"Tutta splendore sei, figlia di Sion" - Serve di Maria ...
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1-2019 Trimestrale di formazione e pastorale mariana «Tutta splendore sei, figlia di Sion» Anno 104 n. 1 gennaio - marzo 2019 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Centro mariano «Beata Vergine Addolorata» - Rovigo 4 18 28 Studi Scheda pastorale Finestre sulla vita Nostra Signora Con Maria Una missionaria della bellezza portiamo1 generosa la Buona Novella e coerente
Anno CIV Gennaio - Marzo 2019 Sommario n Editoriale 1 «Tutta splendore sei, figlia di Sion» 3 La Redazione n Studi Nostra Signora della bellezza 4 Vincenzo Francia Maria presso la croce, un amore che rigenera 9 Riparazione Ricardo M. Pérez Márquez Mariana 1 Santa Maria nell’iconografia servitana 14 Anno CIV gennaio - marzo 2019 Paolo M. Orladini Rivista trimestrale di formazione e di pastorale mariana. n Tessere mariane Centro mariano «Beata Vergine Addolorata» - Rovigo. A cura delle Serve di Maria Riparatrici. Di gloria in gloria. 2 Cor 3,17-18: lectio divina 7 Giovanni Grosso In copertina: Annunciazione nel tempio aereo Il volo dell’Angelo 12 Gerardo Dottori Collezione privata Vincenzo Francia Direttore responsabile: Con Maria portiamo la Buona Novella Elena Zecchini. Festa della Visitazione della B. V. Maria. Scheda pastorale 18 Consiglio di redazione: M. Elena Zecchini M. Cristina Caracciolo, Luca M. Di Gi- rolamo, Giovanni Grosso, M. Michela Marinello. n Vita del santuario Redazione: M. Lisa Burani, M. Lucia Cittadin, Madre M. Elisa, testimone luminosa di fede 20 Maria Stella Miante. Maria Grazia Comparini Collaboratori: Maria Grazia Comparini, Antonio Escu- «La sarta che ricuciva l’umanità» 22 dero Cabello, M. Giovanna Giordano, Mario Bovenzi Corrado Maggioni. Progetto grafico: Immacolata: festa di tutti i battezzati 23 PROGETTYPESTUDIO Albignasego (PD). Comunità del Centro mariano Direzione e Amministrazione: Centro mariano «Beata Vergine Addolorata» n Associazione «B.V. Addolorata» Via dei Cappuccini, 17 - 45100 Rovigo Tel 0425/422455 - Fax 0425/28956 e-mail: riparazione.mariana@smr.it «Pietre vive» per l’evangelizzazione 24 c.c.p. 00120451 - Offerta libera. Maria Grazia Comparini Autorizzazione Tribunale di Rovigo n. 158 del 18-1-1971. n Finestre sulla vita Con approvazione ecclesiastica. Stampa CTO - Vicenza Spedizione in abbonamento postale Una Madre che accoglie ai confini 26 Pubbl. inf. 45%. Rita Petrachi Questo periodico è associato Una memoria piena di futuro 27 all’Unione Stampa Periodica Delegazione «Notre Dame d’Afrique» Italiana. Una missionaria generosa e coerente 28 Legge sulla tutela dei dati personali. I dati personali dei lettori in possesso della rivista verranno trattati M. Lisa Burani con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o utilizzati per finalità diverse senza il Il diritto di avere un futuro 30 preventivo consenso degli interessati. In base al decreto legislativo D.LGS. n. 196/2003, in qualsiasi momento l’abbonato potrà decidere di modi- Maria Grazia Comparini ficare o richiedere la cancellazione dei dati personali. Albania, Chiesa di martiri 31 2
Edi toria le «Tutta splendore sei, figlia di Sion» L’ L’ antifona al Benedetto nella solennità dell’As- (Laudato sii, n. 241): occhi che vedono la bellezza sunta, da cui è tratto il titolo del presente che Dio ha posto in ogni fratello e sorella, che non fascicolo di Riparazione mariana, ben esprime guardano senza coltivare nel cuore sentimenti di l’ammirazione per le meraviglie di grazia compiute bene e che mirano alla meta comune, quando «ci dal Padre nella santa Vergine. Nella sua persona, incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza totalmente glorificata in anima e corpo, la comuni- di Dio» (Laudato sii, n. 243). tà orante vede realizzato il progetto di Dio per l’u- manità e nella bellezza senza ombre della creatura contempla lo splendore della bontà divina! I l primo numero 2019 di Riparazione mariana è dedicato al fertile rapporto tra Maria e l’arte. Negli Studi potremo approfondire i principi di tale L a società contemporanea sembra dare molta importanza alla bellezza. Ma quale bellezza? Una bellezza avulsa dalla relazione di gratitudine rapporto (V. Francia), scoprire la fecondità di una particolare interpretazione della raffigurazione dell’Addolorata (R. M. Pérez Márquez) e soffermarci verso il Datore di tale bellezza e di premuroso ser- sul contributo all’arte mariana di una specifica spiri- vizio a quanti anelano a gustare, in essa, il sapore tualità (P. M. Orlandini). della bontà e della verità. Così, però, la bellezza di- Nelle Tessere mariane, la parola di Dio (G. Grosso) e venta una via di degrado, di potere o di illusione, un’innovativa rappresentazione dell’Annunciazione che sfigura il volto e offende la dignità di tante don- (V. Francia) ampliano l’orizzonte della riflessione. ne, uomini e bambini: una via di schiavitù, invece La Scheda pastorale conclude la serie di commenti che di liberazione (cf. Rm 8,21). alle memorie della Vergine durante l’Anno liturgico. Nelle pagine della Vita del santuario sono narrate le iniziative dedicate alle venerabili madre M. Elisa Andreoli e suor Maria Dolores Inglese, che hanno coinvolto adulti e ragazzi. Nella rubrica dell’Asso- Vergine gloriosa, ciazione «B. V. Addolorata» sono presentati i frutti riflesso della bellezza eterna, della 3a Consulta Internazionale per il cammino dei educa le nostre mani a collaborare gruppi locali. con il divino Artefice Le Finestre sulla vita, infine, riportano iniziative perché facciano bella ogni cosa di pietà popolare mariana e di sensibilizzazione a e rendano visibile il suo Regno percorsi di giustizia e di misericordia. Particolare at- tenzione viene data alla testimonianza e all’opera di «Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiu- evangelizzazione nei vari paesi dove sono presenti le ta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando Serve di Maria Riparatrici. N non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezza- el 2019 la nostra rivista avrà anche un Supple- re il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in mento-giovani ad ogni numero, nella consape- oggetto di uso e abuso senza scrupoli»: così afferma volezza che la madre di Gesù e nostra può ispirare papa Francesco nell’Enciclica Laudato sii (n. 215), ai giovani percorsi di realizzazione piena, nell’ade- a proposito dell’importanza di una «educazione sione al Signore della vita e nell’impegno ecclesiale estetica» per «crescere nella solidarietà, nella re- e civile per un mondo più felice. sponsabilità e nella cura basata sulla compassio- ne». E proprio all’atteggiamento di cura amorosa caratteristico della Madre del Signore, il Pontefice I l Risorto ci trovi esultanti nella lode e operosi nella carità, con Maria, icona splendente del nostro futuro. esorta i fedeli perché abbiano «occhi più sapienti» La Redazione 3
Studi Nostra Signora della bellezza Il dialogo tra bellezza Se dunque le creature di Dio sono gerà a riconoscere che essa è una ca- e annuncio di fede belle e la più perfetta di loro è la ratteristica intrinseca a ogni essere. nel rapporto Vergine Maria, figlia di Sion e sin- La bellezza è armoniosa conver- tesi di «quantunque in creatura è di genza delle forme, cioè una struttura tra l’arte e Maria bontate», come la proclama Dante tale da coinvolgere il fruitore in tutte Alighieri, è spontaneo il passaggio le sue facoltà: corporeità, emotività, verso l’affermazione della sua stra- razionalità, capacità decisionale. ordinaria bellezza: «Tutta bella, tota Questa convergenza, dunque, ten- pulchra es Maria». E poiché l’uomo, de a interessare la vita. Non si tratta Tu sei bellezza come dicevamo, è capace di produr- solo di un’armonia di ciò che si ma- re bellezza, moltissimi lungo i secoli nifesta ai sensi, ma un accordo tra N ella celebre preghiera Lodi hanno impegnato il loro talento per detta struttura e la realtà. La celebre di Dio Altissimo, France- manifestarla. frase di Fëdor Michajlovic Dosto- sco d’Assisi, in un crescendo Lo studio della bellezza si chiama evskij, «la bellezza salverà il mondo», d’entusiasmo e d’amore verso Dio, estetica. La produzione della bellez- sottolinea proprio questa armoniz- grida: «Tu sei bellezza!».1 Dopo aver za si chiama arte. zazione tra l’oggetto e la vita, tra la esaltato il Signore per la sua gloria, proposta di una visione e la sua rea- l’onnipotenza, la sapienza infinita, la lizzazione nell’esistenza quotidiana. bontà, la giustizia e tutte le virtù e i Così la bellezza tende a unirsi con valori, il santo trova nella bellezza la la bontà, corrispondente all’ideale sintesi di ogni lode. classico del «kalòs kaì ’agathós» (= Ma già molti secoli prima di lui il Ogni immagine bello e buono). Sapiente di Israele aveva proclamato mariana Si tratta non solo della contempla- la bellezza di Dio e del creato: «Dal- è uno specchio zione del bello, ma della sua realiz- la grandezza e dalla bellezza delle della fede, zazione: si compie, a diversi livelli, creature per analogia si contempla il della devozione, quello che viene proposto nella Pri- loro autore» (Sap 13,5). Dio è bello della cultura ma lettera di san Giovanni 1,1-3: e diffonde bellezza nell’universo. In «Quello che noi abbiamo udito, quel- modo particolare la persona umana, lo che abbiamo veduto con i nostri immagine di Dio, non solo è bella, ma occhi, quello che abbiamo contem- è anche consapevole dello splendore Scegliendo a caso tra le innumere- plato e che le nostre mani hanno toc- che regna nel mondo ed è perfino in voli definizioni della bellezza appar- cato [...] noi lo annunciamo anche a grado di produrre a sua volta un mon- se nei secoli,2 essa è «luminosità e voi». Perciò arte ed evangelizzazione do di incantevole avvenenza. splendore del sensibile», «simmetria si presentano con la stessa dinamica. La Bibbia, continuando la sua ri- e proporzione», «forza e capacità di Dunque, a pieno titolo e senza al- flessione sulla bellezza, arriva a con- attrazione», «fonte di gioia, dolcezza cuna forzatura, l’arte può dialogare templarla nel popolo di Israele e spe- e dono degli déi». La mentalità paga- con l’annunzio cristiano e contribu- cificamente in quella città che simbo- na, che vede nelle varie arti la pre- ire all’evangelizzazione. L’arte è ma- lizza e sintetizza l’intero popolo, cioè senza delle Muse, esprime proprio teria trasfigurata: esattamente come Sion-Gerusalemme: «Da Sion, bellez- questa consapevolezza dell’origine l’evangelizzazione è la trasfigurazio- za perfetta, Dio risplende» (Sal divina della bellezza, mentre nel ne del mondo secondo il disegno divi- 49,2). pensiero cristiano medievale si giun- no manifestato in Cristo Gesù. 4
Gesù e Maria in trono (1291) Pietro Cavallini abside della chiesa di Santa Maria in Trastevere Roma La Chiesa e l’arte rigidi in queste classificazioni: basti magini a volte è stata compresa come pensare come la danza unisca in sé un fatto problematico; anzi possiamo La Chiesa, la comunità di colui sia l’elemento uditivo della musica dire che con ritmo ricorrente la con- che è «il più bello tra i figli dell’uo- che quello visivo del movimento; testazione alle immagini si affaccia mo» (cf. Sal 45,3), ha annunziato e così, con l’invenzione della fotogra- nella consapevolezza ecclesiale. comunicato la fede anche attraverso fia e poi del cinema, l’aspetto visivo È noto che tale contestazione ha la dimensione estetica e la realizza- dell’arte si è enormemente dilatato; un indubbio fondamento biblico: la zione di opere d’arte. Estetica e arte, la parola poi, dopo l’invenzione del- celebre frase, inserita nella pagina tuttavia, non sono uno scopo ma un la scrittura, non fa riferimento solo dei Dieci Comandamenti: «Non ti mezzo: intendono attirare e concen- all’udito ma anche alla dimensione farai idolo né immagine alcuna di trare l’attenzione non su un oggetto visuale dei caratteri; e così via. quanto è lassù nel cielo, né di quan- per quanto bello possa essere, ma Nel corso della storia la produzio- to è quaggiù sulla terra, né di quan- sul messaggio che quell’oggetto con- ne della bellezza, cioè l’arte, cambia to è nelle acque sotto la terra. Non tiene e propone anche mediante la in modo molto significativo. La Chie- ti prostrerai davanti a loro e non li propria armonia. sa ne prende atto e, con maggiore o servirai» (Es 20,4-5). Una lettura ma- L’arte esprime l’elaborazione della minore efficacia, assume i linguaggi terialistica di questa pagina ha fatto bellezza in molteplici forme, sostan- umani e i diversi stili per comunicare sì che alcuni cristiani si rifiutassero zialmente fondate sui nostri sensi, il suo messaggio. La Chiesa, ricorda di produrre immagini o addirittura che sono gli “strumenti” con i quali il Vaticano II, non è legata a questo distruggessero quelle già esistenti. noi entriamo in contatto con il mon- o a quello stile preciso, ma «secondo Non è qui il luogo per affrontare do e compiamo la nostra esperienza. l’indole e le condizioni dei popoli e le questo problema. Ci limitiamo a con- In modo speciale la vista e l’udito, esigenze dei vari Riti, ha ammesso le statare che la Chiesa ha interpretato pur basandosi su fattori materiali, forme artistiche di ogni epoca» (Sa- la biblica condanna delle immagini sembrano più adatti a elevarci verso crosanctum Concilium, n. 123). come qualcosa che riguardava l’i- un mondo di valori diversi (ma non C’è da notare, tuttavia, un parti- dolatria e la pretesa di inquadrare opposti!) da quelli della materia; per- colare. L’arte si presenta come un Dio all’interno di una limitazione. ciò saranno soprattutto la letteratura evento comunicativo, cioè la trasmis- Ma, da quando Dio stesso si è fatto e la musica (arti che fanno appello sione di un contenuto. Ciò vale per uomo, quel divieto è caduto, perché all’udito) e l’architettura-pittura-scul- ogni tipo di arte: la poesia, la musica, è lo stesso Creatore che è diventato tura, cioè le cosiddette “arti figura- la danza, ecc. e, naturalmente, anche creatura e perciò un essere visibile. tive” (che fanno appello alla vista) l’arte figurativa, quell’esperienza ba- Di conseguenza egli si è reso “raffi- quelle in grado di comunicare effi- sata su una figura, cioè su un dise- gurabile”, proprio come ogni altra cacemente il messaggio evangelico gno, e tendente alla realizzazione di realtà creata. Anche l’arte figurativa, della Chiesa. un’immagine. l’immagine dunque, ha legittimità Naturalmente non bisogna essere Ora, proprio la questione delle im- nell’esperienza religiosa in genere e 5
n St u d i IN BIBLIOTECA in quella cristiana in particolare. Anzi, a voler essere precisi, c’è da notare che nell’uso corrente la parola arte sembra indicare preva- I l volume «Maria attraverso la pittura», di Vincenzo Francia, narra la vita di Maria, dal concepimento alla glorificazione, attraverso le lentemente (se non esclusivamente) opere che i più grandi artisti le hanno dedicato la raffigurazione. L’immagine, in tal nei secoli. modo, diventa un momento privile- L’arte, “Bibbia dei poveri”, da sempre ha dato un volto alla fede del popolo, permettendo anche giato di quella via della bellezza (via ai più semplici di entrare nel mistero della vita della pulchritudinis) che favorisce il no- Madre del Signore e di coglierne il messaggio. stro incontro con Dio e ci introduce Il testo si apre con un 1° Capitolo sul rapporto tra con maggiore intensità nella storia l’arte, l’iconografia e Maria, e con un breve excur- della salvezza. sus storico sull’iconografia mariana. La produzione e lo studio delle Nel 2° Capitolo, di ogni immagine vengono ana- immagini si chiama iconografia. Lo lizzati i particolari più significativi ed essa viene sviluppo successivo dell’iconografia è posta in rapporto con gli episodi evangelici o con l’iconologia, che consiste nel vedere i racconti della Tradizione sulla vita di Maria, invi- tando a lasciarsi interpellare dall’esperienza di fede il posto di una immagine all’interno della Madre del Signore. di un contesto culturale. In estrema sintesi, l’iconografia è descrizione, l’iconologia è interpretazione. Le La più antica chiesa di Roma e una mortale sovrano è la Chiesa costitu- immagini sono come le pagine di un delle più antiche del mondo, Santa ita dai suoi discepoli, Chiesa che in libro e, come ogni pagina, quanto più Maria in Trastevere, accoglie nella Maria trova la sua icona più perfetta. vengono da noi comprese tanto più sua abside uno splendido mosaico, All’espressione «Degna di stare al- producono frutti di conversione, con- risalente al 1140 circa: insieme con la tua destra è colei che l’aurea veste templazione, comunione. È possibile alcuni santi, vi appare Gesù sul trono ricopre» corrisponde la tavoletta che pregare e meditare davanti a una della gloria che abbraccia Maria se- Gesù regge con la sua sinistra: «Vie- immagine, con lo scopo di tradurre duta alla sua destra. ni, o mia eletta, e porrò in te il mio nell’esistenza di tutti i giorni quei va- L’iscrizione che accompagna que- trono». Con la destra il Signore cir- lori che l’immagine comunica. sta immagine è una meravigliosa sin- conda Maria, la cui tavoletta riporta tesi di fede, di storia e di arte: «O ful- la celebre espressione del Cantico L’arte celebra gida madre dell’onore, risplende per dei Cantici (2,6): «La sua sinistra è la bellezza di Maria il fulgore di un decoro divino questa sotto il mio capo e la sua destra mi reggia in tuo onore, nella quale siedi abbraccia», che ancora una volta sot- In questa ottica si colloca l’arte in eterno, o Cristo, sede che rimarrà tolinea l’identificazione di Maria con mariana. Essa è un capitolo impor- oltre i secoli. Degna di stare alla tua la Sposa del Cantico, simbolo di Isra- tantissimo nella storia dell’arte e destra è colei che l’aurea veste rico- ele e della comunità cristiana. dell’arte cristiana. L’immagine di pre. Poiché l’antico edificio era rovi- Dice uno scrittore contemporaneo Maria ci accompagna in tutta la no- noso, papa Innocenzo II, originario - Elias Canetti - che «quando ci sen- stra vita e ci aiuta a rendere presente di qui, lo ha rinnovato». tiamo sopraffatti dal fuggire dell’e- alla nostra anima il volto di colei che La frase inizia con una invocazio- sperienza, ci rivolgiamo a un’im- è la bellezza personificata. ne a Maria («fulgida madre dell’o- magine». L’immagine è la nostra Ogni immagine mariana è un “in- nore»), alla quale è dedicato questo memoria. Ogni immagine di Maria è vito al viaggio”, una sollecitazione luogo, bello come la casa di una re- la memoria di ciò che siamo e di ciò per noi a crescere nell’invocazione e gina, ma poi si volge verso Gesù che che siamo chiamati ad essere. nell’imitazione delle sue virtù; è uno siede in eterno in questa reggia. Ma specchio della fede, della devozione qual è questa reggia «che rimarrà Vincenzo Francia e della cultura, cioè della mentalità oltre i secoli»? Non può essere la Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» - Roma di un’epoca e di una comunità; una chiesa materiale, perché immedia- calamita e un crogiolo di valori, di tamente dopo si fa memoria della tanti aspetti della vita, emozioni e condizione disastrosa nella quale si idee, progetti e scelte, che a volte trovava prima che papa Innocenzo II, •1 Cf. Fonti Francescane, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2013, n. 261. sfuggono a una precisa elencazione il trasteverino Gregorio Papareschi, •2 Per questi e altri aspetti della questione ma che vengono tenuti insieme dal ne curasse il restauro. La vera sede estetica, cf. GIANNI VATTIMO, voce Estetica, in AA. VV. Enciclopedia di Filosofia, Garzanti, Milano miracolo della bellezza. eterna nella quale Cristo sarà l’im- 1981, pp. 274-278. 6
Tessere mariane Di gloria in gloria 2 Cor 3,17-18: lectio divina T anti sono gli ostacoli che la nostra natura deve af- 7,16). L’Apostolo sta giustificando il proprio ministero, frontare nella vita terrena. Eppure non siamo ab- messo in dubbio dai suoi detrattori ostinatamente fedeli bandonati a noi stessi. Possiamo far sì che prove, alla lettera della tradizione mosaica (cf. 2 Cor 3,6). La difficoltà e sofferenze servano a qualcosa. La vita ha un legge del Sinai è propedeutica alla Nuova Alleanza (cf. senso - nella duplice accezione di significato e direzione Gal 3,23-27) e figura della nuova legge evangelica. Quindi - e dobbiamo trovarlo per guardare con fiducia alla meta. il «ministero dello Spirito [...] che porta alla giustizia» (2 In questo cammino Maria, la Tutta Santa, ci attira con Cor 3,8.9) è luminoso e splendente, «abbonda di gloria» la sua bellezza, con il suo splendore, riflesso della gloria (2 Cor 3,9) assai più dell’antica condanna (cf. ivi). Non divina che la avvolge (cf. Lc 1,35). Ci invita a camminare c’è più bisogno di nascondere l’abbagliante luminosità sulle orme di Gesù con la sua stessa libera disponibili- del volto come Mosè dopo aver parlato con il Signore (cf. tà e a fare della giornata terrena un servizio gratuito al 2 Cor 3,12): siamo liberi, perché abbiamo ricevuto lo Spi- Signore e per il benessere degli altri. Ci invita a lasciar rito di Dio che ci trasforma; possiamo anche noi parlare entrare in noi lo Spirito e a farlo lavorare in modo che con lui «a faccia a faccia» (Es 33,11; Sir 45,5; Dt 5,4). la nostra persona, purificata e liberata da ogni scoria di Questa trasformazione è dono di Dio e opera dello Spi- egoismo, risplenda finalmente di quella bellezza con cui è rito Santo, che riversa con abbondanza l’amore nei nostri stata pensata, voluta e creata da Dio. Lasciamoci guidare cuori (cf. Rm 5,5), rendendoci liberi (cf. 2 Cor 3,17; Gv come sempre dalla Parola per riflettere e pregare sul sen- 8,32.36; Gal 5,13). Si tratta di un processo in cui si passa so profondo della nostra storia personale e comunitaria. dalla desolazione della schiavitù alla gioia della libertà. L’autore del libro delle Lamentazioni così piangeva «Carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra su Gerusalemme: «Dalla figlia di Sion è scomparso ogni santissima fede, pregate nello Spirito Santo» (Gd splendore. I suoi capi sono diventati come cervi che non 1,20): trovano pascolo; camminano senza forze» (Lam 1,6). Non Scendi in noi, Santo Spirito, illumina le no- molto dopo il profeta Isaia poteva cantare il mistero di stre menti e rendi docili i nostri cuori perché, questa trasformazione, prevedendo la fine dell’esilio e l’i- aiutati da te, sappiamo ascoltare la parola di nizio di una stagione ricca di frutti per il popolo di Dio: Dio con libertà e impariamo a lasciarci tra- «Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la sformare, giorno dopo giorno, fino alla piena steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia maturità. Amen. e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signo- I Momento: Lettura re, la magnificenza del nostro Dio» (Is 35,1-2). Alla libertà riconquistata si accompagnano le immagi- «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, ni della gioia, dello splendore e della luce riflessa. Im- unico è il Signore» (Dt 6,4). magini che si ritrovano nella Scrittura sempre quando si «Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Si- parla della regina, figura del popolo-sposa del Re-Signore: gnore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflet- «Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è tendo come in uno specchio la gloria del Signore, il suo vestito» (Sal 45,14). Oppure quando i profeti più veniamo trasformati in quella medesima immagine, recenti annunciano la venuta del Messia, come Sofonia: di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del «Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e Signore» (2 Cor 3,17-18). acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!» (Sof 3,14), o Zaccaria: «Rallegrati, esulta, figlia di Sion, per- Queste frasi sono tratte dalla sezione di apertura del- ché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zac 2,14) la Seconda lettera di san Paolo ai Corinti (2 Cor 1,12- ed: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di 7
n Tes s e re m a r i a ne Assunzione della Beata Vergine con i santi Sebastiano e Benedetto (part.) Anonimo del XVI sec. Gerusalemme! Ecco, a te vie- Chiesa di S. Carlo al Corso, Milano ne il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca ci trasformi sollevandoci un asino, un puledro fi- dalla nostra naturalità glio d’asina» (Zac 9,9 cf. creata alla condizione Mt 21,5; Gv 12,15). di creature spirituali: «Rivestitevi invece del II Momento: Signore Gesù Cristo e Meditazione non lasciatevi prendere dai desideri della carne» «Parla, Signore, (Rm 13,14). perché il tuo servo La gloria di Dio dunque si ti ascolta» (1 Sam 3,9). riflette sul nostro volto, sulle Gloria si dice kabôd in ebraico; nostre azioni, sul nostro vivere e deriva dalla radice kbd che indica ciò ci rende splendenti, belli, attraenti, che pesa, quindi, in senso traslato e astrat- così come lo sono i santi: come lo è Maria. In to, ciò che è importante, potente e bello per il valore lei san Paolo VI vedeva «un capolavoro di bellezza uma- che ha. Dio manifesta la propria gloria nelle grandi opere na, non ricercata nel solo modello formale, ma realizzata della creazione e della storia (cf. Sal 136; Dn 3,52-90). nell’intrinseca ed incomparabile capacità di esprimere lo Kabôd si traduce in greco con doxa, con il significato di Spirito nella carne, la sembianza divina nel volto umano, importanza, magnificenza, splendore che abbaglia e me- la Bellezza invisibile nella figura corporea».1 raviglia; in genere nel Nuovo Testamento il termine doxa Questo perché «così risplenda la vostra luce davanti viene usato per Dio e talvolta viene riferito agli uomini, ai agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e ren- cristiani, che la ricevono dal Signore. dano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16). Che cosa significa essere splendenti, magnifici, glorio- si? Innanzitutto è chiaro che si tratta di un dono divino, III Momento: Preghiera che opera una trasformazione graduale (cf. 2 Cor 3,18) «Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orec- fino al compimento della nostra perfezione: «Finché ar- chio alla mia supplica» (Sal 88,3). riviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la Signore Gesù, dalla croce ci hai donato tua misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). madre, Maria, perché anche noi potessimo, Questa maturità, come si capisce dal testo della Lettera con il suo aiuto, diventare figli della luce. agli Efesini appena citato, non è una qualità solo per- Fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’er- sonale, ma prima di tutto della comunità cristiana come rore e del peccato, ma rendici splendenti di tale, anzi potenzialmente dell’intera umanità, chiamata quella luce di cui ti sei voluto spogliare ve- a partecipare alla gloria del Risorto: «Carissimi, noi fin nendo nel mondo, perché tutti noi ne fossi- d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato mo rivestiti. Amen. ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo IV Momento: Contemplazione e Impegno così come egli è» (1 Gv 3,2). «Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso» (Sir 11,20). Lo splendore e la gloria di cui veniamo a poco a poco ri- vestiti non sono certo qualità che nascono da una qualche superiorità rispetto agli altri. Tantomeno devono servire per sentirsi migliori o perfetti. La natura di questo splen- Impegno: Cerchiamo ogni giorno di cogliere dore nasce dalla disponibilità all’azione dello Spirito, che e riconoscere i segni dello splendore di Dio nella vita nel battesimo ci purifica (il fuoco) e lava (l’acqua) il pec- e nella storia, per lasciarci orientare verso il bene in cato che offusca la nostra dignità originale rendendoci ogni momento. brutti perché sfigurati. Lo Spirito ci trasforma a poco a poco, «di gloria in gloria» (2 Cor 3,18), ci riveste di Cristo (cf. Gal 3,27; 2 Cor 5,24): «Rivestitevi dunque di senti- Giovanni Grosso o. carm. menti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, «Institutum Carmelitanum» - Roma di magnanimità [...]. Ma sopra tutte queste cose rivestite- vi della carità» (Col 3,12.14). •1 Omelia dell’8.12.1975, in Insegnamenti di Paolo VI, XIII, Libreria Edi- Si tratta quindi di aprirsi al dono dello Spirito, perché trice Vaticana, Città del Vaticano 1975, pp. 1493-1494. 8
Studi Maria presso la croce un amore che rigenera L’Addolorata bizantina il soggetto è praticamen- 1233, si farà eco di questa sensibi- nell’arte popolare: te assente) e risalgono al Trecento, lità riguardo all’Addolorata, contri- la preziosa testimonianza quando le riflessioni pietistiche sulla buendo alla diffusione di tale de- Passione ricevettero un accento più vozione come “Desolata”: la Madre della tradizione andalusa emotivo e un certo grado di intimità. trafitta dalle spade, che contempla Ciò rendeva tali raffigurazioni molto la morte del Figlio e medita sul suo più vicine ai fedeli e alle loro prati- dolore. che religiose, in quanto personifica- È questa la tipologia che avrà più vano in maniera più comprensibile i successo in ambito iconografico, de- L a tradizione cristiana ha ri- sentimenti umani.2 vozionale e cultuale, sancita nel Si- servato, fin dall’alto medioe- Ispirandosi alle sacre rappresen- nodo di Colonia (1413) e sostenuta vo, un’attenzione particolare tazioni della passione di Gesù, che dalle monarchie europee, come quel- alla raffigurazione della Vergine Ad- si celebravano durante la Settimana la spagnola. Qui s’impone il modello dolorata. Le prime considerazioni Santa e che meglio si prestavano per che raffigura la Vergine Addolorata a carattere dottrinale riguardo alla la catechesi, la religiosità popolare nei panni di una vedova nobile della Compassio Mariae si possono rin- porterà per le strade le immagini corte degli Asburgo di Spagna, che tracciare già nei testi patristici, dove scultoree venerate nelle chiese. indossa una tonaca bianca, il man- si avverte un certo dibattito sull’at- tello nero e il velo da monaca. La teggiamento tenuto da Maria accan- letteratura ascetica e mistica aveva to alla croce, con pareri contrari sul d’altronde collegato la figura di Ma- suo pianto, come affermava Sant’Am- ria “Desolata” al tema della vedovan- brogio († 397): «Stantem illam lego, za anche nel suo abbigliamento, e ciò flentem non lego».1 Tuttavia sarà L’immagine ebbe un grande sviluppo nell’arte ba- proprio il “lacrimosa” dello Stabat dell’Addolorata avanza, rocca spagnola, quando la monarchia Mater di Jacopone da Todi († 1306) maestosa e solenne, mostrava il fasto di un potere già in ad avere la parte vincente. come se camminasse declino. Il dolore della Vergine, che l’arte e tra la folla Il fatto di vestire le immagini della la devozione popolare hanno saputo che invoca, prega Vergine con quel tipo di indumento plasmare in maniere diverse, troverà e ammira festosa (vedovanza), porterà poi, in epoca una singolare interpretazione in un romantica e nell’Andalusia, a tra- particolare contesto del cattolicesi- sformare tale abbigliamento in un mo, quello del sud della Spagna, dove fastoso abito regale (con mantello il culto mariano affonda le sue radici ricamato e corona), che metteva in in ancestrali rituali legati al femmi- Sarà la mistica francescana a dare risalto la maestà della Vergine, man- nile e dove l’estetica del barocco farà un notevole impulso allo sviluppo tenendo il pugnale sul suo petto, sì che raffigurare i patimenti di Ma- delle tematiche della Passione e, come simbolo della spada profetiz- ria sia solo il passaggio per esaltare nell’evoluzione dell’iconografia del zata da Simeone che trafigge la sua la sua regalità e contemplare la sua Crocifisso, si arriverà a rappresen- anima, e un pregiato fazzoletto nella umana bellezza. tare il tema della Pietà: Maria che mano destra (influsso della moda e Le prime immagini plastiche sulla accoglie il corpo esanime del Figlio. del protocollo di corte), quale segno Mater Doloris si sviluppano nell’Eu- Anche l’Ordine dei Servi di Maria, di offerta a Dio del dolore patito per ropa occidentale (mentre nell’arte a partire dalla sua fondazione nel la Redenzione. Anche i gioielli, con 9
n St u d i Processione con la statua di María Santísima de la Esperanza Macarena (a destra) - Siviglia (Spagna) cui s’adorna l’immagine, hanno un decisamente popolare, anche se non nella devozione popolare, diventa valore etico, in quanto sono riflesso sempre ortodosso.3 un’affascinante espressione cultura- della bellezza morale e spirituale di Proprio le immagini delle Addo- le, come dimostra l’uso di trasportare Maria. E seppure lo sfarzo fosse con- lorate “andaluse”, e la centralità di l’immagine della Vergine nei “pasos” dannato in molti settori della Chiesa, tale culto nei rituali della Passione, (carri), definiti “altari andanti”, restava giustificato come risposta rivelano un aspetto molto interes- quali troni esuberanti, dove sboccia alla posizione iconoclasta della rifor- sante nel valutare la dimensione del e trionfa la vita in un tripudio di fiori, ma protestante. femminile nella religiosità popolare. di candele e di aromi d’incenso, ele- Bisogna prendere in considera- Fin dall’antichità, nell’Andalusia si menti naturali che mettono in risalto zione che l’iconografia dell’Addolo- era perpetuato un ricco culto alla la stessa immagine della Vergine, più rata non solo tratta del dolore della dea madre, partendo dalle divinità regina che “addolorata”, anche se Vergine come segno di fedeltà e di portate dalle differenti colonizzazio- con le lacrime che le rigano il volto. abbandono alla volontà di Dio, ma ni, dai fenici ai romani, e legato alle Portata sulle spalle dei “costaleros” nasconde altri aspetti che una let- feste e ai rituali della primavera.4 In (uomini portatori del carro), al suo- tura superficiale non permette di far una cultura dalle radici agricole e no di struggenti melodie musicali, affiorare. Un chiaro esempio della fortemente legata alla terra, come è l’immagine avanza, maestosa e so- complessità di questa rappresen- quella andalusa, è la figura della don- lenne, come se camminasse tra la tazione, come esperienza religiosa na quella che incarna la fecondità e folla che invoca, prega e ammira fe- antica e fortemente radicata nel con- la vita, la rinascita e la speranza. stosa, emotivamente coinvolta e con testo storico-culturale, si riscontra, Nel sud della Spagna, il cristiane- grande ricettività estetica. come già accennato, nell’Andalusia, simo trovò, pertanto, una sensibilità Immagini dell’Addolorata come in particolare nella città di Siviglia, particolarmente sviluppata per la de- quella dell’Esperanza Macarena 5 di dove la devozione alla Vergine Addo- vozione alla Madonna, e dal medioe- Siviglia riassumono questo singolare lorata si è trasformata in un emble- vo in poi sarà il tema del dolore della fenomeno della religiosità popolare ma esistenziale della fede e della vita Vergine Maria a caratterizzare uno in Andalusia e sono soggetto di una della comunità cristiana. dei suoi aspetti più importanti. devozione popolare in continuo au- Tale devozione fa parte di un fe- Unito alle celebrazioni della Set- mento, che riflette un fattore di co- nomeno pieno di risonanze, con forti timana Santa, con la ritualizzazione esione e di identità a livello sociale e connotati religiosi, ma pure estetici della morte e l’esaltazione della vita, territoriale.6 ed emozionali: un culto dall’accento il culto all’Addolorata, nell’arte e Nell’esperienza di fede cristia- 10
VIA na è proprio la festa di Pasqua, che avevano già considerato la Vergine celebra la vittoria della vita sulla di come la “mater gloriosa”, relegando PULCHRITUDINIS morte, a dare spazio e attenzione ad Eva il titolo di “dolorosa”, poiché alla figura di Maria presso la croce. «Maria ci ha dato il pane che confor- «UNO DEI COMPITI PER LE CHIESE La devozione all’Addolorata, nell’ar- ta, al posto del pane che affatica da- LOCALI E GLI ORDINI RELIGIOSI» te popolare dell’Andalusia e nei riti toci da Eva».7 L’Andalusia si è fatta La via della bellezza è stata così della Settimana Santa, risponde al eco di questa visione gloriosa di Ma- indicata, fin dal 1983, dal 208° bisogno di protezione in un’esistenza ria, la cui regalità risiede nella sua Capitolo generale dell’Ordine provata da situazioni difficili e do- adesione al disegno del Padre, elar- dei Servi di Maria, nel Documen- lorose; e Maria diventa un emblema gendo il frutto del suo grembo, Gesù, to mariano «"Fate quello che vi per chi sa resistere ad ogni forma di quale pane di vita. dirà". Proposte dei Servi di Maria sofferenza. Testimone, accanto alla croce, di per la promozione del culto alla Ver- L’immagine della Esperanza Ma- un amore che rigenera, Maria splen- gine». In esso si carena è espressione di un culto che de nella Chiesa quale «segno di sicu- parla con ampiez- esalta la dignità e la grandezza di chi ra speranza e di consolazione per il za, lucidità teolo- non si arrende di fronte al dolore. La popolo di Dio in cammino».8 A questo gica e profondità sensibilità andalusa ha colto nella segno, la religiosità popolare andalu- spirituale del rap- devozione alla Vergine il valore di sa risponde collocando l’immagine porto tra bellezza e una regalità che, associata al dolore, dell’Addolorata in un contesto dove culto mariano. Ne non solo non decade, ma si rafforza. si valorizza ciò che è sensibile, bel- riportiamo un bre- Chi era nel dolore e nell’afflizione, lo, artistico, emotivo e che, di fronte ve brano, invitando chi sopportava disgrazie e carestie, ad ogni segno di morte, proclama il alla lettura comple- chi subiva ogni forma di ingiustizia, trionfo della vita. ta dei nn. 63-71. nel contemplare la maestà della Ma- carena, sublimava quel disagio in un conforto capace di ridare coraggio e Ricardo M. Pérez Márquez osm Centro Studi Biblici «G. Vannucci» «L a bellezza è splendore della bontà e della verità. Perciò Maria è bella: è bella al- Montefano (MC) lorché con cuore umile (bonitas) e speranza. Ancora oggi tale venerazio- ne continua ad essere motivo di con- con parola vera (veritas) accoglie solazione e di sostegno per i fedeli. la volontà di Dio e si lascia posse- Il culto all’Addolorata, e la sua cor- •1 «Leggo (nel vangelo) che Ella è in piedi, ma dere dallo Spirito di pace; quando non che abbia pianto», AMBROGIO DI MILANO, De nel suo grembo verginale si ricom- rispondente espressione nell’arte po- obitu Valentiniani 39, in PL XVI, 1371. pone l’unità tra Dio e l’uomo, la polare, parte, dunque, da circostanze •2 Cf. J. LÓPEZ-GUADALUPE MUÑOZ, Imágenes elo- terra e il cielo; quando con la sua quentes. Estudios sobre patrimonio escultórico, storiche dove la vita del popolo era Granada 2008, p. 206. semplicità e la sua umiltà cancel- precaria e minacciata da fattori av- •3 Cf. I. MORENO NAVARRO, La Semana Santa de la un’antica doppiezza e una folle Sevilla. Conformación, mixtificación y signifi- versi, per cui la devozione a Maria caciones, Sevilla 1982, p. 28. superbia. accanto alla croce, in quanto don- •4 Per gli iberi (popolazioni autoctone), il culto Maria è bella perché lo Spirito della dea madre (le famose “dame” iberiche...) na, madre e vergine, raffigurata con avrà ulteriori sviluppi con gli apporti dei fenici l’ha sottratta al dominio del pec- tratti quasi adolescenziali e rivestita (la dea Astarte), dei greci (la dea Atena) e dei cato: il titolo di Tuttasanta, tipico romani (la dea Venere). della sua dignità regale, diventa per •5 La grande diffusione di tale devozione oltre- della Tradizione orientale, e quello l’Andalusia la più alta espressione di passa le frontiere spagnole e si sparge nei quat- di Tota pulchra, caratteristico della tro continenti (Europa, America, Asia e Africa). liturgia romana, designano la stes- fede nella vita che non muore. Oltre la città di Siviglia, dove si trova la basilica L’immagine del femminile si asso- della Esperanza Macarena, in cui l’immagine sa realtà ed hanno la stessa moti- cia a ciò che è vitale, allegro, esube- dell’Addolorata riceve culto fin dal 1600, in Spa- vazione: in Maria non vi è macchia gna ci sono 44 città dove esistono altari dedicati rante, profumato, melodioso, sponta- alla Macarena, mentre nel resto del mondo si di peccato. contano altre 61 città dove ella è venerata, da La ‘via della bellezza’ è cam- neo… un’esaltazione dei sensi che, New York e Miami, negli Stati Uniti, fino alle idealizzando la figura dell’Addolora- Filippine e alla Guinea Equatoriale, cf. A. R. mino di illuminazione e sforzo ta, fa sentire i rituali della Passione FERNÁNDEZ PARADAS, Imagineros del siglo XXI, di trasparenza; è lotta contro il Granada 2017, pp. 75-76. peccato nel quale i Santi Padri e come espressione di rinascita sia a •6 Nella città di Siviglia, dalla domenica delle Palme a quella di Pasqua, sfilano per le vie della la liturgia vedono la somma brut- livello sociale che ecclesiale. città ben sessanta “pasos” con immagini dell’Ad- tura; è progressiva liberazione dal Associare il dolore alla regalità è dolorata e due in particolare, nella notte del Ve- male e crescente immissione nella nerdì Santo, richiamano l’attenzione del popolo: stata un’intuizione unica del popo- quello della Esperanza Macarena e della Espe- verità e santità di Dio: per tutto ciò lo andaluso e richiama il pensiero ranza di Triana. la ‘via della bellezza’ si configura •7 EFREM SIRO, Inni e Sermoni, I, Inni degli az- di scrittori del cristianesimo anti- zimi, VI, 4-7. come ‘via di salvezza’» (n. 64). co, come Efrem il Siro († 373), che •8 Lumen gentium, n. 68. 11
Tessere mariane Il volo dell’Angelo L’Annunciazione di Gerardo Dottori disprezzo della donna. Noi vogliamo distruggere i mu- testimone originale sei, le biblioteche, le accademie di ogni specie». Non di una corrente culturale e artistica del ’900 sfugge a nessuno la risonanza disumana, e perciò asso- lutamente anticristiana, di una tale visione culturale e sociale. Tutto ciò accadeva a pochi anni dallo scoppio della Prima Guerra mondiale, opportunamente chiamata “la I l 20 febbraio 1909, sul giornale francese Le Figaro Grande Guerra”, che avrebbe affogato in un mare di san- comparve un messaggio di Filippo Tommaso Mari- gue l’ottimismo proclamato in quel Manifesto. netti: il Manifesto del Futurismo. Marinetti, poeta e Nonostante questi limiti e fallimenti, il futurismo pro- scrittore, dava così forma esplicita e ufficiale a un movi- dusse alcuni sommi capolavori nell’ambito dell’arte figu- mento culturale e artistico che avrebbe avuto un grande rativa: per limitarsi agli artisti italiani, le opere di Boc- influsso in Italia e in Europa: il futurismo, appunto. cioni, Carrà, Severini, Balla riempiono musei e collezioni Tra gli altri aspetti che questo Manifesto proponeva in Italia e nel mondo, e costituiscono pietre miliari nella c’era la proclamazione della forza, dell’energia, del mo- storia della pittura e della scultura. vimento, del coraggio e della ribellione. Tutto ciò trovava Tra loro va riconosciuto un ruolo non secondario a Ge- la sua sintesi in un concetto che sarebbe sopravvissuto rardo Dottori. agli eventi e avrebbe caratterizzato anche i nostri giorni: Nato a Perugia nel 1884, Dottori rimase orfano di la velocità. madre fin da bambino. Si iscrisse all’Accademia di Bel- Naturalmente, questo concetto segnalava la sua ri- le Arti della sua città e, successivamente, si trasferì a spondenza più vivace nei moderni mezzi di trasporto, Milano, quindi a Firenze e infine a Roma. Qui, soprat- soprattutto l’automobile e l’aereo, che in quegli anni tutto in seguito all’incontro con Giacomo Balla, aderì al andavano diffondendosi nella società. Ancora così futurismo e si propose di realizzare anche opere sacre si esprimeva quel Manifesto: impostate secondo questo nuovo «Un’automobile ruggente, che linguaggio espressivo: pratica- sembra correre sulla mitraglia, è mente fu il primo a usare questo più bella della Nike di Samotra- stile nell’ambito della pittura cia». Il futurismo ebbe grande risonanza, non solo letteraria e M i nutre, religiosa. Per precisare ulteriormente la artistica, ma pure politica. o Vergine, sua posizione artistica, nel 1931 Anche in senso estetico que- aderì alla cosiddetta aeropit- ste dimensioni, come vedremo, la tua luce, tura, uno stile che consiste nel ebbero la loro rilevanza. Prima la tua bellezza pura. realizzare un’immagine come di parlarne, però, non possiamo se fosse ripresa dall’alto, da un tralasciare altri aspetti del fu- Nulla ho da chiederti: aereo in movimento. Ambienti turismo, indubbiamente meno mi basta e paesaggi della sua amata Um- validi. Ecco le parole più pro- bria vennero raffigurati secondo blematiche del Manifesto: «Noi che rimanga per me questa impostazione, in un’at- vogliamo glorificare la guerra la tua visione mosfera di poesia e dinamicità. - sola igiene del mondo - il mili- Gerardo Dottori si spense a Pe- tarismo, il patriottismo, il gesto (DIVO BARSOTTI, La parola è silenzio, 1985) rugia nel 1977. distruttore dei libertari [...] e il La sua Annunciazione nel tem- 12
pio aereo, del 1932, appar- tenente a una collezione privata, rientra a pieno titolo in questa visione estetica, anzi ne costitui- sce uno degli esempi più luminosi. Il soggetto del quadro ci giunge fin dalla più an- tica tradizione cristiana: l’angelo Gabriele reca a Maria l’annunzio della sua maternità come rea- lizzazione del progetto di Dio. Anche gli elementi figurativi (la postura dei due personaggi, il fiore, ecc.) sono tradizionali, ma il modo in cui il pittore affronta l’argomento è di straordinaria novità. Nell’opera si avverte un’energia che costituisce la vera anima del dipinto, la sintesi di una serie di movimenti convergenti tra loro, così che, anche se la figura appare decom- posta, riesce a raggiun- gere un’unità armoniosa. Un intricarsi di attimi successivi si incontrano in un’atmosfera di luce vi- brante, in una concentra- zione di colori luminosi e Annunciazione nel tempio aereo (1932) - Gerardo Dottori, olio su tavola, cm 100x79, Collezione privata, Courtesy, Archivi Gerardo Dottori, Perugia vaporizzati, in un turbinio di linee e di forme che sfu- mano la loro intensità verso una pura dissolvenza. «Mediante gli stati d’animo delle velocità aeroplani- L’immagine si apre a ventaglio, proprio come l’elica che, ho potuto creare il paesaggio terrestre isolandolo di un aereo, in una rapidissima successione di piani pit- fuori tempo-spazio, nutrendolo di cielo per modo che torici. Una spinta ascensionale raccoglie il movimento diventasse paradiso»: è questo il giudizio che lo stesso delle ali dell’angelo e lo tende verso una curvatura simi- Dottori dà della propria arte. Ed effettivamente in questa le a un arco gotico, che arriva a inglobare il paesaggio Annunciazione il paesaggio tende a diventare un Eden, circostante: è l’ambiente aereo che è diventato tempio, lo splendido giardino delle origini. per accogliere in sé ed esprimere il vero tempio che è il Ringiovanire il mondo era lo scopo del futurismo. L’an- grembo della Vergine. Il volo dell’angelo coincide con il nunzio dell’angelo a Maria è l’inizio di una nuova prima- volo dell’aereo e diviene simbolo del superamento della vera, di un mondo che ringiovanisce. dimensione unicamente terrena dell’evento. Ancora una volta, anche nei tempi moderni che sem- L’intera scena è costruita su spinte centrifughe e cen- brano così lontani dal sacro, arte e fede si incontrano e tripete, su linee vorticose, su palpitazioni atmosferiche si abbracciano: due voci per cantare la gloria di Maria, del colore. Tutto è forma in movimento, scandito attra- giovinezza dell’umanità e della natura. verso piani di colore che mettono in evidenza la dinamica dell’aviazione e, nello stesso tempo, creano un clima spi- Vincenzo Francia rituale e perfino mistico. Pontificia Facoltà Teologica «Marianum - Roma 13
Studi Santa Maria nell’iconografia servitana La spiritualità l’appellativo di “Nostra Signora”. la Madre collocata sul trono con in dei Servi di Maria Fin dalle prime Costituzioni del- braccio Gesù, o lei stessa è trono su ispira la raffigurazioni l’Ordine (1289) vengono indicati gli cui siede il Salvatore. In questo modo ossequi mariani da fare ogni giorno, è affermata, nella tradizione dei Ser- della Vergine Madre riuniti in chiesa, ma anche perso- vi, la fede nella piena umanità e al nalmente, di fronte a immagini della tempo stesso nella divinità del Figlio Madonna poste in convento. di Maria, in un tempo e in città in cui Così, fin dal 1261, troviamo nelle erano diffuse eresie ariane, che ne- chiese dei Servi grandi e piccole ta- gavano la piena umanità e la divinità “Nostra Signora”, vole dipinte con la Madre del Signore di Gesù. la Regina dei Servi che tiene in braccio il Figlio. La più Un altro soggetto iconografico ma- antica è quella di Coppo di Marcoval- riano che i Servi fanno proprio a par- L a storia dell’Ordine dei Servi do, nella Chiesa dei Servi a Siena, ap- tire dalla metà del XIV secolo è quel- di Maria, e conseguentemen- punto del 1261. Pochi anni dopo ver- lo della «Madonna del manto», sotto te della Famiglia servitana, ranno dipinte con lo stesso soggetto la cui protezione pongono se stessi, nasce intorno alla figura dalla Madre altre tavole nelle chiese dei Servi, ad l’intera Famiglia servitana, la città in del Signore. I primi Sette Padri della esempio, a Orvieto, dallo stesso Cop- cui vivono. Famiglia servitana si riuniscono, se- po di Marcovaldo, a Bologna, da Ci- La prima testimonianza è nella condo la tradizione, nel 1233, fuori le mabue, a Montepulciano, da Duccio chiesa dei Servi a Genova. Dipinto da mura di Firenze, in una piccola casa di Boninsegna. Nella chiesa dei Servi Barnaba da Modena nel 1368, quindi con adiacente una cappella che pren- di Bologna si trova anche una piccola pochi anni dopo la grande peste eu- derà il nome da Maria e dal luogo: icona mariana, detta «Madonna della ropea del 1348 (e contemporaneo ad «Santa Maria di Cafaggio». Per un af- Salve», che la tradizione vuole porta- altri episodi di peste a Genova che si fresco raffigurante l’Annunciazione, ta lì da san Filippo Benizi († 1285). ripetono fino al 1372), il soggetto sot- dipinto a metà del XIII secolo su una Iconograficamente essa si colloca tolinea la protezione di Santa Maria parete interna, la cappella verrà am- nella tipologia della «Madonna della dalle frecce degli angeli, mandati ad pliata fino a divenire un’ampia basi- tenerezza» bizantina. eseguire la condanna contro i colpe- lica e cambierà nome in «Santissima Il soggetto iconografico della Ma- voli, che si trovano fuori del manto Annunziata». La rappresentazione dre con in braccio il Figlio è tipico della Madonna. del racconto evangelico dell’Annun- del periodo fra la metà del XIII e la La seconda testimonianza è a Sie- cio dell’angelo Gabriele a Maria di metà del XIV secolo, in tutta l’arte na. Dipinta da Giovanni di Paolo Nazaret è, dunque, il primo soggetto cristiana europea, come sviluppo dei nel 1436, la tavola presenta Santa dell’iconografia servitana. modelli iconografici bizantini ed è de- Maria in vesti regali e sacerdotali. Nei decenni successivi, i primi Pa- finito ora come «Madonna con Bam- Le dimensioni della Madonna sono dri, riflettendo sulla loro vocazione, bino», ora come «Madonna in trono imponenti, notevolmente più grandi scriveranno un testo spirituale, co- con Bambino», ora come «Maestà». di quelle del popolo che sta sotto il nosciuto come la «Legenda de Ori- Se in alcuni casi, al primo sguardo, suo manto. La sua regalità è afferma- gine» dell’Ordine dei Servi di Maria. in queste raffigurazioni si nota la te- ta dalla corona che le cinge il capo In questo testo è più volte ripetuto nerezza del rapporto fra la Madre e e dalle vesti; quest’ultime richiama- che a volere e a fondare l’Ordine non il Figlio, a ben vedere è prevalente il no, nella forma e nelle decorazioni, sono stati i primi Sette Padri, ma è senso teologico che indica la regalità anche le vesti diaconali. Non ci sono stata lei, Santa Maria, indicata con del Figlio e conseguentemente del- angeli sterminatori, ma testimoni 14
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