Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale

Pagina creata da Alessandra Mazzola
 
CONTINUA A LEGGERE
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Ricamo raffigurante la conformazione francescana su paramento antico

              Comunità in Cammino
              dal 1975

PASQUA 2023 – Bollettino Interparrocchiale

Anzonico        Campello         Chiggiogna       Faido            Molare   Rossura
Calonico        Cavagnago        Chironico        Mairengo         Osco     Sobrio
Calpiogna
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Bollettino Interparrocchiale

RECAPITI

Convento Cappuccini                              Ostello Cappuccini
Canton Lucerna 7, CP 1261                        ostellofaido@gmail.com
6760 Faido                                       Tel. +41 (0)91 866 26 25
Tel. +41 (0)91 873 52 40
www.comunitaincammino.ch

Fr. Edy Rossi-Pedruzzi                           Fr. Davide Albisetti
edy.rossipedruzzi@cappuccini.ch                  albisetti.davide@gmail.com
Tel. +41 (0)91 873 52 43                         Tel. +41 (0)91 873 52 42
Cell. +41 (0)79 344 97 50

Fr. Boris Muther
boris.muther@cappuccini.ch
Tel. +41 (0)91 873 52 41
Cell. +41 (0)77 468 04 49

Collaboratori parrocchiale
Don Mrek Kalissak
kalix@interia.pl
Cell. +41 (0)77 813 29 56

Bollettino parrocchiale online                   Eventuali comunicazioni da inviare
www.eticinforma.ch – www.faido.ch                a comunitaincammino@gmail.com

Il bollettino interparrocchiale vive soprattutto grazie alla generosità
di molte persone che ringraziamo di cuore per il loro sostegno.

CH56 0900 0000 6500 3028 2

Grafica e Stampa        6747 Chironico           info@dazzi.ch
Dazzi SA Tipografia     6710 Biasca              www.dazzi.ch

02
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
PASQUA 2023

PASQUA 2023 – Bollettino Interparrocchiale

Grazie e Auguri!                                     Un augurio francescano per la Pasqua
                                                     Come frati cappuccini a volte non proponia-
Cari e affezionati lettori, collaboratori e bene-    mo abbastanza la figura e il messaggio di S.
fattori, grazie di cuore per le innumerevoli at-     Francesco come dovremmo. In passato abbia-
testazioni di apprezzamento per il nostro Comu-      mo parlato del Crocifisso di S. Damiano tanto
nità in cammino e per il sostegno finanziario        significativo per frate Francesco. Questa vol-
indispensabile per la sua regolare pubblicazio-      ta vi proponiamo un’immagine (vedi coperti-
ne. Invitiamo tutti a continuare a sfogliare il      na). Si tratta di un ricamo che si trova su un
bollettino cartaceo, a consultare il sito e ad       antico paramento liturgico, nello specifico,
annunciarsi per ricevere regolarmente le infor-      una pianeta che abbiamo ricevuto da un ami-
mazioni. Non da ultimo vada la nostra ricono-        co francescano P. Angelo OFM, che ringrazia-
scenza alla Tipografia Dazzi per la loro pazienza    mo di cuore. Rappresenta la Coformazione
e professionalità.                                   francescana. Se ne possono trovare di vario
Il coniglio di Pasqua non ci ha portato il nuovo     tipo: ricamo, stampate sui libri e sui Rregola-
Vescovo, forse neppure Gesù Bambino lo por-          menti dei francescani, scolpite nella pietra, o
terà. Ma in fondo che fretta c’è? Piuttosto che      in formato ligneo, ecc. Nell’ambito araldico
perdere tempo a far congetture si dia un’occhia-     rappresenta lo stemma francescano per ec-
ta al cantuccio di fra’ Davide, che ci propone un    cellenza, riconosciuto da tutte le Famiglie
pensiero-bussola di don Angelo Treccani, da cui      francescane in genere.
dovremmo ripartire tutti. Altrimenti non cam-
bierà nulla, arrivasse anche un Cardinale a go-      Gli elementi iconografici sono costanti: cro-
vernare la Chiesa ticinese. Nell’attesa che si       ce, braccia, nuvola. Per il nostro augurio sono
rassegni chi aspira a fare il Vescovo – siamo po-    significative le due braccia: uno con il saio, è
chi… – e si calmino i bollenti spiriti di coloro     quello di S. Francesco, l’altro nudo è quello di
che si aspettano un ruolo da portaborse per il       Gesù. Rimanda non tanto ai segni della Pas-
nuovo Presule – questi sono più numerosi e ai-       sione che S. Francesco e altri hanno speri-
tanti. Sarebbe un bel gesto di umiltà lasciare       mentato nel proprio corpo, ma soprattutto
che a governare la nostra piccola Diocesi, un        richiama il fatto che il povero di Assisi fece
quartiere di Milano, sia un Amministratore apo-      tutto il possibile per conformarsi alla vita di
stolico per il tempo necessario. Questo onde         Gesù fino alla Passione. L’immagine possiamo
evitare di rischiare la Pèpa tencia o di riesumare   leggerla come un segno di speranza anche per
qualche candidato già bruciacchiato e spelac-        noi. Il francescano che è prima di tutto cri-
chiato in precedenza. Meglio avere un Vescovo        stiano soffre con Cristo nella speranza della
“de facto” che solo “de iure”. Se ci pensiamo        luce e vive la resurrezione senza dimenticare
bene il Ticino, è Diocesi da pochi decenni, in       i segni della Passione. Sia l’augurio per que-
passato ebbe diverse figure eccellenti di Pa-        sta Pasqua: i giorni dell’Uomo sono ritmati
                                 stori, giuridica-   dalla sofferenza del venerdì Santo e dalla gio-
                                 mente solo Am-      ia della Pasqua. Ciascuno però in mezzo a
                                 ministratori apo-   questi due estremi possa vivere tanti giorni
                                 stolici, ma rico-   di equilibrata serenità, sempre in buona com-
                                 nosciuti come       pagnia: quella di Gesù.
                                 buoni Vescovi
                                 dal Popolo!         Buona Pasqua!
                                                                                                  03
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Bollettino Interparrocchiale

01 – OSCO: È STATA UNA GRAN BELLA FESTA!
     IN ONORE DI SAN MAURIZIO E DEI SUOI COMPAGNI.

Sembra proprio che San Maurizio e i suoi Com-     Ma naturalmente il fulcro della manifestazione
pagni abbiano propiziato, dall’Alto del loro      si svolge domenica mattina, dalle 10.30, du-
Domicilio, una bellissima giornata di sole per    rante la S. Messa celebrata da fratello Boris del
accogliere i numerosi fedeli accorsi a festeg-    Convento di Faido con la solennità che si con-
giarli domenica 21 agosto 2022, in un paese       viene in simili circostanze, notata già dalla en-
davvero in festa per l’occasione.                 trata in Chiesa in processione da parte di tutti
                                                  gli officianti. E, gradita novità quest’anno, la
Osco si presentava ai convenuti in una veste      partecipazione al culto del Coro della Gioia di
di sole e cielo azzurro, dove era anche facile    Lugano diretto da Miriam Aldeghi. Una sorpre-
immaginare lassù i Festeggiati, riuniti e fe-     sa propiziata da una loro corista. Per tutti “la
stanti a loro volta nel vedere la loro parroc-    Tullia”; anche la sacrista della Parrocchia.
chia inneggiare con suoni a canti alla loro       Vengono eseguiti brani della Missa Brevis di
santità. Ma Osco ha saputo fare le cose come      M. Haydn con l’apporto della solista Genny (fi-
si deve; e come una vera festa patronale vuole    glia di Tullia!) ed altri mottetti adatti alla ce-
che siano fatte, seguendo la bella tradizione     lebrazione, accompagnati all’organo da Stefa-
che si tramanda ormai da anni, e non solo lì,     no Keller.
ma in tantissimi altri paesi del nostro magni-
fico Ticino. Già il sabato precedente venne or-   Al termine, dopo i ringraziamenti di fra’ Boris
ganizzata in Campièi una cena a base di risot-    all’indirizzo del coro, viene ancora offerto ai
to, formaggi, mondeghili e torta di pane. Inu-    numerosissimi fedeli presenti, un bellissimo
tile dire quanto sia stata gradita dai numerosi   canto dedicato alla Madonna “Maria Lassù” di
presenti; niente di più bello che uscire dalle    Bepi De Marzi. Gli applausi risuonati in Chiesa
proprie case, favoriti dal fresco della sera, e   sono testimoni di quanto tutta la celebrazio-
cantare e suonare assieme le belle canzoni po-    ne é stata seguita, gradita e partecipata con
polari della nostra tradizione.                   fede da tutto il popolo.

                                                  Sul campo della festa viene in seguito offerto
                                                  un ricco aperitivo a tutti i presenti. Altra oc-
                                                  casione per rivedere e abbracciare amici e co-
                                                  noscenti, giunti anche da fuori; e ricordare
                                                  assieme aneddoti e ricordi di feste passate.
                                                  Alle 12.30 viene servito il pranzo in comune a
                                                  base di “polenta e…” seguito dalla immanca-
                                                  bile torta di pane e caffè.

                                                  Di contorno il “Banco del dolce” che scuote
                                                  molto successo. Giochi per tutti e Pittori in
                                                  Piazza; fisarmoniche, e canti popolari sanno
                                                  trattenere a lungo in paese e sul campo della
                                                  festa tanti abitanti e villeggianti, contenti di
                                                  aver trascorso una “gran bella festa!”
04
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
PASQUA 2023

                                                   Il Coro della Gioia di Lugano ringrazia da que-
                                                   ste righe la Parrocchia, fra’ Boris e gli Orga-
                                                   nizzatori per l’accoglienza loro riservata.

                                                   Con la Gioia nel cuore felici
                                                   di avervi contribuito!

                                                                                    Edi Bistoletti;
                                                                                   23 agosto 2022

02 – BREVE STORIA DELLA NATIVITÀ DA GIOTTO
     A MARC CHAGALL

Ecco come in otto secoli gli artisti
l’hanno raffigurata.
Durante lo scorso periodo natalizio, nell’am-      ne, ma anche in Giotto e in molta scuola me-
bito delle attività espositive presso l’Orato-     dievale, lo si trova persino collocato a un
rio di S. Bernardino a Faido, è stato proposto     piano inferiore rispetto al centro della sce-
un viaggio nella storia di un tema che ha af-      na. Qui invece prega e un accenno di sorriso
fascinato gli artisti di un’epoca: la Natività.    muove il suo volto: c’è gioia e commozione,
                                                   c’è adorazione.
Giotto, il precursore: fin dalla più antiche       Quel bimbo lo sente suo, lo ha accolto dando
raffigurazioni della Natività un posto di rilie-   compimento alle Scritture e se ne prende cu-
vo è riservato, nella grotta, ai due animali       ra, accompagnandolo nella crescita. Lotto
più importanti – il bue e l’asino. Secondo al-     quindi rompe gli schemi tradizionali e valo-
cuni studiosi essi rappresentano elementi          rizza Giuseppe, affiancandolo alla Madonna
allegorici che, sulla scorta della profezia di     che ha gli occhi incollati su Gesù. Tutto è
Isaia 1,3 (“il bue riconosce il suo proprieta-     compiuto.
rio, e l’asino la mangiatoia del suo padrone,
ma Israele non conosce e il mio popolo non         Tintoretto, lo spazio dell’anima: a Venezia
comprende”), divennero il simbolo del popo-        alla fine degli anni ’70 del Cinquecento Ja-
lo ebreo e dei pagani e l’espressione plastica     copo Robusti, detto il Tintoretto, dipinge
dell’insensibilità religiosa e della deviazione    l’”Adorazione dei Magi”. Siamo nel periodo
dell’uomo nei confronti di Dio.                    del tardo manierismo quando l’arte non è
                                                   più espressione della superiorità dell’Uomo
Con Lorenzo Lotto, la rottura: pittore vene-       razionale, come nel Rinascimento, ma è al
ziano, nel 1523 dipinge una piccola tavola         servizio della Chiesa cattolica e della Con-
che rappresenta una novità. La tradizione          troriforma.
vedeva Giuseppe solitamente in disparte, un        In questa tela posta nella chiesa di S. Rocco
passo arretrato rispetto all’avvenimento che       a Venezia, tutto è mistero, spiritualità, pro-
aveva al centro la Madre e il Figlio. Nelle ico-   fondo senso del sacro. Questo effetto è dato
                                                                                                05
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Bollettino Interparrocchiale

dall’uso suggestivo della luce
che, filtrando attraverso le travi
della rozza capanna, illumina le
figure dei pastori ed esalta la
violenta fuga prospettica del
soffitto. Quello che vediamo è
veramente uno spazio dell’ani-
ma, espressione dello spirito
visionario dell’artista venezia-
no.

Giambattista Tiepolo, il movi-
mento barocco: la tecnica pre-
stigiosa e spericolata di questo
veneziano sarà seguita da un
buon numero di adepti.
La composizione di quest’opera
presenta le caratteristiche fon-
damentali dell’architettura ba-
rocca (vedi il “nostro” Borromi-
ni), vale a dire le linee curve, gli
andamenti sinuosi come la spira-
le che in questo caso ascende
partendo dal piede di Maria, pas-
sando per il primo angelo, rag-
giungendo Giuseppe e il Bambi-
no per giungere in alto da un al-
tro cherubino.

Egon Schiele e Marc Chagall, lo
stravolgimento espressionista: Schiele, espo-       immagini riprese dalla tradizione iconografi-
nente assoluto del primo espressionismo vien-       ca narrativa cristiana e da quella simbolica
nese, in chiaro contrasto con i dettami acca-       ebraica. Nella sua Natività, accanto a Maria
demici, dipinge a 23 anni “Die heilige Familie”     con il Figlio in grembo, Cristo in croce porta
dove elimina qualsiasi informazione sullo spa-      il tallet, lo scialle rituale per la preghiera,
zio e le figure di Maria e Giuseppe si circonda-    diventando emblema della persecuzione del
no di un vuoto, ricolmo di inquietudine e ten-      popolo ebraico.
sione. Si coglie tuttavia il senso di profonda      Al centro della composizione il bue rimanda a
unità dei tre protagonisti, raggruppati in una      Isaia e rappresenta il popolo ebraico insensi-
costruzione triangolare dove una mano di Ma-        bile al Messia inviato da Dio.
ria si avvicina al Figlio che, chiuso in una for-
ma ovoidale, vuole rompere il diaframma che         Non avendo potuto, per ragioni di spazio, ri-
lo separa da noi.                                   portare le immagini, vi invitiamo a prendervi
Chagall, di cultura e religione ebraica, nato       il tempo per andare a cercarle.
in Bielorussia nel 1887, incontra l’”ebreo”
Cristo a Parigi. Le sue tele si riempiono di        Buon viaggio.
06
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
PASQUA 2023

03 – CHIGGIOGNA: BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
     (domenica 15 gennaio)

A Chiggiogna da qualche tempo si celebra la
Messa festiva al sabato sera ore 17.30, i fedeli
accorrono in numero abbastanza soddisfacente.

La funzione del sabato sera, unica sul fondo-
valle offre un’opportunità celebrativa all’in-
tera media valle. Eccezionalmente questa
volta si è spostato l’orario alle 10.30 della
domenica mattina. Vi è comunque stata una
partecipazione abbastanza buona.

Dopo la funzione ci siamo spostati sull’ampio
piazzale antistante il ristorante la Conca
(purtroppo chiuso da tempo). L’ampiezza
dello spazio poteva dare l’impressione che ci      Non sono mancati gli animali domestici, per
fosse poca gente, ma a conti fatti possiamo        lo più si trattava di cani. È stato un bel mo-
essere soddisfatti.                                mento di incontro anche durante l’aperitivo
                                                   dopo la benedizione impartita da fra’ Edy.
L’han fatta da padroni i maestosi cavalli pro-
venienti da diverse scuderie della zona con        Grazie a tutti con l’augurio
in sella cavallerizzi grandi e piccini. Buon       di avere dai propri animali tante
auspicio per il futuro.                            soddisfazioni e affetto.

                                                                                              07
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Bollettino Interparrocchiale

04 – LA CURA DELLA VITA. SALUTE E SALVEZZA DOPO
     LA PANDEMIA. IL CONVEGNO ALLA BIBLIOTECA
     CANTONALE DI LUGANO. LA CRONACA.

In un periodo in cui la tentazione è quella di
dimenticare il coronavirus e tutto ciò che ha
comportato, un convegno ha invece voluto ri-
tornare sui giorni della pandemia per ripercor-
rere, ma soprattutto per trarre degli insegna-
menti da questo periodo difficile, che è stato
più volte definito un «mare in tempesta». Ad
interrogarsi è in particolare la Chiesa cattoli-
ca. L’evento, che ha avuto luogo sabato 11
febbraio, alla Biblioteca cantonale di Luga-
no, è stato infatti organizzato da Azione cat-      Cristo fa sì che l’altro sia più della persona.
tolica, Biblioteca diocesana di Lugano, Dioce-      Più importante ancora della salute è la salvez-
si di Lugano, Caritas Ticino, Facoltà di teolo-     za, cioè la pace del cuore, che si può trovare
gia di Lugano, Medici cattolici, Medicina e         anche nella sofferenza e su essa si traduce l’a-
persona, Unione femminile cattolica.                more degli altri e di Dio per noi. L’augurio di
                                                    mons. De Raemy è che il convegno possa aiu-
Moltissimi gli spunti e le emozioni emersi. Ad      tare ad essere Chiesa nella sofferenza.
introdurre la mattinata il Consigliere di Sta-
to Raffaele De Rosa, che ha sottolineato in         Riflettere sulla crisi del coronavirus per anda-
particolare come si sia parlato molto della         re oltre e trovare nuove strade per la Chiesa
pandemia dal punto di vista sanitario, socia-       per portare parole di salvezza per tutti è stato
le, economico, ma un po’ meno da quello spiri-      uno degli obiettivi del convegno, come ha
tuale. Un agente esterno ha messo tutti di          sottolineato il moderatore Luigi Maffezzoli.
fronte all’insicurezza, alla sofferenza, alla so-
litudine, alla morte e ha fatto emergere un         Durante una prima parte più teorica, don An-
grande desiderio e bisogno di relazioni auten-      dré-Marie Jerumanis, medico e teologo, ha
tiche, di fratellanza, di solidarietà, di cura,     sottolineato la contrapposizione che si è crea-
nel senso più ampio: del corpo, dell’anima,         ta fra salute (cura della vita nella dimensione
delle relazioni, dell’ambiente.                     fisica) e salvezza (privilegiata a rischio della
                                                    salute). In realtà, fra di esse c’è un legame:
«Attingendo alla sofferenza e dalle difficoltà      nella visione cristiana Gesù salva l’umanità,
vissute in questo periodo si costruisca un mes-     ma insieme cura e guarisce. La salvezza inte-
saggio di salvezza, che sia fonte per la comunità   gra tutte le dimensioni umane e quindi anche
cristiana di rinnovata speranza, fiducia, ottimi-   la salute.
smo per il futuro»: questo l’auspicio del Consi-    Lo psichiatra Graziano Martignoni si è sof-
gliere di Stato.                                    fermato sulla cura dell’anima, oltre a quella del
                                                    corpo e della mente, nel tempo della tempesta
«La presenza cristiana per chi soffre è essen-      e sul bisogno di uno «spiracolo» di trascenden-
ziale, non c’è Chiesa senza questa presenza»,       za, di spiritualità incarnata, di una comunità
ha evidenziato il vescovo Alain De Raemy.           accogliente, dell’incontro con l’altro.
08
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
PASQUA 2023

Giovanni Ventimiglia, professore di filoso-         si come doni preziosi da conservare per il futu-
fia, ha parlato dell’empatia, del bisogno delle     ro, come relazioni autentiche, l’ascolto gli uni
persone sofferenti non di risposte, ma di lega-     degli altri, l’importanza di gesti, parole, silen-
mi, di connessioni, di condivisione. Ed è que-      zi, della presenza e del contatto e tutto ciò
sto che la Chiesa è chiamata a fare. È ciò che è    anche con modalità nuove. La Chiesa e tutta
emerso anche nelle testimonianze di coloro          la comunità dei credenti è chiamata a riparti-
che in questo periodo difficile si sono «spor-      re nel raccogliere il respiro delle persone,
cate le mani» con la sofferenza e la solitudine,    nell’accompagnamento, nel farsi testimoni di
portate da Rita Monotti, medico, già primario       una fede e di una relazione che salva, che por-
dell’Ospedale La Carità di Locarno, padre Mi-       ta la pace nel cuore. Su questo bisogna conti-
chele Ravetta, già cappellano dell’Ospedale         nuare a camminare, tutti insieme.
La Carità di Locarno, Grazia Buono, infermie-       Gli interventi al convegno posso essere ria-
ra BeeCare, Lara Allegri, infermiera speciali-      scoltati sul canale youtube di Caritas Ticino.
sta in cure palliative, Monica Mautone, pa-         Si segnala che fino al 25 febbraio è anche visi-
ziente, don Sergio Carettoni, coordinatore          tabile presso gli spazi della Biblioteca la mo-
diocesano delle Pastorali e di Settore.             stra, congiuntamente organizzata con la Bi-
Oltre a ricordare le emozioni e i sentimenti        blioteca diocesana, «Scrigni di carta». Opere
che hanno caratterizzato questo periodo da          mediche dai fondi antichi delle biblioteche
«mare in tempesta», in cui tutti erano sulla        cantonale e diocesana di Lugano. Vedi:
stessa barca ed è stato necessario trovare o        «Scrigni di carta» alla Biblioteca Cantonale
ritrovare i punti di riferimento, si è cercato di   di Lugano (catt.ch). (KG)
focalizzare l’attenzione su ciò che fra paura,
smarrimento, sofferenza, solitudine, sono emer-                      www.catt.ch, 12 febbraio 2023

LA CURA DELLA VITA, SALUTE E SALVEZZA
DOPO LA PANDEMIA (Lugano, 11.02.2023)
di padre Michele Ravetta, già cappellano pro tempore
dell’Ospedale “La Carità” di Locarno
Era un lunedì mattina quel 16 marzo 2020            la chiusura di tutti gli uffici che avessero con-
quando il Vescovo Valerio mi chiamò annun-          tatto diretto con l’utenza. Partito per Locar-
ciandomi che la direzione dell’Ospedale “La         no, ho ripreso la mia “vecchia” divisa dell’EOC
Carità” di Locarno aveva richiesto un cappel-       che avevo indossato per 14 anni come assi-
lano formato in cure palliative che prendesse       stente sociale e sono entrato immediatamen-
servizio in quello che era stato designato          te in servizio. Ricordare ora quel tempo, la
“centro cantonale di gestione dei pazienti af-      prima ondata pandemica, ancora suscita com-
fetti da Covid-19”. Chiesi al Vescovo: “quando      mozione e dispiacere: commozione per i molti
devo entrare in servizio?” La sua risposta mi       pazienti, quindi persone gravemente malate e
sconvolse: “Subito!”. Coincidenza vuole che         compromesse, incontrate durante i 4 mesi di
proprio quel giorno l’Amministrazione Canto-        servizio, i loro volti seppure nel nostro incro-
nale per la quale lavoro tutt’oggi aveva deciso     cio di sguardi vi era la mascherina ed una
                                                                                                  09
Comunità in Cammino dal 1975 - PASQUA 2023 - Bollettino Interparrocchiale
Bollettino Interparrocchiale

spessa visiera, le strette di mano con il doppio   per visite di piacere ma specialmente perché
guanto, i camici di carta anti-goccioline ed i     un coniuge, una mamma, un papà, un figlio
copriscarpe. L’impressione era quella di essere    stava per morire, sollevava il personale curan-
una specie di astronauta che cercava di ri-        te che poteva dedicarsi ad altri servizi altret-
prendere contatto con i suoi simili umanoidi       tanto necessari al funzionamento del reparto.
sopravvissuti, per ora, ad una devastazione        Era infatti compito del cappellano accogliere i
mondiale. Dispiacere perché da una parte ve-       parenti alla porta dell’ospedale, condurli in
devo il personale ospedaliero molto stanco dai     reparto, aiutarli a vestirsi secondo il regola-
lunghi turni, dai colleghi che cadevano sul        mento, introdurli in camera, poi riaccompa-
campo di battaglia perché infettati, e dalla       gnarli alla porta e congedarli. Dare tempo è
difficoltà dei nostri medici di non saper esat-    dare amore, è prendersi cura dell’altro.
tamente cosa somministrare a questo micro-
scopico nemico arrivato dalla Cina (in attesa      Un giorno, ricordo, ero raccolto davanti alla
del vaccino si era riscontrata una certa effica-   salma di una donna appena deceduta: nella
cia con la somministrazione di antireumatoidi      camera accanto c’era il marito che invece è
e antiretrovirali) ma specialmente dispiaciuto     sopravvissuto ed è stato poi dimesso. Termi-
per tutti i pazienti che non ce l’hanno fatta.     nato di recitare il Requiem, dissi all’infermiera
Eppure, in tutto questo dolore e morte, chi di     che mi assisteva: “Ecco, ora possiamo portarla
noi era al fronte, ha avuto l’immensa grazia di    nelle celle frigo.” Lei mi rispose: “Quali celle
servire a piene mani i nostri pazienti fino alla   frigo? Giù di sotto è tutto pieno di morti.” In-
loro restituzione ai parenti perché dimessi e      credulo, sono sceso a vedere con i miei occhi:
guariti oppure consegnati pietosamente alle        le 4 celle di refrigerazione erano effettiva-
onoranze funebri che si intercalavano a ritmo      mente occupate e, adagiate per terra, tre ba-
frenetico a portare via i cadaveri.                relle con un lenzuolo steso a copertura delle
Seppure io sia un prete da oramai 20 anni,         salme. Questa è una delle scene più forti che
non ci si abitua mai alla sofferenza, al dolore,   io abbia mai vissuto in tutta la mia vita.
alla paura della morte ed al morire. Non si
faceva in tempo a benedire una salma che già       Un’altra scena mi ha spaccato in due il cuore:
da un altro reparto o dalle cure intense chia-     consegnare la fede nuziale di un coniuge de-
mavano perché un'altra persona era morta.          funto a quello sopravvissuto: queste persone
Eppure tutti noi abbiamo fatto quello che le       venivano ricoverate coniugate e alla fine ne
nostre forze ci hanno permesso di compiere,        veniva dimesso uno solo con lo stato civile di
senza protagonismi.                                vedovanza.

Ricordo con lucidità e gratitudine la stretta      Nel tempo della prima ondata pandemica, an-
collaborazione con il corpo medico ed infer-       che la mia spiritualità è stata messa a dura
mieristico, dove due volte al giorno, mattina e    prova, quando ho visto, in fondo al corridoio
sera, ci si ritrovava per il rapporto di aggior-   di un reparto, in controluce, un fagotto ran-
namento: un vero bollettino di guerra! Ma era      nicchiato: era un’infermiera che, esausta e
soprattutto nello scorrere delle ore e dei gior-   sconvolta, piangeva su se stessa. Mi sono se-
ni che il nostro lavorare insieme assumeva an-     duto accanto a lei ed abbiamo pianto insieme.
che lo spessore della spiritualità e della reli-   La domenica 22 marzo 2020, 7 giorni dopo
giosità. È il tempo il fattore che come cappel-    aver preso servizio, mi sono confrontato con il
lano potevo garantire ai pazienti (ed in segui-    mio primo paziente deceduto: lo ricordo con
to ai parenti quando hanno potuto cominciare       affetto e gratitudine perché lo conoscevo: il
timidamente ad entrare nei reparti non tanto       dr. Nicola Ferroni, già perito psichiatrico nel
10
PASQUA 2023

carcere cantonale dove pure sono cappellano.        paura, brutta bestia, che ti divora da dentro
Mi sono detto: “se anche i medici muoiono di        senza lasciarti scampo. L’unico antidoto che
Covid allora c’è di che disperarsi”. Poi è stato    come religioso potevo contrapporre era la
il turno della mia prima paziente che andava a      presenza, a bordo letto, attraverso la “terapia
morire ed era più giovane di me di quasi un         della sedia”, cioè mettendosi seduti e allo
decennio. Poi la vista dei militari che ingran-     stesso livello del paziente, usando i verbi del-
divano le cure intense, andando ad occupare il      la relazione: ascoltare – anche il silenzio –
sedime antistante il pronto soccorso: ci ren-       parlare, toccare, vedere oltre al visibile, vive-
diamo conto cosa abbiamo vissuto solo un pa-        re in modo empatico e partecipativo. Eppure
io di anni fa? Capite quanto bene ci faceva         anche in questo frangente siamo stati stru-
leggere gli striscioni appesi sulle balconate       menti della misericordia, quando portavamo
con scritto: “Siete i nostri eroi” o sentire gli    la comunione ai malati racchiusa in un clee-
applausi dalle finestre? Eppure, per dirla tut-     nex oppure amministravamo l’unzione con un
ta, i nostri eroi erano ancora i nostri pazienti    dischetto di cotone imbevuto di olio per scon-
ed il loro famigliari che, impotenti attendeva-     giurare qualsiasi passaggio del virus da una
no la telefonata che annunciava la dimissione       camera all’altra a chi non aveva il Covid ma i
o per avvenuta guarigione o per decesso.            sintomi riconducibili ad esso o anche a prote-
                                                    zione di noi stessi cappellani, che comunque
La spiritualità al tempo del Covid: nello scor-     ci siamo ammalati ma abbiamo continuato a
rere delle giornate trascorse da un reparto         servire, senza riserve e fedeli al mandato rice-
all’altro, si intesseva una relazione che acqui-    vuto, malati tra i malati. Senza mezzi termini
stava man mano spessore e significato. Chi          si è trattato di una pastorale da guerra ma non
poteva parlare raccontava della propria vita,       ci siamo sottratti al servizio, come indica il
il lavoro, la famiglia, mentre chi non poteva       Catechismo della Chiesa Cattolica, dove si
farlo perché intubato, semplicemente si sta-        legge: “Momento privilegiato della preghiera
va, lì, accanto, senza dire nulla ma sempre         con il malato nella fase terminale della malat-
ascoltando il peso del silenzio, poi una carez-     tia è la celebrazione dei sacramenti: il segno
za guantata e poi si passava dal prossimo pa-       della presenza salvifica di Dio, «la Penitenza,
ziente. Anche il personale infermieristico ha       la s. Unzione e l’Eucaristia, in quanto viatico,
potuto beneficiare, ne sono certo, della pre-       costituiscono, al termine della vita cristiana,
senza di un assistente spirituale che prima era     i sacramenti che preparano alla patria».”1
solo e con il passare delle settimane si è costi-
tuita una vera e propria squadra di tre preti       Queste domande che condivido con voi e che
che, a rotazione, garantiva la presenza o al-       mi porto dentro da un ventennio, cioè da
meno una celere reperibilità h24, di giorno e       quando mi occupo di pastorale sanitaria, sono:
di notte, festivi compresi. Eppure quella Pa-
squa 2020 resterà negli annali: nessuna fun-        – La Chiesa di oggi ha ancora interesse a vivere
zione, nessuna festa: solo una sincera stretta        la dimensione della propria presenza in tempi
di mano ad un paziente e poi ad un altro, por-        così difficili come quelli segnati dalla fragi-
tando in omaggio un rametto di ulivo colto            lità della malattia e dalla mortalità?
nel giardino del nostro convento, auspicio che      – Quale valore si può tributare alla spiritualità
prima o poi ne saremmo usciti, possibilmente          nella pastorale sanitaria perché essa diventi
vivi. Dissi, in una delle prime conversazioni         occasione di incontro e crescita personale
telefoniche con il mio responsabile dell’ufficio      e comunitaria?
cantonale di aiuto e protezione dei minori:         – Come e con quali strumenti si può entrare in
“qui la gente muore o di Covid o di paura.”. La       dialogo con la sofferenza ed il dolore?
                                                                                                  11
Bollettino Interparrocchiale

– Quale profilo formativo la Chiesa deve esige-      Lascio le ultime battute ad un grande della
  re dai cappellani impegnati nella cura della       nostra Chiesa diocesana che, scoprendosi gra-
  vita e della salvezza?                             vemente malato, ha saputo mettersi a livello
– Quale rete estremamente pratica bisogna            degli uomini e delle donne che tutti i giorni
  immaginare e realizzare perché gli operatori       lottano per sopravvivere e, infine, morire con
  pastorali non accusino il peso della solitudi-     dignità abbandonandosi alle braccia di Dio.
  ne e dell’insuccesso?
– In che modo è possibile trovarsi regolarmente      Sono le parole di mons. Eugenio Corecco2, ascol-
  per la formazione di aggiornamento anche           tiamolo: “La malattia ci cambia, perché ci fa
  di fronte alle grandi sfide etiche come:           toccare proprio con le mani la solitudine che
  · l’eutanasia                                      abbiamo dentro di noi. Ci sono infatti momen-
  · la sedazione palliativa;                         ti durante la malattia in cui la persona capisce
  · l’accanimento terapeutico;                       che in ultima analisi la questione è sua. Nes-
  · la soppressione della coscienza                  suno può supplirlo. Nessuno può dire o fare al
		 nel fine vita;                                    suo posto. Sente la propria finitezza e da que-
  · il diritto del paziente a conoscere              sta finitezza capisce che c’è una sola Persona
		 il suo reale stato di salute;                     che può riempirla, perché questa Persona è
  · l’inviolabilità della vita umana.                Qualcuno più grande di lui, è Colui che ci ha
                                                     dato la vita.
In conclusione, al di là della difficile situazio-
ne che abbiamo vissuto un paio di anni fa, sen-      Scopriamo che la solitudine è insuperabile
za dimenticare che, come ci ricorda il Vangelo:      dentro l’esperienza umana, non possiamo su-
“I poveri – ed io aggiungo i malati – li avete       perare la solitudine personale in nessuna si-
sempre con voi” (Mc 14,7), la Chiesa ha tra le       tuazione della nostra vita. Sia che ci sposia-
mani una grande opportunità: essere presente         mo, sia che diventiamo ministri consacrati,
là dove l’essere umano vive, soffre e spera. E       sia che ci consacriamo al Signore, c’è un pun-
questo non con discorsi ben impiattati di come       to della nostra vita in cui siamo sempre soli
si assistono i malati ma sporcandosi realmente       davanti al Signore e nessuno dall’esterno ci
le mani con la fatica degli altri che poi è la       può aiutare al punto da sostituirsi alla nostra
nostra fatica di tutti i giorni.                     persona. Basterebbero queste poche cose per
Non lasciamo cadere nel dimenticatoio ciò            farci capire che la malattia è veramente una
che abbiamo vissuto, chi abbiamo visto sof-          grazia. Detto all’inizio può sembrare assolu-
frire e morire; facciamo memoria di quei             tamente non vero o assurdo, ma dall’analisi di
drammatici funerali “secondo le disposizioni         quello che avviene nella nostra persona, l’af-
del Consiglio di Stato”, dove al massimo si era      fermazione che la malattia è una grazia è pro-
in 5, morto escluso, sulle scale del tempio          fondamente vera.”.
crematorio, neppure dentro la sala delle ceri-
monie. La vita e la morte di chi abbiamo in-         Note
contrato in questi anni di pandemia sia lo           1
                                                       Catechismo della Chiesa Cattolica
spiraglio più credibile che ricordi a ciascuno         [n. 163] 1525
di noi che si può, si deve andare avanti, più        2
                                                       Corecco E., Sulla malattia e sulla
uniti, più forti, tutti insieme, come Chiesa e         sofferenza, Trevano 27.11.1994, in:
come società.                                          Quaderni Caritas Ticino, 2005, p. 27

12
PASQUA 2023

NASCE UN GRUPPO DI LAVORO PER RIPENSARE
LA PASTORALE SANITARIA IN TICINO: IL MESSAGGIO
DEL VESCOVO ALAIN DE RAEMY

Grazie alla progressiva messa in atto del pro-       mentando con la creazione delle Reti, ci richie-
getto delle Reti pastorali nella diocesi di Lu-      de di vivere la corresponsabilità come risorsa
gano (reti di settore e reti territoriali), l’am-    reale e viva, che valorizza i carismi e i talenti di
ministratore apostolico Alain de Raemy ha            ciascuno. Il settore sanitario è particolarmente
raccolto da più parti segnali di un necessario       delicato a motivo della sua varietà e della sua
ripensamento della pastorale sanitaria nella         articolazione nei diversi settori.
diocesi di Lugano come pastorale in rete.
                                                     Per rispondere alle numerose sollecitazioni che
Si tratta di capire come articolare meglio la        ricevo giorno per giorno, anche da parte delle
vicinanza della Chiesa alle persone sofferen-        istituzioni, e così preparare il futuro lavoro in
ti ma anche ai sanitari dove la sfida della cu-      Rete dei cappellani di questo settore, vi comu-
ra è presente in Ticino, dagli Ospedali alle         nico che ho costituito un gruppo di lavoro a
Case anziani e altrove.                              tempo limitato per aiutarmi, ed aiutarci tutti,
                                                     a cogliere e rispondere alle tante quanto diver-
Al fine di performare questa importantissima         se sfide concrete: la Dott.ssa Rita Monotti,
e fondamentale attività della vita della Chie-       Fra Michele Ravetta, Don Charles Azanshi,
sa in Ticino, il vescovo Alain De Raemy ha           Don Donato Brianza, Don Jean-Luc Farine e
diffuso il 23 febbraio 2023 una nota con la          un’infermiera ancora da scegliere.
nomina di un gruppo di lavoro a tempo li-
mitato, costituito da figure che operano co-         Questo gruppo è abbastanza eterogeneo nella
me sanitari o cappellani in strutture sanita-        sua formazione proprio per favorire uno scam-
rie ticinesi. Il gruppo aiuterà lui e tutti          bio variegato quanto propositivo. Li ringrazio
quanti in diocesi a riflettere su questo servi-      per la loro disponibilità. Rimango a vostra di-
zio e le sue sfide.                                  sposizione per ogni ulteriore suggerimento».
                                                     Alain de Raemy, Amministratore apostolico
Il vescovo così scrive: «I settori di vita pasto-    della Diocesi di Lugano
rale della nostra Diocesi sono molti, e lo spirito
di sinodalità e collaborazione che stiamo speri-                      www.catt.ch, 23 febbraio 2023

                                                                                                     13
PASQUA 2023
Inserto Diocesano

01 – SETTIMANA SANTA E PASQUA              10 – PASSAGGI DELL’OMELIA DI PAPA
                                                BENEDETTO PER L’INIZIO DEL SUO
02 – PACE A VOI                                 MINISTERO PETRINO

03 – VENERDÌ SANTO: TU SEI IL SILENZIO     11 – PASSAGGI DEL TESTAMENTO
                                                SPIRITUALE DI BENEDETTO XVI
04 – PASQUA: TU SEI VITA, LUCE, SPERANZA
                                           12 – I FUNERALI DI PAPA BENEDETTO XVI
05 – VIA CRUCIS: UNA STRADA DI CROCI
                                           13 – TANTISSIMA GENTE IN CATTEDRALE
06 – MESE DI MAGGIO: MESE DI MARIA              CON IL VESCOVO ALAIN PER IL SALUTO
                                                DELLA DIOCESI DI LUGANO A PAPA
07 – GIOVEDÌ 18 MAGGIO: ASCENSIONE              BENEDETTO
     DEL SIGNORE
                                           14 – SAGGE RISPOSTE DEL VESCOVO
08 – 28 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE          ALAIN DE RAEMY

09 – RICORDIAMO CON AFFETTO                15 – LA CONFERENZA DEI VESCOVI SVIZZERI
     E RICONOSCENZA IL VESCOVO                  INVITA A PREGARE PER LA PACE
     ERNESTO TOGNI
PASQUA 2023

01 – SETTIMANA SANTA E PASQUA

A portum l’uliva. / Caminum insema / sü i pass
dal Signur. / Sa scambium la pas.

Sun chi, arent a Ti, /Signur / sitii / dal fiaa / da
sètt generaziun. Sun chi in genöcc sü i sass, / - oh
virigalilei! - quataa cun la pelenda viöla ritual

Vestida in vèsta negra, / Madòna da Mendrís, /
che pòrta ul lütu al Figlio/ cun sètt pügnai a rösa.

                   Pino Bernasconi dalla raccolta
                              “Monte Generoso”

La gente è affamata d’amore                            L’offesa del mondo
perché siamo troppo indaffarati,                       è stata immane.
aprite i vostri cuori oggi,                            Infinitamente più grande
nel giorno del Signore risorto,                        è stato il tuo amore.
e amate                                                Noi con amore
come non avete mai fatto.                              ti chiediamo amore.

                         Madre Teresa di Calcutta                                         Mario Luzi

02 – PACE A VOI

Non credono per la gioia. Alla gioia non si            to la pace, ma i loro cuori, nel subbuglio di
crede. Allora il paziente Gesù, che è entrato          spavento gioia incredulità, sono tanto lon-
attraverso la porta sprangata della casa do-           tani dalla pace.
ve stavano mangiano, si fa avanti con le
palme aperte: Osservate le mie mani e i miei           Allora il paziente Gesù li rimprovera perché
piedi, sono proprio io. E scopre il petto, offre       non hanno creduto. E allora sono un po’ più
a tutti anche la quinta ferita.                        felici, un po’ meno lontani dalla pace. Per-
                                                       ché un fantasma non li sgriderebbe con tan-
Ma stentavano a credere e stavano stupe-               to amore. Perché infine lui ha soffiato sulle
fatti. Allora il paziente Gesù: Avete qui qual-        loro facce, e un sentimento nuovo, potente
che cosa da mangiare? Gli portano il pesce             e folle è entrato in essi.
arrosto, il favo di miele; scrutano la sua
bocca che mastica, la gola che inghiotte il                             da “Volete andarvene anche
cibo di cui or ora hanno gustato il sapore. Lo                             voi? – Una vita di Cristo”
spiano e nessuno parla. Entrando ha augura-                                        di Luigi Santucci
                                                                                                  15
Inserto Diocesano

03 – VENERDÌ SANTO: TU SEI IL SILENZIO

Ora è il silenzio scende il silenzio di Dio   Ora è il silenzio,
sulla storia dei secoli                       il tuo silenzio ci ascolta,
e giudica il cuore degli uomini,              la vita è nella terra
tacciono le voci del tempo                    il seme sta germogliando
nel buio che avvolge ogni cosa.               la notte prepara la luce
                                              di un’alba sognata ed attesa.
Giuda, Pilato, Caifa, la Maddalena, Pietro,
il Centurione: volti della tua Passione.      Tradimenti, viltà, paure,
Uomini come noi                               speranza, ansie, gesti di amore,
nel tempo che sempre innalza                  slanci di pietà, tensioni di fiducia.
la tua Croce.                                 Sono i volti della tua Passione:
                                              i nostri volti,
                                              Signore della Croce
                                              che nel silenzio prepari la vita.

                                              Ora è il silenzio
                                              il tuo silenzio ci ascolta.
                                              La vita è nella terra
                                              il seme sta germogliando
                                              la notte prepara la luce.

04 – PASQUA: TU SEI VITA, LUCE, SPERANZA

Ora sei la luce                               Ora sei la luce
la speranza, la vita,                         la speranza, la vita,
vanno le donne con gli aromi                  andate discepoli tutti
corrono i due discepoli                       gridate fino ai confini della terra
ritornano trafelati a Gerusalemme             che il Signore è risorto,
i due di Emmaus.                              ha sconfitto la morte.

                                              Ora sei la luce, la speranza, la vita,
                                              l’orizzonte germoglia come un fiore
                                              il destino dell’uomo afferra l’eterno
                                              come dono prezioso e sublime.

                                              Ora sei la luce, la speranza, la vita,
                                              un’alba nuova percorre la storia
                                              come acqua di fresca sorgente
                                              che lava e purifica i cuori.
16
PASQUA 2023

05 – VIA CRUCIS: UNA STRADA DI CROCI

1. La croce della monotonia                           non colto, un grazie non ricevuto… e siamo
Non è molto pesante, ma stanca il cuore, per-         delusi. La delusione diviene una ferita, come
ché penetra adagio in ogni gesto, ogni parola,        una sconfitta. Leggera o pesante, grave o su-
ogni sguardo. Le facce di tutti i giorni, i gesti     perficiale, ma pur sempre una croce. Ci atten-
ripetuti all'infinito davanti ad una macchina e       de ad ogni passo, dietro l'angolo di un proget-
sul lavoro, gli stessi piatti da lavare, gli stessi   to, alla fine di una attesa: è sempre lì, a porta-
panni da rammendare e da stirare. Ogni giorno         ta di mano. Una persona, un evento, un gesto,
simile all'altro. Al mattino il suono penetrante      un esame, un concorso: sono tante le occasio-
della solita sveglia e poi tutto uguale, mentre       ni per sentirci delusi.
i mesi e gli anni consumano l'esistenza. L'abi-
tudine può diventare una croce di stanchezza          6. La croce della disoccupazione
e sofferenza.                                         Percorre le nostre strade e si va facendo più
                                                      intensa. Croce pesante: le mani e l'intelligen-
2. La croce della solitudine                          za, fatte anche per lavorare e produrre, strin-
Anche la solitudine è una croce. Talora cerca-        gono il nulla, come nel lento silenzio del tem-
ta, spesso imposta, sempre sofferta. Una cro-         po vuoto. Prepararsi, studiare, imparare, cer-
ce di dolore, quando sentiamo di aver bisogno         care e poi niente; lavorare, impegnarsi, fare
di qualcuno, ma questo aiuto non arriva. Una          sacrifici e poi venire licenziati. Una croce di
solitudine creata anche dalle nostre continue         paura che i sistemi attuali del vivere e del pro-
omissioni: una visita non fatta; una lettera          durre rendono più frequente.
non scritta; un biglietto mai spedito; un salu-
to trascurato. E chi aveva bisogno e attendeva        7. La croce dell'egoismo
si sente solo.                                        Ricordate la fiaba di quel ricco gigante che
                                                      viveva in un castello tutto per lui, con un
3. La croce dell'incomprensione                       parco immenso e ricchi giardini? Ma tutto
Si innalza fra le persone che vivono vicine,          era triste, senza fiori e senza primavera.
spesso nella stessa casa, quando i linguaggi di-      Anche l'egoismo è una croce: chiuderci e ri-
ventano diversi e le lontananze si fanno incol-       piegarci su noi stessi, dentro una notte che
mabili. È un cammino sofferto e basterebbero a        non conosce il sorriso. È malattia tremenda
volte soltanto una parola, un gesto, soprattut-       l'egoismo, tanto più grave perché genera in-
to un accettarsi. Ma sovente non si riesce.           vidia, gelosia, odio. È mancanza di vita e di
                                                      entusiasmo, mentre la mano si chiude nel
4. La croce della nostalgia                           freddo del cuore. L'egoismo è croce molto
La nostalgia fa parte del cuore, come memoria         triste.
del passato, dei ricordi. Si accumula man ma-
no che gli anni diventano tanti nell'eco di vo-       8. La croce dell'ingratitudine
ci, volti, gesti, parole. E il cuore ritorna sul      La viviamo nel silenzio questa croce: più volte
cammino percorso, come dentro la ricerca di           senza nemmeno confidarla.
un tempo perduto. Croce delicata, ma amara.           Ha troppo il sapore della sconfitta e della de-
                                                      lusione più amara. È la croce dell'ingratitudi-
5. La croce della delusione                           ne. La croce di molti, portata senza farla
Una promozione mancata, un riconoscimento             scorgere, perché fa troppo male e magari ci
non arrivato, un successo svanito, un amore           umilia.
                                                                                                     17
Inserto Diocesano

9. La croce della paura                              12. La croce della malattia
Sono tante le nostre paure: dentro e fuori di        La malattia: è esperienza continua e anche
noi. Tensioni e angosce, timori continui di tan-     tremenda; in noi e fuori di noi. La viviamo
te piccole cose; un sentimento che ci portiamo       nel nostro corpo, che gli anni consumano. La
dentro, da sempre. Dalla paura del buio di           sentiamo, leggera o grave, con il suo duro
quando eravamo bambini, al timore di quanto          significato di lento deterioramento. La co-
ci circonda, fino all'angoscia del futuro, spesso    gliamo sul volto degli altri, talora forte, mar-
incerto. La paura fa parte del nostro cuore e        cata, evidente, come premessa di morte. E
della nostra intelligenza, che vorrebbero sape-      ne abbiamo paura. La malattia è stagione
re, ma il domani non ci appartiene.                  obbligata, è calvario che tutti dobbiamo sa-
                                                     lire. È tappa difficile da accettare; è come
10. La croce della povertà                           una notte che soltanto la Tua croce può illu-
È croce sempre presente, anche nei nostri paesi,     minare di speranza.
ma spesso non riusciamo a scorgerla. È la croce
della povertà; la miseria di non avere nemmeno       13. La croce della disperazione
il necessario per vivere. È una croce forte sul      È la croce della notte, quando le stelle non
mondo, innalzata dalla troppa ricchezza di po-       segnano nessuna strada, quando la speranza
chi. È un legno che parla il linguaggio bastardo     abbandona il cuore, quando il buio è lotta
e cattivo dell'ingiustizia e della violenza. Croce   che tutto abbatte e distrugge. È la croce più
che umilia il nostro mondo cristiano.                pesante.

11. La croce della vecchiaia                         14. La croce della morte
Anche la vecchiaia può essere una croce. So-         San Francesco la chiamava sorella; nel Vener-
prattutto perché, a differenza di altre età, ha      dì Santo è viva su una croce. L'abbiamo den-
più bisogno degli altri. E gli altri non sono        tro di noi, con la vita. Vive nelle nostre cellu-
sempre solleciti verso i vecchi. La vecchiaia        le, nel nostro sangue, nel nostro corpo. E la
facilmente trascina la malattia, la solitudine       temiamo. È l'ultima croce prima della vita.
e il pensiero della morte. Se ogni età ha la sua     Ogni tomba ha la sua croce, ogni vita ha la
croce, la vecchiaia forse ha una croce più mar-      sua morte, ogni mistero ha la sua luce. Sulla
cata. Ma è croce anche luminosa perché racco-        morte l'unica luce viene da una Morte e da
glie la sintesi della vita e del cammino verso       una Croce. Resta solo lo spazio del silenzio:
la luce. Per questo è croce ricca di speranza,       come il seme calato nella terra per germo-
come una sorgente che sa ricominciare.               gliare la spiga.

18
PASQUA 2023

06 – MESE DI MAGGIO: MESE DI MARIA

La vera devozione alla Madonna sa che Maria         perdono sangue, dei figli senza più madre,
non può avere altra missione che quella che Dio     delle madri senza più figli, degli uomini senza
le ha affidato e per la quale l’ha fatta grande:    più casa, né pane, né Dio. Ho conosciuto molti
dare Gesù Salvatore agli uomini. La vera devo-      che non pregano tuo Figlio e sono innamorati
zione alla Madonna non è quella che ci spinge a     di te, e a te fanno, di nascosto, voti disperati.
domandare di più, ma quella che ci invoglia e ci    Ho udito milioni di volte il tuo nome – Maria
aiuta a vivere meglio. Sia questo il nostro impe-   Vergine! Madonna Santa! – sulla bocca di tutti
gno nel mese di maggio, dove il pregare e il me-    gli uomini e di tutte le donne che conosco: per
ditare devono tradursi in giornate più cristiane.   ira, per stizza, per sorpresa, per una buona o
                                                    cattiva notizia, per una morte e per un non-
                    dall’omelia 1° maggio 1963,     nulla. Sempre il tuo nome.
                     di Mons. Corrado Cortella
                                                            da “Volete andarvene anche voi? – Una
                                                                    vita di Cristo” di Luigi Santucci
Lo chiamerai Gesù. L’angelo le ha buttato quel
figlio-parola e nel nome tutta una storia che
la madre già può leggere nelle chiaroveggenze
del cuore: dalle prime carezze nella capanna,
al silenzio sotto la croce, alla mattina trion-
fante della risurrezione, al grido dei santi e
dei disperati che la chiameranno fino al durare
del mondo.

Così sei diventata la mamma delle nostre pau-
re, delle nostre rassegnazioni, la mamma dei
marinai minacciati da naufragio, dei viandan-
ti sperduti sulle montagne, dei soldati che

Così la Chiesa prega Maria, quando scende
la notte e la giornata si chiude.
O santa Madre del Redentore,                        Sotto la tua protezione
porta dei cieli, stella del mare,                   cerchiamo rifugio,
soccorri il tuo popolo                              santa Madre di Dio:
che anela risorgere.                                Non disprezzare
Tu che accogliendo il saluto dell’angelo,           le suppliche di noi
nello stupore di tutto il creato,                   che siamo nella prova.
hai generato il tuo Creatore,                       E liberaci da ogni pericolo,
Madre sempre vergine,                               o Vergine
pietà di noi peccatori.                             gloriosa e benedetta.
                                                                                                  19
Inserto Diocesano

07 – GIOVEDÌ 18 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE

Benedette le ascensioni dell’uomo negli spazi,      Destini soprannaturali ai quali si richiama la
solo se saranno accompagnate dalle ascensio-        solennità dell’Ascensione del Signore. Gesù è
ni dell’uomo verso Dio; perché allora soltanto      il primo di noi che sale al cielo, a prepararci il
saranno progresso vero e tranquillo. E se delle     posto. C’è la sua preghiera: “Padre, io voglio
ascensioni dell’uomo negli spazi non possia-        che dove sono io siano anch’essi con me nella
mo essere che gli stupiti testimoni, delle          gloria, perché hanno creduto in me e mi hanno
ascensioni dell’umanità verso Dio possiamo          amato!”. E c’è la sua promessa: “Vado, ma tor-
essere gli artefici e lo dobbiamo. Ogni anima       nerò a prendervi, e allora, ogni vostra tristez-
che si innalza, innalza il mondo. Ogni anima        za si cambierà in gioia, in una gioia che nessu-
che si innalza con la verità, con la preghiera,     no potrà più rubarvi”.
con la giustizia, con la bontà, con la purezza,
con la santità. E anche le conquiste dell’intel-    Ogni nostra attività terrena – anche le più ar-
ligenza, della scienza, della tecnica possono       dite esplorazioni dell’intelligenza nei segreti
essere per le ascensioni spirituali. Infatti        dell’universo – non deve distrarci da Dio e dal
aprono l’anima a una sempre più ricca cono-         destino soprannaturale per il quale Dio ci ha
scenza della grandezza, della sapienza, dell’a-     creati. “Che serve all’uomo diventare padrone
more di Dio, quando si illuminano con le luci       del mondo, se poi perde l’anima?”.
della rivelazione divina, che ci parla della cre-
azione, della redenzione, dei destini sopran-               Da un’omelia di Mons. Corrado Cortella
naturali dell’uomo.                                                              (11 maggio 1961)

Ecco il gran giorno di Dio,                         Torna alla casa il prodigo,
splendente di santa luce:                           splende la luce al cieco;
nasce nel sangue di Cristo                          il buon ladrone graziato
l’aurora di un mondo nuovo.                         dissolve l’antica paura.
                                                    O mistero insondabile
Gli angeli guardano attoniti                        dell’umana redenzione:
il supplizio della croce,                           morendo sopra il patibolo
da cui l’innocente e il reo                         Cristo sconfigge la morte.
salgono uniti al trionfo.
                                                    Irradia sulla tua Chiesa
Giorno di grandi prodigi                            la gioia pasquale, o Signore,
la colpa cerca il perdono,                          unisci alla tua vittoria
l’amore vince il timore,                            i rinati nel battesimo.
la morte dona la vita.

20
PASQUA 2023

08 – 28 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE

Vieni, Santo Spirito,               Vieni, padre dei poveri,    Consolatore perfetto,
manda a noi dal cielo               vieni; datore dei doni,     ospite dolce dell'anima,
un raggio della tua luce.           vieni, luce dei cuori.      dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,               O luce beatissima,          Senza la tua forza,
nella calura, riparo,               invadi nell'intimo          nulla è nell'uomo,
nel pianto, conforto.               il cuore dei tuoi fedeli.   nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,             Piega ciò che è rigido,     Dona ai tuoi fedeli
bagna ciò che è arido,              scalda ciò che è gelido,    che solo in te confidano
sana ciò che sanguina.              sana ciò che sanguina.      i tuoi santi doni.

                                    Dona virtù e premio,
                                    dona morte santa,
                                    dona gioia eterna

Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore. Il
Signore poi a sua volta diede questo Spirito
alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito.
Così imprimendo in noi per opera dello Spirito
Santo l’immagine e l’iscrizione del Padre e del
Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici,
perché li restituiamo moltiplicati al Signore.

                   Dal trattato “Contro le eresie”
                                  di Sant’Ireneo

Vieni, o Spirito creatore,          O dolce consolatore,        Dito della mano di Dio,
visita le nostre menti,             dono del Padre altissimo,   promesso dal Salvatore,
riempi della tua grazia             acqua viva, fuoco, amore,   irradia i tuoi sette doni,
i cuori che hai creato.             santo crisma dell'anima.    suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,            Difendici dal nemico,       Luce d'eterna sapienza,
fiamma ardente nel cuore;           reca in dono la pace,       svelaci il grande mistero
sana le nostre ferite               la tua guida invincibile    di Dio Padre e del Figlio
col balsamo del tuo amore.          ci preservi dal male.       uniti in un solo Amore.

                                                                                             21
Inserto Diocesano

09 – RICORDIAMO CON AFFETTO E RICONOSCENZA
     IL VESCOVO ERNESTO TOGNI

Quello di Mons. Togni sulla cattedra di San        parrocchia e le strutture della scuola dedi-
Lorenzo fu un passaggio breve, un’alba radio-      cate a San Carlo Borromeo de Los Olivos.
sa, che lasciò segni di novità, di gioia, di       Non possiamo dimenticare la scelta dello
apertura e di rimpianto. Volle subito testimo-     spirito e dell’esperienza scaut come meto-
niare una visione positiva, di interiorità, di     do educativo e l’amore della montagna, che
adesione libera e lieta alla bellezza dell’av-     portò anche nell’impegno di responsabile
ventura cristiana, di cui diede chiara testi-      come vicerettore prima e rettore poi a Lu-
monianza il suo motto episcopale: “A servizio      cino nella sua attività educativa presso il
della vostra gioia”, che diceva bene l’entusia-    seminario minore, di cui tenne cronache
smo, il coraggio, lo spirito che voleva dare al    precise e corrispondenze fedeli con centi-
suo ministero.                                     naia di studenti.

Diede subito testimonianza di un cristianesi-      La conduzione collegiale della vita di istitu-
mo giovane, in cammino, dinamico e aperto.         to e anche della vita della diocesi, lo fecero
Uno degli aggettivi che spesso ritornavano         presente in modo attivo sul terreno e dispo-
nella sua predicazione era l’aggettivo forte.      nibile all’incontro delle persone.
Forte doveva essere l’annuncio, forte la sua
messa in pratica, forte l’adesione al Concilio e        RICORDIAMO
                                                   Da ricordare          CON
                                                                pure quale     AFFETTO
                                                                           momento         E RICONOSCE
                                                                                     significati-
poi al Sinodo, forte la sua sensibilità missio-    vo del suo episcopato l’accoglienza a Lugano
                                                                   IL VESCOVO ERNESTO TOGNI
naria e l’attenzione alla dimensione universa-     nel giugno 1984 di Giovanni Paolo II in visita
le ed ecumenica della Chiesa.                      alla Chiesa Svizzera.
                                Quello di Mons. Togni sulla cattedra di San Lorenzo fu un pa
Un Vescovo ricco di entusiasmo, radiosa,    che lasciò segni
                                   dalle grandi                di novità,
                                                            dall’omelia      di gioia,
                                                                        del Vescovo     di apertura
                                                                                     emerito  Pier     e di r
                                testimoniare
potenzialità, dall’esempio luminoso   e genero- una visione    positiva,
                                                           Giacomo  Grampadi interiorità,    di adesione lib
                                                                              ai funerali celebrati
so, moderno e aperto all’incontro e al colloquio
                                dell’avventura cristiana, diincui cattedrale il 14 novembre 2022
                                                                      diede chiara testimonianza il su
col mondo nello spirito del
Concilio e del Sinodo. Seppe                                                                        servizio
coltivare in modo profondo                                                                          diceva
il senso dell’amicizia e l’a-                                                                       coraggio
pertura missionaria.                                                                                dare al s
Si deve a lui l’incremento                                                                          Diede s
dell’attività missionaria nel-                                                                      un cris
la Chiesa di Lugano, soprat-                                                                        cammin
tutto l’esperienza ventenna-                                                                        Uno de
le in Colombia.
                                                                                                    ritornav
Quando dimissionò dal go-
verno della Diocesi fece un                                                                         predica
soggiorno triennale a Bar-                                                                          forte.
ranquilla, dove vide comple-                                                                        l’annun
tarsi l’impianto della nuova in © Diocesi  di Lugano
                                    pratica, forte l’adesione al Concilio e poi al Sinodo, f
22                              missionaria     e l’attenzione alla dimensione universale ed ecum
                                Un Vescovo ricco di entusiasmo, dalle grandi potenzialità, da
PASQUA 2023

                 Passaggi del suo  scritto a La Pelouse,spirituale
                                       testamento       Bex, Canton Vaud, 1987
                 scritto a La Pelouse, Bex, Canton Vaud, 1987
                “È vicino il momento della mia nascita. Un’acqua viva mormora dentro di me e mi
                dice: Vieni il
                 “È vicino   al momento
                                Padre. Chiedete  per me
                                          della mia       che ioUn’ac-
                                                      nascita.    possa raggiungerlo.
                                                                          Quando lo incontrerò gli griderò grazie per la
                Rimane per me un mistero della sua misericordia l’avermi chiamato al servizio della
                 qua viva mormora dentro di me e mi dice: Vieni mia vita così come me l’ha data e costruita con i
                gioia nella Chiesa che è a Lugano, come resta più ancora mistero della stessa
                 al Padre. Chiedete per me che io possa raggiun- suoi doni e i suoi limiti, con la sua ricchezza e la
                misericordia l’avermelo ritirato attraverso la fatica e la sofferenza.
                 gerlo. Rimane per me un mistero della sua mise- mia povertà e il mio peccato.
                Il Signore ha dato senso e valore anche a servizi più brevi, certo più forti rivolti in
                 ricordia l’avermi chiamato al servizio della gioia
                particolare ai poveri, ai malati, a chi soffre, agli ultimi.
                 nella Chiesa
                Quando          che è a Lugano,
                          lo incontrerò           comegrazie
                                          gli griderò    resta per
                                                               più an-
                                                                    la miaGli  dirò
                                                                            vita     grazie
                                                                                  così  comeperme avermi   fattoeprete e vescovo,
                                                                                                     l’ha data
                                                 cora  mistero    della   libero    nella  povertà     e nella
                                               costruita con i suoi doni e i suoi limiti, con la sua ricchezza  verginità, sereno
                                               e stessa
                                                   la miamisericordia     nell’obbedienza,
                                                           povertà e il mio    peccato. Gli dirò gioioso    perper
                                                                                                       grazie    temperamento e
                                                 l’avermelo
                                               avermi          ritirato
                                                        fatto prete       per fede,
                                                                     e vescovo,        ricco
                                                                                  libero  nelladipovertà
                                                                                                  speranza    anche nella fatica,
                                                                                                           e nella
                                                 attraverso la
                                               verginità,        fatica nell’obbedienza,
                                                              sereno      semplice nel servizio      della carità”.
                                                                                                  gioioso      per
                                                 e la sofferenza.
                                               temperamento       e per fede, ricco di speranza anche nella
                                               fatica, semplice nel servizio della carità”. Postscritto aggiunto a Brione
                                                Il Signore ha dato                                 Verzasca il 24 luglio 1997
                                                 senso e valore
                                               Postscritto       anchea Brione Verzasca il 24 luglio 1997.
                                                             aggiunto
                                                 a servizi
                                               “Vorrei       piùunbrevi,
                                                         avere      cuore nuovo, dove trovino spazio tutti i
                                                 certo più
                                               poveri.   Meforti rivoltiil Signore
                                                             lo plasmi       “Vorreidei
                                                                                     avere un cuore nuovo, dove trovino spa-
                                                                                        poveri.
                                               E in
                                                  miparticolare
                                                     accompagni  ai Maria,
                                                                     po- zio La Vergine
                                                                                 tutti i povera,
                                                                                         poveri. la
                                                                                                 MeMadre e la il Signore dei
                                                                                                    lo plasmi
                                               Regina
                                                 veri, aidei poveri”.
                                                          malati,  a chi poveri. E mi accompagni Maria, La Vergine po-
                 © Diocesi di Lugano            soffre, agli ultimi.      vera, la Madre e la Regina dei poveri”.
© Diocesi di Lugano

                Nascita: 6 ottobre 1926, attinente di Brione Verzasca
                Studi nel Seminario San Carlo di Lugano-Besso, proseguiti alla Gregoriana di Roma
                      Nascitapresbiterale: 7 maggio 1950 a Brione Verzasca
                Ordinazione                                             17 settembre 1978
                1951: docente e vice rettore nel Seminario San CarloOrdinazione
                      6 ottobre   1926,   attinente  di Brione  Verza-   di Besso      episcopale
                      sca. Studi  nel  Seminario   San  Carlo di Luga-
                1957: Rettore del Seminario minore, Collegio Pio XII di Lucino-Breganzona
                1969:no-Besso,
                       parroco diproseguiti     alla Gregoriana di
                                   Tenero e Contra                      24 giugno 1985
                      Roma.
                15 luglio 1978: eletto Vescovo di Lugano                Comunica le sue dimissioni, rimanendo
                17 settembre 1978: ordinazione episcopale               amministratore apostolico della diocesi
                      Ordinazione presbiterale                          fino alla  nomina del suo   successore, il
                24 giugno 1985: comunica le sue dimissioni, rimanendo          amministratore   apostolico
                      7 maggio 1950 a Brione Verzasca                   Vescovo   Eugenio   Corecco
                della diocesi fino alla nomina del suo successore, il Vescovo Eugenio Corecco
                aprile1951
                       1993: parte missionario per Barranquilla
                Rientrato  in Ticino  risiede dapprima
                                                                        Aprile 1993
                                                         a Brione Verzasca, in seguito a Sonvico presso la
                      Docente   e vice   rettore  nel Seminario
                Casa San
                      San Carlo
                           FilippodiNeri
                                     Bessoe infine presso la Casa CinqueParte
                                                                          Fontimissionario   per Barranquilla
                                                                                di San Nazzaro,  dove l’11
                novembre 2022 conclude il suo cammino terreno per essere accolto nell’abbraccio di
                amore 1957                                              Rientrato
                        del Padre come il servo buono e fedele della parola         in Ticino risiede dapprima a Bri-
                                                                                evangelica.
                      Rettore del Seminario minore, Collegio        one Verzasca, in seguito a Sonvico presso
                                       Passaggi dell’omelia di Papa la
                      Pio XII di Lucino-Breganzona                     Casa San Filippo Neri e infine presso
                                                                     Benedetto
                                                                    la Casa Cinque Fonti di San Nazzaro, dove
                      1969
                                                                    l’11 novembre 2022 conclude il suo cam-
                      Parroco di Tenero e Contra
                                                                    mino terreno per essere accolto nell’ab-
                      15 luglio 1978                                braccio di amore del Padre come il servo
                      Eletto Vescovo di Lugano                      buono e fedele della parola evangelica.

                                                                                                                             23
Puoi anche leggere