Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
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Ricamo raffigurante la conformazione francescana su paramento antico Comunità in Cammino dal 1975 PASQUA 2023 – Bollettino Interparrocchiale Anzonico Campello Chiggiogna Faido Molare Rossura Calonico Cavagnago Chironico Mairengo Osco Sobrio Calpiogna
Bollettino Interparrocchiale RECAPITI Convento Cappuccini Ostello Cappuccini Canton Lucerna 7, CP 1261 ostellofaido@gmail.com 6760 Faido Tel. +41 (0)91 866 26 25 Tel. +41 (0)91 873 52 40 www.comunitaincammino.ch Fr. Edy Rossi-Pedruzzi Fr. Davide Albisetti edy.rossipedruzzi@cappuccini.ch albisetti.davide@gmail.com Tel. +41 (0)91 873 52 43 Tel. +41 (0)91 873 52 42 Cell. +41 (0)79 344 97 50 Fr. Boris Muther boris.muther@cappuccini.ch Tel. +41 (0)91 873 52 41 Cell. +41 (0)77 468 04 49 Collaboratori parrocchiale Don Mrek Kalissak kalix@interia.pl Cell. +41 (0)77 813 29 56 Bollettino parrocchiale online Eventuali comunicazioni da inviare www.eticinforma.ch – www.faido.ch a comunitaincammino@gmail.com Il bollettino interparrocchiale vive soprattutto grazie alla generosità di molte persone che ringraziamo di cuore per il loro sostegno. CH56 0900 0000 6500 3028 2 Grafica e Stampa 6747 Chironico info@dazzi.ch Dazzi SA Tipografia 6710 Biasca www.dazzi.ch 02
PASQUA 2023 PASQUA 2023 – Bollettino Interparrocchiale Grazie e Auguri! Un augurio francescano per la Pasqua Come frati cappuccini a volte non proponia- Cari e affezionati lettori, collaboratori e bene- mo abbastanza la figura e il messaggio di S. fattori, grazie di cuore per le innumerevoli at- Francesco come dovremmo. In passato abbia- testazioni di apprezzamento per il nostro Comu- mo parlato del Crocifisso di S. Damiano tanto nità in cammino e per il sostegno finanziario significativo per frate Francesco. Questa vol- indispensabile per la sua regolare pubblicazio- ta vi proponiamo un’immagine (vedi coperti- ne. Invitiamo tutti a continuare a sfogliare il na). Si tratta di un ricamo che si trova su un bollettino cartaceo, a consultare il sito e ad antico paramento liturgico, nello specifico, annunciarsi per ricevere regolarmente le infor- una pianeta che abbiamo ricevuto da un ami- mazioni. Non da ultimo vada la nostra ricono- co francescano P. Angelo OFM, che ringrazia- scenza alla Tipografia Dazzi per la loro pazienza mo di cuore. Rappresenta la Coformazione e professionalità. francescana. Se ne possono trovare di vario Il coniglio di Pasqua non ci ha portato il nuovo tipo: ricamo, stampate sui libri e sui Rregola- Vescovo, forse neppure Gesù Bambino lo por- menti dei francescani, scolpite nella pietra, o terà. Ma in fondo che fretta c’è? Piuttosto che in formato ligneo, ecc. Nell’ambito araldico perdere tempo a far congetture si dia un’occhia- rappresenta lo stemma francescano per ec- ta al cantuccio di fra’ Davide, che ci propone un cellenza, riconosciuto da tutte le Famiglie pensiero-bussola di don Angelo Treccani, da cui francescane in genere. dovremmo ripartire tutti. Altrimenti non cam- bierà nulla, arrivasse anche un Cardinale a go- Gli elementi iconografici sono costanti: cro- vernare la Chiesa ticinese. Nell’attesa che si ce, braccia, nuvola. Per il nostro augurio sono rassegni chi aspira a fare il Vescovo – siamo po- significative le due braccia: uno con il saio, è chi… – e si calmino i bollenti spiriti di coloro quello di S. Francesco, l’altro nudo è quello di che si aspettano un ruolo da portaborse per il Gesù. Rimanda non tanto ai segni della Pas- nuovo Presule – questi sono più numerosi e ai- sione che S. Francesco e altri hanno speri- tanti. Sarebbe un bel gesto di umiltà lasciare mentato nel proprio corpo, ma soprattutto che a governare la nostra piccola Diocesi, un richiama il fatto che il povero di Assisi fece quartiere di Milano, sia un Amministratore apo- tutto il possibile per conformarsi alla vita di stolico per il tempo necessario. Questo onde Gesù fino alla Passione. L’immagine possiamo evitare di rischiare la Pèpa tencia o di riesumare leggerla come un segno di speranza anche per qualche candidato già bruciacchiato e spelac- noi. Il francescano che è prima di tutto cri- chiato in precedenza. Meglio avere un Vescovo stiano soffre con Cristo nella speranza della “de facto” che solo “de iure”. Se ci pensiamo luce e vive la resurrezione senza dimenticare bene il Ticino, è Diocesi da pochi decenni, in i segni della Passione. Sia l’augurio per que- passato ebbe diverse figure eccellenti di Pa- sta Pasqua: i giorni dell’Uomo sono ritmati stori, giuridica- dalla sofferenza del venerdì Santo e dalla gio- mente solo Am- ia della Pasqua. Ciascuno però in mezzo a ministratori apo- questi due estremi possa vivere tanti giorni stolici, ma rico- di equilibrata serenità, sempre in buona com- nosciuti come pagnia: quella di Gesù. buoni Vescovi dal Popolo! Buona Pasqua! 03
Bollettino Interparrocchiale 01 – OSCO: È STATA UNA GRAN BELLA FESTA! IN ONORE DI SAN MAURIZIO E DEI SUOI COMPAGNI. Sembra proprio che San Maurizio e i suoi Com- Ma naturalmente il fulcro della manifestazione pagni abbiano propiziato, dall’Alto del loro si svolge domenica mattina, dalle 10.30, du- Domicilio, una bellissima giornata di sole per rante la S. Messa celebrata da fratello Boris del accogliere i numerosi fedeli accorsi a festeg- Convento di Faido con la solennità che si con- giarli domenica 21 agosto 2022, in un paese viene in simili circostanze, notata già dalla en- davvero in festa per l’occasione. trata in Chiesa in processione da parte di tutti gli officianti. E, gradita novità quest’anno, la Osco si presentava ai convenuti in una veste partecipazione al culto del Coro della Gioia di di sole e cielo azzurro, dove era anche facile Lugano diretto da Miriam Aldeghi. Una sorpre- immaginare lassù i Festeggiati, riuniti e fe- sa propiziata da una loro corista. Per tutti “la stanti a loro volta nel vedere la loro parroc- Tullia”; anche la sacrista della Parrocchia. chia inneggiare con suoni a canti alla loro Vengono eseguiti brani della Missa Brevis di santità. Ma Osco ha saputo fare le cose come M. Haydn con l’apporto della solista Genny (fi- si deve; e come una vera festa patronale vuole glia di Tullia!) ed altri mottetti adatti alla ce- che siano fatte, seguendo la bella tradizione lebrazione, accompagnati all’organo da Stefa- che si tramanda ormai da anni, e non solo lì, no Keller. ma in tantissimi altri paesi del nostro magni- fico Ticino. Già il sabato precedente venne or- Al termine, dopo i ringraziamenti di fra’ Boris ganizzata in Campièi una cena a base di risot- all’indirizzo del coro, viene ancora offerto ai to, formaggi, mondeghili e torta di pane. Inu- numerosissimi fedeli presenti, un bellissimo tile dire quanto sia stata gradita dai numerosi canto dedicato alla Madonna “Maria Lassù” di presenti; niente di più bello che uscire dalle Bepi De Marzi. Gli applausi risuonati in Chiesa proprie case, favoriti dal fresco della sera, e sono testimoni di quanto tutta la celebrazio- cantare e suonare assieme le belle canzoni po- ne é stata seguita, gradita e partecipata con polari della nostra tradizione. fede da tutto il popolo. Sul campo della festa viene in seguito offerto un ricco aperitivo a tutti i presenti. Altra oc- casione per rivedere e abbracciare amici e co- noscenti, giunti anche da fuori; e ricordare assieme aneddoti e ricordi di feste passate. Alle 12.30 viene servito il pranzo in comune a base di “polenta e…” seguito dalla immanca- bile torta di pane e caffè. Di contorno il “Banco del dolce” che scuote molto successo. Giochi per tutti e Pittori in Piazza; fisarmoniche, e canti popolari sanno trattenere a lungo in paese e sul campo della festa tanti abitanti e villeggianti, contenti di aver trascorso una “gran bella festa!” 04
PASQUA 2023 Il Coro della Gioia di Lugano ringrazia da que- ste righe la Parrocchia, fra’ Boris e gli Orga- nizzatori per l’accoglienza loro riservata. Con la Gioia nel cuore felici di avervi contribuito! Edi Bistoletti; 23 agosto 2022 02 – BREVE STORIA DELLA NATIVITÀ DA GIOTTO A MARC CHAGALL Ecco come in otto secoli gli artisti l’hanno raffigurata. Durante lo scorso periodo natalizio, nell’am- ne, ma anche in Giotto e in molta scuola me- bito delle attività espositive presso l’Orato- dievale, lo si trova persino collocato a un rio di S. Bernardino a Faido, è stato proposto piano inferiore rispetto al centro della sce- un viaggio nella storia di un tema che ha af- na. Qui invece prega e un accenno di sorriso fascinato gli artisti di un’epoca: la Natività. muove il suo volto: c’è gioia e commozione, c’è adorazione. Giotto, il precursore: fin dalla più antiche Quel bimbo lo sente suo, lo ha accolto dando raffigurazioni della Natività un posto di rilie- compimento alle Scritture e se ne prende cu- vo è riservato, nella grotta, ai due animali ra, accompagnandolo nella crescita. Lotto più importanti – il bue e l’asino. Secondo al- quindi rompe gli schemi tradizionali e valo- cuni studiosi essi rappresentano elementi rizza Giuseppe, affiancandolo alla Madonna allegorici che, sulla scorta della profezia di che ha gli occhi incollati su Gesù. Tutto è Isaia 1,3 (“il bue riconosce il suo proprieta- compiuto. rio, e l’asino la mangiatoia del suo padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non Tintoretto, lo spazio dell’anima: a Venezia comprende”), divennero il simbolo del popo- alla fine degli anni ’70 del Cinquecento Ja- lo ebreo e dei pagani e l’espressione plastica copo Robusti, detto il Tintoretto, dipinge dell’insensibilità religiosa e della deviazione l’”Adorazione dei Magi”. Siamo nel periodo dell’uomo nei confronti di Dio. del tardo manierismo quando l’arte non è più espressione della superiorità dell’Uomo Con Lorenzo Lotto, la rottura: pittore vene- razionale, come nel Rinascimento, ma è al ziano, nel 1523 dipinge una piccola tavola servizio della Chiesa cattolica e della Con- che rappresenta una novità. La tradizione troriforma. vedeva Giuseppe solitamente in disparte, un In questa tela posta nella chiesa di S. Rocco passo arretrato rispetto all’avvenimento che a Venezia, tutto è mistero, spiritualità, pro- aveva al centro la Madre e il Figlio. Nelle ico- fondo senso del sacro. Questo effetto è dato 05
Bollettino Interparrocchiale dall’uso suggestivo della luce che, filtrando attraverso le travi della rozza capanna, illumina le figure dei pastori ed esalta la violenta fuga prospettica del soffitto. Quello che vediamo è veramente uno spazio dell’ani- ma, espressione dello spirito visionario dell’artista venezia- no. Giambattista Tiepolo, il movi- mento barocco: la tecnica pre- stigiosa e spericolata di questo veneziano sarà seguita da un buon numero di adepti. La composizione di quest’opera presenta le caratteristiche fon- damentali dell’architettura ba- rocca (vedi il “nostro” Borromi- ni), vale a dire le linee curve, gli andamenti sinuosi come la spira- le che in questo caso ascende partendo dal piede di Maria, pas- sando per il primo angelo, rag- giungendo Giuseppe e il Bambi- no per giungere in alto da un al- tro cherubino. Egon Schiele e Marc Chagall, lo stravolgimento espressionista: Schiele, espo- immagini riprese dalla tradizione iconografi- nente assoluto del primo espressionismo vien- ca narrativa cristiana e da quella simbolica nese, in chiaro contrasto con i dettami acca- ebraica. Nella sua Natività, accanto a Maria demici, dipinge a 23 anni “Die heilige Familie” con il Figlio in grembo, Cristo in croce porta dove elimina qualsiasi informazione sullo spa- il tallet, lo scialle rituale per la preghiera, zio e le figure di Maria e Giuseppe si circonda- diventando emblema della persecuzione del no di un vuoto, ricolmo di inquietudine e ten- popolo ebraico. sione. Si coglie tuttavia il senso di profonda Al centro della composizione il bue rimanda a unità dei tre protagonisti, raggruppati in una Isaia e rappresenta il popolo ebraico insensi- costruzione triangolare dove una mano di Ma- bile al Messia inviato da Dio. ria si avvicina al Figlio che, chiuso in una for- ma ovoidale, vuole rompere il diaframma che Non avendo potuto, per ragioni di spazio, ri- lo separa da noi. portare le immagini, vi invitiamo a prendervi Chagall, di cultura e religione ebraica, nato il tempo per andare a cercarle. in Bielorussia nel 1887, incontra l’”ebreo” Cristo a Parigi. Le sue tele si riempiono di Buon viaggio. 06
PASQUA 2023 03 – CHIGGIOGNA: BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI (domenica 15 gennaio) A Chiggiogna da qualche tempo si celebra la Messa festiva al sabato sera ore 17.30, i fedeli accorrono in numero abbastanza soddisfacente. La funzione del sabato sera, unica sul fondo- valle offre un’opportunità celebrativa all’in- tera media valle. Eccezionalmente questa volta si è spostato l’orario alle 10.30 della domenica mattina. Vi è comunque stata una partecipazione abbastanza buona. Dopo la funzione ci siamo spostati sull’ampio piazzale antistante il ristorante la Conca (purtroppo chiuso da tempo). L’ampiezza dello spazio poteva dare l’impressione che ci Non sono mancati gli animali domestici, per fosse poca gente, ma a conti fatti possiamo lo più si trattava di cani. È stato un bel mo- essere soddisfatti. mento di incontro anche durante l’aperitivo dopo la benedizione impartita da fra’ Edy. L’han fatta da padroni i maestosi cavalli pro- venienti da diverse scuderie della zona con Grazie a tutti con l’augurio in sella cavallerizzi grandi e piccini. Buon di avere dai propri animali tante auspicio per il futuro. soddisfazioni e affetto. 07
Bollettino Interparrocchiale 04 – LA CURA DELLA VITA. SALUTE E SALVEZZA DOPO LA PANDEMIA. IL CONVEGNO ALLA BIBLIOTECA CANTONALE DI LUGANO. LA CRONACA. In un periodo in cui la tentazione è quella di dimenticare il coronavirus e tutto ciò che ha comportato, un convegno ha invece voluto ri- tornare sui giorni della pandemia per ripercor- rere, ma soprattutto per trarre degli insegna- menti da questo periodo difficile, che è stato più volte definito un «mare in tempesta». Ad interrogarsi è in particolare la Chiesa cattoli- ca. L’evento, che ha avuto luogo sabato 11 febbraio, alla Biblioteca cantonale di Luga- no, è stato infatti organizzato da Azione cat- Cristo fa sì che l’altro sia più della persona. tolica, Biblioteca diocesana di Lugano, Dioce- Più importante ancora della salute è la salvez- si di Lugano, Caritas Ticino, Facoltà di teolo- za, cioè la pace del cuore, che si può trovare gia di Lugano, Medici cattolici, Medicina e anche nella sofferenza e su essa si traduce l’a- persona, Unione femminile cattolica. more degli altri e di Dio per noi. L’augurio di mons. De Raemy è che il convegno possa aiu- Moltissimi gli spunti e le emozioni emersi. Ad tare ad essere Chiesa nella sofferenza. introdurre la mattinata il Consigliere di Sta- to Raffaele De Rosa, che ha sottolineato in Riflettere sulla crisi del coronavirus per anda- particolare come si sia parlato molto della re oltre e trovare nuove strade per la Chiesa pandemia dal punto di vista sanitario, socia- per portare parole di salvezza per tutti è stato le, economico, ma un po’ meno da quello spiri- uno degli obiettivi del convegno, come ha tuale. Un agente esterno ha messo tutti di sottolineato il moderatore Luigi Maffezzoli. fronte all’insicurezza, alla sofferenza, alla so- litudine, alla morte e ha fatto emergere un Durante una prima parte più teorica, don An- grande desiderio e bisogno di relazioni auten- dré-Marie Jerumanis, medico e teologo, ha tiche, di fratellanza, di solidarietà, di cura, sottolineato la contrapposizione che si è crea- nel senso più ampio: del corpo, dell’anima, ta fra salute (cura della vita nella dimensione delle relazioni, dell’ambiente. fisica) e salvezza (privilegiata a rischio della salute). In realtà, fra di esse c’è un legame: «Attingendo alla sofferenza e dalle difficoltà nella visione cristiana Gesù salva l’umanità, vissute in questo periodo si costruisca un mes- ma insieme cura e guarisce. La salvezza inte- saggio di salvezza, che sia fonte per la comunità gra tutte le dimensioni umane e quindi anche cristiana di rinnovata speranza, fiducia, ottimi- la salute. smo per il futuro»: questo l’auspicio del Consi- Lo psichiatra Graziano Martignoni si è sof- gliere di Stato. fermato sulla cura dell’anima, oltre a quella del corpo e della mente, nel tempo della tempesta «La presenza cristiana per chi soffre è essen- e sul bisogno di uno «spiracolo» di trascenden- ziale, non c’è Chiesa senza questa presenza», za, di spiritualità incarnata, di una comunità ha evidenziato il vescovo Alain De Raemy. accogliente, dell’incontro con l’altro. 08
PASQUA 2023 Giovanni Ventimiglia, professore di filoso- si come doni preziosi da conservare per il futu- fia, ha parlato dell’empatia, del bisogno delle ro, come relazioni autentiche, l’ascolto gli uni persone sofferenti non di risposte, ma di lega- degli altri, l’importanza di gesti, parole, silen- mi, di connessioni, di condivisione. Ed è que- zi, della presenza e del contatto e tutto ciò sto che la Chiesa è chiamata a fare. È ciò che è anche con modalità nuove. La Chiesa e tutta emerso anche nelle testimonianze di coloro la comunità dei credenti è chiamata a riparti- che in questo periodo difficile si sono «spor- re nel raccogliere il respiro delle persone, cate le mani» con la sofferenza e la solitudine, nell’accompagnamento, nel farsi testimoni di portate da Rita Monotti, medico, già primario una fede e di una relazione che salva, che por- dell’Ospedale La Carità di Locarno, padre Mi- ta la pace nel cuore. Su questo bisogna conti- chele Ravetta, già cappellano dell’Ospedale nuare a camminare, tutti insieme. La Carità di Locarno, Grazia Buono, infermie- Gli interventi al convegno posso essere ria- ra BeeCare, Lara Allegri, infermiera speciali- scoltati sul canale youtube di Caritas Ticino. sta in cure palliative, Monica Mautone, pa- Si segnala che fino al 25 febbraio è anche visi- ziente, don Sergio Carettoni, coordinatore tabile presso gli spazi della Biblioteca la mo- diocesano delle Pastorali e di Settore. stra, congiuntamente organizzata con la Bi- Oltre a ricordare le emozioni e i sentimenti blioteca diocesana, «Scrigni di carta». Opere che hanno caratterizzato questo periodo da mediche dai fondi antichi delle biblioteche «mare in tempesta», in cui tutti erano sulla cantonale e diocesana di Lugano. Vedi: stessa barca ed è stato necessario trovare o «Scrigni di carta» alla Biblioteca Cantonale ritrovare i punti di riferimento, si è cercato di di Lugano (catt.ch). (KG) focalizzare l’attenzione su ciò che fra paura, smarrimento, sofferenza, solitudine, sono emer- www.catt.ch, 12 febbraio 2023 LA CURA DELLA VITA, SALUTE E SALVEZZA DOPO LA PANDEMIA (Lugano, 11.02.2023) di padre Michele Ravetta, già cappellano pro tempore dell’Ospedale “La Carità” di Locarno Era un lunedì mattina quel 16 marzo 2020 la chiusura di tutti gli uffici che avessero con- quando il Vescovo Valerio mi chiamò annun- tatto diretto con l’utenza. Partito per Locar- ciandomi che la direzione dell’Ospedale “La no, ho ripreso la mia “vecchia” divisa dell’EOC Carità” di Locarno aveva richiesto un cappel- che avevo indossato per 14 anni come assi- lano formato in cure palliative che prendesse stente sociale e sono entrato immediatamen- servizio in quello che era stato designato te in servizio. Ricordare ora quel tempo, la “centro cantonale di gestione dei pazienti af- prima ondata pandemica, ancora suscita com- fetti da Covid-19”. Chiesi al Vescovo: “quando mozione e dispiacere: commozione per i molti devo entrare in servizio?” La sua risposta mi pazienti, quindi persone gravemente malate e sconvolse: “Subito!”. Coincidenza vuole che compromesse, incontrate durante i 4 mesi di proprio quel giorno l’Amministrazione Canto- servizio, i loro volti seppure nel nostro incro- nale per la quale lavoro tutt’oggi aveva deciso cio di sguardi vi era la mascherina ed una 09
Bollettino Interparrocchiale spessa visiera, le strette di mano con il doppio per visite di piacere ma specialmente perché guanto, i camici di carta anti-goccioline ed i un coniuge, una mamma, un papà, un figlio copriscarpe. L’impressione era quella di essere stava per morire, sollevava il personale curan- una specie di astronauta che cercava di ri- te che poteva dedicarsi ad altri servizi altret- prendere contatto con i suoi simili umanoidi tanto necessari al funzionamento del reparto. sopravvissuti, per ora, ad una devastazione Era infatti compito del cappellano accogliere i mondiale. Dispiacere perché da una parte ve- parenti alla porta dell’ospedale, condurli in devo il personale ospedaliero molto stanco dai reparto, aiutarli a vestirsi secondo il regola- lunghi turni, dai colleghi che cadevano sul mento, introdurli in camera, poi riaccompa- campo di battaglia perché infettati, e dalla gnarli alla porta e congedarli. Dare tempo è difficoltà dei nostri medici di non saper esat- dare amore, è prendersi cura dell’altro. tamente cosa somministrare a questo micro- scopico nemico arrivato dalla Cina (in attesa Un giorno, ricordo, ero raccolto davanti alla del vaccino si era riscontrata una certa effica- salma di una donna appena deceduta: nella cia con la somministrazione di antireumatoidi camera accanto c’era il marito che invece è e antiretrovirali) ma specialmente dispiaciuto sopravvissuto ed è stato poi dimesso. Termi- per tutti i pazienti che non ce l’hanno fatta. nato di recitare il Requiem, dissi all’infermiera Eppure, in tutto questo dolore e morte, chi di che mi assisteva: “Ecco, ora possiamo portarla noi era al fronte, ha avuto l’immensa grazia di nelle celle frigo.” Lei mi rispose: “Quali celle servire a piene mani i nostri pazienti fino alla frigo? Giù di sotto è tutto pieno di morti.” In- loro restituzione ai parenti perché dimessi e credulo, sono sceso a vedere con i miei occhi: guariti oppure consegnati pietosamente alle le 4 celle di refrigerazione erano effettiva- onoranze funebri che si intercalavano a ritmo mente occupate e, adagiate per terra, tre ba- frenetico a portare via i cadaveri. relle con un lenzuolo steso a copertura delle Seppure io sia un prete da oramai 20 anni, salme. Questa è una delle scene più forti che non ci si abitua mai alla sofferenza, al dolore, io abbia mai vissuto in tutta la mia vita. alla paura della morte ed al morire. Non si faceva in tempo a benedire una salma che già Un’altra scena mi ha spaccato in due il cuore: da un altro reparto o dalle cure intense chia- consegnare la fede nuziale di un coniuge de- mavano perché un'altra persona era morta. funto a quello sopravvissuto: queste persone Eppure tutti noi abbiamo fatto quello che le venivano ricoverate coniugate e alla fine ne nostre forze ci hanno permesso di compiere, veniva dimesso uno solo con lo stato civile di senza protagonismi. vedovanza. Ricordo con lucidità e gratitudine la stretta Nel tempo della prima ondata pandemica, an- collaborazione con il corpo medico ed infer- che la mia spiritualità è stata messa a dura mieristico, dove due volte al giorno, mattina e prova, quando ho visto, in fondo al corridoio sera, ci si ritrovava per il rapporto di aggior- di un reparto, in controluce, un fagotto ran- namento: un vero bollettino di guerra! Ma era nicchiato: era un’infermiera che, esausta e soprattutto nello scorrere delle ore e dei gior- sconvolta, piangeva su se stessa. Mi sono se- ni che il nostro lavorare insieme assumeva an- duto accanto a lei ed abbiamo pianto insieme. che lo spessore della spiritualità e della reli- La domenica 22 marzo 2020, 7 giorni dopo giosità. È il tempo il fattore che come cappel- aver preso servizio, mi sono confrontato con il lano potevo garantire ai pazienti (ed in segui- mio primo paziente deceduto: lo ricordo con to ai parenti quando hanno potuto cominciare affetto e gratitudine perché lo conoscevo: il timidamente ad entrare nei reparti non tanto dr. Nicola Ferroni, già perito psichiatrico nel 10
PASQUA 2023 carcere cantonale dove pure sono cappellano. paura, brutta bestia, che ti divora da dentro Mi sono detto: “se anche i medici muoiono di senza lasciarti scampo. L’unico antidoto che Covid allora c’è di che disperarsi”. Poi è stato come religioso potevo contrapporre era la il turno della mia prima paziente che andava a presenza, a bordo letto, attraverso la “terapia morire ed era più giovane di me di quasi un della sedia”, cioè mettendosi seduti e allo decennio. Poi la vista dei militari che ingran- stesso livello del paziente, usando i verbi del- divano le cure intense, andando ad occupare il la relazione: ascoltare – anche il silenzio – sedime antistante il pronto soccorso: ci ren- parlare, toccare, vedere oltre al visibile, vive- diamo conto cosa abbiamo vissuto solo un pa- re in modo empatico e partecipativo. Eppure io di anni fa? Capite quanto bene ci faceva anche in questo frangente siamo stati stru- leggere gli striscioni appesi sulle balconate menti della misericordia, quando portavamo con scritto: “Siete i nostri eroi” o sentire gli la comunione ai malati racchiusa in un clee- applausi dalle finestre? Eppure, per dirla tut- nex oppure amministravamo l’unzione con un ta, i nostri eroi erano ancora i nostri pazienti dischetto di cotone imbevuto di olio per scon- ed il loro famigliari che, impotenti attendeva- giurare qualsiasi passaggio del virus da una no la telefonata che annunciava la dimissione camera all’altra a chi non aveva il Covid ma i o per avvenuta guarigione o per decesso. sintomi riconducibili ad esso o anche a prote- zione di noi stessi cappellani, che comunque La spiritualità al tempo del Covid: nello scor- ci siamo ammalati ma abbiamo continuato a rere delle giornate trascorse da un reparto servire, senza riserve e fedeli al mandato rice- all’altro, si intesseva una relazione che acqui- vuto, malati tra i malati. Senza mezzi termini stava man mano spessore e significato. Chi si è trattato di una pastorale da guerra ma non poteva parlare raccontava della propria vita, ci siamo sottratti al servizio, come indica il il lavoro, la famiglia, mentre chi non poteva Catechismo della Chiesa Cattolica, dove si farlo perché intubato, semplicemente si sta- legge: “Momento privilegiato della preghiera va, lì, accanto, senza dire nulla ma sempre con il malato nella fase terminale della malat- ascoltando il peso del silenzio, poi una carez- tia è la celebrazione dei sacramenti: il segno za guantata e poi si passava dal prossimo pa- della presenza salvifica di Dio, «la Penitenza, ziente. Anche il personale infermieristico ha la s. Unzione e l’Eucaristia, in quanto viatico, potuto beneficiare, ne sono certo, della pre- costituiscono, al termine della vita cristiana, senza di un assistente spirituale che prima era i sacramenti che preparano alla patria».”1 solo e con il passare delle settimane si è costi- tuita una vera e propria squadra di tre preti Queste domande che condivido con voi e che che, a rotazione, garantiva la presenza o al- mi porto dentro da un ventennio, cioè da meno una celere reperibilità h24, di giorno e quando mi occupo di pastorale sanitaria, sono: di notte, festivi compresi. Eppure quella Pa- squa 2020 resterà negli annali: nessuna fun- – La Chiesa di oggi ha ancora interesse a vivere zione, nessuna festa: solo una sincera stretta la dimensione della propria presenza in tempi di mano ad un paziente e poi ad un altro, por- così difficili come quelli segnati dalla fragi- tando in omaggio un rametto di ulivo colto lità della malattia e dalla mortalità? nel giardino del nostro convento, auspicio che – Quale valore si può tributare alla spiritualità prima o poi ne saremmo usciti, possibilmente nella pastorale sanitaria perché essa diventi vivi. Dissi, in una delle prime conversazioni occasione di incontro e crescita personale telefoniche con il mio responsabile dell’ufficio e comunitaria? cantonale di aiuto e protezione dei minori: – Come e con quali strumenti si può entrare in “qui la gente muore o di Covid o di paura.”. La dialogo con la sofferenza ed il dolore? 11
Bollettino Interparrocchiale – Quale profilo formativo la Chiesa deve esige- Lascio le ultime battute ad un grande della re dai cappellani impegnati nella cura della nostra Chiesa diocesana che, scoprendosi gra- vita e della salvezza? vemente malato, ha saputo mettersi a livello – Quale rete estremamente pratica bisogna degli uomini e delle donne che tutti i giorni immaginare e realizzare perché gli operatori lottano per sopravvivere e, infine, morire con pastorali non accusino il peso della solitudi- dignità abbandonandosi alle braccia di Dio. ne e dell’insuccesso? – In che modo è possibile trovarsi regolarmente Sono le parole di mons. Eugenio Corecco2, ascol- per la formazione di aggiornamento anche tiamolo: “La malattia ci cambia, perché ci fa di fronte alle grandi sfide etiche come: toccare proprio con le mani la solitudine che · l’eutanasia abbiamo dentro di noi. Ci sono infatti momen- · la sedazione palliativa; ti durante la malattia in cui la persona capisce · l’accanimento terapeutico; che in ultima analisi la questione è sua. Nes- · la soppressione della coscienza suno può supplirlo. Nessuno può dire o fare al nel fine vita; suo posto. Sente la propria finitezza e da que- · il diritto del paziente a conoscere sta finitezza capisce che c’è una sola Persona il suo reale stato di salute; che può riempirla, perché questa Persona è · l’inviolabilità della vita umana. Qualcuno più grande di lui, è Colui che ci ha dato la vita. In conclusione, al di là della difficile situazio- ne che abbiamo vissuto un paio di anni fa, sen- Scopriamo che la solitudine è insuperabile za dimenticare che, come ci ricorda il Vangelo: dentro l’esperienza umana, non possiamo su- “I poveri – ed io aggiungo i malati – li avete perare la solitudine personale in nessuna si- sempre con voi” (Mc 14,7), la Chiesa ha tra le tuazione della nostra vita. Sia che ci sposia- mani una grande opportunità: essere presente mo, sia che diventiamo ministri consacrati, là dove l’essere umano vive, soffre e spera. E sia che ci consacriamo al Signore, c’è un pun- questo non con discorsi ben impiattati di come to della nostra vita in cui siamo sempre soli si assistono i malati ma sporcandosi realmente davanti al Signore e nessuno dall’esterno ci le mani con la fatica degli altri che poi è la può aiutare al punto da sostituirsi alla nostra nostra fatica di tutti i giorni. persona. Basterebbero queste poche cose per Non lasciamo cadere nel dimenticatoio ciò farci capire che la malattia è veramente una che abbiamo vissuto, chi abbiamo visto sof- grazia. Detto all’inizio può sembrare assolu- frire e morire; facciamo memoria di quei tamente non vero o assurdo, ma dall’analisi di drammatici funerali “secondo le disposizioni quello che avviene nella nostra persona, l’af- del Consiglio di Stato”, dove al massimo si era fermazione che la malattia è una grazia è pro- in 5, morto escluso, sulle scale del tempio fondamente vera.”. crematorio, neppure dentro la sala delle ceri- monie. La vita e la morte di chi abbiamo in- Note contrato in questi anni di pandemia sia lo 1 Catechismo della Chiesa Cattolica spiraglio più credibile che ricordi a ciascuno [n. 163] 1525 di noi che si può, si deve andare avanti, più 2 Corecco E., Sulla malattia e sulla uniti, più forti, tutti insieme, come Chiesa e sofferenza, Trevano 27.11.1994, in: come società. Quaderni Caritas Ticino, 2005, p. 27 12
PASQUA 2023 NASCE UN GRUPPO DI LAVORO PER RIPENSARE LA PASTORALE SANITARIA IN TICINO: IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ALAIN DE RAEMY Grazie alla progressiva messa in atto del pro- mentando con la creazione delle Reti, ci richie- getto delle Reti pastorali nella diocesi di Lu- de di vivere la corresponsabilità come risorsa gano (reti di settore e reti territoriali), l’am- reale e viva, che valorizza i carismi e i talenti di ministratore apostolico Alain de Raemy ha ciascuno. Il settore sanitario è particolarmente raccolto da più parti segnali di un necessario delicato a motivo della sua varietà e della sua ripensamento della pastorale sanitaria nella articolazione nei diversi settori. diocesi di Lugano come pastorale in rete. Per rispondere alle numerose sollecitazioni che Si tratta di capire come articolare meglio la ricevo giorno per giorno, anche da parte delle vicinanza della Chiesa alle persone sofferen- istituzioni, e così preparare il futuro lavoro in ti ma anche ai sanitari dove la sfida della cu- Rete dei cappellani di questo settore, vi comu- ra è presente in Ticino, dagli Ospedali alle nico che ho costituito un gruppo di lavoro a Case anziani e altrove. tempo limitato per aiutarmi, ed aiutarci tutti, a cogliere e rispondere alle tante quanto diver- Al fine di performare questa importantissima se sfide concrete: la Dott.ssa Rita Monotti, e fondamentale attività della vita della Chie- Fra Michele Ravetta, Don Charles Azanshi, sa in Ticino, il vescovo Alain De Raemy ha Don Donato Brianza, Don Jean-Luc Farine e diffuso il 23 febbraio 2023 una nota con la un’infermiera ancora da scegliere. nomina di un gruppo di lavoro a tempo li- mitato, costituito da figure che operano co- Questo gruppo è abbastanza eterogeneo nella me sanitari o cappellani in strutture sanita- sua formazione proprio per favorire uno scam- rie ticinesi. Il gruppo aiuterà lui e tutti bio variegato quanto propositivo. Li ringrazio quanti in diocesi a riflettere su questo servi- per la loro disponibilità. Rimango a vostra di- zio e le sue sfide. sposizione per ogni ulteriore suggerimento». Alain de Raemy, Amministratore apostolico Il vescovo così scrive: «I settori di vita pasto- della Diocesi di Lugano rale della nostra Diocesi sono molti, e lo spirito di sinodalità e collaborazione che stiamo speri- www.catt.ch, 23 febbraio 2023 13
PASQUA 2023 Inserto Diocesano 01 – SETTIMANA SANTA E PASQUA 10 – PASSAGGI DELL’OMELIA DI PAPA BENEDETTO PER L’INIZIO DEL SUO 02 – PACE A VOI MINISTERO PETRINO 03 – VENERDÌ SANTO: TU SEI IL SILENZIO 11 – PASSAGGI DEL TESTAMENTO SPIRITUALE DI BENEDETTO XVI 04 – PASQUA: TU SEI VITA, LUCE, SPERANZA 12 – I FUNERALI DI PAPA BENEDETTO XVI 05 – VIA CRUCIS: UNA STRADA DI CROCI 13 – TANTISSIMA GENTE IN CATTEDRALE 06 – MESE DI MAGGIO: MESE DI MARIA CON IL VESCOVO ALAIN PER IL SALUTO DELLA DIOCESI DI LUGANO A PAPA 07 – GIOVEDÌ 18 MAGGIO: ASCENSIONE BENEDETTO DEL SIGNORE 14 – SAGGE RISPOSTE DEL VESCOVO 08 – 28 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE ALAIN DE RAEMY 09 – RICORDIAMO CON AFFETTO 15 – LA CONFERENZA DEI VESCOVI SVIZZERI E RICONOSCENZA IL VESCOVO INVITA A PREGARE PER LA PACE ERNESTO TOGNI
PASQUA 2023 01 – SETTIMANA SANTA E PASQUA A portum l’uliva. / Caminum insema / sü i pass dal Signur. / Sa scambium la pas. Sun chi, arent a Ti, /Signur / sitii / dal fiaa / da sètt generaziun. Sun chi in genöcc sü i sass, / - oh virigalilei! - quataa cun la pelenda viöla ritual Vestida in vèsta negra, / Madòna da Mendrís, / che pòrta ul lütu al Figlio/ cun sètt pügnai a rösa. Pino Bernasconi dalla raccolta “Monte Generoso” La gente è affamata d’amore L’offesa del mondo perché siamo troppo indaffarati, è stata immane. aprite i vostri cuori oggi, Infinitamente più grande nel giorno del Signore risorto, è stato il tuo amore. e amate Noi con amore come non avete mai fatto. ti chiediamo amore. Madre Teresa di Calcutta Mario Luzi 02 – PACE A VOI Non credono per la gioia. Alla gioia non si to la pace, ma i loro cuori, nel subbuglio di crede. Allora il paziente Gesù, che è entrato spavento gioia incredulità, sono tanto lon- attraverso la porta sprangata della casa do- tani dalla pace. ve stavano mangiano, si fa avanti con le palme aperte: Osservate le mie mani e i miei Allora il paziente Gesù li rimprovera perché piedi, sono proprio io. E scopre il petto, offre non hanno creduto. E allora sono un po’ più a tutti anche la quinta ferita. felici, un po’ meno lontani dalla pace. Per- ché un fantasma non li sgriderebbe con tan- Ma stentavano a credere e stavano stupe- to amore. Perché infine lui ha soffiato sulle fatti. Allora il paziente Gesù: Avete qui qual- loro facce, e un sentimento nuovo, potente che cosa da mangiare? Gli portano il pesce e folle è entrato in essi. arrosto, il favo di miele; scrutano la sua bocca che mastica, la gola che inghiotte il da “Volete andarvene anche cibo di cui or ora hanno gustato il sapore. Lo voi? – Una vita di Cristo” spiano e nessuno parla. Entrando ha augura- di Luigi Santucci 15
Inserto Diocesano 03 – VENERDÌ SANTO: TU SEI IL SILENZIO Ora è il silenzio scende il silenzio di Dio Ora è il silenzio, sulla storia dei secoli il tuo silenzio ci ascolta, e giudica il cuore degli uomini, la vita è nella terra tacciono le voci del tempo il seme sta germogliando nel buio che avvolge ogni cosa. la notte prepara la luce di un’alba sognata ed attesa. Giuda, Pilato, Caifa, la Maddalena, Pietro, il Centurione: volti della tua Passione. Tradimenti, viltà, paure, Uomini come noi speranza, ansie, gesti di amore, nel tempo che sempre innalza slanci di pietà, tensioni di fiducia. la tua Croce. Sono i volti della tua Passione: i nostri volti, Signore della Croce che nel silenzio prepari la vita. Ora è il silenzio il tuo silenzio ci ascolta. La vita è nella terra il seme sta germogliando la notte prepara la luce. 04 – PASQUA: TU SEI VITA, LUCE, SPERANZA Ora sei la luce Ora sei la luce la speranza, la vita, la speranza, la vita, vanno le donne con gli aromi andate discepoli tutti corrono i due discepoli gridate fino ai confini della terra ritornano trafelati a Gerusalemme che il Signore è risorto, i due di Emmaus. ha sconfitto la morte. Ora sei la luce, la speranza, la vita, l’orizzonte germoglia come un fiore il destino dell’uomo afferra l’eterno come dono prezioso e sublime. Ora sei la luce, la speranza, la vita, un’alba nuova percorre la storia come acqua di fresca sorgente che lava e purifica i cuori. 16
PASQUA 2023 05 – VIA CRUCIS: UNA STRADA DI CROCI 1. La croce della monotonia non colto, un grazie non ricevuto… e siamo Non è molto pesante, ma stanca il cuore, per- delusi. La delusione diviene una ferita, come ché penetra adagio in ogni gesto, ogni parola, una sconfitta. Leggera o pesante, grave o su- ogni sguardo. Le facce di tutti i giorni, i gesti perficiale, ma pur sempre una croce. Ci atten- ripetuti all'infinito davanti ad una macchina e de ad ogni passo, dietro l'angolo di un proget- sul lavoro, gli stessi piatti da lavare, gli stessi to, alla fine di una attesa: è sempre lì, a porta- panni da rammendare e da stirare. Ogni giorno ta di mano. Una persona, un evento, un gesto, simile all'altro. Al mattino il suono penetrante un esame, un concorso: sono tante le occasio- della solita sveglia e poi tutto uguale, mentre ni per sentirci delusi. i mesi e gli anni consumano l'esistenza. L'abi- tudine può diventare una croce di stanchezza 6. La croce della disoccupazione e sofferenza. Percorre le nostre strade e si va facendo più intensa. Croce pesante: le mani e l'intelligen- 2. La croce della solitudine za, fatte anche per lavorare e produrre, strin- Anche la solitudine è una croce. Talora cerca- gono il nulla, come nel lento silenzio del tem- ta, spesso imposta, sempre sofferta. Una cro- po vuoto. Prepararsi, studiare, imparare, cer- ce di dolore, quando sentiamo di aver bisogno care e poi niente; lavorare, impegnarsi, fare di qualcuno, ma questo aiuto non arriva. Una sacrifici e poi venire licenziati. Una croce di solitudine creata anche dalle nostre continue paura che i sistemi attuali del vivere e del pro- omissioni: una visita non fatta; una lettera durre rendono più frequente. non scritta; un biglietto mai spedito; un salu- to trascurato. E chi aveva bisogno e attendeva 7. La croce dell'egoismo si sente solo. Ricordate la fiaba di quel ricco gigante che viveva in un castello tutto per lui, con un 3. La croce dell'incomprensione parco immenso e ricchi giardini? Ma tutto Si innalza fra le persone che vivono vicine, era triste, senza fiori e senza primavera. spesso nella stessa casa, quando i linguaggi di- Anche l'egoismo è una croce: chiuderci e ri- ventano diversi e le lontananze si fanno incol- piegarci su noi stessi, dentro una notte che mabili. È un cammino sofferto e basterebbero a non conosce il sorriso. È malattia tremenda volte soltanto una parola, un gesto, soprattut- l'egoismo, tanto più grave perché genera in- to un accettarsi. Ma sovente non si riesce. vidia, gelosia, odio. È mancanza di vita e di entusiasmo, mentre la mano si chiude nel 4. La croce della nostalgia freddo del cuore. L'egoismo è croce molto La nostalgia fa parte del cuore, come memoria triste. del passato, dei ricordi. Si accumula man ma- no che gli anni diventano tanti nell'eco di vo- 8. La croce dell'ingratitudine ci, volti, gesti, parole. E il cuore ritorna sul La viviamo nel silenzio questa croce: più volte cammino percorso, come dentro la ricerca di senza nemmeno confidarla. un tempo perduto. Croce delicata, ma amara. Ha troppo il sapore della sconfitta e della de- lusione più amara. È la croce dell'ingratitudi- 5. La croce della delusione ne. La croce di molti, portata senza farla Una promozione mancata, un riconoscimento scorgere, perché fa troppo male e magari ci non arrivato, un successo svanito, un amore umilia. 17
Inserto Diocesano 9. La croce della paura 12. La croce della malattia Sono tante le nostre paure: dentro e fuori di La malattia: è esperienza continua e anche noi. Tensioni e angosce, timori continui di tan- tremenda; in noi e fuori di noi. La viviamo te piccole cose; un sentimento che ci portiamo nel nostro corpo, che gli anni consumano. La dentro, da sempre. Dalla paura del buio di sentiamo, leggera o grave, con il suo duro quando eravamo bambini, al timore di quanto significato di lento deterioramento. La co- ci circonda, fino all'angoscia del futuro, spesso gliamo sul volto degli altri, talora forte, mar- incerto. La paura fa parte del nostro cuore e cata, evidente, come premessa di morte. E della nostra intelligenza, che vorrebbero sape- ne abbiamo paura. La malattia è stagione re, ma il domani non ci appartiene. obbligata, è calvario che tutti dobbiamo sa- lire. È tappa difficile da accettare; è come 10. La croce della povertà una notte che soltanto la Tua croce può illu- È croce sempre presente, anche nei nostri paesi, minare di speranza. ma spesso non riusciamo a scorgerla. È la croce della povertà; la miseria di non avere nemmeno 13. La croce della disperazione il necessario per vivere. È una croce forte sul È la croce della notte, quando le stelle non mondo, innalzata dalla troppa ricchezza di po- segnano nessuna strada, quando la speranza chi. È un legno che parla il linguaggio bastardo abbandona il cuore, quando il buio è lotta e cattivo dell'ingiustizia e della violenza. Croce che tutto abbatte e distrugge. È la croce più che umilia il nostro mondo cristiano. pesante. 11. La croce della vecchiaia 14. La croce della morte Anche la vecchiaia può essere una croce. So- San Francesco la chiamava sorella; nel Vener- prattutto perché, a differenza di altre età, ha dì Santo è viva su una croce. L'abbiamo den- più bisogno degli altri. E gli altri non sono tro di noi, con la vita. Vive nelle nostre cellu- sempre solleciti verso i vecchi. La vecchiaia le, nel nostro sangue, nel nostro corpo. E la facilmente trascina la malattia, la solitudine temiamo. È l'ultima croce prima della vita. e il pensiero della morte. Se ogni età ha la sua Ogni tomba ha la sua croce, ogni vita ha la croce, la vecchiaia forse ha una croce più mar- sua morte, ogni mistero ha la sua luce. Sulla cata. Ma è croce anche luminosa perché racco- morte l'unica luce viene da una Morte e da glie la sintesi della vita e del cammino verso una Croce. Resta solo lo spazio del silenzio: la luce. Per questo è croce ricca di speranza, come il seme calato nella terra per germo- come una sorgente che sa ricominciare. gliare la spiga. 18
PASQUA 2023 06 – MESE DI MAGGIO: MESE DI MARIA La vera devozione alla Madonna sa che Maria perdono sangue, dei figli senza più madre, non può avere altra missione che quella che Dio delle madri senza più figli, degli uomini senza le ha affidato e per la quale l’ha fatta grande: più casa, né pane, né Dio. Ho conosciuto molti dare Gesù Salvatore agli uomini. La vera devo- che non pregano tuo Figlio e sono innamorati zione alla Madonna non è quella che ci spinge a di te, e a te fanno, di nascosto, voti disperati. domandare di più, ma quella che ci invoglia e ci Ho udito milioni di volte il tuo nome – Maria aiuta a vivere meglio. Sia questo il nostro impe- Vergine! Madonna Santa! – sulla bocca di tutti gno nel mese di maggio, dove il pregare e il me- gli uomini e di tutte le donne che conosco: per ditare devono tradursi in giornate più cristiane. ira, per stizza, per sorpresa, per una buona o cattiva notizia, per una morte e per un non- dall’omelia 1° maggio 1963, nulla. Sempre il tuo nome. di Mons. Corrado Cortella da “Volete andarvene anche voi? – Una vita di Cristo” di Luigi Santucci Lo chiamerai Gesù. L’angelo le ha buttato quel figlio-parola e nel nome tutta una storia che la madre già può leggere nelle chiaroveggenze del cuore: dalle prime carezze nella capanna, al silenzio sotto la croce, alla mattina trion- fante della risurrezione, al grido dei santi e dei disperati che la chiameranno fino al durare del mondo. Così sei diventata la mamma delle nostre pau- re, delle nostre rassegnazioni, la mamma dei marinai minacciati da naufragio, dei viandan- ti sperduti sulle montagne, dei soldati che Così la Chiesa prega Maria, quando scende la notte e la giornata si chiude. O santa Madre del Redentore, Sotto la tua protezione porta dei cieli, stella del mare, cerchiamo rifugio, soccorri il tuo popolo santa Madre di Dio: che anela risorgere. Non disprezzare Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, le suppliche di noi nello stupore di tutto il creato, che siamo nella prova. hai generato il tuo Creatore, E liberaci da ogni pericolo, Madre sempre vergine, o Vergine pietà di noi peccatori. gloriosa e benedetta. 19
Inserto Diocesano 07 – GIOVEDÌ 18 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE Benedette le ascensioni dell’uomo negli spazi, Destini soprannaturali ai quali si richiama la solo se saranno accompagnate dalle ascensio- solennità dell’Ascensione del Signore. Gesù è ni dell’uomo verso Dio; perché allora soltanto il primo di noi che sale al cielo, a prepararci il saranno progresso vero e tranquillo. E se delle posto. C’è la sua preghiera: “Padre, io voglio ascensioni dell’uomo negli spazi non possia- che dove sono io siano anch’essi con me nella mo essere che gli stupiti testimoni, delle gloria, perché hanno creduto in me e mi hanno ascensioni dell’umanità verso Dio possiamo amato!”. E c’è la sua promessa: “Vado, ma tor- essere gli artefici e lo dobbiamo. Ogni anima nerò a prendervi, e allora, ogni vostra tristez- che si innalza, innalza il mondo. Ogni anima za si cambierà in gioia, in una gioia che nessu- che si innalza con la verità, con la preghiera, no potrà più rubarvi”. con la giustizia, con la bontà, con la purezza, con la santità. E anche le conquiste dell’intel- Ogni nostra attività terrena – anche le più ar- ligenza, della scienza, della tecnica possono dite esplorazioni dell’intelligenza nei segreti essere per le ascensioni spirituali. Infatti dell’universo – non deve distrarci da Dio e dal aprono l’anima a una sempre più ricca cono- destino soprannaturale per il quale Dio ci ha scenza della grandezza, della sapienza, dell’a- creati. “Che serve all’uomo diventare padrone more di Dio, quando si illuminano con le luci del mondo, se poi perde l’anima?”. della rivelazione divina, che ci parla della cre- azione, della redenzione, dei destini sopran- Da un’omelia di Mons. Corrado Cortella naturali dell’uomo. (11 maggio 1961) Ecco il gran giorno di Dio, Torna alla casa il prodigo, splendente di santa luce: splende la luce al cieco; nasce nel sangue di Cristo il buon ladrone graziato l’aurora di un mondo nuovo. dissolve l’antica paura. O mistero insondabile Gli angeli guardano attoniti dell’umana redenzione: il supplizio della croce, morendo sopra il patibolo da cui l’innocente e il reo Cristo sconfigge la morte. salgono uniti al trionfo. Irradia sulla tua Chiesa Giorno di grandi prodigi la gioia pasquale, o Signore, la colpa cerca il perdono, unisci alla tua vittoria l’amore vince il timore, i rinati nel battesimo. la morte dona la vita. 20
PASQUA 2023 08 – 28 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE Vieni, Santo Spirito, Vieni, padre dei poveri, Consolatore perfetto, manda a noi dal cielo vieni; datore dei doni, ospite dolce dell'anima, un raggio della tua luce. vieni, luce dei cuori. dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, O luce beatissima, Senza la tua forza, nella calura, riparo, invadi nell'intimo nulla è nell'uomo, nel pianto, conforto. il cuore dei tuoi fedeli. nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, Piega ciò che è rigido, Dona ai tuoi fedeli bagna ciò che è arido, scalda ciò che è gelido, che solo in te confidano sana ciò che sanguina. sana ciò che sanguina. i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore. Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito. Così imprimendo in noi per opera dello Spirito Santo l’immagine e l’iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici, perché li restituiamo moltiplicati al Signore. Dal trattato “Contro le eresie” di Sant’Ireneo Vieni, o Spirito creatore, O dolce consolatore, Dito della mano di Dio, visita le nostre menti, dono del Padre altissimo, promesso dal Salvatore, riempi della tua grazia acqua viva, fuoco, amore, irradia i tuoi sette doni, i cuori che hai creato. santo crisma dell'anima. suscita in noi la parola. Sii luce all'intelletto, Difendici dal nemico, Luce d'eterna sapienza, fiamma ardente nel cuore; reca in dono la pace, svelaci il grande mistero sana le nostre ferite la tua guida invincibile di Dio Padre e del Figlio col balsamo del tuo amore. ci preservi dal male. uniti in un solo Amore. 21
Inserto Diocesano 09 – RICORDIAMO CON AFFETTO E RICONOSCENZA IL VESCOVO ERNESTO TOGNI Quello di Mons. Togni sulla cattedra di San parrocchia e le strutture della scuola dedi- Lorenzo fu un passaggio breve, un’alba radio- cate a San Carlo Borromeo de Los Olivos. sa, che lasciò segni di novità, di gioia, di Non possiamo dimenticare la scelta dello apertura e di rimpianto. Volle subito testimo- spirito e dell’esperienza scaut come meto- niare una visione positiva, di interiorità, di do educativo e l’amore della montagna, che adesione libera e lieta alla bellezza dell’av- portò anche nell’impegno di responsabile ventura cristiana, di cui diede chiara testi- come vicerettore prima e rettore poi a Lu- monianza il suo motto episcopale: “A servizio cino nella sua attività educativa presso il della vostra gioia”, che diceva bene l’entusia- seminario minore, di cui tenne cronache smo, il coraggio, lo spirito che voleva dare al precise e corrispondenze fedeli con centi- suo ministero. naia di studenti. Diede subito testimonianza di un cristianesi- La conduzione collegiale della vita di istitu- mo giovane, in cammino, dinamico e aperto. to e anche della vita della diocesi, lo fecero Uno degli aggettivi che spesso ritornavano presente in modo attivo sul terreno e dispo- nella sua predicazione era l’aggettivo forte. nibile all’incontro delle persone. Forte doveva essere l’annuncio, forte la sua messa in pratica, forte l’adesione al Concilio e RICORDIAMO Da ricordare CON pure quale AFFETTO momento E RICONOSCE significati- poi al Sinodo, forte la sua sensibilità missio- vo del suo episcopato l’accoglienza a Lugano IL VESCOVO ERNESTO TOGNI naria e l’attenzione alla dimensione universa- nel giugno 1984 di Giovanni Paolo II in visita le ed ecumenica della Chiesa. alla Chiesa Svizzera. Quello di Mons. Togni sulla cattedra di San Lorenzo fu un pa Un Vescovo ricco di entusiasmo, radiosa, che lasciò segni dalle grandi di novità, dall’omelia di gioia, del Vescovo di apertura emerito Pier e di r testimoniare potenzialità, dall’esempio luminoso e genero- una visione positiva, Giacomo Grampadi interiorità, di adesione lib ai funerali celebrati so, moderno e aperto all’incontro e al colloquio dell’avventura cristiana, diincui cattedrale il 14 novembre 2022 diede chiara testimonianza il su col mondo nello spirito del Concilio e del Sinodo. Seppe servizio coltivare in modo profondo diceva il senso dell’amicizia e l’a- coraggio pertura missionaria. dare al s Si deve a lui l’incremento Diede s dell’attività missionaria nel- un cris la Chiesa di Lugano, soprat- cammin tutto l’esperienza ventenna- Uno de le in Colombia. ritornav Quando dimissionò dal go- verno della Diocesi fece un predica soggiorno triennale a Bar- forte. ranquilla, dove vide comple- l’annun tarsi l’impianto della nuova in © Diocesi di Lugano pratica, forte l’adesione al Concilio e poi al Sinodo, f 22 missionaria e l’attenzione alla dimensione universale ed ecum Un Vescovo ricco di entusiasmo, dalle grandi potenzialità, da
PASQUA 2023 Passaggi del suo scritto a La Pelouse,spirituale testamento Bex, Canton Vaud, 1987 scritto a La Pelouse, Bex, Canton Vaud, 1987 “È vicino il momento della mia nascita. Un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: Vieni il “È vicino al momento Padre. Chiedete per me della mia che ioUn’ac- nascita. possa raggiungerlo. Quando lo incontrerò gli griderò grazie per la Rimane per me un mistero della sua misericordia l’avermi chiamato al servizio della qua viva mormora dentro di me e mi dice: Vieni mia vita così come me l’ha data e costruita con i gioia nella Chiesa che è a Lugano, come resta più ancora mistero della stessa al Padre. Chiedete per me che io possa raggiun- suoi doni e i suoi limiti, con la sua ricchezza e la misericordia l’avermelo ritirato attraverso la fatica e la sofferenza. gerlo. Rimane per me un mistero della sua mise- mia povertà e il mio peccato. Il Signore ha dato senso e valore anche a servizi più brevi, certo più forti rivolti in ricordia l’avermi chiamato al servizio della gioia particolare ai poveri, ai malati, a chi soffre, agli ultimi. nella Chiesa Quando che è a Lugano, lo incontrerò comegrazie gli griderò resta per più an- la miaGli dirò vita grazie così comeperme avermi fattoeprete e vescovo, l’ha data cora mistero della libero nella povertà e nella costruita con i suoi doni e i suoi limiti, con la sua ricchezza verginità, sereno e stessa la miamisericordia nell’obbedienza, povertà e il mio peccato. Gli dirò gioioso perper grazie temperamento e l’avermelo avermi ritirato fatto prete per fede, e vescovo, ricco libero nelladipovertà speranza anche nella fatica, e nella attraverso la verginità, fatica nell’obbedienza, sereno semplice nel servizio della carità”. gioioso per e la sofferenza. temperamento e per fede, ricco di speranza anche nella fatica, semplice nel servizio della carità”. Postscritto aggiunto a Brione Il Signore ha dato Verzasca il 24 luglio 1997 senso e valore Postscritto anchea Brione Verzasca il 24 luglio 1997. aggiunto a servizi “Vorrei piùunbrevi, avere cuore nuovo, dove trovino spazio tutti i certo più poveri. Meforti rivoltiil Signore lo plasmi “Vorreidei avere un cuore nuovo, dove trovino spa- poveri. E in miparticolare accompagni ai Maria, po- zio La Vergine tutti i povera, poveri. la MeMadre e la il Signore dei lo plasmi Regina veri, aidei poveri”. malati, a chi poveri. E mi accompagni Maria, La Vergine po- © Diocesi di Lugano soffre, agli ultimi. vera, la Madre e la Regina dei poveri”. © Diocesi di Lugano Nascita: 6 ottobre 1926, attinente di Brione Verzasca Studi nel Seminario San Carlo di Lugano-Besso, proseguiti alla Gregoriana di Roma Nascitapresbiterale: 7 maggio 1950 a Brione Verzasca Ordinazione 17 settembre 1978 1951: docente e vice rettore nel Seminario San CarloOrdinazione 6 ottobre 1926, attinente di Brione Verza- di Besso episcopale sca. Studi nel Seminario San Carlo di Luga- 1957: Rettore del Seminario minore, Collegio Pio XII di Lucino-Breganzona 1969:no-Besso, parroco diproseguiti alla Gregoriana di Tenero e Contra 24 giugno 1985 Roma. 15 luglio 1978: eletto Vescovo di Lugano Comunica le sue dimissioni, rimanendo 17 settembre 1978: ordinazione episcopale amministratore apostolico della diocesi Ordinazione presbiterale fino alla nomina del suo successore, il 24 giugno 1985: comunica le sue dimissioni, rimanendo amministratore apostolico 7 maggio 1950 a Brione Verzasca Vescovo Eugenio Corecco della diocesi fino alla nomina del suo successore, il Vescovo Eugenio Corecco aprile1951 1993: parte missionario per Barranquilla Rientrato in Ticino risiede dapprima Aprile 1993 a Brione Verzasca, in seguito a Sonvico presso la Docente e vice rettore nel Seminario Casa San San Carlo FilippodiNeri Bessoe infine presso la Casa CinqueParte Fontimissionario per Barranquilla di San Nazzaro, dove l’11 novembre 2022 conclude il suo cammino terreno per essere accolto nell’abbraccio di amore 1957 Rientrato del Padre come il servo buono e fedele della parola in Ticino risiede dapprima a Bri- evangelica. Rettore del Seminario minore, Collegio one Verzasca, in seguito a Sonvico presso Passaggi dell’omelia di Papa la Pio XII di Lucino-Breganzona Casa San Filippo Neri e infine presso Benedetto la Casa Cinque Fonti di San Nazzaro, dove 1969 l’11 novembre 2022 conclude il suo cam- Parroco di Tenero e Contra mino terreno per essere accolto nell’ab- 15 luglio 1978 braccio di amore del Padre come il servo Eletto Vescovo di Lugano buono e fedele della parola evangelica. 23
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