Incontro - 01 - 2018
GRUPPI PARROCCHIALI 19 tutti di persona fino a smascherare il ma non posso stare ad elencarvele tut- colpevole. Beh, così sono stata molto te, altrimenti finirebbe l’inchiostro della sintetica, ma c’è voluto tutto il campo per penna e questa è la mia penna prefe- trovarlo, c’erano molti sospettati: dal ba- rita!! Al campo due nostre sorelline ed rista alla cuoca, dal capo reception all’o- un fratellino hanno pronunciato la pro- spite riccona, dall’attore allo scrittore di messa e sono diventati degli esploratori gialli, dal cacciatore al detective stesso e ed ora fanno parte del gruppo a tutti gli poi ancora il romano, la giardiniera… in- effetti. L’ultimo giorno del nostro campo somma è stato difficile, ma ce l’abbiamo abbiamo fatto il grande gioco che è sta- fatta!! Volete sapere chi era il colpevole? to poi la rivelazione dell’assassino, do- Per ora vi terrò sulle spine…. vevamo liberare il detective che era sta- to imprigionato dallo stesso assassino; Le nostre giornate non erano mai ugua- per liberarlo si doveva trovare la chiave li, c’era sempre qualcosa di diverso, del lucchetto che lo teneva imprigio- non solo per le attività organizzate dai nato e ce l’abbiamo fatta!! Ora vi svelo capi, ma anche per le strane vicende l’assassino, era……………… l’attore. Già, che avvenivano, per esempio, quando l’attore io non me lo aspettavo, ma sai alcuni nostri esploratori hanno costruito come si dice: “chi tace acconsente!”, un igloo con le loro mani, no, non erano che non c’entra nulla, ma volevo fare un degli Eschimesi…. però lo hanno fatto! po’ di scena! E poi, arrivò la tristezza nei Oppure quando abbiamo preso una la- cuori, era ora di partire e ci dovevamo miera di ferro e l’abbiamo usata come salutare. Affrontammo la partenza con bob per scivolare sulla neve, lo so era molto coraggio e trattenendo le lacri- pericoloso, però ha funzionato ed è me, anche se in realtà l’idea di tornare stato divertente, d’altra parte noi scout a casa al calduccio piaceva a tutti, ma abbiamo parecchie risorse! Un’altra torniamo a noi, ci siamo salutati con un situazione divertente è stata quando, bel “vogaaaaaaaaa” e siamo saliti sulle mentre stavamo lavando i piatti, una macchine, sì…ma sapendo che ancora cosa molto noiosa e faticosa, abbiamo insieme ne avremmo vissute tante, ma iniziato a cantare trasformando l’attivi- taaaanteee, perché infondo è anche tà più noiosa al mondo in un bellissimo questo essere scout: “vivere insieme la concerto; beh ce ne sono tante altre, gloria con felicità!”. ■ viaggio è durato un paio di ore, arrivati a Boniprati la neve ci attendeva con ansia, infatti durante il tragitto si è fat- ta sentire e ci ha accompagnato fino al traguardo che abbiamo trovato comple- tamente innevato!! Abbiamo salutato subito i genitori ed eccitati e felici per quello scenario, sia- mo corsi subito a giocare con quella neve che ci tenuto compagnia per tutto il campo. Il tema del nostro campo era un giallo, i nostri abilissimi e intelligentis- simi capi reparto e capi squadriglia, con la mente alquanto superiore alla norma (non li sto elogiando per ottenere van- taggi ovviamente), hanno preparato un astutissimo giallo che abbiamo vissuto Incontro - 01 - 2018
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